RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
333 - Testo della trasmissione di martedì 29 novembre 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Messaggio del cardinale Javier Lozano Barragan per la Giornata mondiale contro l’Aids
OGGI IN PRIMO PIANO:
Situazione
drammatica nei campi profughi del Nord Uganda: intervista con Giulio Albanese
CHIESA E SOCIETA’:
La vita umana viene
prima di tutto. Così la CEI nel messaggio per la Giornata della vita
Una nota della Conferenza episcopale italiana
sconsiglia i matrimoni tra cattolici e musulmani
In corso a Montreal la Conferenza sui
cambiamenti climatici
In Ghana i vescovi denunciano la corruzione, freno per
lo sviluppo del Paese
Rinnovata alla Compagnia di Gesù, per altri 60 anni, la
concessione del Santuario di Loyola
Scontro a fuoco a Betlemme tra israeliani e palestinesi
29
novembre 2005
APPROVATA DAL PAPA E PUBBLICATA OGGI L’ISTRUZIONE
SUL DISCERNIMENTO
VOCAZIONALE
RIGUARDO ALLE PERSONE CON TENDENZE OMOSESSUALI
- Intervista con il cardinale Zenon Grocholewski -
E’ stata pubblicata oggi
l’Istruzione della Congregazione per l’Educazione cattolica “circa i criteri di
discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista
della loro ammissione al seminario e agli ordini sacri”. Il Papa ha approvato
il documento il 31 agosto scorso e ne
ha ordinato la pubblicazione. Ce ne parla Sergio Centofanti.
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La Chiesa ritiene necessario non
ammettere “al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano
l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o
sostengono la cosiddetta cultura gay”. Così afferma il documento approvato dal
Papa. “Il sacerdote - sottolinea il documento – rappresenta sacramentalmente
Cristo, Capo, Pastore e Sposo della Chiesa. A causa di questa configurazione a
Cristo, tutta la vita del ministro sacro deve essere animata dal dono di tutta
la sua persona alla Chiesa e da un’autentica carità pastorale. Il candidato al
ministero ordinato pertanto deve raggiungere la maturità affettiva” che lo
porterà a sviluppare “un vero senso della paternità spirituale nei confronti
della comunità ecclesiale che gli sarà affidata”. Ora – afferma il documento –
la Chiesa, “pur rispettando profondamente” queste persone, ritiene che si trovino
in una situazione che “ostacola gravemente un corretto relazionarsi con uomini
e donne. Non sono da trascurare le conseguenze negative che possono derivare
dall’Ordinazione di persone con tendenze omosessuali profondamente radicate. Qualora,
invece, si trattasse di tendenze omosessuali che fossero solo l'espressione di
un problema transitorio, come, ad esempio, quello di un'adolescenza non ancora
compiuta, esse devono comunque essere chiaramente superate almeno tre anni
prima dell'Ordinazione diaconale”.
“Il solo desiderio di diventare
sacerdote – leggiamo ancora nell’Istruzione - non è sufficiente e non esiste
un diritto a ricevere la sacra Ordinazione. Compete alla, Chiesa … discernere
l'idoneità di colui che desidera entrare nel Seminario … e chiamarlo agli
Ordini sacri, se sia giudicato in possesso delle qualità richieste”.
“Rimane inteso – aggiunge il documento
– che il candidato stesso è il primo responsabile della propria formazione”.
Sarebbe perciò “gravemente disonesto che un candidato occultasse la propria
omosessualità per accedere, nonostante tutto, all'Ordinazione. Un
atteggiamento così inautentico non corrisponde allo spirito di verità, di
lealtà e di disponibilità che deve caratterizzare la personalità di colui che
ritiene di essere chiamato a servire Cristo e la sua Chiesa nel ministero
sacerdotale”.
“Nel discernimento dell'idoneità
all'Ordinazione, spetta al direttore spirituale un compito importante. Pur
essendo vincolato dal segreto, egli rappresenta la Chiesa nel foro interno “e” ha
l'obbligo di valutare tutte le qualità della personalità ed accertarsi che il
candidato non presenti disturbi sessuali incompatibili col sacerdozio”.
L’Istruzione ribadisce quindi la
distinzione “fra gli atti omosessuali e le tendenze omosessuali”. Gli atti
omosessuali sono “peccati gravi … intrinsecamente immorali e contrari alla
legge naturale e di conseguenza non possono essere approvati in nessun caso”.
“Le tendenze omosessuali profondamente radicate che si riscontrano in un certo
numero di uomini e donne” invece non sono peccati ma tuttavia sono inclinazioni
“oggettivamente disordinate e sovente costituiscono, anche per loro, una prova.
Tali persone devono essere accolte con rispetto e delicatezza; a loro riguardo
si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Esse sono chiamate a
realizzare la volontà di Dio nella loro vita e a unire al sacrificio della
croce del Signore le difficoltà che possono incontrare”.
L’Istruzione si conclude con
un’esortazione ai vescovi e ai responsabili interessati perché compiano “un attento discernimento” per
“garantire sempre alla Chiesa dei sacerdoti idonei, veri pastori secondo il
cuore di Cristo”.
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Ma da quali necessità è
scaturito questo documento? Giovanni Peduto lo ha chiesto al cardinale Zenon
Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, il
dicastero che ne ha curato la pubblicazione:
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R. – I giornali hanno parlato di
questo documento come se fosse qualcosa di straordinario. Ma questo documento
non rappresenta niente di straordinario, perché su questo problema
dell’omosessualità la Congregazione per la Dottrina della Fede si è già
pronunciata molte volte. E questo perché in tale settore, nel mondo di oggi c’è
un certo disorientamento. Molti difendono la posizione secondo cui la
condizione omosessuale sarebbe una condizione normale della persona umana, come
se fosse quasi un terzo genere; invece, questo contraddice assolutamente
l’antropologia umana; contraddice, secondo il pensiero della Chiesa, la legge naturale,
e ciò che Dio stesso ha impresso nella natura umana: la bisessualità. Quindi,
la nostra Congregazione è partita da quello che insegna il Magistero della
Chiesa!
D. – Eminenza, quali reazioni vi
aspettate alla pubblicazione di questo Documento?
R. – Sì, forse le reazioni ci
saranno, ma non penso diverse da quelle che ci sono verso tutti i documenti
della Santa Sede riguardo all’omosessualità. Perché il problema, fondamentalmente,
è antropologico, profondamente radicato nella Dottrina della Chiesa. Contrariamente
a quanto qualche volta si afferma, questo non implica alcuna discriminazione
verso le persone omosessuali, anzi, come ho detto, la Congregazione per la
Dottrina della Fede ha pubblicato un bel documento circa la pastorale verso
queste persone. Ogni discriminazione deve essere assolutamente condannata.
Però, la Chiesa ha il diritto, il sacrosanto diritto, di determinare quali
siano i requisiti per diventare sacerdote, perché uno viene chiamato da Dio,
però viene chiamato tramite la Chiesa e per questo la Chiesa è competente,
anzi, obbligata a stabilire i requisiti necessari. Questo è un sacrosanto
diritto della Chiesa! Non è una discriminazione se non si ammette, per esempio,
ad una scuola di astronauti una persona che soffra di vertigini. Non è una
discriminazione delle persone, ma semplicemente la determinazione dei requisiti
che riteniamo opportuni.
D. – E per quanto riguarda i
sacerdoti con tendenze omosessuali?
R. – Evidentemente, queste
ordinazioni sono valide, perché noi non affermiamo la loro invalidità. Il
nostro Documento riguarda l’opportunità: riteniamo per motivi pratici, di esperienza
e fondati sulla Dottrina della Chiesa che non sia opportuno chiamare queste
persone al sacerdozio per difficoltà che possano nascere, e l’esperienza ci ha
insegnato che nascono! Però, una persona che scopra la propria omosessualità
dopo l’ordinazione sacerdotale, deve ovviamente realizzare il proprio
sacerdozio, deve cercare di vivere in castità. Forse avrà bisogno di maggiore
aiuto spirituale di altri.
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IL PROSSIMO 8 DICEMBRE, SOLENNITA’ DELL’IMMACOLATA
E 40.MO DALLA FINE
DEL VATICANO II, SARA’ POSSIBILE OTTENERE
L’INDULGENZA PLENARIA. LA DECISIONE DI BENEDETTO XVI RESA NOTA IN UN
DECRETO DELLA PENITENZIERIA APOSTOLICA
L’8 dicembre 1965, Paolo VI
chiudeva solennemente la stagione del Concilio Vaticano II. Quarant’anni dopo,
Benedetto XVI ha deciso di dare grande risalto a questo anniversario, che cade
nella Festa dell’Immacolata, concedendo ai fedeli il dono dell’Indulgenza plenaria.
La decisione del Papa è contenuta nel Decreto della Penitenzieria Apostolica
reso noto oggi e firmato dal suo massimo responsabile, il cardinale James
Francis Stafford. Sentiamo Alessandro De Carolis:
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L’Indulgenza plenaria come mezzo
per essere “più rafforzati nella fede”, uniti con “maggiore dedizione a
Cristo”, capaci di amore ai fratelli “con più fervente carità”. Sono gli auspici
di Benedetto XVI che accompagnano la concessione dell’Indulgenza plenaria per
la prossima Festa dell’Immacolata. E la conclusione del Vaticano II è una
ricorrenza che dona un maggiore significato alla Solennità dell’8 dicembre, giorno
in cui il Papa si recherà in Piazza di Spagna per il tradizionale omaggio alla
statua della Vergine. A dichiarare
concluso il Concilio, 40 anni fa – si legge nel Decreto della Penitenzieria
Apostolica – fu un Pontefice che aveva dedicato “grandi lodi” alla Madonna: fu
infatti Papa Montini a proclamare la Vergine Maria “Madre della Chiesa” e
quindi, in quanto Madre di Cristo”, “Madre spirituale di tutti noi”.
Proprio per far progredire
“l’amore e la fiducia dei fedeli” verso la Madonna, per renderli conformi agli
insegnamenti del Vaticano II e in comunione con la gerarchia ecclesiale,
Benedetto XVI - prosegue il Decreto – ha concesso loro il dono dell'Indulgenza plenaria,
ottenibile alle solite condizioni (Confessione sacramentale, Comunione
eucaristica e preghiera secondo le intenzioni dello stesso Sommo Pontefice),
purché – aggiunge il documento pontificio – gli stessi fedeli partecipino “con
l'animo totalmente distaccato dall'affetto verso qualunque peccato”, ad un
sacro rito in onore dell’Immacolata, o almeno offrano “un'aperta testimonianza
di devozione mariana davanti ad una immagine della Madonna Immacolata esposta
alla pubblica venerazione”, aggiungendo la recita del Padre Nostro e del Credo
e una qualche invocazione all'Immacolata.
Per coloro che non potessero
assolvere a queste condizioni per via di qualche infermità, sarà ugualmente
possibile - precisa ancora il Decreto – ottenere l’Indulgenza plenaria “in casa
propria” o altrove, “purché, con l'animo distaccato da ogni peccato e con il
proposito di compiere le suddette condizioni, appena sarà loro possibile, si
uniscano nello spirito e nel desiderio alle intenzioni del Sommo Pontefice in
preghiere alla Madonna Immacolata e recitino il Padre nostro e il Credo”. La
concessione dell’Indulgenza plenaria, conclude il Decreto, avrà valore solo per
il giorno 8 dicembre.
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IL CARDINALE SEPE, IN VISITA IN VIETNAM, HA
ORDINATO 57 NUOVI SACERDOTI
NELLA CATTEDRALE DI HANOI. GRANDE FESTA PER LA
COMUNITA’ LOCALE,
ALLA QUALE IL POROPRATO HA PORTATO IL SALUTO DEL
PAPA
Sacerdoti
“come altri Gesù”, che annunciano il Vangelo per condividerne la grande novità
con i molti che ancora non lo conoscono in Vietnam. E’ una delle esortazioni
rivolte dal cardinale Crescenzio Sepe – da ieri in visita pastorale nel Paese
asiatico – ai 57 nuovi sacerdoti del clero locale da lui ordinati oggi nella Cattedrale
di Hanoi. Tra gli altri impegni che scandiranno il soggiorno in Vietnam del
prefetto della Congregazione per l’Evangelizzaizone dei Popoli, spicca la celebrazione
del prossimo 5 dicembre, che segna la nascita della nuova diocesi di Bà Ria, e
la presa di possesso del primo vescovo, Thomas Nguyên Vãn Trâm. Il servizio di
Alessandro De Carolis:
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Ottanta milioni di abitanti, sei
milioni di cattolici. E’ una Chiesa ancora piccola quella che vive in Vietnam,
ma viva e in crescita. Un dinamismo apprezzato dal cardinale Sepe, che
nell’omelia della Messa di ordinazione dei 57 nuovi sacerdoti ha sottolineato
il valore della missionarietà. “Noi abbiamo il dovere di annunciare la Buona
Novella di Gesù”, ha affermato il porporato, che ha portato anche il saluto di
Benedetto XVI alle migliaia di pellegrini che affollavano la Cattedrale di
Hanoi. “Annunciare il Vangelo – ha proseguito – non vuol dire fare del proselitismo,
nel senso peggiore che spesso si attribuisce all’evangelizzazione, ma significa
condividere il bene e la verità che noi cristiani portiamo ai non cristiani”.
Il cardinale Sepe ha concluso
l’omelia invitando la comunità cristiana vietnamita a “incoraggiare le
vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa”, creando “un clima di fede e di preghiera”
che ne favorisca la nascita. Ed ha esortato anche alla santificazione della
famiglia, sulla base della “buona tradizione” locale. Da buone famiglie, ha
affermato il porporato, “nascono buoni cittadini per la società umana”.
Intanto,
nel clima di rinnovamento della Chiesa vietnamita, Benedetto XVI ha nominato
ausiliare della Diocesi di Bui Chu il 59.enne sacerdote salesiano Pierre Nguyen
Van De, originario della diocesi di Hué. Dopo l’ordinazione sacerdotale, nel
1973, il neo presule è stato, tra l’altro, maestro dei novizi per il suo
Istituto religioso e quindi superiore provinciale, oltre ad aver svolto il
ministero di parroco. Dal 200 è professore nel Seminario maggiore di Hanoi.
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ALTRE NOMINE
In
Germania il Santo Padre ha nominato vescovo di Hildesheim mons. Norbert Trelle,
finora vescovo tit. di Egnazia ed ausiliare di Colonia. Mons. Norbert Trelle è
nato il 5 settembre 1942 a Kassel, nella diocesi di Fulda. E’ stato ordinato sacerdote
il 2 febbraio 1968. E’ stato consacrato Vescovo il 1° maggio 1992 e da
quest’anno è stato responsabile del Distretto pastorale del sud
dell’arcidiocesi di Colonia e vicario episcopale per la pastorale dei cattolici
all’estero e dei "Sinti e Rom". A livello nazionale è membro della
Commissione episcopale per l’emigrazione e presidente del gruppo di lavoro
"Pastorale missionaria in ambienti secolari".
INTENSIFICARE
LA SOLIDITA’ DEL MATRIMONIO E DELLA FAMIGLIA PER PREVENIRE
LA
DIFFUSIONE DELL’AIDS: E’ L’ESORTAZIONE DEL CARDINALE LOZANO BARRAGAN,
PRESIDENTE
DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PASTORALE DELLA SALUTE,
NEL
MESSAGGIO PER LA GIORNATA MONDIALE CONTRO L’AIDS IL PROSSIMO 1 DICEMBRE
Per prevenire la pandemia
dell’AIDS in modo radicale è necessario “intensificare la solidità della
famiglia” e promuovere una “retta concezione e pratica sessuale”: è il richiamo
del cardinale Javier Lozano Barragán, presidente del Pontificio
Consiglio per la Pastorale della Salute, contenuto in un messaggio per la
Giornata Mondiale contro l’AIDS, che si celebra il prossimo 1 dicembre, promossa
dall’Agenzia dell’ONU per la lotta al terribile virus, intitolata quest’anno
“Fermiamo l’AIDS. Manteniamo la promessa”. Oggi, sono oltre 40 milioni le
persone nel mondo affette da HIV, mentre solo nel 2005 hanno contratto il virus
4,9 milioni di persone di cui 700 mila minori di 15 anni. Sul messaggio del
cardinale Barragán, il servizio di Alessandro Gisotti:
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La trasmissione sessuale, rileva
il cardinale Lozano Barragán, è ancora oggi la causa principale della
diffusione dell’AIDS. Un fenomeno favorito, si legge nel documento, “da una
specie di cultura pansessuale che svaluta la sessualità, riducendola ad un mero
piacere senza ulteriore significato”. Per questo, scrive il porporato, la
prevenzione radicale può venire da “una retta concezione e pratica sessuale”,
dove si capisca l’attività sessuale come “espressione totale e assoluta di
donazione feconda d’amore”. Questa totalità, prosegue il messaggio, “ci conduce
all’esclusività del suo esercizio nel matrimonio unico ed indissolubile”. Per
tale ragione, è il richiamo del cardinale Barragán, la prevenzione sicura sta
“nell’intensificare la solidità della famiglia”. Il capo dicastero vaticano
esorta dunque le “comunità cristiane affinché continuino a promuovere la
stabilità della famiglia e l’educazione dei figli alla retta comprensione
dell’attività sessuale, quale dono di Dio per la donazione amorevolmente piena
e feconda”.
D’altro canto, viene messo
l’accento sull’urgenza della promozione della salute quale “segno dell’amore
incondizionato a tutti, specialmente per i più poveri e deboli”. Il porporato ribadisce che “si deve assicurare la salute a tutti
gli abitanti della terra e si deve studiare affinché le risorse siano
utilizzate per ottenere la salute per tutti assicurando le cure” ancora “negate
a gran parte della popolazione mondiale”. Quindi, il cardinale Barragán
chiede alle industrie farmaceutiche di facilitare
l’accesso economico ai medicinali antiretrovirali per la cura dell’HIV. Ricorda
così il contributo che la Chiesa cattolica dà “sia nel prevenire che
nell’assistere i malati di AIDS e le loro famiglie”. Oggi, il 26,7 per cento
dei centri per la cura dell’HIV nel mondo sono cattolici. In prima linea su
questo fronte è la Fondazione Il Buon Samaritano, istituita da Giovanni
Paolo II nel settembre del 2004, che porta aiuto economico ai malati più
bisognosi e in particolare alle vittime dell’AIDS.
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A
MOSCA, L’INCONTRO TRA IL CARDINALE RENATO RAFFAELE MARTINO E
IL
METROPOLITA ORTODOSSO KIRILL. RINVIATO, PER MOTIVI DI SALUTE,
IL COLLOQUIO CON IL PATRIARCA ALESSIO II
- Con noi, Fulvio Scaglione -
Prosegue il viaggio in Russia
del cardinale Renato Raffaele Martino presidente del Pontificio Consiglio della
Giustizia e della Pace, che ieri ha presentato il Compendio della dottrina sociale della Chiesa a San Pietroburgo.
Stamani il porporato ha incontrato a Mosca il metropolita ortodosso Kirill. Un
colloquio dal profondo significato ecumenico. Non ci sarà, invece, l’incontro
inizialmente previsto con il Patriarca Alessio II come ci spiega Fulvio
Scaglione, vice direttore ed inviato di Famiglia Cristiana, raggiunto
telefonicamente a Mosca da Alessandro Gisotti:
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R. – L’annullamento
dell’incontro con il Patriarca è dovuto esclusivamente a ragioni di salute,
cioè alla salute precaria del Patriarca. Questo è quanto garantiscono allo
stesso Patriarcato di Mosca. Si è invece da poco concluso l’incontro del
cardinale Martino con il metropolita Kyrill, braccio destro del Patriarca, il
numero due della Chiesa ortodossa russa.
D. – Poche settimane fa, la
visita dell’arcivescovo Lajolo a Mosca, ora questa importante occasione con il
cardinale Martino. Si può dire che si respira un clima nuovo nei rapporti tra
la Santa Sede, tra la Chiesa cattolica, e il Patriarcato di Mosca?
R. – Penso che questo lo si
possa dire con relativa tranquillità e fiducia. Gli incontri che si sono
succeduti sono di alto livello, naturalmente, anche se ci sono tutte le
precauzioni e le forme della diplomazia di alto livello. Insomma, si capisce
che è in corso un certo disgelo. Io personalmente ho intervistato recentemente
Alessio II; la mia sensazione, che non è quella di un esegeta ufficiale del
Patriarca, evidentemente, ma quella di un giornalista che nel tempo un minimo
di esperienza di questo Paese, della Chiesa ortodossa russa l’ha messa insieme:
la mia sensazione è che nella Chiesa ortodossa, mentre difende i tradizionali
paletti che ha posto alla presenza cattolica e che sono sostanzialmente quelli
che lei chiama “l’intento missionario ed espansionistico” in Russia, e gli
Uniati in Ucraina, al di là di questi paletti che sono chiaramente una
postazione diplomatica, mi sembra che da parte degli ortodossi ci sia una
consistente aspettativa nei confronti di Papa Benedetto XVI. C’è una voglia,
anche se in qualche modo timida e nascosta, di voltar pagina.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima
pagina - Decreto: E' concessa ai fedeli l'indulgenza plenaria l'8 dicembre del
corrente anno, solennità dell'Immacolata Concezione della B. Vergine Maria,
quarantesimo anniversario da quando il Servo di Dio Paolo VI, Sommo Pontefice,
concluse il Concilio Vaticano II.
Servizio
vaticano - Istruzione della Congregazione per l'Educazione Cattolica circa i
criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali
in vista della loro ammissione al Seminario e agli Ordini sacri.
Asia:
la visita pastorale del cardinale Crescenzio Sepe; cinquantasette nuovi sacerdoti
per il Viet Nam segno di speranza, di amore e di gioia.
Servizio
estero - Iraq: il Pentagono conferma la possibilità di un ritiro graduale delle
truppe.
Servizio
culturale - Un articolo di Angelo Marchesi da titolo "Il fondamento di una
identità": l'indagine della filosofia sul rapporto uomo-donna.
Per
l'"Osservatore libri" un articolo di Danilo Veneruso dal titolo
"Chiesa e guerra. Dalla benedizione delle armi alla 'Pacem in terris'
": per il quarantesimo dell'Enciclica di Giovanni XXIII pubblicati gli
atti del Convegno promosso dal Centro ecumenico europeo per la pace e
dall'Istituto nazionale per la storia dei movimenti di liberazione in Italia.
Servizio
italiano . In primo piano il tema della giustizia.
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29
novembre 2005
SITUAZIONE DRAMMATICA NEI CAMPI PROFUGHI DEL NORD
UGANDA.
A RISCHIO MIGLIAIA DI PERSONE CHE NON RICEVONO GLI
AIUTI DA PARTE DELLE ONG, PERCHE’ NON ISCRITTI NELLE LISTE UMANITARIE
- Intervista con Giulio Albanese -
Dopo
18 anni di guerra civile, nel Nord Uganda resta drammatica la situazione,
soprattutto nei campi profughi, dove – per paura di attacchi da parte del
cosiddetto Esercito di liberazione del signore – continuano a vivere in condizioni
disumane oltre 1 milione e 400 mila
persone. Al microfono di Salvatore Sabatino, la testimonianza del missionario
comboniano Giulio Albanese, che ha visitato il campo di Awac, nei pressi di
Gulu.
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R. – La situazione è drammatica
perché la popolazione locale è costretta a vivere in questi campi profughi
disseminati nelle regioni settentrionali del Nord Uganda, soprattutto in
territorio Acholi. Diciamo che manca tutto:manca l’acqua, mancano le medicine,
ci sono problemi soprattutto per quanto riguarda la distribuzione del cibo, perché
purtroppo, nonostante la macchina degli aiuti messa a punto dalle agenzie
internazionali, la verità è che sono ancora poche le persone che possono essere
alimentate. E poi, ancora, c’è un’altra questione che è molto grave, che è
quella dell’insicurezza. La gente ha paura di tornare nei villaggi perché,
purtroppo, ci sono ancora razzie perpetrate da questi famigerati ribelli dell’Esercito
di liberazione del signore che creano una situazione di paura. Ed ecco che la
gente non se la sente assolutamente di tornare nei villaggi, nelle zone rurali,
e ogni attività lavorativa, soprattutto attività agricole, è praticamente paralizzata.
D. – Ma qual è attualmente la
situazione dal punto di vista sociale, in Nord Uganda?
R. – Non dimentichiamo che la
guerra nel Nord Uganda è esplosa alla fine degli anni Ottanta, e dal ’94 ad
oggi, vale a dire da quanto l’esercito di Khartoum decise di appoggiare i
ribelli di Koni, sono stati sequestrati oltre 25 mila bambini. Ora, il dato positivo
è che molti di questi bambini della guerriglia si stanno consegnando. In sostanza,
godono di questa legge di amnistia che è stata promulgata dal governo di
Kampala. Però, purtroppo - e questo è un altro aspetto inquietante - questi
bambini una volta che tornano a casa, rischiano di fare la fame, perché
naturalmente sono pochissimi quelli che hanno la disponibilità economica per
potere andare a scuola e questi bambini si trasformano poi, alla fine, in “street children”, in bambini di strada …
D. – Ritornando alla situazione
nei campi profughi, le organizzazioni non governative che cosa stanno facendo?
R. – Stanno cercando di
affrontare la situazione. Certamente, nella zona di Gulu ce ne sono tante, di
ONG: si parla di circa 200 organizzazioni non governative. Purtroppo, come
succede molte volte in queste situazioni, ci sono problemi di coordinamento,
purtroppo – ahimé! – c’è tanta gente nei campi che non mangia. Questa denuncia
l’ho registrata parlando con l’arcivescovo di Gulu, mons. Odama, il quale
diceva: “Bisogna fare qualcosa perché non è giusto lasciare questa gente in
questo inferno!”.
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DA QUESTA SERA LA NOSTRA EMITTENTE
TRASMETTERÀ IN DIRETTA
DALLA PALAZZINA LEONE XIII IN VATICANO I CONCERTI
DEI GIOVANI STUDENTI DEI CONSERVATORI ITALIANI
Stasera, alle ore 19.30
prenderanno il via i concerti trasmessi in diretta, dalla Sala Assunta della
Palazzina Leone XIII in Vaticano, modulazione di frequenza di 105 MHz della
nostra emittente. I concerti, patrocinati dal Ministero della Pubblica Istruzione,
mirano a valorizzare il talento di giovani concertisti prossimi alla
conclusione degli studi. Ce ne parla Marco Guadagnini, responsabile dei Programmi
musicali della Radio Vaticana.
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Che dire? Non è la prima volta e
certo non sarà l’ultima che un concerto viene trasmesso da questa gloriosa sala
di registrazione, posta alla sommità del Colle Vaticano nella Palazzina Leone
XIII, un luogo meravigliosamente circondato da splendidi giardini con
un’incantevole vista sulla Capitale. La gloriosa Sala Assunta, ha compiuto il
1° aprile scorso ben 54 anni. In questo mezzo secolo le voci di cantanti, di
solisti e di coristi, il suono dell’organo, del cembalo, dei pianoforti, il
suono delle piccole e grandi orchestre si è alternato alle voci di attori che lasciavano
magari il teatro per venire a recitare gratis nei primi sceneggiati radiofonici
della Radio Vaticana.
Con il suo curriculum, la Sala
Assunta porterebbe via troppo tempo a citare tutti i grandi artisti che vi
hanno messo piede. Ricordo organisti come Fernando Germani, violoncellisti come
Massimo Amphiteatroff, violisti come Dino Asciolla, direttori come Franco
Ferrara, il pianista Giorgio Favaretto, soprani come la Toti Dal Monte o la
Magda Olivero, bassi come Sesto Bruscantini, e
c’è addirittura un giovanissimo suonatore di tromba che incide, negli
anni ’60, delle colonne sonore: Ennio Morricone! Chissà che la Sala Assunta non
sia stata favorevole alla sua gloriosa carriera. Ma la Sala Assunta non vive
solo di glorie del passato: mi preme ricordare la recente maratona
concertistica della crema del jazz italiano, organizzata tra il 1992 e il 1995,
con la preziosa collaborazione del compianto Roberto Franchina, che ha visto
alternarsi ben 200 musicisti in una serie di 70 concerti dal vivo, concerti
ritrasmessi, grazie all’Unione Europea di Radiodif-fusione, in oltre 40 Paesi di tutto il mondo.
Con il Giubileo, la Sala Assunta
ha avuto uno “stop” perché la Palazzina Leone XIII ha avuto bisogno di lavori di
consolidamento, però la Direzione Tecnica ha approfittato della cosa per donare
alla Sala Assunta un nuovo volto e soprattutto per modernizzare, aggiornare e
rendere al passo con i tempi le apparecchiature tecniche, soprattutto per
quanto riguarda la tecnologia di recording
e di editing.
Ed è proprio in questa volontà
di rinnovamento e di rilancio che nasce un accordo di collaborazione tra Radio
Vaticana e il Dipartimento per l’Alta Formazione Artistica, Musicale e
Coreutica del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
(MIUR), per valorizzare giovani diplomandi nei Conservatori e Scuole di Musica
in Italia, tramite la radiodiffusione – appunto – in diretta di esibizioni di
elementi scelti dalle Direzioni dei Conservatori e degli Istituti Musicali, che
aderiscono all’iniziativa. Quindi ci saranno sette concerti periodici fra la
fine di questo 2005 e il 2006, verranno trasmessi a cadenza mensile; la prima
diretta avrà luogo oggi, 29 novembre, alle 19.30, sarà trasmessa dalla nostra
emittente, sulla frequenza di 105 MHz e on line.
Parteciperanno giovani e
brillanti diplomandi presso il Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli (BA) con
un programma comprendente musiche di Britten, Dowland, Liszt, Piazzola,
Salzedo, Schumann e Stout.
La prima artista ad esibirsi
merita un cenno perché è una giovanissima pianista pugliese, Beatrice Rana, di
soli 12 anni, già vincitrice di numerosi premi, che fa un po’ da mascotte ad
un’iniziativa così importante per i giovani che si impegnando nel difficile cammino
della musica colta. Posso anche anticiparvi che tra pochi giorni, il 6 dicembre
prossimo, avremo il secondo concerto in diretta con giovani e brillanti diplomandi
del conservatorio “Guido Cantelli” di Novara, e lì avremo addirittura, come
‘primo piatto’, un ottetto di chitarre.
Quindi Sud e Nord aprono
idealmente questo percorso che ci auguriamo proficuo per un settore
cronicamente depresso come quello dei giovani concertisti in Italia.
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29
novembre 2005
LA VITA UMANA VIENE PRIMA DI TUTTO. E’ QUANTO
RIBADISCE
LA
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
NEL MESSAGGIO PER LA GIORNATA DELLA VITA
ROMA.
= “La vita umana viene prima di tutte
le istituzioni: lo Stato, le maggioranze, le strutture sociali e politiche;
precede anche la scienza con le sue acquisizioni”. E’ quanto afferma il
messaggio della CEI per la Giornata della Vita, che si celebrerà il prossimo 5
febbraio 2006. La persona - si legge nel documento - realizza se stessa quando
riconosce la dignità della vita e le resta fedele, come valore primario
rispetto a tutti i beni dell’esistenza. Nel messaggio si sottolinea poi come in
Italia, oltre alla mancanza di politiche organiche a sostegno della natalità,
resti grave il problema della soppressione diretta di vite innocenti tramite l’aborto a cui, a volte,
si ricorre con leggerezza. L’uomo – ricorda la CEI – riceve il bene della vita,
non lo inventa e lo accoglie come un dono da custodire e da far crescere. I
vescovi lanciano quindi un accorato appello per “una cultura della vita e non
della morte” rivolgendosi, in particolare, ai giovani. L’uso pervasivo delle droghe,
le ubriacature, le sfide in auto ed altri comportamenti contrari alla vita –
concludono i presuli - non sono semplicemente gesti di sprezzo della morte, ma
sono un segno dello scarso amore per se stessi e per gli altri. (A.L.)
UNA NOTA DELLA CONFERENZA
EPISCOPALE ITALIANA SCONSIGLIA
I MATRIMONI TRA CATTOLICI E MUSULMANI
ROMA. = Un invito alla
“prudenza” nel trattare casi di matrimoni misti tra cattolici e musulmani
arriva oggi dal presidente dei vescovi italiani, il cardinale Camillo Ruini. Lo
rende noto l’agenzia Sir. “Le implicanze esistenziali ed ecclesiali di questa
problematica suggeriscono prudenza e fermezza e richiedono una riaffermata
consapevolezza dell’identità cristiana e della visione cattolica sul matrimonio
e la famiglia, anche in ragione delle conseguenze che ne derivano sul piano
religioso, sociale e del dialogo interreligioso”. E’ quanto si legge nella
introduzione curata dal porporato della nota “I matrimoni tra cattolici e musulmani
in Italia. Indicazioni della presidenza della Conferenza episcopale italiana”,
presentata oggi a Roma. “Le coppie miste di cattolici e musulmani che intendono
oggi formare una famiglia – afferma la nota -
alle difficoltà che incontra una qualsiasi altra coppia devono
aggiungere quelle connesse con le profonde diversità culturali e religiose”.
“L’esperienza maturata negli anni recenti – prosegue la nota – induce in linea
generale a sconsigliare o comunque a non incoraggiare questi matrimoni”. La
nota elenca tutta una serie di difficoltà: la “fragilità intrinseca di tali
unioni, i delicati problemi concernenti l’esercizio adulto e responsabile della
propria fede cattolica da parte del coniuge battezzato e l’educazione religiosa
dei figli, nonché la diversa concezione dell’istituto matrimoniale, dei diritti
e doveri reciproci dei coniugi, della patria potestà e degli aspetti patrimoniali
ed ereditari, la differente visione del ruolo della donna, le interferenze
dell’ambiente familiare d’origine”. Sono tutti elementi – conclude la nota –
che costituiscono elementi che non possono essere sottovalutati né tanto meno
ignorati e che non potrebbero suscitare gravi crisi di coppia, sino a condurla a
fratture irreparabili”.
NELL’ODIERNA GIORNATA
INTERNAZIONALE DI SOLIDARIETÀ CON IL POPOLO
PALESTINESE, KOFI ANNAN CHIEDE A ISRAELIANI E
PALESTINESI
IL RISPETTO DELLA ROAD MAP
- A cura di Amedeo Lomonaco -
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NEW YORK. = In occasione
dell’odierna Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese,
il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, sottolinea come
l’adempimento degli obblighi prescritti dalla Road Map, il piano promosso
da ONU, Russia, Stati Uniti e Unione Europea, rappresenti la via da percorrere
in vista dell’obiettivo di una Palestina sovrana che viva al fianco di Israele.
L’auspicata prospettiva di una stabile ed effettiva pace in Medio Oriente - sostiene
Annan - accomuna palestinesi ed israeliani. I palestinesi – osserva infatti il
segretario generale dell’ONU - devono ancora assistere alla creazione del loro
Stato e gli israeliani non sono ancora sicuri all’interno del loro Paese. Il
cammino verso l’autonomia e la sicurezza può comunque procedere, grazie alla
realizzazione di piani cruciali per il processo di pace. Dopo l’accordo di due
settimane fa sull’apertura del valico di Rafah – spiega Annan – si è presentata
una nuova effettiva opportunità di cooperazione in grado di portare benefici
tangibili alla gente comune, in particolare ai palestinesi. Ma il progetto di
uno Stato palestinese – aggiunge – non deve essere minato da piani
espansionistici e dalla costruzione di barriere. La via da seguire – avverte
Annan – è quella democratica. “Sia i palestinesi, sia gli israeliani - si legge
infatti nel suo messaggio - si recheranno presto alle urne e queste elezioni
avranno un peso sul futuro del processo di pace”.
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L’UNIONE EUROPEA DEVE ASTENERSI DA DECISIONI SU
PROGRAMMI DI RICERCA
CHE INCLUDANO LA DISTRUZIONE DI EMBRIONI UMANI. E’
QUANTO DICHIARANO
AUSTRIA, GERMANIA, ITALIA, MALTA, POLONIA E
SLOVACCHIA RIBADENDO
IL LORO
“NO” AD EVENTUALI FINANZIAMENTI DELL’UNIONE DI RICERCHE CON EMBRIONI
BRUXELLES. = Non possiamo essere
d’accordo con eventuali finanziamenti dell’Unione Europea a progetti di ricerca
che prevedano la distruzione di embrioni umani. E’ quanto dichiarano, in un
comunicato congiunto, i governi di Austria, Germania, Italia, Malta, Polonia e
Slovacchia. Le delegazioni dei sei Paesi invitano la Commissione Europea a non
assegnare fondi a questo genere di ricerche perché sono lesive della vita umana
e contrarie ai principi etici fondamentali. Nella dichiarazione si sottolinea,
inoltre, che l’approccio previsto nel programma quadro 2007-2013 di ricerca
scientifica e tecnologica dell’UE “non prende in sufficiente considerazione il
potenziale terapeutico delle cellule staminali adulte”. “L’Italia – ha
affermato il ministro italiano all’Istruzione e alla Ricerca, Letizia Moratti –
è favorevole alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, purché non ci sia
una ulteriore distruzione di embrioni”. Le decisioni di appoggiare o meno la
ricerca con embrioni – ha aggiunto - devono essere lasciate ai singoli Stati membri.
La possibilità di condurre ricerche con embrioni umani sarebbe comunque esclusa
nei Paesi in cui sono vietate dalla legge. Una decisione definitiva per stanziare,
in sette anni, 68 miliardi di euro potrà essere presa solo quando sarà stato
definito, in accordo con l’Europarlamento, il tetto della spesa comunitaria
2007-2013. (A.L.)
PRIMO BANCO
DI PROVA PER IL PROTOCOLLO DI KYOTO SULLA DIMINUZIONE
DELLE EMISSIONI DEI GAS SERRA,
APPROVATO IN VIA DEFINITIVA LO SCORSO
16 FEBBRAIO. SI TRATTA DELL'UNDICESIMA
CONFERENZA DELLE PARTI
CHE ADERISCONO ALLA CONVENZIONE QUADRO
SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI,
IN CORSO A MONTREAL
- A cura di Elena Molinari -
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MONTREAL. = L’obiettivo del
vertice di Montreal è ambizioso: approvare un nuovo accordo sulla riduzione dei
gas che stanno trasformando il clima del pianeta e convincere i maggiori
inquinatori della Terra che respinsero Kyoto a ratificarlo. Gli scienziati
confluiti a Montreal per 12 giorni di dibattiti sui cambiamenti climatici in
atto hanno stabilito che un accordo post Kyoto, che non include gli Stati Uniti
e le due potenze economiche emergenti di Cina e India, non sarebbe in grado di
invertire il trend dell’effetto serra. Ma sin d’ora la posizione di
Washington appare intransigente, tesa a chiedere riduzioni volontarie invece di
un accordo vincolante come Kyoto, dal quale gli USA si ritirarono nel 2001.
Eppure, i dati sul clima che emergono dalla conferenza sono inquietanti.
Secondo la Royal Society britannica,
i cambiamenti climatici provocati dall’effetto serra sono un pericolo di
dimensioni apocalittiche e l’Agenzia europea per l’ambiente ha fatto sapere che
nel solo 2003 i ghiacciai europei hanno perso il 10 per cento del loro volume.
Si tratta del cambiamento più drastico degli ultimi 5 mila anni.
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IN GHANA, ASSEMBLEA PLENARIA DEI VESCOVI
INCENTRATA SU CORRUZIONE,
FRENO PER LO SVILUPPO E ISTRUZIONE, SPERANZA PER
IL FUTURO
ACCRA. = In un comunicato
diffuso al termine della loro assemblea plenaria, svoltasi nei giorni scorsi ad
Agona, nella diocesi di Konongo-Mampong, i vescovi del Ghana denunciano con
forza la corruzione dilagante e il clima di crescente violenza nel Paese.
“Nessun ghanese che deve rendere un servizio per il quale è già pagato sembra
soddisfatto oggi se non chiede un ulteriore compenso illegale. Questa
ingordigia, egoismo e arroganza ci spaventano”, affermano i presuli, rilevando
come tale malcostume denoti quella stessa anarchia diffusa all’origine della
crescente violenza nel Paese. Altra grande preoccupazione dell’episcopato è il
futuro dell’educazione in Ghana e la libertà di scelta delle famiglie. I
presuli rivendicano “il diritto dei cristiani di ricevere un’educazione
cristiana, così come i musulmani hanno diritto a un’educazione islamica e altri
all’educazione che vogliono”. Ad inquietarli è, in particolare, il nuovo
sistema informatizzazione delle iscrizioni alle scuole secondarie (SSS)
progettato dal governo. Per i vescovi si tratta di un sistema “disumanizzante”
e “non etico”, perché consentirebbe un controllo governativo sulle ammissioni in
tutte le scuole anche confessionali. Una limitazione inaccettabile alla libertà
delle famiglie di scegliere l’educazione che preferiscono per i loro figli.
(L.Z.)
RINNOVATA ALLA COMPAGNIA DI GESÙ, PER ALTRI 60 ANNI, LA CONCESSIONE
DEL SANTUARIO
DI LOYOLA. INTANTO, CON L’ILLUSTRAZIONE DEI PRINCIPI IGNAZIANI E DELLE ATTIVITÀ
DELLA COMPAGNIA, SI È APERTA DOMENICA SCORSA A LOYOLA
LA CONFERENZA
DEI PROVINCIALI D’EUROPA
LOJOLA. = In Spagna, il padre generale della
Compagnia di Gesù, Hans Peter Kolvenbach, ha incontrato a San Sebastian il
parlamentare Jorge Joan Gonzalez de Txabarri per ringraziarlo per la
concessione alla Compagnia di Gesù, per altri 60 anni, del Santuario di Loyola.
Intanto, è iniziata, domenica scorsa a Loyola la Conferenza dei provinciali
d’Europa della Compagnia di Gesù, che si concluderà il prossimo 3 dicembre. La
sessione inaugurale è stata caratterizzata dal discorso del preposito generale,
Hans Peter Kolvenbach. Due le parti illustrate. La prima per ribadire i
principi ignaziani che devono regolare l’attività apostolica della Compagnia
mentre, nella seconda parte, padre Kolvenbach ha offerto un excursus su alcune
delle attuali attività nelle quali sono impegnati i Gesuiti. Il principio di
base dell’attività apostolica della Compagnia, ha rilevato il preposito
generale, “si fonda sul desiderio di aiutare uomini e donne ad ottenere da Dio
il compimento del loro fine ultimo. Ma per far sì che ciò avvenga, Ignazio ci
ricorda che lo strumento umano deve essere unito a Dio”. Il preposito generale
ha concluso riconoscendo che la “nostra rete apostolica continua ad essere
impressionante e produttiva. Tuttavia, non si possono chiudere gli occhi
davanti alla fragilità che accompagna questa ricchezza: una fragilità che può aumentare
nel futuro”. (A.M.)
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29
novembre 2005
- A cura di Fausta Speranza -
Sono state rilasciate tre donne del gruppo di sei iraniani
e due iracheni che sono stati rapiti ieri da sconosciuti armati a nord di
Baghdad. A sud della capitale, invece, sarebbe stato ucciso uno dei leader
dell'Esercito del Mahdi, la milizia del movimento del leader sciita radicale
Moqtada Sadr. Lo dichiara un portavoce del movimento sadrista ma da parte dei
comandi militari americani non c’è conferma.
Intanto, la Casa Bianca è impegnata a studiare una
‘strategia d’uscita’. Ieri, Lawrence DiRita, portavoce del Pentagono, ha
confermato che il contingente americano sarà ridimensionato, come già previsto,
dopo le elezioni politiche del 15 dicembre. Il contingente era stato portato da
138mila a quasi 160 mila uomini per tutto il periodo dal referendum sulla
Costituzione, avvenuto il 15 ottobre, fino al voto fissato al 15 dicembre.
Forze israeliane hanno scambiato colpi d’arma da fuoco con
uomini della polizia palestinese durante un raid a Betlemme. Un poliziotto
palestinese è rimasto ferito. Scontri di questo tipo in passato sono accaduti
spesso ma non ce n’erano stati di recente.
Restando in Medio Oriente, sul fronte palestinese, il
presidente Abu Mazen, dopo aver rinviato ieri le primarie del partito Fatah
nella Striscia di Gaza in seguito all’irruzione di militanti armati in alcuni
seggi e a denunce di brogli, ha disposto la sospensione integrale della
votazione. La consultazione era stata indetta per scegliere i candidati delle
legislative del prossimo 25 gennaio.
Guardando invece alle questioni politiche interne a
Israele, il leader laburista Amir Peretz è impegnato ad impedire nuove
defezioni dal suo partito dopo che due
ex ministri (Haim Ramon e Dalia Yitzik) sono passati nella nuova lista di Ariel Sharon, che si chiama Kadima, mentre
non si è ancora pronunciato ufficialmente Shimon Peres ma sembra ormai scontato
il suo appoggio. Ascoltiamo, al microfono di Giancarlo La Vella il
commento di Antonio Ferrari, inviato speciale del Corriere della Sera ed
esperto di questioni mediorientali:
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R. – E’ una decisione in una qualche misura sorprendente,
anche perché questo è un personaggio che dalla posizione di leader laburista ha
fatto la storia di Israele negli ultimi decenni. Ora, Peres può portare a
Sharon un contributo importante ed anche può contenerne certe pulsioni
bilanciandolo a sinistra.
D. – Quale potrà essere il ruolo di Peres, soprattutto per
quanto riguarda la politica internazionale ed il tema di sempre, cioè i
rapporti con i palestinesi?
R. – Si può dire che con un Sharon meno condizionato, il
ruolo di Peres potrebbe essere quello o di ministro degli Esteri, o comunque di
rappresentante di questo partito per rilanciare in tutte le sedi possibili la
road-map, cioè il piano che dovrebbe portare, alla fine, a due Stati, due
popoli, due democrazie che vivano l’una accanto all’altra in pace e in sicurezza.
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In un
campo profughi palestinese nel nord del Libano una faida familiare è stata
all’origine della sparatoria che ha provocato l’uccisione di tre persone e un
numero imprecisato di feriti. Lo riferisce la Tv libanese “Future”. Si tratta
del campo profughi di Beddawi, vicino al centro portuale di Tripoli, 70 km a
nord di Beirut, che costituisce uno dei 12 centri in Libano, ospitanti circa
360.000 rifugiati.
Iniziative di protesta di studenti negli ultimi giorni in
alcuni atenei iraniani, in particolare nell'Università di Teheran, dove giovani
che manifestavano contro la nomina di un ayatollah a nuovo rettore si sono
scontrati con le forze di sicurezza. Centinaia di studenti hanno protestato
contro la nomina del religioso, decisa direttamente dal ministro dell'Istruzione
superiore, Mohammd Mehdi Zehdi, e non da una votazione del consiglio dei docenti.
Gli studenti hanno scandito gli slogan “dimissioni, dimissioni” e “uno studente
muore, ma non accetta umiliazioni”. Iniziative di protesta anche nel
politecnico Amir Kabir e nella facoltà di
Economia dell'Università Allameh Tabatabai di Teheran, dopo la cancellazione
di un seminario sui ‘Diritti dei lavoratori’. Infine, nell'Università di Babol,
nel nord dell'Iran, studenti delle facoltà tecniche hanno protestato affermando
di “non accettare la tendenza alla sospensione delle attività” delle loro
associazioni.
Notizie positive su una possibile ripresa dell’economia
mondiale che interesserà anche l’Europa. Il nostro servizio:
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A pronunciarsi è l’OCSE nel suo Economic Outlook, in cui
fa il punto sulla situazione e le prospettive dei Paesi industrializzati.
L’aggettivo che apre alla speranza è “plausibile”: così infatti viene definita
la possibilità di una ''prolungata fase
di espansione'' dell'economia mondiale. Altro attributo fondamentale è quel
“prolungata” e poi c’è la definizione di ''convalescente'' per l’Europa che
aiuta a dire che finalmente la ripresa interesserà anche il Vecchio Continente.
Al tempo stesso, l’OCSE mette in guardia da potenziali rischi che potrebbero condizionare lo scenario
positivo. Fra questi, il rialzo del prezzo del petrolio, il peggioramento degli
squilibri delle bilance correnti, riallineamenti bruschi nei tassi di cambio ed una crescita dei tassi d'interesse
a lungo periodo. Ma guardiamo ai numeri che dovrebbero fotografare la ripresa:
l’incremento del prodotto lordo dovrebbe attestarsi rispettivamente su +2,7% e
+2,9%, cioè lo 0,1% in più rispetto
alle previsioni precedenti. C’è poi un capitolo che riguarda l’Italia, e che si
apre con un avvertimento: “la rapida crescita del debito e il rischio di
deterioramento dei conti pubblici superiore al previsto potrebbero provocare
una reazione dei mercati con l’innalzamento degli oneri del servizio del
debito”. I rischi, in sostanza, sono nell’aumento degli interessi collegato
all’aumento di debito pubblico e deficit. Che fanno la particolarità
italiana.
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Nuove misure del governo in fatto di immigrazione sono
state annunciate dal primo ministro Dominique de Villepin. Raddoppia a quattro
anni il termine dal quale uno straniero che ha sposato un francese può chiedere
la cittadinanza; raddoppia e passa a due anni il tempo minimo perché uno straniero
residente in Francia possa chiedere la ricongiunzione della famiglia. Il primo
ministro ha anche sottolineato la necessità di rispettare la legge che
proibisce la poligamia mentre cambieranno anche i criteri di ammissione degli
stranieri che chiedono di poter studiare nel Paese favorendo l’ingresso di
giovani da ‘alto potenziale’ intellettuale. Intanto, una decina di presunti
integralisti islamici estremisti è stata fermata nel quadro di un'inchiesta
preliminare che riguarda in particolare movimenti di fondi sospetti.
Nella città di Sirba, nel Darfur occidentale, gruppi
ribelli del Movimento nazionale per le riforme e lo sviluppo (NMRD) hanno
attaccato una stazione di polizia. L’incursione è stata confermata dalle forze
dell’ordine sudanesi, senza ulteriori dettagli. All’origine dell’attacco, che
secondo i ribelli avrebbe causato la morte di 37 uomini, vi è l’esclusione dei
rappresentanti dell’organizzazione ai colloqui di pace per il disastrato Stato
sudanese, che si tengono oggi ad Abuja, la capitale della Nigeria, sotto
l’egida dell’Unione Africana.
Il Canada è precipitato, in serata, in una crisi di governo innescata da un voto di sfiducia nei confronti dell'esecutivo, un monocolore
liberale, guidato dal primo ministro
Paul Martin. Si prospettano elezioni anticipate il 23 gennaio prossimo. La
mozione di sfiducia contro il governo di minoranza è stata approvata dalla
Camera dei Comuni di Ottawa con 171 sì e 133 no. I tre partiti d'opposizione
sono stati compatti nel voto, sostenendo che il Partito liberale non ha più l'autorità
morale per governare il Paese, dopo lo scandalo di corruzione che investe il
precedente esecutivo presieduto da Jean Chretien. Il 23 gennaio, data insolita
per il Canada, Paese dagli inverni freddissimi, si rinnoveranno tutti i 308
seggi della Camera canadese. Fino ad allora, il premier Martin resterà in carica.
I presunti attacchi suicidi avvenuti oggi in due città del
Bangladesh hanno causato la morte di 8 persone e il ferimento di altre 65. Una
prima esplosione si è avuta presso il palazzo del tribunale di Chittagong, la
grande città portuale del sud del Paese. La seconda ha invece avuto luogo nel
complesso giudiziario di Gazipur, a 30 km dalla capitale Dacca. Attentati di
questo genere, contro edifici dell’amministrazione e della giustizia, hanno
colpito il Paese già in agosto e in ottobre, provocando 7 morti, tra i quali 2
giudici, e un centinaio di feriti. Gruppi estremisti islamici, intenzionati ad
imporre la legge coranica nello Stato bengalese, ne sarebbero gli autori.
La tempesta tropicale che ha colpito nella notte
l’arcipelago delle Canarie, nell’Oceano Atlantico, ha causato almeno 7 morti e
ingenti danni materiali. Fra le persone rimaste uccise, figurano 6 immigrati
africani clandestini, annegati la notte di lunedì a circa 400 km a sud delle
isole. Una dozzina di uomini che si trovavano sulla stessa imbarcazione risultano
al momento dispersi. Il vento ha soffiato a più di 100 Km orari, accompagnato
da forti precipitazioni. Secondo le autorità locali, si tratta di un fenomeno
climatico assolutamente inconsueto per le Canarie.
In Arkansas è stata eseguita nella notte la condanna a
morte di un uomo, Eric Nance, che nel 1993 uccise una ragazza di 18 anni. Il
giudice associato della Corte Suprema statunitense, Clarence Thomas, ha
disposto l’esecuzione con iniezione letale, dopo che era stata rinviata per tre
volte consecutive su richiesta della difesa, che sosteneva l’infermità psichica
dell’uomo. Con la morte di Nance, gli Stati Uniti si apprestano a raggiungere il
traguardo della millesima esecuzione, da quando nel 1976 venne reintrodotta la
pena capitale.
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