RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 85 - Testo della trasmissione di sabato 26 marzo 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:                                                                             

Oggi, Sabato Santo, la Chiesa si appresta a celebrare la Pasqua di Risurrezione. Questa sera in San Pietro alle 20.00 il cardinale Ratzinger presiede la Veglia Pasquale. Domani mattina alle 10.00 il cardinale Sodano presiede la Messa del giorno di Pasqua. Alle 12.00 sarà letto il messaggio pasquale del Papa a cui seguirà la benedizione “Urbi et Orbi”: intervista con padre Raniero Cantalamessa

 

Ieri la tradizionale Via Crucis al Colosseo con le meditazioni del cardinale Ratzinger, seguita da Giovanni Paolo II in collegamento video dalla cappella del Palazzo Apostolico: il Papa nel suo messaggio invoca la Croce, unica speranza per la pace nel mondo

 

Ieri pomeriggio nella Basilica Vaticana la celebrazione della Passione del Signore

 

Il Papa invia la propria benedizione al principe Ranieri, ricoverato a Montecarlo per una grave infezione polmonare

 

IN PRIMO PIANO:

In questa vigilia di Pasqua, i fedeli di tutto il mondo pregano per la pace: le testimonianze dell’arcivescovo iracheno Louis Sako, il missionario comboniano in Sudan padre Fernando Colombo, il nunzio nello Sri Lanka, Mario Zenari

 

Il Vangelo di domani: il commento di padre Marko Ivan Rupnik

 

CHIESA E SOCIETA’:

Estremo tentativo per salvare la vita a Terri Schiavo. I genitori hanno presentato ieri l’ennesimo ricorso per far riprendere l’alimentazione e l’idratazione artificiali della figlia

 

La Chiesa in Paraguay vuole tracciare nuove linee di azione pastorale per rispondere alle reali necessità dei fedeli

 

Le speranze di pace a Jolo nelle Filippine si allontanano e la gente teme per il proprio futuro: la denuncia dei missionari oblati

 

Oltre un milione di bambini in Kenya non ha ancora accesso all’istruzione

 

Si è rinnovata anche quest’anno la tradizionale celebrazione del Sabato Santo nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore

 

E’ salito a 118 morti il bilancio delle vittime della terribile epidemia che ha colpito l’Angola

 

24 ORE NEL MONDO:

 In Kirghizistan le elezioni si terranno il prossimo 26 giugno. Ma la situazione resta tesa: due persone sono morte, nella notte, in seguito a nuovi scontri.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

26 marzo 2005

 

 

OGGI, SABATO SANTO,LA CHIESA SI APPRESTA A CELEBRARE LA PASQUA

DI RISURREZIONE. QUESTA SERA IN SAN PIETRO ALLE 20.00 IL CARDINALE RATZINGER PRESIEDE LA VEGLIA PASQUALE. DOMANI MATTINA

ALLE 10.00 IL CARDINALE SODANO

PRESIEDE LA MESSA DEL GIORNO DI PASQUA.

ALLE 12.00 SARA’ LETTO IL MESSAGGIO PASQUALE DEL PAPA

A CUI SEGUIRA’ LA BENEDIZIONE “URBI ET ORBI”

- Intervista con padre Raniero Cantalamessa -

 

Oggi, Sabato Santo, tutta la Chiesa si appresta a celebrare la Pasqua di Risurrezione. Questa sera il cardinale Joseph Ratzinger, decano del Collegio cardinalizio, presiederà nella Basilica di San Pietro a partire dalle 20.00 la Veglia Pasquale, “madre di tutte le veglie”. Domani mattina alle 10.30 sarà il cardinale segretario di Stato Angelo Sodano a presiedere sul sagrato della Basilica Vaticana la Messa del Giorno di Pasqua. Alle 12 sarà letto il messaggio pasquale del Papa a cui seguirà la Benedizione “Urbi et Orbi”. Tutti questi eventi saranno seguiti in radiocronaca diretta dalla Radio Vaticana con commenti nelle varie lingue. Per la Benedizione “Urbi et Orbi”  si collegheranno con Piazza San Pietro 104 Televisioni di tutto il mondo: l’anno scorso le TV collegate erano 86.

 

Il Sabato Santo è definito un giorno aliturgico, privo cioè di celebrazioni: si aspetta la Risurrezione del Signore con la Veglia Pasquale. Una sola figura emerge in questo Sabato Santo: la figura di Maria che aspetta, Lei prefigurazione della Chiesa intera, la Risurrezione del Figlio. Ascoltiamo il commento di padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, al microfono di Giovanni Peduto:

 

**********

R. – Nel Sabato Santo, potremmo dire, umanamente non succede nulla. La tomba è sigillata, c’è intorno il silenzio; questo è il giorno del grande silenzio – dicevano i Padri della Chiesa:  però simbolicamente è il riposo di Dio al settimo giorno. Siccome la Redenzione è vista nella Bibbia dai Padri come la nuova Creazione, ecco che si ripete: Dio si riposò al settimo giorno dal suo lavoro. Anche Cristo nella nuova Creazione si riposa nella tomba il settimo giorno. Un giorno di silenzio, forse oggi esistenzialmente la lezione più grande di questo giorno è proprio la riflessione, il silenzio, sulla morte e sul senso della violenza, del dolore di Cristo e però è anche il giorno della speranza per i cristiani.

 

D. – Cosa vuol dire che Gesù dopo la morte è disceso agli inferi? Cosa sono gli inferi?

 

R. – Gli inferi sono il mondo dei trapassati, però non nello stesso senso di oggi, l’inferno irrevocabile. Prima di Cristo gl’inferi sono uno stato dove ci sono anche i giusti dell’Antico Testamento che sono in attesa della piena Redenzione – questo è messo molto bene in evidenza nell’icona orientale della Risurrezione che ci fa vedere Cristo che scende agli inferi e con un braccio potente tira fuori Adamo ed Eva e dietro di loro i giusti dell’Antico Testamento. Giustamente von Balthasar dice che gli inferi non sono più gli stessi dopo Cristo e Dante Alighieri forse ha sbagliato a non tenerne conto perché lui ci descrive l’inferno come era prima di Cristo. Mentre la venuta di Cristo ha cambiato l’inferno, non è più quello che era prima.

 

D. – Il Sabato Santo i cristiani aspettano la celebrazione della Veglia Pasquale. Ne vuole mettere in risalto l’importanza ...

 

R. – Credo che non si potrà mai abbastanza dire l’importanza di questa Veglia perché in essa è concentrato tutto. Specialmente nei primi secoli della Chiesa quando non esistevano altre feste, non esisteva neanche il Natale, quello era il momento in cui si commemorava tutta la storia della salvezza, dalla Creazione fino alla venuta di Cristo. Infatti la Veglia Pasquale comincia con la lettura di Genesi 1, il racconto della Creazione, proprio per dire che siamo davanti ad una ricapitolazione di tutto. Certamente il cuore della Veglia Pasquale è la Risurrezione di Cristo che si celebra con l’Eucaristia. Agostino la chiama la madre di tutte le veglie, la fonte della gioia cristiana. Peccato che nella tradizione, soprattutto da noi occidentali, l’importanza della Veglia sia stata spesso offuscata in passato. Oggi ci sono realtà cristiane che la riscoprono, anche nelle parrocchie dove viene vissuta con grande intensità la Veglia Pasquale.

**********            

 

 

IERI LA TRADIZIONALE VIA CRUCIS AL COLOSSEO CON LE MEDITAZIONI

DEL CARDINALE RATZINGER, SEGUITA DA GIOVANNI PAOLO II IN COLLEGAMENTO VIDEO DALLA CAPPELLA DEL PALAZZO APOSTOLICO: IL PAPA NEL SUO MESSAGGIO

INVOCA LA CROCE, UNICA SPERANZA PER LA PACE NEL MONDO

 

“In questo giorno memoriale del Cristo crocifisso guardo e adoro con voi la Croce e ripeto le parole della liturgia: Ave, o Croce, unica speranza, donaci pazienza e coraggio e ottieni al mondo la pace!”. Così ha scritto il Papa nel messaggio pronunciato dal cardinale vicario di Roma, Camillo Ruini ieri sera, all’inizio del tradizionale rito della Via Crucis al Colosseo. Il Pontefice, convalescente, ha seguito l’evento in collegamento televisivo dalla cappella del suo appartamento, apparendo su due maxischermi montati in prossimità dell’Anfiteatro Flavio. 54 le emittenti televisive di 39 Paesi collegate in mondovisione con Roma. A portare la Croce, oltre al cardinale Ruini nelle prime due stazioni e nell’ultima, anche religiosi e laici di Asia, Africa e Europa. Le meditazioni e le preghiere sono state composte dal cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che si è ispirato al versetto giovanneo del “chicco di grano”. Il servizio di Gabriella Ceraso:

 

**********

(canto)

 

E’ la prima volta dopo 26 anni, che il Papa manca fisicamente al Colosseo per il rito della Via Crucis, eppure la sua presenza si avverte più viva che mai. Sui maxischermi appare di frequente, seduto nella Cappella privata con indosso una stola rossa sulla veste bianca, attento a seguire il rito attraverso la televisione. Non rinuncia, il Papa, a stringere tra le mani la Croce durante l’ultima stazione, come fa il cardinale Camillo Ruini sul Palatino, e con la croce si unisce alla benedizione finale pronunciata dal porporato. Un lungo applauso segue il gesto carico di emozione. Toccano anche le parole inviate dal Papa a migliaia di fedeli, riuniti nella tiepida notte al Colosseo, che ascoltano e ancora applaudono. “Sono con voi spritualmente”, scrive il Papa; “adoriamo il mistero della Croce, fonte di nuova speranza per l’umanità”.

 

“L’adorazione della Croce ci rimanda ad un impegno al quale non possiamo sottrarci: la missione che San Paolo esprimeva con le parole: ‘Completo quello che manca nella mia carne ai patimenti di Cristo, a favore del Suo Corpo che è la Chiesa”.

 

Si unisce in preghiera a tutti i sofferenti, il Papa; quindi offre il suo dolore per il compimento del disegno divino. Poi invoca pazienza, coraggio e pace nel mondo.

 

E subito dopo prende il via il cammino doloroso di Gesù, tappa dopo tappa, fino al Calvario rivissuto, quest’anno, alla luce dell’immagine giovannea del “chicco di grano” che gli uomini sono invitati ad emulare donando la propria vita senza paure e attaccamenti in modo da trovare la via dell’amore vero:

 

“Adoramus te Christe et benedicimus tibi ...”

 

Brevi e pregnanti le meditazioni del cardinale Joseph Ratzinger alle 14 stazioni; i toni si fanno accesi nei tanti riferimenti al mondo contemporaneo: politica, fede, etica. Il richiamo è all’uomo di oggi, vittima della mentalità dominante, alla deriva verso un secolarismo senza Dio, incline a banalizzare il mistero del male e capace di sporcare dall’interno la Chiesa: “Ma tu sei risorto Signore, salva anche noi!”, si legge nella nona stazione:

 

“La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano, ma siamo noi stessi a sporcarli, siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti. Abbi pietà della tua Chiesa. Anche all’interno di essa, Adamo cade sempre di nuovo ...”.

 

Quest’uomo così delineato, è posto a confronto con la Veronica, il Cireneo, la Vergine ma soprattutto con Gesù, il Giusto, il Salvatore, il Servo. Da qui, le tante suppliche che hanno scandito il tragitto doloroso: In primo piano torna l’attualità:

 

“Distrugge, il potere delle ideologie, cosicché gli uomini possano riconoscere che sono intessute di menzogne. Non permettere che il muro del materialismo diventi insuperabile. Fa che ti percepiamo di nuovo ...”.

 

“Quattordicesima stazione: Gesù è deposto nel sepolcro”.

 

Quando invece si arriva all’ultima stazione, innanzi alla deposizione del Corpo martoriato di Cristo nel sepolcro, la preghiera stempera i suoi toni e torna l’immagine del “chicco di grano” che muore e come pane di vita sfama in misura sovrabbondante l’umanità intera:

 

“Aiutaci ad amare sempre di più il Tuo mistero eucaristico ed a venerarlo, a vivere veramente di Te, Pane del Cielo. Aiutaci a diventare il Tuo profumo, a rendere percepibili le tracce della tua vita in questo mondo! ...”.

 

(canto)

**********

 

 

IERI POMERIGGIO NELLA BASILICA VATICANA

 LA CELEBRAZIONE DELLA PASSIONE DEL SIGNORE

 

Qualcuno ha detto che “l’uomo che non crede più in Dio è pronto a credere a tutto” e “i fatti gli stanno dando ragione”: così padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, nell’omelia pronunciata ieri pomeriggio durante la Celebrazione della Passione del Signore, presieduta dal cardinale James Francis Stafford, nella Basilica Vaticana. Il servizio di Roberta Gisotti.

 

**********

Parole forti sui nostri tempi, che sono andate dritte al cuore e alla mente non solo dei credenti, quelle di padre Cantalamessa nella predica della Passione del Venerdì Santo, incentrata in questo Anno 2005 dell’Eucaristia su questo Sacramento “farmaco d’immortalità”, “pegno della gloria futura”. Ma qualcuno obietta  “che nessuno e mai tornato dall’aldilà” per raccontarci “che esiste davvero e non è soltanto una pia illusione” “una vita per l’uomo dopo la morte”. “Non è vero! - ha esclamato padre Cantalamessa - C’è uno che ogni giorno torna dall’aldilà per assicurarci e rinnovare le sue promesse, se sappiamo ascoltarlo”:

 

“Dobbiamo gridare al mondo questa speranza per aiutare noi stessi e gli altri a vincere l’orrore che ci fa la morte e reagire al cupo pessimismo che aleggia sulla nostra società”.

 

Se “si moltiplicano le diagnosi disperate sullo stato del mondo” – ha spiegato Padre Cantalamessa – e “la scienza traccia con sempre maggiori dettagli il possibile scenario della dissoluzione finale del cosmo”, “la fede ci assicura che, in ogni caso, non sarà quella la fine totale. Dio non ha riconciliato il mondo a sé per abbandonarlo poi al nulla”. Ma “l’intolleranza da tempo ha cambiato di campo in Occidente: da intolleranza religiosa è diventata intolleranza della religione!” Nei confronti di Cristo “si sfoga tutto il risentimento di un certo pensiero laico.”

 

“Non si tratta solo delle pressioni  per rimuovere il crocifisso dai luoghi pubblici e il presepio dal folclore natalizio. Si susseguono senza sosta romanzi e spettacoli in cui si manipola a piacimento la figura di Cristo sulla scorta di fantomatici e inesistenti nuovi documenti e scoperte.

 

Tutto ciò “sta diventando una moda, un genere letterario”:

 

“Si specula sulla risonanza vastissima che ha il nome di Gesú e su quello che esso significa per tanta parte dell’umanità, per assicurarsi una popolarità a buon mercato o scioccare con messaggi pubblicitari che abusano di simboli e immagini evangeliche… Tutto questo è parassitismo letterario e artistico!”

 

Ecco dunque avanzare “i paladini della scienza contro la religione: una rivendicazione sorprendente” quando - ha sottolineato ancora padre Cantalamessa – “le storie più fantasiose e assurde vengono bevute da molti come si trattasse di storia vera, anzi dell’unica storia libera finalmente da censure ecclesiastiche e tabù” e “l’uomo che non crede più in Dio è pronto a credere a tutto”. Che fare? “Forse dobbiamo imitare il nostro Maestro – ha suggerito il predicatore della Casa Pontificia - e dire semplicemente: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”.

*********

 

 

IL PAPA INVIA LA PROPRIA BENEDIZIONE AL PRINCIPE RANIERI,

RICOVERATO A MONTECARLO PER UNA GRAVE INFEZIONE POLMONARE

 

Giovanni Paolo II ha inviato “una particolare benedizione” al principe Ranieri e ai suoi familiari. Lo hanno reso noto, stamani, gli uffici del Palazzo del principe, ricoverato da martedì scorso al Centro cardio-toracico di Montecarlo per una grave infezione polmonare. Il Papa - ha scritto il cardinale Angelo Sodano in un messaggio al principe – “si unisce a sua altezza con il pensiero e la preghiera, esprimendo auguri calorosi per la sua salute”. “Affidandola all’intercessione della Vergine Maria, il Papa - prosegue il messaggio - chiede al Signore di darle il conforto e il sostegno della sua grazia”. Nell’ultimo bollettino medico sulla salute di Ranieri, si legge che il quadro clinico del principe “non cessa di peggiorare”. La prognosi resta riservata.

 

 

 =======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Prima pagina: Pasqua dell'Anno dell’Eucaristia.

La Grazia della sofferenza. La Grazia della Risurrezione. Il messaggio di Giovanni Paolo II per la Via Crucis al Colosseo: “Un colloquio sofferto con Cristo in Croce”.

 

Nelle vaticane, due pagine dedicate rispettivamente ai messaggi pasquali e alle Lettere dei vescovi italiani.

 

Nelle estere, Kyrgyzstan: rafforzate a Bishkek le misure di sicurezza.

USA: respinto un nuovo ricorso dei genitori di Terri Schiavo.

 

La pagina culturale è incentrata sul tema “Pasqua di Risurrezione, fondamento della speranza cristiana”; i contributi sono di Armando Rigobello, Danilo Veneruso e Franco Patruno.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema delle riforme costituzionali.

 

 

 

 =======ooo=======

 

 

 

 

 

DOMENICA TORNA L’ORA LEGALE

 

Alle ore 2.00 di domenica 27 marzo,

entrerà in vigore l'ora estiva europea,

con conseguente spostamento in avanti di un'ora

delle lancette degli orologi. 

L'ora legale resterà in vigore

 fino alla notte tra il 29 e il 30 ottobre.

Non vi saranno cambiamenti di rilievo

per il nostro Radiogiornale, che andrà in onda alle stesse ore.

 

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

26 marzo 2005

 

 

 

IN QUESTA VIGILIA DI PASQUA, I FEDELI DI TUTTO

IL MONDO PREGANO PER LA PACE

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

Dopo anni, segnati dalla violenza, la Terra Santa vive la Pasqua di Risurrezione in un clima rasserenato e speranzoso. Per la prima volta dal 2000, è stato autorizzato lo spostamento a Betlemme dei cristiani israeliani, in occasione delle feste pasquali. E stamani, i fedeli hanno gremito la Basilica del Santo Sepolcro per la proclamazione di Cristo Risorto. Il servizio di Graziano Motta:

        

**********

Lo squillo festoso delle campane e altissime le note gioiose dell’organo hanno accompagnato questa mattina nella Basilica del Santo Sepolcro la proclamazione di Gesù risorto, momento culminante del Triduo di Pasqua che, per rispettare lo statu quo, cioè il regime di celebrazioni con le altre comunità cristiane, in particolare quelle ortodosse, greca e armena, impone a quella cattolica latina di anticipare alla mattina del sabato la liturgia della Luce e la proclamazione della Resurrezione nel luogo ove essa avvenne – come tradizione – nella notte della domenica. Nella tarda serata, infatti, essa viene celebrata nelle altre Chiese di Gerusalemme e di Terra Santa. Nella rotonda dell’Anastasi, attorno all’edicola, per la celebrazione liturgica propria della Basilica, presieduta dal vescovo Kamal Batish, ausiliare del Patriarca Michel Sabbah, si sono riuniti centinaia di religiosi e di fedeli, soprattutto pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Particolarmente numerosi quelli italiani, che hanno vissuto intensamente anche le altre cerimonie della Settimana Santa, partecipando l’altra domenica alla processione delle Palme dal Monte degli Ulivi all’ingresso della città vecchia, qualche centinaio di metri prima della Via Dolorosa, percorrendo la quale poi ieri, venerdì, hanno dato vita a tante vie crucis rievocatrici della Passione di Gesù, fino al Calvario. Tre le rievocazioni più significative: della parrocchia latina di Gerusalemme, per i fedeli di espressione araba; del Patriarca Sabbah con i seminaristi della diocesi; e della Custodia francescana di Terra Santa, guidata dal Custode Pierbattista Pizzaballa. Ai frati si sono uniti il delegato apostolico per Gerusalemme e la Palestina e nunzio in Israele, arcivescovo Pietro Sambi e tantissimi fedeli. Padre Pizzaballa ha presieduto altre importanti celebrazioni proprie della tradizione gerosolimitana, sempre con grande loro partecipazione: giovedì il pellegrinaggio al Cenacolo e la veglia di preghiera al Getsemani, ieri sera la proclamazione funebre nella Basilica di Santo Sepolcro.

 

Per la Radio Vaticana, Graziano Motta.

**********

 

Esattamente tre mesi fa, il sudest asiatico veniva devastato dallo tsunami. Il terribile bilancio parla ora di quasi 290 mila vittime, tra morti e dispersi. E’ dunque una Pasqua segnata dal dolore, mentre nelle zone colpite si lavora alla ricostruzione. Un impegno che vede in prima linea la rete delle organizzazioni cattoliche di solidarietà. Sui sentimenti con i quali i fedeli della regione vivono questo periodo pasquale, Lucia Carbone Sarinelli ha intervistato mons. Mario Zenari, nunzio apostolico nello Sri Lanka:

 

**********

Partendo dal mistero che stiamo vivendo, dal mistero della Passione, Morte e Risurrezione del Signore, non possiamo non pensare a tutto questo dramma di sofferenza umana delle vittime dello tsunami, in particolare non possiamo non pensare a tanti bambini che sono rimasti vittima di questa catastrofe naturale. Questo mistero del Signore getta una luce forte su questa sofferenza umana perché noi crediamo che il Signore abbia preso su di sé la sofferenza di tutte queste persone, e avendola presa su di sé, ecco, allora anche la nostra speranza è più solida e il nostro pensiero è confortato da questo raggio di fede.

**********

 

E’ una Pasqua all’insegna della speranza quella che si vive nella regione senegalese della Casamance. “In questi giorni, per le celebrazioni della Settimana Santa, le nostre chiese sono così colme di fedeli da non poterli accogliere tutti: è il segno più tangibile del clima di pace che si sta diffondendo nella regione”. Lo testimonia all’agenzia MISNA mons. Maixent Coly, vescovo di Ziguinchor, la capitale della Bassa Casamance, regione del sud-ovest del Senegal teatro di un ventennale conflitto che sembra finalmente superato. L’accordo di pace, firmato nel dicembre scorso tra il governo di Dakar e il Movimento indipendentista delle Forze democratiche della Casamance, ha posto fine alle rivendicazioni indipendentiste iniziate nel 1982.

 

In Sudan, questa Settimana Santa sta trascorrendo tra momenti di paura e speranza. Giovedì scorso, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha deciso di inviare una missione di 10 mila uomini nel Paese africano in appoggio all’accordo di pace firmato a gennaio tra il governo di Khartoum e i ribelli del Sud. La situazione sul terreno resta difficile, così come drammatica è la condizione delle popolazioni nella regione sudanese del Darfur. Per una testimonianza su come i fedeli del Sudan vivono la Pasqua, Fabio Colagrande ha intervistato padre Fernando Colombo, missionario comboniano, animatore pastorale nella diocesi di Rumbek, nel sud Sudan:

        

**********

R. – La Pasqua è soprattutto una risorsa enorme per l’annuncio della pastorale, in questo momento. Per esempio, il Triduo pasquale non è ancora molto sentito, perché appunto non è stato annunciato sufficientemente. Soprattutto in Sudan, con 40 anni di guerriglia, senza sacerdoti, con pochi catechisti, la fede è rimasta all’essenziale. L’annuncio della Pasqua, la centralità del risorto, è proprio la nuova evangelizzazione che è urgente dare loro, e quando la si dà si vede veramente che la gente ne ha bisogno.

 

D. – Come religioso, come riesce ad annunciare la speranza della risurrezione ai credenti, in una terra ferita dalla sofferenza e dalle divisioni sociali e politiche?

 

R. – Non è difficile. La difficoltà è di andarci, di rimanere e di annunziare, perché l’annuncio è così semplice che la gente semplice lo coglie. Bisogna annunciare la persona di Gesù Cristo. Prima di tutto bisogna che venga la fede, la fede come relazione personale con il Risorto, dopo verrà anche la trasformazione della vita.

**********

 

Sempre in Africa, monsignor John Baptiste Odama, arcivescovo di Gulu, principale città del nord Uganda ha lanciato - nel messaggio pasquale - un “accorato appello ai comandanti della ribellione perché compiano ogni sforzo necessario e tornino a negoziare una fine pacifica di questa guerra”. “Nel nome di Dio – ha scritto il presule - imploro di fermare la violenza e le uccisioni. La vita e la dignità umana devono essere rispettate”. La popolazione del nord Uganda subisce da 18 anni gli attacchi dei ribelli del sedicente Esercito di resistenza del signore.

 

In Iraq, i fedeli vivono la seconda Pasqua consecutiva sotto il coprifuoco. I cattolici celebrano i Riti della Settimana Santa in una situazione di calma apparente, ma in uno stato di continua tensione e preoccupazione per il timore di nuova violenza e attentati. Non mancano, tuttavia, i segni di speranza. Ecco la testimonianza dell’arcivescovo di Kirkuk, Louis Sako, raggiunto telefonicamente in Iraq da Alessandro Gisotti:

 

**********

R. – Abbiamo cancellato tutto ciò che è esteriore per ragioni di sicurezza, ma le chiese sono piene, tanta gente viene a pregare, tranquillamente e comunque. In questa Settimana Santa abbiamo ricevuto un gruppo di padri libanesi, che sono venuti per aiutarci e darci un po’ di coraggio per continuare. Abbiamo incominciato la settimana con un raduno di cristiani e musulmani, su come fare per vivere insieme. Erano tanti: uomini politici, responsabili della cosa pubblica, e anche intellettuali. Non faremo gli auguri per la festa, ci limiteremo a pregare nelle chiese.

 

D. – Mons. Sako, quali sono le sue speranze per questa Pasqua e per il futuro?

 

R. – Noi, come cristiani, siamo figli della speranza nella Risurrezione. Questa situazione non può continuare! Sono sicuro che il futuro dell’Iraq sarà molto migliore. Piano piano ... il grande problema è la sicurezza, ma anche questa verrà. Bisogna avere fiducia e pazienza ...

**********

 

Nelle Filippine il triduo pasquale si sta svolgendo, purtroppo, sotto la minaccia di attentati da parte degli estremisti islamici. Tuttavia, un missionario del Pime intervistato dall’agenzia AsiaNews ha raccontato che anche se “le chiese sono presiediate da soldati armati”, sono “affollatissime di fedeli” e “molta gente partecipa alle funzioni”.

 

A Cuba, il cardinale Ortega ha guidato la Via Crucis: partiti dal convento del Santissimo Salvatore di Santa Brigida, i fedeli hanno raggiunto la Chiesa del Cristo del buon viaggio nel centro storico dell'Avana. Qui il porporato ha pregato per la salute del Papa. Immagini della Madonna e di Gesù sono state portate a spalla dai fedeli assieme ad un’enorme croce di legno.

 

Infine, a New York, oltre 2 mila persone hanno preso parte per il decimo anno consecutivo ad una Via Crucis sul ponte di Brooklyn. I fedeli hanno raggiunto Ground Zero per ricordare le vittime dell'11 settembre 2001. Ai partecipanti è giunta la benedizione del Papa. La processione è stata organizzata da Comunione e Liberazione.

 

 

 

IL VANGELO DI DOMANI

 

Domani 27 marzo, solennità della Pasqua di Risurrezione, la liturgia ci presenta il Vangelo di Giovanni in cui Maria di Màgdala, nel giorno dopo il sabato, si reca al sepolcro di buon mattino, e vede che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corre allora da Pietro e dal discepolo che Gesù amava, e dice loro:

 

 “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!”. 

I due discepoli corrono al sepolcro per vedere quanto successo. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, cioè che Gesù doveva risuscitare dai morti. Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita, padre Marko Ivan Rupnik:

 

**********

La pietra che la Maddalena di buon mattino ha trovato rotolata via dalla tomba del Signore, libera la nostra vita dalla banalità. Una vita vissuta nell’ottica di una tomba chiusa, con una pietra pesante e con un cadavere dentro, è una vita banale. Poco importa come la si viva. Chi è onesto, mite, buono e misericordioso finisce nella stessa tomba; si putrefà come chi è stato ladro, violento, possessivo e ingiusto. E questo rende la vita dell’uomo inutile. La pietra rotolata definitivamente sulla tomba azzera ogni senso della vita, annulla gli sforzi del bene e di fatto fa trionfare il male e il nulla. La pietra rotolata via, invece, getta una luce di verità al di qua della tomba. Il Cristo che torna dalla morte fa vedere in modo incontestabile che la verità della vita prima della tomba è l’amore, perché solo l’amore supera la morte. Dall’annuncio della Maddalena che la pietra è stata rotolata via, ognuno trova la certezza che si può vivere per risuscitare.

**********                        

 

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

26 marzo 2005

 

ESTREMO TENTATIVO PER SALVARE LA VITA A TERRI SCHIAVO.

I GENITORI HANNO PRESENTATO IERI L’ENNESIMO RICORSO PER FAR RIPRENDERE

L’ALIMENTAZIONE E L’IDRATAZIONE ARTIFICIALI DELLA FIGLIA

- A cura di Paolo Mastrolilli -

 

**********

NEW YORK. = “Terri sta vivendo le sue ultime ore”. Era visibilmente commosso Bob Schindler, il padre della donna cerebrolesa che da ormai otto giorni non riceve più l’alimentazione, quando ieri ha lanciato questo allarme. Voleva mettere pressione sui giudici e sul governatore della Florida, Jeb Bush, che ancora potrebbero salvarla. Ieri la Corte di Appello federale di Atlanta ha respinto un nuovo ricorso, ma i familiari di Terri ne hanno presentato un altro al magistrato statale della Florida, sostenendo che la donna ha manifestato la volontà di continuare a vivere. Gli avvocati dei suoi genitori hanno detto che quando i medici hanno staccato i tubi dell’alimentazione, lei ha reagito pronunciando delle parole che suonavano come la frase “Voglio vivere”. Il giudice di primo grado Greer, lo stesso che aveva ordinato di interrompere la somministrazione del cibo, ha ascoltato il ricorso e si è impegnato a rispondere entro oggi. All’esterno dell’ospizio dove si trova Terri, intanto, sale la tensione. Un uomo è stato arrestato perché voleva entrare nell’edificio con una pistola, mentre l’FBI ne ha fermato un altro che aveva offerto una taglia a chi avesse ucciso il giudice Greer e il marito della donna che ha chiesto di lasciarla morire. La vicenda sta avendo anche un impatto politico sul presidente Bush, la cui popolarità nei sondaggi è scesa al minimo dall’inizio del suo mandato.

**********

 

 

LA CHIESA IN PARAGUAY VUOLE TRACCIARE NUOVE LINEE DI AZIONE PASTORALE

PER RISPONDERE ALLE REALI NECESSITA’ DEI FEDELI. A GUIDARE LA CONSULTAZIONE NAZIONALE UN SUSSIDIO SUL TEMA “PARLA SIGNORE, LA TUA CHIESA TI ASCOLTA!”

 

ASUNCION. = Dinanzi alla preoccupante realtà nazionale, segnata da una crescente povertà, dall’allontanamento dei fedeli, dalla disgregazione familiare e dall’aumento della corruzione e della violenza, la Conferenza Episcopale del Paraguay (CEP) si è interrogata sulla reale incidenza della sua azione pastorale nella vita e nell’impegno della comunità cristiana. E’ stato, quindi, deciso di lanciare una Consultazione nazionale per capire ciò che pensa e che si attende il popolo dalla Chiesa. I risultati della Consultazione permetteranno di tracciare alcune linee comuni di azione pastorale. Nell’iniziativa, riferisce l’agenzia Fides, sono state coinvolte tutte le comunità cristiane. Mons. Juan Bautista Gavilán Velásquez, vescovo di Coronel Oviedo, ha, inoltre, sottolineato che anche i non cattolici sono invitati a partecipare all’incontro. La Consultazione, che si svolgerà su tutto il territorio nazionale, si realizzerà attraverso un documento presentato in occasione della recente celebrazione della 173.esima Assemblea Plenaria della CEP. Il sussidio, intitolato “Parla Signore, la tua Chiesa ti ascolta!”, è stato inviato alle diverse diocesi e parrocchie e propone alcuni temi di riflessione abbinati a domande per partecipare e dare il proprio contributo. (B.C.)

 

 

NELLE FILIPPINE, LE SPERANZE DI PACE A JOLO SI ALLONTANANO

 E LA GENTE TEME PER IL PROPRIO FUTURO: LA DENUNCIA DEI MISSIONARI OBLATI,

CHE CHIEDONO UN’INDAGINE

SUI RECENTI SCONTRI SCOPPIATI TRA GOVERNATIVI ED ESTREMISTI ISLAMICI

 

JOLO. = Gli Oblati di Maria Immacolata (OMI), presenti da decenni a Jolo e in altre località del sud delle Filippine, hanno richiesto un’indagine indipendente sui recenti scontri tra governativi ed estremisti islamici nell’isola, sul ritorno degli sfollati alle proprie case e sulla ricostruzione di strutture e servizi danneggiati dalle violenze. “Le speranze dei residenti in una vita normale e libera da violenza e paura – si legge in un comunicato dei missionari – sono state di nuovo scosse, e quelle di un ambiente pacifico per i loro figli sono state offuscate dalle ostilità” tra esercito e Fronte di liberazione nazionale Moro (MNLF), gruppo islamico firmatario nel 1996 della pace con Manila, ma tornato a sollevarsi meno di un mese fa in nome del suo ex-capo oggi in carcere, Nur Misuari. Oltre ad invocare giustizia e aiuti per gli abitanti di Jolo, riferisce l’agenzia Misna, i missionari chiedono la revisione degli accordi di pace del 1996, “per correggere le lacune contenute nel testo e affrontare i nuovi problemi”. Pur essendo le Filippine a maggioranza cattolica (l’unico Stato in Asia insieme con Timor Est), nel meridione esiste una significativa presenza musulmana e sono attivi alcuni gruppi estremisti, tra cui il piccolo ma radicale “Abu Sayyaf”. (B.C.)

 

 

OLTRE UN MILIONE DI BAMBINI IN KENYA NON HA ANCORA ACCESSO

ALL’ISTRUZIONE. LO RIVELA UN RAPPORTO PRESENTATO IERI A NAIROBI.

LA POVERTA’ RESTA IL MAGGIORE OSTACOLO DA SUPERARE NEL PAESE AFRICANO

 

NAIROBI. = Solo 20 scolari su 100 imparano a leggere a scuola, sei su dieci si fermano alle elementari e oltre un milione di bambini keniani non hanno ancora accesso all’istruzione. E’ la drammatica realtà che emerge da un rapporto dei donatori internazionali, presentato ieri a Nairobi. Il documento individua la diffusa povertà come causa di abbandono scolastico dei bambini o come ostacolo alla normale frequenza alle lezioni. Pur riconoscendo l’impegno nel settore scolastico del governo del presidente Mwai Kibaki, i donatori sottolineano che il sistema presenta ancora molti punti deboli. “Meno del 20 per cento degli studenti ha acquisito sufficienti capacità di lettura”, si legge nel documento, che, comunque, rileva l’aumento di 1,3 milioni di alunni negli ultimi due anni. I donatori, tra cui il Fondo mondiale per l’infanzia dell’Onu (UNICEF), la Banca mondiale e la Svezia, chiedono, dunque, alle autorità di Nairobi di prestare attenzione al crescente fenomeno dei “drop out”, quanti, vale a dire, abbandonano le scuole prima di aver completato il ciclo di studi. (B.C.)

 

 

SI E’ RINNOVATA ANCHE QUEST’ANNO LA TRADIZIONALE CELEBRAZIONE

DEL SABATO SANTO NELLA BASILICA ROMANA DI SANTA MARIA MAGGIORE.

NUMEROSI I FEDELI CHE HANNO PARTECIPATO ALL’“ORA DELLA MADRE”

- A cura di Giovanni Peduto -

 

ROMA. = Questa mattina, Sabato Santo, seguendo una tradizione collaudata da molti anni, nella patriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma, è stata celebrata “L’Ora della Madre”, l’Ora cioè della fede dolorosa di Maria e della sua trepida attesa della Risurrezione di Gesù. La funzione è stata presieduta dall’arciprete della Basilica, il cardinale Bernard Francis Law. I canti sono stati eseguiti dalla Corale “Jubilate Deo”, diretta da suor Maria Dolores Aguirre, con la partecipazione attiva dell’assemblea dei fedeli. Questa celebrazione ha le sue radici tanto nella liturgia bizantina quanto nell’antica tradizione liturgica latina. Il Sabato Santo, infatti, è la matrice di quella catena di sabati dedicati alla Vergine, che nel rito latino prolungano per tutto l’anno liturgico la sua materna presenza di fede e di amore. Ma il rito celebrato a Santa Maria Maggiore attinge testi e ispirazione anche dalla Chiesa bizantina, la quale veglia tutta la notte del Venerdì Santo e fino al mattino del Sabato Santo davanti all’immagine di Cristo sepolto, posta solennemente sull’altare: vescovi, sacerdoti, monaci e fedeli sono affluiti numerosi per partecipare con commossa devozione ai lunghi notturni che cantano il compianto della Vergine Madre e delle pie donne davanti al sepolcro del Signore. L’“Ora della Madre” a Santa Maria Maggiore ne è stata eco e prolungamento, immettendo nella nostra più austera pietà occidentale un afflato lirico e insieme altamente teologico con i tropari e le antifone in canto della liturgia bizantina. E’ dunque un giorno santo, nel quale la Chiesa cattolica gode di respirare con i suoi due polmoni, l’Oriente e l’Occidente. In un momento storico, in cui si prolungano inquietanti le ombre del terrore, il Sabato Santo ci apre nella luce di Maria uno spazio di speranza. La Madonna del Sabato Santo, che, credendo contro ogni evidenzia e sperando contro ogni speranza, si protese al futuro non di un evento, ma della storia intera, che la Risurrezione di Cristo illumina e rinnova, è paradigma indubitato della nostra fede in Dio che tutto può e della nostra speranza in un domani, che sarà sempre di Cristo, il Risorto. In quest’anno poi, dedicato al mistero dell’Eucaristia, l’immagine di Maria, che nonostante le smentite degli eventi seppe da sola indubitatamente credere alle parole del suo Figlio, che preannunciava: “Dopo tre giorni io risorgerò” e ne attese sicura il compimento, diventa modello per credere alle parole eucaristiche di Gesù: “Questo è il mio corpo…Fate questo in memoria di me”, anche noi come Lei certi che le parole del Signore operano ciò che esprimono. La Vergine del Sabato Santo accompagna tutti i suoi figli sulle vie della fede e della Vita, nell’oggi della storia e fino alla Pasqua eterna con Gesù Risorto.

 

 

E’ SALITO A 118 MORTI IL BILANCIO DELLE VITTIME DELLA TERRIBILE EPIDEMIA

CHE HA COLPITO L’ANGOLA. TUMULATA A LUANDA LA PEDIATRA ITALIANA MORTA

NEL PAESE AFRICANO PROPRIO PER LA FEBBRE EMORRAGICA

 

LUANDA. = E’ stata seppellita in un cimitero di Luanda, secondo le sue ultime volontà, la pediatra italiana Maria Bonino, morta giovedì in Angola a causa della febbre emorragica che ha già provocato 118 vittime nella provincia nord-orientale di Uige. Lo ha riferito all’agenzia MISNA Anna Talami della direzione del CUAMM, l’organizzazione non governativa Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari - Medici per l’Africa di Padova per la quale lavorava la pediatra. “La dottoressa Bonino – ha precisato – aveva chiesto di essere tumulata in Africa, il continente al quale si è dedicata per molti anni”. Prima di arrivare in Angola, la donna aveva lavorato in Burkina Faso, Tanzania e Uganda e avrebbe dovuto partire presto per l’Etiopia. L’epidemia di febbre emorragica è provocata dal virus di Marburg, simile al più tristemente noto Ebola. “Il tasso di mortalità conosciuto di questo virus è del 25-35 per cento – ha dichiarato ancora la dottoressa Talami – ma non si era mai verificata un’epidemia con oltre 100 morti”. “Stamani è morta un’altra infermiera”, ha proseguito, precisando che il bilancio sale così a sei vittime tra il personale medico e paramedico: quattro infermieri locali, la pediatra italiana e un altro dottore asiatico, probabilmente coreano. (B.C.)

 

 

 

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

26 marzo 2005

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Resta alta la tensione nel Kirghizistan dopo l’uscita di scena del presidente filo-russo Akayev, forse rifugiatosi in Kazakhstan. Né la nomina di un presidente ad interim, l’ex premier Bakayev, né l’annuncio di nuove elezioni – fissate il prossimo 26 giugno – sono bastati a consolidare il potere dell’op-posizione: una colonna di sostenitori del deposto presidente Askar Akayev sta marciando, infatti, verso la capitale kirghiza, Bishkek, per una manifestazione in favore di Akayev. E nella notte si sono registrate nuove violenze che hanno provocato la morte di almeno due persone. Il servizio di Giuseppe D’Amato:

 

**********

Per tutta la notte, vandali, polizia e volontari anti-saccheggio si sono fronteggiati per le strade di Bishkek: dalle 18 alle 6 del mattino è entrato in vigore il coprifuoco. Il problema sicurezza è il primo delle urgenze. Il nuovo responsabile dell’ordine pubblico, Felix Kulov, ha precettato in servizio i poliziotti minacciandoli di licenziarli. Il cattivo tempo ha limitato i disordini. Il neo leader Bakayev si è impegnato a creare le condizioni per il ritorno del presidente Akayev, rimarcando però la sua impopolarità. Una persona che fugge dal proprio Paese - ha aggiunto Akayev - non ha il diritto morale di guidarlo. In un comunicato, Akayev ha definito la presa di potere a Bishkek come un colpo di Stato. Il presidente ha ribadito che non si è dimesso e che ha temporaneamente lasciato il Paese per evitare un bagno di sangue.

 

Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.

**********

 

L’ondata delle manifestazioni di protesta nelle ex repubbliche sovietiche potrebbe arrivare anche in Bielorussia. Centinaia di rappresentanti dell’opposi-zione sono scesi in piazza per commemorare l’anniversario della fondazione dello Stato e chiedere le dimissioni del presidente Alexander Lukashenko. La polizia è intervenuta per disperdere i manifestanti. Un centinaio le persone arrestate.

 

In Iraq, almeno due soldati americani sono morti oggi a Baghdad in seguito all’esplosione di un’autobomba. Un altro militare statunitense è rimasto ucciso ieri durante un’operazione nella turbolenta provincia occidentale di Al-Anbar. Intanto, un raid condotto congiuntamente da forze americane e irachene ha portato all’arresto di 131 persone sospettate di pianificare attentati contro la città santa di Kerbala.

 

 

In Afghanistan, quattro soldati americani sono rimasti uccisi per l’esplosione di una mina posta sul ciglio di una strada. La deflagrazione è avvenuta ad una quarantina di chilometri a sud-ovest di Kabul. Dopo questo incidente, sono sette i militari statunitensi morti dall’inizio dell’anno nel Paese asiatico.

 

Gli Stati Uniti si apprestano a vendere al Pakistan aerei da com-battimento F-16. L’operazione, secondo fonti americane, è legata alla collaborazione offerta dal presidente pakistano Musharraf nella lotta al terrorismo dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001. La decisione, però, irrita l’India che vede minato l’equilibrio militare in Asia.

 

In Libano, il governo ha formalmente accettato che sia una commissione incaricata dalle Nazioni Unite ad indagare sull’attentato costato la vita all’ex premier Hariri. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri, Mahmoud Hamoud. Intanto, non è ancora stata stabilita la data per il ritiro definitivo della Siria dal Paese dei Cedri.

 

Una grande manifestazione si è svolta stamani a Taipei per protestare contro la legge cinese che consentirebbe un eventuale intervento di Pechino per impedire a Taiwan di dichiarare l’indipendenza. Al corteo, che si è snodato attraverso dieci strade della capitale, ha partecipato circa un milione di persone, tra le quali anche il presidente taiwanese Chen.

 

Il maremoto dello scorso 26 dicembre ha ucciso, nel sud est asiatico, molte più donne che uomini. Lo rileva una ricerca condotta in India, in Indonesia e nello Sri Lanka dall’organizzazione britannica ‘Oxfam International’. Secondo questa ONG, le donne sono state più colpite dalle onde anomale perché erano in spiaggia in attesa del rientro degli uomini usciti in mare. In alcune regioni il numero delle donne rimaste uccise è addirittura quattro volte superiore a quello degli uomini. “Questo impatto sproporzionato – ha valutato Becky Buell, direttrice dell’Oxfam – determinerà gravi conseguenze”. Nelle regioni colpite dalla catastrofe e soprattutto all’interno dei campi profughi sono frequenti i casi di stupri, violenze e matrimoni forzati.

 

 

 

=======ooo=======