RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
85 - Testo della trasmissione di sabato 26 marzo 2005
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
Ieri pomeriggio nella Basilica
Vaticana la celebrazione della Passione del Signore
IN PRIMO PIANO:
Il Vangelo di domani: il commento di padre Marko Ivan Rupnik
CHIESA E SOCIETA’:
Oltre un milione di bambini in Kenya non ha ancora accesso
all’istruzione
E’
salito a 118 morti il bilancio delle vittime della terribile epidemia che ha
colpito l’Angola
In Kirghizistan le elezioni si terranno il prossimo
26 giugno. Ma la situazione resta tesa: due persone sono morte, nella notte, in
seguito a nuovi scontri.
26
marzo 2005
OGGI,
SABATO SANTO,LA CHIESA SI APPRESTA A CELEBRARE LA PASQUA
DI RISURREZIONE. QUESTA SERA IN
SAN PIETRO ALLE 20.00 IL CARDINALE RATZINGER PRESIEDE LA VEGLIA
PASQUALE. DOMANI MATTINA
ALLE
10.00 IL CARDINALE SODANO
PRESIEDE LA MESSA DEL
GIORNO DI PASQUA.
ALLE 12.00 SARA’ LETTO
IL MESSAGGIO PASQUALE DEL PAPA
A CUI SEGUIRA’ LA
BENEDIZIONE “URBI ET ORBI”
- Intervista con padre
Raniero Cantalamessa -
Oggi, Sabato Santo, tutta la
Chiesa si appresta a celebrare la Pasqua di Risurrezione. Questa sera il
cardinale Joseph Ratzinger, decano del Collegio cardinalizio, presiederà nella
Basilica di San Pietro a partire dalle 20.00 la Veglia Pasquale, “madre di
tutte le veglie”. Domani mattina alle 10.30 sarà il cardinale segretario di
Stato Angelo Sodano a presiedere sul sagrato della Basilica Vaticana la Messa
del Giorno di Pasqua. Alle 12 sarà letto il messaggio pasquale del Papa a cui
seguirà la Benedizione “Urbi et Orbi”. Tutti questi eventi saranno seguiti in
radiocronaca diretta dalla Radio Vaticana con commenti nelle varie lingue. Per
la Benedizione “Urbi et Orbi” si
collegheranno con Piazza San Pietro 104 Televisioni di tutto il mondo: l’anno
scorso le TV collegate erano 86.
Il Sabato Santo è definito un
giorno aliturgico, privo cioè di celebrazioni: si aspetta la Risurrezione del
Signore con la Veglia Pasquale. Una sola figura emerge in questo Sabato Santo:
la figura di Maria che aspetta, Lei prefigurazione della Chiesa intera, la
Risurrezione del Figlio. Ascoltiamo il commento di padre Raniero Cantalamessa,
predicatore della Casa Pontificia, al microfono di Giovanni Peduto:
**********
R. –
Nel Sabato Santo, potremmo dire, umanamente non succede nulla. La tomba è
sigillata, c’è intorno il silenzio; questo è il giorno del grande silenzio –
dicevano i Padri della Chiesa: però
simbolicamente è il riposo di Dio al settimo giorno. Siccome la Redenzione è
vista nella Bibbia dai Padri come la nuova Creazione, ecco che si ripete: Dio
si riposò al settimo giorno dal suo lavoro. Anche Cristo nella nuova Creazione
si riposa nella tomba il settimo giorno. Un giorno di silenzio, forse oggi
esistenzialmente la lezione più grande di questo giorno è proprio la riflessione,
il silenzio, sulla morte e sul senso della violenza, del dolore di Cristo e
però è anche il giorno della speranza per i cristiani.
D. – Cosa vuol
dire che Gesù dopo la morte è disceso agli inferi? Cosa sono gli inferi?
R. – Gli inferi sono il mondo
dei trapassati, però non nello stesso senso di oggi, l’inferno irrevocabile.
Prima di Cristo gl’inferi sono uno stato dove ci sono anche i giusti
dell’Antico Testamento che sono in attesa della piena Redenzione – questo è
messo molto bene in evidenza nell’icona orientale della Risurrezione che ci fa
vedere Cristo che scende agli inferi e con un braccio potente tira fuori Adamo
ed Eva e dietro di loro i giusti dell’Antico Testamento. Giustamente von
Balthasar dice che gli inferi non sono più gli stessi dopo Cristo e Dante
Alighieri forse ha sbagliato a non tenerne conto perché lui ci descrive
l’inferno come era prima di Cristo. Mentre la venuta di Cristo ha cambiato
l’inferno, non è più quello che era prima.
D. – Il Sabato Santo i cristiani aspettano la
celebrazione della Veglia Pasquale. Ne vuole mettere in risalto l’importanza
...
R. – Credo che
non si potrà mai abbastanza dire l’importanza di questa Veglia perché in essa è
concentrato tutto. Specialmente nei primi secoli della Chiesa quando non
esistevano altre feste, non esisteva neanche il Natale, quello era il momento
in cui si commemorava tutta la storia della salvezza, dalla Creazione fino alla
venuta di Cristo. Infatti la Veglia Pasquale comincia con la lettura di Genesi
1, il racconto della Creazione, proprio per dire che siamo davanti ad una
ricapitolazione di tutto. Certamente il cuore della Veglia Pasquale è la
Risurrezione di Cristo che si celebra con l’Eucaristia. Agostino la chiama la
madre di tutte le veglie, la fonte della gioia cristiana. Peccato che nella
tradizione, soprattutto da noi occidentali, l’importanza della Veglia sia stata
spesso offuscata in passato. Oggi ci sono realtà cristiane che la riscoprono,
anche nelle parrocchie dove viene vissuta con grande intensità la Veglia Pasquale.
**********
IERI LA
TRADIZIONALE VIA CRUCIS AL COLOSSEO CON LE MEDITAZIONI
DEL CARDINALE RATZINGER,
SEGUITA DA GIOVANNI PAOLO II IN COLLEGAMENTO VIDEO DALLA CAPPELLA DEL PALAZZO
APOSTOLICO: IL PAPA NEL SUO MESSAGGIO
INVOCA LA CROCE, UNICA SPERANZA
PER LA PACE NEL MONDO
“In questo giorno memoriale del
Cristo crocifisso guardo e adoro con voi la Croce e ripeto le parole della
liturgia: Ave, o Croce, unica speranza, donaci pazienza e coraggio e ottieni al
mondo la pace!”. Così ha scritto il Papa nel messaggio pronunciato dal cardinale
vicario di Roma, Camillo Ruini ieri sera, all’inizio del tradizionale rito
della Via Crucis al Colosseo. Il Pontefice, convalescente, ha seguito l’evento
in collegamento televisivo dalla cappella del suo appartamento, apparendo su
due maxischermi montati in prossimità dell’Anfiteatro Flavio. 54 le emittenti
televisive di 39 Paesi collegate in mondovisione con Roma. A portare la Croce,
oltre al cardinale Ruini nelle prime due stazioni e nell’ultima, anche
religiosi e laici di Asia, Africa e Europa. Le meditazioni e le preghiere sono
state composte dal cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per
la Dottrina della Fede, che si è ispirato al versetto giovanneo del “chicco di
grano”. Il servizio di Gabriella Ceraso:
**********
(canto)
E’ la prima volta dopo 26 anni,
che il Papa manca fisicamente al Colosseo per il rito della Via Crucis, eppure
la sua presenza si avverte più viva che mai. Sui maxischermi appare di
frequente, seduto nella Cappella privata con indosso una stola rossa sulla
veste bianca, attento a seguire il rito attraverso la televisione. Non
rinuncia, il Papa, a stringere tra le mani la Croce durante l’ultima stazione,
come fa il cardinale Camillo Ruini sul Palatino, e con la croce si unisce alla
benedizione finale pronunciata dal porporato. Un lungo applauso segue il gesto
carico di emozione. Toccano anche le parole inviate dal Papa a migliaia di
fedeli, riuniti nella tiepida notte al Colosseo, che ascoltano e ancora
applaudono. “Sono con voi spritualmente”, scrive il Papa; “adoriamo il mistero
della Croce, fonte di nuova speranza per l’umanità”.
“L’adorazione della Croce ci rimanda ad un impegno al quale non possiamo
sottrarci: la missione che San Paolo esprimeva con le parole: ‘Completo quello
che manca nella mia carne ai patimenti di Cristo, a favore del Suo Corpo che è
la Chiesa”.
Si unisce in preghiera a tutti i
sofferenti, il Papa; quindi offre il suo dolore per il compimento del disegno
divino. Poi invoca pazienza, coraggio e pace nel mondo.
E subito dopo prende il via il
cammino doloroso di Gesù, tappa dopo tappa, fino al Calvario rivissuto,
quest’anno, alla luce dell’immagine giovannea del “chicco di grano” che gli
uomini sono invitati ad emulare donando la propria vita senza paure e attaccamenti
in modo da trovare la via dell’amore vero:
“Adoramus te Christe et
benedicimus tibi ...”
Brevi e pregnanti le meditazioni
del cardinale Joseph Ratzinger alle 14 stazioni; i toni si fanno accesi nei
tanti riferimenti al mondo contemporaneo: politica, fede, etica. Il richiamo è
all’uomo di oggi, vittima della mentalità dominante, alla deriva verso un
secolarismo senza Dio, incline a banalizzare il mistero del male e capace di
sporcare dall’interno la Chiesa: “Ma tu sei risorto Signore, salva anche noi!”,
si legge nella nona stazione:
“La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano, ma
siamo noi stessi a sporcarli, siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo
tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti. Abbi pietà della tua
Chiesa. Anche all’interno di essa, Adamo cade sempre di nuovo ...”.
Quest’uomo così delineato, è
posto a confronto con la Veronica, il Cireneo, la Vergine ma soprattutto con
Gesù, il Giusto, il Salvatore, il Servo. Da qui, le tante suppliche che hanno
scandito il tragitto doloroso: In primo piano torna l’attualità:
“Distrugge, il potere delle
ideologie, cosicché gli uomini possano riconoscere che sono intessute di
menzogne. Non permettere che il muro del materialismo diventi insuperabile. Fa
che ti percepiamo di nuovo ...”.
“Quattordicesima stazione: Gesù
è deposto nel sepolcro”.
Quando
invece si arriva all’ultima stazione, innanzi alla deposizione del Corpo
martoriato di Cristo nel sepolcro, la preghiera stempera i suoi toni e torna
l’immagine del “chicco di grano” che muore e come pane di vita sfama in misura
sovrabbondante l’umanità intera:
“Aiutaci ad amare sempre di più il Tuo mistero eucaristico ed a
venerarlo, a vivere veramente di Te, Pane del Cielo. Aiutaci a diventare il Tuo
profumo, a rendere percepibili le tracce della tua vita in questo mondo! ...”.
(canto)
**********
IERI
POMERIGGIO NELLA BASILICA VATICANA
LA CELEBRAZIONE DELLA PASSIONE DEL SIGNORE
Qualcuno ha detto che “l’uomo
che non crede più in Dio è pronto a credere a tutto” e “i fatti gli stanno
dando ragione”: così padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa
Pontificia, nell’omelia pronunciata ieri pomeriggio durante la Celebrazione
della Passione del Signore, presieduta dal cardinale James Francis Stafford,
nella Basilica Vaticana. Il servizio di Roberta Gisotti.
**********
Parole forti sui nostri tempi, che sono andate dritte al cuore e alla
mente non solo dei credenti, quelle di padre Cantalamessa nella predica della
Passione del Venerdì Santo, incentrata in questo Anno 2005 dell’Eucaristia su
questo Sacramento “farmaco d’immortalità”, “pegno della gloria futura”. Ma
qualcuno obietta “che nessuno e mai
tornato dall’aldilà” per raccontarci “che esiste davvero e non è soltanto una
pia illusione” “una vita per l’uomo dopo la morte”. “Non è vero! - ha esclamato
padre Cantalamessa - C’è uno che ogni giorno torna dall’aldilà per assicurarci
e rinnovare le sue promesse, se sappiamo ascoltarlo”:
“Dobbiamo gridare al mondo questa speranza per aiutare noi stessi e gli
altri a vincere l’orrore che ci fa la morte e reagire al cupo pessimismo che
aleggia sulla nostra società”.
Se “si moltiplicano le diagnosi disperate sullo stato del mondo” – ha
spiegato Padre Cantalamessa – e “la scienza traccia con sempre maggiori dettagli
il possibile scenario della dissoluzione finale del cosmo”, “la fede ci
assicura che, in ogni caso, non sarà quella la fine totale. Dio non ha riconciliato
il mondo a sé per abbandonarlo poi al nulla”. Ma “l’intolleranza da tempo ha
cambiato di campo in Occidente: da intolleranza religiosa è diventata intolleranza della religione!” Nei confronti di Cristo “si sfoga tutto il
risentimento di un certo pensiero laico.”
“Non si tratta solo delle
pressioni per rimuovere il crocifisso
dai luoghi pubblici e il presepio dal folclore natalizio. Si susseguono senza
sosta romanzi e spettacoli in cui si manipola a piacimento la figura di Cristo
sulla scorta di fantomatici e inesistenti nuovi documenti e scoperte.
Tutto ciò “sta diventando una
moda, un genere letterario”:
“Si specula sulla risonanza vastissima che ha il nome di Gesú e su quello
che esso significa per tanta parte dell’umanità, per assicurarsi una popolarità
a buon mercato o scioccare con messaggi pubblicitari che abusano di simboli e
immagini evangeliche… Tutto questo è parassitismo letterario e artistico!”
Ecco dunque avanzare “i paladini della scienza contro la religione: una
rivendicazione sorprendente” quando - ha sottolineato ancora padre Cantalamessa
– “le storie più fantasiose e assurde vengono bevute da molti come si trattasse
di storia vera, anzi dell’unica storia libera finalmente da censure
ecclesiastiche e tabù” e “l’uomo che non crede più in Dio è pronto a credere a
tutto”. Che fare? “Forse dobbiamo imitare il nostro Maestro – ha suggerito il
predicatore della Casa Pontificia - e dire semplicemente: “Padre perdona loro
perché non sanno quello che fanno”.
*********
IL PAPA INVIA LA PROPRIA BENEDIZIONE AL PRINCIPE RANIERI,
RICOVERATO A MONTECARLO
PER UNA GRAVE INFEZIONE POLMONARE
Giovanni Paolo II ha inviato “una particolare
benedizione” al principe Ranieri e ai suoi familiari. Lo hanno reso noto,
stamani, gli uffici del Palazzo del principe, ricoverato da martedì scorso al
Centro cardio-toracico di Montecarlo per una grave infezione polmonare. Il Papa
- ha scritto il cardinale Angelo Sodano in un messaggio al principe – “si
unisce a sua altezza con il pensiero e la preghiera, esprimendo auguri calorosi
per la sua salute”. “Affidandola all’intercessione della Vergine Maria, il Papa
- prosegue il messaggio - chiede al Signore di darle il conforto e il sostegno
della sua grazia”. Nell’ultimo bollettino medico sulla salute di Ranieri, si legge che il quadro clinico del principe “non cessa di peggiorare”. La prognosi
resta riservata.
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima
pagina: Pasqua dell'Anno dell’Eucaristia.
La
Grazia della sofferenza. La Grazia della Risurrezione. Il messaggio di Giovanni
Paolo II per la Via Crucis al Colosseo: “Un colloquio sofferto con Cristo in
Croce”.
Nelle
vaticane, due pagine dedicate rispettivamente ai messaggi pasquali e alle
Lettere dei vescovi italiani.
Nelle
estere, Kyrgyzstan: rafforzate a Bishkek le misure di sicurezza.
USA:
respinto un nuovo ricorso dei genitori di Terri Schiavo.
La
pagina culturale è incentrata sul tema “Pasqua di Risurrezione, fondamento
della speranza cristiana”; i contributi sono di Armando Rigobello, Danilo
Veneruso e Franco Patruno.
Nelle
pagine italiane, in primo piano il tema delle riforme costituzionali.
=======ooo=======
DOMENICA TORNA L’ORA LEGALE
Alle ore 2.00 di domenica 27 marzo,
entrerà in vigore l'ora estiva europea,
con conseguente spostamento in avanti di un'ora
delle lancette degli orologi.
L'ora legale resterà in vigore
fino alla
notte tra il 29 e il 30 ottobre.
Non vi saranno cambiamenti di rilievo
per il nostro Radiogiornale, che andrà in onda alle
stesse ore.
26
marzo 2005
IN QUESTA VIGILIA DI PASQUA, I FEDELI DI TUTTO
IL MONDO PREGANO PER LA PACE
- A cura di Alessandro Gisotti -
Dopo
anni, segnati dalla violenza, la Terra Santa vive la Pasqua di Risurrezione in
un clima rasserenato e speranzoso. Per la prima volta dal 2000, è stato
autorizzato lo spostamento a Betlemme dei cristiani israeliani, in occasione
delle feste pasquali. E stamani, i fedeli hanno gremito la Basilica del Santo
Sepolcro per la proclamazione di Cristo Risorto. Il servizio di Graziano Motta:
**********
Lo
squillo festoso delle campane e altissime le note gioiose dell’organo hanno
accompagnato questa mattina nella Basilica del Santo Sepolcro la proclamazione
di Gesù risorto, momento culminante del Triduo di Pasqua che, per rispettare lo
statu quo, cioè il regime di celebrazioni con le altre comunità
cristiane, in particolare quelle ortodosse, greca e armena, impone a quella
cattolica latina di anticipare alla mattina del sabato la liturgia della Luce e
la proclamazione della Resurrezione nel luogo ove essa avvenne – come
tradizione – nella notte della domenica. Nella tarda serata, infatti, essa
viene celebrata nelle altre Chiese di Gerusalemme e di Terra Santa. Nella
rotonda dell’Anastasi, attorno all’edicola, per la celebrazione liturgica
propria della Basilica, presieduta dal vescovo Kamal Batish, ausiliare del
Patriarca Michel Sabbah, si sono riuniti centinaia di religiosi e di fedeli, soprattutto
pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Particolarmente numerosi quelli
italiani, che hanno vissuto intensamente anche le altre cerimonie della
Settimana Santa, partecipando l’altra domenica alla processione delle Palme dal
Monte degli Ulivi all’ingresso della città vecchia, qualche centinaio di metri
prima della Via Dolorosa, percorrendo la quale poi ieri, venerdì, hanno dato
vita a tante vie crucis rievocatrici della Passione di Gesù, fino al Calvario.
Tre le rievocazioni più significative: della parrocchia latina di Gerusalemme,
per i fedeli di espressione araba; del Patriarca Sabbah con i seminaristi della
diocesi; e della Custodia francescana di Terra Santa, guidata dal Custode
Pierbattista Pizzaballa. Ai frati si sono uniti il delegato apostolico per
Gerusalemme e la Palestina e nunzio in Israele, arcivescovo Pietro Sambi e
tantissimi fedeli. Padre Pizzaballa ha presieduto altre importanti celebrazioni
proprie della tradizione gerosolimitana, sempre con grande loro partecipazione:
giovedì il pellegrinaggio al Cenacolo e la veglia di preghiera al Getsemani,
ieri sera la proclamazione funebre nella Basilica di Santo Sepolcro.
Per la Radio Vaticana, Graziano
Motta.
**********
Esattamente tre mesi fa, il
sudest asiatico veniva devastato dallo tsunami. Il terribile bilancio parla ora
di quasi 290 mila vittime, tra morti e dispersi. E’ dunque una Pasqua segnata
dal dolore, mentre nelle zone colpite si lavora alla ricostruzione. Un impegno
che vede in prima linea la rete delle organizzazioni cattoliche di solidarietà.
Sui sentimenti con i quali i fedeli della regione vivono questo periodo
pasquale, Lucia Carbone Sarinelli ha intervistato mons. Mario Zenari, nunzio
apostolico nello Sri Lanka:
**********
Partendo dal mistero che stiamo
vivendo, dal mistero della Passione, Morte e Risurrezione del Signore, non
possiamo non pensare a tutto questo dramma di sofferenza umana delle vittime
dello tsunami, in particolare non possiamo non pensare a tanti bambini che sono
rimasti vittima di questa catastrofe naturale. Questo mistero del Signore getta
una luce forte su questa sofferenza umana perché noi crediamo che il Signore
abbia preso su di sé la sofferenza di tutte queste persone, e avendola presa su
di sé, ecco, allora anche la nostra speranza è più solida e il nostro pensiero
è confortato da questo raggio di fede.
**********
E’ una Pasqua all’insegna della speranza quella che si vive nella regione
senegalese della Casamance. “In questi giorni, per le celebrazioni della Settimana
Santa, le nostre chiese sono così colme di fedeli da non poterli accogliere
tutti: è il segno più tangibile del clima di pace che si sta diffondendo nella
regione”. Lo testimonia all’agenzia MISNA mons. Maixent Coly, vescovo di
Ziguinchor, la capitale della Bassa Casamance, regione del sud-ovest del
Senegal teatro di un ventennale conflitto che sembra finalmente superato.
L’accordo di pace, firmato nel dicembre scorso tra il governo di Dakar e il
Movimento indipendentista delle Forze democratiche della Casamance, ha posto
fine alle rivendicazioni indipendentiste iniziate nel 1982.
In Sudan, questa Settimana Santa
sta trascorrendo tra momenti di paura e speranza. Giovedì scorso, il Consiglio
di Sicurezza dell'Onu ha deciso di inviare una missione di 10 mila uomini nel
Paese africano in appoggio all’accordo di pace firmato a gennaio tra il governo
di Khartoum e i ribelli del Sud. La situazione sul terreno resta difficile,
così come drammatica è la condizione delle popolazioni nella regione sudanese
del Darfur. Per una testimonianza su come i fedeli del Sudan vivono la Pasqua,
Fabio Colagrande ha intervistato padre Fernando Colombo, missionario
comboniano, animatore pastorale nella diocesi di Rumbek, nel sud Sudan:
**********
R. – La
Pasqua è soprattutto una risorsa enorme per l’annuncio della pastorale, in
questo momento. Per esempio, il Triduo pasquale non è ancora molto sentito,
perché appunto non è stato annunciato sufficientemente. Soprattutto in Sudan, con
40 anni di guerriglia, senza sacerdoti, con pochi catechisti, la fede è rimasta
all’essenziale. L’annuncio della Pasqua, la centralità del risorto, è proprio
la nuova evangelizzazione che è urgente dare loro, e quando la si dà si vede
veramente che la gente ne ha bisogno.
D. – Come religioso, come riesce
ad annunciare la speranza della risurrezione ai credenti, in una terra ferita
dalla sofferenza e dalle divisioni sociali e politiche?
R. – Non è difficile. La
difficoltà è di andarci, di rimanere e di annunziare, perché l’annuncio è così
semplice che la gente semplice lo coglie. Bisogna annunciare la persona di Gesù
Cristo. Prima di tutto bisogna che venga la fede, la fede come relazione
personale con il Risorto, dopo verrà anche la trasformazione della vita.
**********
Sempre in Africa, monsignor John Baptiste Odama,
arcivescovo di Gulu, principale città del nord Uganda ha lanciato - nel
messaggio pasquale - un “accorato appello ai comandanti della ribellione perché
compiano ogni sforzo necessario e tornino a negoziare una fine pacifica di
questa guerra”. “Nel nome di Dio – ha scritto il presule - imploro di fermare
la violenza e le uccisioni. La vita e la dignità umana devono essere
rispettate”. La popolazione del nord Uganda subisce da 18 anni gli attacchi dei
ribelli del sedicente Esercito di resistenza del signore.
In Iraq, i fedeli vivono la
seconda Pasqua consecutiva sotto il coprifuoco. I cattolici celebrano i Riti
della Settimana Santa in una situazione di calma apparente, ma in uno stato di
continua tensione e preoccupazione per il timore di nuova violenza e attentati.
Non mancano, tuttavia, i segni di speranza. Ecco la testimonianza
dell’arcivescovo di Kirkuk, Louis Sako, raggiunto telefonicamente in Iraq da
Alessandro Gisotti:
**********
R. – Abbiamo cancellato tutto
ciò che è esteriore per ragioni di sicurezza, ma le chiese sono piene, tanta
gente viene a pregare, tranquillamente e comunque. In questa Settimana Santa
abbiamo ricevuto un gruppo di padri libanesi, che sono venuti per aiutarci e
darci un po’ di coraggio per continuare. Abbiamo incominciato la settimana con
un raduno di cristiani e musulmani, su come fare per vivere insieme. Erano
tanti: uomini politici, responsabili della cosa pubblica, e anche
intellettuali. Non faremo gli auguri per la festa, ci limiteremo a pregare
nelle chiese.
D. – Mons. Sako, quali sono le
sue speranze per questa Pasqua e per il futuro?
R. – Noi, come cristiani, siamo
figli della speranza nella Risurrezione. Questa situazione non può continuare!
Sono sicuro che il futuro dell’Iraq sarà molto migliore. Piano piano ... il
grande problema è la sicurezza, ma anche questa verrà. Bisogna avere fiducia e
pazienza ...
**********
Nelle Filippine il triduo pasquale si sta
svolgendo, purtroppo, sotto la minaccia di attentati da parte degli estremisti
islamici. Tuttavia, un missionario del Pime intervistato dall’agenzia AsiaNews
ha raccontato che anche se “le chiese sono presiediate da soldati armati”, sono
“affollatissime di fedeli” e “molta gente partecipa alle funzioni”.
A Cuba, il cardinale Ortega ha guidato la Via
Crucis: partiti dal convento del Santissimo Salvatore di Santa Brigida, i
fedeli hanno raggiunto la Chiesa del Cristo del buon viaggio nel centro storico
dell'Avana. Qui il porporato ha pregato per la salute del Papa. Immagini della
Madonna e di Gesù sono state portate a spalla dai fedeli assieme ad un’enorme
croce di legno.
Infine, a New York, oltre 2 mila persone hanno preso parte per il decimo
anno consecutivo ad una Via Crucis sul ponte di Brooklyn. I fedeli hanno
raggiunto Ground Zero per ricordare le vittime dell'11 settembre 2001. Ai
partecipanti è giunta la benedizione del Papa. La processione è stata organizzata
da Comunione e Liberazione.
Domani 27 marzo, solennità della Pasqua di
Risurrezione, la liturgia ci presenta il Vangelo di Giovanni in cui Maria di
Màgdala, nel
giorno dopo il sabato, si reca al sepolcro di buon mattino, e vede che la
pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corre allora da Pietro e dal
discepolo che Gesù amava, e dice loro:
“Hanno portato via il Signore dal sepolcro e
non sappiamo dove l'hanno posto!”.
I due discepoli corrono al sepolcro per vedere quanto successo. Non
avevano infatti ancora compreso la Scrittura, cioè che Gesù doveva risuscitare
dai morti. Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo
gesuita, padre Marko Ivan Rupnik:
**********
La pietra che la Maddalena di
buon mattino ha trovato rotolata via dalla tomba del Signore, libera la nostra
vita dalla banalità. Una vita vissuta nell’ottica di una tomba chiusa, con una
pietra pesante e con un cadavere dentro, è una vita banale. Poco importa come
la si viva. Chi è onesto, mite, buono e misericordioso finisce nella stessa
tomba; si putrefà come chi è stato ladro, violento, possessivo e ingiusto. E questo
rende la vita dell’uomo inutile. La pietra rotolata definitivamente sulla tomba
azzera ogni senso della vita, annulla gli sforzi del bene e di fatto fa trionfare
il male e il nulla. La pietra rotolata via, invece, getta una luce di verità al
di qua della tomba. Il Cristo che torna dalla morte fa vedere in modo incontestabile
che la verità della vita prima della tomba è l’amore, perché solo l’amore
supera la morte. Dall’annuncio della Maddalena che la pietra è stata rotolata
via, ognuno trova la certezza che si può vivere per risuscitare.
**********
=======ooo=======
26 marzo 2005
ESTREMO TENTATIVO PER SALVARE LA VITA A TERRI
SCHIAVO.
I GENITORI HANNO PRESENTATO IERI L’ENNESIMO
RICORSO PER FAR RIPRENDERE
L’ALIMENTAZIONE E L’IDRATAZIONE ARTIFICIALI DELLA
FIGLIA
- A cura di Paolo Mastrolilli -
**********
NEW YORK. = “Terri sta vivendo
le sue ultime ore”. Era visibilmente commosso Bob Schindler, il padre della
donna cerebrolesa che da ormai otto giorni non riceve più l’alimentazione,
quando ieri ha lanciato questo allarme. Voleva mettere pressione sui giudici e
sul governatore della Florida, Jeb Bush, che ancora potrebbero salvarla. Ieri
la Corte di Appello federale di Atlanta ha respinto un nuovo ricorso, ma i
familiari di Terri ne hanno presentato un altro al magistrato statale della
Florida, sostenendo che la donna ha manifestato la volontà di continuare a
vivere. Gli avvocati dei suoi genitori hanno detto che quando i medici hanno
staccato i tubi dell’alimentazione, lei ha reagito pronunciando delle parole
che suonavano come la frase “Voglio vivere”. Il giudice di primo grado Greer,
lo stesso che aveva ordinato di interrompere la somministrazione del cibo, ha
ascoltato il ricorso e si è impegnato a rispondere entro oggi. All’esterno
dell’ospizio dove si trova Terri, intanto, sale la tensione. Un uomo è stato
arrestato perché voleva entrare nell’edificio con una pistola, mentre l’FBI ne
ha fermato un altro che aveva offerto una taglia a chi avesse ucciso il giudice
Greer e il marito della donna che ha chiesto di lasciarla morire. La vicenda
sta avendo anche un impatto politico sul presidente Bush, la cui popolarità nei
sondaggi è scesa al minimo dall’inizio del suo mandato.
**********
LA
CHIESA IN PARAGUAY VUOLE TRACCIARE NUOVE LINEE DI AZIONE PASTORALE
PER RISPONDERE ALLE
REALI NECESSITA’ DEI FEDELI. A GUIDARE LA CONSULTAZIONE NAZIONALE UN SUSSIDIO
SUL TEMA “PARLA SIGNORE, LA TUA CHIESA
TI ASCOLTA!”
ASUNCION. = Dinanzi alla preoccupante realtà
nazionale, segnata da una crescente povertà, dall’allontanamento dei fedeli,
dalla disgregazione familiare e dall’aumento della corruzione e della violenza,
la Conferenza Episcopale del Paraguay (CEP) si è interrogata sulla reale incidenza
della sua azione pastorale nella vita e nell’impegno della comunità cristiana.
E’ stato, quindi, deciso di lanciare una Consultazione nazionale per capire ciò
che pensa e che si attende il popolo dalla Chiesa. I risultati della
Consultazione permetteranno di tracciare alcune linee comuni di azione
pastorale. Nell’iniziativa, riferisce l’agenzia Fides, sono state coinvolte
tutte le comunità cristiane. Mons. Juan Bautista Gavilán Velásquez, vescovo di
Coronel Oviedo, ha, inoltre, sottolineato che anche i non cattolici sono
invitati a partecipare all’incontro. La Consultazione, che si svolgerà su tutto
il territorio nazionale, si realizzerà attraverso un documento presentato in
occasione della recente celebrazione della 173.esima Assemblea Plenaria della CEP.
Il sussidio, intitolato “Parla Signore, la tua Chiesa ti ascolta!”, è stato
inviato alle diverse diocesi e parrocchie e propone alcuni temi di riflessione
abbinati a domande per partecipare e dare il proprio contributo. (B.C.)
NELLE
FILIPPINE, LE SPERANZE DI PACE A JOLO SI ALLONTANANO
E LA GENTE TEME PER IL PROPRIO FUTURO: LA
DENUNCIA DEI MISSIONARI OBLATI,
CHE CHIEDONO UN’INDAGINE
SUI RECENTI SCONTRI
SCOPPIATI TRA GOVERNATIVI ED ESTREMISTI ISLAMICI
JOLO. = Gli Oblati di Maria Immacolata (OMI), presenti
da decenni a Jolo e in altre località del sud delle Filippine, hanno richiesto
un’indagine indipendente sui recenti scontri tra governativi ed estremisti
islamici nell’isola, sul ritorno degli sfollati alle proprie case e sulla
ricostruzione di strutture e servizi danneggiati dalle violenze. “Le speranze
dei residenti in una vita normale e libera da violenza e paura – si legge in un
comunicato dei missionari – sono state di nuovo scosse, e quelle di un ambiente
pacifico per i loro figli sono state offuscate dalle ostilità” tra esercito e
Fronte di liberazione nazionale Moro (MNLF), gruppo islamico firmatario nel
1996 della pace con Manila, ma tornato a sollevarsi meno di un mese fa in nome
del suo ex-capo oggi in carcere, Nur Misuari. Oltre ad invocare giustizia e
aiuti per gli abitanti di Jolo, riferisce l’agenzia Misna, i missionari
chiedono la revisione degli accordi di pace del 1996, “per correggere le lacune
contenute nel testo e affrontare i nuovi problemi”. Pur essendo le Filippine a
maggioranza cattolica (l’unico Stato in Asia insieme con Timor Est), nel
meridione esiste una significativa presenza musulmana e sono attivi alcuni
gruppi estremisti, tra cui il piccolo ma radicale “Abu Sayyaf”. (B.C.)
OLTRE
UN MILIONE DI BAMBINI IN KENYA NON HA ANCORA ACCESSO
ALL’ISTRUZIONE. LO
RIVELA UN RAPPORTO PRESENTATO IERI A NAIROBI.
LA POVERTA’ RESTA IL
MAGGIORE OSTACOLO DA SUPERARE NEL PAESE AFRICANO
NAIROBI. = Solo 20 scolari su 100 imparano a
leggere a scuola, sei su dieci si fermano alle elementari e oltre un milione di
bambini keniani non hanno ancora accesso all’istruzione. E’ la drammatica
realtà che emerge da un rapporto dei donatori internazionali, presentato ieri a
Nairobi. Il documento individua la diffusa povertà come causa di abbandono
scolastico dei bambini o come ostacolo alla normale frequenza alle lezioni. Pur
riconoscendo l’impegno nel settore scolastico del governo del presidente Mwai
Kibaki, i donatori sottolineano che il sistema presenta ancora molti punti
deboli. “Meno del 20 per cento degli studenti ha acquisito sufficienti capacità
di lettura”, si legge nel documento, che, comunque, rileva l’aumento di 1,3
milioni di alunni negli ultimi due anni. I donatori, tra cui il Fondo mondiale
per l’infanzia dell’Onu (UNICEF), la Banca mondiale e la Svezia, chiedono,
dunque, alle autorità di Nairobi di prestare attenzione al crescente fenomeno
dei “drop out”, quanti, vale a dire, abbandonano le scuole prima di aver
completato il ciclo di studi. (B.C.)
SI E’ RINNOVATA ANCHE QUEST’ANNO LA TRADIZIONALE
CELEBRAZIONE
DEL SABATO SANTO NELLA BASILICA ROMANA DI SANTA
MARIA MAGGIORE.
NUMEROSI I FEDELI CHE HANNO PARTECIPATO ALL’“ORA
DELLA MADRE”
- A cura di Giovanni Peduto -
ROMA. =
Questa mattina, Sabato Santo, seguendo una tradizione collaudata da molti anni,
nella patriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma, è stata celebrata
“L’Ora della Madre”, l’Ora cioè della fede dolorosa di Maria e della sua
trepida attesa della Risurrezione di Gesù. La funzione è stata presieduta
dall’arciprete della Basilica, il cardinale Bernard Francis Law. I canti sono
stati eseguiti dalla Corale “Jubilate Deo”, diretta da suor Maria Dolores Aguirre,
con la partecipazione attiva dell’assemblea dei fedeli. Questa celebrazione ha
le sue radici tanto nella liturgia bizantina quanto nell’antica tradizione liturgica
latina. Il Sabato Santo, infatti, è la matrice di quella catena di sabati
dedicati alla Vergine, che nel rito latino prolungano per tutto l’anno
liturgico la sua materna presenza di fede e di amore. Ma il rito celebrato a
Santa Maria Maggiore attinge testi e ispirazione anche dalla Chiesa bizantina,
la quale veglia tutta la notte del Venerdì Santo e fino al mattino del Sabato
Santo davanti all’immagine di Cristo sepolto, posta solennemente sull’altare:
vescovi, sacerdoti, monaci e fedeli sono affluiti numerosi per partecipare con
commossa devozione ai lunghi notturni che cantano il compianto della Vergine
Madre e delle pie donne davanti al sepolcro del Signore. L’“Ora della Madre” a
Santa Maria Maggiore ne è stata eco e prolungamento, immettendo nella nostra
più austera pietà occidentale un afflato lirico e insieme altamente teologico
con i tropari e le antifone in canto della liturgia bizantina. E’ dunque un
giorno santo, nel quale la Chiesa cattolica gode di respirare con i suoi due
polmoni, l’Oriente e l’Occidente. In un momento storico, in cui si prolungano
inquietanti le ombre del terrore, il Sabato Santo ci apre nella luce di Maria
uno spazio di speranza. La Madonna del Sabato Santo, che, credendo contro ogni
evidenzia e sperando contro ogni speranza, si protese al futuro non di un
evento, ma della storia intera, che la Risurrezione di Cristo illumina e
rinnova, è paradigma indubitato della nostra fede in Dio che tutto può e della
nostra speranza in un domani, che sarà sempre di Cristo, il Risorto. In
quest’anno poi, dedicato al mistero dell’Eucaristia, l’immagine di Maria, che
nonostante le smentite degli eventi seppe da sola indubitatamente credere alle
parole del suo Figlio, che preannunciava: “Dopo tre giorni io risorgerò” e ne
attese sicura il compimento, diventa modello per credere alle parole
eucaristiche di Gesù: “Questo è il mio corpo…Fate questo in memoria di me”,
anche noi come Lei certi che le parole del Signore operano ciò che esprimono.
La Vergine del Sabato Santo accompagna tutti i suoi figli sulle vie della fede
e della Vita, nell’oggi della storia e fino alla Pasqua eterna con Gesù
Risorto.
E’ SALITO A 118 MORTI IL BILANCIO DELLE VITTIME
DELLA TERRIBILE EPIDEMIA
CHE HA COLPITO L’ANGOLA. TUMULATA A LUANDA LA
PEDIATRA ITALIANA MORTA
NEL PAESE AFRICANO PROPRIO PER LA FEBBRE
EMORRAGICA
LUANDA. = E’ stata seppellita in
un cimitero di Luanda, secondo le sue ultime volontà, la pediatra italiana
Maria Bonino, morta giovedì in Angola a causa della febbre emorragica che ha
già provocato 118 vittime nella provincia nord-orientale di Uige. Lo ha
riferito all’agenzia MISNA Anna Talami della direzione del CUAMM,
l’organizzazione non governativa Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari
- Medici per l’Africa di Padova per la quale lavorava la pediatra. “La dottoressa
Bonino – ha precisato – aveva chiesto di essere tumulata in Africa, il continente
al quale si è dedicata per molti anni”. Prima di arrivare in Angola, la donna
aveva lavorato in Burkina Faso, Tanzania e Uganda e avrebbe dovuto partire
presto per l’Etiopia. L’epidemia di febbre emorragica è provocata dal virus di
Marburg, simile al più tristemente noto Ebola. “Il tasso di mortalità
conosciuto di questo virus è del 25-35 per cento – ha dichiarato ancora la
dottoressa Talami – ma non si era mai verificata un’epidemia con oltre 100
morti”. “Stamani è morta un’altra
infermiera”, ha proseguito, precisando che il bilancio sale così a sei vittime
tra il personale medico e paramedico: quattro infermieri locali, la pediatra
italiana e un altro dottore asiatico, probabilmente coreano. (B.C.)
=======ooo=======
26 marzo 2005
- A cura di Amedeo Lomonaco -
Resta alta la tensione nel Kirghizistan dopo l’uscita di scena del
presidente filo-russo Akayev, forse rifugiatosi in Kazakhstan. Né la nomina di
un presidente ad interim, l’ex premier Bakayev, né l’annuncio di nuove elezioni
– fissate il prossimo 26 giugno – sono bastati a consolidare il potere
dell’op-posizione: una
colonna di sostenitori del deposto presidente Askar Akayev sta marciando,
infatti, verso la capitale kirghiza, Bishkek, per una manifestazione in favore
di Akayev. E nella notte
si sono registrate nuove violenze che hanno provocato la morte di almeno due
persone. Il servizio di Giuseppe D’Amato:
**********
Per tutta la notte, vandali,
polizia e volontari anti-saccheggio si sono fronteggiati per le strade di
Bishkek: dalle 18 alle 6 del mattino è entrato in vigore il coprifuoco. Il
problema sicurezza è il primo delle urgenze. Il nuovo responsabile dell’ordine
pubblico, Felix Kulov, ha precettato in servizio i poliziotti minacciandoli di
licenziarli. Il cattivo tempo ha limitato i disordini. Il neo leader Bakayev si
è impegnato a creare le condizioni per il ritorno del presidente Akayev,
rimarcando però la sua impopolarità. Una persona che fugge dal proprio Paese -
ha aggiunto Akayev - non ha il diritto morale di guidarlo. In un comunicato,
Akayev ha definito la presa di potere a Bishkek come un colpo di Stato. Il presidente
ha ribadito che non si è dimesso e che ha temporaneamente lasciato il Paese per
evitare un bagno di sangue.
Per la Radio Vaticana, Giuseppe
D’Amato.
**********
L’ondata
delle manifestazioni di protesta nelle ex repubbliche sovietiche potrebbe arrivare
anche in Bielorussia. Centinaia di rappresentanti dell’opposi-zione sono scesi
in piazza per commemorare l’anniversario della fondazione dello Stato e
chiedere le dimissioni del presidente Alexander Lukashenko. La polizia è
intervenuta per disperdere i manifestanti. Un centinaio le persone arrestate.
In Iraq, almeno due soldati americani sono morti
oggi a Baghdad in seguito all’esplosione di un’autobomba. Un altro militare
statunitense è rimasto ucciso ieri durante un’operazione nella turbolenta provincia
occidentale di Al-Anbar. Intanto, un raid condotto congiuntamente da forze
americane e irachene ha portato all’arresto di 131 persone sospettate di
pianificare attentati contro la città santa di Kerbala.
In
Afghanistan, quattro soldati americani sono rimasti uccisi per l’esplosione di
una mina posta sul ciglio di una strada. La deflagrazione è avvenuta ad una
quarantina di chilometri a sud-ovest di Kabul. Dopo questo incidente, sono
sette i militari statunitensi morti dall’inizio dell’anno nel Paese asiatico.
Gli
Stati Uniti si apprestano a vendere al Pakistan aerei da com-battimento F-16.
L’operazione, secondo fonti americane, è legata alla collaborazione offerta dal
presidente pakistano Musharraf nella lotta al terrorismo dopo gli attacchi
dell’11 settembre 2001. La decisione, però, irrita l’India che vede minato
l’equilibrio militare in Asia.
In
Libano, il governo ha formalmente accettato che sia una commissione incaricata
dalle Nazioni Unite ad indagare sull’attentato costato la vita all’ex premier
Hariri. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri, Mahmoud Hamoud. Intanto, non
è ancora stata stabilita la data per il ritiro definitivo della Siria dal Paese
dei Cedri.
Una
grande manifestazione si è svolta stamani a Taipei per protestare contro la legge
cinese che consentirebbe un eventuale intervento di Pechino per impedire a
Taiwan di dichiarare l’indipendenza. Al corteo, che si è snodato attraverso
dieci strade della capitale, ha partecipato circa un milione di persone, tra le
quali anche il presidente taiwanese Chen.
Il maremoto dello scorso 26 dicembre ha ucciso, nel
sud est asiatico, molte più donne che uomini. Lo rileva una ricerca condotta in
India, in Indonesia e nello Sri Lanka dall’organizzazione britannica ‘Oxfam
International’. Secondo questa ONG, le donne sono state più colpite dalle
onde anomale perché erano in spiaggia in attesa del rientro degli uomini usciti
in mare. In alcune regioni il numero delle donne rimaste uccise è addirittura
quattro volte superiore a quello degli uomini. “Questo impatto sproporzionato –
ha valutato Becky Buell, direttrice dell’Oxfam – determinerà gravi
conseguenze”. Nelle regioni colpite dalla catastrofe e soprattutto all’interno
dei campi profughi sono frequenti i casi di stupri, violenze e matrimoni forzati.
=======ooo=======