RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
77 - Testo della trasmissione di venerdì 18
marzo 2005
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
Oggi
l’ultima predica di Quaresima di padre Raniero Cantalamessa per la famiglia
Pontificia
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Pubblicato il comunicato finale dell’assemblea
speciale per l’Europa del Sinodo dei vescovi
In Iraq i curdi alzano
la posta con gli sciiti chiedendo tre importanti ministeri. Nei pressi di
Kirkuk ucciso un generale cristiano
I drastici cambiamenti climatici e la preoccupante
deforestazione dell’Africa al centro del secondo giorno del G8 su Ambiente ed
Energia. Intervista con il gesuita Paolo Foglizzo.
18
marzo 2005
TESTIMONI
CREDIBILI DI CRISTO, TESTIMONI FEDELI DEL MISTERO EUCARISTICO
IN OGNI COMUNITA’ CRISTIANA, IN UN TEMPO CHE SMARRISCE
LE SUE RADICI:
COSI’ IL PAPA NELLA LETTERA AI SACERDOTI PER IL
GIOVEDI’ SANTO,
SCRITTA DURANTE LA DEGENZA AL GEMELLI
- Servizio di Alessandro De Carolis -
Per il sacerdote, la celebrazione
dell’Eucaristia non è solo una “formula consacratoria”, ma deve essere una
“formula di vita”. E’ l’affermazione di partenza della 24.ma Lettera che
Giovanni Paolo II ha scritto ai sacerdoti per il Giovedì Santo, durante la sua
convalescenza al Policlinico Gemelli. La riflessione del Pontefice scaturisce
in un momento particolare di patimenti fisici quando, scrive il Papa stesso,
“ammalato tra gli ammalati” unisco “nell’Eucaristia la mia sofferenza a quella
di Cristo”. Il documento è stato presentato questa mattina in Sala Stampa
vaticana dai vertici dalla Congregazione per il Clero, guidati dal cardinale
Darío Castrillón Hoyos. Il servizio di Alessandro de Carolis.
**********
Un uomo grato a Dio, donato alla
gente che serve, che annuncia la salvezza di Cristo con ardore missionario, che
vive nella memoria del mistero che celebra ed ha coscienza della sacralità
della sua vocazione, costantemente proteso verso Cristo e verso Maria “Donna
eucaristica”. Sei angolazioni da cui guardare il ministero del sacerdote, oggi.
Nella sua Lettera per il Giovedì Santo, il Papa ritorna sul concetto di
sacerdote come alter Christus.
Anzitutto, osserva, in un uomo consacrato a Dio nel ministero dell’Ordine deve
trovare spazio “un animo costantemente grato”, sia per il dono della fede che
per quello della specifica vocazione. Come Cristo, anche il sacerdote deve
sapersi donare “con verità e generosità” alla sua comunità e nell’obbedienza al
suo vescovo. Un punto, questo, che il cardinale Castrillón Hoyos ha sottolineato
durante la conferenza stampa:
“Si tratta di una donazione
della nostra autonomia, anche di quella legittima, di una donazione contro la
quale si ribella la cultura attuale che pretende la autorealizzazione della
ragione svincolata da ogni limite. Perché l’obbedienza è anche umiltà della
intelligenza”.
Nel presentare il documento di
Giovanni Paolo II, il cardinale Castrillón Hoyos ha
posto in risalto la malattia del Pontefice come silenzioso momento di
insegnamento e di saggezza. Dalla “sua Croce” di sofferenza, ha detto il
porporato, “il Papa addita ad ogni sacerdote l’insondabile dignità,
conferitagli dall’Ordinazione, di poter pronunciare le parole della
Istituzione del mistero eucaristico in persona Christi, e di ricevere la
capacità di trasformare la propria esistenza sacerdotale in un dono radicale
per la Chiesa e per l’umanità”.
**********
IL PAPA INVITA I GIOVANI ALL’ADORAZIONE E
ALL’INTIMA COMUNIONE CON GESU’ EUCARISTIA:
IERI
IN COLLEGAMENTO VIDEO CON SAN GIOVANNI IN LATERANO HA SALUTATO E BENEDETTO I 15
MILA RAGAZZI RADUNATI IN VISTA
DELLA
GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU’
Un
forte appello all’Adorazione e all’intima comunione con Gesù Eucaristia per
essere apostoli autentici ed efficaci. E’ quanto espresso nel messaggio che il
Papa ha inviato agli oltre 15 mila giovani delle diocesi di Roma e del Lazio,
riuniti ieri pomeriggio nella Basilica romana di San Giovanni in Laterano per
il consueto appuntamento di preghiera, che precede la Domenica delle Palme. Il
Papa ha salutato e benedetto i giovani in collegamento video. L’evento, guidato
dal cardinale vicario Camillo Ruini, si è svolto in preparazione alla Giornata
Mondiale della Gioventù che si celebra a livello diocesano la Domenica delle
Palme e a livello internazionale il prossimo agosto a Colonia. Ai giovani sono
stati consegnati un lume simbolico e una preghiera quotidiana perché si
facciano missionari tra i loro coetanei. Il servizio di Gabriella Ceraso.
**********
(musica)
Giovanni Paolo II ha seguito
l’incontro tramite la televisione. Quindi in collegamento video ha salutato e
benedetto i ragazzi mentre il cardinale Ruini leggeva un messaggio loro rivolto
dal Pontefice. Ripetiamo con San Tommaso d’Aquino – ha scritto il Papa – “Gesù,
ti adoro nascosto nell’Ostia”, ed ha invitato i giovani a confidare nel
Sacramento dell’Eucaristia in un’epoca di odi e instabilità familiari:
“Aiutaci, Gesù,
a capire che per fare nella tua Chiesa anche nel campo tanto urgente della nuova
evangelizzazione, occorre imparare anzitutto ad essere, a stare cioè con te in
adorazione. Solo da un’intima comunione con Te scaturisce l’azione apostolica
autentica, efficace, vera”.
E loro, gli amati giovani, hanno
risposto subito offrendo l’adorazione perché il Papa guarisca presto e
dichiarandosi pronti, come lui vuole, a mettere l’Eucaristia al centro della
loro vita non a parole, ma con i fatti. Così, quando il Santissimo Sacramento è
stato posto sull’altare dopo i saluti e la lettura del Vangelo, in un ideale
parallelo con i Magi, descritto nel messaggio per la Gmg, i giovani – giunti
dalle vie più diverse – si sono prostrati e hanno offerto in dono le loro
esperienze di vita. Tra canti e preghiere, una coppia di fidanzati ha offerto
l’oro, simbolo – come dice il Papa – della libertà di seguire Cristo per amore:
“Oggi
ringraziamo insieme a te, Signore, per averci offerto la tua vita, la tua luce;
ci siamo messi insieme alla tua sequela ed abbiamo riscoperto la bellezza di
donarci l’uno all’altra”.
Poi, l’offerta dell’incenso che
sale a Dio come preghiera di lode, scrive il Papa, raccontata dall’esperienza
di Raffaella:
“Per la prima volta, in
ginocchio davanti a te, al tuo corpo vivo che è l’Eucaristia, ho trovato la
risposta a tutte le mie domande; tutto quello che stavo cercando, eri tu!”.
Ed
infine, il dono della mirra che – il Papa scrive – è la gratitudine per chi ci
ha amato fino alla morte, testimoniata da suor Manuela:
“Tu eri lì, Gesù, alla porta del
convento, che mi aspettavi, ed io ero finalmente arrivata per essere anch’io
sacrificio vivente gradito a Dio, nostro Padre”.
Filo conduttore di tutta la
preghiera è stato dunque il messaggio del Papa per l’appuntamento di Colonia;
ma a guidare i giovani sul significato dell’adorazione c’è stato l’intervento
di padre Daniel Ange, monaco francese, fondatore di una scuola di preghiera, la
“Luce della giovinezza”:
“Questa sera,
noi siamo i discendenti dei Santi Re Magi, per adorarlo, contemplarlo, amarlo!
Hanno visto un bambino povero, hanno adorato il loro Re!”.
Alternando momenti di profondo
silenzio a meditazioni e a preghiere comuni, l’incontro è giunto al termine e
sulle note del “Tantum Ergo”, i giovani hanno affidato al cardinale Camillo
Ruini l’icona dei Magi, un dono per il Papa in segno di affetto e di speranza
di incontrarlo a Colonia, quest’estate.
(canti)
**********
Ma cosa rappresenta il momento
dell’Adorazione eucaristica per i giovani di Roma e del Lazio? Ascoltiamoli, al
microfono di Roberta Moretti, al termine della veglia di ieri:
**********
R. – E’ uno stare di fronte ad
una Persona che ha dato la vita per me e che è il senso vero di te stesso e
quindi è ritrovare, in un certo senso, il proprio essere.
R. – Rappresenta
un momento di pace, dopo tutta questa vita un po’ frenetica che viviamo oggi.
R. – Un momento di intimità con
la parte più profonda di me, senza prestare ascolto al traffico delle macchine
o al rumore della gente. C’è molta più pace nel silenzio e nella
contemplazione.
R. – Rappresenta il centro di
tutta la vita cristiana, cioè il momento in cui uno veramente si ricarica
spiritualmente e quindi trova la forza di andare avanti e superare le varie
difficoltà della vita ed i problemi.
R. – Ritrovare me stesso nella
parte più buona che ho dentro di me.
R. – Per me è un incontro vitale
con Gesù vivo e vero. E’ come un cercare di entrare nel Suo corpo per diventare
Cristo.
**********
NELLA
QUARTA PREDICA DI QUARESIMA PADRE CANTALAMESSA INDICA NELL’EUCARISTIA, IL PIU’
SACRO E LAICO DEI SACRAMENTI,
DOVE SI RACCOGLIE ED OFFRE A DIO
TUTTO IL DOLORE E LA GIOIA DELL’UMANITA’
“L’Eucaristia e il ritorno delle
creature a Dio”: è il tema sviluppato da padre Raniero Cantalamessa, nella
quarta predica di Quaresima alla Famiglia pontificia, tenuta stamane nella
Cappella Redemptoris Mater in Vaticano. Al centro della riflessione
l’ultima strofa dell’Inno eucaristico Adoro te devote, che ha ispirato
l’intero ciclo delle prediche quaresimali. Il servizio di Roberta Gisotti.
**********
L’Eucaristia,
- ha osservato padre Cantalamessa - è “il più sacro e, nello stesso tempo, il
più laico dei sacramenti”, che “ricapitola e unifica ogni cosa”, che
“riconcilia tra loro materia e spirito, natura e grazia, sacro e profano”:
“Non è
solo dei credenti, ma di tutti. E’ il vero ‘cantico delle creature’”.
Padre
Cantalamessa si è soffermato sulla “dimensione escatologica che accompagna
l’Eucaristia fin dal suo nascere”, quale “anticipo del banchetto finale del
regno”.
“E’ il
modo stesso di presenza di Gesù nel sacramento che fa nascere nel cuore
l’attesa e il desiderio di qualcos’altro”.
Ma
“l’Eucaristia non si limita a suscitare il desiderio della gloria futura ma ne è
anche il pegno”, “come la manna, nutrimento di coloro che sono in cammino verso
la terra promessa” “è il sacramento che a noi pellegrini sulla Terra rivela il
senso cristiano della vita” e “ci permette di gustare, già ora, le primizie
della vita eterna”.
E’ come
una finestra aperta attraverso la quale il mondo futuro fa irruzione nel
presente, l’eternità entra nel tempo e le creature iniziano il loro ‘ritorno a
Dio’. E dunque “l’intera attività umana e la stessa creazione – ha osservato
padre Cantalamessa - fanno ritorno a Dio grazie all’Eucaristia”.
“Nel
pane e nel vino, ‘frutti della terra e del lavoro dell’uomo’ è la materia
stessa – sole, terra, acqua – che viene presentata a Dio sull’altare e
raggiunge il suo fine ultimo che è di proclamare la gloria del Creatore”.
Attraverso
il pane e il vino – ha spiegato infine il predicatore della Casa pontificia –
“arriva sull’altare anche il lavoro umano”, e attraverso questo “l’Eucaristia
estende la sua azione all’intero cosmo”.
“Nulla
vi è – possiamo aggiungere – che non trovi un’eco nell’Eucaristia. In essa
viene raccolto e offerto a Dio, nello tempo, tutto il dolore, ma anche tutta la
gioia dell’umanità”.
**********
OGGI, GIORNATA
CONCLUSIVA DELLA CONFERENZA IN VATICANO DAL TITOLO:
“L’APPELLO ALLA GIUSTIZIA: L’EREDITA’ DELLA GAUDIUM
ET SPES A 40 ANNI DALLA PROMULGAZIONE”
- Intervista con Rubens Ricupero -
“Attraverso il lavoro, l’uomo
compie il piano di Dio per sradicare carenze e povertà dalla Terra”. Così,
l’economista Guy Andrè Pognon, presidente del Consiglio d’amministrazione della
Banca Regionale di Solidarietà del Benin, intervenendo stamani in Vaticano,
nella giornata conclusiva della conferenza del Pontificio Consiglio Giustizia e
Pace, dal titolo: “L’appello alla giustizia: l’eredità della Gaudium et Spes a 40 anni dalla
promulgazione”. Studiosi di oltre 30 Paesi, in 5 sessioni plenarie e incontri
seminariali, rileggono il documento conciliare in relazione alla realtà
sociale, politica ed economica di oggi. Il servizio di Roberta Moretti:
**********
“Quell’ingente sforzo col quale
gli uomini, nel corso dei secoli, s’impegnano per migliorare le loro condizioni
di vita, corrisponde alle intenzioni di Dio”. Pognon parte da questa frase
della Gaudium et Spes per spiegare come il lavoro, risorsa originaria
dell’economia e dei processi di produzione, rappresenti lo strumento affidato
da Dio all’uomo per sradicare carenze e povertà dalla Terra. Uno strumento
essenziale per la realizzazione della dignità umana e della giustizia, tendente
però a degenerare quando la produttività diventa fine a se stessa. Ecco allora
che il lavoro diventa sfruttamento, alienazione, mezzo di potere e di violenza.
“E’ un’economia disumanizzante - spiega Pognon - che si oppone ai valori del
Regno di Dio” e va “contro la verità dell’uomo e alle sue finalità naturali”,
ovvero, “di realizzarsi secondo la pienezza della sua vocazione”.
E dell’attualità
della ‘Gaudium et Spes’ ha parlato ieri anche il professor Rubens
Ricupero, già segretario generale dell’UNCTAD, la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo. In
particolare il relatore si è soffermato sul richiamo alla giustizia sociale ed
economica, contenuto nel documento conciliare, di fronte ai grandi squilibri
Nord-Sud del Pianeta. Ma perché ancora oggi, all’alba del Terzo
Millennio, la comunità internazionale non affronta con decisione i drammatici
problemi della povertà e della fame che affliggono in modo estremo almeno un
miliardo di persone? Giovanni Peduto lo ha chiesto allo stesso Rubens Ricupero:
R. – Io direi in primo luogo
perché l’esortazione della “Gaudium et Spes” non è stata veramente
seguita dai Paesi che hanno i mezzi per combattere la miseria. Il documento ha
detto in maniera molto chiara che è dovere morale dei Paesi ricchi aiutare i Paesi
più poveri a trovare un mondo più giusto, non soltanto attraverso l’aiuto allo
sviluppo economico, ma soprattutto attraverso la riforma delle strutture del
commercio e dell’economia mondiali. Il documento è stato chiarissimo in questo
punto, e fino adesso non abbiamo potuto avere un vero sostegno da parte di
quelli che hanno il potere di cambiare le cose, per esempio nei negoziati
commerciali.
D. – Paesi poveri e Paesi
ricchi: cosa possono fare di nuovo per cambiare in meglio il mondo?
R. – Lo dirò con una parola: la
solidarietà dev’essere indivisibile.
Non si può chiedere ai poveri una solidarietà contro il terrorismo
internazionale o contro le armi atomiche di Paesi pericolosi, e allo stesso
tempo negare questa solidarietà contro la miseria, contro l’inquinamento,
contro il problema del cambiamento climatico, contro – per esempio – le
questioni economiche del commercio, per dare un esempio molto chiaro. Come ci
si può aspettare una solidarietà agli Stati Uniti per combattere il terrorismo
da parte dei Paesi che sono tra i più poveri nel mondo, come il Benin, il Mali,
il Burkina Faso, Paesi dove il cotone è la principale base dell’economia e
questa economia viene distrutta dai sussidi con cui il governo americano
favorisce i suoi agricoltori, ricchissimi negli Stati Uniti, a svantaggio di
questi Paesi? Come si può avere una solidarietà che sia veramente indivisibile,
dai ricchi verso i poveri ma anche dai poveri verso i ricchi? Questa
indivisibilità della solidarietà è quello che a mio parere manca ancora molto
nel mondo e che era richiesta dal documento del Concilio.
**********
NOMINE
Nella Repubblica Democratica del
Congo (RDC), Giovanni Paolo II ha nominato vescovo di Kilwa-Kasenga il sacerdote Fulgence Muteba Mugalu, del clero
di Kongolo, finora segretario generale della Conferenza episcopale nazionale.
Il nuovo vescovo ha 43 anni ed
ha studiato in patria e in Canada, ottenendo la laurea in Teologia
Pastorale all'Università di Montreal. E’ stato, tra l’altro, professore di
Teologia a Lubumbashi ed alle Facoltà Cattoliche di Kinshasa, coordinatore
della Commissione diocesana per la Giustizia e la Pace della Provincia
ecclesiastica di Lubumbashi, oltre che membro della Commissione per la dottrina
della fede della CENCO.
La Diocesi di Kilwa-Kasenga,
eretta nel 1962, ha una superficie di 54 mila kmq, con 442 mila abitanti, dei
quali 130 mila cattolici, distribuiti in 74
parrocchie e serviti da 26 sacerdoti,
8 religiosi, 30 religiose, 20 seminaristi maggiori.
Sempre
nella RDC, il Papa ha nominato vescovo di Manono il sacerdote Vincent De Paul
Kwanga Njubu, del clero di Kongolo, finora direttore nazionale delle Pontificie
Opere Missionarie nel Paese. Il neo presule, 49 anni, ha compiuto gli studi in
patria e a Roma, alla Gregoriana, ottenendo la Laurea in Diritto Canonico. Ha
svolto, tra gli altri, il ministero di parroco, di vicario Giudiziale, di
professore di Diritto Canonico al Teologato St. Paul di Lubumbashi.
La Diocesi di Manono, eretta nel
1971, ha una superficie di 45 mila kmq. Conta circa 300 mila abitanti, metà dei
quali cattolici, con 15 parrocchie, 44 sacerdoti, una religiosa, 9 seminaristi
maggiori.
In
Thailandia, il Pontefice ha nominato vescovo di Ratchaburi il sacerdote John
Bosco Panya Kritcharoen, parroco a Chombung e direttore del Centro di
evangelizzazione. Il 56.enne mons. Panya
Kritcharoen ha svolto gli studi in patria e negli USA. E’ stato, tra l’altro,
parroco, rettore del Seminario minore diocesano, presidente della Commissione
per l'Evangelizzazione dei Popoli e della Pastorale degli operatori sanitari.
La
Diocesi di Ratchaburi, anno di creazione 1969, ha una superficie di 31 mila
kmq. e conta oltre 2 milioni di abitanti, per la stragrande maggioranza
buddisti. I cattolici sono poco meno di 16 mila, suddivisi in 17 parrocchie, 16
cappelle succursali, 71 sacerdoti, 6 fratelli religiosi, 82 religiose e 15
seminaristi maggiori.
In Perù, il Papa ha nominato
vescovo coadiutore di Tacna y Moquegua il sacerdote Marco Antonio Cortez Lara,
del clero della diocesi di Chiclayo e parroco della parrocchia di "Santa
Lucia" in Ferreñafe. Mons. Cortez Lara ha 48 anni ed ha fatto gli studi
filosofici e teologici nel Seminario diocesano “Santo Toribio de Mogrovejo” di
Chiclayo, quindi ha conseguito il dottorato in Teologia Morale presso la
Pontificia Università della Santa Croce in Roma ed il Diploma in Scienze
Sociali presso l'Università di Navarra in Spagna. Tra i suoi incarichi, è stato
rettore del Seminario di Chiclayo, quindi
responsabile nazionale per il Perú di “Human Life International”. Ha svolto il
ministero di parroco.
In
Honduras, Giovanni Paolo II ha nominato vescovo di Trujillo il sacerdote padre
Luis Solé Fa, dei Lazzaristi, finora parroco e vicario episcopale della Vicaria
della Mosquitía, nella medesima diocesi. Il nuovo vescovo, 59 anni, ha compiuto
gli studi filosofici e teologici in Spagna. Tra i suoi incarichi, è stato
parroco, formatore presso il Centro di Riabilitazione dei Minori (Alicante),
superiore provinciale dei Padri Lazzaristi.
La
Diocesi di Trujillo, eretta nel 1987, è situata sulla costa nord-orientale
dell'Honduras e comprende due dipartimenti civili. Ha una superficie di 25.500
kmq., con 280 mila abitanti, 9 parrocchie, 17 sacerdoti (6 diocesani e 11
religiosi), 23 religiose (di 3 Congregazioni) e 7 seminaristi maggiori.
DRAGAN
ČOVIĆ, MEMBRO DELLA PRESIDENZA COLLEGIALE DELLA BOSNIA
ED ERZEGOVINA RICEVUTO IN VATICANO DAL CARDINALE
SODANO
Dragan Čović, membro della
Presidenza Collegiale della Bosnia ed Erzegovina, ha reso oggi visita in
Vaticano al cardinale segretario di Stato Angelo Sodano. Durante l’incontro vi
è stato un utile scambio di opinioni sull’attuale situazione del Paese. Il
Presidente ha anche affidato al segretario di Stato i più vivi auguri al Santo
Padre per una pronta guarigione. Da parte sua, il cardinale Sodano ha
assicurato che trasmetterà volentieri tali voti al Papa che – ha detto - nutre
grande interesse ed affetto per tutti i popoli costitutivi della Bosnia ed
Erzegovina.
Il segretario di Stato vaticano
ha poi assicurato come la Santa Sede ben comprenda le attuali difficoltà della
situazione del Paese, auspicando che tutti i cittadini rispettino il diritto e
che vengano rispettati i diritti di ciascuno. Al termine, il porporato ha
trasmesso fervidi auguri da parte del Pontefice a tutti i popoli componenti lo
Stato della Bosnia ed Erzegovina, insieme con i migliori voti di pace ed
armonia tra di essi. Il cardinale segretario di Stato ha infine presentato uno
speciale saluto del Santo Padre al cardinale Vinko Puljić, all’intero
Episcopato, al clero e a tutti i fedeli cattolici del Paese.
IL
CARDINALE ECUADOREGNO GONZALES ZUMARRAGA COMPIE OGGI 80 ANNI
I più sentiti auguri al
cardinale ecuadoregno Antonio José Gonzales Zumarraga, arcivescovo emerito di
Quito, che oggi compie 80 anni. Il porporato è nato a Pujilì, in Ecuador, il 18
marzo 1925: sacerdote a 26 anni e vescovo a 44 anni, è stato creato cardinale
da Giovanni Paolo II nel Concistoro del 2001.
Degli attuali 183 cardinali, gli
elettori, quelli cioè che ancora non hanno compiuto 80 anni, scendono a 117. I
cardinali non elettori, dunque ultra-ottantenni, sono 66.
=======ooo=======
Apre la
prima pagina la Lettera di Giovanni Paolo II ai sacerdoti per il Giovedì Santo.
Nelle
vaticane, il Messaggio del Papa ai giovani di Roma e del Lazio che, nella
Basilica Lateranense, hanno partecipato all'incontro in preparazione alla XX
Giornata Mondiale della Gioventù. Nel Messaggio il Santo Padre sottolinea che
per "fare" nella Chiesa occorre imparare ad "essere", a
stare in adorazione con Gesù Eucaristia.
Due
pagine dedicate, rispettivamente, alla Solennità di San Giuseppe e all'ingresso
in diocesi del nuovo vescovo di Crema.
Nelle
estere, Libano: l'ONU sollecita l'immediato ritiro siriano; per Kofi Annan il
ritiro deve essere completato "prima delle elezioni parlamentari" di
maggio a Beirut.
Sudan:
la carestia minaccia la sopravvivenza di centinaia di migliaia di persone;
appello del Pam ai Paesi donatori per ulteriori ed urgenti contributi.
L'intervento
del cardinale Tauran - a Gerusalemme - in occasione dell'inaugurazione del
nuovo museo storico della Shoà.
Nella
pagina culturale, un articolo di Franco Lanza sul romanzo di Peter Olov Enquist
intitolato "Il viaggio di Lewi".
Nelle
pagine italiane, il tema delle riforme. Il ministro leghista Calderoli minaccia
le dimissioni se il ddl non otterrà il sì entro Pasqua; Berlusconi assicura:
"Nessun ritardo".
=======ooo=======
18 marzo 2005
“THE TAKE” DOCUMENTARIO SULLA CRISI ARGENTINA
- Intervista con Alberto Quadrio Curzio -
“Noi
siamo l’errore da evitare”: è il messaggio che un gruppo di operai argentini,
in rappresentanza di un’intera nazione attanagliata da una delle crisi
economiche più drammatiche della storia, lancia nel bel documentario canadese
“The Take”, ambientato in alcune fabbriche occupate e da oggi sugli schermi
italiani. Il servizio di Luca Pellegrini:
**********
“Non è
un Paese povero. E’ un Paese ricco fatto diventare povero”. E’ l’Argentina
dell’anno 2003. Una Nazione non sul ciglio del baratro, ma precipitata nel
baratro della crisi, della povertà, delle proteste. Un capitolo da raccontare e
ricordare: i canadesi Avi Lewis e Naomi Klein, cavalcando la felice stagione
della cinematografia documentaria, hanno realizzato “The Take”, una vera
e propria indagine “live” che si addentra – attraverso dichiarazioni,
assemblee, testimo-nianze – nelle paure, rassegnazioni e drammi familiari di un
gruppo di trenta operai della Forja San Martin di Buenos Aires, licenziati a
causa del fallimento della loro fabbrica. Il loro motto, che si diffonde creando
numerose situazioni di autogestione legalmente riconosciute, suona così:
“Occupare, resistere, produrre”. Il film ha indicato ai governanti e al popolo
argentini una nuova strada, capace di sanare le ferite con giuste
rivendicazioni perseguite però non più con la violenza e il rifiuto, ma con la
partecipazione, il lavoro, la solidarietà.
Abbiamo
chiesto al professor Alberto Quadrio Curzio, docente di economia politica
all’Università Cattolica di Milano, se il mezzo dell’autogestione è sempre
esportabile quando una società si trova a dover combattere con crisi così
devastanti:
“Nei momenti di crisi
drammatiche come quella che l’Argentina ha vissuto, si può ben comprendere
anche forme di autogestione, come sono state denominate le imprese recuperate.
E tuttavia, io non credo che queste forme possano avere una validità nel tempo,
per due ragioni. Prima di tutto, perché spesso le forme di autogestione
collocano su un piano di assoluta parità orizzontale tutti coloro che
partecipano all’attività produttiva, il che non è possibile perché anche
un’impresa deve comunque avere una struttura gerarchica, il che non vuol dire
che l’impresa non possa essere – come è detto nella Centesimus annus – una
comunità di uomini che tendono ad un fine comune. In secondo luogo, perché
l’organizzazione gerarchica stessa, pur nell’ambito di quella solidarietà
d’impresa, tende a collocare nei posti di maggiore responsabilità le persone
che hanno una maggior capacità nel gestire l’impresa stessa, e questo è
necessario per vivere in un mercato complesso. Vorrei aggiungere che la
dottrina sociale della Chiesa, che nella Centesimus annus ha ben
chiarito qual è il ruolo dell’impresa, qual è il ruolo del profitto, qual è il
ruolo del lavoro nell’impresa, è portatrice di valori, di solidarietà e di
sviluppo che a mio avviso si possono conseguire con modalità ben diverse da
quelle caratterizzanti le imprese auto-gestite”.
**********
=======ooo=======
18 marzo 2005
NEL COMUNICATO FINALE,
PUBBLICATO OGGI,
TORNANO I TEMI DISCUSSI NELLA QUINTA RIUNIONE DEL
CONSIGLIO DELLA SEGRETERIA GENERALE
PER LA SECONDA ASSEMBLEA SPECIALE PER L'EUROPA DEL
SINODO DEI VESCOVI,
TENUTA LA SETTIMANA SCORSA
- A cura di Fausta Speranza -
**********
CITTA’ DEL VATICANO. = Pubblicato
il comunicato finale della quinta riunione del Consiglio della Segreteria
generale per la seconda Assemblea Speciale per l’Europa del Sinodo dei Vescovi,
che si è tenuta la settimana scorsa. Con l’annuncio che la prossima sesta
riunione si terrà il 15 maggio, il comunicato riassume il dibattito ricordando
che i lavori sono stati guidati dal segretario generale mons. Nikola
Eterović. Proprio mons. Eterović – si legge nel messaggio – aveva
riassunto diverse argomentazioni circa l’applicazione dell’Esortazione
apostolica postsinodale Ecclesia in Europa, aprendo la discussione su radici cristiane e vocazione
spirituale dell’Europa. E’ emerso – ricorda il comunicato – come l’Ecclesia
in Europa rappresenti un punto di riferimento prezioso per tutte le Chiese
particolari, tanto che alcune Conferenze episcopali lo hanno scelto come
programma pastorale ed è stato citato in vari contesti: congressi, conferenze,
studi, libri, articoli. Altro elemento sottolineato è il rimando al recente
libro di Giovanni Paolo II Memoria e identità, nel quale si ripresenta
in forma convincente il tema delle radici cristiane dell’Europa. Egli
constata che la Polonia, suo Paese nativo, è diventata una Nazione con il battesimo
dei suoi abitanti, nel 966, seguendo l’esempio del duca Mieszko. Lo stesso vale
per tutti i Paesi dell’Europa Centrale, anche se è stato messo in ombra durante
il regime comunista. Parimenti il cristianesimo aveva contribuito in modo
decisivo alla formazione dei Paesi dell’Europa Occidentale. “Nonostante
l’omissione nel Trattato Costituzionale dell’Unione Europea, l’idea
delle radici cristiane dell’Europa si è imposta all’opinione pubblica – è
scritto del comunicato – raccogliendo molti consensi fra i cristiani,
cattolici, ortodossi e protestanti”. E a proposito delle relazioni con l’Unione
Europea e del processo di integrazione nel continente, viene ribadita
l’opportunità di promuovere convegni e simposi ad alto livello per lo studio
della Ecclesia in Europa e delle radici cristiane del continente,
ricorrendo anche a tutti gli strumenti della tecnologia moderna. È stato poi
rilevato come “i rapporti ecumenici facciano progressi, ma non sempre gli
sforzi della Chiesa Cattolica trovano frutto e corrispondenza nelle diverse
Chiese”. “Ad ogni modo, seguendo l’esempio del Santo Padre, i cattolici
continuano a pregare e ad operare con spirito ecumenico, aspettando con
pazienza e speranza la risposta da parte delle Chiese e Comunità cristiane”. Il
comunicato ricorda inoltre la lettera firmata durante la riunione e rivolta al
Papa, allora degente in ospedale, per “esprimere l’augurio, sostenuto dalla
preghiera, di una pronta guarigione”.
**********
FORTE APPELLO DEL PAM CHE CHIEDE NUOVI AIUTI
PER LE VASTE ZONE DEL SUDAN, CHE RISCHIANO DI
RIMANERE SENZA CIBO
KHARTOUM. = “Il Sudan rischia di trovarsi di fronte
ad una nuova catastrofe se non si invierà velocemente nel Paese nuovo cibo”.
Con queste parole, Ramiro Lopes da Silva, direttore del Programma alimentare
mondiale delle Nazioni Unite (PAM) in Sudan, ricorda lo scarso raccolto di
cereali dell’anno passato e il conseguente aumento dei prezzi dei generi di
prima necessità. “Il PAM non ha abbastanza cibo per prestare assistenza
alimentare ai 5,5 milioni di persone che, nel 2005, dovrebbero ricevere gli
aiuti internazionali. Si tratta di popolazioni che si trovano nelle zone
dell’Est, in quelle di transizione, nel Sud e nella regione del Darfur”, ha
aggiunto Ramiro Lopes, sottolineando che il numero dei bisognosi potrebbe
ancora aumentare. Proprio per avere un quadro realistico di quante persone
avranno bisogno del sostegno nei prossimi mesi, il PAM è presente sul
territorio e definisce urgente la necessità di nuovi contributi. (M.V.S.)
L’APPELLO DI SAVE THE CHILDREN:
PIU' TRASPARENZA DA PARTE DELLE MULTINAZIONALI PETROLIFERE
E PIU' CONTROLLI DA PARTE DEI
RISPETTIVI GOVERNI
PER SCONFIGGERE LA POVERTA' DEI PAESI
IN VIA DI SVILUPPO
**********
LONDRA. = Nell’ampio dossier, reso noto oggi, Save
the Children, la grande organizzazione internazionale indipendente di
tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, analizza il livello di
trasparenza dei bilanci delle principali compagnie petrolifere mondiali e
l’azione di controllo che su di esse esercitano i governi nazionali. Secondo
l’organizzazione, molti Paesi in via di sviluppo ricevono enormi quantità di
denaro dalle compagnie petrolifere e del gas, a fronte della concessione del
diritto di estrarre il greggio e il gas. Questi consistenti introiti, anziché contribuire
al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni di quei Paesi,
spesso foraggiano guerre e corruzione, indeboliscono lo sviluppo economico e
accrescono la povertà. I bambini sono i più esposti al devastante impatto delle
guerre e alla cronica mancanza di investimenti in salute ed educazione. Save
the Children presenta il dossier intitolato “Beyond the Rhetoric. Measuring
Revenue Trasparency in the Oil and Gas Industries”, in concomitanza con il
meeting dell'Extractive Industries Trasparency Initiative (EITI) che si
tiene oggi a Londra: rappresentanti delle maggiori compagnie petrolifere e dei
governi discuteranno su come accrescere la trasparenza e quindi la
rendicontabilità delle enormi rendite legate all’estrazione del greggio e del gas.
Save the Children afferma di voler presentare i fatti “aldilà delle
tante dichiarazioni di buona volontà”.
Utilizzando il “Misuratore di Trasparenza”, un sistema di valutazione
messo a punto con esperti indipendenti, Save the Children ha sottoposto
a verifica 25 società petrolifere e di estrazione del gas e 10 governi, cui
quelle compagnie fanno riferimento. Secondo l’organizzazione, i risultati
emersi non sono incoraggianti: pochissime sono le società che dichiarano quanti
soldi danno ai Paesi “ospiti”, a fronte del diritto di estrazione del petrolio
e del gas. Fra i governi presi in esame, invece, solo quello canadese pone alle
aziende petrolifere che ricadono sotto la sua giurisdizione precisi vincoli di
rendiconto dei propri bilanci. Il dossier completo ovviamente presenta tutto il
quadro delle compagnie e i dati di riferimento. (F.S.)
**********
L’ESECUZIONE DI NORD COREANI CHE
TENTANO DI ESPATRIARE DAL PAESE COMUNISTA:
SAREBBE QUESTO IL CONTENUTO DEL
RACCAPRICCIANTE VIDEO DIFFUSO DA EMITTENTI GIAPPONESI
PYONGYANG. = Un plotone che
prende la mira e spara e, subito dopo, le figure sfocate dei cadaveri dei
nordcoreani uccisi per aver tentato di espatriare. E’ il contenuto di un video,
ottenuto dalla Japan Independent News Net, che mostra tre esecuzioni
capitali avvenute in Nord Corea l’1 e 2 marzo. La Nippon Television Network
ha trasmesso parte del video mercoledì scorso. “È la prima volta che un filmato
di esecuzioni pubbliche viene portato fuori dalla Corea del Nord e mostrato al
mondo”, ha dichiarato Hitoshi Takase, presidente della News Net, secondo
la quale il filmato è stato
portato da alcuni fuggiaschi. Già da tempo attivisti per i diritti umani della
Corea del Sud affermano che il regime di Pyongyang esegue uccisioni in pubblico
per terrorizzare i cittadini e costringerli a restare in patria. Nel video, che
sembra essere stato girato con una telecamera nascosta, vengono mostrate due
persone uccise nella città di Hoeryong, vicino al confine con la Cina, dopo le
immagini di un breve processo. C’è poi
la condanna del giudice di altre due persone all’ergastolo e altre cinque a
pene fra i 10 e i 15 anni in campi di lavoro forzato. Nella stessa
registrazione si vede, inoltre, che il giorno seguente nella stessa città si
tiene un nuovo processo nel quale un’altra persona viene condannata a 10 anni
di lager e viene chiesta e poi eseguita un’altra pena capitale. Il mese scorso,
la Commissione di aiuto per i rifugiati nordocoreani, un gruppo per i diritti
umani di Seoul, aveva dichiarato che la Corea del Nord aveva messo a morte 70
fuggitivi catturati in Cina e aveva poi rispedito a casa i cadaveri con lo
scopo di scoraggiare i cittadini a lasciare il Paese. Secondo la Commissione,
1900 nordcoreani sono scappati nel 2004 dal regime di Kim Jong-il, con un
incremento del 50% rispetto all’anno precedente, ed attualmente sarebbero più
di 100 mila i nordocoreani nascosti in Cina. (F.S.)
ALL’ALTARE DELLA BASILICA VATICANA, CHE CUSTODISCE
LE SPOGLIE DEL BEATO PAPA GIOVANNI XXIII, ALLE ORE 7.45 DI DOMANI,
CELEBRAZIONE EUCARISTICA NELL’80.MO ANNIVERSARIO
DELL’ORDINAZIONE EPISCOPALE DEL BEATO,
AVVENUTA PROPRIO NELLA SOLENNITA’ DI SAN GIUSEPPE
- A cura di Giovanni Peduto -
CITTA’ DEL VATICANO.= Domani, 19
marzo, solennità di San Giuseppe, ricorre l’80.mo anniversario dell’ordinazione
episcopale del Beato Papa Giovanni XXIII, avvenuta a Roma nella basilica di San
Carlo al Corso. Mons. Angelo Giuseppe Roncalli, nominato arcivescovo titolare
di Areopoli e visitatore apostolico in Bulgaria, venne ordinato dal cardinale
Giovanni Tacci, segretario della Sacra Congregazione “pro Ecclesia Orientali”,
essendo quella nazione territorio di competenza del dicastero orientale. Per la
significativa circostanza, il vescovo di Bergamo, mons. Roberto Amadei, ha
promosso una celebrazione eucaristica, alle ore 7.45 di domani, all’altare
della Basilica vaticana che custodisce le venerate spoglie del beato Pontefice.
Sarà presieduta da mons. Giovanni Battista Roncalli, nipote di Papa Giovanni e
da lui ordinato sacerdote cinquant’anni or sono. Saranno presenti altri
componenti della famiglia Roncalli, mons. Achille Belotti, delegato vescovile e
parroco di Gavarno Sant’Antonio (comunità che vanta la prima chiesa
parrocchiale in diocesi di Bergamo dedicata al Beato Papa Giovanni), i sacerdoti
bergamaschi operanti nella Santa Sede, negli Organismi della Conferenza
episcopale italiana, nelle parrocchie romane e studenti nelle Università
pontificie, con religiosi, religiose e laici originari di Bergamo e
appartenenti alla diocesi di Roma. All’iniziativa ha dato efficace impulso
l’Arciconfraternita dei Bergamaschi a Roma. La Bulgaria sarà rappresentata
dall’ambasciatore presso la Santa Sede, Vladimir Gradev, e dai seminaristi
bulgari alunni del Pontificio Seminario romano. Anche Turchia, Grecia e Francia
avranno un rappresentante tra i sacerdoti concelebranti. L’invito a questo atto
di devozione e di affettuoso omaggio a Papa Giovanni è esteso a tutti coloro
che non hanno dimenticato il suo messaggio di fede, di bontà e di pace.
=======ooo=======
18 marzo 2005
- A cura di Amedeo Lomonaco -
In Iraq, prosegue la fase di stallo nelle trattative per la formazione
del governo dopo la cerimonia di insediamento, venerdì scorso, del Parlamento provvisorio.
Ma il leader curdo Talabani ha dichiarato, in un’intervista rilasciata alla
CNN, che prima della prossima riunione dell’Assemblea nazionale, prevista per
il 26 marzo, saranno sciolti tutti i nodi tra curdi e sciiti. Sulle divergenze
politiche tra i partiti iracheni della maggioranza, il nostro servizio:
**********
I curdi hanno alzato la posta con gli sciiti, prima forza politica
irachena, chiedendo i Ministeri degli Esteri, del Petrolio e delle Finanze. I
principali nodi da sciogliere sono lo status di Kirkuk, il più ricco
centro petrolifero dell’Iraq, e la sorte dei peshmerga, i leggendari
combattenti curdi. I leader dei due partiti curdi, Barzani e Talabani,
intendono includere Kirkuk nel Kurdistan, che si appresta a diventare autonomo
in base alla costituzione provvisoria irachena approvata nel giugno scorso. I
due politici vogliono che la città torni a far parte della loro regione, in
modo da ricucire lo strappo provocato da Saddam Hussein quando cacciò i curdi
per far posto ad arabi sunniti. Il candidato premier della lista sciita,
Jaafari, intende invece risolvere la spinosa questione nell’ambito della
Costituzione permanente, la cui bozza dovrà essere stilata dalla nuova
Assemblea nazionale e poi sottoposta a referendum. Barzani e Talabani vogliono
mantenere, inoltre, il controllo dei peshmerga invece di integrarli nel nuovo
esercito iracheno. Parallelamente, proseguono i delicati negoziati con la
minoranza sunnita che può contare solo su una ventina di deputati. Particolare
interesse ha poi suscitato, nel Paese arabo, un sondaggio realizzato
dall’Istituto internazionale repubblicano di Washington: la maggior parte degli
intervistati ha dichiarato che la Costituzione irachena deve assicurare
l’identità musulmana dell’Iraq, ma non deve introdurre la sharia, la
legge islamica. Sul terreno, intanto, continuano le violenze: uomini armati
hanno ucciso l’imam sunnita Abdul Rahim al-Samarraie ed almeno due persone sono
morte in seguito ad un attentato kamikaze avvenuto ieri sera a Mossul. A
Baghdad, la polizia irachena ha sventato il rapimento di alcuni stranieri che
lavorano per un'azienda statunitense e ha arrestato quattro persone. Il sedicente gruppo “Ansar al
Sunna” ha rivendicato, infine, l’uccisione di un generale cristiano incaricato
dei rapporti tra governatorato e organizzazioni non governative.
**********
“Un primo passo positivo”. È il commento del premier israeliano, Sharon,
all’accordo di ieri al Cairo tra il governo palestinese e 13 fazioni, tra cui
Hamas e Jihad islamica. Sulla stessa linea, anche il presidente dell’Autorità
nazionale palestinese, Abu Mazen, che ha definito l’intesa “seria ed
importante”. Non del tutto soddisfatta, invece, l’amministrazione americana che
giudica l’accordo solo un passo non ancora sufficiente. Per discutere del
processo di pace in Medio Oriente, il presidente americano, George Bush, ha
invitato per la prima volta il premier israeliano Ariel Sharon nel suo ranch a
Crawford, nel Texas, il prossimo 11 aprile.
La prima fase del doppio piano di
ritiro delle truppe siriane dal Libano è stata ultimata. Circa 8.000 soldati
hanno lasciato il nord del paese e si trovano ora nella valle della Bekaa, non
distante dal confine con la Siria. Intanto, ieri, in seguito al rapporto
dell’inviato speciale delle Nazioni Unite in Medio Oriente, il segretario
dell’ONU Kofi Annan è tornato a chiedere a Damasco il ritiro completo delle
truppe prima delle elezioni parlamentari libanesi di maggio. Nell’incontro di
mercoledì scorso, con il presidente americano George Bush, il patriarca maronita Nassrallah
Sfeir, ha ribadito inoltre “le speranze di indipendenza, di sovranità e di
libertà di tutti i libanesi”. Gli Stati Uniti, ha detto Bush durante il
colloquio, vogliono un Libano libero e democratico.
La crisi iraniana, le riforme in Russia e la questione della Cecenia.
Sono i principali temi dell’incontro previsto oggi a Parigi tra il cancelliere
tedesco Schröder, il premier spagnolo Zapatero ed il presidente russo Putin. Il
vertice a quattro ha anche lo scopo di allentare la tensione, dopo le recenti
dichiarazioni del presidente americano, George Bush, circa la “stretta” attuata
dal governo di Mosca sulla società civile in Russia.
Violenti scontri sono scoppiati in Pakistan, nel sudovest del Paese, tra
forze paramilitari e gruppi di tribù ribelli. Otto soldati sono rimasti uccisi
ed altri 23 sono stati feriti. I combattimenti hanno avuto inizio ieri nella
regione di Dera Bugti, dove sono situate le principali riserve di gas del
Pakistan. Questa mattina, è stato raggiunto un accordo tra le parti per il
cessate-il-fuoco.
Almeno 18 persone sono morte per l’esplosione avvenuta in una miniera a
Chongqing, nella Cina meridionale. Lo riferisce l’Agenzia “Nuova Cina”
aggiungendo che altri 19 minatori sono rimasti intrappolati dopo la deflagrazione.
Le miniere di carbone cinesi sono considerate le meno sicure del mondo: nel
2004, nonostante le misure prese per rafforzare la sicurezza, oltre seimila
minatori sono morti in seguito ad incidenti sul lavoro.
La dissidente cinese Rebiya Kadeer, liberata dalle autorità di Pechino
dopo sei anni di detenzione, è giunta ieri sera negli Stati Uniti. Kadeer era
stata arrestata nel 1999 per aver diffuso, secondo l’accusa, segreti di Stato
all’estero.
Dopo le
manifestazioni di protesta di ieri – che hanno portato a 12 arresti – è
proseguito oggi, nella contea inglese di Derby, il vertice ministeriale del G8
dedicato ad ambiente ed energia. Al
centro dei lavori, che si concluderanno nel pomeriggio, i cambiamenti climatici
e la desertificazione in Africa. Problemi quanto mai attuali, come conferma il
gesuita Paolo Foglizzo, della rivista “Aggiornamenti sociali”, al microfono di
Andrea Sarubbi:
**********
D. – Il
problema della deforestazione incide certamente sui microclimi locali o
regionali. Il cambiamento climatico ha un impatto più ampio a livello
continentale. Quel che risulta, in entrambi i casi, e per ragioni diverse, è la
desertificazione. Il deserto del Sahara e le altre aree desertiche africane si
sono ulteriormente estese durante gli ultimi anni ed ingoiano ogni anno una
superficie pari a quella di uno Stato europeo. Questo riduce le possibilità di
vita di fette importanti di popolazione, spingendo migrazioni interne e,
soprattutto, accrescendo lo sfruttamento del suolo nelle regioni vicine.
D. – Quanto è legato il problema
del cambiamento climatico a quello dello sviluppo?
R. – Innanzitutto, bisogna
riconoscere che lo sviluppo richiede un aumento del consumo di energia per
l’aumento della popolazione. Una parte della deforestazione in Africa è legata
al sempre maggior numero di persone che hanno bisogno di scaldarsi e di
cucinare utilizzando più legna. Si tratta di trovare delle tecnologie nuove,
che permettano di sostenere uno sviluppo senza distruggere le risorse naturali,
utilizzando meglio l’energia disponibile o trovando altre fonti energetiche.
Per esempio, si dovrebbe prendere più in considerazione l’utilizzo dell’energia
solare in varie modalità.
D. – Tony Blair, premier
britannico, e quindi presidente di turno del G8 ha detto: “Il cambiamento
climatico è forse il problema più importante, oggi, per la comunità
internazionale” …
R. – Certamente, il problema del
cambiamento climatico è molto importante. Nel lungo periodo i danni climatici
ed ambientali possono veramente fare molti danni e mettere a repentaglio la
civiltà umana. Detto questo, mi sembra comunque che finora questo aspetto sia
stato tendenzialmente sottovalutato nell’agenda dei politici e degli incontri
internazionali. Mi sembra quindi positivo che, attraverso Tony Blair, si riesca
ad avere, forse, una miglior valutazione della gravità del pericolo.
**********
Il
presidente cubano, Fidel Castro, ha annunciato una rivalutazione del 7 per
cento del peso cubano. “La rivalutazione della moneta cubana, che ha effetto da
oggi, si basa sul comportamento eccellente dell’economia di Cuba e sul
deprezzamento del dollaro”, ha detto Castro al termine di un discorso
pronunciato davanti a circa due mila esponenti del regime.
In Bolivia,
il presidente, Carlos Mesa, non lascerà il proprio incarico nonostante il
Parlamento abbia bocciato la sua richiesta di anticipare, il prossimo 28
agosto, le elezioni generali. Mesa aveva annunciato, lo scorso 7 marzo,
l’intenzione di dimettersi dall’incarico presidenziale. Le dimissioni sono poi state
respinte dal Parlamento.
In Italia,
sciopero dei lavoratori pubblici per il rinnovo del contratto. Circa 100 mila
lavoratori – secondo i sindacati – sono scesi in piazza per chiedere un aumento
salariale. Il governo ha proposto un aumento di 95 euro, ma il ministro
dell’Economia insiste per un tetto del 2 per cento all’aumento delle spese. I
sindacati chiedono, invece, una rivalutazione dei salari pari all’8 per cento
della retribuzione attuale.
Restiamo in Italia, dove il ministro delle Riforme, il
leghista Roberto Calderoli, ha annunciato ieri le sue dimissioni in segno di
protesta per il rinvio delle votazioni sulle riforme costituzionali deciso dal
Senato. Ma il presidente del consiglio Berlusconi rassicura: le proposte di
legge saranno approvate nei tempi previsti e senza bisogno di rimettere alcun
mandato.
La Marina tunisina ha soccorso 313 clandestini. Gli
immigrati - bengalesi, egiziani, marocchini, zambiani e tunisini - erano
partiti dalla Libia ed erano diretti in Italia. L’imbarcazione, che aveva il
motore in panne, si è rovesciata e i naufraghi sono stati soccorsi al largo
delle coste tunisine. I clandestini hanno dichiarato di aver pagato tra i 600
ed i mille euro per raggiungere Lampedusa.
=======ooo=======