RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 76 - Testo della trasmissione di giovedì 17  marzo 2005

 

 

Sommario

 

 IL PAPA E LA SANTA SEDE:

L’incoraggiamento del Papa al governo di Panamà a perseguire migliori condizioni di vita per tutti i cittadini e a promuovere famiglia, donne, giovani

 

Una pace vera comporta il rispetto di individui e popoli: così il Papa nel messaggio per l’apertura, ieri, della Conferenza a 40 anni dalla “Gaudium et Spes”. Con noi, il cardinale segretario di Stato Angelo Sodano ricorda  l’eredità della  Costituzione pastorale

 

Di ritorno dall’inaugurazione del nuovo Museo della Shoa, a Gerusalemme, il cardinale Jean-Louis Tauran, che ha rappresentato il Papa, ci parla dell’iniziativa

 

Nel pomeriggio a Roma canti, riflessioni e testimonianze, prima della Giornata Mondiale della Gioventù diocesana, domenica prossima, e in vista dell’Incontro internazionale di agosto a Colonia: con noi l’arcivescovo Stanislaw Rylko.

 

IN PRIMO PIANO:

In Irlanda, ma anche in altre parti del mondo, preghiere, musica e colori per festeggiare San Patrizio: intervista con padre Albert Donnell

 

Un museo italiano dell’emigrazione: l’iniziativa del Comitato del Senato per le questioni degli italiani all’estero, annunciata a Roma in un incontro-bilancio dei suoi primi due anni di attività: ai nostri microfoni, il senatore Riccardo Minardo e la dott.ssa Maria Laura Franciosi.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Messaggio del Santo Padre, ieri, per l’apertura del 33.mo Congresso della COLDIRETTI

 

Secca condanna dei vescovi argentini nei confronti di chi sostiene la depenalizzazione dell’aborto

 

Presa di posizione dei vescovi dello Stato dell’India nord-occidentale del Rajaastan, contro la proposta del governo di introdurre un provvedimento legislativo che vieti le conversioni religiose

 

Nel 25.mo anniversario dell’uccisione di mons. Oscar Arnulfo Romero, il Patriarca latino di Gerusalemme, mons. Michel Sabbah, presiederà una Messa nella chiesa romana dei SS. Apostoli

 

Sbarcherà domani in Sierra Leone la “Logos II”, la nave che rappresenta una grande biblioteca “acquatica”, voluta per un confronto tra diverse culture e per la promozione dei valori cristiani.

 

24 ORE NEL MONDO:

Almeno 5 morti per due esplosioni a Kandahar nel giorno della visita di Condoleeza Rice in Afghanistan

 

Rinviato sine die l’inizio dei negoziati di adesione della Croazia all’Unione Europea

 

In Italia si del Senato al disegno di legge sul mandato di arresto europeo.

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

17 marzo 2005

        

L’INCORAGGIAMENTO DEL PAPA AL GOVERNO DI PANAMA’

A PERSEGUIRE MIGLIORI CONDIZIONI DI VITA PER TUTTI I CITTADINI,

E A PROMUOVERE LA FAMIGLIA, LE DONNE, I GIOVANI

 

Le buone relazioni e la stretta collaborazione tra le autorità pubbliche e la Chiesa di Panamà sono state sottolineate dal Papa, nel messaggio rivolto al nuovo ambasciatore del Paese centroamericano, Lawrence Edward Chewning Fábrega, che ha presentato stamane in Vaticano le sue credenziali, ricevute a nome del Santo Padre dal cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato. 64 anni, il dott. Fabrega, laureato e specializzato in relazioni internazionali, ha ricoperto incarichi diplomatici, oltre che nel suo Paese, in Gran Bretagna, Belgio, Stati Uniti e presso l’Organizzazione degli Stati americani (OSA). Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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Con soddisfazione Giovanni Paolo II ha constatato che il nuovo Governo di Panamà intende continuare ed accrescere i buoni rapporti con la Santa Sede. “Nell’autonomia e differenze dei propri compiti e nel rigoroso rispetto delle rispettive competenze, la Chiesa ed i poteri pubblici – sottolinea il Papa - hanno una finalità convergente: promuovere il bene integrale di ogni persona e il bene comune della società”.

 

Una società quella panamense che si distingue “per la diversità di culture e di razze”, “che ha celebrato il primo centenario della vita repubblicana” e che ora si trova ad affrontare con speranza “le sfide di un mondo globalizzato, al quale far fronte con la solidarietà”. Da qui l’esigenza – afferma il Santo Padre – “di orientare l’investimento delle risorse disponibili in progetti destinati a combattere la povertà e a porre rimedio all’enorme differenza nella distribuzione della ricchezza”, e cosi anche di “formare le diverse generazioni al rispetto della dignità di ciascun gruppo etnico”, “migliorare il sistema educativo, snellire le procedure del potere giudiziario e rendere più umana e giusta la condizione dei reclusi, per facilitare il loro reinserimento nella società”.

 

Infine, un incoraggiamento particolare di Giovanni Paolo II “al Governo di un popolo tanto accogliente, dialogante e di profonde radici cristiane come quello panamense, a porre tutto il suo impegno” per l’autentico sviluppo della famiglia, per tutelare la donna nei diversi ambiti sociali e offrire migliori opportunità ai giovani.

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UNA PACE VERA COMPORTA IL RISPETTO DI INDIVIDUI E POPOLI:

COSÌ IL PAPA NEL MESSAGGIO PER L’APERTURA IERI DELLA CONFERENZA

A 40 ANNI DALLA GAUDIUM ET SPES. CON NOI IL CARDINALE ANGELO SODANO

RICORDA L’EREDITÀ DELLA COSTITUZIONE PASTORALE

- Intervista con il cardinale Angelo Sodano -

 

“Una pace vera sulla terra comporta la ferma determinazione di rispettare gli altri, individui e popoli”: così, Giovanni Paolo II, nel messaggio letto dal segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano, ieri pomeriggio presso l’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano, all’apertura della conferenza promossa dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, sul tema: “L’appello alla giustizia: l’eredità della Gaudium et Spes a 40 anni dalla promulgazione”. Degli interventi e dei temi in discussione fino a domani, ci parla nel servizio Roberta Moretti:

 

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La promulgò Paolo VI nel 1965 al termine del Concilio Vaticano II. La Gaudium et Spes, Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo, compie 40 anni. Studiosi di oltre 30 Paesi, in cinque sessioni plenarie e incontri seminariali, rileggono il documento conciliare in relazione alla realtà economica, politica e sociale di oggi. L’obiettivo viene sottolineato dal Papa che fa “appello alla giustizia” come fondamento per la pace, nel messaggio letto dal cardinale Angelo Sodano, e rivolto al cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace:

 

“La pace è opera della giustizia: essa nasce infatti da quell’ordine sul quale il Divino fondatore ha voluto fosse edificata l’umana società”.

 

Giovanni Paolo II spiega come la pace sia anche frutto dell’amore, che “va oltre quanto è in grado di assicurare la semplice giustizia”. Un concetto, questo, ripreso anche dal cardinale Martino:

 

“La giustizia è destinata ad essere superata dalla carità. Ha origine dalla carità quel sentirsi ‘intimamente solidali con il genere umano e la sua storia’ che costituisce la dimensione forse più caratterizzante dello spirito della Gaudium et Spes”.

 

Ed è proprio grazie a questo testo conciliare, spiega stamani nel suo intervento Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, che la Chiesa si colloca in una prospettiva storica concreta e diventa protagonista dei temi centrali di sviluppo del mondo.

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A conclusione della cerimonia di apertura della Conferenza, ieri, Giovanni Peduto ha intervistato il cardinale Angelo Sodano. Al Segretario di Stato ha innanzitutto chiesto quale sia l’eredità della ‘Gaudium et Spes’, 40 anni dopo la sua promulgazione:

 

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R. – E’ un’eredità sempre attuale, perché i documenti della Chiesa, come i documenti della Rivelazione, sono sempre degni di essere approfonditi. E’ un faro di luce anche sulla nostra attività in campo sociale e, dunque, sono lieto che oggi il Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace abbia convocato insigni studiosi dal mondo intero per approfondire alcuni aspetti di questi documenti conciliari. Nel 1990 ci fu già un primo Giubileo, in cui si celebrò a fondo questa realtà. Sono lieto di aver portato il compiacimento del Papa per questa grande iniziativa di questi giorni.

 

D. – A quali impegni richiama ancora oggi questo storico documento?

 

R. – E’ un impegno a livello mondiale. La povertà, la guerra, i drammi dell’umanità esistono. I cristiani devono essere lievito nella realtà contemporanea. Con il Vangelo di Cristo in mano vogliono contribuire ad elevare il tenore della nostra società. Io ho ricordato, in particolare, un tema oggi dimenticato: dobbiamo ritornare ai principi della legge fondamentale che è compresa da tutti, cristiani e non cristiani, da tutti gli uomini di buona volontà. Il Papa ha detto: “E’ una grammatica, un sillabario in cui tutti dovremmo saper leggere”. Dobbiamo ristudiare la verità della persona umana, il piano di Dio sulla famiglia, sulla società, sulla promozione della vita, che non dipende dal voto della maggioranza. Lei sa che Pilato aveva chiesto cosa fosse la verità e, alla fine, ha concluso: “La verità è ciò che vogliono i più”. E ha condannato il Signore. Per noi non è così. La verità delle cose esiste e anche la ‘Gaudium et Spes’ parla di un ordine delle cose, un ordo rerum, inscritto nel cuore dell’uomo: Dio ci ha dato una legge naturale, un sillabario comune che stabilisce la dignità dell’uomo, la dignità della famiglia, una legge morale identica per tutti. L’agnosticismo di oggi tende a dimenticare questo valore. La nostra opera sarà lottare contro questo relativismo, contro questo agnosticismo che taglia le radici delle basi della nostra convivenza: una casa se non ha un fondamento non sta in piedi e la società ha bisogno di basi sicure. Per noi la base sicura è la legge fondamentale che Dio ha scritto nel cuore dell’uomo.

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 DI RITORNO DALLA CERIMONIA DELL’INAUGURAZIONE DEL NUOVO MUSEO DELLA SHOA, A GERUSALEMME, IL CARDINALE TAURAN, CHE HA RAPPRESENTATO IL PAPA E

A SUO NOME E’ INTERVENUTO, CI PARLA DELL’INIZIATIVA

IN CONSIDERAZIONE DEL MOMENTO ATTUALE

- Intervista con il porporato –

 

Il cardinale Jean-Louis Tauran, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, ha rappresentato il Papa all’inaugurazione del nuovo museo della Shoa a Gerusalemme, avvenuta due giorni fa con gli interventi, tra gli altri, del presidente israeliano Katzav, del premier Ariel Sharon e del segretario generale dell'ONU, Kofi Annan. A nome di Giovanni Paolo II, il cardinale Tauran ha testimoniato “la vicinanza spirituale del Papa e la solidarietà della Chiesa cattolica” sottolineando, nel suo intervento, che “non c’è luogo o ragione per l’odio verso gli Ebrei che in ogni caso rappresenta un peccato contro Dio e contro l’umanità”. Ricordando “l’immensa sofferenza degli Ebrei” vissuta con l’Olocausto, il cardinale Tauran ha sottolineato “il dovere di essere vigilanti e la necessità di rifiutare l’indifferenza”.

 

Ma ascoltiamo le impressioni del porporato, nell’intervista realizzata al suo ritorno da Romilda Ferrauto:

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R. – Quando uno passa attraverso immagini, ricordi personali, divise dei prigionieri, fotografie dei bambini strappati alle madri, direi che c’è un sentimento di oppressione e poi anche un grande interrogativo: come l’uomo può arrivare a tale grado di barbarie. E’ proprio il mistero dell’iniquità.

 

D. – Eminenza, i dirigenti israeliani hanno pronunciato parole preoccupate. Il presidente Katzav ha affermato di aver paura dell’attuale antisemitismo. Il primo ministro Sharon ha detto che Israele era l’unico posto al mondo dove gli ebrei avevano il diritto di difendersi. Come reagisce a queste dichiarazioni?

 

R. – Se pensiamo alle sinagoghe attaccate, bruciate in Francia, non possiamo non vedere segnali molto preoccupati, però un museo come quello della Shoa di Gerusalemme ha proprio un valore pedagogico. Come sosteneva il tema scelto per la cerimonia, occorre “ricordarsi del passato per edificare il futuro”. E’ dunque una lezione per le generazioni future. Non dobbiamo mai dimenticare che l’uomo può qualche volta arrivare a questo grado di disumanità. E’ quindi anche un’occasione per far riflettere i giovani su queste possibilità di derive.

 

D. – Il dovere della memoria è dunque sempre importante?

 

R. - E’ un dovere quello di ricordarsi per diventare migliore, per evitare di cadere nella trappola e negli eccessi del passato.

 

D. – Pensiamo al presente, ai giovani. Riguardo alla Terra Santa si dice che la situazione attuale è migliorata, addirittura oggi si apprende che Gerico è stata trasferita ai palestinesi. Ci sono bagliori di speranza? La Santa Sede è fiduciosa?

 

R. – Io direi che rispetto al mio ultimo soggiorno, ho trovato una clima nuovo. E’ vero che l’ottimismo è molto misurato, prudente, perché si sa per esperienza, qui in Terra Santa, che qualche volta alla sera c’è una soluzione, ma domani, con qualche attentato, tutto crolla. Allora si deve essere sempre molto prudenti nel valutare il futuro. La cosa che personalmente vedo positiva è che c’è la volontà di dialogare, di guardarsi, di incontrarsi e questo è veramente molto positivo.

 

D. – In quanto inviato del Papa, come è stata percepita la sua presenza dalle autorità israeliane?

 

R. – Sono stato molto commosso. Posso dire che, in tutti gli incontri che ho avuto, tutti mi hanno chiesto di trasmettere al Santo Padre i loro auguri di buona salute. I rabbini mi hanno detto che nelle sinagoghe si prega per la salute del Papa. Tutti riconoscono che questo Papa ha fatto nel processo di riavvicinamento con gli ebrei dei passi da gigante. E’anche grazie a lui che il clima lì è cambiato. C’è un grande affetto per il Papa, una grande preoccupazione per la sua salute, una grande riconoscenza per la sua opera nel dialogo con il mondo ebraico.

 

D. – L’inaugurazione di questo nuovo Museo coincide con i 40 anni della Costituzione conciliare sul dialogo con l’ebraismo “Nostra Aetate”. Possiamo concludere con un pensiero su questo?

 

R. – Io direi che il documento Nostra Aetate ha aperto la strada. Abbiamo percorso questa strada con un ritmo accelerato grazie al Papa, grazie al legame che Giovanni Paolo II personalmente ha con il giudaismo in generale.

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OGGI POMERIGGIO NELLA BASILICA DI SAN GIOVANNI,

I GIOVANI SI RACCOGLIERANNO IN PREGHIERA PER LA PROSSIMA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU’. CANTI, RIFLESSIONI E TESTIMONIANZE SCANDIRANNO

IL CONSUETO APPUNTAMENTO CHE PRECEDE LA DOMENICA DELLE PALME

- Con noi l’arcivescovo Stanislaw Rylko -

 

Cresce l’attesa per l’odierno incontro dei giovani di Roma e del Lazio, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, in preparazione alla XX Giornata Mondiale della Gioventù. L’appuntamento, divenuto ormai una tradizione per i ragazzi romani e non solo nel giovedì precedente la Domenica delle Palme è ideato oggi come un intenso momento di Adorazione Eucaristica, nello speciale “Anno dell’Eucaristia” indetto da Giovanni Paolo II. Gli oltre 15 mila partecipanti, con i colori e l’entusiasmo che scandiscono questi incontri, si raccoglieranno così in preghiera e rifletteranno sui punti cardine del messaggio del Papa per il raduno internazionale di Colonia, in Germania, dal 15 al 21 agosto prossimi. A guidare l’appunta-mento di questo pomeriggio, che la nostra emittente trasmetterà con radiocronaca in diretta, in lingua italiana, a partire dalle ore 17.00, per la sola zona di Roma, sull’onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di 105 MHz, sarà il cardinale Vicario Camillo Ruini. I giovani, ai quali il Pontefice indirizzerà un messaggio per l’occasione, seguiranno, inoltre, un insegnamento sull’Eucaristia del monaco francese padre Daniel Ange, fondatore di “Jeunesse Lumière”, una scuola di preghiera ed evangelizzazione dedicata ai giovani di vari Paesi e creata nel 1981 in Francia. Ma qual è oggi il rapporto dei giovani con l’Eucaristia e con la confessione? Giovanni Peduto ha rivolto la domanda all’arcivescovo Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici:

 

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R. – E’ molto significativo che uno dei frutti delle celebrazioni mondiali della gioventù è il risveglio tra tanti giovani di una – direi – sensibilità eucaristica. L’abbiamo potuto osservare, ad esempio, a Roma, nell’anno 2000, e poi a Toronto, nell’anno 2002. Nascono gruppi giovanili di adorazione eucaristica. E’ un segno che le Giornate mondiali della gioventù rendono il rapporto personale dei giovani con Cristo sempre più vivo e sempre più profondo. E adesso, la Confessione: uno dei fenomeni che negli ultimi anni suscita maggiore interesse tra i pastori è proprio la riscoperta da parte di molti giovani della Confessione sacramentale. Ricordiamo il Giubileo dei Giovani nell’anno 2000, a Roma: al Circo Massimo più di 300 sacerdoti, per tre giorni, hanno confessato i giovani dalla mattina fino a tarda sera. Basta avere, dunque, il coraggio di proporre, perché c’è tanta disponibilità, da parte dei giovani, anche in questo senso!

 

D. – Il Papa, nel suo messaggio, esorta i giovani a camminare nelle vie della santità, adorando l’unico vero Dio ed evitando l’idolatria delle mode e dei miti del mondo. Un suo pensiero …

 

R. – Il vero rischio, oggi, non è tanto l’ateismo, quanto proprio l’idolatria, cioè i vari surrogati che prendono il posto di Dio nella vita di molte persone. Le mode, il successo, il denaro. Il Papa ricorda ai giovani che solo adorando il vero Dio, l’uomo può evitare questo rischio. Un rischio che lo degrada e lo umilia, perché la vita non sopporta il vuoto.

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NOMINE

 

Il Papa ha nominato vescovo di San Marino-Montefeltro (Italia) mons.Luigi Negri, del clero dell’acidiocesi di Milano, finora docente di Storia della Filosofia e Introduzione alla Teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

        

Mons. Luigi Negri è nato a Milano il 26 novembre 1941. Ha frequentato il liceo Classico G. Berchet, dove ha aderito al Movimento di Gioventù Studentesca, divenendone dal 1965 al 1967 il primo presidente diocesano. Ordinato sacerdote il 28 giugno 1972, è autore di numerose pubblicazioni. In seno al Movimento Comunione e Liberazione ha seguito il settore scuola e educazione fino al 1993. Dal 1986 al 1990 ha collaborato per la costituzione di una scuola permanente di formazione e di diffusione della Dottrina Sociale della Chiesa.

 

Inoltre, sempre stamane, Giovanni Paolo II ha nominato membri della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede i cardinali: Antonio María Rouco Varela, arcivescovo di Madrid; Angelo Scola, Patriarca di Venezia.

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il titolo “La pace è opera della giustizia animata dall’amore”: Lettera di Giovanni Paolo II in occasione del Convegno promosso dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace a quarant'anni dalla “Gaudium et spes”.

All’interno, il saluto del cardinale Angelo Sodano in apertura del Convegno che ha per tema: “L’appello alla giustizia. L’eredità della ‘Gaudium et spes’ quarant’anni dopo”.

 

Nelle vaticane, nel Messaggio al nuovo ambasciatore di Panamà, il Papa sottolinea che la Chiesa ed i poteri pubblici hanno un fine comune: promuovere il bene integrale della persona ed il bene comune della società. Nello stesso tempo il Santo Padre ha esortato ad investire le risorse disponibili in progetti destinati a sradicare la povertà e a ridurre l'enorme divario nella distribuzione della ricchezza.

 

Nelle estere, Iraq: una fossa comune con i resti di ottantuno curdi rinvenuta nei pressi della città di Kirkuk.

Libano: l’Unione Europea auspica una sollecita intesa per la formazione del Governo; Hezbollah dichiara che non deporrà le armi.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Susanna Paparatti dal titolo “Nella fusione totale tra oggetto e colore lo stile inconfondibile di uno ‘spirito libero’”: Giorgio Morandi e Firenze; il rapporto con critici, amici e collezionisti.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano l’articolo dal titolo “Berlusconi chiarisce: il ritiro a settembre solo un auspicio”; dopo le dichiarazioni di Blair e una telefonata di Bush.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

17 marzo 2005

 

IN IRLANDA, MA ANCHE IN ALTRE PARTI DEL MONDO, SI AMMIRA OGGI

LA GIRANDOLA DI PREGHIERE, MUSICA E COLORI PER FESTEGGIARE

SAN PATRIZIO, PATRONO DELL’EIRE

- Con noi padre Albert Donnell -

 

Cork “Capitale europea della cultura 2005”. E proprio in Irlanda, cui spetta l’onore di questo titolo, ma anche in altre parti del mondo, si ammira oggi la girandola di preghiere, musica e colori per festeggiare San Patrizio, il patrono dell’Eire che in 30 anni di apostolato cristianizzò gli irlandesi. Nella storia di questo santo viaggiatore, si intrecciano fede e leggenda di cui ci parla Rita Anaclerio:

 

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(musica)

 

Tutti i simboli dell'Isola Verde sono legati alla figura leggendaria di San Patrizio, un uomo che fondò circa 300 chiese e battezzò più di 120 mila persone. Pochi santi sono così strettamente associati alla vita del popolo come il patrono d'Irlanda il quale, ironia della sorte, non era irlandese. Era di origine nobile, forse nato in Galles. Fu fatto prigioniero dai pirati, che lo vendettero ad un pastore irlandese dal quale riuscì a fuggire per andare a studiare in Europa. Rientrato in Irlanda, nel 432 ne divenne vescovo. Questo santo riuscì, grazie alla fusione di 2 diverse culture, ad entrare nello spirito del popolo irlandese, come spiega il vice rettore del Pontificio Collegio Irlandese, padre Albert Donnell:

 

“Lui ha preso i simboli, le festività e le varie ricorrenze che c’erano già nella cultura irlandese. E’ inutile dirlo che ha rivestito questi simboli con un suo significato cristiano. Per esempio, ha preso il trifoglio per spiegare il mistero della Trinità: ha detto che ogni foglia è come Dio: Uno e Trino. La cosa più importante che ha fatto è stata quella di creare un ponte - diciamo - tra la cultura che era già presente in Irlanda e la ricchezza del Vangelo. Anche nel mondo di oggi queste sono cose fondamentali: il Vangelo non è più al centro in tante culture, in tante società”.

 

A San Patrizio la tradizione attribuisce molte leggende. Sembra che fosse il custode di una grotta senza fondo, il celeberrimo Pozzo di San Patrizio, dalla quale, dopo aver visto le pene dell’Inferno, si poteva giungere fino ad intravedere il Paradiso. Una delle leggende fiorite sulla sua persona rappresenta una suggestiva speranza di pace: si dice, infatti, che la Pace di Cristo regnerà su tutta l'Irlanda il giorno in cui la Palma e il Trifoglio si incontreranno, ossia quando la Domenica delle Palme cadrà il 17 marzo. Un intenso messaggio di pace, quindi, che emerge dalla semplicità della benedizione di San Patrizio:

 

 

“Sia la strada al tuo fianco, il vento sempre alle tue spalle,

che il sole splenda caldo sul tuo viso, e la pioggia cada dolce nei campi attorno e,

finché non ci incontreremo di nuovo,

possa Dio proteggerti nel palmo della Sua mano.”

 

(musica)

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UN MUSEO ITALIANO DELL’EMIGRAZIONE: QUESTA L’INIZIATIVA DEL COMITATO

DEL SENATO PER LE QUESTIONI DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO, ANNUNCIATA A ROMA

IN UN INCONTRO-BILANCIO DEI SUOI PRIMI 2 ANNI DI ATTIVITA’

- Con noi il senatore Riccardo Minardo e la dott.ssa Maria Laura Franciosi -

 

In una fase storica caratterizzata da significativi processi migratori nel mondo, l’Italia, che quotidianamente affronta questioni legate al fenomeno dell’immigrazione, si occupa dei suoi emigrati di oggi e di ieri. Lo fa attraverso il Comitato del Senato per le questioni degli italiani all’estero, che, la settimana scorsa a Roma, ha presentato un bilancio dei suoi primi due anni di attività. E sono molti anche i progetti per il futuro. Ce ne parla Roberta Moretti:

 

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Attualmente sono 60 milioni gli italiani emigrati nel mondo. Ma c’è anche la memoria di tante partenze del passato da non perdere. Di qui, l’idea di un museo dell’emigrazione italiana, “contenitore di storia, culture e tradizioni che rischiano di scomparire”. Ad allestirlo a Roma sarà un “Comitato d’onore” nominato dal Comitato per le questioni degli italiani all’estero del Senato. Ce ne parla Maria Laura Franciosi, curatrice dell’iniziativa:

 

“Questo museo si dovrebbe strutturare pensando di creare un punto di incontro sia come raccolta di materiali, fotografie, oggetti, eccetera, ma soprattutto come raccolta di storia: tante storie di una Storia dell’emigrazione italiana”.

 

Storie segnate in molti casi da fatica, nostalgia e riscatto. E ancora oggi sono tante le difficoltà e le aspettative degli italiani all’estero, specialmente nei Paesi colpiti da gravi crisi economiche. Per creare una rete di sostegno, il Comitato del Senato ha già visitato le comunità residenti in Argentina, Stati Uniti, Germania, Australia e Venezuela, e si appresta a partire per il Canada, il Brasile e altri Paesi dell’Unione Europea. Il senatore Riccardo Minardo, presidente del Comitato:

 

“Abbiamo affrontato il problema della richiesta della doppia cittadinanza dei nostri connazionali all’estero, presentando un disegno di legge in Parlamento, che già è in discussione alla prima Commissione affari costituzionali. Poi, il problema dell’allineamento dell’elenco tra gli uffici consolari ed i comuni: abbiamo interessato anche il ministro degli Interni, Pisanu, per cercare di avere un elenco unico che possa facilitare le nuove elezioni politiche per i nostri connazionali all’estero, chiamati a scegliere i loro rappresentanti”.

 

Proprio per favorire questo allineamento di dati in un elenco unico, di recente, il Senato ha approvato un emendamento che prevede lo stanziamento di 2 milioni e 800 mila euro. Un lavoro vario, quello del Comitato, presentato anche in relazione con la Giornata internazionale della donna per riflettere sulla centralità del ruolo femminile nell’emigrazione. Ancora la dott.sa Franciosi:

 

“E’ un ruolo fondamentale perché è proprio l’elemento collante. L’uomo va per lavorare, quindi spesso tende ad integrarsi anche da un punto di vista sociale, mescolando la sua lingua a quella del posto. La donna, invece, quando non lavora mantiene la tradizione ma nello stesso tempo c’è il contatto, attraverso i figli con le scuole e poi l’integrazione dei figli.  Ed è stato qualcosa di fondamentale!”.

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CHIESA E SOCIETA’

17 marzo 2005

 

CONTRIBUITE ALLO SVILUPPO DELLA SOCIETA’ IN NOME DELLA CENTRALITA’ DELL’UOMO, SEGUENDO LE INDICAZIONI DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA.

COSI’ IERI IL SANTO PADRE NEL SUO MESSAGGIO

PER L’APERTURA DEL 33. MO CONGRESSO DELLA COLDIRETTI

 

ROMA. = Si è aperto ieri pomeriggio a Roma il 33. mo Congresso della Coldiretti. In un messaggio inviato al presidente dell’organizzazione, Paolo Bedoni, il Papa ha invitato dirigenti e soci “ad offrire il proprio specifico contributo per il progresso integrale della società fondato sulla centralità della persona umana, sulla tutela dell’istituto familiare, sulla crescita economica improntata alla solidarietà, seguendo le fondamentali indicazioni della Dottrina sociale della Chiesa”. Un’esortazione alla quale il Pontefice ha unito il “beneaugurante saluto e l’assicu-razione della spirituale vicinanza, con la preghiera e con l’incoraggiamento a proseguire generosamente nella testimonianza dei profondi valori del mondo rurale, animati dalla lunga e radicata tradizione di fede e di civiltà cristiana”. Nella sua relazione, il presidente della Coldiretti, Paolo Bedoni, ha difeso la tipicità dei prodotti agricoli italiani e detto che “nel tempo della globalizzazione, per un grande Paese come il nostro, l’accettazione dell’omologazione e la rinuncia all’identità è un suicidio politico, sociale ed economico”. (A. G.)

 

 

SECCA CONDANNA DEI VESCOVI ARGENTINI NEI CONFRONTI DI CHI SOSTIENE

LA DEPENALIZZAZIONE DELL’ABORTO. IN UN DOCUMENTO PUBBLICATO

NEI GIORNI SCORSI RIBADISCONO CHE ELIMINARE LA VITA

SIGNIFICA COMMETTERE UN CRIMINE

 

BUENOS AIRES. = “Il diritto alla vita deve essere tutelato dal momento del concepimento fino alla morte naturale”. Così la Commissione permanente della Conferenza episcopale argentina, in un documento pubblicato martedì scorso e intitolato “siamo sempre dalla parte della vita”, ha criticato il tentativo di approvare una norma che legalizza l’interruzione di gravidanza. Secondo i presuli, questo è il frutto di un “approccio neocolonialista che alcuni organismi internazionali stanno cercando di imporre all’Argentina così come a tutta l’America Latina”. Il documento, inoltre, ribadisce l’impegno della Chiesa a difesa dei diritti delle donne, sottolineando che questo non verrà minato da accordi che mirano a far passare le pratiche abortive come servizio pubblico”. La Commissione mette quindi in guardia le autorità dai pericoli che il Paese potrebbe incorrere nel ratificare il protocollo Cedaw, il documento della Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne. “Arriveremo ad una vera e propria dipendenza culturale”, tuonano i vescovi. Quello che la Chiesa argentina critica non è il contenuto del Protocollo, nel quale viene ribadito che “tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali per dignità e diritti”, ma l’esistenza del Comitato Cedaw, ovvero l’organismo formato da 23 paesi che recentemente si è pronunciato a favore dell’”aborto sicuro”, raccomandandone la depenalizzazione e la sua promozione negli ospedali. (D. D.)

 

 

Presa di posizione dei vescovi del Rajaastan, stato dell’India nord-occidentale, contro la proposta del governo di introdurre

un provvedimento legislativo che vieta le conversioni religiose.

in un documento indirizzato ai vertici locali,

i PRESULI chiedono un ripensamento

 

JAIPUR. = Nei giorni scorsi, in un memorandum congiunto inviato al Capo dello stato indiano del Rajaastan, Vasundhara Rahh, i vescovi hanno chiesto al governo di abbandonare il progetto che vieta le conversioni religiose. In particolare, il provvedimento, già in vigore in altri Stati dell’India, prevede che ogni cambiamento di religione deve essere sottoposto al vaglio e all’approvazione di un magistrato. Nel documento, firmato fra gli altri da mons. Ignatius Menezes, vescovo di Ajmer-Jaipur, e da mons. Joseph Pathalil, vescovo di Udaipur, i vescovi hanno aggiunto che tale manovra creerà tensioni e insicurezza fra le minoranze perché le loro attività potranno essere bollate come “proselitismo” e perseguite per legge. I vescovi hanno anche esortato i fedeli cristiani di tutte le confessioni a indire una campagna di raccolta firme per bloccare l’iniziativa del governo, sottolineando che la Chiesa non è interessata a “conversioni forzate” o “non etiche”, ma che la legge non può governare la coscienza più profonda di un essere umano nel suo rapporto con Dio. In conclusione, i presuli hanno notato come, nei recenti episodi di intolleranza contro i cristiani, la polizia abbia fatto ben poco per individuare e perseguire i colpevoli e che il governo dovrebbe cercare di proteggere le minoranze religiose e non penalizzarle ulteriormente. Intanto, un altro episodio di violenza anti-cristiana è stato registrato in Rajastan: il 13 marzo otto membri di un gruppo protestante sono stati attaccati e malmenati nel villaggio di Koida, mentre partecipavano alla preghiera domenicale. Recentemente una delegazione composta da diversi leader cristiani, guidata dall’arcivescovo di Delhi, mons. Vincent Concessao, ha incontrato il primo ministro della Federazione Indiana, Manmohan Singh, esprimendo serie preoccupazioni per il continuo verificarsi di episodi di violenza contro i fedeli. In particolare, i leader cristiani hanno chiesto di adottare opportuni e immediati provvedimenti per fermare la violenza, affermando che la comunità cristiana si sta impegnando per lo sviluppo dei poveri e degli emarginati. (E. B.)

 

 

OGGI, nel 25. mo anniversario dell’uccisione

di mons. Oscar Arnulfo Romero, Arcivescovo di San Salvador, nella Basilica romana dei SS. Apostoli si terra’ una Concelebrazione Eucaristica

presieduta dal patriarca latino di gerusalemme, MONS. Michel Sabbah

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

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ROMA. = Il 24 marzo 1980, mons. Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador, veniva assassinato durante la Messa. Nella cappella dell’ospedale della Divina Provvidenza, il presule aveva appena terminato l’omelia, quando un colpo di arma da fuoco lo costrinse a terra nel suo sangue. In occasione del 25. mo anniversario del martirio dell’arcivescovo, sono i programma celebrazioni, oltre che  a San Salvador, a Roma e in altri luoghi per ricordare l’arcivescovo che ogni domenica faceva coraggiose e dettagliate denuncie sulla repressione inflitta al popolo dall’oligarchia e dalle forze armate del Paese. Oggi a Roma, alle 18.00, nella cappella dei Santi Apostoli, il Patriarca latino di Gerusalemme, mons. Michel Sabbah, presidente di Pax Christi Internazionale, guida la celebrazione eucaristica. E domani, nella sala “Luigi Di Liegro” della Provincia di Roma, si svolgerà un convegno con testimonianze del vescovo brasiliano Demetrio Valentini, del teologo Arturo Paoli e del giornalista Ettore Masina. Nella capitale salvadoregna, inoltre, si terranno conferenze nella cripta della cattedrale dove Romero è sepolto e un convegno teologico internazionale presso l’Università Cattolica delle Americhe. Le celebrazioni culmineranno il 2 aprile quando i vescovi del Paese benediranno una statua che verrà posta sulla tomba dove riposa l’arcivescovo. (E. B.)

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SBARCHERA’ DOMANI IN SIERRA LEONE “LOGOS II”,

LA NAVE CHE RAPPRESENTA UNA GRANDE BIBLIOTECA “ACQUATICA”:

UN’ INTERESSANTE OPPORTUNITA’ DI CONFRONTO TRA DIVERSE CULTURE

E DI PROMOZIONE DEI VALORI CRISTIANI

 

FREETOWN. = Confronto tra le diverse culture, condivisione della buona letteratura e promozione dei valori cristiani. Sono questi gli obiettivi dell’organismo    umanitario britannico “Educational Book Exhibit Ltd.” e della sua nave “Logos II” che sbarcherà domani nel porto di Freetown, in Sierra Leone, con la sua grande biblioteca “acquatica”. Il prezioso carico dell’imbarcazione, che negli ultimi 17 anni ha già visitato 85 Paesi, è costituito infatti da più di 4000 libri su svariati argomenti. Dalla scienza alla tecnologia, dalla cucina all’arte, dalla filosofia alla religione, i curiosi visitatori potranno sbizzarrirsi nella scelta del volume preferito. Inoltre, per tutti i 13 giorni di permanenza in Sierra Leone sono previste numerose attività culturali a bordo della nave. (M.V.S.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

17 marzo 2005

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Afghanistan due esplosioni simultanee hanno devastato il centro della città di Kandahar, ex roccaforte dei talebani, causando la morte di almeno cinque persone. Le indagini della polizia si concentrano sulla matrice talebana. L’attentato è avvenuto nel giorno della prima visita di Condoleeza Rice nel Paese asiatico da quando è stata nominata segretario di Stato americano. Dopo l’incontro della Rice con il presidente afghano Hamid Karzai, sono state annunciate, per il prossimo mese di settembre, elezioni parlamentari nel Paese asiatico. Ascoltiamo il commento di John Harper, docente di Politica estera americana all’Università ‘Johns Hopkins’ di Bologna, intervistato da Andrea Sarubbi:

 

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R. – Le elezioni si terranno e ovviamente è un passo in avanti, ma non è detto che non saranno rinviate un’altra volta perché la situazione non è sicurissima, soprattutto nel sud e nell’est del Paese, dove sono ancora attivi alcuni talebani e anche militanti di Al Qaeda.

 

D. – Ma arriverà un giorno in cui l’Afghanistan potrà essere un Paese sicuro?

 

R. – Nessuno ha mai potuto garantire la sicurezza totale in Afghanistan. E’ un fatto fisiologico che parti del Paese saranno sempre nella mani dei “signori della guerra”.

 

D. – Proprio questa insicurezza continua e queste violenze sono segnali, secondo lei, del fallimento degli americani?

 

R. – Non direi che abbiano fallito. La situazione è abbastanza sotto controllo dal punto di vista americano. C’è Karzai al potere e nello stesso tempo le speranze per un processo di democratizzazione a breve e medio termine erano troppo ottimiste. E’ un processo molto lungo. La priorità numero uno per gli Stati Uniti ovviamente non è più l’Afghanistan, ma l’Iraq e il Medio Oriente. Anche l’ambasciatore americano, un personaggio di spicco della diplomazia americana in Afghanistan, ora va via. Va in Iraq. Questo è un segnale emblematico per capire le priorità americane.

 

D. – L’impressione è che gli Stati Uniti abbiano tentato di ripetere in Iraq la stessa operazione dell’Afghanistan, però questa volta con più difficoltà ...  

 

R. – L’intervento in Iraq si spiega anche grazie ad una certa euforia che ha seguito la caduta dei talebani in Afghanistan alla fine del 2001. Proprio in questa atmosfera di ottimismo esagerato è stata presa la decisione di intervenire in Iraq. Ma questa operazione si è rivelata ben più complessa. L’Iraq è in un’area del mondo sicuramente più strategica.

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L’esercito siriano ha completato la prima fase del ritiro dal Libano, con il ripiegamento verso est di 8.000 uomini. Intanto, il capo della Sicurezza libanese, generale Jamil al-Sayed, ha annunciato di essere pronto a “rispondere alla magistratura per tutte le accuse” rivoltegli a proposito dell’uccisione dell’ex premier Rafic Hariri, nell’attentato dello scorso 14 febbraio scorso a Beirut.

 

In Iraq è stato liberato un cittadino spagnolo di origine irachena, rapito qualche settimana fa. Un portavoce del ministero degli Esteri di Madrid ha riferito che la famiglia del sequestrato ha pagato un riscatto. Intanto, in Italia il premier Silvio Berlusconi ha corretto il tiro sul piano per il ritiro del contingente militare italiano dall’Iraq: aveva indicato settembre come data del rientro ma ieri ha detto di essere stato frainteso e di aver espresso solo un auspicio. Ieri, il presidente del Consiglio ha dichiarato che “il rimpatrio dipenderà dalla crescente capacità del governo iracheno di provvedere alla sicurezza e all’ordine pubblico del Paese”. La precisazione arriva dopo il netto intervento del presidente americano Bush, secondo il quale ogni iniziativa deve essere presa consultando gli alleati. Toni analoghi da Londra, dove il premier Tony Blair ha precisato che né Gran Bretagna né Italia hanno fissato una data per il ritiro.

 

Medio Oriente: è stato raggiunto al Cairo un importante accordo tra l’Autorità nazionale palestinese ed i principali gruppi palestinesi per una “tregua” a tempo indeterminato con Israele. Lo ha dichiarato un membro del partito Al Fatah, Mohamed al-Hourani. Un altro segnale di distensione arriva da Israele: dopo quattro anni, l’Egitto ha di nuovo un ambasciatore nello Stato ebraico. Si tratta di Muhammed Assam Ibrahim che, giunto stamani a Tel Aviv, presenterà lunedì prossimo le credenziali al presidente dello Stato ebraico Moshe Katzav. L’Egitto aveva richiamato in patria il proprio ambasciatore in Israele nel 2000, con l’inizio dell’intifada palestinese.

 

L’Unione Europea ha bloccato il negoziato di adesione della Croazia all’Unione Europea. I ministri degli Esteri europei hanno confermato infatti la decisione di rinviare l’inizio dei negoziati senza fissare un’altra data. Da Bruxelles Giovanni Del Re:

 

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Quattro Paesi, cioè Gran Bretagna, Olanda, Svezia e Danimarca, hanno detto un chiaro no, per la mancata consegna al Tribunale Internazionale per l’ex Jugoslavia dell’ex generale Ante Gotovina, accusato di crimini di guerra. Lo stesso Consiglio Europeo, lo scorso dicembre, aveva dichiarato che i negoziati sarebbero cominciati il 17 marzo, cioè oggi, solo in caso di piena cooperazione con il Tribunale. Tuttavia, i Paesi più vicini a Zagabria, anzitutto Austria, Italia, Ungheria e Slovacchia appoggiati dal Lussemburgo, presidente di turno dell’Unione Europea, hanno ottenuto un messaggio positivo: “Alla Croazia l’UE lascia la porta aperta”, ha detto il ministro degli Esteri lussemburghese Jean Asselborn. I ministri hanno comunque approvato il quadro negoziale, lo strumento fondamentale per lo svolgimento delle trattative stesse. “Non appena Zagabria avrà soddisfatto tutte le richieste, consegnando anzitutto Gotovina, l’UE farà partire subito i negoziati”, ha detto Asselborn. “Potrebbe accadere anche il mese prossimo ma tutto dipenderà da Zagabria”, ha aggiunto il ministro lussemburghese. Il premier croato, Ivo Sanader, ieri a Bruxelles per un incontro al Parlamento Europeo, ha invece espresso l’auspicio che la decisione possa essere modificata al Consiglio Europeo che la prossima settimana vedrà riuniti a Bruxelles i capi di Stato e di governo. Ma i lussemburghesi replicano: “Non abbiamo alcuna intenzione di mettere il tema in agenda”.

 

Da Bruxelles, Giovanni Del Re.

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“Non ci sono elementi sufficienti per affermare che gli aiuti dell’Unione Europea abbiano in parte finanziato il terrorismo palestinese”. E’ quanto si legge in un comunicato dell’Ufficio Europeo per la lotta alla frode, al termine dell’inchiesta su un presunto uso abusivo di fondi della Commissione. L’Ufficio aggiunge però che “non può essere esclusa la possibilità di un utilizzo abusivo di risorse destinate all'Autorità nazionale palestinese”.

 

In Italia, ‘si’ del Senato al mandato di cattura europeo. Il disegno di legge torna alla Camera per le modifiche. Il nostro servizio:

 

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Via libera del Senato al disegno di legge sul mandato di arresto europeo. La commissione Giustizia di Palazzo Madama ha approvato il provvedimento: è stato reintrodotto l’articolo 4, eliminato dalla Camera. In aula, la Casa della libertà si è spaccata: favorevoli Forza Italia, AN e UDC, contraria la Lega Nord. Il centrosinistra si è astenuto. Il disegno di legge torna ora all’esame della Camera per le modifiche. L’articolo 4, reintrodotto in commissione, prevede il rapporto diretto tra le autorità giudiziarie dei Paesi in condizioni di reciprocità, ma a patto che sia previsto da specifici accordi internazionali. “Votare a favore - ha spiegato il senatore di AN Luigi Bobbio - è stato non solo un dovere ma anche un esercizio di realismo da parte del centrodestra. Quello del mandato d’arresto europeo resta un iter particolarmente “tormentato”: l’Italia è tuttora l’unico Paese dell’Unione Europea a non aver ancora ratificato il provvedimento.

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Una disastrosa frana ha seppellito nel fango una ventina di case in un villaggio della provincia di Sivas, nella Turchia nord orientale. Lo riferisce l’agenzia ‘Anadolu’. Al momento non si ha notizie di vittime. Il villaggio colpito è Sugozu, circa 400 chilometri da Ankara.

 

In Spagna, una gru ha rimosso, la scorsa notte, la grande statua equestre in bronzo del generale Francisco Franco al centro di Madrid. Il provvedimento è stato ordinato dal governo spagnolo. La grande statua era stata nei mesi scorsi al centro di polemiche: i nostalgici si sono opposti, infatti, alle iniziative volte ad eliminare l’ultimo grande simbolo franchista nella capitale. La statua del ‘generalissimo’, morto nel 1975, è stata trasportata in un luogo sconosciuto.

 

Il Giappone sostiene la candidatura del sottosegretario alla Difesa americano Paul Wolfowitz alla presidenza della Banca mondiale. Il primo ministro nipponico, Junichiro Koizumi, ha comunicato ieri sera la decisione al presidente statunitense George Bush durante una conversazione telefonica. Il Giappone è il secondo azionista della Banca Mondiale dopo gli Stati Uniti. Tradizionalmente, il presidente della Banca mondiale è un americano, mentre quello del Fondo monetario internazionale è un europeo.

 

Tragedia in Cina: un camion carico di fuochi di artificio è saltato in aria accanto ad un autobus. L’incidente è avvenuto nei pressi di Shenzhen, nel sud del Paese, e ha provocato la morte di almeno 30 persone. Ogni anno nelle zone rurali della Cina centinaia di persone muoiono per lo scoppio di fuochi di artificio trasportati in modo illegale.

 

È stata liberata per ragioni di salute dalle autorità cinesi l’attivista per i diritti umani Rebiya Kadeer, originaria del Turkestan orientale, detenuta dal ’99 e condannata nel 2000 dalla giustizia di Pechino a otto anni di carcere. La donna venne arrestata quando tentò di consegnare a ricercatori del Congresso statunitense un pacchetto di giornali liberamente venduti in Cina e fu riconosciuta colpevole di “tradimento di segreti di Stato”.

 

Un ulteriore sforzo per risolvere la crisi ivoriana. Lo ha annunciato stamani il presidente sudafricano Thabo Mbeki, mediatore dell’Unione africana, invitando le varie parti in conflitto ad incontrarsi entro marzo in Sudafrica. La Costa d’Avorio, nonostante gli sforzi internazionali di pacificazione, rimane di fatto divisa dal 2002 tra il Nord, in mano ai ribelli, ed il Sud, controllato dai governativi.

 

 

 

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