RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 75 - Testo della trasmissione di mercoledì 16 marzo 2005

 

 

Sommario

      

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Papa prosegue la sua convalescenza ma, a sorpresa, si affaccia dalla finestra del suo studio e benedice i numerosi pellegrini radunatisi in Piazza San Pietro. Oggi non c’è stata l’udienza generale del mercoledì

 

Apre nel pomeriggio, in Vaticano, una Conferenza sui 40 anni della Gaudium et Spes, la costituzione conciliare che chiede alla Chiesa di porsi in dialogo con il mondo contemporaneo. Il commento del cardinale Claudio Hummes

 

‘Vivere la fede non individualmente ma in comunità per essere fermento cristiano nella società’: l’esortazione del nuovo presidente dei vescovi spagnoli, mons. Ricardo Blazquez Peres, in visita, ieri, in Vaticano dal cardinale Angelo Sodano.

 

IN PRIMO PIANO:

Le rivelazioni del romanzo il “Codice Da Vinci” basate su documenti storici dichiarati falsi da vent’anni: l’opinione del padre gesuita O’Collins e di Massimo Introvigne che stasera, a Genova, parlerà del libro di Dan Brown durante un incontro organizzato dal cardinale Bertone

 

In corso le celebrazioni per i 50 anni del Pontificio Istituto “Regina Mundi”, che prepara le donne consacrate all’apostolato. Con noi suor Sharon Holland.

 

CHIESA E SOCIETA’:

In vista delle prossime elezioni in gran Bretagna, il 5 maggio, i vescovi inglesi e gallesi invitano i fedeli a valutare l’importanza del voto per affermare una società modellata sui valori evangelici

 

La giurista francese, Christine Chalet, eletta presidente del Comitato ONU per i diritti umani

 

Il Tribunale Penale Internazionale dell’ONU ha presentato ieri la prima udienza per denunciare i crimini di guerra perpetrati in Congo

 

Sono circa 150 le opere che aprono, oggi, a Milano la mostra “Caravaggio e l’Europa”

 

In una lettera pastorale l’arcivescovo di Perugia, mons. Giuseppe Chiaretti, ha sottolineato l’importanza della preghiera in famiglia.

 

24 ORE NEL MONDO:

Iraq: nel giorno della prima seduta dell’Assemblea nazionale, nuove violenze a Baghdad e a Baquba. Annunciato il ritiro graduale dei militari italiani a partire da settembre

 

Storico passaggio di consegne in Cisgiordania: da oggi la città di Gerico è tornata sotto il controllo palestinese

 

E’ sempre emergenza fame in Corea del Nord.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

16 marzo 2005

 

        

IL PAPA SI E’ AFFACCIATO DALLA SUA FINESTRA E HA BENEDETTO CON LA MANO

PIU’ VOLTE I NUMEROSI PELLEGRINI PRESENTI IN PIAZZA SAN PIETRO

PIENA DI SOLE. PRESENTI SOPRATTUTTO POLACCHI

PROVENIENTI ANCHE DA STATI UNITI E SVEZIA

 

Di fronte ai canti e ai saluti festosi della gente raccolta in Piazza San Pietro, alle 11.20 Giovanni Paolo II si è affacciato dalla finestra del suo studio. Il servizio di Fausta Speranza:

 

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Il Papa affacciandosi ha ripetuto quel gesto tanto atteso di benedizione e la sua mano è tornata a farlo più volte con l’intensità di sempre. E’ evidente che l’appuntamento ideale con l’udienza del mercoledì è sempre vivo nella mente di tanti fedeli: questa mattina in molti si sono raccolti in una Piazza San Pietro piena di sole, soprattutto pellegrini polacchi.

 

(Canto)

 

Con la gioia dei bambini che hanno cantato sotto le finestre del Papa fino a quando non li ha salutati, c’è la testimonianza degli adulti che hanno fatto tanta strada per essere qui:

 

(Testimonianze in polacco)

 

Raccontano da dove vengono: non solo Polonia ma anche Stati Uniti e Svezia.  La suora che guida il gruppo della scuola di Chicago afferma che i bambini sono venuti per cantare e pregare per la salute del Papa. Un uomo sottolinea l’importanza di essere accanto al Papa, per dirgli: “Siamo accanto a te, preghiamo per la tua salute, ti affidiamo al Signore”.

 

E’ il primo mercoledì dopo il ricovero al Gemelli. Ma anche mercoledì scorso – lo ricordiamo – nel piazzale centrale dell’ospedale si era raccolta molta gente tra cui due scolaresche. E in quel caso, con piena sorpresa, il Papa si era affacciato pochi minuti prima delle dodici. Il portavoce vaticano Navarro Valls, che lo aveva escluso appena un’ora prima, il giorno dopo ammetteva che Giovanni Paolo II stupisce proprio tutti. Resta da dire che siamo al mercoledì che precede la Settimana Santa.

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APRE NEL POMERIGGIO IN VATICANO UNA CONFERENZA SUI 40 ANNI

DELLA GAUDIUM ET SPES, LA COSTITUZIONE CONCILIARE CHE CHIEDE ALLA CHIESA

DI PORSI IN DIALOGO CON IL MONDO CONTEMPORANEO

- Intervista con il cardinale Cláudio Hummes -

 

Si apre oggi pomeriggio in Vaticano una Conferenza di tre giorni promossa dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace sul tema "L'appello alla giustizia: l'eredità della Gaudium et Spes a 40 anni dalla promulgazione" di questa Costituzione pastorale. Aprono i lavori il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del dicastero promotore, e il cardinale segretario di Stato Angelo Sodano. Nell’occasione sarà letto un messaggio del Papa. L'iniziativa intende fare il punto sulla missione della Chiesa nel mondo di fronte alle grandi questioni della povertà e del consumismo, della pace e del terrorismo. Una Chiesa, come dice la Gaudium et Spes, che vuole porsi in dialogo col mondo contemporaneo. Ascoltiamo in proposito il cardinale brasiliano Cláudio Hummes, arcivescovo di San Paolo, uno dei relatori di questa sessione inaugurale. L’intervista è di Christiane Murray:

 

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R. – Sì. I 40 anni della costituzione pastorale ‘Gaudium et Spes’ del Concilio Vaticano II sono un’opportunità per riprendere tutti questi temi che sono trattati in questo documento, ed è, soprattutto, la Chiesa che vuole dialogare con il mondo contemporaneo. Questo è il grande obiettivo di questo documento e perciò abbiamo lì una Chiesa che si inserisce nel mondo e vuole essere a servizio del mondo, soprattutto a servizio delle grandi cause come la pace, la giustizia, la vita umana e i diritti umani, e anche con una visione ottimistica del progresso umano, della storia umana, dell’umanità con i suoi valori, perché ci sono dei valori, ci sono delle cose molto importanti che non si perderanno anche quando alla fine dei tempi, per tutti ci sarà il grande rinnovamento con la Risurrezione finale, anche con la partecipazione della creazione: nella Risurrezione ritroveremo tutto quello che di buono, di giusto e di bello è stato fatto per l’umanità durante la sua storia, però purificato da tutto il male, da tutte le ferite. Questa è una Chiesa che vuol dialogare con il mondo, non vuole giudicare il mondo ma vuole salvarlo, vuole essere al servizio. Questa parola di Gesù che dice: “Io non vengo per condannare il mondo, per giudicare il mondo, ma per salvarlo”, questa è una parola molto forte e che vale per questa costituzione pastorale in modo molto speciale.

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I NUOVI VERTICI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE SPAGNOLA

RICEVUTI IERI IN VATICANO DAL CARDINALE ANGELO SODANO

- Intervista col presidente dei vescovi spagnoli mons. Ricardo Blazquez Peres -

 

Il cardinale segretario di Stato Angelo Sodano ha ricevuto ieri in Vaticano i nuovi vertici della Conferenza episcopale spagnola, eletti l’8 marzo scorso: si tratta del vescovo di Bilbao Ricardo Blazquez Perez, nuovo presidente, e dell’arcivescovo di Toledo Antonio Canizares Llovera, nuovo vicepresidente. Ma quali sono oggi le priorità della Conferenza episcopale spagnola? Ci risponde il suo presidente, mons. Blazquez Peres, al microfono di José Manuel Del Rio Carrasco:

 

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R. - Quali sono le priorità? Noi vogliamo mettere l’accento sull’importanza della celebrazione dell’Eucaristia la domenica. Questo è il cuore della Chiesa. L’Eucaristia è il centro, il fulcro, la meta, la radice della vita della Chiesa e anche della pastorale di ogni prete e di ogni vescovo. Vogliamo che questo sia messo chiaramente in rilievo. Sono questioni fondamentali, non sono questioni superficiali. Dio esiste, è nostro Padre e ci vuole bene, ci aspetta ogni giorno. Gesù, suo Figlio fatto uomo, è il Salvatore di tutti, l’unico Salvatore dell’umanità intera. La Chiesa è la famiglia della fede: non viviamo la fede individualmente,ma viviamola in comunità e bisogna curare questa comunità della fede affinché possa essere salda ed essere fermento nel nostro mondo.

 

D. - Mons. Blasquez, l’11 marzo, a chiusura della Plenaria della Conferenza episcopale spagnola, si è celebrata una Messa in suffragio delle vittime degli attentati dell’11 marzo dell’anno scorso. Quel giorno, in quei terribili attentati, sono morte 192 persone e per questo si è pregato.  Cosa si può fare per combattere il terrorismo?

 

R. - Ho partecipato anch’io alla celebrazione eucaristica nel Duomo dell’Almudena e a Bilbao ho dovuto presiedere troppi funerali per le vittime del terrorismo cercando di dire una parola nella prospettiva della fede a conforto di quella sofferenza. E’ un problema molto ampio. Nella lotta al terrorismo ci sono aspetti che non appartengono al campo di azione della Chiesa. A noi ci appartiene certamente di disarmare la mente perché sempre la mente è il cuore, la fonte dalla quale poi le mani si armano ed uccidono. Noi vogliamo offrire delle prospettive etiche e morali, affinché la pace, la convivenza nel rispetto reciproco, i diritti delle persone siano rispettati.

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NOMINE

 

Il Santo Padre ha accolto le dimissioni presentate, per ragioni di salute, dal consigliere generale dello Stato della Città del Vaticano, il marchese Giulio Sacchetti ed ha affidato il medesimo incarico al prof. Cesare Mirabelli. Nello stesso tempo il Papa ha annoverato fra i consiglieri dello Stato della Città del Vaticano mons. Bruno Bertagna, il dott. Carlo Balestrero e il dott. Massimo Vari.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Apre la prima pagina il titolo “Un gesto di benedizione, di paternità e di indomito vigore spirituale. Giovanni Paolo II ha salutato i pellegrini dalla finestra del Palazzo Apostolico”.

Iraq: si è tenuta a Baghdad la prima seduta dell’Assemblea nazionale, dopo le elezioni del 30 gennaio; morto il soldato italiano ferito da un colpo di arma da fuoco durante un’esercitazione a Nassiriya. Libano: ancora nessun accordo per formare il Governo. Medio Oriente: Abu Mazen esorta il suo popolo all’unità di intenti.

 

Nelle vaticane, una pagina dedicata al pellegrinaggio spirituale verso la Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia.

 

Nelle estere, nucleare: l’Iran dichiara di non rinunciare all’arricchimento dell’uranio. Terrorismo: Osama bin Laden è sfuggito pochi mesi fa alla cattura; secondo Musharraf si trovava al confine tra Pakistan e Afghanistan. Russia: il leader dei ribelli ceceni esclude l’uso della violenza contro innocenti.  La FAO dopo lo tsunami auspica una ricostruzione responsabile che protegga i diritti dei pescatori

 

Nella pagina culturale, pubblicati gli atti del Convegno pisano sulle residenze papali e cardinalizie a Roma fra XII e XV secolo

 

Nelle pagine italiane, l’annuncio in tv di Berlusconi del ritiro graduale delle truppe dall’Iraq a partire da settembre; dolore e cordoglio per il militare morto in un incedente a Nassiriya. Omicidio Biagi: sedici anni di reclusione inflitti alla “pentita” Cinzia Banelli. Moro: cerimonie in via Fani a 27 anni dal rapimento dello statista. A seguire i temi del pubblico impiego, delle riforme e dell’immigrazione

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

16 marzo 2005

 

 

LE RIVELAZIONI DEL “CODICE DA VINCI” BASATE SU DOCUMENTI STORICI

DICHIARATI FALSI DA VENT’ANNI: LE OPINIONI DEL PADRE GESUITA REGINALD O’COLLINS E DI MASSIMO INTROVIGNE,

CHE STASERA A GENOVA PARLERA’ DEL LIBRO DI DAN BROWN,

DURANTE UN INCONTRO ORGANIZZATO DALL’ARCIDIOCESI DEL CAPOLUOGO LIGURE

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

La negazione della Passione e della Risurrezione di Cristo, la figura travisata della Maddalena e delle donne evangeliche, l’attribuzione di oscure trame alla Chiesa cattolica. Sono alcune delle affermazioni sulle quali si snoda la trama ideata da Dan Brown, ne “Il Codice da Vinci”, che ieri il cardinale Tarcisio Bertone, arcivescovo di Genova, ha stigmatizzato in un’intervista rilasciata alla nostra emittente. Stasera, alle 20.45, nella sala Quadrivium del capoluogo ligure, il libro best-seller sarà al centro di un incontro-dibattito, intitolato “Il Codice Da Vinci, storie senza storia”, organizzato dalla stessa arcidiocesi genovese. A Massimo Introvigne, fondatore e direttore del CESNUR, il Centro studi sulle nuove religioni, spetterà il compito di smontare e confutare le falsità attorno alle quali ruota la trama del libro. Alessandro De Carolis lo ha intervistato:

 

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R. – In pubblici dibattiti, su Internet, sul suo sito e dovunque gli si dia l’occasione di parlare, Dan Brown si sgola a dire che non è un romanzo e che la pagina più importante di tutto il suo libro è pagina 9. In questa pagina, che in inglese si chiama “Facts” e in italiano “Informazioni storiche”, Dan Brown ci dice che questo non è solo un romanzo, ma dice che si fonda su documenti storici e in particolare su “pergamene” – così scrive – note come “les dossiers secrets”, scoperti nel 1975 presso la Bibliothèque Nationale di Parigi. Allora, è Dan Brown che ci dice che le sue storie si basano sulla storia. Questa affermazione non è vera ed è questa affermazione che storici e sociologi delle religioni e anche i pastori della Chiesa hanno il diritto e forse il dovere di interloquire.

 

D. – Allora, di quale “verità” parla Dan Brown?

 

R. – Contrariamente a quanto dice a pagina 9 Dan Brown, i documenti depositati nel 1967 alla Biblioteca Nazionale di Parigi sono falsi, gli autori della mistificazione hanno confessato pubblicamente e per iscritto che si trattava appunto di una forse brillante mistificazione.

 

D. – Quali sono le falsità contenute nel libro che l’hanno più colpita o eventualmente indignata?

 

R. – Quello che mi colpisce e mi indigna è che una storia, che tutti gli specialisti del piccolo mondo esoterico franco-inglese sanno essere una mistificazione che riposa su documenti falsi, almeno dal 1985, cioè da vent’anni, viene improvvisamente riesumata e presentata come una grande, sconvolgente novità. Questa, direi che è l’operazione di fondo. Poi, ci sono tanti piccoli errori: si dice che la divinità di Cristo sia un’invenzione dell’imperatore Costantino, quando è attestata la fede nella divinità di Cristo presso i cristiani del primo secolo; si dice che sia stato lo stesso Costantino a scegliere i quattro Vangeli canonici quando il Canone Muratoriano ci mostra l’ampia accettazione nel mondo cristiano dei quattro Vangeli come “canonici” 90 anni prima che Costantino nascesse!

 

D. – C’è chi sostiene che una presa di posizione contro il “Codice da Vinci”, nella quale si inserisce anche l’incontro di questa sera a Genova, finisca invece per favorire ulteriormente l’acquisto e la lettura del libro, che ieri il cardinale Bertone ha sconsigliato. Qual è la sua opinione in merito?

 

R. – Se i lettori fossero quelli di un libro normale – 500 mila, un milione – sicuramente parlandone si farebbe il gioco dell’autore. Ma queste cifre – 17-25 milioni – ci fanno capire che siamo di fronte ad un vero e proprio fenomeno di costume che interroga studiosi, da una parte, ma interroga anche la Chiesa perché si vede che molti fedeli si lasciano, purtroppo, scuotere nella loro fede da questo “grande” – nel senso di dimensioni – fenomeno di costume.

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Con 17 milioni di copie vendute nel mondo - che arrivano a 25 se si tiene conto delle copie dell’altro romanzo di Dan Brown “Angeli e demoni” – il “Codice da Vinci” sta indubbiamente rappresentando un fenomeno editoriale di massa. Una constatazione che porta con sé delle riflessioni. Al padre gesuita Reginald O’Collins, che si è occupato del libro sulla rivista “Civiltà cattolica”, Fabio Colagrande ha chiesto se i credenti possano considerarsi immuni dai condizionamenti del libro in materia di fede:

 

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R. - Io direi di no. Nel mio Paese, l’Australia, c’è un’ignoranza enorme, una scarsa preparazione storica. Io sto a Roma da più di 30 anni ed i vostri licei normalmente funzionano molto bene, ma forse anche qui c’è una preparazione culturale da migliorare. Un professore italiano, commentando nel dicembre scorso il romanzo, ha detto che la colpa è nostra perché dobbiamo portare avanti una preparazione culturale più sostanziale per evitare i malintesi.

 

D. – Possiamo supporre, secondo lei, che tra gli scopi di Dan Brown ci fosse quello di screditare il cristianesimo con questo libro?

 

R. – Il pregiudizio anticattolico si vende bene. Quasi ogni due, tre anni esce un’opera del genere: l’idea che Gesù sia sposato con Maria Maddalena, o Gesù deposto vivo dalla Croce, o Gesù che ha passato molti anni in India … c’è una lunga lista di romanzi del genere da due secoli, e Dan Brown si inserisce in questo solco del romanzo sensazionalistico che, ribadisco, si vende molto bene.

 

D. – Dunque, padre O’Collins, secondo lei quali sono i motivi del grandissimo successo di questo libro e dei libri simili che toccano argomenti di questo genere?

 

R. – Dan Brown utilizza un approccio usato da altri: l’idea di una società nascosta che sta dietro le quinte … anche questa idea si vende bene. Nel senso che la gente vuole cose così: ovvero, che la storia sia guidata da qualche gruppo nascosto e che noi siamo innocenti, che non possiamo fare niente …

 

D. – Quindi, è soprattutto un business, padre O’Collins?

 

R. – Un business, senz’altro, sì. In una parola: sì.

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IN CORSO LE CELEBRAZIONI PER I 50 ANNI DEL PONTIFICIO ISTITUTO “REGINA MUNDI”, CHE PREPARA LE DONNE CONSACRATE ALL’APOSTOLATO

- Intervista con suor Sharon Holland -

 

Da cinquant’anni forma le donne consacrate attraverso corsi di teologia, ma è aperto anche ai laici. Centro internazionale di studi il Pontificio Istituto Regina Mundi, annesso all’Università Gregoriana, è nato nel 1954 con Pio XII. Durante l’anno celebra questo anniversario con una serie di iniziative e in particolare con dibattiti e convegni. Tiziana Campisi ha intervistato suor Sharon Holland, docente di diritto canonico, e ha raccolto le testimonianze di alcune studentesse:

 

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R. – Il Regina Mundi è nato dopo un convegno di Superiori generali a Roma, per far fronte al fatto che le facoltà di teologia non erano aperte ai laici, donne e uomini, ma soltanto ai chierici, e la Chiesa ha visto la necessità di un istituto di studi teologici per le donne, per le religiose, per il loro apostolato: per qualsiasi apostolato è necessario conoscere la dottrina della Chiesa. E’ stata, inoltre, la prima facoltà di questo genere a Roma.

 

D. – Esistevano altre scuole nel mondo?

 

R. – In quel momento, ce n’era soltanto una che era stata fondata negli Stati Uniti nel 1943.

 

D. – Quindi, il Regina Mundi come forma le religiose?

 

R. – C’è un programma ad ampio raggio sulla dottrina cattolica e anche sulla teologia spirituale, perché con il documento “Vita Consacrata” la Chiesa insiste sulla preparazione spirituale, teologica delle religiose per qualsiasi apostolato.

 

D. – Ma qual è l’esperienza delle religiose che, da tutto il mondo, vengono a Roma per studiare al Regina Mundi; alcune testimonianze:

 

R. – E’ anche un’esperienza per vivere come comunità, perché proveniamo da diversi Paesi. Questo mi aiuta molto per entrare nello spirito della vita della Chiesa. Qui sono presenti tante culture, ma nella Chiesa siamo tutti uniti. Io ho imparato tante cose, non soltanto per la mia spiritualità, ma anche come vivere con gli altri, con culture diverse.

 

R. – MY PERSONAL EXPERIENCE HERE, IN REGINA MUNDI, IS ...

Posso dire che la mia personale esperienza al Regina Mundi è veramente stupenda. L’Istituto forma meglio la nostra vita religiosa e ci prepara spiritualmente negli studi per il nostro apostolato e per il nostro servizio nella società.

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CHIESA E SOCIETA’

16 marzo 2005

 

LETTERA DEI VESCOVI INGLESI E GALLESI RIVOLTA AI CATTOLICI IN VISTA

DELLE PROSSIME ELEZIONI, IL 5 MAGGIO: I PRESULI INVITANO TUTTI

I FEDELI A VALUTARE L’IMPORTANZA DEL LORO VOTO PER AFFERMARE

UNA SOCIETA’ MODELLATA SUI VALORI EVANGELICI

- A cura di Roberta Gisotti -

 

 

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LONDRA. = Matrimonio e famiglia, difesa della vita, politica penale, educazione, bene comune globale, rifugiati e immigrati: queste le principali questioni evidenziate nella Lettera, che vanno affrontate alla luce degli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa, poiché la fede - sottolineano i presuli d’Inghilterra e del Galles - non è un fatto privato, ma implica precise responsabilità verso la società. E’ quindi dovere dei cattolici sostenere politiche a favore della famiglia tradizionale, cellula fondamentale della società e in difesa della vita e della dignità della persona, soprattutto dei soggetti più deboli. Non meno importante è un sistema penale più umano, ispirato al concetto di rieducazione piuttosto che di punizione, come anche un sistema educativo che non risponda solo alla logica del profitto, ma in grado di garantire la formazione integrale della persona. Nella Lettera, i vescovi inglesi e gallesi invitano gli elettori cattolici a non trascurare anche alcune questioni di rilevanza internazionale, indicando tra le priorità del prossimo governo la cancellazione del debito estero, la promozione di un commercio più equo e di una solidarietà più efficace, nonché il rafforzamento delle organizzazioni internazionali, a partire dall’Onu. In questo ambito la Lettera chiede, infine, maggiore tutela dei diritti dei rifugiati e degli immigrati e una migliore azione di contrasto al traffico internazionale degli esseri umani e allo sfruttamento sessuale di donne e bambini.

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CHRISTINE CHANET, GIURISTA FRANCESE, E’ STATA ELETTA PRESIDENTE DEL COMITATO DELLE NAZIONI UNITE SUI DIRITTI UMANI, FORMATO DA ESPERTI INDIPENDENTI E

RIUNITO DA IERI A NEWYORK

 

NEW YORK. = La giurista francese, Christine Chalet, è stata eletta presidente della Comitato dell’ONU per i diritti umani, che ha aperto ieri a New York la prima delle sue sessione annuali. La Chanet è consigliere della Corte di Cassazione, la più alta Corte d’appello francese, e membro della Commissione internazionale dei giuristi. La giurista ha partecipato alla Commissione ONU contro la Tortura tra il 1988 e il 1990. Il Comitato sui diritti umani, che ha sede a New York, è formato da 18 esperti indipendenti, che hanno il compito di monitorare la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici e presentare i loro rapporti all'Assemblea generale dell’ONU. Si distingue dalla Commissione ONU per i diritti umani, che ha sede a Ginevra, i cui partecipanti sono invece nominati dai Paesi membri delle Nazioni Unite (R.G.)

 

 

IL TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE DELL’ONU HA PRESENTATO IERI

LA PRIMA UDIENZA PER DENUNCIARE I CRIMINI DI GUERRA PERPETRATI IN CONGO

 

KINSHASA. = Si è tenuta ieri la prima udienza al Tribunale penale internazionale permanente dell’ONU per i crimini di guerra commessi nel Paese africano. Dopo tre anni di lavoro il Tribunale ha denunciato nel Paese numerosi casi di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra. L’opposizione di Washington era stata sempre forte perché temeva che le truppe potessero diventare bersaglio di persecuzioni. (M.V.S.)

 

 

PRESENTATA IERI A MILANO LA MOSTRA “CARAVAGGIO E L’EUROPA”,

DAL 15 OTTOBRE AL 6 FEBBRAIO PROSSIMI,

CHE SARA’ VISITABILE AL PALAZZO REALE DI MILANO

 

MILANO. = E’ stata presentata ieri a Milano la mostra “Caravaggio e l’Europa”, che si terrà nel Palazzo Reale dal 15 ottobre al 6 febbraio prossimi. L’esposizione si propone di ripercorrere quella vera e propria rivoluzione artistica, durata quarant’anni, attuata dal lombardo Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. Quegli anni di intensa produzione, che vanno dal 1595 al 1635, corrispondono al soggiorno romano dell’artista al cui stile molti seguaci si ispirarono. La mostra, che propone circa 150 opere provenienti dai più prestigiosi musei, dopo Milano sarà trasferita nel “Liechtenstein Museum” di Vienna. Essa parte dalle opere dei primi anni del Caravaggio, passando per quelle della maturità, fino a quelle degli ultimi anni di vita dell’artista, emblematicamente rappresentati dal “San Giovannino” della Galleria Borghese. Sono inoltre esposte le opere dei suoi primi seguaci ed anche quelle della seconda generazione dei caravaggeschi. In quel periodo di grande rivoluzione artistica, due grandi artisti si fronteggiavano: il bolognese Annibale Carracci, cui fa capo la corrente del classicismo, e il Caravaggio, espressione del primo realismo. Secondo Vittorio Sgarbi, “Caravaggio inventò la fotografia d’istantanea prima ancora che il mezzo fotografico nascesse”. Questi due personaggi morirono a distanza di un anno, rispettivamente nel 1609 e nel 1610. Negli anni successivi il loro stile verrà portato avanti da numerosi pittori che, sull’onda dei due maestri, diedero espressione al classicismo e al caravvaggismo. (M.V.S.)

 

 

L’IMPORTANZA DELLA PREGHIERA IN FAMIGLIA, PER RESPINGERE LE OCCASIONI

DI DIVISIONE E DISACCORDO E RITROVARE LA PROPRIA IDENTITA’ CRISTIANA:

SOTTOLINEATA DALL’ARCIVESCOVO DI PERUGIA, GIUSEPPE CHIARETTI,

NELLA LETTERA PASTORALE RIVOLTA ALLA SUA DIOCESI

- A cura di Daniela Di Domenico -

 

PERUGIA. = Le famiglie devono pregare più spesso e respingere ogni occasione di divisione e di disaccordo all’interno del proprio nucleo famigliare: lo ha affermato mons. Chiaretti nella sua ultima Lettera pastorale. “Nonostante che l’istituzione famigliare goda ancora oggi di una buona salute” – ha aggiunto mons. Chiaretti – sono sempre più numerose le famiglie che si lasciano influenzare negativamente dai nuovi media trascurando i doveri di essere cristiani. Ciò comporta, sempre più frequentemente, la divisione e l’isolamento famigliare, le incomprensioni e l’incapacità di dialogare. Secondo la Lettera pastorale dell’arcivescovo, “la famiglia deve diventare la piccola chiesa domestica i cui sacerdoti divengono gli sposi cristiani”. “La preghiera della chiesa domestica” – ha detto – “non deve essere quindi un fatto devozionale o una pratica supererogatoria, ma un’esigenza identitaria che tocca la struttura del cristiano e si modella secondo le esigenze e le attitudini delle famiglie”. Mons. Chiaretti ci ricorda che “è stato lo stesso Gesù ad insegnarci come pregare: bisogna pregare da figli con la confidenza e la semplicità propria di un figlio”. Deve essere prima di tutto la famiglia, la “piccola parrocchia” all’interno della quale i bambini possono acquisire i primi fondamenti dell’insegnamento cristiano. Mons. Chiaretti, ha concluso la sua Lettera pastorale proponendo ad ogni famiglia di collocare nella propria casa un’immagine sacra. Come ricordo della sua recente Visita pastorale, l’arcivescovo ha deciso di donare alla comunità cristiana perugino-pievese, durante le benedizioni pasquali, l’immagine dell’icona della Madonna delle Grazie della cattedrale di Perugia.

 

 

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24 ORE NEL MONDO

16 marzo 2005

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Stamani Baghdad si è fermata per la seduta dell’Assemblea nazionale irachena, la prima dalle elezioni del 30 gennaio scorso, conclusasi pochi minuti fa. In tutto l’Iraq, però, la violenza continua. Sentiamo Giada Aquilino:

 

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Si trova nella zona verde il Palazzo dei Congressi di Baghdad, dove stamani si sono riuniti i 275 deputati del Parlamento iracheno. Un’area ben protetta quindi, che ospita gli uffici del governo transitorio ma anche le ambasciate di Stati Uniti e Gran Bretagna. Ma pochi minuti prima dell’inizio della seduta, si sono uditi violenti colpi di mortaio e una colonna di fumo ha avvolto l’intero settore. I lavori hanno comunque avuto luogo, con il discorso del presidente ad interim Ghazi al-Yawar e il giuramento dei parlamentari. Presenti i rappresentati dell’Alleanza unitaria irachena, il gruppo sciita dell'ayatollah Al-Sistani vincitore delle consultazioni, quelli dell’Alleanza curda e degli schieramenti - tra gli altri - del premier provvisorio Allawi e dello stesso al-Yawar. Proprio la scelta dei nuovi primo ministro e capo di Stato rimangono al centro del dibattito: l’intesa di massima di affidare allo sciita Ibrahim Jaafari l’incarico di premier e all'esponente curdo Jalal Talabani quello di presidente, riservando ad un rappresentante sunnita la carica di capo del Parlamento, è ferma per lo stallo determinato dalla richiesta curda di includere nella zona autonoma nel nord del Paese il ricco bacino petrolifero di Kirkuk e dalle discussioni sul futuro delle milizie curde dei peshmerga. In tutto l’Iraq intanto proseguono le violenze: un kamikaze stamani a Baquba ha fatto esplodere un'autobomba, uccidendo almeno 5 militari iracheni, mentre nella capitale una forte esplosione ha interessato la sede del Baghdad Mirror, unico settimanale iracheno di lingua inglese. Sul piano politico, c’è fermento in seno alla coalizione guidata dagli americani. Ieri, nel giorno del dolore per la scomparsa a Nassiriya del militare italiano Salvatore Marracino, morto per un colpo accidentale partito dalla sua arma e la cui salma rientrerà stasera in Patria, il premier Berlusconi ha annunciato il progressivo ritiro delle truppe italiane dall’Iraq a partire da settembre. Dall’amministrazione Bush subito una rassicurazione. Con gli alleati nessuna scollatura: il ritiro italiano avverrà in modo “totalmente coordinato” con il resto della coalizione militare, ha detto il segretario di Stato Rice, in questi giorni in visita in Asia. Sulla questione è intervenuto anche il premier britannico Blair, secondo cui i commenti del collega italiano “sono stati fraintesi” e “il futuro della forza multinazionale dipende dalla capacità del governo iracheno di assicurare” la stabilità nel Paese. D’altra parte, ha aggiunto Blair, né Londra né Roma hanno già “fissato la data di inizio del ritiro dall’Iraq”. Se ne riparlerà solo “quando il lavoro sarà finito”.

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Storico passaggio di consegne in Cisgiordania: da oggi la città di Gerico è tornata sotto il pieno controllo dell’Autorità Nazionale Palestinese. I particolari di questo trasferimento sono stati concordati la scorsa notte durante un incontro tra alti ufficiali israeliani e palestinesi. Il nostro servizio:

 

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Le operazioni per il passaggio di Gerico sotto il controllo dell’Autorità Nazionale Palestinese sono andate avanti nonostante le polemiche per le dichiarazioni del presidente palestinese, Abu Mazen, che ieri ha annunciato la scarcerazione di due estremisti. Le truppe israeliane – ha detto il ministro palestinese per i Negoziati di pace, Erekat – rimuoveranno anche due sbarramenti nei dintorni di Gerico ed in seguito si ritireranno progressivamente da tutta la Cisgiordania. Tutti i posti di blocco – ha aggiunto Erekat – saranno smantellati. A Gerusalemme, intanto, è stato inaugurato il Museo storico della Shoah. Alla cerimonia hanno assistito, ieri, le delegazioni di numerosi Paesi del mondo. In rappresentanza del Papa ha partecipato il cardinale Tauran, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Il nuovo Yad Vashem, ovvero il “Memoriale dell’Olocausto e degli eroi” edificato per ricordare i sei milioni di vittime della ferocia nazista, comprende una galleria lunga 180 metri dall’alta volta triangolare che affonda nella roccia di una collina. Il museo ospita, inoltre, la Sala del ricordo dove sono impressi i nomi dei 22 principali campi di sterminio nazisti. In una stanza vicina brucia una fiamma perenne. Al milione e mezzo di bambini ebrei morti nelle camere a gas è dedicato poi un Memoriale estremamente toccante: in una sala buia illuminata solo da piccolissime luci, moltiplicate da un gioco di specchi, una voce scandisce in continuazione i nomi delle vittime. Su una colonna alta 30 metri svetta, infine, la parola “Ricorda” e davanti alla porta di ingresso si apre il viale dei “Giusti delle nazioni”, dedicato a quanti hanno rischiato la vita per salvare gli ebrei dalle persecuzioni.

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Aumentare la cooperazione nella difesa del settore dell’energia e più in generale lavorare insieme per risolvere le crisi regionali come quella del Nepal. Sono stati questi i temi al centro dell’incontro di ieri tra il segretario di Stato americano, Condoleeza Rice, ed il ministro degli Esteri indiano, Natwar Singh. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:

 

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Il segretario di Stato americano ha detto che India e Stati Uniti condividono valori comuni basati sul rispetto della democrazia e del multipartitismo. New Delhi e Washington aumenteranno, quindi, la pressione sulla monarchia nepalese dopo la svolta autoritaria del re Gyandendra, avvenuta lo scorso primo febbraio. Un altro punto importante è quello del fabbisogno energetico dell’India per sostenere la sua forte crescita. Il progetto di gasdotto, dall’Iran attraverso il Pakistan, è stato criticato dalla Casa Bianca che non vede di buon occhio le relazioni tra India ed Iran. “Bisogna allargare le nostra vedute, avviare un vasto dialogo sull’energia – ha detto la Rice nella conferenza stampa – ed esplorare nuove strade attraverso l’aiuto delle nostre tecnologie”. Sulla proposta di fornitura dei caccia bombardieri F16, sia a India che a Pakistan, non c’è stato alcun annuncio concreto. Nel vago anche la posizione sulla candidatura indiana come nuovo membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU allargato. La Rice ha apprezzato le capacità dell’India nell’emergenza dello tsunami che ha sconvolto, lo scorso 26 dicembre, il sud est asiatico. Nel pomeriggio la Rice volerà ad Islamabad ma, a differenza del passato, questa volta non ci sono crisi da disinnescare. Il disgelo indo-pakistano continua. Il presidente pakistano, Musharraf, ad aprile sarà in India per assistere ad una delle partite del torneo di cricket in corso. La Rice, scherzando, ha promesso che imparerà anche le complicate regole del gioco del cricket, un gioco che evidentemente in diplomazia funziona bene.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Dopo l’incontro con il ministro degli esteri indiano, il segretario di Stato americano, Condoleeza Rice, ha affermato inoltre che la Corea del nord può risolvere la crisi innescata dal suo programma atomico solo tornando al tavolo del negoziato a sei. La risposta nordcoreana non si è fatta attendere: il ministero degli Esteri ha dichiarato che il governo di Pyongyang non parteciperà ai colloqui se gli Stati Uniti non ritireranno la definizione di ‘avamposto della tirannia’ usata per la Corea del nord. Ma oltre alla questione nucleare, il Paese asiatico è al centro di altre gravi emergenze: i bambini malnutriti secondo l’UNICEF sono il 37 per cento ed almeno 6 milioni di persone su una popolazione di circa 20 milioni, hanno bisogno di aiuti alimentari. Ascoltiamo il commento del segretario generale della Caritas Internationalis, Duncan MacLaren, appena rientrato dalla Corea del nord. L’intervista è di Philippa Hitchen:

 

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R. – Le necessità in Corea del Nord sono ancora molte. Noi temiamo che in seguito allo tsunami la generosità della gente si rivolga soprattutto verso i bisogni delle popolazioni colpite dal maremoto. Questo avrà un effetto negativo sul nostro appello a favore della Corea del Nord. Bisogna ricordare che ci sono anche altre situazioni di emergenza nel mondo e per quanto riguarda la Corea del Nord la situazione è molto difficile. La Caritas è una delle poche organizzazioni umanitarie che può lavorare sul posto. Per questo chiedo di offrire un aiuto tramite la Caritas italiana per realizzare un programma che è molto importante per il sostegno che offre alla popolazione bisognosa. Ma anche perché la Caritas apre una finestra di dialogo fra un governo molto isolato ed il resto del mondo.

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Gli Stati Uniti, con il Giappone, hanno duramente criticato la “legge antisecessione” approvata dal Parlamento cinese, per contrastare le mire indipendentiste di Taiwan. Stamattina lo stesso presidente taiwanese, Chen Shui bian, ha parlato di un provvedimento “antidemocratico” e “guerrafondaio”, che “acuirà le divisioni” fra Taipei e Pechino. La nuova legge – ricordiamo – autorizza l’esercito cinese ad attaccare l’isola, se questa farà ulteriori passi verso una dichiarazione formale di indipendenza.

 

 

I ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno deciso di rinviare i negoziati con la Croazia, che sarebbero dovuti cominciare domani. Lo si apprende da fonti del Consiglio. Le stesse fonti hanno aggiunto che oggi non sarà indicata una nuova data per l’apertura dei colloqui. Decisiva la mancata consegna da parte delle autorità di Zagabria dell’ex generale Ante Gotovina, ricercato dal Tribunale penale internazionale.

 

 

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