RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
75 - Testo della trasmissione di mercoledì 16 marzo 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
La
giurista francese, Christine Chalet, eletta presidente del Comitato ONU per i
diritti umani
Sono circa 150 le opere che aprono, oggi, a
Milano la mostra “Caravaggio e l’Europa”
Iraq: nel giorno della prima seduta dell’Assemblea nazionale, nuove violenze a Baghdad e a Baquba. Annunciato il ritiro graduale dei militari italiani a partire da settembre
Storico passaggio di consegne in Cisgiordania: da oggi la città di Gerico è tornata sotto il controllo palestinese
E’ sempre emergenza fame in Corea del Nord.
16 marzo 2005
IL PAPA SI E’ AFFACCIATO DALLA
SUA FINESTRA E HA BENEDETTO CON LA MANO
PIU’ VOLTE I NUMEROSI PELLEGRINI PRESENTI IN
PIAZZA SAN PIETRO
PIENA DI SOLE. PRESENTI SOPRATTUTTO POLACCHI
PROVENIENTI ANCHE DA STATI UNITI E SVEZIA
Di fronte
ai canti e ai saluti festosi della gente raccolta in Piazza San Pietro, alle
11.20 Giovanni Paolo II si è affacciato dalla finestra del suo studio. Il
servizio di Fausta Speranza:
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Il Papa affacciandosi ha
ripetuto quel gesto tanto atteso di benedizione e la sua mano è tornata a farlo
più volte con l’intensità di sempre. E’ evidente che l’appuntamento ideale con
l’udienza del mercoledì è sempre vivo nella mente di tanti fedeli: questa
mattina in molti si sono raccolti in una Piazza San Pietro piena di sole,
soprattutto pellegrini polacchi.
(Canto)
Con la gioia dei bambini che
hanno cantato sotto le finestre del Papa fino a quando non li ha salutati, c’è
la testimonianza degli adulti che hanno fatto tanta strada per essere qui:
(Testimonianze in polacco)
Raccontano da dove vengono: non
solo Polonia ma anche Stati Uniti e Svezia.
La suora che guida il gruppo della scuola di Chicago afferma che i
bambini sono venuti per cantare e pregare per la salute del Papa. Un uomo
sottolinea l’importanza di essere accanto al Papa, per dirgli: “Siamo accanto a
te, preghiamo per la tua salute, ti affidiamo al Signore”.
E’ il primo mercoledì dopo il
ricovero al Gemelli. Ma anche mercoledì scorso – lo ricordiamo – nel piazzale
centrale dell’ospedale si era raccolta molta gente tra cui due scolaresche. E
in quel caso, con piena sorpresa, il Papa si era affacciato pochi minuti prima
delle dodici. Il portavoce vaticano Navarro Valls, che lo aveva escluso appena
un’ora prima, il giorno dopo ammetteva che Giovanni Paolo II stupisce proprio
tutti. Resta da dire che siamo al mercoledì che precede la Settimana Santa.
**********
APRE NEL
POMERIGGIO IN VATICANO UNA CONFERENZA SUI 40 ANNI
DELLA GAUDIUM ET SPES, LA COSTITUZIONE
CONCILIARE CHE CHIEDE ALLA CHIESA
DI PORSI IN DIALOGO CON IL MONDO CONTEMPORANEO
- Intervista con il cardinale Cláudio Hummes -
Si apre oggi pomeriggio in
Vaticano una Conferenza di tre giorni promossa dal Pontificio Consiglio
Giustizia e Pace sul tema "L'appello alla giustizia: l'eredità della Gaudium
et Spes a 40 anni dalla promulgazione" di questa Costituzione pastorale. Aprono i lavori il cardinale Renato
Raffaele Martino, presidente del dicastero promotore, e il cardinale segretario
di Stato Angelo Sodano. Nell’occasione sarà letto un messaggio del Papa.
L'iniziativa intende fare il punto sulla missione della Chiesa nel mondo di
fronte alle grandi questioni della povertà e del consumismo, della pace e del
terrorismo. Una Chiesa, come dice la Gaudium et Spes, che vuole porsi in
dialogo col mondo contemporaneo. Ascoltiamo in proposito il cardinale
brasiliano Cláudio Hummes, arcivescovo di San Paolo, uno dei relatori di questa
sessione inaugurale. L’intervista è di Christiane Murray:
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R. –
Sì. I 40 anni della costituzione pastorale ‘Gaudium et Spes’ del
Concilio Vaticano II sono un’opportunità per riprendere tutti questi temi che
sono trattati in questo documento, ed è, soprattutto, la Chiesa che vuole
dialogare con il mondo contemporaneo. Questo è il grande obiettivo di questo
documento e perciò abbiamo lì una Chiesa che si inserisce nel mondo e vuole
essere a servizio del mondo, soprattutto a servizio delle grandi cause come la
pace, la giustizia, la vita umana e i diritti umani, e anche con una visione
ottimistica del progresso umano, della storia umana, dell’umanità con i suoi
valori, perché ci sono dei valori, ci sono delle cose molto importanti che non
si perderanno anche quando alla fine dei tempi, per tutti ci sarà il grande
rinnovamento con la Risurrezione finale, anche con la partecipazione della
creazione: nella Risurrezione ritroveremo tutto quello che di buono, di giusto
e di bello è stato fatto per l’umanità durante la sua storia, però purificato
da tutto il male, da tutte le ferite. Questa è una Chiesa che vuol dialogare
con il mondo, non vuole giudicare il mondo ma vuole salvarlo, vuole essere al
servizio. Questa parola di Gesù che dice: “Io non vengo per condannare il
mondo, per giudicare il mondo, ma per salvarlo”, questa è una parola molto
forte e che vale per questa costituzione pastorale in modo molto speciale.
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I NUOVI VERTICI DELLA
CONFERENZA EPISCOPALE SPAGNOLA
RICEVUTI IERI IN VATICANO DAL CARDINALE ANGELO
SODANO
- Intervista col presidente dei vescovi spagnoli
mons. Ricardo Blazquez Peres -
Il cardinale segretario di Stato
Angelo Sodano ha ricevuto ieri in Vaticano i nuovi vertici della Conferenza
episcopale spagnola, eletti l’8 marzo scorso: si tratta del vescovo di Bilbao Ricardo
Blazquez Perez, nuovo presidente, e dell’arcivescovo di Toledo Antonio
Canizares Llovera, nuovo vicepresidente. Ma quali sono oggi le priorità della
Conferenza episcopale spagnola? Ci risponde il suo presidente, mons. Blazquez
Peres, al microfono di José Manuel Del Rio Carrasco:
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R. - Quali sono
le priorità? Noi vogliamo mettere l’accento sull’importanza della celebrazione
dell’Eucaristia la domenica. Questo è il cuore della Chiesa. L’Eucaristia è il
centro, il fulcro, la meta, la radice della vita della Chiesa e anche della
pastorale di ogni prete e di ogni vescovo. Vogliamo che questo sia messo
chiaramente in rilievo. Sono questioni fondamentali, non sono questioni
superficiali. Dio esiste, è nostro Padre e ci vuole bene, ci aspetta ogni
giorno. Gesù, suo Figlio fatto uomo, è il Salvatore di tutti, l’unico Salvatore
dell’umanità intera. La Chiesa è la famiglia della fede: non viviamo la fede
individualmente,ma viviamola in comunità e bisogna curare questa comunità della
fede affinché possa essere salda ed essere fermento nel nostro mondo.
D. - Mons.
Blasquez, l’11 marzo, a chiusura della Plenaria della Conferenza episcopale
spagnola, si è celebrata una Messa in suffragio delle vittime degli attentati
dell’11 marzo dell’anno scorso. Quel giorno, in quei terribili attentati, sono
morte 192 persone e per questo si è pregato.
Cosa si può fare per combattere il terrorismo?
R. - Ho partecipato anch’io alla
celebrazione eucaristica nel Duomo dell’Almudena e a Bilbao ho dovuto
presiedere troppi funerali per le vittime del terrorismo cercando di dire una
parola nella prospettiva della fede a conforto di quella sofferenza. E’ un
problema molto ampio. Nella lotta al terrorismo ci sono aspetti che non
appartengono al campo di azione della Chiesa. A noi ci appartiene certamente di
disarmare la mente perché sempre la mente è il cuore, la fonte dalla quale poi
le mani si armano ed uccidono. Noi vogliamo offrire delle prospettive etiche e
morali, affinché la pace, la convivenza nel rispetto reciproco, i diritti delle
persone siano rispettati.
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NOMINE
Il Santo Padre ha accolto le dimissioni presentate,
per ragioni di salute, dal consigliere generale dello Stato della Città del
Vaticano, il marchese Giulio Sacchetti ed ha affidato il medesimo incarico al
prof. Cesare Mirabelli. Nello stesso tempo il Papa ha annoverato fra i
consiglieri dello Stato della Città del Vaticano mons. Bruno Bertagna, il dott.
Carlo Balestrero e il dott. Massimo Vari.
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OGGI
SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina il titolo “Un gesto di
benedizione, di paternità e di indomito vigore spirituale. Giovanni Paolo II ha
salutato i pellegrini dalla finestra del Palazzo Apostolico”.
Iraq: si è tenuta a Baghdad la prima seduta
dell’Assemblea nazionale, dopo le elezioni del 30 gennaio; morto il soldato
italiano ferito da un colpo di arma da fuoco durante un’esercitazione a
Nassiriya. Libano: ancora nessun accordo per formare il Governo. Medio Oriente:
Abu Mazen esorta il suo popolo all’unità di intenti.
Nelle vaticane, una pagina dedicata al
pellegrinaggio spirituale verso la Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia.
Nelle estere, nucleare: l’Iran dichiara di non rinunciare
all’arricchimento dell’uranio. Terrorismo: Osama bin Laden è sfuggito pochi mesi
fa alla cattura; secondo Musharraf si trovava al confine tra Pakistan e
Afghanistan. Russia: il leader dei ribelli ceceni esclude l’uso della violenza
contro innocenti. La FAO dopo lo tsunami auspica una
ricostruzione responsabile che protegga i diritti dei pescatori
Nella pagina culturale, pubblicati gli atti del Convegno pisano sulle residenze
papali e cardinalizie a Roma fra XII e XV secolo
Nelle pagine italiane, l’annuncio in tv di Berlusconi del
ritiro graduale delle truppe dall’Iraq a partire da settembre; dolore e
cordoglio per il militare morto in un incedente a Nassiriya. Omicidio Biagi: sedici anni di
reclusione inflitti alla “pentita” Cinzia Banelli. Moro: cerimonie in via Fani
a 27 anni dal rapimento dello statista. A seguire i temi del pubblico impiego,
delle riforme e dell’immigrazione
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16 marzo 2005
LE RIVELAZIONI DEL
“CODICE DA VINCI” BASATE SU DOCUMENTI STORICI
DICHIARATI FALSI DA VENT’ANNI: LE OPINIONI DEL
PADRE GESUITA REGINALD O’COLLINS E DI MASSIMO INTROVIGNE,
CHE STASERA A GENOVA PARLERA’ DEL LIBRO DI DAN
BROWN,
DURANTE UN INCONTRO ORGANIZZATO DALL’ARCIDIOCESI
DEL CAPOLUOGO LIGURE
- A cura di Alessandro De Carolis -
La negazione della Passione e della
Risurrezione di Cristo, la figura travisata della Maddalena e delle donne
evangeliche, l’attribuzione di oscure trame alla Chiesa cattolica. Sono alcune
delle affermazioni sulle quali si snoda la trama ideata da Dan Brown, ne “Il
Codice da Vinci”, che ieri il cardinale Tarcisio Bertone, arcivescovo di
Genova, ha stigmatizzato in un’intervista rilasciata alla nostra emittente.
Stasera, alle 20.45, nella sala Quadrivium del capoluogo ligure, il libro
best-seller sarà al centro di un incontro-dibattito, intitolato “Il Codice Da
Vinci, storie senza storia”, organizzato dalla stessa arcidiocesi genovese. A
Massimo Introvigne, fondatore e direttore del CESNUR, il Centro studi sulle
nuove religioni, spetterà il compito di smontare e confutare le falsità attorno
alle quali ruota la trama del libro. Alessandro De Carolis lo ha intervistato:
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R. – In pubblici dibattiti, su
Internet, sul suo sito e dovunque gli si dia l’occasione di parlare, Dan Brown
si sgola a dire che non è un romanzo e che la pagina più importante di tutto il
suo libro è pagina 9. In questa pagina, che in inglese si chiama “Facts” e in
italiano “Informazioni storiche”, Dan Brown ci dice che questo non è solo un
romanzo, ma dice che si fonda su documenti storici e in particolare su “pergamene”
– così scrive – note come “les dossiers secrets”, scoperti nel 1975 presso la
Bibliothèque Nationale di Parigi. Allora, è Dan Brown che ci dice che le sue
storie si basano sulla storia. Questa affermazione non è vera ed è questa
affermazione che storici e sociologi delle religioni e anche i pastori della
Chiesa hanno il diritto e forse il dovere di interloquire.
D. – Allora, di quale “verità”
parla Dan Brown?
R. – Contrariamente a quanto
dice a pagina 9 Dan Brown, i documenti depositati nel 1967 alla Biblioteca
Nazionale di Parigi sono falsi, gli autori della mistificazione hanno
confessato pubblicamente e per iscritto che si trattava appunto di una forse
brillante mistificazione.
D. – Quali sono le falsità
contenute nel libro che l’hanno più colpita o eventualmente indignata?
R. – Quello che mi colpisce e mi
indigna è che una storia, che tutti gli specialisti del piccolo mondo esoterico
franco-inglese sanno essere una mistificazione che riposa su documenti falsi,
almeno dal 1985, cioè da vent’anni, viene improvvisamente riesumata e
presentata come una grande, sconvolgente novità. Questa, direi che è
l’operazione di fondo. Poi, ci sono tanti piccoli errori: si dice che la
divinità di Cristo sia un’invenzione dell’imperatore Costantino, quando è attestata
la fede nella divinità di Cristo presso i cristiani del primo secolo; si dice
che sia stato lo stesso Costantino a scegliere i quattro Vangeli canonici
quando il Canone Muratoriano ci mostra l’ampia accettazione nel mondo cristiano
dei quattro Vangeli come “canonici” 90 anni prima che Costantino nascesse!
D. –
C’è chi sostiene che una presa di posizione contro il “Codice da Vinci”, nella
quale si inserisce anche l’incontro di questa sera a Genova, finisca invece per
favorire ulteriormente l’acquisto e la lettura del libro, che ieri il cardinale
Bertone ha sconsigliato. Qual è la sua opinione in merito?
R. – Se i lettori fossero quelli
di un libro normale – 500 mila, un milione – sicuramente parlandone si farebbe
il gioco dell’autore. Ma queste cifre – 17-25 milioni – ci fanno capire che
siamo di fronte ad un vero e proprio fenomeno di costume che interroga
studiosi, da una parte, ma interroga anche la Chiesa perché si vede che molti
fedeli si lasciano, purtroppo, scuotere nella loro fede da questo “grande” –
nel senso di dimensioni – fenomeno di costume.
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Con 17 milioni di copie vendute
nel mondo - che arrivano a 25 se si tiene conto delle copie dell’altro romanzo
di Dan Brown “Angeli e demoni” – il “Codice da Vinci” sta indubbiamente rappresentando
un fenomeno editoriale di massa. Una constatazione che porta con sé delle
riflessioni. Al padre gesuita Reginald O’Collins, che si è occupato del libro
sulla rivista “Civiltà cattolica”, Fabio Colagrande ha chiesto se i credenti
possano considerarsi immuni dai condizionamenti del libro in materia di fede:
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R. - Io direi di no. Nel mio Paese, l’Australia, c’è
un’ignoranza enorme, una scarsa preparazione storica. Io sto a Roma da più di
30 anni ed i vostri licei normalmente funzionano molto bene, ma forse anche qui
c’è una preparazione culturale da migliorare. Un professore italiano,
commentando nel dicembre scorso il romanzo, ha detto che la colpa è nostra
perché dobbiamo portare avanti una preparazione culturale più sostanziale per evitare
i malintesi.
D. – Possiamo supporre, secondo
lei, che tra gli scopi di Dan Brown ci fosse quello di screditare il
cristianesimo con questo libro?
R. – Il pregiudizio
anticattolico si vende bene. Quasi ogni due, tre anni esce un’opera del genere:
l’idea che Gesù sia sposato con Maria Maddalena, o Gesù deposto vivo dalla
Croce, o Gesù che ha passato molti anni in India … c’è una lunga lista di
romanzi del genere da due secoli, e Dan Brown si inserisce in questo solco del
romanzo sensazionalistico che, ribadisco, si vende molto bene.
D. – Dunque, padre O’Collins,
secondo lei quali sono i motivi del grandissimo successo di questo libro e dei
libri simili che toccano argomenti di questo genere?
R. – Dan Brown utilizza un
approccio usato da altri: l’idea di una società nascosta che sta dietro le
quinte … anche questa idea si vende bene. Nel senso che la gente vuole cose
così: ovvero, che la storia sia guidata da qualche gruppo nascosto e che noi
siamo innocenti, che non possiamo fare niente …
D. – Quindi, è soprattutto un
business, padre O’Collins?
R. – Un business, senz’altro,
sì. In una parola: sì.
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IN CORSO LE CELEBRAZIONI PER I 50 ANNI DEL
PONTIFICIO ISTITUTO “REGINA MUNDI”, CHE PREPARA LE DONNE CONSACRATE
ALL’APOSTOLATO
- Intervista con suor Sharon Holland -
Da
cinquant’anni forma le donne consacrate attraverso corsi di teologia, ma è
aperto anche ai laici. Centro internazionale di studi il Pontificio Istituto
Regina Mundi, annesso all’Università Gregoriana, è nato nel 1954 con Pio XII.
Durante l’anno celebra questo anniversario con una serie di iniziative e in
particolare con dibattiti e convegni. Tiziana Campisi ha intervistato suor
Sharon Holland, docente di diritto canonico, e ha raccolto le testimonianze di
alcune studentesse:
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R. – Il Regina Mundi è nato dopo un convegno di
Superiori generali a Roma, per far fronte al fatto che le facoltà di teologia
non erano aperte ai laici, donne e uomini, ma soltanto ai chierici, e la Chiesa
ha visto la necessità di un istituto di studi teologici per le donne, per le
religiose, per il loro apostolato: per qualsiasi apostolato è necessario
conoscere la dottrina della Chiesa. E’ stata, inoltre, la prima facoltà di
questo genere a Roma.
D. – Esistevano altre scuole nel
mondo?
R. – In quel momento, ce n’era
soltanto una che era stata fondata negli Stati Uniti nel 1943.
D. – Quindi, il Regina Mundi
come forma le religiose?
R. – C’è un programma ad ampio
raggio sulla dottrina cattolica e anche sulla teologia spirituale, perché con il
documento “Vita Consacrata” la Chiesa insiste sulla preparazione spirituale,
teologica delle religiose per qualsiasi apostolato.
D. – Ma qual è l’esperienza
delle religiose che, da tutto il mondo, vengono a Roma per studiare al Regina
Mundi; alcune testimonianze:
R. – E’ anche un’esperienza per
vivere come comunità, perché proveniamo da diversi Paesi. Questo mi aiuta molto
per entrare nello spirito della vita della Chiesa. Qui sono presenti tante
culture, ma nella Chiesa siamo tutti uniti. Io ho imparato tante cose, non
soltanto per la mia spiritualità, ma anche come vivere con gli altri, con
culture diverse.
R. – MY PERSONAL EXPERIENCE HERE, IN REGINA MUNDI, IS
...
Posso dire che la mia personale esperienza al Regina Mundi è veramente
stupenda. L’Istituto forma meglio la nostra vita religiosa e ci prepara
spiritualmente negli studi per il nostro apostolato e per il nostro servizio
nella società.
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16 marzo 2005
LETTERA
DEI VESCOVI INGLESI E GALLESI RIVOLTA AI CATTOLICI IN VISTA
DELLE
PROSSIME ELEZIONI, IL 5 MAGGIO: I PRESULI INVITANO TUTTI
I
FEDELI A VALUTARE L’IMPORTANZA DEL LORO VOTO PER AFFERMARE
UNA
SOCIETA’ MODELLATA SUI VALORI EVANGELICI
- A
cura di Roberta Gisotti -
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LONDRA.
= Matrimonio e famiglia, difesa della vita, politica penale, educazione, bene
comune globale, rifugiati e immigrati: queste le principali questioni
evidenziate nella Lettera, che vanno affrontate alla luce degli insegnamenti
della dottrina sociale della Chiesa, poiché la fede - sottolineano i presuli
d’Inghilterra e del Galles - non è un fatto privato, ma implica precise
responsabilità verso la società. E’ quindi dovere dei cattolici sostenere
politiche a favore della famiglia tradizionale, cellula fondamentale della
società e in difesa della vita e della dignità della persona, soprattutto dei
soggetti più deboli. Non meno importante è un sistema penale più umano,
ispirato al concetto di rieducazione piuttosto che di punizione, come anche un
sistema educativo che non risponda solo alla logica del profitto, ma in grado
di garantire la formazione integrale della persona. Nella Lettera, i vescovi
inglesi e gallesi invitano gli elettori cattolici a non trascurare anche alcune
questioni di rilevanza internazionale, indicando tra le priorità del prossimo
governo la cancellazione del debito estero, la promozione di un commercio più
equo e di una solidarietà più efficace, nonché il rafforzamento delle
organizzazioni internazionali, a partire dall’Onu. In questo ambito la Lettera
chiede, infine, maggiore tutela dei diritti dei rifugiati e degli immigrati e
una migliore azione di contrasto al traffico internazionale degli esseri umani
e allo sfruttamento sessuale di donne e bambini.
*********
CHRISTINE
CHANET, GIURISTA FRANCESE, E’ STATA ELETTA PRESIDENTE DEL COMITATO DELLE
NAZIONI UNITE SUI DIRITTI UMANI, FORMATO DA ESPERTI INDIPENDENTI E
RIUNITO
DA IERI A NEWYORK
NEW YORK. = La giurista
francese, Christine Chalet, è stata eletta presidente della Comitato dell’ONU
per i diritti umani, che ha aperto ieri a New York la prima delle sue sessione
annuali. La Chanet è consigliere della Corte di Cassazione, la più alta Corte
d’appello francese, e membro della Commissione internazionale dei giuristi. La
giurista ha partecipato alla Commissione ONU contro la Tortura tra il 1988 e il
1990. Il Comitato sui diritti umani, che ha sede a New York, è formato da 18
esperti indipendenti, che hanno il compito di monitorare la Convenzione
internazionale sui diritti civili e politici e presentare i loro rapporti
all'Assemblea generale dell’ONU. Si distingue dalla Commissione ONU per i
diritti umani, che ha sede a Ginevra, i cui partecipanti sono invece nominati
dai Paesi membri delle Nazioni Unite (R.G.)
IL TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE DELL’ONU HA
PRESENTATO IERI
LA PRIMA UDIENZA PER DENUNCIARE I CRIMINI DI
GUERRA PERPETRATI IN CONGO
KINSHASA.
= Si è tenuta ieri la prima udienza al Tribunale penale internazionale
permanente dell’ONU per i crimini di guerra commessi nel Paese africano. Dopo
tre anni di lavoro il Tribunale ha denunciato nel Paese numerosi casi di
genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra. L’opposizione di Washington
era stata sempre forte perché temeva che le truppe potessero diventare
bersaglio di persecuzioni. (M.V.S.)
PRESENTATA IERI A MILANO LA MOSTRA “CARAVAGGIO E
L’EUROPA”,
DAL 15 OTTOBRE AL 6 FEBBRAIO PROSSIMI,
CHE SARA’ VISITABILE AL PALAZZO REALE DI MILANO
MILANO.
= E’ stata presentata ieri a Milano la mostra “Caravaggio e l’Europa”, che si
terrà nel Palazzo Reale dal 15 ottobre al 6 febbraio prossimi. L’esposizione si
propone di ripercorrere quella vera e propria rivoluzione artistica, durata
quarant’anni, attuata dal lombardo Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.
Quegli anni di intensa produzione, che vanno dal 1595 al 1635, corrispondono al
soggiorno romano dell’artista al cui stile molti seguaci si ispirarono. La
mostra, che propone circa 150 opere provenienti dai più prestigiosi musei, dopo
Milano sarà trasferita nel “Liechtenstein Museum” di Vienna. Essa parte dalle
opere dei primi anni del Caravaggio, passando per quelle della maturità, fino a
quelle degli ultimi anni di vita dell’artista, emblematicamente rappresentati
dal “San Giovannino” della Galleria Borghese. Sono inoltre esposte le opere dei
suoi primi seguaci ed anche quelle della seconda generazione dei caravaggeschi.
In quel periodo di grande rivoluzione artistica, due grandi artisti si
fronteggiavano: il bolognese Annibale Carracci, cui fa capo la corrente del
classicismo, e il Caravaggio, espressione del primo realismo. Secondo Vittorio
Sgarbi, “Caravaggio inventò la fotografia d’istantanea prima ancora che il
mezzo fotografico nascesse”. Questi due personaggi morirono a distanza di un
anno, rispettivamente nel 1609 e nel 1610. Negli anni successivi il loro stile
verrà portato avanti da numerosi pittori che, sull’onda dei due maestri,
diedero espressione al classicismo e al caravvaggismo. (M.V.S.)
L’IMPORTANZA
DELLA PREGHIERA IN FAMIGLIA, PER RESPINGERE LE OCCASIONI
DI
DIVISIONE E DISACCORDO E RITROVARE LA PROPRIA IDENTITA’ CRISTIANA:
SOTTOLINEATA
DALL’ARCIVESCOVO DI PERUGIA, GIUSEPPE CHIARETTI,
NELLA
LETTERA PASTORALE RIVOLTA ALLA SUA DIOCESI
- A
cura di Daniela Di Domenico -
PERUGIA.
= Le famiglie devono pregare più spesso e respingere ogni occasione di
divisione e di disaccordo all’interno del proprio nucleo famigliare: lo ha
affermato mons. Chiaretti nella sua ultima Lettera pastorale. “Nonostante che
l’istituzione famigliare goda ancora oggi di una buona salute” – ha aggiunto
mons. Chiaretti – sono sempre più numerose le famiglie che si lasciano
influenzare negativamente dai nuovi media trascurando i doveri di essere
cristiani. Ciò comporta, sempre più frequentemente, la divisione e l’isolamento
famigliare, le incomprensioni e l’incapacità di dialogare. Secondo la Lettera
pastorale dell’arcivescovo, “la famiglia deve diventare la piccola chiesa
domestica i cui sacerdoti divengono gli sposi cristiani”. “La preghiera della
chiesa domestica” – ha detto – “non deve essere quindi un fatto devozionale o
una pratica supererogatoria, ma un’esigenza identitaria che tocca la struttura
del cristiano e si modella secondo le esigenze e le attitudini delle famiglie”.
Mons. Chiaretti ci ricorda che “è stato lo stesso Gesù ad insegnarci come
pregare: bisogna pregare da figli con
la confidenza e la semplicità propria di un figlio”. Deve essere prima di tutto
la famiglia, la “piccola parrocchia” all’interno della quale i bambini possono
acquisire i primi fondamenti dell’insegnamento cristiano. Mons. Chiaretti, ha
concluso la sua Lettera pastorale proponendo ad ogni famiglia di collocare
nella propria casa un’immagine sacra. Come ricordo della sua recente Visita
pastorale, l’arcivescovo ha deciso di donare alla comunità cristiana
perugino-pievese, durante le benedizioni pasquali, l’immagine dell’icona della
Madonna delle Grazie della cattedrale di Perugia.
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16 marzo 2005
- A cura di Amedeo Lomonaco -
Stamani
Baghdad si è fermata per la seduta dell’Assemblea nazionale irachena, la prima
dalle elezioni del 30 gennaio scorso, conclusasi pochi minuti fa. In tutto
l’Iraq, però, la violenza continua. Sentiamo Giada Aquilino:
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Si
trova nella zona verde il Palazzo dei Congressi di Baghdad, dove stamani
si sono riuniti i 275 deputati del Parlamento iracheno. Un’area ben protetta quindi,
che ospita gli uffici del governo transitorio ma anche le ambasciate di Stati
Uniti e Gran Bretagna. Ma pochi minuti prima dell’inizio della seduta, si sono
uditi violenti colpi di mortaio e una colonna di fumo ha avvolto l’intero
settore. I lavori hanno comunque avuto luogo, con il discorso del presidente ad
interim Ghazi al-Yawar e il giuramento dei parlamentari. Presenti i
rappresentati dell’Alleanza unitaria irachena, il gruppo sciita dell'ayatollah
Al-Sistani vincitore delle consultazioni, quelli dell’Alleanza curda e degli
schieramenti - tra gli altri - del premier provvisorio Allawi e dello stesso
al-Yawar. Proprio la scelta dei nuovi primo ministro e capo di Stato rimangono
al centro del dibattito: l’intesa di massima di affidare allo sciita Ibrahim
Jaafari l’incarico di premier e all'esponente curdo Jalal Talabani quello di
presidente, riservando ad un rappresentante sunnita la carica di capo del
Parlamento, è ferma per lo stallo determinato dalla richiesta curda di
includere nella zona autonoma nel nord del Paese il ricco bacino petrolifero di
Kirkuk e dalle discussioni sul futuro delle milizie curde dei peshmerga. In
tutto l’Iraq intanto proseguono le violenze: un kamikaze stamani a Baquba ha
fatto esplodere un'autobomba, uccidendo almeno 5 militari iracheni, mentre
nella capitale una forte esplosione ha interessato la sede del Baghdad Mirror,
unico settimanale iracheno di lingua inglese. Sul piano politico, c’è fermento
in seno alla coalizione guidata dagli americani. Ieri, nel giorno del dolore
per la scomparsa a Nassiriya del militare italiano Salvatore Marracino, morto
per un colpo accidentale partito dalla sua arma e la cui salma rientrerà
stasera in Patria, il premier Berlusconi ha annunciato il progressivo ritiro
delle truppe italiane dall’Iraq a partire da settembre. Dall’amministrazione
Bush subito una rassicurazione. Con gli alleati nessuna scollatura: il ritiro
italiano avverrà in modo “totalmente coordinato” con il resto della coalizione
militare, ha detto il segretario di Stato Rice, in questi giorni in visita in
Asia. Sulla questione è intervenuto anche il premier britannico Blair, secondo
cui i commenti del collega italiano “sono stati fraintesi” e “il futuro della
forza multinazionale dipende dalla capacità del governo iracheno di assicurare”
la stabilità nel Paese. D’altra parte, ha aggiunto Blair, né Londra né Roma
hanno già “fissato la data di inizio del ritiro dall’Iraq”. Se ne riparlerà
solo “quando il lavoro sarà finito”.
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Storico passaggio di consegne in
Cisgiordania: da oggi la città di Gerico è tornata sotto il pieno controllo
dell’Autorità Nazionale Palestinese. I particolari di questo trasferimento sono
stati concordati la scorsa notte durante un incontro tra alti ufficiali
israeliani e palestinesi. Il nostro servizio:
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Le operazioni per il passaggio di Gerico sotto il
controllo dell’Autorità Nazionale Palestinese sono andate avanti nonostante le polemiche per le
dichiarazioni del presidente palestinese, Abu Mazen, che ieri ha annunciato la scarcerazione di due estremisti. Le truppe
israeliane – ha detto il ministro palestinese per i Negoziati di pace, Erekat –
rimuoveranno anche due sbarramenti nei dintorni di Gerico ed in seguito si
ritireranno progressivamente da tutta la Cisgiordania. Tutti i posti di blocco
– ha aggiunto Erekat – saranno smantellati. A Gerusalemme, intanto, è stato
inaugurato il Museo storico della Shoah. Alla cerimonia hanno assistito, ieri,
le delegazioni di numerosi Paesi del mondo. In rappresentanza del Papa ha
partecipato il cardinale Tauran, archivista e bibliotecario di
Santa Romana Chiesa. Il nuovo Yad Vashem, ovvero il
“Memoriale dell’Olocausto e degli eroi” edificato per ricordare i sei milioni
di vittime della ferocia nazista, comprende una galleria lunga 180 metri
dall’alta volta triangolare che affonda nella roccia di una collina. Il museo
ospita, inoltre, la Sala del ricordo dove sono impressi i nomi dei 22
principali campi di sterminio nazisti. In una stanza vicina brucia una fiamma perenne.
Al milione e mezzo di bambini ebrei morti nelle camere a gas è dedicato poi un
Memoriale estremamente toccante: in una sala buia illuminata solo da
piccolissime luci, moltiplicate da un gioco di specchi, una voce scandisce in
continuazione i nomi delle vittime. Su una colonna alta 30 metri svetta,
infine, la parola “Ricorda” e davanti alla porta di ingresso si apre il viale
dei “Giusti delle nazioni”, dedicato a quanti hanno rischiato la vita per
salvare gli ebrei dalle persecuzioni.
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Aumentare la cooperazione nella
difesa del settore dell’energia e più in generale lavorare insieme per
risolvere le crisi regionali come quella del Nepal. Sono stati questi i temi al
centro dell’incontro di ieri tra il segretario di Stato americano, Condoleeza
Rice, ed il ministro degli Esteri indiano, Natwar Singh. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:
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Il
segretario di Stato americano ha detto che India e Stati Uniti condividono
valori comuni basati sul rispetto della democrazia e del multipartitismo. New
Delhi e Washington aumenteranno, quindi, la pressione sulla monarchia nepalese
dopo la svolta autoritaria del re Gyandendra, avvenuta lo scorso primo
febbraio. Un altro punto importante è quello del fabbisogno energetico
dell’India per sostenere la sua forte crescita. Il progetto di gasdotto,
dall’Iran attraverso il Pakistan, è stato criticato dalla Casa Bianca che non
vede di buon occhio le relazioni tra India ed Iran. “Bisogna allargare le
nostra vedute, avviare un vasto dialogo sull’energia – ha detto la Rice nella
conferenza stampa – ed esplorare nuove strade attraverso l’aiuto delle nostre
tecnologie”. Sulla proposta di fornitura dei caccia bombardieri F16, sia a
India che a Pakistan, non c’è stato alcun annuncio concreto. Nel vago anche la posizione
sulla candidatura indiana come nuovo membro permanente del Consiglio di
Sicurezza dell’ONU allargato. La Rice ha apprezzato le capacità dell’India
nell’emergenza dello tsunami che ha sconvolto, lo scorso 26 dicembre, il sud
est asiatico. Nel pomeriggio la Rice volerà ad Islamabad ma, a differenza del
passato, questa volta non ci sono crisi da disinnescare. Il disgelo
indo-pakistano continua. Il presidente pakistano, Musharraf, ad aprile sarà in
India per assistere ad una delle partite del torneo di cricket in corso. La
Rice, scherzando, ha promesso che imparerà anche le complicate regole del gioco
del cricket, un gioco che evidentemente in diplomazia funziona bene.
Da New Delhi, per la Radio
Vaticana, Maria Grazia Coggiola.
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Dopo l’incontro con il ministro
degli esteri indiano, il segretario di Stato americano, Condoleeza Rice, ha
affermato inoltre che la Corea del nord può risolvere la crisi innescata dal
suo programma atomico solo tornando al tavolo del negoziato a sei. La risposta
nordcoreana non si è fatta attendere: il ministero degli Esteri ha dichiarato
che il governo di Pyongyang non parteciperà ai colloqui se gli Stati Uniti non
ritireranno la definizione di ‘avamposto della tirannia’ usata per la Corea del
nord. Ma oltre alla questione nucleare, il Paese asiatico è al centro di altre
gravi emergenze: i bambini malnutriti secondo l’UNICEF sono il 37 per cento ed
almeno 6 milioni di persone su una popolazione di circa 20 milioni, hanno
bisogno di aiuti alimentari. Ascoltiamo il commento del segretario generale
della Caritas Internationalis, Duncan MacLaren, appena rientrato dalla Corea
del nord. L’intervista è di Philippa Hitchen:
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R. – Le necessità in Corea del
Nord sono ancora molte. Noi temiamo che in seguito allo tsunami la generosità
della gente si rivolga soprattutto verso i bisogni delle popolazioni colpite
dal maremoto. Questo avrà un effetto negativo sul nostro appello a favore della
Corea del Nord. Bisogna ricordare che ci sono anche altre situazioni di
emergenza nel mondo e per quanto riguarda la Corea del Nord la situazione è
molto difficile. La Caritas è una delle poche organizzazioni umanitarie che può
lavorare sul posto. Per questo chiedo di offrire un aiuto tramite la Caritas
italiana per realizzare un programma che è molto importante per il sostegno che
offre alla popolazione bisognosa. Ma anche perché la Caritas apre una finestra
di dialogo fra un governo molto isolato ed il resto del mondo.
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Gli
Stati Uniti, con il Giappone, hanno duramente criticato la “legge
antisecessione” approvata dal Parlamento cinese, per contrastare le mire
indipendentiste di Taiwan. Stamattina lo stesso presidente taiwanese, Chen Shui
bian, ha parlato di un provvedimento “antidemocratico” e “guerrafondaio”, che
“acuirà le divisioni” fra Taipei e Pechino. La nuova legge – ricordiamo –
autorizza l’esercito cinese ad attaccare l’isola, se questa farà ulteriori
passi verso una dichiarazione formale di indipendenza.
I ministri degli Esteri
dell’Unione Europea hanno deciso di rinviare i negoziati con la Croazia, che
sarebbero dovuti cominciare domani. Lo si apprende da fonti del Consiglio. Le
stesse fonti hanno aggiunto che oggi non sarà indicata una nuova data per
l’apertura dei colloqui. Decisiva la mancata consegna da parte delle autorità
di Zagabria dell’ex generale Ante Gotovina, ricercato dal Tribunale penale
internazionale.
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