RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 72 - Testo della trasmissione di domenica 13 marzo 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Giovanni Paolo II rientra stasera in Vaticano. La notizia, attesa con trepidazione, è stata annunciata oggi dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Navarro-Valls. E stamani, al Policlinico Gemelli, un Angelus indimenticabile: il Papa benedice e ringrazia con voce chiara i fedeli, in un clima di viva commozione. Nel messaggio, letto in piazza San Pietro dall’arcivescovo Sandri, il grazie del Pontefice agli operatori dei mass media per averlo fatto sentire più vicino ai fedeli di tutto il mondo.

 

IN PRIMO PIANO:

Ieri a Torino, un convegno dedicato a Bernard Lonergan, teologo gesuita canadese, scomparso nel 1984: ce ne parla, padre Saturnino Muratore.

 

Con la speranza di costruire un futuro democratico, la Repubblica Centrafricana vota oggi per scegliere il suo nuovo presidente.

 

L’Iraq, alla ricerca di pace e democrazia, raccontato da una delegazione di donne irachene, attraverso incontri a Roma e in altre città italiane.

 

La preghiera nell’insegnamento delle grandi figure della Chiesa: è il tema di un simposio organizzato dalla Pontificia Università della Santa Croce: intervista con il prof. José Luis Illanes.

 

Gli ultimi mesi di vita del presidente francese, François Mitterand, narrati nel film “Le passeggiate al Campo di Marte”.

 

A Palazzo Ruspoli in Roma, una mostra sulla corte di Dresda: ai nostri microfoni, la dott.sa Antje Scherner.

 

CHIESA E SOCIETA’:

I vescovi filippini contro il nuovo programma governativo di controllo demografico.

 

Un anziano sacerdote a Mantova trovato morto imbavagliato e  legato mani e piedi.

 

Il governo indiano pubblicherà prossimamente un “Libro bianco sulle minoranze religiose” .

 

Allarme tubercolosi nelle prgioni dominicane.

 

Oltre 50mila persone attraversano Roma per una maratona di “pace”

 

24 ORE NEL MONDO:

 

In Iraq, falliti i colloqui tra curdi e sciiti per la formazione del prossimo governo

 

 In Macedonia aperte le urne per eleggere sindaci e consigli comunali.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

13 marzo 2005

 

 

GIOVANNI PAOLO II RIENTRA STASERA IN VATICANO. LA NOTIZIA, ATTESA CON TREPIDAZIONE DA TUTTI I CATTOLICI, E’ STATA ANNUNCIATA OGGI DAL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA VATICANA, NAVARRO-VALLS. E STAMANI, AL POLICLINICO GEMELLI, UN ANGELUS INDIMENTICABILE: IL PAPA BENEDICE E RINGRAZIA

CON VOCE CHIARA I FEDELI, IN UN CLIMA DI VIVA COMMOZIONE.

NEL MESSAGGIO, LETTO IN PIAZZA SAN PIETRO DALL’ARCIVESCOVO SANDRI,

IL GRAZIE DEL PONTEFICE AGLI OPERATORI DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE

PER AVERLO FATTO SENTIRE PIU’ VICINO AI FEDELI DI TUTTO IL MONDO

 

         Il Santo Padre, d’intesa con i medici curanti, rientra questa sera in Vaticano, ove proseguirà la sua convalescenza”. La notizia, a lungo attesa, è stata annunciata stamani dal direttore della Sala Stampa Vaticana, Navarro-Valls, al termine di una giornata davvero ricca di emozioni. Ricordiamo che il Papa era stato ricoverato al Policlinico Gemelli lo scorso 24 febbraio, e lo stesso giorno era stato sottoposto ad un intervento di tracheotomia. Prima dell’annuncio, all’Angelus domenicale si era vissuto un momento indimenticabile. Il Pontefice - dopo la lettura del messaggio e la recita della preghiera mariana da parte del sostituto della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Leonardo Sandri, in piazza San Pietro – si è affacciato alla finestra del Gemelli e, con voce chiara, ha ringraziato i fedeli, suscitando viva e sincera commozione. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Poche parole, un’emozione immensa. Il Santo Padre stupisce ancora il mondo. Questa domenica di marzo diviene, così, un’altra giornata memorabile nel Pontificato di Giovanni Paolo II. Il Papa segue in collegamento video la recita dell’orazione mariana in piazza San Pietro, poi compare dietro la finestra della sua stanza al decimo piano dell’ospedale romano. Sono in tanti, visibilmente commossi, ad aspettare questo momento: ci sono i pellegrini di Wadowicze, la sua città natale; al Gemelli è giunto anche un folto gruppo di Legionari di Cristo e poi tanti fedeli, gente comune, che, in questi giorni di ricovero, hanno manifestato in tanti modi diversi la propria vicinanza spirituale all’anziano Papa. Giovanni Paolo II non li delude: benedice con la mano, poi rivolge brevi ma indimenticabili parole:

 

Cari fratelli e sorelle, grazie per la vostra visita”. (In polacco): “un saluto a Wadowice”. “Saluto i Legionari di Cristo. A tutti auguro una buona domenica”.

 

Applausi, lacrime, grida di gioia: la commozione è palpabile, al Gemelli ma non solo. Migliaia di pellegrini hanno potuto seguire questo evento, semplice e straordinario al tempo stesso, sui maxischermi montati in piazza San Pietro; milioni di fedeli hanno potuto vedere il loro Pastore, sentire la sua voce attraverso le immagini diffuse dal Centro Televisivo Vaticano. Il Papa soffre, ma dà coraggio, infonde speranza. Prima della recita dell’Angelus e della benedizione, l’arcivescovo Leonardo Sandri ha letto in piazza San Pietro il testo del messaggio del Pontefice, dedicato specialmente a quanti lavorano nei mezzi di comunicazione sociale, di cui ha avvertito in “modo particolare la presenza e l’attenzione” in questi 18 giorni di degenza ospedaliera. Ascoltiamo mons. Sandri:

 

“Oggi desidero rivolgere ad essi una parola di  gratitudine, perché so che non senza sacrificio svolgono il loro apprezzato servizio, grazie al quale i fedeli, in ogni parte del mondo, possono sentirmi più vicino ed accompagnarmi con l’affetto e la preghiera”.

        

        

L’attenzione del Papa è rivolta al ruolo dei mass media nella “nostra epoca di comunicazione globale”. Grande è, infatti, la responsabilità di quanti operano in questo campo, giacché sono “chiamati a fornire sempre un’informazione puntuale, rispettosa della dignità della persona umana e attenta al bene comune”. Quindi, l’esortazione del Santo Padre a rendere i mass media degli strumenti di evangelizzazione:

 

“In questo tempo di Quaresima, che invita a nutrirsi più abbondantemente della Parola di Dio, mi è caro ricordare che è possibile alimentare il proprio spirito anche mediante radio, televisione e internet. Sono grato a coloro che si dedicano a queste nuove forme di evangelizzazione valorizzando i mass media”.

 

Infine, l’invito del Papa a tutti i fedeli è a prepararsi adeguatamente per la Settimana Santa, anche grazie all’aiuto di Maria. Poi, l’esortazione ai giovani, affinché prendano parte numerosi in piazza San Pietro alla Liturgia della Domenica delle Palme, appuntamento che proietta idealmente verso la Giornata Mondiale della Gioventù, in programma in agosto a Colonia.

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         Dunque, una giornata le cui emozioni rimarranno scolpite nei cuori di quanti, al Policlinico Gemelli, hanno potuto vedere e soprattutto ascoltare la voce del Santo Padre. Ecco le testimonianze raccolte da Tiziana Campisi:

 

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(Applausi)

 

R. –E’ una grandissima emozione, effettivamente non mi aspettavo che dicesse qualcosa oggi. E’ un grande Papa.

 

R. – E’ veramente un grande Papa e sono felice di risentirlo parlare.

 

R. – Mi ha procurato un’emozione immensa. Sono venuto stamattina con il desiderio di sentire le sue parole.

 

R. – (Spagnolo) Un’emozione grandissima.

 

(Canto)

 

D. – Che testimonianza le dà il Papa?

 

R. – Una testimonianza incredibile, perché oltre ad insegnare il suo Magistero con la voce, insegna anche come bisogna comportarsi durante una malattia. Quindi, è una testimonianza incredibile.

 

R- Seguo il Papa perché lui rappresenta il mio cammino verso il Signore. Voglio stargli vicino in questo momento, perché abbiamo bisogno della sua forza. La Chiesa ha bisogno di lui.

 

D. – Secondo lei, che tipo di testimonianza sta offrendo in questo momento Giovanni Paolo II?

 

R. – La sofferenza della Chiesa e ciò che lo Spirito Santo può dare al mondo attraverso lui.

 

R. – Noi a volte diciamo: “non merito questa malattia”, però se vediamo la sua testimonianza, allora diciamo: “se soffre così lui cosa vuoi che sia quello che passiamo anche noi”. Ci aiuta tantissimo ad avere più coraggio.

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OGGI IN PRIMO PIANO

13 marzo 2005

 

 

IERI A TORINO, UN CONVEGNO DEDICATO A BERNARD LONERGAN,

TEOLOGO GESUITA CANADESE SCOMPARSO NEL 1984

- Con noi, padre Saturnino Muratore -

 

Un metodo teologico universale per superare la frammentazione e l’iper-specializzazione del sapere. A formularlo, il padre gesuita, Bernard Lonergan, filosofo e teologo canadese scomparso nel 1984. Per ripercorrerne il pensiero e l’opera, si è svolto ieri a Torino, presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, il convegno dal titolo: “Verso un’integrazione dei saperi”. Ma qual è il contributo di Lonergan alla storia della teologia e della filosofia del ‘900? Roberta Moretti lo ha chiesto a padre Saturnino Muratore, docente di Filosofia Teoretica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli:

 

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R. – Lonergan è stato una persona con interessi vastissimi: dall’economia, alla teologia, alla filosofia, alla matematica, alla logica matematica. Il suo contributo, oltre a quello specificamente teologico, è stato quello di farsi carico dei problemi della cultura cattolica prima e dopo la II Guerra Mondiale, potremmo dire fino al Concilio.

 

D. – In che cosa consiste concretamente il metodo teologico proposto da Lonergan?

 

R. – E’ un metodo per inserire la teologia nel contesto della cultura contemporanea. E per certi aspetti non è tanto un metodo, quanto un meta-metodo, cioè è una metodologia generale per altre metodologie più specifiche, perché se uno vuole fare esegesi ha le metodologie dell’esegesi, se uno vuol fare ricerca storica ha le metodologie della ricerca storica. Lui è molto preoccupato della frammentazione del sapere e delle derive che possono venire dalle specializzazioni. Lui dice che il filosofo deve essere il generalista, cioè quello che garantisce il pensiero unitario. Ha lavorato per riequilibrare questa situazione.

 

D. – Alla base del suo metodo, Lonergan pone anche dei principi concreti di vita…

 

R. – Sii attento, sii intelligente, sii ragionevole, sii responsabile, ama in maniera non ristretta. Questi sono i precetti trascendentali. L’innamorarsi di Dio, cioè un amore non ristretto, senza limite, è il centro dell’esperienza religiosa autentica. E Lonergan riconosce qui un centro di riferimento anche per la teologia e per gli studi umani.

 

D. – Quindi, un autore interessante, ma anche impegnativo…

 

R. – Proprio il livello stesso del pensiero e dell’impegno di Lonergan gli fa un po’ da barriera, perché non è facilmente comunicabile quello che lui vuole dire.

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CON LA SPERANZA DI COSTRUIRE UN FUTURO DEMOCRATICO, LA REPUBBLICA

CENTRAFRICANA VOTA OGGI PER SCEGLIERE IL SUO NUOVO PRESIDENTE,

 DOPO ANNI SEGNATI DA COLPI DI STATO E CONFLITTI INTERNI

 

Sono 11 i candidati che, alle elezioni presidenziali di oggi, si contendono la carica di capo dello Stato della Repubblica Centrafricana. Indipendente dalla Francia dal ‘60, il Paese ha vissuto, praticamente sino ai giorni nostri, una situazione altamente instabile, tra colpi di Stato e guerre civili. A queste consultazioni sono favoriti due candidati ex golpisti: il presidente uscente Bozize, che andò al potere due anni fa con un colpo di mano, ma che, aprendo al voto, ha segnato un’importante tappa per il futuro democratico del Paese, e Kolingba, il dittatore che prese il potere nell’81, abolendo il multipartitismo. Negata la candidatura all’ex presidente Patassè. Ma quale potrà essere l’esito di queste elezioni? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad un padre missionario che ha chiesto di mantenere l’anonimato:

 

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R. – Tutti desiderano questo voto, ma tutti hanno paura del risultato, perché non si sa come andrà a finire: il risultato è altamente incerto. Si spera che il buon senso prevalga e che non ci siano rivalse fra i candidati che non riescono a superare il primo turno, perché facilmente, se nessuno dei candidati otterrà la maggioranza assoluta, bisognerà andare al secondo turno di ballottaggio. Purtroppo, questo voto è caratterizzato da un forte regionalismo e tribalismo.

 

D. – Quale giudizio dare di François Bozize, presidente uscente, andato al potere due anni fa con un golpe, ma che comunque ha portato il Paese ad elezioni democratiche?

 

R. – Il giudizio è abbastanza positivo, nel senso che l’attuale presidente, Bozize, ha accettato il rischio delle urne, anche se di malavoglia, però ha accettato, e questo è per me molto positivo.

 

D. – Quale, secondo lei, potrà essere il futuro immediato della Repubblica Centrafricana?

 

R. – Secondo quello che la gente dice, è che per il momento non sappiamo come andrà a finire. Speriamo bene. Tutti si augurano che ci sia solo pace e transizione concorde nella scelta delle persone che aiuteranno questo Paese a sollevarsi e a vivere democraticamente.

 

D. – Di che cosa c’è bisogno in questo Paese che, pur essendo ricchissimo di materie prime, soprattutto diamanti, presenta numerosi problemi sociali?

 

R. – C’è bisogno che gli organismi internazionali, quindi la Banca Mondiale, il Fondo monetario internazionale, la smettano di trattarci come un Paese di secondo piano e ci considerino meritevoli di rispetto, nonostante i nostri limiti. E allora, se ci sono investimenti da parte del Fondo internazionale e della Banca Mondiale, molte cose possono aggiustarsi. Speriamo che chi ha il potere, abbia uno sguardo di misericordia verso di noi, insomma, perché questo Paese viene da molto lontano, ha visto tanta sofferenza e quindi cerchiamo tutti, adesso, in questa situazione di aiutare il Centrafrica.

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L’IRAQ DEL DOPO ELEZIONI, ALLA RICERCA DI PACE E DEMOCRAZIA,

 RACCONTATO DA UNA DELEGAZIONE DI DONNE IRACHENE, ATTRAVERSO

 UNA SERIE DI INCONTRI A ROMA E IN ALTRE CITTA’ ITALIANE

- Servizio di Benedetta Capelli -

 

Una delegazione di donne irachene è, in questi giorni, in visita in Italia ed in diverse città. Hanno già effettuato una serie di incontri per raccontare l’Iraq del dopo elezioni. Su iniziativa di “Un Ponte per Baghdad”, due di loro hanno testimoniato, a Roma, il loro impegno per la nascita della società civile irachena. Le ha incontrate Benedetta Capelli.

 

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Due donne senza nome, troppo pericolosa la visibilità quando si è sotto la minaccia terrorista … a parlare sono i fatti: un libro per bambini, colorato e pieni di disegni e racconti, ma anche seminari ed incontri per tutelare i diritti civili delle donne. E’ il segnale della vivacità di una società che non si è arresa, seppur provata da 35 anni di conflitti, dalla dittatura, dall’embargo e dalla mancanza di sicurezza con la quale convivere.  L’Iraq, raccontato da queste due donne, è un Paese al bivio dopo le elezioni del 30 gennaio scorso che può, però, contare al Parlamento sul 31 per cento della presenza femminile, ed ora la sfida è una e si chiama Costituzione.

 

(Parole in arabo)

“Ciò che per me è più importante è la nascita della Costituzione e, pertanto, le garanzie e le assicurazioni che essa può offrire. Il mio augurio è che la nostra voce, la voce delle donne arrivi in ogni parte dell’Iraq. Il mio unico desiderio è che la nostra Costituzione possa generare dei cambiamenti, ovviamente non solo per noi stessi, ma per tutta la società irachena”.

 

L’associazionismo femminile, inaspettatamente, è molto attivo in Iraq. La donna ha iniziato a capire e difendere i propri diritti sempre nel rispetto delle tradizioni. Ha un forte senso della famiglia rafforzato dalla necessità di mettersene a capo dopo la morte in guerra di molti uomini, convive con la precarietà, le bombe, ma si sente una parte viva per la costruzione di un Paese nuovo.

 

OUR BRAVE AND OUR STRENGHT …

“La nostra forza ed il nostro coraggio vengono dalla sofferenza, dalle tante cose terribili che abbiamo visto: la guerra e la morte delle persone care … nonostante tutto io ho insistito ad essere me stessa, sono riuscita a studiare e a raggiungere ogni obiettivo che mi ero posta come donna e poi mi sono dedicata a coloro che avevano bisogno di me, anche se questo significava correre molti pericoli. La mia famiglia mi ha pregato più volte di non andare in certe zone pericolose, ma io continuerò a farlo. E’ il mio lavoro”.

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LA PREGHIERA, MAESTRA DI VITA, NELL’INSEGNAMENTO DELLE GRANDI FIGURE DELLA CHIESA: E’ IL TEMA DI UN SIMPOSIO INTERNAZIONALE, ORGANIZZATO DALLA

PONTIFICIA UNIVERSITA’ DELLA SANTA CROCE

- Intervista con il prof. José Luis Illanes -

 

Imparare l’arte della preghiera dalle grandi figure della Chiesa. Sant’Ago-stino, San Bonaventura, Santa Teresa di Gesù, ma anche il cardinale  Newman o Jacques Maritain sono esempi in cui l’esperienza contemplativa si è fatta maestra di vita. Su questo tema la Pontificia Università della Santa Croce ha organizzato un simposio internazionale dal titolo “La contemplazione cristiana: esperienza e dottrina”, sulla base anche di quanto ha scritto Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica Novo Millennio Ineunte, dove viene ribadito che imparare a pregare è il segreto di un cristianesimo veramente vitale. Tiziana Campisi ne ha parlato con il professore José Luis Illanes, docente di teologia morale e spirituale dell’Università di Navarra. A lui ha chiesto che cosa insegnano questi grandi maestri della preghiera:

 

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R. – S’impara che per essere cristiani bisogna prendere sul serio la propria fede. La fede ci parla di un Dio che ci ha amato e si è manifestato in Cristo. La contemplazione non è altro che il fatto di pensare a questo Dio, di mettersi in rapporto personale con Lui. Questo se uno prende qualsiasi dei grandi maestri della vita spirituale. Sono persone che hanno amato personalmente il Cristo, che hanno riflettuto su Cristo, che hanno preso sul serio il Vangelo e, tramite quel meditare su Cristo, sono arrivati alla comunione con Dio.

 

D. – Come accostarsi alla scuola di questi maestri?

 

R. – Essere vicini a loro, leggere le loro opere, ma leggerli lasciando che parlino al proprio cuore. Leggere una Teresa di Gesù, prendere un’“Introduzione alla vita devota di Francesco di Sales” o le omelie di José Maria Escrivá de Balaguer, o anche la “Storia di un’anima” di Teresa di Lisieux … leggere tranquillamente, non andando in fretta, lasciandoci insegnare da loro a trovare  Cristo e riflettere sulla vita di Cristo.

 

D. – E’ possibile trarre anche dalla loro esperienza un metodo specifico di preghiera?

 

R. – Direi di sì, anche se allo stesso tempo aggiungerei che in fondo la preghiera non è faccenda di metodo. La preghiera, in fondo, è un parlare con qualcuno, qualcuno che è vicino anche se non Lo vediamo, che è Dio, Gesù che si trova nel Tabernacolo … Forse l’unico metodo che raccomanderei precisamente, quello che raccomandano i grandi maestri, è prendere il Vangelo, leggere il Vangelo, immedesimarsi nelle scene del Vangelo, rivivere il Vangelo come lo hanno vissuto gli Apostoli, altre volte sarà anche guardare un paesaggio e rendere grazie a Dio per la bellezza del mondo, altre volte soffrire, e dunque chiedere a Dio: “Dio, questo perché lo permetti? Cosa cerchi? Qual è il bene che trarrai da tutto questo?”. Cioè parlare con naturalezza con Dio, questo è il metodo fondamentale. La preghiera viene definita da Teresa di Gesù come parlare di amicizia con Uno che sappiamo ci ama.

 

D. – E come cambia la vita del cristiano la cui preghiera diventa anche un’esperienza forte di contemplazione?

 

R. – Non cambia niente e cambia tutto. Quello che cambia è lo sguardo che volgiamo sulla realtà. La preghiera porta ad entrare in rapporto con Dio, insegna a guardare la realtà come Dio la guarda. Escrivá parlava di essere contemplativi in mezzo al mondo, cioè di vivere in mezzo al mondo facendo ciascuno i propri compiti, il proprio lavoro, la propria vita di famiglia, facendolo con lo sguardo di Dio, sapendo che Dio guarda quello che noi stiamo facendo, perché Dio è Padre e si interessa delle nostre cose anche se piccole, e, allo stesso tempo, sapendo che dobbiamo fare le cose con la cura con la quale Dio le fa, perché Dio vuole che noi amiamo gli altri in Suo nome.

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GLI ULTIMI MESI DI VITA DEL PRESIDENTE FRANCESE, FRANÇOIS MITTERAND,

NARRATI NEL FILM “LE PASSEGGIATE AL CAMPO DI MARTE”,

ORA ANCHE NELLE SALE CINEMATOGRAFICHE ITALIANE

- Servizio di Luca Pellegrini -

 

Da alcuni giorni sugli schermi italiani “Le Passeggiate al Campo di Marte”, film sugli ultimi mesi di vita del presidente francese Mitterand, morto nel 1996. Non un’opera biografica, ma un lungo dialogo sul potere, la politica, la storia, il dolore e la morte, con uno straordinario interprete, Michel Bouquet. Il servizio di Luca Pellegrini:

 

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Il grigio. Luce e gloria, ombre ed addio. Chiaroscuri dei giorni e degli ultimi mesi di vita di uno statista nella sua coraggiosa, cinematografica “passeggiata” verso la morte, mentre in questo lento spegnersi cambia la Francia, agli albori della crisi del socialismo europeo. François Mitterand esce di scena, con il dolore della lunga malattia, la paura del laico devoto che s’interroga. Esce di scena dopo quattordici anni di Eliseo e di potere. Nel film di Robert Guédiguian, con la superba recitazione di Michel Bouquet, lo scopriamo diverso, questo “libertin de pouvoir”, di quel potere che, dall’Ancien Régime alla République, continua ad affascinare la nazione dell’Assolutismo e del Gallicanesimo, della Rivoluzione e dell’Illuminismo, del Socialismo e della Democrazia. Un film dalle molte raffinatezze, intenso e scarno, liberamente tratto dal libro di Georges-Marc Benamou Le dernier Mitterand, pubblicato nel 1997. Un giovane giornalista segue docile e affascinato questo personaggio umorale, accentratore, ironico, forte, impaurito. Segue Mitterand, scruta il suo passato non sempre limpido, ne memorizza gli stati d’animo, li proietta sullo schermo della nostalgia e della coscienza, con le quali un’intera nazione, un popolo in parte disilluso ma che gli rimarrà poi incredibilmente legato, s’interroga sull’incerto avvenire, quello che attende, in fondo, tutta l’Europa. Mitterand ama la Francia come tutti i francesi l’amano. E’ un letterato finissimo – cita Chateaubriand, Balzac, Peguy e colleziona libri antichi, ma il film non dice che aveva anche una conoscenza stupenda della Bibbia –, è un buon gourmet, è un artista della politica che contempla le vestigia di un passato irrecuperabile e forse rimpianto (i sepolcri dei re nella Cattedrale di Chartres, le cui vestigia scolpite nel marmo egli accarezza con rispetto). E’ un uomo e un cittadino che affronta finalmente il mistero della morte come prima ha affrontato quello della vita. Prima della morte, compirà due gesti non raccontati dal film e che dicono molto della complessità del personaggio: una visita al Monastero di Santa Caterina sul Sinai, ove confesserà di aver lasciato lì il meglio di se stesso; una devozione inaspettata per Santa Teresa di Lisiuex: portate in processione le reliquie a Parigi e passando il corteo sotto il suo appartamento, Mitterand chiederà che si fermi, scenderà a fatica, sosterrà in silenzio nella macchina, ponendo la sua mano sull’urna.

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A PALAZZO RUSPOLI, NEL CUORE DI ROMA, UNA MOSTRA SUL FASTO

PRINCIPESCO DELLA CORTE DI DRESDA, TRA RINASCIMENTO E BAROCCO

- Ai nostri microfoni, la dott.ssa Antje Scherner -

 

Ricca di 200 opere straordinarie provenienti dai musei di Stato di Dresda, si è aperta, in questi giorni, alla Fondazione Memmo di Palazzo Ruspoli a Roma la mostra “Sfarzo principesco. La corte di Dresda”. La rassegna illustra gli scambi artistici e culturali tra l'Italia e la Sassonia in epoca tardo-rinascimentale e barocca. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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(Musica)

 

         Nel cuore di Roma, va in mostra la Corte di Dresda nel suo periodo più scintillante, a cavallo tra Rinascimento e Barocco. L’esposizione a Palazzo Ruspoli offre al visitatore testimonianze preziose ed erudite del fasto principesco della corte tedesca dal 1580 al 1620. La mostra cerca proprio di far rivivere l’atmosfera sontuosa di una corte capace di rivaleggiare con le maggiori dinastie europee. D’altro canto, il legame tra Roma e Dresda, tra l’arte italiana e quella tedesca è un aspetto che caratterizza l’evento culturale. A sottolinearlo è la dott.sa Antje Scherner, tra i curatori della mostra:

 

R. – Dresda, per chi la visita, è soprattutto una città barocca. E’ poco noto, invece, che Dresda, intorno al 1600, era una città di grande importanza anche per i forti influssi dell’arte e della cultura italiana.

 

         Tanti i tesori raccolti dai principi elettori di Sassonia in mostra a Palazzo Ruspoli. Oggetti preziosi, che rappresentano il gusto, la cultura, ma anche il capriccio della corte di Dresda:

 

R. - Abbiamo in mostra piccoli bronzi del Giambologna, armature, armi, cristalli di rocca provenienti da Milano, di cui Dresda possiede una collezione importante. Una delle particolarità della nostra collezione sono gli oggetti di oreficeria,

 

 

nei quali furono utilizzati materiali preziosi esotici, come per esempio la madreperla ed il corallo. Penso possano essere questi tra i pezzi più attraenti della mostra, visto che hanno forma di struzzi… Erano concepiti come recipienti per bere, ma non furono mai usati a tale scopo.

 

La mostra, resa possibile dal restauro del Castello di Dresda, sarà aperta al pubblico fino al prossimo 25 aprile.

 

(Musica)

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CHIESA E SOCIETA’

13 marzo 2005

 

 

 I vescovi FILIPPINI contro il nuovo programma governativo di

controllo demografico CHE PREVEDE INCENTIVI ECONOMICI A CHI LIMITA LE

NASCITE. questo PROVVEDIMENTO, sostengono i presuli, offende “l’autonomia delle coppie e la sacralità della famiglia” e viola il

Quinto Comandamento, “non uccidere”

  

MANILA. = Si intensifica nelle Filippine il vivace dibattito sul “Decreto per la paternità responsabile e il controllo della popolazione”, il controverso programma di controllo demografico attualmente all’esame del Parlamento. Il provvedimento, approvato in via preliminare in sede di commissione, prevede incentivi economici per le coppie che si limitano a due figli e la promozione di una vasta campagna di informazione sull’uso dei profilattici stabilendo, inoltre, sanzioni per chi si oppone alle misure di controllo demografico. Contro il programma si è mobilitata in queste settimane la Chiesa filippina insieme a diversi movimenti pro-vita anche musulmani, che sabato scorso hanno organizzato una manifestazione di protesta a Manila per chiedere al Parlamento di non approvare la legge “Ligtas Buntis” (“Gravidanza sicura”). Secondo i vescovi filippini questo decreto offende “l’autonomia delle coppie e la sacralità della famiglia” e viola il Quinto Comandamento, “Non uccidere”. Ad inasprire il dibattito hanno contribuito in questi giorni anche le voci diffuse da alcuni organi di stampa, secondo cui la Chiesa filippina intende scomunicare gli operatori sanitari cattolici che partecipano al programma. Un’affermazione seccamente smentita da diversi esponenti ecclesiastici interpellati dall’agenzia UCAN, i quali hanno precisato che al massimo questi operatori saranno invitati ad astenersi dal ricevere la Comunione e gli altri Sacramenti. Con il loro 2,36 per cento di crescita demografica annua, le Filippine sono oggi uno dei Paesi con il più alto tasso di natalità in Asia. (L.Z.)

 

 

SACERDOTE 86.ENNE TROVATO MORTO, LEGATO E IMBAVAGLIATO, NELLA SUA ABITAZIONE NEL CENTRO DI MANTOVA. IL RELIGIOSO OSPITAVA SPESSO GIOVANI EXTRACOMUNITARI

 

MANTOVA. = Un sacerdote di 86 anni è stato trovato senza vita questa mattina nella sua abitazione adiacente alla chiesa di San Barnaba nel centro di Mantova. Don Remo Strazzi, nativo di Pieve di Coriano, era riverso a terra, imbavagliato e legato mani e piedi. Sul suo corpo apparentemente non vi erano segni di violenza e, inoltre, l’abitazione trovata chiusa dall’interno, non presentava segni di scasso. Secondo le prime testimonianze raccolte, il religioso era solito ospitare a casa sua giovani extracomunitari e le indagini dei Carabinieri sono rivolte proprio in questa direzione. A dare l’allarme, stamani, alcuni parrocchiani che avevano trovato il portone della chiesa chiuso. Sul posto si sono subito recati i Carabinieri del comando provinciale, che stanno ora eseguendo i primi rilievi. (R.A.)

 

 

“LIBRO BIANCO SULLE MINORANZE RELIGIOSE”: E’ IL TITOLO DEL TESTO CHE IL

 GOVERNO INDIANO PUBBLICHERA’ PER PORRE L’ATTENZIONE SUI DIRITTI

 VIOLATI DEI CRISTIANI E DEI DALIT

 

New Delhi. = Cosa si può fare concretamente per fermare la violenza intercomunitaria che esplode in diversi Stati della federazione indiana? A questa difficile domanda il governo dell’Unione cerca di rispondere con la pubblicazione di un “Libro Bianco sulle minoranze religiose”. Il testo, accolto con soddisfazione dalla comunità cristiana in India, comprende un’analisi globale sulla situazione delle comunità religiose nella grande nazione indiana ed offre un quadro complessivo delle principali problematiche sociali, politiche e religiose che toccano le minoranze e mira a trovare forme di intervento e soluzioni plausibili. Proprio in questi giorni la All India Catholic Union, che raccoglie associazioni e movimenti laicali cattoliche, in accordo con l’organismo ecumenico All India Christian Council, aveva sottolineato la necessità che il governo stanzi un budget economico di maggiore entità per progetti di crescita e sviluppo sociale, economica e culturale delle minoranze, spesso relegate fra le fasce più povere della popolazione indiana. Secondo un censimento compiuto in India nel 2001, molti membri della comunità cristiana vivono nelle aree rurali, hanno difficile accesso all’istruzione, oppure, in quanto tribali e dalit, sono tenuti ai margini della vita sociale e politica della nazione. Proprio sulla necessità di garantire pari diritti ai dalit cristiani è intervenuto lo United Dalit Forum, ente formato con lo scopo di sostenere i “fuoricasta indiani”. (R.A.)

 

 

 

ALLARME TUBERCOLOSI NELLE CARCERI DOMINICANE. UN RAPPORTO DELLA

COMMISSIONE PER I DIRITTI UMANI DENUNCIA L’ASSOLUTA MANCANZA DI

IGIENE E LA CONDIZIONE DI PROMISCUITA’ IN CUI VIVONO I DETENUTI

SANTO DOMINGO. = Centinaia di detenuti dominicani sono affetti da tubercolosi e la malattia si sta diffondendo rapidamente nelle 32 carceri del Paese caraibico, in cui sono recluse più di 15.000 persone. A lanciare l’allarme è l’Ufficio panamericano per la salute (OPS) presente nella capitale della Repubblica Dominicana, Santo Domingo. Già alcune settimane fa la Commissione per i diritti umani di Higüey aveva diffuso un rapporto in cui si denunciava la totale mancanza di igiene e la condizione di assoluta promiscuità in cui vivono i detenuti. Quest’ultimo rapporto riguardava il carcere in cui, alcuni giorni fa, sono morte bruciate almeno 135 persone in seguito all’incendio divampato dopo l’esplosione di una rissa tra bande criminali. Proprio un sopravvissuto di Higüey, Rafael Estrella, ha confermato che lui e gli altri carcerati erano costretti a vivere in celle sovraffollate e abitate anche da giovani malati di AIDS o con gravi problemi polmonari. L’Ufficio panamericano per la salute, quindi, ha chiesto un intervento urgente e rapido da parte del governo per evitare l’esplodere di pandemie all’interno degli istituti penali dominicani. (R.A.)

 

 

ROMA CITTA’ DELLO SPORT. OLTRE 50.000 SPORTIVI  ATTRAVERSANO LA CITTA’ ETERNA IN UNA MARATONA DI “PACE” E DI INTEGRAZIONE DELLA DIVERSITA’.

AD APRIRE LA MANIFESTAZIONE IL SINDACO CAPITOLINO VELTRONI, CHE

HA SOTTOLINEATO COME LA PRESENZA DI OLTRE CENTO DISABILI RICORDI

QUALE SIA IL VERO SPIRITO DELLO SPORT

 

ROMA. = Roma città dello sport. Oltre 50.000, tra atleti e appassionati della gara podistica, stanno attraversando la Città Eterna in un percorso che da via dei Fori Imperiali si snoda tra i luoghi più suggestivi di Roma. A dare il via alla manifestazione è stato il sindaco della capitale, Walter Veltroni, che, al posto del  tradizionale colpo di pistola, ha abbassato una bandiera della pace. E a suggellare lo spirito che fa di questa manifestazione un momento di festa e di aggregazione è stata l’accensione di un braciere, che ha visto Veltroni insieme al presidente della Maratona della Città di Roma, Enrico Castrucci, e all’atleta marocchino Nezha Akdhar, impegnati a ricordare il valore dell’universalità dell’atletica e dello sport in generale. Ad animare la maratona non è tanto lo spirito competitivo quanto il principio dell’unità e tolleranza della diversità, immagine arricchita – come ha sottolineato lo stesso sindaco di Roma - dalla presenza di oltre 100 atleti disabili, tra i quali il campione olimpico Alvise De Vidi. Per la prima volta in una maratona, inoltre, l’ARES 118, il servizio che gestisce le emergenze nel Lazio, ha messo in campo la telecardiologia, una rete di emergenza per la diagnosi ed il trattamento della sindrome coronarica acuta. Ma non è stato deluso neanche chi si aspettava di vedere una vera e propria gara vista la partecipazione di campioni dell’atletica. A vincere la Maratona di Roma è stato l’italiano Alberico Di Cecco. Tra le donne la vittoria è andata alla russa Silvia Skvortosova. (R.A.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

13 marzo 2005

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

 

Ancora una giornata di violenza in Iraq. All’ormai consueto e drammatico susseguirsi di agguati e azioni terroristiche si aggiungono anche nuovi intoppi sul versante politico. Il nostro servizio:

 

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Due americani che lavoravano per la compagnia di sicurezza ‘Blackwater’ sono morti in seguito all’esplosione di un ordigno collocato lungo una strada nei pressi di Hilla. Un terzo dipendente dell’agenzia è rimasto ferito. A Baghdad sono stati trovati, inoltre, i cadaveri di dodici uomini. Si tratta di tre soldati e nove civili. Sempre nella capitale, un civile ed un poliziotto iracheni hanno perso la vita in due distinti attacchi compiuti, nelle ultime 24 ore, dalla guerriglia. Il comando militare americano ha poi reso noto che un soldato statunitense è stato ucciso venerdì scorso a Mossul. Sul versante politico, sono falliti i colloqui tra leader curdi e sciiti per trovare un accordo sulla formazione del prossimo governo iracheno. A tre giorni dalla prevista riunione del nuovo parlamento di Baghdad, non sembra dunque sbloccarsi lo stallo politico:  questo fallimento dei colloqui tra curdi e sciiti, che hanno i due terzi della maggioranza necessaria a formare il nuovo governo, può anche provocare uno slittamento degli sforzi tesi ad assicurare la sicurezza nel Paese ed un ritardo nel programma di ricostruzione. Sul caso della giornalista francese di ‘Liberation’ si devono registrare, infine, nuovi incoraggianti particolari: il governo francese avrebbe stabilito dei contatti con i rapitori. Lo ha dichiarato il portavoce della formazione di centrodestra ‘Unione per un movimento popolare’ (UMP) aggiungendo che, dopo l’appello del premier Raffarin, molte persone si sono presentate a Baghdad all’ambasciata francese fornendo preziose informazioni.

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Il presidente iraniano, Mohammad Khatami, ha ribadito che l’Iran non è impegnato a costruire armi atomiche ed ha attribuito agli europei la responsabilità di un eventuale fallimento del dialogo con l’Unione Europea sul programma nucleare di Teheran. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Asefi, ha dichiarato inoltre che l’Iran non ha alcun timore di essere rinviato al Consiglio di Sicurezza dell’ONU per eventuali sanzioni.

 

Il presidente palestinese Abu Mazen ha definito “positiva” la decisione annunciata ieri dal movimento estremista Hamas di concorrere alle elezioni parlamentari, previste il prossimo 17 luglio. Il presidente palestinese ha anche sottolineato che la leadership dell’Autorità nazionale palestinese aveva invitato tutte le varie fazioni a partecipare alla vita politica e sociale. “Per questo - ha spiegato Abu Mazen - non siamo rimasti molto sorpresi quando Hamas ha annunciato la propria partecipazione alla consultazione”.

 

In Arabia Saudita, le forze di sicurezza hanno ucciso un sospetto terrorista ed hanno arrestato un presunto estremista. Nel corso dell’operazione, scattata questa mattina a Gedda quando i militari hanno fatto irruzione in un’abitazione, è rimasta uccisa per errore anche una donna. Meno di una settimana fa l’ambasciata statunitense in Arabia Saudita aveva segnalato una situazione di accresciuto pericolo a Gedda, dove già tre mesi fa militanti islamici avevano attaccato il consolato americano.

 

Urne aperte oggi in Macedonia per un voto amministrativo, che avrà anche ripercussioni a livello internazionale. L’ex Repubblica jugoslava aspira, infatti, ad entrare in Europa quanto prima e le elezioni locali odierne sono un’occasione per dimostrare passi in avanti verso l’attuazione di pieni standard democratici. Il servizio di Emiliano Bos:

 

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Per la prima volta il rinnovo di sindaci e consigli comunali avviene sulla base della ripartizione territoriale decisa con gli accordi di pace di Ocrid del 2001 imposti all’epoca dall’Unione Europea per mettere fine allo scontro tra la maggioranza macedone e la minoranza albanese pari a circa il 25 per cento dei due milioni di abitanti. Quattro anni fa, il Paese, fino ad allora estraneo ai conflitti balcanici degli anni ‘90 e alla vicina guerra in Kosovo, stava scivolando verso il caos interno a causa delle rivendicazioni indipendentiste della componente albanese, ma l’intervento della comunità internazionale evitò il peggio, portando all’intesa che ha tra l’altro introdotto l’albanese come seconda lingua ed ha anche ridisegnato le municipalità.

 

Il numero dei comuni è sceso da 123 a 84 con significative modifiche negli equilibri demografici di distribuzione tra albanesi e macedoni. Nella capitale Skopie l’odierna sfida elettorale è tra il sindaco uscente, che cerca il terzo mandato consecutivo, con il sostegno del partito di governo social-democratico, ed un ricco imprenditore macedone appoggiato invece dall’opposizione. Un voto locale, dunque, ma con un occhio rivolto a Bruxelles, che potrebbe decidere di ammettere la Macedonia entro la fine del 2005 come candidato ufficiale all’ingresso in Europa.

 

Per la Radio Vaticana, Emiliano Bos.

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Il bosniaco Gojko Jankovic, accusato dal Tribunale penale internazionale di crimini di guerra commessi durante la guerra in Bosnia tra il 1992 ed il 1995, si è consegnato alle autorità serbe.

 

Tragedia negli Stati Uniti: sette persone sono rimaste uccise ieri sera in una sparatoria avvenuta a Brooksfield, nel Wisconsin. Un uomo di 45 anni ha aperto il fuoco durante una funzione religiosa della ‘Living Church of God’. Le vittime sono quattro uomini, due ragazzi ed una donna. L’assassino, di cui si ignorano identità e movente, si è suicidato subito dopo la strage.

 

In Italia tre persone sono rimaste ferite per un’esplosione avvenuta nel duomo di Motta di Livenza, in provincia di Treviso. Fonti investigative hanno rivelato che dietro la deflagrazione ci sarebbe ‘Unabomber’. L’ordigno è stato nascosto in una candela. Una bambina rimasta ferita alla mano nell’esplosione è stata trasferita poco fa in elicottero dall’ospedale di Treviso a quello di Pordenone che ospita un centro specializzato in chirurgia della mano.

 

Sarà espulso in Cile l'ex nazista Schaefer, fondatore della colonia ‘Dignidad’ teatro di violenze e torture durante la dittatura Pinochet. Scaefer è stato arrestato giovedì scorso alla periferia di Buenos Aires. E’accusato di violenza sessuale su 26 bambini e di torture contro prigionieri politici durante la dittatura in Cile.

 

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