RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 71 - Testo della trasmissione di sabato 12  marzo 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Molti fedeli polacchi provenienti dalla città natale di Giovanni Paolo II hanno cantato al Gemelli sotto le finestre del Papa, al 17.mo giorno di ricovero

 

In un messaggio ai sacerdoti partecipanti al corso sul Foro interno della Penitenzieria apostolica, Giovanni Paolo II raccomanda il rapporto vitale tra Eucaristia e Confessione

 

 “Non abbiate paura di affrontare le sfide del nostro tempo”: così il Papa nel messaggio ai chierici mariani, riuniti nel Capitolo generale a Roma

 

Meno di tre settimane dalla prevista interruzione dell'alimentazione artificiale per Terri Schiavo, donna in coma in Florida: : con noi il vescovo Elio Sgreccia

 

La situazione nel Sahel e l’opera della Chiesa: ai nostri microfoni mons. Karel Kasteel.

 

IN PRIMO PIANO:

Silenzio e preghiera nel commento di mons. Cosmo Ruppi dopo l’arresto di don Cesare Lodeserto, annunciato questa mattina: ai nostri microfoni il presule e il nostro direttore die programmi

 

“Memori del miracolo eucaristico dell’ostia incarnata”: manifestazione domani ad Alatri, per ricordare uno tra i più antichi prodigi eucaristici: intervista con don Domenico Pompili

 

Uova di Pasqua per la ricerca contro le leucemie: fino a domani in 2800 piazze italiane: ce ne parla il dott. Franco Mandelli

 

Vincitore del premio “Stanley Kramer” su cinema e diritti umani, è uscito ieri sugli schermi italiani “Hotel Rwanda. Una storia vera”

 

Sul Vangelo di domani, quinta domenica di Quaresima, la riflessione del teologo, padre Marko Ivan Rupnik.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Ferma condanna della Conferenza episcopale brasiliana all’approvazione della legge di biosicurezza nel Paese

 

Una delegazione cristiana in India, guidata dall’arcivescovo di New Delhi, ha incontrato il primo ministro per chiedere la fine delle violenze

 

Il governo cinese riveda la politica del controllo delle nascite: l’appello dell’associazione per la pianificazione familiare, che annuncia un tasso di natalità pari a zero nel 2040

 

Indetta una giornata di incontri e dibattiti per aiutare i quasi 40.000 piccoli abbandonati del Congo

 

Gli Oblati di Maria Immacolata impegnati nella nuova evangelizzazione in Romania

 

Premiazione oggi a Roma per i vincitori del concorso artistico indetto per la Giornata mondiale della gioventù di Colonia.

 

24 ORE NEL MONDO:

La Siria si impegna con l’inviato dell’ONU per un ritiro completo dal Libano

 

L’Iran rifiuta le proposte americane e conferma il proprio programma nucleare

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

12 marzo 2005

 

 

MOLTI FEDELI POLACCHI PROVENIENTI DALLA CITTÀ NATALE DI GIOVANNI PAOLO II HANNO CANTATO AL GEMELLI SOTTO LE FINESTRE DEL PAPA,

AL 17.MO GIORNO DI RICOVERO

 

Clima sereno al Policlinico Gemelli, dove Giovanni Paolo II sta trascorrendo la sua 17.ma giornata di ricovero. Oggi, si è recato all’ospedale romano un folto gruppo di pellegrini di Wadowicze, la città che ha dato i natali al Santo Padre. Intanto, dopo le prime parole pronunciate in pubblico dal Papa, cresce l’attesa tra i fedeli per l’Angelus di domani, mentre si guarda con fiducia ad un prossimo rientro in Vaticano di Giovanni Paolo II. Ma dal Gemelli, il nostro inviato Alessandro Gisotti:

 

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Al Policlinico Gemelli oggi è la giornata dell’abbraccio caloroso a Giovanni Paolo II da parte dei fedeli di Wadowicze, la città natale del Pontefice. Di buon ora una cinquantina di pellegrini provenienti dalla Polonia si sono radunati nel piazzale dell’ospedale romano per pregare ed intonare cori per il Papa.

 

(Cori in polacco)

 

I concittadini di Giovanni Paolo II hanno cantato a lungo con lo sguardo rivolto al decimo piano del Gemelli dove, come è noto, si trova l’appartamento papale. Un omaggio canoro - hanno detto - sicuramente gradito al Santo Padre. Il gruppo di fedeli è stato guidato dal sindaco, la signora Eva Filipiak, e dai parroci della cittadina, che hanno portato dei doni a Giovanni Paolo II, tra cui una palma tradizionale di Wadowicze ed un libro di fotografie che ritraggono la terra natale del Papa. “Speriamo che guarisca pesto, lo aspettiamo a casa”, è l’auspicio che hanno espresso i fedeli della cittadina polacca. Dal canto suo, stamani, il direttore della Sala Stampa vaticana, Navarro-Valls, all’uscita dal Gemelli, al termine della consueta visita al Pontefice, ha ribadito che il Papa parla, già da alcuni giorni, con i suoi più stretti collaboratori. “Tutto procede normalmente”, ha aggiunto rassicurante. Si conferma, quindi, la prospettiva di un rientro a breve in Vaticano. C’è attesa poi per l’Angelus di domani: come nelle domeniche precedenti,  dopo il ricovero del 24 febbraio scorso, tanti saranno i fedeli a recarsi qui al Gemelli per esprimere la propria vicinanza spirituale al Papa.

 

All’ospedale romano continuano a pervenire telegrammi da tutto il mondo: anche oggi molti messaggi da bambini. Fonti d’agenzie riportano, inoltre, che Giuliana Sgrena ha inviato una lettera di ringraziamento al Papa, che – ricordiamo – domenica 13 febbraio aveva chiesto la liberazione della giornalista italiana e di tutti gli altri  sequestrati in Iraq. D’altra parte, sono ormai più di 40 mila le e-mail di auguri al Papa spedite attraverso la casella di posta elettronica attivata dal sito web del Vaticano. E un altro modo, in fondo, di dimostrare attenzione e affetto per il Papa è il grande successo, che sta riscuotendo l’ultimo libro di Giovanni Paolo II. “Memoria e identità” è primo nella classifica dei libri più venduti in Italia, tanto che si è già alla seconda ristampa a quota 400 mila copie. Anche qui, nella libreria del Policlinico Gemelli, ci è stato confermato che quello del Papa è il volume più richiesto in questi giorni.

 

Dal Policlinico Gemelli, Alessandro Gisotti, Radio Vaticana

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IL RAPPORTO VITALE TRA I SACRAMENTI DELL’EUCARESTIA

 E DELLA RINCONCILIAZIONE, SOTTOLINEATO DA GIOVANNI PAOLO II

NEL MESSAGGIO AI SACERDOTI PARTECIPANTI

AL CORSO SUL FORO INTERNO DELLA PENITENZIERIA APOSTOLICA

 

L’importante ruolo dei sacerdoti nel guidare i fedeli ad accostarsi ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia viene sottolineato dal Papa in un messaggio, firmato dal Policlinico Gemelli, rivolto ai partecipanti al Corso sul Foro interno, che si chiude oggi in Vaticano, organizzato dalla Penitenzieria apostolica. “Un appuntamento formativo” “di notevole interesse”, che attrae i giovani sacerdoti di Università e Atenei Pontifici e “che pone “in luce – scrive Giovanni Paolo II - la necessità di un continuo aggiornamento teologico, pastorale e spirituale dei presbiteri”, cui è affidato il ministero della riconciliazione. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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Poiché “viviamo in una società che sembra spesso aver smarrito il senso di Dio e del peccato”, si fa “più urgente” – ammonisce Giovanni Paolo II - “l’invito di Cristo alla conversione, che presuppone la consapevole confessione dei propri peccati” e la “domanda di perdono e di salvezza”. Rivolto ai sacerdoti il Papa ricorda loro la coscienza “di agire ‘nella persona di Cristo e sotto l’azione dello Spirito Santo’” e di nutrire in se stessi gli stessi sentimenti di Gesù “maestro e pastore, medico delle anime e dei corpi, guida spirituale, giudice giusto e misericordioso”. 

 

Il Santo Padre richiama poi “il vitale rapporto esistente” tra i sacramenti della Comunione e della Confessione, in questo anno dedicato al Mistero dell’Eucarestia. “Solo chi ha sincera coscienza di non aver commesso un peccato mortale può ricevere il corpo di Cristo. Lo dice chiaramente il Concilio di Trento quando afferma che “nessuno, consapevole di essere in peccato mortale, per quanto possa ritenersi contrito, si accosti alla santa Eucaristia senza avere premesso la confessione sacramentale”. E questo continua ad essere l’insegnamento della Chiesa anche oggi, ribadisce Giovanni Paolo II nel suo messaggio. Al tempo stesso i sacerdoti devono incoraggiare “i fedeli a ricevere il corpo e il sangue di Cristo per essere purificati dai peccati veniali”, ed essere solleciti loro stessi a celebrare “il Mistero eucaristico con purezza di cuore e amore sincero”.

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“NON ABBIATE PAURA DI AFFRONTARE LE SFIDE DEL NOSTRO TEMPO”:

COSI’ IL PAPA IN UN MESSAGGIO AI CHIERICI MARIANI,

RIUNITI NEL CAPITOLO GENERALE A ROMA

- A cura di Roberta Gisotti -

 

“Tornare alla radici”, “approfondire il vostro carisma”, e “discernere i modi più idonei per viverlo nell’attuale contesto socio-culturale”: così Giovanni Paolo II nel Messaggio indirizzato dal Policlinico Gemelli al Capitolo generale dei Chierici mariani, che si concluderà domani a Roma. “Vi incoraggio – scrive il Papa - a proseguire sulla strada della fedeltà al vostro ricco patrimonio spirituale”. Solo, “un vivo fervore ascetico, trasfuso nelle opere apostoliche”, potrà realizzare appieno la vostra vocazione, e moltiplicare “i frutti di santità e di operosità missionaria nelle vostre attività”.

 

In questo particolare Anno dell’Eucarestia, il Santo Padre invita i Chierici Mariani a fare “di questo mirabile Sacramento” “ancor di più” “il centro della esistenza personale e comunitaria”, ponendosi “con docilità alla scuola della Vergine Santa, ‘Donna eucaristica’”. “Un fervido amore per l’Eucaristia e per la Madonna” renderà infatti i vostri santuari nel mondo – sottolinea Giovanni Paolo II - “sempre più veri ‘cenacoli’ di preghiera e di accoglienza”, dove “i pellegrini che vi accorrono potranno sperimentare la consolante intimità con Cristo e saranno incoraggiati a seguirne con gioia le orme”. E prosegue: “Cresca pure la vostra collaborazione pastorale con i fedeli laici, dedicando speciale cura ai giovani e ai bisognosi, agli emarginati e agli anziani. Per tutti siate apostoli e testimoni della Misericordia Divina”.

 

Quindi la consegna finale del Papa ai Chierici Mariani: “Non abbiate paura di affrontare le sfide del nostro tempo” e diffondete la devozione marina sull’esempio mirabile del fondatore il Servo di Dio, Stanislao di Gesù Maria Papczynski, che ha saputo “difendere con coraggio la verità dell'Immacolata Concezione prima ancora che fosse definita come dogma di fede.”

 

 

SARA’ IL CARDINALE ANGELO SCOLA IL RELATORE GENERALE DEL PROSSIMO

SINODO DEI VESCOVI, IN OTTOBRE, SUL TEMA DELL’EUCARESTIA. NOMINATI DAL PAPA ANCHE I TRE PRESIDENTI DELEGATI DELL’ASSEMBLEA ED IL SEGRETARIO SPECIALE

- A cura di Roberta Gisotti -

 

Il Santo Padre ha decretato quest’oggi alcuni importanti incarichi relativi all’XI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che avrà luogo in Vaticano dal 2 al 29 ottobre 2005, sul tema “L'Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”. Il Papa ha nominato: presidenti delegati i cardinali Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina del Sacramenti; Juan Sandoval Íñiguez, arcivescovo di Guadalajara, in Messico; Telesphore Placidus Toppo, arcivescovo di Ranchi, in India. Ha  inoltre nominato relatore generale il cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia e segretario speciale: Roland Minnerath, arcivescovo di Dijon, in Francia.

 

 

RINUNCE E ALTRE NOMINE

 

Il Santo Padre ha accettato stamane la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Punalur, nello Stato del Kerala, in India, presentata da mons. Mathias Kappil, per raggiunti limiti di età ed ha nominato allo stesso incarico mons. Joseph Kariyil, vicario generale della diocesi di Cochin,

 

 

SEMPRE VIVO IL DIBATTITO SUL CASO DI TERRI SCHIAVO,

LA DONNA IN COMA IN FLORIDA, A MENO DI TRE SETTIMANE DALLA SCADENZA

DEI TERMINI CONCESSI DAL GIUDICE PER LA RIMOZIONE DEL TUBO

DELL'ALIMENTAZIONE ARTIFICIALE, RICHIESTA DAL MARITO

- Intervista con il vescovo Elio Sgreccia -

 

E’ sempre vivo il dibattito sul caso di Terri Schiavo, in Florida. La donna soffre da parecchi anni di uno stato di semi incoscienza ed è mantenuta in vita tramite alimentazione artificiale. Il marito, Michael Schiavo, ha ottenuto da ogni ordine e grado di tribunale l'autorizzazione alla rimozione del tubo. E ormai i genitori hanno meno di tre settimane di tempo per trovare un modo di tenere in vita la figlia prima che scadano i termini concessi dal giudice per la rimozione del tubo dell'alimentazione artificiale senza il quale Terri morirà di fame e di sete nello spazio di sette-dieci giorni. I genitori di Terri Schiavo hanno chiesto a un magistrato di accordare alla figlia il divorzio dal marito accusandolo tra l’altro di adulterio. Intanto, non solo negli Stati Uniti si discute intorno a questo caso che ha riproposto ai media il dibattito sull’eutanasia. Non si può dire che propriamente lei soffra di uno stato vegetativo perché è in grado di reagire in certa forma a stimolazione esterna. Nell’intervista di Luca Collodi, ascoltiamo le riflessioni di mons. Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la vita:

 

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R – Non è abitudine di questa Accademia intervenire a sostegno di casi specifici di sofferenza umana o di minacce alla vita. Tuttavia, il caso della signora Terri Schiavo va oltre la situazione individuale a causa del suo carattere esemplare e dell’importanza che i media hanno giustamente attribuito ad esso. Il silenzio in questo caso poteva essere interpretato come approvazione, con conseguenze che andrebbero ampiamente oltre il caso specifico. Da quanto abbiamo appreso la signora Terri Schiavo sembra trovarsi in una sorta di stato vegetativo subliminale, al limite della coscienza, che si potrebbe definire “stato minimo di coscienza” (MCS). Sfortunatamente non sono stati effettuati esami medici ufficiali e perizie sulla paziente per chiarire il suo esatto statuto neurologico. Nessuna decisione sulla vita di una persona dovrebbe essere presa legalmente senza queste perizie e, quando fosse necessario, si dovrebbe procedere anche ad effettuare esami incrociati da parte di vari esperti. Ad ogni buon conto la signora Terri Schiavo può essere considerata una persona umana vivente, priva di una piena coscienza, i cui diritti giuridici devono essere riconosciuti, rispettati e difesi.

 

D. – La rimozione della sonda per la nutrizione e l’idratazione può essere giustificata come interruzione di una terapia straordinaria?

 

R. – La rimozione da questa persona della sonda gastrica di alimentazione, in queste condizioni, può essere considerata eutanasia diretta. In questo caso la sonda gastrica di alimentazione non può ritenersi un “mezzo straordinario” e neanche un mezzo terapeutico. Essa è parte integrante della modalità in cui la signora Terri Schiavo può essere alimentata e idratata. Per quanto ci riguarda, impedire a qualcuno l’accesso al cibo e all’acqua, rappresenta un modo di uccidere quella persona. La decisione di rimuovere la sonda gastrica che alimenta la signora Terri Schiavo è stata presa da un giudice. Non vogliamo entrare nel merito di considerazioni secondarie riguardanti il caso di Terri Schiavo, come i problemi familiari o economici. Ma, tenendo in considerazione esclusivamente gli aspetti medici ed antropologici del caso, ci sentiamo in dovere di affermare che tale decisione va contro i diritti della persona della signora Terri Schiavo e costituisce pertanto un abuso dell’autorità giuridica.

 

D. – Quali effetti giuridici può avere la decisione di rimuovere la sonda di alimentazione?

 

R. – Se tale decisione fosse confermata e portasse alla morte di Terri Schiavo, creerebbe un precedente giuridico e presenterebbe in realtà l’eutanasia come un diritto davanti alle Corti degli Stati Uniti, con le gravi conseguenze che si possono facilmente immaginare per le vite di molte altre persone più o meno autonome, in questo Paese e altrove. Per queste ragioni riteniamo illecita la decisione di rimuovere la sonda gastrica di alimentazione della signora Terri Schiavo.

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LA SITUAZIONE NEL SAHEL E L’OPERA DELLA CHIESA

- Intervista con mons. Karel Kasteel -

 

A Niamey, nel Niger, si è svolta nei giorni scorsi la riunione del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel, alla quale ha partecipato, per conto della Santa Sede, mons. Karel Kasteel, segretario del Pontificio Consiglio Cor Unum. Il Sahel comprende Mauritania, Ciad, Burkina Faso, Senegal, Gambia, Guinea-Bissau, Capo Verde, Mali e Niger, che sono i Paesi più poveri dell’Africa. Nella riunione è stato ricordato l’appello lanciato da Giovanni Paolo II per il Sahel 25 anni fa e poi è stato letto l’appello rinnovato dal Papa circa due settimane fa per il continente africano. Nell’intervista di Giovanni Peduto, mons. Kasteel racconta quanto emerso dalla riunione in Niger:

 

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R. - In cinque di questi nove Paesi è successo qualcosa di tremendo quest’anno: la piaga biblica delle locuste, che hanno divorato tutte le scorte di alimenti e di semenza. Nel Niger, dove si è riunito il Consiglio di Amministrazione della Fondazione del Papa per il Sahel, ben sei mila villaggi sono rimasti senza nulla da mangiare. Già stanno vendendo il poco bestiame e si spera che gli aiuti necessari possano arrivare in tempo. Oltre a questo problema forte ho visto, nel Niger, dove mancavo da una decina di anni, una Chiesa in forte crescita e di grandi promesse.

 

D. - Qual è la situazione nel Sahel, oggi? Quali i problemi principali?

 

R. - Il problema principale del Sahel è la desertificazione e si sta lottando in modo ammirevole per ridurne le conseguenze. E’ questo lo scopo principale della Fondazione del Papa. Grazie a Dio c’è la pace, premessa indispensabile per lo sviluppo. E’ ammirevole l’apporto delle donne e si stanno ottenendo buoni risultati con il sistema israeliano che si chiama ‘goccia a goccia’ e che permette l’irrigazione con poca acqua e buoni risultati. Molto importante è la riforestazione. La Fondazione del Papa è provvidenziale perché fin dall’inizio ha aiutato tutta la popolazione, quella cristiana, islamica ed animista e ciò crea molta simpatia nei confronti della Chiesa Cattolica. Mi diceva il vescovo della capitale del Niger che anche i capi islamici vengono, ora, a fare gli auguri per le feste cristiane, così come i cristiani già da anni si recavano dai capi islamici per le loro feste.

 

D. - C’è attenzione da parte della Comunità internazionale?

 

R. - L’attenzione della Comunità internazionale non è ancora sufficiente. E’ vero che, accanto alla Chiesa, esiste la cooperazione di diverse nazioni europee, ma lo sforzo si deve intensificare perché i bisogni sono molti. Poi, vi è una gioventù molto numerosa, a differenza dell’Europa, e bisogna creare le possibilità per un loro futuro perché, diversamente, emigreranno sempre di più con tutti i problemi che ne deriveranno. Pertanto, più faranno i Paesi ricchi in loco, meglio sarà per i Paesi interessati ma anche per i Paesi ricchi.

 

D. - Quali sono le speranze di queste popolazioni?

 

R. - Queste popolazioni si attendono una maggiore assistenza da parte dei Paesi ricchi. E’ evidente che molto dipenderà da come sono gestite localmente le risorse, ma un progresso c’è, anche se, tuttora, troppo lento. Bisogna incrementare il volontariato ed è segno di speranza che già ora molti giovani europei, e meno giovani, si recano per un periodo in questi Paesi africani per dare una mano. Tutto ciò porterà frutti per cui la speranza è legittima. Resta però molto da fare. Solo tre Paesi europei, la Danimarca, i Paesi Bassi e il Lussemburgo hanno mantenuto la parola data per quanto concerne gli apporti promessi a livello internazionale. Gli altri Paesi europei ancora non danno il contributo necessario.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il titolo ”E’ l’ora dell’Angelus gli occhi di tutti verso quella finestra del “Gemelli”. La preghiera sarà recitata in Piazza San Pietro dall’arcivescovo Leonardo Sandri – Al termine il Papa saluterà e benedirà i fedeli.

I Messaggi di Giovanni Paolo II ai partecipanti al Corso sul Foro interno organizzato dal Tribunale della Penitenzeria Apostolica e al Capitolo Generale dei Chierici Mariani.

Libano: l’inviato dell’Onu in missione a Beirut e a Damasco per concordare un preciso piano di ritiro delle truppe siriane. Iraq: soldati e civili vittime di quotidiane violenze, otto persone uccise in diversi attacchi della guerriglia.

 

Nelle vaticane, lo “stupore eucaristico” nella dottrina del servo di Dio padre Giocondo Pio Logana e le Lettere pastorali dei Vescovi italiani.

 

Nelle estere, nucleare: sulla “questione iraniana” gli Usa accettano la linea europea di incentivi a Teheran. Immigrazione: venti morti nel naufragio di un battello haitiano. Medio Oriente: la missione del Ministro degli esteri tedesco Joschka Fisher. Terrorismo: la conferenza a Madrid ribadisce l’indispensabilità dell’azione multilaterale nel rispetto dei diritti civili; in Gran Bretagna approvata una nuova legge anti terrorismo.

 

Nella pagina culturale, l’Elzeviro di Mario Gabriele Giordano: “Una tassa sulla bellezza” e un articolo di Mario Pendinelli sui novant’anni di Gaetano Afeltra, “un Toscanini del giornalismo”.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema della competitività. A seguire, i temi del maltempo e delle riforme: Calipari: Con la Santa Messa di suffragio in Cattedrale Reggio Calabria ricorda l’estremo sacrificio dell’eroico cittadino; l’inchiesta sulla tragedia: ritrovati a Baghdad i tre satellitari smarriti.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

12 marzo 2005

 

 

SILENZIO E PREGHIERA NEL COMMENTO DI  MONS. COSMO RUPPI

DOPO L’ARRESTO DI DON CESARE LODESERTO, ANNUNCIATO QUESTA MATTINA

- Con noi il presule e padre Federico Lombardi -

 

E' stato arrestato con l'accusa di sequestro di persona don Cesare Lodeserto direttore del centro di permanenza temporanea Regina Pacis di San Foca a Melendugno (Lecce) che dipende dalla curia di Lecce. Nei giorni scorsi, su disposizione della procura di Lecce i carabinieri avevano compiuto perquisizioni nel centro e acquisito varia documentazione. Don Cesare Lodeserto è stato arrestato a Mantova dove esiste un altro centro gemello del Regina Pacis. Il sacerdote - a quanto si è saputo - è stato rinchiuso in carcere a Verona. L'accusa nei suoi confronti è di sequestro di persona e abuso dei mezzi di correzione. L'arresto è stato fatto in esecuzione di una ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Lecce, Enzo Taurino, su richiesta dei pubblici ministeri salentini Carolina Elia ed Imerio Tramis. A quanto si è saputo, gli inquirenti avrebbero tra l'altro accertato che un sms di minaccia giunto nei mesi scorsi a don Cesare Lodeserto era stato inviato da lui stesso da un'altra utenza telefonica. Ma ascoltiamo, nell’intervista di Stefano Lescinski, qual è stata la reazione del vescovo di Lecce, mons. Cosmo Ruppi:

 

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R. – La mia prima reazione è stata silenzio e preghiera. Appena avuta la notizia sono andato a pregare. Ho pregato tutta la notte chiedendo al Signore la grazia della serenità per un sacerdote eroico che è un testimone della carità noto non solo in Italia ma anche all’estero.

 

D. – Eccellenza, come mai, secondo lei, una misura così dura, così severa come la carcerazione? 

 

R. – Non conosciamo le motivazioni e quindi non possiamo pronunciarci. Speriamo che si vada subito all’interrogatorio in modo da poter sapere quali sono i capi d’imputazione e capire anche da dove può venire questa imputazione.

 

D. - Qual è il suo auspicio?

 

R. – Il mio auspicio è quello che sia accertata la verità quanto prima possibile per la dignità della persona, per la Chiesa e anche per tutto il volontariato cattolico.

 

D. – Secondo lei, don Cesare è un prete scomodo nella zona?

 

R. –  Non c’è dubbio che è stato scomodo ad alcune forze politiche bene individuate. Certamente la sua azione di carità non è stata sempre condivisa da tutti, ma ha sempre operato in nome della Chiesa. Ci sono state delle forze politiche e anche non politiche estreme, che non hanno mancato di far sentire il loro peso.

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In relazione all’arresto di don Cesare Lodeserto, interviene anche il nostro direttore dei programmi, padre Federico Lombardi:

 

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La Direzione e le redazioni della Radio Vaticana che molte volte hanno invitato Don Cesare Lodeserto a parlare ai nostri microfoni dei problemi più impegnativi relativi all’immigrazione, ai rifugiati e allo sfruttamento delle persone umane, e che hanno sempre apprezzato e sostenuto cordialmente il suo impegno su una frontiera difficilissima, vogliono rinnovargli in questa circostanza la loro stima, la loro fiducia che la situazione venga presto del tutto chiarita e dire il loro auspicio che egli possa riprendere al più presto il suo prezioso e coraggioso servizio.

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“MEMORI DEL MIRACOLO EUCARISTICO DELL’OSTIA INCARNATA”: È IL TITOLO

DELLA MANIFESTAZIONE CHE SI SVOLGERÀ DOMANI AD ALATRI PER RICORDARE

UNO TRA I PIÙ ANTICHI PRODIGI EUCARISTICI, STORICAMENTE DOCUMENTATI

- Intervista con don Domenico Pompili -

 

         “Memori del Miracolo eucaristico dell’Ostia Incarnata”: è il titolo della manifestazione che si svolgerà domani ad Alatri per ricordare uno tra i più antichi prodigi eucaristici, storicamente documentati, cui questa cittadina della Ciociaria ha fatto da cornice nel lontano 1228. Parliamo del “Miracolo alatrino” che in questo anno dedicato all’Eucaristia assume un significato particolare. Al microfono di Sabina Alivernini ascoltiamo don Domenico Pompili, parroco della Basilica di San Paolo di Alatri, dove è custodita la reliquia dell’Ostia consacrata:

 

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R. – Il miracolo di Alatri fa riferimento ad una giovane che, suggestionata da una maga, al momento della comunione conserva la particola consacrata per darla a questa donna che probabilmente avrebbe fatto qualche sortilegio. Ma questa ragazza dopo tre giorni scopre che il pezzo di pane consacrato si è trasformato in un pezzo di carne. Lo racconta Gregorio IX in una sua Bolla intitolata “Mandatum” e datata 13 marzo 1228. Gregorio IX è un Papa molto rigoroso nei riguardi delle false reliquie. Invece, in questo caso legge questo evento sacrilego come un’occasione provvidenziale per riscoprire la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia.

 

D. – Che significato assume oggi il miracolo di Alatri?

 

R. – In questo anno dedicato all’Eucaristia è un’occasione preziosa per riscoprire il centro della fede cattolica che fa dell’Eucaristia non un simbolo del passato ma piuttosto una memoria viva e palpitante. Per noi l’Eucaristia rappresenta la compagnia di Gesù che resta inalterata insieme con noi.

 

D. – Cosa può insegnare alla gente questo evento prodigioso?

 

R. – La fede non è mai una via di uscita dalla vita, ma è piuttosto un modo per starci dentro con un animo e con uno spirito diverso. Per quello che riguarda la città di Alatri è una memoria che si conserva gelosamente perché ha a che fare con una parte della sua storia molto antica e perciò diventa anche un’occasione per riscoprire le proprie antiche radici cristiane.

 

D. – Quali sono le celebrazioni previste ad Alatri per festeggiare questa ricorrenza?

 

R. - Al mattino ci sarà la celebrazione dell’Eucaristia insieme con il vescovo. Poi nel pomeriggio ci sarà una rassegna di musica sacra che vedrà la partecipazione dei cori di alcune delle città italiane che conservano come Alatri un miracolo eucaristico, in particolare, le città di Siena, Bolsena e Lanciano.

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ACQUISTARE UOVA DI PASQUA DANDO UN CONTRIBUTO PER LA RICERCA CONTRO

LE LEUCEMIE, I LINFOMI E IL MIELOMA: E’ L’INIZIATIVA DELL’ASSOCIAZIONE AIL,

RIPROPOSTA IERI, OGGI E DOMANI, IN 2800 PIAZZE ITALIANE

- Intervista con il dott. Franco Mandelli -

 

Da ieri, fino a domani, in 2800 piazze italiane si potranno acquistare, con un contributo minimo di 10 euro, le uova di Pasqua dell’Associazione AIL. La manifestazione, arrivata alla sua 12.ma edizione, ha permesso in questi anni di raccogliere fondi destinati al progetto di assistenza e ricerca contro le leucemie, i linfomi e il mieloma. Lucia Carbone Sarinelli ha intervistato il dott. Franco Mandelli, presidente nazionale dell’AIL:

 

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R. - La maggioranza delle famiglie italiane hanno un piacere infinito ad aiutare l’AIL con quest’acquisto. Io sono convinto che un cittadino che vuole comprare uno,  due, tre uova sa che avrà una sorpresa e questa sorpresa si identifica con la possibilità di far sorridere un malato.

 

D. - Come verranno impegnati i fondi raccolti con questa manifestazione?

 

R. - In ogni provincia i fondi vengono utilizzati per i pazienti ed i familiari di quella provincia, per le loro necessità, che possono essere: dare un contributo per una particolare ricerca, oppure potenziare l’assistenza a domicilio … tante altre piccole cose che, però, gestite dai nostri meravigliosi volontari diventano tutte cose molto belle. Faccio un altro esempio: si può aiutare un paziente che è dovuto rimanere a casa per assistere un proprio familiare e perde lo stipendio, oppure dare una borsa di studio ad un giovane che deve andare all’estero o in un’altra città italiana per impadronirsi di una tecnica di ricerca particolare …

 

D. - A che punto è arrivata la ricerca?

 

R. - La ricerca è in un momento molto buono. Ci sono molti nuovi farmaci sia per le leucemie che per i linfomi che per i mielomi, che sono a disposizione anche in Italia. Questi nuovi farmaci, che hanno la caratteristica di colpire soprattutto le cellule malate, stanno migliorando enormemente i risultati anche per malattie i cui risultati erano più modesti.

 

D. – Quali sono i futuri obiettivi della ricerca?

 

R. – Sono quelli di migliorare sempre di più l’attività del farmaco, di migliorare anche il tipo e la qualità dei trapianti di cellule staminali e di migliorare anche l’assistenza al malato. Questo è un diritto per il malato, un dovere per le equipe che curano i malati e fra questi diritti e doveri fanno da ponte i volontari.

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VINCITORE DEL PREMIO “STANLEY KRAMER” SU CINEMA E DIRITTI UMANI,

È USCITO IERI SUGLI SCHERMI ITALIANI “HOTEL RWANDA. UNA STORIA VERA”

 

Vincitore del premio “Stanley Kramer” su cinema e diritti umani, è uscito ieri sugli schermi italiani “Hotel Rwanda. Una storia vera”, che ha ottenuto anche il patrocinio di Amnesty International. Il film ci riporta ai giorni del genocidio rwandese e racconta un episodio realmente accaduto nel mezzo di questa immane tragedia. Il servizio di Luca Pellegrini:

 

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Quando il cinema ha il coraggio di affrontare la storia, quella feroce, vera, inumana. E quando ci fa conoscere protagonisti silenziosi capaci di dimostrare come, in mezzo alla morte e al sangue, può esistere ancora la parte buona dell’uomo. Cento sono stati i giorni del genocidio in Rwanda, nell’aprile del 1994, quando hutu e tutsi precipitarono nel vortice della follia massacrando innocenti e causando centinaia di migliaia di morti. E 1268 sono state le vite salvate da Paul Rusesabagina, un eroe silenzioso che riuscì a nascondere donne, vecchi e bambini terrorizzati nell’Hotel Milles Collines a Kigali, del quale era stimato direttore. Scritto e diretto da Terry George, che si è avvalso del contributo del documentarista Keir Person e dello stesso Rusesabagina, testimone oculare, Hotel Rwanda si concentra sulla dolorosa angoscia prodotta dall’eco dei fatti che dilagano al di fuori delle mura di cinta dell’hotel. Interpretato dai bravissimi Don Cheadle e Sophie Okenodo (la moglie di Paul), il film è un toccante documento che pone molte domande alla nostra coscienza, perché ancora oggi non riusciamo davvero a comprendere ciò che accadde in quella primavera di morte del 1994. Lo chiediamo a Padre Giulio Albanese, giornalista africanista e fondatore della Misna:

 

“Sarebbe forse più corretto chiedere cos’è successo negli anni a seguire, perché, in effetti, il genocidio si è diffuso a macchia d’olio nel vicino Congo. Certamente il genocidio rwandese è iniziato il 5-6 aprile del ’94. In sostanza, la grande lezione che dovremmo trarre da questa triste vicenda è che non ci sono da una parte i buoni e dall’altra i cattivi. Tutti hanno le loro grandi responsabilità. Vi è stata una tendenza, da parte della Stampa occidentale, a fare degli hutu una sorta di capro espiatorio, come se tutte le nefandezze fossero state compiute da questa etnia. Non credo sia giusto, non credo sia corretto. Molte delle responsabilità ricadono anche sull’attuale classe dirigente ed è per questo che credo dovremmo smettere d’essere manichei, di dividere lo scenario tra cowboy ed indiani. La grande lezione che ci viene da questa pagina di storia africana è che, purtroppo, quando vi sono interessi, legati soprattutto al ‘dio denaro’, questi sono i risultati, se non prevale il buon senso e la ragione e soprattutto la politica …”

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani, 13 marzo, quinta Domenica di Quaresima, la liturgia ci presenta il racconto della risurrezione di Lazzaro. Quando Gesù giunge nel villaggio di Betania, Lazzaro è già da quattro giorni nel sepolcro ma la sorella Marta ribadisce la sua fede nel Maestro. Gesù le dice:

 

“Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?”.

 

Marta gli risponde: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo”. Gesù incontra poi l’altra sorella di Lazzaro, Maria, e si commuove fino a piangere. Quindi compie il miracolo della risurrezione di Lazzaro e molti giudei credono in lui.

 

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita, padre Marko Ivan  Rupnik:

 

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Anche gli amici di Cristo si ammalano e muoiono. Marta e Maria, con tutto il loro amore, non sono riuscite a trattenere l’amico Lazzaro in vita come se il loro amore non bastasse. Perciò confessano davanti a Cristo che solo la sua presenza avrebbe salvato l’amico. Cristo risponde alle sorelle che è lui la resurrezione e la vita. La fede in Cristo significa quella relazione forte tramite la quale si è sempre contemporanei a Cristo, si è sempre alla sua presenza. E questa presenza non viene meno neanche nell’ora  della nostra morte perché anche lì ci aspetta Lui, ma vivente. Marta ammette con gioia che è proprio Lui che doveva venire in questo mondo, mondo delle tenebre e della morte, dell’infranto e del ferito per affermare che gli amici di Cristo, anche se muoiono vivono. Marta e Maria testimoniano che è l’amore per Cristo a far loro riavere l’amico Lazzaro. In Gesù Cristo il nostro amore diventa taumaturgico, vince la morte.

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CHIESA E SOCIETA’

12 marzo 2005

 

 

E’ INAMMISSIBILE ELIMINARE UN ESSERE UMANO PER UTILIZZARNE IL CORPO

O PARTI DI ESSO. LA FERMA CONDANNA DELLA CONFERENZA EPISCOPALE

BRASILIANA DINANZI ALL’APPROVAZIONE DELLA LEGGE DI BIOSICUREZZA

 

BRASILIA. = L’approvazione della legge di Biosicurezza “non cambia la visione che la Chiesa ha della dignità della vita umana, in tutti gli stadi del suo sviluppo”. E’ quanto ha sottolineato, nei giorni scorsi, il cardinal Geraldo Majella Agnelo, arcivescovo di Salvador da Bahia e presidente della Conferenza Episcopale Brasiliana (CNBB). Il testo, approvato il 3 marzo dal Congresso di Brasilia,
autorizza la realizzazione della ricerca con cellule staminali embrionali, vietando la clonazione umana e la produzione di embrioni per ricavarne cellule staminali a scopo terapeutico. La ricerca sulle cellule staminali potrà realizzarsi soltanto con embrioni congelati per almeno tre anni, se il loro impianto è impraticabile e se c’è l’approvazione dei genitori biologici. “La vita umana ha un valore sacro ed è inviolabile”: ha dichiarato alla stampa locale il porporato, aggiungendo che “quando si ammettono eccezioni a questa regola la vita umana passa ad essere considerata un bene del quale si può disporre”, “potendo essere negoziata, ferita, distrutta, in base agli interessi dominanti”. Criticando il modo superficiale e poco chiaro con cui è stato condotto il dibattito sulla questione, l’arcivescovo di Salvador da Bahia ha evidenziato come questa scelta “non solo avrà come conseguenza la distruzione di una gran quantità di vite umane allo stadio iniziale, quando sono più indifese e vulnerabili, ma creerà anche una mentalità che si diffonderà e penetrerà nel quotidiano”. La Chiesa - ha aggiunto il presidente della CNBB - “ha grande stima per la ricerca scientifica e guarda con molta speranza ai contributi che da essa potranno venire per alleviare le sofferenze e migliorare la qualità della vita di molte persone”. “In questo senso – ha continuato – sono benvenute le ricerche sulle cellule staminali adulte, essendo già molti gli articoli scientifici che ne dimostrano gli effetti guaritivi”.  Nonostante tutto, “è necessaria molta cautela” quando ci si muove in campi “non sufficientemente esplorati e, soprattutto, quando è in gioco la possibilità di ferire la dignità umana, con gravi ripercussioni nella formazione della mentalità, soprattutto delle nuove generazioni”. “E’ inammissibile – ha concluso il cardinale Agnelo – eliminare un essere umano per approfittare del suo corpo o di parte di esso”. (B.C.)



LA CHIESA IN INDIA LAVORA CON IMPEGNO TRA I POVERI E GLI EMARGINATI,

EPPURE SOVENTE E’ NEL MIRINO DELL’ESTREMISMO. UNA DELEGAZIONE

CRISTIANA, GUIDATA DALL’ARCIVESCOVO DI NEW DELHI, HA INCONTRATO

IL PRIMO MINISTRO PER CHIEDERE LA FINE DELLE VIOLENZE

 

NEW DELHI. = Occorre mettere fine alle violenze commesse contro la Chiesa e i suoi componenti in India. E’ quanto ha chiesto una delegazione guidata dall’arcivescovo di New Delhi, mons. Vincent Michael Concessao, al primo ministro, Manmohan Singh. Ricordando gli abusi compiuti di recente contro i cristiani in varie parti del Paese, il presule ha sottolineato che la sua comunità è da sempre impegnata negli aiuti ai poveri e agli emarginati, ma queste attività non sono tenute in adeguato conto e, al contrario, sono spesso erroneamente scambiate per strumenti di conversione religiosa. Rispondendo alla delegazione - riferisce l’agenzia Misna - il premier si è detto “impegnato a salvaguardare il carattere laico della nazione”. Singh ha poi assicurato che il suo governo non permetterà violazioni della giustizia e garantirà sicurezza alle minoranze. Il primo ministro ha, inoltre, manifestato il suo apprezzamento per il contributo dei cristiani al progresso della nazione, incoraggiando tutti a proseguire nel cammino per la realizzazione di una società migliore. Tra le violenze commesse recentemente contro la minoranza cristiana in India, che conta in tutto circa 20 milioni di fedeli, ricordiamo l’omicidio di padre Job Chitalapally in Kerala; del pastore Narayan in Karnataka; l’attacco contro seminari a Thiruvalla e le aggressioni contro le Missionarie della Carità di Madre Teresa in Kerala. La comunità cristiana in India, comunque, ha accolto con soddisfazione l’annuncio del Governo dell’Unione di pubblicare un “Libro Bianco sulle minoranze religiose”. Il testo comprende un’analisi globale sulla situazione delle comunità religiose nella grande nazione indiana, offre un quadro complessivo delle principali problematiche sociali, politiche e religiose che toccano le minoranze ed è mirato a trovare forme di intervento e soluzioni plausibili per fermare la violenza intercomunitaria. (B.C.)

 

 

IL GOVERNO DEVE SUBITO RIVEDERE LA POLITICA DEL CONTROLLO DELLE

NASCITE IN CINA. L’APPELLO DELL’ASSOCIAZIONE PER LA PIANIFICAZIONE

FAMILIARE, CHE ANNUNCIA UN TASSO DI NATALITA’ PARI A ZERO NEL 2040

 

PECHINO. = La politica del figlio unico in Cina resta una drammatica realtà, alla quale bisogna trovare con urgenza una soluzione. A lanciare nuovamente l’allarme contro il controllo delle nascite nel Paese è stato Li Honggui, vice presidente dell’Associazione per la pianificazione familiare, sottolineando che nel 2040, secondo le previsioni, il tasso di crescita della popolazione cinese sarà pari a zero. Li Honggui - riferisce l’agenzia Asianews - ha spiegato che il tasso di natalità zero, sconvolgerà la struttura sociale. “La Cina diverrà una nazione di persone anziane – ha detto – e i vecchi saranno più del 12 per cento della popolazione totale. Questo significa che vi dovranno essere cambiamenti nelle politiche sociali”. Il governo, quindi, dovrà rivedere la politica sul controllo delle nascite  per prevenire un disastroso declino sociale. Secondo le statistiche, il declino della popolazione sarà preceduto da almeno 40 anni di crescita, con un picco nel 2040 pari a 1 miliardo e 500 milioni di abitanti. La crescita annua per i prossimi 30 anni oscillerà fra gli 8 e i 10 milioni l’anno. Lo scorso 5 marzo, tuttavia, parlando all’Assemblea nazionale del popolo, il primo ministro, Wen Jiabao, ha ribadito l’impegno del governo a non modificare lo stato delle cose su questo fronte. (B.C.)

 

 

UN GIORNO ALL’INSEGNA DELLA SPERANZA PER I BAMBINI DI STRADA

DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO. INDETTA UNA GIORNATA DI INCONTRI

 E DIBATTITI PER I QUASI 40.000 PICCOLI ABBANDONATI DEL PAESE

 

KINSHASA. = “Il Congo, un luogo di speranza per i bambini”. E’ questo il tema della prima giornata dedicata ai bambini di Kinshasa senza casa né famiglia, che si svolge oggi in Congo. Sono previste diverse iniziative: dibattiti, raccolte di fondi e incontri, cui parteciperanno organizzazioni che si occupano dei bambini di strada, autorità e membri della Chiesa. Nello stadio Tata Raphaёl, si svolgerà anche una messa. I bambini senza dimora nella Repubblica Democratica del Congo sono tra i 30.000 e i 40.000. Pensando a questi piccoli abbandonati, recentemente è stato organizzato un laboratorio diocesano nella capitale, al fine di studiare alcune iniziative per migliorare la loro esistenza. Il missionario dei Servi della Carità Guido Matarrese ha sottolineato all’agenzia Misna che due “sono i grossi problemi che coinvolgono questi bambini: la crisi della famiglia e la recrudescenza delle accuse di stregoneria contro i bambini”. Il missionario, che si trova da 10 anni a Kinshasa, si occupa in particolare dell’educazione dei minori disagiati e del loro reinserimento nella società. (M.V.S.)

 

 

GLI OBLATI DI MARIA IMMACOLATA IMPEGNATI NELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

IN ROMANIA. L’OBIETTIVO E’ QUELLO DI ENTRARE IN CONTATTO CON LA POPOLAZIONE

NEI LUOGHI DI VITA E DI LAVORO PER ANNUNCIARE LA PAROLA DI DIO

 

BUCAREST. = Quattro Oblati di Maria Immacolata (OMI) riceveranno domani a Bucarest, dall’arcivescovo Ioan Robu, la croce ed il mandato missionario. I quattro, che si trovano in Romania dal 1998, svolgeranno la missione popolare dal 13 al 20 marzo prossimi, nella parrocchia di San Giovanni da Capestrano, che si trova a Tirgu Jiu. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di raggiungere le famiglie della parrocchia nei loro luoghi e durante le loro attività: abitazioni, scuola, lavoro. La missione prevede anche la preghiera del mattino per i giovani, la celebrazione del sacramento della Riconciliazione e la liturgia Eucaristica. In molte parrocchie della Romania viene celebrata la tradizionale “missione quaresimale”. In questo anno, che la diocesi di Bucarest ha dedicato all’Eucaristia ed alla famiglia, don Petru Husariu, parroco della parrocchia San Giovanni da Capestrano, ha voluto programmare una “missione popolare”, proprio per rinnovare il tessuto della propria comunità, che conta attualmente 70.000 abitanti. I missionari OMI sono stati fondati da Sant’Eugenio de Mazenod per la predicazione delle missioni e per contribuire ad una nuova evangelizzazione. Essi intendono portare alla popolazione il messaggio di Dio, confrontarsi con essa ed entrare in uno spirito di condivisione. (M.V.S.)

 

 

OLTRE 60 ICONE PROVENIENTI DA TUTTO IL MONDO IN MOSTRA A HONG KONG.

LA RASSEGNA HA PERMESSO AI VISITATORI DI MEDITARE SUI MISTERI DELLA FEDE

 

HONG KONG. = Grande successo di pubblico ad Hong Kong per la mostra “Ritratto della Teologia”. Grazie alle numerose icone esposte i visitatori si sono potuti immergere in una “catechesi dipinta”, in un viaggio mistico verso il trascendente, che schiude la mente dell’uomo al mistero di Dio. Durante le due settimane d’esposizione, dal 18 febbraio a 4 marzo scorsi, cristiani e non hanno potuto godere della visione di oltre 60 capolavori artistici della pittura religiosa ortodossa, provenienti da tutto il mondo, in modo particolare da Grecia, Romania, India e Indonesia. Secondo quanto riferisce il Kong Ko Bao (il bollettino diocesano in versione cinese), i visitatori hanno riconosciuto il grande significato spirituale ed ecumenico della mostra, oltre al grande valore artistico delle opere esposte. All’inaugurazione della rassegna - riferisce l’agenzia Fides - le autorità religiose presenti, fra i quali il cattolico mons. Joseph Zen Ze-kiun, vescovo di Hong Kong, nonché vescovi protestanti e ortodossi, hanno rilevato il senso spirituale dell’iniziativa, sottolineandone il valore teologico, ecumenico e artistico. (B.C.)

 

 

PREMIAZIONE OGGI A ROMA PER I VINCITORI DEL CONCORSO ARTISTICO

INDETTO PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU’ DI COLONIA.

“SIAMO VENUTI AD ADORARLO”: TEMA DELL’INIZIATIVA, INDETTA

DAL SERVIZIO NAZIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE DELLA CEI

 

ROMA. = Si svolgerà questo pomeriggio a Roma, presso la Galleria La Pigna”, la premiazione del concorso artistico indetto in preparazione alla XX Giornata Mondiale della Gioventù, a Colonia, in Germania, nell’agosto del 2005. L’iniziativa, riservata ai giovani e divisa in tre sezioni, pittura, grafica, fotografia, è stata promossa dal Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile della Conferenza Episcopale Italiana, in collaborazione con l’Unione Cattolica Artisti Italiani (UCAI). Il tema del concorso, Siamo venuti per adorarlo”, richiama l’adorazione dei Magi, con possibilità di collegamento a diversi sottotemi: il viaggio, l’incontro, la contemplazione, la stella, la ricerca, il mistero, la condivisione e la conversione. Le opere pervenute sono state esaminate da una commissione composta dal responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile, dal presidente Nazionale dell’UCAI, dal presidente della Sezione UCAI di Roma, da due qualificati critici d’arte e da tre giovani nominati dal direttore del Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile. Le quarantasette opere selezionate dalla Commissione verranno esposte in diverse città italiane, insieme con quelle di altri giovani artisti, invitati a partecipare fuori concorso. Le opere in esposizione sono visibili a partire da oggi anche sul sito www.gmg2005.it. (B.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

12 marzo 2005

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

 

La Siria si impegna a ritirare completamente le proprie truppe ed i servizi segreti dal Libano. Il ritiro avverrà in due tappe: la prima vedrà il ridispiegamento delle forze militari e dei servizi di informazione siriani verso la valle della Bekaa, nell’est del Libano entro la fine di marzo. La seconda condurrà ad un ritiro completo di tutto il personale siriano. Sono alcuni dei dettagli precisati in un comunicato dell’ONU. Il servizio di Francesca Fraccaroli:

 

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L’impegno della Siria per un ritiro completo dal Libano è stato confermato con un comunicato dell’inviato delle Nazioni Unite, Terry Larsen, che stamani ha incontrato il presidente siriano, Assad ad Aleppo. Larsen informerà il segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, del calendario riguardante l’arretramento dei soldati siriani. L’opposizione libanese, che nelle scorse settimane era scesa in piazza per chiedere la piena indipendenza del Paese, non ha ancora reso nota la propria reazione. Al momento, restano confermate le manifestazioni di protesta, in particolare quelle di lunedì prossimo.  Si terranno ad un mese dall’attentato in cui è rimasto ucciso l’ex premier Rafik Hariri. Intanto domani scenderanno in piazza, nel sud del Paese, anche i pro siriani. Sul piano politico, l’impegno dato da Assad potrebbe favorire il tentativo del premier, Omar Karame, di formare un governo di ampia coalizione con all’interno anche le forze dell’opposizione.

 

Da Beirut, per la Radio Vaticana, Francesca Fraccaroli.

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In Medio Oriente il principale movimento islamico palestinese, Hamas, ha annunciato che parteciperà per la prima volta alle elezioni legislative previste il prossimo 17 luglio nei Territori. Nel 1996 Hamas ha boicottato le elezioni del Consiglio legislativo e le presidenziali. Il movimento fondamentalista ha partecipato, invece, alle recenti elezioni municipali conquistando il 30 per cento dei seggi in Cisgiordania e riportando una netta vittoria nella striscia di Gaza.

 

In Iraq quattro civili sono morti in seguito a nuovi episodi di violenza. L’autista di un camion è rimasto ucciso per l’esplosione di una bomba nei pressi di Baiji. A Tikrit sono state assassinate altre due persone e nei pressi del fiume Tigri è stato rinvenuto il cadavere di un uomo. Il commando militare americano ha reso noto che un soldato statunitense è stato ucciso ieri nella turbolenta provincia di Al Anbar. Un membro del Consiglio degli ulema è stato arrestato dalle forze governative nel corso di rastrellamenti nei pressi di Baquba, una delle roccaforti della guerriglia sunnita.

 

L’Iran ha respinto l’offerta degli Stati Uniti in materia di nucleare: Washington si era impegnata a facilitare l’ingresso di Teheran nel WTO e l’acquisto iraniano di parti di ricambio per aerei civili, se la Repubblica islamica avesse rinunciato ai processi di arricchimento dell’uranio. Ed anche nelle trattative con l’Unione Europea rimangono ambiguità, come conferma Alberto Zanconato, corrispondente dell’Ansa da Teheran, intervistato da Andrea Sarubbi:

 

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R. - Le ambiguità riguardano soprattutto il punto centrale delle trattative su cui c’è stato, si può dire, un equivoco fin dall’inizio, cioè fin da quando in novembre Teheran ha accettato di sospendere l’arricchimento dell’uranio. L’intento degli europei è quello di arrivare a convincere l’Iran ad abbandonare, definitivamente, questa tecnologia. Ma il governo di Teheran non ha mai fatto mistero del fatto che si trattasse soltanto di una sospensione e che intende riprendere le attività per l’arricchimento dell’uranio.

 

D. – E perché invece questo rifiuto così netto da parte dell’Iran verso le offerte degli Stati Uniti?

 

R. - Per l’Iran portare avanti il suo programma nucleare è un obiettivo strategico che va ben al di là dell’importanza di parti di ricambio per gli aerei o dell’entrata nell’Organizzazione Mondiale per il commercio.

 

D. – Vista così la situazione sembra molto simile a quella della Corea del Nord e quindi molto difficile da risolvere …

 

R. – Sì, è una situazione molto difficile. Lo sottolineano sia gli europei sia gli iraniani anche se c’è un certo ottimismo. Ma questo ottimismo sembra solo formale. Gli europei si sono impegnati ad appoggiare le richieste degli Stati Uniti che vorrebbero mandare l’Iran al Consiglio di sicurezza dell’ONU per eventuali sanzioni. Però si è già visto come hanno funzionato le sanzioni e l’isolamento di un Paese come la Corea del Nord che, nonostante questi provvedimenti, è arrivato a possedere la bomba atomica.

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Il governo cinese ha accettato le dimissioni del governatore di Hong Kong, Tung Chee-hwa, e ha nominato Donald Tsang come nuovo capo dell’esecutivo. Ufficialmente Tung ha rinunciato all’incarico per motivi di salute. Ma gli osservatori internazionali avevano denunciato pressioni proprio da parte di Pechino che riteneva l’ormai ex capo del governo locale inadeguato a fronteggiare il crescente dissenso popolare. Negli ultimi mesi, infatti, si sono susseguite ad Hong Kong diverse manifestazioni in favore della democrazia.

 

Lo Stato indiano del Gujarat  rivive oggi la storica “marcia del sale”, intrapresa da Gandhi esattamente 75 anni fa, in segno di protesta contro il protezionismo britannico sulla produzione  di sale in India. A percorrere i primi cinque chilometri del tragitto, è stata la presidente del partito del Congresso, Sonia Gandhi. Da New Delhi, Maria Grazia Coggiola:

 

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Esattamente come 75 anni fa un lungo corteo di attivisti vestiti di bianco è partito dalla Ashram Sabarmati, il villaggio del Mahatma ad Ahmedabad, oggi trasformato in un museo. Allora erano in 78, oggi sono stati un migliaio, tra cui molti stranieri venuti da tutto il mondo, per ricordare quello che è stato uno dei più importanti atti di disobbedienza civili che hanno portato poi alla disgregazione del dominio coloniale inglese. Sonia Gandhi, leader del Congresso, il partito che ha raccolto l’eredità del Mahatma, ha percorso i primi cinque chilometri della marcia che si concluderà tra 24 giorni sul mare, nel villaggio costiero di Dandi. L’evento è stato organizzato da uno dei pronipoti, Tushar Gandhi, ed è stato celebrato anche in Sudafrica, a Durban, dove Gandhi iniziò la sua carriera di apostolo della non violenza ed anche in altre 15 città del mondo. La marcia del sale del 12 marzo 1930 simboleggiò il rifiuto degli indiani a pagare la tassa sul sale,  una delle più inique imposte inglesi, perché colpiva soprattutto i ceti più poveri.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Il ministero degli Esteri di Mosca ha criticato la reazione di alcuni media occidentali all’assassinio del leader indipedentista ceceno, Aslan Maskhadov, ucciso  lo scorso 8 marzo durante un’operazione condotta da forze speciali russe. Il vice ministro  Fedotov ha anche messo in guardia i governi europei e quello americano dal riproporre risoluzioni critiche sulla Cecenia. La richiesta di una mozione di condanna per Mosca potrebbe essere avanzata durante la sessione annuale della Commissione per i diritti umani dell’ONU, in programma la prossima settimana a Ginevra.

 

In Algeria, due poliziotti e due fondamentalisti sono rimasti uccisi in scontri scoppiati tra forze di sicurezza ed estremisti. Lo riferisce il quotidiano algerino ‘El Khabar’ precisando che i combattimenti sono avvenuti giovedì scorso. I due agenti sono morti nei pressi della città di Buira durante un attacco condotto da un commando fondamentalista contro un  posto di  blocco  della polizia.  I due estremisti sono rimasti uccisi durante un conflitto a fuoco con una pattuglia dell’esercito algerino nella regione di Bumerdes.

 

 

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