RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 67 - Testo della trasmissione martedì 8 marzo 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Prosegue tranquillamente la degenza del Papa al Policlinico Gemelli. I vescovi italiani gli scrivono un’affettuosa lettera

 

Reso noto in Vaticano il calendario dei riti della Settimana Santa: il Papa nel giorno di Pasqua impartirà la benedizione “Urbi et Orbi”

 

A Oxford un Convegno su scienza, fede e cultura, organizzato dal Vaticano e dai domenicani della città inglese. Intervista con il cardinale Paul Poupard

 

IN PRIMO PIANO:

Si celebra oggi la Giornata internazionale della donna. Ai nostri microfoni Silvia Raimondo e suor Enrica Rosanna

 

Mary Ann Glendon, delegato della Santa Sede, interviene all’ONU al dibattito sui 10 anni dalla Conferenza di Pechino. Ce ne parla la stessa prof.ssa Mary Ann Glendon

 

Il mondo politico commenta l’invito del cardinale Ruini ad astenersi sui referendum sulla procreazione assistita. Con noi, Antonio Maria Baggio

 

Oggi la Chiesa celebra la memoria liturgica di San Giovanni di Dio, fondatore dei Fatebenefratelli e Patrono degli infermi e degli ospedalieri.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Mons. Ricardo Blazquez Perez è il nuovo presidente della Conferenza Episcopale Spagnola: l’elezione è avvenuta stamane a Madrid

 

Si terra giovedì prossimo a Roma, presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, un Congresso internazionale su “donna e cultura della pace”

 

Si terrà il prossimo 16 marzo, a Genova, un incontro sul tema: “Il Codice Da Vinci … storie senza Storia”

 

“Preghiera”, “contemplazione” e “sacrificio” sono l’’insostituibile contributo’ richiesto a tutte le claustrali d’Italia dall’arcivescovo Comastri, in occasione del XXIV Congresso eucaristico nazionale, che si svolgerà a Bari, in Puglia, dal 21 al 29 maggio

 

In Asia e in Africa, tante le manifestazioni e le denunce di abusi e violenze nell’odierna giornata internazionale della donna

 

La Conferenza Episcopale Indiana riunita in Assemblea sul tema della famiglia

 

In Cina è in aumento il numero dei prigionieri politici.

 

24 ORE NEL MONDO:

 Ieri l’annuncio di una decisione per il ritiro della Siria dal Libano, oggi un milione di persone nella manifestazione degli hezbollah a favore della presenza siriana

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

8 marzo 2005

 

 

PROSEGUE TRANQUILLAMENTE LA DEGENZA DEL PAPA AL POLICLINICO GEMELLI.

AFFETTUOSA LETTERA DEI VESCOVI ITALIANI

 

Prosegue la degenza del Papa al Policlinico Gemelli. Oggi in ospedale è giunto il ministro della sanità bulgaro. A Giovanni Paolo II è arrivata anche un’affettuosa lettera dei vescovi italiani. Ma colleghiamoci col Gemelli dove c’è il nostro inviato Alessandro Gisotti.

 

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Sta trascorrendo all’insegna della tranquillità questa 13.ma giornata di ricovero del Papa al Policlinico Gemelli. Si respira un clima sereno rafforzato dal bollettino medico sulle condizioni di salute di Giovanni Paolo II diramato ieri mattina, che conferma un continuo miglioramento della situazione, non escludendo il ritorno del Papa in Vaticano per la Settimana Santa. Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Navarro-Valls, si è recato stamani al Gemelli, quindi è rientrato in Vaticano senza rilasciare dichiarazioni. Il Pontefice ha poi ricevuto la visita del suo medico personale, Renato Buzzonetti. Al Gemelli, si è recato anche il ministro della Sanità della Bulgaria, Slavcho Chavdarov Bogoev, che ha auspicato una pronta guarigione del Papa. La delegazione del ministro, a Roma per stringere un accordo con il ministero italiano della Salute, ha anche lasciato un dono per Giovanni Paolo II, come buon auspicio affinché “si rimetta in salute per tutto l’anno”. Dal canto suo, il Consiglio permanente dei vescovi italiani, riunito da ieri a Roma, ha inviato un messaggio al Papa con gli auguri per un pronto recupero delle forze e affinché il Signore lo conservi “ancora a lungo in mezzo a noi, per proseguire il suo prezioso ministero petrino a beneficio della Chiesa e dell’umanità”. D’altra parte, qui al Gemelli, continuano incessanti ad arrivare omaggi al Santo Padre da semplici fedeli. Molti, moltissimi da bambini, scolaresche italiane, ma anche dalla Polonia. Una ragazzina di 12 anni, di Civita Castellana nel viterbese, ha portato una raccolta di poesie intitolata “Primavera del cuore”. “A voi Santo Padre – recita la dedica, che abbiamo potuto leggere – le parole del mio giovane cuore con l’augurio che guarisca al più presto”. E stamani è arrivato al Policlinico anche un telegramma dai detenuti del carcere di Cosenza, che esprimono sincero affetto per il Pontefice. Domani, non si terrà il tradizionale appuntamento dell’udienza generale, ma già come in occasione di mercoledì scorso, qui all’ospedale romano sono attesi tanti fedeli, che in questi giorni non si sono risparmiati nel manifestare, in modi diversi, la propria vicinanza spirituale a Giovanni Paolo II.

 

Dal Policlinico Gemelli, Alessandro Gisotti, Radio Vaticana.

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L’UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE DEL PAPA

RENDE NOTO IL CALENDARIO DELLE CELEBRAZIONI DELLA SETTIMANA SANTA

 

L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Papa ha reso noto oggi il calendario dei riti della Settimana Santa in cui la Chiesa celebra i misteri della salvezza. Il servizio di Sergio Centofanti.

 

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La Settimana Santa inizia il 20 marzo con la Domenica delle Palme e della Passione del Signore che unisce insieme il trionfo regale di Cristo e l'annuncio della Passione. La celebrazione si svolgerà in Piazza San Pietro a partire dalle 10.00 e sarà presieduta dal cardinale Camillo Ruini, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma, in coincidenza con la XX Giornata Mondiale della Gioventù sul tema: “Siamo venuti per adorarlo”.

 

Giovedì Santo 24 marzo alle 9.30 nella Basilica Vaticana il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi, presiede la Santa Messa Crismale, nella quale si benedicono gli Oli sacri, manifestazione della comunione dei cardinali, vescovi e presbiteri presenti nell'Urbe con il Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale.

 

Il Triduo Pasquale della Passione e Risurrezione del Signore, “culmine di tutto l'anno liturgico”, ha inizio con la Messa nella Cena del Signore, trova il suo fulcro nella Veglia Pasquale e termina con i Vespri della Domenica di Risurrezione. La Santa Messa nella Cena del Signore sarà presieduta nella Basilica Vaticana alle 17.30 dal cardinale Alfonso López Trujillo, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Dopo l'omelia avrà luogo il rito della lavanda dei piedi a dodici presbiteri, durante il quale i presenti saranno invitati a compiere un atto di carità per le popolazioni del Venezuela, colpite da devastanti inondazioni nello scorso mese di febbraio. La somma raccolta sarà affidata al Santo Padre.

 

Venerdì Santo 25 marzo alle 17.00 nella Basilica Vaticana il cardinale James Francis Stafford, penitenziere maggiore, presiederà la celebrazione della Passione del Signore; alle 21.15 avrà luogo, come di consueto, la Via Crucis al Colosseo che dopo le 14 stazioni tradizionali, si concluderà sul Palatino.

 

Sabato 26 marzo la Veglia Pasquale, madre di tutte le veglie, sarà presieduta nella Basilica Vaticana alle 20.00 dal cardinale Joseph Ratzinger, decano del Collegio Cardinalizio. La Messa del giorno di Pasqua avrà luogo sul sagrato della Basilica di San Pietro a partire dalle 10.30 e sarà presieduta dal cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato.

 

Dopo la celebrazione, alle ore 12.00, il Santo Padre impartirà la benedizione "Urbi et Orbi".Gesù “morendo – dice la nota dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche – ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita”. Con la Domenica di Pasqua inizia il “gioioso spazio della Pentecoste o cinquantina pasquale in cui la Chiesa celebra la presenza del Risorto e l'effusione dello Spirito Santo”.

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A OXFORD UN CONVEGNO SU SCIENZA, FEDE E CULTURA,

ORGANIZZATO DAL VATICANO E DAI DOMENICANI DELLA CITTA’ INGLESE

- Intervista con il cardinale Paul Poupard -

 

“Scienza, fede, cultura”: un trinomio da sempre oggetto di approfondimenti che ha dato lo spunto per un convegno organizzato oggi a Oxford dal Pontificio Consiglio della Cultura e dal “Blackfriars College”, un’istituzione della prestigiosa Università inglese, affidata ai Padri Domenicani. Tra i relatori figura anche il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, il cardinale Paul Poupard, impegnato in un intervento intitolato “Speranza e angoscia: l’interesse della Chiesa per la scienza”. Prima della sua partenza per Oxford, Giovanni Peduto gli ha chiesto quale sia il messaggio centrale del suo intervento:

 

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R. – Il messaggio centrale è questo: esaminando in una prospettiva storica sia il razionalismo che il fideismo, mi faccio partecipe di quella convinzione forte dell’alleanza tra la ragione e la fede, due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità.

 

D. – Eminenza, qual è stato a suo avviso lo sviluppo più importante nel Magistero della Chiesa riguardo alla scienza?

 

R. – Per me, la prima tappa, spesso dimenticata, viene dal Concilio Vaticano I, il quale, superando da una parte il fideismo e dall’altro il razionalismo - se possiamo dire, i due errori antagonisti – parla invece della fede come un omaggio ragionevole alla verità. Il secondo passo è stato, ovviamente, il Concilio Vaticano II con la “Gaudium et Spes” che per la prima volta dedica tutto un capitolo alla verità, alla cultura, sottolineando in modo particolare l’autonomia della ricerca scientifica. Terzo passo è quello relativo agli undici anni di lavoro della Commissione cosiddetta del “Caso Galileo Galilei”: ho avuto l’onore di presentare le conclusioni il 31 ottobre 1992 al Santo Padre, riconoscendo in modo molto leale gli errori che si erano fatti nel passato, e chiarificando la questione epistemologica. Nuova tappa è stata rappresentata, per la prima volta nella storia, dal Giubileo degli scienziati, invitati a riflettere insieme nel quadro del Grande Giubileo del 2000. Ora stiamo lavorando al Progetto “STOQ” (Science, Theology and Onthological Quest), che coinvolge diverse università romane, con l’aiuto della “Templeton Foundation”.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Apre la prima pagina il titolo “La gratitudine dei genitori e la tenerezza dei bambini per il Custode della vita”: “Quando nasce un bambino si dice che ‘viene alla luce’”: le parole dell’Angelus palpitano nei cuori. 

Sempre in prima, in rilievo l’Iraq: evidenti divergenze nelle ricostruzioni della tragica morte di Nicola Calipari; la versione italiana non coincide con quella delle autorità statunitensi. 

 

Nelle vaticane, una pagina dedicata al cammino della Chiesa in Africa.

 

Nelle estere, il testo pronunciato dalla prof.ssa Mary Ann Glendon, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e capo della delegazione della Santa Sede in occasione della 49.ma sessione della Commissione sullo statuto delle donne, a New York: “I grandi progressi realizzati a favore della promozione dei diritti delle donne si scontrano con nuove forme di povertà e nuove minacce alla dignità e alla vita umana”.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Fernando Salsano dal titolo “Postilla stilistica all’‘Anversa’ del Marino”.

Un articolo sul “Progetto Cicero” per l’analisi digitale di testi e immagini nascosti in antichi documenti: una ricerca congiunta della Toppan Printing Co. Ltd e della Biblioteca Apostolica Vaticana.

Per l’“Osservatore libri”, un articolo di Pietro Borzomati sul volume dal titolo “Rimanere nella parola. Esame di coscienza. Tracce pensate e proposte da Don Domenico Farias”.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano l’articolo dal titolo “Fini agli Usa: verità e giustizia in nome dell'antica amicizia”: la relazione del Ministro degli esteri alla Camera sulla morte di Nicola Calipari.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

8 marzo 2005

 

 

SI CELEBRA OGGI

LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

- Intervista con Silvia Raimondo e suor Enrica Rosanna -

 

Oggi, festa della donna, sono molte le iniziative, i dibattiti e le manifestazioni sull’universo femminile e i suoi diritti. Il segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan, in un messaggio scritto per l’8 marzo, ha indirizzato alla comunità internazionale l’invito a non dimenticare che la promozione dell’uguaglianza fra i sessi è una responsabilità di tutti. Il servizio di Tiziana Campisi.

 

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Nell’inverno del 1908 a New York le operaie di un’industria tessile decisero di scioperare per chiedere migliori condizioni di lavoro. Giorni dopo, l’8 marzo, il proprietario bloccò le vie d’uscita dell’edificio e la fabbrica venne incendiata. Morirono 129 donne. In ricordo della tragedia, Rosa Luxembourg, portavoce del movimento operaio tedesco dei primi decenni del secolo scorso, propose la data dell’8 marzo come giornata di lotta internazionale per i diritti delle donne. La Chiesa ha affrontato in vari documenti il tema della dignità e della responsabilità della donna. Giovanni XXIII nella “Pacem in Terris” guardava all’emancipazione della donna come segno dei tempi. E Giovanni Paolo II nella “Mulieris Dignitatem” ha sottolineato quanto importante sia l’apporto della donna nella società. Con la sua sensibilità essa è infatti capace di salvare dinanzi al progresso l’aspetto umano della civiltà. E a raccontarci la sua esperienza di donna oggi impegnata nella vita sociale e politica è Silvia Raimondo, sindaco di Aci Castello, piccolo comune della provincia di Catania, e moglie dell’ex primo cittadino, Michele Toscano, ucciso il 2 maggio del 2003 insieme ad altri quattro dipendenti comunali da un lavoratore precario:

 

R. - La mia fede ha fatto da maestra. La fede mi ha aiutato a farmi una ragione di quello che era successo. Io avevo un compito. Se è successo questo, è perché Iddio mi ha chiamato e mi ha detto di essere pronta a mettere la mia persona a servizio degli altri. Quindi, ho trasformato questa tragedia, questo momento di grande dolore in questo grande servizio, grande amore e dedizione agli altri, a chi ha più bisogno.

 

D. – In che modo vive oggi il suo impegno politico?

 

R. – Io profondamente penso che la politica sia servizio. Quindi, non bisogna mai farsi strumentalizzare dalla politica. La politica è strumento per fare servizio. Soprattutto permette di arrivare a quello che è il bene comune, con un occhio particolare per le categorie più deboli.

 

Ma verso quali nuovi orizzonti va la Chiesa in rapporto alla donna? Lo abbiamo chiesto a suor Enrica Rosanna, sottosegretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, prima donna nella storia ad essere stata investita di una così alta carica in un Dicastero del Vaticano.

 

R. – Penso verso una valorizzazione della donna, soprattutto nei luoghi di frontiera. L’AIDS, tutti i problemi scolastici, la tratta delle donne, la manipolazione genetica: sono problemi che riguardano la dignità della persona e che riguardano la vita.

 

D. – Un bilancio della sua attività lavorativa nella Curia Romana?

 

R. – La mia esperienza è molto positiva. Io cerco di dare nel mio lavoro quello che sono, cioè la mia sensibilità di donna, e quello che so fare. Devo dire che mi trovo molto bene, proprio perché cerco di essere me stessa e di compiere fino in fondo il mio dovere, e poi di portare quella caratteristica salesiana che fa parte del mio carisma, della mia vocazione, che è la serenità, l’affabilità, l’andare incontro alle persone.

 

D. - Secondo lei, manca l’apporto della donna all’interno degli organi di governo della Chiesa?

 

R. – Io non vorrei rispondere, dicendo che manca. Vorrei rispondere, dicendo che c’è bisogno.

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LA CONDIZIONE DELLA DONNA NEL MONDO E IL “NUOVO FEMMINISMO”,

CHE INVITA A TUTELARE LA FAMIGLIA RISPETTO AL PROGRESSO SOCIOECONOMICO.

ALL’ONU, DIBATTITO SUL TEMA A 10 ANNI DALLA CONFERENZA DI PECHINO

- Intervista con la prof.ssa Mary Ann Glendon -

 

Tra le sfide di miglioramento sociale che il 21.mo secolo ha ereditato dal precedente c’è indubbiamente quella legata al ruolo della donna. Dieci anni dopo la storica Dichiarazione e dalla Piattaforma di Azione scaturite dalla quarta Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne tenutasi a Pechino, quel testo è al centro di una revisione e di una valutazione da parte della 49.ma sessione della Commissione ONU sulla condizione della donna, in corso a New York fino all’11 marzo. Nel corso dei lavori si procederà anche ad un riesame del Documento finale della 23.ma Sessione speciale dell'Assemblea Generale sul tema “Le donne nell'anno 2000: uguaglianza, sviluppo e pace per il XXI secolo", svoltosi sempre a New York nel giugno di quell’anno. Per fare il punto sulla situazione attuale, Catherine Smibert ha intervistato la prof.ssa Mary Ann Glendon, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, intervenuta ieri al Palazzo di Vetro:

 

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R. – Si registrano luci e ombre, in molte parti del mondo. Si rilevano decisi passi in avanti, nel campo dell’educazione e dell’impiego, anche se non per tutte. Infatti, le donne che hanno figli restano spesso indietro. In altri campi, invece, la situazione della donna sembra deteriorata. Preoccupa il fatto che donne e bambini costituiscano i tre quarti della popolazione povera nel mondo. Inoltre, povertà e sfascio della famiglia vanno di pari passo con altri mali, quali la violenza domestica e lo sfruttamento sessuale.

 

D. – In quella Conferenza storica a Pechino ci sono state divergenze e motivi di frizione tra la Santa Sede e le Nazioni Unite. Cosa rispondere a chi accusa la Chiesa di oscurantismo nei confronti della donna?

 

R. – Se c’è qualcosa che è veramente passato di moda oggi è proprio il vecchio femminismo degli anni ’70, con i suoi atteggiamenti negativi nei confronti degli uomini, del matrimonio e della maternità, e con le sue rigide posizioni circa l’aborto e i diritti degli omosessuali. Per quanto riguarda la Chiesa è ovvio che essa possa sempre fare di più, ma è difficile trovare un’altra istituzione che abbia operato con maggiore alacrità e concretezza per il benessere della donna.

 

D. – Guardando al terzo millennio appena iniziato, come valorizzare il genio femminile in senso cristiano?

 

R. – E’ interessante notare che le nuove espressioni del femminismo emergente condividano largamente la visione cattolica della complementarietà dell’uomo e della donna nel promuovere una cultura favorevole alla donna e alla famiglia. Un crescente numero di donne pensa che il progresso economico, sociale e politico non debba avvenire a spese della vita della famiglia. Purtroppo, nessuna società ha ancora trovato una soluzione a questo problema. Il femminismo degli anni ’70 era poco sensibile a questa problematica, ma speriamo che il nuovo femminismo trovi la strada.

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ITALIA: IL MONDO POLITICO COMMENTA L’INVITO DEL CARDINALE RUINI

ALL’ASTENSIONE SUI REFERENDUM SULLA PROCREAZIONE ASSISTITA

- Intervista col prof. Antonio Maria Baggio -

 

Vicinanza e affetto al Papa vengono manifestati dal presidente della CEI il cardinale Camillo Ruini nella prolusione al Consiglio permanente. Sui referendum sulla procreazione assistita il porporato ricorda l’indicazione del comitato scienza e vita: non partecipare al voto. Infine, un ricordo commosso di Nicola Calipari. Il servizio di Debora Donnini.

 

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“Noi vescovi italiani, insieme alle nostre comunità, siamo a lui intimamente uniti, se possibile oggi più di prima, con l’affetto, la gratitudine, l’ammirazione, la preghiera e chiediamo a Dio … di conservare ancora a lungo questo grande Pastore alla Chiesa e all’umanità”. L’apertura della prolusione del cardinale Ruini è dedicata a Giovanni Paolo II in questo periodo di degenza al Gemelli, e al senso della Quaresima nella vita cristiana.

 

Riguardo all’Italia Ruini ricorda che si è costituito il Comitato scienza e vita, che dà voce all’unità di molteplici organismi cattolici ed esprime anche e anzitutto una posizione razionalmente fondata che va nettamente al di là delle appartenenze religiose e partitiche. “E’ chiaro il senso dell’indicazione di non partecipare al voto”: non si tratta in alcun modo – spiega – di una scelta di disimpegno, ma di opporsi nella maniera più forte ed efficace ai contenuti dei referendum e alla stessa applicazione dello strumento referendario in materie di tale complessità. In concreto – specifica ancora il cardinale Ruini – è necessaria la più grande compattezza nell’aderire all’indicazione del Comitato per non favorire, sia pure involontariamente, il disegno referendario.

 

In vista delle prossime elezioni regionali il porporato sottolinea che i vescovi italiani non si coinvolgeranno con alcuna scelta di partito o di schieramento politico, richiamando all’attenzione di tutti i principi della dottrina sociale della Chiesa.

 

Parlando dell’Iraq, il porporato ricorda la morte del maresciallo elicotterista Simone Cola e la liberazione di Giuliana Sgrena costata la vita per un tragico errore delle truppe americane – dice - al suo liberatore Nicola Calipari che le ha fatto eroicamente da scudo, oltre al ferimento della stessa Sgrena e di un altro agente. “Rendiamo omaggio con animo commosso – afferma il cardinale – a chi ha dato così alta testimonianza di generosità e coraggio e preghiamo Dio per i caduti, i feriti, e le loro famiglie per la pace e per la fine del terrorismo”. Quindi, le novità verificatesi nell’area mediorientale: dalle elezioni irachene ai passi in avanti del dialogo israelo-palestinese e i tentati sabotaggi da parte del terrorismo in entrambi i casi. Il cardinale parla anche della prospettiva del ritiro delle truppe siriane dal Libano esprimendo la speranza che possano essere ripristinate la libertà e l’indipendenza di quel martoriato Paese e quindi anche migliori e realmente paritarie condizioni per le numerose componenti cristiane.

 

In vista delle prossime elezioni regionali in Italia, il cardinale Ruini sottolinea che i vescovi italiani non si coinvolgeranno con alcuna scelta di partito o di schieramento politico, richiamando all’attenzione di tutti i principi della dottrina sociale della Chiesa. In campo economico è necessario rendere più competitivo il cosiddetto sistema Italia e rimane indispensabile uno sforzo comune e concertato fra il governo, le parti sociali e le varie categorie. Sottolineata anche l’emergenza del costo degli alloggi in particolare nelle grandi città e soprattutto per le giovani famiglie. Il cardinale Ruini ha anche voluto ricordare i due grandi lutti che hanno colpito la Chiesa in questo periodo: la morte di suor Lucia che ebbe il privilegio di vedere e parlare con la Vergine Maria a Fatima e quella di mons. Luigi Giussani fondatore e anima di Comunione e Liberazione. Con lui - scrive il cardinale Ruini – la presenza della Chiesa ha conosciuto una nuova giovinezza.

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Alcuni schieramenti politici considerano un’indebita interferenza le parole del presidente della CEI alla “compattezza” e all’astensione per non peggiorare la legge sulla fecondazione medicalmente assistita. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di Antonio Maria Baggio docente di etica politica alla Pontificia Università Gregoriana.

 

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R. – Io credo che il discorso del cardinale è stato un discorso di natura pastorale e dottrinale. Naturalmente, quando si affermano dei principi di fede che sono poi anche valori universali dal punto di vista etico e dei diritti umani, come il diritto alla vita, bisogna anche trarne le conseguenze. In Italia siamo alle prese con il problema dei referendum che intendono rovinare una legge che certo non è perfetta, ma i cui principi di difesa di tutti i soggetti coinvolti nella procreazione artificiale sono condivisibili, è evidente che proprio muovendo da un piano pastorale e dottrinale, il cardinale debba – non solo possa – ma abbia il dovere di dare delle indicazioni.

 

D. – Si solleva lo scontro politico, ma c’è anche un attacco alla Chiesa?

 

R. – L’impressione è questa. Perché la Chiesa è portatrice di un complesso di pensiero di una visione dell’uomo che risulta oltremodo scomoda. Se solo guardiamo l’insieme del discorso del cardinale Ruini, vediamo che ha sottolineato non soltanto i diritti della vita nascente e della famiglia, ma ha coperto una vastità di temi che riguardano il sociale, la solidarietà, la giustizie e quindi, proprio perché fedele alla dottrina cattolica nella sua completezza e integrità, per cui chi si trova in difficoltà è colui che cerca di strumentalizzare ciò che viene detto dalla Chiesa a proprio vantaggio.

 

D. – Parlando delle regionali, il cardinale Ruini ha ribadito che devono essere rispettati la famiglia, la vita, la libertà scolastica. Questo ha creato scandalo per chi ha letto nelle parole del presidente della CEI un orientamento al voto ...

 

R. – Penso che non costituisca affatto un orientamento particolare a votare un partito rispetto ad un altro, il ribadire le necessità di un Paese e stabilire anche una gerarchia di priorità. E’ chiaro che prima di tutto viene la vita; è chiaro anche che la scuola ha una fortissima importanza, perché è il luogo dove avviene la formazione delle persone e dei cittadini ed è evidente la sottolineatura della libertà. Ma continuo a ribadire che tutto questo si accompagna diciamo nella sua struttura a una visione d’insieme della dottrina sociale!

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OGGI LA CHIESA CELEBRA LA MEMORIA LITURGICA DI SAN GIOVANNI DI DIO,

FONDATORE DEI FATEBENEFRATELLI E PATRONO DEGLI INFERMI E DEGLI OSPEDALIERI

- Il servizio di Sergio Centofanti -

 

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Le vie della santità sono infinite e lo dimostra la vicenda terrena di questo straordinario santo. Giovanni nasce a Montemor-o-Novo, presso Evora in Portogallo l'8 marzo 1495. All'età di otto anni per motivi ignoti scappa di casa e inizia una vita assolutamente disordinata. A Oropesa nella Nuova Castiglia, dove sosta per la prima tappa, la gente, non sapendo nulla di lui, neppure il cognome, comincia a chiamarlo Giovanni di Dio e tale rimase il suo nome. Vive di espedienti: fa prima il pastore poi il contadino, quindi si arruola tra i soldati di ventura e prende parte alla difesa di Vienna stretta d'assedio dai Turchi. Durante la vita militare è condannato a morte per impiccagione e viene graziato quando gli hanno già messo il cappio al collo. Parte per l’Africa come bracciante; per qualche tempo è venditore ambulante a Gibilterra, commerciando paccottiglia; a Granada in Spagna apre una bancarella per vendere libri. In questa città avviene la sua conversione: in seguito a una predica di un sacerdote Giovanni è come folgorato da Dio.

 

Siamo nel 1538, ha 45 anni. Colto da profondissima commozione si mette a urlare davanti a tutti chiedendo il perdono dei propri peccati, strappandosi barba e capelli. I cittadini di Granada lo credono pazzo e lo rinchiudono in manicomio. Qui scopre come vengono trattati i malati di mente: peggio degli animali. Una volta uscito dal manicomio decide di dedicare tutta la vita ai malati. Fonda il suo primo ospedale. Va in giro chiedendo l’elemosina per i suoi infermi dicendo: "Fate bene, fratelli, a voi stessi". Per dire che chi aiuta il prossimo fa innanzitutto il proprio interesse spirituale. Gira nei quartieri più miseri in cerca di malati e moribondi, se li carica in spalla e li porta nel suo ospedale dove li cura con grande amore. In loro vede il volto stesso di Gesù. Giovanni muore in seguito ad una polmonite contratta nel tentativo di salvare un ragazzo che stava affogando in un fiume. Era il giorno del suo 55° compleanno, l’8 marzo del 1550. Muore stringendo nelle mani un crocifisso.

 

Ai suoi compagni soleva dire: “Guardate a Dio tutti i giorni della vostra vita … non dormite una sola notte in peccato mortale … amate Gesù sopra tutte le cose del mondo … abbiate sempre carità, perché dove non c’è carità non c’è Dio”. Giovanni di Dio viene canonizzato nel 1690. Oggi l’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio, chiamato anche Fatebenefratelli, conta oltre 1370 religiosi in tutto il mondo con più di 200 case e ospedali.

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CHIESA E SOCIETA’

8 marzo 2005

 

 

MONS. RICARDO BLAZQUEZ PEREZ E’ IL NUOVO PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE SPAGNOLA:

L’ELEZIONE E’ AVVENUTA STAMANE A MADRID. 62 ANNI, VESCOVO DELLA CITTA’ BASCA DI BILBAO,

SUCCEDE AL CARDINALE ANTONIO MARIA ROUCO VARELA

- A cura di Roberta Gisotti -

 

MADRID. = Eletto stamane il nuovo presidente della Conferenza episcopale spagnola: si tratta di Ricardo Blazquez Perez, vescovo di Bilbao, città basca capoluogo della provincia di Biscaglia. 62 anni, nativo di Villanueva del Campillo, nella diocesi di Avila, mons. Blazquez, ordinato sacerdote a 25 anni, è stato consacrato vescovo nel 1988 e nominato ausiliare di Santiago de Compostela, incarico svolto fino al 1992; poi titolare di Palencia, prima di assumere la guida pastorale di Bilbao, nel 1995. Mons. Blazquez, già presidente della Commissione per le relazioni interconfessionali della Conferenza episcopale, succede nell’incarico al cardinale arcivescovo di Madrid, Antonio Maria Rouco Varela, che ha guidato i presuli spagnoli dal 1999. L’elezione di mons. Blazquez è avvenuta nell’ambito della 74ma Assemblea plenaria dei vescovi spagnoli, in corso da ieri a Madrid. La diocesi di Bilbao, estesa su oltre 2 mila chilometri quadrati, con circa 1 milione e 150 mila abitanti, conta attualmente 397 sacerdoti, di cui 32 impegnati in altre diocesi della Spagna o in altri Paesi; 102 Istituti di Vita consacrata, maschili e femminili, con 2327 membri e 225 Case religiose. Forte la componente missionaria di questa diocesi, dove sono ben 700 i sacerdoti, i religiosi ed i laici che operano in territori di missione. (R.G.)

 

 

GIOVEDI’ PROSSIMO A ROMA UN CONGRESSO INTERNAZIONALE

PRESSO L’ATENEO PONTIFICIO REGINA APOSTOLORUM

SU “DONNA E CULTURA DELLA PACE”

- A cura di Giovanni Peduto -

 

ROMA. = Gli esseri umani desiderano la pace personale, sociale e mondiale. L’autentica cultura della pace si costruisce sul rispetto e sulla promozione dei valori universali della persona umana, sull’educazione al dialogo sociale ed internazionale. La donna è protagonista nella costruzione della pace. Come custode della vita, è stata sempre la grande forza umanizzatrice della società. Per riflettere su questi ed altri temi, giovedì 10 marzo 2005, dalle ore 9.00 alle 18.00, presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum (Via degli Aldobrandeschi, 190), si terrà il congresso internazionale “Donna e cultura della pace”, organizzato dall’Istituto di Studi Superiori sulla Donna dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e dall’Università Europea di Roma. Il Congresso è organizzato con il contributo della Provincia di Roma e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.

 

 

OFFRIRE A TUTTI, FEDELI E LAICI, UN’INFORMAZIONE CHIARA E DOCUMENTATA.

QUESTO L’OBIETTIVO DELL’ARCIDIOCESI DI GENOVA, CHE HA ORGANIZZATO

PER IL PROSSIMO 16 MARZO UN INCONTRO SUL TEMA:

“IL CODICE DA VINCI…STORIE SENZA STORIA”

 

GENOVA. = Si terrà il prossimo 16 marzo, alle 20.45 presso la Sala Quadrivium di Genova, un incontro sul tema: “Il Codice Da Vinci … storie senza Storia”. L’evento, organizzato dall’Ufficio per la cultura e l’università dell’arcidiocesi di Genova, si propone di offrire a tutti una documentazione chiara sugli enormi quesiti che l’uscita del testo di Dan Brown ha suscitato. Ad affrontare le innumerevoli contraddizioni de “Il Codice Da Vinci” sarà Massimo Introvigne, giornalista e studioso, nonché fondatore e direttore del CENSUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni). Le idee di fondo di Dan Brown risalgono al XIX secolo e sono ancora in voga in alcuni ambienti, soprattutto tra i protestanti americani. Esse si fondano sui vangeli gnostici, secondo i quali la Chiesa cattolica non sarebbe la vera Chiesa di Gesù. Tante le e-mail che nei mesi scorsi sono giunte all’ufficio per la cultura della diocesi per sollecitare un incontro sull’argomento. Infatti l’iniziativa trae spunto da un’esigenza pastorale che ha avvertito la diocesi di Genova, per rispondere ai numerosi quesiti posti dai fedeli. Al convegno interverranno anche il cardinale Bertone e mons. Francesco Muraglia, direttore dell’Ufficio per la cultura e l’università dell’arcidiocesi di Genova e il moderatore degli interventi sarà il giornalista dell’emittente radiotelevisiva Telepace, Alberto Viazzi. “Sono rimasto davvero stupito che un libro fondato su tante inesattezze e su innumerevoli falsità abbia potuto avere il successo che ha avuto”, ha commentato il cardinale Bertone, aggiungendo che secondo lui “la diffusione mondiale del volume è direttamente collegabile all’ignoranza di alcune delle più elementari nozioni di storia e di religione”. (M.V.S.)

 

 

SOSTENERE CON LA PREGHIERA IL CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE:

E’ L’INVITO RIVOLTO A TUTTE LE CLAUSTRALI D’ITALIA, IN UNA LETTERA FIRMATA DALL’ARCIVESCOVO COMASTRI,

PRESIDENTE DEL COMITATO PER I CONGRESSI EUCARISTICI NAZIONALI, E DALL’ARCIVESCOVO DI BARI-BITONTO,

CHE OSPITERA’ L’EVENTO DAL 21 AL 29 MAGGIO

 

ROMA. = “Preghiera”, “contemplazione” e “sacrificio”: sono “l’insostituibile contributo” che le Suore claustrali offrono per accompagnare e sostenere l’azione pastorale della Chiesa. Da qui l’invito a condividere con la loro testimonianza di fede la “trepidante attesa” per il XXIV Congresso eucaristico nazionale, che si svolgerà a Bari, in Puglia, dal 21 al 29 maggio. L’invito viene rivolto a tutte le Claustrali d'Italia, in una lettera firmata dall’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Francesco Cacucci, e dal presidente del Comitato per i Congressi eucaristici nazionali, mons. Angelo Comastri. Nella missiva, indirizzata alle 6672 monache e alle 321 novizie che vivono in Italia in 468 comunità di clausura, si chiede alla Claustrali di partecipare all'evento con la preghiera, nella volontà di unire tutta la Chiesa italiana nel celebrare questo Anno dell'Eucaristia, indetto da Giovanni Paolo II. “Sappiamo – scrivono i due presuli - di poter contare sempre su di voi”, perché la “vostra vocazione vi pone nel cuore stesso della Chiesa. La vostra vita è, infatti, ‘un segno dell’unione esclusiva della Chiesa-Sposa con il suo Signore’ e la clausura esprime chiaramente la scelta di Dio, come ‘l’Unico necessario’”. E poi prosegue: “E’ questa la provocazione che dalla vostra vita giunge all’uomo contemporaneo, molto spesso distratto dalle sue molteplici attività, ma pur sempre bisognoso di contemplare il volto di Dio e di riscoprire la sua amorevole presenza accanto ad ogni persona, specialmente se povera e disorientata. È questa anche la specifica modalità con cui voi contribuite alla missione della Chiesa, che vi rende ‘collaboratrici di Dio stesso e sostegno delle membra deboli e vacillanti del suo ineffabile Corpo’”. Nella lettera, mons. Cacucci e mons. Comastri illustrano quindi il tema del Congresso, “Senza la domenica non possiamo vivere”, intendendo la domenica, quale “‘Pasqua settimanale’, “giorno in cui il Risorto ci convoca attorno alla mensa della Parola e del Pane di vita e ci invia nel mondo per essere testimoni del suo amore”. (R.G.)

 

 

IN ASIA E IN AFRICA, I DIRITTI DIMENTICATI O MAI APPLICATI DELLE DONNE.

TANTE LE MANIFESTAZIONI E LE DENUNCE DI ABUSI E VIOLENZE

NELL’ODIERNA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

 

ASIA/AFRICA. = E' citata per il numero di donne capo di Stato, che sono quattro, ma l'Asia è una terra, dove i segni delle discriminazioni femminili sono ancora profondi e le violenze contro le donne sono persistenti. Khalida Zia guida il Bangladesh. A Dacca, la capitale, le donne sono in piazza al grido di: ''legge, giustizia e buon governo''. Chiedono protezione soprattutto dagli attacchi fisici che subiscono anche dai maschi della famiglia. Sono più duemila quelle che hanno il viso sfigurato dall'acido, sfilano accanto a migliaia di altre la cui vita dipende da un padre, un fratello, un marito, unici garanti riconosciuti dalle leggi e regole sociali. Anche in Pakistan denunce analoghe contro ''i crimini d'onore''. A Multan, centro del Paese, una combattente per i diritti delle donne, Mukhtiar Mai, violentata  per vendicare una relazione di suo fratello con una donna di un altro clan, ha sfilato indomita alla testa di un corteo: ''continuerò a lottare per i diritti delle donne fino  all'ultimo respiro, non cederò alla tirannia, allo sfruttamento, alla tradizione, alle usanze''. Una settimana fa i suoi violentatori sono stati assolti, sollevando dure reazioni. Gloria Arroyo è la presidente delle Filippine, un arcipelago dove brucia ancora il ricordo della schiavitù sessuale cui migliaia di donne furono sottoposte dall'esercito imperiale giapponese durante la seconda guerra mondiale. Una ventina di sopravvissute si sono ritrovate stamane davanti all'ambasciata giapponese a Manila. Gridavano: ''non abbiamo ancora avuto giustizia''. In Cina, i diritti delle donne sono stati negli argomenti principali della sessione annuale del Parlamento, secondo quanto scrive il quotidiano ufficiale China Day. Mentre la Federazione delle donne cinesi ha fatto campagna per avere una legge contro le molestie sessuali nel lavoro: in questo Paese ne è vittima l'86 per cento, secondo un recente studio. Nel Kuwait, mega-manifestazione di donne oggi nella capitale per chiedere il diritto di voto, negato al sesso femminile.  Dall’Asia all’Africa, dove due rapporti pubblicati oggi da “Human rights watch” e”Medici senza frontiere” denunciano le gravi violazioni perpetrate ai danni delle donne in Africa. In particolare nell'Ituri, nel nord est della Repubblica Democratica del Congo, dove dall'inizio della guerra civile, nel '98, ad oggi sono stati consumati decine di migliaia gli stupri, quasi sempre accompagnati da ulteriori violenze fisiche, da parte di soldati, miliziani o bande varie. Analogo, la tragedia delle donne nella regione del Darfur, in Sudan, stuprate in massa da gruppi di soldati o miliziani nell'ambito di una strategia di guerra tesa ad annichilire i civili.  (F.S.-R.G.)

 

 

LA CONFERENZA EPISCOPALE INDIANA, RIUNITA IN ASSEMBLEA NELLA CITTA’ DI RANCHI, RIFLETTE SUL TEMA DELLA FAMIGLIA.

DURANTE I LAVORI ELETTO IL NUOVO PRESIDENTE MONS. OSWALD GRACIAS, ARCIVESCOVO DI AGRA

 

RANCHI. = Il 4 marzo ha avuto inizio la 17.ma Assemblea plenaria della Conferenza episcopale dell’India (CCBI), alla presenza del cardinale Telesphore Placidus Toppo, arcivescovo di Ranchi (Jharkhand) che ospita l’evento, e di altri 112 presuli. In questo ambito è stato eletto il nuovo presidente dei vescovi indiani, mons. Oswald Gracias, arcivescovo di Agra. Il tema della plenaria è stato “Famiglia: una buona notizia per l’India”. Il cardinal Toppo ha introdotto il tema menzionando brevemente la storia delle popolazioni tribali e delle disperate condizioni in cui hanno vissuto prima dell’arrivo nella regione dei primi missionari cristiani, nel 1845. Ha inoltre sottolineato l’importanza della donna nella famiglia, minacciata dall’inarrestabile processo di modernizzazione. Egli ha proposto Maria come modello per le donne. Ha affermato: “Il ruolo della donna nella Chiesa in India e nel mondo intero è il medesimo di quello di Maria”. “La donna è chiamata come Maria alla pazienza e alla fortezza di fronte alle situazioni difficili, alla virtù della ponderatezza, a quella leadership che Maria svelò in pieno a Canaa, al servizio generoso che comprende il sacrificio personale”. Ha quindi esposto alcune delle cause che mettono in crisi l’istituzione della famiglia, minacciata sempre più prepotentemente da “nuove unioni” contrarie alla “normale etica sociale”. L’arcivescovo di Ranchi ha infine rivolto un’attenzione particolare alle vittime dello Tsunami, certo che il Signore misericordioso resterà sempre vicino alle vittime di questa tragedia. I vescovi indiani hanno così osservato un minuto di silenzio e pregato per coloro che sono stati travolti dalla forza devastante del maremoto. (D. d D. - R.G.)

 

 

IN CINA IL NUMERO DEI PRIGIONIERI POLITICI SONO IN AUMENTO.

E’ QUANTO AFFERMA UN RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL PRESENTATO OGGI,

NEL QUALE SI DENUNCIANO ANCHE UNA SERIE DI SOPRUSI DI STATO.

 

CINA. = L’organizzazione umanitaria Amnesty International ha diffuso un rapporto nel quale si legge che il numero dei prigionieri politici in Cina è in aumento. In esso c’è l’espressa polemica verso la volontà di alcuni governi europei di togliere l’embargo sulla vendita di armi alla Cina che era stato stabilito in seguito al massacro che nel 1989 aveva coinvolto gli studenti presenti a piazza Tienanmen. L’organizzazione cita emblematicamente alcuni casi che si sono verificati negli ultimi mesi. Ad esempio, nel gennaio scorso, dozzine di persone sono state arrestate per aver partecipato al funerale del dirigente riformista Zhao Ziyang. Inoltre il rapporto ricorda i molti cosiddetti “postulanti” giunti a Pechino dalla provincia, maltrattati dalla polizia in seguito alle loro denunce di soprusi subiti dalle autorità locali, le quali “sembrano considerare la loro attività come una minaccia all’ordine pubblico”. Infine Amnesty International denuncia le persecuzioni contro chi si batte per la libertà di religione fuori dalle associazioni patriottiche consentite dal governo e dal partito comunista cinese. (M.V.S.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

8 marzo 2005

 

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

Un alto ufficiale della polizia irachena, in servizio presso il ministero dell'Interno, è stato ucciso stamani da uomini armati a Baghdad, assieme a suo figlio. La vittima aveva il grado di generale ed era a capo del dipartimento immigrazione del ministero. L'agguato è avvenuto vicino all'abitazione dell'ufficiale, nel quartiere occidentale di Ghazaliya.

 

A Iskandariya, città a 40 Km a sud di Baghdad, quattro donne che indossavano una cintura esplosiva sotto una lunga tunica nera (l'abaya) sono state arrestate. Apparterrebbero a un gruppo ribelle che si fa chiamare 'Esercito segreto islamico'. Due di loro dovevano farsi saltare davanti o dentro il tribunale cittadino, le altre avevano come obiettivo un posto di blocco. E poco fuori la stessa città, proprio davanti ad un checkpoint cinque soldati iracheni sono rimasti uccisi da un ordigno. La vettura era stata parcheggiata da sconosciuti che avevano chiesto il permesso di lasciarla lì ''per qualche istante''.

 

In relazione alla vicenda della giornalista Giuliana Sgrena e all’uccisione del funzionario del Sismi, Nicola Calipari, colpito da soldati americani sulla macchina che conduceva i due all’aeroporto di Baghad, il ministro degli Esteri e vice-premier, Gianfranco Fini, ha fatto una relazione alla Camera dei deputati. Il nostro servizio:

 

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Secondo Fini, è assolutamente infondata l'ipotesi di un agguato. Sull'auto – ha precisato il ministro - non c'era una quarta persona, non sono stati incontrati check-point e l'auto andava a un massimo di 40 km l'ora, con i fari accesi. Il ministro ha poi ribadito che il Sismi aveva attivato i contatti con gli americani, ammettendo che la ricostruzione dell'evento non coincide totalmente con quanto comunicato dalle autorità americane. “Ma – ha aggiunto - non dobbiamo coltivare sentimenti anti-Usa, anche se vogliamo verità e giustizia in nome dell'amicizia con quel Paese”.

 

E Fini ha affermato che i colpevoli devono essere individuati e puniti e che già due di loro hanno chiesto scusa. Sul perché del sequestro della Sgrena, il ministro degli Esteri italiano ha concluso che la giornalista italiana è stata sequestrata non perché l'Italia ha truppe in Iraq ma perché occidentale.

 

Tra le reazioni dell’opposizione, Bianco della Margherita ha sottolineato che la relazione “equilibrata e corretta” di Fini conferma che la ricostruzione del portavoce Usa è inattendibile, ma non fa chiarezza su alcuni punti oscuri. Intanto, è stato reso noto che esiste un video in cui i rapitori di Giuliana Sgrena al momento del rilascio dichiarano che non è stato pagato un riscatto.

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Entro marzo il ritiro della Siria dal Libano, con uno spostamento delle truppe nella Valle della Bekaa: è quanto hanno deciso ieri a Damasco i presidenti siriano Bashar al Assad e libanese Emile Lahoud. Ma oggi sono almeno un milione le persone raccolte in piazza Riad el-Solh, nel centro di Beirut, per la manifestazione a sostegno della Siria e contro ''l’ingerenza straniera'' indetta dal movimento sciita libanese e altri 17 gruppi minori filo-siriani. Si tratta della risposta alle manifestazioni dell’opposizione libanese che ha chiesto il ritiro della Siria dal Libano, appoggiata da gran parte della comunità internazionale. Il nostro servizio:

 

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Teatro della manifestazione che sta partendo proprio ora, è una piazza, dove ha sede il quartier generale dell'Onu in Libano, che dista meno di un chilometro dalla Piazza dei Martiri, divenuta ormai il luogo d'appuntamento dell'opposizione anti-siriana. Questa volta, però, un gigantesco striscione con i colori della bandiera libanese e il simbolo del cedro con su scritto “No all'ingerenza straniera” vuole affermare il contrario di quanto gridato nei giorni scorsi: dunque, ‘sì’ alla presenza della Siria in Libano e, piuttosto, ‘no’ alla parte di comunità internazionale, con in testa gli americani, che spingono per il ritiro delle forze militari e dei servizi segreti siriani. I manifestanti, intanto, continuano ad affluire verso la piazza in cortei provenienti da diverse zone di Beirut.

 

Nel Libano meridionale, roccaforte del movimento sciita, sono stati chiusi tutti gli uffici e decine di minibus con affissi cartelli con su scritto ''no all'interferenza americana'' sono stati visti dirigersi a Beirut. E nella regione settentrionale di Akkar, tafferugli sono stati invece segnalati nel villaggio di Sheikh Abbas, dove la popolazione si sarebbe opposta al tentativo di agenti dei servizi di sicurezza libanesi di costringerla a partecipare alla manifestazione di Beirut.

 

Ieri nella manifestazione indetta dall’opposizione libanese per chiedere il ritiro della Siria, avevano partecipato 150 mila persone. E c’è da ricordare che l’opposizione ha cominciato a scendere in piazza dopo l’uccisione dell'ex premier Rafik Hariri nell'attentato del 14 febbraio.

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Abu Mazen stasera incontrerà al valico di Erez (Gaza) il ministro della Difesa israeliano, Shaul Mofaz. Confermando l’appuntamento, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese ha lamentato il fatto che ancora non siano passate sotto totale controllo palestinese cinque città cisgiordane, così come era stato enunciato al recente vertice di Sharm el-Sheikh, aggiungendo che deve essere ancora risolta la questione della liberazione dei prigionieri palestinesi. Abu Mazen ha sottolineato che questi rinvii nuocciono al processo di pace e offrono maggiore libertà di azione a quanti vi si oppongono. Abu Mazen, inoltre, ha confermato che l'Autorità nazionale palestinese è pronta ad assumersi le proprie responsabilità, anche nella striscia di Gaza una volta che Israele abbia rimosso la propria presenza.

 

Il premier kosovaro Ramus Haradinaj ha consegnato al capo dell'Unmik Petersen le sue dimissioni dopo l’annuncio dell'incriminazione da parte del Tribunale penale internazionale. Ha annunciato che domani si consegnerà volontariamente al Tribunale dell'Aja che lo accusa di crimini di guerra, affermando però la sua “totale innocenza''. Haradinaj ha chiesto al Kosovo di ''proseguire la sua strada'', un'affermazione che sembra un esplicito invito alla calma per scongiurare eventuali disordini ritenuti possibili come conseguenza della sua incriminazione.  Il presidente kosovaro Ibrahim Rugova ha presieduto una seduta straordinaria del governo durante la quale sarebbe stato deciso che a prendere le funzioni del dimissionario sarà il vicepremier. Intanto, fonti della missione delle Nazioni Unite a Pristina (Unmik) confermano che una ''vasta operazione'' condotta da forze di polizia è in corso nel villaggio di Glogjan, villaggio natale del premier dimissionario, nel Kosovo occidentale. In tarda mattinata, il segretario generale della Nato, Jaap de Hoop Scheffer, commentando l'incriminazione del premier kosovaro da parte del Tpi, si è detto “fiducioso che Ramush Haradinaj adempierà i suoi obblighi e coopererà pienamente con il Tribunale penale per l'ex Jugoslavia”. A parlare dell’incriminazione del premier kosovaro albanese era stata questa mattina presto radio B-92 a Belgrado, ma voci in realtà circolavano insistentemente da diversi mesi nella capitale serba.

 

Rimanendo nell’area dei Balcani, il presidente iraniano Mohammad Khatami arriverà questo pomeriggio a Sarajevo, proveniente da Zagabria, per una visita ufficiale di tre giorni in Bosnia. Khatami avrà nella capitale bosniaca incontri distinti con gli esponenti della presidenza tripartita bosniaca e nell'ambito di un incontro tra le delegazioni ufficiali dei due Paesi è prevista la firma di alcuni accordi bilaterali, tra cui quello di cooperazione nella lotta contro il terrorismo. Domani Khatami incontrerà il primo ministro Adnan Terzic, il ministro degli Esteri Mladen Ivanic e i componenti del Consiglio interreligioso bosniaco, i capi delle quattro comunità, cattolica, ortodossa, islamica ed ebraica. Nell'organizzazione della comunità islamica bosniaca terrà una conferenza sul ''Ruolo delle culture nella solidarietà tra i popoli'' e parlerà anche ai fedeli musulmani nella principale moschea sarajevese dopo la funzione serale.

 

Ha rassegnato le dimissioni al Congresso di La Paz il presidente boliviano Carlos Mesa. La decisione è stata dettata dall’ingovernabilità del Paese più povero del Sud America, a meno di due anni dalla sanguinosa rivolta civile che provocò l’uscita dalla scena politica dell'allora capo di Stato, Gonzalo Sanchez de Lozada. Sentiamo Maurizio Salvi:

 

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L’attuale conflitto è determinato, da una parte, dalle nuove regole che il governo sta scrivendo sulle attività delle multinazionali del gas e del petrolio e, dall’altra, dalla mobilitazione dei movimenti sociali della città di El Alto contro la gestione privata dell’acqua potabile. Dimettendosi, Mesa ha cercato di scuotere il Parlamento mettendolo di fronte alle sue responsabilità. Se il Parlamento ratificherà la scelta, è molto probabile che il Paese vada verso le elezioni anticipate. Se la respingerà, allora dovrà riuscire ad affrontare con autorità il movimento del socialismo e le altre forze di opposizione decise a cambiare radicalmente il modello economico boliviano. Infine, la Conferenza episcopale ha diramato un comunicato in cui chiede una tregua sociale per far fronte ad un’emergenza politica e sociale che metta a rischio la stabilità democratica e le stesse istituzioni del Paese.

 

Maurizio Salvi, per la Radio Vaticana.

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Un britannico, consigliere presso il ministero per lo sviluppo rurale afghano, è stato ucciso  ieri sera a colpi d'arma da fuoco mentre circolava da solo al volante della sua auto nelle vie di Kabul. Lo si è appreso stamani al ministero dell'interno afghano. ''Possiamo confermare - ha affermato Dad Mohammed Rasa portavoce del ministero dell'interno - che un cittadino britannico che lavorava per il ministero afghano dello sviluppo rurale, è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco a Kabul mentre passava davanti all'ambasciata d'Olanda''. La vittima si trovava, in automobile, fra l'ambasciata olandese e una residenza dell'Onu, entrambe sorvegliate da guardie armate, ''quando è stato colpito da un proiettile sparato da un altro veicolo, sconosciuto'', ha raccontato all'agenzia France Presse un funzionario della polizia afghana sotto copertura di anonimato. ''Gli assalitori sono fuggiti'', ha precisato la fonte. 

 

Riunione, questa mattina a Bruxelles dei ministri dell’Economia e delle Finanze chiamati a discutere la riforma del Patto di stabilità e crescita. Nella notte era andato avanti fino a tardi l’incontro dei ministri dei Paesi dell’Unione europea che aderiscono all’Euro ma senza che si raggiungesse un accordo preciso. Anche dalla riunione di questa mattina sembra non uscirà un documento ma solo una base di discussione per un prossimo Ecofin da tenersi il 20 marzo, prima del prossimo Consiglio europeo di primavera.

 

Il leader del movimento di protesta degli studenti del 1988 è stato liberato dalla giunta militare al potere in Myanmar (Birmania). Lo ha fatto sapere un suo vecchio compagno di lotta. Ko Saw Min, 41 anni, era considerato il numero due del movimento per la democrazia che prese corpo nel 1988 e venne duramente represso dalla polizia. Sempre secondo il suo compagno, Ko Saw Min ''ha detto che crede ancora nella democrazia ma che è troppo vecchio per battersi per essa''. Il numero uno di quel movimento, Min Ko Naing, era stato liberato nel novembre scorso insieme con 9.000 altri prigionieri, accusati di crimini comuni.

 

Il governo di Taiwan ha protestato vivacemente contro il testo di legge che autorizza l'esercito cinese ad intervenire nel caso che venga sancita formalmente l'indipendenza dell’isola. Il testo della ''legge anti-secessione'' in discussione al Parlamento cinese è stato reso noto oggi a Pechino. ''La Cina comunista cerca di usare questa legge per negare la sovranità della Repubblica di Cina (il nome ufficiale di Taiwan) e per cambiare unilateralmente lo status quo nello Stretto di Taiwan'', ha detto Chiu Tai-shan, un dirigente dell'ufficio taiwanese che si occupa delle relazioni con la Cina. Taiwan è, di fatto, separata dalla madrepatria dal 1949 e si considera uno Stato sovrano il cui territorio comprende anche la Cina continentale. Pechino ritiene invece che sia una ''provincia ribelle''. ''La legge provoca tensione nella regione e noi la condanniamo con forza'', ha aggiunto Chiu. In precedenza il primo ministro taiwanese Frank Hsieh aveva affermato che se, come previsto, la legge verrà approvata, Taiwan potrebbe cambiare la propria Costituzione rafforzando il concetto della sua esistenza come entità sovrana diversa dalla Repubblica Popolare.

 

 

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