RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
65 - Testo della trasmissione domenica 6 marzo 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Da domani, presso il Tribunale della
Penitenzieria Apostolica il “Corso sul Foro interno”.
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
In Iraq, soldati americani
e iracheni uniti per arrestare il terrorista giordano Al Zarqawi. Italia in
lutto per la perdita dell’agente Nicola Calidari, intanto a Roma l’autopsia ha
rivelato che il poliziotto è morto colpito da un solo proiettile
Gli Stati Uniti criticano il ritiro solo parziale delle truppe siriane dal Libano
Elezioni politiche oggi in Moldavia.
6
marzo 2005
GRANDE
EMOZIONE ALL’ANGELUS: GIOVANNI PAOLO II ASSISTE E PARTECIPA
ALLA
PREGHIERA DALL’OSPEDALE GEMELLI, IN COLLEGAMENTO TELEVISIVO CON PIAZZA SAN
PIETRO, DOVE L’ARCIVESCOVO SANDRI, HA DATO VOCE ALLE SUE PAROLE.
IL PAPA RINGRAZIA TUTTI QUANTI GLI SONO
VICINI CON AFFETTO
- A
cura di Roberta Gisotti -
“La fede è luce che guida nel cammino della vita, è fiamma che conforta
nei momenti difficili.” Giovanni Paolo II offre la sua sofferenza per il bene
dell’umanità e diffonde il suo messaggio, attraverso la voce dell’arcivescovo
Leonardo Sandri, sostituto della segreteria di Stato, che ha letto in sua vece
l’Angelus, dal sagrato della Basilica Vaticana. Poi la grande emozione di
vedere apparire il Papa - ancora una volta - dietro i vetri della finestra,
nella sua stanza d’ospedale, per salutare e benedire migliaia di fedeli,
raccolti sia nel piazzale antistante l’entrata del Policlinico “Gemelli” che in
Piazza San Pietro, collegata con il nosocomio attraverso un grande maxischermo,
dove sono apparse anche le immagini del
Santo Padre, che in un corridoio del Gemelli, allestito per l’occasione, ha
potuto assistere e partecipare spiritualmente alla recita dell’Angelus. Accanto
a lui il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato e l’arcivescovo Giovanni
Lajolo, segretario per i rapporti con gli Stati, oltre a diversi medici del
Gemelli. Immagini storiche, che sono state diffuse dal Centro televisivo
vaticano. Ascoltiamo il servizio di Roberta Gisotti.
**********
Il
mondo intero partecipa alla sofferenza del Papa e lo dimostra con gesti
visibili. Giovanni Paolo II avverte questo calore di solidarietà e per questo
oggi le sue prime parole all’Angelus – riecheggiate in Piazza San Pietro per
voce dell’arcivescovo Sandri - sono state di “gratitudine per i tanti segni di
affetto” manifestati in questo calvario di sofferenza. Il suo pensiero è andato
in particolare “ai numerosi cardinali, vescovi, sacerdoti e gruppi di fedeli,
agli ambasciatori e alle delegazioni ecumeniche” che sono giunte in questi
giorni al Policlinico “Gemelli”. Ascoltiamo mons. Sandri:
“Desidero manifestare speciale
riconoscenza per la vicinanza dei credenti di altre religioni, segnatamente
ebrei e musulmani. Alcuni di essi hanno voluto venire a pregare qui
all’ospedale. E’ questo per me un segno confortante, di cui rendo grazie a
Dio.”
Poi l’invito del Santo Padre a continuare “insieme la preparazione alla
Pasqua, offrendo a Dio anche la sofferenza, per il bene dell’umanità e per la
nostra purificazione.”, ricordando -come rivela l’odierna pagina evangelica -
che “Cristo, guarendo il cieco nato, si presenta come “la luce del mondo”.
“Egli è venuto per aprire gli
occhi dell’uomo alla luce della fede. Sì, carissimi, la fede è luce che guida
nel cammino della vita, è fiamma che conforta nei momenti difficili.”
E se “quando nasce un bambino si dice che “viene alla luce”, per i
credenti, nati alla vita soprannaturale con il Battesimo, la Quaresima è tempo
favorevole per “venire alla luce”, cioè per rinascere dallo Spirito, rinnovando
la grazia e l’impegno battesimali. Infine la supplica alla Madonna
“Ci aiuti Maria Santissima ad
ottenere da Cristo il dono di una fede sempre più chiara e più forte, perché
possiamo essere coerenti e coraggiosi testimoni del suo Vangelo.”
Commovente la recita
dell’Angelus, suggellato dall’immagine del Papa silenzioso, seduto in poltrona,
il capo chino che a tratti si solleva, che ascolta pensoso e partecipa alla
preghiera e infine impartisce la sua benedizione, attraverso le telecamere. Poi
cresce l’attesa di vederlo di persona dietro i vetri della sua finestra
d’ospedale. Qualche minuto e Giovanni Paolo II è apparso, per salutare e
benedire tutti i fedeli raccolti nella piazzale del Gemelli, e tutte le persone
che attraverso la Tv lo hanno sentito così vicino.
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Ed ora diamo la parola alla
collega Tiziana Campisi, che ha potuto raccogliere alcune testimonianza ‘a caldo’
tra fedeli, molti stranieri, giunti al Gemelli, per rendere omaggio al Papa
malato.
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R. – Domenica scorsa si è
affacciato per lungo tempo. Adesso mi sembra veramente che stia meglio.
R. – E’ un uomo grandissimo,
guardi. E’, forse, la persona più importante del nostro tempo.
D. – Che emozione le ha dato
vedere il Papa?
R. – Grande, grande,
specialmente considerando che lui sta male, ma pensa lo stesso alla gente
fuori.
D. – Come mai ha deciso di
venire qui oggi?
R. – Non mi piaceva vederlo da
Piazza San Pietro, da lontano, su uno schermo. E’ un’emozione, non è una cosa
razionale...
R. – L’importante era vedere
come stava, perchè ci sorregge a tutti.
R. – Che emozione stare qui, non
so spiegare...
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SARA’ IL CARDINALE JOSEPH RATZINGER L’AUTORE DELLE
MEDITAZIONI
PER LA VIA CRUCIS DEL VENERDI’ SANTO AL COLOSSEO
Come abbiamo potuto constatare
visivamente prosegue la convalescenza di Giovanni Paolo II, anche se non c’è
una risposta certa per la data di un suo rientro in Vaticano, e quindi sulla
sua partecipazione ad uno o ad altro dei Riti della Pasqua. In proposito si
apprende oggi che sarà il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della
Congregazione per la dottrina della fede, l’autore delle meditazioni per la Via
Crucis, del Venerdì Santo al Colosseo.
“TRA FEDE E RAGIONE NON C’E’ CONTRADDIZIONE”.
COSI’ IL PAPA NEL MESSAGGIO,
AGLI
UNIVERSITARI EUROPEI, RIUNITI IERI IN VATICANO PER LA III GIORNATA
A LORO DEDICATA. MOLTI STUDENTI DEL CONTINENTE
HANNO PARTECIPATO
ALL’EVENTO
DA NUMEROSE CATTEDRALI D’EUROPA,
COLLEGATE VIA SATELLITE CON ROMA
- A cura di Roberta Moretti -
“Fede e ragione siano le due ali che vi
conducono a Cristo, verità di Dio, verità dell’uomo”. E’ l’esortazione di
Giovanni Paolo II, letta dall’arcivescovo Leonardo Sandri, sostituto della
Segreteria di Stato, ai giovani universitari, riuniti in preghiera ieri
pomeriggio in aula Paolo VI, in occasione della loro III Giornata europea, sul
tema: “La ricerca intellettuale e scientifica, via per incontrare Cristo”.
Scopo dell’evento, promosso dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa
in preparazione alla Giornata mondiale della Gioventù di Colonia, costruire un
nuovo umanesimo che riproponga, attualizzandole, le radici cristiane d’Europa.
Il servizio di Roberta Moretti:
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Un’atmosfera
raccolta in Aula Paolo VI, per la veglia mariana che ha riunito gli universitari
di tutta Europa, nella Giornata a loro dedicata. Da Berlino a Lisbona, da
Londra a Tirana, gli studenti delle varie comunità nazionali hanno potuto
partecipare all’evento anche recandosi nelle numerose cattedrali e santuari
europei collegati via satellite con Roma. Un’unica grande assemblea dialogante,
riunita per pregare con il Papa e per il Papa, che ha partecipato
spiritualmente all’incontro dalla sua stanza al Policlinico Gemelli. E in
attesa della Giornata mondiale della gioventù di Colonia, gli universitari si
confrontano e si raccontano. Intense, le testimonianze di chi, nella ricerca
intellettuale e scientifica, ha trovato una via per incontrare Cristo. E dopo
la preghiera del Santo Rosario, animata dal Coro Interuniversitario, il
messaggio del Papa, letto dall’arcivescovo Leonardo Sandri. Il Pontefice ha
spiegato agli studenti, a cui durante l’incontro è stata consegnata l’Enciclica
“Fides et Ratio”, come tra fede e ragione non ci sia contraddizione:
“Lo
dimostra pure l’esperienza dei santi Magi, che giunsero a Betlemme utilizzando
entrambe queste dimensioni dello spirito umano: l’intelligenza, che scruta i segni,
la fede, che conduce ad adorare il mistero”.
Ecco
allora l’invito del Santo Padre agli universitari ad essere sempre animati
dall’anelito di scoprire la verità della loro esistenza:
“La
fede e la ragione siano le due ali che vi conducono verso Cristo, verità di
Dio, verità dell’uomo”.
A
chiudere il messaggio, la consueta invocazione a Maria, perché insegni ai giovani
a seguire fedelmente Gesù fino alla Croce, sperimentando la gioia della
Risurrezione. Una veglia vissuta con molta intensità, quindi, conclusasi con la
fiaccolata degli universitari italiani, guidati dalla Croce, dall’Aula Paolo VI
fino alla chiesa di Sant’Agnese in Agone, punto d’incontro e di preghiera dei
giovani romani.
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DA LUNEDÌ PRESSO IL TRIBUNALE
DELLA PENITENZIERIA APOSTOLICA
IL “CORSO
SUL FORO INTERNO”
Inizia lunedì in Vaticano,
presso il Palazzo della Cancelleria, il “Corso sul Foro” interno
organizzato del Tribunale della Penitenzieria Apostolica. Al centro delle
giornate di studio - che saranno presiedute dal Penitenziere Maggiore, il card.
James Francis Stafford, e si concluderanno sabato 12 marzo - ci sarà il
sacramento della Penitenza. Durante il Corso, che si rivolge in particolare ai
nuovi sacerdoti saranno trattati temi morali e canonistici che interessano il
ministero penitenziale, soprattutto quello delle Confessioni. Dopo
l’introduzione del porporato, il Reggente, padre Gianfranco Girotti, e il
teologo della Penitenzieria Apostolica padre Ivan Fuček, parleranno
rispettivamente di situazioni di particolare delicatezza che interessano ogni
confessore e del Foro interno. Nei giorni successivi si alterneranno le
relazioni dei Prelati del Tribunale della Penitenzieria: il canonista mons.
Juan Ignacio Arrieta, e i consiglieri padre Ubaldo Todeschini, padre Giovanni Colombo,
e don Guido Gatti. Si soffermeranno a illustrare la disciplina canonica e la
sua retta applicazione riguardo ai delitti e alle pene e ai vari aspetti
pratici. Sarà privilegiata la parte relativa alla retta amministrazione del
Sacramento della Penitenza e alla soluzione dei casi complessi e delicati che
vengono sottoposti al giudizio e alla misericordia della Chiesa. Saranno
inoltre evidenziati i criteri nel trattare alcuni casi di morale coniugale e
familiare e proposta la Confessione come strumento per l’educazione morale.
Padre Donald Kos darà informazioni su come redigere le domande al Tribunale
della Penitenzieria Apostolica, mentre mons. Gervais illustrerà la concessione
e l’uso delle Indulgenze. Ad ogni relazione seguirà un aperto dibattito nel
corso del quale verranno proposti quesiti di chiarimento e risoluzioni di
dubbio a casi complessi e delicati. Le giornate di studio si concluderanno
nella mattinata di sabato 12 con un Messaggio molto atteso del Santo Padre.
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6
marzo 2005
IL MAGISTERO DELLA CHIESA E LO SVILUPPO
SOSTENIBILE: TEMA
DI UN
INCONTRO TENUTOSI IN QUESTI GIORNI ALLE NAZIONI UNITE, IN OCCASIONE DEL 40.MO ANNIVERSARIO
DELLA COSTITUZIONE PASTORALE GAUDIUM ET SPES
- Ai nostri microfoni l’arcivescovo Diarmuid
Martin -
Una riflessione etico-sociale
sulle dimensioni economiche, sociali ed ambientali dello sviluppo sostenibile:
con questa finalità si è svolto in questi giorni a New York un incontro
promosso dalla Missione permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite nel
40.mo anniversario della Costituzione pastorale Gaudium et Spes.
L’evento si è tenuto a margine della riunione di preparazione alla 13.ma
sessione della Commissione ONU sullo sviluppo sostenibile, in programma ad
aprile. All’incontro ha preso parte l’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin,
già Osservatore permanente dell’Ufficio Onu a Ginevra. Al presule, Alessandro
Gisotti ha chiesto una riflessione sull’attualità della Gaudium et Spes
rispetto al tema dello sviluppo sostenibile:
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R. -
Guardando alla Gaudium et Spes, quando noi parliamo del concetto della
Creazione si va affermando che il mondo, e tutto ciò che contiene, è un dono di
Dio ed essendo dono non è una cosa che noi possiamo utilizzare o sfruttare
secondo la nostra volontà. Anche il concetto di sviluppo sostenibile sottolinea
lo stesso fatto: il mondo e la natura sono cose che noi dobbiamo tutelare non
per noi, ma per le generazioni future. E’ interessante vedere come si può
collegare queste due tradizioni e promuovere un’adesione di estrazione
religiosa, ma che è valida anche per il mondo in cui viviamo.
D. – Quale contributo ha dato
finora la Chiesa per raggiungere la globalizzazione della solidarietà, come
l’ha definita il Papa?
R. – La Chiesa ha un concetto
della distribuzione equa dei beni della terra e, soprattutto, una distribuzione
qualitativa in cui ogni persona può realizzare i talenti che Dio gli ha dato.
Tutti possono partecipare alla gestione di questi beni e tutti devono beneficiarne.
L’economia è fondata sulla conoscenza, distribuire conoscenza vuol dire avere
accesso, così si sottolinea molto il valore dell’istruzione che aiuta la
persona a realizzarsi. Tutto ciò torna all’idea che la Chiesa presenta una
visione di sviluppo sostenibile concentrata sul mistero dell’uomo. Ho parlato
di cose difficili nel contesto delle organizzazioni internazionali, di questa
lotta tra il bene ed il male e la presenza anche del peccato nella nostra realtà.
Bisogna superare il male facendo il bene.
D. – Secondo lei, si sta
affermando l’idea che lo sviluppo sostenibile sia una necessità, ormai, da cui
non si può prescindere per il futuro dell’umanità e non solo per quanto riguarda
l’ecologia ma anche per quanto riguarda il progresso economico e sociale
dell’umanità stessa?
R. – Serve un progresso umano
nel senso pieno della parola. Io ho sottolineato che tre principi sono
importanti, nella dottrina sociale della Chiesa: la dignità di ogni persona,
l’unità della famiglia umana e la necessità di promuovere e proteggere
l’ambiente in un contesto integrale dello sviluppo. Sono cose molto
sottolineate dalla Gaudium et Spes per cui Dio ha creato la terra, e
tutto ciò che contiene, per l’uso di ogni persona e di tutti i popoli in
maniera che i beni del Creato possano essere utilizzati da tutti in modo equo.
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IL CAMERUN, MODELLO PER UN’AFRICA EMERGENTE:
IL PAESE PROTAGONISTA DELLA QUARTA EDIZIONE DI
“MONDI RIEMERSI”,
L’INIZIATIVA PROMOSSA DAI MISSIONARI OBLATI DI
MARIA IMMACOLATA
- Intervista con padre Adriano Titone -
Un Paese “anomalo” ma in positivo, per la sua stabilità politica interna
e anche per un’economia più solida rispetto alla media continentale: si tratta
del Camerun, uno Stato che per la sua estrema varietà interna – dalla geografia
alla popolazione – riproduce in piccolo i malesseri ma soprattutto le
potenzialità dell’Africa nel suo insieme. Del Camerun, della sua cultura ma
anche del suo folklore, si parla in questi giorni alla quarta edizione di “Mondi
riemersi”, l’iniziativa promossa dai Missionari Oblati di Maria Immacolata
della Provincia italiana. Per tre giorni, fino a stasera, nelle Scuderie Aldobrandini
della città di Frascati, personalità politiche e religiose, missionari che
hanno speso la loro vita per questo Paese, incontrano centinaia di persone,
giovani soprattutto, attraverso una formula innovativa, che racconta il fascino
di una terra di missione all’interno di una cornice fatta di poesia, musica,
testimonianze, gastronomia. Padre Adriano Titone, missionario Oblato, traccia
un profilo storico ed ecclesiale del Camerun al microfono di Alessandro De
Carolis:
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R. – Al
tempo dell’indipendenza, gli anni ’60, quando tanti dei Paesi africani hanno
raggiunto l’indipendenza, i vari popoli del Camerun hanno cominciato a
raggrupparsi in nazione, e le zone francofone e anglofone finalmente si sono
ritrovate insieme. Il Camerun potremmo chiamarlo “Africa in miniatura”, mette
insieme praticamente, in modo molto armonioso, le più grandi diversità:
climatiche, culturali e dei popoli. Gli esperti parlano di 257 gruppi etnici
nella stessa nazione.
D. – Il Camerun, “Africa in
miniatura”. Il modello camerunese è esportabile in altri Stati del continente?
R. – Io credo di sì, perché
questo modello assicura un certo rispetto della diversità, perché la varietà
etnica in Africa è una situazione diffusissima. Poi l’altro aspetto
interessante, anche dal punto di vista missionario, è la varietà di religioni.
D. – Qual è la situazione
religiosa del Camerun? E in particolare, qual è lo stato del rapporto tra
Cristianesimo e Islam?
R. – In questa grande varietà
della nazione camerunense possiamo dire che l’Islam, il Cristianesimo e le
religioni tradizionali africane, prendono ognuna un terzo della popolazione
all’incirca, però diversamente distribuite nel Paese. Per esempio, l’Islam è
poco presente nel sud, dove il Cristianesimo è molto più sviluppato, insieme
alle religioni tradizionali. Invece l’Islam è molto molto presente nel nord,
dove io ho vissuto i miei anni missionari, dove sono presente e dove la Chiesa
è molto più recente.
D. – Quasi 70 anni di presenza
oblata in Camerun. Che bilancio verrà presentato di questa esperienza
missionaria a “Mondi riemersi”?
R. – Attualmente è una Chiesa di
una grandissima vivacità che sin dall’inizio ha seguito le linee dello spirito
conciliare, formando quindi la gente ad un rapporto con gli altri. La Chiesa
resta abbastanza minoritaria, ma ha stima degli altri ed anche una capacità di
cooperare con gli altri.
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GRANDI PELLEGRINAGGI AL CASTELLO DI SAN FRANCESCO XAVERIO.
INIZIA IL PROSSIMO 3 DICEMBRE
IL QUINTO CENTENARIO DELLA
NASCITA DEL SANTO
- Intervista
con padre Ricardo Sada -
Il Santuario di San Francesco Xaverio nella Navarra, in Spagna, diventa
ogni anno in questi giorni la meta spirituale per migliaia di pellegrini, in
coincidenza con la celebrazione della Novena, chiamata della “grazia” che si
tiene tradizionalmente tra il 4 e il 12 marzo. Il servizio di padre Ignazio Arregui.
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Questa
domenica e sabato prossimo avranno luogo i due più grandi pellegrinaggi con
decine di migliaia di partecipanti molti dei quali percorrono a piedi non solo
gli ultimi otto chilometri ma anche alcune distanze superiori ai 50 chilometri.
Ma qual è quest’anno il tema centrale dei
pellegrinaggi al Castello di Saverio? Ci risponde il rettore del santuario,
padre Ricardo Sada, gesuita.
R. - ES, JAVIER, ADORACION Y ENTREGA” ...
Il tema è: « Saverio, adorazione, impegno», per
riprendere l’idea dell’Anno dell’Eucaristia. Con queste parole vogliamo
contemplare San Francesco Saverio ed il suo darsi al Signore davanti a Cristo
che lo chiama, dedicando la sua vita al servizio di questa chiamata e quindi
programmandola e organizzandola in funzione di questo totale affidamento a Dio.
In quale spirito o atteggiamento partecipano tanti
pellegrini a questo lungo e faticoso pellegrinaggio?
R. - HAY DE TODO EN LA CONCIENCIA DE CADA UNO
Nella coscienza di ciascuno possono esserci molteplici atteggiamenti.
Credo che i pellegrini siano mossi più da spirito religioso, da uno sforzo di
purificazione personale, dal desiderio di dare un segno concreto di donazione
di sé stesso che non dall’aspetto sociale, sportivo, ludico che pure ha la sua
importanza.
Il
Castello di Saverio, le cui origini risalgono al X secolo, è stato di nuovo
oggetto di importanti lavori di restauro ormai in fase di conclusione. In
mancanza finora di un tempio religioso di grandi dimensioni, è in fase di
avanzata costruzione un ampio edificio, capace di contenere 1.200 persone, che
renderà possibile la celebrazione di importanti funzioni pubbliche.
Ma è già possibile anticipare qualche informazione
sulla celebrazione inaugurale del Centenario il prossimo 3 dicembre? Ci
risponde sempre padre Ricardo Sada:
R. - UNA PRIMERA PARTE CON EL ACTO INAUGURAL ...
Nella prima parte si terrà l’atto inaugurale, che
prevede numerosi interventi ed un concerto. Nella seconda parte avrà luogo la
celebrazione eucaristica, presieduta dall’arcivescovo di Pamplona e
concelebrata dal Padre generale insieme a tutti i provinciali della Compagnia di
Gesù, che in quel giorno concluderanno a Loyola la loro Congregazione”.
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Francesco Saverio è nato nel Castello che adesso
porta il suo nome, il 7 aprile del 1506, da Juan de Jasso (personaggio di
spicco nel Regno di Navarra) e da Maria di Azpilcueta. Studente all’Università
della Sorbona di Parigi conosce Ignazio di Loyola. Fa parte dei fondatori della
Compagnia di Gesù, e nel 1541 parte come missionario nel Continente asiatico.
Dopo undici anni di evangelizzazione muore alle porte della Cina l’anno 1552.
Il Castello di Saverio si prepara ora per le
celebrazioni del quinto centenario della nascita di San Francesco Saverio che
inizieranno il prossimo 3 dicembre.
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6
marzo 2005
LA TRANSIZIONE DEMOCRATICA NEI PAESI EX TOTALITARI, ELEMENTO
DECISIVO PER UN NUOVO
ORDINE MONDIALE CON AL CENTRO L’UOMO
E I SUOI DIRITTI
FONDAMENTALI. SU QUESTO TEMA SI SONO CONCLUSI
A TORINO I LAVORI DEL
WORLD POLITICAL FORUM ALLA PRESENZA
DI MOLTI PROTAGONISTI DEL
MONDO POLITICO
DELLA FINE DEGLI ANNI OTTANTA
- A cura di Stefano
Leszczynski -
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TORINO.
= Cecenia, Iraq, Medio Oriente e i rigurgiti di totalitarismo in Europa orientale.
Queste le nuove sfide globali che i partecipanti al World Political Forum,
conclusosi oggi a Torino, hanno individuato come decisive per poter garantire
un futuro lungo la strada della pace. I protagonisti politici che furono
artefici della fine della guerra fredda si sono interrogati sul nuovo corso
delle relazioni internazionali tra Occidente ed Est Europa. Ancora la “perestrojka”,
il processo di riforma dell’URSS lanciato da Gorbaciov 20 anni fa, l’ha fatta
da protagonista. Tra i critici di quegli anni Elena Bonner, la vedova di Andrej
Sakarov che l’ha definita “una casa costruita partendo dal tetto e non dalle
fondamenta”. E sarebbe proprio da questa architettura che nasce l’attuale
situazione politica di un Paese dove “il diritto – prosegue la Bonner – è leso
nelle sue strutture fondamentali”. La vedova Sakarov non risparmia durissime
critiche al presidente Putin accusandolo di operare attraverso una
militarizzazione delle coscienze. Ma anche gli Stati Uniti e la politica di sicurezza
internazionale portata avanti da Washington sono stati analizzati nel corso di
un dibattito trilaterale tra Mikhail Gorbaciov, l’ex cancelliere tedesco Helmut
Kohl, e il senatore a vita Giulio Andreotti. “Servirebbe oggi – ha detto
Gorbaciov – una “perestrojka” americana. Salvi gli interessi nazionali, insomma,
le nuove sfide devono essere affrontate attraverso la cooperazione. Per
Andreotti è necessario ripristinare un rapporto organico tra le due sponde
dell’Atlantico e Kohl avverte il presidente Bush del pericolo di cadere nel surreale
a causa di una visione del mondo che non esiste più. “Bush – ha detto Kohl – deve
accorgersi che agli amici e ai partner non si danno ordini, ma si cerca di persuaderli
considerando che possono avere opinioni diverse”.
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INSEDIAMENTO UFFICIALE PER IL
NUOVO ARCIVESCOVO DI PARIGI,
MONS. ANDRE’ VING-TROIS. IERI POMERIGGIO NELLA CATTEDRALE PARIGINA
DI NOTRE-DAME,
OLTRE 4000 I FEDELI PRESENTI ALLA SOLENNE CERIMONIA
PARIGI.
= Prima Messa, ieri, nella cattedrale di Notre Dame, per il nuovo arcivescovo
di Parigi, mons. Andrè Vingt-Trois, che in questa stessa chiesa è stato ordinato
sacerdote 35 anni fa ed eletto vescovo 17 anni fa. Alla cerimonia di insediamento,
che segue la nomina avvenuta l’11 febbraio scorso da parte del Papa, hanno
assistito oltre 4000 fedeli. Fra loro numerose personalità civili e politiche:
in prima fila c’erano, fra gli altri, Bernadette Chirac, moglie del capo dello
Stato, il ministro della cultura Renaud Donnedieu de Vabres, e il sindaco di
Parigi, Bertrand Delanoe. Mons. Vingt-Trois, 62 anni, nativo di Parigi, finora
arcivescovo di Tours, è il successore del cardinale Jean-Marie Lustiger, di cui
è considerato il figlio spirituale, che ha lasciato la diocesi parigina dopo 24
anni di servizio pastorale da arcivescovo (E. B.)
OGGI A LORETO L’ARCIVESCOVO COMASTRI PRESENZIERA’ LA
MANIFESTAZIONE
PROMOSSA DAL CENTRO ITALIANO FEMMINILE (CIF),
DURANTE LA QUALE SARANNO PREMIATE
ALCUNE DONNE PER IL LORO
IMPEGNO A FAVORE DEI POPOLI PIU’ POVERI,
IN VISTA DELLA PROSSIMA
GIORNATA DELLA DONNA, L’8 MARZO
LORETO.
= In occasione della festa della donna, che ricorre l’8 marzo, alcuni pensieri
della beata madre Teresa di Calcutta saranno donati a tutte le donne di Loreto.
L’iniziativa è stata adottata dall’arcivescovo Angelo Comastri che presenzierà
la manifestazione organizzata dal Centro Italiano Femminile (Cif) di Loreto,
oggi pomeriggio, presso la sala del Tinello Paolo VI. Durante la manifestazione
saranno premiate alcune donne che si sono distinte per il loro impegno nel sociale.
Quest’anno la “mimosa d’oro” sarà assegnata a Domitilla Foghetti, per la sua
attività a favore dall’associazione “Liberato Zambia 2001”. Mentre alle Suore
Carmelitane di Montorso andrà la “viola d’oro”, altro significativo riconoscimento,
per l’incessante preghiera per la pace e la concordia fra i popoli. Intanto,
nell’ambito delle iniziative realizzate dall’associazione “Liberato Zambia
2001”, c’è da segnalare l’invio di un container di aiuti umanitari alle
popolazioni della Zambia. In particolare, la Delegazione Pontificia ha donato alcuni
mezzi tecnici destinati alla realizzazione di un’azienda agricola nel Paese.
Inoltre, medicinali ed attrezzature sanitarie, saranno necessari per portare
avanti altri progetti attivi in questa parte di Africa. Proprio ieri, in piazza
della Madonna di Loreto, si è svolta la cerimonia di partenza del container.
Dopo la benedizione, impartita da mons. Angelo Comastri, il Tir è partito alla
volta del porto di Ancona dove sarà imbarcato su una nave che farà rotta verso
la Tanzania e, successivamente, via terra, raggiungerà Ndola, città della
Zambia. (E. B.)
MOLTI PAESI DEL TERZO MONDO SONO DISPOSTI AD
AFFAMARE
LE PROPRIE POPOLAZIONI PUR DI ACQUISTARE ARMI.
LA RIVISTA “CIVILTA’ CATTOLICA” SOTTOLINEA LA
GRAVITA’ DI QUESTA SITUAZIONE
ROMA.
= “Dio ha donato l’intelligenza affinché l’essere umano se ne serva per promuovere
la vita e non per dare la morte”. Il commercio internazionale di armi “alimenta
innumerevoli guerre che insanguinano un gran numero di Paesi”, aggravando la
situazione di miseria e sottosviluppo del Terzo Mondo. È una condanna senza
appello quella che emerge dall’editoriale del prossimo numero di “Civiltà
Cattolica”, la rivista dei Gesuiti, che riporta alcuni severi giudizi già espressi
dal Magistero. Sono diversi i dati, aggiornati al 2002, che sostengono
l’articolo. Il giro di affari vede al primo posto gli Stati Uniti, con circa il
45% dell’export mondiale. Seguono la Cina, l’Europa e la Russia. Negli anni Novanta,
scrive la rivista, l’Europa ha “fornito armi a Paesi del Terzo Mondo in guerra
tra loro, alimentando i conflitti tanto nella durata e quanto nella
distruttività”. E proprio i Paesi del Terzo Mondo sarebbero “disposti ad
affamare le proprie popolazioni, già stremate dalle malattie e dalle carestie,
pur di acquistare le armi che le industrie militari sono generosamente pronte a
vendere”. I Gesuiti, che vedono nella fabbricazione e commercializzazione delle
armi la possibilità di uno Stato di dominare gli altri, giudicano questo
mercato uno dei più vantaggiosi. “La fame di armi – si legge - è talmente
grande che i produttori non riescono a soddisfarla”. Dunque, nessun rischio di
crisi per questo settore “salvo che non si tenga il passo con le innovazioni
tecnologiche”. (E. B.)
IN FINLANDIA IL TAGLIO DI ALCUNE FORESTE DI CONIFERE
MINACCIA I PASCOLI
DI RENNE. L’ASSOCIAZIONE AMBIENTALISTA GREENPEACE SI
MOBILITA
IN AIUTO DELLE COMUNITA’ INDIGENE SAMI
HELSINKI. = L’associazione
ambientalista “Greenpeace” ha annunciato la creazione di una “stazione
forestale” all’interno delle ultime foreste della Lapponia finlandese, dove le
comunità indigene Sami allevano le renne. L’iniziativa è stata presa in seguito
alla decisione del governo finlandese di iniziare il taglio di alcune foreste
di conifere, importanti per il pascolo invernale delle renne, nonostante le
raccomandazioni delle Nazioni Unite. La “stazione forestale” sarà una base
dalla quale monitorare le operazioni di taglio delle foreste e assistere le
cooperative di allevatori Sami nel delimitare le aree di foresta da proteggere
dal taglio. I Sami, se ne contano circa 4.000 nel Paese, vivono ad un migliaio
di chilometri a nord di Helsinki e sono ormai l’unico popolo indigeno
dell’Europa settentrionale. L’allevamento tradizionale delle renne rappresenta
la base della loro cultura. Durante il rigido inverno artico, le foreste
centenarie della Lapponia assicurano la vita alle renne, che sul tronco degli
alberi più maturi trovano il lichene, il loro unico cibo in inverno. (E. B.)
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6
marzo 2005
- A cura
di Amedeo Lomonaco -
In Iraq, dove è stata fissata
tra dieci giorni la prima riunione del Parlamento, si alternano versioni
contrastanti sulla presunta cattura del terrorista giordano Al Zarkawi e sulle
dinamiche che hanno portato all’uccisione dell’agente italiano Nicola Calipari.
Il servizio di Amedeo Lomonaco:
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Forze
irachene e americane stanno conducendo una grossa operazione nella regione di
Samarra, dove si nasconderebbe Al Zarqawi. Ma secondo il quotidiano arabo Al
Watan, il leader di Al Qaeda in Iraq sarebbe invece stato catturato alcune
settimane fa lungo il confine siriano. Il quotidiano aggiunge che l’Amministrazione
americana avrebbe deciso di rinviare l’annuncio dell’arresto in attesa della
formazione del nuovo governo iracheno. In Italia, intanto, l’autopsia sul corpo
dell’agente del Sismi Nicola Calipari, morto in Iraq nell’operazione per liberare
la giornalista Giuliana Sgrena, ha rivelato che il poliziotto è stato ucciso da
un solo proiettile. Il feretro
dell’agente è giunto poco fa al Vittoriano dove è stata allestita la camera ardente
nella stessa sala che ha accolto le salme dei caduti di Nassiriya. Sulla
sparatoria verificatasi dopo la liberazione di Giuliana Sgrena, il comando
militare americano in Iraq ha dichiarato che si è trattato di “uno sfortunato incidente”. Ma secondo le prime dichiarazioni
rilasciate dall’inviata del “Manifesto” si è trattato invece di un attacco ingiustificato.
Ascoltiamo un commento del giornalista del Sole 24 Ore, Alberto Negri:
R. - In questo
momento non abbiamo ancora tutti gli elementi per poter dare un giudizio definitivo
e soprattutto mancano le indagini da parte delle forze armate americane.
Sarebbe auspicabile a questo punto anche un’indagine indipendente da parte
delle autorità italiane su una vicenda che appare quanto mai oscura. Fin quando
non sarà fatta chiarezza, tutte le versioni di questa storia sono autorizzate,
anche quelle più improbabili.
D. – Le versioni su quanto
accaduto al check-point di Baghdad, teatro della sparatoria, sono contrastanti.
Si parla di un difetto di comunicazione tra i servizi americani e quelli
italiani, ma qualcuno avanza perfino ipotesi più inquietanti, quali quelle di
un agguato...
R. – Ci sono degli aspetti da
chiarire. In primo luogo: dove si trovava il mezzo degli italiani con Giuliana
Sgrena e con l’agente dei servizi, Nicola Calipari? Poi bisogna stabilire la
velocità dell’auto. All’inizio gli americani hanno dichiarato che la velocità
dell’automobile era sostenuta e invece noi sappiamo che procedevano ad una velocità
assolutamente normale. Queste prime testimonianze, queste versioni contrastanti,
devono essere in qualche modo chiarite perché da queste dipende anche
l’atteggiamento preso dai militari americani che hanno aperto il fuoco.
D. – Questo episodio può
incrinare i rapporti tra Servizi segreti americani e italiani?
R. – Questo dipenderà molto da
come si agirà dal punto di vista diplomatico e dalla rapidità dell’inchiesta. Sicuramente
dipenderà molto dagli americani. Non ci si può accontentare delle versioni che
hanno dato finora e neppure della telefonata del presidente americano, Bush, al
presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi.
D. –Nell’opinione pubblica desta
poi sconcerto che l’Esercito americano, il più attrezzato del mondo, possa
cadere in errori così clamorosi...
R. – La situazione in Iraq
favorisce purtroppo anche le tragedie più impensabili. Non è la prima volta che
il cosiddetto ‘fuoco amico’ causa delle vittime. Questo dipende dalla situazione
di alta tensione che c’è in Iraq e dal fatto che l’Esercito statunitense si
trova in una situazione di perenne stato di allerta.
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Il premier israeliano Ariel Sharon incontrerà il
prossimo 12 aprile, alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti George
Bush, che a fine marzo dovrebbe ricevere il presidente palestinese Mahmoud
Abbas. Lo hanno reso noto fonti del governo israeliano.
Gli Stati Uniti hanno criticato la decisione presa
ieri dal presidente siriano Bashar al Assad di ritirare una parte delle truppe
di Damasco dal Libano. “L’annuncio non è sufficiente”, ha fatto sapere con un
comunicato il Dipartimento di Stato americano. “A noi interessa un ritiro
completo, non misure a metà”, ha precisato un portavoce del Dipartimento. La
comunità internazionale ha ribadito, inoltre, che la Siria deve rimpatriare immediatamente
tutte le sue Forze militari ed i Servizi segreti, conformemente alla Risoluzione
1559 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Per l’Iran, le richieste di ritiro
delle truppe siriane dal Libano sono invece “solo un pretesto per esercitare
pressione sulla Siria al fine di garantire l’esistenza del regime di Israele”.
La Siria è il più stretto alleato dell’Iran nella regione mediorientale. I due
Paesi hanno creato e sostengono in Libano la milizia sciita degli Hezbollah.
Urne
aperte in Moldavia per rinnovare il Parlamento. Sono chiamati al voto oltre 2
milioni di elettori. Secondo i sondaggi, che attribuiscono una netta vittoria
al partito comunista, la consultazione dovrebbe confermare il nuovo corso
filo-europeo imboccato dalla Moldavia. Il voto legislativo assume inoltre
particolare rilievo perché, dopo la riforma costituzionale del 2000, il
presidente della Repubblica viene eletto dai deputati. Alle operazioni di voto,
che si chiuderanno questa sera, assistono 747 osservatori internazionali.
La Cina non ha bisogno di armi e
non ha i soldi per acquistare in Europa molti armamenti sofisticati. Lo ha
detto oggi il ministro degli Esteri cinese, Li Zhaoxing, aggiungendo che ormai
è obsoleto l’embargo sulle armi imposto alla Cina dopo la sanguinosa
repressione nel 1989 del movimento per la democrazia di piazza Tiananmen.
“L’embargo non offre alcun vantaggio - ha spiegato il ministro – soprattutto
alla luce del partenariato strategico globale tra Cina e Unione Europea”. Molti
Paesi europei si sono dichiarati favorevoli alla revoca dell’embargo.
L’ostacolo più grande per l’annullamento dell’embargo sembra essere la legge
anti-secessione che il Parlamento di Pechino si appresta ad approvare: tale
legge renderà illegale qualsiasi dichiarazione di indipendenza di Taiwan, isola
che la Cina considera una provincia ribelle.
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