RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
62 - Testo della trasmissione giovedì 3 marzo 2005
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
Continua il miglioramento delle condizioni del Papa che si
alza un po' ed incontra alcuni collaboratori. Il Papa apprezza l’interesse
manifestato da tutti: lo spiega nella
nostra intervista il portavoce vaticano Navarro-Valls
Sul rapporto di sempre tra Papa e malattia, la riflessione
del cardinale Roberto Tucci
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Comincia a Beirut, in Libano, il sinodo straordinario
dei vescovi armeni cattolici
Il governo della Malaysia lancia una campagna
contro l’immigrazione clandestina
In Iraq 5 poliziotti
morti in un attentato contro il ministero dell’Interno e un civile ucciso a
Baquba
Tensione tra Corea del
nord e Stati Uniti: il regime di Pyongyang torna a minacciare il lancio di
missili balistici.
3 marzo 2005
CONTINUA IL MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DEL PAPA CHE
SI ALZA UN PO'
ED
INCONTRA ALCUNI COLLABORATORI. IL PAPA APPREZZA L’INTERESSE
MANIFESTATO
DA TUTTI: LO SPIEGA NELLA NOSTRA INTERVISTA
IL
PORTAVOCE VATICANO NAVARRO-VALLS.
SUL
RAPPORTO DI SEMPRE TRA PAPA E MALATTIA, LA RIFLESSIONE
DEL
CARDINALE ROBERTO TUCCI
Sono in
progressivo miglioramento le condizioni di salute del Papa, come ha confermato
il portavoce della Sala Stampa vaticana, Navarro-Valls, che stamane ha fatto
visita al Policlinico Gemelli e in tarda mattinata ha diffuso l’annunciato
bollettino medico. Ecco quanto spiega
nell’intervista di Roberta Gisotti:
**********
R. –
Posso dire che le condizioni di salute del Santo Padre sono in progressivo e
continuo miglioramento. Avevo già detto e confermo anche adesso che il Papa si
alimenta regolarmente e trascorre alcune ore della giornata in poltrona. La
ferita chirurgica è in via di guarigione e proseguono quotidianamente le sedute
di riabilitazione del respiro e della fonazione, con la fattiva collaborazione
del Santo Padre.
D. - Il
Papa continua comunque a ricevere visite e può alzarsi dal letto per recarsi
nella cappella?
R. –
Sì, com’è sua abitudine in Vaticano e continua anche adesso al Gemelli, passa
lungo tempo nella cappella che è stata allestita proprio accanto alla sua
stanza di ospedale. Poi, come tutti stanno vedendo negli ultimi giorni, il Papa
sta ricevendo alcuni dei suoi collaboratori, con i quali segue quotidianamente
sia l’attività della Santa Sede che la vita della Chiesa.
D. - Ci
sono indicazioni per l’Angelus domenicale?
R. –
Anche se questo lo confermerò sabato, la mia impressione è che si farà come domenica
scorsa, in cui tanti fedeli hanno gradito la possibilità, da una parte, di
seguire la preghiera dell’Angelus da Piazza San Pietro e, dall’altra, di vedere
che il Papa si sia affacciato un attimo alla finestra dell’ospedale. Questo,
comunque, lo confermerò il giorno prima, cioè sabato prossimo.
D. -
Molti si chiedono anche se ci saranno cambiamenti nei Riti di Pasqua?
R. –
No, il calendario dei Riti di Pasqua rimane com’era. Quello che il Papa dovrà
decidere, quando naturalmente sarà tornato in Vaticano, sono le modalità della
sua partecipazione o meno ad uno o all’altro dei Riti.
D. -
Quando sarà emesso il prossimo bollettino medico?
R. – I
medici hanno deciso che, dato che continua questo progressivo miglioramento,
fino a lunedì prossimo non ci sarà nessun bisogno di rilasciare ancora un
bollettino.
D. -
Dott. Navarro-Valls, certamente Giovanni Paolo II sa con quanta attenzione i
giornalisti, al di là del credo religioso, delle ideologie, delle nazionalità,
seguano le sue condizioni di salute, a caccia di novità, notizie, testimonianze
e foto inedite. Ecco, Lei ha mai colto da parte del Papa un senso di
insofferenza verso questo atteggiamento che taluni ritengono inopportuno …
R. – La
risposta sarebbe negativa, perché bisogna avere in mente chiaro il quadro totale.
Se in certi casi c’è qualche persona che va ai dettagli, che sono come lei dice
irrilevanti, d’accordo. Ma mi pare che questa sia la minoranza. Quello che
viene fuori contemplando la stampa internazionale, televisioni e radio a
livello mondiale è questo interesse straordinario alla figura di Giovanni Paolo
II. Questa è l’idea che rimane, questo è il fatto che rimane, che poi ha
espressioni molto diverse: l’enorme quantità di messaggi che arrivano in
Vaticano, i rabbini che scrivono dicendo di pregare per la salute del Papa, gli
ambasciatori di un gruppo di Paesi a maggioranza ortodossa, che vengono al
Policlinico Gemelli. Quindi, è questa – direi –l’immagine che rimane e che è
espressiva di una realtà: l’enorme interesse con cui il mondo si sente vicino
al Santo Padre in questo momento.
**********
Ma ora colleghiamoci con
il Policlinico Gemelli dove c’è il nostro inviato Alessandro Gisotti:
**********
Ad una
settimana dall’intervento di tracheotomia praticato a Giovanni Paolo II, il
clima al Policlinico Gemelli è sereno e fiducioso, dopo il bollettino medico
diramato stamani in Sala Stampa Vaticana e distribuito ai giornalisti di tutto
il mondo, presenti qui all’ospedale romano.
Stamani,
hanno fatto visita al Pontefice l’arcivescovo emerito di Smirne e canonico di
Santa Maria Maggiore, Domenico Caloyera, e gli ambasciatori di Messico e
Colombia accreditati presso la Santa Sede. Ultimi di una lunga serie di membri
del corpo diplomatico che in questi giorni hanno voluto far visita al Santo
Padre.
Continuano
le manifestazioni spontanee d’affetto per il Papa. Al Gemelli è giunto padre
Corrado, responsabile dei pellegrini polacchi a Roma, con una delegazione di
fedeli provenienti da Fatima e altri dalla Germania. Una suora ha portato al
Pontefice un mazzo di fiori e un’icona. D’altro canto, ieri, la giornata al Policlinico,
dopo le visite del cardinale Meisner e del sindaco capitolino Veltroni, si era
conclusa con una fiaccolata dei volontari dell’Unitalsi, associazione che
assiste i malati e li accompagna nei pellegrinaggi a Lourdes. L’iniziativa è
terminata nella cappella dell’ospedale con una recita del Rosario.
Ricordiamo
che Giovanni Paolo II è stato sottoposto ad una tracheotomia nella serata di
giovedì 24 febbraio. Un intervento ritenuto necessario a causa del rinnovarsi
di episodi di insufficienza respiratoria acuta. Nel primo bollettino, la
mattina dopo l’operazione, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede,
Navarro-Valls, aveva parlato di “una notte di tranquillo riposo” per Giovanni
Paolo II. Domenica 27 febbraio, il Papa, poco dopo mezzogiorno, si è affacciato
per pochi istanti alla finestra della sua stanza al decimo piano del Gemelli.
Ha salutato e benedetto i fedeli con un gesto della mano, che ha commosso come
poche parole saprebbero fare.
“Il
decorso post-operatorio del Santo Padre si svolge senza complicazioni”, aveva
quindi rassicurato una seconda nota della Sala Stampa della Santa Sede, lunedì
28 febbraio. Navarro-Valls aveva inoltre confermato l’inizio per il Papa degli
esercizi di riabilitazione del respiro e della fonazione. Infine, il bollettino
di oggi, che conferma il progressivo e continuo miglioramento delle condizioni
di salute di Giovanni Paolo II, che segue l’attività della Santa Sede e la vita
della Chiesa da quello che scherzosamente lui stesso ha definito “Vaticano numero
3”.
Dal Policlinico Gemelli,
Alessandro Gisotti, Radio Vaticana.
**********
Il Papa tra i malati di un ospedale è un’immagine
che Giovanni Paolo II ci ha insegnato a guardare con semplicità perché lui
stesso ha parlato al mondo delle sue sofferenze fisiche con la spontaneità del
figlio che si affida al Padre. Ma c’è anche un’altra immagine: quella
dell’incontro tra il Papa e i malati, che ha trovato posto, tra l’altro, in
tutti i viaggi apostolici. Ce la ricorda, nell’intervista di Rosario
Tronnolone, il cardinale Roberto Tucci:
**********
Fino al
2001, tranne un caso, ho fatti tutti i viaggi del Papa, anche quando non ero
ancora incaricato di organizzarli e, sin dal primo viaggio, in Messico nel ’79,
mi fece un’enorme impressione l’atteggiamento del Papa davanti ai malati. Con
ogni malato stava quasi in atteggiamento di venerazione, con una bontà, con una
– direi - tenerezza verso il malato. E poi mi fece un’impressione, in tutte queste
occasioni, non solo il fatto che il Papa volesse sempre un incontro coi malati,
ma voleva anche che ci fossero dei malati in prima fila alle Messe. Scendeva
dall’Altare, o al principio o alla fine, per salutare uno ad uno questi malati
in carrozzella. E poi i discorsi che faceva quando incontrava in particolare i
malati. L’ultimo incontro che mi ha più impressionato fu quello a Tour, in
Francia: ricordo la sua fiducia che la sofferenza dei malati venga accettata da
loro insieme con la sofferenza di Cristo ...
**********
“TEMI DI GRANDE
INTERESSE, CHE BEN S’INQUADRANO ANCHE NELL’IMPEGNO
DI QUESTO SPECIALE ANNO DELL’EUCARISTIA”: COSÌ IL
PAPA RICORDA
I LAVORI DELLA PLENARIA DELLA CONGREGAZIONE PER IL
CULTO DIVINO E
LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI, IN CORSO IN QUESTI
GIORNI. LO FA NEL MESSAGGIO
AL PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE, CARDINALE ARINZE,
INVIATO DAL POLICLINICO GEMELLI
- Il servizio di Fausta Speranza -
**********
“E’
bello constatare come, con le recenti nomine, la Congregazione non soltanto
veda accresciuto il numero dei membri, ma anche risulti più rappresentativa
della Chiesa diffusa in tutti i Continenti”: lo sottolinea il Papa che rivolge
il suo saluto a tutti e in particolare al prefetto della Congregazione cardinale
Francis Arinze. Ringrazio “per le parole di affetto e l’assicurazione di una
speciale preghiera – dice nel messaggio - che mi ha fatto pervenire a nome di
tutti, come anche per la dedizione generosa con cui guida il Dicastero.”
Giovanni
Paolo II incoraggia “il Dicastero a perseverare, in cordiale e fiduciosa
collaborazione con le Conferenze episcopali e i singoli Vescovi, nell’impegno
per la promozione della liturgia”. E il Papa ricorda che “la riforma liturgica
del Concilio Vaticano II ha prodotto grandi frutti, ma occorre passare ‘dal
rinnovamento all’approfondimento’ perché la liturgia possa segnare sempre più
la vita dei singoli e delle comunità, diventando fonte di santità, di comunione
e di slancio missionario”.
Sottolinea,
inoltre, l’attento sguardo rivolto, durante questa Plenaria, al lavoro compiuto
negli ultimi anni dalla Congregazione, in sintonia con il disegno pastorale indicato
da lui stesso a tutto il Popolo di Dio, invitandolo a specializzarsi sempre più
nell’"arte della preghiera" (cfr Novo millennio ineunte, 35).
“Sono in
particolare riconoscente – scrive il Papa - alla Congregazione per aver assecondato
prontamente le indicazioni dell’Enciclica Ecclesia de Eucharistia e
della Lettera apostolica Mane nobiscum Domine, preparando prima
l’Istruzione Redemptionis Sacramentum e poi i Suggerimenti e proposte
per l’Anno dell’Eucaristia”. E Giovanni Paolo II auspica che, “anche in virtù
di questi documenti, la comunità cristiana cresca nell’amore per il Santissimo
Sacramento e sia aiutata a celebrare sempre più degnamente il Sacrificio eucaristico,
in conformità con le norme liturgiche e soprattutto con un’autentica partecipazione
interiore”.
C’è poi
il tema di grande significato dell’ars
celebrandi, che – spiega il Papa – “esprime la capacità dei ministri
ordinati e dell’intera assemblea, raccolta per la celebrazione, di attuare e
vivere il senso di ciascun atto liturgico”. “E’ un’arte – aggiunge - che fa
tutt’uno con l’impegno della contemplazione e della coerenza cristiana.
Attraverso i riti e le preghiere, occorre lasciarsi raggiungere e pervadere
intimamente dal Mistero”.
Altro
tema altrettanto importante è quello della formazione liturgica, “componente fondamentale della
preparazione dei futuri presbiteri e dei diaconi, dei ministri istituiti e dei
religiosi, ma anche dimensione permanente della catechesi per tutti i fedeli”.
E qui c’è una raccomandazione del Papa: “E’ urgente che nelle comunità
parrocchiali, nelle associazioni e nei movimenti ecclesiali si assicurino
adeguati percorsi formativi, perché la liturgia sia meglio conosciuta nella
ricchezza del suo linguaggio e venga vissuta in pienezza. Nella misura in cui
lo si farà, si sperimenteranno benefici influssi sulla vita personale e
comunitaria.”
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MISSIONE,
GLOBALIZZAZIONE E MIGRAZIONI: I TEMI IN DISCUSSIONE
ALL’INCONTRO DEI DIRETTORI DELLE PONTIFICIE OPERE
MISSIONARIE
DEL CONTINENTE AMERICANO, CARAIBI E ANTILLE.
E’ IN CORSO A BRASÍLIA FINO A SABATO PROSSIMO
-
Intervista con padre Daniel Lagni -
Missione, globalizzazione e
migrazioni sono tre questioni chiave in discussione all’incontro dei direttori
delle Pontificie Opere Missionarie (PP.OO.MM.) del Continente americano, Caraibi
e Antille, che è in corso a Brasilia fino a sabato prossimo. Ad aprire
l’incontro, martedì scorso, è stata la concelebrazione eucaristica presieduta
dal nunzio Apostolico in Brasile, arcivescovo Lorenzo Baldisseri. Poi si è aperto il confronto sugli aspetti
più importanti dell’evangelizzazione nel momento attuale. A ascoltiamo quanto
ci riferisce al proposito, nell’intervista di Cristiana Murray del nostro
programma brasiliano, padre Daniel Lagni, direttore nazionale delle Pontificie
Opere Missionarie in Brasile e rappresentante dei direttori di America Latina e
Caribe:
**********
R. –
Diciamo che il mondo è alla portata di tutti quanti. Noi, in America Latina, abbiamo
un grande movimento migratorio verso il nord, soprattutto verso gli Stati Uniti
e il Canada. Coloro che migrano sono persone di fede, sono cristiani. Cerchiamo
allora di vedere come accompagnare questi cristiani che vanno in cerca di
lavoro, di una vita migliore, e come mantenere viva la fiaccola della fede di
questa gente. Come possiamo alimentare, sostenere la vita cristiana di coloro
che lasciano la propria terra, la propria patria, mantenendo sempre viva la
fede? La missione ha lo scopo di alimentare la fede di questi cristiani.
Cerchiamo di trovare un metodo specifico e un modo è anche quello della festa.
I latino-americani sono molto aperti e sensibili ai valori della gioia, della
pace e delle relazioni umane. C’è soprattutto un grosso movimento migratorio in
America centrale, passando per il Messico e poi arrivando agli Stati Uniti. La
Chiesa è presente per l’animazione, l’organizzazione e il sostentamento di questi
gruppi.
D. – Il missionario non è
soltanto quello che parte da un Paese “più ricco” verso uno più povero per
assistere la popolazione locale, ma è anche quello che riceve in un Paese ricco
i più poveri …
R. – Con i migranti c’è un
risveglio della fede nelle comunità locali. Perché quando arrivano, c’è uno
stimolo anche per gli altri a riprendere il cammino della fede, della passione
per la Chiesa, per la vita comunitaria.
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Il Santo Padre ha accettato
stamane la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Mazatlán in Messico,
presentata da mons. Rafael Barraza
Sánchez, per raggiunti limiti di
età ed ha nominato allo stesso incarico mons. Mario Espinosa Contreras, finora Vescovo di Tehuacán.
Il Papa
ha inoltre nominato vescovo coadiutore della diocesi di Burlington negli Stati
Uniti mons. Salvatore Ronald Matano, del clero della diocesi di Providence,
finora collaboratore locale della nunziatura apostolica a Washington.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la
prima pagina il titolo "L' 'ars celebrandi' fa tutt'uno con l'impegno
della contemplazione e della coerenza cristiana": dal Policlinico
"Gemelli" il Messaggio del Papa ai partecipanti alla Plenaria della
Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
Sempre
in prima, l'articolo di Giampaolo Mattei dal titolo "Le manine dei bimbi
verso quella finestra per una carezza al Papa".
Nelle
vaticane, due pagine sul cammino della Chiesa in Italia.
Nelle
estere, l'intervento della Santa Sede sulla riforma delle istituzioni internazionali
e la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del Millennio, durante la 59.ma
sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Libano:
Bush intima alla Siria di ritirarsi.
Nella
pagina culturale, un articolo di Franco Lanza dal titolo "Francesco
Petrarca ritratto da Boccaccio": un volume a cura di Giovanni Villani.
Nelle
pagine italiane, in rilievo i temi del risparmio e della competitività.
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3 marzo 2005
“VERSO I CRISTIANI IN CINA … VISTI DA UNA RANA IMMERSA
NEL POZZO”.
E’
L’ORIGINALE TITOLO DEL LIBRO DEL CARDINALE ROGER ETCHEGARAY,
PRESIDENTE
EMERITO DEI PONTIFICI CONSIGLI GIUSTIZIA E PACE E COR UNUM,
PRESENTATO
IERI A ROMA
- Con noi il cardinale Roger Etchegaray e padre
Angelo Lazzarotto -
Passi in avanti nel processo di
integrazione della Chiesa in Cina. Se ne è parlato ieri a Roma alla
presentazione del libro del cardinale Roger Etchegaray, presidente emerito dei Pontifici Consigli Giustizia
e Pace e Cor Unum dal titolo: “Verso i cristiani in Cina… visti da una rana
immersa nel pozzo”. Il porporato racconta l’esperienza maturata nell’arco di 25
anni durante 4 visite compiute nel Paese asiatico, dove su 1 miliardo e 300
milioni di abitanti, il numero dei cristiani oscilla dai 20 ai 30 milioni, di
cui meno della metà cattolici. Il servizio di Roberta Moretti:
**********
Un libro dal titolo originale.
Con l’espressione ‘Verso i cristiani in Cina’ il cardinale Etchegaray evoca
l’opera dinamica della Chiesa, “inserita sempre nel movimento perpetuo della
storia”. Richiamandosi al proverbio cinese che dice: “Per la rana in fondo al
pozzo il cielo non è grande”, il porporato assume un punto di vista parziale ma
sincero, raccontando semplicemente quanto ha “visto e sentito” nel corso del
suo lungo rapporto con la Cina. E le prospettive di una progressiva
integrazione della Chiesa cattolica nel Paese appaiono incoraggianti. Il
cardinale Etchegaray:
“Il libro è testimone di un rinnovamento e di un bello slancio malgrado
le costrizioni imposte da un regime ateo. La Chiesa in Cina ha saputo
salvaguardare l’unità di fede e di comunione con il Papa attraverso due comunità,
una ufficiale e l’altra clandestina, sempre più porose. I rapporti tra Roma e Pechino,
disseminati da passi falsi e appuntamenti mancati lungo la storia, devono
riprendere un dialogo di cui i due partner sentono il pressante bisogno”.
Un
rinnovamento testimoniato anche dalla nomina, nel 2004, da parte della Santa
Sede di 5 giovani vescovi di età compresa tra i 33 e i 46 anni e dall’entrata
in vigore, martedì scorso, di alcune norme del Governo cinese per la tutela dei
“culti legittimi”, che normalizzano le attività religiose nel Paese, attraverso
il riconoscimento dei luoghi di culto e dei ministri delle religioni. Padre
Angelo Lazzarotto, missionario in Cina:
“I commenti degli osservatori, anche occidentali, sono, in genere, moderatamente
positivi in quanto queste nuove norme contengono anche clausole che mirano a
garantire contro gli abusi, purtroppo facili, da parte dei funzionari addetti
al settore. Ma si osserva che la condizione delle comunità, che anche per
motivi di coscienza rifiutano di farsi registrare presso le cosiddette
associazioni patriottiche, non cambia: le loro attività, considerate illegali,
continueranno ad essere facile bersaglio delle forze di sicurezza”.
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IL QUADRO DEL CONSUMO DELLE
DIVERSE DROGHE NEL MONDO
NEL RAPPORTO DEL COMITATO INTERNAZIONALE PER IL
CONTROLLO DEI NARCOTICI, PRESENTATO A ROMA
- Intervista con Gilberto Guerra -
E' la
cannabis la droga più consumata in Europa: negli ultimi 12 mesi ne hanno fatto
uso 28,8 milioni di persone, pari al 5,3 per cento della popolazione. E' uno
dei dati contenuti nell'ultimo Rapporto del Comitato internazionale per il controllo
dei narcotici, presentato a Roma. Dal Rapporto 2004 emerge anche che, sempre
nel Vecchio Continente, è cresciuto il consumo di cocaina mentre quello di
eroina, in calo nei Paesi occidentali, è in ascesa in quelli orientali e negli
Stati della CSI: secondo stime ufficiali, ci sarebbero più di un milione di
consumatori di eroina nella sola Federazione russa. Il commento del professor
Gilberto Guerra, unico membro italiano del Comitato dell’ONU, intervistato da
Stefano Leszczynski:
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R. – Il nostro rapporto lancia in qualche modo indicazioni di allarme, ma
anche contemporaneamente indicazioni di speranza per quello che è lo scenario
attuale. In questo scenario lanciamo una prima proposta che è quella che ci
debba essere un rapporto ben bilanciato tra le strategie di riduzione della
domanda e di riduzione dell’offerta. I governi devono bilanciare bene il
contrasto alla repressione con interventi di prevenzione e di cura. Gli uni non
funzionano senza gli altri. E’ un monito molto importante da far risuonare anche
in Italia, anche al nostro governo.
D. -
Tuttavia aumenta la pericolosità delle droghe...
R. - In Europa abbiamo un’invasione della cocaina, un incremento della
cannabis ed abbiamo sicuramente una produzione di anfetamine e derivati. C’è da
dire che c’è una condizione, che qualcuno sottovaluta, di stabilizzazione
dell’eroina che però non va presa come riduzione di allarme.
D.-
Per l’Afghanistan lei sottolineava il cambiamento di produzione ...
R. - Loro importano l’anidride
acetica e fabbricano loro stessi l’eroina. Quindi loro sono diventati non
soltanto produttori della sostanza grezza, ma anche della sostanza finita.
D. - Lei dice che c’è un
grosso quantitativo di eroina che potrebbe arrivare presto in Europa?
R. – C’è uno stock immagazzinato che potrebbe veramente invadere
l’Europa. Per il momento si sta notando che non è aumentata l’eroina venduta,
ma è aumentata la purezza.
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LA DRAMMATICA SITUAZIONE IN DARFUR E’ STATA AL CENTRO DELLA PRIMA
DI UNA
SERIE DI CONFERENZE DEDICATE AL CONTINENTE AFRICANO,
ORGANIZZATE
A ROMA DAL CENTRO ASTALLI DEI PADRI GESUITI
- Intervista con Paola Saluzzi -
La drammatica situazione in
Darfur è stata al centro della prima di una serie di conferenze sull’Africa,
organizzate a Roma dal Centro Astalli dei padri Gesuiti. Durante l’incontro
svoltosi nei giorni scorsi, oltre alle analisi di esperti, sono emerse
testimonianze di chi ha vissuto in prima persona situazioni di conflitto o di
chi ne ha constatato le atroci conseguenze per le popolazioni civili. Jean Baptiste
Sourou ha intervistato la giornalista Rai, Paola Saluzzi, appena rientrata
dalla regione sudanese del Darfur:
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R. - Ho visto la vergogna del
mondo occidentale, ho visto l’abbandono ed una condizione di totale, assoluta
ingiustizia per quasi due milioni di rifugiati. Ho visto il positivo della
parte occidentale del mondo, cioè le ONG, i volontari, tutte le persone
impegnate a tentare di arginare questo disastro che, come tanti disastri
africani, è dimenticato. Si tratta di morti che non fanno rumore, perché quella
fame è la fame dell’Africa. E’ un po’ come fosse quel rumore di fondo quando
c’è un cantiere aperto per strada. I primi giorni ci dà fastidio, poi ci
abituiamo, quasi, al rumore del martello elettrico, non lo sentiamo più. Ho
provato un senso di profonda vergogna perché ho visto la fame, l’abbandono,
l’umiliazione, soprattutto, che è la prima arma che uccide le persone. Se noi
lasciassimo l’Africa crescere all’interno dei propri confini, istruirsi,
nobilitarsi, forse avremmo un continente che non graverebbe più sulle spalle di
un mondo che non è in grado di aiutarlo.
D. – Lei è andata nei campi dei
profughi. In quali condizioni vivono queste persone che lei ha visto?
R. – Ho visto uomini e donne, a
seconda dei campi, ammassati. Negli occhi di tutti leggevi l’atteggiamento da
leone chiuso in gabbia, come a dire “comunque questa non è casa mia, non è la
mia terra; mi hanno bruciato tutto, mi hanno distrutto tutto; vivo qui, ma vivo
qui perché so che se esco da questo confine, è la morte sicura”. Questo fa
male. Fa male vedere bambini che sai che rischiano di morire. I bambini sono il
nostro futuro. I bambini africani non vanno messi in condizioni di avere i
giocattoli rotti dei nostri figli, devono avere istruzione, devono avere libri,
per vivere nella loro terra, per diventare ingegneri nella loro terra,
contadini nella loro terra. Il mondo occidentale deve ricordarsi che esiste
un’Africa che preme sulle nostre spalle, che ha fame e che, se arrivata ad un
certo punto non ci guardasse più in faccia, avrebbe soltanto ragione.
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L’OPERA
DEL CERANO, MAESTRO DEL SEICENTO LOMBARDO LEGATO
ALLA FIGURA DI SAN CARLO
BORROMEO, IN MOSTRA AL PALAZZO REALE DI MILANO
- Con noi la prof.ssa Mina
Gregori -
Uno dei maggiori innovatori dell'arte del Seicento lombardo, Giovan Battista
Crespi detto il Cerano viene ricordato con 60 dipinti, di cui 15 grandi pale
d'altare e 34 disegni, nella mostra inaugurata nei giorni scorsi al Palazzo
Reale di Milano. L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 5 giugno
prossimo. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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(Musica)
Grande interprete del Seicento
lombardo, Giovan Battista Crespi detto il Cerano emerge come uno dei
protagonisti della rivoluzionaria trasformazione concettuale e formale della
pala sacra, a seguito del Concilio di Trento. La peculiarità del Cerano è il
suo temperare le estreme manifestazioni del manierismo con il realismo
caravaggesco. Sulle caratteristiche della pittura del Cerano, ascoltiamo la
professoressa Mina Gregori, curatrice della mostra milanese:
R. – Le caratteristiche del Cerano, in
un’evoluzione molto interessante, da un manierismo anche ironico non privo di
pathos, passano ad una pittura molto più intensa, legata ai nuovi incarichi di
carattere sacro che egli riceveva.
Una delle sei sezioni in cui è
articolata l’esposizione che comprende 60 dipinti, di cui 15 grandi pale
d’altare, è dedicata al rapporto tra il pittore e San Carlo Borromeo. Figura
che ispira profondamente l’arte del Cerano:
R. - Negli anni dal 1600 al 1610
vediamo una crescita di questo pittore che riceve sempre più intensamente
incarichi da Federico Borromeo, in vista della canonizzazione di San Carlo. C’è
il riversarsi dello spirito di Borromeo e, soprattutto, di San Carlo nella
pittura che era chiamata a rappresentare la vita e i miracoli del Santo.
Quindi, Cerano impersona con grande profondità il pathos e gli elementi
essenziali di quella che è la figura di San Carlo nel suo tempo: un tempo di peste,
un tempo di tragedie per la gente, un tempo di grandi ripensamenti spirituali.
Spentosi nel 1632 a meno di 60
anni, il Cerano avrà una profonda influenza soprattutto sulla scuola lombarda
di cui fu capofila:
R. – Cerano è lontano da quelle che potevano essere
le raffinatezze del manierismo. Nella sua opera c’è sempre una grande
profondità, che è quella che passerà per esempio a Francesco del Cairo, ed è un
particolare importantissimo per lo
sviluppo della pittura lombarda del ‘600.
La mostra antologica sul più
emblematico maestro lombardo dell’età di Federico Borromeo mostra, dunque, una
fase cruciale nella storia dell’arte moderna: il trapasso dal Manierismo al
Barocco.
(Musica)
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3 marzo 2005
A BEIRUT, IN LIBANO, COMINCIA
OGGI IL SINODO STRAORDINARIO DEI VESCOVI ARMENI CATTOLICI. L’INCONTRO, SI
CONCLUDERA’ IL 5 MARZO
BEIRUT. = Da oggi fino al 5
marzo, nella sede patriarcale di Beirut in Libano, avrà luogo il sinodo
straordinario dei vescovi armeni cattolici sotto la presidenza di sua
beatitudine Nerses Bredos, 19° patriarca di Ciclicia degli armeni cattolici. Lo
scopo principale di questo sinodo straordinario è l’elezione dei nuovi vescovi.
Durante i lavori dell’incontro, il segretario del sinodo, mons. Jean Teyrouzia,
farà un resoconto sul sinodo precedente e sul sinodo permanente, svoltosi nel
mese scorso a Roma. Fra gli altri temi in agenda, i padri sinodali
affronteranno il problema ecumenico, la situazione dell’esarcato armeno
cattolico dell’America del Nord e il problema economico della rivista
patriarcale “Avedig”. Inoltre, si discuterà anche della preparazione
dell’assemblea del clero armeno prevista per il mese di agosto prossimo presso
l’istituto patriarcale libanese di Bzmar. (E. B.)
IL GOVERNO DELLA MALAYSIA
LANCIA UNA CAMPAGNA CONTRO L’IMMIGRAZIONE
CLANDESTINA. L’ALTO COMMISSARIATO ONU PER I
RIFUGIATI
IN ALLERTA PER PROTEGGERE I RIFUGIATI E I RICHIEDENTI
ASILO
KUALA LUMPUR. = Nei giorni scorsi il governo di Kuala
Lumpur, in Malaysia, ha lanciato una maxi retata contro l’immigrazione
irregolare, impegnando circa mezzo milione di operatori di polizia e volontari
civili appartenenti ad un gruppo chiamato Ikatan Relawan Rakyat, detto “Rela”.
L’operazione punta a identificare i circa 400 mila lavoratori irregolari,
impiegati soprattutto in distretti di forte sviluppo industriale. In questa
situazione, rischiano l’arresto anche i rifugiati sotto la protezione e la
tutela giuridica personale dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Acnur).
Per questo, il personale Onu in Malaysia è in allerta per proteggere i rifugiati
e i richiedenti asilo e ha allestito un centro operativo con tre linee telefoniche
in continuo funzionamento. L’Alto Commissariato ha ricevuto assicurazione dai
più alti livelli del governo del Paese che le persone di competenza
dell’Agenzia non verranno coinvolte nell’operazione. Sembrano incoraggianti, infatti,
i primi riscontri secondo cui i funzionari malaysiani impegnati nell’operazione
avrebbero rilasciato tutte le persone in possesso di documenti forniti
dall’Acnur. Tuttavia - come fa notare l’Alto Commissariato - risulta che circa
30 persone in possesso di documentazione sono state arrestate. L’Acnur ha prontamente
inviato funzionari nei centri per evitare che i detenuti vengano deportati.
Intanto, oltre 300 persone si sono radunate davanti all’ufficio Onu di Kuala Lumpur,
nella speranza di ottenere l’assistenza necessaria per rimanere nel Paese. Gli
operatori dell’ufficio stanno registrando con urgenza i richiedenti asilo e
stanno intrattenendo con loro colloqui di orientamento. In Malaysia, il numero
di persone di competenza dell’UNHCR ammonta a 35 mila ed include appartenenti a
gruppi etnici originari del Myanmar, persone in fuga dalla provincia indonesiana
di Aceh e persone di altre nazionalità.
IL VICARIATO DELLA PASTORALE DELLA SALUTE HA ORGANIZZATO A LIMA, IN
PERU’,
UN
SEMINARIO SU CHIESA E AIDS. OBIETTIVO PRINCIPALE E’ LA SENSIBILIZZAZIONE
E L’
ASSISTENZA ALLE PERSONE MALATE
LIMA. = Lavorare insieme per
assistere gli ammalati usando le risorse della scienza e della fede per
alleviare la sofferenza. Questi alcuni degli obiettivi che animano il seminario
su “Chiesa e Aids” dal tema: “Verso una cultura di educazione e prevenzione”.
L’incontro è stato organizzato dal Vicariato della pastorale della salute di
Lima, in occasione della XIII giornata del malato conclusasi recentemente in
Camerun. Nel dibattito sono emersi alcuni importanti spunti di riflessione:
l’analisi dell’impatto dell’Hiv in Perù, l’organizzazione di uno spazio per lo
scambio di esperienze pastorali e di riflessione teologica sul lavoro della
Chiesa a favore della prevenzione e della cura dei malati di Aids. Inoltre, si
è discussa la proposta di alcune linee guida per il coordinamento dei gruppi di
lavoro nel campo dell’Aids. Centrale è quindi il ruolo dell’educazione per far
sì che si conoscano le cause di contagio e sia possibile prevenire il più possibile
la malattia. Per questo si è auspicato che lo Stato svolga campagne preventive
di sensibilizzazione e che fornisca fondi adeguati per garantire a tutti il
diritto alla salute, rendendo accessibili i medicinali indispensabili per
curare le diverse fasi dell’Hiv. Il Vicariato della pastorale della salute
opera a Lima in collaborazione con diverse organizzazioni, diocesi e parrocchie,
su tre aspetti fondamentali: prevenire le malattie e promuovere la salute delle
persone; garantire le visite di accompagnamento alle persone sofferenti;
coordinare le diverse istituzioni impegnate nel mondo della salute. (M.V.S.)
IN HONDURAS
SONO CIRCA 3.OOO I BAMBINI SALVATI DALLA STRADA
NEGLI ULTIMI DUE ANNI, GRAZIE
ALL’IMPEGNO CONGIUNTO
DEL GOVERNO E DI ALTRE REALTA’
PUBBLICHE E PRIVATE DI PAESI ESTERI
BUENOS AIRES - Tegucigalpa. = Si chiama “Zero bambini per la
strada” il programma sociale che negli ultimi due anni ha permesso alle
autorità dell’Honduras di salvare dall’indigenza e dallo sfruttamento circa
3.000 minori, dando loro una speranza per il futuro. Lo ha reso noto nel corso
di una conferenza stampa svoltasi in Argentina, a Buenos Aires, presso il
Centro culturale Borges, la moglie del presidente della Repubblica dell’Honduras
Ricardo Maduro, Aguas Ocaña, parlando dei principali problemi del suo Paese. In
Honduras il 70 per cento dei circa 7 milioni di abitanti vive in condizioni di
grave indigenza e il 69 per cento della popolazione alloggia in abitazioni al
limite della decenza umana. “Molti bambini che troviamo nelle strade sono il
prodotto di tutto questo: l’abbandono, la denutrizione, gli abusi ai quali sono
soggetti”, ha detto la signora Ocaña, aggiungendo che la denutrizione infantile
colpisce ancora oggi il 18 per cento dei minori residenti nelle città e circa
il 36 per cento di quelli che vivono nelle zone rurali. L’attività di recupero
dei minori dalle strade, il loro mantenimento e la loro educazione sono attività
realizzate dal governo honduregno in collaborazione con realtà pubbliche e private
di altri Paesi, a cominciare dalla Spagna. Queste attività puntano non solo a
recuperare i bambini in quanto tali ma anche a togliere preziosa manodopera
criminale alle “pandillas”, le bande giovanili che imperversano in Honduras e
in tutta l’America centrale. (E. B.)
L’ALGERIA
ANNUNCIA L’INTENZIONE DI INCREMENTARE LE ESPORTAZIONI DI GAS
NEI PROSSIMI 10 ANNI.
L’OPERAZIONE, CHE DOVREBBE GIOVARE ENORMEMENTE ALL’ECONOMIA DEL PAESE, PREVEDE
LA COLLABORAZIONE
CON GRANDI IMPRESE STRANIERE
Algeri. = Il
governo algerino intende incrementare entro i prossimi 10 anni l’esportazione
di gas metano, passando dagli attuali 60-62.000 milioni di metri cubi l’anno a
100.000 milioni di metri cubi nel 2015. Il raggiungimento di “quota 100.000”,
nelle intenzioni di Algeri, dovrebbe rappresentare un vero toccasana per
l’economia del Paese nordafricano già ora in gran parte dipendente dalle esportazioni
di metano. Infatti, attualmente il 95 per cento delle esportazioni algerine in
divisa forte, dollaro o euro, è legato al settore degli idrocarburi. In particolare,
nel 2004, la vendita all’estero di gas naturale e greggio ha fruttato ad Algeri
oltre 30 miliardi di dollari, pari a circa 24 miliardi di euro. L’ambizioso
obiettivo, che sarà reso possibile anche grazie allo sfruttamento di nuovi giacimenti,
dovrà essere perseguito dall’impresa di stato ‘Sonatrach’ in collaborazione con
altri grossi gruppi stranieri, in particolare norvegesi, britannici e spagnoli.
(E.B.)
QUESTA SERA NELLA
BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE A ROMA SI SVOLGERA’ LA MEDITAZIONE SUL TEMA “Eucaristia come sacrificio: significato del
sacrificio”. L’APPUNTAMENTO, CHE SI COLLOCA NEL QUADRO NELLA SERIE
“I GIOVEDI DI QUARESIMA”, SI CONCLUDE CON
L’ESECUZIONE DI MUSICA SACRA
ROMA. = “Eucaristia come
sacrificio: significato del sacrificio”. Questo il titolo della meditazione che
il cardinale Giovan Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi,
proporrà questa sera alle 20.30 presso la Patriarcale Basilica romana di Santa
Maria Maggiore. L’incontro è il terzo della serie “Incontri di riflessione e
musica per la Quaresima”, promossa dal cardinale Bernard Law, arciprete della
Basilica, in collaborazione con la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. Scopo
dell’iniziativa è aiutare i fedeli, attraverso riflessioni e preghiere ispirate
dall’Enciclica “Ecclesia de Eucharestia”, a penetrare in maniera sempre più profonda
il Mistero eucaristico, mistero pasquale della morte e della risurrezione di
Cristo. Nel corso dell’incontro, il Coro del santuario dell’Immacolata Concezione
di Washington, diretto da Peter Latona, eseguirà brani di autori diversi tra
cui Pierluigi da Palestrina, Robert Powell, William Byrd, Jan de Lienas. (E. B.)
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3 marzo 2005
- A cura
di Amedeo Lomonaco -
In Iraq, è di almeno 5 morti il
bilancio di un nuovo, duplice attentato compiuto da due kamikaze contro la sede
del ministero dell’Interno. Le vittime sono agenti
iracheni che si trovavano al posto di blocco davanti all’ingresso
dell’edificio. A Baquba un altro attacco
suicida ha causato la morte di un civile. Il nostro servizio:
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Due vetture imbottite di esplosivo si
sono scagliate, contro il ministero dell’Interno. Se i due attentatori fossero
riusciti a penetrare più all’interno del complesso ministeriale sarebbe stato
un massacro. Poco dopo il duplice attacco condotto nella capitale, un altro
kamikaze si è fatto saltare in aria a Baquba davanti al quartier generale della
Guardia nazionale.
Fonti delle forze dell’ordine hanno
riferito che l’attentato ha provocato la morte di un civile ed il ferimento di
14 persone, tra le quali il capo della polizia locale. L’esercito statunitense
ha reso noto, inoltre, che due soldati americani sono rimasti uccisi a Baghdad
e un marine è morto ieri nella provincia di Babil. Il dramma della violenza ha
sconvolto anche il Nord del Paese: a Mossul, dove la scorsa settimana è stata
assassinata la reporter di una rete regionale
dell’emittente pubblica ‘Iraqiya’, è stata uccisa un’altra giornalista
irachena. Si tratta di una giovane conduttrice della radio locale.
Per ottenere la liberazione di altre
due donne, l’inviata del ‘Manifesto’, Giuliana Sgrena e la redattrice di
‘Liberation’, Florence Aubenas, si mobilita anche il Parlamento dell’Unione
Europea: il presidente Josep Borrel, proporrà domani che alla sessione plenaria
della prossima settimana vengano esposti a Strasburgo i ritratti delle due
giornaliste. In questo scenario sconvolto
dalle violenze il governo iracheno ha prorogato, infine, di altri 30 giorni lo
stato di emergenza. Il provvedimento prevede restrizioni alla libertà di movimento
dei cittadini, con l’imposizione del coprifuoco e amplia le competenze delle
forze di sicurezza.
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Cresce di ora in ora la pressione
internazionale sulla Siria, perché ritiri le truppe dal Libano: un imperativo
ribadito ieri da Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Russia, mentre l’Egitto
sta tentando una difficile mediazione. A Beirut, intanto, si delinea una prova di
forza tra il presidente, Lahoud, e l’opposizione parlamentare.
In Medio Oriente è esplosa un’autobomba
vicino ad un gruppo di soldati israeliani. La deflagrazione, avvenuta nella
zona della città cisgiordana di Nablus, non ha provocato feriti. Poco prima,
due ordigni sono scoppiati nel campo profughi di Balata vicino ad un altro
gruppo di militari dello Stato ebraico. Nessun ferito anche in questo caso. E
sempre in Cisgiordania sono divampati, la scorsa notte, violenti scontri a
Jenin dove le forze israeliane hanno circondato alcuni militanti della Jihad
islamica e hanno arrestato sette persone. Sul versante politico, il presidente
palestinese Abu Mazen ha raccolto ieri a Bruxelles il sostegno dell’Europa che
ha stanziato 250 milioni di euro per le riforme dell’Autorità Nazionale
Palestinese.
Si è chiuso con una sorpresa, in
Indonesia, il processo ad Abu Bakar Bashir, leader di Jemaah Islamiya, presunto
mandante di numerosi attentati nel sudest asiatico. Pur riconoscendolo responsabile
dell’attentato di Bali nel 2002, costato la vita a 200 persone, per lo più
turisti australiani, i giudici lo hanno condannato a soli due anni e mezzo di
carcere, destando la dura reazione del governo di Canberra. Bashir è stato
assolto, inoltre, dalle accuse relative all’attentato contro l’hotel Marriott
di Giakarta, nel 2003.
Torna a salire la tensione tra Corea
del nord e Stati Uniti. Oggi il regime di Pyongyang è tornato a minacciare il
lancio di missili balistici, affermando di non sentirsi più vincolato alla
moratoria firmata 6 anni fa. Il
servizio di Andrea Sarubbi:
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L’ultimo
missile era partito nel ’98. Era a lunga gittata e dopo aver sorvolato l’intero
arcipelago giapponese, si inabissò nel Pacifico. Ufficialmente serviva alla
messa in orbita di un satellite artificiale, ma i Paesi confinanti non erano
stati avvisati e si sfiorò la guerra. Un anno dopo, fu lo stesso governo di
Pyongyang a placare le tensioni, con la decisione autonoma di sospendere i
lanci. Iniziò un momento propizio, dal punto di vista del dialogo, confermato
dallo storico incontro di giugno 2000 tra Kim Jong Il ed il collega sudcoreano
Kim Dae Jung. Da allora i rapporti con Seul, tra alti e bassi, sono cresciuti,
al contrario di quelli con gli Stati Uniti: la questione nucleare si trascina
ormai da due anni e l’altalena nordcoreana, nei colloqui a 6, ha ormai
spazientito la Casa Bianca.
Bush, che
dopo l’11 settembre aveva inserito il Paese asiatico nell’“asse del male”,
all’inizio del secondo mandato l’ha definito “avamposto della tirannia”. E ieri
Pyongyang ha chiesto le scuse ufficiali di Washington, altrimenti – annuncia -
nonostante l’appello dell’Aiea, l’agenzia internazionale per l’energia atomica,
e nonostante il caponegoziatore americano Hill neghi qualsiasi ostilità, i
colloqui sul nucleare non riprenderanno. E pensare che poco prima l’inviato
cinese, Wu Daiwei, aveva parlato di “nuovi sviluppi da discutere”.
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In Cina
tragedia a Kecheng, nella provincia settentrionale dello Shanxi: l’esplosione
di una cassa di dinamite nella casa del proprietario di una miniera di carbone
ha provocato la morte di 20 persone. Le vittime sono in maggioranza bambini che
frequentavano una scuola vicina all’abitazione.
In Giappone
è stato arrestato per falso in bilancio l’imprenditore Yoshiaki Tsutsumi. Ex
presidente della ‘Kokudo Corporation’, finanziaria del gruppo Seibu e delle omonime
ferrovie private, Tsutsumi è stato classificato come l’uomo più ricco del mondo
dal 1987 al 1990. Si è dimesso da ogni carica societaria negli ultimi mesi
dello scorso anno, prima che scoppiasse lo scandalo legato alle sue società. E’
accusato di aver violato le leggi finanziarie e di aver ordinato ai suoi collaboratori
di dichiarare un numero più basso di partecipazioni possedute dai principali
azionisti di Seibu Railway.
La Polonia verso le elezioni
anticipate. Almeno questa è l’intenzione del premier, Marek Belka, che
stamattina ha chiesto al Parlamento di sciogliersi, per poter andare al voto entro
giugno, anziché in autunno. Con l’occasione, lo stesso capo del governo lascerebbe
il proprio partito d’origine, l’Alleanza della sinistra democratica, per
passare ai centristi del Partito democratico.
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