RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 62 - Testo della trasmissione giovedì 3 marzo 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Continua il miglioramento delle condizioni del Papa che si alza un po' ed incontra alcuni collaboratori. Il Papa apprezza l’interesse manifestato da tutti: lo spiega nella nostra intervista il portavoce vaticano Navarro-Valls

 

Sul rapporto di sempre tra Papa e malattia, la riflessione del cardinale Roberto Tucci

 

Messaggio del Papa dal Gemelli al cardinale Arinze, in occasione della plenaria della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti

 

‘Missione, globalizzazione e migrazioni’: temi dell’incontro dei direttori delle Pontificie opere missionarie del continente americano, Caraibi e Antille, a Brasilia. Intervista con padre Lagni.

 

IN PRIMO PIANO:

“Verso i cristiani in Cina … visti da una rana immersa nel pozzo”: è il titolo del libro del cardinale Roger Etchegaray, presentato ieri a Roma. Ai nostri microfoni lo stesso cardinale e padre Angelo Lazzarotto

 

La drammatica situazione in Darfur è stata al centro della prima di una serie di conferenze dedicate al continente africano, organizzate a Roma dal centro Astalli dei padri Gesuiti. Intervista con Paola Saluzzi

 

Il quadro del consumo delle diverse droghe nel mondo nel rapporto del Comitato internazionale per il controllo dei narcotici, presentato a Roma. Il commento di Gilberto Guerra

 

L’opera del Cerano, maestro del ‘600 lombardo legato alla figura di San Carlo Borromeo, in mostra al palazzo reale di Milano. Con noi la prof.ssa Mina Gregari.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Comincia a Beirut, in Libano, il sinodo straordinario dei vescovi armeni cattolici

 

Il governo della Malaysia lancia una campagna contro l’immigrazione clandestina

 

Il vicariato della pastorale della salute ha organizzato a Lima, in Perù, un seminario su Chiesa e AIDS con obiettivo principale la sensibilizzazione e l’assistenza alle persone malate

 

“Zero bambini per la strada” è il programma sociale che negli ultimi due anni ha permesso alle autorità dell’Honduras di salvare circa 3.000 minori dallo sfruttamento, dando loro una speranza per il futuro

 

Il governo algerino annuncia l’intenzione di incrementare le esportazioni di gas nei prossimi 10 anni: attesa per positivi risvolti sociali

 

“Eucaristia come sacrificio: significato del sacrificio”: tema della meditazione di questa sera, per gli incontri quaresimali nella Basilica di Santa Maria Maggiore.

 

24 ORE NEL MONDO:

 In Iraq 5 poliziotti morti in un attentato contro il ministero dell’Interno e un civile ucciso a Baquba

 

Tensione tra Corea del nord e Stati Uniti: il regime di Pyongyang torna a minacciare il lancio di missili balistici.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

3 marzo 2005

 

 

CONTINUA IL MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DEL PAPA CHE SI ALZA UN PO'

ED INCONTRA ALCUNI COLLABORATORI. IL PAPA APPREZZA L’INTERESSE

MANIFESTATO DA TUTTI: LO SPIEGA NELLA NOSTRA INTERVISTA

IL PORTAVOCE VATICANO NAVARRO-VALLS.

SUL RAPPORTO DI SEMPRE TRA PAPA E MALATTIA, LA RIFLESSIONE

DEL CARDINALE ROBERTO TUCCI

 

Sono in progressivo miglioramento le condizioni di salute del Papa, come ha confermato il portavoce della Sala Stampa vaticana, Navarro-Valls, che stamane ha fatto visita al Policlinico Gemelli e in tarda mattinata ha diffuso l’annunciato bollettino medico. Ecco quanto spiega nell’intervista di Roberta Gisotti:

 

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R. – Posso dire che le condizioni di salute del Santo Padre sono in progressivo e continuo miglioramento. Avevo già detto e confermo anche adesso che il Papa si alimenta regolarmente e trascorre alcune ore della giornata in poltrona. La ferita chirurgica è in via di guarigione e proseguono quotidianamente le sedute di riabilitazione del respiro e della fonazione, con la fattiva collaborazione del Santo Padre.

 

D. - Il Papa continua comunque a ricevere visite e può alzarsi dal letto per recarsi nella cappella?

 

R. – Sì, com’è sua abitudine in Vaticano e continua anche adesso al Gemelli, passa lungo tempo nella cappella che è stata allestita proprio accanto alla sua stanza di ospedale. Poi, come tutti stanno vedendo negli ultimi giorni, il Papa sta ricevendo alcuni dei suoi collaboratori, con i quali segue quotidianamente sia l’attività della Santa Sede che la vita della Chiesa.

 

D. - Ci sono indicazioni per l’Angelus domenicale?

 

R. – Anche se questo lo confermerò sabato, la mia impressione è che si farà come domenica scorsa, in cui tanti fedeli hanno gradito la possibilità, da una parte, di seguire la preghiera dell’Angelus da Piazza San Pietro e, dall’altra, di vedere che il Papa si sia affacciato un attimo alla finestra dell’ospedale. Questo, comunque, lo confermerò il giorno prima, cioè sabato prossimo.

 

D. - Molti si chiedono anche se ci saranno cambiamenti nei Riti di Pasqua?

 

R. – No, il calendario dei Riti di Pasqua rimane com’era. Quello che il Papa dovrà decidere, quando naturalmente sarà tornato in Vaticano, sono le modalità della sua partecipazione o meno ad uno o all’altro dei Riti.

 

D. - Quando sarà emesso il prossimo bollettino medico?

 

R. – I medici hanno deciso che, dato che continua questo progressivo miglioramento, fino a lunedì prossimo non ci sarà nessun bisogno di rilasciare ancora un bollettino.

 

D. - Dott. Navarro-Valls, certamente Giovanni Paolo II sa con quanta attenzione i giornalisti, al di là del credo religioso, delle ideologie, delle nazionalità, seguano le sue condizioni di salute, a caccia di novità, notizie, testimonianze e foto inedite. Ecco, Lei ha mai colto da parte del Papa un senso di insofferenza verso questo atteggiamento che taluni ritengono inopportuno …

 

R. – La risposta sarebbe negativa, perché bisogna avere in mente chiaro il quadro totale. Se in certi casi c’è qualche persona che va ai dettagli, che sono come lei dice irrilevanti, d’accordo. Ma mi pare che questa sia la minoranza. Quello che viene fuori contemplando la stampa internazionale, televisioni e radio a livello mondiale è questo interesse straordinario alla figura di Giovanni Paolo II. Questa è l’idea che rimane, questo è il fatto che rimane, che poi ha espressioni molto diverse: l’enorme quantità di messaggi che arrivano in Vaticano, i rabbini che scrivono dicendo di pregare per la salute del Papa, gli ambasciatori di un gruppo di Paesi a maggioranza ortodossa, che vengono al Policlinico Gemelli. Quindi, è questa – direi –l’immagine che rimane e che è espressiva di una realtà: l’enorme interesse con cui il mondo si sente vicino al Santo Padre in questo momento.

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Ma ora colleghiamoci con il Policlinico Gemelli dove c’è il nostro inviato Alessandro Gisotti:

 

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Ad una settimana dall’intervento di tracheotomia praticato a Giovanni Paolo II, il clima al Policlinico Gemelli è sereno e fiducioso, dopo il bollettino medico diramato stamani in Sala Stampa Vaticana e distribuito ai giornalisti di tutto il mondo, presenti qui all’ospedale romano.

 

Stamani, hanno fatto visita al Pontefice l’arcivescovo emerito di Smirne e canonico di Santa Maria Maggiore, Domenico Caloyera, e gli ambasciatori di Messico e Colombia accreditati presso la Santa Sede. Ultimi di una lunga serie di membri del corpo diplomatico che in questi giorni hanno voluto far visita al Santo Padre.

 

Continuano le manifestazioni spontanee d’affetto per il Papa. Al Gemelli è giunto padre Corrado, responsabile dei pellegrini polacchi a Roma, con una delegazione di fedeli provenienti da Fatima e altri dalla Germania. Una suora ha portato al Pontefice un mazzo di fiori e un’icona. D’altro canto, ieri, la giornata al Policlinico, dopo le visite del cardinale Meisner e del sindaco capitolino Veltroni, si era conclusa con una fiaccolata dei volontari dell’Unitalsi, associazione che assiste i malati e li accompagna nei pellegrinaggi a Lourdes. L’iniziativa è terminata nella cappella dell’ospedale con una recita del Rosario.

 

Ricordiamo che Giovanni Paolo II è stato sottoposto ad una tracheotomia nella serata di giovedì 24 febbraio. Un intervento ritenuto necessario a causa del rinnovarsi di episodi di insufficienza respiratoria acuta. Nel primo bollettino, la mattina dopo l’operazione, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Navarro-Valls, aveva parlato di “una notte di tranquillo riposo” per Giovanni Paolo II. Domenica 27 febbraio, il Papa, poco dopo mezzogiorno, si è affacciato per pochi istanti alla finestra della sua stanza al decimo piano del Gemelli. Ha salutato e benedetto i fedeli con un gesto della mano, che ha commosso come poche parole saprebbero fare.

 

“Il decorso post-operatorio del Santo Padre si svolge senza complicazioni”, aveva quindi rassicurato una seconda nota della Sala Stampa della Santa Sede, lunedì 28 febbraio. Navarro-Valls aveva inoltre confermato l’inizio per il Papa degli esercizi di riabilitazione del respiro e della fonazione. Infine, il bollettino di oggi, che conferma il progressivo e continuo miglioramento delle condizioni di salute di Giovanni Paolo II, che segue l’attività della Santa Sede e la vita della Chiesa da quello che scherzosamente lui stesso ha definito “Vaticano numero 3”.

 

Dal Policlinico Gemelli, Alessandro Gisotti, Radio Vaticana.

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Il Papa tra i malati di un ospedale è un’immagine che Giovanni Paolo II ci ha insegnato a guardare con semplicità perché lui stesso ha parlato al mondo delle sue sofferenze fisiche con la spontaneità del figlio che si affida al Padre. Ma c’è anche un’altra immagine: quella dell’incontro tra il Papa e i malati, che ha trovato posto, tra l’altro, in tutti i viaggi apostolici. Ce la ricorda, nell’intervista di Rosario Tronnolone, il cardinale Roberto Tucci:

 

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Fino al 2001, tranne un caso, ho fatti tutti i viaggi del Papa, anche quando non ero ancora incaricato di organizzarli e, sin dal primo viaggio, in Messico nel ’79, mi fece un’enorme impressione l’atteggiamento del Papa davanti ai malati. Con ogni malato stava quasi in atteggiamento di venerazione, con una bontà, con una – direi - tenerezza verso il malato. E poi mi fece un’impressione, in tutte queste occasioni, non solo il fatto che il Papa volesse sempre un incontro coi malati, ma voleva anche che ci fossero dei malati in prima fila alle Messe. Scendeva dall’Altare, o al principio o alla fine, per salutare uno ad uno questi malati in carrozzella. E poi i discorsi che faceva quando incontrava in particolare i malati. L’ultimo incontro che mi ha più impressionato fu quello a Tour, in Francia: ricordo la sua fiducia che la sofferenza dei malati venga accettata da loro insieme con la sofferenza di Cristo ...

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“TEMI DI GRANDE INTERESSE, CHE BEN S’INQUADRANO ANCHE NELL’IMPEGNO

DI QUESTO SPECIALE ANNO DELL’EUCARISTIA”: COSÌ IL PAPA RICORDA

I LAVORI DELLA PLENARIA DELLA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E

LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI, IN CORSO IN QUESTI GIORNI. LO FA NEL MESSAGGIO

AL PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE, CARDINALE ARINZE,

INVIATO DAL POLICLINICO GEMELLI

- Il servizio di Fausta Speranza -

 

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“E’ bello constatare come, con le recenti nomine, la Congregazione non soltanto veda accresciuto il numero dei membri, ma anche risulti più rappresentativa della Chiesa diffusa in tutti i Continenti”: lo sottolinea il Papa che rivolge il suo saluto a tutti e in particolare al prefetto della Congregazione cardinale Francis Arinze. Ringrazio “per le parole di affetto e l’assicurazione di una speciale preghiera – dice nel messaggio - che mi ha fatto pervenire a nome di tutti, come anche per la dedizione generosa con cui guida il Dicastero.”

 

Giovanni Paolo II incoraggia “il Dicastero a perseverare, in cordiale e fiduciosa collaborazione con le Conferenze episcopali e i singoli Vescovi, nell’impegno per la promozione della liturgia”. E il Papa ricorda che “la riforma liturgica del Concilio Vaticano II ha prodotto grandi frutti, ma occorre passare ‘dal rinnovamento all’approfondimento’ perché la liturgia possa segnare sempre più la vita dei singoli e delle comunità, diventando fonte di santità, di comunione e di slancio missionario”.

 

Sottolinea, inoltre, l’attento sguardo rivolto, durante questa Plenaria, al lavoro compiuto negli ultimi anni dalla Congregazione, in sintonia con il disegno pastorale indicato da lui stesso a tutto il Popolo di Dio, invitandolo a specializzarsi sempre più nell’"arte della preghiera" (cfr Novo millennio ineunte, 35).

 

“Sono in particolare riconoscente – scrive il Papa - alla Congregazione per aver assecondato prontamente le indicazioni dell’Enciclica Ecclesia de Eucharistia e della Lettera apostolica Mane nobiscum Domine, preparando prima l’Istruzione Redemptionis Sacramentum e poi i Suggerimenti e proposte per l’Anno dell’Eucaristia”. E Giovanni Paolo II auspica che, “anche in virtù di questi documenti, la comunità cristiana cresca nell’amore per il Santissimo Sacramento e sia aiutata a celebrare sempre più degnamente il Sacrificio eucaristico, in conformità con le norme liturgiche e soprattutto con un’autentica partecipazione interiore”.

 

C’è poi il tema di grande significato dell’ars celebrandi, che – spiega il Papa – “esprime la capacità dei ministri ordinati e dell’intera assemblea, raccolta per la celebrazione, di attuare e vivere il senso di ciascun atto liturgico”. “E’ un’arte – aggiunge - che fa tutt’uno con l’impegno della contemplazione e della coerenza cristiana. Attraverso i riti e le preghiere, occorre lasciarsi raggiungere e pervadere intimamente dal Mistero”.

        

Altro tema altrettanto importante è quello della formazione liturgica, “componente fondamentale della preparazione dei futuri presbiteri e dei diaconi, dei ministri istituiti e dei religiosi, ma anche dimensione permanente della catechesi per tutti i fedeli”. E qui c’è una raccomandazione del Papa: “E’ urgente che nelle comunità parrocchiali, nelle associazioni e nei movimenti ecclesiali si assicurino adeguati percorsi formativi, perché la liturgia sia meglio conosciuta nella ricchezza del suo linguaggio e venga vissuta in pienezza. Nella misura in cui lo si farà, si sperimenteranno benefici influssi sulla vita personale e comunitaria.”

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MISSIONE, GLOBALIZZAZIONE E MIGRAZIONI: I TEMI IN DISCUSSIONE

ALL’INCONTRO DEI DIRETTORI DELLE PONTIFICIE OPERE MISSIONARIE

DEL CONTINENTE AMERICANO, CARAIBI E ANTILLE.

E’ IN CORSO A BRASÍLIA FINO A SABATO PROSSIMO

- Intervista con padre Daniel Lagni -

 

Missione, globalizzazione e migrazioni sono tre questioni chiave in discussione all’incontro dei direttori delle Pontificie Opere Missionarie (PP.OO.MM.) del Continente americano, Caraibi e Antille, che è in corso a Brasilia fino a sabato prossimo. Ad aprire l’incontro, martedì scorso, è stata la concelebrazione eucaristica presieduta dal nunzio Apostolico in Brasile, arcivescovo Lorenzo Baldisseri.  Poi si è aperto il confronto sugli aspetti più importanti dell’evangelizzazione nel momento attuale. A ascoltiamo quanto ci riferisce al proposito, nell’intervista di Cristiana Murray del nostro programma brasiliano, padre Daniel Lagni, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Brasile e rappresentante dei direttori di America Latina e Caribe:

 

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R. – Diciamo che il mondo è alla portata di tutti quanti. Noi, in America Latina, abbiamo un grande movimento migratorio verso il nord, soprattutto verso gli Stati Uniti e il Canada. Coloro che migrano sono persone di fede, sono cristiani. Cerchiamo allora di vedere come accompagnare questi cristiani che vanno in cerca di lavoro, di una vita migliore, e come mantenere viva la fiaccola della fede di questa gente. Come possiamo alimentare, sostenere la vita cristiana di coloro che lasciano la propria terra, la propria patria, mantenendo sempre viva la fede? La missione ha lo scopo di alimentare la fede di questi cristiani. Cerchiamo di trovare un metodo specifico e un modo è anche quello della festa. I latino-americani sono molto aperti e sensibili ai valori della gioia, della pace e delle relazioni umane. C’è soprattutto un grosso movimento migratorio in America centrale, passando per il Messico e poi arrivando agli Stati Uniti. La Chiesa è presente per l’animazione, l’organizzazione e il sostentamento di questi gruppi.

 

D. – Il missionario non è soltanto quello che parte da un Paese “più ricco” verso uno più povero per assistere la popolazione locale, ma è anche quello che riceve in un Paese ricco i più poveri …

 

R. – Con i migranti c’è un risveglio della fede nelle comunità locali. Perché quando arrivano, c’è uno stimolo anche per gli altri a riprendere il cammino della fede, della passione per la Chiesa, per la vita comunitaria.

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RINUNCE E NOMINE

 

Il Santo Padre ha accettato stamane la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Mazatlán in Messico, presentata da mons. Rafael Barraza Sánchez, per raggiunti limiti di età ed ha nominato allo stesso incarico mons. Mario Espinosa Contreras, finora Vescovo di Tehuacán.

 

Il Papa ha inoltre nominato vescovo coadiutore della diocesi di Burlington negli Stati Uniti mons. Salvatore Ronald Matano, del clero della diocesi di Providence, finora collaboratore locale della nunziatura apostolica a Washington.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Apre la prima pagina il titolo "L' 'ars celebrandi' fa tutt'uno con l'impegno della contemplazione e della coerenza cristiana": dal Policlinico "Gemelli" il Messaggio del Papa ai partecipanti alla Plenaria della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

Sempre in prima, l'articolo di Giampaolo Mattei dal titolo "Le manine dei bimbi verso quella finestra per una carezza al Papa".

 

Nelle vaticane, due pagine sul cammino della Chiesa in Italia.

 

Nelle estere, l'intervento della Santa Sede sulla riforma delle istituzioni internazionali e la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del Millennio, durante la 59.ma sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Libano: Bush intima alla Siria di ritirarsi.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Franco Lanza dal titolo "Francesco Petrarca ritratto da Boccaccio": un volume a cura di Giovanni Villani.

 

Nelle pagine italiane, in rilievo i temi del risparmio e della competitività.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

3 marzo 2005

 

 

“VERSO I CRISTIANI IN CINA … VISTI DA UNA RANA IMMERSA NEL POZZO”.

E’ L’ORIGINALE TITOLO DEL LIBRO DEL CARDINALE ROGER ETCHEGARAY,

PRESIDENTE EMERITO DEI PONTIFICI CONSIGLI GIUSTIZIA E PACE E COR UNUM,

PRESENTATO IERI A ROMA

- Con noi il cardinale Roger Etchegaray e padre Angelo Lazzarotto -

 

Passi in avanti nel processo di integrazione della Chiesa in Cina. Se ne è parlato ieri a Roma alla presentazione del libro del cardinale Roger Etchegaray, presidente emerito dei Pontifici Consigli Giustizia e Pace e Cor Unum dal titolo: “Verso i cristiani in Cina… visti da una rana immersa nel pozzo”. Il porporato racconta l’esperienza maturata nell’arco di 25 anni durante 4 visite compiute nel Paese asiatico, dove su 1 miliardo e 300 milioni di abitanti, il numero dei cristiani oscilla dai 20 ai 30 milioni, di cui meno della metà cattolici. Il servizio di Roberta Moretti:

 

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Un libro dal titolo originale. Con l’espressione ‘Verso i cristiani in Cina’ il cardinale Etchegaray evoca l’opera dinamica della Chiesa, “inserita sempre nel movimento perpetuo della storia”. Richiamandosi al proverbio cinese che dice: “Per la rana in fondo al pozzo il cielo non è grande”, il porporato assume un punto di vista parziale ma sincero, raccontando semplicemente quanto ha “visto e sentito” nel corso del suo lungo rapporto con la Cina. E le prospettive di una progressiva integrazione della Chiesa cattolica nel Paese appaiono incoraggianti. Il cardinale Etchegaray:

 

“Il libro è testimone di un rinnovamento e di un bello slancio malgrado le costrizioni imposte da un regime ateo. La Chiesa in Cina ha saputo salvaguardare l’unità di fede e di comunione con il Papa attraverso due comunità, una ufficiale e l’altra clandestina, sempre più porose. I rapporti tra Roma e Pechino, disseminati da passi falsi e appuntamenti mancati lungo la storia, devono riprendere un dialogo di cui i due partner sentono il pressante bisogno”.

 

Un rinnovamento testimoniato anche dalla nomina, nel 2004, da parte della Santa Sede di 5 giovani vescovi di età compresa tra i 33 e i 46 anni e dall’entrata in vigore, martedì scorso, di alcune norme del Governo cinese per la tutela dei “culti legittimi”, che normalizzano le attività religiose nel Paese, attraverso il riconoscimento dei luoghi di culto e dei ministri delle religioni. Padre Angelo Lazzarotto, missionario in Cina:

 

“I commenti degli osservatori, anche occidentali, sono, in genere, moderatamente positivi in quanto queste nuove norme contengono anche clausole che mirano a garantire contro gli abusi, purtroppo facili, da parte dei funzionari addetti al settore. Ma si osserva che la condizione delle comunità, che anche per motivi di coscienza rifiutano di farsi registrare presso le cosiddette associazioni patriottiche, non cambia: le loro attività, considerate illegali, continueranno ad essere facile bersaglio delle forze di sicurezza”.

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IL QUADRO DEL CONSUMO DELLE DIVERSE DROGHE NEL MONDO

NEL RAPPORTO DEL COMITATO INTERNAZIONALE PER IL CONTROLLO DEI NARCOTICI, PRESENTATO A ROMA

- Intervista con Gilberto Guerra -

 

E' la cannabis la droga più consumata in Europa: negli ultimi 12 mesi ne hanno fatto uso 28,8 milioni di persone, pari al 5,3 per cento della popolazione. E' uno dei dati contenuti nell'ultimo Rapporto del Comitato internazionale per il controllo dei narcotici, presentato a Roma. Dal Rapporto 2004 emerge anche che, sempre nel Vecchio Continente, è cresciuto il consumo di cocaina mentre quello di eroina, in calo nei Paesi occidentali, è in ascesa in quelli orientali e negli Stati della CSI: secondo stime ufficiali, ci sarebbero più di un milione di consumatori di eroina nella sola Federazione russa. Il commento del professor Gilberto Guerra, unico membro italiano del Comitato dell’ONU, intervistato da Stefano Leszczynski:

 

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R. – Il nostro rapporto lancia in qualche modo indicazioni di allarme, ma anche contemporaneamente indicazioni di speranza per quello che è lo scenario attuale. In questo scenario lanciamo una prima proposta che è quella che ci debba essere un rapporto ben bilanciato tra le strategie di riduzione della domanda e di riduzione dell’offerta. I governi devono bilanciare bene il contrasto alla repressione con interventi di prevenzione e di cura. Gli uni non funzionano senza gli altri. E’ un monito molto importante da far risuonare anche in Italia, anche al nostro governo.

 

D. - Tuttavia aumenta la pericolosità delle droghe...

 

R. - In Europa abbiamo un’invasione della cocaina, un incremento della cannabis ed abbiamo sicuramente una produzione di anfetamine e derivati. C’è da dire che c’è una condizione, che qualcuno sottovaluta, di stabilizzazione dell’eroina che però non va presa come riduzione di allarme.

 

D.- Per l’Afghanistan lei sottolineava il cambiamento di produzione ...

 

R. - Loro importano l’anidride acetica e fabbricano loro stessi l’eroina. Quindi loro sono diventati non soltanto produttori della sostanza grezza, ma anche della sostanza finita.

 

D. - Lei dice che c’è un grosso quantitativo di eroina che potrebbe arrivare presto in Europa?

 

R. – C’è uno stock immagazzinato che potrebbe veramente invadere l’Europa. Per il momento si sta notando che non è aumentata l’eroina venduta, ma è aumentata la purezza.

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LA DRAMMATICA SITUAZIONE IN DARFUR E’ STATA AL CENTRO DELLA PRIMA

DI UNA SERIE DI CONFERENZE DEDICATE AL CONTINENTE AFRICANO,

ORGANIZZATE A ROMA DAL CENTRO ASTALLI DEI PADRI GESUITI

- Intervista con Paola Saluzzi -

 

La drammatica situazione in Darfur è stata al centro della prima di una serie di conferenze sull’Africa, organizzate a Roma dal Centro Astalli dei padri Gesuiti. Durante l’incontro svoltosi nei giorni scorsi, oltre alle analisi di esperti, sono emerse testimonianze di chi ha vissuto in prima persona situazioni di conflitto o di chi ne ha constatato le atroci conseguenze per le popolazioni civili. Jean Baptiste Sourou ha intervistato la giornalista Rai, Paola Saluzzi, appena rientrata dalla regione sudanese del Darfur:

 

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R. - Ho visto la vergogna del mondo occidentale, ho visto l’abbandono ed una condizione di totale, assoluta ingiustizia per quasi due milioni di rifugiati. Ho visto il positivo della parte occidentale del mondo, cioè le ONG, i volontari, tutte le persone impegnate a tentare di arginare questo disastro che, come tanti disastri africani, è dimenticato. Si tratta di morti che non fanno rumore, perché quella fame è la fame dell’Africa. E’ un po’ come fosse quel rumore di fondo quando c’è un cantiere aperto per strada. I primi giorni ci dà fastidio, poi ci abituiamo, quasi, al rumore del martello elettrico, non lo sentiamo più. Ho provato un senso di profonda vergogna perché ho visto la fame, l’abbandono, l’umiliazione, soprattutto, che è la prima arma che uccide le persone. Se noi lasciassimo l’Africa crescere all’interno dei propri confini, istruirsi, nobilitarsi, forse avremmo un continente che non graverebbe più sulle spalle di un mondo che non è in grado di aiutarlo.

 

D. – Lei è andata nei campi dei profughi. In quali condizioni vivono queste persone che lei ha visto?

 

R. – Ho visto uomini e donne, a seconda dei campi, ammassati. Negli occhi di tutti leggevi l’atteggiamento da leone chiuso in gabbia, come a dire “comunque questa non è casa mia, non è la mia terra; mi hanno bruciato tutto, mi hanno distrutto tutto; vivo qui, ma vivo qui perché so che se esco da questo confine, è la morte sicura”. Questo fa male. Fa male vedere bambini che sai che rischiano di morire. I bambini sono il nostro futuro. I bambini africani non vanno messi in condizioni di avere i giocattoli rotti dei nostri figli, devono avere istruzione, devono avere libri, per vivere nella loro terra, per diventare ingegneri nella loro terra, contadini nella loro terra. Il mondo occidentale deve ricordarsi che esiste un’Africa che preme sulle nostre spalle, che ha fame e che, se arrivata ad un certo punto non ci guardasse più in faccia, avrebbe soltanto ragione.

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L’OPERA DEL CERANO, MAESTRO DEL SEICENTO LOMBARDO LEGATO

ALLA FIGURA DI SAN CARLO BORROMEO, IN MOSTRA AL PALAZZO REALE DI MILANO

- Con noi la prof.ssa Mina Gregori -

 

Uno dei maggiori innovatori dell'arte del Seicento lombardo, Giovan Battista Crespi detto il Cerano viene ricordato con 60 dipinti, di cui 15 grandi pale d'altare e 34 disegni, nella mostra inaugurata nei giorni scorsi al Palazzo Reale di Milano. L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 5 giugno prossimo. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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(Musica)

 

Grande interprete del Seicento lombardo, Giovan Battista Crespi detto il Cerano emerge come uno dei protagonisti della rivoluzionaria trasformazione concettuale e formale della pala sacra, a seguito del Concilio di Trento. La peculiarità del Cerano è il suo temperare le estreme manifestazioni del manierismo con il realismo caravaggesco. Sulle caratteristiche della pittura del Cerano, ascoltiamo la professoressa Mina Gregori, curatrice della mostra milanese:

 

R. – Le caratteristiche del Cerano, in un’evoluzione molto interessante, da un manierismo anche ironico non privo di pathos, passano ad una pittura molto più intensa, legata ai nuovi incarichi di carattere sacro che egli riceveva.

 

Una delle sei sezioni in cui è articolata l’esposizione che comprende 60 dipinti, di cui 15 grandi pale d’altare, è dedicata al rapporto tra il pittore e San Carlo Borromeo. Figura che ispira profondamente l’arte del Cerano:

 

R. - Negli anni dal 1600 al 1610 vediamo una crescita di questo pittore che riceve sempre più intensamente incarichi da Federico Borromeo, in vista della canonizzazione di San Carlo. C’è il riversarsi dello spirito di Borromeo e, soprattutto, di San Carlo nella pittura che era chiamata a rappresentare la vita e i miracoli del Santo. Quindi, Cerano impersona con grande profondità il pathos e gli elementi essenziali di quella che è la figura di San Carlo nel suo tempo: un tempo di peste, un tempo di tragedie per la gente, un tempo di grandi ripensamenti spirituali.

 

Spentosi nel 1632 a meno di 60 anni, il Cerano avrà una profonda influenza soprattutto sulla scuola lombarda di cui fu capofila:

 

R. – Cerano è lontano da quelle che potevano essere le raffinatezze del manierismo. Nella sua opera c’è sempre una grande profondità, che è quella che passerà per esempio a Francesco del Cairo, ed è un particolare  importantissimo per lo sviluppo della pittura lombarda del ‘600.

 

La mostra antologica sul più emblematico maestro lombardo dell’età di Federico Borromeo mostra, dunque, una fase cruciale nella storia dell’arte moderna: il trapasso dal Manierismo al Barocco.

 

(Musica)

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CHIESA E SOCIETA’

3 marzo 2005

 

 

A BEIRUT, IN LIBANO, COMINCIA OGGI IL SINODO STRAORDINARIO DEI VESCOVI ARMENI CATTOLICI. L’INCONTRO, SI CONCLUDERA’ IL 5 MARZO

 

BEIRUT. = Da oggi fino al 5 marzo, nella sede patriarcale di Beirut in Libano, avrà luogo il sinodo straordinario dei vescovi armeni cattolici sotto la presidenza di sua beatitudine Nerses Bredos, 19° patriarca di Ciclicia degli armeni cattolici. Lo scopo principale di questo sinodo straordinario è l’elezione dei nuovi vescovi. Durante i lavori dell’incontro, il segretario del sinodo, mons. Jean Teyrouzia, farà un resoconto sul sinodo precedente e sul sinodo permanente, svoltosi nel mese scorso a Roma. Fra gli altri temi in agenda, i padri sinodali affronteranno il problema ecumenico, la situazione dell’esarcato armeno cattolico dell’America del Nord e il problema economico della rivista patriarcale “Avedig”. Inoltre, si discuterà anche della preparazione dell’assemblea del clero armeno prevista per il mese di agosto prossimo presso l’istituto patriarcale libanese di Bzmar. (E. B.)

 

 

IL GOVERNO DELLA MALAYSIA LANCIA UNA CAMPAGNA CONTRO L’IMMIGRAZIONE

CLANDESTINA. L’ALTO COMMISSARIATO ONU PER I RIFUGIATI

IN ALLERTA PER PROTEGGERE I RIFUGIATI E I RICHIEDENTI ASILO

 

KUALA LUMPUR. = Nei giorni scorsi il governo di Kuala Lumpur, in Malaysia, ha lanciato una maxi retata contro l’immigrazione irregolare, impegnando circa mezzo milione di operatori di polizia e volontari civili appartenenti ad un gruppo chiamato Ikatan Relawan Rakyat, detto “Rela”. L’operazione punta a identificare i circa 400 mila lavoratori irregolari, impiegati soprattutto in distretti di forte sviluppo industriale. In questa situazione, rischiano l’arresto anche i rifugiati sotto la protezione e la tutela giuridica personale dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Acnur). Per questo, il personale Onu in Malaysia è in allerta per proteggere i rifugiati e i richiedenti asilo e ha allestito un centro operativo con tre linee telefoniche in continuo funzionamento. L’Alto Commissariato ha ricevuto assicurazione dai più alti livelli del governo del Paese che le persone di competenza dell’Agenzia non verranno coinvolte nell’operazione. Sembrano incoraggianti, infatti, i primi riscontri secondo cui i funzionari malaysiani impegnati nell’operazione avrebbero rilasciato tutte le persone in possesso di documenti forniti dall’Acnur. Tuttavia - come fa notare l’Alto Commissariato - risulta che circa 30 persone in possesso di documentazione sono state arrestate. L’Acnur ha prontamente inviato funzionari nei centri per evitare che i detenuti vengano deportati. Intanto, oltre 300 persone si sono radunate davanti all’ufficio Onu di Kuala Lumpur, nella speranza di ottenere l’assistenza necessaria per rimanere nel Paese. Gli operatori dell’ufficio stanno registrando con urgenza i richiedenti asilo e stanno intrattenendo con loro colloqui di orientamento. In Malaysia, il numero di persone di competenza dell’UNHCR ammonta a 35 mila ed include appartenenti a gruppi etnici originari del Myanmar, persone in fuga dalla provincia indonesiana di Aceh e persone di altre nazionalità.

 

 

IL VICARIATO DELLA PASTORALE DELLA SALUTE HA ORGANIZZATO A LIMA, IN PERU’,

UN SEMINARIO SU CHIESA E AIDS. OBIETTIVO PRINCIPALE E’ LA SENSIBILIZZAZIONE

E L’ ASSISTENZA ALLE PERSONE MALATE

 

LIMA. = Lavorare insieme per assistere gli ammalati usando le risorse della scienza e della fede per alleviare la sofferenza. Questi alcuni degli obiettivi che animano il seminario su “Chiesa e Aids” dal tema: “Verso una cultura di educazione e prevenzione”. L’incontro è stato organizzato dal Vicariato della pastorale della salute di Lima, in occasione della XIII giornata del malato conclusasi recentemente in Camerun. Nel dibattito sono emersi alcuni importanti spunti di riflessione: l’analisi dell’impatto dell’Hiv in Perù, l’organizzazione di uno spazio per lo scambio di esperienze pastorali e di riflessione teologica sul lavoro della Chiesa a favore della prevenzione e della cura dei malati di Aids. Inoltre, si è discussa la proposta di alcune linee guida per il coordinamento dei gruppi di lavoro nel campo dell’Aids. Centrale è quindi il ruolo dell’educazione per far sì che si conoscano le cause di contagio e sia possibile prevenire il più possibile la malattia. Per questo si è auspicato che lo Stato svolga campagne preventive di sensibilizzazione e che fornisca fondi adeguati per garantire a tutti il diritto alla salute, rendendo accessibili i medicinali indispensabili per curare le diverse fasi dell’Hiv. Il Vicariato della pastorale della salute opera a Lima in collaborazione con diverse organizzazioni, diocesi e parrocchie, su tre aspetti fondamentali: prevenire le malattie e promuovere la salute delle persone; garantire le visite di accompagnamento alle persone sofferenti; coordinare le diverse istituzioni impegnate nel mondo della salute. (M.V.S.)

 

 

IN HONDURAS SONO CIRCA 3.OOO I BAMBINI SALVATI DALLA STRADA

NEGLI ULTIMI DUE ANNI, GRAZIE ALL’IMPEGNO CONGIUNTO

DEL GOVERNO E DI ALTRE REALTA’ PUBBLICHE E PRIVATE DI PAESI ESTERI

 

BUENOS AIRES - Tegucigalpa. = Si chiama “Zero bambini per la strada” il programma sociale che negli ultimi due anni ha permesso alle autorità dell’Honduras di salvare dall’indigenza e dallo sfruttamento circa 3.000 minori, dando loro una speranza per il futuro. Lo ha reso noto nel corso di una conferenza stampa svoltasi in Argentina, a Buenos Aires, presso il Centro culturale Borges, la moglie del presidente della Repubblica dell’Honduras Ricardo Maduro, Aguas Ocaña, parlando dei principali problemi del suo Paese. In Honduras il 70 per cento dei circa 7 milioni di abitanti vive in condizioni di grave indigenza e il 69 per cento della popolazione alloggia in abitazioni al limite della decenza umana. “Molti bambini che troviamo nelle strade sono il prodotto di tutto questo: l’abbandono, la denutrizione, gli abusi ai quali sono soggetti”, ha detto la signora Ocaña, aggiungendo che la denutrizione infantile colpisce ancora oggi il 18 per cento dei minori residenti nelle città e circa il 36 per cento di quelli che vivono nelle zone rurali. L’attività di recupero dei minori dalle strade, il loro mantenimento e la loro educazione sono attività realizzate dal governo honduregno in collaborazione con realtà pubbliche e private di altri Paesi, a cominciare dalla Spagna. Queste attività puntano non solo a recuperare i bambini in quanto tali ma anche a togliere preziosa manodopera criminale alle “pandillas”, le bande giovanili che imperversano in Honduras e in tutta l’America centrale. (E. B.)

 

 

L’ALGERIA ANNUNCIA L’INTENZIONE DI INCREMENTARE LE ESPORTAZIONI DI GAS

NEI PROSSIMI 10 ANNI. L’OPERAZIONE, CHE DOVREBBE GIOVARE ENORMEMENTE ALL’ECONOMIA DEL PAESE, PREVEDE LA COLLABORAZIONE

CON GRANDI IMPRESE STRANIERE

 

Algeri. = Il governo algerino intende incrementare entro i prossimi 10 anni l’esportazione di gas metano, passando dagli attuali 60-62.000 milioni di metri cubi l’anno a 100.000 milioni di metri cubi nel 2015. Il raggiungimento di “quota 100.000”, nelle intenzioni di Algeri, dovrebbe rappresentare un vero toccasana per l’economia del Paese nordafricano già ora in gran parte dipendente dalle esportazioni di metano. Infatti, attualmente il 95 per cento delle esportazioni algerine in divisa forte, dollaro o euro, è legato al settore degli idrocarburi. In particolare, nel 2004, la vendita all’estero di gas naturale e greggio ha fruttato ad Algeri oltre 30 miliardi di dollari, pari a circa 24 miliardi di euro. L’ambizioso obiettivo, che sarà reso possibile anche grazie allo sfruttamento di nuovi giacimenti, dovrà essere perseguito dall’impresa di stato ‘Sonatrach’ in collaborazione con altri grossi gruppi stranieri, in particolare norvegesi, britannici e spagnoli. (E.B.)

 

 

QUESTA SERA NELLA BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE A ROMA SI SVOLGERA’ LA MEDITAZIONE SUL TEMA “Eucaristia come sacrificio: significato del sacrificio”. L’APPUNTAMENTO, CHE SI COLLOCA NEL QUADRO NELLA SERIE

“I GIOVEDI DI QUARESIMA”, SI CONCLUDE CON L’ESECUZIONE DI MUSICA SACRA

 

ROMA. = “Eucaristia come sacrificio: significato del sacrificio”. Questo il titolo della meditazione che il cardinale Giovan Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, proporrà questa sera alle 20.30 presso la Patriarcale Basilica romana di Santa Maria Maggiore. L’incontro è il terzo della serie “Incontri di riflessione e musica per la Quaresima”, promossa dal cardinale Bernard Law, arciprete della Basilica, in collaborazione con la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. Scopo dell’iniziativa è aiutare i fedeli, attraverso riflessioni e preghiere ispirate dall’Enciclica “Ecclesia de Eucharestia”, a penetrare in maniera sempre più profonda il Mistero eucaristico, mistero pasquale della morte e della risurrezione di Cristo. Nel corso dell’incontro, il Coro del santuario dell’Immacolata Concezione di Washington, diretto da Peter Latona, eseguirà brani di autori diversi tra cui Pierluigi da Palestrina, Robert Powell, William Byrd, Jan de Lienas. (E. B.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

3 marzo 2005

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Iraq, è di almeno 5 morti il bilancio di un nuovo, duplice attentato compiuto da due kamikaze contro la sede del ministero dell’Interno. Le vittime sono agenti iracheni che si trovavano al posto di blocco davanti all’ingresso dell’edificio. A Baquba un altro attacco suicida ha causato la morte di un civile. Il nostro servizio:

 

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Due vetture imbottite di esplosivo si sono scagliate, contro il ministero dell’Interno. Se i due attentatori fossero riusciti a penetrare più all’interno del complesso ministeriale sarebbe stato un massacro. Poco dopo il duplice attacco condotto nella capitale, un altro kamikaze si è fatto saltare in aria a Baquba davanti al quartier generale della Guardia nazionale.

 

Fonti delle forze dell’ordine hanno riferito che l’attentato ha provocato la morte di un civile ed il ferimento di 14 persone, tra le quali il capo della polizia locale. L’esercito statunitense ha reso noto, inoltre, che due soldati americani sono rimasti uccisi a Baghdad e un marine è morto ieri nella provincia di Babil. Il dramma della violenza ha sconvolto anche il Nord del Paese: a Mossul, dove la scorsa settimana è stata assassinata la reporter di una rete regionale dell’emittente pubblica ‘Iraqiya’, è stata uccisa un’altra giornalista irachena. Si tratta di una giovane conduttrice della radio locale.

 

Per ottenere la liberazione di altre due donne, l’inviata del ‘Manifesto’, Giuliana Sgrena e la redattrice di ‘Liberation’, Florence Aubenas, si mobilita anche il Parlamento dell’Unione Europea: il presidente Josep Borrel, proporrà domani che alla sessione plenaria della prossima settimana vengano esposti a Strasburgo i ritratti delle due giornaliste. In questo scenario sconvolto dalle violenze il governo iracheno ha prorogato, infine, di altri 30 giorni lo stato di emergenza. Il provvedimento prevede restrizioni alla libertà di movimento dei cittadini, con l’imposizione del coprifuoco e amplia le competenze delle forze di sicurezza.

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Cresce di ora in ora la pressione internazionale sulla Siria, perché ritiri le truppe dal Libano: un imperativo ribadito ieri da Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Russia, mentre l’Egitto sta tentando una difficile mediazione. A Beirut, intanto, si delinea una prova di forza tra il presidente, Lahoud, e l’opposizione parlamentare.

 

In Medio Oriente è esplosa un’autobomba vicino ad un gruppo di soldati israeliani. La deflagrazione, avvenuta nella zona della città cisgiordana di Nablus, non ha provocato feriti. Poco prima, due ordigni sono scoppiati nel campo profughi di Balata vicino ad un altro gruppo di militari dello Stato ebraico. Nessun ferito anche in questo caso. E sempre in Cisgiordania sono divampati, la scorsa notte, violenti scontri a Jenin dove le forze israeliane hanno circondato alcuni militanti della Jihad islamica e hanno arrestato sette persone. Sul versante politico, il presidente palestinese Abu Mazen ha raccolto ieri a Bruxelles il sostegno dell’Europa che ha stanziato 250 milioni di euro per le riforme dell’Autorità Nazionale Palestinese.

 

Si è chiuso con una sorpresa, in Indonesia, il processo ad Abu Bakar Bashir, leader di Jemaah Islamiya, presunto mandante di numerosi attentati nel sudest asiatico. Pur riconoscendolo responsabile dell’attentato di Bali nel 2002, costato la vita a 200 persone, per lo più turisti australiani, i giudici lo hanno condannato a soli due anni e mezzo di carcere, destando la dura reazione del governo di Canberra. Bashir è stato assolto, inoltre, dalle accuse relative all’attentato contro l’hotel Marriott di Giakarta, nel 2003.

 

Torna a salire la tensione tra Corea del nord e Stati Uniti. Oggi il regime di Pyongyang è tornato a minacciare il lancio di missili balistici, affermando di non sentirsi più vincolato alla moratoria firmata 6 anni fa. Il servizio di Andrea Sarubbi:

 

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L’ultimo missile era partito nel ’98. Era a lunga gittata e dopo aver sorvolato l’intero arcipelago giapponese, si inabissò nel Pacifico. Ufficialmente serviva alla messa in orbita di un satellite artificiale, ma i Paesi confinanti non erano stati avvisati e si sfiorò la guerra. Un anno dopo, fu lo stesso governo di Pyongyang a placare le tensioni, con la decisione autonoma di sospendere i lanci. Iniziò un momento propizio, dal punto di vista del dialogo, confermato dallo storico incontro di giugno 2000 tra Kim Jong Il ed il collega sudcoreano Kim Dae Jung. Da allora i rapporti con Seul, tra alti e bassi, sono cresciuti, al contrario di quelli con gli Stati Uniti: la questione nucleare si trascina ormai da due anni e l’altalena nordcoreana, nei colloqui a 6, ha ormai spazientito la Casa Bianca.

 

Bush, che dopo l’11 settembre aveva inserito il Paese asiatico nell’“asse del male”, all’inizio del secondo mandato l’ha definito “avamposto della tirannia”. E ieri Pyongyang ha chiesto le scuse ufficiali di Washington, altrimenti – annuncia - nonostante l’appello dell’Aiea, l’agenzia internazionale per l’energia atomica, e nonostante il caponegoziatore americano Hill neghi qualsiasi ostilità, i colloqui sul nucleare non riprenderanno. E pensare che poco prima l’inviato cinese, Wu Daiwei, aveva parlato di “nuovi sviluppi da discutere”.

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In Cina tragedia a Kecheng, nella provincia settentrionale dello Shanxi: l’esplosione di una cassa di dinamite nella casa del proprietario di una miniera di carbone ha provocato la morte di 20 persone. Le vittime sono in maggioranza bambini che frequentavano una scuola vicina all’abitazione.

 

In Giappone è stato arrestato per falso in bilancio l’imprenditore Yoshiaki Tsutsumi. Ex presidente della ‘Kokudo Corporation’, finanziaria del gruppo Seibu e delle omonime ferrovie private, Tsutsumi è stato classificato come l’uomo più ricco del mondo dal 1987 al 1990. Si è dimesso da ogni carica societaria negli ultimi mesi dello scorso anno, prima che scoppiasse lo scandalo legato alle sue società. E’ accusato di aver violato le leggi finanziarie e di aver ordinato ai suoi collaboratori di dichiarare un numero più basso di partecipazioni possedute dai principali azionisti di Seibu Railway.

 

La Polonia verso le elezioni anticipate. Almeno questa è l’intenzione del premier, Marek Belka, che stamattina ha chiesto al Parlamento di sciogliersi, per poter andare al voto entro giugno, anziché in autunno. Con l’occasione, lo stesso capo del governo lascerebbe il proprio partito d’origine, l’Alleanza della sinistra democratica, per passare ai centristi del Partito democratico.

 

 

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