RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 25 - Testo della trasmissione martedì 25 gennaio 2005

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Si conclude oggi la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: il commento del vescovo Vincenzo Paglia

Riorganizzazione delle circoscrizioni ecclesiastiche in Albania

“La luce della fede sul mistero del dolore”: alla Messa in Vaticano per il trigesimo delle vittime del maremoto nel Sud-Est asiatico, le parole del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano

Incontro stamani a Roma dei rappresentanti delle Conferenze episcopali e delle Caritas nazionali dei Paesi colpiti dal maremoto: ce ne parla mons. Mario Zenari

Vigilare contro ogni “recrudescenza di antisemitismo” o forme di genocidio: così Kofi Annan alla cerimonia ONU nel 60.mo dalla liberazione di Auschwitz: con noi l’arcivescovo Celestino Migliore

Nell’anno dell’Eucaristia, Conferenza interdiocesana sulla Liturgia, a Dallas: intervista con il cardinale Arinze

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Il ruolo dei laici nell’apostolato e la testimonianza: le priorità indicate dal nuovo superiore dei Pallottini. Ce ne parla padre Friedrich Kretz

La pittura dell’ambiente romano del ‘600 nell’arte di Pierfrancesco Mola: in mostra ad Ariccia, nel Lazio. Ai nostri microfoni Mina Gregari e Francesco Petrucci

CHIESA E SOCIETA’:

Conclusione dell’Assemblea generale ordinaria dei vescovi del Perù

 

Celebrata a Tokyo una cerimonia ecumenica per rinsaldare i vincoli di dialogo tra cattolici e luterani del Giappone

 

No delle Filippine all’uso dei profilattici per il controllo demografico

 

Al via, domani, la quinta edizione del Forum sociale mondiale

 

E’ on line il nuovo sito Internet dei padri comboniani

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq, a cinque giorni dalle elezioni, ucciso un giudice iracheno e ripetute le minacce del terrorista al Zarqawi. In Italia funerali di Stato per il maresciallo Simone Cola, colpito a Nassirya

 

Diplomazia al lavoro per il Medio Oriente: a Gerusalemme il sotto-segretario di Stato americano Burns

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

25 gennaio 2005

 

 

SI CONCLUDE OGGI LA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI

INCENTRATA SUL TEMA “CRISTO, UNICO FONDAMENTO DELLA CHIESA”.

IL VESCOVO VINCENZO PAGLIA TRACCIA AI NOSTRI MICROFONI

UN BILANCIO DELL’INIZIATIVA ECUMENICA

 

Si chiude oggi la “Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani”, incentrata quest’anno sul tema “Cristo unico fondamento della Chiesa”. Alle ore 17.30, nella patriarcale basilica di San Paolo Fuori le Mura, avrà luogo la tradizionale conclusione dell’iniziativa ecumenica. A nome del Santo Padre, la celebrazione dei Vespri sarà presieduta dal cardinale Walter Kasper, presidente del pontificio consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani. Al rito solenne prenderanno parte numerosi rappresentanti della altre Chiese e comunità ecclesiali. Parteciperanno anche i membri della Commissione mista internazionale di dialogo tra Chiesa cattolica e chiese ortodosse orientali. La commissione, istituita recentemente, terrà la sua seconda sessione plenaria, a Roma, da oggi a sabato 29 prossimo. Per un bilancio della “Settimana di preghiera” nel contesto del cammino ecumenico, Alessandro Gisotti ha intervistato il vescovo di Terni Narni Amelia, Vincenzo Paglia, presidente della commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della CEI:

 

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R. – E’ davvero un tesoro prezioso che va preservato. Potremmo anzi dire che proprio grazie a questa preghiera si sono compiuti negli ultimi 40 anni progressi enormi.

 

D. – Giovanni Paolo II ha sottolineato più volte che è dovere di ogni battezzato impegnarsi per l’unità dei cristiani. C’è sufficiente sensibilità tra i fedeli su questo tema o rischia piuttosto di restare un’esigenza sentita da pochi?

 

R. – Credo che, su questo punto, il lavoro da fare sia ancora moltissimo. Laddove una confessione cristiana è maggioritaria forse è necessario che questa sensibilità si allarghi e si approfondisca. Credo che l’esortazione del Papa a far crescere nella coscienza di tutti i battezzati il bisogno di unità faccia parte dello stesso patrimonio cristiano. I cristiani debbono, per esempio, pregare per l’unità, debbono conoscere le altre confessioni. C’è bisogno quindi di studio, di incontro, di conoscenza.

 

D. – Nel 2001, con la firma a Strasburgo della Charta oecumenica si è scritta una pagina storica per la promozione dell’ecumenismo nel Vecchio Continente. Quali passi sono stati compiuti da allora e quali invece gli ostacoli incontrati?

 

R. – Passi se ne stanno facendo, sia a livello ufficiale sia a livello delle diocesi. E’ un cammino questo, a mio avviso, che richiede un impulso ulteriore proprio perché sono iniziati questi contatti.

 

D. – In che modo l’ecumenismo può aiutare i cristiani a dialogare con le altre religioni?

 

R. – L’ecumenismo è una dimensione essenziale alla Chiesa per la sua vita interna. Un corpo non può vivere diviso. L’unità è necessaria per favorire l’incontro fra tutti i credenti, ancor più tra tutti i popoli. E’ esemplare l’incontro di Assisi. Ci mostra: che l’unica Chiesa che ha la forza e che comunque è ascoltata da tutte le altre religioni per ritrovarsi insieme, è la Chiesa cattolica. Solo il Papa è riuscito a convocare tutti!

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RINUNCE E NOMINE

 

Il Santo Padre ha accolto oggi la rinunzia, presentata per raggiunti limiti d'età, da mons. Paul Fouad Tabet dall'incarico di nunzio apostolico in Grecia ed ha chiamato a succedergli nel medesimo incarico mons. Patrick Coveney, arcivescovo titolare di Satriano, finora nunzio apostolico in Nuova Zelanda, Isole Fiji, Isole Marshall, Stati Federati di Micronesia, Samoa, Vanuatu, Tonga, Nauru, Kiribati, Palau, Isole Cook e delegato apostolico nell'Oceano Pacifico.Giovanni Paolo II ha inoltre nominato vescovo di Crema mons. Oscar Cantoni, finora vicario episcopale per il Clero nella diocesi di Como.

 

 

RIORGANIZZAZIONE DELLE CIRCOSCRIZIONI

ECCLESIASTICHE IN ALBANIA

 

Giovanni Paolo II ha adottato i seguenti provvedimenti per la riorganizzazione delle circoscrizioni ecclesiastiche in Albania: ha elevato a sede metropolitana l’arcidiocesi di Tiranë-Durrës, invertendo l'attuale denominazione di Durrës-Tiranë, e assegnando ad essa come suffraganee la diocesi di Rrëshen e l'amministrazione apostolica dell'Albania meridionale. Inoltre, ha unito la diocesi di Pult all'arcidiocesi metropolitana di Shkodrë, che assume la denominazione di Shkodrë-Pult, lasciando come suffraganee della medesima arcidiocesi le diocesi di Lezhë e di Sapë.

 

 

 

“LA LUCE DELLA FEDE SUL MISTERO DEL DOLORE”: ALLA MESSA IN VATICANO

 PER IL TRIGESIMO DELLE VITTIME DEL MAREMOTO NEL SUD-EST ASIATICO,

 LE PAROLE DEL  CARDINALE SEGRETARIO DI STATO, ANGELO SODANO

 

Di fronte al mistero del dolore, il credente sa che “Dio ama sempre gli uomini ed è loro vicino con amore di Padre”. Lo ha detto ieri il cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, presiedendo, a nome del Papa, nella Basilica Vaticana, la Messa solenne per il trigesimo degli oltre 280 mila morti del maremoto nel Sud-Est asiatico. Tra i concelebranti, oltre a cardinali e vescovi, alcuni nunzi e rappresentanti religiosi dei Paesi colpiti. Forte la presenza di asiatici. Il servizio di Roberta Moretti:

 

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“Cristo non ha soppresso la sofferenza, non ha voluto nemmeno svelarne il mistero: l’ha presa su di sé e questo è abbastanza perché ne comprendiamo tutto il valore”. Con le parole del Concilio Vaticano II ai poveri e agli ammalati, il cardinale Sodano si è rivolto a chi chiede una “risposta chiarificatrice di fronte all’enigma del dolore”:

 

“Certo, tante cose sfuggono alla nostra comprensione, ma l’occhio della fede fa vedere al credente che sempre Dio è accanto a noi e che, anzi, Dio è amore”.

 

L’invito del porporato è di lasciarsi illuminare dalla vicenda di Giobbe, servo di Dio ricco e felice, “colpito dalle prove più dolorose, nei beni, nei figli, nella sposa, nei famigliari e negli amici”, ma saldo nella fede. E dal Vangelo di Giovanni sulla morte e risurrezione di Lazzaro, “potente faro di luce sul senso dell’esistenza umana”, proiettata verso la Vita eterna:

 

“Questa certezza interiore ci sostiene nel corso del nostro cammino sulla terra, ben sapendo che la vita non è che un passaggio verso l’eternità. Anzi, secondo la spiritualità cristiana, il credente si considera un esule che attende il ritorno alla Casa del Padre”.

 

Il cardinale ha ribadito infine la vicinanza del Santo Padre nella preghiera per le vittime del maremoto, “chiedendo poi conforto divino per chi è rimasto nel dolore”:

 

“A tutti noi, inoltre, il Vicario di Cristo continua a rivolgere l’invito alla solidarietà verso quei nostri fratelli e sorelle, ricordandoci le note parole di un Santo: “Alla sera della vita, saremo giudicati sull’amore”.

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INCONTRO STAMANI A ROMA DEI RAPPRESENTANTI DELLE CONFERENZE EPISCOPALI

E DELLE CARITAS NAZIONALI DEI PAESI COLPITI DAL MAREMOTO.

IL 2 FEBBRAIO L’ARCIVESCOVO CORDES SARA’ IN SRI LANKA

- Intervista con mons. Mario Zenari -

 

La Messa di ieri pomeriggio in San Pietro in suffragio delle vittime dello tsunami ha avuto questa mattina un seguito con la riunione a Roma presso la sede della Caritas Internationalis, dei rappresentanti delle conferenze episcopali e delle Caritas nazionali dei Paesi colpiti dal maremoto. Tra l’altro, il 2 febbraio è atteso in Sri Lanka il presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, l’arcivescovo Paul Josef Cordes, che a nome del Papa visiterà le zone sinistrate. Il presule celebrerà una messa a Colombo dove incontrerà i vescovi, i religiosi, le religiose, il direttore della Caritas nazionale ed i responsabili delle Caritas diocesane e delle ONG. Il lavoro svolto dalla Chiesa nell’isola, dall’emergenza è passato ora alla fase della prima ricostruzione. Ma ascoltiamo il Nunzio Apostolico in Sri Lanka, mons. Mario Zenari, raggiunto telefonicamente a Colombo da Roberto Piermarini

 

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R. – Sono stati spesi soldi venuti dalla generosità di persone e istituzioni, di Caritas di varie parti del mondo, soprattutto di Conferenze episcopali. Lì proprio, si è corsi a dare i primi soccorsi: cibo, vestiario, medicine. E benché sia passata questa prima fase, ancora siamo sul terreno perché purtroppo in certi campi di accoglienza non arriva ancora cibo a sufficienza ed altri generi di prima necessità. Ci sono ancora Caritas, ONG e volontari che si trovano ancora in questi campi di accoglienza per supplire a queste lacune di provviste di riso, eccetera. C’è una nuova fase in atto, che è necessaria e urgente, ed è quella di ricollocare tante famiglie in tende. Anche qui le Caritas diocesane stanno procurando tende per fare degli accampamenti per liberare le scuole: ci sono ancora un certo numero di scuole, 200 edifici scolastici, che devono essere liberati per dar modo ai ragazzi di cominciare a frequentare le scuole.

 

D. – Si sta operando anche nelle zone controllate dai separatisti tamil?

 

R. – C’è una buona notizia di questi ultimi giorni: le due parti si sono accordate per collaborare alla distribuzione degli aiuti e alla ricostruzione. Speriamo che a queste dichiarazioni seguano i fatti e che adesso questo segnale di buona volontà porti frutti e che si vedano le due parti collaborare insieme, mettendo da parte determinati interessi. Si tratta di lavorare insieme per il bene della povera gente. Speriamo che questo passo di mettere insieme le energie per la ricostruzione possa essere anche una buona occasione per  aiutare le due parti a ricominciare quel cammino di pace che era già stato iniziato ma che è stato sospeso da circa un anno e mezzo.

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VIGILARE CONTRO OGNI ''RECRUDESCENZA DI ANTISEMITISMO''

O FORME DI GENOCIDIO: COSÌ KOFI ANNAN ALLA CERIMONIA ONU NEL 60.MO

DALLA LIBERAZIONE DI AUSCHWITZ. SULL’IMPORTANZA  DI PREVENIRE, LA RIFLESSIONE DELL’OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE

ALLE NAZIONI UNITE

- Con noi l’arcivescovo Celestino Migliore -

 

Vigilare contro ogni ''recrudescenza di antisemitismo'' o forme di genocidio, come quella riconosciuta di recente nella regione sudanese del Darfur. È il monito che il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, ha lanciato ieri inaugurando l'Assemblea generale straordinaria con cui, per la prima volta nella loro storia, le Nazioni Unite hanno commemorato l’olocausto. Paolo Mastrolilli:

 

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L’evento è stato organizzato per il 60.mo anniversario della liberazione di Auschwitz. Tra gli altri, hanno partecipato il sopravvissuto ai campi di sterminio Elie Wiesel e i ministri degli Esteri di Germania e di Israele. Molti Paesi arabi, invece, hanno disertato la cerimonia. Annan ha detto che una malvagità come quella dell’Olocausto non deve ripetersi e che dobbiamo stare in guardia dal ritorno dell’antisemitismo. L’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede all’ONU, si è augurato che tutti gli uomini e le donne di buona volontà colgano questa solenne occasione per dire “mai più”, qualunque sia la loro ispirazione politica, in modo che tutte le Nazioni, così come l’ONU, rispettino la vita, la libertà e la dignità di ogni essere umano. Wiesel si è chiesto come persone intelligenti ed istruite siano potute diventare macchine della morte. “In quei tempi – ha detto – chi stava nei campi si sentiva torturato e ucciso non solo dai nemici, ma anche dal silenzio e dall’indifferenza del mondo”. Il Premio Nobel ha aggiunto che se il pianeta avesse ascoltato, forse le tragedie del Darfur, della Cambogia, della Bosnia e del Rwanda sarebbero state evitate. “Comunque ora, sessant’anni dopo, il mondo sta finalmente cercando di ascoltare”.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Un appello alla mobilitazione contro la nuova minaccia dell'estrema destra xenofoba e antisemita è venuta, proprio in occasione del 60.mo della liberazione di Auschwitz, anche dal cancelliere tedesco Schroeder. Ma com’è possibile oggi prevenire tragedie simili? Massimiliano Menichetti lo ha chiesto all’Osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, l’arcivescovo Celestino Migliore:

 

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R. – Quest’anno ricorre anche il 60.mo della fondazione dell’ONU. Proprio mentre si redigeva la Carta delle Nazioni Unite venivano pienamente alla luce gli orrori dei campi di concentramento. Quindi, questa Organizzazione assunse anche il carattere di una risposta diretta a quello sterminio pianificato. Tra le priorità delle Nazioni Unite figura anzitutto l’impegno a trovare modalità e meccanismi, e soprattutto a tenere viva la volontà politica, per prevenire o agire tempestivamente laddove si riscontrino sintomi che conducono a gravi violazioni dei diritti umani o addirittura a genocidi.

 

D. – Oggi, come il 7 aprile scorso, quando l’ONU commemorò il 10.mo anniversario dei massacri in Rwanda, nelle aule delle Nazioni Unite si sono uditi molti “mai più”. Quale seguito l’ONU sta dando a questi appelli?

 

R. – Il Consiglio di sicurezza ha allo studio una serie di misure, raccomandate anche dall’ultimo rapporto commissionato dal segretario generale sulle minacce, le sfide, le riforme necessarie per far fronte all’attuale situazione mondiale. In particolare, ci si orienta a potenziare le operazioni di peace keeping e peace building e a dotarle di meccanismi capaci di garantire la sopravvivenza di persone e comunità, quando un governo non ha la volontà o le capacità di assicurarle. L’anno appena iniziato sarà decisivo per la messa a punto di tali misure.   

 

D. – La commemorazione di oggi avrà un peso per il conflitto israelo-palestinese?

 

R. – C’è grande speranza e si lavora affinché in quella regione si assumano seri impegni a riprendere il negoziato, a fermare il terrorismo, a superare ogni misura di palese inimicizia e a smantellare le infrastrutture della violenza e del terrorismo.

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IN QUESTO ANNO DEDICATO ALL’EUCARISTIA, LA CONFERENZA INTERDIOCESANA

CHE SI È SVOLTA NEI GIORNI SCORSI A DALLAS, NEGLI STATI UNITI,

È STATA INCENTRATA SULLE TEMATICHE DELLA LITURGIA.

VI HA PRESO PARTE IL CARDINALE FRANCIS ARINZE

- Intervista con il porporato -

 

In questo anno dedicato in particolare all’Eucaristia, la conferenza interdiocesana che si è svolta nei giorni scorsi a Dallas, negli Stati Uniti è stata incentrata sulle tematiche della Liturgia. Vi ha preso parte il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti. Che ha avuto anche occasione di. Si tratta di un’iniziativa di 27 diocesi che si ripete ininterrottamente da 42 anni. Tema di quest’anno è stato: “Venite alla festa. Siamo stati chiamati, nutriti e mandati alla missione”. Ascoltiamo, nell’intervista di Giovanni Peduto, il cardinale Arinze, che ha avuto occasione anche di tenere conferenze e avere numerosi incontri con vescovi, sacerdoti, diaconi e membri di organizzazioni laicali:

 

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R. – Il Popolo di Dio ha fame ed ha fame di Gesù. Non è vero che il popolo è stanco della religione. Certo, rappresenta sempre una sfida seguire Gesù. Ma ce ne è sempre sete e Cristo sa soddisfare quella sete.

 

D. – Per soddisfare questo bisogno nel popolo di Dio, cosa devono fare i pastori?

 

R. – Predicare anzitutto il Vangelo e farlo senza sconto; celebrare la Liturgia, seguendo i Libri. E questo affinché sia vera manifestazione della fede, la fede non solo personale e neanche primariamente personale, ma la fede della Chiesa. La fede nella quale anche lo stesso celebrante crede. Importante è poi la nostra vita, perché le azioni parlano meglio delle parole. C’è poi l’azione sociale: l’Eucaristia ci invita a vivere la solidarietà. Non si tratta di qualcosa di marginale alla nostra fede, ma è una parte integrante della fede stessa.

 

D. – Con quali sensazioni è tornato a Roma dopo questa esperienza vissuta negli Stati Uniti?

 

R. – Loro privilegiano la formazione liturgica. Non è un qualcosa di acquisito una volta per sempre. Loro prendono iniziative come, ad esempio, quella di esibire l’arte liturgica. Hanno invitato le grandi case produttrici che producono libri liturgici, così come le grandi case che producono paramenti liturgici, calici, candele ed anche disegni di nuove. La celebrazione eucaristica è fatta con fede e con cura, con un coro che cantava bene. La Liturgia delle Ore, quello che chiamiamo Breviario od Ufficio Divino, non è riservata esclusivamente a sacerdoti, religiosi e religiose, ma viene recitata anche dal popolo. Alcuni giornali e riviste parlano anche di quello che non va nella Chiesa, ma ci sono anche delle cose che vanno bene e queste cose buone rappresentano, fortunatamente, la maggioranza. Dobbiamo per questo ringraziare Dio.  

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DIFENDERE E VALORIZZARE IL LATINO E IL GRECO, PATRIMONIO CULTURALE DELL’EUROPA: E’ L’OBIETTIVO DEL PONTIFICIO COMITATO DI SCIENZE STORICHE,

CHE HA PROMOSSO DUE CONCORSI, GIORNALISTICO E CINEMATOGRAFICO,

PER LA PROMOZIONE DELLE LINGUE CLASSICHE

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

Sostenere l’incremento delle lingue classiche nelle scuole ed università europee: è quanto si prefigge il pontificio comitato di Scienze Storiche, che in attuazione alla risoluzione del Comité International des Sciences Historiques (CISH) del settembre 2002, intende contribuire con alcune iniziative al perseguimento di questo obiettivo. “Il progressivo declino della conoscenza del greco e del latino – sottolinea una nota dell’organismo vaticano – porterà ad un numero sempre più esiguo di studenti capaci oggi di dedicarsi non solo agli studi storici, ma anche a quelli filologici, filosofici e teologici su un livello adeguato e quindi al totale blocco della ricerca seria in questi settori”.

 

In tale contesto, il pontificio comitato di Scienze Storiche ha deciso di promuovere un “premio giornalistico” per articoli pubblicati in quotidiani o periodici e un “premio cinematografico-televisivo” sull’attualità e il significato del latino e del greco per lo sviluppo scientifico e culturale dell’Europa e dei Paesi di cultura europea. I relativi bandi con tutte le informazioni sulle modalità di partecipazione a questi premi potranno essere richiesti inviando una e-mail all'account di posta elettronica vati644@scienstor.va e, dal primo febbraio 2005, consultati all'interno del sito web del Comitato all'indirizzo:

 

http://www.vatican.va/roman_curia/pont_committees/scienstor/it/default.htm.

 

“Nonostante le deludenti politiche scolastiche adottate in questo settore negli ultimi decenni – si legge ancora nel comunicato - occorre ribadire con forza, e a tutti i livelli istituzionali, l'importanza dell'insegnamento delle lingue classiche per una cultura che è alla base non solo dell'Europa presente e futura e di Paesi che risentono di queste radici culturali, ma che rappresenta un patrimonio culturale per l'intera umanità”.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

"La luce della fede sul mistero del dolore" è il titolo che apre la prima pagina: il cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, ha presieduto la Concelebrazione Eucaristica in suffragio delle vittime del maremoto nel Sud-Est asiatico ad un mese dal tragico evento.

All'interno, per la rubrica dell' "Atlante geopolitico" due pagine speciali - a cura di Giuseppe Maria Petrone e di Marcello Filotei - dedicate a questo immenso dramma.

 

Nelle vaticane, una pagina in merito alla pubblicazione e alla presentazione degli Atti del Concilio Niceno II - Ecumenico VII. L'intervento dell'arcivescovo Angelo Amato. 

 

Nelle estere, ONU: omaggio e memoria nel sessantesimo anniversario della shoà.

Iraq: l'Unione Europea giudica le elezioni generali "un esperimento chiave" per la democrazia. 

 

Nella pagina culturale, un articolo di Danilo Mazzoleni in margine al IX Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana svoltosi ad Agrigento.

Per l'"Osservatore libri", un articolo di Carlo Pedretti dal titolo "Pico della Mirandola e Leonardo, un confronto non più impossibile": pubblicati gli Atti del convegno internazionale di Mirandola su "Leonardo e Pico". 

 

Nelle pagine italiane, in primo piano i solenni funerali, a Ferentino, del maresciallo Simone Cola, ucciso a Nassiriya. Presente il Capo dello Stato.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

25 gennaio 2005

 

 

RIVITALIZZARE IL RUOLO DEI LAICI NELL’APOSTOLATO

E RENDERE TESTIMONIANZA VISIBILE DI COMUNIONE E PREGHIERA:

LE PRIORITA’ INDICATE DAL NUOVO SUPERIORE DEI PALLOTTINI

- Intervista a padre Friedrich Kretz -

 

Avanti i laici! Torniamo al Cenacolo con la forza della preghiera e lo spirito di comunione. Si può riassumere così il pensiero di fondo di padre Friedrich Kretz, pallottino tedesco, 52 anni, nuovo Rettore generale della Società dell’Apostolato Cattolico, eletto nell’ultima Assemblea dei Pallottini, Congregazione fondata nel 1835 da San Vincenzo Pallotti e presente oggi in oltre 40 Paesi dei cinque Continenti, con più di 2300 religiosi, di cui 1600 sacerdoti. Temi emergenti nell’Assemblea, celebrata nell’ottobre scorso, sono stati il rinnovo degli Statuti, la centralità della vita comunitaria e la vita di fede. Ascoltiamo il nuovo generale dei Pallottini nella sua prima intervista rilasciata a Paolo Salvo, che gli ha chiesto in particolare quale ruolo spetti ai laici nell’Unione dell’apostolato cattolico e nella Chiesa di oggi:

 

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R. – I THINK THE IDEA OF VINCENT PALLOTTI…

“L’idea di San Vincenzo Pallotti era di rendere ciascuno consapevole della propria vocazione all’apostolato. Tutti, non solo la gerarchia, i preti, i religiosi, ma anche i laici sono chiamati all’apostolato. Ma adesso credo che, con gli Statuti, è tempo che lo stesso Congresso pallottino faccia un piccolo passo indietro rimanendo sullo sfondo e che i laici vengano avanti per rendere concreta questa Unione e fare una piccola esperienza della Chiesa intera, non solo di una parte di essa, assumendo anche ruoli di responsabilità”.

 

D. - In tutte le case dei pallottini, spicca il quadro che è chiamata della Regina degli Apostoli e che raffigura l’evento della Pentecoste….

 

R. – I SEE THE PICTURE OF THE CENACLE REALLY  AS A KIND OF ICON…

“Io vedo nel quadro del Cenacolo veramente una icona della nostra spiritualità e della nostra vita. Per i Pallotti infatti era molto importante non fare i missionari solitari ma creare la comunità e lavorare insieme. Il Cenacolo ci ricorda lo stare insieme davanti a Dio e l’importanza della preghiera. Noi non siamo un’agenzia sociale, ma una comunità religiosa. E’ lì, nel Cenacolo, che noi riceviamo la forza per andare fuori. Il Cenacolo non rappresenta solo la sala superiore della Pentecoste ma è anche l’icona della Chiesa primitiva, che va in missione in ogni parte del mondo. Io credo che questa è la nostra spiritualità, portare la vita della Chiesa dovunque c’è bisogno”.

 

D. – Di fronte alla scarsità di vocazioni, che affligge alcune province come quella italiana, Lei non crede che proprio lo Spirito di Pentecoste porterà una nuova fioritura e trasformerà, come dice la Bibbia, il deserto in giardino e il giardino in foresta?

 

R. –  IT’S ALSO OUR TIME; IT’S NOT ONLY…

“Dobbiamo considerare che questo è un problema tipico del nostro tempo, che riguarda tutte le vocazioni, sia alla vita religiosa che al matrimonio. Il fatto è che le persone hanno un certo timore ad assumere un impegno a lungo termine, per tutta la vita. Quello che noi possiamo fare è guardare a noi stessi, alla nostra vita, e chiederci come viviamo la nostra vocazione. Sto io veramente facendo un’esperienza come uomo di fede? E’ la nostra esperienza quella di una vera comunità o una specie di hotel, dove viviamo sotto lo stesso tetto, ma non facciamo una vita di comunione e neppure ci conosciamo l’uno l’altro? E’ in questa duplice area che dobbiamo crescere e dare una testimonianza. La gente vuole vedere i ‘testimoni’, persone di fede e persone di comunione”.

 

D. – Molti nel mondo cristiano stanno facendo questa esperienza di una nuova Pentecoste che cambia la vita delle persone e crea comunità animate dallo Spirito. Qual è il suo pensiero al riguardo?

 

R. –  IN ALL OUR APOSTOLATE – FOR EXAMPLE, WE ARE A REALLY …

“Noi siamo una congregazione missionaria. La nostra missione è l’apostolato ma non si può svolgere un apostolato fruttuoso senza la parte contemplativa, senza il silenzio, senza il tempo per la preghiera. La preghiera è una colonna, l’altra colonna poi è il contatto diretto con le persone, specie con le persone bisognose, che sono anche loro luogo di incontro con il Signore. Noi incontriamo il Signore nella preghiera ma anche quando ci avviciniamo alle reali necessità delle persone. Io credo che questo sono le due vie in cui lo Spirito Santo può infondere nuova vita in noi, nelle nostre società, nel nostro apostolato e nella nostra missione”.

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LA PITTURA DELL’AMBIENTE ROMANO DEL ‘600 NELL’ARTE DI PIERFRANCESCO MOLA: UNA MOSTRA AD ARICCIA, NEL LAZIO, ESPONE FINO AL 23 APRILE

UNA SESSANTINA DI OPERE DELLA COLLEZIONE PRIVATA ITALIANA KOELLIKER

 

La pittura dell’ambiente romano del Seicento nell’arte di Pierfrancesco Mola: è il contenuto della mostra “Mola e il suo tempo. Pittura di Figura a Roma dalla Collezione Koelliker”, ospitata a Palazzo Chigi ad Ariccia, nel Lazio, fino al 23 aprile. La rassegna propone una sessantina di opere che fanno parte della collezione privata italiana Koelliker. Il servizio è di Francesca Smacchia:

 

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(musica)

 

Un salto nel passato, un’immersione nella Roma del Seicento, punto di convergenza di artisti e soprattutto di pittori provenienti da tutti i Paesi. Ed è proprio in questa città che si può contestualizzare la grandezza di Pierfrancesco Mola, pittore ticinese di nascita ma romano di formazione. Una pittura giocata su una ricca gamma di colori, giochi di luce ed ombra, effetti a macchia che rimandano agli elementi della pittura veneta che sembrano anticipare la pittura realista dell’Ottocento. Un’arte che ritrae la natura nei suoi aspetti più vivi: la suggestione dei paesaggi e la ricchezza della vegetazione, i personaggi dalle corporature imponenti e dalle espressioni autorevoli. In un secolo ricco di pittori, da Pussin a Caravaggio, come si colloca la figura di Pierfrancesco Mola? Mina Gregari, storica dell’arte e membro del Comitato scientifico che presiede l’esposizione:

 

“Mola viene dal Ticino, è un artista del nord e quindi ha una particolare predilezione per il colore, per la pennellata libera, per soggetti raffiguranti mezze figure e soggetti molto ricchi di colore. Pierfrancesco Mola è soprattutto un pittore di quadri da stanza, nei quali sviluppa questa fantasia attraverso il colore”.

        

Tra le molte opere figurano “Il Dio Padre”, di grande potenza espressiva con la mano alzata e le dita che simboleggiano la Trinità, e “L’Endimione” che sdraiato a terra è perduto in un sonno profondo avvolto da un panno rosso. Ma qual è la visione che Pierfrancesco Mola offre del Seicento romano? Francesco Petrucci, curatore della mostra:

 

“Sono due gli aspetti fondamentali della cultura del Mola: il naturalismo, quindi un approccio diretto con la realtà, senza filtri intellettuali, e un modo di dipingere molto moderno. E’ un artista attuale sia nel linguaggio, sia nelle caratteristiche proprio costitutive della sua pittura”.

 

Presenti anche i dipinti dei maestri del pittore, il Guercino, il Cavalier d’Arpino, il Bernini, e varie opere dei suoi allievi, tele inedite o raramente esposte al pubblico.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

25 gennaio 2005

 

UN PERU’ SENZA VIOLENZA NE’ CORRUZIONE SI COSTRUISCE

 CON LE ARMI DELLA GIUSTIZIA E DELLA SOLIDARIETA’: LO AFFERMANO

I VESCOVI DEL PAESE, AL TERMINE DELLA LORO ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA

- A cura di Davide Dionisi -

 

LIMA. = Famiglia, povertà e immigrazione. Sono queste, per i vescovi peruviani, le questioni attuali più spinose che riguardano il Paese. Ad esse, si aggiungono altre priorità che i presuli hanno voluto fissare in un documento intitolato “La ricerca del bene comune: fonte di pace e di solidarietà”, pubblicato di recente a margine della loro 85.ma Assemblea generale ordinaria. “Conosciamo bene i problemi che affliggono i nostri connazionali - scrivono i presuli - E sappiamo bene che si vive in un clima di totale mancanza di fiducia nei confronti delle istituzioni e del prossimo. La violenza dilaga in città, così come nelle periferie e nelle campagne, ed è il frutto di rivendicazioni che, seppur legittime, non trovano ancora risposta”. I vescovi del Perù si dicono preoccupati soprattutto per la corruzione, “fenomeno ormai diffuso e radicato, effetto di interessi personali, di gruppo o di partito, e di un completo disinteresse nei confronti del bene pubblico”. La nota prosegue indicando l’impegno che la Conferenza episcopale intende assumere in questo periodo di estrema difficoltà. “Come pastori – si legge nel documento - vogliamo far luce su questo scenario con la forza di Gesù Cristo per scoprire quali sono le reali possibilità del popolo peruviano e per rafforzare la democrazia con le armi della giustizia e della solidarietà, evitando di ricorrere alla violenza. Con l’apostolo Paolo siamo convinti che dobbiamo vincere il male con il bene”. Dopo essersi soffermato sulla politica come “l’arte di ricercare e realizzare il benessere di tutti”, i vescovi dello Stato latinoamericano concludono la loro nota con un proposito: “In questa ora cruciale della nostra storia ci sentiamo direttamente partecipi come Chiesa e ci appelliamo a tutti i peruviani affinché uniscano le loro volontà al fine di percorrere insieme un cammino di pace”.

 

 

CELEBRATA A TOKYO UNA CERIMONIA ECUMENICA PER RINSALDARE

 I VINCOLI DI DIALOGO TRA CATTOLICI E LUTERANI DEL GIAPPONE. DURANTE IL RITO, ANNUNCIATA LA PUBBLICAZIONE IN GIAPPONESE DELLA DICHIARAZIONE CONGIUNTA

SULLA DOTTRINA DELLA RICONCILIAZIONE, FIRMATA NEL ‘99

 

TOKYO. = “Verso la riconciliazione e l’unione”. Il titolo di una recente celebrazione ecumenica svoltasi a Tokyo è anche una dichiarazione d’intenti per la comunità cattolica e quella luterana del Giappone. Entrambe, impegnate a consolidare i rapporti di dialogo e di comunione, hanno annunciato durante la celebrazione la pubblicazione della versione giapponese della Dichiarazione Congiunta sulla Dottrina della Giustificazione, firmata nell’ottobre 1999 ad Augsburg, in Germania, fra la Chiesa Cattolica e la Federazione Luterana Mondiale. La celebrazione –  riferisce l’agenzia Fides – si è tenuta nella chiesa Kojimachi di Tokyo ed é stata presieduta dall’arcivescovo cattolico di Tokyo, Okada Takeo, e dal capo della chiesa luterana nipponica, il reverendo Yamanouchi Masatoshi. Il rev. Tokuzen Yoshikazu, professore al Japan Lutheran College, ha tenuto l’omelia sul tema del Discorso sulla Montagna, affermando fra l’altro: “Noi siamo chiamati a diffondere e promuovere la giustizia di Gesù, una giustizia di umiltà e di amore, anche fuori delle nostre due comunità”. Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, il nunzio apostolico in Giappone, l’arcivescovo Ambrose De Paoli, ed il reverendo Nishihara Kenta, vicepresidente del National Christian Council of Japan. Al termine, i rappresentanti delle due Chiese hanno firmato e scambiato copie della Dichiarazione Congiunta, dichiarando: “Noi inviamo questo libro come dono reciproco alle nostre due chiese e come segno della nostra riconciliazione ed unione”. (A.D.C.)

 

 

NO DELLE FILIPPINE ALL’USO DEI PROFILATTICI PER IL CONTROLLO DEMOGRAFICO.

IL GOVERNO DI GLORIA ARROYO FAVOREVOLE

AD UN “NATURALE SVILUPPO FAMILIARE”,

IN SINTONIA CON GLI INSEGNAMENTI DELLA CHIESA CATTOLICA

 

MANILA. = Nonostante che registrino un tasso di crescita demografica tra i più alti al mondo (2,3%), le Filippine non appoggeranno l’uso del profilattico per controllare le nascite. Ad affermarlo, secondo AsiaNews, sono stati ieri rappresentanti del ministero della Sanità, ribadendo che il governo non intendere percorrere la strada della contraccezione. A capo di un Paese che conta 84 milioni di abitanti, il presidente Gloria Macapagal-Arroyo, che pure aveva dichiarato di volere abbassare il tasso all’1,9%, si è opposta ai gruppi economici e alle lobby aziendali, che in diverse occasioni avevano riaffermato l’equazione secondo la quale una crescita così alta della popolazione corrisponde ad una crescita altrettanto forte della povertà. Il suo governo – ha ripetuto la Arroyo – è schierato per una politica di “naturale sviluppo familiare”. La Chiesa filippina, dal canto suo, ha riaffermato più volte la propria posizione “a difesa della vita”, sottolineando che le cause della povertà “sono da ricercare nel malgoverno, nella corruzione e nella cattiva gestione dell’economia nazionale”. La posizione tra Chiesa e governo diverge, invece, sulla questione dell’AIDS. Il ministro della Sanità filippino, Manuel Dayrit, si è espresso favorevolmente per l’uso del profilattico in quanto aiuterebbe a non contrarre la malattia, mentre la Chiesa cattolica ha indicato nella castità e nella fedeltà coniugale gli strumenti più efficaci per la prevenzione dal contagio. Sono più di 2 mila le persone affette dall’AIDS nelle Filippine, ma gli esperti avvertono che in un futuro prossimo il numero aumenterà rapidamente. (A.D.C.)

 

 

AL VIA, DOMANI, LA QUINTA EDIZIONE DEL FORUM SOCIALE MONDIALE:

NELLA CITTA’ BRASILIANA DI PORTO ALEGRE ATTESE 100 MILA PERSONE

IN RAPPRESENTANZA DI MOVIMENTI, ISTITUZIONI E ONG,

OLTRE A 5 MILA GIORNALISTI

 

PORTO ALEGRE. = Oltre 100 mila persone attese, 2.500 eventi in 11 aree tematiche promossi da 4.071 organizzazioni provenienti da 112 Stati. Sono i “numeri” della quinta edizione del Forum Sociale Mondiale (FSM), che si svolge a Porto Alegre da domani al 31 gennaio. Ben 500 gli spazi a disposizione – in gran parte tende e strutture mobili – per conferenze, dibattiti e incontri, distribuiti su un’area di quattro chilometri quadrati compresa tra Cais do Porto (la zona portuale) e il Parco ‘Marinha do Brasil’, nel centro della città costiera, capitale del Rio Grande Do Sul. Le nuove strutture realizzate per ospitare le attività del Forum Sociale rimarranno poi a disposizione del milione e mezzo di abitanti di Porto Alegre. In particolare, l’area dismessa nella zona di Seca Square è stata recuperata e trasformata in uno spazio culturale, mentre il campo che accoglierà i giovani del Forum, realizzato per l’occasione, diventerà la sede degli uffici amministrativi del “Parco dell’Armonia”. Cinquemila sono i giornalisti accreditati dai cinque continenti, in rappresentanza di 65 nazioni, e oltre mille i media che seguiranno il Forum. Numerosissimi saranno anche i rappresentanti di movimenti, sindacati, associazioni per i diritti umani, reti di solidarietà internazionale, ONG, università e realtà ecclesiali, come le Commissioni giustizia e pace del Brasile o le Caritas locali e di diversi Paesi, tra cui l’Italia. L’anno scorso, a Mumbai, in India, al quarto FSM parteciparono quasi 75 mila persone, con interventi tradotti in tredici lingue, compresi il tamil e il bengalese. (A.D.C.)

 

 

E’ ON LINE IL NUOVO SITO INTERNET DEI PADRI COMBONIANI.

REDATTO IN 7 LINGUE, CONTIENE NEWS, FORUM,

DOCUMENTI D’ARCHIVIO SCARICABILI,

OLTRE AD UNA SEZIONE CON TUTTI GLI SCRITTI DI DANIELE COMBONI

 

ROMA. = Ieri, nella ricorrenza particolarmente significativa della festa di San Francesco di Sales, patrono della comunicazione, è stato inaugurato il nuovo portale dei Missionari Comboniani all'indirizzo www.Comboni.org. Già dal mese di giugno 1999 – informa la Misna - i comboniani della Curia generalizia avevano una finestra sul mondo del web. Quattro anni più tardi, il sito si rinnova e diventa ora un portale internazionale in sette lingue, con servizi inediti, una sezione dedicata agli scritti di Daniele Comboni, motori di ricerca efficaci, un'area riservata, un ricco archivio di documenti con materiale multimediale scaricabile e inoltre mailing list e forum per una interazione più ampia e un ritrovo virtuale dei confratelli. Nuova è anche la sezione delle news, che ha iniziato i suoi servizi informativi e allargato l'area di interesse a tutto ciò che riguarda la vita dei comboniani: l'evangelizzazione, l'animazione missionaria, lo sviluppo dei popoli. Il superiore generale dell’Istituto, Padre Teresino Serra, ha sottolineato che il portale è un'immediata conseguenza delle indicazioni emerse nel Capitolo del settembre 2003: “Facciamo uso delle nuove opportunità tecnologiche sorte nel campo delle comunicazioni sociali (riviste, radio, tv, internet). Merita una speciale attenzione il mondo dell'informatica, tenendo conto delle diverse possibilità nelle differenti parti del mondo”. (A.D.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

25 gennaio 2005

- A cura di Barbara Castelli -

 

La situazione in Iraq resta tesa a meno di una settimana dalle prime elezioni del dopo Saddam. La violenza continua a seminare vittime ogni giorno, mentre si fanno sempre più incalzanti le minacce dello stratega del terrore Abu Musab al Zarqawi contro gli iracheni che parteciperanno alle elezioni di domenica. In Italia, intanto, si sono svolti questa mattina i funerali di Stato del maresciallo Simone Cola, ucciso nel Paese del Golfo durante una perlustrazione in elicottero. Il nostro servizio:

 

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“I cecchini addestrati saranno pronti ad abbattere gli apostati che si recheranno ai seggi elettorali”. A cinque giorni dalle elezioni, i cui risultati dovrebbero essere noti dieci giorni dopo la tornata, l’uomo di Osama Bin Laden in Iraq è tornato a farsi vivo con le sue minacce. In un comunicato firmato dall’Organizzazione di Al Qaeda nel Paese, e distribuito nella città di Al Dour, 150 km a nord della capitale, l’emiro di origine giordana assicura che l’appuntamento del 30 gennaio verrà macchiato dal sangue di quanti parteciperanno a quella che ha definito una “farsa americana”. Alle parole di boicottaggio drammaticamente ogni giorno seguono i fatti. Abu Musab al Zarqawi, infatti, ha rivendicato gli attacchi armati che negli ultimi due giorni hanno colpito dieci seggi elettorali nella provincia di Salaheddin, causando ingenti danni materiali alle scuole che ospiteranno i seggi. I terroristi poi hanno ucciso questa mattina un giudice iracheno mentre stava uscendo dalla sua abitazione, nella zona orientale di Baghdad. Nell’agguato, l’ultimo di una lunga serie che ha visto nel mirino dell’estremismo, tra gli altri, il governatore di Baghdad e il vice-capo della polizia, ha perso la vita anche un figlio del giudice. Sempre nella capitale, sei iracheni, di cui tre poliziotti, hanno perso la vita in scontri scoppiati nel quartiere orientale Rashad. Un soldato americano ieri è morto per le ferite riportate durante un attacco compiuto con un ordigno esplosivo nell’ovest della capitale. Altri cinque militari statunitensi hanno perso la vita ieri in un incidente stradale in Iraq. In primo piano anche il fronte dei sequestri. Un nuovo video dei ribelli ha mostrato questa mattina un cittadino americano che implora per avere salva la vita, rivolgendosi esplicitamente al leader libico, Muammar Gheddafi. A Nassiriya, intanto, proseguono le indagini per trovare gli assassini del maresciallo italiano Simone Cola. Alle ricerche hanno intenzione di partecipare anche “alti esponenti” del movimento di Al Sadr, che hanno manifestato il proprio “rammarico” per l’omicidio del giovane. E proprio questa mattina, in Italia, nella cattedrale di Ferentino si sono svolti i funerali del maresciallo ucciso durante una perlustrazione in elicottero. “Simone è stato un costruttore di pace”: ha detto il vescovo di Frosinone, Veroli e Ferentino, mons. Salvatore Boccaccio, durante l’omelia, dinanzi ai familiari del maresciallo e alle più alte cariche dello Stato, tra cui anche il presidente, Carlo Azeglio Ciampi. Il suo esempio – ha proseguito – “ci sollecita a vivere la nostra esistenza come un dono d’amore per gli altri, se necessario fino al sacrificio”. L'uscita del feretro di Simone Cola è stata accolta da un lungo applauso delle centinaia di persone presenti sia all’interno, sia all’esterno della cattedrale. Molti anche quelli che si sono avvicinati per un'ultima carezza.

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Stati Uniti e Russia al lavoro per risolvere la crisi in Medio Oriente. Mosca ospita da ieri il presidente siriano, Bashar al Assad, mentre a Gerusalemme è atteso il sottosegretario di Stato americano, William Burns. Nei Territori, altri segnali di distensione: la polizia palestinese ha esteso ieri le sue attività, oltre che al nord, anche al sud della Striscia di Gaza. Il servizio di Rita Anaclerio:

 

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Potrebbe concludersi positivamente in meno di 24 ore la prima iniziativa messa a punto dal nuovo presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, per fermare gli attacchi dei gruppi radicali contro Israele. Alti ufficiali israeliani e palestinesi, infatti, si incontreranno in serata per discutere alcuni dettagli del piano di dispiegamento degli agenti palestinesi al confine tra la Striscia di Gaza e Israele. Inoltre, in un’intervista pubblicata dal quotidiano arabo al Hayat, il portavoce dell'ufficio politico palestinese di Hamas ha dichiarato che il gruppo islamista è pronto ad entrare a far parte dell'OLP, l'Organizzazione per la liberazione della Palestina guidata da Abu Mazen. Il presidente palestinese, inoltre, si è incontrato a Ramallah col premier Abu Ala per discutere la composizione del suo nuovo governo. Un altro importante progetto è al varo del governo israeliano Sharon: un treno che unirà Gaza alla Cisgiordania e che ripercorre il percorso del “Safe Passage”, la strada chiusa dopo lo stallo dei negoziati di pace seguito alla prima Intifada. Il progetto vuole essere una risposta decisa a chi pensa che una volta abbandonati i Territori occupati, Israele lascerebbe completamente isolati i palestinesi di Gaza. Se l’iniziativa venisse approvata, il premier Shimon Peres intende chiedere alla Banca Mondiale metà dei finanziamenti. Intanto, a Gerusalemme si attende il sotto-segretario di Stato americano, William Burns, che incontrerà il ministro palestinese incaricato dei negoziati, Saëb Erakat. A Washington, invece, il capo della diplomazia israeliana incontrerà il segretario di Stato designato, Condoleeza Rice.

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“La Russia è il nostro partner strategico eterno”. Sono le parole del neopresidente ucraino, Viktor Yushenko, che ieri ha effettuato a Mosca la sua prima visita all’estero da capo di Stato. Una sorta di “vertice della riconciliazione”, nel tentativo di ricucire i rapporti col capo del Cremino, Vladimir Putin, che in campagna elettorale si era apertamente schierato per Viktor Yanukovic. Giuseppe D’Amato:

 

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Tre ore per porre le basi delle nuove relazioni russo-ucraine: Putin ha accettato le condizioni di Yushenko per proseguire nella costruzione dello spazio economico comune, che dovrà rispondere agli interessi nazionali e non chiudere la strada a Kiev verso altri mercati. I due leader hanno anche parlato del misterioso avvelenamento di Yushenko, durante la campagna elettorale, e della nomina di Yulia Timoshenko a primo ministro ucraino. Non c’è scontro tra est ed ovest nel Paese, ha commentato in conferenza stampa il neo presidente, che ha poi incontrato il Patriarca di Mosca, Alessio II. Oggi Yushenko è a Strasburgo all’assemblea parlamentare nel Consiglio d’Europa, giovedì sarà in Polonia, quindi a Bruxelles al Parlamento europeo e nel fine settimana parteciperà al Forum di Davos, in Svizzera.

 

Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.

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E proprio dell’adesione di Kiev all’Unione Europea si è parlato oggi a Bruxelles. Il piano in 10 punti preparato dall’UE “dà veramente molto all’Ucraina”, ha detto il commissario per le relazioni esterne, Benita Ferrero Waldner, e non è il momento di raccomandare “passi prematuri” come una piena adesione di Kiev all’Unione. Secondo il commissario, l’Unione Europea, che ha da poco accolto altri 10 Paesi, deve seguire un processo ben definito per mantenere la propria efficienza.

 

Il presidente di Taiwan, Chen Shui-bian, ha nominato nuovo primo ministro Frank Hsieh, membro del Partito democratico progressista (DPP) e sindaco della città di Kaohsiung, la seconda per importanza dopo la capitale Taipei. La scelta di Chen, caduta su Hsieh malgrado il DPP abbia perso le ultime elezioni legislative, non ha sorpreso gli analisti, che non si attendono grandi variazioni nella prossima squadra di governo rispetto al gabinetto della precedente legislatura. Lo scorso dicembre il DPP, il partito del presidente, è uscito sconfitto dalle consultazioni elettorali, che hanno visto l’affermazione in parlamento del Kuomingtang (KMT), partito nazionalista per decenni al potere a Taiwan.

 

Prosegue la missione di mediazione della Norvegia nel processo di pace nello Sri Lanka. Dopo i colloqui avuti con il leader dei ribelli separatisti delle Tigri per la Liberazione del Tamil Eelam, il ministro degli Esteri norvegese, Jan Petersen, ha incontrato ieri a Colombo il premier cingalese, Mahinda Rajapakse. Il ministro norvegese sta cercando di favorire la nascita di un organismo congiunto, formato da rappresentanti dei ribelli Tamil e da quelli del governo di Colombo, incaricato della distribuzione degli aiuti alle popolazioni delle aree sotto controllo dei ribelli colpite dallo tsunami.

 

Pellegrinaggio finito nel sangue oggi in India. Almeno 150 fedeli hindu, tra cui diverse donne e bambini, sono rimasti uccisi nella calca nei pressi di un tempio nell’ovest del Paese asiatico. L’ecatombe è accaduta durante l’annuale pellegrinaggio al tempio di Mandhar Devi, vicino la località di Wai, nello Stato occidentale del Maharastra, circa 150 km a sud di Bombay. Un corto circuito o forse un incendio all’interno di un negozio hanno creato il panico tra la folla. Nel fuggi fuggi generale sono state travolte decine di persone.

 

Almeno sette persone, tra cui quattro turisti stranieri, sono morte oggi nel naufragio di un’imbarcazione al largo dell’isola thailandese di Koh Samui. Diciassette in tutto i dispersi. Il battello “Sea Breeze”, a quanto sembra sovraccarico, stava riportando una quarantina di persone dall’isola di Pa Ngan, dove avevano partecipato alla popolare festa delle notti di luna piena, a quella di Koh Samui.

 

Italia. Sono stati assolti dal reato di terrorismo internazionale tre dei cinque islamici giudicati ieri con rito abbreviato dal Gup di Milano, secondo il quale “l’attività di guerriglia” in un contesto bellico non è terrorismo. Il pubblico ministero aveva chiesto condanne per tutti fra i 6 e i 10 anni di reclusione. Immediato il commento del vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Gianfranco Fini: “leggere le motivazioni con cui un giudice ha assolto una cellula di integralisti islamici – ha detto – genera un sentimento di rabbia e incredulità”.

 

Gli ultimi quattro cittadini britannici prigionieri a Guantanamo torneranno oggi a casa, dopo tre anni di detenzione nella base americana sull’isola di Cuba. Moazzam Begg, Martin Mubanga, Richard Belmar e Feroz Abbasi sono stati accusati dagli americani di essere stati addestrati in un campo di Al Qaeda, ma non sono mai stati processati. Gli Stati Uniti hanno rilasciato circa 200 degli 800 detenuti di Guantanamo, la maggior parte dei quali catturati durante la guerra in Afghanistan, con l’accusa di legami con la rete terroristica di Al Qaeda e il defunto regime afghano dei Taleban.

 

La Federazione dei sindacati dello Swaziland, l’ultima monarchia assoluta dell’Africa, ha indetto uno sciopero e manifestazioni di piazza, oggi e domani, per reclamare riforme democratiche nel Paese, segnato dalla miseria e dall’Aids. L’SFTU, che richiede riforme politiche, un dialogo sociale per le politiche del governo e l’adozione di una Costituzione più democratica, ha chiesto ai cittadini di scendere tra le strade di Mbabane, capitale amministrativa del regno, situato tra l’Africa del Sud e il Mozambico.

 

Nel 2004 il prodotto nazionale lordo della Cina è cresciuto del 9,5%. Lo ha annunciato ieri Li Deshui, dell’Istituto nazionale di statistica. Il tasso di crescita ideale, fissato dalle autorità cinesi nel marzo dello scorso anno, è stato così ampliamente superato. Nel 2003, l’anno dell’epidemia della Sars, la crescita era stata del 9,3%.

 

“Il Kuwait ritiene di dover mantenere la propria produzione di petrolio sui 27 milioni di barili al giorno”. Così oggi il ministro kuwaitiano del Petrolio, lo sceicco Ahmad al-Fahd al-Sabah, anticipando la posizione del Paese del Golfo nel prossimo vertice dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC), domenica a Vienna, in Austria.

 

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