RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 55 - Testo della trasmissione giovedì 24 febbraio 2005

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Papa è tornato al Gemelli per una ricaduta della sindrome influenzale di cui era già stato affetto nelle settimane precedenti. Il portavoce vaticano Navarro Valls ha dichiarato che il Papa è stato ricoverato per l’opportuna assistenza specialistica e ulteriori accertamenti

 

‘Chiesa e mass media: un futuro che viene da lontano’: è il tema del Simposio che, su iniziativa del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, ha preso il via questa mattina a Roma, presso la LUMSA. Intervista con mons. Renato Boccardo

 

Vivo il dibattito sul grave caso di Terri Schiavo in Florida: il marito chiede di lasciarla morire mentre i genitori si oppongono. La dichiarazione del cardinale Renato Raffaele Martino.

 

IN PRIMO PIANO:

Alcune organizzazioni umanitarie ribadiscono i timori che centinaia o perfino un migliaio di bambini siano morti in zone isolate dell’Afghanistan per le intense nevicate. Ce ne parla Simona Lanzoni

 

Giovani e valori, dal pensiero del neuropsichiatra Viktor Frankl: tema di un incontro-dibattito presso la nostra emittente. Con noi, il cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, Ernesto Galli Della Loggia e padre Eugenio Fizzotti.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Formare laici impegnati o che vogliano fare politica: è lo scopo del “Centro nazionale fede e politica monsignor Helder Câmara”, inaugurato nei giorni scorsi a Brasilia dalla Conferenza episcopale brasiliana

 

Questa sera nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore, secondo incontro di riflessione e preghiera della serie “I giovedì di Quaresima”

 

Aiutare i bambini a vivere consapevolmente la Settimana Santa e la Pasqua di Resurrezione. Questo, lo scopo del ritiro per i giovani peruviani di Arequipa

 

Le variazioni del livello delle acque marine sono causate dai terremoti. È quanto ha scoperto un gruppo di studiosi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma

 

In corso, in questi giorni, le trattative tra India, Iran e Pakistan per costruire un “gasdotto della pace” che attraverserà i loro territori

 

Tornano a Nyeri, nel Kenya centrale, le spoglie del missionario della Consolata che nel 1902 fondò la Chiesa cattolica nel territorio

Evangelizzare attraverso l’arte e la musica. Lo si fa in una scuola superiore dell’isola di Tenaru, nell’arcipelago delle Salomone.

 

24 ORE NEL MONDO:

Il presidente americano Bush in Slovacchia per l’atteso incontro con il capo del Cremlino Putin. Ieri il colloquio con il cancelliere tedesco Schröder

 

Almeno 15 morti in Iraq. Non sarebbe della giornalista irachena rapita a Mossul il corpo decapitato trovato ieri.

 

 

                                                                                                      

IL PAPA E LA SANTA SEDE

24 febbraio 2005

 

IL PAPA È TORNATO AL GEMELLI PER UNA RICADUTA DELLA SINDROME INFLUENZALE

DI CUI ERA GIÀ STATO AFFETTO NELLE SETTIMANE PRECEDENTI.

IL PORTAVOCE VATICANO NAVARRO-VALLS HA DICHIARATO

CHE IL PAPA È STATO RICOVERATO PER L’OPPORTUNA ASSISTENZA SPECIALISTICA

E ULTERIORI ACCERTAMENTI

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Il Papa è stato ricoverato questa mattina al Policlinico Agostino Gemelli: Giovanni Paolo II è arrivato all’ospedale romano intorno alle 11.30 a bordo dell’ambulanza privata. Il Papa è tornato al Gemelli dopo il recente ricovero, dal primo al dieci febbraio, per una laringo-tracheite acuta. Ascoltiamo il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Joaquín Navarro-Valls, al microfono di Adriana Masotti:

 

**********

R. – Dal pomeriggio di ieri, il Santo Padre presenta una ricaduta a causa della sindrome influenzale che lo avevo affetto nelle settimane precedenti e che abbiamo seguito tutti. Per questo motivo il Papa è stato ricoverato questa mattina al Policlinico Gemelli per l’opportuna assistenza specialistica e ulteriori accertamenti, se fossero necessari.

 

D. – Dott. Navarro, per domani è stato annunciato il primo bollettino medico. Ce lo conferma?

 

R. – Sì, come al solito in questi casi, noi daremo ogni giorno un bollettino a fine mattinata, con le informazioni che i medici daranno all’opinione pubblica.

**********

 

Ma colleghiamoci con il Policlinico Gemelli di Roma dove c’è il nostro inviato Stefano Leszczynski:

 

**********

Difficoltà respiratorie a causa di una ricaduta della sindrome influenzale: è questo il motivo che ha determinato il ricovero del Santo Padre questa mattina intorno alle 11.30 al Policlinico Gemelli per l’opportuna assistenza specialistica e ulteriori accertamenti. Dopo appena 14 giorni dal suo rientro in Vaticano, Giovanni Paolo II è ritornato in ospedale dove era stato ricoverato il primo febbraio – lo ricordiamo – per una laringo-tracheite acuta, sempre dovuta all’influenza. A seguirlo, nella sua stanza al decimo piano, l’équipe specialistica coordinata dal responsabile del Dipartimento di emergenza, Rodolfo Proietti.

 

Come già verificatosi in precedenza, l’atrio del Gemelli è colmo di giornalisti della stampa italiana e internazionale, in attesa di notizie più precise sulla salute del Papa. Secondo testimoni dell’arrivo in ospedale di Giovanni Paolo II, il Santo Padre appariva con il volto disteso, è arrivato cosciente, in barella ma non completamente disteso.

 

Grande apprensione, dunque, per le sofferenze patite dal Pontefice che ieri era stato in collegamento per mezz’ora con l’Aula Paolo VI per l’udienza generale.

 

Per il momento, dall’ospedale Gemelli di Roma è tutto.

**********

 

14 giorni fa il rientro del Papa in Vaticano dopo i giorni di ricovero al Gemelli, iniziati il 1 febbraio a causa di una laringo-tracheite acuta. Il 10 febbraio, al momento delle dimissioni dall’ospedale, il portavoce vaticano Navarro Valls sottolineava il miglioramento delle condizioni generali del Papa, spiegando che tutti gli accertamenti diagnostici, inclusa la TAC, avevano escluso altre patologie. Sull’attività del Papa da quel momento, il servizio di Fausta Speranza:

 

**********

L’11 febbraio riprende l’attività di Giovanni Paolo II con il messaggio per la Giornata del malato in cui chiedeva ai fedeli, ed in particolare ai sofferenti, di offrire le loro sofferenze a Dio per la Chiesa, per il mondo, ed anche per la sua “missione di Pastore universale del popolo cristiano”.

 

Il 13, nella prima domenica di Quaresima, in occasione dell’Angelus, il Papa torna ad affacciarsi alla finestra del suo studio. Rivolge personalmente un saluto ai fedeli, augurando una “buona domenica a tutti”. Un gruppo di fedeli risponde con il grido: “Ciao, Papa!”.

 

C’è, poi, l’intervento di Giovanni Paolo II che ricorda nelle preghiere suor  Lucia Dos Santos, l’ultima pastorella a cui apparve la Madonna a  Fatima, scomparsa nel convento delle carmelitane di Coimbra il 13 febbraio.

 

La domenica successiva il Papa legge tutto il testo nell’incontro domenicale con i fedeli che precede la preghiera dell’Angelus.

 

Ricordiamo poi la lettera apostolica sui media, in data 21 febbraio in cui sottolinea che le comunicazioni sociali “sono un bene destinato all’intera umanità” e per questo “vanno trovate forme sempre aggiornate per garantire il pluralismo e  per rendere possibile una vera partecipazione di tutti alla loro  gestione, anche attraverso opportuni provvedimenti legislativi”. Martedì: l’incontro con il premier croato. E ieri il collegamento audio-video dalla biblioteca con i fedeli raccolti in Aula Paolo VI, in cui, tra l’altro, rinnova il suo invito per questo tempo particolare in attesa della Pasqua:

 

“Apriamo il cuore ad una sincera e profonda conversione”.

 

Su tutti i giornali di questi giorni, inoltre, il nuovo libro del Papa “Memoria e identità”, presentato l’altro ieri pomeriggio.

**********

 

Poco prima della notizia dell’odierno ricovero del Papa, si è tenuto nella Sala Clementina il Concistoro ordinario pubblico per la canonizzazione di 5 beati: un vescovo, tre sacerdoti e un frate. Il Papa non ha partecipato alla cerimonia solenne che è stata annunciata, lo scorso 16 febbraio, dall’Ufficio delle celebrazioni liturgiche della Santa Sede.

 

Il Concistoro è stato presieduto dal segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano. Con una lettera inviata da Giovanni Paolo II al porporato, il Papa ha autorizzato il cardinale Sodano a procedere ai vari atti già programmati. La canonizzazione dei 5 beati è stata fissata per il prossimo 23 ottobre. I futuri santi sono l’arcivescovo polacco di Leopoli dei Latini, Josef Bilczewski; il fondatore della Congregazione delle Suore di San Giuseppe per i poveri e gli ammalati, il sacerdote polacco Zygmunt Gorazdowski; il gesuita cileno Alberto Hurtado Cruchaga e i due italiani: Felice da Nicosia, fratello laico dei Francescani Cappuccini, e Gaetano Catanoso, fondatore delle Suore Veroniche del Volto Santo. Sulla figura di Alberto Hurtado Cruchaga ascoltiamo, al microfono di Rosario Tronnolone, il cardinale Roberto Tucci che, durante i suoi studi di teologia a Lovanio, ha conosciuto il gesuita cileno:

 

**********

R. – Alberto Hurtado Cruchaga, sacerdote gesuita, venne a visitare noi studenti di teologia e ci fece una grande impressione. Era un sacerdote innamorato di Cristo, pieno di carisma, di capacità di trasmettere questa sua fede. Nella sua vita si è sempre interessato di temi di giustizia sociale.

 

D. – Una caratteristica del Pontificato di Giovanni Paolo II è stata proprio il gran numero di beatificazioni e canonizzazioni, come mai?

 

R. – Il Papa ha creato beati 1345 persone, uomini e donne, religiosi, non religiosi, laici, coppie sposate. Ha canonizzato 483 persone. Il Papa desidera sottolineare la chiamata universale alla santità, queste persone beatificate e canonizzate sono degli esempi concreti di come si accede alla santità. Perciò il Papa ci ha tenuto molto che siano scelte persone da tutte le categorie della vita della Chiesa, ma soprattutto tra i preti, religiosi, religiose, laici e anche coppie sposate.

**********

 

NOMINE

 

Il Santo Padre ha nominato nunzio apostolico presso le Comunità Europee monsignor André Dupuy, arcivescovo titolare di Selsea, finora nunzio apostolico in Venezuela. Per tale incarico il Papa ha nominato mons. Giacinto Berloco, arcivescovo titolare di Fidene, finora nunzio apostolico in El Salvador e in Belize.

 

 

‘CHIESA E MASS MEDIA: UN FUTURO CHE VIENE DA LONTANO’

È IL TEMA DEL SIMPOSIO CHE, SU INIZIATIVA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO

DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI, HA PRESO IL VIA QUESTA MATTINA A ROMA,

PRESSO LA LUMSA

- Intervista con mons. Renato Boccardo -

 

 ‘Chiesa e mass media: un futuro che viene da lontano’ è il tema scelto per il Simposio che, su iniziativa del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, ha preso il via questa mattina nel 40.mo del decreto conciliare ‘Inter Mirifica’, a Roma, presso la Sala Conferenze dell’Università LUMSA. Giovanni Peduto ha intervistato il vescovo Renato Boccardo finora segretario del dicastero e organizzatore dell’incontro:

 

**********

R. – Il Congresso si colloca nel ricordo e nell’anniversario dei 40 anni della promulgazione del decreto conciliare ‘Inter Mirifica’ sulle comunicazioni sociali. Ci sono state diverse iniziative in questi ultimi due anni. Il Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali ha voluto celebrare in maniera anche solenne, se così si può dire, questa occasione, riflettendo su quattro grandi domande che costituiscono il contenuto portante dell’incontro. La prima: si può parlare di Dio nell’informazione? La seconda: si può evangelizzare attraverso i mass media? Terza domanda: che cosa i media si aspettano dalla Chiesa? Quarta: che cosa la Chiesa si aspetta dai media? Quattro temi che vogliono alimentare e approfondire la riflessione di tutti coloro che operano nel campo dell’informazione e che, attraverso l’informazione, si sentono chiamati a portare una parola di speranza, una luce fondata sul Vangelo alla società del nostro tempo.

 

D. – Chi sono i partecipanti al Congresso?

 

R. – Innanzitutto i membri e i consultori del Pontificio Consiglio, poi i responsabili delle diverse commissioni di comunicazione sociale delle Conferenze episcopali, altri operatori della Pastorale della comunicazione, per quanto riguarda il mondo cosiddetto ecclesiale. Al simposio sono stati invitati, nello stesso tempo, tanti operatori delle comunicazioni che non appartengono, necessariamente, all’ambito della Chiesa, voglio dire: radio, televisioni, giornali, siti internet che, in un modo o nell’altro, sono sempre in contatto e guardano con interesse alla presenza della Chiesa in questa situazione.

**********

 

 

VIVO IL DIBATTITO SUL GRAVE CASO DI TERRI SCHIAVO IN FLORIDA:

IL MARITO CHIEDE DI LASCIARLA MORIRE MENTRE I GENITORI SI OPPONGONO.

LA DICHIARAZIONE DEL CARDINALE RENATO RAFFAELE MARTINO

- Intervista con il porporato -

 

Un giudice della Florida ha esteso di altre 48 ore, fino a venerdì, gli effetti di un’ordinanza che vieta di dare il via al distacco delle apparecchiature che tengono in vita Terri Schiavo, una donna in coma da anni, che il marito vuol lasciare morire mentre i genitori si oppongono. La proroga è stata decisa un’ora prima che scadesse una precedente ordinanza che aveva bloccato l’iter dell’eutanasia. Il giudice ha stabilito che le macchine che tengono in vita la Schiavo non saranno toccate fino alle 17.00 di venerdì, ora locale (le 23.00 in Italia), dando così la possibilità ai genitori della donna di continuare a perseguire altre vie giudiziarie.  Resta vivo, dunque, negli USA, il dibattito sulla situazione della signora Terri Schiavo che soffre da parecchi anni di uno stato di semi incoscienza ed è mantenuta in vita tramite alimentazione artificiale. Non si può dire che propriamente lei soffra di uno stato vegetativo perché è in grado di reagire in certa forma a stimolazione esterna. Suo marito, il signor Michael Schiavo, rappresentante legale, vuole staccare il tubo di alimentazione gastrica in forma tale da provocare la morte di Terri Schiavo per denutrizione. Il signor Schiavo è sostenuto in questo tragico intento da diverse forze che vogliono legalizzare l’eutanasia negli Stati Uniti. Ascoltiamo, al microfono di Giovanni Peduto, il parere del cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace:

 

**********

R. – Se il signor Schiavo riuscisse legalmente a provocare la morte di sua moglie, questo non soltanto sarebbe tragico in se stesso, ma sarebbe un grave passo verso l’approvazione legale dell’eutanasia negli Stati Uniti. Dovuto al peso che hanno le decisioni giudiziarie in quel Paese, nella formazione del diritto. E vorrei ricordare in proposito quanto il Santo Padre ha detto nei giorni scorsi alla Pontificia Accademia della Vita, ribadendo che la qualità della vita non va interpretata come efficienza economica, bellezza e godibilità della vita fisica, ma consiste nella suprema dignità di creatura fatta a immagine e somiglianza di Dio. Nessuno può esserne arbitro se non Dio stesso.

**********  

 

 

=======ooo=======

 

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina la notizia del nuovo ricovero del Papa al Policlinico “Gemelli”.

Il Concistoro Ordinario Pubblico per il voto di cinque Cause di Canonizzazione.

Sempre in prima, l’articolo di Franco Patruno dal titolo “Coscienza ed etica della comunicazione”: la Lettera apostolica di Giovanni Paolo II “Il rapido sviluppo”.

 

Nelle vaticane, l’intervento del cardinale Tauran – sul tema “Il rapporto tra Chiesa e Stato” - in occasione del Premio internazionale “Bonifacio VIII”.

 

Nelle estere, Iraq: a Tikrit dieci morti per l’esplosione di un’autobomba davanti ad un commissariato.

In una dichiarazione il Consiglio di Sicurezza dell’ONU rinnova la condanna dell’uso di bambini-soldato. 

 

Nella pagina culturale, un articolo di Anna Maria Tripodi sul saggio “Antonio Rosmini e il pensiero malato”.

Un articolo di Marcello Filotei dal titolo “Un atto di fiducia nella ‘musica nuova’”: gli ultimi sviluppi del linguaggio contemporaneo in una serie di incontri presso la Scuola popolare di Testaccio, a Roma.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano l’accorato appello di Ciampi per la liberazione della giornalista italiana in Iraq.

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

24 febbraio 2005

 

ALCUNE ORGANIZZAZIONI UMANITARIE RIBADISCONO I TIMORI CHE CENTINAIA

 O PERFINO UN MIGLIAIO DI BAMBINI SIANO MORTI

IN ZONE ISOLATE DELL’AFGHANISTAN PER LE INTENSE NEVICATE

- Intervista con Simona Lanzoni -

 

Ammonta già a 211 il numero di bambini uccisi per l’ondata di freddo che da gennaio colpisce l’Afghanistan. Lo ha riferito oggi il ministro della Salute. “In tutto il Paese sono confermati 211 decessi di bambini legati all’inverno”, ha spiegato Amin Fatimie. Il ministro però ha precisato che questa cifra riguardava soltanto i bambini di età inferiore ai cinque anni, i più vulnerabili. La provincia di Ghor, al centro del Paese, una delle più povere, montagnose e arretrate dell’Afghanistan, è la più colpita – ha aggiunto – con almeno 90 morti confermati. Alcune organizzazioni umanitarie, da parte loro, hanno espresso il timore che centinaia o perfino un migliaio di bambini siano morti nella provincia o in altri dei numerosi paesi isolati per le intense nevicate. La mortalità infantile in Afghanistan – ha precisato Fatimie – resta una delle più elevate al mondo. Secondo statistiche annuali in suo possesso, in tempi normali 713 bambini di età inferiore ai cinque anni muoiono ogni giorno nel Paese. In un rapporto pubblicato ieri, il Programma delle Nazioni Uniti e per lo Sviluppo (PNUD) aveva sottolineato che l’80% di queste morti si potevano evitare. Al microfono di Simona Alivernini, sentiamo Simona Lanzoni, responsabile Progetti della Fondazione Pangea:

 

**********

R. – L’inverno è stato molto rigido, è nevicato in moltissime regioni dell’Afghanistan. Per esempio, nella provincia di Ghor ci sono state morti per il freddo, ma chiaramente non è solo nella provincia di Ghor. Purtroppo poi non si è venuto a sapere molto di questa situazione per il semplice fatto che le comunicazioni non sono buone. A Kabul, dove noi di Fondazione Pangea abbiamo una sede operativa, 15 giorni fa c’è stata una vera e propria emergenza, tant’è che ci sono state organizzazioni che hanno distribuito cibo, coperte e tende. Kabul è un po’ l’attrazione di tutto il ritorno dei profughi e i profughi quando tornano non hanno una vera e propria casa e quindi si installano in ruderi, in case distrutte, abbattute durante i tre anni di guerra. Sicuramente, da un lato noi vediamo la morte e la miseria; dall’altro tutta questa neve garantirà in estate un’enorme quantità d’acqua e quindi sicuramente buoni rapporti per l’agricoltura perché uno dei problemi dell’Afghanistan è che negli ultimi 4-5 anni si è avuto un processo di desertificazione e siccità enorme.

 

D. – I bambini sono tra le vittime principali del maltempo …

 

R. – E’ chiaro che i bambini sono i primi a morire proprio perché comunque sono i più fragili. Noi come fondazione Pangea lavoriamo molto anche con i bambini di strada dell’associazione Asciana: abbiamo distribuito, per un certo numero di giorni, zuppe calde ai bambini che si presentavano al centro di Asciana. Chiaramente si tratta di un intervento momentaneo. L’Afghanistan comunque è un Paese che non è ancora uscito definitivamente da una situazione di guerra: c’è una guerra interna di fazioni e tuttora si trovano delle truppe straniere che cercano di contenere la guerra civile. E’ chiaro quindi che il muoversi all’interno dell’Afghanistan non è sempre facile e quindi anche questo fatto limita la possibilità di portare aiuto dovunque e in maniera capillare.

**********

 

 

GIOVANI E VALORI, DAL PENSIERO DEL NEUROPSICHIATRA VIKTOR FRANKL:

TEMA DI UN INCONTRO DIBATTITO PRESSO LA NOSTRA EMITTENTE

- Intervista con il cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga,

Ernesto Galli Della Loggia e padre Eugenio Fizzotti -

 

Giovani e Valori, dal pensiero di Viktor Frankl. Su questo tema si è svolta ieri nella Sala Marconi della Radio Vaticana una conferenza cui hanno partecipato il cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa in Honduras, Ernesto Galli Della Loggia, editorialista del Corriere della Sera ed Eugenio Fizzotti, presidente dell’Associazione di Logoterapia e Analisi Esistenziale Frankliana. A seguire l’evento per noi c’era Paolo Ondarza:

 

**********

Fin dall’età di 25 anni Viktor Frankl, ancora studente di psichiatria, ebbe come priorità assoluta l’ascolto del grido di tanti giovani in difficoltà e alla ricerca di un senso nella propria vita. L’atroce reclusione sperimentata nei campi di sterminio nazista nel 1944 a confronto con situazioni-limite, fece maturare ulteriormente in Frankl l’attenzione alla cura medica dell’anima in situazioni di totale annientamento. “L’esperienza di Viktor Frankl è un dono della Provvidenza ai giovani”, secondo il cardinale Maradiaga:

 

R. – Certamente, trovare una persona come lui che ha sofferto tanto, che ha portato veramente la croce e che esce da questi campi di concentramento senza rancore, senza rammarico, con una strada nuova per insegnarci a trovare il senso della vita, mi sembra oggi più che mai necessario.

 

D. – I giovani oggi cercano valori che i genitori non hanno loro consegnato?

 

R. – Penso che abbiamo fatto dei valori cose intellettuali; invece i valori sono incarnati nelle persone e per quello, a volte, li si rifiuta. Si deve trasmettere vita ...

 

Anche per il giornalista Ernesto Galli Della Loggia, i giovani hanno bisogno di valori incarnati e non solo predicati:

 

R. – I giovani hanno bisogno di valori come anche noi adulti abbiamo bisogno di valori; tra l’altro, noi siamo sempre pronti, come adulti, a parlare ai giovani di valori e non ci accorgiamo che spesso sono anche i giovani che parlano a noi di valori, chiedendoci, per esempio, di tener fede ai valori ...

 

Viktor Frankl è fondatore di una scuola di analisi esistenziale, la logoterapia, portata in Italia dal padre salesiano Eugenio Fizzotti, suo allievo a Vienna. Ma cosa insegna la logoterapia ai giovani? Sentiamo Eugenio Fizzotti:

 

R. – Non tanto farsi vivere, ma vivere in maniera esistenziale, cioè assumere la vita nelle proprie mani. Non sono gli altri a decidere di noi. Anche se tutto sembra andare in questa direzione. E’ importante invece rendersi conto che tutto dipende da me: sono io che devo dare una spinta, un orientamento scegliendo soprattutto quali sono le risposte che riesco a dare alle domande della vita.

 

 “Ho trovato il senso della mia esistenza”, diceva Frankl ai suoi colleghi e studenti. “Il senso sta nell’aiutare gli altri a trovare un senso nella propria vita: l’essere umano può sempre scegliere quale atteggiamento adottare di fronte ad ogni situazione, anche la più drammatica”.

 

Paolo Ondarza, Radio Vaticana.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

24 febbraio 2005

 

 FORMARE LAICI IMPEGNATI O CHE VOGLIANO FARE POLITICA: È LO SCOPO DEL

“CENTRO NAZIONALE FEDE E POLITICA MONSIGNOR HELDER CÂMARA”, INAUGURATO NEI GIORNI SCORSI A BRASILIA DALLA CONFERENZA EPISCOPALE BRASILIANA

 

BRASILIA. = Contribuire alla formazione di laici impegnati o che vogliano fare politica. Questo l’obiettivo del “Centro nazionale Fede e Politica Monsignor Helder Câmara”, inaugurato nei giorni scorsi nella sede della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (CNBB), con il coordinamento della Commissione episcopale per il laicato. Secondo il cardinale Geraldo Majella Agnelo, presidente della CNBB, “il Centro vuole contribuire all’esercizio della politica, che è una forma sublime dell’esercizio della carità”. Per questo la struttura offrirà corsi, seminari, incontri e simposi, realizzerà pubblicazioni, stabilendo una rete di assessori. “Il Centro è un vecchio sogno che oggi diventa realtà”, ha affermato il cardinale Majella, individuandone la base teorica nel Compendio della dottrina sociale della Chiesa, di cui non esiste ancora una versione in portoghese: “Tra poco sarà disponibile la traduzione e sarà senza dubbio un grande riferimento per tutti noi e per il Centro che abbiamo appena lanciato”, ha detto. L’idea di creare un Centro nazionale risponde all’invito di Giovanni Paolo II che, nell’esortazione Christifidelis Laici, dopo il Sinodo sui laici, chiede che la formazione dei laici e delle laiche sia una priorità per le chiese locali. L’idea della creazione del “Centro Monsignor Helder Câmara” è stata prospettata nel giugno dello scorso anno, quando la CNBB ha realizzato il seminario del movimento “Fede e Politica” sul tema: “Scuola e formazione politica”. L’iniziativa di formazione, integrazione ed articolazione di assessori è culminata nella proposta di preparazione delle leadership politiche in Brasile. (R.M.)

 

 

QUESTA SERA NELLA BASILICA ROMANA DI SANTA MARIA MAGGIORE,

SECONDO INCONTRO DI RIFLESSIONE E PREGHIERA, DELLA SERIE

“ I GIOVEDÌ DI QUARESIMA”, PER AIUTARE I FEDELI

A PENETRARE NEL MISTERO EUCARISTICO

 

ROMA. = “Eucaristia e ‘Volto eucaristico’, tema centrale della trasformazione o divinizzazione”. Questo, il titolo della riflessione che il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, presenterà questa sera alle 20:30 presso la Basilica romana di Santa Maria Maggiore, nel secondo incontro della serie “I Giovedì di Quaresima”, promossa del cardinale Bernard Francis Law, arciprete della Basilica, in collaborazione con la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. Scopo dell’inziativa, aiutare i fedeli, attraverso riflessioni e preghiere ispirate dall’Enciclica “Ecclesia de Eucharistia”, a penetrare in maniera sempre più profonda nel Mistero eucaristico, mistero pasquale della morte e risurrezione di Cristo. Giovedì scorso, lo stesso cardinale Law ha inaugurato il ciclo di incontri con una riflessione sul tema: “Eucaristia e riconciliazione: la realtà dell’amore e della comunione”. Il prossimo 3 marzo sarà la volta del cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i vescovi, con un intervento su: “Eucaristia come sacrificio: significato del sacrificio nella sua consistenza”. Giovedì 10 marzo, il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, rifletterà sull’ “Eucaristia come vero culto di Dio: l’apostolicità della Chiesa e la ragione per la vera Chiesa”. “Eucaristia come pegno della vita eterna: il mistero della tensione escatologica del sacramento” è, infine, il tema dell’incontro conclusivo del 17 marzo prossimo, tenuto dal cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle cause dei santi. Ad ogni riflessione segue l’esecuzione di brani di musica sacra da parte della Cappella Musicale Liberiana, del Coro Interuniversitario di Roma, di quello del Pontificio Istituto di Musica Sacra e della Cattedrale del National Shrine of the Immacolate Conception di Washington. (R.M.)

 

 

AIUTARE I BAMBINI A VIVERE CONSAPEVOLMENTE LA SETTIMANA SANTA E LA PASQUA

DI RESURREZIONE. QUESTO, LO SCOPO DEL RITIRO

PER I GIOVANI PERUVIANI DI AREQUIPA

 

Lima. = La Chiesa locale di Arequipa, in Perú, guidata da mons. José Paulino Rios Reynoso, arcivescovo metropolitano, in questo tempo di Quaresima sta realizzando una serie di ritiri rivolti alle diverse fasce della popolazione. Lo scopo è quello di aiutare i fedeli a prepararsi alla Settimana Santa e alla Pasqua di Risurrezione. Domenica scorsa, presso la parrocchia San Giovanni Battista di Yanahuara, si è svolto il ritiro dei bambini, con il significativo slogan: “Bambini, venite alla cena, vi farò missionari del mio amore”. All’incontro, organizzato in collaborazione con la direzione diocesana delle Pontificie opere missionarie (POM), hanno partecipato oltre 400 bambini di tutte le parrocchie e movimenti della città. Lo slogan riassume lo scopo fondamentale di questa giornata di riflessione: preghiera, divertimento e “sensibilizzare i bambini sul significato del tempo quaresimale”, preparandoli, così, a celebrare una vera Pasqua di Resurrezione. Lo spiega padre Víctor Lívori, direttore diocesano delle POM di Arequipa. “Inoltre – precisa il sacerdote – si vuole accrescere la loro coscienza missionaria, favorendo una maggiore conoscenza di Gesù Eucaristia, che è lo stesso Gesù Crocifisso, Redentore degli uomini, che invia tutti ad annunciare la buona novella della salvezza”. Il programma della giornata ha alternato la riflessione sull’Anno dell’Eucaristia, la preghiera, l’intrattenimento e l’animazione. Mons. Paulino Rios Reynoso ha anche presentato ai bambini il messaggio per la Quaresima di Giovanni Paolo II. Il ritiro si è concluso con la celebrazione eucaristica. (E. B.)

 

 

LE VARIAZIONI DEL LIVELLO DELLE ACQUE MARINE SONO CAUSATE DAI TERREMOTI.

È QUANTO HA SCOPERTO UN GRUPPO DI STUDIOSI DELL’ISTITUTO NAZIONALE

DI GEOFISICA E VULCANOLOGIA DI ROMA

 

ROMA. = “I terremoti influenzano il livello marino”. E’ quanto ha dichiarato il fisico Antonio Piersanti che, insieme con un gruppo di collaboratori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) di Roma, ha messo a punto un modello matematico per indagare in che modo i movimenti sismatici, e non solo l’effetto serra, provochino la variazione del livello del mare. Da questi studi emerge come l’attività sismica generi un cambiamento del campo gravitazionale della Terra, influenzando il livello e la distribuzione delle acque negli oceani. Le variazioni finora rilevate vanno da 1,5 a 3 millimetri l’anno e si è stabilito che almeno per il 10 per cento si debbano all’attività sismotettonica. Fino ad oggi il fenomeno non era stato spiegato. L’unica ipotesi era quella che collegava il livello del mare all’effetto serra, causa dell’innalzamento della temperatura terrestre e del conseguente scioglimento delle calotte glaciali, provocando un aumento della massa d’acqua. (M.V.S.)

 

 

IN CORSO, IN QUESTI GIORNI, LE TRATTATIVE TRA INDIA, IRAN E PAKISTAN

PER COSTRUIRE UN “GASDOTTO DELLA PACE” CHE ATTRAVERSERA’ I LORO TERRITORI

 

NEW DELHI. = E’ stato soprannominato “gasdotto della pace” il progetto nel quale Pakistan e Iran hanno deciso di coinvolgere anche l’India. L’obiettivo è la costruzione di un lungo gasdotto che colleghi i tre territori. Secondo il ministro degli Esteri iraniano, Kamal Kharrazi, questo condotto “porterà sostanziali benefici a tutti e tre i Paesi e darà una spinta rilevante alle relazioni politiche ed economiche tra l’India e il Pakistan”. Durante i colloqui della settimana scorsa ad Islamabad, l’India ha dichiarato che prenderà seriamente in considerazione la proposta. Il gasdotto potrebbe far guadagnare al Pakistan milioni di dollari per il transito, ma soprattutto potrebbe migliorare i rapporti con il rivale Stato nucleare dell’India, con cui ha già combattuto tre guerre. A tal proposito, infatti, l’India vuole l’assicurazione da Islamabad che il Pakistan diventi un buon vicino e che le sue tribù non costituiscano una minaccia per il gasdotto che attraverserà i loro territori. Le trattative finora condotte lasciano presagire buone speranze per la conclusione definitiva degli accordi. “Penso che ci saranno sostanziali progressi sul progetto durante questo viaggio”, ha affermato il primo ministro pakistano, Shaukat Aziz, alla televisione di Stato, prima di partire per i tre giorni di visita. (M.V.S.) 

 

 

TORNANO A NYERI, NEL KENYA CENTRALE, LE SPOGLIE DEL MISSIONARIO

DELLA CONSOLATA CHE NEL 1902 FONDO’ LA CHIESA CATTOLICA NEL TERRITORIO

 

NYERI. = Il 21 febbraio scorso sono state accolte con grande entusiasmo dai fedeli di Nyeri, nel Kenia centrale, le spoglie mortali di padre Filippo Perlo, il missionario italiano che nel 1902 fondò la Chiesa cattolica nel territorio. Padre Perlo, missionario della Consolata, aveva 29 anni quando celebrò la prima messa a Tuthu, attuale diocesi di Muranga, il 29 giugno 1902: quello fu il primo passo per l’evangelizzazione di tutta la zona. Eletto nel 1909 primo vescovo dell’allora Vicariato apostolico, 15 anni dopo fece rientro in Italia, dove rimase fino alla morte, nel 1948. L’attività di mons. Perlo fu capillare ed efficace: si dedicò infatti all’annuncio del messaggio del Vangelo nel Paese, all’educazione, all’agricoltura, alla stampa e alle opere sociali e mise le basi per la successiva costruzione dell’arcidiocesi di Nyeri e di altre sette circoscrizioni ecclesiastiche. Alla sua opera di evangelizzazione contribuirono anche padre Tommaso Gays ed i fratelli religiosi, Celeste Lusso e Luigi Falda. Nel 1920, padre Perlo fondò anche la Congregazione diocesana delle suore di Maria Immacolata. Proprio grazie alla loro richiesta, nei giorni scorsi le spoglie del presule hanno fatto rientro in Kenya e sono state collocate nella cappella della loro casa. Per l’occasione, l’arcivescovo di Nyeri, mons. Nicodemus Kirima, ha celebrato una messa in cui ha espresso il suo ringraziamento a Dio per l’opera di evangelizzazione svolta da mons. Perlo e dagli altri missionari della Consolata. (M.V.S.)

 

EVANGELIZZARE ATTRAVERSO L’ARTE E LA MUSICA. LO SI FA IN UNA SCUOLA SUPERIORE DELL’ISOLA DI TENARU, NELL’ARCIPELAGO DELLE SALOMONE,

DOVE QUESTE MATERIE RIENTRANO NEL PROGRAMMA DI STUDI

 

TENARU. = Annunciare il mistero di Cristo attraverso l’arte e la musica. Questo, l’obiettivo dell’istituto d’istruzione superiore di “San Giuseppe”, nell’isola di Tenaru, nell’arcipelago delle Salomone, che ha inserito queste discipline tra le proprie materie di insegnamento: capaci di toccare il cuore degli uomini sono preziosi strumenti di evangelizzazione. Accanto ad esse, gli alunni studieranno anche l’informatica, considerata materia fondamentale per la preparazione degli studenti di oggi. Secondo il preside della scuola “gli studenti hanno la possibilità di esprimersi con la musica e con la danza tipica delle Salomone, nel pieno rispetto della loro identità culturale. Questo costituirà un modo di preservare e tramandare il patrimonio culturale delle diverse tribù presenti nelle Salomone e renderlo vivo attraverso i giovani”. Le nuove discipline permetteranno a tutti gli studenti di esprimere a pieno le proprie potenzialità e la propria personalità. I frutti di questa crescita formativa verranno infine condivisi e mostrati a parenti e ad amici nel corso di una serata culturale che la scuola dedica ogni anno a tutti gli studenti. (M.V.S.)

 

 

 

=======ooo=======

 

 

 

 

 

24 ORE NEL MONDO

24 febbraio 2005

- A cura di Barbara Castelli -

 

Il presidente americano, George W. Bush, ha visitato questa mattina a Bratislava la sede del governo slovacco, dove ha incontrato il premier, Mikulas Dzurinda. Bush ha sottolineato che il comune obiettivo di America ed Europa è “convincere gli ayatollah a non dotarsi di armi nucleari”, confermando l’impegno a utilizzare la diplomazia per centrare l’obiettivo. Cresce l’attesa, intanto, per l’incontro questo pomeriggio tra il capo della Casa Bianca e il presidente russo, Vladimir Putin. Ieri, intanto, Bush ha ricucito i rapporti con la Germania. Il servizio di Paolo Mastrolilli:

**********

Dopo mesi di gelo, a causa della guerra in Iraq, il presidente americano Bush e il cancelliere tedesco Schroeder hanno ritrovato l’intesa ieri sulla necessità di impedire che l’Iran ottenga armi nucleari. Su questo punto, nel loro Vertice di Magonza, i due leader hanno preso la stessa posizione. Qualche differenza c’è ancora su come raggiungere l’obiettivo, perché il capo della Casa Bianca non partecipa alla mediazione condotta da Berlino, Londra e Parigi con Teheran, anche se ha detto di appoggiarla. Bush ha definito ridicole le voci secondo cui si apprestano a toccare l’Iran, ma ha aggiunto che tiene tutte le opzioni sul tavolo. Quindi, ha chiesto il ritiro dei siriani dal Libano e ribadito l’obiettivo della pace in Medio Oriente. Schroeder ha detto che le critiche sulla guerra in Iraq appartengono al passato e ora l’interesse comune è costruire una democrazia stabile. A questo scopo Berlino ha offerto di addestrare le nuove forze armate di Baghdad, ma fuori dai confini del Paese. Bush ha spiegato gli attriti in Europa con la diversa interpretazione dell’11 settembre, che per il Vecchio Continente è stato un disastro passeggero, mentre per l’America ha cambiato in maniera permanente la politica estera. Quindi, il capo della Casa Bianca ha detto di sentirsi in colpa per l’uso di un linguaggio che in certe occasioni può aver aumentato le tensioni, ma ha aggiunto che l’interesse a combattere il terrorismo è comune. “L’Europa – ha detto – è l’alleato più stretto dell’America. Bush e Shroeder hanno discusso anche la relazione con Putin che oggi incontra il presidente americano in Slovacchia. Il capo della Casa Bianca ha espresso preoccupazione per alcune decisioni del leader russo che indeboliscono la democrazia, come le limitazioni alla libertà di stampa, e ha ribadito che intende parlarne nel Vertice.

 

Per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

**********  

 

Il parlamento palestinese ha votato oggi la fiducia al nuovo governo del premier Abu Ala. Nella notte i vertici del principale partito Al Fatah si sono accordati sulla formazione della compagine. Negli incarichi chiave del nuovo esecutivo palestinese, approvato con 54 voti a favore, 10 contrari e 4 astensioni, figurano, come previsto, uomini vicini al nuovo presidente Abu Mazen. Nella lista dei 24 ministri spicca il nome di Nasser al Qidwa, nipote del defunto leader Yasser Arafat e attuale rappresentante all’Onu, che è diventato il nuovo ministro degli Esteri al posto di Nabil Shaath, nominato vice premier. Alla guida del dipartimento degli Interni, invece, è stato chiamato l’ex responsabile dei servizi di sicurezza, Nasr Yussuf. Soddisfazione per la formazione del nuovo governo è stata espressa dal ministro degli Affari Esteri israeliano, Sylvan Shalom.

 

La Siria ha deciso di attuare un “ridispiegamento” delle sue truppe in Libano. Lo ha annunciato questa mattina il vice ministro degli Esteri, Walid Al Muallem, nel corso di una conferenza stampa. Damasco non si è limitata ad ignorare le richieste di larga parte della comunità internazionale perché ritiri dal Libano le sue truppe, ma ha anche messo in guardia contro le “provocazioni” esterne nei confronti propri e delle autorità di Beirut, a essa fedeli. Tali interferenze, secondo la Siria, potrebbero condurre a “sviluppi negativi”. A Beirut, intanto, sono attesi in giornata gli specialisti irlandesi incaricati dalle Nazioni Unite di collaborare con le autorità locali all’inchiesta sull’attentato del 14 febbraio. Nella strage ha perso la vita l’ex premier Rafik al-Hariri, insieme con altre quattordici persone.

 

Non si arresta la spirale di violenza in Iraq. Attentati oggi a Tikrit, Kirkuk e Baghdad hanno causato la morte di oltre 15 persone. Novità anche dal fronte dei sequestri. Ci riferisce Eugenio Bonanata:

 

**********

Non si placano le violenze in Iraq. A nord di Baghdad due soldati statunitensi sono rimasti uccisi e altri due feriti in altrettanti attentati dinamitardi. L’esplosione di un’ennesima autobomba, questa volta a sud di Bagdad, ha provocato la morte di due agenti iracheni, di una bambina e il ferimento di altre otto persone. E sono 10 i morti per un autobomba a Tikrit, mentre a Kirkuk due agenti sono morti nell’attentato ad un posto di polizia. Veniamo al fronte sequestri. Sarebbe viva Raida Al Wazan, la giornalista irachena rapita domenica scorsa a Mossul. Lo ha dichiarato Razi Feisal, il direttore dell’emittente per la quale lavora la reporter. Ieri uno dei maggiori quotidiani di Bagdad, Al Sabah, riportava la notizia del probabile ritrovamento, a Ebril, del corpo decapitato della giornalista. Il direttore non ha voluto fornire ulteriori particolari sull’inchiesta. Ha confermato, tuttavia, che la figlia di dieci anni della giornalista, che si trovava con lei al momento del sequestro, è stata rilasciata il giorno stesso. Buone notizie anche per la giornalista francese di “Liberation”, Florence Aubenas, e il suo interprete iracheno, rapiti il 5 gennaio scorso. Sarebbero “sempre vivi” e detenuti fuori da Bagdad, secondo il segretario di Reporters sans Frontieres, Robert Menare, che ha avuto “comunicazioni ed elementi concreti” in questo senso. Cresce l’attesa, infine, per la sorte di Giuliana Sgrena, la giornalista italiana in mano ai rapitori da ormai tre settimane. Ieri il presidente Ciampi ha incontrato la famiglia Sgrena al Quirinale e ha loro espresso la sua viva solidarietà e vicinanza.

**********

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha “energicamente” condannato ieri sera il reclutamento e l’uso di bambini soldato “e tutti le altre violazioni e abusi commessi contro i bambini in situazioni di conflitto armato”. La dichiarazione dei 15 ha, inoltre, chiesto la creazione di “un sistema di monitoraggio” e un meccanismo per denunciare le violazioni. Nel mondo “oltre 250.000 bambini continuano ad essere sfruttati, a seconda della situazione, come combattenti, spie e schiavi del sesso”: ha sottolineato Olara Otunnu, rappresentante speciale Onu per il bambino e il conflitto armato.

 

Sono almeno 500 i morti e 990 i feriti del terremoto che ha colpito martedì scorso il sudest dell’Iran. Il bilancio - fornito dalle autorità iraniane - è ancora provvisorio, anche se le ricerche sono ormai terminate nei villaggi più colpiti dal sisma, Hutkan e Dahuyeh. Intanto, nelle zone disastrate continua ad operare un’equipe guidata da Caritas Italiana. Per un quadro della situazione, sentiamo Marco Ansaldi, appena rientrato dall’Iran, al microfono di Andrea Sarubbi:

 

**********

R. – I danni sono ingenti in proporzione alla zona terremotata e alla popolazione coinvolta. Si tratta di circa 30 mila persone coinvolte e una quarantina di villaggi. I villaggi sono quasi totalmente distrutti. La distruzione è paragonabile, se non maggiore, a quella di Bam. Quindi, è una distruzione totale. Si tratta di zone di montagna difficilmente raggiungibili. La gente, è, dunque, in condizioni di bisogno disperato.

 

D. – C’è un compito specifico affidato proprio alla Caritas?

 

R. – L’attore principale delle operazioni di soccorso è il “Crescente rosso”, la “Mezza luna rossa”, come la chiamiamo in Italia, quindi, le autorità. Loro sono impegnatissimi in questa azione di soccorso. Stanno lavorando molto bene. Bisogna tener conto che hanno un’esperienza enorme, accumulata a Bam. Da parte nostra, stiamo in questo momento, su richiesta delle autorità, predisponendo la distribuzione di generi di prima necessità e alimentari, che coprirà 500 famiglie, circa 2 mila persone.

 

D. – Ma non si era detto che le autorità iraniane avrebbero rifiutato aiuti stranieri?

 

R. – In effetti, loro pensano di poter coprire i bisogni indipendentemente. Però bisogna tener conto che a Bam, proprio in quella regione, ci sono diverse ONG e organizzazioni straniere, che stanno operando per la ricostruzione. Quindi, a queste organizzazioni, che sono già presenti nel Paese, hanno chiesto un contributo.

**********

 

Il presidente portoghese, Jorge Sampaio, ha designato oggi come primo ministro José Socrates, segretario generale del Partito socialista. Il PS ha riportato una vittoria schiacciante alle elezioni legislative di domenica scorsa in Portogallo.

 

Il presidente della Repubblica somala, Abdullahi Yusuf, e il premier, Mohamad Ali Geli, sono partiti oggi da Nairobi, in Kenya, per una approfondita missione in patria. Per ragioni di sicurezza, per ora le nuove istituzioni democratiche somale siedono ancora a Nairobi. Si tratterà di un ampio giro, con consultazioni allargate. Tra i nodi principali da sciogliere nel corso della missione, che dovrebbe durare tra i sei e gli otto giorni: dove trasferire il governo, e come e quando schierare le truppe di peacekeeper africani.

 

In Togo deve “essere ristabilito, al più presto possibile, l’ordine costituzionale e legale”. Lo ha sottolineato ieri l’Unione Europea, intimando a Lomé l’imposizione di sanzioni. Il 5 febbraio scorso, dopo la morte del presidente Gnassingbé Eydema, al potere in Togo da 38 anni, l’esercito ha insediato il figlio Faure Gnassingbé. La riunione dell’Unione Africana prevista per oggi ad Addis Abeba, in Etiopia, per discutere proprio della delicata situazione togolese è stata rinviata a venerdì. Alla base della decisione, riferisce il portavoce, ci sarebbero “problemi logistici”.

 

Il tribunale internazionale per i crimini di guerra, allestito dalle Nazioni Unite per il genocidio in Rwanda del 1994, ha deferito ieri alle autorità di Kigali 15 dei casi che aveva all’esame. E’ la prima volta che il TPIR deferisce alle autorità nazionali un caso che gli era stato assegnato. Secondo l’Onu, il genocidio del 1994 causò oltre 800.000 morti.

 

Un noto ambientalista è stato assassinato martedì notte a Nova Iguassù, uno dei quartieri più violenti della periferia di Rio de Janeiro, in Brasile. L’assassinio si registra a pochi giorni dalla morte della missionaria americana Dorothy Stang. Il 59.enne attivista ecologico lottava da anni contro il contrabbando di animali selvatici e lo sfruttamento illegale dei prodotti della foresta.

 

La Corte Suprema colombiana ha dato il via libera ieri all’estradizione negli Stati Uniti di un capo delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, Omaira Rojas, e del capo del cartello di Cali, Miguel Rodriguez Orejuela. Ora sarà il presidente Alvaro Uribe a dover autorizzare la consegna dei due uomini alle autorità statunitensi, che li accusa di narcotraffico.

 

 

=======ooo=======