RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 357  - Testo della trasmissione di venerdì 23  dicembre 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Difendere la vita fin dal concepimento e il ruolo della famiglia nella società: così, Benedetto XVI al nuovo ambasciatore del Regno Unito presso la Santa Sede

 

Il grazie di Benedetto XVI ai dipendenti che hanno ristrutturato l’Appartamento pontificio

 

Quarta  predica d’Avvento di padre Raniero Cantalamessa  alla presenza del Papa

 

Il Concilio Vaticano II ha rinnovato la Chiesa nella continuità. Sulle parole pronunciate ieri da Benedetto XVI durante l’incontro  con la Curia Romana, il commento di Gianfranco Ravasi

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Iraq: gli Stati Uniti annunciano la riduzione delle truppe. Il Paese continua ad essere dilaniato dalla violenza. Le speranze dei cristiani iracheni nelle parole del nunzio apostolico mons. Fernando Filoni

 

CHIESA E SOCIETA’:

Al via, oggi pomeriggio, le celebrazioni per il Giubileo del Volto Santo di Manoppello, in Abruzzo

 

Approvata in Italia la legge che vieta l’infibulazione: fino a 16 anni di carcere per chi la pratica

 

“L’Africa ha bisogno di cervelli africani!”: è l’appello lanciato dal Commissario europeo per lo sviluppo e gli aiuti umanitari, Louis Michel

 

“Alla scoperta delle radici cristiane dell’Europa”: la Radio Vaticana propone un ciclo di interviste per conoscere e valorizzare il patrimonio cristiano del vecchio continente

 

Questa mattina il tradizionale  scambio degli auguri natalizi alla Radio Vaticana

 

24 ORE NEL MONDO:

La Russia vara il controverso provvedimento che vieta i finanziamenti esteri alle ONG

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

23 dicembre 2005

 

DIFENDERE LA VITA FIN DAL CONCEPIMENTO E IL RUOLO DELLA FAMIGLIA

NELLA SOCIETA’: COSI’, BENEDETTO XVI AL NUOVO AMBASCIATORE DEL REGNO UNITO PRESSO LA SANTA SEDE. IL PAPA HA ASSICURATO LA SUA VICINANZA ALLE POPOLAZIONI COLPITE DAL TERRORISMO  RIBADENDO L’IMPEGNO DELLA CHIESA A RISOLVERE

 LE TENSIONI SUSCITATE DA TALI ATROCITA’

 

La sacralità della vita, il ruolo fondamentale del matrimonio e ancora il dialogo ecumenico ed interreligioso quali strumenti per conseguire la pace: questi i temi forti affrontati da Benedetto XVI nell’udienza al nuovo ambasciatore del Regno Unito presso la Santa Sede, Francis Martin-Xavier Campbell, ricevuto stamani in Vaticano. Il Papa ha lodato i progressi nel processo di pace nell’Irlanda del Nord. Dato particolarmente significativo: Campbell è il primo ambasciatore britannico di fede cattolica presso la Santa Sede. Sul discorso del Pontefice, il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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“La tolleranza e il rispetto per le differenze, per essere davvero di beneficio alla società, devono essere fondate su una autentica comprensione della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio”: è quanto sottolineato da Benedetto XVI, che ha ribadito come debba essere “riconosciuta e protetta la santità della vita dal concepimento alla morte naturale”. Il Papa ha quindi sottolineato il “ruolo indispensabile” per la società britannica del matrimonio e della famiglia. D’altro canto, ha messo in guardia “dalle implicazioni etiche insite nel progresso scientifico e tecnologico, soprattutto nel campo della ricerca medica e dell’ingegneria genetica”.

 

Si è quindi soffermato sul clima di tensione seguito agli attacchi terroristici a Londra del luglio scorso. La Chiesa cattolica, ha assicurato, “è desiderosa di fare la sua parte nel promuovere la riconciliazione e l’armonia tra i diversi gruppi razziali presenti nel Paese”. Inoltre, ha ribadito che “la Chiesa assicura il suo sostegno alla ricerca di soluzioni per diminuire quelle tensioni che derivano da tali atrocità”. Il Pontefice ha espresso apprezzamento per l’operato del governo che “punta a coinvolgere le comunità dei fedeli nel processo di integrazione”. Benedetto XVI ha inoltre lodato gli sforzi del governo di Londra per favorire lo sviluppo dei Paesi poveri, in particolare con le misure adottate per l’Africa al G8 di Gleneagles. 

 

 Una parte del discorso il Pontefice l’ha dedicata ai progressi compiuti negli ultimi anni nell’Irlanda del Nord. Ha lodato così l’impegno delle Chiese e delle comunità ecclesiali che hanno lavorato sodo per “superare le storiche divisioni nella popolazione” e ha messo l’accento sul “segnale di fiducia reciproca rappresentato dal recente disarmo da parte dell’IRA”. D’altro canto, Benedetto XVI ha riconosciuto che questa nuova stagione “non sarebbe stata possibile senza gli sforzi immensi, diplomatici e politici tesi a raggiungere una giusta soluzione a un conflitto così lungo”.

 

Non è poi mancato un riferimento all’importanza dell’ecumenismo, che, ha tenuto a sottolineare, “non è semplicemente una questione interna alla comunità cristiana, ma un imperativo della carità che esprime l’amore di Dio per tutta l’umanità”. Il Regno Unito, ha constatato il Papa, “non è nuovo a conflitti causati da divisioni all’interno della Cristianità”, aggiungendo che “le ferite, risultato di quattro secoli di divisioni non possono essere ricucite senza sforzi convinti, perseveranza e soprattutto preghiera”. Per questo, ha proseguito, bisogna ringraziare il Signore per i progressi ottenuti negli ultimi anni nel dialogo ecumenico. A quanti coinvolti su questo fronte, Benedetto XVI ha rivolto parole di incoraggiamento, “affinché non siano mai soddisfatti di soluzioni parziali e non perdano di vista l’obiettivo della piena e visibile unità dei Cristiani”.

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Nato nel 1970, l’ambasciatore Francis Martin-Xavier Campbell ha conseguito la laurea in Scienze Politiche e Filosofia Scolastica nel 1994 alla Queen’s University di Belfast. Ha iniziato la carriera diplomatica nel 1997. E’ stato consigliere politico del premier britannico Blair dal 1999 al 2001 e poi segretario privato dello stesso primo ministro dal 2001 al 2003. Successivamente e fino a quest’anno, è stato segretario di Ambasciata a Roma. Nel 2005 ha assunto anche l’incarico di direttore di sezione presso Amnesty International.

 

 

IL GRAZIE DI BENEDETTO XVI AI DIPENDENTI

CHE HANNO RISTRUTTURATO L’APPARTAMENTO PONTIFICIO, IN SOLI TRE MESI

 

Benedetto XVI ha ricevuto in tarda mattinata nella Sala Clementina i dipendenti, circa duecento, che hanno collaborato alla ristrutturazione dell'Appartamento Pontificio. Un’udienza contrassegnata da un clima particolarmente cordiale, in cui il Papa – parlando a braccio – ha ringraziato con affetto il personale, che in soli tre mesi ha dato un nuovo volto all’appartamento papale. Ma l’incontro ha offerto anche l’occasione al Santo Padre per parlare della figura dell’artigiano nella tradizione biblica. Ascoltiamo un passaggio del discorso di Benedetto XVI:

 

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In meno di tre mesi avete fatto un lavoro immenso per restaurare il mio appartamento. Mi piace particolarmente la mia nuova biblioteca con il bel soffitto antico. Adesso sono arrivati negli scaffali i miei amici libri. Mi è venuto in mente che nel Nuovo Testamento, la professione di nostro Signore Gesù, prima della sua missione pubblica, viene indicata con la parola “necton” che di solito noi traduciamo con “falegname”, ma è qualcosa di più di un falegname: designa un artigiano che deve poter fare tutto quanto è necessario per la costruzione di una casa. In questo senso, così, siete colleghi di nostro Signore. Avete proprio realizzato quanto Lui aveva fatto volendo così mostrare la nobiltà di questo lavoro. Nel mondo greco solo il lavoro intellettuale era considerato degno di un uomo libero, mentre il lavoro manuale era lasciato agli schiavi. Totalmente diversa è la concezione biblica, secondo la quale il Creatore - è una bella immagine - ha fatto l’uomo con le sue mani. Il Creatore appare proprio come l’esempio dell’uomo che lavora con le mani e che lavorando col cervello e col cuore imita il Creatore perché questo mondo, datoci dal Creatore, sia  un mondo abitabile.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Il Papa oggi ha ricevuto anche il cardinale Edmund Casimir Szoka, presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.

 

In Spagna il Santo Padre ha nominato vescovo di Cuenca mons. José María Yanguas Sanz, del clero della diocesi di Calahorra y la Calzada-Logroño, finora capo ufficio della Congregazione per i vescovi.  Mons. José María Yanguas Sanz è nato ad Alberite de Iregua, provincia di La Rioja e diocesi di Calahorra y La Calzada-Logroño, il 26 ottobre 1947. E’ stato ordinato sacerdote il 19 giugno 1972. Il 20 aprile 2001 è stato nominato Prelato d’Onore di Sua Santità.

 

Il Santo Padre ha quindi nominato vescovo di Reno, negli Stati Uniti, il rev. Randolph Roque Calvo, del clero di San Francisco, parroco della Our Lady of Mount Carmel Parish in Redwood City. Il Rev. Randolph R. Calvo è nato il 28 agosto 1950 ad Agana, nell’isola di Guam. È stato ordinato sacerdote il 21 maggio 1977.

 

 

QUARTA PREDICA DI AVVENTO DI PADRE RANIERO CANTALAMESSA

ALLA PRESENZA DEL PAPA E DELLA FAMIGLIA PONTIFICIA

 

Occorre annunciare con forza al mondo di oggi, “ridivenuto in gran parte pagano”,  che da Cristo viene la salvezza per tutta l’umanità, Lui “è l’unica speranza di tutto il mondo”. E’ quanto ha affermato stamane padre Raniero Cantalamessa nella sua quarta ed ultima predica d’Avvento tenuta nella Cappella Redemptoris Mater, in Vaticano, alla presenza del Papa e della Famiglia Pontificia.

Ce ne parla Sergio Centofanti:

 

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Il predicatore della Casa Pontificia  ha sottolineato che per molti aspetti siamo tornati alle origini, con un mondo tutto da evangelizzare:  un mondo che spesso non crede ci sia bisogno di un salvatore perché ha fede solo nel “caso” o nella scienza e pensa, come la New Age, che la salvezza venga dall’uomo stesso in sintonia con l’energia del cosmo. Dinanzi a questa realtà per padre Cantalamessa è necessario più che mai ridire la verità che Cristo è l’unico salvatore. E’ Lui che ci libera dal male, è Lui che ci dona la vita eterna. E l’annuncio per essere significativo deve rivolgersi all’uomo di oggi che si sente sempre più piccolo e insignificante di fronte ad un universo sempre più grande, di fronte ai mass media che ci mostrano ogni momento quello che potremmo essere e non siamo. Ma anche Gesù è nato nella “più piccola città di Giuda”: e Betlemme in quel momento era il centro del mondo:

 

“La fede in Cristo ci libera dalla necessità di farci largo, di evadere ad ogni costo dal nostro limite, per essere qualcuno; ci libera anche dall’invidia dei grandi, ci riconcilia con noi stessi e con il posto che occupiamo nel mondo, ci dà la possibilità di essere felici e pienamente realizzati là dove siamo. ‘E il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi!’ (Gv 1,14). Dio, l’Infinito, è venuto e viene continuamente verso di te, là dove sei. La venuta di Cristo nell’incarnazione, mantenuta viva nei secoli dall’Eucaristia, rende ogni posto il primo posto. Con Cristo nel cuore, ci si sente al centro del mondo anche nel più sperduto villaggio della terra”

 

Ma  l’umanità, oggi come ieri, – ha aggiunto padre Cantalamessa – chiede soprattutto di essere salvata dall’angoscia della morte:

 

“Cosa ha da dire la fede cristiana su tutto ciò? Una cosa semplice e grandiosa: che la morte c’è, che è il più grande dei nostri problemi, ma che Cristo ha vinto la morte! La morte umana non è più la stessa di prima, un fatto decisivo è intervenuto. Essa ha perso il suo pungiglione, come un serpente il cui veleno ormai è capace solo di addormentare la vittima per qualche ora, ma non di ucciderla. La morte non è più un muro davanti al quale tutto si infrange; è un passaggio, cioè una Pasqua. È unpassare a ciò che non passa’, direbbe Sant’Agostino”.

 

Non basta però – ha notato il religioso – che io riconosca Cristo come “salvatore del mondo”; occorre che lo riconosca come “mio Salvatore”. E l’esperienza della salvezza che si fa con Cristo è esemplificata dall’episodio di Pietro che affonda sul lago:

 

“Noi facciamo quotidianamente l’esperienza di affondare: nel peccato, nella tiepidezza, nello scoraggiamento, nell’incredulità, nel dubbio, nella routine … La fede stessa è un camminare sul ciglio di un burrone, con la sensazione che ad ogni istante potremmo perdere l’equilibrio e cadervi dentro, cadere anche noi nell’incredulità. In queste condizioni è una consolazione immensa sapere che ogni volta c’è la mano di Cristo pronta a sollevarti,se solo tu la cerchi e l’afferri. Si può giungere perfino a una certa intima gioia nel ritrovarsi peccatori e bisognosi di perdono, come quella che la liturgia canta la notte di Pasqua nell’Exultet:O felix culpa quae talem ac tantum meruit habere Redemptorem!’ Sì, benvenuta anche la colpa se serve a farci scoprire quale Salvatore abbiamo in Cristo”.

 

Infine, di fronte allo scetticismo dell’umanità, padre Cantalamessa esorta a risparmiare Colui che è “l’unica speranza di tutto il mondo”:

 

“E’ il grido accorato che dobbiamo ripetere agli uomini d’oggi, tentati di fare a meno di Cristo. È lui, ancora oggi, l’unica speranza del mondo. Quando l’apostolo Pietro ci esorta a ‘rendere ragione della speranza che è in noi’ (1 Pt 3, 15), ci esorta a parlare agli uomini di Cristo, perché è Lui la ragione della nostra speranza”.

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IL COMMENTO DI MONS. RAVASI ALLE PAROLE PRONUNCIATE IERI DA BENEDETTO XVI SULLE DIVERSE INTERPRETAZIONI DEL CONCILIO VATICANO II

 

Il Concilio Vaticano II  ha rinnovato la Chiesa nella continuità.  Hanno avuta ampia risonanza le parole pronunciate da Benedetto XVI ieri durante lo scambio degli auguri natalizi con la Curia Romana. Un discorso centrato in particolare sulle diverse interpretazioni dell’assise ecumenica conclusa 40 anni fa: una corrente di pensiero – ha detto il Papa –  ha  battuto la strada della discontinuità e della rottura ma ha creato confusione. La Chiesa invece – ha sottolineato il Pontefice –  nel confronto con l’età moderna ha percorso la strada della riforma ma mantenendo e approfondendo la sua intima natura e la sua vera identità. Su queste parole del Papa sul Concilio Roberta Moretti ha sentito il commento del teologo Gianfranco Ravasi:

 

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R. – Sono parole che esprimono per molti versi una sorta di perfetto giudizio storico sull’interpretazione dell’evento conciliare perché sia in coloro che vedevano il Concilio come uno sradicamento della grande tradizione, sia in coloro che lo vedevano come uno sradicamento positivo, quasi necessario per far saltare delle dimensioni che erano ormai cristallizzate, il giudizio era un giudizio di taglio radicale. Questa è stata una forte corrente interpretativa su due versanti, antitetici tra di loro, quelli che si usano dire conservatori e progressisti al tempo stesso. Il giudizio che invece ha dato il Papa e che pure è registrato da molti storici e che è quello sicuramente più autentico anche, penso, dal punto di vista della verifica storiografica, è proprio quello di una novità certamente, di una freschezza nuova che viene introdotta, che fa parte di un movimento che è costante all’interno della Chiesa, questo essere capace di coniugare la continuità, tante volte sotterranea, quella continuità che, dal punto di vista teologico, è assicurata dallo Spirito Santo che opera  nella Chiesa e, dall’altra parte, la necessità continua di confrontarsi con la mutevolezza della storia, con l’insorgere della realtà, dei problemi, con le domande, le interrogazioni nuove che l’umanità pone. Ecco in questa luce, penso che questa seconda interpretazione che, come dico e ripeto, è anche di tipo storiografico, abbia sicuramente un valore anche dal punto di vista teologico, come il Papa voleva sicuramente proporre.

 

D. – Quali, secondo lei, le novità principali che ha portato il Concilio?

 

R. – La fondamentalità della Parola di Dio, della Bibbia, riportata al centro della comunità ecclesiale, della spiritualità, ma anche al centro della stessa teologia. Poi pensiamo ad un altro testo così fondamentale come è stato la Lumen Gentium, che è la riflessione sulla  Chiesa, la concezione della Chiesa come Popolo di Dio, la concezione della collegialità episcopale, e così via. Sono stati elementi che hanno reso più fragrante il nostro aderire alla Chiesa. Terzo elemento indiscutibile è anche la liturgia, l’aver fatto fiorire la liturgia in modo tale che essa potesse essere espressione di una comunità intera e perché fosse coinvolta l’assemblea intera. Questa è un’altra grande novità e l’altra novità poi è quella del dialogo col mondo e del dialogo delle Chiese tra di loro.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l’udienza di Benedetto XVI al nuovo ambasciatore di Gran Bretagna. Nell’occasione il Papa ha esortato a riconoscere e a tutelare la santità della vita e il ruolo indispensabile del matrimonio stabile e della vita familiare per il bene della società.


Servizio vaticano - Una pagina dedicata alle Lettere pastorali dei vescovi italiani.

 

Servizio estero - Iraq: il segretario alla Difesa USA, Donald Rumsfeld, annuncia che entro il 2006 comincerà una riduzione del contingente statunitense.

 

Servizio culturale - Un articolo di Gaetano Vallini dal titolo “Irving, il dubbio di un ravvedimento strutturale”: dal carcere austriaco lo storico inglese, negatore della Shoah, comincia a dubitare delle proprie tesi.

 

Servizio italiano - In primo piano il tema della legge elettorale: Ciampi promulga la riforma proporzionale; soddisfazione della Cdl.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

23 dicembre 2005

 

 

IRAQ: GLI USA ANNUNCIANO LA RIDUZIONE DELLE TRUPPE.

LA COMUNITA’ CATTOLICA SI APPRESTA A VIVERE IL NATALE

- Intervista con mons. Fernando Filoni -

 

 

E’ salito ad almeno 10 soldati iracheni morti e altri venti feriti il bilancio di un attacco a un posto di blocco sferrato dalla guerriglia a 45 Km da Baquba, nel famigerato ‘Triangolo Sunnita’. Sul piano politico, mentre diversi gruppi chiedono la revisione del voto, a Falluja è arrivato a sorpresa il segretario americano alla Difesa, Rumsfeld. Il servizio di Eugenio Bonanata:

 

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“Non siamo venuti qui per il petrolio, ma per aiutare il Paese”. È quanto ribadito dal segretario della Difesa statunitense, Rumsfeld, oggi a Falluja. Nella roccaforte sunnita, 50 chilometri ad ovest di Bagdad, Rumsfeld ha annunciato il ritiro, probabilmente entro la metà dell’anno prossimo, di circa 7mila unità americane dall’Iraq. L’intenzione è di portare a 138 mila uomini l’entità delle truppe USA nel Paese arabo. Un “aggiustamento autorizzato” direttamente dal presidente Bush, visti i progressi del popolo iracheno nel cammino democratico. Tuttavia non si parla ancora di un calendario preciso. Il segretario alla Difesa statunitense ha poi sottolineato come Falluja abbia registrato uno dei più alti tassi di partecipazione al voto. Proprio su questo fronte, però, sono 35 i gruppi politici, soprattutto sunniti e sciiti laici, che denunciano brogli. In un documento hanno minacciato di boicottare il nuovo Parlamento se un’autorità internazionale non riesaminerà il voto. E mentre Rumsfeld visitava le truppe statunitensi, in serata il processo contro Saddam ha chiuso le porte, dopo le deposizioni dei testimoni dell’accusa. La seduta è stata aggiornata al 24 gennaio prossimo, questa volta, con le deposizioni della difesa, una quarantina di testimoni secondo indiscrezioni. A Mosul, intanto, sono stati arrestati due alti esponenti del gruppo terrorista Ansar el Sunna, legato ad Al Qaeda. Sul campo, la tensione resta alta. L’ennesimo attacco della guerriglia ad un posto di blocco ha fatto almeno 10 vittime fra i militari iracheni.

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E’ in questo clima di forte tensione dopo il voto del 15 dicembre scorso, che la comunità cattolica in Iraq si appresta a vivere il Natale, come spiega al microfono di Roberto Piermarini il nunzio apostolico in Iraq, mons. Fernando Filoni:

 

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R. – Tutte le Chiese rituali, dico la Caldea, la Armeno-cattolica, poi anche i Latini e i Siro-cattolici, tutti hanno organizzato il servizio liturgico già previsto come in passato, solo che quest’anno celebrano la Messa della Notte proprio per una questione di sicurezza e quindi anticipano i servizi che dovevano essere previsti per la notte al pomeriggio. Però, nel giorno di Natale, tutti i cristiani faranno festa, che è anche un momento di incontro della comunità, ma anche di preghiera e di speranza.

 

D. – Eccellenza, la comunità irachena come sta vivendo la realtà post-elettorale dopo il voto del 15 dicembre?

 

R. – Dopo le elezioni si sta vivendo un momento di attesa per conoscere i risultati. C’è tutto sommato un po’ più di tranquillità rispetto al passato, ma ovviamente quello che vale per oggi non sappiamo quanto varrà per domani. Tuttavia, da parte della gente c’è speranza e lo si vede anche dal fatto che le strade si sono rianimate e che anche a livello, per esempio commerciale, la gente va alla ricerca di quei beni un po’ che  ricordano il Natale. Non solo i cristiani, ma anche i musulmani hanno rispetto per questa nostra festa liturgica, il Natale del Signore.

 

D. – Come giudica il  coraggio degli iracheni che vincendo la paura per gli attentati si sono recati in massa a votare?

 

R. – Certamente è un atto con cui la gente ha voluto dimostrare di mettere una pietra sul passato per guardare avanti. Il termine democrazia è un termine ancora imperfetto qui e quindi ci sono lamentele per come si sono svolte ma poi nel grosso la gente ha manifestato la propria intenzione di partecipare alla vita politica e quindi anche di essere in qualche modo protagonista senza lasciare soltanto a coloro che dirigono, ai partiti, e a tutte le altre forze che finora hanno guidato il Paese stesso.

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CHIESA E SOCIETA’

23 dicembre 2005

 

 

AL VIA, OGGI POMERIGGIO, LE CELEBRAZIONI PER IL GIUBILEO DEL VOLTO SANTO

DI MANOPPELLO, IN ABRUZZO. “E’ UN’IMMAGINE CHE INTRIGA”, SOTTOLINEA L’ARCIVESCOVO DI CHIETI-VASTO, MONS. BRUNO FORTE

- A cura di Roberta Moretti -

 

MANOPPELLO. = Un volto che “intriga”, che attrae, perché guarda negli occhi, penetra nell’anima e chiede una risposta: così, l’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, descrive il Volto Santo di Manoppello, velo che reca impressa l’immagine di Cristo, conservato in Abruzzo dal 1506, quando venne consegnato da un misterioso pellegrino al medico locale, Giacomantonio Leonelli. E sarà proprio mons. Forte, oggi pomeriggio, ad aprire la Porta Santa del santuario di Manoppello, per dare inizio al Giubileo del Volto Santo. L’arcivescovo passerà attraverso un varco illuminato dalle fiaccole dei fedeli, per ricordare l’arrivo, nel paesino ai piedi della Majella, del Sacro Velo, così come riporta la Relatione Historica redatta dal frate cappuccino, padre Donato da Bomba. La Reliquia abruzzese è un caso unico al mondo, perché l’immagine del Volto di Cristo è identica allo sguardo da entrambe le parti, né ci sono residui di colore. Nel messaggio per il Giubileo, l’arcivescovo Forte spiega che l’immagine “intriga”, “perché chiama alla profondità del mistero, scruta interrogando con dolcezza e amore”. “Siamo tutti bisognosi di questo amore che il volto di Cristo ci rivela – continua il presule – di questa relazione diretta e personale, di luce e bellezza”. Chi si reca come pellegrino a Manoppello – sostiene l’arcivescovo di Chieti-Vasto – compie un autentico “pellegrinaggio dell’anima che culmina in scelte d’amore e di fede, quali quelle che il Volto di Gesù continua a chiederci, perché è la rivelazione dell’infinito amore, cioè di quella misericordia che, materialmente, si concretizza nel sacramento della Riconciliazione”. E infatti, uno dei momenti caratterizzanti del Giubileo è l’Indulgenza Plenaria che, a Manoppello, potrà essere ricevuta fino al 7 gennaio 2007, quando la Porta Santa verrà chiusa.

 

 

APPROVATA IERI IN ITALIA LA LEGGE CHE VIETA L’INFIBULAZIONE

E PREVEDE FINO A 16 ANNI DI CARCERE PER CHI LA PRATICA

 

ROMA. = Da ieri in Italia l’infibulazione è un reato che può costare molti anni di carcere. Il Senato, a 48 ore dalla Camera, ha dato il via libera definitivo e unanime alla legge che vieta la mutilazione genitale femminile. Una pratica ereditata dall’Egitto dei grandi faraoni e dai nuba, gli attuali sudanesi, che oggi stringe in una morsa tutta la fascia dell’Africa subsahariana, in oltre 40 Paesi, e che ormai è stata esportata anche in occidente. Si calcola che nel mondo le donne vittime di mutilazioni genitali siano intorno ai 130 milioni. In Italia sono circa 45 mila le ragazze provenienti da Paesi dove l’infibulazione viene ancora praticata, spesso attraverso l’utilizzo di coltelli, lamette o pezzi di vetro. Sono quattro i tipi di mutilazione possibili: l’asportazione del prepuzio della clitoride (sunna), l’asportazione della clitoride e parte o tutte le piccole labbra (escissione, diffusa in Egitto e in alcuni Paesi dell'Africa orientale), ablazione completa della clitoride e delle piccole labbra con cucitura delle grandi labbra (infibulazione, diffusa in Somalia, Gibuti e Sudan), ma anche immissione nella vagina di sostanze corrosive o piante che provocano secchezza oppure anche ustioni e lacerazioni. Con le nuove regole, chiunque praticherà la mutilazione genitale femminile in Italia sarà punito con la reclusione da 4 a 12 anni. La pena sarà aumentata di un terzo, arrivando così a 16 anni, se la mutilazione viene compiuta su una minorenne e in tutti i casi in cui viene eseguita per fini di lucro. I medici scoperti a praticarla rischiano anche la cancellazione dall’ordine per un massimo di 10 anni. La legge italiana colpirà i responsabili anche nel caso in cui l’infibulazione venga eseguita all’estero. Presso i consolati italiani nei Paesi dove viene praticata la mutilazione genitale femminile, al momento della concessione del visto ci saranno funzionari incaricati di far conoscere la legge italiana sui diritti delle donne e delle bambine. La legge prevede anche lo svolgimento di campagne di informazione tra gli immigrati. (R.M.)

 

 

“L’AFRICA HA BISOGNO DI CERVELLI AFRICANI!”:

È L’APPELLO LANCIATO

DAL COMMISSARIO EUROPEO PER LO SVILUPPO E GLI AIUTI UMANITARI,

LOUIS MICHEL, IN UN MESSAGGIO DIFFUSO A CONCLUSIONE DELL’ANNO

 

BRUXELLES. = “Dal 1990 in poi, oltre 20 mila persone hanno abbandonato ogni anno il continente africano per emigrare in Europa e nell’America settentrionale. Milioni di individui dei Paesi più poveri (…) sono pronti a correre rischi enormi per migliorare il loro tenore di vita e quello dei loro familiari”: è quanto afferma il Commissario europeo responsabile per lo Sviluppo e gli Aiuti Umanitari, Louis Michel, in un messaggio  diffuso a conclusione dell’anno. “Se povertà, disoccupazione, violazioni dei diritti umani, conflitti armati e assenza di servizi sociali sono alcuni dei fattori che spingono queste persone a emigrare – sostiene Michel – al tempo stesso, l’Europa ha bisogno di nuovi migranti, in risposta a una duplice esigenza di ricambio generazionale, a causa dell’invecchiamento della popolazione, ma anche per ovviare alle risorse umane insufficienti in determinati settori delle nostre economie”. Due, secondo il funzionario UE, le categorie di immigrati interessate: “Coloro che sono disposti ad accettare lavori sottopagati, pesanti o pericolosi, che vengono rifiutati dai nostri stessi concittadini europei, o professionisti altamente qualificati”. Difatti, attualmente nell’Unione Europea mancano quasi due milioni di tecnici e professionisti specializzati, in particolare nel settore della sanità, dell’informatica e delle nuove tecnologie. I Paesi industrializzati hanno allora avviato una serie di campagne di assunzioni all’estero, soprattutto nell’Africa subsahariana. “Ora – spiega Michel – la perdita di manodopera qualificata e la fuga di cervelli hanno ripercussioni drammatiche sullo sviluppo del continente africano”. “Si tratta – aggiunge – di un esodo che non fa che aggravare la dipendenza delle economie dei Paesi dell’Africa, costringendoli a ricorrere a dispendiose consulenze di esperti stranieri in un numero eccessivo di settori e creando quindi un circolo vizioso”. E conclude: “È assurdo e insostenibile che i Paesi africani spendano ogni anno all’incirca 4 miliardi di dollari per stipendiare circa 100 mila espatriati non africani!” (R.M.)

 

 

“ALLA SCOPERTA DELLE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA”: LA RADIO VATICANA

 PROPONE UN CICLO DI INTERVISTE PER CONOSCERE E VALORIZZARE

IL PATRIMONIO CRISTIANO DEL VECCHIO CONTINENTE

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

ROMA.= “Non si tagliano le radici da cui si è nati”: le parole di Giovanni Paolo II, all’Angelus del 20 giugno 2004, risuonano ancora vibranti. Anche perché sulla Cattedra di Pietro siede ora un Papa che, fin dalla scelta del nome, ribadisce come i destini del Cristianesimo e dell’Europa siano inseparabili. Rispondendo, dunque, agli appelli di Papa Wojtyla e di Benedetto XVI, il Radio Giornale delle ore 14 trasmetterà un ciclo di interviste sulle radici cristiane del Vecchio Continente. Il primo appuntamento è con il cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia. Una riflessione sulla vitalità delle radici dell’Europa, che andrà in onda domani, Vigilia di Natale. Due puntate si concentreranno su quei pregiudizi, che ancora oggi distorcono l’immagine del Medio Evo. Il compito di “sfatare” questi miti negativi è affidato al medievalista Franco Cardini, docente all’Università di Firenze. La prima delle due interviste verrà trasmessa il giorno di Natale. Di arte cristiana nel Medio Evo parlerà il cardinale Francesco Marchisano, arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana. Il porporato riferirà anche di un dialogo avuto con Giovanni Paolo II sull’importanza della cultura per la promozione della fede. Alla filosofia e teologia medievale è dedicata l’intervista con il teologo Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto. L’università e il sapere nell’alveo della Cristianità sono invece al centro dell’intervista con mons. Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense. Parlando di Medio Evo e radici cristiane non poteva mancare una puntata dedicata al monachesimo e a San Benedetto. L’intervista è a don Mauro Meacci, Abate di Santa Scolastica a Subiaco, che ricorda anche l’emozione di aver ascoltato l’allora cardinale Joseph Ratzinger parlare di Europa cristiana proprio a Subiaco, il giorno prima della morte di Papa Wojtyla. Infine, un approfondimento con il prof. Francesco Sisinni, responsabile del Master di cultura cristiana alla LUMSA, che spiega l’importanza dei pellegrinaggi per la nascita e il consolidamento dell’identità europea.

 

 

QUESTA MATTINA LO SCAMBIO DEGLI AUGURI NATALIZI NELLA NOSTRA EMITTENTE

- A cura di Giovanni Peduto -

 

ROMA. = E’ un’occasione di armonia che si rinnova ogni anno quella di ritrovarsi qualche giorno prima del Natale tutto il personale, superiori e dipendenti della Radio Vaticana, riuniti  per lo scambio degli auguri. Ci si sente affratellati e si vive anche un momento di convivialità, dopo la celebrazione della Santa Messa. Così questa mattina. La celebrazione eucaristica è stata presieduta quest’anno dal nuovo direttore dei Programmi, il padre Andrea Koprowski, che ha messo l’accento nell’omelia sull’autentico messaggio del Natale, che è un messaggio di gioia per la presenza del Signore in mezzo a noi. Partendo dalla prima lettura dell’odierna liturgia, presa dal libro del profeta Malachia che annuncia la venuta del Signore e dall’angelo che ci parla del parto di Elisabetta, il padre Koprowski ha fra l’altro detto che dalle ombre degli avvenimenti dell’Antico Testamento si avvicina e prende corpo il volto di Gesù di Nazaret, la persona di Dio che ha preso la natura umana per comunicare meglio in modo più conoscibile con l’umanità; per spiegare in modo più trasparente Dio e l’uomo stesso; anzi per poter prendere su di sé i problemi dell’umanità, i conflitti, le tensioni, i peccati, per poterli bloccare sulla sua Croce e vincerli con la forza della sua Resurrezione… La Chiesa – ha soggiunto – porta questa testimonianza attraverso i secoli. E noi della Radio Vaticana partecipiamo di questa missione, annunciando a tutto il mondo la dimensione più profonda della persona umana e della storia della salvezza, della presenza di Dio nella realtà quotidiana. Padre Koprowski ha invitato tutti a sentirsi orgogliosi del nostro ambiente di lavoro pur con i difetti  che non possono mancare, perché nessuno è perfetto. Ma la qualità del nostro ambiente è data dal fatto che proveniamo da tanti Paesi, da diverse lingue e culture e siamo, quindi un segno della universalità della Chiesa. Sentitamente cordiale è stato il momento che si è vissuto assieme anche dopo la Messa: gli scambi degli auguri con il nuovo direttore generale, il padre Federico Lombardi, momento caratterizzato da una simpatica agape fraterna, durante il quale il nostro collega Filomeno Lopes del Programma portoghese ha rivolto alla Direzione gli auguri a nome di tutti i dipendenti.

 

 

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24 ORE NEL MONDO

23 dicembre 2005

 

- A cura di Eugenio Bonanata e Antonella Ratti -

        

Il Congresso americano riduce a un mese la proroga del Patriot Act. Il Senato, che la scorsa notte aveva prolungato di 6 mesi il limite dell’efficacia delle misure anti-terrorismo si è dunque allineato alle posizioni emerse ieri pomeriggio nella Camera dei rappresentanti. Le disposizioni del Patriot Act, 16 delle quali sarebbero scadute a fine anno, resteranno dunque in vigore fino al 3 febbraio 2006. Fonti della Casa Bianca confermano che il presidente Bush firmerà per ora la mini-proroga, in attesa di una soluzione di più lungo periodo a gennaio.

 

Nuovo arresto a Londra nel quadro dell’operazione condotta sui falliti attentati del 21 luglio. Si tratta di uno studente di 23 anni, di nazionalità britannica, di origine etiope. Il giovane è sospettato di aver fornito aiuti di carattere logistico agli autori degli attacchi della scorsa estate. Intanto, altre 5 persone coinvolte nei fatti del 21 luglio sono state rinviate a giudizio.

 

La procura di Milano ha emesso 22 mandati di arresto europeo per altrettanti agenti della CIA. Tutti sono considerati responsabili del rapimento dell’ex imam di Milano, Abu Omar, avvenuto il 17 febbraio del 2003. Con i mandati di arresto europei le ricerche possono essere estese in tutto il mondo.

 

In terza lettura, la Duma di Mosca ha adottato oggi una controversa legge che di fatto limita le attività delle Organizzazioni Non Governative internazionali operanti in Russia. Il testo - che dovrà ora essere votato dal Consiglio della Federazione, la camera alta - ha provocato forti critiche delle associazioni indipendenti occidentali, che denunciano una limitazione di libertà. Perplessi pure il Parlamento europeo e il Congresso statunitense. Ma perché la legge complica l’operato delle ONG? Risponde Pierantonio Lacqua, responsabile dell’ufficio ANSA di Mosca, intervistato da Giada Aquilino:

 

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R. – Prevede dei controlli molto minuziosi non soltanto sulle finanze, ma anche sulle attività. Quindi, in sostanza c’è un monitoraggio molto pesante da parte di una burocrazia che storicamente è intrusiva. Quindi, chiaramente, in questa attività delle ONG un elemento di incertezza senz’altro lo introduce.

 

D. – I controlli burocratici a cui vengono sottoposte le ONG a quali obiettivi del Cremlino possono essere riconducibili?

 

R. – Chiaramente questa legge è stata decisa dal punto di vista strategico, dopo le “rivoluzioni colorate” che hanno portato appunto al potere in Georgia e in Ucraina dei governi filo-occidentali. Mosca e il Cremlino si sono convinti che questi ribaltoni sono anche stati provocati dall’attività di queste Organizzazioni Non Governative straniere, che si sono viste in azione nel Kirghizistan. Quindi, ecco che in vista dell’appuntamento un po’ cruciale anche per questa Russia post comunista, cioè le elezioni presidenziali del 2008, quando Putin non si potrà ripresentare per un terzo mandato, il Cremlino cerca di prendere delle misure per evitare che ci sia anche nel processo politico russo un’interferenza da parte dell’Occidente. La legge poi è stata soprattutto formulata in risposta a quelle che potrebbero essere delle minacce terroristiche, cioè di organizzazioni che operano in Russia – per esempio in Cecenia – finanziando gruppi estremisti.

 

D. – Quanto è importante l’impegno delle ONG in Russia?

 

R. – C’è questa necessità di una società civile che deve comunque esprimersi, che deve contare anche in politica. Le Organizzazioni Non Governative in Russia cercano di colmare questo che è ancora un grosso vuoto. Queste organizzazioni sono molto importanti anche dal punto di vista della difesa dell’ecologia. Una delle cose più devastanti della vecchia URSS è il disprezzo totale per i problemi ambientali. Queste organizzazioni Non Governative hanno quindi un grosso ruolo nella difesa ecologica.

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In Italia, dopo il sì di ieri della Camera è atteso nel pomeriggio di oggi il voto finale del Senato al disegno di legge per la tutela del risparmio. E’ polemica tra maggioranza e opposizione sui voti di fiducia posti dall’esecutivo, così come sul metodo di scelta del nuovo Governatore della Banda d’Italia. Intanto, proseguono le indagini sulle scalate alla Banca Antonveneta e alla Banca Nazionale del Lavoro. E affiorano nuove intercettazioni telefoniche. Ce ne parla Giampiero Guadagni:

 

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Altra puntata della vicenda che ormai viene definita “Bancopoli”. Sui giornali di oggi sono pubblicati verbali della Guardia di Finanza dai quali spuntano intercettazioni telefoniche che collegano le scalate Antonveneta e BNL. L’amministratore delegato di UNIPOL, Giovanni Consorte, e il numero uno della Popolare Italiana, Gianpiero Fiorani, volevano acquistare quote di quelle due banche senza lanciare l’OPA, l’offerta pubblica di acquisto, con l’intento di aiutarsi a vicenda. Le Fiamme Gialle hanno perquisito ieri la sede della Popolare italiana a Lodi. Tra i beni perquisiti, un dipinto del Canaletto da 10 milioni di euro riconducibile a Fiorani. Dalle telefonate di Consorte emergerebbero alte protezioni. Tra le quali quella di un giudice, Francesco Castellano, attuale presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, che avrebbe avvertito Consorte delle indagini nei suoi confronti. Vittime di queste operazioni, ancora una volta, migliaia di risparmiatori italiani. Chi è stato truffato sarà risarcito, ha assicurato il nuovo amministratore delegato della Popolare Italiana. Intanto, il Senato darà oggi il via libera definitivo alla legge per la tutela del risparmio, che tra l’altro trasferisce gran parte della vigilanza sulla concorrenza bancaria all’autorità Antitrust, stabilisce due anni di reclusione per il falso in bilancio e fissa un mandato a termine per il Governatore: sei anni, rinnovabili una sola volta. Ed è scontro politico sulla scelta del successore di Fazio, che avverrà nei prossimi giorni. Il leader dell’Unione Prodi, dopo una dichiarazione del vicepremier Fini che ha parlato di candidato già individuato, chiede il coinvolgimento del centrosinistra. Ma questa mattina nella conferenza stampa di fine anno il premier Berlusconi ha assicurato: rispetteremo le tappe istituzionali, il nome sarà confrontato con l’opposizione e sarà discusso con il Capo dello Stato.

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Il Presidente della Repubblica, Ciampi, ha intanto firmato la nuova legge elettorale in senso proporzionale. Con la firma la riforma diventa, quindi, legge: cessa di esistere il maggioritario e torna il proporzionale, corretto dal premio di maggioranza. Intanto, l’Antritrust ha avviato un procedimento per conflitto di interessi nei confronti del presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, in merito agli stanziamenti a favore del digitale terrestre. In precedenza anche l’Unione Europea aveva avviato una procedura di infrazione.

 

In Cina, è di almeno 42 morti e 11 feriti il tragico bilancio di un’esplo-sione di gas in un cantiere nella regione sud-occidentale del Sichuan. La maggior parte delle vittime sono operai che lavoravano per la costruzione di un tunnel tra le città di Dujiangyan e Wenchuan. Proprio oggi le autorità di Pechino hanno licenziato due vice governatori provinciali, e aperto provvedimenti penali e amministrativi contro 96 funzionari pubblici. Gli indiziati sono accusati di coinvolgimento nei sei più gravi incidenti minerari avvenuti in Cina negli ultimi 13 mesi, costati la vita a 528 persone. All’origine di questi disastrosi incidenti, le carenti misure di sicurezza sui luoghi di lavoro.

 

Almeno 12 marinai dello Sri Lanka sono rimasti uccisi nell’esplosione di un potente ordigno al passaggio di un bus che stava trasportando 30 di loro nella parte nord ovest dell’isola. Il ministero della Difesa di Colombo ha attribuito la responsabilità dell’attacco ai ribelli Tamil. Ieri, un conflitto a fuoco tra ribelli ed esponenti della marina si era concluso con la cattura da parte dei Tamil di tre marittimi.

 

Il Pentagono ha posto obiezioni all’inchiesta che la Procura di Roma ha avviato contro il marine americano coinvolto nell’uccisione, in Iraq, dell’alto funzionario del SISMI Nicola Calipari. Secondo il ministero della Difesa statunitense restano valide le conclusioni della precedente inchiesta congiunta, non sottoscritta dall’Italia, che scagiona appunto i soldati americani. Il Pentagono, attraverso il suo portavoce, ha fatto sapere di non ritenere giustificata una nuova inchiesta.

 

Israele potrebbe condurre bombardamenti a tappeto nel nord della striscia di Gaza se al più presto non cesseranno i lanci di razzi palestinesi contro il territorio israeliano. Lo ha affermato il viceministro della Difesa, Boim, specificando che per Israele il problema principale è rappresentato dalla “totale inattività” dell’Autorità Palestinese verso i gruppi armati dell’Intifada. Intanto, migliaia di palestinesi, militanti ma anche semplici sostenitori, si sono radunati nel cuore di Gaza per celebrare il diciottesimo anniversario della fondazione del movimento integralista di Hamas. Tra la folla molti slogan contro gli Stati Uniti e i Paesi Europei, accusati di “interferenza" nelle prossime elezioni generali palestinesi, in programma il 25 gennaio.

 

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU interviene con una nuova risoluzione sulla difficile situazione dell’est della Repubblica Democratica del Congo. Secondo quanto riferisce l’agenzia MISNA, l’organo delle Nazioni Unite invita ancora una volta le milizie ribelli della regione a deporre le armi e a lasciare il Paese. L’alternativa è l’integrazione nell’esercito nazionale, come stabilito dagli accordi di pace siglati nel 2002. La risoluzione prevede poi sanzioni individuali nei confronti dei leader politici e militari dei gruppi armati che operano nella tormentata regione dei Grandi Laghi. I governi degli Stati che ne fanno parte (Congo, Rwanda, Uganda e Burundi) sono quindi chiamati a collaborare attivamente con le Nazioni Unite, affinché i loro territori non siano utilizzati per violare l’embargo alle armi imposto al Congo.

 

Il nuovo presidente polacco, Lech Kaczynski, ha prestato giuramento davanti alle camere riunite. “Giuro solennemente – ha affermato – di osservare la costituzione e proteggere la libertà e l’indipendenza della Polonia”. Kaczynski, in questo modo succede ufficialmente al socialdemocratico Aleksander Kwasniewski, capo dello Stato per due mandati di cinque anni ciascuno.

 

Una bomba è esplosa ieri sera davanti al ministero greco dello Sviluppo, nel centro di Atene, in coincidenza con la chiusura del dibattito parlamentare sulla legge di bilancio del 2006. A quanto riferisce la polizia, l’edificio è stato danneggiato, ma non ci sono vittime. Si tratta della seconda esplosione nelle ultime due settimane avvenuta nelle vicinanze di un ministero nella capitale greca.

 

L’influenza aviaria potrebbe aver ucciso un uomo di 36 anni nel sud del Vietnam, secondo quanto riferito dai sanitari del Paese. L’uomo, un insegnante della provincia di Soc Trang, è morto mercoledì scorso a causa di una grave infezione polmonare, appena cinque ore il suo ricovero in ospedale. All’istituto Pasteur di Ho Chi Minh City sono in corso test per accertare le cause del decesso. I risultati sono attesi per la prossima settimana. Il virus H5N1 ha ucciso 73 persone in Asia, di cui 42 nel Vietnam, dal 2003 a oggi.

 

Media indiani segnalano una forte esplosione all’aeroporto di Srinagar, capitale estiva del Kashmir indiano. La deflagrazione sarebbe avvenuta all'interno dello scalo, protetto da un massiccio dispiegamento di forze di sicurezza, oppure nelle immediate vicinanze, secondo un’altra versione. L’emittente televisiva ‘CNN-IBN’ ha riferito, inoltre, che vi sarebbero stati almeno cinque feriti.

 

Un tribunale afgano ha condannato a morte Timor Shah e uno dei suoi complici, giudicandoli colpevoli per il rapimento della cooperante italiana, Clementina Cantoni. Il presidente della Corte di Sicurezza nazionale di Kabul, ha spiegato che i due sono considerati inoltre responsabili dell'uccisione del figlio di un importante uomo d’affari afgano.

 

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