RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
357 - Testo
della trasmissione di venerdì 23 dicembre 2005
IL
PAPA E
Il grazie di Benedetto XVI ai
dipendenti che hanno ristrutturato l’Appartamento pontificio
Quarta predica d’Avvento di padre Raniero Cantalamessa alla
presenza del Papa
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Al via, oggi pomeriggio, le celebrazioni per il
Giubileo del Volto Santo di Manoppello, in Abruzzo
Approvata in Italia la legge che vieta l’infibulazione: fino a 16 anni di carcere per chi la pratica
Questa mattina il tradizionale scambio degli auguri natalizi alla
Radio Vaticana
23 dicembre 2005
DIFENDERE LA VITA FIN DAL CONCEPIMENTO E IL RUOLO
DELLA FAMIGLIA
NELLA
SOCIETA’: COSI’, BENEDETTO XVI AL NUOVO AMBASCIATORE DEL REGNO
UNITO PRESSO LA SANTA SEDE. IL PAPA HA ASSICURATO LA SUA VICINANZA ALLE POPOLAZIONI
COLPITE DAL TERRORISMO
RIBADENDO L’IMPEGNO DELLA CHIESA A RISOLVERE
LE TENSIONI SUSCITATE DA TALI ATROCITA’
La
sacralità della vita, il ruolo fondamentale del matrimonio e ancora il dialogo ecumenico
ed interreligioso quali strumenti per conseguire la pace: questi i temi forti affrontati
da Benedetto XVI nell’udienza al nuovo ambasciatore del Regno Unito presso la
Santa Sede, Francis Martin-Xavier Campbell,
ricevuto stamani in Vaticano. Il Papa ha lodato i progressi nel processo di
pace nell’Irlanda del Nord. Dato particolarmente
significativo: Campbell è il primo ambasciatore britannico
di fede cattolica presso la Santa Sede. Sul discorso del Pontefice, il servizio
di Alessandro Gisotti:
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“La
tolleranza e il rispetto per le differenze, per essere davvero di beneficio
alla società, devono essere fondate su una autentica
comprensione della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio”: è
quanto sottolineato da Benedetto XVI, che ha ribadito come debba essere
“riconosciuta e protetta la santità della vita dal concepimento alla morte
naturale”. Il Papa ha quindi sottolineato il “ruolo indispensabile” per la
società britannica del matrimonio e della famiglia. D’altro canto, ha messo in
guardia “dalle implicazioni etiche insite nel progresso scientifico e tecnologico,
soprattutto nel campo della ricerca medica e dell’ingegneria genetica”.
Si è
quindi soffermato sul clima di tensione seguito agli attacchi terroristici a Londra
del luglio scorso. La Chiesa cattolica, ha assicurato, “è desiderosa di fare la
sua parte nel promuovere la riconciliazione e l’armonia tra i diversi gruppi
razziali presenti nel Paese”. Inoltre, ha ribadito che “la Chiesa assicura il
suo sostegno alla ricerca di soluzioni per diminuire quelle tensioni che
derivano da tali atrocità”. Il Pontefice ha espresso apprezzamento per
l’operato del governo che “punta a coinvolgere le comunità dei fedeli nel processo
di integrazione”. Benedetto XVI ha inoltre lodato gli sforzi del governo di
Londra per favorire lo sviluppo dei Paesi poveri, in particolare con le misure
adottate per l’Africa al G8 di Gleneagles.
Una parte del discorso il Pontefice l’ha
dedicata ai progressi compiuti negli ultimi anni nell’Irlanda del Nord. Ha lodato così l’impegno delle Chiese e delle comunità
ecclesiali che hanno lavorato sodo per “superare le storiche divisioni nella
popolazione” e ha messo l’accento sul “segnale di fiducia reciproca rappresentato
dal recente disarmo da parte dell’IRA”. D’altro canto, Benedetto XVI ha riconosciuto
che questa nuova stagione “non sarebbe stata possibile senza gli sforzi
immensi, diplomatici e politici tesi a raggiungere una giusta soluzione a un
conflitto così lungo”.
Non è
poi mancato un riferimento all’importanza dell’ecumenismo, che, ha tenuto a sottolineare,
“non è semplicemente una questione interna alla comunità cristiana, ma un imperativo
della carità che esprime l’amore di Dio per tutta l’umanità”. Il Regno Unito,
ha constatato il Papa, “non è nuovo a conflitti causati da divisioni
all’interno della Cristianità”, aggiungendo che “le ferite, risultato di quattro
secoli di divisioni non possono essere ricucite senza sforzi convinti, perseveranza
e soprattutto preghiera”. Per questo, ha proseguito, bisogna ringraziare il
Signore per i progressi ottenuti negli ultimi anni nel dialogo ecumenico. A
quanti coinvolti su questo fronte, Benedetto XVI ha rivolto parole di incoraggiamento,
“affinché non siano mai soddisfatti di soluzioni parziali e non perdano di vista
l’obiettivo della piena e visibile unità dei Cristiani”.
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Nato nel
1970, l’ambasciatore Francis Martin-Xavier Campbell ha conseguito la laurea in Scienze Politiche e
Filosofia Scolastica nel 1994 alla Queen’s
University di Belfast. Ha iniziato la carriera diplomatica nel 1997. E’
stato consigliere politico del premier britannico Blair
dal 1999 al 2001 e poi segretario privato dello stesso primo ministro dal 2001
al 2003. Successivamente e fino a quest’anno, è stato segretario di Ambasciata
a Roma. Nel 2005 ha assunto anche l’incarico di direttore di sezione presso Amnesty International.
IL GRAZIE
DI BENEDETTO XVI AI DIPENDENTI
CHE HANNO RISTRUTTURATO L’APPARTAMENTO PONTIFICIO,
IN SOLI TRE MESI
Benedetto XVI ha ricevuto in tarda mattinata nella Sala
Clementina i dipendenti, circa duecento, che hanno collaborato alla
ristrutturazione dell'Appartamento Pontificio. Un’udienza contrassegnata da un
clima particolarmente cordiale, in cui il Papa – parlando a braccio – ha
ringraziato con affetto il personale, che in soli tre mesi ha dato un nuovo
volto all’appartamento papale. Ma l’incontro ha offerto anche l’occasione al
Santo Padre per parlare della figura dell’artigiano nella tradizione biblica.
Ascoltiamo un passaggio del discorso di Benedetto XVI:
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In meno di tre mesi avete fatto un lavoro immenso per
restaurare il mio appartamento. Mi piace particolarmente la mia nuova
biblioteca con il bel soffitto antico. Adesso sono arrivati negli scaffali i
miei amici libri. Mi è venuto in mente che nel Nuovo Testamento, la professione
di nostro Signore Gesù, prima della sua missione pubblica, viene
indicata con la parola “necton” che di solito noi traduciamo con “falegname”,
ma è qualcosa di più di un falegname: designa un artigiano che deve poter fare
tutto quanto è necessario per la costruzione di una casa. In questo senso,
così, siete colleghi di nostro Signore. Avete proprio realizzato quanto Lui
aveva fatto volendo così mostrare la nobiltà di questo lavoro. Nel mondo greco
solo il lavoro intellettuale era considerato degno di un uomo libero, mentre il
lavoro manuale era lasciato agli schiavi. Totalmente diversa è la concezione biblica,
secondo la quale il Creatore - è una bella immagine - ha fatto l’uomo con le
sue mani. Il Creatore appare proprio come l’esempio dell’uomo che lavora con le
mani e che lavorando col cervello e col cuore imita il Creatore perché questo
mondo, datoci dal Creatore, sia un mondo abitabile.
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ALTRE
UDIENZE E NOMINE
Il Papa oggi ha ricevuto anche il cardinale Edmund Casimir Szoka, presidente della Pontificia Commissione per lo Stato
della Città del Vaticano e presidente del Governatorato dello Stato della Città
del Vaticano.
In Spagna il Santo Padre ha nominato vescovo di Cuenca mons. José María Yanguas Sanz, del clero della
diocesi di Calahorra y la Calzada-Logroño,
finora capo ufficio della Congregazione per i vescovi. Mons.
José María Yanguas Sanz è nato ad Alberite de Iregua, provincia di La Rioja e diocesi di Calahorra y La
Calzada-Logroño, il 26 ottobre 1947. E’ stato
ordinato sacerdote il 19 giugno 1972. Il 20
aprile 2001 è stato nominato Prelato d’Onore di Sua Santità.
Il Santo Padre ha quindi nominato vescovo di Reno, negli
Stati Uniti, il rev. Randolph Roque
Calvo, del clero di San Francisco, parroco della Our Lady of Mount Carmel
Parish in Redwood City.
Il Rev. Randolph R. Calvo è
nato il 28 agosto 1950 ad Agana, nell’isola di Guam.
È stato ordinato sacerdote il 21 maggio 1977.
QUARTA PREDICA DI AVVENTO DI PADRE RANIERO
CANTALAMESSA
ALLA
PRESENZA DEL PAPA E DELLA FAMIGLIA PONTIFICIA
Occorre annunciare con forza al mondo di oggi, “ridivenuto
in gran parte pagano”,
che da Cristo viene la salvezza per tutta l’umanità, Lui “è
l’unica speranza di tutto il mondo”. E’ quanto ha affermato stamane
padre Raniero Cantalamessa nella sua quarta ed ultima
predica d’Avvento tenuta nella Cappella Redemptoris Mater, in Vaticano, alla presenza del Papa e della Famiglia
Pontificia.
Ce ne parla Sergio Centofanti:
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Il predicatore della Casa Pontificia ha sottolineato che per molti aspetti
siamo tornati alle origini, con un mondo tutto da evangelizzare: un mondo che spesso non crede ci sia bisogno
di un salvatore perché ha fede solo nel “caso” o nella scienza e pensa, come la
New Age, che la salvezza venga dall’uomo stesso in
sintonia con l’energia del cosmo. Dinanzi a questa realtà per padre Cantalamessa è necessario più che mai ridire la verità che
Cristo è l’unico salvatore. E’ Lui che ci libera dal male, è Lui che ci dona la
vita eterna. E l’annuncio per essere significativo deve rivolgersi all’uomo di
oggi che si sente sempre più piccolo e insignificante di fronte ad un universo
sempre più grande, di fronte ai mass media che ci mostrano ogni momento quello
che potremmo essere e non siamo. Ma anche Gesù è nato nella
“più piccola città di Giuda”: e Betlemme in quel momento era il centro del
mondo:
“La fede in Cristo ci libera dalla necessità di farci
largo, di evadere ad ogni costo dal nostro limite, per essere qualcuno; ci
libera anche dall’invidia dei grandi, ci riconcilia con noi stessi e con il
posto che occupiamo nel mondo, ci dà la possibilità di essere
felici e pienamente realizzati là dove siamo. ‘E
il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi!’ (Gv 1,14). Dio, l’Infinito, è venuto e viene continuamente
verso di te, là dove sei. La venuta di Cristo nell’incarnazione, mantenuta viva
nei secoli dall’Eucaristia, rende ogni posto il primo posto. Con Cristo nel
cuore, ci si sente al centro del mondo anche nel più sperduto villaggio della
terra”
Ma
l’umanità, oggi come ieri, – ha aggiunto padre Cantalamessa – chiede soprattutto di essere salvata
dall’angoscia della morte:
“Cosa ha
da dire la fede cristiana su tutto ciò? Una cosa semplice e grandiosa: che la
morte c’è, che è il più grande dei nostri problemi, ma che Cristo ha vinto la
morte! La morte umana non è più la stessa di prima, un fatto decisivo è intervenuto.
Essa ha perso il suo pungiglione, come un serpente il cui veleno ormai è capace
solo di addormentare la vittima per qualche ora, ma non di ucciderla. La morte
non è più un muro davanti al quale tutto si infrange; è un passaggio, cioè una
Pasqua. È un ‘passare a ciò che non passa’, direbbe Sant’Agostino”.
Non basta però – ha notato il religioso – che io riconosca Cristo come “salvatore del mondo”; occorre che lo
riconosca come “mio Salvatore”. E l’esperienza della salvezza che si fa con Cristo
è esemplificata dall’episodio di Pietro che affonda sul lago:
“Noi facciamo quotidianamente l’esperienza di affondare:
nel peccato, nella tiepidezza, nello scoraggiamento, nell’incredulità, nel
dubbio, nella routine … La fede stessa è un camminare sul ciglio di un burrone,
con la sensazione che ad ogni istante potremmo perdere l’equilibrio e cadervi
dentro, cadere anche noi nell’incredulità. In queste condizioni è una
consolazione immensa sapere che ogni volta c’è la mano di Cristo pronta a
sollevarti,se solo tu la cerchi e l’afferri. Si può
giungere perfino a una certa intima gioia nel ritrovarsi peccatori e bisognosi
di perdono, come quella che la liturgia canta la notte di Pasqua nell’Exultet: ‘O felix culpa quae talem ac tantum meruit habere Redemptorem!’
Sì, benvenuta anche la colpa se serve a farci scoprire quale Salvatore abbiamo
in Cristo”.
Infine, di fronte allo scetticismo dell’umanità, padre Cantalamessa esorta a risparmiare Colui che è “l’unica
speranza di tutto il mondo”:
“E’ il grido accorato che dobbiamo ripetere agli uomini
d’oggi, tentati di fare a meno di Cristo. È lui, ancora oggi, l’unica speranza
del mondo. Quando l’apostolo Pietro ci esorta a ‘rendere ragione della speranza
che è in noi’ (1 Pt 3, 15), ci esorta a parlare
agli uomini di Cristo, perché è Lui la ragione della nostra speranza”.
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IL
COMMENTO DI MONS. RAVASI ALLE PAROLE PRONUNCIATE IERI
DA BENEDETTO XVI SULLE DIVERSE INTERPRETAZIONI DEL CONCILIO VATICANO II
Il Concilio Vaticano II ha rinnovato la Chiesa nella
continuità. Hanno avuta ampia risonanza
le parole pronunciate da Benedetto XVI ieri durante lo scambio degli auguri natalizi
con la Curia Romana. Un discorso centrato in particolare sulle diverse
interpretazioni dell’assise ecumenica conclusa 40 anni
fa: una corrente di pensiero – ha detto il Papa – ha
battuto la strada della discontinuità e della rottura ma ha creato
confusione. La Chiesa invece – ha sottolineato il Pontefice – nel confronto con l’età moderna ha
percorso la strada della riforma ma mantenendo e approfondendo la sua intima
natura e la sua vera identità. Su queste parole del Papa sul
Concilio Roberta Moretti ha sentito il commento del teologo Gianfranco Ravasi:
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R. – Sono parole che esprimono per molti versi una sorta
di perfetto giudizio storico sull’interpretazione dell’evento conciliare perché
sia in coloro che vedevano il Concilio come uno sradicamento della grande
tradizione, sia in coloro che lo vedevano come uno sradicamento positivo, quasi
necessario per far saltare delle dimensioni che erano ormai cristallizzate, il
giudizio era un giudizio di taglio radicale. Questa è stata una
forte corrente interpretativa su due versanti, antitetici tra di loro,
quelli che si usano dire conservatori e progressisti al tempo stesso. Il
giudizio che invece ha dato il Papa e che pure è registrato da molti storici e
che è quello sicuramente più autentico anche, penso, dal punto di vista della
verifica storiografica, è proprio quello di una novità certamente, di una freschezza
nuova che viene introdotta, che fa parte di un
movimento che è costante all’interno della Chiesa, questo essere capace di
coniugare la continuità, tante volte sotterranea, quella continuità che, dal
punto di vista teologico, è assicurata dallo Spirito Santo che opera nella Chiesa e, dall’altra parte, la necessità
continua di confrontarsi con la mutevolezza della storia, con l’insorgere della
realtà, dei problemi, con le domande, le interrogazioni nuove che l’umanità
pone. Ecco in questa luce, penso che questa seconda interpretazione che, come
dico e ripeto, è anche di tipo storiografico, abbia sicuramente
un valore anche dal punto di vista teologico, come il Papa voleva sicuramente
proporre.
D. – Quali, secondo lei, le
novità principali che ha portato il Concilio?
R. – La fondamentalità della Parola
di Dio, della Bibbia, riportata al centro della comunità ecclesiale, della
spiritualità, ma anche al centro della stessa teologia. Poi pensiamo ad un
altro testo così fondamentale come è stato la Lumen Gentium, che è la riflessione sulla Chiesa, la concezione della Chiesa come
Popolo di Dio, la concezione della collegialità episcopale, e così via. Sono
stati elementi che hanno reso più fragrante il nostro aderire alla Chiesa.
Terzo elemento indiscutibile è anche la liturgia, l’aver fatto fiorire la liturgia
in modo tale che essa potesse essere espressione di
una comunità intera e perché fosse coinvolta l’assemblea intera. Questa è
un’altra grande novità e l’altra novità poi è quella del dialogo col mondo e
del dialogo delle Chiese tra di loro.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina l’udienza di Benedetto XVI al
nuovo ambasciatore di Gran Bretagna. Nell’occasione il Papa ha esortato a
riconoscere e a tutelare la santità della vita e il ruolo indispensabile del
matrimonio stabile e della vita familiare per il bene della società.
Servizio vaticano - Una pagina dedicata alle Lettere pastorali dei vescovi
italiani.
Servizio estero - Iraq: il segretario alla Difesa USA,
Donald Rumsfeld, annuncia
che entro il 2006 comincerà una riduzione del contingente statunitense.
Servizio culturale - Un articolo di Gaetano Vallini dal titolo “Irving, il
dubbio di un ravvedimento strutturale”: dal carcere austriaco lo storico
inglese, negatore della Shoah, comincia a dubitare delle proprie tesi.
Servizio italiano - In primo piano il tema della
legge elettorale: Ciampi promulga la riforma
proporzionale; soddisfazione della Cdl.
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23 dicembre 2005
IRAQ: GLI USA ANNUNCIANO LA RIDUZIONE
DELLE TRUPPE.
LA COMUNITA’ CATTOLICA SI APPRESTA A VIVERE IL NATALE
- Intervista con mons. Fernando Filoni -
E’ salito ad almeno 10 soldati iracheni morti e altri
venti feriti il bilancio di un attacco a un posto di blocco sferrato dalla
guerriglia a 45 Km da Baquba, nel famigerato
‘Triangolo Sunnita’. Sul piano politico, mentre
diversi gruppi chiedono la revisione del voto, a Falluja
è arrivato a sorpresa il segretario americano alla Difesa, Rumsfeld.
Il servizio di Eugenio Bonanata:
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“Non siamo venuti qui per il
petrolio, ma per aiutare il Paese”. È quanto ribadito dal segretario della
Difesa statunitense, Rumsfeld, oggi a Falluja. Nella roccaforte sunnita,
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E’ in questo clima di forte tensione dopo il
voto del 15 dicembre scorso, che la comunità cattolica in Iraq si appresta a
vivere il Natale, come spiega al microfono di Roberto Piermarini
il nunzio apostolico in Iraq, mons. Fernando Filoni:
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R. – Tutte le Chiese rituali, dico la Caldea,
la Armeno-cattolica, poi anche i Latini e i Siro-cattolici, tutti hanno organizzato il servizio
liturgico già previsto come in passato, solo che quest’anno celebrano la Messa
della Notte proprio per una questione di sicurezza e quindi anticipano i
servizi che dovevano essere previsti per la notte al
pomeriggio. Però, nel giorno di Natale, tutti i cristiani faranno festa, che è
anche un momento di incontro della comunità, ma anche di preghiera e di
speranza.
D. – Eccellenza, la comunità irachena come sta vivendo la
realtà post-elettorale dopo il voto del 15 dicembre?
R. – Dopo le elezioni si sta vivendo un momento di attesa
per conoscere i risultati. C’è tutto sommato un po’ più di tranquillità
rispetto al passato, ma ovviamente quello che vale per oggi non sappiamo quanto
varrà per domani. Tuttavia, da parte della gente c’è speranza e lo si vede anche dal fatto che le strade si sono rianimate e
che anche a livello, per esempio commerciale, la gente va alla ricerca di quei
beni un po’ che ricordano il Natale. Non
solo i cristiani, ma anche i musulmani hanno rispetto per questa nostra festa liturgica,
il Natale del Signore.
D. – Come giudica il coraggio degli iracheni che vincendo
la paura per gli attentati si sono recati in massa a votare?
R. – Certamente è un atto con cui la gente ha voluto
dimostrare di mettere una pietra sul passato per guardare avanti. Il termine
democrazia è un termine ancora imperfetto qui e quindi ci sono lamentele per
come si sono svolte ma poi nel grosso la gente ha
manifestato la propria intenzione di partecipare alla vita politica e quindi
anche di essere in qualche modo protagonista senza lasciare soltanto a coloro
che dirigono, ai partiti, e a tutte le altre forze che finora hanno guidato il
Paese stesso.
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23 dicembre 2005
AL
VIA, OGGI POMERIGGIO, LE CELEBRAZIONI PER IL GIUBILEO DEL VOLTO SANTO
DI
MANOPPELLO, IN ABRUZZO. “E’ UN’IMMAGINE CHE INTRIGA”, SOTTOLINEA L’ARCIVESCOVO
DI CHIETI-VASTO, MONS. BRUNO FORTE
- A cura di Roberta Moretti -
MANOPPELLO. = Un volto che “intriga”, che attrae, perché
guarda negli occhi, penetra nell’anima e chiede una risposta: così,
l’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte,
descrive il Volto Santo di Manoppello, velo che reca
impressa l’immagine di Cristo, conservato in Abruzzo dal 1506, quando venne consegnato da un misterioso pellegrino al medico
locale, Giacomantonio Leonelli.
E sarà proprio mons. Forte, oggi pomeriggio, ad aprire la Porta Santa del
santuario di Manoppello, per dare inizio al Giubileo
del Volto Santo. L’arcivescovo passerà attraverso un varco illuminato dalle
fiaccole dei fedeli, per ricordare l’arrivo, nel paesino ai piedi della Majella, del Sacro Velo, così come riporta la Relatione Historica
redatta dal frate cappuccino, padre Donato da Bomba. La Reliquia abruzzese è un
caso unico al mondo, perché l’immagine del Volto di Cristo è identica allo
sguardo da entrambe le parti, né ci sono residui di colore. Nel messaggio per
il Giubileo, l’arcivescovo Forte spiega che l’immagine “intriga”, “perché
chiama alla profondità del mistero, scruta interrogando con dolcezza e amore”.
“Siamo tutti bisognosi di questo amore che il volto di Cristo ci rivela –
continua il presule – di questa relazione diretta e personale, di luce e
bellezza”. Chi si reca come pellegrino a Manoppello –
sostiene l’arcivescovo di Chieti-Vasto – compie un
autentico “pellegrinaggio dell’anima che culmina in scelte d’amore e di fede,
quali quelle che il Volto di Gesù continua a chiederci, perché è la rivelazione
dell’infinito amore, cioè di quella misericordia che, materialmente, si
concretizza nel sacramento della Riconciliazione”. E infatti,
uno dei momenti caratterizzanti del Giubileo è l’Indulgenza Plenaria che, a Manoppello, potrà essere ricevuta fino al 7 gennaio 2007,
quando la Porta Santa verrà chiusa.
APPROVATA IERI IN ITALIA LA LEGGE CHE VIETA
L’INFIBULAZIONE
E
PREVEDE FINO A 16 ANNI DI CARCERE PER CHI LA PRATICA
ROMA. = Da ieri in Italia l’infibulazione
è un reato che può costare molti anni di carcere. Il Senato, a 48 ore dalla
Camera, ha dato il via libera definitivo e unanime
alla legge che vieta la mutilazione genitale femminile. Una pratica ereditata
dall’Egitto dei grandi faraoni e dai nuba, gli
attuali sudanesi, che oggi stringe in una morsa tutta la fascia dell’Africa subsahariana, in oltre 40 Paesi, e che ormai è stata
esportata anche in occidente. Si calcola che nel mondo le
donne vittime di mutilazioni genitali siano intorno ai 130 milioni. In
Italia sono circa 45 mila le ragazze provenienti da Paesi dove l’infibulazione viene ancora
praticata, spesso attraverso l’utilizzo di coltelli, lamette o pezzi di vetro.
Sono quattro i tipi di mutilazione possibili: l’asportazione del prepuzio della
clitoride (sunna), l’asportazione della clitoride e parte
o tutte le piccole labbra (escissione, diffusa in Egitto e in alcuni Paesi
dell'Africa orientale), ablazione completa della clitoride e delle piccole
labbra con cucitura delle grandi labbra (infibulazione,
diffusa in Somalia, Gibuti e Sudan), ma anche
immissione nella vagina di sostanze corrosive o piante che provocano secchezza
oppure anche ustioni e lacerazioni. Con le nuove regole, chiunque praticherà la mutilazione genitale femminile in Italia sarà punito con
la reclusione da 4 a 12 anni. La pena sarà aumentata di un terzo, arrivando
così a 16 anni, se la mutilazione viene compiuta su
una minorenne e in tutti i casi in cui viene eseguita per fini di lucro. I
medici scoperti a praticarla rischiano anche la cancellazione dall’ordine per
un massimo di 10 anni. La legge italiana colpirà i responsabili anche nel caso
in cui l’infibulazione venga
eseguita all’estero. Presso i consolati italiani nei Paesi dove viene praticata la mutilazione genitale femminile, al
momento della concessione del visto ci saranno funzionari incaricati di far conoscere
la legge italiana sui diritti delle donne e delle bambine. La legge prevede
anche lo svolgimento di campagne di informazione tra gli immigrati. (R.M.)
“L’AFRICA
HA BISOGNO DI CERVELLI AFRICANI!”:
È
L’APPELLO LANCIATO
DAL
COMMISSARIO EUROPEO PER LO SVILUPPO E GLI AIUTI UMANITARI,
LOUIS
MICHEL, IN UN MESSAGGIO DIFFUSO A CONCLUSIONE DELL’ANNO
BRUXELLES. = “Dal 1990 in poi, oltre 20 mila persone
hanno abbandonato ogni anno il continente africano per emigrare in Europa e
nell’America settentrionale. Milioni di individui dei Paesi più poveri (…) sono
pronti a correre rischi enormi per migliorare il loro tenore di vita e quello
dei loro familiari”: è quanto afferma il Commissario europeo responsabile per
lo Sviluppo e gli Aiuti Umanitari, Louis Michel, in un messaggio diffuso a conclusione dell’anno. “Se
povertà, disoccupazione, violazioni dei diritti umani, conflitti armati e
assenza di servizi sociali sono alcuni dei fattori che spingono queste persone
a emigrare – sostiene Michel – al tempo stesso,
l’Europa ha bisogno di nuovi migranti, in risposta a
una duplice esigenza di ricambio generazionale, a causa dell’invecchiamento
della popolazione, ma anche per ovviare alle risorse umane insufficienti in
determinati settori delle nostre economie”. Due, secondo il funzionario UE, le
categorie di immigrati interessate: “Coloro che sono disposti ad accettare
lavori sottopagati, pesanti o pericolosi, che vengono
rifiutati dai nostri stessi concittadini europei, o professionisti altamente
qualificati”. Difatti, attualmente nell’Unione Europea mancano quasi due
milioni di tecnici e professionisti specializzati, in particolare nel settore
della sanità, dell’informatica e delle nuove tecnologie. I Paesi
industrializzati hanno allora avviato una serie di campagne di assunzioni
all’estero, soprattutto nell’Africa subsahariana.
“Ora – spiega Michel – la perdita di manodopera
qualificata e la fuga di cervelli hanno ripercussioni drammatiche sullo
sviluppo del continente africano”. “Si tratta – aggiunge – di un esodo che non
fa che aggravare la dipendenza delle economie dei Paesi dell’Africa,
costringendoli a ricorrere a dispendiose consulenze di esperti stranieri in un
numero eccessivo di settori e creando quindi un circolo vizioso”. E conclude:
“È assurdo e insostenibile che i Paesi africani spendano ogni anno all’incirca
4 miliardi di dollari per stipendiare circa 100 mila espatriati non
africani!” (R.M.)
“ALLA SCOPERTA DELLE RADICI CRISTIANE
DELL’EUROPA”: LA RADIO VATICANA
PROPONE UN CICLO DI INTERVISTE PER CONOSCERE E
VALORIZZARE
IL
PATRIMONIO CRISTIANO DEL VECCHIO CONTINENTE
- A
cura di Alessandro Gisotti -
ROMA.=
“Non si tagliano le radici da cui si è nati”: le parole di Giovanni Paolo II,
all’Angelus del 20 giugno 2004, risuonano ancora vibranti. Anche perché sulla
Cattedra di Pietro siede ora un Papa che, fin dalla scelta del nome, ribadisce
come i destini del Cristianesimo e dell’Europa siano inseparabili. Rispondendo,
dunque, agli appelli di Papa Wojtyla e di Benedetto
XVI, il Radio Giornale delle ore 14 trasmetterà un ciclo di interviste sulle
radici cristiane del Vecchio Continente. Il primo appuntamento è con il
cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia. Una riflessione sulla vitalità
delle radici dell’Europa, che andrà in onda domani, Vigilia di Natale. Due
puntate si concentreranno su quei pregiudizi, che ancora oggi distorcono
l’immagine del Medio Evo. Il compito di “sfatare” questi miti negativi è
affidato al medievalista Franco Cardini, docente all’Università di Firenze. La
prima delle due interviste verrà trasmessa il giorno
di Natale. Di arte cristiana nel Medio Evo parlerà il cardinale Francesco
Marchisano, arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana. Il porporato
riferirà anche di un dialogo avuto con Giovanni Paolo II sull’importanza della
cultura per la promozione della fede. Alla filosofia e teologia medievale è
dedicata l’intervista con il teologo Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto. L’università e il sapere nell’alveo della
Cristianità sono invece al centro dell’intervista con mons. Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense.
Parlando di Medio Evo e radici cristiane non poteva mancare una puntata
dedicata al monachesimo e a San Benedetto. L’intervista è a don Mauro Meacci, Abate di Santa Scolastica a Subiaco,
che ricorda anche l’emozione di aver ascoltato l’allora cardinale Joseph Ratzinger parlare di Europa cristiana proprio a Subiaco, il
giorno prima della morte di Papa Wojtyla.
Infine, un approfondimento con il prof. Francesco Sisinni,
responsabile del Master di cultura cristiana alla LUMSA, che spiega
l’importanza dei pellegrinaggi per la nascita e il consolidamento dell’identità
europea.
QUESTA
MATTINA LO SCAMBIO DEGLI AUGURI NATALIZI NELLA NOSTRA EMITTENTE
- A
cura di Giovanni Peduto -
ROMA. = E’ un’occasione di armonia che si rinnova ogni
anno quella di ritrovarsi qualche giorno prima del
Natale tutto il personale, superiori e dipendenti della Radio Vaticana,
riuniti per lo scambio degli auguri. Ci
si sente affratellati e si vive anche un momento di convivialità,
dopo la celebrazione della Santa Messa. Così questa mattina. La celebrazione
eucaristica è stata presieduta quest’anno dal nuovo direttore dei Programmi, il
padre Andrea Koprowski, che ha messo l’accento
nell’omelia sull’autentico messaggio del Natale, che è un messaggio di gioia
per la presenza del Signore in mezzo a noi. Partendo dalla
prima lettura dell’odierna liturgia, presa dal libro del profeta Malachia che
annuncia la venuta del Signore e dall’angelo che ci parla del parto di
Elisabetta, il padre Koprowski ha fra l’altro detto
che dalle ombre degli avvenimenti dell’Antico Testamento si avvicina e prende
corpo il volto di Gesù di Nazaret, la persona di Dio
che ha preso la natura umana per comunicare meglio in modo più conoscibile con
l’umanità; per spiegare in modo più trasparente Dio e l’uomo stesso; anzi per
poter prendere su di sé i problemi dell’umanità, i conflitti, le tensioni, i
peccati, per poterli bloccare sulla sua Croce e vincerli con la forza della sua
Resurrezione… La Chiesa – ha soggiunto – porta questa testimonianza attraverso
i secoli. E noi della Radio Vaticana partecipiamo di questa missione,
annunciando a tutto il mondo la dimensione più profonda della persona umana e
della storia della salvezza, della presenza di Dio nella realtà quotidiana.
Padre Koprowski ha invitato tutti a sentirsi
orgogliosi del nostro ambiente di lavoro pur con i difetti che non possono mancare, perché
nessuno è perfetto. Ma la qualità del nostro ambiente è data dal fatto che proveniamo
da tanti Paesi, da diverse lingue e culture e siamo, quindi un segno della
universalità della Chiesa. Sentitamente cordiale è stato il momento che si è
vissuto assieme anche dopo la Messa: gli scambi degli auguri con il nuovo
direttore generale, il padre Federico Lombardi, momento caratterizzato da una
simpatica agape fraterna, durante il quale il nostro collega Filomeno Lopes del Programma portoghese ha rivolto alla Direzione
gli auguri a nome di tutti i dipendenti.
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23
dicembre 2005
- A cura di Eugenio Bonanata
e Antonella Ratti -
Il Congresso americano riduce a un mese la
proroga del Patriot Act. Il Senato, che la
scorsa notte aveva prolungato di 6 mesi il limite dell’efficacia delle misure
anti-terrorismo si è dunque allineato alle posizioni emerse ieri pomeriggio
nella Camera dei rappresentanti. Le disposizioni del Patriot Act, 16 delle quali sarebbero scadute a fine anno, resteranno dunque in vigore fino al 3 febbraio
2006. Fonti della Casa Bianca confermano che il presidente Bush
firmerà per ora la mini-proroga, in attesa di una
soluzione di più lungo periodo a gennaio.
Nuovo arresto a Londra nel quadro dell’operazione condotta
sui falliti attentati del 21 luglio. Si tratta di uno
studente di 23 anni, di nazionalità britannica, di origine etiope. Il giovane è
sospettato di aver fornito aiuti di carattere logistico agli autori degli
attacchi della scorsa estate. Intanto, altre 5 persone coinvolte nei fatti del
21 luglio sono state rinviate a giudizio.
La procura di Milano ha emesso 22 mandati di arresto
europeo per altrettanti agenti della CIA. Tutti sono considerati responsabili
del rapimento dell’ex imam di Milano, Abu Omar, avvenuto il 17 febbraio del 2003. Con i mandati
di arresto europei le ricerche possono essere estese in tutto il mondo.
In terza lettura,
la Duma di Mosca ha adottato oggi una controversa
legge che di fatto limita le attività delle
Organizzazioni Non Governative internazionali operanti in Russia. Il testo -
che dovrà ora essere votato dal Consiglio della Federazione, la camera alta -
ha provocato forti critiche delle associazioni indipendenti occidentali, che
denunciano una limitazione di libertà. Perplessi pure il Parlamento europeo e
il Congresso statunitense. Ma perché la legge complica l’operato delle ONG?
Risponde Pierantonio Lacqua, responsabile
dell’ufficio ANSA di Mosca, intervistato da Giada Aquilino:
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R. – Prevede dei
controlli molto minuziosi non soltanto sulle finanze, ma anche sulle attività.
Quindi, in sostanza c’è un monitoraggio molto pesante da parte di una burocrazia
che storicamente è intrusiva. Quindi, chiaramente, in questa attività delle ONG
un elemento di incertezza senz’altro lo introduce.
D. – I controlli
burocratici a cui vengono sottoposte le ONG a quali
obiettivi del Cremlino possono essere riconducibili?
R. – Chiaramente
questa legge è stata decisa dal punto di vista strategico, dopo le “rivoluzioni
colorate” che hanno portato appunto al potere in Georgia e in Ucraina dei governi
filo-occidentali. Mosca e il Cremlino si sono convinti che questi ribaltoni
sono anche stati provocati dall’attività di queste Organizzazioni Non
Governative straniere, che si sono viste in azione nel Kirghizistan.
Quindi, ecco che in vista dell’appuntamento un po’ cruciale anche per questa
Russia post comunista, cioè le elezioni presidenziali del 2008, quando Putin non si potrà ripresentare per un terzo mandato, il
Cremlino cerca di prendere delle misure per evitare che ci sia anche nel
processo politico russo un’interferenza da parte dell’Occidente. La legge poi è
stata soprattutto formulata in risposta a quelle che
potrebbero essere delle minacce terroristiche, cioè di organizzazioni che
operano in Russia – per esempio in Cecenia – finanziando
gruppi estremisti.
D. – Quanto è
importante l’impegno delle ONG in Russia?
R. – C’è questa
necessità di una società civile che deve comunque esprimersi, che deve contare
anche in politica. Le Organizzazioni Non Governative in Russia cercano di
colmare questo che è ancora un grosso vuoto. Queste organizzazioni sono molto importanti
anche dal punto di vista della difesa dell’ecologia. Una delle cose più
devastanti della vecchia URSS è il disprezzo totale per i problemi ambientali.
Queste organizzazioni Non Governative hanno quindi un grosso ruolo nella difesa
ecologica.
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In Italia, dopo il sì di ieri della Camera è atteso nel
pomeriggio di oggi il voto finale del Senato al disegno di legge per la tutela
del risparmio. E’ polemica tra maggioranza e opposizione sui voti di fiducia
posti dall’esecutivo, così come sul metodo di scelta del nuovo Governatore
della Banda d’Italia. Intanto, proseguono le indagini sulle scalate alla Banca Antonveneta e alla Banca Nazionale del Lavoro. E affiorano
nuove intercettazioni telefoniche. Ce ne parla Giampiero Guadagni:
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Altra puntata della vicenda che
ormai viene definita “Bancopoli”.
Sui giornali di oggi sono pubblicati verbali della Guardia di Finanza dai quali
spuntano intercettazioni telefoniche che collegano le scalate Antonveneta e BNL. L’amministratore delegato di UNIPOL, Giovanni
Consorte, e il numero uno della Popolare Italiana, Gianpiero
Fiorani, volevano acquistare quote di quelle due
banche senza lanciare l’OPA, l’offerta pubblica di acquisto, con l’intento di
aiutarsi a vicenda. Le Fiamme Gialle hanno perquisito ieri la sede della
Popolare italiana a Lodi. Tra i beni perquisiti, un dipinto del Canaletto da 10 milioni di euro riconducibile a Fiorani. Dalle telefonate di Consorte emergerebbero alte
protezioni. Tra le quali quella di un giudice, Francesco Castellano, attuale
presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, che avrebbe avvertito
Consorte delle indagini nei suoi confronti. Vittime di queste operazioni,
ancora una volta, migliaia di risparmiatori italiani. Chi è stato truffato sarà
risarcito, ha assicurato il nuovo amministratore delegato della Popolare
Italiana. Intanto, il Senato darà oggi il via libera definitivo alla legge per
la tutela del risparmio, che tra l’altro trasferisce gran parte della vigilanza
sulla concorrenza bancaria all’autorità Antitrust, stabilisce due anni di
reclusione per il falso in bilancio e fissa un mandato a termine per il Governatore:
sei anni, rinnovabili una sola volta. Ed è scontro politico sulla scelta del successore
di Fazio, che avverrà nei prossimi giorni. Il leader
dell’Unione Prodi, dopo una dichiarazione del vicepremier
Fini che ha parlato di candidato già individuato, chiede il coinvolgimento del
centrosinistra. Ma questa mattina nella conferenza stampa di fine anno il
premier Berlusconi ha assicurato: rispetteremo le
tappe istituzionali, il nome sarà confrontato con l’opposizione e sarà discusso
con il Capo dello Stato.
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Il Presidente della Repubblica, Ciampi,
ha intanto firmato la nuova legge elettorale in senso proporzionale. Con la
firma la riforma diventa, quindi, legge: cessa di esistere il maggioritario e
torna il proporzionale, corretto dal premio di maggioranza. Intanto, l’Antritrust ha avviato un procedimento per conflitto di
interessi nei confronti del presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, in merito agli stanziamenti a favore del digitale
terrestre. In precedenza anche l’Unione Europea aveva avviato una procedura di
infrazione.
In Cina, è di almeno 42 morti e 11 feriti il
tragico bilancio di un’esplo-sione di gas in un cantiere nella regione
sud-occidentale del Sichuan. La maggior parte delle
vittime sono operai che lavoravano per la costruzione di un tunnel tra le città
di Dujiangyan e Wenchuan.
Proprio oggi le autorità di Pechino hanno licenziato due vice governatori provinciali, e aperto
provvedimenti penali e amministrativi contro 96 funzionari pubblici. Gli
indiziati sono accusati di coinvolgimento nei sei più gravi incidenti minerari
avvenuti in Cina negli ultimi 13 mesi, costati la vita a 528 persone. All’origine di questi
disastrosi incidenti, le carenti misure di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Almeno 12 marinai dello Sri Lanka sono rimasti uccisi nell’esplosione di un potente ordigno
al passaggio di un bus che stava trasportando 30 di loro nella parte nord ovest
dell’isola. Il ministero della Difesa di Colombo ha attribuito la
responsabilità dell’attacco ai ribelli Tamil. Ieri,
un conflitto a fuoco tra ribelli ed esponenti della marina si era concluso con
la cattura da parte dei Tamil di tre marittimi.
Il Pentagono ha posto obiezioni all’inchiesta che la
Procura di Roma ha avviato contro il marine americano coinvolto nell’uccisione,
in Iraq, dell’alto funzionario del SISMI Nicola Calipari. Secondo il ministero della Difesa statunitense
restano valide le conclusioni della precedente inchiesta congiunta, non
sottoscritta dall’Italia, che scagiona appunto i soldati americani. Il
Pentagono, attraverso il suo portavoce, ha fatto sapere di non ritenere giustificata
una nuova inchiesta.
Israele potrebbe condurre bombardamenti a tappeto nel nord
della striscia di Gaza se al più presto non cesseranno
i lanci di razzi palestinesi contro il territorio israeliano. Lo ha affermato
il viceministro della Difesa, Boim,
specificando che per Israele il problema principale è rappresentato dalla
“totale inattività” dell’Autorità Palestinese verso i gruppi armati dell’Intifada. Intanto, migliaia di
palestinesi, militanti ma anche semplici sostenitori, si sono radunati nel
cuore di Gaza per celebrare il diciottesimo anniversario della fondazione del
movimento integralista di Hamas. Tra la folla molti
slogan contro gli Stati Uniti e i Paesi Europei, accusati di
“interferenza" nelle prossime elezioni generali palestinesi, in programma
il 25 gennaio.
Il
Consiglio di Sicurezza dell’ONU interviene con una nuova risoluzione sulla
difficile situazione dell’est della Repubblica Democratica del
Congo. Secondo quanto riferisce l’agenzia MISNA, l’organo delle Nazioni
Unite invita ancora una volta le milizie ribelli della regione a deporre le
armi e a lasciare il Paese. L’alternativa è l’integrazione nell’esercito nazionale,
come stabilito dagli accordi di pace siglati nel 2002. La risoluzione prevede
poi sanzioni individuali nei confronti dei leader politici e militari dei
gruppi armati che operano nella tormentata regione dei Grandi Laghi. I governi
degli Stati che ne fanno parte (Congo, Rwanda, Uganda e Burundi) sono quindi
chiamati a collaborare attivamente con le Nazioni Unite, affinché i loro
territori non siano utilizzati per violare l’embargo alle armi imposto al Congo.
Il nuovo presidente polacco, Lech Kaczynski,
ha prestato giuramento davanti alle camere riunite. “Giuro solennemente – ha
affermato – di osservare la costituzione e proteggere la libertà e
l’indipendenza della Polonia”. Kaczynski,
in questo modo succede ufficialmente al socialdemocratico Aleksander
Kwasniewski, capo dello Stato per due mandati di cinque
anni ciascuno.
Una bomba è esplosa ieri sera davanti al ministero greco
dello Sviluppo, nel centro di Atene, in coincidenza con la chiusura del
dibattito parlamentare sulla legge di bilancio del 2006. A quanto riferisce la
polizia, l’edificio è stato danneggiato, ma non ci sono vittime. Si tratta
della seconda esplosione nelle ultime due settimane avvenuta nelle vicinanze di
un ministero nella capitale greca.
L’influenza aviaria potrebbe aver ucciso un uomo di 36
anni nel sud del Vietnam, secondo quanto riferito dai sanitari del Paese.
L’uomo, un insegnante della provincia di Soc Trang, è morto mercoledì scorso a causa di una grave infezione
polmonare, appena cinque ore il suo ricovero in ospedale. All’istituto Pasteur di Ho Chi Minh City sono
in corso test per accertare le cause del decesso. I risultati sono attesi per
la prossima settimana. Il virus H5N1 ha ucciso 73 persone in Asia, di cui 42
nel Vietnam, dal 2003 a oggi.
Media indiani segnalano una forte esplosione all’aeroporto
di Srinagar, capitale estiva del Kashmir indiano. La
deflagrazione sarebbe avvenuta all'interno dello scalo, protetto da un
massiccio dispiegamento di forze di sicurezza, oppure nelle immediate vicinanze,
secondo un’altra versione. L’emittente televisiva ‘CNN-IBN’ ha riferito,
inoltre, che vi sarebbero stati almeno cinque feriti.
Un tribunale afgano ha condannato a
morte Timor Shah e uno dei suoi complici, giudicandoli
colpevoli per il rapimento della cooperante italiana, Clementina Cantoni. Il
presidente della Corte di Sicurezza nazionale di Kabul, ha spiegato che i due
sono considerati inoltre responsabili dell'uccisione del figlio di un
importante uomo d’affari afgano.
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