RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 345 - Testo della trasmissione di domenica 11 dicembre 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Lasciarsi guidare da Maria per comprendere il vero significato del Natale, contrastando l’inquinamento commerciale della società odierna che rischia di alterarne l’autentico spirito: così, Benedetto XVI all’Angelus in Piazza San Pietro. Grande emozione tra i più piccoli, per la tradizionale benedizione dei Bambinelli del Presepe

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Il Cile alle urne per eleggere il nuovo presidente della Repubblica: ai nostri microfoni, Maurizio Chierici

 

Un libro-inchiesta racconta la realtà dei cristiani venuti dall’Islam. Con noi, Giorgio Paolucci

 

Nell’odierna Giornata internazionale della montagna, le Nazioni Unite sottolineano l’importanza di un turismo ecosostenibile: ce ne parla Aldo Audisio

 

Al servizio della Chiesa e del Sud del mondo: l’agenzia di stampa missionaria MISNA ha celebrato con una conferenza il suo ottavo anno di attività. Intervista con padre Venanzio Milani

 

Il teatro e la musica nei pellegrinaggi al centro di un convegno di studi internazionale, tenutosi a Castel Gandolfo: con noi, padre Antonio Collicelli e Francesco Sisinni

 

CHIESA E SOCIETA’:

Per il timore di attentati terroristici, annullate nella chiesa del Santo Rosario a Daka, in Bangladesh, le celebrazioni natalizie

 

Da oggi a Roma, la IV Convention europea degli studenti universitari

 

I Missionari del Sacro Cuore festeggiano i 100 anni di servizio pastorale in Oceania

 

Crescono le vocazioni in Cina

 

Inaugurato un centro medico sociale in Togo, costruito grazie alla missione delle suore Canossiane

 

Congresso internazionale a Bilbao, in Spagna, sul dialogo interculturale ed interreligioso oggi, patrocinato dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso

 

Nel settimo centenario della morte, omaggio a Roma a San Nicola da Tolentino

 

24 ORE NEL MONDO:

Precipitato un aereo in Nigeria: più di 100 le vittime, fra cui almeno 70 studenti

 

Tre esplosioni in un deposito di petrolio nei pressi di Londra provocano decine di feriti

 

 

 

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

11 dicembre 2005

 

 

LASCIARSI GUIDARE DA MARIA PER COMPRENDERE IL VERO SIGNIFICATO DEL NATALE, CONTRASTANDO L’INQUINAMENTO COMMERCIALE DELLA SOCIETA’ ODIERNA

 CHE RISCHIA DI ALTERARNE L’AUTENTICO SPIRITO: COSI’, BENEDETTO XVI

 ALL’ANGELUS IN PIAZZA SAN PIETRO. GRANDE EMOZIONE TRA I PIU’ PICCOLI, PER LA TRADIZIONALE BENEDIZIONE DEI BAMBINELLI DEL PRESEPE

 

Non lasciare che lo spirito del Natale venga alterato dall’inquinamento commerciale tipico della società odierna: è il forte richiamo espresso da Benedetto XVI all’Angelus domenicale, in una piazza San Pietro gremita di fedeli. Il Santo Padre ha avvertito che per evitare questo rischio bisogna lasciarsi guidare da Maria. Quindi, nella giornata in cui ha benedetto i Bambinelli e le statuine del Presepe, il Papa ha sottolineato che proprio il Presepe può rivelarsi uno strumento semplice ed efficace per trasmettere la fede ai propri figli. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Lasciarsi accompagnare da Maria per vivere il vero significato del Natale. E’ l’invito rivolto dal Papa ai fedeli, in particolare ai più piccoli venuti in piazza San Pietro per la benedizione dei Bambinelli del Presepe. Benedetto XVI ha in particolare messo l’accento sull’importanza della solennità dell’Immacolata Concezione, che ci aiuta ad entrare nel suggestivo clima natalizio. Un aiuto ancor più importante oggi, in una società che rischia di smarrire il vero spirito del Natale:

 

“Nell’odierna società dei consumi, questo periodo subisce purtroppo una sorta di ‘inquinamento’ commerciale, che rischia di alterarne l’autentico spirito, caratterizzato dal raccoglimento, dalla sobrietà, da una gioia non esteriore ma intima. E’ dunque provvidenziale che, quasi come una porta d’ingresso al Natale, vi sia la festa di Colei che è la Madre di Gesù, e che meglio di chiunque altro può guidarci a conoscere, amare, adorare il Figlio di Dio fatto uomo”.

 

Seguendo i sentimenti di Maria, ha aggiunto il Papa, possiamo predisporci con “sincerità di cuore e apertura di spirito a riconoscere nel Bambino di Betlemme il Figlio di Dio venuto sulla terra per la nostra redenzione”. Restiamo nell’attesa, ha esortato il Papa, “un’attesa vigilante e gioiosa perché il Signore non tarderà: Egli viene a liberare il suo popolo dal peccato”. Quindi, si è soffermato sulla bellezza del Presepe. Costruirlo in casa, ha affermato, “può rivelarsi un modo semplice, ma efficace di presentare la fede per trasmetterla ai propri figli”. Il Presepe, ha aggiunto “ci aiuta a contemplare il mistero dell’amore di Dio che si è rivelato nella povertà e nella semplicità della grotta di Betlemme”. San Francesco d’Assisi, ha ricordato, fu così “preso dal mistero dell’Incarnazione che volle riproporlo a Greccio nel Presepe vivente, divenendo il tal modo iniziatore di una lunga tradizione popolare che ancor oggi conserva il suo valore per l’evangelizzazione”. Parole corredate da una profonda riflessione:

 

Il Presepe può infatti aiutarci a capire il segreto del vero Natale, perché parla dell’umiltà e della bontà misericordiosa di Cristo, il quale “da ricco che era, si è fatto povero” per noi. La sua povertà arricchisce chi la abbraccia e il Natale reca gioia e pace a coloro che, come i pastori a Betlemme, accolgono le parole dell’angelo: “Questo per voi il segno: un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”. Questo rimane il segno, anche per noi, uomini e donne del Duemila. Non c’è altro Natale.

 

Il Papa ha dunque benedetto i Bambinelli portati, in piazza San Pietro, dai giovani delle parrocchie romane. Gesto, ha spiegato, con il quale ha voluto “invocare l’aiuto del Signore perché tutte le famiglie cristiane si preparino a celebrare con fede le prossime feste natalizie”. Dopo la recita dell’Angelus, al momento dei saluti ai pellegrini, il Pontefice si è soffermato sulla consueta iniziativa della diocesi Roma, in tempo d’Avvento, per la costruzione di nuovi complessi parrocchiali nei quartieri che ancora ne sono privi. “Faccio appello alla sensibilità di tutti – ha affermato il Papa - perché ancora molto resta da fare per assicurare ai fedeli di questa Città, che continua a crescere, ambienti adeguati per la liturgia, la catechesi e le opere di animazione sociale e culturale”. Infine, Benedetto XVI ha ricordato ai giovani universitari degli Atenei romani l’appuntamento di giovedì prossimo, 15 dicembre, nella Basilica di San Pietro: un momento significativo di incontro e di preghiera con il Papa in preparazione del Natale.

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In piazza San Pietro, oggi, si respirava un clima particolarmente gioioso: tanti erano infatti i piccoli fedeli venuti a far benedire i Bambinelli dal Papa. Per molti di loro, è stata anche la prima occasione per vedere da vicino Benedetto XVI. Alessandro Gisotti si è recato in piazza per raccogliere le loro emozioni:

 

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R. – E’ un’esperienza nuova che lascerà un ricordo particolare nella nostra vita, nel nostro percorso cristiano.

 

D. – Stiamo chiedendo ai più piccoli che cosa vuol dire, oggi, la giornata del Papa che benedice i Bambinelli… Ma cosa vuol dire anche per i più grandi che accompagnano questi bambini?

 

R. – Per i più grandi è qualcosa di importante anche per noi, saper accompagnare questi ragazzi alla luce di Gesù Cristo, cercare di fare vedere loro la bellezza del volto di Cristo.

 

D. – Che cosa vuol dire essere qui, oggi, vicino a Gesù Bambino e vicino al Papa?

 

R. – Che gli voglio bene!

 

D. – Sei contento di essere qui con il Papa che benedice i Bambinelli?

 

R. – Sì.

 

D. – Cosa vuol dire per te il Natale, fare il Presepe con Gesù Bambino?

 

R. – Stare in un momento di pace.

 

D. – L’hai fatto già, il Presepe, a casa?

 

R. – Sì.

 

D. – Cosa ti piace del Papa?

 

R. – L’amore.

 

D. – Perché questa festa del Natale è così bella?

 

R. – Per l’amore di Dio – Sono felice di incontrare il Papa per la prima volta.

 

D. – Ti piace il Papa?

 

R. – Sì, per me rappresenta il Padre di tutti!

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OGGI IN PRIMO PIANO

11 dicembre 2005

 

IL CILE ALLE URNE

PER ELEGGERE IL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

- Ai nostri microfoni, Maurizio Chierici -

 

Oltre 8 milioni e 200 mila elettori cileni, su un totale di 15 milioni e 300 mila cittadini, sono chiamati oggi alle urne per eleggere il nuovo presidente e capo del governo. Il successore di Ricardo Lagos, capo dello Stato uscente, verrà scelto tra la candidata social-democratica, Michelle Bachelet, data nettamente in testa da tutti i sondaggi, l’imprenditore Sebastian Piñera, di centro-destra, il candidato di estrema destra, Joaquin Lavin, e Tomas Hirsch, leader della sinistra radicale. Se verranno confermate le previsioni della vigilia, quali saranno i compiti che attenderanno la Bachelet? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Maurizio Chierici, esperto di America latina:

 

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R. – Sarà la prima presidente donna del Cile, come è stata il primo ministro donna della Difesa dell’intera America Latina. Soprattutto, ha dovuto governare i militari del Cile tenendo presente che da alcuni di questi, che hanno fatto carriera, era stata imprigionata e torturata … Il padre è morto sotto tortura, anche la madre è morta allo stesso modo. E’ dovuta emigrare all’estero, nella Germania dell’Est, non legandosi al partito comunista, ma a un partito socialista piuttosto robusto. E’ tornata laureata in medicina: è pediatra. Lei si presenta con un programma complicato da realizzare perché in Cile, contrariamente all’immagine che abbiamo, Pinochet non esiste più, è stato abbandonato, ma il “pinochetismo” esiste e continua a prosperare, dall’informazione alla grande industria e anche alle discriminazioni sociali. Uno dei cavalli di battaglia della Bachelet, che sarà molto votata soprattutto dalle donne, è quello di eliminare ilgap’ che divide le donne dagli uomini negli stipendi: dalle operaie alle dirigenti, ogni donna guadagna, per legge, il 30 per cento in meno degli uomini.

 

D. – Ecco, quindi non possiamo dire che ci sarà un effetto della vicenda-Pinochet su queste elezioni?

 

R. – No, perché Pinochet ormai è un personaggio emarginato di cui tutti, anche i più “pinochetisti” e coloro che hanno beneficiato, sono cresciuti, sono diventati qualcuno sotto il suo regime, se ne stanno disinteressando. Tant’è che è curioso notare che il motivo per il quale è stato emarginato anche dai sostenitori più incalliti non è tanto il passato di tremila morti, desaparecidos, persecuzioni, insomma: il regime che conosciamo. E’ stato perché gli hanno trovato dei conti nascosti in una banca degli Stati Uniti e in altri paradisi fiscali. E allora, si sono indispettiti: “Ma come, proprio lui che predicava l’onestà?”. Quindi, per i soldi viene allontanato, per i morti, invece, viene perdonato da una parte dei cileni.

 

D. – Come la comunità internazionale, in particolare gli Stati Uniti, vede la probabile ascesa alla guida del Cile di un rappresentante della sinistra?

 

R. – La società ormai è “impacchettata” in un modo rigido che è difficile da sciogliere; teniamo presente che il Cile ha un trattato di libero commercio con gli Stati Uniti, con la Cina, con l’India, con l’Unione Europea, fa parte del MERCOSUR. E’ “la Svizzera dell’America Latina”, se così possiamo chiamarla, ed è anche il Paese fiore all’occhiello del Fondo Monetario Internazionale: è l’unico al mondo che paga in anticipo le rate del debito estero. Però, dentro questa realtà c’è una popolazione poverissima, il 40 per cento; lo stipendio medio nel Paese è di 200 euro al mese. Per la riforma pensionistica, voluta da Pinochet nel 1980, che è tutta privatizzata, il 50 per cento della popolazione non ha una pensione in quanto, con un lavoro non fisso per tutti - ogni tre mesi si resta a casa e poi si ricomincia - gran parte della popolazione non è riuscita a mettere da parte la pensione. Ecco, questa è la grande battaglia che dovrà affrontare la Bachelet.

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UN LIBRO INCHIESTA RACCONTA LA REALTA’

DEI CRISTIANI VENUTI DALL’ISLAM

- Con noi, Giorgio Paolucci -

 

Un libro coraggioso, perché coraggiose sono le storie che racconta. Stiamo parlando di “Cristiani venuti dall’Islam”, inchiesta realizzata dai giornalisti del quotidiano Avvenire, Giorgio Paolucci e Camille Eid, che hanno raccolto la testimonianza di musulmani convertiti al Cristianesimo, che vivono oggi in Italia. Il lavoro è inoltre arricchito dalla prefazione del padre gesuita Samir Khalil Samir, che si sofferma sul tema dell’apostasia nel Corano e nel confronto politico-religioso in corso nei Paesi islamici. Chi sono dunque i cristiani venuti dall’Islam? Alessandro Gisotti lo ha chiesto all’autore del libro, Giorgio Paolucci:

 

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R. - Abbiamo scoperto una realtà in cammino, una realtà in evoluzione in cui, come all’interno di altre tradizioni religiose, ciascun uomo cerca innanzitutto la risposta alle domande fondamentali che ognuno si pone. Abbiamo visto che là, dove incontra una proposta forte, una testimonianza esplicita, come quella che alcune di queste persone hanno incontrato nei cristiani e nella Chiesa cattolica, si interroga e forse intravede, qualche cosa di più convincente, di più pertinente alla propria ricerca, rispetto a quanto aveva trovato nella tradizione islamica.

 

D. – I percorsi di conversione che raccontate sono quanto mai diversi. Quale, secondo te, l’elemento che li accomuna?

 

R. – Quello forse più forte che abbiamo visto in maniera più ricorrente è l’accorgersi, da parte dei musulmani, della possibilità che Dio sia qualcosa di vicino, non qualcosa di onnipotente e allo stesso tempo irraggiungibile come è nella tradizione musulmana. L’idea che Dio possa farsi prossimo all’uomo, che addirittura possa assumere la condizione umana, come è avvenuto con l’Incarnazione è qualche cosa di assolutamente impensabile per loro. Tuttavia, pur essendo impensabile, quando si affaccia al cuore e alla mente dei musulmani, spesso li colpisce. Poi ci sono stati molti altri casi in cui, invece, l’elemento dirompente è stata l’amicizia con alcuni cristiani.

 

D. – Nelle prime pagine del vostro “I cristiani venuti dall’Islam”, tenete a sottolineare che questo non è un libro contro il dialogo…

 

R. – Diciamo che abbiamo voluto dare una risposta preventiva a possibili obiezioni che potevano venire sia da parte musulmana, che da parte cattolica. Noi riteniamo che il dialogo si basi innanzitutto sulla volontà reciproca di conoscersi, senza cancellare assolutamente le rispettive identità. A partire da questo, possiamo vedere qual è il cammino che è possibile fare, condividendo alcune preoccupazioni comuni e avendo come scopo principale, ognuno nella propria tradizione o anche guardando la tradizione dell’altro, la ricerca delle risposte fondamentali alle domande fondamentali che ciascun uomo si pone.

 

D. – Hai la sensazione che le testimonianze raccolte forse raccontano una storia che molti, anche qui in Italia e in Occidente, non vogliono ascoltare?

 

R. – Abbiamo avuto la sensazione che questo mondo, che abbiamo iniziato a scoprire con questo “viaggio-inchiesta”, rappresenti la punta di un iceberg sotto la quale c’è un mondo molto più ampio. Un mondo spesso difficile da avvicinare per motivi legati a timori di rappresaglie o alle minacce ricevute da parte delle famiglie di origine o della comunità di provenienza. E’ paradossale pensare che, in un Paese come l’Italia,  dove la libertà religiosa viene affermata dal punto di vista giuridico, legislativo e teorico, ci siano situazioni in cui alcuni neo-cristiani, provenienti dalla tradizione islamica, debbano vivere clandestinamente la loro nuova fede; vivere un po’ una situazione di tipo catacombale. Questa è una sfida che arriva direttamente alla comunità cristiana. Noi abbiamo visto, raccontando queste storie, un grande entusiasmo. Si vede una primavera della fede spesso sconosciuta nel cattolicesimo un po’ formale che si vive in Italia. Si vedono persone che hanno iniziato un nuovo cammino e lo vivono con grande entusiasmo. Chiedono di non essere lasciati soli e di essere accompagnati in questi primi passi che muovono nella nuova comunità cui hanno fatto ingresso dopo il Battesimo.

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NELL’ODIERNA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA MONTAGNA,

 LE NAZIONI UNITE SOTTOLINEANO L’IMPORTANZA DI UN TURISMO ECOSOSTENIBILE

- Con noi, Aldo Audisio -

 

Ricorre oggi la Giornata Internazionale della Montagna, proclamata dalle Nazioni Unite nel 2003. Il tema di quest’anno è: “Turismo sostenibile per alleviare la povertà nelle regioni di montagna”. L’Italia, dove tra qualche settimana cominceranno i Giochi Olimpici Invernali di Torino, è particolarmente coinvolta nelle celebrazioni. Il servizio di Andrea Rustichelli:

 

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Stamani, in diverse piazze di Roma, alcuni cori alpini si sono esibiti con i loro repertori di canti tradizionali. E altre manifestazioni di sensibilizzazione sul tema della montagna sono in corso in molte città della Penisola, dal Trentino alla Sicilia. Tra le varie iniziative in programma c’è la riapertura del Museo Nazionale della Montagna di Torino, che fra l’altro propone al pubblico la mostra Viaggio nelle Alpi – alle Origini del Turismo Alpino, visitabile fino al primo maggio del 2006. Ma il turismo è sempre una risorsa? Risponde il direttore del Museo, Aldo Audisio:

 

“Il nostro museo della montagna, a Torino, è sul Monte dei Cappuccini da molto tempo: è nato nel 1874. Negli ultimi 26 mesi abbiamo messo mano all’edificio e con un restauro e un riallestimento siamo arrivati alla riapertura odierna. Abbiamo scelto questa data per sottolineare il significato della Giornata Mondiale della Montagna, montagna a cui dedichiamo tutta la nostra attività. Le nostre collezioni sono un patrimonio veramente importante e rilevante riferito alle terre alte, non solo italiane ma dell’intero pianeta. La montagna, che vediamo in questa nostra esposizione, è proposta ed illustrata dai manifesti dei grandi illustratori di fine Ottocento e Novecento. E’ una montagna da sogno, è una montagna scoperta dai primi turisti che con il treno e le carrozze raggiungevano questi grandi alberghi, realizzati nei luoghi più importanti e più spettacolari della catena alpina. Sicuramente col passare degli anni la situazione è molto cambiata, la montagna è stata raggiunta con tutte le conseguenze, da un flusso sempre più rilevante. Il turismo da risorsa, in alcuni casi, è diventato un pericolo. Sta sicuramente a tutti noi riuscire a trovare una compensazione positiva tra questo livello di pericolo e quanto è necessario per lo sviluppo e per il bene delle popolazioni che abitano la montagna”.

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AL SERVIZIO DELLA CHIESA E DEL SUD DEL MONDO:

 L’AGENZIA DI STAMPA MISSIONARIA MISNA HA CELEBRATO CON UN CONVEGNO

IL SUO OTTAVO ANNO DI ATTIVITA’

- Intervista con padre Venanzio Milani -

 

L’agenzia di stampa missionaria MISNA ha festeggiato a Roma nei giorni scorsi il suo ottavo anno di attività con una tavola rotonda sul tema “Alziamo la voce. Per l’informazione, per i sud del Mondo”. Durante il convegno sono state presentate le nuove prospettive dell’agenzia e il sito Internet rinnovato ed arricchito con nuovi contenuti. Il servizio di Giovanni Augello:

 

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“Dar voce a chi non ha voce”: è questo il lavoro della MISNA, che con oltre 15 milioni di accessi mensili al sito web è divenuta una delle più autorevoli fonti giornalistiche che parlano del Sud del mondo. Sostenuta da una rete capillare di corrispondenti volontari e dalle Congregazioni missionarie che ancora oggi ne garantiscono la totale indipendenza, l’agenzia internazionale fornisce quotidianamente, dal 1997, 50 titoli in quattro lingue diverse, uno speciale domenicale ed un database di oltre 150 mila notizie e approfondimenti su Africa, America Latina, Asia e Oceania. Uno degli obiettivi dell’agenzia è fare emergere la ricchezza di un mondo ancora poco conosciuto di popoli ricchi di cultura e valori che non compaiono tra le pagine dei nostri giornali, come ci conferma padre Venanzio Milani, missionario comboniano e presidente della MISNA:

 

R. – Uno dei nostri obiettivi è quello di mostrare la realtà positiva del Sud del mondo. L’Africa, ad esempio, ha dei valori eccezionali, che noi abbiamo perso: il senso del tempo, il senso del concetto religioso della vita, il senso del dialogo, della cooperazione, ecc. Ci sono tanti valori e noi ci impegniamo a dare anche il positivo dell’Africa. Io sono stanco di sentire sempre l’equazione Africa-fame, Africa-AIDS, Africa-guerra. Oltretutto, poi, le guerre le procuriamo noi… 

 

Nel 2006, il sito Internet www.misna.org sarà presente sul web con alcune novità, potenziando il servizio in spagnolo e portoghese e arricchendo l’archivio fotografico. Tra le future attività, la MISNA proporrà anche una serie di incontri sui temi della pace, dei diritti umani e delle problematiche specifiche del Sud del mondo.

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IL TEATRO E LA MUSICA NEI PELLEGRINAGGI AL CENTRO DI UN

CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI, TENUTOSI A CASTEL GANDOLFO

- Con noi, padre Antonio Collicelli e Francesco Sisinni -

 

“Il teatro e la musica nei pellegrinaggi”: questo il tema del convegno che si è concluso ieri a Castel Gandolfo, organizzato dal Centro studi europeo del teatro cristiano, in collaborazione con l’Opera Romana Pellegrinaggi. L’evento ha ripercorso la storia e il significato del pellegrinaggio nella drammaturgia, dal Medioevo all’età moderna. Ce ne parla Isabella Piro:

 

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(musica)

 

Roma, Gerusalemme, Santiago de Compostela: i pellegrinaggi si sono svolti e si svolgono tuttora soprattutto lungo questi tre assi. Tre città simboliche e mistiche e due le giornate di studio sulla drammaturgia cristiana e su come essa abbia rappresentato il viaggio proteso verso Dio. Padre Antonio Collicelli, responsabile della pastorale dell’Opera Romana Pellegrinaggi, spiega il senso di questa iniziativa.

 

“Durante il Medio Evo c’era uno sforzo per poter visitare questi luoghi cristiani che hanno segnato un cammino utile anche per la fondazione dell’Europa. Oggigiorno si tratta di fare un cammino all’interno dell’anima dell’uomo, perché l’uomo viator è l’uomo sempre in cerca della verità e dell’assoluto, attraverso il teatro e la musica che è una forma quanto mai adatta per riscoprire le verità essenziali che ci trascendono e rientrare in se stessi e rispondere a quegli interrogativi che animano sempre la vita dell’uomo”.

 

Il convegno è stato organizzato dal Centro studi europeo del teatro cristiano, un modo per ribadire, come diceva Papa Giovanni Paolo II, che l’identità europea è impossibile senza il Cristianesimo:

 

“Sempre più dovremmo riscoprire le radici cristiane dell’Europa, e costruire una società non soltanto a dimensione d’uomo, ma a dimensione di accettazione, di accoglienza”.

 

Ma come è cambiato il pellegrinaggio nel corso dei secoli? Francesco Sisinni, responsabile del Master di Cultura Cristiana presso l’università LUMSA di Roma:

 

“Sono cambiate le condizioni esterne, ma chi si mette in viaggio perché sente questa ansia metafisica, il desiderio di incontrarsi con l’Assoluto attraverso le testimonianze, le reliquie, può viaggiare anche in aereo, ma porta dentro di sé questo desiderio di incontro”.

        

Come difendere, oggi, la cultura cristiana?

 

“Facendola conoscere, perché è una cultura che è basata sulla lieta novella di Dio che si è fatto uomo ed è venuto ad abitare tra di noi. Ci può essere una novella più bella di questa?”.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

11 dicembre 2005

 

ANNULLATE A DAKA, IN BANGLADESH, NELLA CHIESA DEL SANTO ROSARIO,

LE CELEBRAZIONI NATALIZIE. SI TEMONO ATTENTATI TERRORISTICI. A SORVEGLIARE

LA PARROCCHIA GUARDIE DI SICUREZZA. PERQUISITI TUTTI COLORO

CHE SI RECANO NEL LUOGO DI CULTO

 

DHAKA. = La parrocchia del Santo Rosario, la più grande dell’arcidiocesi di Dhaka, in Bangladesh, non terrà alcuna funzione per la vigilia di Natale e di Capodanno a causa di minacce terroristiche. Lo ha annunciato il parroco, padre Jyotu Gomes. La parrocchia, si legge in un comunicato diffuso dall’agenzia AsiaNews, si trova a Tejgaon, nella parte centrale della capitale del Bangladesh. Padre Gomes ha avvertito i parrocchiani di non recarsi all’interno del luogo di culto con zaini a spalla e di diffidare di stranieri mai visti prima che si aggirano nel perimetro della chiesa. Interrogato sulle motivazione dei vari avvisi, il parroco non ha fornito altri dettagli. Al momento, guardie di sicurezza perquisiscono con metal detector tutti coloro che vogliono entrare nell’area parrocchiale. La chiesa del Santo Rosario risale 1677, ma la costruzione del nuovo edificio è datata 1991. Può ospitare 2 mila fedeli ed è la più grande del Paese. La parrocchia conta oggi quasi 11 mila fedeli. (T.C.)

 

 

ROMA OSPITA DA OGGI LA IV CONVENTION EUROPEA DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI.

LA CONCLUSIONE IL 15 DICEMBRE NELLA BASILICA DI SAN PIETRO

CON UNA CELEBRAZIONE EUCARISTICA E L’INCONTRO CON BENEDETTO XVI

 

ROMA. = Friburgo, Lione, Madrid, San Pietroburgo, Dublino, Monaco di Baviera e Sofia. Queste le città europee da cui arrivano i partecipanti alla IV convention europea degli studenti universitari organizzata a Roma dall’Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato. Fino al 15 dicembre diversi gli incontri in programma. L’apertura della convention oggi, alle 19, nella basilica di San Giovanni in Laterano, con una messa di accoglienza presieduta da mons. Bernard Genoud, vescovo di Friburgo. Domani, alle 15, alla Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Affari Esteri, gli studenti potranno ascoltare l’intervento di mons. Marek Jedraszewski, vescovo ausiliare di Poznan, su “L’umanesimo cristiano in Europa”, e quello di mons. Sergio Lanza della Pontificia Università Lateranense su “Il Concilio Vaticano II e le attese dell’uomo contemporaneo”. Successivamente si sposteranno nella basilica di Santa Maria Maggiore dove, dalla Polonia, arriverà l’icona di Maria Sedes Sapientiae, quindi seguirà il concerto di Natale dell’orchestra dei conservatori di musica italiani. L’incontro degli universitari si concluderà il 15 dicembre con una celebrazione eucaristica, alle 17 nella basilica di San Pietro, presieduta dal cardinale vicario Camillo Ruini, e con l’incontro di Benedetto XVI con gli universitari. (T.C.)

 

 

I MISSIONARI DEL SACRO CUORE FESTEGGIANO 100 ANNI DI SERVIZIO PASTORALE IN OCEANIA. TRA LE LORO ATTIVITÀ, L’IMPEGNO AL FIANCO DELLE COMUNITÀ ABORIGENE

 

SYDNEY. = La Congregazione dei Missionari del Sacro Cuore (MSC), fondata dal francese padre Jules Chevalier nel 1854, tra più diffuse e attive in Oceania, festeggia il 100.mo anniversario di presenza nel continente. Il primo missionario del Sacro Cuore è arrivato in Australia nel 1885. La Provincia dei Missionari del Sacro Cuore è stata istituita nel 1905. I religiosi, da allora, riferisce l’agenzia Fides, si impegnano nella pastorale delle parrocchie, specialmente nelle aree con una vasta presenza di aborigeni, nelle scuole, nelle cappellanie, nei centri sociali e culturali. Oggi, in particolare, operano per favorire l’integrazione della comunità aborigena, spesso emarginata. Alcolismo, droga, abusi domestici, disoccupazione giovanile, criminalità: questi i problemi che gli aborigeni si trovano ad affrontare ogni giorno, aiutati dai Missionari del Sacro Cuore. “Cerchiamo di far crescere una nuova speranza e di lavorare per l’armonia sociale fra la popolazione - spiega padre Tony O’Brien, dei Missionari del Sacro Cuore di Palm Island, dove vive una numerosa comunità indigena - operiamo per l’unità della Chiesa e della società australiana”. Nel 2004 i Missionari del Sacro Cuore (MSC), oggi presenti in oltre 50 nazioni, hanno festeggiato 150 anni a servizio dell’annuncio del Vangelo e della promozione dell’uomo. (T.C.)

 

 

CRESCONO LE VOCAZIONI IN CINA.

NEGLI ULTIMI 20 ANNI, NELLA SOLA PROVINCIA DI SHAANXI,

SONO STATE COSTRUITE 400 CHIESE

 

ROMA. = Una primavera di vocazioni in Cina. Sono diverse le regioni del Paese che hanno visto crescere in questi ultimi anni il numero dei sacerdoti. La provincia di Shaanxi, ad esempio, con le sue otto diocesi, conta circa 280 mila cattolici. I sacerdoti sono 260, più di 600 religiose invece aiutano bisognosi, malati e anziani e lavorano nell’ambito dell’educazione. I dati, riportati dall’agenzia Zenit, sono stati forniti da padre Stephen Chen. Il sacerdote, che dirige il Centro Sociale Cattolico della diocesi di Xi’an (provincia di Shaanxi), ha detto che i giovani si interessano sempre di più alla fede e che nella sua diocesi sono due i seminari mentre crescono le vocazioni, sia sacerdotali che religiose, maschili e femminili. “Negli ultimi 20 anni sono state costruite circa 400 chiese nella provincia, però ce ne servono di più – afferma padre Chen – soprattutto nei piccoli villaggi. Disgraziatamente, molte si trovano in cattivissimo stato ed hanno bisogno di essere rinnovate o ricostruite”. (T.C.)

 

 

TOGO: INAUGURATO UN CENTRO MEDICO SOCIALE COSTRUITO GRAZIE ALLA MISSIONE DELLE SUORE CANOSSIANE, A DONAZIONI PRIVATE E AD UN CONTRIBUTO

DELL’AGENZIA ANSA

 

KOVÈ. = Inaugurato dall’arcivescovo di Lomè, Philippe Fanuko Kpodzro, a Kovè, in Togo, un centro medico sociale costruito grazie alla missione delle suore canossiane, a donazioni private e all’impegno finanziario dell’agenzia ANSA. Il poliambulatorio, riferisce l’agenzia MISNA, dispone di moderne attrezzature mediche, di un laboratorio e di tutti i servizi essenziali. 1200 metri quadrati di sale per visite mediche, uno studio dentistico ed uno oculistico, una decina di posti letto, una sala parto, stanze per i casi gravi di AIDS, potranno offrire una migliore assistenza ai malati. A far funzionare la struttura saranno medici e infermieri togolesi e ancora medici e infermieri volontari da vari Paesi del mondo. Mons. Kpodzro ha voluto sottolineare l'importanza del contributo dell’ANSA: “Di solito - ha precisato - le agenzie di stampa hanno altre preoccupazioni. Il fatto che l’ANSA abbia collaborato per mettere su questo centro è per me una cosa di importanza storica. Vorrei - ha concluso - che l’ANSA conntinuasse ad avere questa dimensione umanitaria”. (T.C.)

 

 

IL DIALOGO INTERCULTURALE ED INTERRELIGIOSO OGGI: SE NE DISCUTE A BILBAO, IN SPAGNA, FINO AL 15 DICEMBRE, IN UN CONGRESSO PATROCINATO DAL PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO

 

BILBAO. = Un Congresso internazionale sul dialogo interculturale e interreligioso da oggi a Bilbao, in Spagna. Tema dell’incontro, che si concluderà il 15 dicembre, le “Nuove sfide in un mondo che anela alla pace”. Il convegno è stato promosso dall'associazione Haretxa per il dialogo interculturale e interreligioso, in collaborazione con l'Università di Deusto, il Consiglio mondiale delle Religioni per la Pace e con il patrocinio del Pontificio Consiglio per il Dialogo InterreReligioso e dell'UNESCO. L'iniziativa vuole promuovere il dialogo come via da seguire per raggiungere una convivenza mondiale giusta e pacifica, arricchita dalla diversità; discernere le affinità e le differenze delle radici spirituali delle diverse culture al fine di propiziare l'intesa reciproca; individuare, infine, le opportunità e i rischi rappresentati dai fenomeni migratori di questi anni. (T.C.)

 

OLTRE NOVANTA ARTISTI RENDONO OMAGGIO A ROMA A SAN NICOLA DA TOLENTINO.

IN MOSTRA A “L’AGOSTINIANA” DIVERSE OPERE DEDICATE AL SANTO

NELL’ANNO IN CUI RICORRE IL SETTIMO CENTENARIO DELLA SUA MORTE

 

ROMA. = Fino all’8 gennaio a Roma, nella Galleria d’Arte Sacra e Contemporanea “L’Agostiniana”, si potrà visitare la mostra dedicata a San Nicola da Tolentino, di cui ricorre quest’anno il settimo centenario della morte. Religioso agostiniano, Nicola è stato il primo frate dell’Ordine di Sant’Agostino ad essere stato canonizzato. Modello di vita reli­giosa umile e fraterna, è stato anche l'esempio di chi ha scoperto come vivere le due dimensioni della vita contemplativa e attiva in modo armonioso. Morto il 10 settembre del 1305, Nicola da Tolentino è stato ricordato durante l’anno con diverse iniziative per sottolineare la forte impronta spirituale che il Santo ha lasciato all’ordine. La Galleria “L’Agostiniana” espone le opere di circa 90 artisti che rendono omaggio alla figura e all'opera del grande mistico della famiglia agostiniana. (T.C.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

11 dicembre 2005

 

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

Un aereo con 110 persone a bordo si è schiantato ieri nel principale centro petrolifero nigeriano, Port Harcourt, causando la morte di 103 persone. Fra le vittime almeno 73 ragazzi, fa i 12 e i 17 anni di età, che frequentavano un collegio gesuita di Abuja. I sopravvissuti sono soltanto sette. Il nostro servizio:

 

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La maggior parte dei passeggeri era composta da studenti che tornavano dai propri familiari per trascorrere le vacanze di Natale. Il velivolo, un DC-9 della compagnia nigeriana 'Sosoliso Airlines’, li riportava a casa da Abuja, la capitale federale del Paese. I familiari da stamani sono in fila davanti all’obitorio per cercare i corpi dei propri cari. Secondo le prime ricostruzioni, l’aereo avrebbe mancato la pista d’atterraggio mentre era in corso una tempesta. Sembra, inoltre, che il velivolo sia stato colpito da un fulmine. “Non possiamo essere più precisi al momento. Tutto è ancora nel caos”, hanno dichiarato le autorità locali. A bordo si trovavano 110 persone: solo 7 sono sopravvissute. Passeggeri ed  equipaggio sono rimasti intrappolati tra le fiamme. Tra le vittime anche due medici dell’organizza-zione umanitaria ‘Medici senza Frontiere’. Dal canto suo, il presidente nigeriano, Obasanjo, che si è detto vicino alle famiglie delle vittime, ha annullato un viaggio ufficiale in Portogallo, per seguire personalmente gli sviluppi dell’inchiesta avviata per far luce sulla vicenda. Lo scorso 22 ottobre, un Boeing 737 di un’altra compagnia nigeriana, precipitò poco dopo il decollo da Lagos, provocando la morte di tutte le 116 persone a bordo.

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Tre esplosioni hanno devastato poco prima dell’alba un deposito di petrolio nei pressi di Hemel Hempstead, a Nord di Londra, provocando il ferimento di 36 persone tra cui 4 in gravi condizioni. La polizia ha parlato di esplosioni del tutto accidentali, escludendo l’ipotesi terroristica che in un primo momento si era fatta strada. Autoambulanze e vigili del fuoco sono sul posto con decine di mezzi. Tuttavia, l’entità dell’incendio e la densa barriera di fumo ostacolano le operazioni di soccorso. Le deflagrazioni, udite fino a 60 chilometri di distanza, hanno danneggiato un albergo e diverse abitazioni che sono state evacuate.

 

In Israele, anche il ministro della Difesa, Mofaz, secondo quanto annunciato dalla radio militare, ha lasciato il Likud per passare al partito centrista, Kadima, fondato dal premier Sharon. Il ministro Mofaz ha anche smentito le voci, avanzate dalla stampa britannica, su un presunto piano di attacco contro i siti nucleari iraniani.  

 

Quattro soldati americani sono stati uccisi in azioni separate a Baghdad. Intanto, resta incerta la sorte dei quattro ostaggi occidentali in mano alla guerriglia. I rapitori avevano fissato l’ultimatum a ieri chiedendo in cambio della loro vita la liberazione di tutti i prigionieri iracheni nel Paese.

 

Un attentatore suicida ha fatto esplodere la sua auto vicino ad un convoglio americano nella città afghana di Kandahar. Non ci sono per ora notizie di vittime.  Funzionari locali hanno precisato che l’attentato è avvenuto nell’ora di punta non lontano dell’ufficio del governatore.

 

Il Parlamento iraniano ha concesso la fiducia al quarto candidato presentato dal presidente Ahmadinejad ad assumere la carica di ministro del Petrolio. Sul versante nucleare, la Repubblica Islamica ha specificato che il processo di arricchimento dell’uranio è un suo diritto. Lo ha affermato il portavoce del ministro degli Esteri, Asefi, in vista di una ripresa dei contatti con i rappresentanti europei, in programma il 21 dicembre.

 

Mohammed el Baradei, direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) e neo-Premio Nobel per la pace, “non dovrebbe rilasciare così tante interviste”. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Asefi, dopo che ieri el Baradei, durante la cerimonia di consegna del Nobel, aveva sottolineato che la comunità internazionale “sta perdendo la pazienza” per le lentezze di Teheran nel cooperare sul dossier nucleare. Il direttore dell’AIEA aveva anche specificato che non vi può essere soluzione militare alla questione. Sempre ieri il Santo Padre, congratulandosi con el Baradei per il conferimento del premio, in un telegramma aveva sottolineato come ancora oggi “la pace del mondo continua ad essere messa a rischio dalla diffusione delle armi nucleari”.

 

L’Unione Europea, al summit di Montreal sul clima con un finanziamento aggiuntivo di 853 mila euro porta a un totale di 3,67 milioni di euro i fondi destinati ai meccanismi di funzionamento operativo del Trattato di Kyoto. 

 

Arrestati in Cina 11 giovani sospettati di aver fatto parte del gruppo di 40 teppisti che il 23 novembre scorso, a Xi’an - capitale della provincia Shaanxi nel nord-est del Paese - aggredì 17 suore. Lo ha affermato l’agenizia MISNA, citando il sito internet “Xi’an Wanbao” del quotidiano filogovernativo locale.

 

Proseguono le operazioni di soccorso a Münchsmünster, in Baviera, nel sud della Germania, dove ieri sera l’esplosione in un impianto chimico ha causato un morto e almeno cinque feriti.

 

In Italia, a Venaus, in Val di Susa, la magistratura ha sequestrato i terreni su cui dovrebbe sorgere il cantiere per la costruzione del tunnel della Tav Torino-Lione, per affidarla al consorzio di imprese incaricate di scavare il tunnel della futura linea ad alta velocità. Secondo il sindaco di Venaus in questo modo “l’accesso all’area è interdetto”.

 

 

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