RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
337 - Testo della trasmissione di sabato 3
dicembre 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
Nel Vangelo di domani, la figura di Giovanni
Battista: la riflessione di padre Marko Ivan Rupnik
CHIESA E SOCIETA’:
In Iraq uccisi 10 marines a Fallujah. In un video i 4 stranieri rapiti
la scorsa settimana - Urne aperte a Taiwan per le regionali: un test di
popolarità per il presidente, a metà del mandato -Domani elezioni presidenziali
in Kazakhstan, dove la rielezione del presidente sembra scontata
IL
PROCESSO DI PACE IN MEDIO ORIENTE E LA SITUAZIONE
DEI
TERRITORI PALESTINESI AL CENTRO DELL’INCONTRO TRA BENEDETTO XVI
E IL
PRESIDENTE PALESTINESE ABU MAZEN
- A cura di Amedeo Lomonaco -
Benedetto XVI ha ricevuto il presidente dell’Autorità
nazionale palestinese Mahmud Abbas, conosciuto come Abu Mazen. “Nel corso del
cordiale colloquio – si legge nella nota della Sala Stampa Vaticana - si è
passata in rassegna la situazione del Medio Oriente. In particolare, è stata
sottolineata l’esigenza di integrare nel processo di pace tutte le componenti
del popolo palestinese”. Si è parlato anche delle difficoltà dei cattolici in
Palestina e del loro contributo alla società palestinese. Il leader palestinese, giunto in
Vaticano tra imponenti misure di sicurezza, ha invitato il Papa a visitare
“Gerusalemme e tutti i luoghi Santi”. Al Santo Padre è stata donata un’immagine
della Madonna in rame, vestita con abiti mediorientali e con un velo bianco.
Benedetto XVI ha donato le medaglie del pontificato. Abu Mazen, che ieri ha
incontrato il presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi, e il
capo dell’esecutivo, Silvio Berlusconi, è stato nominato presidente palestinese
il 9 gennaio del 2005, dopo la morte di Yasser Arafat. Ha partecipato ai
colloqui di pace di Madrid del 1991 e di Oslo del 1993, ricoprendo il ruolo
chiave di coordinatore.
I LAICI CRISTIANI TESTIMONINO IN POLITICA E NEI
MEDIA I VALORI CRISTIANI:
COSI’
BENEDETTO XVI AI VESCOVI POLACCHI IN
VISITA AD LIMINA.
IL
SALUTO DEI PRESULI AL PAPA RIVOLTO DA MONS. DZIWISZ, CHE HA RINGRAZIATO
IL
PONTEFICE PER LA LUNGA E FEDELE COLLABORAZIONE AL FIANCO DI PAPA WOJTYLA
La Chiesa non si identifica in nessun partito, ma siano i cristiani
a difendere coraggiosamente i valori cristiani nel mondo della politica e in
quello dei media. Benedetto XVI chiude così il discorso ai circa 40 vescovi
polacchi del secondo gruppo in visita ad
Limina, ricevuti questa mattina in Vaticano. Affettuoso e commovente
l’indirizzo di saluto rivolto al Papa dall’arcivescovo di Cracovia, Stanislao
Dziwisz, che ha ricordato il ruolo di rilievo giocato dall’allora cardinale
Ratzinger a fianco di Giovanni Paolo II. Il servizio di Alessandro De Carolis:
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“Vogliamo dirle grazie per la Sua discreta, competente e
fedele collaborazione” in tutto lo svolgersi del Pontificato di Papa Wojtyla.
Un grazie per la “delicatezza” con cui ha accompagnato i suoi ultimi giorni,
per come continua a ricordarne gli insegnamenti e per aver voluto abbreviare i
tempi per l’inizio del processo di beatificazione. E’ un articolato e pubblico
attestato di stima quello che mons. Dziwisz - per 26 anni a fianco di Giovanni
Paolo II - rivolge come saluto a Benedetto XVI, un’altra delle figure eminenti
che hanno condiviso a lungo la storia del Pontefice scomparso otto mesi fa.
Inizia così, con una nota che tocca la corda delle emozioni, la seconda udienza
collettiva concessa da Benedetto XVI ai vescovi polacchi. E il Papa stesso affronta
il nodo principale del suo discorso - l’urgenza della nuova evangelizzazione
per la Chiesa in Polonia, citando ciò che Giovanni Paolo II disse nel 1979,
durante il suo primo e storico viaggio in patria: rievangelizzare il secondo
millennio – ma ciò vale anche per l’attuale – è “un’opera comune” di clero,
religiosi e laici che deve rifarsi al Concilio Vaticano II.
L’esempio del
Vescovo – ha osservato il Papa entrando in argomento - è estremamente
importante: qui non si tratta soltanto di uno stile di vita ineccepibile, ma
anche della premurosa sollecitudine affinché le virtù cristiane di cui scrisse
Giovanni Paolo II, penetrino profondamente nell’anima dei sacerdoti nella sua
diocesi”:
“Per questo, il Vescovo dovrebbe fare particolare
attenzione alla qualità della formazione nel seminario. Bisogna tener presente
non soltanto la preparazione intellettuale dei futuri sacerdoti per i loro
futuri compiti, ma anche la loro formazione spirituale ed emotiva (...)
Recentemente è stato pubblicato il documento della Congregazione per
l’Educazione Cattolica riguardo all’ammissione dei candidati agli Ordini sacri.
Vi prego, cari Fratelli, di porre in atto quanto è in esso indicato”.
Dopo aver raccomandato dunque una cura “costante” e
“paterna premura” i sacerdoti e la loro formazione, anche dopo la loro
ordinazione, Benedetto XVI si è soffermato sulla realtà degli Ordini religiosi,
incoraggiati ad “inserirsi nel programma diocesano di evangelizzazione e ad
assumere i compiti pastorali, conformemente al loro carisma”, in collaborazione
con vescovi, sacerdoti e laici. In particolare, il Papa ha raccomandato una
speciale premura nei confronti degli Istituti religiosi femminili, in genere, e
contemplativi in particolare. Infine, i laici. La loro testimonianza – ha asserito
– diventa “particolarmente eloquente ed efficace” in un momento in cui – ha
ripetuto Benedetto XVI con le parole del suo predecessore - “la cultura europea
dà l’impressione di una ‘apostasia silenziosa’ da parte dell’uomo sazio che
vive come se Dio non esistesse”. Al contrario, spetta al laicato agire per il
“rinnovamento morale della società”, in quei contesti civili preclusi al
sacerdote:
“La Chiesa non si
identifica con nessun partito, con nessuna comunità politica né con un sistema
politico, ricorda invece sempre che i laici impegnati nella vita politica
devono dare una coraggiosa e leggibile testimonianza dei valori cristiani, che
vanno affermati e difesi nel caso che siano minacciati. Lo faranno
pubblicamente, sia nei dibattiti di carattere politico che nei mass media”.
E chiarendo ulteriormente il pensiero, Benedetto XVI ha
soggiunto:
“Il dialogo condotto
dal laicato cattolico a livello di questioni politiche si dimostrerà efficace e
servirà il bene comune quando alla base ci saranno: l’amore della verità, lo
spirito di servizio e la solidarietà nell’impegno a favore del bene comune”.
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IL
MATRIMONIO E’ UN PATRIMONIO DELL’UMANITA’. COSI’ IL PAPA AI PRESIDENTI
DELLE
COMMISSIONI EPISCOPALI PER LA FAMIGLIA E LA VITA DELL’AMERICA LATINA
ll
vostro dovere di pastori è quello di presentare in tutta la sua ricchezza il
valore straordinario del matrimonio che, come istituzione naturale, è
‘patrimonio dell’umanità’. Lo ha detto Benedetto XVI ricevendo, questa mattina,
i partecipanti al terzo incontro dei presidenti delle Commissioni episcopali
per la famiglia e la vita dell’America Latina. Il Papa ha anche ribadito il
proprio ‘no’ a nuove forme di matrimonio che sono estranee alle culture locali
e che alterano la natura specifica di questo istituto. Il servizio di Amedeo
Lomonaco:
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Il Papa
ha espresso la propria gratitudine per le attività pastorali promosse per
“salvaguardare i valori fondamentali del matrimonio e della famiglia,
minacciati dall’attuale fenomeno della secolarizzazione”. Un fenomeno - ha
detto - che impedisce alla coscienza sociale di scoprire, in modo adeguato,
l’identità e la missione dell’istituto familiare. Un’altra grave minaccia – ha
aggiunto il Santo Padre – è quella alimentata ultimamente “dalla pressione di
leggi ingiuste che non riconoscono i diritti fondamentali della famiglia”. Il
Papa ha poi osservato come, anche tra queste insidie, cresca e si consolidi
“l’impegno della Chiesa in favore della famiglia, che affonda le proprie radici
nel disegno amoroso di Dio e rappresenta un modello insostituibile per il bene
comune dell’umanità”.
L’amore
degli sposi vissuto con esclusività, fedeltà e apertura alla vita – ha
ricordato il Santo Padre - costituisce la base di questa comunità di vita che è
il matrimonio. Ma l’annuncio del vangelo della famiglia e la meta di un cammino
di realizzazione umana e spirituale subiscono gravi attacchi. Questo annuncio –
ha infatti detto il Papa – è sfigurato da “false concezioni del matrimonio e
della famiglia che non rispettano il progetto originario di Dio”. In questo
contesto – ha osservato Benedetto XVI – sono state proposte nuove forme di
matrimonio che non rispecchiano la cultura dei popoli. Le conseguenze di questa
impostazione sono allarmanti: non si accettano i principi morali che permettono
di salvaguardare la dignità della persona - ha detto il Papa - e si facilita
l’eliminazione di embrioni con un uso arbitrario della scienza. “In America
Latina, come in tutto il mondo - ha aggiunto il Papa - i bambini hanno il
diritto di nascere e di crescere in una famiglia fondata sul matrimonio”. “Per
questo – ha concluso Benedetto XVI – è necessario aiutare tutte le persone a
prendere coscienza del male intrinseco dell’aborto”, che è un attentato contro
la vita umana e un’aggressione contro la società.
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RINUNCIA
E NOMINE
Il Santo Padre ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di
San Cristóbal de La Habana (Cuba) il padre gesuita Juan de Dios Hernández Ruiz,
direttore del Centro di Spiritualità “Pedro Arrupe” nella medesima arcidiocesi.
E gli ha assegnato la sede titolare vescovile di Passo Corese.
Sempre stamane il Santo
Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Kagoshima
(Giappone), presentata da mons. Paul Shinichi Itonaga, in conformità al canone
401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. Al suo posto il Santo Padre ha nominato
il reverendo Paul Kenjiro Koriyama, parroco a Shibushi. La diocesi di Kagoshima
(1955) è suffraganea dell’arcidiocesi di Nagasaki. Ha una superficie di 9.133
kmq, con 1.773.000 abitanti (9.287 cattolici), 29 parrocchie, 46 sacerdoti (21
diocesani e 25 religiosi) e 187 religiose. La diocesi veniva retta dal 1970 da
mons. Paul Shinichi Itonaga.
LA
FORMAZIONE CULTURALE DELLE NUOVE GENERAZIONI SIA SEMPRE OBIETTIVO
PRIMARIO
DELL’ATENEO DI URBINO. È L’AUSPICIO DI BENEDETTO XVI
RICORDATO
NELLA LETTERA SCRITTA DAL SEGRETARIO DI STATO ANGELO SODANO, ALL’ARCIVESCOVO DELLA DIOCESI FRANCESCO
MARINELLI
PER I 500
DELLA FONDAZIONE DELL’UNIVERSITÀ
“La Chiesa guarda con
costante sollecitudine alle Università, che rivestono un singolare ruolo nel
mondo della cultura e dell’educazione, specialmente per quanto concerne la
formazione delle nuove generazioni e il dialogo con le varie istanze culturali
della società. A questo proposito, è notevole l’influenza esercitata nei secoli
dall’Università urbinate”.
È quanto scrive il segretario di
Stato Angelo Sodano in una lettera indirizzata all’arcivescovo di Urbino-Urbania-Sant’Angelo
in Vado, mons. Francesco Marinelli, in occasione del quinto centenario della
fondazione dell’Università degli Studi di Urbino recentemente intitolata al
prof. Carlo Bo. “Il
Santo Padre Benedetto XVI auspica che la formazione culturale delle nuove
generazioni sia sempre obiettivo primario dell’Ateneo – si legge nella lettera
– che potrà trarre in tale senso un valido apporto dall’Istituto Superiore di
Scienze Religiose ‘Italo Mancini’, in esso operante da oltre un ventennio.
Nell’ambito della legittima autonomia, che deve contraddistinguere le relazioni
tra Chiesa e Stato – prosegue il cardinale Sodano – esso tiene viva la
tradizione urbinate dell’insegnamento teologico, permettendo ai giovani di
confrontare la loro ricerca esistenziale, intellettuale e sociale con la
suprema sintesi di verità e di vita rivelata da Cristo”.
E nel comunicare i suoi auguri al personale accademico e
agli studenti, il segretario di Stato sottolinea che Cristo è la “Stella” che
il Sommo Pontefice ha indicato alla gioventù nel recente incontro mondiale di
Colonia: “Cristo, Logos incarnato, non toglie nulla di ciò che è
autentico, ma esalta ogni seme di unità, di bellezza e di verità e lo orienta
verso il bene dell’uomo e della società, a gloria di Dio”.
IL
CONGRESSO IN LIBANO DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE
DEGLI
EX ALLIEVI DELL’INSEGNAMENTO CATTOLICO
-
Intervista con il cardinale Zenon Grocholewski -
Nei giorni scorsi si è svolto in Libano l’incontro
dell’Organizzazione mondiale degli ex-allievi dell’Insegnamento Cattolico.
L’organizzazione è stata fondata nel 1967, quasi 40 anni fa, e attualmente è
presente in oltre 100 nazioni; è accreditata o intrattiene relazioni con
l’UNESCO, l’UNICEF ed
altre organizzazioni internazionali. Ha stabili contatti con la Santa Sede,
soprattutto con la Congregazione per l’Educazione cattolica e con il Pontificio
Consiglio per i laici. All’incontro ha partecipato il cardinale Zenon
Grocholewski, nella sua qualità di prefetto della Congregazione per
l’Educazione cattolica. E nell’intervista di Giovanni Peduto, ci spiega
innanzitutto come mai la scelta del Libano come sede di questo congresso:
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R. – Sappiamo che il Libano è una piccola nazione, non ha
neppure 4 milioni di abitanti e i cattolici sono meno di 2 milioni. Però il
Libano ha 345 scuole cattoliche. Questo è molto. In Libano esistono quasi 50
associazioni di ex allievi delle scuole cattoliche, che sono raggruppate in una
federazione.
D. – E ora veniamo ai contenuti salienti del Congresso:
quali decisioni sono state prese?
R. – Praticamente erano presenti rappresentanti di 17
nazioni, di tutti continenti. Si sono svolte relazioni sul tema: “L’ex allievo
dell’insegnamento cattolico, testimone e agente di sviluppo, di dialogo e di
pace”. Inoltre è stato eletto il nuovo presidente. Finora, in carica per sette
anni, è stato il portoghese prof. Antonio Pires. Adesso è stata eletta
presidente l’italiana Rosella Mazzeo. Per quanto riguarda le decisioni, sono
state, in realtà, adottate tre risoluzioni che riguardavano: la prima,
l’impegno sociale degli ex allievi nell’ambito della Chiesa, cioè come membri
della comunità ecclesiale. La seconda, riguardava una maggiore collaborazione
tra gli ex allievi e i loro diversi raggruppamenti nelle varie nazioni, e la
creazione di nuove associazioni in vista del loro migliore servizio alla
società umana. La terza risoluzione riguardava la programmazione e la
realizzazione nelle singole nazioni di concreti progetti che favoriscano lo
sviluppo, il dialogo e la pace.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina
l’udienza di Benedetto XVI al secondo gruppo di vescovi della Polonia.
Nell’occasione, il Papa ha esortato ad una coraggiosa sollecitudine nel conservare
l’identità cattolica e nazionale dei polacchi.
Servizio vaticano -
Severo monito del Santo Padre in occasione dell’udienza ai partecipanti
all’Incontro dei Presidenti delle Commissioni episcopali per la famiglia e
la vita dell’America Latina: In nome del progresso della scienza si scuotono le
fondamenta della società stessa. Agevolare l’eliminazione dell’embrione o il
suo uso arbitrario - ha sottolineato Benedetto XVI - significa minacciare
l’essere umano, ridotto ad un oggetto o ad un mero strumento.
In merito alla visita
pastorale del cardinale Crescenzio Sepe in Vietnam, un articolo di Giampaolo
Mattei dal titolo “Chiamati alla santità e alla missione sulle orme di San
Francesco Saverio”.
Servizio estero - Iraq:
uccisi dieci marines in un agguato teso dalla guerriglia a Falluja.
Servizio culturale - Un
articolo di Emanuele M. Ciampini dal titolo “Quando l’imperatore era
considerato il continuatore legittimo della regalità faraonico”: dopo la
conquista dell’Egitto, Roma fu “invasa” dalle influenze culturali e religiose
della grande civiltà.
Servizio italiano - In
rilievo il 39 rapporto del Censi sullo stato del Paese. Il titolo dell’articolo
è “La solita Italia fra luci ed ombre”.
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3
dicembre 2005
CON L’INAUGURAZIONE
DI UNO SPAZIO ESPOSITIVO E DI UNA MOSTRA
E CON UNA MESSA SOLENNE IN SPAGNA, SI È APERTO
L’ANNO DEDICATO A
SAN FRANCESCO SAVERIO, TRA I FONDATORI DELLA
COMPAGNIA DI GESÙ
Con l’inaugurazione di uno
spazio espositivo e di una mostra e con una messa solenne, si è aperto stamani
in Spagna, nel Castello Santuario di Javier, l’anno saveriano. Celebrazioni ed
eventi durante il 2006 ricorderanno i fondatori della Compagnia di Gesù:
Sant’Ignazio di Loyola, di cui ricorre il 450° anniversario della morte, San
Francesco Saverio e il beato Pierre Favre nel quinto centenario della loro
nascita. A presiedere la celebrazione eucaristica l’arcivescovo di Pamplona
Fernando Sebastián Aguilar. Il servizio di Tiziana Campisi:
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(musica)
Nel rito celebrato in lingua
spagnola e basca si è pregato particolarmente per i territori di missione, per
i Paesi più poveri e per la Navarra.
ENCONTRAMOS
EN EL SANTO DE JAVIER …
“Incontriamo nel santo di Javier
un modello di vita e un maestro: nell’amore, nella sequela di Cristo e nel
servizio ai fratelli”.
L’arcivescovo di Palmplona,
Fernando Sebastián Aguilar, addita San Francesco Saverio come esempio ancora
vivo per gli uomini di oggi, un santo che nel cuore custodiva il desiderio
ardente di annunciare a tutti la grande notizia dell’amore di Dio, Padre
comune. Il suo ricordo ci induce a porre la nostra vita a servizio del Vangelo
della salvezza, - ha detto ancora mons. Sebastián Aguilar - una salvezza
universale annunciata e realizzata da nostro Signore Cesù Cristo.
L’arcivescovo di Pamplona ha
ricordato anche l’infaticabile missione di San Francesco Saverio. Il suo
segreto era la forza della fede. Il santo di Javier testimonia che il futuro
dell’umanità è solo in Cristo, è Lui il punto di convergenza di popoli e
culture.
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Al termine della celebrazione è
stato letto il documento della Penitenzieria Apostolica, firmato dal cardinale
James Francis Stafford, con il quale si concede l’indulgenza plenaria a quanti,
durante l’anno saveriano, si recheranno in pellegrinaggio nella cattedrale di
Pamplona, nella parrocchia di Javier e nel Castello santuario di San Francesco
Saverio.
E a Francesco Saverio hanno
voluto rendere omaggio ieri sera, nella cattedrale di Pamplona, la chiesa
locale e il popolo intero della Navarra, rappresentato dalle sue massime
autorità. La celebrazione liturgica,
che ha avuto come momenti principali il canto dei Vespri e quello del Te Deum,
è stata presieduta dall’arcivescovo di Pamplona, accompagnato dal nunzio
apostolico mons. Manuel Montero di Castro; dal vescovo di Bilbao e presidente
della Conferenza episcopale spagnola, mons. Ricardo Blazquez Pérez; dal padre
Peter Hans Kolvenbach, Preposito generale della Compagnia di Gesù. Della
celebrazione ci riferisce padre Ignacio Arregui, responsabile dei nostri
Servizi Informativi Centrali:
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Nel suo intervento, mons.
Sebastián si è augurato che il quinto centenario, più che un anno di
celebrazioni esteriori, sia un anno di rinnovamento nella fede e nell’amore,
specialmente per le famiglie e per i giovani. Si è anche augurato che la fede
in Cristo aiuti tutti i cittadini a vivere nella concordia e nella fratellanza.
Ricordando le parole dell’apostolo Paolo e prendendo ad esempio San Francesco
Saverio, ha invitato i fedeli a impegnarsi oggi nella difesa della fede con
rinnovata energia.
Il Preposito generale della
Compagnia di Gesù, padre Peter Hans Kolvenbach, ha messo in risalto le origini
di San Francesco Saverio e la collaborazione mutua, lungo la storia, tra la
Compagnia di Gesù e la Navarra. L’amore verso Gesù e per i popoli - nelle
parole del padre Kolvenbach - è l’elemento chiave della spiritualità e
dell’opera di Francesco Saverio. Ed è la vera forza capace di rendere possibile
la Chiesa, la missione, la comunità dei fedeli. L’amore per il Signore, che lui
personalmente aveva vissuto, ha portato Saverio ad aprire nuove strade, a
raggiungere nuove frontiere”. Il padre Kolvenbach ha concluso il suo intervento
augurandosi che il messaggio di amore di Francesco Saverio sia ascoltato in
tutti i Paesi che lui ha visitato e renda frutti di concordia e di pace.
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E
NEL GIORNO DI APERTURA DELL’ANNO SAVERIANO, SI
SVOLGE NELL’AULA PAOLO VI “NATALE IN VATICANO - CONCERTO PER LE MISSIONI
D’ORIENTE”: CON NOI
PADRE
GIUSEPPE BELLUCCI E GIADA NOBILE
Nel giorno di apertura dell’anno
saveriano, si svolge anche “Natale in Vaticano – Concerto per le missioni
d’Oriente”. Si tratta di un evento musicale che comincerà oggi alle 18:00
nell’Aula Paolo VI in Vaticano e che sarà trasmesso in televisione la vigilia
di Natale, alle 21:00, da Canale 5 in contemporanea con RTL 102,5. Il servizio
di Fausta Speranza:
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(musica)
La
piacevolezza della musica, con la ricchezza della contaminazione tra
più diversi stili, e la fondamentale vocazione missionaria della Chiesa: si
coniugano nel concerto che vede protagonisti, tra gli artisti italiani, Claudio
Baglioni, Riccardo Cocciante, Alex Britti, e, a sorpresa, anche Renato Zero con
la canzone ‘La vita è un dono’ dedicata a Giovanni Paolo II. Cori d’eccezione
come il gruppo multietnico di bambini “Milk, Chocolate and Honey FAO
International Children Choir”;
il “Virginia State Gospel
Chorale” con i suoi Gospel; la formazione di cornamuse scozzesi “Strathclyde
Police Pipe Band”. E Dolores O’Riordan
che duetta con il tenore Gianluca Terranova per un “Adeste fideles”;
Mango che si cimenta con “Silent Night” …
(musica)
Ad accompagnarli è la Fondazione
Orchestra Sinfonica Siciliana diretta dal maestro Renato Serio, che è anche l’autore
di tanti arrangiamenti che rendono ancora più singolari gli accostamenti di
note e di interpretazioni.
Ma di davvero particolare ci
sono poi i brani, in anteprima mondiale, dell’oratorio musicale dedicato al
vero protagonista dell’iniziativa: San Francesco Saverio. Le musiche sono di
Enrico Blatti, i testi di Ennio Speranza, per raccontare qualcosa del grande
evangelizzatore dell’Oriente e patrono delle missioni. Ma dunque la Chiesa si
fa missionaria anche con la musica? Lo abbiamo chiesto al padre gesuita
Giuseppe Bellucci, che ha seguito l’organizzazione del concerto:
R. – Non è la prima volta che il
messaggio missionario si annuncia attraverso il canto e, direi, anche
attraverso la danza. Per esempio, attualmente, noi in India abbiamo vari centri
di gesuiti di produzione di videocassette o di scuole di danza, cioè il Vangelo
espresso a passo di danza. La danza in India è tenuta in alta stima e quindi
noi non possiamo ignorarla per l’evangelizzazione. Ricordo il padre Barboso, di
cui io ho seguito alcuni spettacoli eseguiti a Milano al nostro Centro
culturale di San Fedele, nei quali lui faceva il Vangelo danzato sui ritmi
della danza classica indiana. Credo che canto e danza siano espressioni che
vanno al cuore della gente e quindi non dobbiamo rifiutarli come espressioni di
evangelizzazione.
D. – Padre, in questa occasione
c’è il discorso concreto della raccolta di fondi. Per sovvenzionare che cosa?
Dove andranno, questi soldi?
R. – Noi abbiamo titolato questo
concerto anche “Missioni d’Oriente” includendo in questa dicitura anche
l’Albania. Noi in Albania abbiamo una scuola-liceo con oltre 500 persone e che
purtroppo è una scuola fatiscente perché è una scuola dei tempi del regime.
Abbiamo bisogno di ricostruire questa scuola perché abbiamo una grande
richiesta e perchè potremmo avere una scuola di mille ragazzi … Poi, abbiamo
molte opere di assistenza ai rifugiati in India, stiamo pensando molto a
quello, stiamo pensando anche al giorno in cui si dovesse riaprire la Cina, per
poter lavorare anche in Cina. Queste sono le direttive principali.
Con le vibrazioni della musica
ci sono poi tante emozioni personali. Ascoltiamo una tra gli artisti che le
hanno espresse in conferenza stampa:
R. – Mi chiamo Giada Nobile, sono
una cantante, una scrittrice, scrivo canzoni. Sono onorata di trovarmi qui per
tanti motivi. Uno dei quali mi sta molto a cuore: sono stata per tre anni
protagonista del musical su Madre Teresa di Calcutta e la partecipazione a
questo spettacolo mi ha cambiata, mi ha cambiata spiritualmente. Non mi
vergogno di dire che io la prima comunione l’ho fatta a Pasqua dell’anno
scorso!
(musica)
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riflettori puntati
sui diritti dei disabili in occasione
della giornata internazionale a loro dedicata
- Intervista con Francesco Lo Trovato -
Le società che trascurano
l’integrazione delle persone con disabilità si privano del contributo prezioso
che queste persone possono offrire. E’ quanto ribadito dal segretario generale
delle Nazioni Unite, Kofi Annan, nell’odierna giornata internazionale delle
persone disabili. Una giornata indetta nel 1993 dalla Commissione Europea,
assieme alle Nazioni Unite, per promuovere concretamente i diritti delle
persone con diversa abilità. Ma quali sono stati i progressi raggiunti nel
cammino di integrazione sociale di queste persone? Eugenio Bonanata lo ha
chiesto a Francesco Lo Trovato, presidente dell’Associazione Nazionale
Assistenza agli Spastici (AIAS):
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R. –
Nel passato il disabile era una irregolarità rispetto alla normalità dell’uomo.
Il disabile non sapeva parlare, aveva dei movimenti irregolari, mentre i vicini
di casa potevano mostrare i propri figli belli, che sapevano correre, che
sapevano parlare, cantare e tutto il resto. In questo quadro bisognava che il
figlio, cosa che per certi aspetti esiste ancora oggi, non vedesse quel bambino
che non era come lui, perché poteva rimanerne scioccato! Questa difficoltà,
oggi fortunatamente marginale, 50 anni fa era di accettazione comune. Il
disabile doveva stare a casa. Noi combattemmo per liberare i nostri figli da
quella chiusura, per far vedere alla società che quelli erano nostri figli, né
più né meno, come gli altri.
D. – Cosa provocano le barriere
architettoniche, presenti purtroppo ancora in molte città, nella vita del
disabile?
R. – C’è un cattivo vezzo, ad
esempio, che è quello di parcheggiare nei posti riservati ai disabili. Sono
cose che non si devono fare. Così come non si dovrebbe parcheggiare sui
marciapiedi, perché un disabile con la carrozzina non passa. Possono esserci
poi tante altre barriere. Questo è l’aspetto che oggi deve essere superato
dalla cultura, dal buon senso, da quel concetto di solidarietà, da quell’amore
che si deve diffondere nella nostra popolazione.
D. – Qual è il contributo che
queste persone possono offrire a ciascuno di noi, al miglioramento della
società?
R. – Abbiamo avuto tantissimi
esempi di disabili che ci hanno insegnato veramente a vivere; che ci hanno
insegnato ad evitare di lamentarci quando ci schiacciamo un dito, quando per un
attimo abbiamo la febbre a 38 o 39. Sono cose che si superano! Il disabile con
il suo vivere quotidiano, a volte in difficoltà, ma con il sorriso, ci ha
insegnato a considerare la vita un valore enorme. Se si avesse il tempo di
riflettere su queste cose, vi posso assicurare che il mondo diventerebbe più
bello, si supererebbero i venti di guerra, le ostilità…
D. – Qual è allora il consiglio
che si sente di dare ai nostri ascoltatori nel proprio rapporto quotidiano con
queste persone?
R. – Nel vedere un disabile
dobbiamo vedere un nostro fratello. Con attenzione dobbiamo vedere se ha
bisogno del nostro aiuto o non ne ha bisogno. Lo dobbiamo trattare normalmente.
Non dobbiamo metterlo in imbarazzo. Dobbiamo avere questa capacità e lo renderemo
felice. Perché lui constaterà che anche gli altri sanno che lui se la sa
cavare, che lui è una persona normale come tutti gli altri.
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L’INFORMAZIONE SIA PLURALISTA E IMPARZIALE. E’ IL SENSO DEL
MESSAGGIO INVIATO DAL PRESIDENTE CIAMPI AL CONVEGNO DELL’UCSI CHE SI È APERTO
IERI A ROMA
L’informazione sia pluralista e imparziale. E’ il senso del
messaggio inviato dal presidente Ciampi al convegno dell’UCSI che si è aperto
ieri a Roma. Fino a domani si discuterà di libertà di stampa e di tutela dei
valori cattolici. Sempre con un
messaggio, mons. Giuseppe Betori, segretario generale della CEI, ha affermato
che bisogna “contribuire allo sviluppo di una cultura e di un’etica della
comunicazione. Questo non riguarda solo l'emittente e i suoi operatori, ma
riguarda a pieno titolo la competenza e il ruolo dell'utente, del cittadino,
con particolare attenzione ai minori”. Su questi temi Alessandro Guarasci, ha
intervistato il presidente dell’UCSI, Massimo Milone:
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R. – Riaffermare con forza
l’opzione etica in un sistema mediatico molto leggero: da un lato, la tv del
nulla; dall’altro, la spettacolarizzazione; dall’altro, l’auto-referenzialità
per quanto riguarda noi giornalisti. In questa nicchia di cultura della
comunicazione che ci siamo ritagliati, ribadiamo con forza che è il momento di
riaffermare l’identità.
D. – Lei ha detto, appunto, “una
nicchia di informazione”: come si fa ad essere giornalisti cattolici senza
essere giornalisti ‘timidi’?
R. – Essendo innanzitutto buoni
giornalisti, professionisti preparati. Il giornalismo complessivamente e il
giornalismo cattolico, ha bisogno di preparazione, di cultura. Dobbiamo essere
in grado di spiegare dove va il Paese, i grandi capovolgimenti, i grandi
cambiamenti del mondo. Forse in questi ultimi anni questa possibilità è stata
limitata. Credo che sia il momento di ritornare forse alle inchieste, alla
pluralità di voci, al racconto. E’ un’esigenza che la gente sente in modo
forte. Insomma, andiamo oltre le soap-opera, andiamo oltre i reality, tentiamo
di raccontare la società normale. Credo che sia questo il compito innanzitutto
dei giornalisti, laici e cattolici.
D. – Serve in questo momento
ribadire il valore della vita e della tutela della famiglia?
R. – Certamente. Fortemente.
Questa è la riaffermazione dell’identità dei giornalisti cattolici: l’opzione
etica sui valori di fondo. La famiglia, nel nostro Paese, è l’opzione di fondo.
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Domani 4 dicembre, seconda
Domenica di Avvento, la Liturgia ci presenta la figura di Giovanni Battista, il
precursore del Cristo. E’ voce di uno che grida nel deserto e in tanti
accorrevano a lui per farsi battezzare. Giovanni era vestito di peli di cammello,
con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele
selvatico e predicava:
“Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son
degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho
battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo”.
Su questo brano
evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:
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Il Vangelo si apre con una
chiara allusione al profeta Malachia e al profeta Isaia. In Malachia viene
annunciato un precursore del giorno del Signore. In Isaia la voce che grida di
preparare le vie al Signore. Giovanni il Battista rientra pienamente in queste
due profezie e dunque colui che sta venendo è il Signore. Gesù Cristo è il
Messia atteso da secoli. Giovanni il Battista crea lo scenario ideale per la
venuta del Messia; predica la conversione, la penitenza e il battesimo per il
perdono dei peccati.
Oggi, questo Vangelo ci chiama
ad entrare nel cuore e fare tutto ciò che possiamo per prepararci alla venuta
del Signore. Prepararsi vuol dire considerare la nostra verità, la nostra vita
senza abbellimenti, senza decorazioni. Vederla come nel deserto, dove c’è solo
la sabbia, il vento e il sole. In un clima così, con l’immagine del profeta come
asceta consumato solo per il Signore, avvertiremo con più chiarezza il bisogno
di Dio, di uno sguardo di misericordia, di un calore d’amore e dell’acqua della
vita.
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3
dicembre 2005
IL PATRIARCA GRECO-ORTODOSSO
DI GERUSALEMME TEOFILO III HA NOMINATO
UN NUOVO VESCOVO E UN NUOVO MEMBRO DEL SINODO,
ENTRAMBI ARABI.
SARANNO PRESENTATI ALLA COMUNITÁ DEL SANTO
SEPOLCRO LA VIGILIA DI NATALE
GERUSALEMME. = L’archimandrita
arabo Attalah Hanna nominato vescovo e l’archimandrita palestinese Galaktion
eletto membro del Sinodo. Sono le nomine di Teofilo III, patriarca
greco-ortodosso di Gerusalemme. Un clero a larghissima maggioranza di
nazionalità greca quello della fraternità del Santo Sepolcro, con una comunità
prevalentemente araba che comprende circa 100 mila persone. Entrambi molto
giovani – il primo ha 40 anni, il secondo 30 – i 2 nominati da Teofilo III
dovranno attendere la vigilia di Natale per la consacrazione episcopale e la
presentazione al Sinodo. L’archimandrita Hanna diverrà vescovo di Sebastia.
Intervistato da AsiaNews, ha
“ringraziato Dio per la nomina” ed ha espresso la sua fiducia nell’utilità del
dialogo ecumenico con la Chiesa cattolica di cui si è occupato per molto tempo.
“Dobbiamo sempre accogliere con gioia l’altro – ha detto – perché la sorte
delle 3 religioni monoteiste è quella di rimanere in questa terra benedetta da
Dio”. (T.C.)
L’IMMAGINE DEL
BAMBINO GESÙ, CUI CI RIMANDA QUESTO TEMPO DI PREPARAZIONE AL NATALE, CI
RICHIAMI ALLA SOLIDARIETÀ: È QUANTO SCRIVE IL CONSIGLIO ECUMENICO DELLE CHIESE
NEL SUO MESSAGGIO DI NATALE.
ROMA. = “Preparandoci al Natale
ancora una volta ci si rende conto che la storia della nascita di Cristo ha una
sua risonanza nel contesto degli avvenimenti che si sono verificati in questo
anno”. È quanto scrive il Segretariato generale del Consiglio ecumenico delle
Chiese nel messaggio di Natale che vuole ricordare in particolar modo le
vittime delle ultime catastrofi naturali. È ancora una volta sotto gli occhi di
tutti, in questo periodo di Avvento, - si legge nel documento -l’immagine del
bambino in fasce, posto in una mangiatoia, partorito, secondo la tradizione
della Chiesa primitiva, in una grotta a Betlemme. si legge nel documento.
“Questa immagine suscita conforto per le vittime dell’oppressione e della
violenza – spiega il Segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese
Samuel Kobia – e induce gli uomini a riflettere sul fatto che Gesù è realmente
uno di noi, una persona molto semplice ma la presenza di Dio in Gesù è così
forte da poter trasformare la terra. È un’immagine, quella del Bambino Gesù,
che incita ad assumersi le proprie responsabilità e a mostrarsi solidali con
quanti si adoperano in favore di cambiamenti per la situazione attuale”. Il messaggio
augurale ricorda inoltre che, attraverso Gesù Cristo, Dio ha investito il suo
amore nell’umanità, è divenuto un essere umano; nato da una donna ha sofferto
come noi ed è morto come noi moriremo. “Oseremo investire nell’umanità meno di
quanto non abbia fatto Dio? Oseremo investire in noi stessi meno di quanto Dio
non abbia ritenuto fare di buono?”, questo l’interrogativo posto dal Consiglio
ecumenico delle Chiese agli uomini di oggi. “Quando preghiamo con le parole che
costituiscono il tema della prossima Assemblea del Consiglio Ecumenico delle
Chiese Trasforma il mondo, Dio,
nella tua grazia – prosegue il documento - confessiamo che siamo disposti a
proclamare la buona novella secondo la quale il Dio Trinitario è venuto a donare
dignità all’umanità incarnandosi in Gesù Cristo e a trasformare un mondo che
ignora quasi del tutto la grazia e la misericordia”. E il documento ricorda
anche quanto le Chiese nel mondo intero siano accanto ai poveri. Ciò
particolarmente in Brasile dove i contadini senza terra stanno lottando perché
l’acqua sia un diritto per tutti. Il reverendo Samuel Kobia conclude i suoi
auguri ricordando ai cristiani che sono chiamati ad essere collaboratori di
Dio, e che è necessario partecipare alla sua missione. Occorre cominciare dal
contesto in cui si vive, ma c’è anche una responsabilità alla cooperazione
ecumenica. (T.C.)
OLTRE 2.600 NUOVE CASE PER I SOPRAVVISSUTI DELLO TSUNAMI IN
ASIA.
AD ASSEGNARLE LA DIOCESI
DI KOTTAR IN TAMIL NADU
IN COLLABORAZIONE CON
DUE ONLUS
PONDICHERRY. = Sono oltre 2.600
le abitazioni ricostruite per i pescatori e gli sfollati che hanno perso tutto
a causa dello tsunami, nella diocesi di Kottar, in Tamil Nadu, Stato dell’India
meridionale colpito dal maremoto del 26 dicembre 2004. La diocesi si è
impegnata per le famiglie dei sopravvissuti rimasti senza una casa e senza un
lavoro, in collaborazione con due organizzazioni non governative, Intervida e
Siffs. Secondo quanto riferisce l’agenzia Fides, alcune case sono già state consegnate
e si prevede che entro la fine di dicembre venga completata l’assegnazione. A
quasi un anno dal maremoto che ha sconvolto l’Asia meridionale, la Caritas
India ha inaugurato un sito Internet interamente dedicato allo tsunami.
L’indirizzo web http://www.caritastsunamirelief.com, offre un prezioso servizio
che consente di gettare uno sguardo d’insieme sulle conseguenze della tragedia
abbattutasi in Asia e sugli interventi di ricostruzione. (T.C.)
SPAGNA E MAROCCO
CONCORDANO LA COSTRUZIONE DI CENTRI PER IL REINSERIMENTO DI MINORI IMMIGRATI
IRREGOLARI. UN PROGETTO PER EVITARE LA TRATTA
DI ESSERI UMANI E L’AUMENTO DELLA CRIMINALITÀ
RABAT. = I governi di Rabat e
Madrid hanno concordato la costruzione di due centri per il reinserimento degli
immigrati irregolari marocchini minori d’età espulsi dalla Spagna. In entrambe le strutture, in via
d’edificazione a Nador (Marocco nord-orientale) e Beni Mellal (centrale) - si
legge in un comunicato dell’Agenzia MISNA - saranno ospitati una quarantina di
giovani immigrati irregolari marocchini non accompagnati da genitori che Madrid
espellerà all’occasione dal suo territorio. Si eviterà in questo modo che i
minorenni rimpatriati possano finire nelle mani dei mercanti di esseri umani o
diventino vittime della criminalità nazionale. Ai centri non saranno invece
destinati i minori accompagnati da genitori. Nel 2007 è inoltre prevista la
costruzione di altre due strutture simili a Tangeri (nel nord del Marocco) e ad
Agadir oppure a Sidi Ifini (nel sud-est), in grado di accogliere
rispettivamente 40 e 50 ragazzi. Al progetto, oltre agli esecutivi dei due
Paesi, partecipano la Generalitat della Catalogna e il governo autonomo delle
Canarie. (T.C.)
L’ECONOMIA
ITALIANA IN FASE DI RIPRESA. LO AFFERMA IL CENSIS CHE NEL
SUO RAPPORTO ANNUALE EVIDENZIA LA CRESCITA DEL
TERZIARIO
E L’APERTURA DI NUOVE AZIENDE DA PARTE DI
IMMIGRATI.
NELLE IMPRESE, INNOVAZIONI TECNOLOGICHE E
RIDUZIONE DEI COSTI
- A cura di Luca Liverani -
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ROMA. = Né decadenza, né
declino: di ripresa non si può parlare, visto che i dati economici non lo
consentono, ma in Italia il clima è cambiato. Segnali deboli, certo, ma
diffusi, smentiscono le recenti analisi catastrofiste dell’OCSE, del
settimanale britannico “Economist”, dello stesso Carlo De Benedetti. E’
un’analisi cautamente positiva, dunque, quella del presidente del CENSIS,
Giuseppe De Rita, e del direttore, Giuseppe Roma, che ieri hanno presentato il
29.mo Rapporto CENSIS sulla situazione sociale del Paese. Perché il dossier,
quest’anno, fotografa un’Italia che sembra aver ritrovato tonicità, che vuole
lasciarsi alle spalle la fase di assestamento e di paura del futuro dell’anno
scorso. Nel sistema socio-economico - dice dunque il CENSIS - circola una
vibrazione reattiva, quasi un insolito vigore. La speranza viene dalle schegge
settoriali di attività, imprese cioè che riducono i costi, innovano prodotti e
tecnologie, puntano sulle reti logistiche. La de-industrializzazione c’è, ma
c’è anche la crescita del terziario che ha creato l’86 per cento dei nuovi
posti di lavoro tra consulenze, informatica e immobiliare. Il CENSIS parla di
un fenomeno di auto-organizzazione dal basso riscontrata in settori diversi,
dai distretti produttivi ai sistemi bancari e assicurativi. I due motori sulle
“ali dell’aereo Italia” si chiamano “soggettività individuale” e “coesione
sociale”, motori che mostrano anche qualche elemento usurato e hanno bisogno di
investimenti per rimanere efficienti. Per il CENSIS, dunque, il Paese deve
puntare sull’integrazione degli immigrati che contrastano il calo demografico e
aprono nuove aziende, e deve puntare sui giovani.
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3
dicembre 2005
- A cura di Eugenio Bonanata -
In Iraq prosegue l’offensiva
della guerriglia. 10 soldati iracheni sono rimasti uccisi in un attacco contro
la loro pattuglia ad un centinaio di chilometri a nord di Baghdad. Ieri,
invece, la notizia della strage che a Fallujah ha provocato la morte di 11
marines americani. Intanto un video ha mostrato i 4 operatori umanitari
stranieri rapiti la scorsa settimana nei pressi di Baghdad. Il nostro servizio:
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La situazione è sempre difficile
nel Paese arabo, mentre il conflitto si avvicina al giorno numero 1000.
L’esplosione di un ordigno artigianale ha provocato la morte di 11 marines a
Falluja, la città che un anno fa è stata teatro di una furiosa battaglia. La
strage è avvenuta giovedì scorso ma solo ieri la CNN ha diffuso la notizia. Si
tratta di un episodio fra i più sanguinosi subiti dalle forze statunitensi
dall’inizio del conflitto, che porta a 2.123 il numero delle perdite americane,
oltre ai numerosissimi morti iracheni. In questo triste e lungo elenco
rientrano anche altri 4 militari statunitensi, 3 dei quali morti in incidente
automobilistico a nord della capitale. “Siamo vicini alle famiglie e preghiamo
per i loro cari” – ha fatto sapere la Casa Bianca – che per mercoledì ha
annunciato un nuovo discorso di Bush sulla strategia della vittoria in Iraq. Un
discorso che, secondo il portavoce della Casa Bianca, questa volta dovrebbe
essere centrato sugli aspetti economici del dopoguerra e sulla ricostruzione
del Paese. Il dibattito sul calendario d’uscita dall’Iraq, che è serrato pure
negli Stati Uniti, deve però fare i conti con possibili defezioni da parte
degli alleati, che si apprestano a ritirare, in parte o in tutto, le proprie
truppe nei prossimi mesi. E’ il caso di Bulgaria ed Ucraina, per esempio, che
hanno già definito il piano di ritiro entro fine anno. Intanto, si teme per la sorte dei 4 pacifisti
rapiti lo scorso 29 novembre. In un nuovo video diffuso ieri sera dalla TV Al
Jazeera, i rapitori minacciano la loro uccisione se entro l’8 dicembre non
verranno liberati tutti i prigionieri iracheni detenuti nel Paese.
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● Urne aperte oggi a
Taiwan per le elezioni regionali parziali. Secondo i primi risultati
provvisori, il partito nazionalista all’opposizione, il Kuomintang, avrebbe ottenuto 14 dei 23 governi locali.
La votazione rappresentava un importante test per la popolarità del presidente
Chen Shui-Bian, giunto a metà del suo mandato. Lo schieramento politico che lo
sostiene, il partito democratico progressista (DPP), che si batte per
l’ottenimento di una maggiore autonomia dalla Cina, è stato infatti al centro
di numerose inchieste, seguite ad accuse di corruzione mosse contro 18 dei suoi
appartenenti.
● Elezioni
presidenziali domani in Kazakhstan. La vittoria del presidente uscente
Nazarbayev appare piuttosto scontata, anche se le variabili in campo sono
davvero tante. Il Kazakhstan, con i suoi 15 milioni di abitanti ed un
territorio pari ad 8 volte quello dell’Italia, è considerato la cassaforte
degli idrocarburi d’Asia. Il servizio è di Giuseppe d’Amato:
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9.597 seggi elettorali e 20 mila
poliziotti, cinque i candidati: questi i dati delle presidenziali in
Kazakhstan. Il vincitore pronosticato da tutti i sondaggi è il capo dello Stato
uscente, il 65.enne Nursultan Nazarbajev, dal ’89 al timone del Paese asiatico.
Unico suo vero antagonista è Zamarkan Tojakbai. Alcuni scandali ed un omicidio
eccellente hanno ravvivato la tranquilla campagna elettorale. Le televisioni
sono controllate completamente dal governo ed alle opposizioni non restano che
solo pochi giornali. Le frontiere sono state messe sotto controllo; un’elevata
quantità di emigranti è stata espulsa. Esteso 8,3 volte l’Italia con soli 15
milioni di abitanti, il Kazakhstan rappresenta oggi la cassaforte degli
idrocarburi d’Asia e l’economia cresce a tassi elevati. Importanti sono gli
investimenti occidentali: Astana ha formato con Mosca, con Minsk e Kiev un
primo embrione di Mercato comune.
Per la Radio Vaticana, Giuseppe
D’Amato.
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● Sono
ripresi i lavori del G7 a Londra. Un nodo che la presidenza britannica vuole
cercare di sciogliere è quello del commercio internazionale, in vista del
vertice del WTO che si terrà ad Hong Kong dal 13 al 18 dicembre prossimi. Il
cancelliere dello Scacchiere Brown ieri ha presentato un progetto di riforma
della politica agricola europea che prevede l’interruzione dei sussidi agli
agricoltori dei Paesi più ricchi. Il primo ministro britannico Blair, intanto,
sta valutando la proposta del presidente brasiliano Lula di fissare un incontro
tra i Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo prima del summit di
Hong Kong.
Passo incisivo dei ministri
degli Interni dell’UE nella lotta al terrorismo. I 25 ieri sono giunti ad un
accordo sulla conservazione dei dati del traffico telefonico e di Internet, nel
tentativo di avvicinarsi alle posizioni dell'Europarlamento, che esaminerà la
proposta nella prossima sessione plenaria di Strasburgo. Il
ministro dell’Interno italiano, intanto, ha nuovamente lanciato l’allarme su
possibili attentati nel Paese. Al centro delle strategie di Al Qaeda, secondo
Giuseppe Pisanu, potrebbero esserci le Olimpiadi di Torino.
Una vedetta della Marina
israeliana ha affondato un peschereccio che si era infiltrato nelle acque
territoriali israeliane, a largo delle costa della Striscia di Gaza.
Nell’operazione è rimasto ucciso un giovane palestinese che si trovava a bordo.
Intanto, vicino al confine di Gaza, un altro palestinese è stato ucciso da
soldati israeliani mentre tentava di entrare nello stato ebraico.
Nei territori palestinesi si è
aperta formalmente l’iscrizione dei candidati alle elezioni generali del 25
gennaio prossimo. All’appello, almeno per il momento, non ha ancora risposto il
movimento di al Fatah che non ha definito la propria lista. Il gruppo di Hamas,
per la prima volta alle elezioni, ha fatto sapere che ufficializzerà i propri
candidati domani.
Un capo locale e due poliziotti
sono morti, altri tre agenti sono rimasti feriti gravemente in un attacco di
ribelli talebani in Afghanistan, tramite un ordigno azionato a distanza. L’auto
su cui viaggiavano è esplosa. E' successo nel distretto di Shwali Kot, a nord
di Kandahar.
Uno dei cinque estremisti
islamici uccisi giovedì scorso in Pakistan era Abu Hamza Rabia, un comandante
dell’organizzazione terroristica di al Qaeda. Lo ha confermato il presidente
pachistano Musharraf.
Immigrazione e sostegno ai
milioni di giovani africani che guardano all’Europa con speranza: sono questi i
temi principali del summit che questo fine settimana vedrà riuniti a Bamako,
capitale del Mali, il presidente francese Chirac e i rappresentanti di 53 Paesi
africani. In agenda anche il conflitto in Darfur e in Costa d’Avorio.
Non saranno presenti il
presidente ivoriano, Gbagbo, che accusa la Francia di appoggiare i ribelli
delle Forze Nuove, attive nella metà settentrionale del suo Paese, e il leader
rwndese, Kagame, a causa di alcuni contrasti con Parigi, ritenuta compromessa
con il regime di etnia hutu che nel 1994 organizzò il genocidio dei tutsi.
In Cina, un’altra tragedia
colpisce i minatori: 16 di loro sono morti a causa di un’esplosione di grisù
nella miniera in cui stavano lavorando, nella provincia di Guizhou (sud-ovest).
Altri 42 risultano intrappolati nella galleria di una diversa miniera, nel
centro del Paese, che è stata sommersa da una inondazione. Tutto a pochissimi
giorni di distanza dall’analogo disastro dello scorso 27 novembre, in cui hanno
perso la vita 169 persone, stando agli ultimi aggiornamenti. La Cina, che vanta
un’altissima produzione di carbone, da cui dipende per il 70% della sua
energia, è il Paese al mondo in cui si registra il più alto numero di incidenti
nelle miniere.
Sale a 8 il numero delle vittime
del virus aviario in Indonesia. Lo conferma l’Organizzazione Mondiale della
Sanità. Si tratta di una donna di 25 anni, che era deceduta nei giorni scorsi in
un ospedale di Jakarta, dopo essere entrata in contatto con pollame morto. Ad
ucciderla è stato il ceppo H5N1 del morbo. Timori si diffondono tuttavia anche
in Europa orientale. Il ministro dell’Agricoltura ucraino ha vietato da oggi la vendita di polli in tutti i
mercati della Crimea.
Dopo il fermo di ieri, la
giornalista svizzero-italiana, Nelly Norton, ritiene imminente la sua
espulsione e quella di un’altra giornalista, Anna Bikont, da Cuba. Lo ha detto
oggi l’interessata che si trova in un ufficio pubblico in attesa degli sviluppi
della situazione. Le due giornaliste europee sono state arrestate ieri sera a
Sancti Spiritus insieme al fratello di un noto dissidente cubano.
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