RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 337 - Testo della trasmissione di sabato 3  dicembre 2005

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Processo di pace in Medio Oriente e situazione dei Territori palestinesi: al centro dell’incontro tra Benedetto XVI e il presidente palestinese Abu Mazen

 

I laici cristiani testimonino in politica e nei media i valori cristiani: così il Papa ai vescovi polacchi

 

Il matrimonio è un patrimonio dell’umanità: le parole del Papa ai presidenti delle commissioni episcopali per la famiglia e la vita dell’America Latina

 

Lettera del Papa, a firma del cardinale Angelo Sodano, inviata all’arcivescovo di Urbino per i 500 anni  della fondazione dell’Università

 

Si è svolto nei giorni scorsi, in Libano, il congresso dell’Organizzazione mondiale degli ex allievi dell’insegnamento cattolico: con noi il cardinale Zenon Grocholewski

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Con l’inaugurazione di uno spazio espositivo e di una mostra e con una Messa solenne in Spagna, si è aperto l’anno dedicato a San Francesco Saverio, tra i fondatori della Compagnia di Gesù

 

E nel giorno di apertura dell’anno saveriano, si svolge nell’Aula Paolo VI “Natale in Vaticano - Concerto per le missioni d’Oriente”: con noi p. Giuseppe Bellucci e Giada Nobile

 

Riflettori puntati sui diritti dei disabili in occasione della Giornata internazionale a loro dedicata: intervista con Francesco Lo Trovato

 

L’informazione sia pluralista e imparziale. E’ il senso del messaggio inviato dal presidente Ciampi al convegno dell’UCSI che si è aperto ieri a Roma

 

Nel Vangelo di domani, la figura di Giovanni Battista: la riflessione di padre Marko Ivan Rupnik

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme Teofilo III ha nominato un nuovo vescovo e un nuovo membro del sinodo, entrambi arabi. Saranno presentati alla comunità del Santo Sepolcro la vigilia di Natale

 

L’immagine del bambino Gesù, cui ci rimanda questo tempo di preparazione al Natale, ci richiami alla solidarietà. E’ quanto scrive il Consiglio ecumenico delle chiese nel suo messaggio di Natale.

 

Oltre 2.600 nuove case per i sopravvissuti dello tsunami in Asia. Ad assegnarle la diocesi di Kottar in Tamil Nu in collaborazione con due Onlus

 

Spagna e Marocco concordano la costruzione di centri per il reinserimento di minori immigrati irregolari. Un progetto per evitare la tratta di esseri umani e l’aumento della criminalità

 

L’economia italiana in fase di ripresa. Lo afferma il Censis che nel suo rapporto annuale evidenzia la crescita del terziario e l’apertura di nuove aziende da parte di immigrati. Nelle imprese, innovazioni tecnologiche e riduzione dei costi

 

24 ORE NEL MONDO:

 In Iraq uccisi 10 marines a Fallujah. In un video i 4 stranieri rapiti la scorsa settimana - Urne aperte a Taiwan per le regionali: un test di popolarità per il presidente, a metà del mandato -Domani elezioni presidenziali in Kazakhstan, dove la rielezione del presidente sembra scontata

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

3 dicembre 2005

 

IL PROCESSO DI PACE IN MEDIO ORIENTE E LA SITUAZIONE

DEI TERRITORI PALESTINESI AL CENTRO DELL’INCONTRO TRA BENEDETTO XVI

E IL PRESIDENTE PALESTINESE ABU MAZEN

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Benedetto XVI ha ricevuto il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmud Abbas, conosciuto come Abu Mazen. “Nel corso del cordiale colloquio – si legge nella nota della Sala Stampa Vaticana - si è passata in rassegna la situazione del Medio Oriente. In particolare, è stata sottolineata l’esigenza di integrare nel processo di pace tutte le componenti del popolo palestinese”. Si è parlato anche delle difficoltà dei cattolici in Palestina e del loro contributo alla società palestinese. Il leader palestinese, giunto in Vaticano tra imponenti misure di sicurezza, ha invitato il Papa a visitare “Gerusalemme e tutti i luoghi Santi”. Al Santo Padre è stata donata un’immagine della Madonna in rame, vestita con abiti mediorientali e con un velo bianco. Benedetto XVI ha donato le medaglie del pontificato. Abu Mazen, che ieri ha incontrato il presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi, e il capo dell’esecutivo, Silvio Berlusconi, è stato nominato presidente palestinese il 9 gennaio del 2005, dopo la morte di Yasser Arafat. Ha partecipato ai colloqui di pace di Madrid del 1991 e di Oslo del 1993, ricoprendo il ruolo chiave di coordinatore.

 

 

I LAICI CRISTIANI TESTIMONINO IN POLITICA E NEI MEDIA I VALORI CRISTIANI:

COSI’ BENEDETTO XVI AI VESCOVI  POLACCHI IN VISITA AD LIMINA.

IL SALUTO DEI PRESULI AL PAPA RIVOLTO DA MONS. DZIWISZ, CHE HA RINGRAZIATO

IL PONTEFICE PER LA LUNGA E FEDELE COLLABORAZIONE AL FIANCO DI PAPA WOJTYLA

 

La Chiesa non si identifica in nessun partito, ma siano i cristiani a difendere coraggiosamente i valori cristiani nel mondo della politica e in quello dei media. Benedetto XVI chiude così il discorso ai circa 40 vescovi polacchi del secondo gruppo in visita ad Limina, ricevuti questa mattina in Vaticano. Affettuoso e commovente l’indirizzo di saluto rivolto al Papa dall’arcivescovo di Cracovia, Stanislao Dziwisz, che ha ricordato il ruolo di rilievo giocato dall’allora cardinale Ratzinger a fianco di Giovanni Paolo II. Il servizio di Alessandro De Carolis:

 

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“Vogliamo dirle grazie per la Sua discreta, competente e fedele collaborazione” in tutto lo svolgersi del Pontificato di Papa Wojtyla. Un grazie per la “delicatezza” con cui ha accompagnato i suoi ultimi giorni, per come continua a ricordarne gli insegnamenti e per aver voluto abbreviare i tempi per l’inizio del processo di beatificazione. E’ un articolato e pubblico attestato di stima quello che mons. Dziwisz - per 26 anni a fianco di Giovanni Paolo II - rivolge come saluto a Benedetto XVI, un’altra delle figure eminenti che hanno condiviso a lungo la storia del Pontefice scomparso otto mesi fa. Inizia così, con una nota che tocca la corda delle emozioni, la seconda udienza collettiva concessa da Benedetto XVI ai vescovi polacchi. E il Papa stesso affronta il nodo principale del suo discorso - l’urgenza della nuova evangelizzazione per la Chiesa in Polonia, citando ciò che Giovanni Paolo II disse nel 1979, durante il suo primo e storico viaggio in patria: rievangelizzare il secondo millennio – ma ciò vale anche per l’attuale – è “un’opera comune” di clero, religiosi e laici che deve rifarsi al Concilio Vaticano II.

 

L’esempio del Vescovo – ha osservato il Papa entrando in argomento - è estremamente importante: qui non si tratta soltanto di uno stile di vita ineccepibile, ma anche della premurosa sollecitudine affinché le virtù cristiane di cui scrisse Giovanni Paolo II, penetrino profondamente nell’anima dei sacerdoti nella sua diocesi”:

 

“Per questo, il Vescovo dovrebbe fare particolare attenzione alla qualità della formazione nel seminario. Bisogna tener presente non soltanto la preparazione intellettuale dei futuri sacerdoti per i loro futuri compiti, ma anche la loro formazione spirituale ed emotiva (...) Recentemente è stato pubblicato il documento della Congregazione per l’Educazione Cattolica riguardo all’ammissione dei candidati agli Ordini sacri. Vi prego, cari Fratelli, di porre in atto quanto è in esso indicato”.

        

Dopo aver raccomandato dunque una cura “costante” e “paterna premura” i sacerdoti e la loro formazione, anche dopo la loro ordinazione, Benedetto XVI si è soffermato sulla realtà degli Ordini religiosi, incoraggiati ad “inserirsi nel programma diocesano di evangelizzazione e ad assumere i compiti pastorali, conformemente al loro carisma”, in collaborazione con vescovi, sacerdoti e laici. In particolare, il Papa ha raccomandato una speciale premura nei confronti degli Istituti religiosi femminili, in genere, e contemplativi in particolare. Infine, i laici. La loro testimonianza – ha asserito – diventa “particolarmente eloquente ed efficace” in un momento in cui – ha ripetuto Benedetto XVI con le parole del suo predecessore - “la cultura europea dà l’impressione di una ‘apostasia silenziosa’ da parte dell’uomo sazio che vive come se Dio non esistesse”. Al contrario, spetta al laicato agire per il “rinnovamento morale della società”, in quei contesti civili preclusi al sacerdote:

 

“La Chiesa non si identifica con nessun partito, con nessuna comunità politica né con un sistema politico, ricorda invece sempre che i laici impegnati nella vita politica devono dare una coraggiosa e leggibile testimonianza dei valori cristiani, che vanno affermati e difesi nel caso che siano minacciati. Lo faranno pubblicamente, sia nei dibattiti di carattere politico che nei mass media”.

 

E chiarendo ulteriormente il pensiero, Benedetto XVI ha soggiunto: 

 

“Il dialogo condotto dal laicato cattolico a livello di questioni politiche si dimostrerà efficace e servirà il bene comune quando alla base ci saranno: l’amore della verità, lo spirito di servizio e la solidarietà nell’impegno a favore del bene comune”.

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IL MATRIMONIO E’ UN PATRIMONIO DELL’UMANITA’. COSI’ IL PAPA AI PRESIDENTI

DELLE COMMISSIONI EPISCOPALI PER LA FAMIGLIA E LA VITA DELL’AMERICA LATINA

 

ll vostro dovere di pastori è quello di presentare in tutta la sua ricchezza il valore straordinario del matrimonio che, come istituzione naturale, è ‘patrimonio dell’umanità’. Lo ha detto Benedetto XVI ricevendo, questa mattina, i partecipanti al terzo incontro dei presidenti delle Commissioni episcopali per la famiglia e la vita dell’America Latina. Il Papa ha anche ribadito il proprio ‘no’ a nuove forme di matrimonio che sono estranee alle culture locali e che alterano la natura specifica di questo istituto. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

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Il Papa ha espresso la propria gratitudine per le attività pastorali promosse per “salvaguardare i valori fondamentali del matrimonio e della famiglia, minacciati dall’attuale fenomeno della secolarizzazione”. Un fenomeno - ha detto - che impedisce alla coscienza sociale di scoprire, in modo adeguato, l’identità e la missione dell’istituto familiare. Un’altra grave minaccia – ha aggiunto il Santo Padre – è quella alimentata ultimamente “dalla pressione di leggi ingiuste che non riconoscono i diritti fondamentali della famiglia”. Il Papa ha poi osservato come, anche tra queste insidie, cresca e si consolidi “l’impegno della Chiesa in favore della famiglia, che affonda le proprie radici nel disegno amoroso di Dio e rappresenta un modello insostituibile per il bene comune dell’umanità”.

 

L’amore degli sposi vissuto con esclusività, fedeltà e apertura alla vita – ha ricordato il Santo Padre - costituisce la base di questa comunità di vita che è il matrimonio. Ma l’annuncio del vangelo della famiglia e la meta di un cammino di realizzazione umana e spirituale subiscono gravi attacchi. Questo annuncio – ha infatti detto il Papa – è sfigurato da “false concezioni del matrimonio e della famiglia che non rispettano il progetto originario di Dio”. In questo contesto – ha osservato Benedetto XVI – sono state proposte nuove forme di matrimonio che non rispecchiano la cultura dei popoli. Le conseguenze di questa impostazione sono allarmanti: non si accettano i principi morali che permettono di salvaguardare la dignità della persona - ha detto il Papa - e si facilita l’eliminazione di embrioni con un uso arbitrario della scienza. “In America Latina, come in tutto il mondo - ha aggiunto il Papa - i bambini hanno il diritto di nascere e di crescere in una famiglia fondata sul matrimonio”. “Per questo – ha concluso Benedetto XVI – è necessario aiutare tutte le persone a prendere coscienza del male intrinseco dell’aborto”, che è un attentato contro la vita umana e un’aggressione contro la società.

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RINUNCIA E NOMINE

 

Il Santo Padre ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di San Cristóbal de La Habana (Cuba) il padre gesuita Juan de Dios Hernández Ruiz, direttore del Centro di Spiritualità “Pedro Arrupe” nella medesima arcidiocesi. E gli ha assegnato la sede titolare vescovile di Passo Corese.

 

Sempre stamane il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Kagoshima (Giappone), presentata da mons. Paul Shinichi Itonaga, in conformità al canone 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. Al suo posto il Santo Padre ha nominato il reverendo Paul Kenjiro Koriyama, parroco a Shibushi. La diocesi di Kagoshima (1955) è suffraganea dell’arcidiocesi di Nagasaki. Ha una superficie di 9.133 kmq, con 1.773.000 abitanti (9.287 cattolici), 29 parrocchie, 46 sacerdoti (21 diocesani e 25 religiosi) e 187 religiose. La diocesi veniva retta dal 1970 da mons. Paul Shinichi Itonaga.

 

 

LA FORMAZIONE CULTURALE DELLE NUOVE GENERAZIONI SIA SEMPRE OBIETTIVO

PRIMARIO DELL’ATENEO DI URBINO. È L’AUSPICIO DI BENEDETTO XVI

RICORDATO NELLA LETTERA SCRITTA DAL SEGRETARIO DI STATO ANGELO SODANO,  ALL’ARCIVESCOVO DELLA DIOCESI FRANCESCO MARINELLI

PER I 500 DELLA FONDAZIONE DELL’UNIVERSITÀ

 

“La Chiesa guarda con costante sollecitudine alle Università, che rivestono un singolare ruolo nel mondo della cultura e dell’educazione, specialmente per quanto concerne la formazione delle nuove generazioni e il dialogo con le varie istanze culturali della società. A questo proposito, è notevole l’influenza esercitata nei secoli dall’Università urbinate”.

 

È quanto scrive il segretario di Stato Angelo Sodano in una lettera indirizzata all’arcivescovo di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado, mons. Francesco Marinelli, in occasione del quinto centenario della fondazione dell’Università degli Studi di Urbino recentemente intitolata al prof. Carlo Bo. “Il Santo Padre Benedetto XVI auspica che la formazione culturale delle nuove generazioni sia sempre obiettivo primario dell’Ateneo – si legge nella lettera – che potrà trarre in tale senso un valido apporto dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘Italo Mancini’, in esso operante da oltre un ventennio. Nell’ambito della legittima autonomia, che deve contraddistinguere le relazioni tra Chiesa e Stato – prosegue il cardinale Sodano – esso tiene viva la tradizione urbinate dell’insegnamento teologico, permettendo ai giovani di confrontare la loro ricerca esistenziale, intellettuale e sociale con la suprema sintesi di verità e di vita rivelata da Cristo”.

 

E nel comunicare i suoi auguri al personale accademico e agli studenti, il segretario di Stato sottolinea che Cristo è la “Stella” che il Sommo Pontefice ha indicato alla gioventù nel recente incontro mondiale di Colonia: “Cristo, Logos incarnato, non toglie nulla di ciò che è autentico, ma esalta ogni seme di unità, di bellezza e di verità e lo orienta verso il bene dell’uomo e della società, a gloria di Dio”.

 

 

IL CONGRESSO IN LIBANO DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE

DEGLI EX ALLIEVI DELL’INSEGNAMENTO CATTOLICO

- Intervista con il cardinale Zenon Grocholewski - 

 

Nei giorni scorsi si è svolto in Libano l’incontro dell’Organizzazione mondiale degli ex-allievi dell’Insegnamento Cattolico. L’organizzazione è stata fondata nel 1967, quasi 40 anni fa, e attualmente è presente in oltre 100 nazioni; è accreditata o intrattiene relazioni con l’UNESCO, l’UNICEF ed altre organizzazioni internazionali. Ha stabili contatti con la Santa Sede, soprattutto con la Congregazione per l’Educazione cattolica e con il Pontificio Consiglio per i laici. All’incontro ha partecipato il cardinale Zenon Grocholewski, nella sua qualità di prefetto della Congregazione per l’Educazione cattolica. E nell’intervista di Giovanni Peduto, ci spiega innanzitutto come mai la scelta del Libano come sede di questo congresso:

 

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R. – Sappiamo che il Libano è una piccola nazione, non ha neppure 4 milioni di abitanti e i cattolici sono meno di 2 milioni. Però il Libano ha 345 scuole cattoliche. Questo è molto. In Libano esistono quasi 50 associazioni di ex allievi delle scuole cattoliche, che sono raggruppate in una federazione.

 

D. – E ora veniamo ai contenuti salienti del Congresso: quali decisioni sono state prese?

 

R. – Praticamente erano presenti rappresentanti di 17 nazioni, di tutti continenti. Si sono svolte relazioni sul tema: “L’ex allievo dell’insegnamento cattolico, testimone e agente di sviluppo, di dialogo e di pace”. Inoltre è stato eletto il nuovo presidente. Finora, in carica per sette anni, è stato il portoghese prof. Antonio Pires. Adesso è stata eletta presidente l’italiana Rosella Mazzeo. Per quanto riguarda le decisioni, sono state, in realtà, adottate tre risoluzioni che riguardavano: la prima, l’impegno sociale degli ex allievi nell’ambito della Chiesa, cioè come membri della comunità ecclesiale. La seconda, riguardava una maggiore collaborazione tra gli ex allievi e i loro diversi raggruppamenti nelle varie nazioni, e la creazione di nuove associazioni in vista del loro migliore servizio alla società umana. La terza risoluzione riguardava la programmazione e la realizzazione nelle singole nazioni di concreti progetti che favoriscano lo sviluppo, il dialogo e la pace.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l’udienza di Benedetto XVI al secondo gruppo di vescovi della Polonia. Nell’occasione, il Papa ha esortato ad una coraggiosa sollecitudine nel conservare l’identità cattolica e nazionale dei polacchi.

 

Servizio vaticano - Severo monito del Santo Padre in occasione dell’udienza ai partecipanti all’Incontro dei Presidenti delle Commissioni episcopali per la famiglia e la vita dell’America Latina: In nome del progresso della scienza si scuotono le fondamenta della società stessa. Agevolare l’eliminazione dell’embrione o il suo uso arbitrario - ha sottolineato Benedetto XVI - significa minacciare l’essere umano, ridotto ad un oggetto o ad un mero strumento.

In merito alla visita pastorale del cardinale Crescenzio Sepe in Vietnam, un articolo di Giampaolo Mattei dal titolo “Chiamati alla santità e alla missione sulle orme di San Francesco Saverio”.  

 

Servizio estero - Iraq: uccisi dieci marines in un agguato teso dalla guerriglia a Falluja.

 

Servizio culturale - Un articolo di Emanuele M. Ciampini dal titolo “Quando l’imperatore era considerato il continuatore legittimo della regalità faraonico”: dopo la conquista dell’Egitto, Roma fu “invasa” dalle influenze culturali e religiose della grande civiltà.

 

Servizio italiano - In rilievo il 39 rapporto del Censi sullo stato del Paese. Il titolo dell’articolo è “La solita Italia fra luci ed ombre”.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

3 dicembre 2005

 

 

CON L’INAUGURAZIONE DI UNO SPAZIO ESPOSITIVO E DI UNA MOSTRA

E CON UNA MESSA SOLENNE IN SPAGNA, SI È APERTO L’ANNO DEDICATO A

SAN FRANCESCO SAVERIO, TRA I FONDATORI DELLA COMPAGNIA DI GESÙ

 

Con l’inaugurazione di uno spazio espositivo e di una mostra e con una messa solenne, si è aperto stamani in Spagna, nel Castello Santuario di Javier, l’anno saveriano. Celebrazioni ed eventi durante il 2006 ricorderanno i fondatori della Compagnia di Gesù: Sant’Ignazio di Loyola, di cui ricorre il 450° anniversario della morte, San Francesco Saverio e il beato Pierre Favre nel quinto centenario della loro nascita. A presiedere la celebrazione eucaristica l’arcivescovo di Pamplona Fernando Sebastián Aguilar. Il servizio di Tiziana Campisi:

 

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(musica)

 

Nel rito celebrato in lingua spagnola e basca si è pregato particolarmente per i territori di missione, per i Paesi più poveri e per la Navarra.

 

ENCONTRAMOS EN EL SANTO DE JAVIER …

“Incontriamo nel santo di Javier un modello di vita e un maestro: nell’amore, nella sequela di Cristo e nel servizio ai fratelli”.

 

L’arcivescovo di Palmplona, Fernando Sebastián Aguilar, addita San Francesco Saverio come esempio ancora vivo per gli uomini di oggi, un santo che nel cuore custodiva il desiderio ardente di annunciare a tutti la grande notizia dell’amore di Dio, Padre comune. Il suo ricordo ci induce a porre la nostra vita a servizio del Vangelo della salvezza, - ha detto ancora mons. Sebastián Aguilar - una salvezza universale annunciata e realizzata da nostro Signore Cesù Cristo.

 

L’arcivescovo di Pamplona ha ricordato anche l’infaticabile missione di San Francesco Saverio. Il suo segreto era la forza della fede. Il santo di Javier testimonia che il futuro dell’umanità è solo in Cristo, è Lui il punto di convergenza di popoli e culture. 

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Al termine della celebrazione è stato letto il documento della Penitenzieria Apostolica, firmato dal cardinale James Francis Stafford, con il quale si concede l’indulgenza plenaria a quanti, durante l’anno saveriano, si recheranno in pellegrinaggio nella cattedrale di Pamplona, nella parrocchia di Javier e nel Castello santuario di San Francesco Saverio.  

E a Francesco Saverio hanno voluto rendere omaggio ieri sera, nella cattedrale di Pamplona, la chiesa locale e il popolo intero della Navarra, rappresentato dalle sue massime autorità.  La celebrazione liturgica, che ha avuto come momenti principali il canto dei Vespri e quello del Te Deum, è stata presieduta dall’arcivescovo di Pamplona, accompagnato dal nunzio apostolico mons. Manuel Montero di Castro; dal vescovo di Bilbao e presidente della Conferenza episcopale spagnola, mons. Ricardo Blazquez Pérez; dal padre Peter Hans Kolvenbach, Preposito generale della Compagnia di Gesù. Della celebrazione ci riferisce padre Ignacio Arregui, responsabile dei nostri Servizi Informativi Centrali:

 

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Nel suo intervento, mons. Sebastián si è augurato che il quinto centenario, più che un anno di celebrazioni esteriori, sia un anno di rinnovamento nella fede e nell’amore, specialmente per le famiglie e per i giovani. Si è anche augurato che la fede in Cristo aiuti tutti i cittadini a vivere nella concordia e nella fratellanza. Ricordando le parole dell’apostolo Paolo e prendendo ad esempio San Francesco Saverio, ha invitato i fedeli a impegnarsi oggi nella difesa della fede con rinnovata energia.

 

Il Preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Peter Hans Kolvenbach, ha messo in risalto le origini di San Francesco Saverio e la collaborazione mutua, lungo la storia, tra la Compagnia di Gesù e la Navarra. L’amore verso Gesù e per i popoli - nelle parole del padre Kolvenbach - è l’elemento chiave della spiritualità e dell’opera di Francesco Saverio. Ed è la vera forza capace di rendere possibile la Chiesa, la missione, la comunità dei fedeli. L’amore per il Signore, che lui personalmente aveva vissuto, ha portato Saverio ad aprire nuove strade, a raggiungere nuove frontiere”. Il padre Kolvenbach ha concluso il suo intervento augurandosi che il messaggio di amore di Francesco Saverio sia ascoltato in tutti i Paesi che lui ha visitato e renda frutti di concordia e di pace.

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E NEL GIORNO DI APERTURA DELL’ANNO SAVERIANO, SI SVOLGE NELL’AULA PAOLO VI “NATALE IN VATICANO - CONCERTO PER LE MISSIONI D’ORIENTE”: CON NOI

PADRE GIUSEPPE BELLUCCI E GIADA NOBILE

 

Nel giorno di apertura dell’anno saveriano, si svolge anche “Natale in Vaticano – Concerto per le missioni d’Oriente”. Si tratta di un evento musicale che comincerà oggi alle 18:00 nell’Aula Paolo VI in Vaticano e che sarà trasmesso in televisione la vigilia di Natale, alle 21:00, da Canale 5 in contemporanea con RTL 102,5. Il servizio di Fausta Speranza:

 

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(musica)

 

La piacevolezza della musica, con la ricchezza della contaminazione tra più diversi stili, e la fondamentale vocazione missionaria della Chiesa: si coniugano nel concerto che vede protagonisti, tra gli artisti italiani, Claudio Baglioni, Riccardo Cocciante, Alex Britti, e, a sorpresa, anche Renato Zero con la canzone ‘La vita è un dono’ dedicata a Giovanni Paolo II. Cori d’eccezione come il gruppo multietnico di bambini “Milk, Chocolate and Honey FAO International Children Choir”;

 

il “Virginia State Gospel Chorale” con i suoi Gospel; la formazione di cornamuse scozzesi “Strathclyde Police Pipe Band”. E Dolores O’Riordan  che duetta con il tenore Gianluca Terranova per un “Adeste fideles”; Mango che si cimenta con “Silent Night” …

 

(musica)

 

Ad accompagnarli è la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana diretta dal maestro Renato Serio, che è anche l’autore di tanti arrangiamenti che rendono ancora più singolari gli accostamenti di note e di interpretazioni.

        

Ma di davvero particolare ci sono poi i brani, in anteprima mondiale, dell’oratorio musicale dedicato al vero protagonista dell’iniziativa: San Francesco Saverio. Le musiche sono di Enrico Blatti, i testi di Ennio Speranza, per raccontare qualcosa del grande evangelizzatore dell’Oriente e patrono delle missioni. Ma dunque la Chiesa si fa missionaria anche con la musica? Lo abbiamo chiesto al padre gesuita Giuseppe Bellucci, che ha seguito l’organizzazione del concerto:

 

R. – Non è la prima volta che il messaggio missionario si annuncia attraverso il canto e, direi, anche attraverso la danza. Per esempio, attualmente, noi in India abbiamo vari centri di gesuiti di produzione di videocassette o di scuole di danza, cioè il Vangelo espresso a passo di danza. La danza in India è tenuta in alta stima e quindi noi non possiamo ignorarla per l’evangelizzazione. Ricordo il padre Barboso, di cui io ho seguito alcuni spettacoli eseguiti a Milano al nostro Centro culturale di San Fedele, nei quali lui faceva il Vangelo danzato sui ritmi della danza classica indiana. Credo che canto e danza siano espressioni che vanno al cuore della gente e quindi non dobbiamo rifiutarli come espressioni di evangelizzazione.

 

D. – Padre, in questa occasione c’è il discorso concreto della raccolta di fondi. Per sovvenzionare che cosa? Dove andranno, questi soldi?

 

R. – Noi abbiamo titolato questo concerto anche “Missioni d’Oriente” includendo in questa dicitura anche l’Albania. Noi in Albania abbiamo una scuola-liceo con oltre 500 persone e che purtroppo è una scuola fatiscente perché è una scuola dei tempi del regime. Abbiamo bisogno di ricostruire questa scuola perché abbiamo una grande richiesta e perchè potremmo avere una scuola di mille ragazzi … Poi, abbiamo molte opere di assistenza ai rifugiati in India, stiamo pensando molto a quello, stiamo pensando anche al giorno in cui si dovesse riaprire la Cina, per poter lavorare anche in Cina. Queste sono le direttive principali.

 

Con le vibrazioni della musica ci sono poi tante emozioni personali. Ascoltiamo una tra gli artisti che le hanno espresse in conferenza stampa:

 

R. – Mi chiamo Giada Nobile, sono una cantante, una scrittrice, scrivo canzoni. Sono onorata di trovarmi qui per tanti motivi. Uno dei quali mi sta molto a cuore: sono stata per tre anni protagonista del musical su Madre Teresa di Calcutta e la partecipazione a questo spettacolo mi ha cambiata, mi ha cambiata spiritualmente. Non mi vergogno di dire che io la prima comunione l’ho fatta a Pasqua dell’anno scorso!

 

(musica)

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riflettori puntati sui diritti dei disabili in occasione

della giornata internazionale a loro dedicata

- Intervista con Francesco Lo Trovato -

 

Le società che trascurano l’integrazione delle persone con disabilità si privano del contributo prezioso che queste persone possono offrire. E’ quanto ribadito dal segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, nell’odierna giornata internazionale delle persone disabili. Una giornata indetta nel 1993 dalla Commissione Europea, assieme alle Nazioni Unite, per promuovere concretamente i diritti delle persone con diversa abilità. Ma quali sono stati i progressi raggiunti nel cammino di integrazione sociale di queste persone? Eugenio Bonanata lo ha chiesto a Francesco Lo Trovato, presidente dell’Associazione Nazionale Assistenza agli Spastici (AIAS):

 

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R. – Nel passato il disabile era una irregolarità rispetto alla normalità dell’uomo. Il disabile non sapeva parlare, aveva dei movimenti irregolari, mentre i vicini di casa potevano mostrare i propri figli belli, che sapevano correre, che sapevano parlare, cantare e tutto il resto. In questo quadro bisognava che il figlio, cosa che per certi aspetti esiste ancora oggi, non vedesse quel bambino che non era come lui, perché poteva rimanerne scioccato! Questa difficoltà, oggi fortunatamente marginale, 50 anni fa era di accettazione comune. Il disabile doveva stare a casa. Noi combattemmo per liberare i nostri figli da quella chiusura, per far vedere alla società che quelli erano nostri figli, né più né meno, come gli altri.

 

D. – Cosa provocano le barriere architettoniche, presenti purtroppo ancora in molte città, nella vita del disabile?

 

R. – C’è un cattivo vezzo, ad esempio, che è quello di parcheggiare nei posti riservati ai disabili. Sono cose che non si devono fare. Così come non si dovrebbe parcheggiare sui marciapiedi, perché un disabile con la carrozzina non passa. Possono esserci poi tante altre barriere. Questo è l’aspetto che oggi deve essere superato dalla cultura, dal buon senso, da quel concetto di solidarietà, da quell’amore che si deve diffondere nella nostra popolazione.

 

D. – Qual è il contributo che queste persone possono offrire a ciascuno di noi, al miglioramento della società?

 

R. – Abbiamo avuto tantissimi esempi di disabili che ci hanno insegnato veramente a vivere; che ci hanno insegnato ad evitare di lamentarci quando ci schiacciamo un dito, quando per un attimo abbiamo la febbre a 38 o 39. Sono cose che si superano! Il disabile con il suo vivere quotidiano, a volte in difficoltà, ma con il sorriso, ci ha insegnato a considerare la vita un valore enorme. Se si avesse il tempo di riflettere su queste cose, vi posso assicurare che il mondo diventerebbe più bello, si supererebbero i venti di guerra, le ostilità…

 

D. – Qual è allora il consiglio che si sente di dare ai nostri ascoltatori nel proprio rapporto quotidiano con queste persone?

 

R. – Nel vedere un disabile dobbiamo vedere un nostro fratello. Con attenzione dobbiamo vedere se ha bisogno del nostro aiuto o non ne ha bisogno. Lo dobbiamo trattare normalmente. Non dobbiamo metterlo in imbarazzo. Dobbiamo avere questa capacità e lo renderemo felice. Perché lui constaterà che anche gli altri sanno che lui se la sa cavare, che lui è una persona normale come tutti gli altri.

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L’INFORMAZIONE SIA PLURALISTA E IMPARZIALE. E’ IL SENSO DEL MESSAGGIO INVIATO DAL PRESIDENTE CIAMPI AL CONVEGNO DELL’UCSI CHE SI È APERTO IERI A ROMA

 

L’informazione sia pluralista e imparziale. E’ il senso del messaggio inviato dal presidente Ciampi al convegno dell’UCSI che si è aperto ieri a Roma. Fino a domani si discuterà di libertà di stampa e di tutela dei valori cattolici.  Sempre con un messaggio, mons. Giuseppe Betori, segretario generale della CEI, ha affermato che bisogna “contribuire allo sviluppo di una cultura e di un’etica della comunicazione. Questo non riguarda solo l'emittente e i suoi operatori, ma riguarda a pieno titolo la competenza e il ruolo dell'utente, del cittadino, con particolare attenzione ai minori”. Su questi temi Alessandro Guarasci, ha intervistato il presidente dell’UCSI, Massimo Milone:

 

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R. – Riaffermare con forza l’opzione etica in un sistema mediatico molto leggero: da un lato, la tv del nulla; dall’altro, la spettacolarizzazione; dall’altro, l’auto-referenzialità per quanto riguarda noi giornalisti. In questa nicchia di cultura della comunicazione che ci siamo ritagliati, ribadiamo con forza che è il momento di riaffermare l’identità.

 

D. – Lei ha detto, appunto, “una nicchia di informazione”: come si fa ad essere giornalisti cattolici senza essere giornalisti ‘timidi’?

 

R. – Essendo innanzitutto buoni giornalisti, professionisti preparati. Il giornalismo complessivamente e il giornalismo cattolico, ha bisogno di preparazione, di cultura. Dobbiamo essere in grado di spiegare dove va il Paese, i grandi capovolgimenti, i grandi cambiamenti del mondo. Forse in questi ultimi anni questa possibilità è stata limitata. Credo che sia il momento di ritornare forse alle inchieste, alla pluralità di voci, al racconto. E’ un’esigenza che la gente sente in modo forte. Insomma, andiamo oltre le soap-opera, andiamo oltre i reality, tentiamo di raccontare la società normale. Credo che sia questo il compito innanzitutto dei giornalisti, laici e cattolici.

 

D. – Serve in questo momento ribadire il valore della vita e della tutela della famiglia?

 

R. – Certamente. Fortemente. Questa è la riaffermazione dell’identità dei giornalisti cattolici: l’opzione etica sui valori di fondo. La famiglia, nel nostro Paese, è l’opzione di fondo.

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani 4 dicembre, seconda Domenica di Avvento, la Liturgia ci presenta la figura di Giovanni Battista, il precursore del Cristo. E’ voce di uno che grida nel deserto e in tanti accorrevano a lui per farsi battezzare. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico e predicava:

 

“Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo”.

 

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

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Il Vangelo si apre con una chiara allusione al profeta Malachia e al profeta Isaia. In Malachia viene annunciato un precursore del giorno del Signore. In Isaia la voce che grida di preparare le vie al Signore. Giovanni il Battista rientra pienamente in queste due profezie e dunque colui che sta venendo è il Signore. Gesù Cristo è il Messia atteso da secoli. Giovanni il Battista crea lo scenario ideale per la venuta del Messia; predica la conversione, la penitenza e il battesimo per il perdono dei peccati.

 

Oggi, questo Vangelo ci chiama ad entrare nel cuore e fare tutto ciò che possiamo per prepararci alla venuta del Signore. Prepararsi vuol dire considerare la nostra verità, la nostra vita senza abbellimenti, senza decorazioni. Vederla come nel deserto, dove c’è solo la sabbia, il vento e il sole. In un clima così, con l’immagine del profeta come asceta consumato solo per il Signore, avvertiremo con più chiarezza il bisogno di Dio, di uno sguardo di misericordia, di un calore d’amore e dell’acqua della vita.

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CHIESA E SOCIETA’

3 dicembre 2005

 

 

IL PATRIARCA GRECO-ORTODOSSO DI GERUSALEMME TEOFILO III HA NOMINATO

UN NUOVO VESCOVO E UN NUOVO MEMBRO DEL SINODO, ENTRAMBI ARABI.

SARANNO PRESENTATI ALLA COMUNITÁ DEL SANTO SEPOLCRO LA VIGILIA DI NATALE

 

GERUSALEMME. = L’archimandrita arabo Attalah Hanna nominato vescovo e l’archimandrita palestinese Galaktion eletto membro del Sinodo. Sono le nomine di Teofilo III, patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme. Un clero a larghissima maggioranza di nazionalità greca quello della fraternità del Santo Sepolcro, con una comunità prevalentemente araba che comprende circa 100 mila persone. Entrambi molto giovani – il primo ha 40 anni, il secondo 30 – i 2 nominati da Teofilo III dovranno attendere la vigilia di Natale per la consacrazione episcopale e la presentazione al Sinodo. L’archimandrita Hanna diverrà vescovo di Sebastia. Intervistato da AsiaNews, ha “ringraziato Dio per la nomina” ed ha espresso la sua fiducia nell’utilità del dialogo ecumenico con la Chiesa cattolica di cui si è occupato per molto tempo. “Dobbiamo sempre accogliere con gioia l’altro – ha detto – perché la sorte delle 3 religioni monoteiste è quella di rimanere in questa terra benedetta da Dio”. (T.C.)

 

 

L’IMMAGINE DEL BAMBINO GESÙ, CUI CI RIMANDA QUESTO TEMPO DI PREPARAZIONE AL NATALE, CI RICHIAMI ALLA SOLIDARIETÀ: È QUANTO SCRIVE IL CONSIGLIO ECUMENICO DELLE CHIESE NEL SUO MESSAGGIO DI NATALE.

 

ROMA. = “Preparandoci al Natale ancora una volta ci si rende conto che la storia della nascita di Cristo ha una sua risonanza nel contesto degli avvenimenti che si sono verificati in questo anno”. È quanto scrive il Segretariato generale del Consiglio ecumenico delle Chiese nel messaggio di Natale che vuole ricordare in particolar modo le vittime delle ultime catastrofi naturali. È ancora una volta sotto gli occhi di tutti, in questo periodo di Avvento, - si legge nel documento -l’immagine del bambino in fasce, posto in una mangiatoia, partorito, secondo la tradizione della Chiesa primitiva, in una grotta a Betlemme. si legge nel documento. “Questa immagine suscita conforto per le vittime dell’oppressione e della violenza – spiega il Segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese Samuel Kobia – e induce gli uomini a riflettere sul fatto che Gesù è realmente uno di noi, una persona molto semplice ma la presenza di Dio in Gesù è così forte da poter trasformare la terra. È un’immagine, quella del Bambino Gesù, che incita ad assumersi le proprie responsabilità e a mostrarsi solidali con quanti si adoperano in favore di cambiamenti per la situazione attuale”. Il messaggio augurale ricorda inoltre che, attraverso Gesù Cristo, Dio ha investito il suo amore nell’umanità, è divenuto un essere umano; nato da una donna ha sofferto come noi ed è morto come noi moriremo. “Oseremo investire nell’umanità meno di quanto non abbia fatto Dio? Oseremo investire in noi stessi meno di quanto Dio non abbia ritenuto fare di buono?”, questo l’interrogativo posto dal Consiglio ecumenico delle Chiese agli uomini di oggi. “Quando preghiamo con le parole che costituiscono il tema della prossima Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese Trasforma il mondo, Dio, nella tua grazia – prosegue il documento - confessiamo che siamo disposti a proclamare la buona novella secondo la quale il Dio Trinitario è venuto a donare dignità all’umanità incarnandosi in Gesù Cristo e a trasformare un mondo che ignora quasi del tutto la grazia e la misericordia”. E il documento ricorda anche quanto le Chiese nel mondo intero siano accanto ai poveri. Ciò particolarmente in Brasile dove i contadini senza terra stanno lottando perché l’acqua sia un diritto per tutti. Il reverendo Samuel Kobia conclude i suoi auguri ricordando ai cristiani che sono chiamati ad essere collaboratori di Dio, e che è necessario partecipare alla sua missione. Occorre cominciare dal contesto in cui si vive, ma c’è anche una responsabilità alla cooperazione ecumenica.  (T.C.)

 

 

OLTRE 2.600 NUOVE CASE PER I SOPRAVVISSUTI DELLO TSUNAMI IN ASIA.

AD ASSEGNARLE LA DIOCESI DI KOTTAR IN TAMIL NADU

IN COLLABORAZIONE CON DUE ONLUS

 

PONDICHERRY. = Sono oltre 2.600 le abitazioni ricostruite per i pescatori e gli sfollati che hanno perso tutto a causa dello tsunami, nella diocesi di Kottar, in Tamil Nadu, Stato dell’India meridionale colpito dal maremoto del 26 dicembre 2004. La diocesi si è impegnata per le famiglie dei sopravvissuti rimasti senza una casa e senza un lavoro, in collaborazione con due organizzazioni non governative, Intervida e Siffs. Secondo quanto riferisce l’agenzia Fides, alcune case sono già state consegnate e si prevede che entro la fine di dicembre venga completata l’assegnazione. A quasi un anno dal maremoto che ha sconvolto l’Asia meridionale, la Caritas India ha inaugurato un sito Internet interamente dedicato allo tsunami. L’indirizzo web http://www.caritastsunamirelief.com, offre un prezioso servizio che consente di gettare uno sguardo d’insieme sulle conseguenze della tragedia abbattutasi in Asia e sugli interventi di ricostruzione. (T.C.)

 

 

 

SPAGNA E MAROCCO CONCORDANO LA COSTRUZIONE DI CENTRI PER IL REINSERIMENTO DI MINORI IMMIGRATI IRREGOLARI. UN PROGETTO PER EVITARE LA TRATTA

DI ESSERI UMANI E L’AUMENTO DELLA CRIMINALITÀ

 

RABAT. = I governi di Rabat e Madrid hanno concordato la costruzione di due centri per il reinserimento degli immigrati irregolari marocchini minori d’età      espulsi dalla Spagna. In entrambe le strutture, in via d’edificazione a Nador (Marocco nord-orientale) e Beni Mellal (centrale) - si legge in un comunicato dell’Agenzia MISNA - saranno ospitati una quarantina di giovani immigrati irregolari marocchini non accompagnati da genitori che Madrid espellerà all’occasione dal suo territorio. Si eviterà in questo modo che i minorenni rimpatriati possano finire nelle mani dei mercanti di esseri umani o diventino vittime della criminalità nazionale. Ai centri non saranno invece destinati i minori accompagnati da genitori. Nel 2007 è inoltre prevista la costruzione di altre due strutture simili a Tangeri (nel nord del Marocco) e ad Agadir oppure a Sidi Ifini (nel sud-est), in grado di accogliere rispettivamente 40 e 50 ragazzi. Al progetto, oltre agli esecutivi dei due Paesi, partecipano la Generalitat della Catalogna e il governo autonomo delle Canarie. (T.C.)

 

 

L’ECONOMIA ITALIANA IN FASE DI RIPRESA. LO AFFERMA IL CENSIS CHE NEL

SUO RAPPORTO ANNUALE EVIDENZIA LA CRESCITA DEL TERZIARIO

E L’APERTURA DI NUOVE AZIENDE DA PARTE DI IMMIGRATI.

NELLE IMPRESE, INNOVAZIONI TECNOLOGICHE E RIDUZIONE DEI COSTI

- A cura di Luca Liverani -

 

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ROMA. = Né decadenza, né declino: di ripresa non si può parlare, visto che i dati economici non lo consentono, ma in Italia il clima è cambiato. Segnali deboli, certo, ma diffusi, smentiscono le recenti analisi catastrofiste dell’OCSE, del settimanale britannico “Economist”, dello stesso Carlo De Benedetti. E’ un’analisi cautamente positiva, dunque, quella del presidente del CENSIS, Giuseppe De Rita, e del direttore, Giuseppe Roma, che ieri hanno presentato il 29.mo Rapporto CENSIS sulla situazione sociale del Paese. Perché il dossier, quest’anno, fotografa un’Italia che sembra aver ritrovato tonicità, che vuole lasciarsi alle spalle la fase di assestamento e di paura del futuro dell’anno scorso. Nel sistema socio-economico - dice dunque il CENSIS - circola una vibrazione reattiva, quasi un insolito vigore. La speranza viene dalle schegge settoriali di attività, imprese cioè che riducono i costi, innovano prodotti e tecnologie, puntano sulle reti logistiche. La de-industrializzazione c’è, ma c’è anche la crescita del terziario che ha creato l’86 per cento dei nuovi posti di lavoro tra consulenze, informatica e immobiliare. Il CENSIS parla di un fenomeno di auto-organizzazione dal basso riscontrata in settori diversi, dai distretti produttivi ai sistemi bancari e assicurativi. I due motori sulle “ali dell’aereo Italia” si chiamano “soggettività individuale” e “coesione sociale”, motori che mostrano anche qualche elemento usurato e hanno bisogno di investimenti per rimanere efficienti. Per il CENSIS, dunque, il Paese deve puntare sull’integrazione degli immigrati che contrastano il calo demografico e aprono nuove aziende, e deve puntare sui giovani.

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24 ORE NEL MONDO

3 dicembre 2005

 

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

In Iraq prosegue l’offensiva della guerriglia. 10 soldati iracheni sono rimasti uccisi in un attacco contro la loro pattuglia ad un centinaio di chilometri a nord di Baghdad. Ieri, invece, la notizia della strage che a Fallujah ha provocato la morte di 11 marines americani. Intanto un video ha mostrato i 4 operatori umanitari stranieri rapiti la scorsa settimana nei pressi di Baghdad. Il nostro servizio:

 

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La situazione è sempre difficile nel Paese arabo, mentre il conflitto si avvicina al giorno numero 1000. L’esplosione di un ordigno artigianale ha provocato la morte di 11 marines a Falluja, la città che un anno fa è stata teatro di una furiosa battaglia. La strage è avvenuta giovedì scorso ma solo ieri la CNN ha diffuso la notizia. Si tratta di un episodio fra i più sanguinosi subiti dalle forze statunitensi dall’inizio del conflitto, che porta a 2.123 il numero delle perdite americane, oltre ai numerosissimi morti iracheni. In questo triste e lungo elenco rientrano anche altri 4 militari statunitensi, 3 dei quali morti in incidente automobilistico a nord della capitale. “Siamo vicini alle famiglie e preghiamo per i loro cari” – ha fatto sapere la Casa Bianca – che per mercoledì ha annunciato un nuovo discorso di Bush sulla strategia della vittoria in Iraq. Un discorso che, secondo il portavoce della Casa Bianca, questa volta dovrebbe essere centrato sugli aspetti economici del dopoguerra e sulla ricostruzione del Paese. Il dibattito sul calendario d’uscita dall’Iraq, che è serrato pure negli Stati Uniti, deve però fare i conti con possibili defezioni da parte degli alleati, che si apprestano a ritirare, in parte o in tutto, le proprie truppe nei prossimi mesi. E’ il caso di Bulgaria ed Ucraina, per esempio, che hanno già definito il piano di ritiro entro fine anno.  Intanto, si teme per la sorte dei 4 pacifisti rapiti lo scorso 29 novembre. In un nuovo video diffuso ieri sera dalla TV Al Jazeera, i rapitori minacciano la loro uccisione se entro l’8 dicembre non verranno liberati tutti i prigionieri iracheni detenuti nel Paese.

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● Urne aperte oggi a Taiwan per le elezioni regionali parziali. Secondo i primi risultati provvisori, il partito nazionalista all’opposizione, il Kuomintang,   avrebbe ottenuto 14 dei 23 governi locali. La votazione rappresentava un importante test per la popolarità del presidente Chen Shui-Bian, giunto a metà del suo mandato. Lo schieramento politico che lo sostiene, il partito democratico progressista (DPP), che si batte per l’ottenimento di una maggiore autonomia dalla Cina, è stato infatti al centro di numerose inchieste, seguite ad accuse di corruzione mosse contro 18 dei suoi appartenenti. 

 

Elezioni presidenziali domani in Kazakhstan. La vittoria del presidente uscente Nazarbayev appare piuttosto scontata, anche se le variabili in campo sono davvero tante. Il Kazakhstan, con i suoi 15 milioni di abitanti ed un territorio pari ad 8 volte quello dell’Italia, è considerato la cassaforte degli idrocarburi d’Asia. Il servizio è di Giuseppe d’Amato:

 

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9.597 seggi elettorali e 20 mila poliziotti, cinque i candidati: questi i dati delle presidenziali in Kazakhstan. Il vincitore pronosticato da tutti i sondaggi è il capo dello Stato uscente, il 65.enne Nursultan Nazarbajev, dal ’89 al timone del Paese asiatico. Unico suo vero antagonista è Zamarkan Tojakbai. Alcuni scandali ed un omicidio eccellente hanno ravvivato la tranquilla campagna elettorale. Le televisioni sono controllate completamente dal governo ed alle opposizioni non restano che solo pochi giornali. Le frontiere sono state messe sotto controllo; un’elevata quantità di emigranti è stata espulsa. Esteso 8,3 volte l’Italia con soli 15 milioni di abitanti, il Kazakhstan rappresenta oggi la cassaforte degli idrocarburi d’Asia e l’economia cresce a tassi elevati. Importanti sono gli investimenti occidentali: Astana ha formato con Mosca, con Minsk e Kiev un primo embrione di Mercato comune.

 

Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.

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Sono ripresi i lavori del G7 a Londra. Un nodo che la presidenza britannica vuole cercare di sciogliere è quello del commercio internazionale, in vista del vertice del WTO che si terrà ad Hong Kong dal 13 al 18 dicembre prossimi. Il cancelliere dello Scacchiere Brown ieri ha presentato un progetto di riforma della politica agricola europea che prevede l’interruzione dei sussidi agli agricoltori dei Paesi più ricchi. Il primo ministro britannico Blair, intanto, sta valutando la proposta del presidente brasiliano Lula di fissare un incontro tra i Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo prima del summit di Hong Kong.

 

Passo incisivo dei ministri degli Interni dell’UE nella lotta al terrorismo. I 25 ieri sono giunti ad un accordo sulla conservazione dei dati del traffico telefonico e di Internet, nel tentativo di avvicinarsi alle posizioni dell'Europarlamento, che esaminerà la proposta nella prossima sessione plenaria di Strasburgo. Il ministro dell’Interno italiano, intanto, ha nuovamente lanciato l’allarme su possibili attentati nel Paese. Al centro delle strategie di Al Qaeda, secondo Giuseppe Pisanu, potrebbero esserci le Olimpiadi di Torino.

 

Una vedetta della Marina israeliana ha affondato un peschereccio che si era infiltrato nelle acque territoriali israeliane, a largo delle costa della Striscia di Gaza. Nell’operazione è rimasto ucciso un giovane palestinese che si trovava a bordo. Intanto, vicino al confine di Gaza, un altro palestinese è stato ucciso da soldati israeliani mentre tentava di entrare nello stato ebraico.

 

Nei territori palestinesi si è aperta formalmente l’iscrizione dei candidati alle elezioni generali del 25 gennaio prossimo. All’appello, almeno per il momento, non ha ancora risposto il movimento di al Fatah che non ha definito la propria lista. Il gruppo di Hamas, per la prima volta alle elezioni, ha fatto sapere che ufficializzerà i propri candidati domani.

 

Un capo locale e due poliziotti sono morti, altri tre agenti sono rimasti feriti gravemente in un attacco di ribelli talebani in Afghanistan, tramite un ordigno azionato a distanza. L’auto su cui viaggiavano è esplosa. E' successo nel distretto di Shwali Kot, a nord di Kandahar.

 

Uno dei cinque estremisti islamici uccisi giovedì scorso in Pakistan era Abu Hamza Rabia, un comandante dell’organizzazione terroristica di al Qaeda. Lo ha confermato il presidente pachistano Musharraf.

 

Immigrazione e sostegno ai milioni di giovani africani che guardano all’Europa con speranza: sono questi i temi principali del summit che questo fine settimana vedrà riuniti a Bamako, capitale del Mali, il presidente francese Chirac e i rappresentanti di 53 Paesi africani. In agenda anche il conflitto in Darfur e in Costa d’Avorio.

 

Non saranno presenti il presidente ivoriano, Gbagbo, che accusa la Francia di appoggiare i ribelli delle Forze Nuove, attive nella metà settentrionale del suo Paese, e il leader rwndese, Kagame, a causa di alcuni contrasti con Parigi, ritenuta compromessa con il regime di etnia hutu che nel 1994 organizzò il genocidio dei tutsi. 

 

In Cina, un’altra tragedia colpisce i minatori: 16 di loro sono morti a causa di un’esplosione di grisù nella miniera in cui stavano lavorando, nella provincia di Guizhou (sud-ovest). Altri 42 risultano intrappolati nella galleria di una diversa miniera, nel centro del Paese, che è stata sommersa da una inondazione. Tutto a pochissimi giorni di distanza dall’analogo disastro dello scorso 27 novembre, in cui hanno perso la vita 169 persone, stando agli ultimi aggiornamenti. La Cina, che vanta un’altissima produzione di carbone, da cui dipende per il 70% della sua energia, è il Paese al mondo in cui si registra il più alto numero di incidenti nelle miniere.

 

Sale a 8 il numero delle vittime del virus aviario in Indonesia. Lo conferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si tratta di una donna di 25 anni, che era deceduta nei giorni scorsi in un ospedale di Jakarta, dopo essere entrata in contatto con pollame morto. Ad ucciderla è stato il ceppo H5N1 del morbo. Timori si diffondono tuttavia anche in Europa orientale. Il ministro dell’Agricoltura    ucraino ha vietato da oggi la vendita di polli in tutti i mercati della Crimea.

 

Dopo il fermo di ieri, la giornalista svizzero-italiana, Nelly Norton, ritiene imminente la sua espulsione e quella di un’altra giornalista, Anna Bikont, da Cuba. Lo ha detto oggi l’interessata che si trova in un ufficio pubblico in attesa degli sviluppi della situazione. Le due giornaliste europee sono state arrestate ieri sera a Sancti Spiritus insieme al fratello di un noto dissidente cubano. 

 

 

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