RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
112 - Testo della trasmissione di venerdì 22 aprile 2005
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
La
testimonianza del cardinale Tarcisio Bertone dopo l’incontro con il Papa
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
La comunità internazionale stanzia 595 milioni di
dollari per riportare e mantenere la pace in Sudan
In Italia chiuse le consultazioni di Ciampi al Quirinale. Due le ipotesi: Berlusconi bis o elezioni anticipate
Ennesima giornata di
sangue in Iraq: uccise dalla guerriglia almeno 23 persone a Baghdad. Trovati 19
cadaveri a Baiji
Aperto a Giakarta, in Indonesia, il vertice Asia-Africa.
Koizumi chiede scusa per i crimini commessi dal Giappone in Asia durante la
seconda guerra mondiale
22
aprile 2005
PRIMA
UDIENZA DI PONTIFICATO PER BENEDETTO XVI: IN UN CLIMA DI GRANDE GIOIA
E
AFFETTO, IL PAPA ACCOGLIE I CARDINALI IN SALA CLEMENTINA
E
CHIEDE IL LORO SOSTEGNO PER ADEMPIERE ALLA MISSIONE DI PASTORE
DELLA
CHIESA UNIVERSALE. IL SANTO PADRE RACCONTA L’EMOZIONE
DELL’INCONTRO
CON I FEDELI DOPO L’ELEZIONE E RICORDA
CON
PAROLE COMMOSSE GIOVANNI PAOLO II
-
Servizio di Alessandro Gisotti -
Gioia e
commozione: sono i sentimenti che stamani, in Sala Clementina, hanno
accompagnato l’udienza di Benedetto XVI ai padri cardinali, la prima del
Pontificato di Papa Joseph Ratzinger. Il Santo Padre ha ringraziato i porporati
per averlo eletto vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale ed ha
chiesto la loro generosa collaborazione per svolgere la missione che gli è
stata affidata. Il discorso del Papa, in un clima particolarmente cordiale ed
affettuoso, è stato preceduto dal saluto del cardinale segretario di Stato,
Angelo Sodano, a nome di tutto il collegio cardinalizio. Il servizio di
Alessandro Gisotti:
**********
Vorrei
farvi parte dello “stato d’animo che sto vivendo in questi giorni”. Così, con
queste parole “semplici e fraterne”, Benedetto XVI si è rivolto ai padri
cardinali, che martedì scorso lo hanno eletto alla Cattedra di Pietro e agli
altri porporati non elettori, che si sono raccolti in Sala Clementina per la
prima udienza del 264.mo Successore di Pietro. Benedetto XVI ha ringraziato Dio
che gli ha affidato il compito di reggere la Chiesa, nonostante “l’umana
fragilità”, convinto che è “l’eterno Pastore a condurre con la forza del suo
Spirito il suo gregge”. Quindi, ha raccontato le “intense emozioni” provate in
occasione della morte del “venerato predecessore Giovanni Paolo II” e durante
il Conclave. Momenti in cui il Papa ha rivelato di aver avuto un “intimo
bisogno di silenzio” a cui si sono assommati “due sentimenti tra loro
complementari: un vivo desiderio del cuore di ringraziare” assieme ad un senso
di “umana impotenza dinnanzi all’alto compito” che lo attende. Ha così
confidato i sentimenti provati al momento del primo abbraccio con il popolo di
Dio, dopo l’elezione:
“In
questi giorni si è levata corale la preghiera del popolo cristiano per il nuovo
Pontefice e davvero emozionante è stato il primo incontro con i fedeli, l’altro
ieri sera, in Piazza San Pietro”.
L’atto
di fiducia che avete riposto in me, ha proseguito il Papa, “costituisce un
incoraggiamento a intraprendere questa nuova missione con più serenità, perché
sono persuaso di poter contare, oltre che sull’indispensabile aiuto di Dio,
anche sulla vostra generosa collaborazione”. Quindi, Benedetto XVI ha rivolto
un’affettuosa esortazione ai padri cardinali:
“Vi
prego, non fatemi mai mancare questo vostro sostegno! Se da una parte mi sono
presenti i limiti della mia persona e delle mie capacità, dall’altra so bene
qual è la natura della missione che mi è affidata e che mi accingo a svolgere
con atteggiamento di interiore dedizione. Non si tratta qui di onori, bensì di
servizio da svolgere con semplicità e disponibilità, imitando il nostro Maestro
e Signore, che non venne per essere servito ma per servire”.
“La vostra
spirituale vicinanza, i vostri illuminati consigli e la vostra fattiva cooperazione
– ha aggiunto Benedetto XVI – saranno per me un dono del quale vi sarò sempre
riconoscente e uno stimolo a portare a compimento il mandato affidatomi con
totale fedeltà e dedizione”. Poi, ha messo l’accento sulla profonda unità del
Pontefice con i suoi cardinali:
“Ciascuno
tornerà ora nella rispettiva Sede per riprendere il suo lavoro, ma
spiritualmente resteremo uniti nella fede e nell’amore del Signore, nel vincolo
della celebrazione eucaristica, nella preghiera insistente e nella condivisione
del quotidiano ministero apostolico”.
Benedetto XVI ha anche rivolto
un pensiero speciale ai suoi predecessori: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni
Paolo I e specialmente Giovanni Paolo II, che, ha detto, con la sua
testimonianza “ci ha sostenuto e la cui presenza continuiamo ad avvertire
sempre viva”. La luce e la forza di Cristo risorto, ha affermato, “sono state
irradiate nella Chiesa da quella sorta di ultima Messa” che Papa Wojtyla “ha
celebrato nella sua agonia, culminata nell’“Amen” di una vita interamente
offerta, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, per la salvezza del mondo”.
Benedetto XVI ha concluso il suo discorso affidando a Maria, Mater
Ecclesiae, tutte le “attese, le speranze e le preoccupazioni dell’intera
comunità dei cristiani”. Nel suo saluto, a nome di tutti i porporati, il
cardinale Angelo Sodano si è soffermato sulla scelta del nome Benedetto da
parte di Papa Joseph Ratzinger, augurando al Pontefice di imitare “l’opera di
san Benedetto per il bene della Chiesa e del mondo”:
“Padre Santo, Noi Cardinali siamo lieti che a dare vigore all’albero
della Chiesa, sia oggi il Papa Benedetto XVI. A Lei tutta la nostra devozione,
la nostra totale collaborazione ed il nostro fraterno affetto in Cristo Gesù”.
Dopo
aver rivolto il suo discorso, il Santo Padre si è intrattenuto con i cardinali
che gli hanno reso omaggio individualmente, in un clima di gioia visibile e
sincero affetto. Il Papa ha dato appuntamento ai cardinali alla Messa di inizio
Pontificato:
“Auguri!
Grazie, ci vediamo domenica!”.
Infine,
l’udienza si è conclusa con il canto Oremus pro Pontifice, intonato dai
cardinali.
(canto)
*********
LA TESTIMONIANZA DEL CARDINALE BERTONE DOPO
L’INCONTRO DI OGGI CON IL PAPA
Si è
trattato dunque di un incontro semplice e fraterno: i cardinali si sono stretti
intorno al nuovo Pontefice in un clima di intima familiarità. Tra questi il
cardinale Tarcisio Bertone, arcivescovo di Genova: il porporato conosce molto
bene il nuovo Pontefice per essere stato suo vice alla Congregazione per la
Dottrina della Fede. Luca Collodi lo ha intervistato, chiedendogli di parlarci
della personalità di Benedetto XVI:
**********
R. – E’
una personalità eccezionale di sincera, di schietta umanità, affabilissimo. Il
cliché che hanno disegnato a volte nel passato e anche adesso, certi mezzi di
comunicazione è assolutamente falso. Chi l’ha avvicinato personalmente, chi ha
trattato con lui, anche chi l’ha incontrato a Borgo Pio o attraversando Piazza
San Pietro, ha potuto sperimentare proprio la sua umanità, la sua dolcezza di
tratto, la sua cortesia, la nobiltà d’animo. E quindi, vorrei dire: non un uomo
autoritario; autorevole, sì, ma non autoritario. E poi, un uomo che vive con
una sensibilità musicale, una sensibilità verso la natura, un uomo che sa stare
con gli uomini di scienza, con i grandi teologi, e con la gente semplice, che
sa parlare al cuore ... Ecco, questo è l’uomo Ratzinger. Un uomo che sa dire
anche la battuta spiritosa, che sa essere amico. E che coltiva stabili
amicizie. Ecco: un uomo di amicizia.
D. – Cardinale Bertone, la prima
sfida, che il Papa sarà chiamato a nome della Chiesa ad affrontare, con la sua
pastorale, con il suo magistero ...
R. – La prima sfida è proprio
l’annuncio del Vangelo, la nuova evangelizzazione. Il Papa ha chiesto in modo
speciale a noi cardinali di aiutarlo in questa opera titanica, di annunciare,
di dare le ragioni della fede agli uomini del nostro tempo. Anche se qualche
filosofo, abbiamo sentito, dubita dell’utilità di dare le ragioni della fede,
ma noi crediamo che proprio per il confronto con la razionalità umana, il
confronto tra fede e ragione, sia importante dare le ragioni della nostra fede.
San Pietro ci invita a dare le ragioni della speranza; il cardinale Ratzinger
ci ha abituati, ci ha educati a dare le ragioni della nostra fede.
D. – Quindi, una chiara identità
cristiana ...
R. – Una chiara identità
cristiana. Per dialogare con tutti i membri di qualsiasi religione, credenza anche
i non credenti, bisogna partire da una comprensione e da una testimonianza
della propria identità di fede. Poi, con il rispetto per tutti, proponendo non
imponendo, naturalmente, come ha sempre fatto lui, anche nel dialogo con i
dissenzienti. Lui ha citato una seconda grande sfida: di portare a compimento
il Concilio Vaticano II, che è un’opera incompiuta. Poi, abbiamo sentito, il
compito del dialogo, dell’opera incompiuta, anche questa, dell’unità tra i cristiani
e ha detto: non solo con il dialogo teologico, ma con gesti concreti. Quindi,
si è impegnato a compiere gesti concreti e io credo che ci sorprenderà; perché
lui ha detto, tra l’altro, che Giovanni Paolo II ci ha lasciato una Chiesa più
giovane, più coraggiosa e più libera. E’ un uomo di grande libertà di spirito.
Quindi con questa sua libertà io credo che stupirà il mondo, cristiano e non
cristiano.
D. – Cardinale Bertone,
un’ultima riflessione, io mi permetto di farla con lei perché so che lei è uomo
di sport. Possiamo pensare ad un rapporto tra il Papa e il mondo dello sport,
del calcio? Sappiamo che il Papa è amante della montagna ...
R. – Sì, il Papa ama la
montagna, ama la natura rigogliosa e bella, passa le sue vacanze in qualche
abbazia o tra i monti della Baviera o vicino a Bressanone, come sappiamo ... Ma
è anche amante dello sport! Non dimentichiamo che il Papa era tifoso del
Bayern, quando allenatore del Bayern era un famoso allenatore: Trapattoni. E il
Papa ha dedicato dei suoi libri in tedesco a Trapattoni e Trapattoni leggeva i
libri del cardinale Ratzinger in tedesco!
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I PROSSIMI IMPEGNI DI PAPA BENEDETTO XVI.
IERI SECONDO BAGNO DI FOLLA IN PIAZZA DELLA CITTA’
LEONINA
Fitto
calendario di impegni nei prossimi giorni per Papa Benedetto XVI. Anche ieri
pomeriggio, intanto, il Pontefice è tornato nell’appartamento di piazza della
Città Leonina, dove abitava prima di essere eletto Papa; ed ancora una volta la
folla lo ha abbracciato affettuosamente. Ce ne parla Giada Aquilino:
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Domani
alle ore 11.00 il Papa incontrerà i giornalisti e gli operatori delle comunicazioni
sociali in Aula Paolo VI. Domenica, invece, sarà il giorno della solenne
inaugurazione del Pontificato di Benedetto XVI. Per l’evento sono attese
centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo, in modo particolare dalla
Germania, terra natale del Papa. La domanda per venire a Roma dopodomani
mattina è enorme: le agenzie di pellegrini ricevono sempre più richieste,
pullman e treni sono stati organizzati, mentre la Protezione Civile italiana è
all’opera per gestire i circa cinquecentomila fedeli previsti in Piazza San
Pietro e lungo via della Conciliazione.
Alle
10.00 Benedetto XVI presiederà la Celebrazione eucaristica; nell’occasione, il
Papa riceverà l’anello del Pescatore e il Pallio Petrino. A seguire, il Santo
Padre incontrerà nella Basilica Vaticana le delegazioni ufficiali intervenute
alla cerimonia. Lunedì mattina, invece, vedrà i pellegrini tedeschi. Nel
pomeriggio del 25 aprile, Benedetto XVI si recherà nella Basilica romana di San
Paolo fuori le Mura, per rendere omaggio alla tomba dell’apostolo Paolo e per
esprimere il legame inseparabile della Chiesa di Roma con l’Apostolo delle
Genti insieme al Pescatore di Galilea.
Anche
sulla via Ostiense si prevede un bagno di folla, come già successo ieri
pomeriggio, quando poco prima delle ore 16.00 il Papa ha lasciato per qualche
ora il Vaticano per recarsi – come aveva fatto pure mercoledì – nei suoi appartamenti
di quand’era cardinale, a pochi passi dal portone di Sant’Anna. La sorpresa tra
i fedeli, assiepati nei pressi di piazza della Città Leonina, era tanta e
l’entusiasmo per la seconda uscita del Papa dal Vaticano è esploso in gioiosi
cori. Con semplicità il Papa ha riservato un sorriso a tutti e ha benedetto la
folla, alzando poi le braccia in alto, quasi ad abbracciare quella gente che
ancora una volta ha manifestato il proprio affetto per il nuovo Pontefice.
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NEL SEGNO DELLA CONTINUITA’ IL DIALOGO TRA
CATTOLICI ED EBREI.
MESSAGGIO DI BENEDETTO XVI IERI PER IL RABBINO
CAPO DI ROMA DI SEGNI
“Confido nell’aiuto
dell’Altissimo per continuare il dialogo e rafforzare la collaborazione con i
figli e le figlie del popolo ebraico”. E’ quanto scrive Benedetto XVI nel
messaggio inviato ieri al rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni, che
mercoledì, a sua volta, aveva inviato un telegramma di felicitazioni al nuovo
Pontefice. Grande è stata la soddisfazione della comunità ebraica, come
sottolinea lo stesso Riccardo Di Segni, al microfono di Barbara Castelli:
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R. - E’
stata per me una piacevole sorpresa. E’ un segno molto importante, che allontana
le nubi che qualcuno cercava di porre in cielo. Ci fa capire che il problema
del dialogo con gli ebrei per questo nuovo Papa rappresenta una necessità ed anche
un’urgenza.
D. –
C’è, quindi, un segno di continuità sulle orme di Giovanni Paolo II, che ha
sempre manifestato affetto per il popolo ebraico, visitando, ad esempio, la
sinagoga di Roma nel 1986 e citando nel suo testamento l’ex rabbino Capo di
Roma, Elio Toaff?
R. – Io
vedo in questo gesto, così tempestivo, un indirizzo preciso e la volontà di
continuare sul cammino del dialogo. Questo Papa è stato protagonista del
Pontificato precedente dal punto di vista dottrinale e, quindi, non mi aspetto
da lui variazioni di tendenza. Ma semplicemente un’importante forza di continuità.
D. –
Aveva già avuto modo di confrontarsi con l’allora cardinale Ratzinger? Quale
impressione ne aveva avuto?
R. –
Tre anni fa ho avuto modo di incontrarlo in privato, durante un incontro organizzato
dalla Comunità di Sant’Egidio. Abbiamo parlato a lungo di vari aspetti legati
al problema del rapporto Chiesa cattolica e mondo ebraico e ci siamo confrontati
anche con esperienze personali. L’immagine che ho avuto è quella di una
grandissima personalità, nella saggezza e nella dottrina.
D. – E’
prevista una delegazione della comunità ebraica per la solenne inaugurazione
del Pontificato di Benedetto XVI?
R. – Il
problema è che questa domenica coincide con il primo giorno della nostra Pasqua.
Per noi questo è un giorno solennissimo, nel quale siamo impegnati nei nostri
riti. Abbiamo poi delle difficoltà di movimento. Per motivi rituali, quindi,
non possiamo essere presenti fisicamente, ma, in ogni caso, lo saremo nello spirito.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre
la prima pagina il titolo “Vi prego, non fatemi mai mancare il vostro sostegno!”:
la sincera riconoscenza di Benedetto XVI a tutti i membri del Collegio
Cardinalizio per l’attiva collaborazione prestata durante la Sede Vacante -
Spiritualmente uniti nella fede e nell’amore del Signore.
Nelle
vaticane, una pagina sul tema “In pellegrinaggio verso la Giornata Mondiale
della Gioventù di Colonia”.
Nelle
estere, Germania: decine di migliaia di pellegrini partono per Roma per rendere
omaggio al Papa.
Nella
pagina culturale, un articolo di Morozzo Della Rocca dal titolo “L'impegno per
superare gli steccati nazionalistici”: la riscoperta dello storico cattolico
Maurice Vaussard.
Nelle
pagine italiane, in primo piano la crisi di Governo.
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22
aprile 2005
UNA LEGGE INIQUA E CONTRARIA
ALLA VISIONE NATURALE E CRISTIANA DELL’UOMO:
I VESCOVI SPAGNOLI SCHIERATI CONTRO IL PRIMO VOTO
DEL PARLAMENTO DI MADRID
IN FAVORE DEI MATRIMONI OMOSESSUALI. IL CARDINALE
LOPEZ TRUJILLO:
LA CHIESA CHIAMA ALL’OBIEZIONE DI COSCIENZA
- Intervista con Maria Luisa Santolini -
La Chiesa spagnola è insorta
contro la scelta in prima battuta del Parlamento spagnolo di permettere i
matrimoni tra coppie omosessuali, consentendo loro anche la possibilità di
adottare dei figli. In una dura nota, la Conferenza episcopale della Spagna contesta
questa decisione, mentre già il cardinale Lopez Trujillo, presidente del
dicastero vaticano della Famiglia aveva invitato alla obiezione di coscienza.
Sulla presa di posizione dell’episcopato spagnolo, il servizio di Alessandro De
Carolis:
**********
“Una legge radicalmente ingiusta
e pregiudiziale per il bene comune”. Già alla terza riga del loro comunicato,
la presa di posizione dei vescovi spagnoli nei confronti del Parlamento e del
governo di Madrid sulla questione dei matrimoni tra omosessuali è recisa. Pur
riconoscendo loro i diritti inalienabili dovuti ad ogni persona umana e
condannando ogni discriminazione della quale possano essere fatti oggetto, la
Conferenza episcopale spagnola ribadisce, scandendolo quasi, il principio
“tanto ovvio quanto naturale per cui il matrimonio non può essere contratto se
non da persone di diverso sesso” e che, viceversa, due persone dello stesso
sesso non hanno “alcun diritto” di unirsi formalmente come coppia. Lo Stato, da
parte sua - dichiarano i presuli - non può riconoscere questo diritto inesistente”.
Nel riaffermare il significato
“unitivo e procreativo della sessualità umana” come una “realtà antropologica”
oltre che di fede, la nota episcopale si sofferma sulla questione delle
adozioni. Il bene superiore dei bambini – si legge – così come esige che essi
non siano un “prodotto” di laboratorio, non consente nemmeno che essi siano
adottati da persone dello stesso sesso. “Il matrimonio, in quanto espressione
istituzionale dell’amore dei coniugi, che realizzano se stessi come persone e
che concepiscono e educano i figli, è la base insostituibile per la crescita e
la stabilità della società”, asserisce ancora la Conferenza episcopale. In
un’intervista al Corriere della sera, pubblicata oggi, il cardinale Alfonso
Lopez Tujillo, presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia, ricorda che,
in passato, sia Giovanni Paolo II sia l’attuale Pontefice si espressero con
chiarezza su “quanto fosse distruttiva questa legge che apre la via alla
disumanizzazione”. Ed ha osservato: “Non e' che una legge abbia ragione per il
solo fatto di essere una legge e non perché sia buona o faccia del bene,
sarebbe una forma di positivismo giuridico che non ha senso. Non si possono
imporre cose inique ai popoli. Anzi: proprio perché sono inique, la Chiesa
chiama con urgenza alla libertà di coscienza e al dovere di opporsi”. Quella
stessa “obiezione di coscienza – spiega - che si richiede a medici e infermieri
contro un crimine come l'aborto”.
**********
E’ possibile, dunque,
riconoscere e concedere con una legge dello Stato una facoltà contraria alla
legge naturale? Alessandro De Carolis ha rivolto la domanda a Maria Luisa
Santolini, presidente del Forum italiano delle Associazioni familiari:
**********
R. – Certamente, no.
Bisognerebbe pensare che esiste, prima di tutto, una legge naturale, legge che
non viene rispettata. Imporre una cosa come i matrimoni tra omosessuali
significa attaccare le fondamenta, l’idea-base di famiglia, che non è solamente
quella di Nazareth, modello primo per tutti i credenti, ma proprio l’idea di
famiglia che è scritta nel cuore dell’uomo da generazioni, da secoli, in tutte
le latitudini. E’ proprio un voler scardinare volutamente la società. E’ un
problema forse più antropologico che di fede. E davvero non capisco proprio per
quale ragione gli ambientalisti siano così ferocemente attaccati a regole
ferree quando si parla di natura, di ambiente – penso agli OGM – così
ferocemente attaccati affinché sia “tutto secondo natura”, mentre quando si
parla dell’uomo - dalle coppie gay alla nascita dei bambini in provetta - debba
essere tutto “contro natura”.
D. – La scelta di favorire il
matrimonio tra omosessuali mette poi anche in primo piano la delicata questione
dell’adozione dei figli...
R. – Non è una situazione
delicata: è drammatica, a mio avviso. Tutti gli esperti – psicologi, pediatri –
dicono che i bambini, per crescere, hanno assoluto bisogno di due figure:
quella materna e quella paterna. Questa legge, invece, apre a un delirio di
onnipotenza di un sesso rispetto all’altro – qualunque esso sia – che veramente
fa pagare ai bambini un prezzo alto.
D. – Che tipo di crescita si può
prevedere per questi bambini?
R. – Certamente squilibrata. La
loro crescita nell’ambito di due figure che sono complementari e
indispensabili, viene completamente a mancare, e l’amore non basta. Si tira in
ballo questa cosa stupenda e indispensabile per la vita, che è l’amore, e che
tuttavia è una condizione necessaria ma non sufficiente. Ci sono altre
questioni in gioco che non vengono prese in considerazione.
D. – Guardando all’Europa, la
Spagna si pone sulla scia di Olanda e Belgio. Dal vostro punto di vista, di
Forum delle Associazioni familiari, che tipo di scenario prevedete per il
Continente?
R. – Sono pessimista, perché
questa Europa non ha smesso di percorrere una strada negativa, quindi dobbiamo
aspettarci, secondo me, tempi ancora piuttosto amari. Dipenderà da noi
cristiani, credenti, proporre alternative credibili.
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GRANDE
GIOIA DEI MOVIMENTI ECLLESIALI PER L’ELEZIONE DI BENEDETTO XVI
- Ai nostri microfoni, Salvatore Martinez, Kiko
Argüello, Gabriella Fallacara e Paola Bignardi -
Grande gioia: è
il sentimento comune con cui associazioni, movimenti e nuove realtà ecclesiali
hanno accolto l’elezione di Joseph Ratzinger al soglio di Pietro: del nuovo
Papa è nota la sensibilità per la dimensione carismatica della Chiesa e la
passione per la ricerca della verità. Ma ascoltiamo alcuni commenti a
cominciare da quello di Salvatore Martinez, coordinatore nazionale del Rinnovamento
nello Spirito, il movimento carismatico cattolico che, da oggi al 25 aprile,
sarà riunito a Rimini per la Convocazione nazionale dedicata in particolare al
ricordo della figura di Giovanni Paolo II e all’invocazione dello Spirito per
Benedetto XVI. Alla Convocazione parteciperà anche il cardinale Tarcisio
Bertone, arcivescovo di Genova, che porterà ai 20mila carismatici presenti la
benedizione del Papa. Ma sentiamo
Martinez, nell’intervista di Adriana Masotti.
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R. –
L’elezione del nuovo Pontefice è un segno eloquente dello Spirito Santo. Bisogna
quindi mettersi in ascolto di ciò che lo Spirito dice alle Chiese per bocca del
Sommo Pontefice. Le due espressioni sono chiare e certamente rivelatrici del
cuore e della sensibilità pastorale di Benedetto XVI. Evangelizzazione ed
ecumenismo sono due attenzioni preminenti che il nuovo Pontificato annuncia e,
vorrei dire, due azioni distintive delle Spirito Santo urgenti per la Chiesa
del Terzo Millennio, ma anche due anime caratteristiche del nostro movimento.
Ecco perché ci sentiamo specialmente vicini a queste intenzioni di Benedetto
XVI e sentiamo di doverlo sostenere a partire dalla nostra preghiera, perché
questa sua ferma volontà di liberare il seme della fede da tutto ciò che ne
soffoca la crescita, che tende a farlo morire – ha elencato il materialismo, il
relativismo, l’agnosticismo – possano trovare nel movimento, che ha
caratteristiche spirituali marcate come il Rinnovamento, un sostegno forte, un
sostegno che certamente in questi giorni a Rimini non faremo mancare.
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E ora ascoltiamo Kiko Argüello,
iniziatore del Cammino Neocatecumenale, al microfono di Debora Donnini:
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R. – Siamo molto contenti,
ringraziamo il Signore per la sua bontà. Mi sembra veramente l’uomo giusto al
posto giusto.
D. – Ha dei ricordi forti in
questi anni, di Joseph Ratzinger?
R. – Sì: lui ci è stato sempre
vicino; ci ha aiutati ad avviare il Cammino in Germania, ha conosciuto il
Cammino attraverso i suoi alunni quando era decano a Frisinga; alcuni che gli
erano molto vicini hanno iniziato il Cammino e gliene hanno parlato. Io,
allora, sono andato in Germania, mi sono incontrato con lui: è stato molto
affabile, molto buono. Veramente, un uomo molto sensibile, ha l’anima
dell’artista, è un uomo straordinario che farà un grandissimo bene alla Chiesa.
D. – Nell’omelia della Messa
“pro eligendo Pontifice”, l’allora cardinale Ratzinger ha detto: “Avere una
fede chiara viene spesso etichettato come fondamentalismo, mentre il
relativismo appare l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni”. E poi,
ha anche aggiunto: “Noi abbiamo un’altra misura: Cristo” ...
R. – Io penso che lui abbia in
questo momento un grandissimo discernimento di quello che sta accadendo in
Europa e nella Chiesa. Sa che è necessario dare una risposta vera, certa perché
la risposta è Cristo, è Cristo che sempre libera e salva.
D. – Quale augurio fa al Papa?
R. – L’augurio che non abbia
paura: quello che ha detto lui stesso, riprendendo le parole di Giovanni Paolo
II. Noi stiamo con lui: tutta la Chiesa sta con lui. E anche le nuove realtà
ecclesiali, come noi: faccia affidamento sulla nostra preghiera, sul nostro
incoraggiamento. Che vada avanti con coraggio, con forza profetica e con
l’aiuto della Madonna che lo sosterrà sempre!
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Quello di Benedetto XVI sarà un
Pontificato che non mancherà di sorprendere superando ogni previsione. Ne è convinta
Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari. Ascoltiamo Gabriella Fallacara del
Consiglio generale del Movimento, intervistata da Adriana Masotti.
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R. – Lo
abbiamo accolto con una grande, grande gioia. Questa elezione di Papa Benedetto
XVI è stata veramente un dono. Chiara Lubich ha detto che per la conoscenza
diretta che ha di lui, avendo il nuovo Papa particolari doti per cogliere la
luce dello Spirito, non mancherà di sorprendere e superare ogni previsione. In
lui è viva la sensibilità per la dimensione carismatica della Chiesa, i nuovi movimenti,
le comunità.
D. – A questo
proposito qual è l’esperienza che il movimento dei Focolari ha avuto nei
contatti con l’allora cardinale Ratzinger?
R. – Abbiamo avuto vari
contatti. Quello che ricordo è al centro Mariapoli di Castel Gandolfo, nel
1999, e prima alla vigilia del grande incontro dei movimenti con Papa Giovanni
Paolo II, nel 1998. Ci fu un approfondimento dell’allora cardinal Ratzinger sui
movimenti ecclesiali e la loro collocazione teologica. Nei movimenti
intravedeva l’azione dello Spirito Santo che rinnova la giovinezza della Chiesa.
Certo in questo momento avvertiamo come una chiamata ad una nuova responsabilità.
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Proprio oggi a Roma inizia
l’Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica italiana sul tema: “Dare ragioni di
speranza. La missione dell’azione Cattolica, in parrocchia ed oltre”. Lucia
Carbone Sarinelli ha chiesto a Paola Bignardi, presidente dell’associazione
ecclesiale, come ha accolto l’elezione di Benedetto XVI:
**********
R. – E’ stato
un momento di grande gioia ecclesiale, che ha preceduto la conoscenza del nome
del nuovo Papa e poi la gioia di sentire che il nuovo Papa era il cardinale
Ratzinger ed era Benedetto XVI. Quel nome è evocativo di tanti significati
profondi e credo che nella scelta di questo nome Benedetto XVI intenda
riproporci l’essenziale dell’essere cristiani, come luce per questo tempo di cambiamento.
D. – L’Azione
Cattolica ha sempre avuto un rapporto speciale con il Santo Padre, in particolare
con Giovanni Paolo II …
R. – Noi
abbiamo una grande gratitudine per quello che Giovanni Paolo II ha dato a noi,
a tutti i laici, a tutta la Chiesa. Crediamo che un modo per raccogliere questa
eredità sia quello di vivere la stessa profondità ecclesiale nel rapporto con
il nuovo Pastore.
D. – L’elezione di Benedetto XVI è una novità, ma
anche una continuità. Voi, che cosa vi aspettate?
R. – Noi gli
auguriamo di poter esser pienamente se stesso e di non essere valutato nelle
scelte che compirà in rapporto al suo predecessore. Certo, si intravedono già
degli elementi che indicano la continuità con le scelte di Giovanni Paolo II,
ad esempio l’attenzione ai giovani, la sensibilità all’incontro con le
religioni e questa essenzialità della vita cristiana come cuore che deve animare
la Chiesa.
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22
aprile 2005
UN
OSSERVATORE PER VIGILARE SULLA LOTTA ANTITERRORISMO SARA’ PRESTO
NOMINATO
NELL’AMBITO DELLE NAZIONI UNITE: LO HA DECISO IERI
LA
COMMISSIONE DELL’ONU SUI DIRITTI UMANI, RIUNITA A GINEVRA
GINEVRA. = La Commissione sui
diritti umani dell'Onu ha approvato ieri una risoluzione in cui si sollecita
che la lotta anti-terrorismo avvenga nel pieno
rispetto dei diritti umani. La stessa Commissione ha stabilito che ci
sarà un osservatore, con un mandato triennale, che avrà il potere di raccogliere
informazioni su presunte violazioni derivanti da misure anti-terrorismo e di
visitare - dietro autorizzazione - i
Paesi sotto accusa. I 53 membri della
Commissione Onu - tra i quali anche gli Stati
Uniti - hanno adottato per consenso la risoluzione, che era stata proposta dal Messico e sollecitata da
numerose organizzazioni per i diritti civili: Amnesty International, Human
Rights Watch, International Commission of Jurists. Nel documento, si esprime
innanzitutto la solidarietà per le vittime del terrorismo e le loro famiglie,
oltre all'"inequivocabile condanna" della violenza terroristica in
tutte le sue forme, ma si chiede anche ai governi di proteggere "la dignità degli individui e le loro libertà
fondamentali” e di garantire “le pratiche democratiche e la legge nella lotta
al terrorismo". (R.G.)
NOVITA’
SU INTERNET: DAL 2006 SARA’ ATTIVO IL DOMINIO EUROPEO “.EU”,
GRAZIE
ALL’ACCORDO RAGGIUNTO TRA L’ICANN, L’AUTORITA’ INTERNAZIONALE
CHE
GESTISCE I DOMINI ED IL CONSORZIO EURID,
SCELTO
DALLA COMMISISONE EUROPEA PER GESTIRE IL NUOVO DOMINIO
BRUXELLES. = Sul fronte
Internet, in arrivo l'atteso dominio europeo: dal 2006 le società ed i privati
potranno registrarsi usando indirizzi Web caratterizzati dal suffisso “.eu”,
che si aggiungerà agli attuali “.org”, “.com” o, nel caso di quelli nazionali,
con l'italiano “.it”. La Commissione europea, infatti, ha annunciato ieri che
nei prossimi giorni la Iana (Internet assigned numbers authority)
ufficializzerà il dominio “.eu”, grazie all'intesa siglata nel marzo scorso tra
l'Icann, l'Autorità internazionale che gestisce attualmente i domini on line,
ed il consorzio EURid scelto da Bruxelles per la gestione del nuovo dominio per
i prossimi cinque anni. ''L'accordo raggiunto tra Icann ed EURid rappresenta
una pietra miliare nella storia del progetto “.eu”, ha dichiarato Viviane
Reding, Commissario Ue alla Società dell'informazione. Tra settembre e ottobre,
partirà il cosiddetto “sunrise period”, che durerà quattro mesi, durante il
quale potranno pre-registrarsi con il nuovo suffisso tutte le società in possesso di un marchio depositato
e tutte le istituzioni pubbliche. I privati, invece, potranno registrare direttamente
i loro nuovi domini dal primo gennaio 2006. A questo proposito, la Commissione
Europea ha messo oggi in guardia gli utenti privati contro quelle società che
già oggi offrono la pre-registrazione o la prenotazione del dominio. In realtà,
infatti, queste società possono offrire solo la promessa di inviare la domanda
di registrazione per conto del cliente nel momento in cui il processo di
registrazione sarà formalmente avviato. (R.G.)
DALLA PROSSIMA SETTIMANA, AL MUSEO NAZIONALE DI
CASTEL SANT’ANGELO DI ROMA, SARA’ POSSIBILE AMMIRARE I “CAPOLAVORI NASCOSTI”
DELL’ARTE SACRA,
CHE RESTERANNO
ESPOSTI FINO AL 30 MAGGIO
ROMA. =
Si terrà dal prossimo 30 aprile fino al 30 maggio presso le sale storiche del Museo
nazionale di Castel Sant’Angelo la mostra intitolata “I tesori della fede.
Capolavori nascosti di arte sacra del patrimonio del Fondo edifici di culto del
ministero dell’Interno”. La rassegna è stata presentata questa mattina alle
10.30 presso la sala stampa del Viminale. Molte le personalità presenti, tra
cui il ministro dell’Interno, Pisanu, il capo del gabinetto del ministero, il
prefetto Mosca, e molti rappresentanti delle forze dell’Ordine della Polizia,
dei Carabinieri e della Finanza. Una parte della mostra esporrà infatti gli ultimi
e più recenti recuperi di opere d’arte da parte della Pubblica sicurezza.
Attraverso quest’esposizione, sarà possibile ammirare molte delle preziose
opere del patrimonio artistico nazionale, custodite in varie chiese di
proprietà del Fondo edifici di culto (FEC): opere spesso custodite nelle
sacrestie o in ambienti poco accessibili alle persone che intendano visitarle.
Il FEC provvede alla conservazione, alla valorizzazione e al restauro di opere
ed edifici religiosi, finanziando queste attività attraverso il proprio patrimonio
e il contributo statale. (M.V.S.)
LA COMUNITA’ INTERNAZIONALE STANZIA 595 MILIONI DI
DOLLARI
PER RIPORTARE E MANTENERE LA PACE IN SUDAN:
IN ARRIVO NEL PAESE AFRICANO 10 MILA CASCHI BLU
DELL’ONU
NEW YORK. = L'Assemblea generale
dell'Onu ha approvato ieri lo stanziamento di 595 milioni di dollari per le
operazioni di peacekeeping in Sudan. Una forza di 10 mila uomini dovrà
monitorare l'accordo di pace fra il governo di Khartoum e l'Esercito di
liberazione popolare del Sudan, che ha messo fine a decenni di guerra civile nel sud del Paese. Allo stesso tempo
la loro presenza dovrà sostenere gli sforzi diplomatici per metter fine al
conflitto apertosi nella regione sudanese del Darfur. (R.G.)
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22
aprile 2005
- A cura
di Amedeo Lomonaco -
In Italia si sono concluse al Quirinale le consultazioni
del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, per la formazione del
nuovo governo. Il capo di Stato italiano ha ricevuto, questa mattina, le
delegazioni di AN, Forza Italia e gli ex presidenti Cossiga e Scalfaro.
Berlusconi, intanto, non nasconde il proprio ottimismo e prevede, già per
questa sera, la soluzione della crisi. Il nostro servizio:
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Il giro di consultazioni del presidente Ciampi per
risolvere il rompicapo politico sembra prospettare due possibili opzioni: un
nuovo governo Berlusconi o un appuntamento anticipato con le urne. Appare
invece meno probabile la formazione di un esecutivo tecnico o istituzionale.
Ciampi, chiudendo le consultazioni, ha dichiarato che prenderà una decisione
prima possibile. Nell’incontro al Quirinale, il leader di Alleanza Nazionale
Gianfranco Fini ha chiesto al presidente italiano di affidare l’incarico di
premier a Berlusconi. Sulla stessa linea anche il segretario dell’UDC, Marco
Follini, che ieri sera ha confermato la proposta di un governo guidato dal presidente del Consiglio. Follini ha anche
ribadito, però, l’urgenza di un nuovo programma che possa imprimere una svolta
politica ed economica. Berlusconi, intanto, appare sereno e ottimista.
Annunciando tempi strettissimi per la risoluzione della crisi, dice di essere
pronto a presentare la lista dei ministri quando Ciampi avrà sciolto la
riserva. Ma nella Casa delle Libertà restano da sciogliere due nodi: l’UDC ha
confermato che se ci
sarà un Berlusconi bis, Marco Follini non ne farà parte; la Lega non vuole
cedere il ministero delle Riforme e condiziona la propria presenza nel nuovo
esecutivo al mantenimento di questo dicastero. Mentre Berlusconi cerca di ricompattare
il centrodestra, l’opposizione reclama, infine, elezioni anticipate. Il leader
dell’Unione, Romano Prodi, chiede un “mutamento radicale” anche perché la
situazione economica è preoccupante. “Meglio andare a votare – dice Prodi – che
un nuovo governo Berlusconi”.
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Non si ferma la
violenza in Iraq. Nei pressi della città di Baiji sono stati rinvenuti i cadaveri di diciannove soldati iracheni. I militari erano stati
rapiti tre giorni fa da guerriglieri che avevano istituito un finto posto di
blocco. Almeno nove persone sono rimaste uccise, inoltre, in un attentato
compiuto contro una moschea sciita in un quartiere meridionale di Baghdad. I
ribelli hanno anche abbattuto, a nord della capitale, un elicottero civile
bulgaro usato dalle forze della coalizione. L’attacco ha causato la morte dei
tre membri bulgari dell’equipaggio, di sei americani e di due filippini. Altri
tre soldati statunitensi sono rimasti uccisi in agguati tesi dalla guerriglia a
Mossul e a Ramadi.
Il
presidente russo, Vladimir Putin, la prossima settimana sarà in visita
ufficiale in Medio Oriente. A rendere noto il calendario del viaggio, già
preannunciato, è stato l’ufficio stampa del Cremlino. La prima tappa di Putin
sarà l’Egitto, il 26 e 27 aprile, dove è stato invitato dal presidente Hosni
Mubarak. Il presidente russo si recherà poi in Israele per colloqui con le
autorità dello Stato ebraico. Sarà la prima visita di un capo di Stato russo in
Israele. Il 29 aprile Putin sarà ricevuto nei Territori palestinesi dal presidente
Mahmoud Abbas, detto Abu Mazen. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov,
ha espresso l’auspicio che la missione di Putin porti buoni frutti per il
processo di pace in Medio Oriente.
Si è aperto a Giakarta, in Indonesia, il vertice
Asia-Africa. Il summit riunisce una cinquantina di capi di Stato per
commemorare i cinquant’anni dalla conferenza di Bandung, dove nel 1955 si tenne il primo vertice tra delegazioni
dei due Continenti. In apertura dei lavori il segretario generale dell’ONU,
Kofi Annan, ha ribadito la necessità di riformare le Nazioni Unite.
All’incontro partecipano anche rappresentanti di Cina e Giappone, Paesi che
stanno vivendo in questi giorni momenti di grande tensione. Il premier
nipponico Koizumi ha chiesto pubblicamente scusa per i crimini commessi dalle
truppe di occupazione giapponesi in Asia durante la seconda guerra mondiale. A
margine del vertice Asia-Africa, si è anche tenuta una riunione tra il primo
ministro sudcoreano ed il presidente del parlamento nordcoreano. Si tratta del
più alto incontro a livello politico
dopo lo ‘storico’ vertice a Pyongyang, nel giugno 2000, tra l’allora presidente
sudcoreano Kim Dae Jung e l’attuale
capo di Stato nordcoreano Kim Jong Il.
Il governo cinese ha bloccato i siti Internet che hanno
promosso le recenti manifestazioni anti-giapponesi in varie città del Paese. I
siti chiusi sono quelli che nei giorni scorsi hanno lanciato appuntamenti per
nuove manifestazioni a Pechino, Shanghai, Wenzhou e Chongqing. Appelli a
manifestare continuano ad essere lanciati con e-mail e sms. Ma le autorità non
sono più disposte a tollerare le proteste.
Sono risultati positivi i test
dell'influenza dei polli fatti su una donna cambogiana morta dopo il ricovero
in un ospedale in Vietnam. Sono quindi arrivati a 52 i casi di vittime di
questa malattia in Asia. Dalla fine del 2003, l'influenza dei polli ha
provocato la morte di almeno 36 vietnamiti e 12 thailandesi.
In Russia, la Camera dei deputati ha respinto la richiesta
dell’opposizione di inviare una delegazione del Parlamento a portare un mazzo
di fiori a Lenin, il leader della rivoluzione bolscevica del 1917, nato a
Simbirsk il 22 aprile del 1870.
Il presidente di Cuba, Fidel Castro, ha annunciato che il
salario minimo passerà da 100 a 225 pesos, a partire dal primo maggio. Lo
stipendio mensile minimo salirà, dunque, a 7,6 euro. L’aumento andrà a
beneficio di 1,6 milioni di cubani che percepiscono i salari più bassi. La
popolazione ha accolto con favore il provvedimento, anche se lo ritiene ancora
insufficiente per far fronte alle spese quotidiane. Gli affitti e i servizi
pubblici a Cuba sono sovvenzionati quasi interamente dallo Stato, ma i beni di
consumo di base sono più cari che negli Stati Uniti.
“Un ritorno rapido alla normalità costituzionale in Ecuador”.
E’ questo l’auspicio che l’Unione Europea esprime con una nota dopo la rivolta
di Quito, la fuga del presidente Lucio Gutiérrez rifugiatosi nell’ambasciata
brasiliana, e la sua sostituzione con il vice Alfredo Palacio. Nel testo si
sottolinea anche “la preoccupazione per l’instabilità della situazione politica
e sociale del Paese”. La Chiesa cattolica dell’Ecuador ha manifestato, intanto,
il proprio appoggio al presidente Alfredo Palacio, rivolgendo un appello alla
popolazione per “l’unità ed il mantenimento della pace”.
Si è aperto a Madrid il maxi-processo contro il presunto
capo della cellula di al Qaeda in Spagna, il siriano Abu Dahdah. La pubblica
accusa ha chiesto un totale di 62.512 anni contro Abu Dahdah e altri due
imputati sospettati di aver collaborato alla preparazione degli attentati
dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti. Il processo si svolge alla Casa de
Campo di Madrid, sotto altissima sorveglianza.
In Francia un sondaggio condotto dal quotidiano
‘MarketTools’ prevede che nel prossimo referendum sulla Costituzione europea i
voti contrari saranno più del 60 per cento. In un’intervista rilasciata al
quotidiano cattolico La Croix, il primo ministro lussemburghese Jean Claude
Juncker, presidente di turno dell’UE, ha ribadito il proprio appello ai
francesi a “pensare alle conseguenze del loro voto”. “Se la Francia - ha
spiegato Juncker - si ritroverà ad essere il solo Paese a votare ‘No’, dovrebbe
porre delle domande a se stessa piuttosto che agli altri Stati membri”.
Tragedia in Turchia:
diciassette minatori sono morti per un’esplosione di gas in una miniera di
carbone nella parte occidentale del Paese. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa
turca ‘Anadolu’ precisando che la sciagura è avvenuta nella regione di Gediz.
Si aggrava il bilancio
dell'esplosione avvenuta mercoledì in una fabbrica di esplosivi usati in una
vicina miniera di rame nel nord della Zambia. I morti accertati sono 56, i
dispersi 26. Sono poche le speranze di ritrovare ancora vivi i dispersi. La
sciagura si è verificata alla periferia della località di Kiwe, a 400
chilometri dalla capitale Lusaka. Soltanto nove persone sono sopravvissute
all'esplosione.
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