RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
107 - Testo della trasmissione di domenica 17 aprile 2005
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
IN PRIMO PIANO:
La santità via della Chiesa: Giovanni Paolo II e le canonizzazioni nel suo Pontificato
CHIESA E SOCIETA’:
Sudan: in due documenti dei vescovi le priorità della Chiesa dopo
la firma degli accordi di pace
Inaugurata a Vicenza l’undicesima edizione di Koinè, rassegna di
arredi e oggetti liturgici
L’Organizzazione non governativa “Mani
Tese” lancia una mobilitazione contro il lavoro minorile
Ancora manifestazioni anti nipponiche in Cina. Il ministro degli Esteri giapponese Machmura è arrivato a Pechino per colloqui al fine di ridurre la tensione fra i due Paesi
India e Pakistan verso
la distensione dopo il faccia a faccia tra Musharraf e Singh
Domenica di sangue in
Iraq, statunitensi pronti a sferrare l’attacco finale contro Madaen, teatro di
un rapimento di massa da parte della guerriglia sunnita
17
aprile 2005
IN
TUTTO IL MONDO, I FEDELI PREGANO LO SPIRITO SANTO AFFINCHE’ ASSISTA
I
CARDINALI NELLA SCELTA DEL NUOVO PONTEFICE. DOMANI POMERIGGIO
L’INIZIO DEL CONCLAVE, IL PRIMO DEL TERZO MILLENNIO,
PRECEDUTO
NELLA MATTINATA DALLA MESSA SOLENNE PRO
ELIGENDO PAPA
- Con noi l’arcivescovo Bruno Forte -
I
fedeli di tutto il mondo pregano in queste ore lo Spirito Santo, affinché
assista ed illumini i cardinali chiamati a scegliere il 264.mo Successore di
Pietro. Gli stessi porporati hanno chiesto alla comunità di fedeli di
accompagnarli con la preghiera in questo momento cruciale per la vita della
Chiesa cattolica. Stamani, nella Basilica di San
Giovanni in Laterano, il cardinale vicario, Camillo Ruini, ha celebrato la
santa messa capitolare nella IV Domenica di Pasqua con il canto del Veni
Creator e la preghiera per l’elezione del Romano Pontefice. Nel
pomeriggio, i cardinali si trasferiranno alla Domus Sanctae Marthae,
residenza dei conclavisti in Vaticano. Domani, alle ore 10, la solenne
celebrazione della messa pro eligendo Papa. Sui momenti forti che
caratterizzeranno l’inizio del Conclave, il primo del Terzo Millennio,
ascoltiamo il servizio di Giada Aquilino:
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Sono
stati i cardinali, riuniti in congregazione generale, a fissare per le 10 di domani nella Basilica Vaticana, la
Santa Messa “per l’elezione del Romano
Pontefice”, che sarà presieduta dal cardinal
decano Joseph Ratzinger e concelebrata dai 115 porporati elettori, su un totale
di 117. Assenti infatti per motivi di salute il messicano Adolfo Antonio
Suarez Rivera, arcivescovo emerito di Monterrey, e il filippino Jaime Sin,
arcivescovo emerito di Manila. Per
manifestare la comunione nella preghiera di tutta la Chiesa, alla celebrazione
parteciperanno anche i cardinali non
elettori, i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i membri degli istituti di
vita consacrata e delle società di vita apostolica, nonché i fedeli.
A partire dalle
16.15, i cardinali elettori si ritroveranno nell'Aula
della Benedizione, alla prima Loggia del Palazzo Apostolico. Preceduti dalla
Croce e dal Libro dei Vangeli, al canto delle Litanie dei Santi, i porporati
alle 16.30 faranno il loro ingresso nella Cappella Sistina, dove - dopo il
canto del Veni Creator - pronunceranno il giuramento prescritto, a
norma della Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis. Secondo
gli articoli 52 e 53, i cardinali recitano la formula di giuramento, con cui
promettono, si obbligano e giurano di osservare fedelmente e scrupolosamente le
prescrizioni della stessa Costituzione apostolica del ’96 e - per colui che
verrà eletto Pontefice - di svolgere fedelmente la missione di Pastore della
Chiesa universale.
I porporati - lo ricordiamo - si impegnano
pure ad osservare il segreto su tutto ciò che riguarda il Conclave. Dopo il
giuramento, il maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, l’arcivescovo
Piero Marini, pronuncerà l’extra omnes: gli estranei al Conclave
lasceranno la Cappella. Toccherà poi al cardinale Tomas Spidlik tenere la
meditazione ai Cardinali elettori. In seguito anche l’arcivescovo Marini e lo
stesso cardinale Spidlik lasceranno la Cappella. Il cardinal decano Ratzinger sottoporrà quindi al collegio
degli elettori la questione se si possa o no iniziare le operazioni per
l’elezione. Se, a giudizio della maggioranza degli elettori, nulla impedisce
tale avvio, si passerà immediatamente alla votazione.
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L’elezione del prossimo Papa
avrà regole nuove, rispetto al passato: quelle che Giovanni Paolo II ha
stabilito nella costituzione apostolica Universi Dominici Gregis,
“tenendo conto – come scrisse nel ’96 – delle attuali esigenze ecclesiali e
degli orientamenti della cultura moderna”. Il servizio di Andrea Sarubbi:
**********
Addio alle vecchie norme, lo
impone la storia. No all’elezione per compromesso – per delega, cioè, ad un
gruppo di cardinali, come accadde a Giovanni XXII – perché comporterebbe una
“deresponsabilizzazione” degli altri porporati. No anche a quella per inspirationem,
in cui il nome proposto da un cardinale poteva essere acclamato a gran voce da
tutti: fu così per Gregorio XV, ma il passare dei secoli – si legge nella Universi
Dominici Gregis – ha reso la procedura “inadatta ad interpretare il
pensiero di un collegio elettivo così esteso per numero e tanto diversificato
per provenienza”.
L’unica strada percorribile
rimane, dunque, lo scrutinio segreto, a maggioranza, scelto da Giovanni Paolo
II per le “garanzie di chiarezza, linearità, semplicità, trasparenza e,
soprattutto, di effettiva e costruttiva partecipazione” di tutti i cardinali.
Una maggioranza di due terzi, che significa – nell’attuale Conclave – 77 voti
su 115. Ma che potrebbe anche modificarsi se, dopo 34 scrutini, gli elettori
non dovessero trovare un’intesa: a quel punto, si potrebbe optare anche per la
sola maggioranza assoluta o per il ballottaggio tra i due nomi più votati nello
scrutinio immediatamente precedente.
Il primo voto è previsto, ma non
sicuro, per domani. Poi quattro scrutini al giorno: due alla mattina, due al
pomeriggio. Ogni sette votazioni, una pausa di preghiera e liberi colloqui,
della durata massima di 24 ore. In ognuna di queste soste si prevede una
esortazione, affidata nell’ordine al cardinale Protodiacono –
attualmente Medina Estévez –, al Protopresbitero, de Araujo Sales, ed al
cardinale primo dell’Ordine dei Vescovi, Ratzinger.
Le schede, di forma
rettangolare, porteranno la scritta “Eligo in summum Pontificem” nella
metà superiore. In quella inferiore, ogni cardinale scriverà la propria
preferenza: “segretamente”, ribadisce la Universi Dominici Gregis, e
“chiaramente”, ma con grafia “quanto più possibile non riconoscibile”. Piegherà
la scheda e, tenendola sollevata, la porterà all’altare, dove – prima di
riporla nell’urna – dirà: “Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi
giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba
essere eletto”. Il resto è noto: il conteggio, le schede forate ed annodate con
uno spago prima di essere bruciate nella stufa di ghisa, la tradizionale fumata
che quest’anno – in caso di elezione – verrà accompagnata anche dal suono delle
campane della Basilica di San Pietro.
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Per una riflessione sul valore
straordinario del Conclave, istituzione quasi millenaria consacrata all’elezione
del Successore di Pietro, Alessandro Gisotti ha intervistato il teologo Bruno
Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto:
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R. -
Credo che l’immagine biblica più adeguata per il Conclave possa essere quella
del Cenacolo di Gerusalemme su cui scende lo Spirito di Pentecoste. Il Cenacolo
è l’assemblea dei 12 con la presenza di Maria. Vengono investiti dal dono dello
Spirito Santo e divengono testimoni innamorati, fedeli di Gesù nella storia.
Sono gli elementi di cui si compone il Conclave: da una parte i cardinali che
sono i successori degli Apostoli, in quanto vescovi e che sono, nello stesso
tempo, i cardini della Chiesa romana. I cardinali si riuniscono in questa sorta
di Cenacolo, Maria è in mezzo a loro perché la Madre di Gesù accompagna la
vicenda della Chiesa del Suo Figlio in tutti i momenti, intercede per loro. Lo
Spirito Santo è il grande protagonista.
D. – I padri
cardinali hanno chiesto a tutti i fedeli che preghino lo Spirito Santo affinché
li illumini per la scelta del nuovo Successore di Pietro. In ciò si può vedere
anche un’unità della Chiesa in questo momento forte …
R. –
Certamente! E’ l’unità nel grande bisogno che abbiamo di lasciarci guidare dal
soffio dello Spirito! Dobbiamo abbandonarci alla sorpresa dello Spirito. Credo
che porsi in atteggiamento di preghiera da parte di tutti sia il modo migliore
per accompagnare il Conclave, per accogliere il dono che ci verrà da Dio,
perché, non dimentichiamolo, chiunque sarà il Papa, sarà il dono di Dio per la
Chiesa degli inizi di questo Terzo millennio. E’ proprio così! Dobbiamo essere
pronti e preparati ad accoglierlo. Dunque, la preghiera per il Conclave ha una
duplice finalità: quella di invocare il dono dello Spirito Santo, in modo
speciale sui cardinali elettori, ma anche quello di invocare su tutta la Chiesa
quegli occhi e quel cuore nuovo capace di riconoscere, in colui che sarà
eletto, l’autentico dono di Dio.
D. – Per la
prima volta la Messa pro eligendo Papa, che precede l’inizio del
Conclave, sarà aperta ai fedeli. Un segno, anche questo …
R. – Penso proprio di sì. Segno di
quell’ecclesiologia di comunione del popolo di Dio del Concilio Vaticano II,
che vede giustamente protagonisti tutti i battezzati nei momenti grandi della
vita della Chiesa e che, dunque, invoca da tutti ed esige da tutti di essere
attivamente partecipi nella richiesta a Dio del dono dello Spirito e dei suoi
frutti.
D. – Il nuovo
Papa è Successore di Pietro ma anche di Giovanni Paolo II che, con il suo
Pontificato, ha segnato nel profondo la vita della Chiesa. Tante davvero le
sfide per il nuovo Pontefice che, ovviamente, avrà bisogno dell’aiuto del
Signore, dello Spirito Santo per affrontarle …
R. – Certamente
le sfide sono tantissime: dalla globalizzazione, che rischia a volte di
schiacciare i più deboli, alla questione della pace, dove l’insegnamento
altissimo di Giovanni Paolo II dovrà essere continuato, testimoniato con tutta
la forza e la passione, alle sfide della bioetica, dei diritti umani … Però
tutte queste sfide si rapportano a quella che è decisiva per la Chiesa e per il
Papa: la sfida dell’evangelizzazione. Non dobbiamo mai dimenticare che al
cuore, al centro delle preoccupazioni del Papa, c’è l’urgenza di dare al mondo
il Vangelo di Gesù in maniera limpida, trasparente, perché se ne possa cogliere
la bellezza, la forza salvifica di cui uomini e donne del nostro tempo, di
tutti i continenti, hanno immensamente bisogno.
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IERI SERA IN SAN PIETRO, L’ULTIMO NOVENDIALE IN
SUFFRAGIO
DI
GIOVANNI PAOLO II. LA CELEBRAZIONE DELLA MESSA,
AFFIDATA
ALLA CAPPELLA PAPALE,
E’ STATA PRESIEDUTA DAL CARDINALE MEDINA ESTÉVEZ,
PROTODIACONO DEL COLLEGIO CARDINALIZIO
Veramente il cuore di Giovanni
Paolo II rassomigliava al cuore di Gesù. E’ un passo dell’omelia del cardinale Jorge
Arturo Medina Estévez, prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino
e la Disciplina dei Sacramenti e Protodiacono del Collegio cardinalizio,
che ha presieduto il nono ed ultimo novendiale per il Pontefice, affidato alla
Cappella Papale. La messa è stata celebrata ieri pomeriggio nella Basilica
Vaticana. Il servizio è di Paolo Ondarza:
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(Musica)
“Siamo testimoni – ha detto il
cardinale Medina Estévez – dell’immensa ammirazione che ha circondato
dappertutto la memoria di questo Pontefice, giustamente chiamato “il grande”.
Il porporato ha poi sottolineato la centralità del culto eucaristico per
Giovanni Paolo II, come testimonia la sua ultima enciclica, la Ecclesia del Eucaristia.
“Osservando
come Giovanni Paolo II celebrava la Santissima Eucaristia, abbiamo avuto la
chiara percezione come per lui l’offerta della sua vita inserita in quella di
Gesù fosse il centro dell’esistenza.
Giovanni Paolo II fu veramente un uomo eucaristico, modellato sull’esempio
di Maria”.
L’adorazione eucaristica – ha
spiegato il Protodiacono del Collegio cardinalizio – “è una gioiosa
consapevolezza della nostra condizione di creature, in totale dipendenza da
Colui che è la sorgente del nostro essere. L’unica sicurezza è il Signore e
sarebbe pazzia cercarla in noi stessi o in qualsiasi creatura. Siamo venuti –
ha continuato – per lodare il Signore per il magistero del Papa al servizio
della verità evangelica”.
“Per
la sua umiltà, per il suo amore verso i poveri, per la sua preoccupazione per
la pace, il suo esempio sacerdotale, il suo distacco da ogni cosa che non fosse
la gloria di Dio, la sua predilezione per i giovani e le famiglie, la sua
instancabile difesa della vita. E ancora per il suo impegno ecumenico e per il
suo dolore nel vedere che ci sono tanti luoghi ove i cristiani soffrono ancora
persecuzioni e discriminazioni”.
Ma, ha aggiunto il porporato,
siamo venuti anche per offrire il Santo sacrificio eucaristico come
propiziazione e riparazione affinché il Signore purifichi l’anima di Giovanni
Paolo II da ogni peccato ed imperfezione, pur leggera, così che possa essere
quanto prima ammesso alla presenza della Santissima Trinità. Il Papa infatti –
ha ricordato il cardinale Medina Estévez – fu ben consapevole della necessità
per ogni uomo di affidarsi alla Misericordia di Dio. Convinzione che lo portò a
stabilire la festa della Divina Misericordia e a scendere ogni venerdì santo in
san Pietro “per amministrare il sacramento della Riconciliazione”.
“Lui
stesso si accostava alla Confessione Sacramentale e ricordo con ammirazione
quando durante un’ora di lavoro nel suo ufficio, dopo aver avuto un momento di
fugace insofferenza, disse a noi: “e pensare che mi sono confessato questa
mattina!”
Il cardinale Medina Estévez
servendosi di citazioni bibliche ha concluso quest’ultimo novendiale con
un’esortazione: “Giovanni Paolo II, servo fedele e prudente, entra per i meriti
di Gesù Cristo nella gioia del tuo Signore! Adoralo, guarda la sua faccia,
porta il Suo nome sulla fronte. Non vi sarà per te più notte perché il Signore
ti illuminerà e regnerai con tutti i Santi nei secoli dei Secoli!”
(Musica)
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GIOVANNI PAOLO II TRA I POVERI E I SOFFERENTI:
PUBBLICATA OGGI UNA RELAZIONE SULL’ATTIVITA’ CARITATIVA DEL PONTIFICIO
CONSIGLIO COR UNUM NELL’ANNO 2004
Una “testimonianza di carità
evangelica” che avviene “sempre nel più rigoroso
rispetto della libertà religiosa e delle convinzioni delle persone e delle
istituzioni beneficiate”. E’ questo lo spirito che anima l’attività caritativa
del pontificio consiglio Cor Unum. Un’istituzione che, in un certo modo,
è stato l’orecchio di Giovanni Paolo II per ascoltare le richieste di aiuto
provenienti da Paesi colpiti da ogni sorte di calamità. Per tracciare un
bilancio sull’impegno profuso nel 2004 da Cor Unum, è stata pubblicata
oggi una relazione, su cui ci riferisce Alessandro Gisotti:
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E’ il 27
dicembre 2004, il giorno dopo l’immane tragedia che ha scosso il sudest
asiatico. Giovanni Paolo II vuole manifestare la sua vicinanza paterna e
spirituale alle popolazioni colpite dallo tsunami. Dispone così l’invio
immediato di aiuti nello Sri Lanka, in Indonesia, India, Thailandia e Somalia.
Fondi che ammontano ad oltre 300 mila dollari. Un mese dopo, il Santo Padre
affida il suo messaggio di solidarietà all’arcivescovo Cordes, presidente di Cor
Unum, suo inviato speciale nelle zone devastate dal maremoto. Tra le ultime
disposizioni di Giovanni Paolo II, prima del suo ritorno alla Casa del Padre,
c’è l’invio di ulteriori aiuti per la ricostruzione di una scuola srilankese e
50 mila dollari per gli abitanti dell’isola indonesiana di Nias, colpita da un
nuovo terremoto. Il 2004, sottolinea la relazione, è stato un anno
caratterizzato da un impegno particolare di Cor Unum. A giugno, il Papa
invia l’arcivescovo Cordes nella martoriata regione sudanese del Darfur. In
quell’occasione, il Santo Padre destina alla Chiesa locale un contributo di 100
mila euro in favore dei più bisognosi. Aiuti vengono offerti anche alle
popolazioni di Haiti e della Repubblica Dominicana, colpite dalle inondazioni.
Il momento centrale di queste missioni è sempre la celebrazione Eucaristica,
cuore di ogni azione caritativa della Chiesa universale.
Vero e
proprio dicastero della Carità del Papa, Cor Unum nel 2004 eroga oltre
992 mila dollari e 519 mila euro per casi di urgenza come terremoti, guerre ed
inondazioni. Ma l’attenzione di Papa Wojtyla non si limita a queste situazioni
estreme. Nel corso del 2004, sostiene progetti in favore dell’infanzia, degli
anziani, delle donne e dei disabili. Un impegno concretizzatosi in erogazioni
per oltre 2 milioni di dollari e più di 600 mila euro. D’altro canto, la carità
del Papa si dispiega anche attraverso altri due strumenti, che egli ha voluto
affidare a Cor Unum: la Fondazione per il Sahel, istituita nel 1984, per
aiutare le popolazioni di questa regione africana e la Fondazione Populorum
Progressio, creata nel 1992, al servizio dei poveri dell’America Latina.
Nel 2004, la Fondazione per il Sahel ha approvato 169 progetti per uno
stanziamento di 1 milione e 771 mila euro. Sono invece 231 i progetti approvati
dal consiglio di amministrazione della Populorum Progressio per un
importo di quasi 1 milione e 900 mila euro. Le due Fondazioni furono istituite
da Giovanni Paolo II come testimonianza permanente del suo amore per le
popolazioni del Sahel e dell’America Latina, facendo appello a tutti i fedeli
affinché ne sostenessero il prezioso servizio proteso alla promozione integrale
di questi popoli tanto cari al Santo Padre. Va peraltro ricordato che i sussidi
elargiti da Cor Unum non esauriscono la Carità del Papa, che si esprime
anche attraverso altri canali, come le Pontificie Opere Missionarie.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Titolo
d'apertura della prima pagina: "E' il tempo dell'attesa"; lunedì
mattina 18 aprile la Santa Messa nella Basilica Vaticana per l'elezione del
Romano Pontefice. Nel pomeriggio l'ingresso dei Cardinali elettori in Conclave,
nella Cappella Sistina.
La
Concelebrazione Eucaristica nell'ultimo giorno dei Novendiali in suffragio del
Romano Pontefice.
Quattro
pagine con le foto dei Cardinali che partecipano al Conclave.
Cinque
pagine con la biografia (gli ultimi anni) di Giovanni Paolo II.
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17
aprile 2005
LA SANTITA’ VIA DELLA CHIESA:
GIOVANNI PAOLO II
E LE CANONIZZAZIONI NEL SUO PONTIFICATO
Nella storia della Chiesa è stato il Papa cui
si deve il numero più elevato di canonizzazioni e beatificazioni. Questo
primato del Pontificato di Giovanni Paolo II ha richiamato spesso l’attenzione
dell’opinione pubblica sul concetto di santità. Come a ricordare più volte
l’invito contenuto nel libro del Levitico, “Siate santi, perché io, il Signore
vostro Dio, sono santo”, il Pontefice ha voluto additare, negli esempi offerti
da quanti ha canonizzato e beatificato, la via da seguire. Il servizio di Tiziana
Campisi:
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(Musica)
483 santi e 1345 beati. Durante gli oltre 26 anni
sulla Cattedra di Pietro Giovanni Paolo II ha elevato agli altari religiosi,
laici, martiri e pontefici, sottolineando più volte che la santità è parte
anche della vita ordinaria e che vivere quotidianamente alla luce del Vangelo è
possibile. La prima canonizzazione del suo Pontificato risale al 20 giugno del
1982. Karol Wojtyla proclama Santo Crispino da Viterbo. E’ il 24 febbraio del
1979: con il decreto Confirmatio cultus, Giovanni Paolo II, con la
monaca dominicana Margarita Ebner, apre l’albo dei beati. Il 10 ottobre del
1982 canonizza padre Massimiliano Maria Kolbe. L’11 ottobre del 1998 Edith
Stein.
“L’albero della Croce porta sempre
innovati frutti di salvezza. Il messaggio della Croce è così entrato nel cuore
di tanti uomini e di tante donne, cambiandone l’esistenza. Un esempio eloquente
di questo straordinario rinnovamento è la vicenda spirituale di Edith Stein”.
E, in
lingua tedesca, ricordando gli orrori dei campi di concentramento, grida contro
i crimini perpetrati a danno di gruppi etnici:
“WENN WIR VORAN, JAHR FÜR JAHR, DAS GEDÄCHTNIS ...
Nel celebrare, d’ora in poi, la
memoria della nuova santa, non potremo non ricordare, di anno in anno, anche la
shoa, quel piano efferato di eliminazione di un popolo che costò la vita a
milioni di fratelli e sorelle ebrei. Per amor di Dio e dell’uomo, ancora una
volta, io levo un grido accorato: mai più si ripeta una simile iniziativa
criminale per nessun gruppo etnico, nessun popolo, nessuna razza, in nessun
angolo della terra!”
(Musica)
E’ il 13 maggio del 2000 quando beatifica i
pastorelli di Fatima, Giacinta e Francesco. Il 3 settembre, tra i cinque Servi
di Dio beatificati ci sono due Papi: Pio IX e Giovanni XXIII:
“Il Papa che colpì il mondo per
l’affabilità del tratto da cui traspariva la singolar bontà dell’animo. I
disegni divini hanno voluto che la beatificazione accomunasse due Papi vissuti
in contesti storici ben diversi, ma legati, al di là delle apparenze, da non
poche somiglianze sul piano umano e spirituale. E’ nota la profonda venerazione
che Papa Giovanni aveva per Pio IX, del quale auspicava la beatificazione”.
(Musica)
Nello stesso anno, tra i beati proclamati l’1
ottobre, Giuseppina Baquita.
Resa schiava e venduta come tale
alla tenera età di 7 anni, soffrì molto nelle mani di padroni crudeli, tuttavia
comprese la verità profonda che Dio e non l’uomo è il vero padrone di ogni
essere umano, di ogni vita umana”.
(Musica)
Il 16
giugno del 2002, è Santo padre Pio da Pietrelcina:
“La vita e la missione di padre
Pio testimoniano che le difficoltà e i dolori accettati per amore si
trasformano in un cammino privilegiato di santità, che apre verso prospettive
di un bene più grande, note solamente al Signore”.
(Musica)
Con
singolare gioia, il 19 ottobre del 2003, Giovanni Paolo II proclama Beata madre
Teresa di Calcutta, alla quale era legato da una particolare amicizia. L’ultima
canonizzazione risale al 16 maggio dello scorso anno. Sei i nuovi santi, tra
loro don Luigi Orione. E il 3 ottobre del 2004 l’ultima cerimonia di
beatificazione. Cinque i servi di Dio cui vengono riconosciuti virtù eroiche e
miracoli. Ricordiamo Anna Catharina Emmerick e Carlo d’Austria. E, nel 2000,
con queste parole, Giovanni Paolo II si è rivolto alle nuove generazioni:
“Giovani di ogni continente, non abbiate paura di essere i santi del nuovo
millennio!”.
(Musica)
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OGGI, QUARTA DOMENICA DI
PASQUA, SI CELEBRA LA 42.MA
GIORNATA MONDIALE DELLE VOCAZIONI
- Intervista con don Vito Magno -
Domenica 17 aprile, IV domenica di Pasqua. E’ la
domenica così detta del Buon Pastore, perché le letture della Messa del giorno
presentano la figura di Gesù Cristo Buon Pastore. Ed è la giornata scelta, 42
anni fa da Paolo VI come Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Per
la prima volta questa giornata si celebra senza il Papa, Giovanni Paolo II, il
cui ministero pastorale è stato fortemente caratterizzato dalla costante attenzione
a tutte le vocazioni. Nel suo messaggio per questa giornata risalta l’invito ai
giovani a prendere il largo, duc in altum, con fiducia, al seguito di
Gesù. Sullo stato attuale delle vocazioni, Giovanni Peduto ha intervistato
padre Vito Magno, rogazionista in un istituto religioso che si occupa di
incrementare le vocazioni sacerdotali e religiose:
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R. – Quando Karol Wojtyla fu eletto Pontefice la
parabola numerica delle vocazioni aveva toccato il suo minimo. Da allora la
situazione è migliorata per quanto attiene alle vocazioni sacerdotali. I
sacerdoti diocesani sono passati dai 262.485 del 1978 ai 267.334, registrati
dall’ultimo Annuario Statistico della Chiesa. Al calo verificatosi in Europa e
nel nord America ha fatto riscontro un incremento del 72,96 per cento in
Africa, del 66,31 per cento in Asia e, in percentuale più contenuta, anche in
America Latina. La medesima cosa non si è verificata per gli istituti religiosi
maschili e femminili, anche se l’incremento delle associazioni e dei movimenti
costituiscono la premessa di una ripresa. Ciò si nota già a livello di
seminaristi, che dai 63.882 del 1978 sono saliti a 113.199, con una crescita
significativa in Africa, Asia e, in parte, in America Latina. Infine i Diaconi
permanenti da 5.562 sono passati a 30.097.
D. – Quale segno Giovanni Paolo II ha lasciato
nella pastorale delle vocazioni?
R. – Più che di un segno parlerei di eredità
vocazionale con caratteristiche inconfondibili: prima di tutto la testimonianza
della vita; la sua ha suscitato forte attrattiva sui giovani. Non è un caso che
le Giornate mondiali della Gioventù hanno aiutato migliaia di giovani a
rispondere positivamente alla divina chiamata al sacerdozio ed alla vita
religiosa. “All’origine di qualsiasi vocazione è l’esempio delle persone
consacrate”, aveva scritto nel messaggio della prima Giornata mondiale di
preghiera per le vocazioni.
D. – Quali sono le altre caratteristiche della sua
eredità vocazionale?
R. – La catechesi, come via per scoprire il
particolare progetto di Dio su ciascuno; poi la solidarietà e soprattutto la
preghiera come impegno della Chiesa nell’assecondare il comando di Gesù:
“Pregate il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe”. Preghiera
che raccomandava in modo particolare alle persone sofferenti, che ricordava
spesso negli incontri con le masse dei fedeli di tutte le parti del mondo, che
coltivava personalmente mettendo al centro la celebrazione eucaristica. Infine
un punto di riferimento imprescindibile per la pastorale vocazionale indicata
da Giovanni Paolo II sono i suoi 27 Messaggi per la Giornata mondiale di
preghiera per le vocazioni, le Esortazioni apostoliche su vescovi,
presbiteri, consacrati e laici, frutto di altrettanti sinodi, e le Lettere
ai sacerdoti per il Giovedì Santo.
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GIOVANNI PAOLO II E GLI INSEGNAMENTI SULLA
FAMIGLIA AL CENTRO
DEL
“FAMILY FEST”, EVENTO MONDIALE PROMOSSO DAL MOVIMENTO
DEI
FOCOLARI, SVOLTOSI IERI SERA AL CAMPIDOGLIO IN ROMA
“Siate testimoni
dell’amore tangibili di Dio per l’umanità”: è la sfida lanciata da Giovanni
Paolo II alle famiglie di tutto il mondo, sfida raccolta ieri pomeriggio dai
protagonisti del Family Fest in piazza del Campidoglio a Roma. L’evento,
dedicato al Santo Padre, è stato organizzato da “Famiglie Nuove” del Movimento
dei Focolari, e si è svolto contemporaneamente in 193 meeting in altrettante
città di 77 Paesi, collegati in diretta televisiva con Roma. Il Family Fest
è stato seguito per noi da Gabriella Ceraso:
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(Musica)
Con
danze, voci e colori, l’Africa, l’America, l’Europa e l’Asia, unite nel Family
Fest romano, hanno voluto dare visibilità ad un modello di famiglia
proposto da Giovanni Paolo II, basato sui valori attinti dalla fede cristiana,
la cui sorgente è l’amore vero, quello divino, un amore senza fine, fecondo. Le
tante parole spese dal Papa per la famiglia sono state il filo conduttore di
questa festa.
“Proclamate insieme il valore della famiglia e quello della vita. Senza
questi valori non c’è futuro degno dell’uomo”.
La famiglia, che in tutte le culture è chiamata a
vivere l’amore reciproco, diviene sorgente di fratellanza universale. Lo ha
ricordato Chiara Lubich fondatrice del Movimento dei Focolari e lo ha
testimoniato il portavoce del Movimento buddista, Rissho Kosei-Kai:
“Solo se in ogni singola famiglia
vi sarà amore e unità sarà possibile una società di pace, un mondo di pace.
Avendo sempre in cuore la compassione e l’amore possiamo andare avanti insieme,
strettamente uniti, cristiani e buddisti”.
Le “Famiglie Nuove”, ossia rinnovate dall’amore di
Dio, credono nel ‘sì’ eterno, nonostante il mondo vada controcorrente e si
aprono sin dall’inizio alla solidarietà.
“Nella
lista dei regali per il nostro matrimonio abbiamo inserito una scuola in
Tanzania, che poi abbiamo visitato. Lì abbiamo conosciuto le maestre e i
bambini orfani, molti di loro di genitori malati di Aids, e alcuni di loro
sieropositivi. Conoscendoli abbiamo avuto l’occasione di dare loro tutti i
soldi raccolti per il nostro matrimonio”.
Tra le stagioni della famiglia anche l’inverno, il
momento della prova e della sofferenza. Anche in questa occasione c’è la
possibilità di andare avanti.
“Abbiamo imparato a guardare in
faccia il dolore e quel volto per noi ha un nome: è Gesù che sulla croce
accetta di soffrire, prima di sentirsi abbandonato da Dio, per dare al mondo i
suoi doni. E quando noi riusciamo ad abbracciarlo, riceviamo anche noi quei
doni, che sono gioia, luce e serenità”.
(Musica)
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17
aprile 2005
VARSAVIA. = “Memoria e identità”, l'ultimo libro di
Giovanni Paolo II, è in Polonia il più letto di tutti i tempi. Esaurite in
tempi record seicentomila copie. La casa editrice Znak ha già ricevuto
cinquecentomila prenotazioni per il volume. “Dopo la morte del Papa ci sono
pervenute numerosissime richieste dalle librerie di tutto il Paese che vogliono
avere copie supplementari”, ha affermato Silwia Wcislo, responsabile del
settore vendite della casa editrice. “Memoria e identità”, quinta opera
pubblicata da Karol Wojtyla, si rivela dunque in Polonia il libro più venduto
nella storia. Secondo le previsioni, le vendite supereranno il milione e mezzo
di copie. Secondo il volere di Giovanni Paolo II, i ricavi delle vendite saranno
devoluti agli studenti poveri dell'Europa centrale. (T.C.)
SUDAN: IN DUE DOCUMENTI
DEI VESCOVI LE PRIORITÀ DELLA CHIESA DOPO LA FIRMA
DEGLI ACCORDI DI PACE.
PERDONO, ACCOGLIENZA DEI PROFUGHI E MIGLIORAMENTO
DEI RAPPORTI CON I
DONATORI INTERNAZIONALI I PUNTI SVILUPPATI DAI PRESULI
KHARTOUM. = Reinserimento e
riabilitazione dei profughi, ricostruzione delle infrastrutture, lotta all’Aids
e costruzione di un sistema sanitario ed educativo efficace. Sono queste le
priorità individuate dai vescovi sudanesi per la ricostruzione del Sud Sudan,
sconvolto da oltre 20 anni di guerra civile. In due documenti, il “Messaggio
agli amici e ai donatori” e la “Dichiarazione pastorale dei vescovi sudanesi
sulla sottoscrizione dell’accordo di pace totale”, i presuli esprimono la loro
gioia per la firma dell’accordo di pace ma analizzano anche i problemi che il
sud Sudan dovrà affrontare e il loro impatto sulla vita della Chiesa. Chiedono
inoltre maggiore collaborazione da parte delle Organizzazioni Non Governative
che operano nella regione ed invitano al perdono per opporsi alla cultura
dell’odio e della vendetta alimentata dalla guerra civile. Il 12 aprile, la
comunità internazionale ha varato un programma di aiuti di oltre quattro
miliardi di dollari. I fondi saranno distribuiti dal prossimo luglio lungo
l’arco di due anni e saranno impiegati nella ricostruzione di infrastrutture,
scuole e ospedali, come previsto dagli accordi di pace Nord-Sud siglati lo
scorso 9 gennaio tra Khartoum ed il Movimento di liberazione del Sudan di John
Garang. (T.C.)
INAUGURATA A VICENZA L’UNDICESIMA EDIZIONE DI KOINÈ,
RASSEGNA DI ARREDI
E OGGETTI LITURGICI. IN MOSTRA ANCHE LE NUOVE TECNOLOGIE PER GLI IMPIANTI
DI ILLUMINAZIONE E RISCALDAMENTO E PER I SISTEMI DI SORVEGLIANZA
CONTRO I FURTI D’ARTE. IL SALUTO DEL VESCOVO NOSIGLIA AI 240 ESPOSITORI
VICENZA.
= E’ stata inaugurata ieri a Vicenza l’undicesima edizione di “Koinè”, la
rassegna internazionale di arredi, oggetti liturgici e componenti dell’edilizia
per il culto. “Ci ritroviamo nell'attesa e nel ricordo di Giovanni Paolo II -
ha detto monsignor Cesare Nosiglia, vescovo di Vicenza, all’apertura della
rassegna - e il nostro miglior augurio va ai cardinali, affinché possano
scegliere una persona che sappia seguire le orme del Papa appena scomparso,
portando la gioia e la serenità dell'essere cristiani in un mondo più giusto e
più pacifico”. La mostra, aperta fino 19 aprile, ospita 240 espositori con il
15 per cento di rappresentanti di tutti i continenti. In esposizione articoli
di vetreria, sculture in legno, confessionali e mosaici. E c’è spazio anche per
la tecnologia, con gli ultimi sistemi di illuminazione, riscaldamento ed i più
avanzati impianti per la sorveglianza. Tema monografico di Koinè, quest’anno, è
la casula tra innovazione e tradizione. In una mostra numerosi artisti,
designer e studenti di scuole d'arte si cimenteranno nella creazione di tessuti
e nella progettazione e realizzazione di abiti liturgici. Spazio anche per
convegni e approfondimenti. (T.C.)
L’ORGANIZZAZIONE NON GOVERNATIVA “MANI TESE” LANCIA
UNA INIZIATIVA
PER
SENSIBILIZZARE LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE
SUL PROBLEMA DELLO SFRUTTAMENTO DEI MINORI
MILANO. = L’Organizzazione Non Governativa “Mani
Tese” lancia una mobilitazione contro il lavoro minorile per contrastare le
cifre registrate dall’Organizzazione internazionale del lavoro e dall’Unicef
che stimano in 246 milioni i minori lavoratori nel mondo. “Un gioco da
ragazzi”, questo il titolo dell’iniziativa, vuole ricordare, in particolare,
Iqbal Masih nel decimo anniversario della sua morte. Noto come il più giovane
sindacalista della storia, Iqbal aveva 4 anni quando, nel 1983, il padre
dovette venderlo come schiavo per l’equivalente di 12 dollari a un fabbricante
di tappeti. Fu ucciso dalla mafia dei fabbricanti di tappeti pakistani il 16
aprile del 1995. Con questa mobilitazione e la conseguente sensibilizzazione
“Mani Tese” spera di raccogliere un alto numero di firme per una petizione da
consegnare al segretario generale dell’Onu Kofi Annan; lo scopo è chiedere un
impegno in tutto il mondo per una società in cui vi siano sempre meno bambini
costretti a lavorare e a sacrificare diritti essenziali e irrinunciabili come
quello al gioco, all’istruzione, a una vita sana. (T.C.)
GIUNTA A DESTINAZIONE LA
NAVETTA RUSSA SOYUZ: CONCLUSO CON SUCCESSO L’AGGANCIO CON LA STAZIONE SPAZIALE
INTERNAZIONALE. NELL’EQUIPAGGIO ANCHE UN ASTRONAUTA ITALIANO. TRASMESSE AL
CENTRO ESA DI FRASCATI
LE IMMAGINI DELLA
MISSIONE SPAZIALE
FRASCATI.
= La navetta russa Soyuz, a bordo della quale si trovano l'astronauta italiano
Roberto Vittori, dell'Agenzia Spaziale Europea, il cosmonauta Sergei Krikalev,
dell'Agenzia spaziale russa Roscomos, e l'americano John Phillips, della NASA
si è agganciata alla Stazione Spaziale Internazionale. I tre uomini
dell’equipaggio hanno fatto il loro ingresso nella stazione spaziale circa tre
ore dopo le manovre di aggancio. Vittori è il primo astronauta europeo a
visitare per la seconda volta la Stazione Spaziale Internazionale, dopo la
missione Marco Polo del 2002. Uno dei suoi primi compiti sarà trasferire dalla
Soyuz alla Stazione Spaziale attrezzature e campioni necessari per gli
esperimenti che dovrà condurre per la missione Eneide. Ripartirà il 25 aprile
assieme al russo Salizhan Sharipov e all'americano Leroy Chao da sei mesi
a bordo della Stazione Spaziale e ai
quali si alterneranno gli altri due astronauti della Soyuz. Le immagini
dell’operazione sono state trasmesse all’ESA di Frascati in collegamento con il
centro di controllo dell’azienda russa Energia di Mosca. (T.C.)
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17
aprile 2005
- A cura
di Salvatore Sabatino -
Tokyo e Pechino cercano di
risolvere diplomaticamente la “guerra della storia” scoppiata tra i due Paesi per
l'asserito ritorno del Giappone al revisionismo storico sul suo passato di
guerre di aggressione contro la Cina. Il ministro degli Esteri giapponese,
Nobutaka Machimura, è arrivato a Pechino per una serie di colloqui con il
collega cinese Li ZhaoXing. Intanto ieri, massicce dimostrazioni antigiapponesi
sono avvenute a Shanghai e in altre città cinesi e altre sono convocate per
oggi. Il nostro servizio:
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Entra in campo la diplomazia per
risolvere la crisi scoppiata nei giorni scorsi tra Cina e Giappone sul
revisionismo storico di Tokyo circa l’occupazione nipponica della Cina nella
Seconda guerra mondiale. Dopo le proteste dei giorni scorsi, sfociate in
violenze in numerose città cinesi, il ministro degli Esteri di Tokyo,
Machimura, ha deciso di affrontare il problema volando a Pechino, dove nel
pomeriggio avrà un faccia a faccia con il suo omologo Li ZhaoXing. Al centro
dell’incontro la possibile soluzione della vicenda.
Ma se la diplomazia cerca di
rimettere a posto i pezzi di un puzzle ormai smontato, le manifestazioni di
piazza proseguono, allargando il fronte ed accendendo gli animi pure della
popolazione nipponica. Questa mattina, infatti, un militante nazionalista
giapponese ha lanciato una bottiglia molotov contro la sede del consolato generale
cinese ad Osaka ed ha tentato di darsi fuoco quando le forze di polizia sono
intervenute per bloccarlo. La stessa
sede diplomatica aveva ricevuto pochi giorni fa lettere di minacce contenenti,
tra l'altro, una cartuccia e una lama di rasoio. Anche altre rappresentanze
diplomatiche o d'affari cinesi in Giappone hanno ricevuto minacce o sono state
fatte oggetto di atti di vandalismo. Ma è in Cina che le manifestazioni hanno
coinvolto migliaia di persone. Quella più imponente è stata organizzata a Shenzhen,
una città industriale del Sud della Cina. Nel centro industriale di Shenyang,
nel Nord-Est del Paese, invece, manifestanti hanno lanciato pietre e vernice di
colore rosso contro la sede del consolato del Giappone. Altre mobilitazioni
sono state organizzate per oggi.
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Si è svolto in un “clima molto
caloroso” l’incontro di oggi a New Delhi tra il presidente pachistano, Pervez
Musharraf, e il primo ministro indiano, Manmohan Singh. Lo hanno riferito fonti
ufficiali indiane, secondo le quali le due parti hanno deciso di aumentare i
legami commerciali, ferroviari e stradali fra i loro Paesi. Il faccia a faccia
è durato circa due ore e mezza ed è stato preceduto da un incontro fra le
delegazioni dei due Paesi.
Ennesima giornata di violenze in
Iraq. Tre soldati americani sono stati uccisi ed altri 7 sono rimasti feriti la
notte scorsa in un attacco sferrato dalla guerriglia nei pressi di Ramadi, a
ovest di Baghdad. Diciannove cadaveri non identificati sono stati, invece,
rinvenuti nella zona di Aziziyah, un'ottantina di chilometri a sud di Baghdad.
Rinvenuto, inoltre, il corpo decapitato del giornalista iracheno rapito circa
due settimane fa da un gruppo armato. Secondo testimoni sul posto, infine,
centinaia di soldati americani e iracheni hanno preso posizione stamattina
attorno alla città di Madaen, nei pressi della capitale, e sono pronti a
sferrare l'annunciato attacco per liberare decine di sciiti tenuti in ostaggio
e minacciati di morte da guerriglieri sunniti.
Resta alta le tensione nei Territori
palestinesi. In un nuovo gesto di sfida verso i dirigenti dell'Anp, l'Autorità
nazionale palestinese del presidente Abu Mazen, miliziani armati delle Brigate
dei martiri di al-Aqsa hanno assunto in mattinata il controllo del centro della
città cisgiordana di Jenin. Nei pressi dell'avamposto militare di Gadid, nel
Sud della striscia di Gaza, invece, un soldato israeliano è stato ferito
stamane dagli spari di un cecchino palestinese. Intanto il premer israeliano,
Ariel Sharon, ha voluto precisare in prima persona che non ci sarà un ritiro
unilaterale in Cisgiordania dopo il ritiro da Gaza e da quattro colonie
cisgiordane.
E' stato abrogato dal presidente
dell'Ecuador, Lucio Gutierrez, il decreto che aveva imposto lo stato
d’emergenza sul distretto metropolitano di Quito. Gutierrez ha spiegato che
aveva firmato la disposizione, perché il parlamento non era stato in grado di
sospendere la Corte Suprema di Giustizia. Le nuove nomine dei giudici dell’alta
corte avevano scatenato numerose proteste di piazza, sfociate poi in atti di
violenza.
L'esercito e le formazioni
ribelli in Costa d'Avorio hanno raggiunto un accordo oggi a Bouakè, nel centro
del Paese africano, su un calendario di disarmo, assoggettato a condizioni, e
su un ritiro delle armi pesanti dal fronte a partire dal 21 aprile. Il
risultato raggiunto è stato reso noto in un comunicato congiunto.
Importanti elezioni regionali
oggi nei Paesi Baschi, che porteranno alle urne circa un milione e
ottocentomila persone. Dopo ad una campagna elettorale caratterizzata dal
silenzio dell'Eta e dalla mancanza di attentati, tutti i sondaggi danno per
vincente la coalizione Pnv-Ea che sostiene il premier Juan Jose Ibarretxe, con
l'appoggio nella passata legislatura di Eb - derivazione di Sinistra Unita. Gli osservatori internazionali tentano di
comprendere quanto peseranno i voti di Herri Batasuna, il braccio politico
dell’Eta, dichiarato illegale dal governo Aznar e che ha annunciato che
convoglierà i suoi voti sul partito Comunista:
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La settimana scorsa il portavoce di Batasuna, Arnaldo
Otegi, ha rinviato il suo voto sul partito comunista delle terre basche. Questo
partito, sconosciuto fino a questo momento, potrebbe togliere la maggioranza
assoluta al governo di Juan José Ibarretxe. I sondaggi suggeriscono, comunque,
la netta vittoria della coalizione di Ibarretxe, del partito nazionalista
basco, che otterrebbe più o meno il risultato del 2001. I socialisti con la
metà di voti scavalcherebbero il partito popolare. Ibarretxe ha chiesto ai
baschi di dargli una forte maggioranza per sottoporre al referendum il suo
piano considerato da Madrid uno strumento di un’indipendenza virtuale dalla
Spagna.
Da Madrid, per la Radio
Vaticana, Monica Uriel.
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In Italia, secondo il Ministro dell'Interno
Giuseppe Pisanu, la crisi di governo “rischia di complicarsi”. Parlando a
Sassari, ad una manifestazione di Forza Italia, il capo del Viminale ha
riferito che il quadro politico del momento propone “una crisi in parte già
disinnescata sul nascere e che tuttavia rischia di complicarsi se non
prevarranno rapidamente il buon senso, la buona fede e la buona volontà”.
Elezioni presidenziali
nell’auto-proclamata Repubblica turca di Cipro nord, riconosciuta solo dalla
Turchia. 148 mila gli elettori chiamati alle urne in circa 500 seggi. I
sondaggi prevedono una netta vittoria del primo ministro Mehmet Ali Talat, capo
del partito repubblicano turco, davanti al suo avversario principale, Dervis
Eroglu, leader del Partito dell'unità nazionale.
Il ministro degli Esteri
francese, Michel Barnier, sostiene che non esiste un piano alternativo nel caso
in cui gli elettori dovessero bocciare la nuova Costituzione europea. “Nessuna
nuova discussione sarà possibile per molto tempo – ha poi aggiunto il capo della
diplomazia di Parigi - e rimarremo con l'attuale Trattato, che sappiamo non
essere soddisfacente”. Secondo gli ultimi sondaggi a votare per il no alla
Carta costituzionale europea sarebbe il 56% degli interpellati. La tornata
referendaria si svolgerà il 29 maggio prossimo.
Continua a salire il bilancio
dell’incendio che ha distrutto nella notte tra giovedì e venerdì un albergo nel
centro di Parigi. Il cadavere di un bambino è stato scoperto stamattina tra le
macerie, facendo salire a 22 il numero dei morti. Sono 30, invece, i feriti,
alcuni dei quali versano in gravi condizioni. Undici, in totale, i bambini
rimasti uccisi nel rogo.
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