RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 107 - Testo della trasmissione di domenica 17 aprile 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:                                                                             

In tutto il mondo, i fedeli pregano lo Spirito Santo affinché assista i cardinali nella scelta del nuovo Pontefice. Domani pomeriggio l’inizio del Conclave, preceduto nella mattinata dalla messa solenne pro eligendo Papa: con noi l’arcivescovo Bruno Forte

 

Ieri sera in San Pietro, l’ultimo novendiale in suffragio di Giovanni Paolo II. La celebrazione della Messa è stata presieduta dal cardinale Medina Estévez, protodiacono del Collegio cardinalizio.

 

Giovanni Paolo II tra i poveri e i sofferenti: pubblicata oggi una relazione sull’attività caritativa del Pontificio Consiglio Cor Unum nell’anno 2004

 

IN PRIMO PIANO:

La santità via della Chiesa: Giovanni Paolo II e le canonizzazioni nel suo Pontificato

 

Oggi, quarta domenica di Pasqua, si celebra la 42.ma Giornata mondiale delle vocazioni: intervista con don Vito Magno

 

Giovanni Paolo II e gli insegnamenti sulla famiglia al centro del “Family Fest”, evento mondiale promosso dal Movimento dei Focolari, svoltosi ieri sera al Campidoglio in Roma.

 

CHIESA E SOCIETA’:

L’ultimo libro di Giovanni Paolo II, “Memoria e identità”, è il più venduto nella storia della Polonia.

 

Sudan: in due documenti dei vescovi le priorità della Chiesa dopo la firma degli accordi di pace

 

Inaugurata a Vicenza l’undicesima edizione di Koinè, rassegna di arredi e oggetti liturgici

 

L’Organizzazione non governativa “Mani Tese” lancia una mobilitazione contro il lavoro minorile

 

Giunta a destinazione la navetta russa Soyuz: concluso con successo l’aggancio con la stazione spaziale internazionale

 

24 ORE NEL MONDO:

Ancora manifestazioni anti nipponiche in Cina. Il ministro degli Esteri giapponese Machmura è arrivato a Pechino per colloqui al fine di ridurre la tensione fra i due Paesi

 

India e Pakistan verso la distensione dopo il faccia a faccia tra Musharraf e Singh

 

Domenica di sangue in Iraq, statunitensi pronti a sferrare l’attacco finale contro Madaen, teatro di un rapimento di massa da parte della guerriglia sunnita

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

17 aprile 2005

 

 

IN TUTTO IL MONDO, I FEDELI PREGANO LO SPIRITO SANTO AFFINCHE’ ASSISTA

I CARDINALI NELLA SCELTA DEL NUOVO PONTEFICE. DOMANI POMERIGGIO

L’INIZIO DEL CONCLAVE, IL PRIMO DEL TERZO MILLENNIO, PRECEDUTO

NELLA MATTINATA DALLA MESSA SOLENNE PRO ELIGENDO PAPA

- Con noi l’arcivescovo Bruno Forte -

 

I fedeli di tutto il mondo pregano in queste ore lo Spirito Santo, affinché assista ed illumini i cardinali chiamati a scegliere il 264.mo Successore di Pietro. Gli stessi porporati hanno chiesto alla comunità di fedeli di accompagnarli con la preghiera in questo momento cruciale per la vita della Chiesa cattolica. Stamani, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, il cardinale vicario, Camillo Ruini, ha celebrato la santa messa capitolare nella IV Domenica di Pasqua con il canto del Veni Creator e la preghiera per l’elezione del Romano Pontefice. Nel pomeriggio, i cardinali si trasferiranno alla Domus Sanctae Marthae, residenza dei conclavisti in Vaticano. Domani, alle ore 10, la solenne celebrazione della messa pro eligendo Papa. Sui momenti forti che caratterizzeranno l’inizio del Conclave, il primo del Terzo Millennio, ascoltiamo il servizio di Giada Aquilino:

 

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Sono stati i cardinali, riuniti in congregazione generale, a fissare per le 10 di domani nella Basilica Vaticana, la Santa Messa “per l’elezione del Romano Pontefice”, che sarà presieduta dal cardinal decano Joseph Ratzinger e concelebrata dai 115 porporati elettori, su un totale di 117. Assenti infatti per motivi di salute il messicano Adolfo Antonio Suarez Rivera, arcivescovo emerito di Monterrey, e il filippino Jaime Sin, arcivescovo emerito di Manila. Per manifestare la comunione nella preghiera di tutta la Chiesa, alla celebrazione parteciperanno anche i cardinali non elettori, i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i membri degli istituti di vita consacrata e delle società di vita apostolica, nonché i fedeli.

 

 A partire dalle 16.15, i cardinali elettori si ritroveranno nell'Aula della Benedizione, alla prima Loggia del Palazzo Apostolico. Preceduti dalla Croce e dal Libro dei Vangeli, al canto delle Litanie dei Santi, i porporati alle 16.30 faranno il loro ingresso nella Cappella Sistina, dove - dopo il canto del Veni Creator - pronunceranno il giuramento prescritto, a norma della Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis. Secondo gli articoli 52 e 53, i cardinali recitano la formula di giuramento, con cui promettono, si obbligano e giurano di osservare fedelmente e scrupolosamente le prescrizioni della stessa Costituzione apostolica del ’96 e - per colui che verrà eletto Pontefice - di svolgere fedelmente la missione di Pastore della Chiesa universale.

 

 I porporati - lo ricordiamo - si impegnano pure ad osservare il segreto su tutto ciò che riguarda il Conclave. Dopo il giuramento, il maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, l’arcivescovo Piero Marini, pronuncerà l’extra omnes: gli estranei al Conclave lasceranno la Cappella. Toccherà poi al cardinale Tomas Spidlik tenere la meditazione ai Cardinali elettori. In seguito anche l’arcivescovo Marini e lo stesso cardinale Spidlik lasceranno la Cappella. Il cardinal decano Ratzinger sottoporrà quindi al collegio degli elettori la questione se si possa o no iniziare le operazioni per l’elezione. Se, a giudizio della maggioranza degli elettori, nulla impedisce tale avvio, si passerà immediatamente alla votazione.

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L’elezione del prossimo Papa avrà regole nuove, rispetto al passato: quelle che Giovanni Paolo II ha stabilito nella costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, “tenendo conto – come scrisse nel ’96 – delle attuali esigenze ecclesiali e degli orientamenti della cultura moderna”. Il servizio di Andrea Sarubbi:

 

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Addio alle vecchie norme, lo impone la storia. No all’elezione per compromesso – per delega, cioè, ad un gruppo di cardinali, come accadde a Giovanni XXII – perché comporterebbe una “deresponsabilizzazione” degli altri porporati. No anche a quella per inspirationem, in cui il nome proposto da un cardinale poteva essere acclamato a gran voce da tutti: fu così per Gregorio XV, ma il passare dei secoli – si legge nella Universi Dominici Gregis – ha reso la procedura “inadatta ad interpretare il pensiero di un collegio elettivo così esteso per numero e tanto diversificato per provenienza”.

 

L’unica strada percorribile rimane, dunque, lo scrutinio segreto, a maggioranza, scelto da Giovanni Paolo II per le “garanzie di chiarezza, linearità, semplicità, trasparenza e, soprattutto, di effettiva e costruttiva partecipazione” di tutti i cardinali. Una maggioranza di due terzi, che significa – nell’attuale Conclave – 77 voti su 115. Ma che potrebbe anche modificarsi se, dopo 34 scrutini, gli elettori non dovessero trovare un’intesa: a quel punto, si potrebbe optare anche per la sola maggioranza assoluta o per il ballottaggio tra i due nomi più votati nello scrutinio immediatamente precedente.

 

Il primo voto è previsto, ma non sicuro, per domani. Poi quattro scrutini al giorno: due alla mattina, due al pomeriggio. Ogni sette votazioni, una pausa di preghiera e liberi colloqui, della durata massima di 24 ore. In ognuna di queste soste si prevede una esortazione, affidata nell’ordine al cardinale Protodiacono – attualmente Medina Estévez –, al Protopresbitero, de Araujo Sales, ed al cardinale primo dell’Ordine dei Vescovi, Ratzinger.

 

Le schede, di forma rettangolare, porteranno la scritta “Eligo in summum Pontificem” nella metà superiore. In quella inferiore, ogni cardinale scriverà la propria preferenza: “segretamente”, ribadisce la Universi Dominici Gregis, e “chiaramente”, ma con grafia “quanto più possibile non riconoscibile”. Piegherà la scheda e, tenendola sollevata, la porterà all’altare, dove – prima di riporla nell’urna – dirà: “Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto”. Il resto è noto: il conteggio, le schede forate ed annodate con uno spago prima di essere bruciate nella stufa di ghisa, la tradizionale fumata che quest’anno – in caso di elezione – verrà accompagnata anche dal suono delle campane della Basilica di San Pietro.

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Per una riflessione sul valore straordinario del Conclave, istituzione quasi millenaria consacrata all’elezione del Successore di Pietro, Alessandro Gisotti ha intervistato il teologo Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto:

 

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R. - Credo che l’immagine biblica più adeguata per il Conclave possa essere quella del Cenacolo di Gerusalemme su cui scende lo Spirito di Pentecoste. Il Cenacolo è l’assemblea dei 12 con la presenza di Maria. Vengono investiti dal dono dello Spirito Santo e divengono testimoni innamorati, fedeli di Gesù nella storia. Sono gli elementi di cui si compone il Conclave: da una parte i cardinali che sono i successori degli Apostoli, in quanto vescovi e che sono, nello stesso tempo, i cardini della Chiesa romana. I cardinali si riuniscono in questa sorta di Cenacolo, Maria è in mezzo a loro perché la Madre di Gesù accompagna la vicenda della Chiesa del Suo Figlio in tutti i momenti, intercede per loro. Lo Spirito Santo è il grande protagonista.

 

D. – I padri cardinali hanno chiesto a tutti i fedeli che preghino lo Spirito Santo affinché li illumini per la scelta del nuovo Successore di Pietro. In ciò si può vedere anche un’unità della Chiesa in questo momento forte …

 

R. – Certamente! E’ l’unità nel grande bisogno che abbiamo di lasciarci guidare dal soffio dello Spirito! Dobbiamo abbandonarci alla sorpresa dello Spirito. Credo che porsi in atteggiamento di preghiera da parte di tutti sia il modo migliore per accompagnare il Conclave, per accogliere il dono che ci verrà da Dio, perché, non dimentichiamolo, chiunque sarà il Papa, sarà il dono di Dio per la Chiesa degli inizi di questo Terzo millennio. E’ proprio così! Dobbiamo essere pronti e preparati ad accoglierlo. Dunque, la preghiera per il Conclave ha una duplice finalità: quella di invocare il dono dello Spirito Santo, in modo speciale sui cardinali elettori, ma anche quello di invocare su tutta la Chiesa quegli occhi e quel cuore nuovo capace di riconoscere, in colui che sarà eletto, l’autentico dono di Dio.

 

D. – Per la prima volta la Messa pro eligendo Papa, che precede l’inizio del Conclave, sarà aperta ai fedeli. Un segno, anche questo …

 

R. – Penso proprio di sì. Segno di quell’ecclesiologia di comunione del popolo di Dio del Concilio Vaticano II, che vede giustamente protagonisti tutti i battezzati nei momenti grandi della vita della Chiesa e che, dunque, invoca da tutti ed esige da tutti di essere attivamente partecipi nella richiesta a Dio del dono dello Spirito e dei suoi frutti.

 

D. – Il nuovo Papa è Successore di Pietro ma anche di Giovanni Paolo II che, con il suo Pontificato, ha segnato nel profondo la vita della Chiesa. Tante davvero le sfide per il nuovo Pontefice che, ovviamente, avrà bisogno dell’aiuto del Signore, dello Spirito Santo per affrontarle …

 

R. – Certamente le sfide sono tantissime: dalla globalizzazione, che rischia a volte di schiacciare i più deboli, alla questione della pace, dove l’insegnamento altissimo di Giovanni Paolo II dovrà essere continuato, testimoniato con tutta la forza e la passione, alle sfide della bioetica, dei diritti umani … Però tutte queste sfide si rapportano a quella che è decisiva per la Chiesa e per il Papa: la sfida dell’evangelizzazione. Non dobbiamo mai dimenticare che al cuore, al centro delle preoccupazioni del Papa, c’è l’urgenza di dare al mondo il Vangelo di Gesù in maniera limpida, trasparente, perché se ne possa cogliere la bellezza, la forza salvifica di cui uomini e donne del nostro tempo, di tutti i continenti, hanno immensamente bisogno.

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IERI SERA IN SAN PIETRO, L’ULTIMO NOVENDIALE IN SUFFRAGIO

 DI GIOVANNI PAOLO II. LA CELEBRAZIONE DELLA MESSA,

 AFFIDATA ALLA CAPPELLA PAPALE,

E’ STATA PRESIEDUTA DAL CARDINALE MEDINA ESTÉVEZ,

PROTODIACONO DEL COLLEGIO CARDINALIZIO

 

Veramente il cuore di Giovanni Paolo II rassomigliava al cuore di Gesù. E’ un passo dell’omelia del cardinale Jorge Arturo Medina Estévez, prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e Protodiacono del Collegio cardinalizio, che ha presieduto il nono ed ultimo novendiale per il Pontefice, affidato alla Cappella Papale. La messa è stata celebrata ieri pomeriggio nella Basilica Vaticana. Il servizio è di Paolo Ondarza:

 

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(Musica)

 

“Siamo testimoni – ha detto il cardinale Medina Estévez – dell’immensa ammirazione che ha circondato dappertutto la memoria di questo Pontefice, giustamente chiamato “il grande”. Il porporato ha poi sottolineato la centralità del culto eucaristico per Giovanni Paolo II, come testimonia la sua ultima enciclica, la Ecclesia del Eucaristia.

 

“Osservando come Giovanni Paolo II celebrava la Santissima Eucaristia, abbiamo avuto la chiara percezione come per lui l’offerta della sua vita inserita in quella di Gesù fosse il centro dell’esistenza.  Giovanni Paolo II fu veramente un uomo eucaristico, modellato sull’esempio di Maria”.

 

L’adorazione eucaristica – ha spiegato il Protodiacono del Collegio cardinalizio – “è una gioiosa consapevolezza della nostra condizione di creature, in totale dipendenza da Colui che è la sorgente del nostro essere. L’unica sicurezza è il Signore e sarebbe pazzia cercarla in noi stessi o in qualsiasi creatura. Siamo venuti – ha continuato – per lodare il Signore per il magistero del Papa al servizio della verità evangelica”.

 

“Per la sua umiltà, per il suo amore verso i poveri, per la sua preoccupazione per la pace, il suo esempio sacerdotale, il suo distacco da ogni cosa che non fosse la gloria di Dio, la sua predilezione per i giovani e le famiglie, la sua instancabile difesa della vita. E ancora per il suo impegno ecumenico e per il suo dolore nel vedere che ci sono tanti luoghi ove i cristiani soffrono ancora persecuzioni e discriminazioni”.

 

Ma, ha aggiunto il porporato, siamo venuti anche per offrire il Santo sacrificio eucaristico come propiziazione e riparazione affinché il Signore purifichi l’anima di Giovanni Paolo II da ogni peccato ed imperfezione, pur leggera, così che possa essere quanto prima ammesso alla presenza della Santissima Trinità. Il Papa infatti – ha ricordato il cardinale Medina Estévez – fu ben consapevole della necessità per ogni uomo di affidarsi alla Misericordia di Dio. Convinzione che lo portò a stabilire la festa della Divina Misericordia e a scendere ogni venerdì santo in san Pietro “per amministrare il sacramento della Riconciliazione”.

 

“Lui stesso si accostava alla Confessione Sacramentale e ricordo con ammirazione quando durante un’ora di lavoro nel suo ufficio, dopo aver avuto un momento di fugace insofferenza, disse a noi: “e pensare che mi sono confessato questa mattina!”

 

Il cardinale Medina Estévez servendosi di citazioni bibliche ha concluso quest’ultimo novendiale con un’esortazione: “Giovanni Paolo II, servo fedele e prudente, entra per i meriti di Gesù Cristo nella gioia del tuo Signore! Adoralo, guarda la sua faccia, porta il Suo nome sulla fronte. Non vi sarà per te più notte perché il Signore ti illuminerà e regnerai con tutti i Santi nei secoli dei Secoli!”

 

(Musica)

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GIOVANNI PAOLO II TRA I POVERI E I SOFFERENTI: PUBBLICATA OGGI UNA RELAZIONE SULL’ATTIVITA’ CARITATIVA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO COR UNUM NELL’ANNO 2004

 

         Una “testimonianza di carità evangelica” che avviene “sempre nel più rigoroso rispetto della libertà religiosa e delle convinzioni delle persone e delle istituzioni beneficiate”. E’ questo lo spirito che anima l’attività caritativa del pontificio consiglio Cor Unum. Un’istituzione che, in un certo modo, è stato l’orecchio di Giovanni Paolo II per ascoltare le richieste di aiuto provenienti da Paesi colpiti da ogni sorte di calamità. Per tracciare un bilancio sull’impegno profuso nel 2004 da Cor Unum, è stata pubblicata oggi una relazione, su cui ci riferisce Alessandro Gisotti:

 

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E’ il 27 dicembre 2004, il giorno dopo l’immane tragedia che ha scosso il sudest asiatico. Giovanni Paolo II vuole manifestare la sua vicinanza paterna e spirituale alle popolazioni colpite dallo tsunami. Dispone così l’invio immediato di aiuti nello Sri Lanka, in Indonesia, India, Thailandia e Somalia. Fondi che ammontano ad oltre 300 mila dollari. Un mese dopo, il Santo Padre affida il suo messaggio di solidarietà all’arcivescovo Cordes, presidente di Cor Unum, suo inviato speciale nelle zone devastate dal maremoto. Tra le ultime disposizioni di Giovanni Paolo II, prima del suo ritorno alla Casa del Padre, c’è l’invio di ulteriori aiuti per la ricostruzione di una scuola srilankese e 50 mila dollari per gli abitanti dell’isola indonesiana di Nias, colpita da un nuovo terremoto. Il 2004, sottolinea la relazione, è stato un anno caratterizzato da un impegno particolare di Cor Unum. A giugno, il Papa invia l’arcivescovo Cordes nella martoriata regione sudanese del Darfur. In quell’occasione, il Santo Padre destina alla Chiesa locale un contributo di 100 mila euro in favore dei più bisognosi. Aiuti vengono offerti anche alle popolazioni di Haiti e della Repubblica Dominicana, colpite dalle inondazioni. Il momento centrale di queste missioni è sempre la celebrazione Eucaristica, cuore di ogni azione caritativa della Chiesa universale.

 

Vero e proprio dicastero della Carità del Papa, Cor Unum nel 2004 eroga oltre 992 mila dollari e 519 mila euro per casi di urgenza come terremoti, guerre ed inondazioni. Ma l’attenzione di Papa Wojtyla non si limita a queste situazioni estreme. Nel corso del 2004, sostiene progetti in favore dell’infanzia, degli anziani, delle donne e dei disabili. Un impegno concretizzatosi in erogazioni per oltre 2 milioni di dollari e più di 600 mila euro. D’altro canto, la carità del Papa si dispiega anche attraverso altri due strumenti, che egli ha voluto affidare a Cor Unum: la Fondazione per il Sahel, istituita nel 1984, per aiutare le popolazioni di questa regione africana e la Fondazione Populorum Progressio, creata nel 1992, al servizio dei poveri dell’America Latina. Nel 2004, la Fondazione per il Sahel ha approvato 169 progetti per uno stanziamento di 1 milione e 771 mila euro. Sono invece 231 i progetti approvati dal consiglio di amministrazione della Populorum Progressio per un importo di quasi 1 milione e 900 mila euro. Le due Fondazioni furono istituite da Giovanni Paolo II come testimonianza permanente del suo amore per le popolazioni del Sahel e dell’America Latina, facendo appello a tutti i fedeli affinché ne sostenessero il prezioso servizio proteso alla promozione integrale di questi popoli tanto cari al Santo Padre. Va peraltro ricordato che i sussidi elargiti da Cor Unum non esauriscono la Carità del Papa, che si esprime anche attraverso altri canali, come le Pontificie Opere Missionarie.

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    OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Titolo d'apertura della prima pagina: "E' il tempo dell'attesa"; lunedì mattina 18 aprile la Santa Messa nella Basilica Vaticana per l'elezione del Romano Pontefice. Nel pomeriggio l'ingresso dei Cardinali elettori in Conclave, nella Cappella Sistina.

La Concelebrazione Eucaristica nell'ultimo giorno dei Novendiali in suffragio del Romano Pontefice.

Quattro pagine con le foto dei Cardinali che partecipano al Conclave.

Cinque pagine con la biografia (gli ultimi anni) di Giovanni Paolo II.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

17 aprile 2005

 

 

LA SANTITA’ VIA DELLA CHIESA: GIOVANNI PAOLO II

E LE CANONIZZAZIONI NEL SUO PONTIFICATO

 

Nella storia della Chiesa è stato il Papa cui si deve il numero più elevato di canonizzazioni e beatificazioni. Questo primato del Pontificato di Giovanni Paolo II ha richiamato spesso l’attenzione dell’opinione pubblica sul concetto di santità. Come a ricordare più volte l’invito contenuto nel libro del Levitico, “Siate santi, perché io, il Signore vostro Dio, sono santo”, il Pontefice ha voluto additare, negli esempi offerti da quanti ha canonizzato e beatificato, la via da seguire. Il servizio di Tiziana Campisi:

 

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(Musica)

 

483 santi e 1345 beati. Durante gli oltre 26 anni sulla Cattedra di Pietro Giovanni Paolo II ha elevato agli altari religiosi, laici, martiri e pontefici, sottolineando più volte che la santità è parte anche della vita ordinaria e che vivere quotidianamente alla luce del Vangelo è possibile. La prima canonizzazione del suo Pontificato risale al 20 giugno del 1982. Karol Wojtyla proclama Santo Crispino da Viterbo. E’ il 24 febbraio del 1979: con il decreto Confirmatio cultus, Giovanni Paolo II, con la monaca dominicana Margarita Ebner, apre l’albo dei beati. Il 10 ottobre del 1982 canonizza padre Massimiliano Maria Kolbe. L’11 ottobre del 1998 Edith Stein.

 

“L’albero della Croce porta sempre innovati frutti di salvezza. Il messaggio della Croce è così entrato nel cuore di tanti uomini e di tante donne, cambiandone l’esistenza. Un esempio eloquente di questo straordinario rinnovamento è la vicenda spirituale di Edith Stein”.

 

E, in lingua tedesca, ricordando gli orrori dei campi di concentramento, grida contro i crimini perpetrati a danno di gruppi etnici:

 

“WENN WIR VORAN, JAHR FÜR JAHR, DAS GEDÄCHTNIS ...

Nel celebrare, d’ora in poi, la memoria della nuova santa, non potremo non ricordare, di anno in anno, anche la shoa, quel piano efferato di eliminazione di un popolo che costò la vita a milioni di fratelli e sorelle ebrei. Per amor di Dio e dell’uomo, ancora una volta, io levo un grido accorato: mai più si ripeta una simile iniziativa criminale per nessun gruppo etnico, nessun popolo, nessuna razza, in nessun angolo della terra!”

 

(Musica)

 

E’ il 13 maggio del 2000 quando beatifica i pastorelli di Fatima, Giacinta e Francesco. Il 3 settembre, tra i cinque Servi di Dio beatificati ci sono due Papi: Pio IX e Giovanni XXIII:

 

“Il Papa che colpì il mondo per l’affabilità del tratto da cui traspariva la singolar bontà dell’animo. I disegni divini hanno voluto che la beatificazione accomunasse due Papi vissuti in contesti storici ben diversi, ma legati, al di là delle apparenze, da non poche somiglianze sul piano umano e spirituale. E’ nota la profonda venerazione che Papa Giovanni aveva per Pio IX, del quale auspicava la beatificazione”.

 

(Musica)

 

Nello stesso anno, tra i beati proclamati l’1 ottobre, Giuseppina Baquita.

 

“ABDUCTED AND SOLD INTO SLAVERY …

Resa schiava e venduta come tale alla tenera età di 7 anni, soffrì molto nelle mani di padroni crudeli, tuttavia comprese la verità profonda che Dio e non l’uomo è il vero padrone di ogni essere umano, di ogni vita umana”.

 

(Musica)

 

Il 16 giugno del 2002, è Santo padre Pio da Pietrelcina:

 

“La vita e la missione di padre Pio testimoniano che le difficoltà e i dolori accettati per amore si trasformano in un cammino privilegiato di santità, che apre verso prospettive di un bene più grande, note solamente al Signore”.

 

(Musica)

 

Con singolare gioia, il 19 ottobre del 2003, Giovanni Paolo II proclama Beata madre Teresa di Calcutta, alla quale era legato da una particolare amicizia. L’ultima canonizzazione risale al 16 maggio dello scorso anno. Sei i nuovi santi, tra loro don Luigi Orione. E il 3 ottobre del 2004 l’ultima cerimonia di beatificazione. Cinque i servi di Dio cui vengono riconosciuti virtù eroiche e miracoli. Ricordiamo Anna Catharina Emmerick e Carlo d’Austria. E, nel 2000, con queste parole, Giovanni Paolo II si è rivolto alle nuove generazioni: “Giovani di ogni continente, non abbiate paura di essere i santi del nuovo millennio!”.

 

(Musica)

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OGGI, QUARTA DOMENICA DI PASQUA, SI CELEBRA LA 42.MA

GIORNATA MONDIALE DELLE VOCAZIONI

- Intervista con don Vito Magno -

 

Domenica 17 aprile, IV domenica di Pasqua. E’ la domenica così detta del Buon Pastore, perché le letture della Messa del giorno presentano la figura di Gesù Cristo Buon Pastore. Ed è la giornata scelta, 42 anni fa da Paolo VI come Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Per la prima volta questa giornata si celebra senza il Papa, Giovanni Paolo II, il cui ministero pastorale è stato fortemente caratterizzato dalla costante attenzione a tutte le vocazioni. Nel suo messaggio per questa giornata risalta l’invito ai giovani a prendere il largo, duc in altum, con fiducia, al seguito di Gesù. Sullo stato attuale delle vocazioni, Giovanni Peduto ha intervistato padre Vito Magno, rogazionista in un istituto religioso che si occupa di incrementare le vocazioni sacerdotali e religiose:

 

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R. – Quando Karol Wojtyla fu eletto Pontefice la parabola numerica delle vocazioni aveva toccato il suo minimo. Da allora la situazione è migliorata per quanto attiene alle vocazioni sacerdotali. I sacerdoti diocesani sono passati dai 262.485 del 1978 ai 267.334, registrati dall’ultimo Annuario Statistico della Chiesa. Al calo verificatosi in Europa e nel nord America ha fatto riscontro un incremento del 72,96 per cento in Africa, del 66,31 per cento in Asia e, in percentuale più contenuta, anche in America Latina. La medesima cosa non si è verificata per gli istituti religiosi maschili e femminili, anche se l’incremento delle associazioni e dei movimenti costituiscono la premessa di una ripresa. Ciò si nota già a livello di seminaristi, che dai 63.882 del 1978 sono saliti a 113.199, con una crescita significativa in Africa, Asia e, in parte, in America Latina. Infine i Diaconi permanenti da 5.562 sono passati a 30.097.

 

D. – Quale segno Giovanni Paolo II ha lasciato nella pastorale delle vocazioni?

 

R. – Più che di un segno parlerei di eredità vocazionale con caratteristiche inconfondibili: prima di tutto la testimonianza della vita; la sua ha suscitato forte attrattiva sui giovani. Non è un caso che le Giornate mondiali della Gioventù hanno aiutato migliaia di giovani a rispondere positivamente alla divina chiamata al sacerdozio ed alla vita religiosa. “All’origine di qualsiasi vocazione è l’esempio delle persone consacrate”, aveva scritto nel messaggio della prima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.

 

D. – Quali sono le altre caratteristiche della sua eredità vocazionale?

 

R. – La catechesi, come via per scoprire il particolare progetto di Dio su ciascuno; poi la solidarietà e soprattutto la preghiera come impegno della Chiesa nell’assecondare il comando di Gesù: “Pregate il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe”. Preghiera che raccomandava in modo particolare alle persone sofferenti, che ricordava spesso negli incontri con le masse dei fedeli di tutte le parti del mondo, che coltivava personalmente mettendo al centro la celebrazione eucaristica. Infine un punto di riferimento imprescindibile per la pastorale vocazionale indicata da Giovanni Paolo II sono i suoi 27 Messaggi per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, le Esortazioni apostoliche su vescovi, presbiteri, consacrati e laici, frutto di altrettanti sinodi, e le Lettere ai sacerdoti per il Giovedì Santo.    

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GIOVANNI PAOLO II E GLI INSEGNAMENTI SULLA FAMIGLIA AL CENTRO

DEL “FAMILY FEST”, EVENTO MONDIALE PROMOSSO DAL MOVIMENTO

DEI FOCOLARI, SVOLTOSI IERI SERA AL CAMPIDOGLIO IN ROMA

 

“Siate testimoni dell’amore tangibili di Dio per l’umanità”: è la sfida lanciata da Giovanni Paolo II alle famiglie di tutto il mondo, sfida raccolta ieri pomeriggio dai protagonisti del Family Fest in piazza del Campidoglio a Roma. L’evento, dedicato al Santo Padre, è stato organizzato da “Famiglie Nuove” del Movimento dei Focolari, e si è svolto contemporaneamente in 193 meeting in altrettante città di 77 Paesi, collegati in diretta televisiva con Roma. Il Family Fest è stato seguito per noi da Gabriella Ceraso:

 

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(Musica)

 

Con danze, voci e colori, l’Africa, l’America, l’Europa e l’Asia, unite nel Family Fest romano, hanno voluto dare visibilità ad un modello di famiglia proposto da Giovanni Paolo II, basato sui valori attinti dalla fede cristiana, la cui sorgente è l’amore vero, quello divino, un amore senza fine, fecondo. Le tante parole spese dal Papa per la famiglia sono state il filo conduttore di questa festa.

 

“Proclamate insieme il valore della famiglia e quello della vita. Senza questi valori non c’è futuro degno dell’uomo”.

 

La famiglia, che in tutte le culture è chiamata a vivere l’amore reciproco, diviene sorgente di fratellanza universale. Lo ha ricordato Chiara Lubich fondatrice del Movimento dei Focolari e lo ha testimoniato il portavoce del Movimento buddista, Rissho Kosei-Kai:

 

“Solo se in ogni singola famiglia vi sarà amore e unità sarà possibile una società di pace, un mondo di pace. Avendo sempre in cuore la compassione e l’amore possiamo andare avanti insieme, strettamente uniti, cristiani e buddisti”. 

 

Le “Famiglie Nuove”, ossia rinnovate dall’amore di Dio, credono nel ‘sì’ eterno, nonostante il mondo vada controcorrente e si aprono sin dall’inizio alla solidarietà.

 

“Nella lista dei regali per il nostro matrimonio abbiamo inserito una scuola in Tanzania, che poi abbiamo visitato. Lì abbiamo conosciuto le maestre e i bambini orfani, molti di loro di genitori malati di Aids, e alcuni di loro sieropositivi. Conoscendoli abbiamo avuto l’occasione di dare loro tutti i soldi raccolti per il nostro matrimonio”.

 

Tra le stagioni della famiglia anche l’inverno, il momento della prova e della sofferenza. Anche in questa occasione c’è la possibilità di andare avanti.

 

“Abbiamo imparato a guardare in faccia il dolore e quel volto per noi ha un nome: è Gesù che sulla croce accetta di soffrire, prima di sentirsi abbandonato da Dio, per dare al mondo i suoi doni. E quando noi riusciamo ad abbracciarlo, riceviamo anche noi quei doni, che sono gioia, luce e serenità”.   

 

(Musica)

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CHIESA E SOCIETA’

17 aprile 2005

 

 

“Memoria e identità”, l’ultimo libro di Giovanni Paolo II, è in Polonia

 il più venduto nella storia. Esaurite in pochi giorni seicentomila copie,

 la casa editrice Znack prevede vendite

che supereranno il milione e mezzo di volumi

 

VARSAVIA. = “Memoria e identità”, l'ultimo libro di Giovanni Paolo II, è in Polonia il più letto di tutti i tempi. Esaurite in tempi record seicentomila copie. La casa editrice Znak ha già ricevuto cinquecentomila prenotazioni per il volume. “Dopo la morte del Papa ci sono pervenute numerosissime richieste dalle librerie di tutto il Paese che vogliono avere copie supplementari”, ha affermato Silwia Wcislo, responsabile del settore vendite della casa editrice. “Memoria e identità”, quinta opera pubblicata da Karol Wojtyla, si rivela dunque in Polonia il libro più venduto nella storia. Secondo le previsioni, le vendite supereranno il milione e mezzo di copie. Secondo il volere di Giovanni Paolo II, i ricavi delle vendite saranno devoluti agli studenti poveri dell'Europa centrale. (T.C.)

 

 

SUDAN: IN DUE DOCUMENTI DEI VESCOVI LE PRIORITÀ DELLA CHIESA DOPO LA FIRMA

DEGLI ACCORDI DI PACE. PERDONO, ACCOGLIENZA DEI PROFUGHI E MIGLIORAMENTO

DEI RAPPORTI CON I DONATORI INTERNAZIONALI I PUNTI SVILUPPATI DAI PRESULI

 

KHARTOUM. = Reinserimento e riabilitazione dei profughi, ricostruzione delle infrastrutture, lotta all’Aids e costruzione di un sistema sanitario ed educativo efficace. Sono queste le priorità individuate dai vescovi sudanesi per la ricostruzione del Sud Sudan, sconvolto da oltre 20 anni di guerra civile. In due documenti, il “Messaggio agli amici e ai donatori” e la “Dichiarazione pastorale dei vescovi sudanesi sulla sottoscrizione dell’accordo di pace totale”, i presuli esprimono la loro gioia per la firma dell’accordo di pace ma analizzano anche i problemi che il sud Sudan dovrà affrontare e il loro impatto sulla vita della Chiesa. Chiedono inoltre maggiore collaborazione da parte delle Organizzazioni Non Governative che operano nella regione ed invitano al perdono per opporsi alla cultura dell’odio e della vendetta alimentata dalla guerra civile. Il 12 aprile, la comunità internazionale ha varato un programma di aiuti di oltre quattro miliardi di dollari. I fondi saranno distribuiti dal prossimo luglio lungo l’arco di due anni e saranno impiegati nella ricostruzione di infrastrutture, scuole e ospedali, come previsto dagli accordi di pace Nord-Sud siglati lo scorso 9 gennaio tra Khartoum ed il Movimento di liberazione del Sudan di John Garang. (T.C.)

 

 

INAUGURATA A VICENZA L’UNDICESIMA EDIZIONE DI KOINÈ, RASSEGNA DI ARREDI

E OGGETTI LITURGICI. IN MOSTRA ANCHE LE NUOVE TECNOLOGIE PER GLI IMPIANTI

DI ILLUMINAZIONE E RISCALDAMENTO E PER I SISTEMI DI SORVEGLIANZA

CONTRO I FURTI D’ARTE. IL SALUTO DEL VESCOVO NOSIGLIA AI 240 ESPOSITORI

 

VICENZA. = E’ stata inaugurata ieri a Vicenza l’undicesima edizione di “Koinè”, la rassegna internazionale di arredi, oggetti liturgici e componenti dell’edilizia per il culto. “Ci ritroviamo nell'attesa e nel ricordo di Giovanni Paolo II - ha detto monsignor Cesare Nosiglia, vescovo di Vicenza, all’apertura della rassegna - e il nostro miglior augurio va ai cardinali, affinché possano scegliere una persona che sappia seguire le orme del Papa appena scomparso, portando la gioia e la serenità dell'essere cristiani in un mondo più giusto e più pacifico”. La mostra, aperta fino 19 aprile, ospita 240 espositori con il 15 per cento di rappresentanti di tutti i continenti. In esposizione articoli di vetreria, sculture in legno, confessionali e mosaici. E c’è spazio anche per la tecnologia, con gli ultimi sistemi di illuminazione, riscaldamento ed i più avanzati impianti per la sorveglianza. Tema monografico di Koinè, quest’anno, è la casula tra innovazione e tradizione. In una mostra numerosi artisti, designer e studenti di scuole d'arte si cimenteranno nella creazione di tessuti e nella progettazione e realizzazione di abiti liturgici. Spazio anche per convegni e approfondimenti. (T.C.)

 

 

L’ORGANIZZAZIONE NON GOVERNATIVA “MANI TESE” LANCIA UNA INIZIATIVA

 PER SENSIBILIZZARE LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE

SUL PROBLEMA DELLO SFRUTTAMENTO DEI MINORI

 

MILANO. = L’Organizzazione Non Governativa “Mani Tese” lancia una mobilitazione contro il lavoro minorile per contrastare le cifre registrate dall’Organizzazione internazionale del lavoro e dall’Unicef che stimano in 246 milioni i minori lavoratori nel mondo. “Un gioco da ragazzi”, questo il titolo dell’iniziativa, vuole ricordare, in particolare, Iqbal Masih nel decimo anniversario della sua morte. Noto come il più giovane sindacalista della storia, Iqbal aveva 4 anni quando, nel 1983, il padre dovette venderlo come schiavo per l’equivalente di 12 dollari a un fabbricante di tappeti. Fu ucciso dalla mafia dei fabbricanti di tappeti pakistani il 16 aprile del 1995. Con questa mobilitazione e la conseguente sensibilizzazione “Mani Tese” spera di raccogliere un alto numero di firme per una petizione da consegnare al segretario generale dell’Onu Kofi Annan; lo scopo è chiedere un impegno in tutto il mondo per una società in cui vi siano sempre meno bambini costretti a lavorare e a sacrificare diritti essenziali e irrinunciabili come quello al gioco, all’istruzione, a una vita sana. (T.C.)

 

 

GIUNTA A DESTINAZIONE LA NAVETTA RUSSA SOYUZ: CONCLUSO CON SUCCESSO L’AGGANCIO CON LA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE. NELL’EQUIPAGGIO ANCHE UN ASTRONAUTA ITALIANO. TRASMESSE AL CENTRO ESA DI FRASCATI

LE IMMAGINI DELLA MISSIONE SPAZIALE

 

FRASCATI. = La navetta russa Soyuz, a bordo della quale si trovano l'astronauta italiano Roberto Vittori, dell'Agenzia Spaziale Europea, il cosmonauta Sergei Krikalev, dell'Agenzia spaziale russa Roscomos, e l'americano John Phillips, della NASA si è agganciata alla Stazione Spaziale Internazionale. I tre uomini dell’equipaggio hanno fatto il loro ingresso nella stazione spaziale circa tre ore dopo le manovre di aggancio. Vittori è il primo astronauta europeo a visitare per la seconda volta la Stazione Spaziale Internazionale, dopo la missione Marco Polo del 2002. Uno dei suoi primi compiti sarà trasferire dalla Soyuz alla Stazione Spaziale attrezzature e campioni necessari per gli esperimenti che dovrà condurre per la missione Eneide. Ripartirà il 25 aprile assieme al russo Salizhan Sharipov e all'americano Leroy Chao da sei mesi a  bordo della Stazione Spaziale e ai quali si alterneranno gli altri due astronauti della Soyuz. Le immagini dell’operazione sono state trasmesse all’ESA di Frascati in collegamento con il centro di controllo dell’azienda russa Energia di Mosca. (T.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

17 aprile 2005

 

- A cura di Salvatore Sabatino -

 

Tokyo e Pechino cercano di risolvere diplomaticamente la “guerra della storia” scoppiata tra i due Paesi per l'asserito ritorno del Giappone al revisionismo storico sul suo passato di guerre di aggressione contro la Cina. Il ministro degli Esteri giapponese, Nobutaka Machimura, è arrivato a Pechino per una serie di colloqui con il collega cinese Li ZhaoXing. Intanto ieri, massicce dimostrazioni antigiapponesi sono avvenute a Shanghai e in altre città cinesi e altre sono convocate per oggi. Il nostro servizio:

 

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Entra in campo la diplomazia per risolvere la crisi scoppiata nei giorni scorsi tra Cina e Giappone sul revisionismo storico di Tokyo circa l’occupazione nipponica della Cina nella Seconda guerra mondiale. Dopo le proteste dei giorni scorsi, sfociate in violenze in numerose città cinesi, il ministro degli Esteri di Tokyo, Machimura, ha deciso di affrontare il problema volando a Pechino, dove nel pomeriggio avrà un faccia a faccia con il suo omologo Li ZhaoXing. Al centro dell’incontro la possibile soluzione della vicenda.

 

Ma se la diplomazia cerca di rimettere a posto i pezzi di un puzzle ormai smontato, le manifestazioni di piazza proseguono, allargando il fronte ed accendendo gli animi pure della popolazione nipponica. Questa mattina, infatti, un militante nazionalista giapponese ha lanciato una bottiglia molotov contro la sede del consolato generale cinese ad Osaka ed ha tentato di darsi fuoco quando le forze di polizia sono intervenute per bloccarlo.  La stessa sede diplomatica aveva ricevuto pochi giorni fa lettere di minacce contenenti, tra l'altro, una cartuccia e una lama di rasoio. Anche altre rappresentanze diplomatiche o d'affari cinesi in Giappone hanno ricevuto minacce o sono state fatte oggetto di atti di vandalismo. Ma è in Cina che le manifestazioni hanno coinvolto migliaia di persone. Quella più imponente è stata organizzata a Shenzhen, una città industriale del Sud della Cina. Nel centro industriale di Shenyang, nel Nord-Est del Paese, invece, manifestanti hanno lanciato pietre e vernice di colore rosso contro la sede del consolato del Giappone. Altre mobilitazioni sono state organizzate per oggi.

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Si è svolto in un “clima molto caloroso” l’incontro di oggi a New Delhi tra il presidente pachistano, Pervez Musharraf, e il primo ministro indiano, Manmohan Singh. Lo hanno riferito fonti ufficiali indiane, secondo le quali le due parti hanno deciso di aumentare i legami commerciali, ferroviari e stradali fra i loro Paesi. Il faccia a faccia è durato circa due ore e mezza ed è stato preceduto da un incontro fra le delegazioni dei due Paesi.

 

Ennesima giornata di violenze in Iraq. Tre soldati americani sono stati uccisi ed altri 7 sono rimasti feriti la notte scorsa in un attacco sferrato dalla guerriglia nei pressi di Ramadi, a ovest di Baghdad. Diciannove cadaveri non identificati sono stati, invece, rinvenuti nella zona di Aziziyah, un'ottantina di chilometri a sud di Baghdad. Rinvenuto, inoltre, il corpo decapitato del giornalista iracheno rapito circa due settimane fa da un gruppo armato. Secondo testimoni sul posto, infine, centinaia di soldati americani e iracheni hanno preso posizione stamattina attorno alla città di Madaen, nei pressi della capitale, e sono pronti a sferrare l'annunciato attacco per liberare decine di sciiti tenuti in ostaggio e minacciati di morte da guerriglieri sunniti.

 

Resta alta le tensione nei Territori palestinesi. In un nuovo gesto di sfida verso i dirigenti dell'Anp, l'Autorità nazionale palestinese del presidente Abu Mazen, miliziani armati delle Brigate dei martiri di al-Aqsa hanno assunto in mattinata il controllo del centro della città cisgiordana di Jenin. Nei pressi dell'avamposto militare di Gadid, nel Sud della striscia di Gaza, invece, un soldato israeliano è stato ferito stamane dagli spari di un cecchino palestinese. Intanto il premer israeliano, Ariel Sharon, ha voluto precisare in prima persona che non ci sarà un ritiro unilaterale in Cisgiordania dopo il ritiro da Gaza e da quattro colonie cisgiordane.

 

E' stato abrogato dal presidente dell'Ecuador, Lucio Gutierrez, il decreto che aveva imposto lo stato d’emergenza sul distretto metropolitano di Quito. Gutierrez ha spiegato che aveva firmato la disposizione, perché il parlamento non era stato in grado di sospendere la Corte Suprema di Giustizia. Le nuove nomine dei giudici dell’alta corte avevano scatenato numerose proteste di piazza, sfociate poi in atti di violenza.

 

L'esercito e le formazioni ribelli in Costa d'Avorio hanno raggiunto un accordo oggi a Bouakè, nel centro del Paese africano, su un calendario di disarmo, assoggettato a condizioni, e su un ritiro delle armi pesanti dal fronte a partire dal 21 aprile. Il risultato raggiunto è stato reso noto in un comunicato congiunto.

 

Importanti elezioni regionali oggi nei Paesi Baschi, che porteranno alle urne circa un milione e ottocentomila persone. Dopo ad una campagna elettorale caratterizzata dal silenzio dell'Eta e dalla mancanza di attentati, tutti i sondaggi danno per vincente la coalizione Pnv-Ea che sostiene il premier Juan Jose Ibarretxe, con l'appoggio nella passata legislatura di Eb - derivazione di Sinistra Unita.  Gli osservatori internazionali tentano di comprendere quanto peseranno i voti di Herri Batasuna, il braccio politico dell’Eta, dichiarato illegale dal governo Aznar e che ha annunciato che convoglierà i suoi voti sul partito Comunista:

 

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La settimana scorsa il portavoce di Batasuna, Arnaldo Otegi, ha rinviato il suo voto sul partito comunista delle terre basche. Questo partito, sconosciuto fino a questo momento, potrebbe togliere la maggioranza assoluta al governo di Juan José Ibarretxe. I sondaggi suggeriscono, comunque, la netta vittoria della coalizione di Ibarretxe, del partito nazionalista basco, che otterrebbe più o meno il risultato del 2001. I socialisti con la metà di voti scavalcherebbero il partito popolare. Ibarretxe ha chiesto ai baschi di dargli una forte maggioranza per sottoporre al referendum il suo piano considerato da Madrid uno strumento di un’indipendenza virtuale dalla Spagna.

 

Da Madrid, per la Radio Vaticana, Monica Uriel.

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In Italia, secondo il Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, la crisi di governo “rischia di complicarsi”. Parlando a Sassari, ad una manifestazione di Forza Italia, il capo del Viminale ha riferito che il quadro politico del momento propone “una crisi in parte già disinnescata sul nascere e che tuttavia rischia di complicarsi se non prevarranno rapidamente il buon senso, la buona fede e la buona volontà”.

 

Elezioni presidenziali nell’auto-proclamata Repubblica turca di Cipro nord, riconosciuta solo dalla Turchia. 148 mila gli elettori chiamati alle urne in circa 500 seggi. I sondaggi prevedono una netta vittoria del primo ministro Mehmet Ali Talat, capo del partito repubblicano turco, davanti al suo avversario principale, Dervis Eroglu, leader del Partito dell'unità nazionale.

 

Il ministro degli Esteri francese, Michel Barnier, sostiene che non esiste un piano alternativo nel caso in cui gli elettori dovessero bocciare la nuova Costituzione europea. “Nessuna nuova discussione sarà possibile per molto tempo – ha poi aggiunto il capo della diplomazia di Parigi - e rimarremo con l'attuale Trattato, che sappiamo non essere soddisfacente”. Secondo gli ultimi sondaggi a votare per il no alla Carta costituzionale europea sarebbe il 56% degli interpellati. La tornata referendaria si svolgerà il 29 maggio prossimo.

 

Continua a salire il bilancio dell’incendio che ha distrutto nella notte tra giovedì e venerdì un albergo nel centro di Parigi. Il cadavere di un bambino è stato scoperto stamattina tra le macerie, facendo salire a 22 il numero dei morti. Sono 30, invece, i feriti, alcuni dei quali versano in gravi condizioni. Undici, in totale, i bambini rimasti uccisi nel rogo.

 

 

 

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