RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
105 - Testo della trasmissione di venerdì 15 aprile 2005
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
Ieri pomeriggio il settimo Novendiale presieduto dal
patriarca maronita Nasrallah Pierre Sfeir
IN PRIMO PIANO:
Celebrati stamani a Monaco i funerali di Ranieri
III
La centralità della famiglia e la sua missione cristiana nella predicazione di Giovanni Paolo II
Domani
pomeriggio a Roma il Family Fest dedicato dal movimento dei Focolari a Giovanni
Paolo II:
interviste
con Alberto Friso e Claudio Donat Cattin
CHIESA E SOCIETA’:
Messaggio ai fedeli dell’arcivescovo Kondrusiewicz nell’imminenza
del Conclave
Il Libano in preghiera in attesa di conoscere il nuovo Papa
Inaugurata la seconda Assemblea annuale europea della
Catholic Fraternity
In Iraq uccisi tre soldati americani a Balad. Accorato appello di un ostaggio pachistano
In Italia i ministri dell’UDC lasciano il governo
“Il ‘no’ renderà la Francia più debole”. Lo ha detto ieri Chirac durante il suo discorso in favore della Costituzione Europea
15
aprile 2005
ANCORA UN CONFRONTO
SULLE QUESTIONI PIU’ RILEVANTI, ECCLESIALI E MONDIALI,
DURANTE
L’11.MA CONGREGAZIONE GENERALE DEI CARDINALI, IN VATICANO
- A cura di Alessandro De Carolis -
L’undicesima Congregazione
generale del Collegio cardinalizio, iniziata alle 9 di questa mattina, ha visto
la partecipazione di 132 porporati ed è stata interamente dedicata allo scambio di idee sui problemi della Chiesa e
del mondo. “Anche oggi - informa una
nota della Sala Stampa vaticana - alcuni cardinali, che erano preposti alle
Congregazioni o ai Pontifici Consigli della Curia Romana, hanno esposto i
problemi più importanti affrontati dal loro dicastero”.
Nel frattempo,
mentre i cardinali concludevano la loro assemblea nell’Aula Nuova del
Sinodo, in Piazza San Pietro si è radunata una folla di fotoreporter e di
curiosi che hanno puntato gli obiettivi delle loro macchine sul tetto della
Cappella Sistina, dove alcuni operai hanno installato un lungo comignolo sul
moncone di canna fumaria che spicca dalle tegole.
Oggi pomeriggio, come di
consueto, nella Basilica Vaticana verrà celebrato alle 17 l’ottavo e penultimo
Novendiale. Sarà mons. Piergiorgio Silvano Nesti, arcivescovo emerito di Camerino-San Severino Marche, a presiedere
la Santa Messa di suffragio a nome della Congregazione per gli Istituti di Vita
Consacrata e le Società di Vita Apostolica della quale è segretario. La nostra emittente,
lo ricordiamo, seguirà la cerimonia liturgica a partire dalle 17, con commento
in italiano per la zona di Roma - sull’onda media di 585 kHz e in modulazione
di frequenza di 105 MHz - in spagnolo su satellite e in inglese sul
collegamento ISDN.
Inoltre,
sempre alle 17, nell’Aula della Benedizione, gli officiali e gli addetti al
Conclave presteranno giuramento di segretezza. Gli ecclesiastici e i laici
coinvolti nel Conclave, approvati dal Camerlengo e dai tre cardinali
assistenti, devono prestare e sottoscrivere il giuramento, secondo quanto
prescrive la Costituzione apostolica Universi
Dominici Gregis al punto numero 48. Il giuramento, che li obbliga e vincola
al riserbo, sarà pronunciato davanti al cardinale Camerlengo, Eduardo Martinez
Somalo, e alla presenza di due cerimonieri pontifici. Il Conclave, lo
ricordiamo, inizierà nel pomeriggio di lunedì 18 aprile, alle 16.30, con la
processione del Collegio cardinalizio verso la Cappella Sistina.
IERI POMERIGGIO NELLA BASILICA VATICANA IL SETTIMO NOVENDIALE
PRESIEDUTO DAL PATRIARCA
MARONITA NASRALLAH PIERRE SFEIR
Il cammino ecumenico percorso da Giovanni Paolo II e il dialogo con i non
cristiani sono stati ricordati ieri pomeriggio nella Basilica Vaticana dal
cardinale Nasrallah Pierre Sfeir, patriarca di Antiochia dei Maroniti, in
Libano, che ha celebrato il settimo Novendiale in suffragio del Pontefice
scomparso, secondo il Rito orientale della Chiesa antiochena siro-maronita. Il
servizio è di Debora Donnini.
**********
(canto)
Per Giovanni Paolo II, assieme
all’incenso si sono innalzate le preghiere di questa celebrazione in arabo e
siro-aramaico, quest’ultima la lingua più vicina a quella parlata da Gesù. Tra i momenti forti il canto del
“Trysagion”, la preghiera in cui Cristo è acclamato tre volte santo:
(invocazione)
“Conferma i tuoi fratelli”: le
parole di Cristo a Pietro sono state pienamente recepite da Giovanni Paolo II.
Il patriarca ha infatti ricordato che “la sua sollecitudine era per tutta la
Chiesa, quella d’Occidente come quella d’Oriente.
“Mai ha cessato di promuovere il dialogo tra i
cristiani delle diverse denominazioni, mostrando totale rispetto per loro, sia
ortodossi, sia protestanti, considerandoli sempre come fratelli in Cristo”.
E il Papa, ha ricordato ancora
il patriarca, non si è risparmiato anche per consolidare i rapporti con le
Chiese orientali non in piena comunione con la Chiesa cattolica. Le sue
direttive per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, le visite a
diversi patriarchi ortodossi e, “punto luminoso”, la Lettera Enciclica “Ut Unum
Sint”.
Non meno si è occupato delle
Chiese orientali cattoliche. Le ha dotate di un Codice di Diritto Canonico
sulla scia del Codice latino. Ha scelto un presule di Chiesa orientale per
affidargli, appunto, la guida della Congregazione per le Chiese orientali. Ha
seguito da vicino “le difficoltà che le nostre Chiese dovevano affrontare”, ha
detto, in un contesto geografico e storico tra i più complessi e ha manifestato apertamente il desiderio di
vedere queste Chiese prosperare nella fede e conservare le loro antiche
tradizioni come Chiese-madri. Ha anche stabilito migliori rapporti con il mondo
arabo e specialmente con il mondo islamico:
“Le sue coraggiose prese di posizione a favore della
pace nel Golfo arabico e in Iraq non possono essere dimenticate in questo
nostro accorato saluto al Papa della pace, anche se egli ha sperimentato il
vivo rammarico di non potere seguire le orme di Abramo in terra mesopotamica”.
Il Papa si è dunque rivolto
anche alle religioni non cristiane. Ripercorsi gli incontri di Assisi e le sue
visite ai musulmani nei loro Paesi:
“La sua apertura verso le religioni non cristiane
non ha comunque impedito al Papa di levare alta la voce quando i diritti umani
venivano ignorati. Pure accettò di stabilire rapporti diplomatici con Paesi che
negavano alla religione cristiana il diritto all’esistenza o il diritto dei
fedeli di manifestare la propria fede con pratiche dettate dalla coscienza e
illuminate dalla fede. Posizioni coraggiose, sì: molto coraggiose!, che
Giovanni Paolo II ha assunto in spirito di rettitudine e lealtà verso tutti!”.
Ha
ricordato quindi il funerale del Papa, quando in Piazza San Pietro si sono
riuniti non solo fedeli cattolici, ma anche di altre religioni e capi di Stato
e si è pregato perché il Signore conceda all’amato Pontefice la pace dei
giusti. Ora la preghiera si rinnova:
“E’ preghiera all’Onnipotente e misericordioso
Signore e Padre, perché ottenga presto al nostro indimenticabile Padre e
Pastore il riconoscimento in terra di quella santità di cui egli già gode in
Cielo”.
In chiusura il rito
dell’incenso, tipico della Chiesa maronita, che si unisce all’inno di suffragio
per Giovanni Paolo II.
(canto)
**********
LA LUNGA STORIA DEI CONCLAVI DA ONORIO III A
GIOVANNI PAOLO II
L’istituzione del Conclave per
l’elezione del Successore di Pietro ha ormai oltre ottocento anni. Alcuni
durati poche ore, altri addirittura anni. Nel corso dei secoli, diversi
Pontefici hanno provveduto a stabilire norme per le operazioni di voto ed altri
aspetti fondamentali sul corretto svolgimento dell’assemblea cardinalizia. Da
ultimo, proprio Giovanni Paolo II con la Costituzione Universi Dominici
Gregis. Alessandro Gisotti si sofferma su alcuni momenti particolarmente
significativi della storia dei Conclavi:
**********
“E proprio qui, ai piedi di
questa stupenda policromia sistina, si riuniscono i cardinali, una comunità
responsabile per il lascito delle chiavi del Regno”. E’ un passo della poesia Il
Giudizio di Giovanni Paolo II, tratta dalla raccolta di componimenti
poetici del Papa, Trittico Romano. Il Santo Padre narra l’emozione
unica, che i cardinali riuniti in Conclave sperimentano nel trovarsi a
scegliere il Successore di Pietro. Papa Wojtyla si sofferma sul Giudizio
michelangiolesco della Cappella Sistina, luogo dove il Collegio Cardinalizio
elegge il Pontefice sin dal 1492.
Ma la storia di questa
straordinaria istituzione affonda le sue radici ancora più indietro nel tempo.
Il termine conclave – dal latino cum clave, luogo chiuso a chiave –
sembra sia stato utilizzato per la prima volta nel 1216 da Papa Onorio III per
descrivere le circostanze della sua elezione al soglio di Pietro. A Perugia,
dove in quel periodo risiedeva la Curia romana, i diciannove cardinali elettori
vengono, letteralmente, rinchiusi nel Palazzo Pontificio della città, affinché
si affrettino ad eleggere il nuovo Papa. L’effetto è immediato: basteranno due
giorni per la scelta del cardinale Cencio dei Conti Savelli, che, per 11 anni,
regnerà appunto con il nome di Onorio III.
Quarant’anni prima, con la
costituzione Licet de Vitanda, Papa Alessandro III aveva stabilito che
ad eleggere il Papa fossero solo i cardinali e che l’elezione avvenisse con una
maggioranza dei 2/3. In tutto il secolo XIII, il numero dei porporati rimane
sotto i 30. Un secolo, questo, in cui il popolo cristiano tornerà più volte ad
usare l’estrema misura della reclusione dei conclavisti per sollecitarli
all’elezione del Pontefice. L’ultimo e più clamoroso episodio avviene nel 1268
a Viterbo, alla morte di Papa Clemente IV. I 18 cardinali, riuniti in Conclave
nel Palazzo Pontificio, non riescono a trovare un accordo. Passano due anni,
risultano vane le pressioni dei re di Francia e di Sicilia. E’ allora che,
esortati da San Bonaventura, i fedeli viterbesi murano le porte del Palazzo.
Tuttavia, i porporati ancora non si decidono. I fedeli, esasperati,
scoperchiano il tetto dell’edificio e forniscono ai cardinali solo pane e
acqua. Finalmente viene trovato un accordo. E’ il primo settembre 1271: il
cardinale Tebaldo Visconti viene eletto con il nome di Gregorio X. La sede
vacante è durata quasi tre anni.
Sulla scorta di questa
drammatica esperienza il nuovo Pontefice, nel 1274, durante il Secondo Concilio
di Lione, promulga la costituzione Ubi Periculum, che istituisce
ufficialmente il Conclave e ne regola nei dettagli lo svolgimento. La
costituzione prescrive che dieci giorni, dopo la morte i cardinali si
riuniscano nel Palazzo dove si è spento il Pontefice. Tutti devono abitare in
una sala comune, senza contatto alcuno con l’esterno. Non è permesso inviare ai
cardinali alcuno scritto, pena la scomunica. Rigidissima la dieta dei cardinali
conclavisti: se dopo tre giorni non è stato ancora eletto il Successore di
Pietro, nei 5 giorni successivi i porporati potranno mangiare una sola pietanza
a pasto. Trascorso invano anche questo periodo, l’alimentazione sarà limitata a
pane, vino e acqua. La costituzione gregoriana sortisce i suoi effetti: il
Conclave che eleggerà Papa Innocenzo V nel 1276, durerà solo un giorno.
Passa solo un anno e il nuovo
Pontefice, Giovanni XXI, abroga la Costituzione Ubi Periculum: torna a
materializzarsi l’incubo di Conclavi lunghi ed estenuanti. Sarà Celestino V,
nel 1294, a ripristinare le ferree regole stabilite da Gregorio X. Norme
confermate dal suo successore, Bonifacio VIII, eletto in un solo giorno. Nei
sette secoli che seguono, le norme sul Conclave vengono sostanzialmente
rispettate. Non mancano, tuttavia, interventi normativi per ampliare e definire
le operazioni di voto. Nel 1562 Papa Pio IV emana la Bolla In Eligendis.
In questo documento si impone l’effettuazione di uno scrutinio al giorno.
Inoltre, una commissione permanente – composta dal cardinale Camerlengo e dai
tre cardinali capi d’ordine – veglierà sulla chiusura del Conclave e
l’amministrazione della Chiesa durante il periodo della Sede Vacante.
E veniamo al secolo scorso. E’
il 25 dicembre del 1904 quando San Pio X, al secolo Giuseppe Sarto, pubblica la
costituzione Vacante Sede Apostolica. Le norme del Conclave sono rese
più severe: proibita tassativamente l’ingerenza laica, rafforzate le clausole
del segreto, esteso anche dopo l’elezione del Pontefice. Altra integrazione
significativa: viene introdotta la duplice votazione mattutina e pomeridiana.
Nel 1970, Paolo VI stabilisce nel motu proprio “Ingravescentem Aetatem”
che i porporati, compiuti gli 80 anni, perdano il diritto di entrare in
Conclave come cardinali elettori. Cinque anni dopo, Papa Montini promulga la
Costituzione Romano Pontifici Eligendo. Viene fissato il nuovo tetto del
collegio cardinalizio a 120 elettori. Il segreto del Conclave viene esteso alle
Congregazioni generali. Una parte della Costituzione regola poi il
funzionamento degli uffici di Curia durante la Sede Vacante.
Da ultimo, nel 1996, Giovanni
Paolo II approva la Costituzione Universi Dominici Gregis: la novità più
significativa è rappresentata dal quorum per l’elezione. Dopo il 34.mo scrutinio,
in cui è necessaria una maggioranza di 2/3 per l’elezione, è infatti possibile
eleggere il nuovo Pontefice a maggioranza assoluta dei suffragi o, il voto,
sempre a maggioranza assoluta, sui due nomi più votati nell’ultimo scrutinio.
Soffermandosi sulla durata dei Conclavi per l’elezione degli ultimi Pontefici
si riscontrano sempre tempi piuttosto brevi, rispetto al passato. Per
l’elezione di Giovanni XXIII, nell’ottobre del 1958, sono impiegati quattro
giorni per undici scrutini. Il cardinale Montini viene eletto Papa nel giugno
del 1963, dopo tre giorni. Solo quattro scrutini per eleggere Giovanni Paolo I,
nell’agosto del 1978. Infine, Giovanni Paolo II: il 263.mo Successore di Pietro
è eletto all’ottavo scrutinio. E’ il 16 ottobre del 1978: dall’inizio del
Conclave alla fumata bianca, passano tre giorni.
**********
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima
pagina: il titolo d'apertura è "Missione: pane spezzato per la vita del
mondo": il Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale che Giovanni
Paolo II aveva firmato in data 22 febbraio, Festa della Cattedra di San Pietro.
Undicesima
Congregazione Generale: attività del Collegio Cardinalizio.
L'omelia
di Sua Beatitudine il cardinale Nasrallah Pierre Sfeir, Patriarca di Antiochia dei
Maroniti, nel VII giorno dei Nonvendiali.
Sei
pagine dedicate alla biografia di Giovanni Paolo II.
Messaggi
e telegrammi di cordoglio di Capi di Stato e di Governo.
=======ooo=======
15
aprile 2005
I FUNERALI DI RANIERI III
Si è svolto
poco fa nel principato di Monaco il funerale di Ranieri III. Alla cerimonia,
tenutasi nella cattedrale di Montecarlo, hanno partecipato delegazioni
provenienti da diversi Paesi del mondo ed una cinquantina di capi di Stato. Il
servizio di Amedeo Lomonaco:
**********
36 colpi di cannone, la porta
del palazzo che si chiude a simboleggiare la fine di un’epoca e la marcia
funebre suonata dalla fanfara dei carabinieri. E’ l’ultimo saluto che la rocca
di Monaco, avvolta in un silenzio carico di commozione, ha tributato stamani al
feretro del sovrano all’uscita dal Palazzo reale.
Il corteo ha poi imboccato, tra
file di bandiere monegasche a mezz’asta, il carrugio che conduce alla
cattedrale. Nella navata centrale, occupata anche da una grande corona con lo
stemma recante le iniziali del sovrano, hanno preso posto capi di Stato e
regnanti. Alle esequie hanno partecipato 61 delegazioni provenienti da diversi
Paesi; L’Italia è stata rappresentata dal presidente
della Camera, Pier Ferdinando Casini. La famiglia ha preso posto vicino
al coro.
Particolarmente commosso il
principe Alberto, figlio di Ranieri e nuovo regnante monegasco. L’arcivescovo
di Monaco, mons. Bernard Barsi, ha quindi celebrato la Santa Messa per le esequie
del sovrano, nato il 31 maggio del 1923 nel Principato. “La luce del Cristo che
ha perforato le tenebre ricopra Ranieri”, ha detto il presule. La tomba del
sovrano sarà accanto a quella dell’amata moglie Grace Kelly, morta nel 1982 in
seguito ad un tragico incidente stradale. Adesso per il Principato si apre una
nuova storia. Una storia iniziata nel 1297 quando Francesco Grimaldi e un
esiguo gruppo di guelfi travestiti da monaci conquistarono la rocca ottenendo
l’indipendenza dalla Repubblica marinara di Genova.
**********
LA CENTRALITA’ DELLA FAMIGLIA E LA SUA MISSIONE
CRISTIANA
NELLA
PREDICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II
- A
cura di Massimiliano Menichetti -
“La
Chiesa guarda verso gli sposi, i quali si giurano amore fino alla fine. E
considera suo compito particolare di custodire questo amore, questa fedeltà e
onestà”. Con questa certezza per l’unione sponsale, Giovanni Paolo II, il 26
settembre del 1980, dalla Cappella Sistina guardava all’apertura della quinta
assemblea generale del sinodo dei vescovi proiettata proprio sui compiti della
famiglia cristiana e che avrebbe poi fornito lo spunto per la redazione
dell’esortazione apostolica Familiaris Consortio. Un amore, quello per
la famiglia, che ha attraversato l’intero Pontificato di Giovanni Paolo II. Il
servizio di Massimiliano Menichetti.
**********
(Musica)
Il Papa
ha sempre sottolineato la centralità dell’unione familiare quale “prima
comunità chiamata ad annunciare il Vangelo alla persona umana” compiti questi
rimarcati anche nella sua prima visita ad una parrocchia a Roma, quella di San
Francesco Saverio, alla Garbatella, era il 3 dicembre del 1978:
“Dall’osservanza di questi impegni dipendono la Chiesa
domestica, la qualità e la santità della famiglia, l’educazione dei vostri
figli! Tutto ciò Cristo ha affidato a voi, carissimi sposi, nel giorno in cui,
mediante il ministero del sacerdote, ha unito per sempre le vostre vite nel
momento in cui avete pronunciato le parole che non dovete mai dimenticare fino
alla morte!”.
(Musica)
Nell’esortazione
apostolica Familiaris Consortio Giovanni Paolo II rimarca che la
famiglia è investita da ampie, profonde e rapide trasformazioni della società e
della cultura. Ribadisce che solo Cristo è la risposta, per l’individuo, per la
famiglia, denuncia il numero crescente dei divorzi; la piaga dell'aborto;
l'instaurarsi di una vera e propria mentalità contraccettiva. L’invito è
all’apertura del cuore, è alla vita è a seguire Cristo. Nel 1994 con la Lettera alle famiglie il
Papa scrive: “la Chiesa confida in voi, per affrontare le sfide che l'attendono
in questo nuovo millennio”. Ed un anno dopo proporrà l’Enciclica Evangelium
Vitae, un vero e proprio appello mondiale per una “nuova cultura della vita
umana”, alle soglie del nuovo millennio, per sconfiggere l’eutanasia,
l’interruzione di gravidanza, la pena di morte, affrontare correttamente temi
come la genetica, lottare per il rispetto della vita in ogni sua forma. Grande
poi la gioia nell’incontro a Roma con le Famiglie durante il Giubileo del 2000:
(Applausi)
“Dico a voi insieme, padri e madri, siete stati
chiamati all’altissima missione di cooperare col Creatore nel trasmettere la
vita. Non abbiate paura della vita! Proclamate insieme il valore della famiglia
e quello della vita! Senza questi valori non c’è futuro degno dell’uomo!”.
(Applausi)
(Musica)
La risposta della famiglia al disegno del Creatore
passa attraverso le sfide quotidiane, evidenza questa sottolineata anche dalla
beatificazione, il 21 ottobre 2001, dei coniugi Luigi Beltrame Quattrocchi e
Maria Corsini, vissuti agli inizi del 1900:
(Musica)
Le famiglie cristiane “buona novella per il terzo
millennio”. E’ dalla sala Clementina, in Vaticano, che in collegamento video
con Manila, il Papa rivolge un messaggio di saluto ai 350 mila partecipanti, da
75 Paesi, al quarto incontro mondiale delle famiglie. E’ il 25 gennaio 2003:
“STAND FIRM IN THE ONE
CONVICTION ...
Rimanete sempre ancorati a
questa certezza, la sola che può dare senso, forza e gioia alla vostra vita:
l'amore di Cristo non si allontanerà mai da voi, non verrà mai meno la sua alleanza
di pace con voi”.
(Musica)
E tante sono state le famiglie che insieme ai “Suoi
amati giovani” negli ultimi giorni della malattia del Papa si sono raccolti in
preghiera in Piazza San Pietro ed hanno accompagnato con la vicinanza del
proprio cuore Giovanni Paolo II alla casa del Padre celeste.
(Musica)
**********
DOMANI POMERIGGIO A ROMA
IL FAMILY FEST
DEDICATO DAL MOVIMENTO DEI FOCOLARI A GIOVANNI
PAOLO II
- Interviste con Alberto Friso e Claudio Donat
Cattin -
“Family Fest 2005 ... al Papa
della famiglia”. E’ questo il titolo dell’evento mondiale dedicato a Giovanni
Paolo II che si terrà domani in Piazza del Capidoglio a Roma, in collegamento
con 193 meeting in altrettante città di 77 Paesi nei cinque continenti.
Organizzato da Famiglie Nuove, diramazione del Movimento dei Focolari, il
Family Fest è alla sua terza edizione e si rivolge alle famiglie di ogni Paese,
cultura, razza e religione per promuovere la famiglia come cellula base di una
società rinnovata. Sul palco, esperienze di vita e momenti artistici trasmessi
in diretta su RAI 1 dalle 15.00 alle 16.30. Il servizio è di Gabriella Ceraso:
**********
Madri palestinesi e israeliane,
coppie buddiste e musulmane, fidanzati, figli: saranno loro a raccontare,
insieme a cantanti ed attori, che amare non è un’emozione, ma un’arte da
imparare tutti i giorni e che si può vivere responsabilmente ogni stagione di
quel ciclo avventuroso che è la famiglia con valori condivisi ad ogni
latitudine. Alberto Friso, direttore generale delle Famiglie Nuove:
“Non è solo la
cultura cristiana che sostiene il modello della famiglia unita, fedele, della
coppia che vive con responsabilità nei confronti della procreazione.
Naturalmente, ogni famiglia decide il suo disegno, però la cosa fondamentale è
proprio questa: l’amore è dono nella reciprocità tra uomo e donna, marito e
moglie; da questo patto viene una corrente di vita per la propria famiglia ma
anche per quelli che stanno attorno”.
Era previsto un messaggio del Papa
per il Family Fest, ma dopo la sua scomparsa è venuto spontaneo dedicargli
questo happening sul modello della famiglia da lui sognato e proposto,
che la RAI ha accettato di diffondere ovunque. Il vice direttore di RAI 1,
Claudio Donat Cattin:
“La RAI ha
volentieri sponsorizzato questa manifestazione perché ritiene che la famiglia
abbia un ruolo centrale. Con la scomparsa del Santo Padre non abbiamo
rinunciato a questo appuntamento perché uno dei cardini del suo Pontificato era
proprio la difesa della famiglia, che si unisce per creare una società più
giusta e più umana”.
“Quando vedo queste famiglie riunite qui a Roma,
vedo il mondo intero, tutti i continenti ...”.
Il programma farà, tra l’altro,
infatti rivivere alcuni dei momenti forti che Giovanni Paolo II ha dedicato
alle famiglie del mondo:
“Ci siamo resi
conto che il patrimonio che abbiamo di cose bellissime, che lui ci ha detto, è
così grande questo patrimonio che questa era un’occasione per farlo vedere,
anche!”.
Previsto in chiusura anche un
messaggio di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, e il lancio
di un progetto di solidarietà “Una famiglia, una casa”, dall’ultra-stadion di
Manila.
(musica)
**********
60
ANNI FA IL SACRIFICIO ESTREMO DEL TEOLOGO PROTESTANTE,
DIETRICH
BONHOEFFER, UCCISO IN GERMANIA PER AVERE DETTO ‘NO’ AL NAZISMO:
LA SUA
TESTIMONIANZA DI MARTIRE CRISTIANO E LE SUE OPERE
PATRIMONIO
DEL MONDO INTERO
- Servizio di Roberta Gisotti -
**********
La sua vita e i
suoi ideali, una sola cosa fino alla morte incontrata consapevolmente in un
carcere della Germania nazista: Dietrich Bonhoeffer, grande teologo
protestante, 60 anni fa - il 9 aprile del ’45 - impiccato nel campo di
concentramento di Flossemburg, dopo due anni di prigionia per essersi opposto
strenuamente alla furia omicida di Hitler. Tra i pochi tedeschi che fin dal
1933 dichiara inaccettabile per un cristiano ogni prospettiva razziale che
discriminasse in qualsiasi modo gli ebrei. Nato nel 1906, a Breslavia, da una
famiglia dell’alta borghesia, di origine berlinese e di religione luterana ma
di cultura laica - suo padre è un noto psichiatra – Dietrich, eludendo le
aspettative familiari decide di seguire gli studi teologici; a soli 21 anni si
laurea su la “Comunione dei Santi”, il suo primo libro dedicato alla Chiesa.
Poi le
esperienze di formazione all’estero a Barcellona, a New York, contrassegnate
dall’apertura e dalla curiosità verso tradizioni religiose e sociali diverse, quindi
l’insegnamento a Berlino; sono gli inizi degli anni ’30’ e alla montante
offensiva del nazismo si oppone la coscienza di Bonhoeffer, che nel ‘33 in un
programma radiofonico definisce Hitler non un Furher ma un Verfurher, ovvero un
seduttore. La trasmissione viene interrotta, da qui la decisione di lasciare il
suo Paese e di trasferirsi a Londra, ma nel ’35 Bonhoeffer è di nuovo in patria
per aderire alla lotta intrapresa da una parte della Chiesa protestante contro
il Nazismo. Entra nella cosiddetta Chiesa ‘confessante’ che non recepisce le
direttive del regime, specie ai danni degli Ebrei.
Ormai
perseguitato per le sue idee, perso l’insegnamento e la libertà di movimento e
di espressione, nel ’39, poco prima dello scoppio della guerra Bonhoeffer emigra
in America, ma la sua coscienza lo riporta dopo un mese in Germania; entra in
un gruppo di resistenza finché nel ‘43 viene arrestato, accusato di complottare
contro la vita del Furher. Nel libro “Resistenza e resa”, la raccolta delle
lettere scritte in carcere, la vivida testimonianza di un martire: “attendere
inattivi e restare ottusamente alla finestra – scrive Bonhoeffer – non sono
atteggiamenti cristiani.”
**********
=======ooo=======
15
aprile 2005
“IL NOSTRO DOVERE E’ QUELLO DI PREGARE DIO, AFFINCHE’ LO SPIRITO SANTO
MOSTRI
COLUI CHE SARA’ AL TIMONE DELLA BARCA DI PIETRO E CONDURRA’ LA NAVE
DELLA
CHIESA ATTRAVERSO LE ONDE TUMULTUOSE DELL’INIZIO DEL XXI SECOLO”.
COSI’
L’ARCIVESCOVO KONDRUSIEWICZ, NEL MESSAGGIO
AI
FEDELI NELL’IMMINENZA DEL CONCLAVE
MOSCA. =
“Ci ha lasciato un Pontefice aperto agli uomini e al mondo, che ha ricordato e
difeso senza sosta la dignità della persona umana, i suoi diritti e libertà”.
Lo scrive mons. Tadeusz Kondrusiewicz, arcivescovo della Madre di Dio a Mosca,
in un messaggio ai fedeli nell’imminenza del Conclave. “Nel tempo del
Pontificato di Giovanni Paolo II – si legge nel documento – la Chiesa ha
percorso un lungo cammino di rinnovamento e sviluppo, in accordo con la
dottrina del Concilio Vaticano II e gli insegnamenti postconciliari. Essa è
diventata più aperta al mondo, alle altre religioni e confessioni… Giovanni
Paolo II è stato il Mosè della nostra era, che ha condotto la Chiesa nel terzo
millennio”. Ricordando l’appello di inizio Pontificato di Giovanni Paolo II,
“Non abbiate paura! Spalancate le porte a Cristo!”, il presule sottolinea poi
l’attenzione che Papa Wojtyla ha sempre avuto per la Russia. “Al nome di
Giovanni Paolo II – scrive mons. Kondrusiewicz – è legata la restaurazione delle
strutture della Chiesa cattolica in Russia. Non dobbiamo dimenticare la sua
continua preghiera e preoccupazione”. L’arcivescovo, quindi, riferisce
l’agenzia Fides, rivolge una domanda ai fedeli: “Abbiamo notato e saputo
apprezzare la portata e il valore dei gesti di buona volontà, dei segni di
rispetto alla nostra Patria, alla Chiesa ortodossa Russa e alla grande cultura
russa egli ha mostrato durante il suo pontificato?”. In conclusione
l’arcivescovo Kondrusiewicz sottolinea l’urgenza di “pregare Dio, affinché,
attraverso l’elezione del Collegio dei cardinali, lo Spirito Santo mostri colui
che starà al timone della barca di Pietro e condurrà la nave della Chiesa in
futuro, sulle onde tumultuose dell’inizio del XXI secolo”. (B.C.)
IL LIBANO IN PREGHIERA IN
ATTESA DI CONOSCERE IL NUOVO PAPA.
ORGANIZZATE NUMEROSE CONFERENZE IN RICORDO DI
GIOVANNI PAOLO II
BEIRUT.
= Intenso clima spirituale in Libano, dove proseguono nelle chiese e nei
conventi le veglie di preghiera per l’elezione del nuovo Papa e le Messe in
suffragio di Giovanni Paolo II. L’arcivescovo di Jbeil dei Maroniti, mons.
Béchara Raï, ha organizzato nella sua diocesi, che conta 90 parrocchie, una
serie di incontri spirituali e culturali in onore del Pontefice scomparso. Ieri
sera, riporta l’agenzia Asianews, nella chiesa di Amchit, si è svolta una
conferenza sul rapporto tra Giovanni Paolo II e il mondo degli ammalati, con la
presenza di molti malati e loro familiari. Oggi sarà la volta di “Giovanni
Paolo II e la scuola cattolica”, mentre domani l’attenzione sarà accesa su
“Giovanni Paolo II e la gioventù”, con un raduno di oltre 10 mila giovani al
monastero di S. Charbel. Domenica, infine, si rifletterà sull’apporto di Papa
Wojtyla alla vita consacrata e dei presbiteri. (B.C.)
VIVO SENTIMENTO DI GRATITUDINE DEI VESCOVI DEL
SUDAFRICA VERSO
I MASS-MEDIA LOCALI, CHE HANNO SEGUITO CON
EFFICIENZA E PROFESSIONALITA’
GLI ULTIMI GIORNI DI PONTIFICATO DI PAPA WOJTYLA,
LA SUA MORTE E I FUNERALI
PRETORIA.
= La Conferenza episcopale dei vescovi del Sudafrica, che comprende anche i
presuli di Botswana e Swaziland, ha espresso viva gratitudine per “l’eccellente
lavoro” svolto dagli organi di informazione del Paese nella copertura mediatica
degli ultimi giorni del pontificato di Giovanni Paolo II, della sua morte e dei
funerali. In un comunicato pervenuto all’agenzia Misna, mons. Buti Joseph
Tlhagale, arcivescovo di Johannesburg e portavoce della Conferenza episcopale,
sottolinea che “l’informazione garantita da televisioni, emittenti radiofoniche,
giornali e periodici nelle ultime due settimane ha enormemente aiutato la gente
del Paese ad ammirare ed apprezzare la personalità di Giovanni Paolo II”.
Presentando al pubblico il messaggio di Papa Wojtyla e la sua totale dedizione,
soprattutto nel difficile periodo della malattia, si legge ancora nel
documento, “i mass-media sono riusciti a renderlo caro a un pubblico ben più
ampio di quello solo cattolico, in altre parole all’intera società”. (B.C.)
OCCORRE
FERMARE IL CONFLITTO A MINDANAO E SALVARE LE FAMIGLIE
DA
DISTRUZIONE E SFOLLAMENTO: E’ L’APPELLO CHE LANCIANO I MISSIONARI OBLATI
DI
MARIA IMMACOLATA, DA OLTRE 65 ANNI NELLE FILIPPINE
COTABATO. = Sorpresa e rammarico
per la nuova esplosione di violenza che ha investito il sud delle Filippine. E’
quanto esprimono, in un comunicato, i Missionari Oblati di Maria Immacolata
(OMI), presenti da oltre 65 anni a Mindanao, nelle Sulu e Tawi-Tawi. I
missionari, secondo l’agenzia Fides, sottolineano che la violenza ha cancellato
le promesse e gli sforzi del governo locale e nazionale, di agenzie
multilaterali e della società civile per pacificare l’area, dopo decenni di
conflitto e di abbandono, definendo quanto sta accadendo “ingiusto e
devastante”. I missionari Oblati si dicono, quindi, “al fianco della comunità
civile cha ha subito le conseguenze di tale catastrofe”. “La loro speranza di
una vita migliore – scrive padre Ramon Barnabe, superiore provinciale degli OMI
– è stata di nuovo delusa. La luce di un ambiente pacifico per i loro bambini è
stata di nuovo coperta dal buio delle ostilità”. I missionari chiedono
all’Esercito di fermare ogni attacco e invitano le autorità pubbliche a
ricercare vie pacifiche per trattare la delicata questione delle rivendicazioni
delle popolazioni del Sud dell’arcipelago. (B.C.)
5 ANNI DI CARCERE PER I RESPONSABILI DI UNA STRAGE
COMPIUTA AI DANNI
DEI BAMBINI DI STRADA. LA SENTENZA EMESSA OGGI
NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO, DOVE SPESSO GLI “ENFANTS DE LA RUE”
SONO ACCUSATI DI STREGONERIA
KINSHASA. = Cinque anni di carcere per i responsabili del
brutale omicidio di 18 bambini di strada, compiuto nel settembre scorso a Mbuji
Mayi, nella Repubblica Democratica del Congo. La sentenza è stata emessa oggi
da un tribunale locale. Rémy Mafu, coordinatore della locale “Rete degli
educatori dei bambini di strada”, attiva da oltre 20 anni, pur sottolineando
l’importanza della sentenza, ha dichiarato, all’agenzia Misna, che cinque anni
di carcere “sono troppo pochi per chi ha commesso un crimine così disumano”. Lo
scorso settembre, adulti armati di coltelli, machete e bidoni di benzina hanno
dato la caccia ad alcuni bambini di strada, uccidendone poi una ventina, alcuni
bruciati vivi. Mubji Mayi è una città diamantifera, dove quasi tutti gli uomini
lavorano nelle miniere, in condizioni di solito miserabili. “Nel contesto
culturale di quella regione – spiega ancora il responsabile della rete sociale
– i bambini e le donne vengono disprezzati e maltrattati”. In questa come in
altre città, soprattutto a Kinshasa, sovente i bambini di strada sono accusati
di “stregoneria” e sottoposti a violenze da parte degli adulti. (B.C.)
INAUGURATA
LA SECONDA ASSEMBLEA ANNUALE EUROPEA DELLA “CATHOLIC
FRATERNITY”. L’INCONTRO, A ROMA, SI CONCLUDERA’
DOMENICA PROSSIMA
- A cura di Giovanni Peduto -
ROMA. =
Da oggi a domenica prossima si svolge, presso la “Casa Tra Noi” di Roma, la
seconda Assemblea europea dei Moderatori generali delle nuove Comunità, nate
all’interno del Rinnovamento Carismatico Cattolico e appartenenti alla
“Catholic Fraternity of Charismatic Covenant Communities and Fellowships”. Tema
principale dell’incontro: “La formazione delle Nuove Comunità”, a cui
seguiranno altri interventi sulla “formazione umana e spirituale”, sulla
“formazione biblica e teologica nelle Nuove Comunità”, sulla “formazione
carismatica e il discernimento spirituale” e sulla “formazione
all’evangelizzazione nelle Nuove Comunità”. Matteo Calisi, presidente della
Comunità cattolica carismatica, introdurrà l’incontro, di cui sarà principale
relatore Guzmàn Carriquiry, sottosegretario del Pontificio Consiglio per i
Laici. All’incontro saranno presenti i rappresentanti delle Nuove Comunità di
Francia, Polonia, Malta, Irlanda e Italia e i delegati delle Comunità del
Brasile, Argentina, Uruguay, Messico. Le diverse comunità della “Catholic
Fraternità” operano in diversi ambiti ecclesiali, tra cui la vita monastica,
l’evangelizzazione, la catechesi nelle diocesi e nelle parrocchie, la
promozione dei diritti umani, i mass media. Giovanni Paolo II, in un messaggio
alla “Catholic of Charismatic Covenant Communities and Fellowships” del 7
novembre 2002, scrisse: “La grande sfida che dobbiamo affrontare in questo
nuovo millennio, è quella di rendere la Chiesa la casa e la scuola della
comunione”. L’incontro di questi giorni dei Moderatori generali precede la
prima Conferenza generale europea, che si terrà a Fatima dal 28 ottobre al 1
novembre 2005, sul tema “Eucaristia e nuova evangelizzazione alla scuola di
Maria”.
AL VIA LA MISSIONE ENEIDE. LA NAVETTA SOYUZ E’
STATA INFATTI LANCIATA
CON SUCCESSO QUESTA MATTINA DALLA BASE RUSSA DI
BAIKONUR, NEL KAZAKHSTAN. A BORDO: L’ASTRONAUTA DELL’ESA ROBERTO VITTORI, IL
COMANDANTE
SERGEI KRIKALEV, DELL’AGENZIA SPAZIALE RUSSA
ROSCOSMOS,
E L’AMERICANO JOHN PHILLIPS DELLA NASA
BAIKONUR. = All’alba di stamani
il lancio della Soyuz TMA6 ha dato il via alla missione Eneide. Lo spettacolo è
stato suggestivo: la navetta, infatti, è rimasta visibile per quasi 5 minuti,
un tempo lunghissimo, considerando che l’ingresso in orbita avviene dopo circa
9 minuti. A bordo, insieme con il comandante Sergei Krikalev dell’Agenzia
spaziale russa Roscosmos, e l’americano John Phillips della Nasa, anche
l’astronauta dell’Agenzia spaziale europea (ESA), Roberto Vittori, che porta per
la prima volta sulla Stazione spaziale 22 esperimenti di grandi e piccole
aziende italiane, università e gruppi di ricerca. Costata oltre 12 milioni di
euro e organizzata dalla Regione Lazio insieme a ESA, Aeronautica Militare e
Alenia Spazio (Finmeccanica), la missione Eneide è stata fortemente voluta da
Vittori, convinto che il futuro dello spazio non sia solo nelle grandi
missioni, ma anche nello sfruttamento della Stazione spaziale da parte di
piccoli utenti. Dopo le prime due orbite e dopo avere compiuto tutte le
operazioni per orientare correttamente la Soyuz, per i tre dell’equipaggio è
iniziato un lavoro intenso. Gran parte delle 48 ore necessarie per raggiungere
la Stazione spaziale, infatti, sono dedicate alle procedure per preparare la
manovra di aggancio della Soyuz. Il prossimo appuntamento con Vittori, Krikalev
e Philips è previsto per domenica, quando l’equipaggio della Soyuz dovrà
eseguire le delicate manovre di aggancio della navetta russa alla Stazione
Spaziale. (B.C.)
IN AUTOBUS ALLA SCOPERTA DELLA ‘ROMA CRISTIANA’.
L’INIZIATIVA PORTA
LA FIRMA DELL’OPERA ROMANA PELLEGRINAGGI E DI
TRAMBUS
- A cura di Giovanni Peduto -
ROMA. =
Roma, capitale della Cristianità, in questi giorni è letteralmente invasa da
fedeli provenienti da tutto il mondo per l’ultimo saluto a Giovanni Paolo II. I
pellegrini si limitano spesso ad una fugace visita alla Basilica di San Pietro
evitando, forse per motivi di tempo, di soffermarsi su tutte le altre storiche
e significative Basiliche romane, da San Giovanni in Laterano, a San Paolo
Fuori le Mura, a Santa Maria Maggiore, che meriterebbero altrettanta
attenzione. Per cercare di fornire ai pellegrini in visita alla città Eterna un
servizio mirato alla scoperta della ‘Roma Cristiana’ e a tutte le Basiliche più
significative e importanti della città, già da dieci giorni l’Opera Romana
Pellegrinaggi e Trambus, azienda dei trasporti del Comune di Roma, hanno
attivato una linea di pellegrinaggio che raggiunge le maggiori Basiliche di
Roma, ben riconoscibile grazie ad un rivestimento di livree bianche, con
rifiniture in giallo e alla scritta ‘Roma Cristiana’. Il servizio viene svolto
con due autobus a due piani in stile londinese gestiti da Trambus Open. Le
partenze dei bus ‘Roma Cristiana’ avvengono ogni ora dal capolinea della
Stazione Termini, con prima partenza alle ore 9.00 e ultima alle 19.00. Il
percorso previsto dal tour delle Basiliche tocca Termini, Santa Maria Maggiore,
San Giovanni in Laterano (con fermata su via Merulana all’incrocio con via
Labicana), San Clemente, San Pietro in Vincoli, Porta San Paolo (con fermata su
via Mormorata), San Pietro, Santa Maria in Aracoeli (con fermata su via San
Venanzio) e ritorno alla Stazione Termini. Il costo del biglietto è di 13 euro,
con validità di un giorno e la consueta formula dello stop & go, che
prevede per i passeggeri di scendere o salire dal bus lungo il percorso a
qualunque fermata per l’intera giornata.
=======ooo=======
15 aprile 2005
-
A cura di Amedeo Lomonaco -
In Iraq
l’esplosione di una bomba ha provocato, a Balad, la morte di tre soldati
americani. In un filmato trasmesso dall’emittente araba Al Jazeera, un ostaggio
pachistano ha lanciato inoltre un appello al presidente Musharraf, al ministro
degli Esteri di Islamabad e alla comunità internazionale. L’uomo, un dipendente
dell’ambasciata pachistana a Baghdad, è scomparso sabato scorso dopo aver
pregato in una moschea. I sequestratori non hanno posto alcuna condizione per
il suo rilascio. Nella capitale, intanto, le forze di sicurezza irachene e i
soldati americani hanno arrestato diciassette presunti terroristi.
Nuove
consultazioni in Libano per la scelta del nuovo primo ministro cui affidare il
compito di formare il nuovo governo, in vista delle elezioni di maggio. Dopo la
rinuncia di Karame, il presidente libanese Emile Lahoud avvierà oggi una serie
di incontri con i diversi gruppi parlamentari, ma la scelta dovrà cadere su un
altro esponente politico sunnita. Tra i nomi più accreditati quelli del
ministro uscente dell'economia Qassar e dell’ex premier Solh.
Riorganizzazione
e fusione delle forze di sicurezza per arrivare ad una sola forza nazionale
militare. E’ l’ultima operazione ordinata dal presidente dell’Autorità
nazionale palestinese Abu Mazen. Intanto, il Quartetto, formato da Stati Uniti,
ONU, Unione Europea e Russia, ha nominato James Wolfensohn, presidente uscente
della Banca Mondiale, suo rappresentante per il coordina-mento dei progetti in
favore della Striscia di Gaza.
L’Unione
Europea “si adoperi in ogni modo per garantire una stretta relazione con la
Russia per trovare una soluzione politica alla guerra in Cecenia”. E’ l’appello
contenuto in una risoluzione votata ieri dal Parlamento europeo sugli aspetti
principali e le scelte di base della politica estera e di sicurezza comune
dell’UE. I deputati europei invitano Consiglio e Commissione ad adoperarsi per
stabilire con Mosca un rapporto basato “sul pieno rispetto dei diritti umani,
sullo stato di diritto e sulla democrazia”.
Tragedia
in Francia: almeno 20 persone sono morte la scorsa notte per un incendio
divampato in un hotel di Parigi frequentato soprattutto da immigrati. Tra le
vittime ci sono anche dieci bambini. Nell’albergo,
al momento del rogo, c'erano 76 persone. Le cause dell’incendio non sono ancora
note.
Il
presidente francese Chirac ha pronunciato ieri un discorso in favore della
Costituzione europea. Il 29 maggio, infatti, i francesi con un referendum
dovranno approvare o respingere la carta europea. Il servizio di Francesca
Pierantozzi:
**********
“Il ‘no’ renderà la Francia più
debole, politicamente inesistente in Europa”, ha detto Jacques Chirac ieri
sera, in diretta tv. Il presidente francese è sceso per la prima volta in campo
per difendere personalmente la Costituzione europea. Tra poco più di un mese,
il 29 maggio, i francesi dovranno dire ‘sì’ o ‘no’ alla nuova Carta con un
referendum. Secondo gli ultimi sondaggi, i ‘no’ sono ormai maggioritari. Chirac
ha affrontato il dialogo ieri con 80 giovani tra i 18 e i 30 anni, un dibattito
in cui il presidente ha difeso una Costituzione che ha detto figlia del
pensiero francese. Davanti alle paure dei suoi concittadini, che temono più
disoccupazione, meno servizi pubblici e meno protezione sociale, Chirac ha
detto di non avere paura: la Costituzione – ha precisato – non cambierà nulla.
Tutto questo resta prerogativa dei governi nazionali. Rivolgendosi soprattutto
ai telespettatori di sinistra, Chirac ha vantato i vantaggi di un’Europa forte
e organizzata per poter veicolare i suoi valori. “Se la Costituzione non passa
– ha detto il presidente – si farà il gioco degli ultra-liberali e degli Stati
Uniti”. Nessun dubbio sulla scelta del referendum: “Sono convinto che i
francesi debbano decidere sulle questioni essenziali”, ha detto Chirac. Il
presidente francese ha comunque sottolineato che non si dimetterà se il ‘no’
dovesse vincere. “Non è un affare di politica interna”, ha concluso.
Francesca Pierantozzi da Parigi
per la Radio Vaticana.
**********
Il parlamento
greco ha rinviato a martedì prossimo il voto di ratifica della Costituzione
europea, previsto per oggi. Lo slittamento è stato deciso per dare
l’opportunità ai parlamentari di ampliare il dibattito. L’esito del voto è
scontato: sia i conservatori al governo sia i socialisti all’opposizione sono a
favore della ratifica della Carta europea.
Sono ore decisive per il Governo
Berlusconi. Il lungo vertice di ieri della maggioranza non ha risolto i
problemi interni alla coalizione, esplosi dopo la netta sconfitta alle elezioni
regionali. Di fronte alla volontà del premier di non aprire la crisi, il
vicepremier e segretario dell’UDC Marco Follini ha proposto e ottenuto il
ritiro dei ministri del suo partito con conseguente appoggio esterno al
governo. E il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi poco fa ha detto: “Non
so se oggi vado da Ciampi. Stiamo lavorando. Deve prevalere l’interesse del
Paese”. E poi ha aggiunto: “Non vi libererete facilmente di me”. Il servizio di
Giampiero Guadagni.
**********
I ministri dell’UDC,
compreso il vicepremier Follini, rimettono il loro mandato garantendo al
governo una leale collaborazione parlamentare. In sostanza un appoggio esterno.
E analoga decisione arriva dal nuovo partito socialista di De Michelis. Al
direttivo del suo partito, Follini ha spiegato di aver chiesto a Berlusconi un
nuovo governo e un nuovo programma. Ma il premier ha contrapposto il valore
della continuità del suo governo. Posizioni diverse, frutto della diversa
valutazione del recente tonfo elettorale alle regionali. Un chiaro segnale
politico, secondo l’UDC ma anche secondo Alleanza Nazionale. Mentre la Lega
mette sul tavolo il proprio buon successo elettorale e difende a spada tratta
la devolution approvata in sede di riforme istituzionali. Forza Italia e il suo
leader si fanno forti del mandato elettorale del 2001 e non vogliono sentire
parlare di apertura di crisi; sarebbe un salto al buio, sostiene Berlusconi che
tutt’al più ipotizza un rimpasto di ministri. Ma AN e UDC insistono per una discontinuità
politica in quest’ultimo scorcio di legislatura. Fini suggerisce al premier di
aggiornare il programma di governo, a partire dal sud, dalle imprese e dalla
tutela del potere di acquisto delle famiglie. E su questa base di presentarsi
in Parlamento e chiedere la fiducia. Dunque, non necessariamente un Berlusconi
bis come proposto invece dall’UDC. Un passaggio parlamentare, per motivi e
finalità ovviamente diverse, è chiesto anche dal centrosinistra. Il leader
dell’Unione Romano Prodi sottolinea come la crisi paralizzi l’economia del
Paese, mentre Fassino chiede le dimissioni del premier oggi stesso. E nei
giorni scorsi anche il presidente di Confindustria Montezemolo aveva espresso
chiaramente la sua posizione: o il governo governa davvero, o è meglio andare
subito alle urne per evitare al Paese un anno di aspra campagna elettorale.
**********
=======ooo=======