RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 103 - Testo della trasmissione di mercoledì 13  aprile 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:                                                                                   

Alla nona Congregazione generale dei cardinali è proseguito lo scambio di idee sulla situazione della Chiesa e del mondo. Nel pomeriggio, sesto novendiale in San Pietro affidato alla curia romana

 

Abbiamo perso un “amico vero”: gli ambasciatori presso la Santa Sede hanno espresso le loro condoglianze al collegio cardinalizio per la scomparsa di Giovanni Paolo II

 

Cresce il numero dei pellegrini in fila per rendere visita alla tomba di Giovanni Paolo II

 

“Preghiamo e crediamo che adesso il Papa, sperimenti l’eterna presenza di Cristo”: così il cardinale de Arujo Sales nell’omelia per il V novendiale in San Pietro

 

Il grazie dell’arcivescovo Leonardo Sandri all’ispettorato di polizia presso il Vaticano per lo “straordinario impegno” profuso nei giorni dopo la morte di Giovanni Paolo II.

 

IN PRIMO PIANO:

Europa e valori cristiani: l’impegno instancabile di Giovanni Paolo II per un continente unito e solidale, forte delle radici cristiane

 

Aiutare il Sudan ad uscire dall’emergenza. Concluso a Oslo il vertice dei Paesi donatori. Intervista con mons. Cesare Mazzolari.

 

CHIESA E SOCIETA’:

In vista del Congresso eucaristico, riuniti a Bari i delegati delle diverse diocesi

 

Pubblicata una lettera pastorale dei vescovi tedeschi in vista della Giornata mondiale della gioventù di Colonia

 

Barbaramente ucciso in Pakistan un pastore protestante

 

Cresce in Angola la preoccupazione per la diffusione del virus di Marburg

 

Una cappella dove poter pregare e celebrare i riti religiosi. E’ questo il dono dell’indù Tolaji ai cattolici “Dalì”

 

La diocesi di Roma ha previsto un fitto calendario di celebrazioni nella Basilica di San Giovanni in Laterano per l’elezione del futuro Pontefice

 

Al via il X Capitolo generale delle suore di don Orione. L’incontro, a Roma, si concluderà il prossimo 11 maggio.

 

24 ORE NEL MONDO:

Riattivare la Road Map per la pace in Medio oriente: l’invito di Bush al premier israeliano Sharon nel vertice, ieri, in Texas

 

Aperti i negoziati di pace tra governo indonesiano e separatisti di Aceh: i ribelli chiedono un cessate il fuoco

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

13 aprile 2005

 

 

ALLA NONA CONGREGAZIONE GENERALE DEI CARDINALI IN VISTA DEL CONCLAVE,

E’ PROSEGUITO LO SCAMBIO DI IDEE SULLA SITUAZIONE DELLA CHIESA E DEL MONDO.

NEL POMERIGGIO, SESTO NOVENDIALE IN SAN PIETRO,

AFFIDATO ALLA CURIA ROMANA

 

Prosegue lo scambio di idee tra i cardinali sulla situazione della Chiesa e del mondo. E’ quanto sottolinea una nota del direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Navarro-Valls, sulla nona congregazione generale dei cardinali, svoltasi stamani in Vaticano, in vista del Conclave. Il servizio di Alessandro Gisotti:   

 

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Alla nona congregazione generale, nell’Aula nuova del Sinodo Vaticano, hanno preso parte 140 cardinali. Dopo l’invocazione dello Spirito Santo e la preghiera Adsumus – informa la nota della Sala Stampa vaticana – i porporati si sono “soffermati su alcuni articoli del capitolo quarto della Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis”, ovvero la parte del documento dedicata alla facoltà dei dicasteri della Curia Romana durante la vacanza della Sede Apostolica. L’assemblea dei cardinali “ha continuato lo scambio di idee sulla situazione della Chiesa e del mondo”. Nel corso della mattinata, il collegio cardinalizio ha poi ricevuto le condoglianze del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Alla fine della congregazione generale – conclude il comunicato – è stata consegnata ai cardinali la serie di francobolli sede vacante, emessa dall’Ufficio Filatelico dello Stato della Città del Vaticano.

 

Domani, nella mattinata, padre Raniero Cantalamessa terrà la sua esortazione ai cardinali, nell’ambito della decima Congregazione generale. Ricordiamo che l’altro predicatore per le Esortazioni, previste dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, è il cardinale Tomáš Špidlík, che parlerà ai cardinali nella Cappella Sistina, lunedì 18 aprile, giorno d’inizio del Conclave.

 

Oggi pomeriggio, nella Basilica Vaticana, si terrà la celebrazione del sesto Novendiale, affidato alla Curia Romana. La messa, che avrà inizio alle ore 17.00, sarà presieduta dall’arcivescovo Leonardo Sandri, sostituto della Segreteria di Stato. La nostra emittente seguirà in radiocronaca diretta la cerimonia liturgica a partire dalle 17.00, con commento in italiano per la zona di Roma, sull’onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz, in spagnolo su satellite e in inglese sul collegamento ISDN.

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ABBIAMO PERSO UN “AMICO VERO”: GLI AMBASCIATORI PRESSO LA SANTA SEDE

HANNO ESPRESSO LE LORO CONDOGLIANZE AL COLLEGIO CARDINALIZIO

PER LA SCOMPARSA DI GIOVANNI PAOLO II

 

Commozione fra gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede che stamane hanno presentato al Collegio cardinalizio le loro condoglianze per la scomparsa di Giovanni Paolo II. “Un Pontefice straordinario che ha segnato la storia religiosa, morale e civile del mondo intero”, ha sottolineato il prof. Giovanni Galassi, decano del Corpo diplomatico. Ad accogliere gli ambasciatori il cardinale Joseph Ratzinger, decano del Collegio cardinalizio. Il Servizio di Roberta Gisotti:

 

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“Piangiamo con sincero dolore in quanto abbiamo perduto l’amico vero della nostra avventura terrena”: con toni accorati il prof. Galassi ha espresso il “sentimento” comune di “solitudine” provato in questi giorni di lutto, per la morte di un grande Papa, che “ha toccato profondamente l’animo ed il cuore di ogni ambasciatore”, “costante punto di riferimento per l’umanità intera”. “Con il suo Magistero - ha sottolineato il decano del Corpo diplomatico – Giovanni Paolo II ha inciso profondamente nella storia contemporanea: si è opposto decisamente alle ideologie atee e totalitarie, ma nello steso tempo ha ammonito più volte i Paesi più evoluti a non eleggere l’egoistico consumismo come loro religione di vita, sostenendo con indomito ardore la centralità dell’uomo, la sua dignità, il suo diritto ai bisogni esistenziali in un’ottica di reciproca solidarietà”. “Il suo insegnamento - ha aggiunto l’ambasciatore Galassi – ci ha reso tutti più forti e decisi ad operare con maggiore equità e giustizia per un mondo migliore, con tale sentimento – ha concluso - seguiremo l’attività del prossimo successore di Pietro.”

 

Al saluto di Galassi ha risposto il cardinale Ratzinger, ricordando ancora una volta “quante volte Giovanni Paolo II ha esortato i Paesi a trovare delle soluzioni pacifiche e a proseguire nel dialogo? Quante volte ha invitato i dirigenti delle Nazioni a un’attenzione sempre più concreta ai popoli loro affidati, specie ai più deboli, ai più piccoli e ai più poveri? Quante volte ha richiamato la grandezza della vita umana?”. Tante esortazioni che, oggi, - ha sottolineato il cardinale Ratzinger - risuonano per tutti noi come “un messaggio ed un appello: a metterci sempre più a servizio della pace e della solidarietà tra le persone e tra i popoli, a servizio degli uomini di tutti i continenti, perché si levi un’umanità riconciliata su una Terra dove tutti sono partner. Il cardinale Ratzinger ha sottolineato infine come nel corso del pontificato di Giovanni Paolo II, le relazioni diplomatiche siano più che raddoppiate, segno dell’attenzione delle Nazioni all’azione del Papa e della Chiesa nel mondo intero.

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CRESCE IL NUMERO DEI PELLEGRINI IN FILA

PER RENDERE VISITA ALLA TOMBA DI GIOVANNI PAOLO II

 

Sono tornati numerosi a San Pietro per entrare nella basilica vaticana ed accedere alle grotte dei papi. Laici, religiosi e giovani ancora in fila per rendere omaggio a Giovanni Paolo II. Nella piazza, stamani, le orchestre polacche di Lodz e di Zambrow, che avrebbero dovuto prendere parte all’udienza generale, rivolti verso la finestra da dove si affacciava Karol Wojtyla, hanno voluto eseguire ugualmente quei canti tradizionali e quei motivi religiosi che avevano preparato per l’incontro con il Papa. Tiziana Campisi è stata in Piazza San Pietro per raccogliere alcune testimonianze.

 

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Il numero dei pellegrini e dei fedeli in fila per visitare la tomba di Giovanni Paolo II cresce di ora in ora. Semplice, sobria, in marmo bianco di Carrara reca la scritta dorata con il nome del Santo Padre, la data del suo pontificato e il monogramma di Cristo. Davanti, una piccola luce sempre accesa. Solo una pianta dai fiori bianchi, lo spatifillo, sotto il bassorilievo quattrocentesco della madonna posta al centro della parete. Ma quali le emozioni dei visitatori?

 

R. - Sono stata molto commossa. E’ semplice, meglio così semplice! Mi piace, ecco, mi è piaciuta moltissimo e ci ritorneremo ancora.

 

R. – Quello che si sente dentro il cuore è indescrivibile!

 

R. – Un posto di gioia e di serenità.

 

R. – Un’emozione troppo grande anche se è durata poco.

 

D. – Come si sta preparando al Conclave lei?

 

R. – Pregando lo Spirito Santo tutti i giorni, perché ho fiducia nello Spirito Santo.

 

D. – Che emozione, quale impressione ti ha dato?

 

R. - Quella di incontrare di nuovo una persona cui vuoi bene. Il fatto che non ci sia più fisicamente non vuol dire nulla. E, comunque, l’attenzione alla persona cui vuoi bene resta. Sarà infinita, insomma. E’ proprio per l’eternità. Quando vuoi bene, se è vero, dura per sempre.

 

D. – Quale eredità ti lascia Giovanni Paolo II per andare avanti in un cammino di fede?

 

R. – La speranza e la certezza della risurrezione in Cristo.

 

D. – Che cosa ti aspetti dal Conclave?

 

R. – Un Papa, ma prima di tutto un uomo con un’umanità grande che sappia cogliere il bisogno di umanità di tutti.

 

R. – L’augurio che penso un po’ tutti si fanno è che il nuovo Papa riesca a proseguire quest’abbraccio grande che il Papa che abbiamo perso ci ha lasciato.

 

D. – Come si sta preparando al Conclave?

 

R. - Con fede.

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“PREGHIAMO E CREDIAMO CHE ADESSO IL PAPA,

SPERIMENTI L’ETERNA PRESENZA DI CRISTO”: COSI’ IL CARDINALE DE ARUJO SALES

NELL’OMELIA PER IL V NOVENDIALE IN SAN PIETRO

 

“La dignità di ogni persona umana, tanto proclamata da Giovanni Paolo II, sarà pienamente raggiunta nell’accoglienza dell’umanità nella gloria del Cristo Risorto”. Così il cardinale Eugenio de Araujo Sales nell’omelia del quinto giorno di celebrazioni dei Novendiali. Al termine della Cappella Papale, i cardinali si sono soffermati in preghiera davanti al sepolcro di Giovanni Paolo II nelle Grotte vaticane. Il servizio è di Paolo Ondarza:

 

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(Canti)

 

“Preghiamo e crediamo che adesso il Papa, colmo di giubilo senza fine, sperimenti l’eterna ed ineffabile presenza di Cristo”.

 

Sono le parole del cardinale Eugenio de Araujo Sales in questa prima Cappella Papale, quinto Novendiale in suffragio di Papa Wojtyla, presenziato dai 135 cardinali presenti a Roma, in una Basilica Vaticana gremita e aperta alla partecipazione di tutti.

 

Una liturgia della Parola incentrata sulla “radicale opposizione tra il peccato e il potere misericordioso di Dio”, vincitore della morte. “Quando tutto sarà sottomesso a Cristo, anche il Figlio dell’uomo – scrive Paolo ai Corinzi – sarà sottomesso a Dio: perché Dio sia tutto in tutti”. Questa “immensa sinfonia”, “eterna adorazione della liturgia celeste” – ha spiegato il cardinale de Araujo Sales – è concelebrata ora da Giovanni Paolo II, “in Cristo e per Cristo”, con tutti i Santi, alla gloriosa presenza di Maria singolare protettrice del nostro amato Papa”.

 

“Questa divina liturgia nel cielo si unisce alla liturgia che su questa terra celebriamo sotto la forma del sacramento eucaristico”.

 

Le parole di Cristo riportate dall’evangelista Matteo, “venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò”, disegnano Gesù come Colui che, “prende la nostra croce, è il nostro cammino e la nostra vita”, ha spiegato il cardinale de Araujo Sales. “Il Papa sempre volle insegnarci Cristo, Cammino della vita”.

 

“Perciò il Santo Padre con tanto ardore ci ha insegnato la fedeltà alla dottrina di Cristo, custodita dalla Chiesa. La conoscenza del Padre è sempre dono gratuito della rivelazione”.

 

“Il giubilo nel cuore umano del Messia risuscitato” è al centro della lettura tratta dagli Atti degli Apostoli: un’anticipazione di quel giubilo che ogni creatura sperimenta nella Risurrezione. Il cardinale de Araujo Sales a tal proposito ha ricordato la prima enciclica di Giovanni Paolo II, la Redemptor Hominis. Scriveva il Papa il 4 marzo 1979, prima domenica di Quaresima: “La redenzione del mondo è nella sua più profonda radice, la pienezza della giustizia in un cuore umano: nel Cuore del Figlio primogenito perché essa possa diventare giustizia dei cuori di molti uomini, predestinati a divenire figli di Dio e chiamati alla grazia, chiamati all’amore”.

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IL GRAZIE DELL’ARCIVESCOVO LEONARDO SANDRI ALL’ISPETTORATO

DI POLIZIA PRESSO IL VATICANO PER LO “STRAORDINARIO IMPEGNO”

PROFUSO NEI GIORNI DOPO LA MORTE DI GIOVANNI PAOLO II

 

L’arcivescovo Leonardo Sandri, sostituto della Segreteria di Stato, ha ricevuto ieri pomeriggio il dott. Salvatore Festa, dirigente dell’Ispettorato di Polizia presso lo Stato della Città del Vaticano. Il presule - informa una nota del direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Navarro-Valls - ha ringraziato il dott. Festa, e con lui ciascuno dei funzionari e degli agenti dell’Ispettorato, per lo “straordinario impegno profuso” nei giorni che hanno fatto seguito alla morte del Santo Padre che hanno visto l’arrivo in Vaticano di un numero eccezionale di fedeli e di autorità. Mons. Sandri ha lodato “l’alto senso di responsabilità e l’instancabile dedizione” dell’Ispettorato per assicurare un ordinato affluire dei pellegrini e la proficua collaborazione con tutte le altre forze coinvolte nell’organizzazione di questo eccezionale evento.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Prima pagina: il titolo di apertura è “Samaritani della Memoria”; dopo l’omaggio reso martedì sera dai cardinali, da stamane si snoda ininterrotto il pellegrinaggio di migliaia e migliaia di fedeli presso la Tomba del Santo Padre Giovanni Paolo II.

 

Il discorso del cardinale Joseph Ratzinger in occasione delle condoglianze da parte del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Sei pagine dedicate alla biografia di Giovanni Paolo II.

 

Una pagina di telegrammi di cordoglio di capi di Stato e di governo.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

13 aprile 2005

 

 

EUROPA E VALORI CRISTIANI: l’IMPEGNO INSTANCABILE DI GIOVANNI PAOLO II

PER UN CONTINENTE UNITO E SOLIDALE, FORTE DELLE RADICI CRISTIANE

- Il servizio di Fausta Speranza -

 

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(musica)

 

“Non vuole forse Cristo, non dispone forse lo Spirito Santo, che questo Papa polacco, Papa slavo, proprio ora manifesti l’unità spirituale dell’Europa cristiana?”: è il 3 giugno 1979, pochi mesi dopo la sua elezione, quando Karol Wojtyla pronuncia queste parole nella sua terra. In piena Guerra Fredda, l’Europa è divisa in due blocchi. E la Polonia è proprio una delle cerniere della Cortina di Ferro. Giovanni Paolo II pensa ad un’altra Europa. Parla di una “casa comune” dei popoli europei. Invoca una “riunificazione”. Afferma che l’Europa deve tornare a “respirare con due polmoni”. E in tale contesto proclama compatroni d’Europa i Santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi.

 

Due anni dopo lo storico 1989, convoca in Vaticano un’assemblea speciale per l’Europa del Sinodo dei vescovi sul tema “Insieme testimoni di Cristo che ci ha liberato”. Ai popoli che vivono una pagina nuova e in primis al suo popolo polacco raccomanda di non dimenticare che all’Europa, senza la fede cristiana, mancherà l’anima.

 

Ed è ancora lontana la Costituzione e la discussione per il riferimento alle radici cristiane anche quando, nel 1982, Giovanni Paolo II lancia un chiaro appello da Santiago de Compostela a tutta l’Europa: “Ritrova te stessa. Sii te stessa. Riscopri le tue origini. Ravviva le tue radici”. La sua esortazione a “ridare vita ai valori universali dell’umana convivenza” torna quando chiede che la nuova Europa sia “una sinfonia di nazioni”, non una fortezza chiusa in se stessa. Il processo di integrazione – avverte – “non può riguardare unicamente aspetti geografici ed economici, ma deve tradursi in una rinnovata concordia di valori da esprimere nel diritto e nella vita”.

 

Quando a Bruxelles si lavora al testo del Trattato costituzionale sarà costante l’impegno di Giovanni Paolo II a ricordare le “radici cristiane” in tanti discorsi e messaggi che il Papa dedica all’Europa. Il Cristianesimo – afferma – permea di sé la storia, l’arte e la cultura dell’Europa.

 

“Dalle sue terre, nelle abbazie, nelle cattedrali, nelle chiese, si è levata incessante la lode a Cristo, Signore del tempo e della storia”.

 

Nell’estate del 2003 sono 8 gli Angelus dedicati al tema. Il 13 luglio afferma:

 

“Un importante processo di unificazione dell’Europa attraverso l’allargamento dell’Unione Europea ad altri Paesi. La Chiesa osserva con uno sguardo pieno di amore questo continente”. 

 

Il 24 agosto sottolinea:

 

“Riconoscere esplicitamente il trattato e le leggi cristiane in Europa diventa per il continente la principale garanzia di futuro”.

 

L’esortazione post sinodale Ecclesia in Europa individua problematiche e opportunità nella nuova stagione del Vecchio Continente, tra spinte laiciste e ritrovata libertà.

 

“La Chiesa di oggi – scrive il Pontefice – avverte, con rinnovata responsabilità, l’urgenza” di aiutare l'Europa a costruire se stessa rivitalizzando le radici cristiane che l’hanno originata”.

 

“Paradossalmente la culla dei diritti umani rischia così di smarrirne il fondamento, eroso dal relativismo e dall’utilitarismo”. 

 

Quando il testo della Carta costituzionale viene approvato senza riferimento al patrimonio comune cristiano, Giovanni Paolo II non nasconderà la sua amarezza. “Non si tagliano le radici dalle quali si è nati”, spiega.

 

Poi viene la firma della Costituzione il 29 ottobre 2004 e alla vigilia di questo storico giorno, il Papa incontrando Romano Prodi, presidente della Commissione europea, esprime il suo auspicio: l'Unione Europea possa “esprimere sempre il meglio delle grandi tradizioni dei suoi Stati membri, operare attivamente in campo internazionale per la pace tra i Popoli, ed offrire un aiuto generoso per la crescita dei Popoli più bisognosi degli altri continenti”. Lo fa sottolineando che “la Santa Sede ha ricordato a tutti come il Cristianesimo, nelle sue varie espressioni, abbia contribuito alla formazione di una coscienza comune dei Popoli europei ed abbia dato un grande apporto a plasmare la loro civiltà”. “Riconosciuto o meno nei documenti ufficiali – ribadisce il Papa - è questo un dato innegabile che nessuno storico potrà dimenticare”.

 

All’Angelus della domenica seguente, sottolinea che si è vissuto un momento altamente significativo di un cammino che sarà ancora lungo e che appare sempre più impegnativo. Spiega che si tratta della “costruzione della nuova Europa alla quale – conferma – continuiamo a guardare con fiducia”. 

 

“La Santa Sede – ricorda Giovanni Paolo II – è sempre stata favorevole alla promozione di un’Europa unita sulla base di quei comuni valori che fanno parte della sua storia”. E spiega:

 

“Tener conto delle radici cristiane del Continente significa avvalersi di un patrimonio spirituale che rimane fondamentale per i futuri sviluppi dell’Unione.”

 

E torna ad esprimere un auspicio: “anche negli anni a venire, i cristiani continuino a portare in tutti gli ambiti delle istituzioni europee quei fermenti evangelici che sono garanzia di pace e di collaborazione tra tutti i cittadini nell’impegno condiviso di servire il bene comune.”

 

(musica)

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AIUTARE IL SUDAN AD USCIRE DALL’EMERGENZA.

CONCLUSO A OSLO IL VERTICE DEI PAESI DONATORI

- Intervista con mons. Cesare Mazzolari -

 

Quattro miliardi e mezzo di dollari subito, per aiutare il Sudan, il Paese africano martoriato dalle guerre civili nel Sud, che ora è in pace, e nel Darfur, dove la situazione è ancora drammatica. Ma ne erano stati chiesti quasi 8 dall’ONU. Se ne è parlato ieri ad Oslo a conclusione dei due giorni di colloqui dei Paesi donatori, nella capitale norvegese. Ma di che cosa ha realmente urgenza oggi il Sudan? Giancarlo La Vella lo ha chiesto al vescovo di Rumbek, mons. Cesare Mazzolari:

 

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R. - Il bisogno più grande è di assistere gli sfollati che stanno venendo dal Nord verso il Sud. L’anno scorso mezzo milione è venuto, quest’anno un milione e mezzo o due, forse anche di più. Non trovano niente. Non ci sono strade, non ci sono pozzi, non esistono scuole, non ci sono centri per la salute, non ci sono medicine. La tragedia del Sudan, al momento, è anche la fame. La fame che voi avete conosciuto in Darfur esiste in tutto il Sud Sudan per la mancanza di pioggia: la gente sta morendo di fame. La terza situazione è che c’è tutto da rifare. La nostra gente sta morendo e, purtroppo, l’occhio è soltanto sul Darfur e vorremmo, invece, che fosse anche sugli altri posti.

 

D. – Se non si interviene subito c’è il rischio che questa situazione riporti di nuovo la guerra, il conflitto?

 

R. – Ecco, forse non si arriverà al conflitto, ma ci sarà qualcuno che vorrà prevalere e quindi ottenere, con i soldi e con i fondi, quello che ottenevano con la guerra. Quello sarà il primo passo. Verranno a comprarci costruendo pozzi, cliniche e scuole e anche le strade, dopodiché ci chiederanno: “Perché volete separarvi da noi?”. Quindi ci compreranno. Loro non possono permettere che il Sud si separi dal Nord perché tutta la ricchezza del Sudan è nel Sud. Tutti i pozzi di olio del Nord li hanno già venduti alla Cina, alla Malesia, all’India e rimangono solo quelli del Sud e loro non possono perderli. Ci compreranno. Se la Comunità internazionale non si convince che stiamo sul precipizio, più in là ci sarà la morte per fame, la morte per miseria. E’ tutto da rifare.

 

D. – Voi missionari che cosa riuscite a fare in questa situazione ancora così urgente, ancora così grave?

 

R. – Noi abbiamo avuto la fortuna di aver avvicinato alcuni governi come quello dell’Italia, come il governo della Germania ed altri governi che, avendo vista la situazione, ci usano come tramite e, anzi, vogliono allargare le nostre opere per le scuole, le nostre opere per la medicina e le altre opere che hanno anche un valore umanitario oltre che evangelico. E quindi il nostro lavoro continua con molta più attenzione di prima perché la popolazione che ci “invade” è veramente grande, quindi non riusciamo mai ad accontentare tutti. Però, queste nazioni e anche le agenzie nostre cristiane hanno capito che noi conosciamo la strada per queste situazioni difficili e ci stanno aiutando.

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CHIESA E SOCIETA’

13 aprile 2005

 

 

IN VISTA DEL CONGRESSO EUCARISTICO, RIUNITI A BARI I DELEGATI DELLE DIVERSE DIOCESI.

OBIETTIVO DELL’INCONTRO: METTERE A PUNTO GLI ULTIMI PREPARATIVI PER L’EVENTO DEL PROSSIMO MAGGIO

  

BARI. = Ultimi preparativi a Bari in vista del 24.esimo Congresso eucaristico nazionale, sul tema “Senza la domenica non possiamo vivere”, in programma nella città pugliese dal 21 al 29 maggio prossimi. Ieri ed oggi circa cento delegati, provenienti da 65 diocesi di tutta Italia, si sono dati appuntamento a Bari per i lavori preparatori. “I delegati – ha sottolineato l’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Nicola Cacucci – si sono riuniti non solo per approfondire ulteriormente le tematiche congressuali, ma anche per fare il punto sotto il profilo organizzativo”. “Quest'ultimo mese – ha aggiunto – richiede una cura particolare per prevedere il numero delle persone che parteciperanno ai giorni del congresso: l’attenzione dei delegati delle singole chiese locali sottolinea come il congresso sia realmente nazionale”. Il congresso è “un punto di partenza e un punto di arrivo nello stesso tempo – ha dichiarato padre Carlo Musarra di Patti – ed è frutto di un cammino che la Chiesa di Puglia ha fatto al servizio della Chiesa nazionale”. La giornata di ieri si è conclusa con la celebrazione eucaristica presieduta da Cosmo Francesco Ruppi, arcivescovo di Lecce. “L’Eucaristia – ha detto il presule durante l’omelia – è una risposta alle attese dell’uomo di oggi e costituisce il punto più alto di un cammino che conduce verso la fede in Cristo Risorto”. “La Pasqua domenicale – ha concluso l’arcivescovo Ruppi – è infatti il momento culmine della vita e del cammino della Chiesa, perché ci conduce verso l’essenziale, facendoci sedere a mensa con il Risorto”. (B.C.)

 

 

PUBBLICATA UNA LETTERA PASTORALE DEI VESCOVI TEDESCHI IN VISTA DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU’ DI COLONIA.

I PRESULI INVITANO I FEDELI A CONTRIBUIRE PER UN RINNOVATO FERVORE MISSIONARIO NEL PAESE.

INTANTO, I GIOVANI DEL MONDO RICORDANO IL PAPA ANCHE SUL SITO DELLA GMG 2005

 

COLONIA. = Sul sito ufficiale della Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia (www.wjt2005.de) - riferisce l’agenzia Fides - sono tanti i giovani da tutto il mondo che ricordano Giovanni Paolo II. “Ora che il Signore ha chiamato a sé il ‘padre delle Giornate della Gioventù’ sta a noi tutti continuare la sua iniziativa”, scrive Daniel. “Con i nostri sforzi per una buona riuscita della Giornata Mondiale della Gioventù possiamo rendere un grande omaggio al Papa”, gli fa eco Patrick. “Anche se il Papa non è più fra noi, il suo spirito di amore lo sarà per sempre”,  scrive, invece, Rimmel dalle Filippine. “Il Papa ci ha insegnato che la pace comincia dentro di noi. E noi abbiamo sentito questa pace nella sua forte presenza”: sottolinea dagli Stati Uniti E.J. Shanks. Dal 16 al 21 agosto 2005, i giovani parteciperanno alla XX Giornata della Gioventù, a Colonia. La settimana precedente, invece, nelle diocesi tedesche, si svolgeranno le “giornate di incontro”, in preparazione appunto alla GMG: si attendono 250.000 giovani provenienti da 120 Paesi. “La GMG comincia nelle nostre diocesi e nelle nostre parrocchie; - hanno scritto i vescovi tedeschi in una lettera pastorale, diffusa la scorsa domenica – nell’incontro con noi i giovani racconteranno la loro fede, parteciperanno alla Santa Messa, conosceranno il Paese ospitante e faranno cosi l’esperienza della Chiesa universale”. “Soltanto con il vostro aiuto – sottolineano ancora i presuli, invitando i fedeli tedeschi ad una colletta per la GMG – sarà possibile dare a molti giovani la possibilità di partecipare alle Giornate Mondiali della Gioventù e dare alla nostra società la testimonianza preziosa di fede vissuta”. (B.C.)

 

 

BARBARAMENTE UCCISO IN PAKISTAN UN PASTORE PROTESTANTE.

L’AZIONE CON OGNI PROBABILITA’ E’ OPERA DEGLI INTEGRALISTI ISLAMICI.

IMMEDIATE LE MANIFESTAZIONI DI PIAZZA CONTRO IL GOVERNO,

ACCUSATO DI NON TUTELARE LE MINORANZE

 

PESHAWAR. = Sono stati ritrovati giovedì scorso, due giorni dopo essere scomparsi, a Peshawar, nel nord del Pakistan, i corpi senza vita di un pastore protestante e del suo autista. Per il momento - riporta l’agenzia Asianews - sono stati arrestati un uomo e una donna, accusati del duplice omicidio. Secondo la polizia, i due sono stati accoltellati e poi uccisi a colpi di pistola. Un ufficiale ha dichiarato, inoltre, che i loro corpi sono sfigurati. Il pastore Babar faceva parte della Jesus Pan Gospel Church a Yousafabad ed era anche responsabile dell’ente caritativo “Ilam Dost Walfare Trust”, un’organizzazione non governativa che si occupa dell’assistenza ai poveri. Secondo il suo assistente, Amin Bhatti, il pastore aveva ricevuto recentemente minacce, perché accusato di aver convertito musulmani al cristianesimo. In questi giorni oltre 200 cristiani sono scesi nelle piazze per protestare contro l’omicidio e la sua mancata punizione da parte del governo, che sta dimostrando di non tutelare le minoranze. Anche molti esponenti cristiani si sono espressi duramente contro l’uccisione di Babar, auspicando che il governo effettui “un’azione più decisa” contro gli estremisti. (M.V.S.)

 

 

CRESCE IN ANGOLA LA PREOCCUPAZIONE PER LA DIFFUSIONE DEL VIRUS DI MARBURG.

210 FINO AD ORA LE VITTIME ACCERTATE DELL’EPIDEMIA

 

LUANDA. = Cresce in Angola in bilancio delle vittime del virus di Marburg. Secondo quanto hanno annunciato ieri il ministero della Sanità angolano e l’Organizzazione Mondiale della sanità (OMS) sono in tutto 210 le persone che hanno perso la vita per l’epidemia. Il maggior numero di decessi (190) è avvenuto nella provincia di Uige, nel nord del Paese africano. Sempre secondo i dati diffusi ieri, in tutto il Paese 361 persone sono state “poste in osservazione”. Il governo, intanto, ha avviato una campagna di sensibilizzazione nazionale per informare dei rischi la popolazione, soprattutto attraverso la radio che, in Angola come in gran parte dell’Africa, resta il principale mezzo di comunicazione. Il contagio di febbre emorragica complica notevolmente anche la gestione normale di un sistema sanitario già carente, in un Paese molto povero come l’Angola, ancora segnato dalle conseguenze del conflitto del 1975-2002. Lo scorso 24 marzo l’epidemia ha provocato la morte della dottoressa Maria Bonino, 51 anni, pediatra italiana impegnata per due anni a Uige con il CUAMM, organizzazione non governativa di Padova. (B.C.)

 

 

UNA CAPPELLA DOVE POTER PREGARE E CELEBRARE I RITI RELIGIOSI. E’ QUESTO

IL DONO DELL’INDU’ TOLAJI AI CATTOLICI “DALI’”, COSTRETTI A VIVERE

IN ESTREMA POVERTA’ PERCHE’ APPARTENENTI AL GRADINO

PIU’ BASSO DEL SISTEMA DELLE CASTE INDIANO

 

MAHARASHTRA. = Nello Stato indiano del Maharashtra, lo scorso 3 aprile, è stata consacrata nella diocesi di Nashik una cappella destinata ai “dalit” fuoricasta. L’edificio - riferisce l’agenzia Misna - si trova su un terreno donato da un indù di nome Tolaji ai salesiani del villaggio di Mathani, dove si trovano sette famiglie cattoliche “dalit”. Con questo termine si designano le persone che occupano la posizione più bassa e miserabile nel sistema delle caste. La loro condizione è caratterizzata generalmente da estrema povertà e precarie condizioni igienico-sanitarie, nonché dal disprezzo delle caste superiori. A questo si aggiunge il fatto che a loro sono precluse numerose attività all’interno della società, tra cui la partecipazione a cerimonie religiose. A Mathani le famiglie cattoliche dalit non possedevano, fino ad ora, una cappella dove pregare e, per le principali funzioni religiose, si riunivano in una grotta. L’indù Tolaji, che è anche componente del consiglio del villaggio, ha deciso di fare questo dono ai cattolici dalit dopo aver visto l’immenso lavoro svolto dai religiosi del luogo per la raccolta e la conservazione dell’acqua piovana. A dare la notizia è stata l’agenzia salesiana di stampa, che ha precisato che alla consacrazione erano presenti circa un centinaio di abitanti del luogo, molti religiosi e religiose. (M.V.S.)

 

 

PROMOSSE DALLA DIOCESI DI ROMA UNA SERIE DI CELEBRAZIONI,

PARTICOLARMENTE NELLA BASILICA DI S. GIOVANNI IN LATERANO, “PRO ELIGENDO ROMANO PONTIFICE”

 

ROMA. = La diocesi di Roma ha previsto, a partire da domenica e fino al prossimo 22 aprile, un fitto calendario di celebrazioni nella Basilica di San Giovanni in Laterano per l’elezione del futuro Pontefice. Si inizierà domenica 17 alle ore 10.00, alla vigilia dell’apertura del Conclave. Lunedì l’invito per i sacerdoti e i fedeli della diocesi è di partecipare alla messa che si svolgerà nella Basilica Vaticana con tutti i cardinali elettori. A partire da martedì, per quattro giorni, le messe saranno due, una alle ore 8.00 e l’altra alle ore 16.30, in San Giovanni. A celebrarle, tra gli altri, il cardinale Giovanni Canestri, del Titolo di S. Andrea della Valle, arcivescovo emerito di Genova; il cardinale Jozef Tomko, del Titolo di S. Sabina, prefetto emerito della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli; il cardinale Ersilio Tonini, del Titolo del SS. mo Redentore a Val Melaina, arcivescovo emerito di Ravenna-Cervia. A tutte le parrocchie e chiese di Roma sarà, inoltre, inviato un testo di preghiere dei fedeli da introdurre nella celebrazione delle SS. Messe “Pro Eligendo Romano Pontifice”, durante i giorni del Conclave, con l’invito a cantare il Veni Creator (o altro Inno allo Spirito Santo) e a recitare la preghiera “Pro Eligendo Romano Pontifice”. Si chiederà che almeno una Santa Messa in ogni chiesa di Roma sia celebrata “Pro Eligendo Romano Pontifice”, durante tutti i giorni a partire da lunedì 18 fino al giorno dell’elezione del Santo Padre, e che siano organizzate ore di Adorazione Eucaristica, Veglie di preghiera e recite del Santo Rosario sempre “Pro Eligendo Romano Pontifice”. Tutti i responsabili delle parrocchie e chiese di Roma, infine, sono invitati a suonare le campane nel momento dell’elezione del nuovo Papa, dopo che ne sarà stato dato l’annuncio dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica Vaticana. (B.C.)

 


AL VIA IL X CAPITOLO GENERALE DELLE SUORE DI DON ORIONE.

L’INCONTRO, A ROMA, SI CONCLUDERA’ IL PROSSIMO 11 MAGGIO

 

ROMA. = “Accanto a chi soffre e vive ai margini della società.” E’ questo il tema che anima la riflessione del X Capitolo generale delle Piccole Suore Missionarie della Carità, fondate da San Luigi Orione, che sono riunite da ieri a Roma fino al prossimo 11 maggio. Il tema dell’incontro, al quale parteciperanno alcune delegate in rappresentanza di tutte le religiose presenti nel mondo, sarà: “Verso un nuovo volto della spiritualità, carità, comunione nella Chiesa e nel mondo. In ascolto dei gemiti dei popoli”. Ci si propone di volgere uno sguardo al passato, per fare il punto della situazione e valutare il cammino percorso in questi ultimi sei anni, ed uno al futuro, per la scelta del nuovo governo della congregazione. Suor Maria Ortensia Turati, la madre generale delle suore missionarie, ha affermato che “il X Capitolo generale coincide con un momento di cambiamento di tutta la Chiesa, a causa della morte del nostro amatissimo Papa Giovanni Paolo II e per la scelta di un nuovo Pontefice, per il quale preghiamo ogni giorno”. In omaggio al Papa defunto, le suore si recheranno oggi nelle grotte vaticane per dire una preghiera presso la tomba di Giovanni Paolo II, “che tanto ci ha stimato e incoraggiato a proseguire sulla strada tracciata da don Orione”. La congregazione è presente in quattro continenti e conta 800 religiose sparse in tutto il mondo. (M.V.S.)



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24 ORE NEL MONDO

13 aprile 2005

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Iraq, almeno nove soldati iracheni sono morti per l’esplosione di una bomba a Kirkuk. Lo hanno reso noto fonti della polizia aggiungendo che i militari stavano tentando di disinnescare un ordigno collocato da guerriglieri nei pressi di un oleodotto. A Baghdad quattro bombe sono poi esplose nei pressi di convogli militari statunitensi. L’attacco più grave è avvenuto nel quartiere di Al Amiriya, nella parte occidentale della capitale: l’onda d’urto ha ferito gravemente almeno quattro civili. A Nassiriya è stata scoperta, inoltre, una fossa comune con 25 corpi risalente al periodo del regime di Saddam Hussein. Il presidente americano George Bush ha elogiato, intanto, l’opera dei soldati statunitensi in Iraq e ha ribadito la volontà di aiutare il popolo iracheno. “I terroristi stanno perdendo la guerra in tutto il pianeta grazie alla diffusione della democrazia”, ha aggiunto ieri Bush visitando una base militare in Texas.

 

Il segretario americano alla Difesa, Donald Rumsfeld, arrivato stamani in Afghanistan per far visita alle truppe americane e per verificare il grado di avanzamento degli sforzi di ricostruzione in Afghanistan, ha incontrato a Kabul il presidente afghano, Hamid Karzai. Ieri, durante la visita a sorpresa in Iraq, il segretario americano alla Difesa ha dichiarato che “gli Stati Uniti non hanno una strategia di uscita dall’Iraq, ma una strategia di vittoria”.

 

Gli Stati Uniti esortano Israele a riattivare la Road Map, il piano di pace internazionale per il Medio Oriente. Con il vertice, ieri in Texa, tra il premier israeliano Sharon ed il presidente americano Bush, gli Stati Uniti riprendono in mano le fila della mediazione tra israeliani e palestinesi. I due leader hanno parlato anche della minaccia nucleare iraniana. Il servizio di Graziano Motta:

 

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Israele non prenderà la guida di una campagna a favore di un attacco contro l’Iran, per farlo desistere dagli evidenti indirizzi militari impressi sui suoi programmi nucleari da cui si sente minacciato. Si associa invece alle iniziative degli Stati Uniti volte a scongiurarne i pericoli. I tempi stringono per cui occorre vincere la rassegnazione che sembra emergere in alcuni Paesi europei e invocare una sollecita reazione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. E’ quanto emerso dalle ultime battute della missione del primo ministro Sharon negli Stati Uniti, caratterizzate da incontri a Washington con il vice presidente Cheney, con il vice segretario alla Difesa e con esponenti del Congresso. La missione di Sharon è stata però prevalentemente incentrata sulle prospettive di riattivazione del dialogo di pace. Dei risultati dei suoi colloqui nel Texas con il presidente Bush, la Segreteria di Stato ha informato telefonicamente i ministri degli Esteri di Giordania, Russia, Germania e il presidente palestinese, Abu Mazen. Quest’ultimo si è felicitato delle dichiarazioni molto chiare dell’amministra-zione americana in favore della road map e contro le nuove costruzioni in Cisgiordania, in particolare nei 5 chilometri che separano Gerusalemme dalla città satellite di Maaleh Adumim.

 

Per Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Il leader degli Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha invitato la Francia a favorire l’avvio di un dialogo tra i libanesi divisi sulla risoluzione 1559 del Consiglio di sicurezza dell’ONU. La risoluzione, promossa da Parigi e Washington, richiede il disarmo del movimento sciita.

 

Quelle del 5 maggio saranno le ultime elezioni con Tony Blair leader dei laburisti. A confermarlo è stato lo stesso premier britannico che stamani ha presentato il programma del suo partito per le prossime consultazioni politiche.

 

In Grecia centinaia di persone hanno manifestato contro la Costituzione europea ad Atene e a Salonicco, rispondendo ad un appello del partito comunista. Il voto al Parlamento greco sulla Costituzione UE dovrebbe avvenire nei prossimi giorni.

 

Il Parlamento francese ha approvato una proposta di legge che riconosce il diritto a “lasciar morire”. La proposta, che comunque non legalizza l’eutanasia, prevede l’interruzione delle cure condotte “con ostinazione irragionevole”. In base alla norma, una persona ammalata in fase terminale può decidere di “limitare o cessare qualsiasi terapia”. E’ anche autorizzata la somministrazione di farmaci contro il dolore che possono accelerare il decesso.

 

Sarebbe pronto a restituire la propria tessera a ‘Solidarnosc’ Lech Walesa, storico fondatore del sindacato polacco. All’origine di questa decisione, ci sarebbero le divergenze di Walesa con l’attuale dirigenza del sindacato sulla partecipazione del presidente polacco, Aleksander Kwasniewski, alle celebrazioni per i 25 anni di Solidarnosc, previste il prossimo mese di agosto a Danzica.

 

Ha preso il via nei dintorni di Helsinki, in Finlandia, il terzo round di negoziati tra i rappresentanti del governo di Giacarta e del movimento separatista di Aceh. I colloqui hanno come obiettivo la ricerca di una soluzione al conflitto che colpisce la regione indonesiana da quasi 30 anni. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:

 

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I separatisti di Aceh hanno chiesto al governo indonesiano un cessate il fuoco come gesto di buona volontà, durante i negoziati di pace in corso a Helsinki. Secondo il portavoce del GAM, il movimento di liberazione di Aceh, tocca al governo di Giacarta fare un passo in avanti, dopo che i ribelli hanno accettato di mettere da parte, almeno temporaneamente, la loro richiesta di indipendenza della provincia. I separatisti hanno chiesto al governo di dare una risposta entro 24 ore. Dopo il nulla di fatto nei precedenti due round di colloqui, lo scorso gennaio e febbraio, si spera che questa volta le parti possano trovare un compromesso su alcuni temi in agenda, come la questione dell’autonomia speciale, della sicurezza e della ricostruzione economica. Al termine del primo giorno, i mediatori della Crisis Management Initiative, l’organizzazione dell’ex premier finlandese, Martti Ahtissari, hanno espresso un caldo ottimismo. La principale fonte di preoccupazione resta comunque la tensione nella provincia dove si continua a combattere. L’esercito indonesiano ha ammesso di aver ucciso più di 260 ribelli dal 26 dicembre scorso; una situazione che ha creato non pochi ostacoli alle operazioni di soccorso.

 

Per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Il governo giapponese ha deciso l’avvio delle procedure per consentire lavori di perforazione del fondo marino alla ricerca di giacimenti di gas naturale nell’area delle isole di Senkaku e Diayou, nel mar cinese orientale. Le due isole sono al centro di una contesa territoriale tra Cina e Giappone. La decisione appare destinata a provocare nuove tensioni tra i due Paesi asiatici. In Cina sono scoppiate, la settimana scorsa, violente dimostrazioni antigiapponesi dopo l’adozione, da parte dell’esecutivo di Tokyo, di libri di testo scolastici nei quali vengono minimizzati i crimini commessi in Asia dall’esercito nipponico negli anni ‘30 e ‘40.

 

Momenti di tensione al confine tra le due Coree: soldati di frontiera sudcoreani hanno sparato numerosi colpi di avvertimento contro una nave, identificata poi come un peschereccio sucoreano, che si stava avvicinando al confine marittimo tra le due Coree lungo il mar del Giappone. Il ministro sudcoreano dell'unificazione nazionale, Chung, ha chiarito che si è trattato di un incidente.

 

Gravi carenze nel processo di sviluppo del Continente africano. Il nuovo bilancio del Fondo monetario internazionale e della Banca Mondiale denuncia il mancato conseguimento degli obiettivi del Millennio, fissati dai leader mondiali nel 2000, e il grado di estrema povertà in cui versa la vasta regione sub-sahariana.

 

Migliaia di giovanissimi mercenari continuano ad operare nei principali teatri di guerra africani. E’ il quadro che emerge da un rapporto diffuso dall’organizzazione ‘Human rights Watch’, basato su interviste a ‘giovani veterani’ di conflitti in Liberia, Sierra Leone, Guinea e Costa d'Avorio.

 

Migliorano le condizioni di salute del principe Ernst August di Hannover, 51.enne marito della principessa Carolina di Monaco. Lo riferiscono fonti dell’entourage del principe aggiungendo che Ernst August, ricoverato in un ospedale monegasco per una pancreatite acuta, potrebbe essere presto dimesso. Intanto a Montecarlo i monegaschi continuano a rendere l’ultimo saluto al principe Ranieri, morto lo scorso 6 aprile. I funerali del sovrano verranno celebrati venerdì prossimo nella cattedrale del Principato.

 

 

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