RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
103 - Testo della trasmissione di mercoledì 13 aprile 2005
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
Cresce il numero dei pellegrini in fila per
rendere visita alla tomba di Giovanni Paolo II
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
In vista del Congresso eucaristico, riuniti a Bari i delegati delle diverse diocesi
Barbaramente ucciso in Pakistan un pastore protestante
Cresce in Angola la preoccupazione per la diffusione del virus di Marburg
Riattivare la Road Map per la pace in Medio oriente:
l’invito di Bush al premier israeliano Sharon nel vertice, ieri, in Texas
Aperti i negoziati di pace tra governo
indonesiano e separatisti di Aceh: i ribelli chiedono un cessate il fuoco
13 aprile 2005
ALLA NONA CONGREGAZIONE
GENERALE DEI CARDINALI IN VISTA DEL CONCLAVE,
E’ PROSEGUITO LO SCAMBIO DI IDEE SULLA SITUAZIONE
DELLA CHIESA E DEL MONDO.
NEL POMERIGGIO, SESTO NOVENDIALE IN SAN PIETRO,
AFFIDATO ALLA CURIA ROMANA
Prosegue lo
scambio di idee tra i cardinali sulla situazione della Chiesa e del mondo. E’
quanto sottolinea una nota del direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Navarro-Valls,
sulla nona congregazione generale dei cardinali, svoltasi stamani in Vaticano,
in vista del Conclave. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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Alla nona congregazione
generale, nell’Aula nuova del Sinodo Vaticano, hanno preso parte 140 cardinali.
Dopo l’invocazione dello Spirito Santo e la preghiera Adsumus – informa
la nota della Sala Stampa vaticana – i porporati si sono “soffermati su alcuni
articoli del capitolo quarto della Costituzione Apostolica Universi Dominici
Gregis”, ovvero la parte del documento dedicata alla facoltà dei dicasteri
della Curia Romana durante la vacanza della Sede Apostolica. L’assemblea dei
cardinali “ha continuato lo scambio di idee sulla situazione della Chiesa e del
mondo”. Nel corso della mattinata, il collegio cardinalizio ha poi ricevuto le
condoglianze del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Alla fine
della congregazione generale – conclude il comunicato – è stata consegnata ai
cardinali la serie di francobolli sede vacante, emessa dall’Ufficio
Filatelico dello Stato della Città del Vaticano.
Domani, nella mattinata, padre
Raniero Cantalamessa terrà la sua esortazione ai cardinali, nell’ambito della
decima Congregazione generale. Ricordiamo che l’altro predicatore per le
Esortazioni, previste dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis,
è il cardinale Tomáš Špidlík, che parlerà ai cardinali nella Cappella Sistina,
lunedì 18 aprile, giorno d’inizio del Conclave.
Oggi pomeriggio, nella Basilica
Vaticana, si terrà la celebrazione del sesto Novendiale, affidato alla Curia
Romana. La messa, che avrà inizio alle ore 17.00, sarà presieduta
dall’arcivescovo Leonardo Sandri, sostituto della Segreteria di Stato. La
nostra emittente seguirà in radiocronaca diretta la cerimonia liturgica a partire
dalle 17.00, con commento in italiano per la zona di Roma, sull’onda media di
585 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz, in spagnolo su satellite e in
inglese sul collegamento ISDN.
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ABBIAMO PERSO UN “AMICO VERO”: GLI AMBASCIATORI
PRESSO LA SANTA SEDE
HANNO ESPRESSO LE LORO CONDOGLIANZE AL COLLEGIO
CARDINALIZIO
PER LA SCOMPARSA DI GIOVANNI PAOLO II
Commozione fra
gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede che stamane hanno presentato
al Collegio cardinalizio le loro condoglianze per la scomparsa di Giovanni
Paolo II. “Un Pontefice straordinario che ha segnato la storia religiosa, morale
e civile del mondo intero”, ha sottolineato il prof. Giovanni Galassi, decano
del Corpo diplomatico. Ad accogliere gli ambasciatori il cardinale Joseph Ratzinger,
decano del Collegio cardinalizio. Il Servizio di Roberta Gisotti:
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“Piangiamo con sincero dolore in
quanto abbiamo perduto l’amico vero della nostra avventura terrena”: con toni
accorati il prof. Galassi ha espresso il “sentimento” comune di “solitudine”
provato in questi giorni di lutto, per la morte di un grande Papa, che “ha
toccato profondamente l’animo ed il cuore di ogni ambasciatore”, “costante
punto di riferimento per l’umanità intera”. “Con il suo Magistero - ha
sottolineato il decano del Corpo diplomatico – Giovanni Paolo II ha inciso
profondamente nella storia contemporanea: si è opposto decisamente alle
ideologie atee e totalitarie, ma nello steso tempo ha ammonito più volte i
Paesi più evoluti a non eleggere l’egoistico consumismo come loro religione di
vita, sostenendo con indomito ardore la centralità dell’uomo, la sua dignità,
il suo diritto ai bisogni esistenziali in un’ottica di reciproca solidarietà”.
“Il suo insegnamento - ha aggiunto l’ambasciatore Galassi – ci ha reso tutti
più forti e decisi ad operare con maggiore equità e giustizia per un mondo
migliore, con tale sentimento – ha concluso - seguiremo l’attività del prossimo
successore di Pietro.”
Al saluto di Galassi ha risposto il cardinale
Ratzinger, ricordando ancora una volta “quante volte Giovanni Paolo II ha esortato
i Paesi a trovare delle soluzioni pacifiche e a proseguire nel dialogo? Quante
volte ha invitato i dirigenti delle Nazioni a un’attenzione sempre più concreta
ai popoli loro affidati, specie ai più deboli, ai più piccoli e ai più poveri?
Quante volte ha richiamato la grandezza della vita umana?”. Tante esortazioni
che, oggi, - ha sottolineato il cardinale Ratzinger - risuonano per tutti noi
come “un messaggio ed un appello: a metterci sempre più a servizio della pace e
della solidarietà tra le persone e tra i popoli, a servizio degli uomini di tutti
i continenti, perché si levi un’umanità riconciliata su una Terra dove tutti
sono partner. Il cardinale Ratzinger ha sottolineato infine come nel corso del
pontificato di Giovanni Paolo II, le relazioni diplomatiche siano più che
raddoppiate, segno dell’attenzione delle Nazioni all’azione del Papa e della
Chiesa nel mondo intero.
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CRESCE IL NUMERO DEI PELLEGRINI IN FILA
PER RENDERE VISITA ALLA TOMBA
DI GIOVANNI PAOLO II
Sono
tornati numerosi a San Pietro per entrare nella basilica vaticana ed accedere
alle grotte dei papi. Laici, religiosi e giovani ancora in fila per rendere
omaggio a Giovanni Paolo II. Nella piazza, stamani, le orchestre polacche di
Lodz e di Zambrow, che avrebbero dovuto prendere parte all’udienza generale,
rivolti verso la finestra da dove si affacciava Karol Wojtyla, hanno voluto eseguire
ugualmente quei canti tradizionali e quei motivi religiosi che avevano preparato
per l’incontro con il Papa. Tiziana Campisi è stata in Piazza San Pietro per
raccogliere alcune testimonianze.
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Il numero dei pellegrini e dei
fedeli in fila per visitare la tomba di Giovanni Paolo II cresce di ora in ora.
Semplice, sobria, in marmo bianco di Carrara reca la scritta dorata con il nome
del Santo Padre, la data del suo pontificato e il monogramma di Cristo. Davanti,
una piccola luce sempre accesa. Solo una pianta dai fiori bianchi, lo
spatifillo, sotto il bassorilievo quattrocentesco della madonna posta al centro
della parete. Ma quali le emozioni dei visitatori?
R. - Sono stata molto commossa. E’
semplice, meglio così semplice! Mi piace, ecco, mi è piaciuta moltissimo e ci ritorneremo
ancora.
R. – Quello che si sente dentro il
cuore è indescrivibile!
R. – Un posto di gioia e di
serenità.
R. – Un’emozione troppo grande
anche se è durata poco.
D. – Come si sta preparando al
Conclave lei?
R. – Pregando lo Spirito Santo
tutti i giorni, perché ho fiducia nello Spirito Santo.
D. – Che emozione, quale impressione
ti ha dato?
R. - Quella di incontrare di
nuovo una persona cui vuoi bene. Il fatto che non ci sia più fisicamente non
vuol dire nulla. E, comunque, l’attenzione alla persona cui vuoi bene resta. Sarà
infinita, insomma. E’ proprio per l’eternità. Quando vuoi bene, se è vero, dura
per sempre.
D. – Quale eredità ti lascia
Giovanni Paolo II per andare avanti in un cammino di fede?
R. – La speranza e la certezza
della risurrezione in Cristo.
D. – Che cosa ti aspetti dal
Conclave?
R. – Un Papa, ma prima di tutto
un uomo con un’umanità grande che sappia cogliere il bisogno di umanità di
tutti.
R. – L’augurio che penso un po’ tutti
si fanno è che il nuovo Papa riesca a proseguire quest’abbraccio grande che il
Papa che abbiamo perso ci ha lasciato.
D. – Come si sta preparando al
Conclave?
R. - Con fede.
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“PREGHIAMO E CREDIAMO CHE ADESSO IL PAPA,
SPERIMENTI
L’ETERNA PRESENZA DI CRISTO”: COSI’ IL CARDINALE DE ARUJO SALES
NELL’OMELIA
PER IL V NOVENDIALE IN SAN PIETRO
“La dignità di ogni persona
umana, tanto proclamata da Giovanni Paolo II, sarà pienamente raggiunta
nell’accoglienza dell’umanità nella gloria del Cristo Risorto”. Così il
cardinale Eugenio de Araujo Sales nell’omelia del quinto giorno di celebrazioni
dei Novendiali. Al termine della Cappella Papale, i cardinali si sono
soffermati in preghiera davanti al sepolcro di Giovanni Paolo II nelle Grotte
vaticane. Il servizio è di Paolo Ondarza:
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(Canti)
“Preghiamo e
crediamo che adesso il Papa, colmo di giubilo senza fine, sperimenti l’eterna
ed ineffabile presenza di Cristo”.
Sono le parole del cardinale
Eugenio de Araujo Sales in questa prima Cappella Papale, quinto Novendiale in
suffragio di Papa Wojtyla, presenziato dai 135 cardinali presenti a Roma, in
una Basilica Vaticana gremita e aperta alla partecipazione di tutti.
Una liturgia della Parola
incentrata sulla “radicale opposizione tra il peccato e il potere
misericordioso di Dio”, vincitore della morte. “Quando tutto sarà sottomesso a
Cristo, anche il Figlio dell’uomo – scrive Paolo ai Corinzi – sarà sottomesso a
Dio: perché Dio sia tutto in tutti”. Questa “immensa sinfonia”, “eterna
adorazione della liturgia celeste” – ha spiegato il cardinale de Araujo Sales –
è concelebrata ora da Giovanni Paolo II, “in Cristo e per Cristo”, con tutti i
Santi, alla gloriosa presenza di Maria singolare protettrice del nostro amato Papa”.
“Questa divina
liturgia nel cielo si unisce alla liturgia che su questa terra celebriamo sotto
la forma del sacramento eucaristico”.
Le parole di Cristo riportate dall’evangelista Matteo,
“venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò”,
disegnano Gesù come Colui che, “prende la nostra croce, è il nostro cammino e
la nostra vita”, ha spiegato il cardinale de Araujo Sales. “Il Papa sempre volle insegnarci Cristo, Cammino della vita”.
“Perciò
il Santo Padre con tanto ardore ci ha insegnato la fedeltà alla dottrina di
Cristo, custodita dalla Chiesa. La conoscenza del Padre è sempre dono gratuito
della rivelazione”.
“Il giubilo nel cuore umano del Messia risuscitato”
è al centro della lettura tratta dagli Atti degli Apostoli: un’anticipazione di
quel giubilo che ogni creatura sperimenta nella Risurrezione. Il cardinale de Araujo
Sales a tal
proposito ha ricordato la prima enciclica di Giovanni Paolo II, la Redemptor
Hominis. Scriveva il Papa il 4 marzo 1979, prima domenica di Quaresima: “La
redenzione del mondo è nella sua più profonda radice, la pienezza della giustizia
in un cuore umano: nel Cuore del Figlio primogenito perché essa possa diventare
giustizia dei cuori di molti uomini, predestinati a divenire figli di Dio e
chiamati alla grazia, chiamati all’amore”.
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IL
GRAZIE DELL’ARCIVESCOVO LEONARDO SANDRI ALL’ISPETTORATO
DI
POLIZIA PRESSO IL VATICANO PER LO “STRAORDINARIO IMPEGNO”
PROFUSO
NEI GIORNI DOPO LA MORTE DI GIOVANNI PAOLO II
L’arcivescovo
Leonardo Sandri, sostituto della Segreteria di Stato, ha ricevuto ieri pomeriggio
il dott. Salvatore Festa, dirigente dell’Ispettorato di Polizia presso lo Stato
della Città del Vaticano. Il presule - informa una nota del direttore della
Sala Stampa della Santa Sede, Navarro-Valls - ha ringraziato il dott. Festa, e
con lui ciascuno dei funzionari e degli agenti dell’Ispettorato, per lo “straordinario
impegno profuso” nei giorni che hanno fatto seguito alla morte del Santo Padre
che hanno visto l’arrivo in Vaticano di un numero eccezionale di fedeli e di
autorità. Mons. Sandri ha lodato “l’alto senso di responsabilità e
l’instancabile dedizione” dell’Ispettorato per assicurare un ordinato affluire
dei pellegrini e la proficua collaborazione con tutte le altre forze coinvolte
nell’organizzazione di questo eccezionale evento.
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Prima
pagina: il titolo di apertura è “Samaritani della Memoria”; dopo l’omaggio reso
martedì sera dai cardinali, da stamane si snoda ininterrotto il pellegrinaggio
di migliaia e migliaia di fedeli presso la Tomba del Santo Padre Giovanni Paolo
II.
Il discorso
del cardinale Joseph Ratzinger in occasione delle condoglianze da parte del
corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Sei pagine dedicate alla
biografia di Giovanni Paolo II.
Una
pagina di telegrammi di cordoglio di capi di Stato e di governo.
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13 aprile 2005
EUROPA E VALORI
CRISTIANI: l’IMPEGNO INSTANCABILE DI GIOVANNI PAOLO II
PER UN CONTINENTE UNITO E SOLIDALE, FORTE DELLE
RADICI CRISTIANE
- Il servizio di Fausta Speranza -
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(musica)
“Non vuole forse Cristo, non dispone forse lo Spirito
Santo, che questo Papa polacco, Papa slavo, proprio ora manifesti l’unità
spirituale dell’Europa cristiana?”: è il 3 giugno 1979, pochi mesi dopo la sua
elezione, quando Karol Wojtyla pronuncia queste parole nella sua terra. In
piena Guerra Fredda, l’Europa è divisa in due blocchi. E la Polonia è proprio
una delle cerniere della Cortina di Ferro. Giovanni Paolo II pensa ad un’altra
Europa. Parla di una “casa comune” dei popoli europei. Invoca una
“riunificazione”. Afferma che l’Europa deve tornare a “respirare con due
polmoni”. E in tale contesto proclama compatroni d’Europa i Santi Cirillo e
Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi.
Due anni dopo lo storico 1989, convoca in Vaticano
un’assemblea speciale per l’Europa del Sinodo dei vescovi sul tema “Insieme
testimoni di Cristo che ci ha liberato”. Ai popoli che vivono una pagina nuova
e in primis al suo popolo polacco raccomanda di non dimenticare che all’Europa,
senza la fede cristiana, mancherà l’anima.
Ed è ancora lontana la Costituzione e la discussione per il
riferimento alle radici cristiane anche quando, nel 1982, Giovanni Paolo II
lancia un chiaro appello da Santiago de Compostela a tutta l’Europa: “Ritrova
te stessa. Sii te stessa. Riscopri le tue origini. Ravviva le tue radici”. La
sua esortazione a “ridare vita ai valori universali dell’umana convivenza”
torna quando chiede che la nuova Europa sia “una sinfonia di nazioni”, non una
fortezza chiusa in se stessa. Il processo di integrazione – avverte – “non può
riguardare unicamente aspetti geografici ed economici, ma deve tradursi in una
rinnovata concordia di valori da esprimere nel diritto e nella vita”.
Quando a Bruxelles si lavora al
testo del Trattato costituzionale sarà costante l’impegno di Giovanni Paolo II
a ricordare le “radici cristiane” in tanti discorsi e messaggi che il Papa
dedica all’Europa. Il Cristianesimo – afferma – permea di sé la storia, l’arte
e la cultura dell’Europa.
“Dalle
sue terre, nelle abbazie, nelle cattedrali, nelle chiese, si è levata incessante
la lode a Cristo, Signore del tempo e della storia”.
Nell’estate del 2003 sono 8 gli
Angelus dedicati al tema. Il 13 luglio afferma:
“Un importante processo
di unificazione dell’Europa attraverso l’allargamento dell’Unione Europea ad
altri Paesi. La Chiesa osserva con uno sguardo pieno di amore questo continente”.
Il
24 agosto sottolinea:
“Riconoscere esplicitamente il
trattato e le leggi cristiane in Europa diventa per il continente la principale
garanzia di futuro”.
L’esortazione post sinodale Ecclesia
in Europa individua problematiche e opportunità nella nuova stagione del
Vecchio Continente, tra spinte laiciste e ritrovata libertà.
“La Chiesa di oggi – scrive il
Pontefice – avverte, con rinnovata responsabilità, l’urgenza” di aiutare
l'Europa a costruire se stessa rivitalizzando le radici cristiane che l’hanno
originata”.
“Paradossalmente la culla dei
diritti umani rischia così di smarrirne il fondamento, eroso dal relativismo e
dall’utilitarismo”.
Quando il testo della Carta
costituzionale viene approvato senza riferimento al patrimonio comune
cristiano, Giovanni Paolo II non nasconderà la sua amarezza. “Non si tagliano
le radici dalle quali si è nati”, spiega.
Poi viene la firma della
Costituzione il 29 ottobre 2004 e alla vigilia di questo storico giorno, il
Papa incontrando Romano Prodi, presidente della Commissione europea, esprime il
suo auspicio: l'Unione Europea possa “esprimere sempre il meglio delle grandi
tradizioni dei suoi Stati membri, operare attivamente in campo internazionale
per la pace tra i Popoli, ed offrire un aiuto generoso per la crescita dei
Popoli più bisognosi degli altri continenti”. Lo fa sottolineando che “la Santa Sede ha ricordato a tutti come il
Cristianesimo, nelle sue varie espressioni, abbia contribuito alla formazione
di una coscienza comune dei Popoli europei ed abbia dato un grande apporto a
plasmare la loro civiltà”. “Riconosciuto o meno nei documenti ufficiali –
ribadisce il Papa - è questo un dato innegabile che nessuno storico potrà
dimenticare”.
All’Angelus della domenica
seguente, sottolinea che si è vissuto un momento altamente significativo di un
cammino che sarà ancora lungo e che appare sempre più impegnativo. Spiega che
si tratta della “costruzione della nuova Europa alla quale – conferma – continuiamo
a guardare con fiducia”.
“La Santa Sede – ricorda
Giovanni Paolo II – è sempre stata favorevole alla promozione di un’Europa
unita sulla base di quei comuni valori che fanno parte della sua storia”. E
spiega:
“Tener conto delle radici
cristiane del Continente significa avvalersi di un patrimonio spirituale che
rimane fondamentale per i futuri sviluppi dell’Unione.”
E torna ad esprimere un
auspicio: “anche negli anni a venire, i cristiani continuino a portare in tutti
gli ambiti delle istituzioni europee quei fermenti evangelici che sono garanzia
di pace e di collaborazione tra tutti i cittadini nell’impegno condiviso di
servire il bene comune.”
(musica)
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AIUTARE IL SUDAN AD USCIRE
DALL’EMERGENZA.
CONCLUSO A OSLO IL VERTICE DEI PAESI DONATORI
- Intervista con mons. Cesare Mazzolari -
Quattro miliardi e mezzo di
dollari subito, per aiutare il Sudan, il Paese africano martoriato dalle guerre
civili nel Sud, che ora è in pace, e nel Darfur, dove la situazione è ancora
drammatica. Ma ne erano stati chiesti quasi 8 dall’ONU. Se ne è parlato ieri ad
Oslo a conclusione dei due giorni di colloqui dei Paesi donatori, nella
capitale norvegese. Ma di che cosa ha realmente urgenza oggi il Sudan?
Giancarlo La Vella lo ha chiesto al vescovo di Rumbek, mons. Cesare Mazzolari:
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R. - Il
bisogno più grande è di assistere gli sfollati che stanno venendo dal Nord
verso il Sud. L’anno scorso mezzo milione è venuto, quest’anno un milione e
mezzo o due, forse anche di più. Non trovano niente. Non ci sono strade, non ci
sono pozzi, non esistono scuole, non ci sono centri per la salute, non ci sono
medicine. La tragedia del Sudan, al momento, è anche la fame. La fame che voi
avete conosciuto in Darfur esiste in tutto il Sud Sudan per la mancanza di pioggia:
la gente sta morendo di fame. La terza situazione è che c’è tutto da rifare. La
nostra gente sta morendo e, purtroppo, l’occhio è soltanto sul Darfur e
vorremmo, invece, che fosse anche sugli altri posti.
D. – Se
non si interviene subito c’è il rischio che questa situazione riporti di nuovo
la guerra, il conflitto?
R. –
Ecco, forse non si arriverà al conflitto, ma ci sarà qualcuno che vorrà prevalere
e quindi ottenere, con i soldi e con i fondi, quello che ottenevano con la
guerra. Quello sarà il primo passo. Verranno a comprarci costruendo pozzi, cliniche
e scuole e anche le strade, dopodiché ci chiederanno: “Perché volete separarvi
da noi?”. Quindi ci compreranno. Loro non possono permettere che il Sud si
separi dal Nord perché tutta la ricchezza del Sudan è nel Sud. Tutti i pozzi di
olio del Nord li hanno già venduti alla Cina, alla Malesia, all’India e
rimangono solo quelli del Sud e loro non possono perderli. Ci compreranno. Se
la Comunità internazionale non si convince che stiamo sul precipizio, più in là
ci sarà la morte per fame, la morte per miseria. E’ tutto da rifare.
D. –
Voi missionari che cosa riuscite a fare in questa situazione ancora così
urgente, ancora così grave?
R. –
Noi abbiamo avuto la fortuna di aver avvicinato alcuni governi come quello
dell’Italia, come il governo della Germania ed altri governi che, avendo vista
la situazione, ci usano come tramite e, anzi, vogliono allargare le nostre
opere per le scuole, le nostre opere per la medicina e le altre opere che hanno
anche un valore umanitario oltre che evangelico. E quindi il nostro lavoro
continua con molta più attenzione di prima perché la popolazione che ci
“invade” è veramente grande, quindi non riusciamo mai ad accontentare tutti.
Però, queste nazioni e anche le agenzie nostre cristiane hanno capito che noi
conosciamo la strada per queste situazioni difficili e ci stanno aiutando.
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13
aprile 2005
IN VISTA DEL
CONGRESSO EUCARISTICO, RIUNITI A BARI I DELEGATI DELLE DIVERSE DIOCESI.
OBIETTIVO DELL’INCONTRO: METTERE A PUNTO GLI
ULTIMI PREPARATIVI PER L’EVENTO DEL PROSSIMO MAGGIO
BARI. = Ultimi preparativi a
Bari in vista del 24.esimo Congresso eucaristico nazionale, sul tema “Senza la
domenica non possiamo vivere”, in programma nella città pugliese dal 21 al 29
maggio prossimi. Ieri ed oggi circa cento delegati, provenienti da 65 diocesi
di tutta Italia, si sono dati appuntamento a Bari per i lavori preparatori. “I
delegati – ha sottolineato l’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Nicola Cacucci
– si sono riuniti non solo per approfondire ulteriormente le tematiche
congressuali, ma anche per fare il punto sotto il profilo organizzativo”. “Quest'ultimo
mese – ha aggiunto – richiede una cura particolare per prevedere il numero
delle persone che parteciperanno ai giorni del congresso: l’attenzione dei
delegati delle singole chiese locali sottolinea come il congresso sia realmente
nazionale”. Il congresso è “un punto di partenza e un punto di arrivo nello
stesso tempo – ha dichiarato padre Carlo Musarra di Patti – ed è frutto di un
cammino che la Chiesa di Puglia ha fatto al servizio della Chiesa nazionale”.
La giornata di ieri si è conclusa con la celebrazione eucaristica presieduta da
Cosmo Francesco Ruppi, arcivescovo di Lecce. “L’Eucaristia – ha detto il
presule durante l’omelia – è una risposta alle attese dell’uomo di oggi e
costituisce il punto più alto di un cammino che conduce verso la fede in Cristo
Risorto”. “La Pasqua domenicale – ha concluso l’arcivescovo Ruppi – è infatti
il momento culmine della vita e del cammino della Chiesa, perché ci conduce
verso l’essenziale, facendoci sedere a mensa con il Risorto”. (B.C.)
PUBBLICATA UNA
LETTERA PASTORALE DEI VESCOVI TEDESCHI IN VISTA DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA
GIOVENTU’ DI COLONIA.
I PRESULI INVITANO I FEDELI A CONTRIBUIRE PER UN
RINNOVATO FERVORE MISSIONARIO NEL PAESE.
INTANTO, I GIOVANI DEL MONDO RICORDANO IL PAPA
ANCHE SUL SITO DELLA GMG 2005
COLONIA. = Sul sito ufficiale
della Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia (www.wjt2005.de) - riferisce l’agenzia Fides -
sono tanti i giovani da tutto il mondo che ricordano Giovanni Paolo II. “Ora
che il Signore ha chiamato a sé il ‘padre delle Giornate della Gioventù’ sta a
noi tutti continuare la sua iniziativa”, scrive Daniel. “Con i nostri sforzi
per una buona riuscita della Giornata Mondiale della Gioventù possiamo rendere
un grande omaggio al Papa”, gli fa eco Patrick. “Anche se il Papa non è più fra
noi, il suo spirito di amore lo sarà per sempre”, scrive, invece, Rimmel dalle Filippine. “Il Papa ci ha insegnato
che la pace comincia dentro di noi. E noi abbiamo sentito questa pace nella sua
forte presenza”: sottolinea dagli Stati Uniti E.J. Shanks. Dal 16 al 21 agosto
2005, i giovani parteciperanno alla XX Giornata della Gioventù, a Colonia. La
settimana precedente, invece, nelle diocesi tedesche, si svolgeranno le
“giornate di incontro”, in preparazione appunto alla GMG: si attendono 250.000
giovani provenienti da 120 Paesi. “La GMG comincia nelle nostre diocesi e nelle
nostre parrocchie; - hanno scritto i vescovi tedeschi in una lettera pastorale,
diffusa la scorsa domenica – nell’incontro con noi i giovani racconteranno la
loro fede, parteciperanno alla Santa Messa, conosceranno il Paese ospitante e
faranno cosi l’esperienza della Chiesa universale”. “Soltanto con il vostro
aiuto – sottolineano ancora i presuli, invitando i fedeli tedeschi ad una
colletta per la GMG – sarà possibile dare a molti giovani la possibilità di
partecipare alle Giornate Mondiali della Gioventù e dare alla nostra società la
testimonianza preziosa di fede vissuta”. (B.C.)
BARBARAMENTE UCCISO IN
PAKISTAN UN PASTORE PROTESTANTE.
L’AZIONE CON OGNI PROBABILITA’ E’ OPERA DEGLI
INTEGRALISTI ISLAMICI.
IMMEDIATE LE MANIFESTAZIONI DI PIAZZA CONTRO IL
GOVERNO,
ACCUSATO DI NON TUTELARE LE MINORANZE
PESHAWAR. = Sono stati ritrovati giovedì scorso, due
giorni dopo essere scomparsi, a Peshawar, nel nord del Pakistan, i corpi senza
vita di un pastore protestante e del suo autista. Per il momento - riporta
l’agenzia Asianews - sono stati arrestati un uomo e una donna, accusati del
duplice omicidio. Secondo la polizia, i due sono stati accoltellati e poi
uccisi a colpi di pistola. Un ufficiale ha dichiarato, inoltre, che i loro
corpi sono sfigurati. Il pastore Babar faceva parte della Jesus Pan Gospel
Church a Yousafabad ed era anche responsabile dell’ente caritativo “Ilam Dost
Walfare Trust”, un’organizzazione non governativa che si occupa dell’assistenza
ai poveri. Secondo il suo assistente, Amin Bhatti, il pastore aveva ricevuto
recentemente minacce, perché accusato di aver convertito musulmani al
cristianesimo. In questi giorni oltre 200 cristiani sono scesi nelle piazze per
protestare contro l’omicidio e la sua mancata punizione da parte del governo,
che sta dimostrando di non tutelare le minoranze. Anche molti esponenti
cristiani si sono espressi duramente contro l’uccisione di Babar, auspicando
che il governo effettui “un’azione più decisa” contro gli estremisti. (M.V.S.)
CRESCE IN ANGOLA LA PREOCCUPAZIONE
PER LA DIFFUSIONE DEL VIRUS DI MARBURG.
210 FINO AD ORA LE VITTIME ACCERTATE DELL’EPIDEMIA
LUANDA. = Cresce in Angola in bilancio delle vittime del
virus di Marburg. Secondo quanto hanno annunciato ieri il ministero della
Sanità angolano e l’Organizzazione Mondiale della sanità (OMS) sono in tutto
210 le persone che hanno perso la vita per l’epidemia. Il maggior numero di
decessi (190) è avvenuto nella provincia di Uige, nel nord del Paese africano.
Sempre secondo i dati diffusi ieri, in tutto il Paese 361 persone sono state “poste
in osservazione”. Il governo, intanto, ha avviato una campagna di
sensibilizzazione nazionale per informare dei rischi la popolazione,
soprattutto attraverso la radio che, in Angola come in gran parte dell’Africa,
resta il principale mezzo di comunicazione. Il contagio di febbre
emorragica complica notevolmente anche la gestione normale di un sistema
sanitario già carente, in un Paese molto povero come l’Angola, ancora segnato
dalle conseguenze del conflitto del 1975-2002. Lo scorso 24 marzo l’epidemia ha
provocato la morte della dottoressa Maria Bonino, 51 anni, pediatra italiana
impegnata per due anni a Uige con il CUAMM, organizzazione non governativa di
Padova. (B.C.)
UNA CAPPELLA DOVE POTER PREGARE E
CELEBRARE I RITI RELIGIOSI. E’ QUESTO
IL DONO DELL’INDU’ TOLAJI AI CATTOLICI “DALI’”,
COSTRETTI A VIVERE
IN ESTREMA POVERTA’ PERCHE’ APPARTENENTI AL
GRADINO
PIU’ BASSO DEL SISTEMA DELLE CASTE INDIANO
MAHARASHTRA. = Nello Stato indiano del Maharashtra, lo
scorso 3 aprile, è stata consacrata nella diocesi di Nashik una cappella
destinata ai “dalit” fuoricasta. L’edificio - riferisce l’agenzia Misna - si
trova su un terreno donato da un indù di nome Tolaji ai salesiani del villaggio
di Mathani, dove si trovano sette famiglie cattoliche “dalit”. Con questo
termine si designano le persone che occupano la posizione più bassa e
miserabile nel sistema delle caste. La loro condizione è caratterizzata
generalmente da estrema povertà e precarie condizioni igienico-sanitarie,
nonché dal disprezzo delle caste superiori. A questo si aggiunge il fatto che a
loro sono precluse numerose attività all’interno della società, tra cui la
partecipazione a cerimonie religiose. A Mathani le famiglie cattoliche dalit
non possedevano, fino ad ora, una cappella dove pregare e, per le principali
funzioni religiose, si riunivano in una grotta. L’indù Tolaji, che è anche
componente del consiglio del villaggio, ha deciso di fare questo dono ai
cattolici dalit dopo aver visto l’immenso lavoro svolto dai religiosi del luogo
per la raccolta e la conservazione dell’acqua piovana. A dare la notizia è
stata l’agenzia salesiana di stampa, che ha precisato che alla consacrazione
erano presenti circa un centinaio di abitanti del luogo, molti religiosi e
religiose. (M.V.S.)
PROMOSSE DALLA
DIOCESI DI ROMA UNA SERIE DI CELEBRAZIONI,
PARTICOLARMENTE NELLA BASILICA DI S. GIOVANNI IN
LATERANO, “PRO ELIGENDO ROMANO PONTIFICE”
ROMA. =
La diocesi di Roma ha previsto, a partire da domenica e fino al prossimo 22 aprile,
un fitto calendario di celebrazioni nella Basilica di San Giovanni in Laterano
per l’elezione del futuro Pontefice. Si inizierà domenica 17 alle ore 10.00,
alla vigilia dell’apertura del Conclave. Lunedì l’invito per i sacerdoti e i
fedeli della diocesi è di partecipare alla messa che si svolgerà nella Basilica
Vaticana con tutti i cardinali elettori. A partire da martedì, per quattro
giorni, le messe saranno due, una alle ore 8.00 e l’altra alle ore 16.30, in
San Giovanni. A celebrarle, tra gli altri, il cardinale Giovanni Canestri, del Titolo di S. Andrea della Valle, arcivescovo
emerito di Genova; il cardinale Jozef Tomko, del Titolo di S. Sabina, prefetto emerito della Congregazione per
l'Evangelizzazione dei Popoli; il cardinale Ersilio Tonini, del Titolo del SS. mo Redentore a Val Melaina,
arcivescovo emerito di Ravenna-Cervia. A tutte le parrocchie e chiese di
Roma sarà, inoltre, inviato un testo di preghiere dei fedeli da introdurre
nella celebrazione delle SS. Messe “Pro Eligendo Romano Pontifice”, durante i
giorni del Conclave, con l’invito a cantare il Veni Creator (o altro
Inno allo Spirito Santo) e a recitare la preghiera “Pro Eligendo Romano
Pontifice”. Si chiederà che almeno una Santa Messa in ogni chiesa di Roma sia celebrata
“Pro Eligendo Romano Pontifice”, durante tutti i giorni a partire da lunedì 18
fino al giorno dell’elezione del Santo Padre, e che siano organizzate ore di
Adorazione Eucaristica, Veglie di preghiera e recite del Santo Rosario sempre
“Pro Eligendo Romano Pontifice”. Tutti i responsabili delle parrocchie e chiese
di Roma, infine, sono invitati a suonare le campane nel momento dell’elezione
del nuovo Papa, dopo che ne sarà stato dato l’annuncio dalla Loggia delle
Benedizioni della Basilica Vaticana. (B.C.)
AL VIA
IL X CAPITOLO GENERALE DELLE SUORE DI DON
ORIONE.
L’INCONTRO, A ROMA, SI CONCLUDERA’ IL PROSSIMO 11
MAGGIO
ROMA. =
“Accanto a chi soffre e vive ai margini della società.” E’ questo il tema che
anima la riflessione del X Capitolo generale delle Piccole Suore Missionarie
della Carità, fondate da San Luigi Orione, che sono riunite da ieri a Roma fino
al prossimo 11 maggio. Il tema dell’incontro, al quale parteciperanno alcune
delegate in rappresentanza di tutte le religiose presenti nel mondo, sarà:
“Verso un nuovo volto della spiritualità, carità, comunione nella Chiesa e nel
mondo. In ascolto dei gemiti dei popoli”. Ci si propone di volgere uno sguardo
al passato, per fare il punto della situazione e valutare il cammino percorso
in questi ultimi sei anni, ed uno al futuro, per la scelta del nuovo governo
della congregazione. Suor Maria Ortensia Turati, la madre generale delle suore
missionarie, ha affermato che “il X Capitolo generale coincide con un momento
di cambiamento di tutta la Chiesa, a causa della morte del nostro amatissimo
Papa Giovanni Paolo II e per la scelta di un nuovo Pontefice, per il quale
preghiamo ogni giorno”. In omaggio al Papa defunto, le suore si recheranno oggi
nelle grotte vaticane per dire una preghiera presso la tomba di Giovanni Paolo
II, “che tanto ci ha stimato e incoraggiato a proseguire sulla strada tracciata
da don Orione”. La congregazione è presente in quattro continenti e conta 800
religiose sparse in tutto il mondo. (M.V.S.)
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A cura di Amedeo Lomonaco -
In Iraq, almeno nove soldati
iracheni sono morti per l’esplosione di una bomba a Kirkuk. Lo hanno reso noto
fonti della polizia aggiungendo che i militari stavano tentando di disinnescare
un ordigno collocato da guerriglieri nei pressi di un oleodotto. A Baghdad
quattro bombe sono poi esplose nei pressi di convogli militari statunitensi.
L’attacco più grave è avvenuto nel quartiere di Al Amiriya, nella parte
occidentale della capitale: l’onda d’urto ha ferito gravemente almeno quattro
civili. A Nassiriya è stata scoperta, inoltre, una fossa comune con 25 corpi risalente
al periodo del regime di Saddam Hussein. Il presidente americano George Bush ha
elogiato, intanto, l’opera dei soldati statunitensi in Iraq e ha ribadito la
volontà di aiutare il popolo iracheno. “I terroristi stanno perdendo la guerra
in tutto il pianeta grazie alla diffusione della democrazia”, ha aggiunto ieri
Bush visitando una base militare in Texas.
Il segretario americano alla
Difesa, Donald Rumsfeld, arrivato stamani in Afghanistan per far visita alle
truppe americane e per verificare il grado di avanzamento degli sforzi di
ricostruzione in Afghanistan, ha incontrato a Kabul il presidente afghano,
Hamid Karzai. Ieri, durante la visita a sorpresa in Iraq, il segretario
americano alla Difesa ha dichiarato che “gli Stati Uniti non hanno una strategia
di uscita dall’Iraq, ma una strategia di vittoria”.
Gli Stati Uniti esortano Israele
a riattivare la Road Map, il piano di
pace internazionale per il Medio Oriente. Con il vertice, ieri in Texa, tra il
premier israeliano Sharon ed il presidente americano Bush, gli Stati Uniti
riprendono in mano le fila della mediazione tra israeliani e palestinesi. I due
leader hanno parlato anche della minaccia nucleare iraniana. Il servizio di
Graziano Motta:
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Israele
non prenderà la guida di una campagna a favore di un attacco contro l’Iran, per
farlo desistere dagli evidenti indirizzi militari impressi sui suoi programmi
nucleari da cui si sente minacciato. Si associa invece alle iniziative degli
Stati Uniti volte a scongiurarne i pericoli. I tempi stringono per cui occorre
vincere la rassegnazione che sembra emergere in alcuni Paesi europei e invocare
una sollecita reazione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. E’ quanto emerso
dalle ultime battute della missione del primo ministro Sharon negli Stati Uniti,
caratterizzate da incontri a Washington con il vice presidente Cheney, con il
vice segretario alla Difesa e con esponenti del Congresso. La missione di
Sharon è stata però prevalentemente incentrata sulle prospettive di
riattivazione del dialogo di pace. Dei risultati dei suoi colloqui nel Texas
con il presidente Bush, la Segreteria di Stato ha informato telefonicamente i
ministri degli Esteri di Giordania, Russia, Germania e il presidente
palestinese, Abu Mazen. Quest’ultimo si è felicitato delle dichiarazioni molto
chiare dell’amministra-zione americana in favore della road map e contro
le nuove costruzioni in Cisgiordania, in particolare nei 5 chilometri che
separano Gerusalemme dalla città satellite di Maaleh Adumim.
Per
Radio Vaticana, Graziano Motta.
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Il leader degli Hezbollah, Hassan
Nasrallah, ha invitato la Francia a favorire l’avvio di un dialogo tra i
libanesi divisi sulla risoluzione 1559 del Consiglio di sicurezza dell’ONU. La
risoluzione, promossa da Parigi e Washington, richiede il disarmo del movimento
sciita.
Quelle del 5 maggio saranno le
ultime elezioni con Tony Blair leader dei laburisti. A confermarlo è stato lo
stesso premier britannico che stamani ha presentato il programma del suo
partito per le prossime consultazioni politiche.
In Grecia centinaia di persone
hanno manifestato contro la Costituzione europea ad Atene e a Salonicco,
rispondendo ad un appello del partito comunista. Il voto al Parlamento greco
sulla Costituzione UE dovrebbe avvenire nei prossimi giorni.
Il Parlamento francese ha
approvato una proposta di legge che riconosce il diritto a “lasciar morire”. La
proposta, che comunque non legalizza l’eutanasia, prevede l’interruzione delle
cure condotte “con ostinazione irragionevole”. In base alla norma, una persona
ammalata in fase terminale può decidere di “limitare o cessare qualsiasi
terapia”. E’ anche autorizzata la somministrazione di farmaci contro il dolore
che possono accelerare il decesso.
Sarebbe pronto a restituire la propria tessera a ‘Solidarnosc’ Lech Walesa, storico
fondatore del sindacato polacco. All’origine di questa decisione, ci sarebbero
le divergenze di Walesa con l’attuale dirigenza del sindacato sulla
partecipazione del presidente polacco, Aleksander Kwasniewski, alle
celebrazioni per i 25 anni di Solidarnosc,
previste il prossimo mese di agosto a Danzica.
Ha preso il via nei dintorni di Helsinki, in
Finlandia, il terzo round di negoziati tra i rappresentanti del governo di
Giacarta e del movimento separatista di Aceh. I colloqui hanno come obiettivo
la ricerca di una soluzione al conflitto che colpisce la regione indonesiana da
quasi 30 anni. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:
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I separatisti di Aceh hanno
chiesto al governo indonesiano un cessate il fuoco come gesto di buona volontà,
durante i negoziati di pace in corso a Helsinki. Secondo il portavoce del GAM,
il movimento di liberazione di Aceh, tocca al governo di Giacarta fare un passo
in avanti, dopo che i ribelli hanno accettato di mettere da parte, almeno temporaneamente,
la loro richiesta di indipendenza della provincia. I separatisti hanno chiesto
al governo di dare una risposta entro 24 ore. Dopo il nulla di fatto nei
precedenti due round di colloqui, lo scorso gennaio e febbraio, si spera che
questa volta le parti possano trovare un compromesso su alcuni temi in agenda,
come la questione dell’autonomia speciale, della sicurezza e della
ricostruzione economica. Al termine del primo giorno, i mediatori della Crisis
Management Initiative, l’organizzazione dell’ex premier finlandese, Martti Ahtissari, hanno espresso un caldo ottimismo. La principale fonte di
preoccupazione resta comunque la tensione nella provincia dove si continua a
combattere. L’esercito indonesiano ha ammesso di aver ucciso più di
260 ribelli dal 26 dicembre scorso; una situazione che ha creato non pochi
ostacoli alle operazioni di soccorso.
Per la
Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.
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Il governo giapponese ha deciso
l’avvio delle procedure per consentire lavori di perforazione del fondo marino
alla ricerca di giacimenti di gas naturale nell’area delle isole di Senkaku e
Diayou, nel mar cinese orientale. Le due isole sono al centro di una contesa
territoriale tra Cina e Giappone. La decisione appare destinata a provocare
nuove tensioni tra i due Paesi asiatici. In Cina sono scoppiate, la settimana
scorsa, violente dimostrazioni antigiapponesi dopo l’adozione, da parte
dell’esecutivo di Tokyo, di libri di testo scolastici nei quali vengono
minimizzati i crimini commessi in Asia dall’esercito nipponico negli anni ‘30 e
‘40.
Momenti di tensione al confine tra le due Coree: soldati di frontiera
sudcoreani hanno sparato numerosi colpi di avvertimento contro una nave,
identificata poi come un peschereccio sucoreano, che si stava avvicinando al
confine marittimo tra le due Coree lungo il mar del Giappone. Il ministro
sudcoreano dell'unificazione nazionale, Chung, ha chiarito che si è trattato di
un incidente.
Gravi carenze nel processo di sviluppo del Continente africano. Il nuovo
bilancio del Fondo monetario internazionale e della Banca Mondiale denuncia il
mancato conseguimento degli obiettivi del Millennio, fissati dai leader
mondiali nel 2000, e il grado di estrema povertà in cui versa la vasta regione
sub-sahariana.
Migliaia di giovanissimi
mercenari continuano ad operare nei principali teatri di guerra africani. E’ il
quadro che emerge da un rapporto diffuso dall’organizzazione ‘Human rights Watch’, basato su
interviste a ‘giovani veterani’ di conflitti in Liberia, Sierra Leone, Guinea e
Costa d'Avorio.
Migliorano le condizioni di salute del principe Ernst August di Hannover,
51.enne marito della principessa Carolina di Monaco. Lo riferiscono fonti dell’entourage del principe aggiungendo che
Ernst August, ricoverato in un ospedale monegasco per una pancreatite acuta,
potrebbe essere presto dimesso. Intanto a Montecarlo i monegaschi continuano a
rendere l’ultimo saluto al principe Ranieri, morto lo scorso 6 aprile. I
funerali del sovrano verranno celebrati venerdì prossimo nella cattedrale del
Principato.
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