RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 101 - Testo della trasmissione di lunedì 11 aprile 2005

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:   

I fedeli potranno visitare il sepolcro di Giovanni Paolo II nelle Grotte Vaticane da mercoledì prossimo alle ore 7.00. Nella settima Congregazione generale dei cardinali, la designazione dei 3 porporati, che, con il Camerlengo, faranno parte della Congregazione particolare. Ai nostri microfoni il portavoce vaticano Joaquín Navarro-Valls.

 

Oggi alle 17.00 il quarto Novendiale presieduto, nella Basilica Vaticana, dal cardinale Bernard Francis Law

 

Ieri pomeriggio il cardinale Ruini ha presieduto il terzo Novendiale in suffragio di Giovanni Paolo II. “Ai suoi funerali – ha detto il porporato – Piazza San Pietro è diventata il simbolo non dello scontro delle civiltà, ma della grande famiglia delle nazioni”.

 

Gli spazi della Domus Sanctae Marthae, alloggio dei cardinali durante il Conclave, mostrati oggi ai media internazionali in un filmato del Centro Televisivo Vaticano

 

La dignità dell’anziano e la sua missione nella Chiesa e nel mondo nelle parole di Giovanni Paolo II.

 

IN PRIMO PIANO:

La testimonianza e i ricordi di Arturo Mari, fotografo personale del Papa.

 

CHIESA E SOCIETA’:

In Corea del Nord è stata celebrata ieri una Messa in suffragio del Papa, nell’unica chiesa della capitale Pyongyang

 

Al via oggi, in Norvegia, la conferenza dei donatori per il Sudan

 

Si allarga in Angola il contagio del virus di Marburg. L’OMS lancia l’allarme

 

Un robot per contrastare lo sfruttamento di bambini negli Emirati Arabi Uniti. Il prototipo meccanico sarà in grado di sostituire i piccoli impiegati come fantini nelle corse di cammelli

 

Un violento sisma ha scosso questa mattina il Giappone senza però fare vittime

 

“Giovanni Paolo II all’Università di Ferrara: un ricordo”. E’ il titolo della mostra che si aprirà domani nella città estense.

 

24 ORE NEL MONDO:

In Medio Oriente resta alta la tensione sulla Spianata delle moschee. Il premier israeliano Sharon è arrivato a Washington per l’odierno incontro con il presidente americano Bush

 

I libri di testo adottati dal governo di Tokyo senza riferimenti ai crimini commessi dall’esercito giapponese in Asia negli anni ‘30 e ’40 continuano ad incrinare i rapporti tra Cina e Giappone.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

11 aprile 2005

 

 

I FEDELI POTRANNO VISITARE IL SEPOLCRO DI GIOVANNI PAOLO II DA MERCOLEDI’ PROSSIMO ALLE ORE 7.00.

NELLA SETTIMA CONGREGAZIONE GENERALE DEI CARDINALI, LA DESIGNAZIONE DEI 3 PORPORATI,

CHE CON IL CAMERLENGO FARANNO PARTE DELLA CONGREGAZIONE PARTICOLARE

 

I fedeli potranno visitare la tomba di Giovanni Paolo II a partire da mercoledì prossimo, 13 aprile, alle ore 7.00. E’ quanto annunciato oggi dal direttore della Sala Stampa vaticana, Navarro-Valls. Stamani, si è svolta la settima Congregazione generale dei cardinali, riuniti nell’Aula nuova del Sinodo in Vaticano in vista del Conclave, che, lo ricordiamo, comincerà lunedì 18 aprile, nel pomeriggio. Sulla Congregazione generale e l’apertura delle Grotte Vaticane alla visita dei fedeli, Alessandro Gisotti ha intervistato il portavoce vaticano, Navarro-Valls:

 

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R. - I 134 cardinali, presenti dopo la preghiera iniziale e dopo i giuramenti dei 3 nuovi cardinali arrivati, hanno proceduto alla designazione, per sorteggio, dei 3 nuovi cardinali assistenti i quali, con il Camerlengo, compongono la Congregazione particolare. Essi sono il cardinale Angelo Sodano per l’Ordine dei Vescovi, il cardinale Polycarp Pengo per l’Ordine dei Presbiteri, e il cardinale Walter Kasper per l’Ordine dei Diaconi. I cardinali raccomandano ai vescovi ed ai sacerdoti della Chiesa di usare il Formulario della Santa Messa “pro Eligendo Summo Pontifice”, che si trova nell’edizione tipica del Messale Romano. In questo senso i cardinali rinnovano insistentemente l’esortazione a tutto il popolo di Dio perché accompagni con intense preghiere questi giorni di preparazione al Conclave affinché lo Spirito Santo assista i cardinali elettori. Alcuni cardinali guideranno speciali preghiere e celebrazioni eucaristiche nelle loro chiese titolari di Roma. La Congregazione generale ha cominciato ad esaminare le spese che debbono essere sostenute durante il periodo di Sede Vacante ed hanno esaminato anche l’orario delle Congregazioni generali che d’ora in poi inizieranno alle ore 9.00.

 

D. - C’è una notizia tanto attesa da moltissimi fedeli: quando potrà essere visitato il sepolcro di Giovanni Paolo II?

 

R. - Le Grotte Vaticane saranno aperte per i fedeli a partire da mercoledì prossimo, 13 aprile, alle ore 7.00. I giornalisti interessati a visitare il Sepolcro del defunto Sommo Pontefice Giovanni Paolo II dovranno trovarsi all’ingresso dell’Arco delle Campane domani, martedì 12 aprile, alle ore 15.00. I cardinali, dopo la celebrazione della Cappella Papale, scenderanno nelle Grotte Vaticane per un momento di preghiera davanti alla Sepolcro di Giovanni Paolo II”.

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OGGI ALLE 17.00 IL QUARTO NOVENDIALE PRESIEDUTO NELLA BASILICA VATICANA

DAL CARDINALE BERNARD FRANCIS LAW

 

Oggi è il quarto giorno dei novendiali, il tradizionale tempo di nove giorni di celebrazioni in suffragio del Pontefice defunto. Alle ore 17.00, si terrà la Messa per Giovanni Paolo II, affidata ai Capitoli delle Basiliche Patriarcali. La celebrazione, aperta a tutti i fedeli, sarà presieduta dal cardinale Bernard Francis Law, arcivescovo emerito di Boston, Arciprete della Patriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore. La Messa sarà seguita in radiocronaca diretta dalla nostra emittente a partire dalle 17.00, con commenti in italiano per la zona di Roma - sulle frequenze in onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz – in spagnolo solo per il satellite e in inglese per il collegamento ISDN.

 

 

IERI POMERIGGIO IL CARDINALE RUINI HA PRESIEDUTO IL TERZO NOVENDIALE IN SUFFRAGIO DI GIOVANNI PAOLO II.

AI SUOI FUNERALI – HA DETTO IL PORPORATO – PIAZZA SAN PIETRO E’ DIVENTATA IL SIMBOLO NON DELLO SCONTRO DELLE CIVILTA’,

MA DELLA GRANDE FAMIGLIA DELLE NAZIONI

 

Giovanni Paolo II, “fratello e padre per tutti”, perché uomo costantemente unito a Dio, “Vescovo e Pastore” instancabile della diocesi di Roma cui ha lasciato una missione evangelizzatrice: “essere Chiesa che brucia dell’amore di Cristo per la salvezza di ogni uomo”. Questi, due dei tratti della figura del Pontefice, sottolineati nell’omelia dal cardinale Vicario Camillo Ruini che, ieri pomeriggio nella Basilica Vaticana, ha presieduto il terzo Novendiale in suffragio del Papa. Destinatari, i fedeli della diocesi di Roma: a concelebrare il clero della capitale. Il cardinale ha affermato che, durante i funerali di Giovanni Paolo II, Piazza San Pietro è diventata un “simbolo quanto mai eloquente non dello scontro di civiltà, ma al contrario della grande famiglia delle nazioni”. Il servizio è di Gabriella Ceraso:

 

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(canto)

 

Finestre del Palazzo Apostolico chiuse, nessuna preghiera pubblica in Piazza San Pietro, nella terza domenica di Pasqua, ieri: per la prima volta dopo circa 27 anni. Eppure, tanti fedeli hanno voluto sfidare la pioggia battente e si sono ritrovati nella Basilica di San Pietro, uniti a pregare in suffragio dell’anima del Vescovo di Roma, un pastore che con coraggio ha percorso la via che da Cristo conduce all’Uomo. Così ne parlava nella notificazione della morte il cardinale Vicario, Camillo Ruini, che ieri, terzo Novendiale, riservato alla diocesi di Roma, è tornato sulla figura del Papa venuto da lontano, davanti a tanti romani suoi compagni di strada, cittadini privilegiati cui il Papa è entrato nel cuore. Ma - si è chiesto il porporato - come ha fatto?

 

“Egli è stato e continua ad essere per tutti fratello e padre, perché uomo di Dio, perché è costantemente vissuto alla presenza di Dio, intimamente unito a lui e totalmente fiducioso nella sua infinita misericordia”.

 

Questa vicinanza a Dio non ha allontanato il Papa da noi, ha ripetuto il porporato; anzi: ha avvicinato il Signore alla vita di ciascuno, rendendo chiaro che è l’uomo nella piena verità della sua esistenza la prima, fondamentale via della Chiesa. E ai romani, il Papa questo lo ha mostrato in molte maniere:

 

“Personalmente, non posso dimenticare l’insistenza, per non dire l’ansia, con cui mi domandava: ‘Quando andiamo a visitare le parrocchie?’ Un’insistenza e un’ansia che crescevano, man mano che peggioravano le sue condizioni di salute”.

 

Ha raggiunto ogni angolo della sua Roma, Giovanni Paolo II: le corsie degli ospedali, le aule degli universitari, le piazze dei giovani, le chiese. E poi, ha lasciato, quale Vescovo, le iniziative pastorali, chiare: il Sinodo diocesano, anzitutto, poi la missione cittadina, sin dal 1995, ora diventata quasi il suo testamento:

 

“Questa è la Chiesa che egli ha voluto e oggi continua a chiederci di essere e di vivere. Una Chiesa non ripiegata su se stessa, non timida, non sfiduciata. Una Chiesa che brucia dell’amore di Cristo per la salvezza di ogni uomo”.

 

Le ultime parole del cardinale Camillo Ruini sono un invito alla Chiesa di Roma a rimanere unita al Papa, restando nell’amore del Signore, e soprattutto ad attendere il nuovo vescovo senza inutili curiosità, serbando invece il ricordo di Giovanni Paolo II che con la sua vita ha reso Piazza San Pietro, nel giorno delle esequie, un eloquente esempio “non dello scontro di civiltà ma, al contrario, della grande famiglia delle nazioni”.

 

(canto)

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GLI SPAZI DELLA DOMUS SANCTAE MARTHAE, ALLOGGIO DEI CARDINALI DURANTE

IL CONCLAVE, MOSTRATI IN ESCLUSIVA AI MEDIA INTERNAZIONALI

IN UN FILMATO DEL CENTRO TELEVISIVO VATICANO

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

Continuano i preparativi per il Conclave, che dal 18 aprile prossimo dovrà scegliere il nuovo Pontefice. Oggi, i giornalisti delle testate internazionali hanno potuto vedere nella Sala Stampa della Santa Sede un video realizzato appositamente dal CTV, il Centro Televisivo Vaticano, sui locali della Casa di Santa Marta, in Vaticano, nella quale, per la prima volta nella storia dei Conclavi, alloggeranno i cardinali elettori durante il loro periodo di clausura. Ma il filmato, fornito ai media senza audio, mostra altri particolari di grande interesse. Ce ne parla, in questo servizio, Alessandro De Carolis:

 

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Un palazzo dall’architettura sobria e lineare, un breve itinerario percorso a bordo di alcuni mezzi, la Cappella Sistina. Si gioca tutto nell’arco di poche centinaia di metri il destino della prossima elezione del 265.mo Pontefice della Chiesa universale. Il punto di partenza e di arrivo di questo percorso, al mattino e alla sera, è la Domus Sanctae Marthae, la Casa di Santa Marta, una moderna struttura destinata all’ospitalità e al soggiorno di cardinali, vescovi e personale ecclesiastico di passaggio in Vaticano: dal pomeriggio del 18 aprile destinata però esclusivamente ai cardinali elettori partecipanti al Conclave e al personale di servizio che ne manterrà il decoro. Centosei suite, 22 camere singole e un appartamento costituiscono la capacità di ricezione della Casa di Santa Marta, gestita dalle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli sin da quando, nel 1996, Giovanni Paolo II stabilì in un suo chirografo la nascita della “Fondazione” omonima. Una fondazione che nel 1891 sostituì quella creata da Leone XIII, il quale destinò uno spazio interno al Vaticano per l’assistenza agli ammalati dei rioni circostanti.

 

Oltre a illustrare gli interni della Domus – le stanze, la cappella, il refettorio, il salotto – il filmato del Centro Televisivo Vaticano (CTV) mostra l’itinerario che i cardinali percorreranno per recarsi alla Sistina: si tratta di Via delle Fondamenta, che corre alle spalle della Basilica di San Pietro fino al Cortile di San Damaso. Interessanti anche le immagini delle nuove urne in bronzo dorato destinate a raccogliere le schede di voto dei cardinali. Fino all’ultimo conclave del ’78, le urne altro non erano che calici e pissidi utilizzati allo scopo. Le tre urne attuali – realizzate dallo scultore Cecco Buonanotte, lo stesso delle nuove porte di ingresso dei Musei Vaticani – sono costituite da due emisferi leggermente schiacciati, muniti di fessura per l’inserimento della scheda e di calotta apribile con una chiave per l’estrazione. Tutte elegantemente decorate con motivi e simboli della tradizione cristiana – Il Buon Pastore, le spighe, l’uva, gli uccelli – le tre urne avranno ciascuna uno scopo preciso: una servirà a raccogliere il voto dei cardinali presenti nella Sistina; la seconda per raccogliere i voti dei porporati non presenti perché infermi ma comunque elettori; la terza per radunare le schede dopo lo scrutinio, prima che vengano bruciate.

 

E questo ci porta alla stufa destinata a produrre la più celebre “fumata” del mondo. Si tratta di un antico e massiccio blocco in ghisa, color pozzolana, alto circa un metro e mezzo, al cui interno vengono depositate tutte le schede dopo ogni scrutinio. Molto si è fatto, durante i secoli, per migliorare la visibilità del colore del fumo: dall’aggiunta di paglia bagnata e quindi di un candelotto nero per sottolineare lo scrutinio andato a vuoto, paglia asciutta e candelotto bianco in caso di elezione del Papa. Ma al di là dei dettagli tecnici, il rituale del Conclave 2005 prevede una novità che spazzerà via ogni dubbio: l’“Habemus Papam!” sarà preceduto dai festosi rintocchi a distesa delle campane.

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LA DIGNITA’ DELL’ANZIANO E LA SUA MISSIONE NELLA CHIESA E NEL MONDO

NEL PONTIFICATO DI GIOVANNI PAOLO II

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

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“Cari amici anziani!”

 

Anziano tra gli anziani, Karol Wojtyla, giovane Papa polacco, vigoroso e sportivo, invecchiato sul cammino di un lungo ed intenso Pontificato: il venire meno delle energie fisiche, il progredire di una malattia invalidante; lui testimone coraggioso nella sofferenza della dignità umana e del senso profondo della vita, dono di Dio fino al momento estremo del trapasso. Giovanni Paolo II, ottantenne, così si rivolgeva agli anziani del mondo, era il Giubileo del Duemila:

 

“Voi avete un contributo specifico da offrire per lo sviluppo di una autentica ‘cultura della vita’ – voi avete, noi abbiamo, perché anch’io appartengo alla vostra età -, testimoniando che ogni momento dell’esistenza è un dono di Dio ed ogni stagione della vita umana ha le sue specifiche ricchezze da mettere a disposizione di tutti”.

 

Ma quanto spesso l’Anziano viene privato del giusto ruolo nella società ed anche nella vita ecclesiale?

 

“In un mondo come quello attuale, nel quale sono spesso mitizzate la forza e la potenza, voi avete la missione di testimoniare i valori che contano davvero al di là delle apparenze, e che rimangono per sempre inscritti nel cuore di ogni essere umano e garantiti dalla Parola di Dio”.

 

Un anziano dunque consapevole dei propri limiti ma anche dei propri talenti:

 

“Sappiate impiegare generosamente il tempo che avete a disposizione e i talenti che Dio vi ha concesso aprendovi all’aiuto e al sostegno degli altri. Contribuite ad annunciare il Vangelo come catechisti, animatori della liturgia, testimoni di vita cristiana. Dedicate tempo ed energie alla preghiera, alla lettura della Parola di Dio ed alla riflessione su di essa”.

 

Giovanni Paolo II aveva avuto ben chiara fin dall’inizio del suo magistero la speciale missione affidata agli anziani, così parlava loro nel marzo del 1984: “Non vi lasciate sorprendere dalla tentazione della solitudine interiore. Nonostante ... le incomprensioni di una società egoistica, voi non siete né dovete sentirvi ai margini della vita della Chiesa, elementi passivi di un mondo in eccesso di movimento, ma soggetti attivi di un periodo umanamente e spiritualmente fecondo dell’esistenza umana.” 

 

La terza età un valore in sé, spiegava il Papa nel luglio del 1999, Anno internazionale dell’Anziano:

 

“Nelle società ad avanzato sviluppo industriale e tecnologico, la condizione degli anziani è ambivalente: da una parte, essi sono sempre meno integrati nel tessuto familiare e sociale; dall'altra, invece, il loro ruolo diventa sempre più importante, soprattutto per la cura e l'educazione dei nipoti. Le giovani coppie, infatti, trovano nei "nonni" un aiuto spesso indispensabile.Per un verso, dunque, l'anziano è emarginato e per l'altro è ricercato. Tutto ciò denuncia lo squilibrio tipico di un modello sociale dominato dall'economia e dal profitto, che tende a penalizzare le fasce "non produttive", considerando le persone più per la loro utilità che per se stesse.”

 

Qualche mese dopo, nell’ottobre dello stesso anno, Giovanni Paolo II scriveva una Lettera agli anziani. “Anziano anch’io – spiegava – ho sentito il desiderio di mettermi in dialogo con voi … per richiamare l’attenzione dell’intera società sulla situazione di chi, per il peso dell’età, deve spesso affrontare molteplici e difficili problemi”, anche “a causa di una mentalità che pone al primo posto l’utilità immediata e la produttività dell’uomo.” E per questo la vecchiaia “è spesso deprezzata, e gli anziani stessi sono indotti a domandarsi se la loro esistenza sia ancora utile”.

 

Agli anziani il Papa dedicava infine il Messaggio dell’ultima Quaresima 2005. “Cosa succederebbe – si chiedeva – se il Popolo di Dio si arrendesse a una certa mentalità corrente che considera quasi inutili questi nostri fratelli e sorelle quando sono ridotti nelle loro capacità dai disagi dell’età o della malattia?”. E concludeva con una esclamazione di speranza: “Come, invece, sarà diversa la comunità, a partire dalla famiglia, se cercherà di mantenersi sempre aperta e accogliente nei loro confronti!” Riprendendo quindi il rassicurante incoraggiamento che aveva lanciato nel Giubileo degli anziani:

 

“Carissimi Fratelli e Sorelle! La Chiesa vi guarda con grande stima e fiducia. La Chiesa ha bisogno di voi! Ma anche la società ha bisogno di voi!”.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Prima pagina: il titolo d'apertura è "Ferve l'attesa per pregare sulla tomba di Giovanni Paolo II"

L'Omelia del cardinale Camillo Ruini nella Santa Messa celebrata in San Pietro nel terzo giorno dei novendiali in suffragio del Romano Pontefice. 

Due pagine con i messaggi e i telegrammi di cordoglio dei Capi di Stato e di Governo.

Quattro pagine dedicate alla biografia di Giovanni Paolo II.

La rassegna della stampa internazionale.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

11 aprile 2005

 

 

L’ALBUM FOTOGRAFICO DI QUANTI IN QUESTI ANNI SONO STATI A STRETTO CONTATTO CON GIOVANNI PAOLO II.

L’ISTANTANEA AFFETTUOSA DI ARTURO MARI, FOTOGRAFO PERSONALE DEL PAPA

 

Giovanni Paolo II ha lasciato un segno tangibile in ogni singola persona, in particolare in quanti, a vario titolo, gli sono stati più vicini in questi oltre 26 anni di Pontificato. Ascoltiamo il ricordo di Arturo Mari, fotografo personale del Papa, intervistato da Barbara Castelli:

 

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R. – Il più bel ricordo che posso avere del Papa è l’aver cambiato la mia vita: il modo di vedere il mondo, il modo di lavorare, di pregare insieme a lui, con tanta serenità. E poi sempre questo senso di amicizia e di comprensione.

 

D. – Dopo la morte del Papa il mondo si è fermato in un commosso silenzio per rendere omaggio a Giovanni Paolo II. Roma non aveva mai visto un simile tributo. Quali sono stati i suoi pensieri i questi giorni?

 

R. – Io penso che la cosa più bella è che lui ha seminato tanto, dando tutto se stesso per la gente, al mondo, e il mondo, i giovani hanno contraccambiato il Santo Padre con questa dimostrazione. Una cosa impensabile: io sono nato qui, a Roma e questo è il quinto Pontefice che ho conosciuto, ma mai avevo visto una cosa del genere. La gente ha dato tanto, tanto per quanto ha ricevuto.

 

D. – Qual è lo scatto che mai avrebbe voluto fissare per la storia, e quale, invece, quello che è riuscito a realizzare?

 

R. – Sono riuscito a realizzare sempre tutto ciò che era possibile fare, senza mai nessun impedimento. Stando attento, il Santo Padre mi ha sempre messo nella condizione di poter svolgere al meglio il mio lavoro. Quello che non avrei mai voluto fare: lui da morto. Ovviamente, no? Ma la vita va avanti ... Questa, comunque, credo che sia la fotografia che io non avrei mai desiderato fare. O almeno il più tardi possibile.

 

D. – Lei ha seguito Giovanni Paolo II per le strade del mondo: quali sono i suoi ricordi di quel peregrinare?

 

R. – Sono bellissimi ricordi. Lui è andato a vedere, sul posto, le necessità della gente, portando il Vangelo ... Non potrò mai dimenticare quando siamo stati nei lebbrosari, in particolare quello di Sorok, in Corea. Quando lui ha saputo di questa isola, sulla quale vivono le persone afflitte da questo maledetto male, la lebbra, è voluto andare di persona ... Entrando lì, ha toccato, abbracciato e accarezzato tutti, uno per uno, uno per uno ... vi lascio immaginare la scena ... Lei avrà presente come si presenta un lebbroso: il viso tumefatto, le mani mangiate dalla malattia, eppure lui, con tanto amore e con tanta carità ha dedicato attenzione a ciascuno di loro ... La cosa più importante, quello che mi ha tanto colpito, è stata l’espressione degli occhi di questa gente! Forse, per la prima volta nella loro vita, si sono sentiti esseri umani. Non posso dimenticare poi il viaggio in Angola, quando hanno portato il Santo Padre a vedere i resti della prima chiesa costruita nel Paese africano. Lui si è girato intorno ed ha visto una capanna. Subito il suo impeto è stato di poter visitare la capanna, di poter parlare con la gente, sapere cosa succedesse in quel posto, quale fosse la loro vita. Così è avvenuto e ci sono state delle scene bellissime: dopo aver visitato questa “casa”, se così si può chiamare, il Papa è uscito fuori e si è messo seduto su una cassetta di legno e tutti i bambini di questa casa si sono seduti intorno a lui, chi sotto le braccia, chi sulle sue ginocchia. Il Pontefice ha parlato con i genitori dei bambini, chiedendo loro cosa succedesse, quali fossero i problemi ... Queste sono cose toccanti, cose che non si possono dimenticare. Ma ce ne sono tante, tante, di storie e questo lo abbiamo potuto appurare tra gli aborigeni, e poi in Togo, ecc ... è tutta una visione di amore, di fede, di umiltà del Papa verso questa gente.

 

D. – Nel suo personale album fotografico, qual è il ricordo più caro con Giovanni Paolo II?

 

R. – E’ una fotografia che ha scattato il suo segretario, don Stanislao – perché il Santo Padre diceva: “ Arturo fotografa tutti, ma lui non è mai fotografato”. E’ una fotografia fatta nell’appartamento del Santo Padre, mentre lui mi parlava e mi teneva per mano.

 

D. – “Non abbiate paura”: il Papa lo ha sempre ripetuto, con ogni gesto, in ogni lingua ... lei personalmente di cosa non ha più paura, grazie a Papa Wojtyla?

 

R. – Mi ha insegnato a non avere paura con la sua forza, il suo esempio; mi ha insegnato ad affrontare i problemi, dialogare, parlare. Tutto questo l’ho potuto vedere nei vari incontri. Ricordo quando siamo stati ad Agrigento, nella Valle dei Templi, quando il Santo Padre si è scagliato contro la mafia, senza aver paura. Non posso dimenticare poi Quito, in Perú, con Sendero Luminoso. Quando siamo arrivati all’aeroporto abbiamo attraversato la pista in mezzo ai sacchetti di sabbia con le mitragliatrici piazzate, e 150 metri di fronte a noi avevamo Sendero Luminoso ... lui è salito su un tavolo e ha fatto quel forte discorso, invocando la pace. Eravamo lì tutti quanti e lui parlò per primo, senza nessuna protezione, e su questo tavolo ha detto le cose come solo lui sapeva dirle. Non credo ci possa essere insegnamento più forte di questo.

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CHIESA E SOCIETA’

11 aprile 2005

 

 

IN COREA DEL NORD, CELEBRATA IERI UNA MESSA IN SUFFRAGIO DEL PAPA,

NELL’UNICA CHIESA DELLA CAPITALE PYONGYANG

 

PYONGYANG. = Circa 100 fedeli hanno partecipato ieri ad una Messa in suffragio per Giovanni Paolo II, nell’unica chiesa di Pyongyang, capitale della Corea del Nord. Lo riferisce l’Agenzia AsiaNews. La celebrazione è stata ripresa e trasmessa da una TV sudcoreana, dopo che il governo comunista del Paese ha dato il suo consenso. “Quando ho sentito per la prima volta la notizia della morte del Papa – ha affermato Kim Yong, il sacerdote della Chang Chung Church, a Pyongyang – sono rimasto molto sorpreso, nonostante sapessi già della sua malattia”. I media di Stato hanno atteso fino al 5 aprile prima di dare la notizia della morte del Pontefice, facendo passare 3 giorni dal giorno della sua scomparsa. Nella chiesa della capitale – costruita nel 1988 – ogni domenica viene celebrata la Messa festiva. Nel Paese, non ci sono seminari per la formazione di sacerdoti locali: la Messa in memoria di Giovanni Paolo II è stata celebrata da un prete di etnia coreana, proveniente dagli Stati Uniti. L’Associazione nazionale dei cattolici nordcoreani (controllata dal governo) ha inviato un messaggio di condoglianze alla Santa Sede per la scomparsa del Pontefice. In Nord Corea, nonostante la Costituzione garantisca la libertà per le religioni, le attività religiose sono scoraggiate dal regime comunista. Secondo le stime ufficiali, nel Paese i cattolici sarebbero 3-4 mila, mentre fonti indipendenti affermano che la cifra sarebbe 10 volte superiore. La Corea del Nord ha circa 20 milioni di abitanti, di cui oltre un quinto è al di sotto della soglia di povertà e soffre di malnutrizione. Il Paese, uno dei più isolati del mondo, dipende, sul piano alimentare, dagli aiuti umanitari internazionali. (S.C.)

 

 

AL VIA, OGGI IN NORVEGIA, LA CONFERENZA DEI DONATORI PER IL SUDAN.

AD APRIRE I LAVORI, DAVANTI AD UNA SESSANTINA DI DELEGAZIONI PROVENIENTI DA ALTRETTANTI PAESI,

IL SEGRETARIO GENERALE DELL’ONU, KOFI ANNAN

 

OSLO. = “Tutti gli abitanti del Sudan vorrebbero acqua, cibo per la propria famiglia, scuole per i propri figli e un sistema sanitario affidabile, nonché le speranze di un qualche sviluppo futuro. Si sono guadagnati questa pace, ora tocca a noi non lasciarli soli”. Con queste parole il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha aperto oggi i lavori della Conferenza dei donatori per il Sudan. L’incontro, oggi e domani ad Oslo, in Norvegia, si propone di raccogliere una parte dei quasi 8 miliardi di dollari di cui il Paese africano ha bisogno fino al 2007, per finanziare progetti di ricostruzione e di sviluppo. Di tale somma, secondo un rapporto pubblicato lo scorso mese, 2,6 miliardi di dollari dovrebbero esser forniti dalla comunità internazionale, il resto verrebbe, invece, dai proventi petroliferi dello stesso Sudan. In base all’intesa di gennaio, durante la transizione il governo di unità nazionale resterà in carica per sei anni e mezzo. Successivamente, per il Sud è previsto un referendum in cui la popolazione si dovrà esprimere su un’eventuale indipendenza. L’accordo precede anche l’applicabilità della legge islamica solo al Nord, un’intesa sulla distribuzione dei proventi petroliferi e un’intesa sul dispiegamento delle forze militari nei vari settori del Paese. Ma sulla conferenza di Oslo, come sottolineato il capo del Palazzo di Vetro, pesa “l’ombra del Darfur”. “La situazione è grave – ha detto Annan – con violenze ininterrotte contro la popolazione civile e attacchi agli operatori umanitari”. “Ma il Darfur – ha aggiunto – non deve essere utilizzato come pretesto per appoggiare con esitazione o con il contagocce la ricostruzione nel resto del Sudan”. Alla Conferenza prendono parte una sessantina di delegati, ministri dei Paesi occidentali e rappresentanti della Banca mondiale e dell’Unione europea. (B.C.)

 

 

SI ALLARGA IN ANGOLA IL CONTAGIO DEL VIRUS DI MARBURG.

FINORA I MORTI SONO 193. L’ALLARME DELL’OMS

 

LUANDA. = Non accennano a diminuire i casi di contagio del virus di Marburg, registrati in Angola dove, secondo l’ultimo bilancio diffuso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la malattia ha finora ucciso 193 delle 218 persone contagiate. Secondo quanto riferisce l’agenzia Misna, in un comunicato congiunto, l’OMS e il ministero della Sanità angolano fanno sapere anche che altre 360 persone si trovano attualmente sotto osservazione per valutare il grado di infezione provocato dal virus di Marburg, simile a quello di Ebola, che dalla fine di ottobre colpisce la provincia nord-orientale di Uige, in Angola. L’epidemia angolana è la più letale che si sia mai registrata in Africa. Molti dei Paesi circostanti hanno preso misure d’allerta sanitaria eccezionali per contenere la diffusione dell’epidemia, anche se finora non si sono registrati casi all’esterno dell’Angola. Il virus, che si trasmette al contatto con liquidi organici, provoca febbre alta, dolori muscolari, emorragie e può portare alla morte in poco tempo. (S.C.)

 

 

UN ROBOT PER CONTRASTARE LO SFRUTTAMENTO DI BAMBINI NEGLI EMIRATI ARABI UNITI.

IL PROTOTIPO MECCANICO SARA’ IN GRADO DI SOSTITUIRE I PICCOLI IMPIEGATI COME FANTINI NELLE CORSE DI CAMMELLI

 

DOUBAI. = Lo scorso 9 aprile è stato presentato un ambizioso progetto, che potrebbe limitare negli Emirati Arabi Uniti lo sfruttamento dei bambini impiegati nelle corse di cammelli. Si tratta di un ingegnoso prototipo meccanico di fantino-robot: piccolo, pesa meno di 40 kg, di forma umana e vestito con casco, tuta e frustino, telecomandato a distanza per cavalcare e condurre un cammello. Ogni cammello in gara avrà, quindi, a disposizione due fantini: uno virtuale e umano, che darà le direttive durante la corsa, e un secondo meccanico, che cavalcherà materialmente l’animale ed eseguirà le istruzioni ricevute. La corsa dei cammelli è lo sport nazionale negli Emirati Arabi Uniti e necessita, per essere praticato, di piccoli fantini, molto esili di statura, per permettere all’animale di correre più velocemente. Nel 1993, è stata varata una legge per impedire l’uso dei minori di 15 anni in questa attività, rendendo molto difficoltoso reperire fantini di peso e statura sufficientemente bassi. Le violazioni, tuttavia, sono state frequenti. Lo scorso giugno è intervenuta anche l’Organizzazione internazionale contro la schiavitù (Asi), denunciando i continui rapimenti di bambini in Africa e nel sud-est asiatico per essere sfruttati nel pericolosissimo sport. Questi fanciulli, inoltre, sono costretti a vivere in pessime condizioni igienico-sanitarie ed anche dal punto di vista della nutrizione la situazione è molto grave: i fantini per essere più leggeri, sono tutti denutriti. (M.V.S.)

 

 

UNA VIOLENTA SCOSSA DI TERREMOTO HA SCOSSO QUESTA MATTINA IL GIAPPONE.

FORTUNATAMENTE, POCHI DISAGI PER I VIAGGIATORI,

NESSUNA VITTIMA E NESSUN RISCHIO MAREMOTO

 

TOKYO. = Un forte terremoto di 6,1 gradi della scala Richter ha colpito questa mattina la regione della capitale giapponese Tokyo. Secondo l’Ufficio sismologico giapponese, l’epicentro è stato individuato nella prefettura di Chiba, in prossimità della costa lungo l’oceano Pacifico, a circa 40 chilometri da Tokyo, con ipocentro ad una profondità di 60 chilometri. “Il sisma si è verificato in una delle faglie più pericolose dell’arcipelago, dove la placca continentale si scontra con la placca oceanica”, ha affermato un portavoce dell’Ufficio sismologico. Tuttavia, non si è ipotizzato il rischio di maremoti e non ci sono stati danni di rilievo, né a persone né a cose, ma solo allarme e alcuni momenti di paura. Alcuni disagi sono stati causati ai pendolari, soprattutto per i collegamenti tra Tokyo e le prefetture di Chiba e Ibaragi, per il forte ritardo accumulato dalle linee ferroviarie. (M.V.S.)

 

 

“GIOVANNI PAOLO II ALL’UNIVERSITA’ DI FERRARA: UN RICORDO”.

E’ IL TITOLO DELLA MOSTRA CHE SI APRIRA’ DOMANI NELLA CITTA’ ESTENSE.

LA RASSEGNA RIPERCORRE IL LUNGO RAPPORTO TRA IL PONTEFICE E

L’ATENEO DI FERRARA. ESPOSTA ANCHE UNA LETTERA CHE “RIABILITA” COPERNICO

 

FERRARA. = Anche l’Università di Ferrara vuole ricordare Giovanni Paolo II. Si apre domani, presso il Rettorato, fino al prossimo 22 aprile, una mostra internamente dedicata a Papa Wojtyla. Prima dell’inaugurazione si svolgerà una conferenza sul dialogo interreligioso, alla presenza del rabbino capo della Comunità ebraica di Ferrara, dell’arcivescovo di Ferrara-Comacchio e del portavoce del Centro di Cultura islamica della città estense. La rassegna, sul tema “Giovanni Paolo II all’Università di Ferrara: un ricordo”, ripercorre con foto e documenti anche inediti il prolungato rapporto tra il Pontefice e l’Ateneo di Ferrara. Karol Wojtyla si recò la prima volta a Ferrara nel 1965, quando, come vescovo di Cracovia, partecipò alle cerimonie di gemellaggio tra le Università di Torun e di Ferrara, avvenute nel nome di Copernico, laureatosi nell’Ateneo ferrarese in Diritto canonico. Nel 1990, il Papa fece visita alla città e nel ‘93, in occasione delle nuove Celebrazioni copernicane, inviò al rettore una lettera, presentata in questa mostra, che afferma solennemente il ruolo centrale di Copernico nella storia della cultura scientifica. La mostra, curata da Andrea Maggi, sarà aperta al pubblico ogni giorno, dalle ore 9 alle 18, fino al prossimo 22 aprile, per poi diventare itinerante in diversi istituti scolastici. (B.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

11 aprile 2005

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Sempre alta la tensione in Medio Oriente. Anche oggi restano in vigore alcune misure di sicurezza della polizia israeliana, che ieri è intervenuta per impedire al gruppo nazionalista ebraico di entrare sulla spianata delle moschee. I palestinesi hanno risposto con il lancio di razzi sulle colonie ebraiche nella Striscia di Gaza. Il nostro servizio:

 

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L’ingresso alla Spianata delle moschee continua ad essere vietato ai non musulmani. Possono invece recarsi sul luogo sacro all’Islam, dove due mila anni fa sorgeva il Tempio di Gerusalemme, i musulmani che hanno più di 40 anni. Sono queste alcune delle misure adottate stamani dopo la grande tensione vissuta nelle ultime ore a Gerusalemme: solo l’imponente sistema di sicurezza predisposto da Tel Aviv ha evitato ieri lo scontro tra palestinesi e nazionalisti israeliani. La polizia ha impedito agli ultraortodossi ebrei di partecipare all’annunciata manifestazione sulla Spianata per protestare contro il ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza. Trentuno nazionalisti israeliani sono stati arrestati ed un poliziotto è rimasto ferito. Altri focolai di tensione si registrano nel nord della Cisgiordania dove l’esercito israeliano ha condotto stamani un’operazione militare a Nablus. Un esponente di Al Fatah è stato arrestato. A Gaza, intanto, si sono svolti ieri i funerali dei tre ragazzi palestinesi uccisi sabato scorso da soldati israeliani nel campo profughi di Rafah. In questo scenario dominato dall’instabilità, la tregua sembra vacillare. Il presidente palestinese Abu Mazen, riferendosi all’episodio di Rafah, ha parlato di ‘grave violazione del cessate il fuoco’. Il premier israeliano Ariel Sharon, che sarà ricevuto tra poco dal presidente americano George Bush a Washington, ha replicato sottolineando che i tiri di mortaio contro colonie e postazioni delle truppe di Israele nella striscia di Gaza violano gli accordi di Sharm el Sheikh. Tra i temi in agenda per i colloqui tra Sharon e Bush figurano il ritiro israeliano da Gaza ed il congelamento degli insediamenti ebraici nei Territori.

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In Iraq continua il processo di stabilizzazione democratica. Il premier iracheno uscente, Iyad Allawi, ha dichiarato che il proprio gruppo parlamentare parteciperà ai lavori del prossimo governo. Allawi ha anche chiesto 4 ministeri. L’ala di Al Qaeda in Iraq ha respinto, intanto, l’offerta di amnistia rivolta nei giorni scorsi dal presidente iracheno Talabani ai ribelli. Sul terreno, non si interrompono le violenze: un consigliere provinciale ed il suo autista sono stati assassinati a Mossul. A Baghdad un’imponente operazione delle forze della coalizione ha portato all’arresto di 65 sospetti.

 

Circa ventimila persone hanno sfilato ieri a Beirut per ricordare il trentesimo anniversario dell’inizio della guerra in Libano e l’ex premier Rafik Hariri, ucciso nell’attentato del 14 febbraio scorso nella capitale libanese.

 

Ennesimo episodio di sangue nello Yemen: venerdì scorso 40 ribelli e 10 soldati sono rimasti uccisi nel nord ovest del Paese. Gli scontri fra ribelli e forze militari sono iniziati il 28 marzo e hanno già provocato la morte di circa 270 persone.

 

Restano tese le relazioni tra Cina e Giappone dopo le violente manifestazioni in molte città cinesi contro la decisione del governo di Tokyo di adottare nelle scuole nipponiche libri di testo nei quali vengono minimizzati i crimini commessi dall’esercito giapponese in Asia negli anni ‘30 e ‘40. Il premier giapponese Koizumi ha definito “estremamente riprovevoli” le dimostrazioni e ha detto che la responsabilità della sicurezza dei cittadini nipponici in Cina “ricade sulle autorità di Pechino”. Da Tokyo, Chiaretta Zucconi:

 

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Una formale protesta e la richiesta di risarcimento dei danni causati alle strutture dell’ambasciata del Giappone e della residenza dell’ambasciatore giapponese a Pechino, durante le violente manifestazioni anti-nipponiche svoltesi tra sabato e domenica nella capitale cinese e in altre grandi città della Cina. Questo è quanto ha sollecitato il ministro degli affari Esteri giapponese, Nobutaka Machimura, nel corso dell’incontro di mezz’ora a Tokyo con l’ambasciatore cinese in Giappone, Wang Yi. Commentando la richiesta, il portavoce del ministro degli Esteri cinese ha tuttavia risposto che la Cina non ha alcuna responsabilità per quanto sta accadendo in questa fase delle relazioni tra i due Paesi. Il Giappone pretende che Pechino rafforzi le sue misure di sicurezza per evitare che tali incidenti vandalici si ripetano. In una conferenza stampa, martedì scorso, il portavoce del ministero degli Esteri cinese ha affermato che Tokyo ha agito in modo tale da urtare il sentimento del popolo cinese, riferendosi all’adozione dei nuovi libri di testo in cui non si fa alcun riferimento alle atrocità commesse in Asia, soprattutto in Cina e Corea del Sud, dall’esercito di Tokyo. Quindi, per il momento non si profila alcuna soluzione al problema e, anzi, potrebbe esserci il rischio che l’attesa riunione ad alto livello ministeriale tra i due Paesi, prevista per il 17 aprile prossimo a Pechino, possa addirittura saltare.

 

Per la Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi.

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India e Cina stanno per raggiungere un accordo volto a risolvere le loro controversie, che ormai proseguono da più di 40 anni, su oltre 3500 chilometri di frontiera comune. Lo ha dichiarato a New Delhi il premier cinese Wen Jiabao. La disputa tra i due Paesi asiatici su questi territori di confine è sfociata nel 1962 in un breve conflitto. Le relazioni tra India e Cina sono poi migliorate anche grazie al progressivo sviluppo economico dei due Paesi.

 

Tragedia in Bangladesh: sono almeno undici i morti per il crollo di una fabbrica nei pressi della capitale Dacca. Altre 200 persone potrebbero essere rimaste intrappolate tra le macerie. Lo hanno reso noto le autorità del Paese asiatico aggiungendo che, finora, i soccorritori hanno portato in salvo 55 persone.

 

Si sblocca la crisi istituzionale in Kirghizistan: il Parlamento ha accettato le dimissioni del presidente Akayev e ha fissato le elezioni per il prossimo 10 luglio. Intanto, la Corte suprema ha annullato l’ultima condanna inflitta dal deposto regime al leader dell’opposizione Felix Kulov, che si può ora candidare alla presidenza.

 

Il verdetto sul caso ‘Khodorkovsky’, ex numero uno del colosso petrolifero russo Yukos, sarà emesso il prossimo 27 aprile. Lo rende noto il giudice del Tribunale di Mosca, Irina Kelesnikova. Il processo si è concluso stamani e la Corte si è ritirata per deliberare. Intanto, il legale di Khodorkovsky accusa il cancelliere tedesco, Gerhard Schroeder, di essere “complice del Cremino” nello smantellamento della Yukos. Khodorkovsky, accusato di frode ed evasione fiscale, si è sempre proclamato innocente.

I monegaschi rivolgono l’ultimo saluto al loro principe, morto mercoledì scorso. La camera ardente, allestita all’interno del Palazzo Reale, è aperta esclusivamente per i cittadini del Principato. Domani l’omaggio al sovrano sarà riservato ai funzionari e al corpo diplomatico. Venerdì, per i funerali solenni nella Cattedrale, sono attesi una cinquantina di capi di Stato. Nel primo messaggio dopo la morte del padre, il principe Alberto II ha esortato i monegaschi a restare uniti.

       

 

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