RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
101 - Testo della trasmissione di lunedì 11 aprile 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
IN PRIMO PIANO:
La testimonianza e i ricordi di Arturo Mari,
fotografo personale del Papa.
CHIESA E SOCIETA’:
Al via oggi, in Norvegia, la conferenza
dei donatori per il Sudan
Si allarga in Angola il contagio
del virus di Marburg. L’OMS lancia l’allarme
Un violento sisma ha
scosso questa mattina il Giappone senza però fare vittime
In Medio Oriente resta alta la tensione
sulla Spianata delle moschee. Il premier israeliano Sharon è arrivato a
Washington per l’odierno incontro con il presidente americano Bush
I libri di testo adottati dal governo di
Tokyo senza riferimenti ai crimini commessi dall’esercito giapponese in Asia
negli anni ‘30 e ’40 continuano ad incrinare i rapporti tra Cina e Giappone.
11 aprile 2005
I FEDELI POTRANNO VISITARE IL
SEPOLCRO DI GIOVANNI PAOLO II DA MERCOLEDI’ PROSSIMO ALLE ORE 7.00.
NELLA SETTIMA CONGREGAZIONE GENERALE DEI
CARDINALI, LA DESIGNAZIONE DEI 3 PORPORATI,
CHE CON IL CAMERLENGO FARANNO PARTE DELLA
CONGREGAZIONE PARTICOLARE
I fedeli
potranno visitare la tomba di Giovanni Paolo II a partire da mercoledì
prossimo, 13 aprile, alle ore 7.00. E’ quanto annunciato oggi dal direttore
della Sala Stampa vaticana, Navarro-Valls. Stamani, si è svolta la settima
Congregazione generale dei cardinali, riuniti nell’Aula nuova del Sinodo in
Vaticano in vista del Conclave, che, lo ricordiamo, comincerà lunedì 18 aprile,
nel pomeriggio. Sulla Congregazione generale e l’apertura delle Grotte Vaticane
alla visita dei fedeli, Alessandro Gisotti ha intervistato il portavoce
vaticano, Navarro-Valls:
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R. - I
134 cardinali, presenti dopo la preghiera iniziale e dopo i giuramenti dei 3
nuovi cardinali arrivati, hanno proceduto alla designazione, per sorteggio, dei
3 nuovi cardinali assistenti i quali, con il Camerlengo, compongono la
Congregazione particolare. Essi sono il cardinale Angelo Sodano per l’Ordine
dei Vescovi, il cardinale Polycarp Pengo per l’Ordine dei Presbiteri, e il cardinale
Walter Kasper per l’Ordine dei Diaconi. I cardinali raccomandano ai vescovi ed
ai sacerdoti della Chiesa di usare il Formulario della Santa Messa “pro
Eligendo Summo Pontifice”, che si trova nell’edizione tipica del Messale Romano.
In questo senso i cardinali rinnovano insistentemente l’esortazione a tutto il
popolo di Dio perché accompagni con intense preghiere questi giorni di
preparazione al Conclave affinché lo Spirito Santo assista i cardinali
elettori. Alcuni cardinali guideranno speciali preghiere e celebrazioni eucaristiche
nelle loro chiese titolari di Roma. La Congregazione generale ha cominciato ad
esaminare le spese che debbono essere sostenute durante il periodo di Sede Vacante
ed hanno esaminato anche l’orario delle Congregazioni generali che d’ora in poi
inizieranno alle ore 9.00.
D. - C’è una
notizia tanto attesa da moltissimi fedeli: quando potrà essere visitato il sepolcro
di Giovanni Paolo II?
R. - Le Grotte Vaticane saranno aperte per i fedeli
a partire da mercoledì prossimo, 13 aprile, alle ore 7.00. I giornalisti interessati
a visitare il Sepolcro del defunto Sommo Pontefice Giovanni Paolo II dovranno
trovarsi all’ingresso dell’Arco delle Campane domani, martedì 12 aprile, alle
ore 15.00. I cardinali, dopo la celebrazione della Cappella Papale, scenderanno
nelle Grotte Vaticane per un momento di preghiera davanti alla Sepolcro di Giovanni
Paolo II”.
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OGGI
ALLE 17.00 IL QUARTO NOVENDIALE PRESIEDUTO NELLA BASILICA VATICANA
DAL CARDINALE BERNARD FRANCIS LAW
Oggi è il quarto giorno dei
novendiali, il tradizionale tempo di nove giorni di celebrazioni in suffragio
del Pontefice defunto. Alle ore 17.00, si terrà la Messa per Giovanni Paolo II,
affidata ai Capitoli delle Basiliche Patriarcali. La celebrazione, aperta a tutti i fedeli, sarà presieduta dal cardinale Bernard Francis Law, arcivescovo emerito
di Boston, Arciprete della Patriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore.
La Messa sarà seguita in radiocronaca diretta dalla nostra emittente a partire
dalle 17.00, con commenti in italiano per la zona di Roma - sulle frequenze in
onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz – in spagnolo
solo per il satellite e in inglese per il collegamento ISDN.
IERI
POMERIGGIO IL CARDINALE RUINI HA PRESIEDUTO IL TERZO NOVENDIALE IN SUFFRAGIO DI
GIOVANNI PAOLO II.
AI SUOI FUNERALI – HA DETTO IL PORPORATO – PIAZZA
SAN PIETRO E’ DIVENTATA IL SIMBOLO NON DELLO SCONTRO DELLE CIVILTA’,
MA DELLA GRANDE FAMIGLIA DELLE NAZIONI
Giovanni Paolo II, “fratello e
padre per tutti”, perché uomo costantemente unito a Dio, “Vescovo e Pastore”
instancabile della diocesi di Roma cui ha lasciato una missione evangelizzatrice:
“essere Chiesa che brucia dell’amore di Cristo per la salvezza di ogni uomo”.
Questi, due dei tratti della figura del Pontefice, sottolineati nell’omelia dal
cardinale Vicario Camillo Ruini che, ieri pomeriggio nella Basilica Vaticana,
ha presieduto il terzo Novendiale in suffragio del Papa. Destinatari, i fedeli
della diocesi di Roma: a concelebrare il clero della capitale. Il cardinale ha
affermato che, durante i funerali di Giovanni Paolo II, Piazza San Pietro è diventata
un “simbolo quanto mai eloquente non dello scontro di civiltà, ma al contrario
della grande famiglia delle nazioni”. Il servizio è di Gabriella Ceraso:
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(canto)
Finestre del Palazzo Apostolico
chiuse, nessuna preghiera pubblica in Piazza San Pietro, nella terza domenica
di Pasqua, ieri: per la prima volta dopo circa 27 anni. Eppure, tanti fedeli
hanno voluto sfidare la pioggia battente e si sono ritrovati nella Basilica di
San Pietro, uniti a pregare in suffragio dell’anima del Vescovo di Roma, un
pastore che con coraggio ha percorso la via che da Cristo conduce all’Uomo.
Così ne parlava nella notificazione della morte il cardinale Vicario, Camillo
Ruini, che ieri, terzo Novendiale, riservato alla diocesi di Roma, è tornato
sulla figura del Papa venuto da lontano, davanti a tanti romani suoi compagni
di strada, cittadini privilegiati cui il Papa è entrato nel cuore. Ma - si è
chiesto il porporato - come ha fatto?
“Egli è stato e continua ad essere per tutti fratello e padre, perché
uomo di Dio, perché è costantemente vissuto alla presenza di Dio, intimamente
unito a lui e totalmente fiducioso nella sua infinita misericordia”.
Questa vicinanza a Dio non ha
allontanato il Papa da noi, ha ripetuto il porporato; anzi: ha avvicinato il
Signore alla vita di ciascuno, rendendo chiaro che è l’uomo nella piena verità
della sua esistenza la prima, fondamentale via della Chiesa. E ai romani, il
Papa questo lo ha mostrato in molte maniere:
“Personalmente, non posso dimenticare l’insistenza, per non dire l’ansia,
con cui mi domandava: ‘Quando andiamo a visitare le parrocchie?’ Un’insistenza
e un’ansia che crescevano, man mano che peggioravano le sue condizioni di salute”.
Ha raggiunto ogni angolo della
sua Roma, Giovanni Paolo II: le corsie degli ospedali, le aule degli
universitari, le piazze dei giovani, le chiese. E poi, ha lasciato, quale
Vescovo, le iniziative pastorali, chiare: il Sinodo diocesano, anzitutto, poi
la missione cittadina, sin dal 1995, ora diventata quasi il suo testamento:
“Questa è la Chiesa che egli ha voluto e oggi continua a chiederci di
essere e di vivere. Una Chiesa non ripiegata su se stessa, non timida, non sfiduciata.
Una Chiesa che brucia dell’amore di Cristo per la salvezza di ogni uomo”.
Le ultime parole del cardinale
Camillo Ruini sono un invito alla Chiesa di Roma a rimanere unita al Papa,
restando nell’amore del Signore, e soprattutto ad attendere il nuovo vescovo
senza inutili curiosità, serbando invece il ricordo di Giovanni Paolo II che
con la sua vita ha reso Piazza San Pietro, nel giorno delle esequie, un
eloquente esempio “non dello scontro di civiltà ma, al contrario, della grande
famiglia delle nazioni”.
(canto)
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GLI SPAZI DELLA DOMUS SANCTAE
MARTHAE, ALLOGGIO DEI CARDINALI DURANTE
IL
CONCLAVE, MOSTRATI IN ESCLUSIVA AI MEDIA INTERNAZIONALI
IN UN
FILMATO DEL CENTRO TELEVISIVO VATICANO
-
Servizio di Alessandro De Carolis -
Continuano i preparativi per il Conclave, che dal 18 aprile prossimo
dovrà scegliere il nuovo Pontefice. Oggi, i giornalisti delle testate internazionali
hanno potuto vedere nella Sala Stampa della Santa Sede un video realizzato
appositamente dal CTV, il Centro Televisivo Vaticano, sui locali della Casa di
Santa Marta, in Vaticano, nella quale, per la prima volta nella storia dei
Conclavi, alloggeranno i cardinali elettori durante il loro periodo di
clausura. Ma il filmato, fornito ai media senza audio, mostra altri particolari
di grande interesse. Ce ne parla, in questo servizio, Alessandro De Carolis:
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Un palazzo dall’architettura
sobria e lineare, un breve itinerario percorso a bordo di alcuni mezzi, la
Cappella Sistina. Si gioca tutto nell’arco di poche centinaia di metri il
destino della prossima elezione del 265.mo Pontefice della Chiesa universale.
Il punto di partenza e di arrivo di questo percorso, al mattino e alla sera, è
la Domus Sanctae Marthae, la Casa di
Santa Marta, una moderna struttura destinata all’ospitalità e al soggiorno di
cardinali, vescovi e personale ecclesiastico di passaggio in Vaticano: dal
pomeriggio del 18 aprile destinata però esclusivamente ai cardinali elettori
partecipanti al Conclave e al personale di servizio che ne manterrà il decoro.
Centosei suite, 22 camere singole e un appartamento costituiscono la capacità
di ricezione della Casa di Santa Marta, gestita dalle Figlie della Carità di
San Vincenzo de’ Paoli sin da quando, nel 1996, Giovanni Paolo II stabilì in un
suo chirografo la nascita della “Fondazione” omonima. Una fondazione che nel
1891 sostituì quella creata da Leone XIII, il quale destinò uno spazio interno
al Vaticano per l’assistenza agli ammalati dei rioni circostanti.
Oltre a illustrare gli interni
della Domus – le stanze, la cappella, il refettorio, il salotto – il filmato
del Centro Televisivo Vaticano (CTV) mostra l’itinerario che i cardinali
percorreranno per recarsi alla Sistina: si tratta di Via delle Fondamenta, che
corre alle spalle della Basilica di San Pietro fino al Cortile di San Damaso.
Interessanti anche le immagini delle nuove urne in bronzo dorato destinate a raccogliere
le schede di voto dei cardinali. Fino all’ultimo conclave del ’78, le urne
altro non erano che calici e pissidi utilizzati allo scopo. Le tre urne attuali
– realizzate dallo scultore Cecco Buonanotte, lo stesso delle nuove porte di
ingresso dei Musei Vaticani – sono costituite da due emisferi leggermente schiacciati,
muniti di fessura per l’inserimento della scheda e di calotta apribile con una
chiave per l’estrazione. Tutte elegantemente decorate con motivi e simboli
della tradizione cristiana – Il Buon Pastore, le spighe, l’uva, gli uccelli –
le tre urne avranno ciascuna uno scopo preciso: una servirà a raccogliere il
voto dei cardinali presenti nella Sistina; la seconda per raccogliere i voti
dei porporati non presenti perché infermi ma comunque elettori; la terza per
radunare le schede dopo lo scrutinio, prima che vengano bruciate.
E questo ci porta alla stufa
destinata a produrre la più celebre “fumata” del mondo. Si tratta di un antico
e massiccio blocco in ghisa, color pozzolana, alto circa un metro e mezzo, al
cui interno vengono depositate tutte le schede dopo ogni scrutinio. Molto si è
fatto, durante i secoli, per migliorare la visibilità del colore del fumo:
dall’aggiunta di paglia bagnata e quindi di un candelotto nero per sottolineare
lo scrutinio andato a vuoto, paglia asciutta e candelotto bianco in caso di
elezione del Papa. Ma al di là dei dettagli tecnici, il rituale del Conclave
2005 prevede una novità che spazzerà via ogni dubbio: l’“Habemus Papam!” sarà
preceduto dai festosi rintocchi a distesa delle campane.
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LA
DIGNITA’ DELL’ANZIANO E LA SUA MISSIONE NELLA CHIESA E NEL MONDO
NEL PONTIFICATO DI GIOVANNI PAOLO
II
- Servizio di Roberta
Gisotti -
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“Cari amici anziani!”
Anziano
tra gli anziani, Karol Wojtyla, giovane Papa polacco, vigoroso e sportivo, invecchiato
sul cammino di un lungo ed intenso Pontificato: il venire meno delle energie
fisiche, il progredire di una malattia invalidante; lui testimone coraggioso
nella sofferenza della dignità umana e del senso profondo della vita, dono di
Dio fino al momento estremo del trapasso. Giovanni Paolo II, ottantenne, così
si rivolgeva agli anziani del mondo, era il Giubileo del Duemila:
“Voi
avete un contributo specifico da offrire per lo sviluppo di una autentica ‘cultura
della vita’ – voi avete, noi abbiamo, perché anch’io appartengo alla vostra età
-, testimoniando che ogni momento dell’esistenza è un dono di Dio ed ogni stagione
della vita umana ha le sue specifiche ricchezze da mettere a disposizione di tutti”.
Ma
quanto spesso l’Anziano viene privato del giusto ruolo nella società ed anche
nella vita ecclesiale?
“In
un mondo come quello attuale, nel quale sono spesso mitizzate la forza e la
potenza, voi avete la missione di testimoniare i valori che contano davvero al
di là delle apparenze, e che rimangono per sempre inscritti nel cuore di ogni
essere umano e garantiti dalla Parola di Dio”.
Un
anziano dunque consapevole dei propri limiti ma anche dei propri talenti:
“Sappiate
impiegare generosamente il tempo che avete a disposizione e i talenti che Dio
vi ha concesso aprendovi all’aiuto e al sostegno degli altri. Contribuite ad
annunciare il Vangelo come catechisti, animatori della liturgia, testimoni di
vita cristiana. Dedicate tempo ed energie alla preghiera, alla lettura della
Parola di Dio ed alla riflessione su di essa”.
Giovanni
Paolo II aveva avuto ben chiara fin dall’inizio del suo magistero la speciale
missione affidata agli anziani, così parlava loro nel marzo del 1984: “Non vi
lasciate sorprendere dalla tentazione della solitudine interiore. Nonostante
... le incomprensioni di una società egoistica, voi non siete né dovete
sentirvi ai margini della vita della Chiesa, elementi passivi di un mondo in
eccesso di movimento, ma soggetti attivi di un periodo umanamente e
spiritualmente fecondo dell’esistenza umana.”
La
terza età un valore in sé, spiegava il Papa nel luglio del 1999, Anno internazionale
dell’Anziano:
“Nelle società ad avanzato sviluppo industriale e
tecnologico, la condizione degli anziani è ambivalente: da una parte, essi sono
sempre meno integrati nel tessuto familiare e sociale; dall'altra, invece, il
loro ruolo diventa sempre più importante, soprattutto per la cura e
l'educazione dei nipoti. Le giovani coppie, infatti, trovano nei
"nonni" un aiuto spesso indispensabile.Per un verso, dunque, l'anziano
è emarginato e per l'altro è ricercato. Tutto ciò denuncia lo squilibrio tipico
di un modello sociale dominato dall'economia e dal profitto, che tende a
penalizzare le fasce "non produttive", considerando le persone più
per la loro utilità che per se stesse.”
Qualche
mese dopo, nell’ottobre dello stesso anno, Giovanni Paolo II scriveva una
Lettera agli anziani. “Anziano anch’io – spiegava – ho sentito il desiderio di
mettermi in dialogo con voi … per richiamare l’attenzione dell’intera società
sulla situazione di chi, per il peso dell’età, deve spesso affrontare
molteplici e difficili problemi”, anche “a causa di una mentalità che pone al
primo posto l’utilità immediata e la produttività dell’uomo.” E per questo la
vecchiaia “è spesso deprezzata, e gli anziani stessi sono indotti a domandarsi
se la loro esistenza sia ancora utile”.
Agli
anziani il Papa dedicava infine il Messaggio dell’ultima Quaresima 2005. “Cosa
succederebbe – si chiedeva – se il Popolo di Dio si arrendesse a una certa
mentalità corrente che considera quasi inutili questi nostri fratelli e sorelle
quando sono ridotti nelle loro capacità dai disagi dell’età o della malattia?”.
E concludeva con una esclamazione di speranza: “Come, invece, sarà diversa la
comunità, a partire dalla famiglia, se cercherà di mantenersi sempre aperta e accogliente
nei loro confronti!” Riprendendo quindi il rassicurante incoraggiamento che
aveva lanciato nel Giubileo degli anziani:
“Carissimi
Fratelli e Sorelle! La Chiesa vi guarda con grande stima e fiducia. La Chiesa
ha bisogno di voi! Ma anche la società ha bisogno di voi!”.
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OGGI
SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima
pagina: il titolo d'apertura è "Ferve l'attesa per pregare sulla tomba di
Giovanni Paolo II"
L'Omelia
del cardinale Camillo Ruini nella Santa Messa celebrata in San Pietro nel terzo
giorno dei novendiali in suffragio del Romano Pontefice.
Due
pagine con i messaggi e i telegrammi di cordoglio dei Capi di Stato e di Governo.
Quattro
pagine dedicate alla biografia di Giovanni Paolo II.
La
rassegna della stampa internazionale.
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11 aprile 2005
L’ALBUM FOTOGRAFICO DI QUANTI IN QUESTI ANNI SONO STATI A
STRETTO CONTATTO CON GIOVANNI PAOLO II.
L’ISTANTANEA
AFFETTUOSA DI ARTURO MARI, FOTOGRAFO PERSONALE DEL PAPA
Giovanni
Paolo II ha lasciato un segno tangibile in ogni singola persona, in particolare
in quanti, a vario titolo, gli sono stati più vicini in questi oltre 26 anni di
Pontificato. Ascoltiamo il ricordo di Arturo Mari, fotografo personale del
Papa, intervistato da Barbara Castelli:
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R. – Il più bel ricordo che
posso avere del Papa è l’aver cambiato la mia vita: il modo di vedere il mondo,
il modo di lavorare, di pregare insieme a lui, con tanta serenità. E poi sempre
questo senso di amicizia e di comprensione.
D. – Dopo la morte del Papa il
mondo si è fermato in un commosso silenzio per rendere omaggio a Giovanni Paolo
II. Roma non aveva mai visto un simile tributo. Quali sono stati i suoi
pensieri i questi giorni?
R. – Io penso che la cosa più
bella è che lui ha seminato tanto, dando tutto se stesso per la gente, al mondo,
e il mondo, i giovani hanno contraccambiato il Santo Padre con questa
dimostrazione. Una cosa impensabile: io sono nato qui, a Roma e questo è il
quinto Pontefice che ho conosciuto, ma mai avevo visto una cosa del genere. La
gente ha dato tanto, tanto per quanto ha ricevuto.
D. – Qual è lo scatto che mai
avrebbe voluto fissare per la storia, e quale, invece, quello che è riuscito a
realizzare?
R. – Sono riuscito a realizzare
sempre tutto ciò che era possibile fare, senza mai nessun impedimento. Stando
attento, il Santo Padre mi ha sempre messo nella condizione di poter svolgere
al meglio il mio lavoro. Quello che non avrei mai voluto fare: lui da morto.
Ovviamente, no? Ma la vita va avanti ... Questa, comunque, credo che sia la
fotografia che io non avrei mai desiderato fare. O almeno il più tardi
possibile.
D. – Lei ha seguito Giovanni
Paolo II per le strade del mondo: quali sono i suoi ricordi di quel
peregrinare?
R. – Sono bellissimi ricordi.
Lui è andato a vedere, sul posto, le necessità della gente, portando il Vangelo
... Non potrò mai dimenticare quando siamo stati nei lebbrosari, in particolare
quello di Sorok, in Corea. Quando lui ha saputo di questa isola, sulla quale vivono
le persone afflitte da questo maledetto male, la lebbra, è voluto andare di
persona ... Entrando lì, ha toccato, abbracciato e accarezzato tutti, uno per
uno, uno per uno ... vi lascio immaginare la scena ... Lei avrà presente come
si presenta un lebbroso: il viso tumefatto, le mani mangiate dalla malattia,
eppure lui, con tanto amore e con tanta carità ha dedicato attenzione a
ciascuno di loro ... La cosa più importante, quello che mi ha tanto colpito, è
stata l’espressione degli occhi di questa gente! Forse, per la prima volta
nella loro vita, si sono sentiti esseri umani. Non posso dimenticare poi il
viaggio in Angola, quando hanno portato il Santo Padre a vedere i resti della
prima chiesa costruita nel Paese africano. Lui si è girato intorno ed ha visto
una capanna. Subito il suo impeto è stato di poter visitare la capanna, di
poter parlare con la gente, sapere cosa succedesse in quel posto, quale fosse
la loro vita. Così è avvenuto e ci sono state delle scene bellissime: dopo aver
visitato questa “casa”, se così si può chiamare, il Papa è uscito fuori e si è
messo seduto su una cassetta di legno e tutti i bambini di questa casa si sono
seduti intorno a lui, chi sotto le braccia, chi sulle sue ginocchia. Il
Pontefice ha parlato con i genitori dei bambini, chiedendo loro cosa
succedesse, quali fossero i problemi ... Queste sono cose toccanti, cose che
non si possono dimenticare. Ma ce ne sono tante, tante, di storie e questo lo
abbiamo potuto appurare tra gli aborigeni, e poi in Togo, ecc ... è tutta una visione
di amore, di fede, di umiltà del Papa verso questa gente.
D. – Nel suo personale album
fotografico, qual è il ricordo più caro con Giovanni Paolo II?
R. – E’ una fotografia che ha
scattato il suo segretario, don Stanislao – perché il Santo Padre diceva: “
Arturo fotografa tutti, ma lui non è mai fotografato”. E’ una fotografia fatta
nell’appartamento del Santo Padre, mentre lui mi parlava e mi teneva per mano.
D. – “Non abbiate paura”: il
Papa lo ha sempre ripetuto, con ogni gesto, in ogni lingua ... lei
personalmente di cosa non ha più paura, grazie a Papa Wojtyla?
R. – Mi ha insegnato a non avere
paura con la sua forza, il suo esempio; mi ha insegnato ad affrontare i
problemi, dialogare, parlare. Tutto questo l’ho potuto vedere nei vari incontri.
Ricordo quando siamo stati ad Agrigento, nella Valle dei Templi, quando il
Santo Padre si è scagliato contro la mafia, senza aver paura. Non posso
dimenticare poi Quito, in Perú, con Sendero Luminoso. Quando siamo arrivati
all’aeroporto abbiamo attraversato la pista in mezzo ai sacchetti di sabbia con
le mitragliatrici piazzate, e 150 metri di fronte a noi avevamo Sendero
Luminoso ... lui è salito su un tavolo e ha fatto quel forte discorso,
invocando la pace. Eravamo lì tutti quanti e lui parlò per primo, senza nessuna
protezione, e su questo tavolo ha detto le cose come solo lui sapeva dirle. Non
credo ci possa essere insegnamento più forte di questo.
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11 aprile 2005
IN
COREA DEL NORD, CELEBRATA IERI UNA MESSA IN SUFFRAGIO DEL PAPA,
NELL’UNICA CHIESA DELLA CAPITALE PYONGYANG
PYONGYANG.
= Circa 100 fedeli hanno partecipato ieri ad una Messa in suffragio per Giovanni
Paolo II, nell’unica chiesa di Pyongyang, capitale della Corea del Nord. Lo
riferisce l’Agenzia AsiaNews. La celebrazione è stata ripresa e trasmessa da
una TV sudcoreana, dopo che il governo comunista del Paese ha dato il suo
consenso. “Quando ho sentito per la prima volta la notizia della morte del Papa
– ha affermato Kim Yong, il sacerdote della Chang Chung Church, a Pyongyang –
sono rimasto molto sorpreso, nonostante sapessi già della sua malattia”. I
media di Stato hanno atteso fino al 5 aprile prima di dare la notizia della
morte del Pontefice, facendo passare 3 giorni dal giorno della sua scomparsa.
Nella chiesa della capitale – costruita nel 1988 – ogni domenica viene celebrata
la Messa festiva. Nel Paese, non ci sono seminari per la formazione di
sacerdoti locali: la Messa in memoria di Giovanni Paolo II è stata celebrata da
un prete di etnia coreana, proveniente dagli Stati Uniti. L’Associazione nazionale
dei cattolici nordcoreani (controllata dal governo) ha inviato un messaggio di
condoglianze alla Santa Sede per la scomparsa del Pontefice. In Nord Corea,
nonostante la Costituzione garantisca la libertà per le religioni, le attività
religiose sono scoraggiate dal regime comunista. Secondo le stime ufficiali,
nel Paese i cattolici sarebbero 3-4 mila, mentre fonti indipendenti affermano
che la cifra sarebbe 10 volte superiore. La Corea del Nord ha circa 20 milioni
di abitanti, di cui oltre un quinto è al di sotto della soglia di povertà e
soffre di malnutrizione. Il Paese, uno dei più isolati del mondo, dipende, sul
piano alimentare, dagli aiuti umanitari internazionali. (S.C.)
AL
VIA, OGGI IN NORVEGIA, LA CONFERENZA DEI DONATORI PER IL SUDAN.
AD APRIRE I LAVORI,
DAVANTI AD UNA SESSANTINA DI DELEGAZIONI PROVENIENTI DA ALTRETTANTI PAESI,
IL SEGRETARIO GENERALE
DELL’ONU, KOFI ANNAN
OSLO. = “Tutti gli abitanti del
Sudan vorrebbero acqua, cibo per la propria famiglia, scuole per i propri figli
e un sistema sanitario affidabile, nonché le speranze di un qualche sviluppo
futuro. Si sono guadagnati questa pace, ora tocca a noi non lasciarli soli”.
Con queste parole il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha
aperto oggi i lavori della Conferenza dei donatori per il Sudan. L’incontro,
oggi e domani ad Oslo, in Norvegia, si propone di raccogliere una parte dei
quasi 8 miliardi di dollari di cui il Paese africano ha bisogno fino al 2007,
per finanziare progetti di ricostruzione e di sviluppo. Di tale somma, secondo
un rapporto pubblicato lo scorso mese, 2,6 miliardi di dollari dovrebbero esser
forniti dalla comunità internazionale, il resto verrebbe, invece, dai proventi
petroliferi dello stesso Sudan. In base all’intesa di gennaio, durante la
transizione il governo di unità nazionale resterà in carica per sei anni e
mezzo. Successivamente, per il Sud è previsto un referendum in cui la
popolazione si dovrà esprimere su un’eventuale indipendenza. L’accordo precede
anche l’applicabilità della legge islamica solo al Nord, un’intesa sulla
distribuzione dei proventi petroliferi e un’intesa sul dispiegamento delle
forze militari nei vari settori del Paese. Ma sulla conferenza di Oslo, come
sottolineato il capo del Palazzo di Vetro, pesa “l’ombra del Darfur”. “La
situazione è grave – ha detto Annan – con violenze ininterrotte contro la
popolazione civile e attacchi agli operatori umanitari”. “Ma il Darfur – ha
aggiunto – non deve essere utilizzato come pretesto per appoggiare con esitazione
o con il contagocce la ricostruzione nel resto del Sudan”. Alla Conferenza prendono
parte una sessantina di delegati, ministri dei Paesi occidentali e
rappresentanti della Banca mondiale e dell’Unione europea. (B.C.)
SI ALLARGA IN ANGOLA IL CONTAGIO DEL VIRUS DI MARBURG.
FINORA I MORTI SONO 193.
L’ALLARME DELL’OMS
LUANDA. = Non accennano a
diminuire i casi di contagio del virus di Marburg, registrati in Angola dove,
secondo l’ultimo bilancio diffuso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS), la malattia ha finora ucciso 193 delle 218 persone contagiate. Secondo
quanto riferisce l’agenzia Misna, in un comunicato congiunto, l’OMS e il
ministero della Sanità angolano fanno sapere anche che altre 360 persone si
trovano attualmente sotto osservazione per valutare il grado di infezione
provocato dal virus di Marburg, simile a quello di Ebola, che dalla fine di
ottobre colpisce la provincia nord-orientale di Uige, in Angola. L’epidemia
angolana è la più letale che si sia mai registrata in Africa. Molti dei Paesi
circostanti hanno preso misure d’allerta sanitaria eccezionali per contenere la
diffusione dell’epidemia, anche se finora non si sono registrati casi
all’esterno dell’Angola. Il virus, che si trasmette al contatto con liquidi organici,
provoca febbre alta, dolori muscolari, emorragie e può portare alla morte in
poco tempo. (S.C.)
UN
ROBOT PER CONTRASTARE LO SFRUTTAMENTO DI BAMBINI NEGLI EMIRATI ARABI UNITI.
IL PROTOTIPO MECCANICO SARA’ IN
GRADO DI SOSTITUIRE I PICCOLI IMPIEGATI COME FANTINI NELLE CORSE DI CAMMELLI
DOUBAI. = Lo scorso 9 aprile è stato presentato un
ambizioso progetto, che potrebbe limitare negli Emirati Arabi Uniti lo
sfruttamento dei bambini impiegati nelle corse di cammelli. Si tratta di un
ingegnoso prototipo meccanico di fantino-robot: piccolo, pesa meno di 40 kg, di
forma umana e vestito con casco, tuta e frustino, telecomandato a distanza per
cavalcare e condurre un cammello. Ogni cammello in gara avrà, quindi, a
disposizione due fantini: uno virtuale e umano, che darà le direttive durante
la corsa, e un secondo meccanico, che cavalcherà materialmente l’animale ed
eseguirà le istruzioni ricevute. La corsa dei cammelli è lo sport nazionale
negli Emirati Arabi Uniti e necessita, per essere praticato, di piccoli
fantini, molto esili di statura, per permettere all’animale di correre più velocemente.
Nel 1993, è stata varata una legge per impedire l’uso dei minori di 15 anni in
questa attività, rendendo molto difficoltoso reperire fantini di peso e statura
sufficientemente bassi. Le violazioni, tuttavia, sono state frequenti. Lo scorso
giugno è intervenuta anche l’Organizzazione internazionale contro la schiavitù
(Asi), denunciando i continui rapimenti di bambini in Africa e nel sud-est
asiatico per essere sfruttati nel pericolosissimo sport. Questi fanciulli,
inoltre, sono costretti a vivere in pessime condizioni igienico-sanitarie ed
anche dal punto di vista della nutrizione la situazione è molto grave: i
fantini per essere più leggeri, sono tutti denutriti. (M.V.S.)
UNA
VIOLENTA SCOSSA DI TERREMOTO HA SCOSSO QUESTA MATTINA IL GIAPPONE.
FORTUNATAMENTE, POCHI DISAGI PER
I VIAGGIATORI,
NESSUNA VITTIMA E NESSUN RISCHIO
MAREMOTO
TOKYO. = Un forte terremoto di 6,1 gradi della scala
Richter ha colpito questa mattina la regione della capitale giapponese Tokyo.
Secondo l’Ufficio sismologico giapponese, l’epicentro è stato individuato nella
prefettura di Chiba, in prossimità della costa lungo l’oceano Pacifico, a circa
40 chilometri da Tokyo, con ipocentro ad una profondità di 60 chilometri. “Il
sisma si è verificato in una delle faglie più pericolose dell’arcipelago, dove
la placca continentale si scontra con la placca oceanica”, ha affermato un
portavoce dell’Ufficio sismologico. Tuttavia, non si è ipotizzato il rischio di
maremoti e non ci sono stati danni di rilievo, né a persone né a cose, ma solo
allarme e alcuni momenti di paura. Alcuni disagi sono stati causati ai
pendolari, soprattutto per i collegamenti tra Tokyo e le prefetture di Chiba e
Ibaragi, per il forte ritardo accumulato dalle linee ferroviarie. (M.V.S.)
“GIOVANNI
PAOLO II ALL’UNIVERSITA’ DI FERRARA: UN RICORDO”.
E’ IL TITOLO DELLA
MOSTRA CHE SI APRIRA’ DOMANI NELLA CITTA’ ESTENSE.
LA RASSEGNA RIPERCORRE
IL LUNGO RAPPORTO TRA IL PONTEFICE E
L’ATENEO DI FERRARA.
ESPOSTA ANCHE UNA LETTERA CHE “RIABILITA” COPERNICO
FERRARA. = Anche l’Università di
Ferrara vuole ricordare Giovanni Paolo II. Si apre domani, presso il Rettorato,
fino al prossimo 22 aprile, una mostra internamente dedicata a Papa Wojtyla.
Prima dell’inaugurazione si svolgerà una conferenza sul dialogo interreligioso,
alla presenza del rabbino capo della Comunità ebraica di Ferrara,
dell’arcivescovo di Ferrara-Comacchio e del portavoce del Centro di Cultura
islamica della città estense. La rassegna, sul tema “Giovanni Paolo II all’Università
di Ferrara: un ricordo”, ripercorre con foto e documenti anche inediti il
prolungato rapporto tra il Pontefice e l’Ateneo di Ferrara. Karol Wojtyla si
recò la prima volta a Ferrara nel 1965, quando, come vescovo di Cracovia,
partecipò alle cerimonie di gemellaggio tra le Università di Torun e di Ferrara,
avvenute nel nome di Copernico, laureatosi nell’Ateneo ferrarese in Diritto
canonico. Nel 1990, il Papa fece visita alla città e nel ‘93, in occasione
delle nuove Celebrazioni copernicane, inviò al rettore una lettera, presentata
in questa mostra, che afferma solennemente il ruolo centrale di Copernico nella
storia della cultura scientifica. La mostra, curata da Andrea Maggi, sarà
aperta al pubblico ogni giorno, dalle ore 9 alle 18, fino al prossimo 22
aprile, per poi diventare itinerante in diversi istituti scolastici. (B.C.)
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11
aprile 2005
- A cura
di Amedeo Lomonaco -
Sempre alta la tensione in Medio
Oriente. Anche oggi restano in vigore alcune misure di sicurezza della polizia
israeliana, che ieri è intervenuta per impedire al gruppo nazionalista ebraico
di entrare sulla spianata delle moschee. I palestinesi hanno risposto con il
lancio di razzi sulle colonie ebraiche nella Striscia di Gaza. Il nostro servizio:
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L’ingresso alla Spianata delle
moschee continua ad essere vietato ai non musulmani. Possono invece recarsi sul
luogo sacro all’Islam, dove due mila anni fa sorgeva il Tempio di Gerusalemme,
i musulmani che hanno più di 40 anni. Sono queste alcune delle misure adottate
stamani dopo la grande tensione vissuta nelle ultime ore a Gerusalemme: solo
l’imponente sistema di sicurezza predisposto da Tel Aviv ha evitato ieri lo
scontro tra palestinesi e nazionalisti israeliani. La polizia ha impedito agli
ultraortodossi ebrei di partecipare all’annunciata manifestazione sulla
Spianata per protestare contro il ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza.
Trentuno nazionalisti israeliani sono stati arrestati ed un poliziotto è
rimasto ferito. Altri focolai di tensione si registrano nel nord della
Cisgiordania dove l’esercito israeliano ha condotto stamani un’operazione
militare a Nablus. Un esponente di Al Fatah è stato arrestato. A Gaza, intanto, si sono svolti
ieri i funerali dei tre ragazzi palestinesi uccisi sabato scorso da soldati
israeliani nel campo profughi di Rafah. In questo scenario dominato
dall’instabilità, la tregua sembra vacillare. Il presidente palestinese Abu
Mazen, riferendosi all’episodio di Rafah, ha parlato di ‘grave violazione del
cessate il fuoco’. Il premier israeliano Ariel Sharon, che sarà ricevuto tra
poco dal presidente americano George Bush a Washington, ha replicato
sottolineando che i tiri di mortaio contro colonie e postazioni delle truppe di
Israele nella striscia di Gaza violano gli accordi di Sharm el Sheikh. Tra i
temi in agenda per i colloqui tra Sharon e Bush figurano il ritiro israeliano
da Gaza ed il congelamento degli insediamenti ebraici nei Territori.
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In Iraq continua il processo di
stabilizzazione democratica. Il premier iracheno uscente, Iyad Allawi, ha
dichiarato che il proprio gruppo parlamentare parteciperà ai lavori del
prossimo governo. Allawi ha anche chiesto 4 ministeri. L’ala di Al Qaeda in
Iraq ha respinto, intanto, l’offerta di amnistia rivolta nei giorni scorsi dal
presidente iracheno Talabani ai ribelli. Sul terreno, non si interrompono le
violenze: un consigliere provinciale ed il suo autista sono stati assassinati a
Mossul. A Baghdad un’imponente operazione delle forze della coalizione ha
portato all’arresto di 65 sospetti.
Circa
ventimila persone hanno sfilato ieri a Beirut per ricordare il trentesimo
anniversario dell’inizio della guerra in Libano e l’ex premier Rafik Hariri,
ucciso nell’attentato del 14 febbraio scorso nella capitale libanese.
Ennesimo
episodio di sangue nello Yemen: venerdì scorso 40 ribelli e 10 soldati sono
rimasti uccisi nel nord ovest del Paese. Gli scontri fra ribelli e forze
militari sono iniziati il 28 marzo e hanno già provocato la morte di circa 270
persone.
Restano tese le relazioni tra
Cina e Giappone dopo le violente manifestazioni in molte città cinesi contro la
decisione del governo di Tokyo di adottare nelle scuole nipponiche libri di
testo nei quali vengono minimizzati i crimini commessi dall’esercito giapponese
in Asia negli anni ‘30 e ‘40. Il premier giapponese Koizumi ha definito
“estremamente riprovevoli” le dimostrazioni e ha detto che la responsabilità
della sicurezza dei cittadini nipponici in Cina “ricade sulle autorità di
Pechino”. Da Tokyo, Chiaretta Zucconi:
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Una formale protesta e la richiesta di risarcimento
dei danni causati alle strutture dell’ambasciata del Giappone e della residenza
dell’ambasciatore giapponese a Pechino, durante le violente manifestazioni
anti-nipponiche svoltesi tra sabato e domenica nella capitale cinese e in altre
grandi città della Cina. Questo è quanto ha sollecitato il ministro degli
affari Esteri giapponese, Nobutaka Machimura, nel corso dell’incontro di
mezz’ora a Tokyo con l’ambasciatore cinese in Giappone, Wang Yi. Commentando la
richiesta, il portavoce del ministro degli Esteri cinese ha tuttavia risposto
che la Cina non ha alcuna responsabilità per quanto sta accadendo in questa
fase delle relazioni tra i due Paesi. Il Giappone pretende che Pechino rafforzi
le sue misure di sicurezza per evitare che tali incidenti vandalici si
ripetano. In una conferenza stampa, martedì scorso, il portavoce del ministero
degli Esteri cinese ha affermato che Tokyo ha agito in modo tale da urtare il
sentimento del popolo cinese, riferendosi all’adozione dei nuovi libri di testo
in cui non si fa alcun riferimento alle atrocità commesse in Asia, soprattutto
in Cina e Corea del Sud, dall’esercito di Tokyo. Quindi, per il momento non si
profila alcuna soluzione al problema e, anzi, potrebbe esserci il rischio che
l’attesa riunione ad alto livello ministeriale tra i due Paesi, prevista per il
17 aprile prossimo a Pechino, possa addirittura saltare.
Per la Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi.
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India e Cina stanno per
raggiungere un accordo volto a risolvere le loro controversie, che ormai
proseguono da più di 40 anni, su oltre 3500 chilometri di frontiera comune. Lo
ha dichiarato a New Delhi il premier cinese Wen Jiabao. La disputa tra i due
Paesi asiatici su questi territori di confine è sfociata nel 1962 in un breve
conflitto. Le relazioni tra India e Cina sono poi migliorate anche grazie al
progressivo sviluppo economico dei due Paesi.
Tragedia in Bangladesh: sono
almeno undici i morti per il crollo di una fabbrica nei pressi della capitale
Dacca. Altre 200 persone potrebbero essere rimaste intrappolate tra le macerie.
Lo hanno reso noto le autorità del Paese asiatico aggiungendo che, finora, i
soccorritori hanno portato in salvo 55 persone.
Si sblocca la crisi istituzionale
in Kirghizistan: il Parlamento ha accettato le dimissioni del presidente Akayev
e ha fissato le elezioni per il prossimo 10 luglio. Intanto, la Corte suprema
ha annullato l’ultima condanna inflitta dal deposto regime al leader
dell’opposizione Felix Kulov, che si può ora candidare alla presidenza.
Il verdetto sul caso
‘Khodorkovsky’, ex numero uno del colosso petrolifero russo Yukos, sarà emesso
il prossimo 27 aprile. Lo rende noto il giudice del Tribunale di Mosca, Irina
Kelesnikova. Il processo si è concluso stamani e la Corte si è ritirata per
deliberare. Intanto, il legale di Khodorkovsky accusa il cancelliere tedesco,
Gerhard Schroeder, di essere “complice del Cremino” nello smantellamento della
Yukos. Khodorkovsky, accusato di frode ed evasione fiscale, si è sempre
proclamato innocente.
I monegaschi rivolgono l’ultimo
saluto al loro principe, morto mercoledì scorso. La camera ardente, allestita
all’interno del Palazzo Reale, è aperta esclusivamente per i cittadini del
Principato. Domani l’omaggio al sovrano sarà riservato ai funzionari e al corpo
diplomatico. Venerdì, per i funerali solenni nella Cattedrale, sono attesi una
cinquantina di capi di Stato. Nel primo messaggio dopo la morte del padre, il
principe Alberto II ha esortato i monegaschi a restare uniti.
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