RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 100 - Testo della trasmissione di domenica 10  aprile 2005

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:                                                                             

Il popolo di Roma raccolto in preghiera, questo pomeriggio, nella Basilica Vaticana per celebrare il terzo Novendiale in suffragio di Giovanni Paolo II, presieduto dal cardinale vicario Camillo Ruini. Ieri l’omaggio dei fedeli della Città del Vaticano, guidati dal cardinale Francesco Marchisano.

 

La nostalgia dei pellegrini, stamane in piazza San Pietro per ricordare l’amato Papa, che resta ‘vivo’ nei loro cuori

 

“Sentinelle del mattino all’alba del terzo millennio”: il mandato di Giovanni Paolo II ai suoi amati giovani in ogni angolo della terra.

 

IN PRIMO PIANO:

Chiese e comunità di diverse confessioni cristiane riflettono sulla preziosa eredità lasciata loro dal Papa dell’ecumenismo: ce ne parlano l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams; il metropolita d’Italia del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, Gennadios Zervos; e il presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, Gianni Long

 

Giovanni Paolo II e i Santuari mariani nel mondo: un legame con la Vergine Maria nel segno del “Totus tuus!”: ai nostri microfoni, padre Saverio Zampa, mons. Jan Watroba, mons. José Luís Guerrero e mons. Luciano Guerra

 

Oggi in Italia, Giornata dell’Università Cattolica.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Continua l’omaggio dei fedeli a Giovanni Paolo II, con moltissime iniziative in tutto il mondo

 

Inaugurato ieri a Cracovia, nel cimitero militare, un monumento al Papa polacco

 

Cinque registi di successo hanno realizzato “Chi siete venuti a cercare?”, film-documentario sui funerali del Santo Padre

 

Si apre oggi a San Paolo del Brasile il Capitolo generale dei Missionari della Consolata

 

Iniziato oggi a Nairobi, in Kenya, l’incontro annuale delle Commissioni “Giustizia e Pace delle Conferenze episcopali dei Paesi dell’Africa Orientale

 

Apprezzamento della Conferenza delle Chiese cristiane di tutta l’Africa per il clima pacifico durante le ultime elezioni legislative in Zimbabwe.

 

24 ORE NEL MONDO:

Alta la tensione in Medio Oriente, per la manifestazione indetta da nazionalisti israeliani sulla spianata delle moschee a Gerusalemme e per l’uccisione di tre ragazzi palestinesi nella Striscia di Gaza

 

Rapito in Iraq il console pachistano Malik Mohamed Javed.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

10 aprile 2005

 

 

IL POPOLO DI ROMA RACCOLTO IN PREGHIERA QUESTO POMERIGGIO

NELLA BASILICA VATICANA PER CELEBRARE IL TERZO NOVENDIALE,

PRESIEDUTO DAL CARDINALE VICARIO RUINI, IN SUFFRAGIO DI GIOVANNI PAOLO II.

IERI L’OMAGGIO DEI FEDELI DELLA CITTA’ DEL VATICANO,

GUIDATI DAL CARDINALE MARCHISANO.  LA NOSTALGIA DEI PELLEGRINI, STAMANE IN PIAZZA SAN PIETRO PER RICORDARE L’AMATO PAPA CHE RESTA ‘VIVO’ NEI LORO CUORI

- A cura di Roberta Gisotti -

 

 

La Chiesa e i fedeli di Roma, si raccoglieranno questo pomeriggio nella Basilica di San Pietro, nel terzo giorno dei Novendiali in suffragio di Giovanni Paolo II. Si tratta del tradizionale tempo di lutto per la morte di un Papa, che vede di volta in volta la partecipazione alle Messe - aperte a tutti - di vari gruppi ecclesiali e della Curia. La celebrazione odierna, sarà presieduta dal cardinale vicario Camillo Ruini e concelebrata dal clero romano. Il Rito avrà inizio alle ore 17 e sarà seguito con radiocronaca diretta dalla nostra emittente, con commenti in italiano per la zona di Roma – sulle frequenze in onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz – in spagnolo solo per il satellite e in inglese per il collegamento ISDN.

 

Sono stati invece i fedeli della Città del Vaticano a partecipare ieri pomeriggio al secondo Novendiale in San Pietro, che è stato presieduto dall’arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana, il cardinale Francesco Marchisano. Il porporato ha ricordato la grande umanità del Papa scomparso, colta nei suoi molti incontri personali con il Santo Padre. Il servizio di Alessandro Guarasci:

 

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(canto)

 

E’ l’intera Chiesa che ricorda Giovanni Paolo II. La Basilica di San Pietro nella mattinata di ieri è tornata ad essere meta di pellegrinaggio di fedeli che hanno voluto rendere omaggio, seppur con il pensiero, a Giovanni Paolo II. Un pontefice che ha toccato i cuori di molti, credenti e non. Lo testimonia la gran folla che è arrivata a Roma fin dal giorno in cui si è diffusa la notizia dell’aggra-vamento delle sue condizioni di salute.

 

Nel pomeriggio, alle 17, si è svolto il secondo Novendiale, la celebrazione eucaristica per il Pontefice defunto. Presenti i fedeli della Città del Vaticano. Nell’omelia del cardinale Francesco Marchisano, arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana, l’umanità di Karol Wojtyla. Il cardinale Marchisano ha ripreso il Vangelo della Terza Domenica di Pasqua, dove si ricorda l’incontro tra Gesù e gli apostoli sulla strada da Gerusalemme ad Emmaus.

 

“E’ la persona che veramente ha attirato la simpatia e l’amore di chi ha avuto qualche modo di conoscerlo. E le giornate che ci hanno preceduto, la corsa qui, al Papa morto, di milioni e milioni di persone, dimostrano questa, anche questa, umanità infinita che il Papa ha saputo avere per camminare insieme, come ha fatto Gesù, con quella povera gente, quei poveri apostoli, per poterli portare sulla strada che il Signore desiderava. Ringraziamo anche il Signore per aver dato alla sua Chiesa un Papa come questo, e domandiamo al Signore la grazia di voler dare alla sua Chiesa altri Papi che seguano questa strada”.

 

Il cardinale Marchisano ha parlato dei suoi tanti incontri con il Santo Padre in oltre 40 anni. Storie toccanti, che ricalcano il rapporto che un padre ha con un figlio. Come quando il cardinale Marchisano, cinque anni fa, fu operato alla carotide e perse la voce, e alcuni giorni dopo l’intervento incontrò il Pontefice.

 

“Come un padre viene verso di me e incomincia ad accarezzarmi dove mi hanno operato per due o tre minuti. Io ero senza parole. E continuava a dirmi: ‘Non abbia paura, vedrà, vedrà ... il Signore le rimanderà la voce. Vedrà: io le dirò una preghiera. Vedrà ...’. Io ero così fuori di me stesso, a vedere il Papa a trattarmi come un figlio! Lo ho abbracciato, gli ho dato due baci forti, ma forti, ma forti ... e il Papa ha detto: ‘Ohh ... grazie!’”.

 

Insomma, un ritratto davvero speciale di questo Papa, tratteggiato da chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.

 

(canto)

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Domani, lunedì 11 aprile, quarto giorno dei Novendiali nella Basilica vaticana. La Santa Messa di suffragio sarà celebrata dai Capitoli delle Basiliche patriarcali e presieduta dal cardinale Bernard Francis Law, arcivescovo emerito di Boston e arciprete della Basilica romana di Santa Maria Maggiore.

 

Altri appuntamenti nella settimana sono previsti per mercoledì 13 aprile, alle ore 100 – quando i cardinali riceveranno nell’atrio dell’Aula Paolo VI le condoglianze del Corpo diplomatico – e per giovedì 14 aprile, quando padre Raniero Cantalamessa terrà ai cardinali la prima delle sue Esortazioni canoniche riguardanti l’attuale situazione della Chiesa e la “scelta illuminata del nuovo Pontefice”. Mentre la seconda esortazione sarà curata dal cardinale Tomas Spidlik, lunedì 18 aprile, data fissata – come è già noto – per l’inizio del Conclave. In quel giorno, al mattino verrà celebrata in San Pietro alle ore 10, la solenne Messa pro eligendo Papa, quindi, alle ore 16.30, i cardinali elettori si raduneranno nell’Aula delle Benedizioni, da dove si recheranno in processione verso la Cappella Sistina per il primo atto del Conclave. 

 

Ma ascoltiamo ora le voci dei tanti fedeli che anche questa mattina sostavano in Piazza San Pietro, nonostante non vi sia stata la preghiera pubblica del Regina Coeli. Tiziana Campisi ha raccolto alcune testimonianze del loro grande affetto per Giovanni Paolo II e del loro impegno per il futuro:

 

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R. – Sono tornata. Tornata per la seconda volta. E tutte e due le volte, per il Papa.

 

R. – Per la memoria del Papa ...

 

R. – Sentiamo la mancanza del Papa!

 

R. – Ho portato la bimba che ci teneva tanto: era molto affezionata a questo Papa!

 

D. – Con quale prospettiva sta vivendo la preparazione al prossimo Conclave?

 

R. – Con ansia. Certo, sarà ben difficile sostituire questo Papa, ma speriamo che raccolga l’eredità di questo che ci ha lasciato, che è una grande eredità!

 

R. – Spero che facciano le cose giuste e buone per tutti quanti!

 

D. – Che cosa si aspetta?

 

R. – Un Papa buono come quello che c’era.

 

R. – Mi aspetto un Papa che si avvicini ai giovani, come lo è stato Papa Giovanni.

 

D. – Come si sta preparando al prossimo Conclave?

 

R. – Molto intimamente. E’ entrato questo Papa e ho incominciato un percorso di vita interiore e quindi anche di conoscenza, perché in questi casi non bastano le nozioni. Bisogna poi alimentare anche la mente, oltre al cuore. E quindi ho letto tutte le sue encicliche; sento che lo Spirito Santo sicuramente assiste la Chiesa in questo momento ... Credo che la Chiesa non finisca con Giovanni Paolo II ... è stato una persona eccezionale ... però, è lo Spirito Santo che porta la Chiesa! Il Concilio ha segnato un percorso. Il nuovo Papa continuerà, e poi c’è lo Spirito Santo che sicuramente, come ha scelto lui, manderà un’altra persona all’altezza del compito!

 

R. – Credo che sia una situazione emozionante per tutti. Adesso, c’è anche l’attesa per il nuovo Papa, quindi c’è anche una nuova emozione!

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“SENTINELLE DEL MATTINO ALL’ALBA DEL TERZO MILLENNIO”:

IL MANDATO DI GIOVANNI PAOLO II AI SUOI AMATI GIOVANI

IN OGNI ANGOLO DELLA TERRA

 

 

“Sentinelle del mattino” all’alba del terzo millennio, “Mia gioia e mia corona”: sono alcune delle espressioni con cui Giovanni Paolo II ha chiamato i giovani, da lui cercati, amati e ai quali ha affidato missioni. Gli ha parlato con affetto, ma anche con forza delle questioni decisive della vita: della fede, dell’amore, dei figli e della pace, e del rifiuto del totalitarismo ateo, dell’aborto e dell’eutanasia. Li ha esortati a non essere prigionieri dell’egoismo e del consumismo. E dai quattro angoli della terra loro si sono mossi per seguirlo. Un rapporto segnato da tanti incontri: i più visibili, ma non gli unici, quelli delle Giornate mondiali della Gioventù. Ripercorriamo questo cammino con il servizio di Debora Donnini.

 

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“Vi ho cercato! Adesso voi siete venuti da me e per questo vi ringrazio”.

 

E’ il portavoce vaticano Joaquín Navarro-Valls a riportare le parole che il Papa ha detto il giorno prima di morire, sembra, in riferimento ai giovani che, sotto la sua finestra, in Piazza San Pietro, pregavano, cantavano e piangevano per il loro Giovanni Paolo II. Parole che riassumono il legame profondo fra il Papa ed i giovani che lo hanno seguito, in giro per il mondo, con lo zaino in spalla.

 

(applausi)

 

Un legame che inizia subito, fin dalle sue parole dopo la Messa per l’inizio del Pontificato:

 

“Voi siete l’avvenire del mondo! Voi siete la speranza della Chiesa! Voi siete la mia speranza!”

 

Prima due incontri internazionali con i giovani, nell’84 e nell’85. Nell’86, sempre a Roma, prendono il via le Giornate Mondiali della Gioventù:

 

“La Giornata della Gioventù significa proprio questo: andare incontro a Dio che è entrato nella storia dell’uomo mediante il mistero pasquale di Gesù Cristo… e vuole incontrare prima voi, giovani e, a ciascuno, vuole dire: ‘Seguimi! Seguimi! Io sono la via, la verità e la vita!’”.

 

I giovani iniziano, quindi, a seguire il Papa itinerante per le strade del mondo. Un milione di ragazzi lo accolgono a Buenos Aires, in Argentina:

 

(canto: “Nos sabemos el camino es l’amor!”)

 

Nell’89, in migliaia si riuniscono a Santiago de Compostela, in Spagna, nel punto chiamato finis Terrae, gli estremi confini della Terra al tempo dell’Apostolo Giacomo, che lì è sepolto:

 

NO TENGAIS MIEDO …

“Non abbiate paura di essere santi! Questa è la libertà con cui Cristo ci ha liberato. Non come la promettono con illusione ed inganno i poteri di questo mondo: una totale autonomia, una rottura da ogni appartenenza in quanto creature e figli, un’affermazione di autosufficienza che ci lascia indifesi dinanzi ai nostri limiti e alle nostre debolezze”.

 

(canto)

 

Dopo la caduta del Muro, nel ’91, un milione di giovani si ritrovano nella sua Polonia, per le strade di Czestochowa, ai piedi del Santuario della Madonna di Jasna Gura, dove accorrono anche oltre 100 mila giovani dei Paesi dell’Est che hanno subito persecuzioni a causa della fede sotto i regimi comunisti. “Negli anni duri della prova – dice il Papa – la Chiesa ed il successore di Pietro non vi hanno mai dimenticati!”.

 

(canto)

 

Poi è nel cuore della società capitalistica e moderna, a Denver, ai piedi delle Montagne Rocciose. Giovanni Paolo II esorta i giovani a difendere la vita. “Nel nostro secolo, come mai prima nella storia – afferma -  la ‘cultura della morte’ ha assunto una forma sociale ed istituzionale di legalità per giustificare il crimine più orrendo contro l’umanità: il genocidio, ‘soluzioni finali’, pulizie etniche ed ‘il massiccio togliere la vita agli esseri umani prima ancora della loro nascita o anche prima che siano arrivati al naturale traguardo della morte’”. Quindi l’invito ad annunciare il Vangelo:

 

DON’T BE AFRAID TO GO OUT ON THE STREETS …

Non abbiate paura di andare per le strade e nei luoghi pubblici, come i primi Apostoli che hanno predicato Cristo e la Buona Novella della salvezza nelle piazze delle città…! Non è tempo di vergognarsi del Vangelo! E’ tempo di predicarlo dai tetti!”

 

(canto)

 

Nelle Filippine, a Manila, in quattro milioni gli gridano: “Giovanni Paolo II ti baciamo!!” e lui risponde scherzando: “Anch’io vi bacio tutti! Nessuna gelosia!”. Contro ogni previsione, nel ’98, 700 mila giovani invadono Parigi, cuore della vecchia Europa e frontiera della secolarizzazione e del confronto multiculturale.

 

(canti: “Dalla città di chi ha versato sangue per amore ed ha cambiato il vecchio in nuovo …”)

 

Nel Giubileo del 2000 il Papa incontra quasi due milioni di giovani a Roma e torna a ricordare che la risposta alle attese del loro cuore è una persona, Gesù Cristo:

 

“E’ Gesù che cercate quando sognate di felicità! E’ Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate! E’ Lui la bellezza che tanto vi attrae!”

 

(canto: “Emmanuel! Emmanuel! …”)

 

Dopo l’attentato terroristico alle Torri Gemelle di New York, a Toronto, nel 2002, il Papa esorta i giovani a collaborare nella costruzione di una civiltà dell’amore.

 

(canto)

 

E nei giovani suscitano ancora tenerezza e commozione le immagini del Giubileo, quando il Papa, anziano e sofferente, a contatto con loro si rigenera, muove le braccia che impugnano il bastone a ritmo di musica e scherza:

 

“C’è un proverbio in polacco: (parole in polacco) che vuol dire: se tu vivi con i giovani, tu dovrai diventare anche giovane! Così ritorno ringiovanito!...Questo chiasso ha sentito Roma e non lo dimenticherà mai!!!”.

 

E Roma, così come tutti i giovani del mondo, che sono tornati nella città eterna per salutare il Papa, non lo dimenticheranno, con un “Grazie, Giovanni Paolo”, nel cuore e sulle labbra.

 

(canto: “La morte è uccisa, la vita ha vinto! E’ Pasqua in tutto il mondo! Un vento soffia in ogni uomo, è lo Spirito fecondo …”)

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Prima pagina: il titolo d’apertura è “Domenica 10 aprile, ore 12”; segue una riflessione che così comincia: “Oggi il mondo è orfano di una finestra aperta. Oggi - forse per la prima volta in modo inchiodante, inequivoco - avverte che in Piazza San Pietro manca una ‘Presenza’...” 

 

Due pagine con i messaggi e i telegrammi di cordoglio di capi di Stato e di governo.

 

Quattro pagine dedicate alla biografia di Giovanni Paolo II.

 

Contributi sulla figura di Giovanni Paolo II il Grande.

 

La rassegna della stampa internazionale.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

10 aprile 2005

 

CHIESE E COMUNITA’ DI DIVERSE CONFESSIONI CRISTIANE RIFLETTONO

SULLA PREZIOSA EREDITA’ LASCIATA LORO DA GIOVANNI PAOLO II,

PAPA DELL’ECUMENISMO

- Interviste con l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams; il metropolita ortodosso,

Gennadios Zervos; e il presidente della Federazione evangelica in Italia, Gianni Long -

 

Le Chiese cristiane hanno partecipato in questi giorni con affetto fraterno al dolore per la scomparsa del Papa. Giovanni Paolo II ha puntato moltissimo sull’ecumenismo: nei suoi oltre 26 anni di Pontificato ha chiesto gesti coraggiosi, invitando a cercare forme di comunione nuove, forse mai sperimentate per raggiungere l’unità dei discepoli di Cristo. E ai solenni funerali in San Pietro, venerdì scorso, hanno preso parte numerose delegazioni delle altre confessioni cristiane. Tra gli altri era presente il primate della Comunione Anglicana, l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams. Philippa Hitchen lo ha intervistato:

 

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R. – I THINK…

Penso di ricordare, personalmente, nell’incontro che ho avuto con lui, questo senso di percezione, di penetrazione straordinaria che emanava con il suo sguardo, questo senso di profonda saggezza e forza. Penso che molta gente che lo ha incontrato abbia potuto constatare questo modo di parlare e di agire così profondo. Profondità è una delle parole che mi viene maggiormente in mente parlando di lui. Profondità nella conoscenza, nel coraggio, sono queste le sue qualità umane.

 

D. – Come primate della Comunione Anglicana, il vostro tributo al Papa, ora che tutto il mondo lo piange …

 

R. – HIS DEATH HAS BEEN ...

La sua morte è stata un colpo per tutte le comunità cristiane. Essi vedevano in lui qualcuno la cui priorità è stata sempre assolutamente chiara: il Vangelo pasquale di Cristo crocifisso e risorto, che trasforma e penetra ogni area della vita umana. E la grandezza, la potenza della sua fede in questo senso sono sotto gli occhi di tutti.  Oltre a questo, il suo impegno in alcune delle questioni più importanti della società moderna, i diritti umani e l’universalità del concetto del diritto umano che guarda all’uomo dal suo concepimento alla morte. Il coraggio poi con il quale ha affrontato tutto questo nella sua instancabile attività. Va ricordato anche il coraggio con il quale, in tutta la sua vita, egli si è opposto alle tendenze del XX secolo che hanno tentato di limitare la dignità dell’uomo, creato ad immagine di Dio.

 

D. – Si è anche dedicato totalmente al dialogo ecumenico, nonostante le difficoltà che ha incontrato negli anni recenti?

 

R. – I THINK THAT ONE OF …

Penso che uno degli aspetti più importanti che ha dovuto affrontare sia stato quello di rendere chiaro che le questioni in cui credeva non ammettevano nessun compromesso. Egli ha aperto le porte e penso che l’enciclica “Ut Unum Sint” in cui invitava le altre comunioni cristiane a rispondere e ad impegnarsi nelle questioni teologiche, sia stata veramente un punto saliente nella storia del movimento ecumenico. La sua posizione ed il suo impegno erano chiarissimi, eppure con immensa buona volontà, con umiltà e con speranza ha affrontato ogni dialogo.

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La preghiera è il nostro dono a Giovanni Paolo II. Gennadios Zervos metropolita d’Italia del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli parla di forte gratitudine nei confronti del Papa dell’amore e dell’unità, come lo definisce lui stesso. Quel Papa che consegnò in uso liturgico all’arcidiocesi ortodossa d’Italia l’antica chiesa romana di San Teodoro al Palatino, permettendo così per la prima volta alla comunità costantinopolitana di avere un luogo di culto in Roma. Gennadios ha preso parte ai funerali del Santo Padre con il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. Francesca Sabatinelli ha intervistato sua eminenza Gennadios Zervos:

 

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R. – Siamo in preghiera per questa grandissima personalità. Preghiamo continuamente: lui ci dà la forza per continuare la sua opera per la libertà, per la giustizia, per i diritti umani, per l’unità dei cristiani ... tutto questo lavoro che ha compiuto questa straordinaria personalità del mondo cristiano e dell’ecumene. E’ stato un modello che è entrato nel cuore di ogni cristiano.

 

D. – Qual è l’attitudine degli ortodossi d’Italia nei confronti di Giovanni Paolo II?

 

R. – Non dimenticheremo mai il dono spirituale preziosissimo che ci ha fatto: San Teodoro. Oggi abbiamo una chiesa e una residenza per assistere i nostri fedeli ortodossi. San Teodoro in Palatino è un dono meraviglioso!

 

D. – Ha un ricordo personale?

 

R. – Non dimenticherò quando, nel 2000, dopo la preghiera ecumenica, durante la colazione, io sono rimasto vicino a Giovanni Paolo II e lui ha parlato con me come un padre. Mi diceva: “Voi ortodossi in Italia dovete essere modello della concordia e dell’amore per tutti i cristiani”. E noi seguiamo questa sua voce gentile, paterna, forte. Siamo grati ancora. Eterna la sua memoria.

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Erano presenti in piazza San Pietro anche i luterani, i metodisti, gli evangelici, l’Alleanza delle Chiese Riformate, l’Alleanza Battista, la Conferenza mennonita ed esponenti delle organizzazioni cristiane internazionali. Adriana Masotti ha intervistato il presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, Gianni Long:

 

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E’ stato il Papa delle prime volte e molte di queste prime volte hanno riguardato appunto le Chiese nate dalla Riforma, le Chiese protestanti. E’ stato il primo Papa ad entrare in una nostra chiesa, la chiesa luterana di Roma. E’ stato il primo Papa ad andare a Ginevra, presso gli organismi ecumenici e il Consiglio Mondiale delle Chiese. Quindi sono state tante occasioni importanti e di cui siamo grati al Signore per i segni che sono stati dati da quest’uomo. Il passato non è cancellato, ma il passato è superato in una nuova speranza per il futuro che ci viene da Cristo.

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GIOVANNI PAOLO II E I SANTUARI MARIANI NEL MONDO:

UN LEGAME CON LA VERGINE MARIA

NEL SEGNO DEL “TOTUS TUUS!”

 

Il rapporto del Papa con la Vergine Maria, stigmatizzato nel motto “Totus tuus!”, ha certamente caratterizzato il pontificato di Giovanni Paolo II, portando il Papa ad essere pellegrino nei maggiori Santuari mariani del mondo. Nell’ultimo dei suoi viaggi internazionali, il 104°, il Santo Padre si è recato tra i malati, al Santuario di Lourdes: era l’agosto del 2004 quando - in occasione del 150° anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione - Giovanni Paolo II visitò la Grotta di Massabielle, dov’era già stato nell’estate del 1983. Riviviamo il ricordo di questi pellegrinaggi apostolici nella testimonianza di padre Saverio Zampa, cappellano e responsabile del servizio giovani del Santuario Lourdes, intervistato da Giada Aquilino:

 

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R. - Fra Giovanni Paolo II e Lourdes c’è sempre stato un legame bellissimo. Nel primo viaggio, quello dell’83, disse di aver “provato una gioia immensa”. Recentemente, dopo il viaggio di quest’estate, ha detto: “Lourdes è un luogo importante per coloro che vogliono affidare a Maria qualcosa di particolare”. Nel viaggio dell’83, ci fu un bellissimo incontro con i giovani, in cui il Pontefice fece riferimento alla persecuzione dei cristiani nel mondo intero e in modo particolare nei Paesi dell’est. Poi, nel 2004, il Papa ha chiesto di pregare per la pace nel mondo e soprattutto ha auspicato che dal cuore degli uomini vengano strappati completamente odio, guerra e violenza. A quanti riuniti a Lourdes ha detto esplicitamente: “Vi affido un’intenzione particolare, invocate con me la Vergine Maria, affinché lei sostenga la pace nel mondo, un dono tanto atteso”.

 

D. – Nell’agosto del 2004 il Papa esortava i giovani ad ascoltare la Vergine anche per diventare speranza del mondo. Perché?

 

R. – Lourdes è un luogo che parla ai giovani. Bisogna fare un po’ come la giovane Bernadette, cioè rimettersi alla scuola di Maria. Tra l’altro, il Papa – rivolgendosi ai ragazzi – ha aggiunto: “Qui a Lourdes voi potete trovare le risposte che cercate, che danno senso alla vostra vita. Qui potete trovare il segreto della vera gioia e della pace, qualcosa che vi aiuti a vivere veramente”. C’erano moltissimi giovani presenti durante il pellegrinaggio del Papa del 14 e 15 agosto scorsi: indimenticabile il momento in cui il Pontefice ha guardato ciascuno personalmente e quello sguardo è rimasto impresso in ognuno dei ragazzi. Non parlava più, ma quello sguardo è stato come lo sguardo di Maria su Bernadette, della stessa intensità, della stessa luce e, io credo, dello stesso amore.

 

D. – Proprio a quei giovani il Papa lanciò anche un appello in difesa della vita. Quale forza è scaturita in quel momento?

 

R. – L’appello in difesa della vita è stato sottolineato con un lunghissimo applauso. Credo che il Papa volesse salvare la vita a tutti i costi e specialmente la vita minacciata per due categorie, gli anziani e gli ammalati da un lato e i bambini - sin dal loro concepimento - dall’altro. Poco prima di questo appello forte in difesa della vita, il Papa aveva anche sottolineato come le donne in modo particolare debbano essere “sentinelle dell’invisibile”, una frase che è indelebile nel cuore di tanti.

 

D. – Oggi quale ricordo c’è di Giovanni Paolo II a Lourdes?

 

R. – Si ricordano la sua forza e il suo coraggio, senza dubbio. Ha dato una testimonianza incredibile. Ricordo poi che quando l’estate scorsa, prima del rientro in Vaticano, ha chiesto di pregare da solo nella Grotta di Lourdes, è scaturito un silenzio che da tanto tempo mancava in quel luogo. Questa è un’altra eredità che Giovanni Paolo II ci ha lasciato, cioè il suo essere profondamente in Dio.

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Per una panoramica sulle visite di Giovanni Paolo II agli altri Santuari mariani, ascoltiamo il servizio di Roberto Piermarini:

 

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Il Papa pellegrino davanti alla Madonna nera di Jasna Gora, conservata nel Santuario polacco di Czestochowa, ha sempre lasciato un messaggio profondo alla sua terra, come ci spiega il vescovo ausiliare di Czestochowa, mons. Jan Watroba:

 

R. – Qui a Czestochowa il Papa ci ha spiegato cosa significa stare vicino alla Madonna. Ricordiamo tutto ciò che ha detto ai giovani durante la sesta Giornata mondiale della Gioventù del 1991. Ricordiamo quello che ha detto della malattia e della sofferenza, che bisogna superarla insieme con Gesù sofferente, crocifisso, morto e resuscitato.

 

Un altro Santuario caro a Giovanni Paolo II, quello messicano di Guadalupe, luogo di culto mariano per tutta l’America Latina, dove vi si è recato per ben 5 volte. Qual è stata la reazione dei fedeli locali alla scomparsa del Pontefice, al quale anch’essi erano particolarmente legati? Ci risponde mons. José Luis Guerrero, del Santuario di Guadalupe:

 

R. – Alla notizia della sua morte è stata fatta qui spontaneamente dalla gente un pellegrinaggio verso una sua statua della Vergine. Tanti fiori, tante preghiere… La Basilica, piena di gente che pregava per lui e ringraziava il Signore di averlo avuto per ben 5 volte, è rimasta aperta tutta la notte. Mi ha colpito molto quello che ha detto lui stesso alla chiusura del Convegno dei vescovi latino-americani, nel marzo del 2003. Ha detto, infatti, che la Madonna di Guadalupe è stata la sua guida in tutto il suo Pontificato. Sono le sue parole testuali, che ci hanno colpito tanto.

 

Il Santuario di Fatima è stato certamente quello più legato alla persona del Papa per la protezione della Vergine nell’attentato in Piazza San Pietro del 13 maggio del 1981 e per la dissoluzione del comunismo nell’Et europeo, come sottolinea il rettore del Santuario di Fatima, mons. Luciano Guerra:

 

R. – Il Papa ha detto lui stesso che questa coincidenza del suo attentato con l’anniversario di Fatima aveva un grande significato. C’era poi il legame con la Russia e con il comunismo. Il Papa infatti ha fatto questa consacrazione secondo le indicazioni della veggente che è morta a metà febbraio. E nel ’91 è venuto per ringraziare la Madonna per i cambiamenti che hanno avuto luogo in Russia e nel blocco dell’Est. Noi possiamo dire che forse questo avvenimento è il punto più alto del suo Pontificato.

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“OGNI VITA CI INSEGNA. OGNI VITA CI IMPEGNA” :

TEMA DELL’ODIERNA GIORNATA PER L’UNIVERSITA’ DEL SACRO CUORE,

A SOSTEGNO  DELLA  RICERCA BIOMEDICA CONDOTTA NELL’ATENEO CATTOLICO,

FONDATO DA PADRE AGOSTINO GEMELLI

 

Si è celebrata oggi l’81.ma Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, quest’anno sul tema: “Ogni vita ci insegna. Ogni vita ci impegna. Sostieni la ricerca biomedica dell’Università Cattolica”. Per l’occasione, la presidenza della Conferenza episcopale italiana ha inviato un messaggio. Il servizio è di Francesca Sabatinelli:

 

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“Ogni vita ci insegna. Ogni vita ci impegna”. La Conferenza episcopale italiana ricorda tutti nel suo messaggio per l’81.ma Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che al centro dell’odierno umanesimo, libero e responsabile, vi è sempre la persona umana. Un fine con un valore assoluto, non un mezzo che vale per l’utilità che può offrire.

 

Nel messaggio si sottolinea, dunque, l’affermazione del soggetto umano e della dignità in fine della persona umana, così come ribadito nell’Esortazione apostolica “Ecclesia in Europa” di Giovanni Paolo II. Il tema scelto – “Ogni vita ci insegna. Ogni vita ci impegna” – indica l’orientamento verso quell’umanesimo che pone al centro la vita umana, illuminata dal mistero della Creazione del mondo, e della sua redenzione mediante la morte e risurrezione di Cristo. Di qui la sfida della vita indicata da Giovanni Paolo II come vasta e cruciale, raccolta dall’Università Cattolica e sottolineata dalla CEI, che ne sostiene l’impegno scientifico, in particolare nel difficile ambito della ricerca genetica, cellulare e clinica, conoscendo la profonda consapevolezza dell’ateneo che l’ambito scientifico non può mai prescindere dai riferimenti etici e spirituali.

 

Dalla Chiesa italiana arriva, quindi, all’Università Cattolica del Sacro Cuore l’invito a far crescere la responsabilità per la sorte dell’uomo, nonché la sollecitazione agli studiosi e ricercatori a diffondere una cultura umanistica e riflessiva che rispetti la dignità e l’integrità della vita umana. In ogni circostanza – è l’invito finale della CEI – l’Università Cattolica sappia sempre, fedele all’ispirazione del suo fondatore, padre Agostino Gemelli, annunciare e promuovere il Vangelo della Vita.

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CHIESA E SOCIETA’

10 aprile 2005

 

CONTINUA L’OMAGGIO DEI FEDELI A GIOVANNI PAOLO II. MOLTISSIME LE INIZIATIVE

IN TUTTO IL MONDO A RICORDO DEL PONTEFICE SCOMPARSO

 

CITTA’ DEL VATICANO. = Si moltiplicano nel mondo le iniziative a ricordo di Giovanni Paolo II. Moltissime, le Messe in suffragio dell’amato Pontefice, come quella di ieri nella chiesetta di San Pietro della Jenca, sul Gran Sasso, dove il Papa si era fermato varie volte a pregare durante le visite sui monti abruzzesi. E un’altra messa è stata celebrata oggi presso la Piana di Montorso, nelle Marche, da mons. Gianni Danzi, arcivescovo di Loreto, di fronte a 1000 giovani finalisti del campionato di corsa campestre del Centro Sportivo Italiano (CSI). E sono proprio i giovani che in questi giorni si fanno promotori degli incontri in omaggio al Santo Padre. A loro, ad esempio, si deve l’organizzazione della Messa solenne di ringraziamento di oggi nel Duomo di Lima, in Perù. E nell’invito distribuito per le strade della città si legge così: “Una delle cose che il Papa ha insegnato ai giovani è stata la gratitudine. E’ giunta l’ora di ringraziare Dio per il dono della sua presenza paterna, per la sua vicinanza e la sua amicizia”. E anche i giovani del Venezuela hanno voluto manifestare il loro affetto a Giovanni Paolo II, ieri sera, con 2 veglie nelle piazze di Caracas, precedute dalla recita del rosario. Inoltre, in molte diocesi del Paese, i Vescovi hanno celebrato la Santa Messa nei campi sportivi, a causa del gran numero dei fedeli accorsi per pregare per il Papa pellegrino. E anche la Repubblica Centrafricana rende omaggio oggi al pontefice scomparso con una Messa solenne alla presenza delle massime autorità dello Stato. Il Paese, a maggioranza musulmana, ha espresso il cordoglio ai fratelli cattolici proclamando nei giorni scorsi 3 giorni di lutto nazionale. (R.M.)

 

 

IN GINOCCHIO, IN PREGHIERA, CON IL ROSARIO TRA LE MANI. COSI’ E’ RAPPRESENTATO GIOVANNI PAOLO II NEL MONUMENTO INAUGURATO IERI A CRACOVIA, NEL CIMITERO MILITARE DI RAKOWICE, CHE OSPITA LA TOMBA DI FAMIGLIA DEL PONTEFICE

 

CRACOVIA. = Un monumento a Giovanni Paolo II è stato inaugurato ieri a Cracovia, all’entrata del cimitero militare di Rakowice, che ospita la tomba di famiglia del pontefice scomparso, dove riposano i genitori, Karol ed Emilia Kaczorowska, e il fratello, Edmund. Realizzato in bronzo dal professore dell’Accademia delle Belle Arti di Cracovia, Czeslaw Dzwigaj, il monumento rappresenta papa Wojtyla inginocchiato e in preghiera con il Rosario fra le mani. “Volevamo una scultura dedicata proprio alla preghiera del Papa”, ha detto il sindaco di Cracovia, Jacek Maj-chrowski, ricordando che dopo la elezione del cardinale Wojtyla al Soglio Pontificio nell’ottobre del 1978, il Pontefice per ben 7 volte, durante i pellegrinaggi in Polonia, ha visitato la tomba di famiglia. L’ultima volta è stata il 18 agosto del 2002. La tomba dei Wojtyla, su richiesta dello stesso Giovanni Paolo II, è curata dalle suore di Sant’Alberto. Intanto in Polonia la situazione si va pian piano normalizzando, con il rientro ordinato dei pellegrini partiti alla volta di Roma per assistere alle esequie solenni dell’amato Papa polacco. Si pensa ora a come onorarne il più degnamente possibile la memoria, dedicandogli appunto monumenti, colline, giornate nazionali, strade, piazze, chiese. (R.M.)

 

 

“CHI SIETE VENUTI A CERCARE?”. E’ IL TITOLO DEL FILM-DOCUMENTARIO

SUI FUNERALI DEL PAPA DELLA SOCIETA’ DI PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA,

LUX VIDE. A GIRARLO, IN 35 MILLIMETRI, CINQUE REGISTI DI SUCCESSO

 

ROMA. = Sarà presto nelle sale cinematografiche italiane un film-documentario che testimonierà gli eventi straordinari di questi giorni. Il progetto, dedicato alla morte e ai funerali del Papa, si intitola “Chi siete venuti a cercare?” ed ha coinvolto cinque registi vicini al pubblico giovanile: Gabriele Muccino, Luciano Manuzzi, Massimo Costa, Giulio Base e Umberto Marino. “Abbiamo iniziato a girare la sera della veglia – spiega il produttore, Luca Bernabei, responsabile della società di produzione cinematografica, Lux Vide – un progetto in 35 millimetri che vuole essere una testimonianza di registi che, sull’onda dell’emozione per la morte del Papa, hanno dato la loro disponibilità”. “Il titolo del film, “Chi siete venuti a cercare?” – continua Bernabei – riprende la frase che il Papa rivolse ai giovani ed è quella scelta sabato da mons. Angelo Comastri per iniziare la Messa sotto l’arcata della Basilica di San Pietro che stavamo riprendendo. Una domanda che ognuno di noi si fa e che vogliamo continuare a riproporre”. E sono già noti gli altri due progetti riguardanti, invece, la vita di papa Wojtyla: sempre la Lux Vide è in trattative con Liam Neeson, protagonista del film “Schindler’s List”, per interpretare Giovanni Paolo II nella fiction televisiva sul Santo Padre, prodotta per la Rai e attualmente in fase di sceneggiatura. Pronta per la messa in onda il 18 e 19 aprile prossimi su Canale 5, invece, l’altra fiction, “Karol. Un uomo diventato Papa”, prodotta dalla Taodue per Mediaset. A causa della morte del Pontefice ne è stata annullata l’anteprima del 14 aprile in Aula Paolo VI. Il film, ispirato al libro del giornalista Gianfranco Svidercoschi, racconta la storia di Wojtyla prima di diventare Papa. La seconda parte, dall’elezione al soglio pontificio alla morte, è in fase di scrittura. (R.M.)

 

 

“IL NOSTRO STILE MISSIONARIO”: È IL TEMA DEL CAPITOLO GENERALE

DEI MISSIONARI DELLA CONSOLATA, AL VIA DA OGGI FINO AL 15 MAGGIO PROSSIMO

A SAN PAOLO DEL BRASILE

 

SAN PAOLO. = Il bisogno di un’unità di intenti e di una metodologia di lavoro “illuminata”. Si discuterà di questo durante il Capitolo Generale dei Missionari della Consolata, al via da oggi fino alla solennità di Pentecoste, il 15 maggio prossimo, a San Paolo del Brasile, sul tema: “Il nostro stile missionario”. Attraverso diverse fasi di lavoro durate oltre un anno, si è giunti all’elaborazione di un istrumentum laboris che costituirà il documento base del Capitolo. Tra gli argomenti in agenda, anche la formazione dei giovani candidati missionari, i nuovi areopaghi della missione, il contributo dei laici, la verifica delle nuove aperture in Mongolia e a Gibuti. Un compito importante del Capitolo sarà poi la scelta della nuova Direzione Generale che accompagnerà l’Istituto nei prossimi sei anni. La sede capitolare di San Paolo può avere un impatto benefico sui lavori: in Brasile, infatti, lavorano molti missionari della Consolata in situazioni spesso difficili e conflittuali e la vicinanza a tali realtà potrà essere fonte d’ispirazione e incoraggiamento. (R.M.)

 

 

INDIVIDUARE STRATEGIE COMUNI NELLA LOTTA CONTRO LE INGIUSTIZIE: È LO SCOPO DELL’INCONTRO ANNUALE DELLE COMMISSIONI “GIUSTIZIA E PACE”

DELLE CONFERENZE EPISCOPALI DEI PAESI DELL’AFRICA ORIENTALE,

AL VIA OGGI A NAIROBI, IN KENIA

 

NAIROBI. = Con l’obiettivo di “individuare strategie comuni nella lotta contro le ingiustizie, in preoccupante aumento nella regione” si apre oggi a Nairobi, in Kenia, l’incontro annuale delle commissioni “Giustizia e Pace” dell’Associazione delle Conferenze episcopali dei Paesi dell’Africa Orientale (AMECEA). Lo riferisce il Catholic information service for Africa (Cisa), aggiungendo che sono attesi almeno una cinquantina di delegati provenienti da Eritrea, Etiopia, Kenya, Malawi, Sudan, Tanzania, Uganda e Zambia; la Somalia vi partecipa in qualità di affiliata. “L’incontro servirà per fare il punto della situazione nei nostri Paesi e di come le Commissioni ‘Giustizia e Pace’ affrontano le questioni di loro competenza”, ha spiegato Padre Jude Waweru, coordinatore del settore per l’AMECEA. Il dibattito durerà quattro giorni, con sede al centro ‘Mary Ward’ alla periferia di Nairobi. Fondata nel 1961, l’Amecea riunisce le Conferenze episcopali di questa parte dell’Africa, offrendo sinergie e strumenti utili ad affrontare, su base regionale, questioni altrimenti difficili per i singoli Paesi. (R.M.)

 

 

APPREZZAMENTO DELLA CONFERENZA DELLE CHIESE CRISTIANE DI TUTTA L’AFRICA

PER IL CLIMA PACIFICO DURANTE LE ELEZIONI LEGISLATIVE

DEL 31 MARZO SCORSO IN ZIMBABWE

 

NAIROBI. = La Conferenza delle Chiese cristiane di tutta l’Africa, la “All African Conference of Churches” (AACC), che riunisce 169 membri in 39 Paesi del continente, ha lodato la prevalente atmosfera pacifica delle elezioni legislative dello scorso 31 marzo in Zimbabwe, invitando al contempo il governo del presidente Robert Mugabe al rispetto dei diritti umani. In un comunicato diffuso dalla sede di Nairobi, la AACC ringrazia ed esprime apprezzamento per il fatto che il voto si è svolto in un clima dove “pace e calma hanno prevalso”. L’organismo panafricano esprime tuttavia “preoccupazione” per le apparenti discrepanze rilevate tra le liste degli aventi diritto al voto e i risultati di alcuni distretti: “Per questo – si legge nel documento – invitiamo la Commissione elettorale dello Zimbabwe a verificare con urgenza queste incongruenze”. La AACC, inoltre, deplora alcune condizioni come la soppressione dei mass-media indipendenti e leggi oppressive come quella sull’ordine pubblico, sull’accesso all’informazione o sulle organizzazioni non-governative. “Rivolgiamo un appello al governo dello Zimbabwe – prosegue la nota – affinché presti ascolto alle preoccupazioni avanzate da molti, perché ciò è necessario per lo sviluppo del processo democratico”. Invitando al dialogo e alla negoziazione per fronteggiare le divisioni e le sfide del Paese, la Conferenza delle Chiese africane esorta infine il popolo dello Zimbabwe a costruire una nazione “dove regnino pace e giustizia”. (R.M.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

10 aprile 2005

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Medio Oriente, dove ieri soldati dello Stato ebraico hanno ucciso tre ragazzi palestinesi, si registra un clima di grande tensione per la manifestazione organizzata a Gerusalemme, sulla spianata delle moschee, da nazionalisti israeliani.  Il nostro servizio:

 

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Migliaia di palestinesi si sono mobilitati per impedire l’iniziativa dell’estrema destra israeliana contro il ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza. Tra i manifestanti palestinesi, cui è stato impedito l’accesso alla spianata per ragioni di sicurezza, c’è anche un dirigente politico di Hamas in Cisgiordania, Hassan Yussuf. Sulla spianata, dove sono state schierate unità della polizia israeliana, si trova la moschea ‘Al Aqsa’, uno dei luoghi più sacri per i musulmani. In questa stessa area sorgeva due mila anni fa il Tempio di Gerusalemme. Il difficile momento del processo di pace israelo-palestinese è confermato anche da un drammatico episodio di violenza avvenuto ieri nel sud della Striscia di Gaza. Un gruppo di soldati israeliani ha ucciso tre giovani palestinesi nei pressi del campo profughi di Rafah. Secondo fonti palestinesi, i ragazzi sono entrati in una zona militare dello Stato ebraico per recuperare il pallone con cui stavano giocando a calcio. Gli israeliani hanno dichiarato, invece, che i tre giovani sono entrati nell’area interdetta ignorando l’ordine di fermarsi. Il presidente palestinese Abu Mazen, sconvolto dalla tragedia, ha accusato le forze israeliane di aver “violato la tregua concordata in Egitto a febbraio”. Dopo la morte dei tre giovani, la ‘Jihad islamica’ ha reso noto di voler comunque rispettare il cessate il fuoco con Israele. Il gruppo estremista ‘Hamas’ ha rivendicato, invece, gli attacchi a colpi di razzi Qassam contro due insediamenti di coloni ebrei nella Striscia di Gaza. Il premier israeliano Ariel Sharon è partito, infine, alla volta degli Stati Uniti dove domani incontrerà il presidente americano George Bush. Tra i temi previsti in agenda, figurano il ritiro israeliano da Gaza, la riorganizzazione dei servizi di sicurezza palestinesi e i progetti nucleari iraniani.

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Resta difficile anche la situazione in Iraq. Il ministro degli Esteri di Islamabad ha confermato che a Baghdad è stato rapito il console pakistano Malik Mohamed Javed, scomparso ieri sera dopo aver pregato in una moschea nel quartiere occidentale della città. Un soldato iracheno è rimasto ucciso per l’esplosione di una bomba lungo la strada che collega Baghdad a Kirkuk. Il sedicente ‘Esercito islamico’ ha rivendicato, inoltre, l’attentato condotto ieri a Latifiya e sostato la vita a 15 membri della Guardia nazionale irachena. Sul fronte politico, si deve poi rimarcare l’odierna riunione del nuovo parlamento iracheno. Al centro dei lavori, la formazione del governo del premier sciita Ibrahim Al Jaafari.

 

Proseguono in Cina le manifestazioni per protestare contro la decisione del governo di Tokyo di adottare nelle scuole nipponiche libri di testo nei quali vengono minimizzati i crimini commessi dall’esercito giapponese sul territorio cinese durante la seconda guerra mondiale. Oltre 20 mila cinesi hanno manifestato, questa mattina, a Canton e a Shenzhen. Il governo cinese ha espresso il proprio rincrescimento per le violenze nelle manifestazioni anti giapponesi di ieri a Pechino. Il ministero degli Esteri, dopo le ferme proteste di Tokyo, si è impegnato ad impedire incidenti. Ieri, migliaia di persone hanno lanciato sassi contro l’ambasciata giapponese a Pechino.

 

In Cambogia l’influenza aviaria ha provocato la morte di una bambina di otto anni. Lo hanno confermato le autorità sanitarie del Paese asiatico. Si tratta del terzo decesso avvenuto negli ultimi giorni in Cambogia a causa del cosiddetto virus dei polli.

 

In Angola l’ultimo drammatico bilancio dell’epidemia di febbre emorragica dovuta al virus di ‘Marburg’ è di 213 casi accertati e di 184 morti. Lo rende noto un comunicato del ministero della Sanità di Luanda. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha annunciato, intanto, la sospensione in Angola delle attività in seguito ad attacchi delle popolazioni locali contro le squadre di sanitari nella provincia di Uige. Secondo l’OMS, la popolazione, che vive in condizioni di grande povertà, è infatti convinta che siano gli europei a diffondere il virus.

 

Un gigantesco incendio, di cui si ignorano ancora le cause, ha devastato un quartiere commerciale di Port of Spain, capitale della repubblica caraibica di Trinidad e Tobago, distruggendo centinaia di abitazioni e negozi. Non si registrano vittime. Le fiamme hanno divorato tre interi complessi commerciali, fortunatamente chiusi al momento dell’incidente. I danni ammontano a molti milioni di dollari.

In Messico uomini armati hanno ucciso il giornalista Raul Ribb Guerrero, direttore del quotidiano ‘La Opinion’ di Poza Rica. Si tratta del secondo attentato, nel Paese sudamericano, contro un rappresentante della stampa in una settimana. Guerrero aveva pubblicato articoli in cui denunciava episodi di corruzione che coinvolgevano  trafficanti di droga. Lo scorso 5 aprile la reporter Garcia Escamilla è stata gravemente ferita da sconosciuti. Un altro giornalista del quotidiano ‘El Imparcial’, è scomparso da una settimana. Si teme che sia stato rapito o ucciso da un gruppo di trafficanti.

In Gran Bretagna, dove ieri è stato celebrato il matrimonio civile tra il principe Carlo e Camilla Parker Bowles, tre sondaggi pubblicati stamani dai principali quotidiani del Paese confermano che il principe William resta il preferito dai britannici per salire sul trono dopo la regina Elisabetta. Archiviate le nozze in municipio ed il ricevimento nel castello di Windsor, Carlo e Camilla si trovano ora in Scozia per la luna di miele.

 

“Sono stabili, ma sempre gravi” le condizioni di salute del principe Ernst August di Hannover. Il marito di Carolina di Monaco è ricoverato da martedì scorso per una pancreatite acuta nel reparto di rianimazione del centro ospedaliero del Principato. Sul sito ufficiale del principato di Monaco è presente, intanto, una rubrica interamente dedicata al principe Ranieri III, morto lo scorso 6 aprile dopo un ricovero per insufficienza polmonare nel centro cardio toracico di Montecarlo. Il sito, il cui indirizzo è www.palais.mc, contiene la biografia del principe e informazioni sui funerali, previsti venerdì prossimo nella cattedrale di Montecarlo.

 

 

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