RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
100 - Testo della trasmissione di domenica 10 aprile 2005
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
IN PRIMO PIANO:
Oggi in Italia, Giornata dell’Università Cattolica.
CHIESA E SOCIETA’:
Continua l’omaggio dei fedeli a Giovanni Paolo II, con
moltissime iniziative in tutto il mondo
Inaugurato
ieri a Cracovia, nel cimitero militare, un monumento al Papa polacco
Si
apre oggi a San Paolo del Brasile il Capitolo generale dei Missionari della
Consolata
Alta la tensione
in Medio Oriente, per la manifestazione indetta da nazionalisti israeliani
sulla spianata delle moschee a Gerusalemme e per l’uccisione di tre ragazzi
palestinesi nella Striscia di Gaza
Rapito in Iraq il console pachistano Malik Mohamed Javed.
10 aprile 2005
IL POPOLO DI ROMA RACCOLTO IN PREGHIERA QUESTO
POMERIGGIO
NELLA
BASILICA VATICANA PER CELEBRARE IL TERZO NOVENDIALE,
PRESIEDUTO
DAL CARDINALE VICARIO RUINI, IN SUFFRAGIO DI GIOVANNI PAOLO II.
IERI
L’OMAGGIO DEI FEDELI DELLA CITTA’ DEL VATICANO,
GUIDATI
DAL CARDINALE MARCHISANO. LA NOSTALGIA
DEI PELLEGRINI, STAMANE IN PIAZZA SAN PIETRO PER RICORDARE L’AMATO PAPA CHE
RESTA ‘VIVO’ NEI LORO CUORI
- A cura di Roberta Gisotti -
La Chiesa e i fedeli di Roma, si
raccoglieranno questo pomeriggio nella Basilica di San Pietro, nel terzo giorno
dei Novendiali in suffragio di Giovanni Paolo II. Si tratta del tradizionale
tempo di lutto per la morte di un Papa, che vede di volta in volta la
partecipazione alle Messe - aperte a tutti - di vari gruppi ecclesiali e della
Curia. La celebrazione odierna, sarà presieduta dal cardinale vicario Camillo
Ruini e concelebrata dal clero romano. Il Rito avrà inizio alle ore 17 e sarà
seguito con radiocronaca diretta dalla nostra emittente, con commenti in
italiano per la zona di Roma – sulle frequenze in onda media di 585 kHz e in
modulazione di frequenza di 105 MHz – in spagnolo solo per il satellite e in
inglese per il collegamento ISDN.
Sono stati invece i fedeli della
Città del Vaticano a partecipare ieri pomeriggio al secondo Novendiale in San
Pietro, che è stato presieduto dall’arciprete della Patriarcale Basilica
Vaticana, il cardinale Francesco Marchisano. Il porporato ha ricordato la
grande umanità del Papa scomparso, colta nei suoi molti incontri personali con
il Santo Padre. Il servizio di Alessandro Guarasci:
**********
(canto)
E’
l’intera Chiesa che ricorda Giovanni Paolo II. La Basilica di San Pietro nella
mattinata di ieri è tornata ad essere meta di pellegrinaggio di fedeli che
hanno voluto rendere omaggio, seppur con il pensiero, a Giovanni Paolo II. Un
pontefice che ha toccato i cuori di molti, credenti e non. Lo testimonia la
gran folla che è arrivata a Roma fin dal giorno in cui si è diffusa la notizia
dell’aggra-vamento delle sue condizioni di salute.
Nel
pomeriggio, alle 17, si è svolto il secondo Novendiale, la celebrazione
eucaristica per il Pontefice defunto. Presenti i fedeli della Città del
Vaticano. Nell’omelia del cardinale Francesco Marchisano, arciprete della
Patriarcale Basilica Vaticana, l’umanità di Karol Wojtyla. Il cardinale
Marchisano ha ripreso il Vangelo della Terza Domenica di Pasqua, dove si
ricorda l’incontro tra Gesù e gli apostoli sulla strada da Gerusalemme ad
Emmaus.
“E’ la
persona che veramente ha attirato la simpatia e l’amore di chi ha avuto qualche
modo di conoscerlo. E le giornate che ci hanno preceduto, la corsa qui, al Papa
morto, di milioni e milioni di persone, dimostrano questa, anche questa,
umanità infinita che il Papa ha saputo avere per camminare insieme, come ha
fatto Gesù, con quella povera gente, quei poveri apostoli, per poterli portare
sulla strada che il Signore desiderava. Ringraziamo anche il Signore per aver
dato alla sua Chiesa un Papa come questo, e domandiamo al Signore la grazia di
voler dare alla sua Chiesa altri Papi che seguano questa strada”.
Il
cardinale Marchisano ha parlato dei suoi tanti incontri con il Santo Padre in
oltre 40 anni. Storie toccanti, che ricalcano il rapporto che un padre ha con
un figlio. Come quando il cardinale Marchisano, cinque anni fa, fu operato alla
carotide e perse la voce, e alcuni giorni dopo l’intervento incontrò il
Pontefice.
“Come un
padre viene verso di me e incomincia ad accarezzarmi dove mi hanno operato per
due o tre minuti. Io ero senza parole. E continuava a dirmi: ‘Non abbia paura,
vedrà, vedrà ... il Signore le rimanderà la voce. Vedrà: io le dirò una
preghiera. Vedrà ...’. Io ero così fuori di me stesso, a vedere il Papa a
trattarmi come un figlio! Lo ho abbracciato, gli ho dato due baci forti, ma
forti, ma forti ... e il Papa ha detto: ‘Ohh ... grazie!’”.
Insomma,
un ritratto davvero speciale di questo Papa, tratteggiato da chi ha avuto la
fortuna di conoscerlo.
(canto)
**********
Domani, lunedì 11 aprile, quarto
giorno dei Novendiali nella Basilica vaticana. La Santa Messa di suffragio sarà
celebrata dai Capitoli delle Basiliche patriarcali e presieduta dal cardinale
Bernard Francis Law, arcivescovo emerito di Boston e arciprete della Basilica
romana di Santa Maria Maggiore.
Altri appuntamenti nella
settimana sono previsti per mercoledì 13 aprile, alle ore 100 – quando i
cardinali riceveranno nell’atrio dell’Aula Paolo VI le condoglianze del Corpo
diplomatico – e per giovedì 14 aprile, quando padre Raniero Cantalamessa terrà
ai cardinali la prima delle sue Esortazioni canoniche riguardanti l’attuale
situazione della Chiesa e la “scelta illuminata del nuovo Pontefice”. Mentre la
seconda esortazione sarà curata dal cardinale Tomas Spidlik, lunedì 18 aprile,
data fissata – come è già noto – per l’inizio del Conclave. In quel giorno, al
mattino verrà celebrata in San Pietro alle ore 10, la solenne Messa pro
eligendo Papa, quindi, alle ore 16.30, i cardinali elettori si raduneranno
nell’Aula delle Benedizioni, da dove si recheranno in processione verso la
Cappella Sistina per il primo atto del Conclave.
Ma ascoltiamo ora le voci dei
tanti fedeli che anche questa mattina sostavano in Piazza San Pietro,
nonostante non vi sia stata la preghiera pubblica del Regina Coeli. Tiziana
Campisi ha raccolto alcune testimonianze del loro grande affetto per Giovanni
Paolo II e del loro impegno per il futuro:
**********
R. – Sono tornata. Tornata per
la seconda volta. E tutte e due le volte, per il Papa.
R. – Per la memoria del Papa ...
R. – Sentiamo la mancanza del
Papa!
R. – Ho portato la bimba che ci
teneva tanto: era molto affezionata a questo Papa!
D. – Con quale prospettiva sta
vivendo la preparazione al prossimo Conclave?
R. – Con ansia. Certo, sarà ben
difficile sostituire questo Papa, ma speriamo che raccolga l’eredità di questo
che ci ha lasciato, che è una grande eredità!
R. – Spero che facciano le cose
giuste e buone per tutti quanti!
D. – Che cosa si aspetta?
R. – Un Papa buono come quello
che c’era.
R. – Mi aspetto un Papa che si
avvicini ai giovani, come lo è stato Papa Giovanni.
D. – Come si sta preparando al
prossimo Conclave?
R. – Molto intimamente. E’
entrato questo Papa e ho incominciato un percorso di vita interiore e quindi
anche di conoscenza, perché in questi casi non bastano le nozioni. Bisogna poi
alimentare anche la mente, oltre al cuore. E quindi ho letto tutte le sue
encicliche; sento che lo Spirito Santo sicuramente assiste la Chiesa in questo
momento ... Credo che la Chiesa non finisca con Giovanni Paolo II ... è stato
una persona eccezionale ... però, è lo Spirito Santo che porta la Chiesa! Il
Concilio ha segnato un percorso. Il nuovo Papa continuerà, e poi c’è lo Spirito
Santo che sicuramente, come ha scelto lui, manderà un’altra persona all’altezza
del compito!
R. – Credo che sia una
situazione emozionante per tutti. Adesso, c’è anche l’attesa per il nuovo Papa,
quindi c’è anche una nuova emozione!
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“SENTINELLE
DEL MATTINO ALL’ALBA DEL TERZO MILLENNIO”:
IL
MANDATO DI GIOVANNI PAOLO II AI SUOI AMATI GIOVANI
“Sentinelle del mattino”
all’alba del terzo millennio, “Mia gioia e mia corona”: sono alcune delle
espressioni con cui Giovanni Paolo II ha chiamato i giovani, da lui cercati,
amati e ai quali ha affidato missioni. Gli ha parlato con affetto, ma anche con
forza delle questioni decisive della vita: della fede, dell’amore, dei figli e
della pace, e del rifiuto del totalitarismo ateo, dell’aborto e dell’eutanasia.
Li ha esortati a non essere prigionieri dell’egoismo e del consumismo. E dai
quattro angoli della terra loro si sono mossi per seguirlo. Un rapporto segnato
da tanti incontri: i più visibili, ma non gli unici, quelli delle Giornate
mondiali della Gioventù. Ripercorriamo questo cammino con il servizio di Debora
Donnini.
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“Vi ho
cercato! Adesso voi siete venuti da me e per questo vi ringrazio”.
E’ il
portavoce vaticano Joaquín Navarro-Valls a riportare le parole che il Papa ha
detto il giorno prima di morire, sembra, in riferimento ai giovani che, sotto
la sua finestra, in Piazza San Pietro, pregavano, cantavano e piangevano per il
loro Giovanni Paolo II. Parole che riassumono il legame profondo fra il Papa ed
i giovani che lo hanno seguito, in giro per il mondo, con lo zaino in spalla.
(applausi)
Un legame
che inizia subito, fin dalle sue parole dopo la Messa per l’inizio del
Pontificato:
“Voi siete l’avvenire del mondo! Voi siete la
speranza della Chiesa! Voi siete la mia speranza!”
Prima due incontri
internazionali con i giovani, nell’84 e nell’85. Nell’86, sempre a Roma,
prendono il via le Giornate Mondiali della Gioventù:
“La Giornata della Gioventù significa proprio
questo: andare incontro a Dio che è entrato nella storia dell’uomo mediante il
mistero pasquale di Gesù Cristo… e vuole incontrare prima voi, giovani e, a
ciascuno, vuole dire: ‘Seguimi! Seguimi! Io sono la via, la verità e la
vita!’”.
I giovani iniziano, quindi, a
seguire il Papa itinerante per le strade del mondo. Un milione di ragazzi lo
accolgono a Buenos Aires, in Argentina:
(canto: “Nos sabemos el camino
es l’amor!”)
Nell’89, in migliaia si
riuniscono a Santiago de Compostela, in Spagna, nel punto chiamato finis
Terrae, gli estremi confini della Terra al tempo dell’Apostolo Giacomo, che
lì è sepolto:
NO TENGAIS MIEDO …
“Non abbiate paura di essere
santi! Questa è la libertà con cui Cristo ci ha liberato. Non come la
promettono con illusione ed inganno i poteri di questo mondo: una totale
autonomia, una rottura da ogni appartenenza in quanto creature e figli,
un’affermazione di autosufficienza che ci lascia indifesi dinanzi ai nostri
limiti e alle nostre debolezze”.
(canto)
Dopo la caduta del Muro, nel
’91, un milione di giovani si ritrovano nella sua Polonia, per le strade di
Czestochowa, ai piedi del Santuario della Madonna di Jasna Gura, dove accorrono
anche oltre 100 mila giovani dei Paesi dell’Est che hanno subito persecuzioni a
causa della fede sotto i regimi comunisti. “Negli anni duri della prova – dice
il Papa – la Chiesa ed il successore di Pietro non vi hanno mai dimenticati!”.
(canto)
Poi è nel cuore della società
capitalistica e moderna, a Denver, ai piedi delle Montagne Rocciose. Giovanni
Paolo II esorta i giovani a difendere la vita. “Nel nostro secolo, come mai
prima nella storia – afferma - la
‘cultura della morte’ ha assunto una forma sociale ed istituzionale di legalità
per giustificare il crimine più orrendo contro l’umanità: il genocidio,
‘soluzioni finali’, pulizie etniche ed ‘il massiccio togliere la vita agli
esseri umani prima ancora della loro nascita o anche prima che siano arrivati
al naturale traguardo della morte’”. Quindi l’invito ad annunciare il Vangelo:
DON’T BE AFRAID TO GO OUT ON THE STREETS …
Non abbiate paura di andare per le strade e nei luoghi pubblici, come i
primi Apostoli che hanno predicato Cristo e la Buona Novella della salvezza
nelle piazze delle città…! Non è tempo di vergognarsi del Vangelo! E’ tempo di
predicarlo dai tetti!”
(canto)
Nelle Filippine, a Manila, in quattro
milioni gli gridano: “Giovanni Paolo II ti baciamo!!” e lui risponde
scherzando: “Anch’io vi bacio tutti! Nessuna gelosia!”. Contro ogni previsione,
nel ’98, 700 mila giovani invadono Parigi, cuore della vecchia Europa e
frontiera della secolarizzazione e del confronto multiculturale.
(canti: “Dalla città di chi ha
versato sangue per amore ed ha cambiato il vecchio in nuovo …”)
Nel Giubileo del 2000 il Papa
incontra quasi due milioni di giovani a Roma e torna a ricordare che la
risposta alle attese del loro cuore è una persona, Gesù Cristo:
“E’ Gesù che cercate quando
sognate di felicità! E’ Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello
che trovate! E’ Lui la bellezza che tanto vi attrae!”
(canto: “Emmanuel! Emmanuel! …”)
Dopo l’attentato terroristico
alle Torri Gemelle di New York, a Toronto, nel 2002, il Papa esorta i giovani a
collaborare nella costruzione di una civiltà dell’amore.
(canto)
E nei giovani suscitano ancora
tenerezza e commozione le immagini del Giubileo, quando il Papa, anziano e
sofferente, a contatto con loro si rigenera, muove le braccia che impugnano il
bastone a ritmo di musica e scherza:
“C’è un proverbio in polacco: (parole in polacco)
che vuol dire: se tu vivi con i giovani, tu dovrai diventare anche giovane!
Così ritorno ringiovanito!...Questo chiasso ha sentito Roma e non lo
dimenticherà mai!!!”.
E Roma, così come tutti i
giovani del mondo, che sono tornati nella città eterna per salutare il Papa,
non lo dimenticheranno, con un “Grazie, Giovanni Paolo”, nel cuore e sulle
labbra.
(canto: “La morte è uccisa, la
vita ha vinto! E’ Pasqua in tutto il mondo! Un vento soffia in ogni uomo, è lo
Spirito fecondo …”)
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima
pagina: il titolo d’apertura è “Domenica 10 aprile, ore 12”; segue una
riflessione che così comincia: “Oggi il mondo è orfano di una finestra aperta.
Oggi - forse per la prima volta in modo inchiodante, inequivoco - avverte che
in Piazza San Pietro manca una ‘Presenza’...”
Due
pagine con i messaggi e i telegrammi di cordoglio di capi di Stato e di
governo.
Quattro
pagine dedicate alla biografia di Giovanni Paolo II.
Contributi
sulla figura di Giovanni Paolo II il Grande.
La
rassegna della stampa internazionale.
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10 aprile 2005
CHIESE E COMUNITA’ DI
DIVERSE CONFESSIONI CRISTIANE RIFLETTONO
SULLA PREZIOSA EREDITA’ LASCIATA LORO DA GIOVANNI
PAOLO II,
PAPA DELL’ECUMENISMO
- Interviste con l’arcivescovo di Canterbury,
Rowan Williams; il metropolita ortodosso,
Gennadios Zervos; e il presidente della
Federazione evangelica in Italia, Gianni Long -
Le Chiese cristiane hanno partecipato in questi giorni con affetto
fraterno al dolore per la scomparsa del Papa. Giovanni Paolo II ha puntato
moltissimo sull’ecumenismo: nei suoi oltre 26 anni di Pontificato ha chiesto
gesti coraggiosi, invitando a cercare forme di comunione nuove, forse mai
sperimentate per raggiungere l’unità dei discepoli di Cristo. E ai solenni
funerali in San Pietro, venerdì scorso, hanno preso parte numerose delegazioni
delle altre confessioni cristiane. Tra gli altri era presente il primate della
Comunione Anglicana, l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams. Philippa
Hitchen lo ha intervistato:
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R. – I THINK…
Penso
di ricordare, personalmente, nell’incontro che ho avuto con lui, questo senso
di percezione, di penetrazione straordinaria che emanava con il suo sguardo,
questo senso di profonda saggezza e forza. Penso che molta gente che lo ha
incontrato abbia potuto constatare questo modo di parlare e di agire così
profondo. Profondità è una delle parole che mi viene maggiormente in mente
parlando di lui. Profondità nella conoscenza, nel coraggio, sono queste le sue
qualità umane.
D. –
Come primate della Comunione Anglicana, il vostro tributo al Papa, ora che
tutto il mondo lo piange …
R. – HIS DEATH HAS BEEN ...
La sua
morte è stata un colpo per tutte le comunità cristiane. Essi vedevano in lui qualcuno
la cui priorità è stata sempre assolutamente chiara: il Vangelo pasquale di
Cristo crocifisso e risorto, che trasforma e penetra ogni area della vita
umana. E la grandezza, la potenza della sua fede in questo senso sono sotto gli
occhi di tutti. Oltre a questo, il suo
impegno in alcune delle questioni più importanti della società moderna, i
diritti umani e l’universalità del concetto del diritto umano che guarda
all’uomo dal suo concepimento alla morte. Il coraggio poi con il quale ha
affrontato tutto questo nella sua instancabile attività. Va ricordato anche il
coraggio con il quale, in tutta la sua vita, egli si è opposto alle tendenze
del XX secolo che hanno tentato di limitare la dignità dell’uomo, creato ad
immagine di Dio.
D. – Si
è anche dedicato totalmente al dialogo ecumenico, nonostante le difficoltà che
ha incontrato negli anni recenti?
R. – I THINK THAT ONE OF …
Penso
che uno degli aspetti più importanti che ha dovuto affrontare sia stato quello
di rendere chiaro che le questioni in cui credeva non ammettevano nessun
compromesso. Egli ha aperto le porte e penso che l’enciclica “Ut Unum Sint” in
cui invitava le altre comunioni cristiane a rispondere e ad impegnarsi nelle
questioni teologiche, sia stata veramente un punto saliente nella storia del
movimento ecumenico. La sua posizione ed il suo impegno erano chiarissimi,
eppure con immensa buona volontà, con umiltà e con speranza ha affrontato ogni
dialogo.
**********
La preghiera è il nostro dono a
Giovanni Paolo II. Gennadios Zervos metropolita d’Italia del Patriarcato
ecumenico di Costantinopoli parla di forte gratitudine nei confronti del Papa
dell’amore e dell’unità, come lo definisce lui stesso. Quel Papa che consegnò
in uso liturgico all’arcidiocesi ortodossa d’Italia l’antica chiesa romana di
San Teodoro al Palatino, permettendo così per la prima volta alla comunità
costantinopolitana di avere un luogo di culto in Roma. Gennadios ha preso parte
ai funerali del Santo Padre con il Patriarca ecumenico di Costantinopoli
Bartolomeo I. Francesca Sabatinelli ha intervistato sua eminenza Gennadios
Zervos:
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R. – Siamo in preghiera per
questa grandissima personalità. Preghiamo continuamente: lui ci dà la forza per
continuare la sua opera per la libertà, per la giustizia, per i diritti umani,
per l’unità dei cristiani ... tutto questo lavoro che ha compiuto questa
straordinaria personalità del mondo cristiano e dell’ecumene. E’ stato un
modello che è entrato nel cuore di ogni cristiano.
D. – Qual è l’attitudine degli
ortodossi d’Italia nei confronti di Giovanni Paolo II?
R. – Non dimenticheremo mai il
dono spirituale preziosissimo che ci ha fatto: San Teodoro. Oggi abbiamo una
chiesa e una residenza per assistere i nostri fedeli ortodossi. San Teodoro in
Palatino è un dono meraviglioso!
D. – Ha un ricordo personale?
R. – Non dimenticherò quando,
nel 2000, dopo la preghiera ecumenica, durante la colazione, io sono rimasto
vicino a Giovanni Paolo II e lui ha parlato con me come un padre. Mi diceva:
“Voi ortodossi in Italia dovete essere modello della concordia e dell’amore per
tutti i cristiani”. E noi seguiamo questa sua voce gentile, paterna, forte.
Siamo grati ancora. Eterna la sua memoria.
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Erano
presenti in piazza San Pietro anche i luterani, i metodisti, gli evangelici,
l’Alleanza delle Chiese Riformate, l’Alleanza Battista, la Conferenza mennonita
ed esponenti delle organizzazioni cristiane internazionali. Adriana Masotti ha
intervistato il presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in
Italia, Gianni Long:
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E’
stato il Papa delle prime volte e molte di queste prime volte hanno riguardato
appunto le Chiese nate dalla Riforma, le Chiese protestanti. E’ stato il primo
Papa ad entrare in una nostra chiesa, la chiesa luterana di Roma. E’ stato il
primo Papa ad andare a Ginevra, presso gli organismi ecumenici e il Consiglio
Mondiale delle Chiese. Quindi sono state tante occasioni importanti e di cui
siamo grati al Signore per i segni che sono stati dati da quest’uomo. Il
passato non è cancellato, ma il passato è superato in una nuova speranza per il
futuro che ci viene da Cristo.
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GIOVANNI PAOLO II E I SANTUARI MARIANI NEL MONDO:
UN LEGAME CON LA VERGINE MARIA
NEL SEGNO DEL “TOTUS
TUUS!”
Il
rapporto del Papa con la Vergine Maria, stigmatizzato nel motto “Totus tuus!”, ha
certamente caratterizzato il pontificato di Giovanni Paolo II, portando il Papa
ad essere pellegrino nei maggiori Santuari mariani del mondo. Nell’ultimo dei
suoi viaggi internazionali, il 104°, il Santo Padre si è recato tra i malati,
al Santuario di Lourdes: era l’agosto del 2004 quando - in occasione del 150°
anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione -
Giovanni Paolo II visitò la Grotta di Massabielle, dov’era già stato
nell’estate del 1983. Riviviamo il ricordo di questi pellegrinaggi apostolici
nella testimonianza di padre Saverio Zampa, cappellano e responsabile del
servizio giovani del Santuario Lourdes, intervistato da Giada Aquilino:
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R. -
Fra Giovanni Paolo II e Lourdes c’è sempre stato un legame bellissimo. Nel
primo viaggio, quello dell’83, disse di aver “provato una gioia immensa”.
Recentemente, dopo il viaggio di quest’estate, ha detto: “Lourdes è un luogo importante
per coloro che vogliono affidare a Maria qualcosa di particolare”. Nel viaggio
dell’83, ci fu un bellissimo incontro con i giovani, in cui il Pontefice fece
riferimento alla persecuzione dei cristiani nel mondo intero e in modo
particolare nei Paesi dell’est. Poi, nel 2004, il Papa ha chiesto di pregare
per la pace nel mondo e soprattutto ha auspicato che dal cuore degli uomini
vengano strappati completamente odio, guerra e violenza. A quanti riuniti a
Lourdes ha detto esplicitamente: “Vi affido un’intenzione particolare, invocate
con me la Vergine Maria, affinché lei sostenga la pace nel mondo, un dono tanto
atteso”.
D. – Nell’agosto del 2004 il
Papa esortava i giovani ad ascoltare la Vergine anche per diventare speranza
del mondo. Perché?
R. – Lourdes è un luogo che
parla ai giovani. Bisogna fare un po’ come la giovane Bernadette, cioè
rimettersi alla scuola di Maria. Tra l’altro, il Papa – rivolgendosi ai ragazzi
– ha aggiunto: “Qui a Lourdes voi potete trovare le risposte che cercate, che
danno senso alla vostra vita. Qui potete trovare il segreto della vera gioia e
della pace, qualcosa che vi aiuti a vivere veramente”. C’erano moltissimi
giovani presenti durante il pellegrinaggio del Papa del 14 e 15 agosto scorsi:
indimenticabile il momento in cui il Pontefice ha guardato ciascuno
personalmente e quello sguardo è rimasto impresso in ognuno dei ragazzi. Non
parlava più, ma quello sguardo è stato come lo sguardo di Maria su Bernadette,
della stessa intensità, della stessa luce e, io credo, dello stesso amore.
D. – Proprio a quei giovani il
Papa lanciò anche un appello in difesa della vita. Quale forza è scaturita in
quel momento?
R. – L’appello in difesa della
vita è stato sottolineato con un lunghissimo applauso. Credo che il Papa volesse
salvare la vita a tutti i costi e specialmente la vita minacciata per due
categorie, gli anziani e gli ammalati da un lato e i bambini - sin dal loro
concepimento - dall’altro. Poco prima di questo appello forte in difesa della
vita, il Papa aveva anche sottolineato come le donne in modo particolare
debbano essere “sentinelle dell’invisibile”, una frase che è indelebile nel
cuore di tanti.
D. – Oggi quale ricordo c’è di
Giovanni Paolo II a Lourdes?
R. – Si ricordano la sua forza e
il suo coraggio, senza dubbio. Ha dato una testimonianza incredibile. Ricordo
poi che quando l’estate scorsa, prima del rientro in Vaticano, ha chiesto di
pregare da solo nella Grotta di Lourdes, è scaturito un silenzio che da tanto
tempo mancava in quel luogo. Questa è un’altra eredità che Giovanni Paolo II ci
ha lasciato, cioè il suo essere profondamente in Dio.
**********
Per
una panoramica sulle visite di Giovanni Paolo II agli altri Santuari mariani,
ascoltiamo il servizio di Roberto Piermarini:
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Il Papa
pellegrino davanti alla Madonna nera di Jasna Gora, conservata nel Santuario
polacco di Czestochowa, ha sempre lasciato un messaggio profondo alla sua
terra, come ci spiega il vescovo ausiliare di Czestochowa, mons. Jan Watroba:
R. –
Qui a Czestochowa il Papa ci ha spiegato cosa significa stare vicino alla
Madonna. Ricordiamo tutto ciò che ha detto ai giovani durante la sesta Giornata
mondiale della Gioventù del 1991. Ricordiamo quello che ha detto della malattia
e della sofferenza, che bisogna superarla insieme con Gesù sofferente,
crocifisso, morto e resuscitato.
Un
altro Santuario caro a Giovanni Paolo II, quello messicano di Guadalupe, luogo
di culto mariano per tutta l’America Latina, dove vi si è recato per ben 5
volte. Qual è stata la reazione dei fedeli locali alla scomparsa del Pontefice,
al quale anch’essi erano particolarmente legati? Ci risponde mons. José Luis
Guerrero, del Santuario di Guadalupe:
R. –
Alla notizia della sua morte è stata fatta qui spontaneamente dalla gente un
pellegrinaggio verso una sua statua della Vergine. Tanti fiori, tante
preghiere… La Basilica, piena di gente che pregava per lui e ringraziava il
Signore di averlo avuto per ben 5 volte, è rimasta aperta tutta la notte. Mi ha
colpito molto quello che ha detto lui stesso alla chiusura del Convegno dei
vescovi latino-americani, nel marzo del 2003. Ha detto, infatti, che la Madonna
di Guadalupe è stata la sua guida in tutto il suo Pontificato. Sono le sue
parole testuali, che ci hanno colpito tanto.
Il
Santuario di Fatima è stato certamente quello più legato alla persona del Papa
per la protezione della Vergine nell’attentato in Piazza San Pietro del 13
maggio del 1981 e per la dissoluzione del comunismo nell’Et europeo, come
sottolinea il rettore del Santuario di Fatima, mons. Luciano Guerra:
R. – Il
Papa ha detto lui stesso che questa coincidenza del suo attentato con
l’anniversario di Fatima aveva un grande significato. C’era poi il legame con
la Russia e con il comunismo. Il Papa infatti ha fatto questa consacrazione
secondo le indicazioni della veggente che è morta a metà febbraio. E nel ’91 è
venuto per ringraziare la Madonna per i cambiamenti che hanno avuto luogo in
Russia e nel blocco dell’Est. Noi possiamo dire che forse questo avvenimento è
il punto più alto del suo Pontificato.
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“OGNI VITA CI INSEGNA. OGNI VITA CI IMPEGNA” :
TEMA
DELL’ODIERNA GIORNATA PER L’UNIVERSITA’ DEL SACRO CUORE,
A
SOSTEGNO DELLA RICERCA BIOMEDICA CONDOTTA NELL’ATENEO
CATTOLICO,
FONDATO
DA PADRE AGOSTINO GEMELLI
Si è celebrata oggi l’81.ma
Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, quest’anno sul tema: “Ogni
vita ci insegna. Ogni vita ci impegna. Sostieni la ricerca biomedica
dell’Università Cattolica”. Per l’occasione, la presidenza della Conferenza episcopale
italiana ha inviato un messaggio. Il servizio è di Francesca Sabatinelli:
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“Ogni vita ci insegna. Ogni vita
ci impegna”. La Conferenza episcopale italiana ricorda tutti nel suo messaggio
per l’81.ma Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che al centro
dell’odierno umanesimo, libero e responsabile, vi è sempre la persona umana. Un
fine con un valore assoluto, non un mezzo che vale per l’utilità che può
offrire.
Nel messaggio si sottolinea,
dunque, l’affermazione del soggetto umano e della dignità in fine della persona
umana, così come ribadito nell’Esortazione apostolica “Ecclesia in Europa” di
Giovanni Paolo II. Il tema scelto – “Ogni vita ci insegna. Ogni vita ci
impegna” – indica l’orientamento verso quell’umanesimo che pone al centro la
vita umana, illuminata dal mistero della Creazione del mondo, e della sua
redenzione mediante la morte e risurrezione di Cristo. Di qui la sfida della
vita indicata da Giovanni Paolo II come vasta e cruciale, raccolta
dall’Università Cattolica e sottolineata dalla CEI, che ne sostiene l’impegno
scientifico, in particolare nel difficile ambito della ricerca genetica,
cellulare e clinica, conoscendo la profonda consapevolezza dell’ateneo che
l’ambito scientifico non può mai prescindere dai riferimenti etici e
spirituali.
Dalla Chiesa italiana arriva,
quindi, all’Università Cattolica del Sacro Cuore l’invito a far crescere la
responsabilità per la sorte dell’uomo, nonché la sollecitazione agli studiosi e
ricercatori a diffondere una cultura umanistica e riflessiva che rispetti la
dignità e l’integrità della vita umana. In ogni circostanza – è l’invito finale
della CEI – l’Università Cattolica sappia sempre, fedele all’ispirazione del
suo fondatore, padre Agostino Gemelli, annunciare e promuovere il Vangelo della
Vita.
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10
aprile 2005
CONTINUA L’OMAGGIO DEI
FEDELI A GIOVANNI PAOLO II. MOLTISSIME LE INIZIATIVE
IN TUTTO IL MONDO A RICORDO DEL PONTEFICE
SCOMPARSO
CITTA’ DEL VATICANO. = Si
moltiplicano nel mondo le iniziative a ricordo di Giovanni Paolo II.
Moltissime, le Messe in suffragio dell’amato Pontefice, come quella di ieri
nella chiesetta di San Pietro della Jenca, sul Gran Sasso, dove il Papa si era
fermato varie volte a pregare durante le visite sui monti abruzzesi. E un’altra
messa è stata celebrata oggi presso la Piana di Montorso, nelle Marche, da
mons. Gianni Danzi, arcivescovo di Loreto, di fronte a 1000 giovani finalisti
del campionato di corsa campestre del Centro Sportivo Italiano (CSI). E sono
proprio i giovani che in questi giorni si fanno promotori degli incontri in
omaggio al Santo Padre. A loro, ad esempio, si deve l’organizzazione della
Messa solenne di ringraziamento di oggi nel Duomo di Lima, in Perù. E
nell’invito distribuito per le strade della città si legge così: “Una delle
cose che il Papa ha insegnato ai giovani è stata la gratitudine. E’ giunta
l’ora di ringraziare Dio per il dono della sua presenza paterna, per la sua
vicinanza e la sua amicizia”. E anche i giovani del Venezuela hanno voluto
manifestare il loro affetto a Giovanni Paolo II, ieri sera, con 2 veglie nelle
piazze di Caracas, precedute dalla recita del rosario. Inoltre, in molte
diocesi del Paese, i Vescovi hanno celebrato la Santa Messa nei campi sportivi,
a causa del gran numero dei fedeli accorsi per pregare per il Papa pellegrino.
E anche la Repubblica Centrafricana rende omaggio oggi al pontefice scomparso
con una Messa solenne alla presenza delle massime autorità dello Stato. Il
Paese, a maggioranza musulmana, ha espresso il cordoglio ai fratelli cattolici
proclamando nei giorni scorsi 3 giorni di lutto nazionale. (R.M.)
IN GINOCCHIO, IN PREGHIERA, CON IL ROSARIO TRA LE
MANI. COSI’ E’ RAPPRESENTATO GIOVANNI PAOLO II NEL MONUMENTO INAUGURATO IERI A
CRACOVIA, NEL CIMITERO MILITARE DI RAKOWICE, CHE OSPITA LA TOMBA DI FAMIGLIA
DEL PONTEFICE
CRACOVIA. = Un monumento a
Giovanni Paolo II è stato inaugurato ieri a Cracovia, all’entrata del cimitero
militare di Rakowice, che ospita la tomba di famiglia del pontefice scomparso,
dove riposano i genitori, Karol ed Emilia Kaczorowska, e il fratello, Edmund.
Realizzato in bronzo dal professore dell’Accademia delle Belle Arti di
Cracovia, Czeslaw Dzwigaj, il monumento rappresenta papa Wojtyla inginocchiato
e in preghiera con il Rosario fra le mani. “Volevamo una scultura dedicata
proprio alla preghiera del Papa”, ha detto il sindaco di Cracovia, Jacek
Maj-chrowski, ricordando che dopo la elezione del cardinale Wojtyla al Soglio
Pontificio nell’ottobre del 1978, il Pontefice per ben 7 volte, durante i
pellegrinaggi in Polonia, ha visitato la tomba di famiglia. L’ultima volta è
stata il 18 agosto del 2002. La tomba dei Wojtyla, su richiesta dello stesso
Giovanni Paolo II, è curata dalle suore di Sant’Alberto. Intanto in Polonia la
situazione si va pian piano normalizzando, con il rientro ordinato dei
pellegrini partiti alla volta di Roma per assistere alle esequie solenni
dell’amato Papa polacco. Si pensa ora a come onorarne il più degnamente
possibile la memoria, dedicandogli appunto monumenti, colline, giornate
nazionali, strade, piazze, chiese. (R.M.)
“CHI SIETE VENUTI A CERCARE?”. E’ IL TITOLO DEL
FILM-DOCUMENTARIO
SUI FUNERALI DEL PAPA DELLA SOCIETA’ DI PRODUZIONE
CINEMATOGRAFICA,
LUX VIDE. A GIRARLO, IN 35 MILLIMETRI, CINQUE
REGISTI DI SUCCESSO
ROMA. = Sarà presto
nelle sale cinematografiche italiane un film-documentario che testimonierà gli
eventi straordinari di questi giorni. Il progetto, dedicato alla morte e ai
funerali del Papa, si intitola “Chi siete venuti a cercare?” ed ha coinvolto
cinque registi vicini al pubblico giovanile: Gabriele Muccino, Luciano Manuzzi,
Massimo Costa, Giulio Base e Umberto Marino. “Abbiamo iniziato a girare la sera
della veglia – spiega il produttore, Luca Bernabei, responsabile della società
di produzione cinematografica, Lux Vide – un progetto in 35 millimetri che
vuole essere una testimonianza di registi che, sull’onda dell’emozione per la
morte del Papa, hanno dato la loro disponibilità”. “Il titolo del film, “Chi
siete venuti a cercare?” – continua Bernabei – riprende la frase che il Papa
rivolse ai giovani ed è quella scelta sabato da mons. Angelo Comastri per
iniziare la Messa sotto l’arcata della Basilica di San Pietro che stavamo
riprendendo. Una domanda che ognuno di noi si fa e che vogliamo continuare a
riproporre”. E sono già noti gli altri due progetti riguardanti, invece, la
vita di papa Wojtyla: sempre la Lux Vide è in trattative con Liam Neeson,
protagonista del film “Schindler’s List”, per
interpretare Giovanni Paolo II nella fiction televisiva sul Santo Padre,
prodotta per la Rai e attualmente in fase di sceneggiatura. Pronta per la messa
in onda il 18 e 19 aprile prossimi su Canale 5, invece, l’altra fiction,
“Karol. Un uomo diventato Papa”, prodotta dalla Taodue per Mediaset. A causa
della morte del Pontefice ne è stata annullata l’anteprima del 14 aprile in
Aula Paolo VI. Il film, ispirato al libro del giornalista Gianfranco
Svidercoschi, racconta la storia di Wojtyla prima di diventare Papa. La seconda
parte, dall’elezione al soglio pontificio alla morte, è in fase di scrittura.
(R.M.)
“IL NOSTRO STILE MISSIONARIO”: È IL
TEMA DEL CAPITOLO GENERALE
DEI MISSIONARI DELLA CONSOLATA, AL VIA
DA OGGI FINO AL 15 MAGGIO PROSSIMO
A SAN PAOLO DEL BRASILE
SAN PAOLO. = Il bisogno di un’unità di intenti e di una
metodologia di lavoro “illuminata”. Si discuterà di questo durante il Capitolo
Generale dei Missionari della Consolata, al via da oggi fino alla solennità di
Pentecoste, il 15 maggio prossimo, a San Paolo del Brasile, sul tema: “Il
nostro stile missionario”. Attraverso diverse fasi di lavoro durate oltre un
anno, si è giunti all’elaborazione di un istrumentum
laboris che costituirà il documento base del Capitolo. Tra gli argomenti in
agenda, anche la formazione dei giovani candidati missionari, i nuovi areopaghi
della missione, il contributo dei laici, la verifica delle nuove aperture in
Mongolia e a Gibuti. Un compito importante del Capitolo sarà poi la scelta
della nuova Direzione Generale che accompagnerà l’Istituto nei prossimi sei
anni. La sede capitolare di San Paolo può avere un impatto benefico sui lavori:
in Brasile, infatti, lavorano molti missionari della Consolata in situazioni
spesso difficili e conflittuali e la vicinanza a tali realtà potrà essere fonte
d’ispirazione e incoraggiamento. (R.M.)
INDIVIDUARE STRATEGIE COMUNI NELLA
LOTTA CONTRO LE INGIUSTIZIE: È LO SCOPO DELL’INCONTRO ANNUALE DELLE COMMISSIONI
“GIUSTIZIA E PACE”
DELLE CONFERENZE EPISCOPALI DEI PAESI
DELL’AFRICA ORIENTALE,
AL VIA OGGI A NAIROBI, IN KENIA
NAIROBI. = Con l’obiettivo di “individuare strategie comuni nella
lotta contro le ingiustizie, in preoccupante aumento nella regione” si apre
oggi a Nairobi, in Kenia, l’incontro annuale delle commissioni “Giustizia e
Pace” dell’Associazione delle Conferenze episcopali dei Paesi dell’Africa
Orientale (AMECEA). Lo riferisce il Catholic information service for Africa
(Cisa), aggiungendo che sono attesi almeno una cinquantina di delegati
provenienti da Eritrea, Etiopia, Kenya, Malawi, Sudan, Tanzania, Uganda e
Zambia; la Somalia vi partecipa in qualità di affiliata. “L’incontro servirà
per fare il punto della situazione nei nostri Paesi e di come le Commissioni
‘Giustizia e Pace’ affrontano le questioni di loro competenza”, ha spiegato
Padre Jude Waweru, coordinatore del settore per l’AMECEA. Il dibattito durerà
quattro giorni, con sede al centro ‘Mary Ward’ alla periferia di Nairobi.
Fondata nel 1961, l’Amecea riunisce le Conferenze episcopali di questa parte dell’Africa,
offrendo sinergie e strumenti utili ad affrontare, su base regionale, questioni
altrimenti difficili per i singoli Paesi. (R.M.)
APPREZZAMENTO DELLA CONFERENZA DELLE
CHIESE CRISTIANE DI TUTTA L’AFRICA
PER IL CLIMA PACIFICO DURANTE LE ELEZIONI
LEGISLATIVE
DEL 31 MARZO SCORSO IN ZIMBABWE
NAIROBI. = La Conferenza delle Chiese cristiane di
tutta l’Africa, la “All African Conference of Churches” (AACC), che
riunisce 169 membri in 39 Paesi del continente, ha lodato la prevalente atmosfera
pacifica delle elezioni legislative dello scorso 31 marzo in Zimbabwe,
invitando al contempo il governo del presidente Robert Mugabe al rispetto dei
diritti umani. In un comunicato diffuso dalla sede di Nairobi, la AACC
ringrazia ed esprime apprezzamento per il fatto che il voto si è svolto in un
clima dove “pace e calma hanno prevalso”. L’organismo panafricano esprime
tuttavia “preoccupazione” per le apparenti discrepanze rilevate tra le liste
degli aventi diritto al voto e i risultati di alcuni distretti: “Per questo –
si legge nel documento – invitiamo la Commissione elettorale dello Zimbabwe a
verificare con urgenza queste incongruenze”. La AACC, inoltre, deplora alcune
condizioni come la soppressione dei mass-media indipendenti e leggi oppressive
come quella sull’ordine pubblico, sull’accesso all’informazione o sulle
organizzazioni non-governative. “Rivolgiamo un appello al governo dello
Zimbabwe – prosegue la nota – affinché presti ascolto alle preoccupazioni
avanzate da molti, perché ciò è necessario per lo sviluppo del processo
democratico”. Invitando al dialogo e alla negoziazione per fronteggiare le
divisioni e le sfide del Paese, la Conferenza delle Chiese africane esorta
infine il popolo dello Zimbabwe a costruire una nazione “dove regnino pace e
giustizia”. (R.M.)
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A cura di Amedeo Lomonaco -
In Medio Oriente, dove ieri
soldati dello Stato ebraico hanno ucciso tre ragazzi palestinesi, si registra
un clima di grande tensione per la manifestazione organizzata a Gerusalemme,
sulla spianata delle moschee, da nazionalisti israeliani. Il nostro servizio:
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Migliaia
di palestinesi si sono mobilitati per impedire l’iniziativa dell’estrema destra
israeliana contro il ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza. Tra i
manifestanti palestinesi, cui è stato impedito l’accesso alla spianata per
ragioni di sicurezza, c’è anche un dirigente politico di Hamas in Cisgiordania,
Hassan Yussuf. Sulla spianata, dove sono state schierate unità della polizia
israeliana, si trova la moschea ‘Al Aqsa’, uno dei luoghi più sacri per i
musulmani. In questa stessa area sorgeva due mila anni fa il Tempio di
Gerusalemme. Il difficile momento del processo di pace israelo-palestinese è
confermato anche da un drammatico episodio di violenza avvenuto ieri nel sud
della Striscia di Gaza. Un gruppo di soldati israeliani ha ucciso tre giovani
palestinesi nei pressi del campo profughi di Rafah. Secondo fonti palestinesi,
i ragazzi sono entrati in una zona militare dello Stato ebraico per recuperare
il pallone con cui stavano giocando a calcio. Gli israeliani hanno dichiarato,
invece, che i tre giovani sono entrati nell’area interdetta ignorando l’ordine
di fermarsi. Il presidente palestinese Abu Mazen, sconvolto dalla tragedia, ha
accusato le forze israeliane di aver “violato la tregua concordata in Egitto a
febbraio”. Dopo la morte dei tre giovani, la ‘Jihad islamica’ ha reso noto di
voler comunque rispettare il cessate il fuoco con Israele. Il gruppo estremista
‘Hamas’ ha rivendicato, invece, gli attacchi a colpi di razzi Qassam contro due
insediamenti di coloni ebrei nella Striscia di Gaza. Il premier israeliano
Ariel Sharon è partito, infine, alla volta degli Stati Uniti dove domani
incontrerà il presidente americano George Bush. Tra i temi previsti in agenda,
figurano il ritiro israeliano da Gaza, la riorganizzazione dei servizi di
sicurezza palestinesi e i progetti nucleari iraniani.
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Resta difficile
anche la situazione in Iraq. Il ministro degli Esteri di Islamabad ha
confermato che a Baghdad è stato rapito il console pakistano Malik Mohamed
Javed, scomparso ieri sera dopo aver pregato in una moschea nel quartiere
occidentale della città. Un soldato iracheno è rimasto ucciso per l’esplosione
di una bomba lungo la strada che collega Baghdad a Kirkuk. Il sedicente
‘Esercito islamico’ ha rivendicato, inoltre, l’attentato condotto ieri a
Latifiya e sostato la vita a 15 membri della Guardia nazionale irachena. Sul
fronte politico, si deve poi rimarcare l’odierna riunione del nuovo parlamento
iracheno. Al centro dei lavori, la formazione del governo del premier sciita
Ibrahim Al Jaafari.
Proseguono
in Cina le manifestazioni per protestare contro la decisione del governo di
Tokyo di adottare nelle scuole nipponiche libri di testo nei quali vengono
minimizzati i crimini commessi dall’esercito giapponese sul territorio cinese
durante la seconda guerra mondiale. Oltre 20 mila cinesi hanno manifestato, questa
mattina, a Canton e a Shenzhen. Il
governo cinese ha espresso il proprio rincrescimento per le violenze nelle
manifestazioni anti giapponesi di ieri a Pechino. Il ministero degli Esteri,
dopo le ferme proteste di Tokyo, si è impegnato ad impedire incidenti. Ieri,
migliaia di persone hanno lanciato sassi contro l’ambasciata giapponese a
Pechino.
In
Cambogia l’influenza aviaria ha provocato la morte di una bambina di otto anni.
Lo hanno confermato le autorità sanitarie del Paese asiatico. Si tratta del
terzo decesso avvenuto negli ultimi giorni in Cambogia a causa del cosiddetto
virus dei polli.
In
Angola l’ultimo drammatico bilancio dell’epidemia di febbre emorragica dovuta
al virus di ‘Marburg’ è di 213 casi accertati e di 184 morti. Lo rende noto un
comunicato del ministero della Sanità di Luanda. L’Organizzazione mondiale
della sanità (OMS) ha annunciato, intanto, la sospensione in Angola delle
attività in seguito ad attacchi delle popolazioni locali contro le squadre di
sanitari nella provincia di Uige. Secondo l’OMS, la popolazione, che vive in
condizioni di grande povertà, è infatti convinta che siano gli europei a
diffondere il virus.
Un
gigantesco incendio, di cui si ignorano ancora le cause, ha devastato un
quartiere commerciale di Port of Spain, capitale della repubblica caraibica di
Trinidad e Tobago, distruggendo centinaia di abitazioni e negozi. Non si
registrano vittime. Le fiamme hanno divorato tre interi complessi commerciali,
fortunatamente chiusi al momento dell’incidente. I danni ammontano a molti
milioni di dollari.
In Messico uomini armati hanno ucciso il
giornalista Raul Ribb Guerrero, direttore del quotidiano ‘La Opinion’ di Poza Rica. Si tratta del secondo attentato, nel
Paese sudamericano, contro un rappresentante della stampa in una settimana.
Guerrero aveva pubblicato articoli in cui denunciava episodi di corruzione che
coinvolgevano trafficanti di droga. Lo scorso 5 aprile la reporter Garcia Escamilla è stata gravemente ferita da
sconosciuti. Un altro giornalista del quotidiano ‘El Imparcial’, è scomparso da una settimana. Si teme che sia stato
rapito o ucciso da un gruppo di trafficanti.
In Gran Bretagna, dove ieri è stato celebrato il matrimonio
civile tra il principe Carlo e Camilla Parker Bowles, tre sondaggi pubblicati
stamani dai principali quotidiani del Paese confermano che il principe William
resta il preferito dai britannici per salire sul trono dopo la regina
Elisabetta. Archiviate le nozze in municipio ed il ricevimento nel castello di
Windsor, Carlo e Camilla si trovano ora in Scozia per la luna di miele.
“Sono
stabili, ma sempre gravi” le condizioni di salute del principe Ernst August di
Hannover. Il marito di Carolina di Monaco è ricoverato da martedì scorso per
una pancreatite acuta nel reparto di rianimazione del centro ospedaliero del
Principato. Sul sito ufficiale del principato di Monaco è presente, intanto,
una rubrica interamente dedicata al principe Ranieri III, morto lo scorso 6
aprile dopo un ricovero per insufficienza polmonare nel centro cardio toracico
di Montecarlo. Il sito, il cui indirizzo è www.palais.mc,
contiene la biografia del principe e informazioni sui funerali, previsti
venerdì prossimo nella cattedrale di Montecarlo.
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