RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 99 - Testo della trasmissione di sabato 9  aprile 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:                                                                             

I cardinali, durante la sesta Congregazione generale di questa mattina, ringraziano l’Italia per la perfetta organizzazione nell’accoglienza dei milioni di pellegrini giunti a Roma per porgere l’estremo saluto a Giovanni Paolo II. La beatificazione del Pontefice scomparso, competenza esclusiva del suo Successore. I cardinali decidono di non rilasciare in questo periodo interviste ai giornalisti. Il briefing del dott. Navarro-Valls

 

Oggi il secondo giorno dei Novendiali in suffragio di Giovanni Paolo II: alle 17.00 nella Basilica Vaticana la Messa presieduta dal cardinale Marchisano, ai nostri microfoni. Le celebrazioni, sempre alla medesima ora, termineranno sabato 16 aprile e sono aperte a tutti

 

Giovanni Paolo II, testimone di una vita santa. Così, il Rogito deposto nella bara del Pontefice

 

Il testamento spirituale di Giovanni Paolo II: il grazie del Papa a Dio e agli uomini. Interviste con il prof. Elio Toaff e padre Gianfranco Ghirlanda

 

La nota del direttore generale della Radio Vaticana, padre Pasquale Borgomeo, sui funerali di Giovanni Paolo II

 

Il Vaticano emetterà tre francobolli sulla Sede Vacante, disponibili dal 12 aprile. Iniziative filateliche commemorative di Giovanni Paolo II anche in Polonia, Croazia e Austria.

 

IN PRIMO PIANO:

Giovanni Paolo II, uomo di pace. La testimonianza forte e coerente durante tutto il Pontificato in difesa della giustizia e a sostegno della capacità del perdono, “pilastri della pace”

 

Conferenza stampa del sindaco di Roma, Veltroni, per un bilancio dell’organizzazione nell’accoglienza dei pellegrini in questi giorni

 

Il Vangelo di domani: il commento di padre Marko Ivan Rupnik.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il mondo riunito ieri sul sagrato di San Pietro per rendere omaggio a Giovanni Paolo II. Quasi 200 delegazioni provenienti dai 5 continenti

 

I funerali del Papa campeggiano sulle prime pagine dei più importanti quotidiani del mondo

 

Polonia in silenzio per le esequie del Pontefice. Lacrime e commozione uniscono Cracovia e Roma.

 

L’ultimo saluto dei giovani al Santo Padre. Tanti gli striscioni che colorano le piazze e i biglietti pieni di commozione lasciati lungo Via della Conciliazione.

 

24 ORE NEL MONDO:

 Nel secondo anniversario della caduta del regime di Saddam, grande manifestazione di protesta a Baghdad. Almeno 17 morti per attentati nella capitale e a Mossul

 

In Gran Bretagna, matrimonio con rito civile per il principe Carlo e Camilla Parker Bowles.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

9 aprile 2005

 

I CARDINALI, DURANTE LA SESTA CONGREGAZIONE GENERALE DI QUESTA MATTINA, RINGRAZIANO L’ITALIA PER LA PERFETTA ORGANIZZAZIONE NELL’ACCOGLIENZA

DEI MILIONI DI PELLEGRINI GIUNTI A ROMA PER PORGERE L’ESTREMO SALUTO

A GIOVANNI PAOLO II. LA BEATIFICAZIONE DEL PONTEFICE SCOMPARSO, COMPETENZA ESCLUSIVA DEL SUO SUCCESSORE. I CARDINALI DECIDONO DI NON RILASCIARE

IN QUESTO PERIODO INTERVISTE AI GIORNALISTI.

IL BRIEFING DEL DOTT. NAVARRO-VALLS

 

Una lunga serie di ringraziamenti alle autorità italiane, per la “perfetta ed apprezzata organizzazione” per l’accoglienza dei pellegrini in questi giorni, oltre al ringraziamento alla città di Roma, ai pellegrini e ai membri della Curia e ai vari organismi vaticani, impegnati nell’evento funebre. E’ iniziata con queste espressioni di gratitudine la sesta Congregazione generale del Collegio cardinalizio, svoltasi oggi alla presenza di 130 cardinali, nell’Aula nuova del Sinodo. A riferirlo ai giornalisti è stato, come di consueto, il direttore della Sala Stampa vaticana, Navarro-Valls.

 

Con una tranquillità apparente ma ancora “stordita”, nel profondo, dall’eccezionale onda emotiva di ieri - che ha unito in tutto il mondo i cuori di milioni di persone attorno all’ultimo saluto a Giovanni Paolo II - la città di Roma ha cercato di riprendere questa mattina i suoi ritmi giornalieri, circondata dagli apprezzamenti generali per la positiva gestione logistica dell’evento. In questo clima, che non ha ancora potuto decantare la commozione e lo stupore accumulati, i cardinali hanno anche deciso, in preparazione al Conclave, di entrare in un periodo intenso di silenzio e di preghiera. Ha spiegato Navarro-Valls:

 

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“Essi pertanto - all’unanimità – hanno deciso di evitare in questi giorni interviste e incontri con i media. I signori giornalisti quindi sono cortesemente pregati di astenersi dal richiedere ai porporati interviste o qualsiasi altro commento. Questo invito non va interpretato come un atteggiamento di scortesia o di disinteresse nei confronti dei media - che anzi i cardinali non mancano di ringraziare per l’enorme interesse con il quale stanno seguendo questo periodo - ma come un gesto di grande responsabilità”.

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Sempre in relazione al Conclave, i porporati hanno esaminato alcune questioni riguardanti la loro entrata nella Domus Sanctae Martae e all’inizio del Conclave stesso, previsto per le 16.30 del 18 aprile prossimo.

 

In merito poi alla richiesta di beatificazione di Giovanni Paolo II, levata a gran voce più volte durate la Messa funebre di ieri, Navarro-Valls ha chiarito che ogni decisione è “di esclusiva competenza” del nuovo Pontefice. Il portavoce vaticano ha inoltre fornito alcuni particolari sul luogo della sepoltura del Papa scomparso. La lapide di Giovanni Paolo II, ha detto, è di marmo bianco e reca il suo nome, il monogramma di Cristo e la data di nascita e di morte. Com’è noto, le Grotte Vaticane sono attualmente chiuse al pubblico e solo lunedì prossimo sarà reso noto il giorno in cui sarà possibile per i fedeli scendere in visita alla tomba di Giovanni Paolo II.  Qualche migliaio di persone, tuttavia, non ha rinunciato a visitare la Basilica di San Pietro nella quale, ha fatto sapere il direttore della Sala stampa vaticana, domani non si terrà alcuna “preghiera pubblica”. Navarro Valls ha riferito, infine, dell’impossibilità di partecipare al Conclave, per ragioni di salute, dei cardinali Jaime L. Sin, arcivescovo emerito di Manila, nelle Filippine, e di Alfonso Antonio Suarez Rivera, arcivescovo emerito di Monterrey, in Messico.

 

 

OGGI IL SECONDO GIORNO DEI NOVENDIALI IN SUFFRAGIO

DI GIOVANNI PAOLO II: ALLE 17.00 NELLA BASILICA VATICANA LA MESSA

PRESIEDUTA DAL CARDINALE MARCHISANO, AI NOSTRI MICROFONI.

LE CELEBRAZIONI, SEMPRE ALLA MEDESIMA ORA,

TERMINERANNO SABATO 16 APRILE E SONO APERTE A TUTTI

 

Con i solenni funerali del Papa di ieri, è iniziato il tempo dei Novendiali, i tradizionali nove giorni di celebrazioni in suffragio di Giovanni Paolo II. Le Messe, aperte a tutti, si svolgeranno ogni pomeriggio alle 17 nella Basilica di San Pietro e saranno tutte seguite in radiocronaca diretta dalla nostra emittente a partire dalla stessa ora, con commenti in italiano per la zona di Roma - sulle frequenze in onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz – in spagnolo solo per il satellite e in inglese per il collegamento ISDN. Il cardinale vicario Camillo Ruini ha invitato invece tutta la diocesi capitolina a partecipare all’appuntamento di domani, dedicato appunto ai fedeli di Roma. La prima Eucaristia, dedicata in particolare ai fedeli della Città del Vaticano, avrà luogo oggi e sarà celebrata dal cardinale Francesco Marchisano, arciprete della Basilica Vaticana. Andrea Sarubbi lo ha intervistato:

 

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R. – Io dirò una parola sulla umanità del Papa. Perché la gente ha capito il Papa così bene, tanto da seguirlo, da invocarlo? Perché ha capito che era un uomo che sapeva entrare nell’animo di ognuno. E allora citerò alcuni esempi di ciò che è capitato a me. Io ho avuto la fortuna di conoscerlo nel 1962. Era venuto da me – io lavoravo allora alla Congregazione per l’Educazione Cattolica – il rettore del Collegio polacco, mons. Rubin, per chiedermi di parlare dell’Italia a tutti i vescovi della Polonia, che erano a Roma per il Concilio. Ho parlato un’ora e 20 minuti ... Alla fine, tutti i vescovi si mettono in fila per ringraziarmi ... L’ultimo è il giovane ausiliare di Cracovia – aveva 42 anni, io non lo avevo mai incontrato – e mi dice queste testuali parole: ‘Io la ringrazio tanto perché ho capito tutto quello che ha detto, e se ho capito io, hanno capito tutti i vescovi della Polonia’. Poi mi fa un gesto con la mano destra e mi spiega: ‘Noi siamo tagliati fuori dall’Europa, non sappiamo se dopo il Concilio possiamo tornare a Roma … Ma se possiamo tornare a Roma, possiamo vederci?’.  Da allora, è venuto decine e decine di volte alla Congregazione per l’Educazione Cattolica, fino al 1978, quando è diventato Papa. Mi ha invitato spesso da lui, ed oggi racconterò quando venne a casa mia dopo il mio primo infarto. Mia cugina non voleva lasciarlo entrare, perché i medici avevano proibito tutte le visite, e fui io a dover insistere. È stato da me oltre un’ora – come un amico, veramente – e mi sono commosso. Ma dopo, ogni volta che incontrava mia cugina, le diceva sempre, sorridendo: ‘Lei è quella che non voleva lasciarmi entrare in casa sua ...’. Racconterò, poi, di quando mi hanno operato alla carotide, cinque anni fa, paralizzandomi la corda vocale destra. Tornato a casa, dopo un po’ di giorni mi avvisano: ‘Il Papa la vuole a pranzo domani’. Ci sediamo, e per tutto il pranzo – eravamo uno davanti all’altro – ha tenuto la mano all’orecchio per poter capire quelle poche cose che potevo dirgli. Alla fine, si alza, viene verso di me, mi accarezza come un padre la ferita che mi avevano fatto alla gola e mi dice: ‘Non si spaventi, vedrà: ritornerà la voce. Dirò anch’io una preghiera. Coraggio!’. Mi avrà accarezzato per cinque minuti. È stata per me un’occasione unica di vedere il Papa così paterno. E citerò altri casi di questa sua paternità, che è stata una delle dimensioni che hanno fatto amare e seguire questo Papa.

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GIOVANNI PAOLO II, TESTIMONE DI UNA VITA SANTA.

COSI’, IL ROGITO DEPOSTO NELLA BARA DEL PONTEFICE

 

Giovanni Paolo II ha lasciato una testimonianza di “vita santa”: è quanto si legge nel “Rogito per il pio transito di sua Santità Giovanni Paolo II”, la breve biografia in latino del Papa, deposta nella bara del Santo Padre. Il documento è stato letto da mons. Piero Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche, prima della deposizione delle spoglie mortali del Papa. Il Rogito sintetizza le date fondamentali del lungo Pontificato di Papa Wojtyla e si sofferma su alcuni aspetti che hanno caratterizzato il Ministero Petrino di Giovanni Paolo II. Ce ne parla di Alessandro Gisotti:

 

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“Giovanni Paolo II ha lasciato a tutti una testimonianza mirabile di pietà, di vita santa e di paternità universale”: sono le ultime parole del Rogito del Pontefice. “La sua memoria – si legge nel documento – rimane nel cuore della Chiesa e dell’intera umanità”. “Custode del deposito della fede”, Giovanni Paolo II “si è adoperato con sapienza e coraggio a promuovere la dottrina cattolica, teologica, morale e spirituale, e a contrastare durante tutto il suo Pontificato tendenze contrarie alla genuina tradizione della Chiesa”. Negli anni del Pontificato, prosegue, si sono “visti molti mutamenti”. Tra questi, “la caduta di taluni regimi, alla quale egli stesso contribuì”. Si ricordano poi i molti viaggi in varie nazioni per annunciare il Vangelo.

 

Papa Wojtyla “ha esercitato il Ministero Petrino con instancabile spirito missionario, dedicando tutte le energie sospinto dalla sollicitudo omnium ecclesiarum e dalla carità aperta all’umanità intera”. Più di ogni suo Predecessore, rimarca il Rogito, “ha incontrato il Popolo di Dio e i Responsabili delle Nazioni”. E “ha promosso con successo il dialogo con gli ebrei e con i rappresentanti delle altre religioni”. Con la proclamazione dell’Anni della Redenzione, Mariano e dell’Eucaristia “ha promosso il rinnovamento spirituale della Chiesa”.

 

Il Papa ha anche dato “un impulso straordinario alle canonizzazioni e beatificazioni, per mostrare innumerevoli esempi della santità di oggi, che fossero di incitamento agli uomini del nostro tempo”. Si mette inoltre l’accento sulle riforme dei codici di Diritto Canonico e della Curia Romana. D’altra parte, “ha promosso in modo esemplare la vita e la spiritualità liturgica e la preghiera contemplativa” specie l’adorazione eucaristica e la preghiera del Rosario. “Con il suo insegnamento – sottolinea infine il Rogito – Giovanni Paolo II ha confermato e illuminato il Popolo di Dio”.

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IL TESTAMENTO SPIRITUALE DI GIOVANNI PAOLO II:

IL GRAZIE DEL PAPA A DIO E AGLI UOMINI

- Interviste con il prof. Elio Toaff e padre Gianfranco Ghirlanda -

 

Grande commozione ha suscitato in questi giorni la pubblicazione del testamento spirituale di Giovanni Paolo II. Tra gli elementi che hanno colpito c’è il sentimento di profonda gratitudine espresso dal Papa sia verso Dio che verso gli uomini. Il Pontefice ha innanzitutto dato “lode alla Provvidenza Divina”, perchè il periodo della guerra fredda è finito senza il temuto “violento conflitto nucleare”. Poi ha espresso “gratitudine allo Spirito Santo per il grande dono del Concilio Vaticano II”. Il Papa ha voluto ringraziare anche tutti quelli che lo hanno aiutato durante il suo Pontificato: non solo i cattolici, ma anche gli altri fratelli cristiani, i rappresentanti delle altre religioni, della cultura, della scienza, della politica e dei mass media.  In particolare ha citato l’ex rabbino di Roma, Elio Toaff, abbracciandolo idealmente con grata memoria. Giancarlo La Vella ha contattato telefonicamente il prof. Toaff, chiedendogli quali sentimenti abbiano suscitato in lui le parole di Giovanni Paolo II:

 

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R. – Una grande emozione. Dico la verità: malgrado l’amicizia che ci legava, non me lo sarei aspettato. E questo mi ha fatto molto piacere. Serberò questo, finché campo, un ricordo veramente grato al Pontefice.

 

D. – Un abbraccio nel ricordo di quel memorabile incontro nella Sinagoga di Roma: che cosa serba lei, di quel momento?

 

R. – Quello fu l’inizio di un rapporto di amicizia, di reciproca stima. Nel momento in cui lui è entrato nella Sinagoga, tutti quei pregiudizi che attraverso i secoli si erano formati per dividere l’ebraismo dal cristianesimo, sono stati annullati.

 

D. – Un suo ricordo personale di Giovanni Paolo II ...

 

R. – La gratitudine che mi dimostrò nel momento in cui andai a trovarlo in ospedale: mi abbracciò e con questo abbraccio mi disse tutto ciò che provava per me.

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Nel suo testamento il Papa, tra le altre cose, dice: “Non lascio dietro di me alcuna proprietà”. Ma cosa lascia Giovanni Paolo II a tutti noi?  Marco Cardinali lo ha chiesto al Rettore della Pontificia Università Gregoriana il padre gesuita Gianfranco Ghirlanda:

 

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R. – Per me, il testamento spirituale di Giovanni Paolo II è stato quello che mi ha lasciato in questi giorni. Stavo facendo i miei esercizi. Ho capito, durante i miei esercizi, contemplando la Passione del Signore, il significato che ha avuto la sofferenza per il Papa che, in una malattia così devastante e umiliante, non ha avuto la vergogna fino all’ultimo di essere in pubblico e di mostrare, cioè, che la vecchiaia, il disfacimento del corpo non deve portare al ripiegamento su se stessi, ma essere ugualmente messa al servizio del regno di Dio. Vi ha messo tutte le sue energie, tutte le sue forze, quando era nel pieno vigore. Ha messo a disposizione del regno di Dio anche la solidarietà con tutti i sofferenti. Con tutti quei sofferenti che la società, nella quale viviamo, respinge, anzi quando li vede in questa degradazione del corpo, li vuole uccidere, li vuole togliere di mezzo. Il Papa ha mostrato che, invece, la vita ha valore fino all’ultimo momento, all’ultimo respiro. Come dice San Paolo: se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, l’interiore si rinnova di giorno in giorno. E Giovanni Paolo II si è rinnovato fino all’ultimo giorno, anche se il suo corpo si andava disfacendo. E’ questo quello che mi rimarrà sempre dentro.

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LA NOTA DEL DIRETTORE GENERALE DELLA RADIO VATICANA

PADRE PASQUALE BORGOMEO SUI FUNERALI DI GIOVANNI PAOLO II

 

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E’ difficile trovare nella nostra memoria un evento che spinga all’iperbole quanto l’addio dato ieri da Roma e dal mondo all’amato Papa Giovanni Paolo II. Ma ancora più difficile è dare certezza di analisi a quello che per chi l’ha vissuto, è stato un esaltante mistero. I tentativi di dare spiegazioni sociologiche, ri-facendosi alla categoria del fenomeno mediatico, lasciano largamente insoddi-sfatti. I numeri parlano di massa, ma la realtà è quella di un popolo, fatto di persone di ogni età, di ogni stato sociale, di ogni orizzonte culturale, di ogni tradizione religiosa. Persone che con Giovanni Paolo II mostrano sinceramente di avere un rapporto personale, vissuto. Persone che hanno lacrime agli occhi e tuttavia non sono disperate, che dicono la loro gratitudine al Papa per il bene che essi personalmente ne hanno ricevuto e per quello che il Papa ha fatto al mondo. Persone che si sono mosse spontaneamente e che interrompono il cardinale Ratzinger per gridare a lungo “Santo! Santo!”, dimostrando così che per loro Giovanni Paolo II non è il grande leader o la Pope-star ma il Padre, il Pastore che conferma la fede e predica il Vangelo con la parola, il gesto a ancor più con la sofferenza vissuta fino alla fine per amore di Cristo e dei fratelli.

 

Quel grido rivelava che nonostante tutti i falsi valori che la mentalità corrente impone con i suoi modelli, i giovani – ed erano in maggioranza giovani quelli che gridavano – credono ancora alla santità e al faticoso cammino che ad essa conduce. Il celebrante cardinale Ratzinger, il custode della Dottrina della Fede, ha lasciato a lungo risuonare quel grido, prima di riprendere il rito: nei suoi occhi si leggeva non solo la commozione, ma anche una specie di riverente stupore per una invocazione che nella sua spontaneità suggeriva una manifestazione dello Spirito.

 

Accanto alla moltitudine dei piccoli, dei senza nome, erano presenti i grandi della terra, i responsabili delle nazioni. Anche su di loro soffiava lo Spirito di Dio: nessuno può giudicare quanto li spingesse e quanto invece su di loro agisse l’opportunità politica e la pressione dei loro popoli. Ma coloro che non hanno esitato a definire la presenza di alcuni di loro come una ipocrisia non hanno tenuto conto della celebre massima secondo la quale l’ipocrisia è l’omaggio che il vizio rende alla virtù. Né si può dimenticare che non lontano dalla bara di Giovanni Paolo II alcuni di loro si sono stretti la mano, anche se, appena rientrati in patria, si sono affrettati a sconfessare il gesto. Vuol dire dunque che quel gesto lo hanno compiuto spinti da qualcosa di più grande e più forte di loro. Vuol dire che hanno, loro malgrado, contribuito a dare al mondo l’immagine di un’era nuova per la famiglia umana e la speranza di veder fruttificare il seme gettato da Giovanni Paolo II, profeta e costruttore di pace. Pace che non è un’utopia, né un sogno, ma aspirazione profonda dell’umanità.

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IL VATICANO EMETTERA’ TRE FRANCOBOLLI SULLA SEDE VACANTE,

DISPONIBILI DAL 12 APRILE. INIZIATIVE FILATELICHE COMMEMORATIVE

DI GIOVANNI PAOLO II ANCHE IN POLONIA, CROAZIA E AUSTRIA

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

Un affresco settecentesco, che raffigura il padiglione che sormonta lo stemma della Camera Apostolica, sorretto da un angelo. E’ il soggetto unico scelto dall'Ufficio filatelico e numismatico del Governatorato della Città del Vaticano per le tre serie francobolli della Sede Vacante, che verranno immessi sul mercato da martedì prossimo, 12 aprile. I francobolli da 60, 62 e 80 centesimi saranno stampati con una tiratura di 750 mila esemplari. I valori postali - spiegano le Poste vaticane - sono utilizzabili per spedire la corrispondenza dalla Città del Vaticano “solo nel periodo di durata della Sede Vacante stessa”, così come avvenuto anche in passato sin dal 1939, all’indomani della morte di Pio XII.

 

Anche il mondo filatelico polacco ha voluto celebrare la figura di Giovanni Paolo II con un francobollo, emesso ieri in 5 milioni e 600 mila esemplari recanti l'immagine del Pontefice, e in calce la data di nascita e di morte. Le poste polacche hanno emesso anche un timbro postale speciale con la data dell’8 aprile, accompagnata dall'immagine delle chiavi pontificie, simbolo di Città del Vaticano. Anche la Croazia ha emesso in coincidenza con le esequie solenni un francobollo commemorativo di Giovanni Paolo II. Per il 14 aprile, invece, è prevista in Austria un’analoga emissione filatelica con un francobollo del valore di un euro, tirato in un milione e mezzo di esemplari. Il progetto austriaco è stato ideato da Peter Sinawehl, mentre l’incisione è opera di Kurt Leitgeb.

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Prima pagina: il titolo d’apertura è “Pienezza d’amore”.

Quattro pagine dedicate alla biografia di Giovanni Paolo II.

Quattro pagine con i messaggi e i telegrammi di cordoglio dei Capi di Stato e di governo.

Vari contributi sulla figura di Giovanni Paolo II il Grande.

La rassegna della stampa internazionale.

Sesta Congregazione generale: attività del Collegio cardinalizio. 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

9 aprile 2005

 

 

GIOVANNI PAOLO II, UOMO DI PACE. LA TESTIMONIANZA FORTE E COERENTE

DURANTE TUTTO IL PONTIFICATO IN DIFESA DELLA GIUSTIZIA E

A SOSTEGNO DELLA CAPACITA’ DEL PERDONO, “PILASTRI DELLA PACE”

 

Giovanni Paolo II, uomo di pace: tra i commenti del mondo laico come tra quelli dell’universo cattolico, torna il riconoscimento della testimonianza profonda che il Papa lascia a difesa della pace, frutto – sottolineava – della giustizia. Il servizio di Fausta Speranza:

 

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Un “tessitore di pace”: così l’Unione islamica in Occidente ricorda in questi giorni il Papa. E’ solo una delle tante voci che sottolineano il suo impegno in difesa della pace ma è particolarmente significativa perché viene da quel mondo islamico che ad un certo punto qualcuno ha visto protagonista con l’Occidente di uno scontro tra civiltà. E proprio a Giovanni Paolo II praticamente tutti ricono-scono il merito di aver combattuto per scongiurare, in nome del dialogo, una contrapposizione che sarebbe stata devastante:

 

“E’ doveroso per i credenti, a qualunque religione appartengano, proclamare che mai potremo essere felici gli uni contro gli altri! Mai il futuro dell’umanità, mai, mai potrà essere assicurato dal terrorismo e dalla logica della guerra”. 

 

Ci riferiamo al suo impegno in tempi recenti dopo i fatti dell’11 settembre 2001. Ma il cuore del suo messaggio è espresso già nel 1979, quando, nell’anno seguente a quello della sua elezione, Giovanni Paolo II parla al Palazzo di Vetro di New York. Ricordando Paolo VI, primo Papa a parlare alle Nazioni Unite, affermava quello che in più tragico contesto avrebbe più volte ribadito:

 

THE CATHOLIC CHURCH IN EVERY PLACE OF EARTH PROCLAIMS …

“La Chiesa cattolica proclama un messaggio di pace, prega per la pace, educa alla pace”.

 

Questo proposito – aggiungeva – è condiviso da rappresentanti e fedeli di altre Chiese e comunità, di altre religioni e dagli uomini di buona volontà. E proseguiva:

 

“NO MORE WAR! WAR NEVER AGAIN! NEVER ONE …

Mai più la guerra, mai più un uomo contro l’altro, mai più un uomo al di sopra di un altro, ma sempre, in ogni occasione, uno accanto all’altro”.

 

Mai più la guerra era l’appello che avrebbe ripetuto con particolare forza per scongiurare la prima e poi la seconda guerra del Golfo. Ma sono tanti i suoi interventi anche in altri contesti:

 

“Basta col sangue! Basta con la guerra! Chi è responsabile di tali atti dovrà rispondere davanti a Dio ed agli uomini”!

 

D’altra parte, impegno, discorsi, gesti di Giovanni Paolo II a servizio della pace hanno segnato interamente il suo Pontificato.

  

“E’ sempre l’ora della pace! E non è mai troppo tardi per incontrarsi e negoziare”.  

 

Una volta il Papa ha spiegato che la pace è un cantiere aperto dove tutti possono lavorare, non solo potenti e sapienti. In altre occasioni si è rivolto in particolare ai cristiani:

 

“Noi cristiani in particolare siamo chiamati ad essere come delle sentinelle della pace nei luoghi in cui viviamo e lavoriamo. Ci è chiesto di vigilare affinché le coscienze non cedano alla tentazione dell’egoismo, della menzogna e della violenza”.

 

A tutti ha spiegato su quali basi vada costruita la pace:

 

“Non c’è pace senza giustizia! Non c’è giustizia senza perdono! Giustizia e perdono: ecco i due pilastri della pace. Questa, infatti, ben più che una temporanea cessazione delle ostilità è risanamento profondo delle ferite che fiaccano gli animi”.

 

Infine, ricordiamo solo uno dei titoli delle tante giornate della pace che abbiamo vissuto con Giovanni Paolo II, il 1° gennaio di tutti gli anni del Pontificato: nel 1991 intitolava il suo messaggio: “Se vuoi la pace, rispetta la coscienza di ogni uomo.

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CONFERENZA STAMPA DEL SINDACO DI ROMA, VELTRONI, PER UN BILANCIO DELL’ORGANIZZAZIONE NELL’ACCOGLIENZA DEI PELLEGRINI IN QUESTI GIORNI

 

“La città di Roma è orgogliosa di aver ospitato così tanti fedeli per l’ultimo saluto al  Papa. Giovanni Paolo II ha saputo negli anni del suo lungo Pontificato conquistare il cuore della città divenendone cittadino onorario”. Così il sindaco di Roma, Walter Veltroni, che questa mattina ha tracciato un bilancio dell'ultima settimana in cui un flusso enorme di pellegrini si è riversato nella capitale per rendere omaggio al Santo Padre. Il servizio è di Massimiliano Menichetti.

 

 

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“Un evento senza paragoni”: lo ha sottolineato il sindaco di Roma Walter Veltroni in apertura dell’appuntamento con i giornalisti nella Sala Stampa Estera, a Roma su come la città ha gestito l’emergenza legata al Papa. Un ringraziamento è andato al presidente Ciampi ed al Vaticano per il riconoscimento di efficienza ottenuto. Il primo cittadino ha rimarcato la corale risposta ed il coordinamento tra le forze di polizia, di volontariato, di trasporto e di tutti coloro che hanno accompagnato il flusso enorme di fedeli, stimato in circa due milioni di persone, che hanno reso omaggio al Papa. Nel corso dell’incontro è stato precisato che nei giorni di maggiore flusso ovvero da martedì, la metropolitana ha trasportato circa 290 mila passeggeri in più al giorno, oltre un milione le persone che hanno transitato su autobus. Nella capitale sono arrivati più di 5 mila pullman, 200 i treni speciali. Ma ascoltiamo il sindaco:

 

“Il grande amore per il Papa ha spinto tutti a moltiplicare gli sforzi. Noi abbiamo organizzato in 48 ore l’evento più grande che ci sia mai stato, non sapendo quanta gente veniva e avendola nel cuore della città”.

 

Ribadito che i vari maxi schermi allestiti nel perimetro capitolino, come quelli a Tor Vergata, al Circo Massimo o a San Giovanni, hanno permesso di alleggerire la pressione intorno alla Basilica di San Pietro, dove si sono celebrati i funerali. Per Veltroni sono stati quattro i punti cardine che hanno permesso di gestire l’evento, ossia l’amore per il Papa; l’apertura della città, è stato ricordato lo status giuridico dichiarato durante la seconda guerra mondiale di “Roma città aperta”; evidenziato anche il momento dello scambio della pace tra i leader del mondo durante il rito funebre di ieri sul sagrato della Basilica Vaticana; l’efficienza  per lo sforzo unitario; la flessibilità ovvero la capacità, ora per ora, di far fronte all’incremento della massa di fedeli. Quindi il pensiero del sindaco è andato a quando lui ha reso l’ultimo saluto al Papa, la sera di giovedì, come a sottolineare che la città aveva lavorato nel rendere l’ultimo omaggio al Papa.

 

“Mi sembrava giusto che alla fine a chiudere fossero le persone che avevano lavorato. Ciascuno lo ha fatto con il cuore”.

 

Veltroni ha quindi confermato che la Stazione Termini, presto diventerà la Stazione Giovanni Paolo II e che la piazza dell’università di Tor Vergata, dove c’è la Croce simbolo del grande Giubileo, sarà intitolata al Papa.

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani, 10 aprile, 3a Domenica di Pasqua, la liturgia ci presenta il Vangelo dei discepoli di Emmaus: i due discepoli, dopo la morte di Gesù, stanno facendo ritorno al loro villaggio da Gerusalemme, e lungo il cammino incontrano il Maestro ma non lo riconoscono se non allo spezzare del pane, durante la cena. Allora finalmente comprendono e credono in Gesù risorto, decidendo di ritornare a Gerusalemme per annunciare la grande notizia. Quindi si dicono l’un l’altro:

 

«Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?».

 

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

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I due discepoli si ritirano da Gerusalemme e si mettono in cammino. A Gerusalemme sono successi degli eventi che, misteriosamente, si intuiscono come importanti, fondamentali per la vita del mondo. Lungo il cammino discutono di ciò che era successo, con un velo di tristezza sul volto e, senza che se ne accorgano, si avvicina il Signore che cammina con loro conversando proprio su ciò che era accaduto a Gerusalemme. Cristo cerca di dischiudere loro gli occhi e di infiammare i loro cuori per riconoscerlo e, per questo, cambiare il cammino.

 

Questo fine settimana, a Roma, è successo un evento eccezionale. Tutto il pianeta si è orientato verso Roma in una misteriosa partecipazione, un raccoglimento per cogliere il significato di qualcosa che ci supera ed in cui, però, allo stesso tempo, ci troviamo dentro. Ora si sta tornando a casa, in molti, e si parla e si pensa a ciò che è accaduto. Allora stiamo attenti per accorgerci di Colui che cammina con noi, che è lo stesso che ci ha convocato per mezzo del suo defunto Pontefice.

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CHIESA E SOCIETA’

9 aprile 2005

 

IL MONDO RIUNITO SUL SAGRATO DI SAN PIETRO PER RENDERE OMAGGIO

A GIOVANNI PAOLO II. QUASI 200 DELEGAZIONI PROVENIENTI DAI 5 CONTINENTI

- A cura di Salvatore Sabatino -

 

ROMA. = Tutti uniti nel nome di Giovanni Paolo II. Il sagrato di San Pietro ieri ha accolto quasi 200 delegazioni provenienti da tutto il mondo. Capi di Stato e di governo, ministri, teste coronate e rappresentanti di istituzioni internazionali hanno deciso di esserci e di esprimere per la prima volta nella storia un senso di unità. Spiccava l’assenza della Cina, che ha deciso di declinare l’invito a causa della presenza del presidente taiwanese, Chen Shui-bian. Ma spiccava pure la vicinanza tra quei leader che mai in altra occasione sarebbero stati così vicini. E proprio la loro vicinanza ha fatto accadere cose inimmaginabili, come quella stretta di mano tra il presidente israeliano, Moshe Katzav, e gli omologhi siriano, Bachar al-Assad, ed iraniano, Mohammad Khatami. Un segno di speranza, prontamente smentito da Teheran, ma confermato da Damasco. Un gesto diplomatico e umano forte, per Paesi ancora formalmente in guerra. Ma smentite e conferme lasciano il posto alla verità di un solo fatto, quella stretta di mano che vale più di ogni altra cosa e che delinea un futuro forse più proteso verso la speranza. Alcuni osservatori internazionali hanno definito le esequie di Giovanni Paolo II “una seduta straordinaria delle Nazioni Unite”, altri hanno parlato di “ultimo miracolo del Papa”; altri ancora di “progetto riuscito da parte del Pontefice”.

 

 

I FUNERALI DI GIOVANNI PAOLO II CAMPEGGIANO SULLE PRIME PAGINE

 DEI PIU IMPORTANTI QUOTIDIANI DEL MONDO

 

CITTA’ DEL VATICANO. = I funerali di Giovanni Paolo II sono stati l’evento mediatico più importante della storia. Le immagini della cerimonia funebre hanno letteralmente fatto il giro del mondo, trasmesse in diretta da oltre 90 televisioni. Una platea immensa, composta da oltre 3 miliardi di persone. Un simbolo forte dell’assenza di barriere e confini di fronte al Santo Padre. E le immagini di ieri lasciano lo spazio allo scritto di oggi. Tutti i più importanti quotidiani dei 5 continenti aprono le proprie edizioni con le esequie di ieri. In Italia, si punta sulla richiesta di santità gridata a gran voce dalle migliaia di persone riunite in Piazza San Pietro: il “Corriere della Sera” titola “L’addio al Papa: Santo, Santo”. “La folla grida: Wojtyla Santo” è invece l’apertura de “La Repubblica”. Titoli simili pure sui quotidiani polacchi: la “Gazeta Wyborcza” riprende gli slogan scanditi dai pellegrini e titola: “Santo subito”. In Francia, “Le Monde” parla di “Funerali mondiali per un Papa d’eccezione”. “Le Figaro”, invece, titola: “Il mondo riunito attorno a Giovanni Paolo II”, puntando dunque sulla presenza dei capi di Stato e di governo giunti a Roma per rendere l’ultimo omaggio al Pontefice. Gli fa eco lo spagnolo “El Pais”, che scrive: “Il mondo confluisce a Roma per dare l’ultimo addio a Giovanni Paolo II”. Titolo didascalico, invece, per il tedesco “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, che senza foto scrive: “Il Papa seppellito nelle grotte di San Pietro”. Il britannico “The Guardian” titola: “Good Bye”, su una foto a tutto campo dedicata alla folla di ieri in San Pietro. E le emozioni sprigionate dalla folla commossa e plaudente di Roma attraversano pure l’Atlantico. Il “New York Times” titola: “L’ultimo omaggio a Giovanni Paolo II”; il “Washington Post”: “La Chiesa rende omaggio al Papa e pensa alla nuova era”. In America Latina, poi, le emozioni si fanno più forti. L’argentino “Clarin” apre l’edizione di oggi con il titolo: “Tutto il dolore nell’addio a Giovanni Paolo II”. Il messicano “Vanguardia” parla di “Storico addio al Papa”, il brasiliano “Globo” titola: “Il mondo mette da parte le divergenze per dire addio al Papa”. Ma l’onda di emozioni giunge anche in Asia; sul giapponese “Yomiuri” – letto da oltre 30 milioni di persone ogni giorno – campeggia il titolo: “Ultimo addio al Papa. I più grandi funerali della storia”.  (S.S.)

 

 

POLONIA IN SILENZIO PER I FUNERALI DI GIOVANNI PAOLO II. LACRIME E COMMOZIONE UNISCONO CRACOVIA E ROMA. ORA SI RITORNA A CASA

 

CRACOVIA. = Sono stati milioni i polacchi che hanno seguito i funerali di Giovanni Paolo II. Tutte le città hanno aperto le loro piazze alla gente, che ha potuto seguire la cerimonia funebre sui maxi-schermi. La folla più numerosa a Cracovia, dove il silenzio ha segnato le oltre 3 ore di esequie. Un silenzio rotto dal pianto, ma anche dalla campana “Sigismonda”, fatta suonare dai campanari del castello di Vavel per oltre 15 minuti. Due milioni di polacchi, invece, hanno deciso di affrontare un viaggio lungo oltre 30 ore per raggiungere Roma. Una Roma vicina con il cuore a quel popolo sofferente. In piazza San Pietro, in via della Conciliazione, ma anche a Tor Vergata, al Circo Massimo, così come in tutti gli altri punti di raccolta dei pellegrini, il bianco ed il rosso delle bandiere hanno saputo dire al mondo che la Polonia si era mossa in massa. Ed ai più attenti non è certo sfuggito un piccolo, ma grande particolare: a sventolare quelle bandiere erano anche gli italiani. Il simbolo di un’unione invisibile, che in questi 26 anni ha legato indissolubilmente Italia e Polonia. Ma ora è tempo di ripartire, di riaffrontare quelle oltre 30 ore per tornare a casa colmi di dolore, ma anche di riconoscenza e felicità, per essere stati vicini a Giovanni Paolo II anche nell’ultimo saluto. (S.S.)

 

 

L’ULTIMO SALUTO DEI GIOVANI AL SANTO PADRE.

TANTI GLI STRISCIONI CHE COLORANO LE PIAZZE E I BIGLIETTI PIENI

DI COMMOZIONE LASCIATI LUNGO VIA DELLA CONCILIAZIONE

- A cura di Mariavittoria Savini -

 

ROMA. = Un vuoto colmato dalle immagini, dai ricordi, ma anche dalle tante frasi che i pellegrini hanno deciso di lasciare in Piazza San Pietro ed in via della Conciliazione. “Ci hai cercato: eccoci!”, si legge su uno di questi. Ancora oggi, in una giornata plumbea, nell’aria si respira tanta commozione, tanta tristezza e costernazione. La stessa che viene espressa in centinaia di biglietti. “Caro Papa, anzi caro Papà, è così che ora ti sento … oggi il mondo ti piange … e il dolore che si prova è il dolore della perdita di un Padre speciale … un Padre Santo”, scrive Carmen. “Verrà il giorno e avrà i tuoi occhi, pieni di gioia e d’immenso. Ricorderò per sempre il tuo sguardo pieno di speranza e amore. Che io possa essere nei tuoi occhi, come tu sarai nei miei, per sempre”, scrive Cristina, mentre per Giuseppe “Se prima eri vicino alla gente, ora sei dentro ciascuno di noi”. Un Pontefice che si è completamente dedicato ai giovani, e che i giovani hanno voluto omaggiare fino all’ultimo. “Ci hai cercati, siamo qui, non abbiamo più paura”, si legge al Circo Massimo. Un pensiero di speranza che cerca di dare forza a tutti. “Grazie Papà, i tuoi giovani!”, campeggia su uno striscione ancora esposto nei pressi di Castel Sant’Angelo, mentre su un piccolo biglietto attaccato ad una rosa e lasciato in Piazza San Pietro si legge: “Non ci sono parole per dirti grazie, per quello che hai fatto … un enorme abbraccio ci continuerà a tenere uniti”. 

                                                                                                         

 

 

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24 ORE NEL MONDO

9 aprile 2005

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Iraq, dove oggi ricorre il secondo anniversario della caduta del regime di Saddam Hussein, decine di migliaia di persone hanno partecipato ad una imponente manifestazione chiedendo la partenza delle truppe straniere. Dopo la nomina a primo ministro, lo sciita Ibrahim Jaafari ha iniziato, intanto, le consultazioni per la formazione del nuovo governo. Sul terreno, quindici soldati iracheni sono morti per l’esplosione di una autobomba a Latifiyah, a sud di Baghdad. Un civile ed un agente di polizia sono morti per un attentato suicida a Mossul. Ieri sera tre religiosi sciiti sono stati uccisi da guerriglieri nella periferia meridionale della capitale.

 

Un gruppo islamico, finora  sconosciuto, “le Brigate  islamiche dell’Orgoglio nella Terra del Nilo”, ha rivendicato l’attentato perpetrato giovedì scorso in un bazar al Cairo. L’esplosione ha causato tre morti e 19  feriti.

 

Il premier israeliano Ariel Sharon partirà domani per gli Stati Uniti dove ha in programma un incontro con il presidente americano George Bush nel ranch texano di Crawford. Stando a quanto riferito da un’alta fonte diplomatica citata dal quotidiano israeliano “Ha'aretz”, Sharon intende rassicurare Bush sulla determinazione dello Stato ebraico ad osservare gli obblighi, in materia di insediamenti, stabiliti dalla Road Map.

 

E’ salito a 18 morti il bilancio dell’incidente aereo avvenuto nel sud dell’Afghanistan. L’episodio risale a mercoledì scorso quando un elicottero americano è precipitato nella provincia di Ghazni a causa delle pessime condizioni meteorologiche.

 

Gran Bretagna: il principe Carlo d’Inghilterra e Camilla Parker Bowles si sono sposati. Dopo aver lasciato il castello di Windsor, Carlo e Camilla si sono recati al municipio di Guidhall dove è stato celebrato il matrimonio civile davanti a 28 persone. I testimoni sono stati il principe William, figlio di Carlo, e Tom Parker Bowles, figlio di Camilla. La regina Elisabetta, a capo della Chiesa anglicana, ha giudicato sconveniente partecipare ad una cerimonia di nozze civile e non ha assistito alla celebrazione. Assente anche il principe Filippo, marito di Elisabetta. Nella cappella di San Giorgio è prevista tra poco la benedizione della coppia da parte dell’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams. A questa funzione assisteranno circa 800 invitati, tra i quali il primo ministro Tony Blair ed i leader dei due partiti dell’opposizione Michael Howard e Charles Kennedy. Successivamente, il castello di Windsor ospiterà il ricevimento offerto dalla regina in onore degli sposi. Nel pomeriggio è prevista, inoltre, la partenza di Carlo e Camilla per la Scozia, meta della loro luna di miele.

 

Il governo britannico ha disposto la chiusura dell’ambasciata nello Yemen in seguito ad un allarme terroristico. “Alcuni terroristi – si legge in un comunicato - potrebbero colpire interessi occidentali”. Per paura di azioni terroristiche, il Dipartimento di Stato americano ha deciso, inoltre, di ridurre il personale della propria sede diplomatica nello Yemen.

 

Si è dimesso il responsabile della sicurezza dei voli negli Stati Uniti, l’ex ammiraglio David Stone. Le sue dimissioni sono arrivate dopo la presentazione di un rapporto di FBI e Dipartimento per la sicurezza interna che denuncia le falle del sistema di controllo dei voli, nonostante una spesa di 12 miliardi di dollari. Nel rapporto si fa anche chiaro riferimento all’elevato rischio di attentati.

 

Il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, si recherà dal 19 al 21 aprile in Russia e in Lituania e, alla fine del mese, in America Latina. Lo ha annunciato a Washington il portavoce del Dipartimento di Stato, Richard Boucher, precisando che la Rice verrà ricevuta a Mosca dal presidente Vladimir Putin e dal ministro degli Esteri Serghei Lavrov. In Lituania la Rice affronterà soprattutto questioni legate all’Iraq e all’Afghanistan. In America Latina i temi centrali degli incontri saranno, invece, l’appoggio alla democrazia, la liberalizzazione degli scambi e lo sviluppo economico.

 

Il Parlamento del Kirghizistan ha votato, con 59 voti a favore e due astensioni, una mozione per privare il presidente deposto, Askar Akayev, di tutte le garanzie associate alla sua carica, inclusa l’immunità e i diritti sulle proprietà. I parlamentari torneranno a riunirsi lunedì prossimo per la sessione sulle dimissioni, che Akayev ha presentato lunedì scorso con un documento sottoscritto alla presenza di una delegazione parlamentare nell’ambasciata del Kirghizistan a Mosca.

 

Le forze russe hanno ucciso un luogotenente del leader dei ribelli ceceni, Shamil Basayev, durante un’operazione nei pressi di Grozny. Lo ha dichiarato all’Agenzia Interfax un portavoce delle forze federali nel Nord del Caucaso.

 

In Kazakistan grave atto intimidatorio nei confronti di Zharmakhan Tuyakbai, leader dell’opposizione: il politico è stato sfiorato da un mattone che gli ha tirato uno sconosciuto a Ust Kamenogorsk, città nell’est del Paese. Tuyakbai ha intenzione di sfidare il capo di Stato Nursultan Nazarbayev nelle prossime elezioni presidenziali del 2006.

 

Almeno seimila cinesi hanno protestato a Pechino contro la politica culturale del governo di Tokyo che ha deciso di non inserire nei testi di storia approfondimenti sulle atrocità compiute dai militari giapponesi nei territori cinesi durante la seconda guerra mondiale. Alcuni manifestanti hanno lanciato pietre contro la residenza dell’ambasciatore del Giappone a Pechino.

 

Omar Guelleh, unico candidato alle  elezioni, è stato rieletto presidente della Repubblica di Gibuti. Lo ha confermato stamattina il ministero dell’Interno, precisando  che l’affluenza alle urne è stata del 78,9 per cento nonostante l’invito dell’opposizione a boicottare la consultazione.

        

Più di 170 morti e 200 casi di contagio nel nord est dell’Angola. E’ il tragico bilancio, fornito dall’Organizzazione mondiale della sanità, dell’epidemia di febbre emorragica causata dal virus di ‘Marburg’.

 

Gli ambasciatori in Colombia di Brasile, Venezuela e Spagna hanno chiesto la fine delle ostilità al gruppo dei guerriglieri del sedicente ‘Esercito di liberazione nazionale’ (ELN). La richiesta è stata avanzata durante un incontro, nel carcere di Medellin, con un rappresentante dell’ELN, Francisco Galan. I guerriglieri dell’Esercito di liberazione nazionale sono circa 5mila e il presidente colombiano Alvaro Uribe ha deciso di trattare con loro, ponendo come condizione preliminare al dialogo la fine delle ostilità. 

 

I palestinesi hanno un nuovo dominio Internet: gli indirizzi elettronici dei siti dell’Autorità Nazionale palestinese, di istituzioni, società e utenti privati potranno usare .ps come dominio. Lo riferisce la stampa israeliana citando una dichiarazione del premier palestinese Abu Ala. In base ai dati forniti dall’ente palestinese delle telecomunicazioni, PALTEL, il 35,7 per cento delle famiglie palestinesi ha un computer ed il 9,2 per cento dispone di un collegamento a Internet.

 

Una scossa sismica di magnitudo 3,5 della scala Richter è stata avvertita questa notte in Italia nella provincia di Macerata. L’epicentro è stato localizzato tra i comuni di San Ginesio, Gualdo e Sarnano. Il terremoto non ha provocato né vittime né danni.

 

Il principe Ernst August di Hannover, marito della principessa Carolina, è ancora nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Monaco, dove è stato ricoverato lo scorso 5 aprile per una pancreatite acuta. Carolina, già duramente provata per la morte del padre, deve ora far fronte al ricovero del marito. Nel 1990 la principessa aveva perso il secondo marito, Stefano Casiraghi, in seguito ad un incidente durante una gara nautica di off shore. Ernst August e Carolina si sono sposati il 23 gennaio 1999 ed hanno una bambina, Alexandra.

 

 

 

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