RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 97 - Testo della trasmissione di giovedì 7  aprile 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:                                                                             

Pubblicato oggi il testamento spirituale di Giovanni Paolo II. Il Papa si affida completamente al Signore nella Sua Immacolata Madre: Totus Tuus

 

Si è svolta questa mattina la quinta Congregazione generale dei cardinali: padre Raniero Cantalamessa e il cardinale Tomas Spidlik saranno i due predicatori che svolgeranno le meditazioni per i cardinali impegnati ad eleggere il nuovo Pontefice

 

Domani alle 10.00 i solenni funerali di Giovanni Paolo II, presieduti dal cardinale Ratzinger sul sagrato della Basilica Vaticana. Piazza San Pietro sarà aperta ai fedeli dalle 5.00 di domani mattina

 

A Roma centinaia di migliaia di pellegrini continuano a rendere l’ultimo omaggio alla salma di Giovanni Paolo II nella Basilica di San Pietro. L’accesso sarà possibile fino alle 22.00 di questa sera: le testimonianze dei fedeli e l’intervista col prefetto di Roma, Achille Serra

 

In edicola, il 9 aprile, un’edizione straordinaria dell’Osservatore Romano; allegata, la copia della notte del 2 aprile con l’annuncio della morte del Papa. Per scoraggiare vergognose speculazioni.

 

IN PRIMO PIANO:

Il ricordo di Jerzy Kluger, amico d’infanzia di Karol Wojtyla

 

Il commento di Abu Ala e dell’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, Ben Hur

 

Ieri pomeriggio alla Camera dei Deputati italiana, la commemorazione di Giovanni Paolo II

 

La testimonianza dell’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte.

 

CHIESA E SOCIETA’:

L’omaggio ieri sera del presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, alle spoglie del Papa, in attesa del grande abbraccio ideale del mondo intero ai funerali domani mattina, cui parteciperanno circa 200 delegazioni da ogni angolo del pianeta

 

Ieri al Palazzo di Vetro di New York l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dedicato uno speciale tributo a Giovanni Paolo II. Un minuto di silenzio ha preceduto i discorsi commemorativi

 

Continuano in tutto il mondo le celebrazioni religiose e le iniziative civili in ricordo di Giovanni Paolo II.

 

24 ORE NEL MONDO:

Nuovi spiragli di pace in Costa d’Avorio dopo la firma di un accordo, ieri a Pretoria, tra ribelli e forze governative.

 

I funerali del principe Ranieri di Monaco si terranno il prossimo 15 aprile nella cattedrale di Montecarlo.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

7 aprile 2005

 

PUBBLICATO OGGI IL TESTAMENTO SPIRITUALE DI GIOVANNI PAOLO II

- A cura di Sergio Centofanti, Alessandro De Carolis, Alessandro Gisotti -

 

“Vegliate perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà”: inizia così, con un passo del Vangelo di Matteo, il testamento spirituale di Giovanni Paolo II. La prima parte del documento di otto cartelle - vergato a più riprese negli anni del Pontificato, durante o dopo la sosta degli esercizi spirituali della Quaresima - porta la data del 6 marzo del 1979. Non so quando verrà il momento della morte, scrive il Santo Padre, “ma come tutto, anche questo momento depongo nelle mani della Madre del mio Maestro: Totus Tuus. Nelle stesse mani materne – prosegue l’invocazione del Pontefice - lascio tutto e Tutti coloro con i quali mi ha collegato la mia vita e la mia vocazione. In queste Mani lascio soprattutto la Chiesa, e anche la mia Nazione e tutta l’umanità. Ringrazio tutti. A tutti chiedo perdono”. Il Papa, che spiega di aver iniziato a scrivere il presente testamento, dopo aver letto quello di Papa Paolo VI, chiede la preghiera dei fedeli, “affinché la Misericordia di Dio si mostri più grande della mia debolezza e indegnità”.

 

Giovanni Paolo II sottolinea che non lascia “alcuna proprietà di cui sia necessario disporre”. Stabilisce poi che gli “appunti personali siano bruciati” e subito dopo ringrazia il suo segretario, mons. Stanislaw Dziwisz per la “collaborazione e l’aiuto così prolungato negli anni e così comprensivo”. E aggiunge: “Tutti gli altri ringraziamenti”, li “lascio nel cuore davanti a Dio stesso, perché è difficile esprimerli”. Il Papa conclude questa parte del suo testamento ripetendo per il funerale le stesse disposizioni date da Paolo VI: la tumulazione nella nuda terra. A queste righe scritte nel ’79, aggiunge una chiosa nel 1990: “Dopo la morte chiedo Sante Messe e preghiere”.

 

La seconda delle sette cartelle si apre con una dichiarazione senza data. In essa il Papa esprime fiducia che, malgrado tutta la sua debolezza, il Signore gli “concederà ogni grazia necessaria per affrontare secondo la Sua volontà qualsiasi compito, prova e sofferenza che vorrà richiedere dal Suo servo, nel corso della vita. Ho anche fiducia – aggiunge - che non permetterà mai che, mediante qualche mio atteggiamento: parole, opere o omissioni, possa tradire i miei obblighi in questa santa Sede Petrina”.

 

Tra la fine del febbraio e il primo marzo 1980, il Papa si sofferma a riflettere sulla morte in relazione alla “verità del sacerdozio di Cristo”. Rilegge quanto scritto in precedenza, paragonandolo con quanto scritto da Paolo VI – “con quella sublime testimonianza sulla morte di un cristiano e di un papa”, scrive - e aggiunge una riflessione sull’importanza di essere “pronto a presentarsi davanti al Signore e al Giudice – e contemporaneamente Redentore e Padre”. Giovanni Paolo II lo fa anch’egli “continuamente”, afferma, “affidando quel momento decisivo alla Madre di Cristo e della Chiesa – alla Madre della mia speranza”. “I tempi, nei quali viviamo, sono indicibilmente difficili e inquieti”, osserva. “Difficile e tesa è diventata anche la via della Chiesa, prova caratteristica di questi tempi – tanto per i Fedeli, quanto per i Pastori”. In alcuni Paesi, riflette il Papa, “la Chiesa si trova in un periodo di persecuzione tale, da non essere inferiore a quelle dei primi secoli, anzi li supera per il grado della spietatezza e dell’odio”, mentre “tante persone scompaiono innocentemente, anche in questo Paese in cui viviamo…”

        

Dopo queste righe, Giovanni Paolo II afferma: “Desidero ancora una volta totalmente affidarmi alla grazia del Signore. Egli stesso deciderà quando e come devo finire la mia vita terrena e il ministero pastorale”. Ribadisce, “nella vita e nella morte” il “Totus Tuus mediante l’Immacolata”. Esprime due speranze: che “accettando già ora questa morte”, Cristo gli conceda la “grazia per l’ultimo passaggio”, la sua “Pasqua”. E inoltre, che “renda utile” l’ultimo transito anche per quella “più importante causa” alla il Pontefice cerco di servire: “La salvezza degli uomini, la salvaguardia della famiglia umana, e in essa di tutte le nazioni e dei popoli”. Una morte “utile per le persone che in modo particolare mi ha affidato, per la questione della Chiesa, per la gloria dello stesso Dio”.

 

Nel marzo del 1982, Giovanni Paolo II riprende la scrittura del suo Testamento spirituale. Rilegge quanto scritto nel ‘79. Annota di considerarlo provvisorio, ma sceglie per il momento di non cambiare né di aggiungere nulla. “L’attentato alla mia vita il 13.V.1981 – scrive - in qualche modo ha confermato l’esattezza delle parole scritte nel periodo degli esercizi spirituali del 1980. Tanto più profondamente sento che mi trovo totalmente nelle Mani di Dio – e resto continuamente a disposizione del mio Signore, affidandomi a Lui nella Sua Immacolata Madre (Totus Tuus)”.

                                                                          

Un’annotazione, sempre del marzo dell’82, si riferisce esplicitamente alla questione dei suoi funerali, chiarendo quanto scritto nel marzo del ’79. Chiede al Collegio Cardinalizio di “soddisfare in quanto possibile le eventuali domande” in merito del “Metropolita di Cracovia” o del “Consiglio Generale dell’Episcopato della Polonia”. In un’ulteriore annotazione, risalente al primo marzo 1985, aggiunge: “Il Collegio Cardinalizio non ha nessun obbligo di interpellare su questo argomento ‘i Connazionali’; può tuttavia farlo, se per qualche motivo lo riterrà giusto”.

 

Dopo questa parentesi di riflessioni degli anni Ottanta, Giovanni Paolo II completa il testamento con gli esercizi spirituali del marzo del Duemila, durante il Giubileo. “Quando nel giorno 16 ottobre 1978, il conclave dei cardinali mi scelse – scrive - il Primate della Polonia, il cardinale Wyszyński, mi disse: “Il compito del nuovo Papa sarà di introdurre la Chiesa nel Terzo Millennio”. A questo ricordo, fa seguire una considerazione: “Secondo i disegni della Provvidenza, afferma, “mi è stato dato di vivere in un difficile secolo: in modo particolare sia lode alla Provvidenza Divina per questo, che il periodo della così detta ‘guerra fredda’ è finito senza il violento conflitto nucleare, di cui pesava sul mondo il pericolo nel periodo precedente”.

 

A questo punto, Giovanni Paolo II torna con la memoria al 13 maggio 1981, il giorno dell’attentato in Piazza San Pietro. “La Divina Provvidenza – scrive - mi ha salvato in modo miracoloso dalla morte. Colui che è unico Signore della vita e della morte, Lui stesso mi ha prolungato questa vita, in un certo modo me l’ha donata di nuovo. Da questo momento essa ancora di più appartiene a Lui. Spero che Egli mi aiuterà a riconoscere fino a quando devo continuare questo servizio, al quale mi ha chiamato. Gli chiedo di volermi richiamare quando Egli stesso vorrà. Nella vita e nella morte apparteniamo al Signore… siamo del Signore”. Spero anche – aggiunge Giovanni Paolo II - che fino a quando mi sarà donato di compiere il servizio Petrino nella Chiesa, la Misericordia di Dio voglia prestarmi le forze necessarie per questo servizio”.

 

Il Papa esprime poi “gratitudine” allo Spirito Santo per il grande dono del Concilio Vaticano II, al quale - dice - “insieme con l’intera Chiesa  mi sento debitore”. Sono convinto che ancora a lungo sarà dato alle nuove generazioni di attingere alle ricchezze che questo Concilio del XX secolo ci ha elargito. Come vescovo che ha partecipato all’evento conciliare dal primo all’ultimo giorno, desidero affidare questo grande patrimonio a tutti coloro che sono e saranno in futuro chiamati a realizzarlo. Giovanni Paolo II ringrazia tutti quelli che lo hanno aiutato durante il suo Pontificato, non solo i cattolici. “Anche tanti Fratelli cristiani, il rabbino di Roma e così numerosi rappresentanti delle religioni non cristiane”, scrive. “E quanti rappresentanti del mondo della cultura, della scienza, della politica, dei mezzi di comunicazione sociale”. A misura che si avvicina il limite della mia vita terrena, conclude Giovanni Paolo II, “ritorno con la memoria all’inizio, ai miei Genitori, al Fratello e alla Sorella (che non ho conosciuto, perché morì prima della mia nascita), alla parrocchia di Wadowice, dove sono stato battezzato, a quella città del mio amore, ai coetanei, compagne e compagni della scuola elementare, del ginnasio, dell’università, fino ai tempi dell’occupazione, quando lavorai come operaio. A tutti voglio dire uno sola cosa: “Dio vi ricompensi”.

 

 

QUESTA MATTINA SI E’ SVOLTA LA QUINTA CONGREGAZIONE GENERALE

DEI CARDINALI NELL’AULA DEL SINODO IN VATICANO

- Servizio di Fausta Speranza -

 

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Il Collegio cardinalizio ha delegato al cardinale Edmund Szoka la potestà legislativa per il conio di monete e per l’emissione di francobolli durante la sede vacante. E’ stato poi deciso che per lunedì 18 aprile, data dell’inizio del Conclave, alle ore 10 ci sarà la Santa Messa “pro eligendo Summo Pontifice”, nella Basilica di San Pietro; alle 16.30, il raduno nell’Aula delle Benedizioni del Palazzo Apostolico (la Cappella Paolina è in restauro) per la partenza della processione verso la Cappella Sistina dove inizieranno i lavori del Conclave. I cardinali hanno inoltre esaminato alcuni problemi relativi alla celebrazione delle esequie, del rito della sepoltura del Santo Padre nelle Grotte Vaticane.

 

Sono state considerate anche alcune questioni relative all’inizio del Conclave e in questo senso sono stati scelti due predicatori per le Esortazioni, previste nella Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis. Padre Raniero Cantalamessa terrà la sua esortazione giovedì 14 aprile, nel corso della Congregazione generale del mattino. Il cardinale Tomáš Špidlík, invece, parlerà ai cardinali nella Cappella Sistina, lunedì 18 aprile. Altro appuntamento fissato: i cardinali riceveranno le condoglianze del Corpo Diplomatico mercoledì 13 aprile alle 10.00, nell’Atrio dell’Aula Paolo VI.

 

Per capire quale incarico viene affidato a padre Raniero Cantalamessa e al cardinale Tomas Spidlik rileggiamo il punto 13 della Costituzione Universi Dominici Gregis di Giovanni Paolo II, in cui si stabilisce che in una delle Congregazioni si prendano le decisioni più urgenti per iniziare le operazioni dell’elezione  e – si legge – si “affidino a due ecclesiastici di specchiata dottrina, saggezza ed autorevolezza morale il compito di dettare ai medesimi cardinali due ponderate meditazioni circa i problemi della Chiesa in tale momento e la scelta illuminata del nuovo Pontefice”.

 

         Resta da dire che oggi a Roma sono presenti 140 cardinali: a precisarlo è stato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Joaquín Navarro Valls.

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DOMANI ALLE 10, I SOLENNI FUNERALI DI GIOVANNI PAOLO II

PRESIEDUTI DAL CARDINALE JOSEPH RATZINGER

SUL SAGRATO DELLA BASILICA DI SAN PIETRO

 

I fedeli di tutto il mondo si preparano a tributare l’estremo commosso saluto a Giovanni Paolo II. I solenni funerali del Papa si terranno domani in piaz-za San Pietro a partire dalle ore 10; dureranno tre ore. La liturgia esequiale per il Pontefice sarà presieduta dal cardinale decano, Joseph Ratzinger. Il solenne rito delle esequie del Santo Padre sarà seguito dalla nostra emittente in radiocronaca diretta a partire dalle ore 9,50 con commenti in italiano, polacco, tedesco, francese, spagnolo, portoghese ed inglese. Piazza San Pietro sarà aperta all’afflusso dei fedeli dalle ore 5 di domani. Sulla Messa solenne funebre e il rito della tumulazione delle spoglie mortali di Giovanni Paolo II, il servizio di Roberto Piermarini:

 

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All’interno della Basilica Vaticana prima delle esequie, le spoglie mortali del Papa saranno adagiate in una cassa di cipresso con gli abiti liturgici e la mitria in testa che già indossa per l’esposizione. Prima della posa nella bara, il Maestro delle Cerimonie Pontificie ed il segretario particolare di Giovanni Paolo II distenderanno sul volto del Pontefice un sottile velo di seta bianca: un gesto che trova il significato nella preghiera del cardinale Camerlengo Martinez Somalo, il quale invocherà Il Signore Dio Padre Onnipotente affinché il volto del Papa, a cui è venuta meno la luce di questo mondo, sia illuminato per sempre dalla vera luce che in Dio ha la sorgente inesauribile. Nella bara sarà quindi deposto un sacchetto contenente le medaglie – d’argento e di bronzo – commemorative del suo Pontificato. Prima della sua chiusura verrà letto un “rogito”: una breve biografia in latino del Papa che sarà sigillata in un tubo di piombo e sepolta con lui.

 

La bara sarà quindi posta al centro del sagrato. Sulla cassa sarà posto un Vangelo aperto: il significato della liturgia indica che sarà il vento a muovere le pagine.

 

La Santa Messa esequiale sarà presieduta dal decano del Collegio cardinalizio, Joseph Ratzinger, e concelebrata dai cardinali e dai patriarchi delle Chiese orientali. Tutti saranno vestiti di rosso, il colore del lutto del Papa. Sei le lingue utilizzate oltre al latino. La liturgia della Parola dopo le letture degli Atti degli Apostoli e la Lettera di San Paolo ai Filippesi, culminerà con il Vangelo di Giovanni quando Gesù affida il mandato a Pietro di guidare la Chiesa. Tra i fedeli di varie nazionalità che porteranno i doni all’offertorio: una famiglia polacca proveniente da Wadowice, città natale del Papa.

 

Dopo la comunione, il cardinale Ratzinger compirà i riti di commiato: seguirà una prima supplica della Chiesa di Roma pronunciata dal cardinale Vicario Camillo Ruini ed una seconda da parte del Patriarca di Alessandria dei Copti, Stèphanos Ghattas, del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, del Catholicos di tutti gli Armeni, Karechin I e del Primate della Comunione Anglicana, Rowan Williams. Al termine il feretro sarà condotto processionalmente nelle grotte vaticane per la tumulazione.

 

Qui la bara di cipresso sarà legata con nastri rossi, sui quali saranno impressi i sigilli del Papa e quelli vaticani. La cassa sarà poi posta in quelle di zinco e noce, quindi di nuovo sigillata. Sul coperchio vi saranno la croce e lo stemma del Pontefice. La bara sarà tumulata nella cripta che ha ospitato Giovanni XXIII.

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A ROMA, CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PELLEGRINI CONTINUANO A RENDERE L’ULTIMO OMAGGIO ALLA SALMA DI GIOVANNI PAOLO II NELLA BASILICA VATICANA. L’ACCESSO SARA’ POSSIBILE FINO ALLE 22.00 DI OGGI

- Le testimonianze dei fedeli e l’intervista con il prefetto di Roma, Achille Serra -

 

Il variopinto popolo di fedeli che si è messo in fila lungo via della Conciliazione e nelle strade circostanti il Vaticano per rendere l’ultimo omaggio a Giovanni Paolo II, continua ad essere numeroso. Finora sono entrati in San Pietro  due milioni di persone. Di tanto in tanto applausi, canti e il nome del Pontefice scandito dai giovani si levano dal lungo serpentone, colorando di commozione il volto dei pellegrini. La Basilica di San Pietro è rimasta chiusa per motivi di servizio dalle 2.15 alle 4.20 e questa sera chiuderà le proprie porte definitivamente alle 22.00. Intensa, intanto, è l’emozione per i fedeli che, dopo tanta attesa, hanno potuto recare il proprio grazie a Giovanni Paolo II. Ascoltiamo alcune testimonianze, raccolte da Barbara Castelli:

 

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R. – Come rivedere il Crocifisso vivente! Come rivedere l’amore crocifisso che non scende dalla Croce, fino a questo momento, e che continua a dire: ‘Guardate, si può amare in questo modo, fino a questo punto, fino a dare la vita!’.

 

R. – Come descriverlo? Non so. E’ stupendo. E’ bellissimo vedere tanta gente che crede in una cosa e lo vedi proprio dalla semplicità con cui una persona va lì e piange, sorride, prega ...

 

R. – Ho ancora i brividi, a vedere ieri sera tutti quei presidenti dell’America inginocchiarsi di fronte a lui ... è stata una cosa bellissima ...

 

R. – E’ stato un grande e resterà nell’animo di tutto.

 

R. – Per lui eravamo le sentinelle del mattino, quindi siamo qui a vegliare su di lui.

 

R. – Sono venuto insieme ad una cinquantina della mia parrocchia, in particolar modo i ragazzi che mi seguono, e anche loro hanno provato molta emozione. Secondo me, commentando con loro, è stata questa la GMG anticipata, quella di Colonia che ci sarà ad agosto.

 

(canti)

 

D. – Giovanni Paolo II ha traghettato la Chiesa nel terzo millennio, lasciando al mondo diversi insegnamenti. Quale le è più caro?

 

R. – Il Santo Padre ha dato una risposta a una domanda fondamentale: chi è l’uomo?

 

R. – L’insegnamento più caro è questo: di ascoltare prima la Parola di Dio, accoglierla ed amarla come ha fatto lui.

 

R. – Amare tutti indistintamente, soprattutto i giovani, perché sono il futuro.

 

R. – Veramente, quello dell’amore di Dio per tutti, l’apertura. E secondo me, i ragazzi colgono proprio questo, perché oggi, presi dalle cose futili, essi riescono invece a cogliere in Giovanni Paolo II l’esempio e l’insegnamento alla fedeltà, quello dell’amore di Dio. Perché ai ragazzi manca molto oggi soprattutto la semplicità: come dedicarsi alle cose nella semplicità. Non con le costruzioni che, purtroppo, la società fa e magari non le fa vedere con il semplice occhio dell’amore di Dio.

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Undici maxi schermi sono stati allestiti in diverse Piazze e Basiliche di Roma per consentire ai pellegrini e ai cittadini della capitale, che non riusciranno ad entrare in Piazza San Pietro, di assistere ai funerali del Pontefice. Per la giornata di domani, inoltre, è stato disposto il blocco del traffico. Questo significa che nessuno potrà entrare all’interno del Raccordo a partire dalle 2 e fino alle 18. Nonostante la situazione eccezionale di queste ore, comunque, la situazione nella Capitale è sotto controllo, come conferma il Prefetto di Roma, Achille Serra, al microfono di Luca Collodi:

 

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R. – Escluderei nella maniera più categorica, lo dico da Prefetto, che la città sia in stato di emergenza. Roma ha risposto a questa marea di pellegrini arrivati da tutte le parti per portare amore al nostro Papa. E’ evidente che milioni di pellegrini che sono arrivati hanno provocato delle difficoltà, ma la macchina organizzativa ha risposto con grandissima efficacia, sia sotto il profilo sanitario che della sicurezza che dell’assistenza e dell’ordine, anche. Il Comune ha predisposto dei maxischermi in tutte le parti della città per cui, con la Protezione Civile, io credo che possiamo essere tranquilli anche per la giornata di oggi e di domani.

 

D. – Signor Prefetto Serra, i giornali parlano di un milione di polacchi in viaggio verso Roma. A voi risulta, come istituzione, questa notizia? Potete confermarla?

 

R. – Non mi risulta in questo numero; mi risulta un numero consistente di polacchi in arrivo, ma per loro è già stato tutto predisposto.

 

D. – Ci sono problemi di ordine pubblico, nel senso della sicurezza? Ci sono molti capi di Stato, a Roma; abbiamo letto sui giornali anche dell’impiego dell’esercito ...

 

R. – 200 delegazioni. Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha previsto tutto quello che era possibile prevedere. Io sarei molto ottimista. Non ci sono segnali che possano in qualche modo preoccupare. Poi, i controlli che si faranno mi danno anche una garanzia. E ancora una volta, rivolgo una preghiera: di avere pazienza, perché i controlli sono nell’interesse di tutti!

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IN EDICOLA, IL 9 APRILE, UN’EDIZIONE STRAORDINARIA DELL’OSSERVATORE ROMANO

CON ALLEGATA LA COPIA DELLA NOTTE DEL 2 APRILE

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

Cento euro, talvolta più a seconda dell’esito della “contrattazione”. E’ quanto ha pagato qualche persona per aggiudicarsi una copia dell’edizione straordinaria dell’Osservatore Romano, pubblicata la notte del 2 aprile con la notizia della morte di Giovanni Paolo II. Per arginare un fenomeno di bassa speculazione fiorito nelle ultime ore anche su Internet – fenomeno che, scrive in una nota il quotidiano della Santa Sede, “offende la memoria del Papa e il sentimento religioso di milioni di fedeli” – l’Osservatore Romano ha deciso una diffusione straordinaria e capillare della copia del 2 aprile nei capoluoghi di provincia del territorio italiano, Sicilia e Sardegna comprese. La copia sarà allegata all’edizione del 9 aprile, dedicata ai solenni funerali di Giovanni Paolo II, e i due giornali venduti insieme in edicola al prezzo di 90 centesimi.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Prima pagina: “Totus tuus ego sum”: il testamento di Giovanni Paolo II

 

Quattro pagine dedicate alla biografia di Giovanni Paolo II

 

Vari contributi sulla figura di “Giovanni Paolo II, il Grande”

 

Messaggi e telegrammi di cordoglio di capi di Stato e di Governo.

 

La rassegna della stampa internazionale.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

7 aprile 2005

 

 

IL RICORDO DI JERZY KLUGER, AMICO D’INFANZIA DI GIOVANNI PAOLO II

 

 

Sulla figura di Giovanni Paolo II ascoltiamo il ricordo di Jerzy Kluger, amico d’infanzia di Karol Wojtyla, intervistato da Fabio Colagrande:

 

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R. – Il primo ricordo è di molto tempo fa. Quando eravamo ragazzini piccoli a Wadowice c’era un poliziotto municipale. Era sempre in uniforme, con la sciabola, che camminava sulla piazza. Noi discutevamo, tra ragazzini, se la sciabola fosse di legno, perché non la tirava mai fuori. Una volta, d’estate, si è addormentato su una panchina e la sua sciabola stava lì vicino. Allora noi per vedere se fosse di legno o di acciaio, abbiamo preso la sciabola, ma la sciabola non voleva uscire. Lui tirava da una parte ed io dall’altra. Ad un certo momento la sciabola è uscita, ma noi siamo cascati a terra e il poliziotto si è svegliato.

 

D. – Quanti anni avevate allora?

 

R. – Tra i 5 e i 6 anni, qualcosa del genere.

 

D. – E poi nel tempo la vostra amicizia è continuata …

 

R. – Sì, perché siamo andati a scuola assieme. Siamo stati nella stessa classe fino alla licenza liceale.

 

D. – Lei aveva mai pensato che il suo amico, Karol, sarebbe potuto diventare Pontefice?

 

R. – Questo non potevo pensarlo e non lo ha mai pensato nessuno. Finché non ho saputo che era diventato arcivescovo di Cracovia, non avevo mai pensato che si sarebbe potuto fare prete. Perché quando ci siamo lasciati, nel ’38, lui era andato a Cracovia per studiare arti drammatiche e storia all’Università Jagellonica. Era molto religioso, però i suoi interessi erano il teatro, la storia. Non credo che nessuno abbia pensato che diventasse sacerdote.

 

D. – Aveva però una personalità fin da giovane particolare …

 

R. – Eccezionale. Se fosse entrato nella General Motors, ad esempio, sarebbe diventato il presidente, perché era eccezionale.

 

D. – Quali sono i tratti umani che lei vuole ricordare più volentieri di Karol Woj-tyla?

 

R. – La sua caratteristica, secondo il mio parere, è stata il suo pensiero di giustizia tra gli uomini. Ognuno, a dispetto della nazionalità, della religione, della provenienza, ha diritto alla vita come tutti gli altri.

 

D. – Dott. Kluger, cosa ha provato in questi ultimi tempi in cui ha visto il suo amico Wojtyla in qualche modo “torturato” dal male?

 

R. – Quando l’ho visto qualche mese fa che non poteva parlare, pensando che lui aveva una fantastica dizione, una voce bellissima, gli ho detto: “Ti fa male qualcosa, visto che parli così”? E lui mi ha detto: “No, no, non mi fa male”. Però anche se non gli faceva male lui soffriva, perché non poteva comunicare.

 

D. – Cosa ha lasciato all’umanità?

 

R. – Ha lasciato una traccia che probabilmente durerà per sempre.

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TRA I TANTI LEADER DEL MONDO CHE PARTECIPERANNO AI FUNERALI,

AI NOSTRI MICROFONI IL PREMIER PALESTINESE ABU ALA

 

 

Partecipa ai funerali anche il premier palestinese Abu Ala: Tracey McLure lo ha avvicinato per chiedergli un commento sulla figura del Papa:

 

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R. - NO DOUBT THAT IS A GREAT LOSS …

Non c’è dubbio che sia una grande perdita, per noi palestinesi e per gli uomini di tutto il mondo. Il Papa è stato un grande uomo, che ha difeso con vigore i diritti umani di tutti i popoli della terra. Ha lavorato duramente per questo ed anche per noi palestinesi, difendendo con forza i nostri diritti. Mi sento orgoglioso pensando alla visita che ho reso al Pontefice proprio nel marzo scorso. Egli mi dimostrò grande simpatia. Criticò la costruzione del muro. Non dimenticheremo mai la sua presa di posizione quando affermò che la Terra Santa aveva bisogno di ponti di pace e non di un muro di odio. E tutta la popolazione palestinese lo ripete, perché è veramente uno dei principi sui quali costruire una vera pace nella regione.

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DOMANI AI FUNERALI DI GIOVANNI PAOLO II L’AMBASCIATORE ISRAELIANO

PRESSO LA SANTA SEDE, BEN HUR,

CHE SOTTOLINEA MOMENTI FORTI DEL PONTIFICATO

 

L’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede Oded Ben Hur, anch’egli presente domani ai funerali, è stato intervistato da Marco Cardinali:

 

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R. – Questo grande Papa ha fatto almeno quattro tappe notevoli nei suoi anni di papato. La prima tappa è stata la visita a Auschwitz; la seconda, la visita alla grande sinagoga di Roma nel 1986; la terza, con la sua lungimiranza e grande visione, l’allacciamento dei pieni rapporti diplomatici e la normalizzazione dei rapporti con Israele; la quarta, ovviamente, la visita nell’Anno Santo, nel Giubileo, in Israele, in Terra Santa e nei territori palestinesi. Quindi, questa vita piena di ponti, piena di sforzi per creare questi famosi ponti di cui parlava sempre ...

 

D. – C’è un grande lavoro dietro, in 27 anni di pontificato, un lavoro fatto anche di grande amore, di predisposizione al dialogo ...

 

R. – C’è qualcosa di inspiegabile, una cosa così forte, così grande. Essendo l’ambasciatore ebraico, non faccio parte del mondo cattolico. Malgrado tutto ciò, quando parlo del Papa, parlo con grande rispetto per quello che sta succedendo in tutto il mondo. Non soltanto nel mondo cristiano, ma anche in quello ebraico e musulmano, si sente proprio l’amore. Dobbiamo ringraziare questo Papa che veramente è stato un grande faro di morale, con il suo grande messaggio ... E grazie a lui, ci sono tante cose che sono cambiate in questo nostro mondo. Dobbiamo molto a questo Papa!

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IERI POMERIGGIO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI IN ITALIA

LA COMMEMORAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II

 

Giovanni Paolo II ci ha insegnato che il futuro della comunità mondiale sta nella centralità della persona umana. E’ uno dei passi del discorso del presidente della Camera, Pierferdinando Casini, nella commemorazione del Santo Padre ieri pomeriggio a Montecitorio. Tanti i deputati che in questi giorni hanno testimoniato la loro stima al Papa. Il servizio di Alessandro Guarasci:

 

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Molti parlamentari ricordano ancora con nostalgia la visita di Giovanni Paolo II nel novembre del 2002 al Parlamento. Un evento forse irripetibile, che rimarrà impresso nella storia delle istituzioni italiane. Il presidente Casini ha ricordato come il Santo Padre abbia richiamato l’Unione Europea all’identità cristiana. Secondo il presidente della Camera, Giovanni Paolo II aiutò a superare le incomprensioni Italia-Vaticano.

 

“In ogni momento della sua missione pastorale, Karol Wojtyla è stato un grande amico del nostro Paese. Ad esso ha rivolto tutta la sua umanità e il suo amore. Mai ha mancato di partecipare alle gioie e alle sofferenze di tutti gli italiani, che lo hanno sentito sempre vicino e lo hanno ricambiato e lo ricambiano in queste ore”.

 

Poi un lungo applauso arrivato sia dai banchi della maggioranza sia dell’opposizione.

 

(applausi)

 

Per il vicepremier Marco Follini, il Pontificato di Giovanni Paolo II è stato un insieme di fede e libertà. Milioni di persone, credenti e non, in questi giorni si sono sentite unite al ricordo di Giovanni Paolo II. Ma la caratteristica di Giovanni Paolo II è stata anche un’altra per Follini:

 

“E’ stato infine uno straordinario testimone del dolore, capace di dare un senso a quella sofferenza anche fisica che la nostra società, la nostra cultura, il nostro costume tengono semmai a nascondere o a rimuovere”.

 

Debolezza fisica ma grande forza morale, come apparve chiaro durante la visita del 2002. Un motivo in più per ricordarlo, secondo Pier Luigi Castagnetti, capogruppo alla Camera della Margherita:

 

“C’è un sentimento che coinvolge tutto il popolo italiano. Se noi siamo i rappresentanti del popolo italiano non possiamo non tenere conto del sentimento degli italiani”.

 

Alessandro Guarasci, Radio Vaticana.

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LA TESTIMONIANZA DELL’ARCIVESCOVO BRUNO FORTE

 

E ora, la testimonianza di mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, che ha predicato alla Famiglia Pontificia, alla presenza del Papa, gli esercizi spirituali per la Quaresima dell’anno scorso. L’intervista è di Fabio Colagrande:

 

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R. – Io parto da un’esperienza di grande grazia che ho vissuto proprio sabato sera della settimana scorsa, quando nella mia cattedrale a Chieti, stracolma di gente, soprattutto di giovani, pregavamo alle nove di sera per il Papa, celebrando la Messa della Domenica della Misericordia. Avevo appena detto nell’omelia: “Se il Santo Padre sarà chiamato alle nozze dell’Agnello, all’incontro con il Signore, proprio in questa domenica, in queste ore, sarà un segno chiaro della tenerezza di Dio”. Perché questa è la domenica che lui aveva voluto sulla base delle rivelazioni di Santa Faustina Kowalska, avute negli anni ’20. In un momento cioè angoscioso dell’umanità, Gesù aveva voluto che si sottolineasse il Vangelo della Misericordia, l’infinito amore di Dio. Il Papa è morto in questa domenica, un segno chiarissimo che il centro e il cuore di tutto il suo messaggio è la misericordia di Dio.

 

D. – Eccellenza, qual è il contributo teologico importante di questo Pontificato, delle 14 encicliche firmate da Giovanni Paolo II?

 

R. – Io credo che dobbiamo partire da questa idea dell’infinito amore di Dio, della sua misericordia. Perché è questa idea che scandisce tre dimensioni fondamentali. La gratitudine immensa: se Dio è amore, se Dio è trinità, amore, allora tutto è amore, tutto è dono. E il magistero di Giovanni Paolo II ha seguito un percorso trinitario anche nelle grandi encicliche. Il Papa era l’uomo del grazie, che sapeva dire grazie sempre, a tutti: grazie a Dio per la vita. Aveva questo amore per tutto ciò che esiste in quanto segno del dono di Dio. In secondo luogo, questo senso forte della lode da esprimere come risposta al dono. E qui emerge veramente l’uomo di preghiera, quell’uomo che tutto ha sempre e solo fatto alla luce di Dio, senza aver paura di riconoscere le colpe del passato che la Chiesa e i suoi figli possono aver commesso, per vedere la storia con gli occhi della speranza, e finalmente, proprio alla luce sempre della misericordia. Questo Papa non si è fermato anche quando i grandi non hanno ascoltato la sua voce che era la voce della coscienza dell’umanità: il suo ‘no’ fermo e deciso alla guerra, ad esempio. Egli ha continuato a difendere la vita dei più deboli, sapendo che come semi di luce questi semi di verità, prima o poi, avrebbero avuto dei frutti nel cuore degli uomini. Proprio così egli ci ha aiutato a riscoprire quelli che la teologia chiama i grandi temi dell’escatologia, cioè la vita eterna, il giudizio, il futuro, quel futuro di Dio tutto in tutti, nel quale egli ora si è addormentato nella pace, andando incontro al Signore di tutta la sua vita.

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CHIESA E SOCIETA’

7 aprile 2005

 

L’OMAGGIO IERI SERA DEL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, GEORGE W. BUSH,

ALLE SPOGLIE DEL PAPA, IN ATTESA DEL GRANDE ABBRACCIO IDEALE

DEL MONDO INTERO AI FUNERALI DOMANI DI GIOVANNI PAOLO II,

CUI PARTECIPERANNO CIRCA 200 DELEGAZIONI DA OGNI ANGOLO DEL PIANETA

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

Grandi e piccoli della Terra in un unico abbraccio ideale porgeranno domani mattina l’estremo saluto a Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro, mentre prosegue la processione di chi, semplici fedeli e autorità del mondo intero, sente di portare il suo saluto personale al Papa nella Basilica di San Pietro. Tra questi, in tarda serata di ieri il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush. Ce ne parla Roberta Gisotti:

 

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La prima volta nella storia che un presidente statunitense si inginocchia davanti alle spoglie di un Papa e la prima volta che un capo di Stato USA parteciperà ai funerali di un Pontefice. L’immagine di Bush, accompagnato dalla moglie Laura, dal segretario di Stato Rice, e da due ex presidenti il padre George Bush senior e Bill Clinton, ha fatto il giro dei media internazionali per l’eccezionalità dell’avvenimento, riempendo di commenti i giornali di stamane in tutto il mondo, che analizzano contrasti e divergenze soprattutto in materia di guerra e pace e di eccessi del capitalismo ma anche punti di forza in comune come la lotta ai regimi comunisti e la difesa dei diritti umani, che hanno contrassegnato a fasi alterne i rapporti tra questo Papato e gli Stati Uniti.

 

Un momento comunque “storico” quei minuti di raccoglimento e la preghiera della delegazione americana davanti al letto di morte di Giovanni Paolo II, come storica resterà la giornata di domani che vedrà riunite circa 200 delegazioni da ogni angolo del Pianeta, l’omaggio dei potenti al di sopra delle divergenze politiche, religiose, culturali che tanto male procurano all’umanità, quando non trovano sbocco nel dialogo e nella tolleranza ma fomentano odio e causano guerre armate. Così, tra le ali del colonnato del Bernini, dovranno trovare posto Bush ed il presidente iraniano Khatami e quello siriano Assad, ma anche il capo di Stato israeliano Katsav ed il primo ministro palestinese Abu Ala e i presidenti libanese Lahoud e afghano Karzai, e ancora il premier turco Erdogan e i presidenti francese Chirac, tedesco Köhler e il premier britannico Blair, e in via davvero eccezionale dall’Asia il presidente di Taiwan, Chen Shui-bian, e dall’America Latina il presidente del Parlamento cubano. Tante le Altezze Reali, Re e Regine, Principi e principesse. Nella lista degli Stati pochissime al momento le assenze, tra queste si evidenzia la Cina, che pure ha partecipato ufficialmente il suo cordoglio per la scomparsa di Giovanni Paolo II.

 

Dal mondo politico a quello religioso davanti al sagrato della Basilica Vaticana si ritroveranno insieme leader di tutte le confessioni cristiane, Chiese ortodosse, antiche Chiese dell’Oriente, Chiese e comunioni ecclesiali d’occidente, organizzazioni cristiane internazionali ed esponenti dell’Ebraismo. E sarà un’altra tappa importante nel cammino ecumenico e interreligioso tanto a cuore a Giovanni Paolo II.

 

Dunque una sorta di Parlamento planetario riunito in seduta straordinaria sotto il segno della preghiera comune e della solidarietà umana verso un Papa che tanto ha amato persone vicine e lontane ed è stato amato.

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IERI AL PALAZZO DI VETRO DI NEW YORK, L’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE HA DEDICATO UNO SPECIALE TRIBUTO A GIOVANNI PAOLO II.

UN MINUTO DI SILENZIO HA PRECEDUTO I DISCORSI COMMEMORATIVI

- Servizio di Paolo Mastrolilli -

 

 

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“Giovanni Paolo II è stato un difensore della dignità dell’essere umano, fatto ad immagine di Dio”, lo ha detto ieri l’arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore permanente della Santa Sede all’ONU, durante il tributo speciale che l’Assemblea generale ha dedicato al Papa defunto. Il diplomatico vaticano, ringraziando i colleghi del Palazzo di Vetro, ha anche sottolineato che il Santo Padre ha sempre difeso le Nazioni Unite come uno strumento per cercare la pace e la giustizia attraverso il diritto internazionale. L’ambasciatore italiano all’ONU, Marcello Spadafora, ha detto che Giovanni Paolo II ha fatto la storia e la sua morte è una perdita enorme per l’intera comunità internazionale. Il presule ha aggiunto che Karol Wojtyla sarà ricordato come uno di quegli uomini che ci hanno mostrato la strada per la libertà e la giustizia, costruendo ponti tra le culture, le religioni e le etnie. Uno per uno, tutti i rappresentanti dei gruppi regionali al Palazzo di Vetro, hanno preso la parola, dopo il minuto di silenzio richiesto dal presidente dell’Assemblea, Jean Ping. L’ambasciatore del Malawi, parlando a nome dell’Africa, ha definito Giovanni Paolo II come la personificazione della compassione per i poveri, gli emarginati e gli oppressi. Mentre il collega asiatico del Bhutan lo ha salutato come una fonte di ispirazione per la pace, l’armonia e la giustizia. I rappresentanti di Estonia, Svezia e Lussemburgo, intervenendo a nome dell’Europa orientale, occidentale e della UE hanno ricordato il suo ruolo per mettere fine alle divisioni nel continente e l’Organizzazione per la Conferenza islamica lo ha celebrato come un leader impegnato a favore della tolleranza e la coesistenza fra le religioni.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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CONTINUANO IN TUTTO IL MONDO LE CELEBRAZIONI RELIGIOSE

E LE INIZIATIVE CIVILI

IN RICORDO DI GIOVANNI PAOLO II IL GRANDE. IN ITALIA NUOVE PAROLE DI OMAGGIO

DI CIAMPI E LA DECISIONE DELLE FERROVIE DELLO STATO

DI DEDICARE LA STAZIONE TERMINI DI ROMA AL SUO NOME

- A cura di Mariavittoria Savini -

 

“Un insegnamento fra i tanti che sua Santità Giovanni Paolo II ci ha lasciato è il modo in cui ha affrontato la malattia: ci ha offerto un esempio di come si possano mantenere fino alla fine dignità e serenità”. Con queste parole il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha ricordato oggi al Quirinale Giovanni Paolo II, in occasione della Giornata mondiale della sanità. Il capo di Stato italiano ha sottolineato inoltre lo stretto legame che il Pontefice aveva con i bambini ai quali rivolgeva sempre un pensiero in ogni suo viaggio. A Roma il presidente delle Ferrovie dello Stato (FS), Elio Catania, ha oggi annunciato che la proposta del sindaco Veltroni di dedicare la stazione Termini a Giovanni Paolo II è stata accolta.

 

Per permettere a tutti i fedeli di partecipare domani ai funerali del Santo Padre saranno allestiti 25 maxi schermi nella capitale: 6 in via della Conciliazione, uno allo stadio Olimpico, 2 a San Giovanni, al Circo Massimo, alla basilica di San Paolo, a piazza del Popolo e a piazza Risorgimento e poi ancora 6 a Torvergata, uno in zona Flaminio e uno al Colosseo. L’associazione “Amici dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù” di Roma ha annunciato che, in segno di rispetto per la morte del Santo Padre, sarà rinviata a data da destinarsi la partita di calcio di beneficenza “Quelli che … la salute dei bambini”. Nella capitale la Confcommercio ha invitato tutti gli esercizi a rimanere chiusi domani, giorno dei funerali del Pontefice. La delegazione CONI-atleti azzurri ha annunciato che oggi alcuni atleti olimpionici premiati ad Atene 2004 si recheranno a San Pietro per rendere omaggio alla salma di Giovanni Paolo II.

 

Con una Messa celebrata a 3.100 metri d’altezza il Trentino ha voluto rendere omaggio ieri al Santo Padre. La cerimonia si è svolta vicino al rifugio Caduti dell’Adamello e si è conclusa con la benedizione del cero che gli uomini del Soccorso alpino hanno poi portato sulla cima Punta Giovanni Paolo II, dove è deposta una grande croce di granito in onore del Papa. Il monumento resterà illuminato fino a domani, giorno dei funerali. A Como verrà inaugurata nelle prossime settimane la prima piazza dedicata a Giovanni Paolo II, in corrispondenza della chiesa di San Giorgio in via Borgovico. A Firenze sarà celebrata questa sera alle ore 18:30, nella cattedrale di Santa Maria del Fiore una Messa solenne di suffragio per il Papa. Domani mattina invece sarà possibile seguire i funerali in diretta attraverso un maxischermo allestito all’interno del Duomo.

 

Echi di commozione giungono da Varsavia, in Polonia. Sulle varie piazze della città risuonano i discorsi dedicati da Giovanni Paolo II alla sua terra. Una moltitudine di luci avvolge piazza Piludski, dove molti fedeli si recano per lasciare una candela e dire una preghiera. In quella piazza, dove il cardinale Josef Glemp ha officiato martedì scorso la grande Messa della Polonia per il suo Papa. Sono stati allestiti dei maxi schermi sui quali sono proiettati ininterrottamente immagini del Pontefice e brani tratti da suoi discorsi e domani permetteranno di assistere ai funerali in diretta. Alle 21.37 di questa sera, nel minuto esatto in cui si è spento Papa Wojtila, in tutte le strade della Polonia che portano il nome del Papa, centinaia di giovani accenderanno contemporaneamente una candela. L’iniziativa  è stata organizzata da un gruppo di universitari polacchi. Intanto, sono più di 600 mila i messaggi scritti in queste ore sui libri delle condoglianze aperti sui siti internet polacchi.

 

In Germania è stata celebrata ieri, nella cattedrale cattolica di Berlino, una Messa funebre in onore di Giovanni Paolo II. Alla celebrazione hanno preso parte circa un migliaio di persone, tra cui il cancelliere Gerhard Schroeder insieme a politici, parlamentari, ministri, diplomatici, rappresentanti del mondo economico e culturale. Il Rito funebre è stato concelebrato nella basilica di San Giovanni dai cardinali Karl Lehmann e Georg Sterzinsky, rispettivamente capo della Conferenza episcopale tedesca e arcivescovo di Berlino.

 

Anche una delegazione di buddisti ha reso ieri omaggio al Santo Padre. Come tutti gli altri, hanno affrontato ore di fila per fare un saluto davanti alla salma del Papa.

 

In Norvegia è stata celebrata ieri una Messa cattolica in ricordo di Giovanni Paolo II. La celebrazione, alla quale hanno partecipato circa 400 fedeli, si è svolta nella cattedrale luterana Nidaros di Trondheim. Proprio in quel luogo il Pontefice, nel 1989, celebrò una Messa ecumenica in occasione della sua visita in Norvegia. Secondo il vescovo Finn Wagle, capo della Chiesa luterana norvegese, questo è “un evento storico: nessuna Messa funebre cattolica è stata celebrata qui dalla Riforma”.

 

A Cuba più di 4.000 persone hanno già firmato il libro delle condoglianze, nella Nunziatura dell’Avana, in ricordo di Giovanni Paolo II. Il libro è stato firmato lunedì scorso anche da Fidel Castro e da suo fratello minore Raul dopo aver partecipato alla Messa di suffragio celebrata nella cattedrale dell’Avana. Da oggi tutte le parrocchie dell’isola esporranno i libri delle condoglianze che successivamente verranno inviati in Vaticano.

 

In Svizzera circa 200 persone hanno messo la propria firma sul libro delle condoglianze in onore del Santo Padre. Il libro, messo a disposizione dei fedeli nella nunziatura apostolica a Berna, è stato chiuso ieri sera per essere inviato in Vaticano. Altri libri delle condoglianze sono stati esposti nelle varie diocesi della Svizzera sui quali centinaia di fedeli hanno potuto scrivere un messaggio d’affetto al Papa defunto.

 

Anche il Messico piange la scomparsa di Giovanni Paolo II. Oggi al tramonto partirà la “papa-mobile”, che girerà vuota per le vie della capitale fino a mezzanotte, quando arriverà davanti alla basilica di Guadalupe, dove si terrà anche una Messa solenne in ricordo del Papa. Domani mattina un maxischermo allestito davanti alla basilica, permetterà ai fedeli di seguire i funerali in diretta.        

 

                  

 

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24 ORE NEL MONDO

7 aprile 2005

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Il presidente sudafricano, Thabo Mbeki, ha espresso la propria soddisfazione per la firma dell’intesa a Pretoria, dopo quattro giorni di negoziati, tra il governo e i ribelli della Costa d’Avorio. Con questo accordo, raggiunto ieri anche grazie alla mediazione del capo di Stato sudafricano, le parti si impegnano a cessare le ostilità, a riconoscere che il conflitto è terminato e a disarmare le milizie. E’ stato anche chiesto il coinvolgimento dell’ONU per assicurare un futuro democratico al Paese. Il nostro servizio:

 

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Tutte le parti in causa del conflitto ivoriano – governo, opposizione e ribelli delle ‘Forze Nuove’ – hanno chiesto a Thabo Mbeki di “inviare una richiesta” all’Onu affinché le Nazioni Unite partecipino alla preparazione delle elezioni presidenziali previste in Costa d’Avorio ad ottobre. Il Paese africano è sprofondato nel caos nel 2002 quando tre formazioni armate del nord si sono sollevate contro il presidente ivoriano Laurent Gbagbo. Dopo un periodo di scontri, con un numero imprecisato ed elevato di vittime, il Paese è rimasto diviso in due: il sud sotto il controllo delle forze governative ed il nord sotto l’influenza dei ribelli. Il conflitto ha anche determinato gravissime ripercussioni economiche sulla produzione del cacao, di cui la Costa d’Avorio è uno dei primi esportatori al mondo. Malgrado gli accordi di ‘Linas-Marcoussis’, patrocinati nel gennaio 2003 dalla Francia, lo stallo è proseguito. Adesso questo accordo firmato a Pretoria alimenta nuove speranze per un autentico futuro di pace. Il prossimo 14 aprile dovrebbe svolgersi un incontro tra i comandanti delle formazioni dei ribelli e i vertici dell’esercito governativo per definire i dettagli del disarmo e la formazione di un esercito nazionale riunificato. A Pretoria è stato anche deciso che 600 ex ribelli verranno integrati nelle forze di polizia per operare in aree della Costa d’Avorio dove sono presenti i caschi blu della missione di pace dell’ONU.

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In Iraq ha prestato giuramento il nuovo presidente iracheno, il leader curdo Talabani. Dopo la cerimonia di insediamento è anche attesa la nomina, da parte di Talabani, del primo ministro. Sembra scontato che la carica di premier sarà ricoperta dal leader radicale sciita, Ibrahim al Jafaari.

 

In Iran un centinaio di studenti e alcuni insegnanti di una scuola di Teheran sono stati presi in ostaggio e successivamente rilasciati da un uomo armato che ha fatto irruzione nell’istituto. Il sequestro si è concluso dopo oltre due ore. Nessun ostaggio è rimasto ferito. Il rapitore, un soldato, si è consegnato alla polizia.

 

Un elicottero è precipitato in Afghanistan: tredici militari statunitensi e tre civili americani sono morti. Il numero delle vittime sembra destinato a salire a 18, perché sono minime le speranze di ritrovare ancora in vita due persone date per disperse. L’incidente è avvenuto, ieri, nella provincia di Ghazni. Il governo di Kabul ha annunciato, intanto, che la prossima Conferenza dei donatori per l’Afghhanistan si svolgerà il prossimo 22 luglio a Londra.

 

Colpi di arma da fuoco sono stati sparati contro il cosiddetto ‘Pullman della Pace’ che questa mattina ha inaugurato il primo servizio di collegamento, dopo sessant’anni, tra i versanti indiano e pakistano del Kashmir. Lo ha reso noto un’emittente indiana precisando che tutte le persone a bordo dell’automezzo sono rimaste illese.

 

In Colombia diciassette militari sono rimasti uccisi in un’imboscata tesa da militanti delle Forze armate rivoluzionarie (FARC). I ribelli hanno fatto esplodere una mina al passaggio della pattuglia governativa lungo la strada tra Fortul e Tame, nel nord del Paese. Lo ha reso noto il generale Reinaldo Castellanos, comandante dell’esercito colombiano.

 

Un emiro del sedicente ‘Gruppo salafita per la predicazione ed il combattimento’ legato ad al Qaeda è stato ucciso dalle forze di sicurezza algerine nella regione di Bouira, in Cabilia, 120 chilometri ad est di Algeri. La vittima, Abdelmoumene Hacene, aveva 25 anni.

 

I funerali del principe Ranieri di Monaco si terranno il prossimo 15 aprile nella cattedrale di Montecarlo. Lo hanno reso noto fonti del Palazzo reale. La funzione sarà officiata dall’arcivescovo di Monaco, mons. Bernard Barsi. Ranieri, 81 anni, era il più anziano regnante d’Europa ed era alla guida del suo Paese da più di 55 anni.

 

In Giappone, la Corte Suprema ha condannato a morte Kazuaki Okazaki, leader della ‘Aum Shinrikyo’, la setta responsabile dieci anni fa della strage terroristica condotta con il gas nervino nella metropolitana di Tokyo. L’attacco, compiuto il 20 marzo 1995, aveva provocato la morte di 12 persone.

 

L’IRA contribuisca al riavvio del processo di pace nell’Irlanda del Nord. E’ l’appello che Gerry Adams, leader del movimento nazionalista ‘Sinn Fein’, ha rivolto al gruppo paramilitare dell’IRA. Adams ha chiesto di “accogliere e accettare” i metodi democratici. “Per oltre 30 anni, avete affermato con forza la legittimità del diritto del popolo dell’isola alla libertà e all’indipendenza”, ha aggiunto Adams. “Ora questa battaglia – ha concluso il leader del ‘Sinn Fein’ - può essere condotta con strumenti pacifici”.

 

In Italia, il referendum per l’abrogazione della legge sulla procreazione medicalmente assistita si terrà tra il 5 ed il 12 giugno. Lo ha comunicato ieri alla Camera il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi. Per questo referendum, i vescovi italiani, contrari all’attuazione della norma, hanno invitato gli elettori ad astenersi dal voto.

 

Il partito nazional-liberale di estrema destra austriaco, FPOE, ha espulso Joerg Haider, proprio leader storico. Haider due giorni fa ha fondato un nuovo movimento secessionista, la ‘Lega per il Futuro dell’Austria’.

 

Tragedia nel Mare del nord: tre pescatori olandesi sono rimasti uccisi per l’esplosione di una bomba issata con le reti a bordo del loro peschereccio. L’ordigno risale alla seconda guerra mondiale. Molte bombe sono state sganciate in mare dai bombardieri anglo-americani per risparmiare carburante al rientro dalle incursioni in Germania.

 

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