RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
96 - Testo della trasmissione di mercoledì 6 aprile 2005
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
L’arcivescovo Comastri celebra
in San Pietro una Messa di suffragio per il Papa defunto
IN PRIMO PIANO:
Cristiani, ebrei e musulmani al Santo Sepolcro a Gerusalemme
per ricordare Giovanni Paolo II
La testimonianza dei buddisti e degli induisti
La testimonianza del cardinale Oscar
Andrés Rodriguez Maradiaga.
CHIESA E SOCIETA’:
Dopo una lunga agonia è
morto stamani a Montecarlo il principe Ranieri III di Monaco. Il telegramma di
cordoglio del cardinale Joseph Ratzinger
Il leader curdo Talabani eletto presidente dell’Iraq.
6 aprile 2005
INIZIERA’ LUNEDI’ 18 APRILE IL
CONCLAVE PER L’ELEZIONE DEL NUOVO PAPA.
ALLA QUARTA CONGREGAZIONE GENERALE, LETTO DAL
COLLEGIO DEI CARDINALI
IL TESTAMENTO SPIRITUALE DI GIOVANNI PAOLO II, CHE
VERRA’ PUBBLICATO DOMANI. PRIMA DI MORIRE, IL PAPA NON HA RIVELATO IL NOME DEL
CARDINALE “IN PECTORE”
- A cura di Alessandro De Carolis -
Il Conclave che dovrà eleggere
il successore di Giovanni Paolo II e il 265.mo Pontefice della storia della
Chiesa inizierà nel pomeriggio del 18 aprile prossimo. La decisione è stata
presa questa mattina dai 116 cardinali – sui 122 presenti a Roma - che hanno
partecipato alla quarta Congregazione generale, terminata alle 12.30. A
riferirlo poco fa nella Sala stampa della Santa Sede è stato il direttore,
Navarro-Valls, durante il consueto briefing con i giornalisti. Il portavoce
vaticano ha anche reso noto che domani verrà pubblicata, in lingua polacca e in
una traduzione italiana, la versione integrale del testamento spirituale
lasciato da Giovanni Paolo II, letto questa mattina durante la Congregazione
generale. Si tratta di un documento scritto in vari momenti del Pontificato,
lungo complessivamente una quindicina di cartelle. La prima parte del
testamento porta la data del 1979.
I cardinali hanno prestato
attenzione ad alcuni aspetti dei Novendiali, i nove giorni di riti funebri
legati alle esequie del Papa scomparso. Il Collegio cardinalizio ha, tra
l’altro, esaminato e poi giudicato inattuabile per motivi tecnico-logistici
l’ipotesi di trasferire alla Basilica di San Giovanni in Laterano la bara del
Pontefice, prima della tumulazione, per permettere un saluto ai fedeli che non
hanno potuto recarsi in San Pietro. Oltre a San Pietro, piazza San Giovanni in
Laterano sarà la seconda area destinata ai pellegrini che potranno assistere
dai maxischermi ai funerali di Giovanni Paolo II. Per quanto riguarda invece i
riti d’inizio del Conclave, il direttore della Sala Stampa Vaticana ha detto:
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Al mattino, probabilmente alle
10 – lo confermeremo – sarà celebrata in San Pietro la Messa votiva “pro
eligendo Papa” nella Basilica Vaticana e nel primo pomeriggio i cardinali
entreranno in Conclave, fino alla elezione del nuovo Pontefice. Ultimo punto
che avevo qui questa mattina e che risponde ad un interesse dell’opinione
pubblica che mi sembra anche logico: posso confermare che il Santo Padre prima
del suo decesso non ha comunicato il nome del cardinale che si era riservato
‘in pectore’, annunciato nel concistoro dell’ottobre 2003. Perciò, la questione
non si pone più.
**********
Per ampliare la informazione ai
media – sono 3.500 i giornalisti accreditati da tutto il mondo - sono stati
realizzati, ha proseguito Navarro-Valls, due filmati che verranno proiettati
prima dell’inizio del Conclave: uno riguardante la Domus Sanctae Marthae - alloggio dei cardinali durante il Conclave
– l’altro riguardante alcuni strumenti o ambiti, ad esempio la stufa per la
fumata. Al Conclave, ha concluso Navarro-Valls, non parteciperanno alcuni cardinali
per motivi di salute: di questi ultimi però non è ancora noto il numero.
SEMPRE
PIU’ IMMENSA LA FOLLA DEI PELLEGRINI CHE ARRIVA IN SAN PIETRO
A
RENDERE L’ULTIMO OMAGGIO A GIOVANNI PAOLO II
Aumenta
con il passare delle ore il numero dei fedeli in fila a San Pietro. La fede
respinge la stanchezza e i pellegrini, provenienti da ogni parte del mondo,
sono disposti ad aspettare anche 12 ore pur di entrare nella Basilica di San
Pietro, dove è esposta la salma di Giovanni Paolo II. Medici e infermieri sono
mobilitati a tempo pieno per dare assistenza sanitaria alle centinaia di
persone in coda, mentre è stato decretato il blocco degli uffici e del traffico
per la giornata di venerdì. Il servizio di Barbara Castelli:
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L’orizzonte
capitolino si è riempito di un oceano di cuori, in attesa di rendere l’ultimo
omaggio a Giovanni Paolo II. E’ un’unica immensa fila che, sterminata, da
Piazza San Pietro arriva fino a Piazza Risorgimento, snodandosi nelle vie di
Borgo Pio e fino al quartiere Prati. Secondo la Protezione Civile, la media dei
pellegrini che passano davanti alla salma del Papa è di 13-15mila persone
l’ora. Solo ieri sono giunte in Vaticano 600 mila persone, altrettante sono
attese nella giornata di oggi. Giovani, anziani, famiglie: sono tante le
persone in silenziosa attesa. Diversi pellegrini, cedendo alla stanchezza,
hanno abbandonato la fila per tornare a casa o per entrare in una chiesa e
recitare una preghiera per l’anziano Pontefice defunto. Tanti, tantissimi,
invece, non demordono e aspettano, pur di rendere un ultimo ideale abbraccio al
Papa venuto da lontano. Ascoltiamo alcune testimonianze:
R. – Noi stiamo qui a Roma; è
dalle 4 di questa mattina che stiamo in fila perché vogliamo dire grazie al
Papa.
R. – Anche fino a domani starei
qui!
R. – Si farebbe anche un altro
giro, guarda: non ci pesa per niente!
R. – Il disagio è sopportabile
perché se consideriamo quello che lui ha dato a noi, questo è il minimo che noi
possiamo fare per lui.
R. – Insomma: ha fatto tanto bene,
lui, è andato in tutti i posti ... ora la gente viene a trovare lui!
D. – Cosa lascia questo
Pontefice al mondo?
R. –
Lascia molto. Lascia più di quello che si pensi. Ha lasciato una speranza,
quindi affrontare la vita senza paure perché domani è un altro giorno, c’è un
altro angolo da svoltare, non sappiamo cosa ci aspetta ...
R. –
Penso che soprattutto lascia l’insegnamento. Il Papa è stato un uomo coraggioso
che ha parlato sempre nella verità. Ha insegnato anche questa verità che – come
dice la Scrittura – vi farà liberi. Penso che sia un’eredità molto grande.
D. –
Voi siete appena usciti dalla Basilica per rendere l’ultimo omaggio al Papa.
Quali sono le vostre emozioni?
R. –
Diciamo che abbiamo fatto 12 ore di fila ma penso che ne sia valsa la pena e
che comunque aspettavamo il momento dell’incontro: da ieri sera alle 11.30
quando siamo arrivati qui a Roma. Sicuramente è stato emozionante arrivare là
davanti anche se un po’ frettoloso perché ovviamente oggi c’era tantissima
gente, e quindi è stato un po’ rapido “l’incontro”. Però, è bello tutto quello
che c’è di contorno, che si sta vivendo in questi giorni qui a Roma.
R. –
Abbiamo reso omaggio ad un grande uomo sia storico sia religioso.
R. –
Guardi, non ho parole. La commozione è talmente profonda che non ho parole per
dire quello che l’anima sente quando passa davanti a quella bara che si dice:
‘non è più’, però c’è!
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L’ARCIVESCOVO COMASTRI CELEBRA
IN SAN PIETRO
UNA MESSA DI SUFFRAGIO PER GIOVANNI PAOLO II
Il
vicario del Papa per la Città del Vaticano, mons. Angelo Comastri, ha celebrato
anche oggi una Messa di suffragio nella Basilica di San Pietro, mentre la folla
portava l’omaggio alla salma di Giovanni Paolo II. Ma cosa rimane nei cuori di
questo grande Pontefice? Giovanni Peduto lo ha chiesto allo stesso arcivescovo
Comastri:
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R. –
E’ la professione coraggiosa della fede e l’urgenza che ha messo in tutti di
una nuova evangelizzazione. Giovanni Paolo II ha percepito che l’Europa si sta
scristianizzando; ha percepito che il mondo si sta disancorando dai valori che
sostengono la società e l’umanità. E ha messo nel cuore di tutti, ha riacceso
nel cuore di tutti una grande voglia di evangelizzare: perché il Vangelo è
giovane! E’ il mondo che è invecchiato! Ma il Vangelo, paradossalmente, è
ancora più giovane di quello che noi possiamo immaginare, e Giovanni Paolo II
ci ha rimesso tutti sulle strade del mondo per annunciare Gesù.
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GIOVANNI
PAOLO II E LE UDIENZE GENERALI
DEL MERCOLEDI’, IL PAPA E LA
CATECHESI DEI FEDELI
Lungo tutto il Pontificato di
Giovanni Paolo II, il giorno del mercoledì è stato dedicato all’incontro con i
fedeli nell’udienza generale. Papa Wojtyla ha sempre prestato grande cura alla
catechesi, tanto da dedicargli la sua prima Lettera Apostolica. Alle quasi 1200
udienze del mercoledì, hanno partecipato almeno 17 milioni e mezzo di persone.
Sull’udienza quale momento privilegiato della catechesi per Giovanni Paolo II,
ascoltiamo il servizio di Alessandro Gisotti:
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(musica)
Il Pastore
che fa partecipe della Parola la comunità dei fedeli: con questo spirito,
Giovanni Paolo II anima ognuna delle sue udienze generali del mercoledì, fin
dalla prima il 25 ottobre del 1978. Quel giorno, in Aula Paolo VI, intraprende
un dialogo con i fedeli, che si è rafforzato e vivificato udienza, dopo
udienza. Il Pontefice riprende il cammino catechetico iniziato da Giovanni
Paolo I. Papa Luciani, scomparso prematuramente, voleva parlare delle 7 lampade
della vita cristiana, delle virtù cardinali e teologali. E Papa Wojtyla parte
proprio da qui.
Fin dai
primi passi del Pontificato, la catechesi è uno degli aspetti caratterizzanti
del magistero di Giovanni Paolo II. La prima Esortazione Apostolica firmata dal
Santo Padre, la Catechesi Tradendae – il giorno del primo anniversario
della sua elezione al Pontificato – afferma con forza che la catechesi è uno
dei “fondamentali doveri” della Chiesa ed “esperienza antica” quanto la Chiesa
stessa. Essa nasce dal volere di Gesù Cristo, come sua ultima consegna agli
apostoli, prima di tornare al Padre. “Lo scopo definitivo della catechesi –
scrive ancora il Papa – è di mettere qualcuno non solo in contatto, ma in
comunione, in intimità con Gesù Cristo”. E nel dicembre del 2000, il “Papa
catechista” si rivolge ai sacerdoti e ai docenti di religione, ribadendo che
nell’insegnamento catechetico bisogna sempre fissare lo sguardo su Gesù:
“Come
il Precursore, il catechista non deve porre risalto se stesso ma Cristo. Tutto
va orientato a Lui: alla sua venuta, alla sua presenza, al suo mistero. Il
catechista deve essere voce che rimanda alla Parola, amico che conduce allo
Sposo”.
Impossibile
ricapitolare anche solo i temi su cui Giovanni Paolo II si è soffermato nelle
quasi 1200 udienze generali. Dall’ “unità originaria dell’uomo e della donna”
nel Libro della Genesi al “Discorso sulla montagna” alla “Teologia del Corpo
Mistico di Cristo”, le riflessioni del Papa arricchiscono i fedeli, rendendo
viva la Parola.
Negli
ultimi mesi del suo Pontificato, il Papa si sofferma sul Libro dei Salmi e
consacra la sua catechesi al Mistero Eucaristico. Proprio all’Eucaristia,
infatti, il Pontefice ha dedicato la sua ultima enciclica e il 17 ottobre del
2004 apre l’Anno sull’Eucaristia, preceduto dalla pubblicazione della Lettera
Apostolica Mane Nobiscum Domine. All’udienza generale del 13 ottobre
scorso, il Papa parla del dono salvifico di Cristo all’umanità:
“Attraverso
la redenzione operata da Cristo, il Padre opera in noi una radicale
trasformazione: una piena liberazione dal male”.
E sul tema della redenzione il
Pontefice torna in uno dei suoi ultimi incontri del mercoledì. E’ il 12 gennaio
del 2005. La catechesi è dedicata ad un Cantico dell’Apocalisse di Giovanni. Il
Papa, ancora una volta, ribadisce con forza che, nonostante il flusso spesso
sconcertante della storia, il bene alla fine trionferà sul male:
“Nella
Risurrezione di Gesù, il Padre ci ha offerto la certezza che, alla fine del
mondo, il bene trionferà”. (Applausi)
Messaggio che riecheggia
il 26 gennaio in Aula Paolo VI, quando il Pontefice, svolgendo la catechesi sul
Salmo 114, descrive l’uomo nell’ora della prova più dura:
“La fede autentica sente sempre Dio come amore,
anche se in qualche momento è difficile intuire il percorso del suo
agire”.
E’ l’ultima volta che Giovanni Paolo II parla ai fedeli ad un’udienza
generale. Il primo febbraio, il Papa viene ricoverato al Policlinico Gemelli: è
l’inizio della sua ultima, sofferta, fase di vita terrena. I fedeli,
soprattutto i suoi amati giovani, lo potranno incontrare ancora mercoledì 30
marzo. In migliaia sono in piazza San Pietro. Il Santo Padre, pur provato, si
affaccia dalla finestra del suo appartamento, Tenta, ma non riesce a parlare.
Tuttavia, dalla Cattedra della Sofferenza, l’ultima silenziosa catechesi di
Giovanni Paolo II non ha bisogno di parole pronunciate. Il messaggio è forte:
“Aprite le porte a Cristo”.
(musica)
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima pagina: il titolo di apertura è “Mercoledì: che
udienza!”
Messaggi e telegrammi di cordoglio dei capi di Stato e di
governo.
La rassegna della stampa
internazionale. Tre pagine dedicate alla biografia di Giovanni Paolo II.
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6
aprile 2005
CRISTIANI, EBREI E MUSULMANI AL SANTO SEPOLCRO
A GERUSALEMME PER RICORDARE GIOVANNI PAOLO II
I cristiani di Gerusalemme hanno ricordato oggi Giovanni
Paolo II con una Messa di suffragio nella Basilica del Santo Sepolcro.
L’iniziativa è stata presa dal Patriarca latino Michel Sabbah. Hanno
partecipato al rito anche ebrei e musulmani. Ce ne riferisce da Gerusalemme,
Francesca Fraccaroli:
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Gerusalemme
si è raccolta stamane nella Basilica del Santo Sepolcro per ricordare Giovanni
Paolo II, il Papa tanto amato, che qui, in Terra Santa, ha compiuto gesti
indelebili. Una Messa presieduta dal Patriarca latino Michel Sabbah, proprio
nella Basilica della Risurrezione perché “se ci rattrista la sua morte siamo
comunque confortati dalla certezza che la Gerusalemme celeste ha accolto un
nuovo cittadino”, ha commentato padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra
Santa. Presenti tutti i prelati delle Chiese d’Oriente e rappresentanti
religiosi di fede ebraica e musulmana, il nunzio apostolico Pietro Sambi
insieme ai consoli ed ambasciatori di governi europei. Frati francescani, suore
di Madre Teresa di Calcutta uniti in preghiera con i religiosi di rito
ortodosso a testimoniare che il dialogo interreligioso ed ecumenico, tanto
voluto da questo Papa, è tangibile in Terra Santa. Ed è su questo cammino,
coraggiosamente indicato da Giovanni Paolo II, che gli uomini di fede vogliono
proseguire per costruire la pace.
Da
Gerusalemme, per la Radio Vaticana, Francesca Fraccaroli.
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LA TESTIMONIANZA DEI
BUDDISTI E DEGLI INDUISTI
Diamo ora la parola ai buddisti. Paolo Ondarza ha
sentito Micchicò Noigiri, presidente del centro Urasenke, per la diffusione
della cultura giapponese e zen.
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R. – Il
Papa scomparso è sempre stato stimato dal mondo buddista. Soprattutto
l’incontro di Assisi rappresenta un profondo ricordo per tutti i buddisti. Il Papa ha invitato tutti i religiosi,
senza discriminazione, a pregare insieme per la pace.
D. – Si è
trattato di un’iniziativa unica …
R. – Sì,
fino ad oggi è stata veramente una cosa unica.
D. –
Cosa vuol dire per i buddisti la morte di Giovanni Paolo II?
R. – Per
noi non scompare. E’ più importante per noi capire come continuare quella
strada che ha aperto il Santo Padre. Questo è più importante.
D. – A
cosa si riferisce quando parla della strada aperta dal Santo Padre? Ha qualcosa
in particolare in mente?
R. – Lui
è stato un esempio di amore verso il prossimo. Ha combattuto contro la
discriminazione e l’emarginazione.
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La morte di Giovanni Paolo II ha
segnato profondamente anche gli induisti. Lo conferma Lalita Namjoshi del
Somaija College di Bombay, impegnata nel dialogo interreligioso e ricevuta per
tre volte in Vaticano dal Papa. L’intervista è di Paolo Ondarza:
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R. – THE FIRST TIME …
La prima
volta che ho visitato il Vaticano e ho incontrato Giovanni Paolo II sono
rimasta colpita dal vedere una tale personalità. Io lavoravo per il Dialogo
interreligioso tra l’induismo e il cristianesimo. Ho potuto sentire e leggere
molto su Sua Santità Giovanni Paolo II e su come si sia impegnato per il
dialogo interreligioso. Mi ricordo ancora le parole che mi ha detto: “Dio ti
benedica”. Quel momento è ancora vivo dentro di me: quella benedizione è ancora
con me.
D. – Che
significato ha il messaggio di Giovanni Paolo II per gli indù?
R. – I THINK THAT …
Credo
che ci abbia insegnato come stare insieme ai nostri fratelli cristiani. Ci ha
dato delle chiavi per porre a confronto aspetti della religione e della
filosofia di entrambe le tradizioni. Grazie a Giovanni Paolo II, abbiamo potuto
capire che le religioni sono dei mezzi per avvicinarsi, non per dividere.
Attraverso le varie religioni la spiritualità si sviluppa. Come figli di Dio
noi siamo tutti fratelli e sorelle. Questo è stato il messaggio del Papa, anche
per noi indù.
D. – Ci
sono immagini o parole del Papa particolarmente significative per lei?
R. – THE SECOND TIME …
La
seconda volta che l’ho incontrato, in udienza privata, aveva un aspetto molto
fragile e molto malato, ma ancora mostrava una grande forza attraverso i suoi
occhi. La luce che emanava era veramente forte. Questa forza, il suo impegno
verso la gente, verso Dio, è stato veramente un principio guida per la crescita
della mia persona.
D. – Ed
ora gli indù come leggono la morte del Papa?
R. – I CANT’ SPEAK ABOUT THE …
Non
posso parlare a nome della maggior parte degli indù. Posso farmi portavoce
degli indù interessati ad un’armonia religiosa: per loro il Papa non è stato
solo il Santo Padre dei cristiani, ma è stato anche il loro Padre. Quindi, la
sua morte per noi è una grande perdita.
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LA TESTIMONIANZA DEL CARDINALE
OSCAR ANDRES RODRIGUEZ
MARADIAGA
La parola adesso al
cardinale honduregno Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di
Tegucigalpa, al microfono di Marco Cardinali:
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R. – Io l’ho sentito sempre come un grande motivatore.
Sento una grande nostalgia di lui, è come se fosse morto mio padre.
D. – Giovanni Paolo II ha avuto un amore viscerale per i
giovani, a cui ha sempre parlato con grande amore, con grande affetto,
invitandoli a guardare in alto …
R. – Sì, questi giovani sono i più vicini, sono quelli che
stanno pregando di più. E’ da mesi che stiamo preparando la Giornata mondiale
di Colonia. Adesso i giovani piangono e dicono: cosa faremo a Colonia? Io penso
che questo sia il momento di rafforzare la nostra fede e il nostro impegno per
Cristo. Il Santo Padre insegna a tutti, ma specialmente ai giovani, che non
dobbiamo avere paura di aprire le porte a Cristo. Lui ha una forza di
attrazione non per sé, come persona, ma per portarli a Cristo. Penso che ciò
sia necessario in questo momento. Io ho
avuto il dolore di perdere mio padre quando ero solo diciottenne. Però ho
sentito di avere una missione quando mio padre mi ha detto: avanti! Allora
penso che il Santo Padre, in questo momento, dice a tutti, ma soprattutto ai
giovani: avanti!
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6 aprile 2005
PER IL GRANDE ABBRACCIO
FINALE AL PAPA, ROMA SI PREPARA AD ACCOGLIERE
TRA ECCEZIONALI MISURE DI SICUREZZA CENTINAIA DI
PERSONALITA’
DA TUTTO IL MONDO
- Servizio di Roberta Gisotti -
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Mentre
il popolo di Dio, giunto da ogni angolo del pianeta, con sorprendente infinita
pazienza affronta la lunghissima attesa – fino a 14 ore di fila - per portare
di persona l’ultimo saluto a Giovanni Paolo II nella Basilica di san Pietro, si
aspettano a Roma delegazioni dai Paesi di tutto il mondo per partecipare ai
funerali del Papa. Onu, Unione Europea, Lega araba saranno rappresentate ai
massimi livelli, e cosi hanno già dato la loro adesione massima parte degli Stati
europei. Tra questi le ultime conferme per la Turchia, con il primo ministro
Erdogan, e dai Paesi scandinavi; per la Svezia il Re Gustavo XVI e la regina
Silvia, per la Norvegia la Regina Sonja e il premier Bondevic, per la Danimarca
e la Finlandia i primi ministri. Confermata dagli Stati Uniti, per la prima
volta nella storia, la partecipazione di un presidente, Bush, ai funerali di un
pontefice, accompagnato da altri due ex presidenti, il padre George Bush e Bill
Clinton. Funerali che - nonostante l’inizio del Rito alle 10 del mattino a Roma
coinciderà con le 4 di notte a Washington – saranno seguiti in diretta dalla
Reti televisive americane ABC, CBS e NBC. Da rilevare che
il Senato statunitense proprio ieri ha approvato una risoluzione in omaggio a Giovanni
Paolo II, sottolineando il suo ruolo “unico, sostanziale e storico nella
scomparsa del comunismo sovietico”, e ponendo in rilievo “la capacità del Papa
di superare i limiti della religione, della razza e del pensiero politico,
diventando un eccezionale campione, unificatore e difensore nella lotta
dell’umanità per la pace e i diritti umani essenziali”.
E si
allunga anche la lista dei Paesi latinoamericani attesi a Roma per il rito
funebre: 8 presidenti, 2 first lady, 5 vicepresidenti, 3 ministri degli Esteri
ed il presidente del Parlamento cubano.
Dal
Medio Oriente giungono le conferme dal re giordano Abdallah II e dal presidente
iraniano Khatami, per la seconda volta in Vaticano, il quale ricordando il Papa
ne ha elogiato i “grandi sforzi per fare trionfare la verità, la giustizia e la
pace nel mondo”. Si aggiungono ai capi di Stato siriano e libanese, al ministro
degli Esteri israeliano Shalom e al primo ministro palestinese Abu Ala. Ancora
dall’Asia oltre le già note adesioni di Giappone, Filippine ed India, giungono
le conferme di Indonesia, Bangladesh, Malaysia, Pakistan e dell’ex Repubblica
sovietica dell’Armeria. Dall’Australia e dalla Nuova Zelanda arriveranno i
governatori generali.
Dall’Africa,
infine, i presidenti di Mozambico, Repubblica Democratica del Congo, Ghana e
Guinea equatoriale, il vicepresidente del Sud Africa, il premier delle
Mauritius, il ministro degli Esteri del Kenya.
Tra le
personalità religiose di altre confessioni cristiane vi saranno: il patriarca
di Costantinopoli, Bartolomeo I, il Metropolita Kiril della Chiesa ortodossa
russa, il Patriarca ecumenico della Chiesa greco-ortodossa di Grecia e
Metropolita di Atene, l’arcivescovo Christodoulos, il Patriarca armeno
ortodosso di Istanbul, Mesrob II, il Catholicos Karenin II della Chiesa
ortodossa armena, l’arcivescovo anglicano di Canterbury, Rowan Williams.
Intanto,
si preparano da parte della Forze dell’ordine tutte le misure necessarie alla
sicurezza per i funerali del Papa. Già da ora, sono mobilitati circa 3000
addetti nell’area circostante il Vaticano e in prossimità delle stazioni
ferroviarie. Allertati anche i dispositivi di sicurezza nei cieli e in mare. In
particolare, la NATO ha garantito la sorveglianza aerea su tutta l’Italia
centrale nella giornata di venerdì.
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CONTINUANO IN TUTTO IL MONDO LE INIZIATIVE
DI PREGHIERA
E LE
CELEBRAZIONI SPECIALI IN ONORE DI GIOVANNI PAOLO II.
MIGLIAIA
DI FEDELI SI STRINGONO IN PREGHIERA IN QUESTI GIORNI DI LUTTO
E
SOFFERENZA PER LA SCOMPARSA DEL SANTO PADRE
- A
cura di Mariavittoria Savini -
Venerdì, giorno dei funerali del Pontefice, tutte le
bandiere italiane ed europee rimarranno a mezz’asta su tutti gli edifici
pubblici. Intanto, l’Italia continua a piangere da nord a sud il suo Papa. “Non
abbiate paura”: è questo il tema della veglia di preghiera promossa dalla
Conferenza episcopale italiana (CEI) che si terrà domani sera alle 21 in piazza
San Giovanni. Dopo la veglia, alla quale sono invitati tutti i giovani di Roma
e provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo, è prevista una fiaccolata
aperta dalla Croce delle Giornate Mondiali della Gioventù lungo le strade di
Roma fino al Circo Massimo. Il sindaco Walter Veltroni ha ricordato ieri “il
Papa della libertà e del dialogo” durante il Consiglio comunale straordinario,
convocato per commemorare il Santo Padre, durante il quale è stato sottolineato
lo strettissimo legame di Giovanni Paolo II con la città di Roma, in cui ha
visitato più di 300 parrocchie. A Roma, le Università statali La Sapienza, Tor
Vergata e Roma Tre, alle ore 12 di domani svolgeranno in contemporanea tre
cerimonie religiose in omaggio del Pontefice. Ad Assisi, si è svolta ieri
pomeriggio una solenne Messa in ricordo del Santo Padre nella cappella papale
della Basilica inferiore di San Francesco. La cerimonia è stata officiata dal
vescovo della città, Sergio Goretti, che ha ricordato nell’omelia il primo
incontro interreligioso che si svolse ad Assisi nell’ottobre del 1986. Una
grande fotografia posta ai piedi dell’altare ritraeva il Pontefice davanti al
Muro del pianto con l’ombra della Croce del pastorale sul volto. A Sanremo, è
stata annullata la prima tappa del ventesimo “Sanremo Rally Storico Coppa dei
Fiori”, che avrebbe dovuto aver luogo venerdì, giorno dei funerali del Papa. A
Bergamo si è riunito ieri sera, in seduta straordinaria, il consiglio comunale
per commemorare Giovanni Paolo II, definito dal sindaco Roberto Bruni “maestro
di umanità”. Per la prima volta, è stato presente anche il vescovo della città,
Roberto Amadei. A Torino, in occasione dei funerali di Giovanni Paolo II, sarà
allestito un maxischermo all’interno della Basilica di Maria Ausiliatrice, per
permettere ai fedeli di partecipare alla cerimonia funebre. A Venezia, nella
chiesa di San Salvador, si trovano oltre 300 messaggi e disegni creati dai
bambini delle scuole elementari veneziani, per esprimere i loro sentimenti di
sincero affetto nei confronti del Papa.
Oltre 200 mila persone hanno partecipato ieri ad una
Messa all’aperto, celebrata in suffragio del Papa in piazza Pilsudski, nel centro
di Varsavia. La celebrazione, che vuole essere la Messa ufficiale della Polonia
in ricordo del suo Papa, è stata officiata dal cardinale Jozef Glemp insieme
con 250 sacerdoti e quasi tutti i vescovi del Paese. Uno spettacolare gioco di
colori è quello che aleggia nell’aria: sul grande palco, primeggiano il bianco
e giallo del Vaticano, mentre intorno alla piazza sventolano il bianco e il
rosso delle migliaia di bandiere della Polonia listate a lutto. Ewa Filipiak,
sindaco di Wadowice, città natale di Giovanni Paolo II, ha comunicato ieri che
verrà costruito un monumento in onore del “Papa sorridente”: dovrebbe
essere inaugurato il 16 ottobre, giorno dell’anniversario della sua elezione a
pontefice. Il sindaco polacco sarà presente a Roma il giorno dei funerali e, in
onore alla tradizione polacca di mettere nella bara dei connazionali deceduti
lontano dalla madrepatria un po’ di terra natia, porterà con sé anche una
piccola valigia con un sacchetto di terriccio prelevato attorno alla casa dove
nacque Wojtyla. La Romania ha annunciato per venerdì una giornata di lutto
nazionale in occasione dei funerali del Papa. Il governo romeno ha inoltre
consigliato di tenere le bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici, e
ha invitato le emittenti televisive e radiofoniche del Paese di adeguare la
loro programmazione in rispetto del Santo Padre.
La diocesi di Hong Kong ha
auspicato che la scomparsa di Giovanni Paolo II diventi anche una grande
occasione di solidarietà oltre che di preghiera. Domenica prossima, in tutte le
parrocchie, verrà celebrata una Messa di suffragio per ricordare il Pontefice.
Alla popolazione è stato rivolto l’appello di rinunciare a tutte le spese per
ghirlande, fiori e altri omaggi così da devolvere i soldi in offerte e
donazioni destinate alle vittime dello tsunami.
Profonda
commozione emerge anche dalle parole dei vescovi della SACBC (Southern
African Catholic Bishops Conference), che raggruppa i vescovi di Sudafrica,
Botswana e Swaziland. In un comunicato, ricordano “l’uomo di pace e riconciliazione
che ha vigorosamente seguito la via del dialogo con i credenti di diverse
religioni” per i suoi ripetuti appelli, volti a “riscoprire le radici della
fede e i valori del Vangelo, amore, giustizia e solidarietà”.
In
India, anche i credenti sikh esprimono parole di affetto in memoria di Giovanni
Paolo II, ricordando “con gioia” i due incontri interreligiosi organizzati ad
Assisi dal Santo Padre ai quali furono invitati nel 1986 e nel 2002, grandi
occasioni “di dialogo, gioia e pace”.
A
Pechino oltre 60 sacerdoti hanno celebrato la Messa in suffragio del Papa,
svoltasi lunedì alla presenza di numerosi religiosi e 100 seminaristi. Durante
l’omelia, si è sottolineato il grande affetto dei cattolici cinesi nei
confronti del Pontefice. Ieri, nella parrocchia di San Giuseppe è stata
celebrata una Messa in latino e domani un’altra celebrazione si terrà nella
parrocchia della Madonna del Monte Carmelo.
In
Bulgaria, i deputati del Parlamento hanno osservato ieri un minuto di silenzio
in memoria di Giovanni Paolo II. Il Pontefice, che aveva visitato il Paese nel
maggio del 2002, è stato definito “uno dei personaggi più mirabili della nostra
epoca”. Il presidente del Parlamento bulgaro, Borislav Velikov, ha inoltre
affermato che “la morte del Sommo Pontefice è una perdita incolmabile non
soltanto per milioni di cattolici, ma anche per tutti i cristiani e per tutte
le altre fedi nel mondo”.
In
Germania, nella chiesa cattolica di Sant’ Edvige, hanno partecipato in circa
800 alla Messa in suffragio del Papa celebrata ieri sera. Insieme ai cattolici,
erano presenti anche esponenti della Chiesa evangelica, della comunità ebraica
e di quella turco-musulmana.
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6 aprile 2005
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A cura di Amedeo Lomonaco -
Dopo una lunga agonia si è spento
stamani a Montecarlo il principe Ranieri III di Monaco. Aveva 81 anni. Il
cardinale Joseph Ratzinger ha indirizzato, in nome del collegio cardinalizio,
un messaggio di cordoglio alla famiglia reale, al governo ed al popolo
monegasco. “Chiediamo al Signore – si legge nel testo – di accogliere il
principe Ranieri nella pace e nell’eternità del suo regno”. Il servizio di
Francesca Pierantozzi:
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Il principe di Monaco è morto
questa mattina nel centro cardio-toracico di Montecarlo, dove era stato
ricoverato un mese fa. Ieri, per la prima volta, non era stato diffuso nessun
bollettino medico, segno che le condizioni di Ranieri, gravissime da giorni,
erano ulteriormente peggiorate. La notizia ufficiale è stata data da Palazzo
Grimaldi. La morte è avvenuta alle 6.35 per complicazioni bronco-polmonari,
cardiache e renali. Il principe soffriva da tempo di problemi respiratori e
cardiaci. Due settimane fa era stato trasferito nel reparto di rianimazione per
un’infezione. Le sue condizioni erano progressivamente peggiorate. Al suo
capezzale si sono sempre avvicendati i figli: Carolina, Alberto e Stefania.
Giovedì scorso, il Consiglio della Corona aveva nominato reggente Alberto, che
ora diventerà il nuovo principe di Monaco, Alberto II. Messaggi di cordoglio
arrivano da tutto il mondo per un principe che ha rivoluzionato la vita del suo
piccolo Principato. Le esequie dovrebbero avvenire, come vuole la tradizione,
tra i sette e i nove giorni dopo il decesso.
Francesca Pierantozzi, da Parigi, per la Radio Vaticana.
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In Iraq si sblocca lo stallo istituzionale
e politico: il leader curdo Jalal Talabani è stato eletto presidente dal parlamento di Baghdad. L’elezione
di Talabani, 72.enne leader dell’Unione patriottica del Kurdistan (PUK),
costituisce un momento storico per la comunità curda, perseguitata e oppressa
durante il regime di Saddam Hussein. Il Parlamento ha ratificato anche altre
nomine. Il nostro servizio:
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I 275
deputati hanno nominato lo sciita Abdul Mahdi, ex ministro delle Finanze, ed il
sunnita Ghazi al Yawar, presidente uscente, quali vicepresidenti di Talabani.
L’annuncio dell’elezione di Talabani è stato seguito da un lungo applauso. Il
vicepresidente del parlamento, Hussain al Shahristani, ha dichiarato che la
figura politica di Talabani riflette gli sforzi compiuti da tutti i gruppi
etnici e religiosi del Paese arabo. In base a quanto rivelato dal ministro
iracheno per i Diritti umani, Bakhtiyar Amin, anche Saddam Hussein ed i membri
del suo deposto governo avrebbero assistito, grazie alla diretta televisiva,
all’elezione del nuovo presidente. Dopo la designazione di Talabani, il Consiglio presidenziale avrà ora due settimane di tempo per
scegliere all’unanimità il nuovo premier e, su proposta di questi, i ministri
dell’esecutivo. Per la carica di premier è data per scontata la nomina dello
sciita Ibrahim Jaafari. Sembra priva di fondamento, infine, la notizia della
liberazione dei tre giornalisti rumeni rapiti la scorsa settimana a Baghdad. Il
rilascio dei reporter, annunciato ieri da due emittenti rumene, è stato
successivamente smentito dalla presidenza della Romania.
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In Arabia Saudita un altro membro di al
Qaeda è stato ucciso durante un raid condotto dalle forze di sicurezza saudite
nel nord del Paese. La vittima è Abdulrahman al Yazji, uno degli estremisti più
ricercati dalle autorità di Riad. In tre giorni di combattimenti, gli agenti
della sicurezza saudita hanno ucciso 18 miliziani. Tra questi c’è anche il franco-marocchino
Abdel Karim Al Majati, la ‘mente’ degli attentati ai treni di Madrid dell’11
marzo 2004. Secondo un comunicato diffuso via
internet dal ‘Movimento per le riforme islamiche’, sarebbe stato assassinato
anche Saleh al Oufi, considerato il capo di al Qaeda in Arabia Saudita.
L’amministrazione americana non intende accettare altri
ampliamenti degli insediamenti di coloni israeliani nei Territori palestinesi:
lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, George Bush. Il presidente
statunitense si è tuttavia astenuto dall’esprimere critiche direttamente
rivolte al primo ministro israeliano Sharon: “Sono ottimista - ha detto Bush -
sul fatto che potremo arrivare alla pace in Terra Santa”. In Israele, intanto,
almeno 40 mila persone saranno chiamate a decidere sull’opportunità di
proiettare nelle sale cinematografiche “La caduta”, film che racconta gli
ultimi giorni del dittatore nazista, Adolf Hitler.
La Corte suprema del Kirghiistan ha annullato una delle due
condanne inflitte al leader dell’opposizione Felix Kulov. La condanna annullata
era relativa a presunti abusi di potere commessi quando il politico kirghizo
era alla guida dei servizi di sicurezza. In giornata, la Corte si pronuncerà
anche sulla seconda condanna subita da Kulov per appropriazione indebita. Se
verrà cancellata anche questa, Kulov potrà candidarsi per la presidenza del
Kirghizistan.
Sono ormai 50 le persone morte per
l’influenza aviaria in Asia da quando, nel dicembre del 2003, è cominciata
l’epidemia: l’ultimo caso confermato dalle autorità vietnamite è quello di una
bimba di 10 anni. La ragazzina, Nguyen Hai Yen, è deceduta lo scorso 27 marzo
per un’insufficienza respiratoria nell’ospedale ‘Sant Paul’ di Hanoi,
dove era stata ricoverata.
Un nuovo libro di storia,
approvato dalle autorità di Tokyo, ha suscitato le reazioni di Cina e Corea del
Sud. Secondo Pechino e Seul il testo, destinato alle scuole giapponesi,
minimizza e giustifica “le brutalità dell'imperialismo nipponico in Asia nella
prima metà del secolo scorso”. L’ambasciatore nipponico è stato convocato dal
ministero degli Esteri cinese ed anche la Corea del Sud ha protestato
energicamente.
Le
parti in conflitto in Costa d’Avorio si sono impegnate “alla cessazione
immediata e definitiva di tutte le ostilità” ed “alla fine della guerra” in
tutto il Paese africano. Sono i termini di un accordo reso pubblico dopo
quattro giorni di negoziati a Pretoria, in Sud Africa.
In Italia, dopo la sconfitta alle
elezioni regionali, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a sorpresa
ha partecipato ieri sera ad un confronto televisivo con alcuni leader
dell’opposizione. Il premier ha detto di non pensare alle dimissioni e di
essere sicuro di poter vincere le elezioni politiche del 2006.
E’ morto all’età di 89 anni lo
scrittore americano Saul Bellow. Premio Nobel della letteratura nel 1976,
Bellow ha scritto opere molto note. Tra queste ci sono “Uomo in Bilico”, “La
Resa dei Conti” ed “Herzog”.
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