RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 95 - Testo della trasmissione di martedì 4 aprile 2005

 

 

Sommario

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Nessuna decisione sulla data del Conclave dalla terza Congregazione generale del Collegio cardinalizio. Forse domani la lettura del testamento pontificio. Confermata la sepoltura di Giovanni Paolo II nelle Grotte Vaticane

 

Le novità e i punti fermi del Conclave: illustrati dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie in un briefing dedicato alle norme su “Riti e legislazione della Sede vacante”.

 

Ieri il rito della traslazione della salma di Giovanni Paolo II dalla Sala Clementina alla Basilica Vaticana: una folla immensa continua a rendere l’ultimo omaggio al Papa. La Basilica resterà aperta fino a giovedì notte

 

         L’ultima lettera del Papa indirizzata al monastero di Jasna Gora a Czestochowa

 

Giovanni Paolo II, vescovo di Roma: 26 anni di amore tra i fedeli della Città eterna e il loro Pastore

 

IN PRIMO PIANO:

Le testimonianze dei fedeli che rendono l’ultimo omaggio a Giovanni Paolo II.

 

La riflessione di padre Raniero Cantalamessa, da oltre 25 anni predicatore della Casa Pontificia

 

Il ricordo del cardinale Paul Poupard

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il mondo intero si prepara a partecipare ai funerali di Giovanni Paolo II venerdì 8 aprile alle 10.00: attese a Roma le più alte cariche religiose, degli Stati e degli organismi internazionali

 

In ogni Paese, manifestazioni di lutto e Messe in suffragio del Santo Padre

 

24 ORE NEL MONDO:

Elezioni regionali ed amministrative in Italia: netta vittoria del centrosinistra che conquista 11 regioni. Il centrodestra vince solo in Veneto e in Lombardia.

 

In Iraq rapito a Baghdad un generale del ministero dell’Interno. Almeno 5 morti per scontri e agguati nella capitale e nella provincia di Al Anbar

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

5 aprile 2005

 

 

NESSUNA DECISIONE SULLA DATA DEL CONCLAVE DALLA TERZA CONGREGAZIONE

GENERALE DEL COLLEGIO CARDINALIZIO. FORSE DOMANI LA LETTURA

 DEL TESTAMENTO PONTIFICIO. CONFERMATA LA SEPOLTURA

DI GIOVANNI PAOLO II NELLE GROTTE VATICANE.

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

 

I cardinali del Sacro Collegio, riuniti questa mattina per la terza Congregazione generale, non hanno ancora deciso la data d’inizio del prossimo Conclave. Mentre è confermata la sepoltura di Giovanni Paolo II nelle Grotte Vaticane, nel luogo che fu di Giovanni XXIII, anche se la tumulazione del Pontefice scomparso avverrà in terra, all’interno di una triplice cassa coperta da una lapide e non all’interno di un sarcofago. Sono queste le notizie principali emerse questa mattina dal secondo briefing con i giornalisti del portavoce vaticano, Navarro-Valls, iniziato alle 13 nella Sala Stampa della Santa Sede. In una giornata che ha visto e vede tuttora fluire - incessante e affollatissima, come del resto per tutta la notte scorsa - la colonna di decine e decine di migliaia di fedeli, diretti alla Basilica di San Pietro per porgere l’ultimo saluto a Giovanni Paolo II, i cardinali già presenti a Roma hanno affrontato anche oggi alcune delle questioni inerenti alla celebrazione delle esequie pontificie: funerali solenni che – lo ricordiamo - si terranno venerdì prossimo, alle ore 10, sul sagrato della Basilica di San Pietro, presieduti dal cardinale decano, Joseph Ratzinger.

 

Nel descrivere alcuni i dettagli relativi alle esequie, è stato spiegato ai giornalisti che il volto del Pontefice sarà coperto da un velo di seta bianca prima della chiusura provvisoria della bara, precedente alle esequie. La bara sarà poi chiusa definitivamente nelle Grotte Vaticane, prima della tumulazione in terra.

 

Alla terza Congregazione generale di oggi - che ha visto partecipare nell’Aula nuova del Sinodo 88 dei 91 cardinali già presenti a Roma – sono stati dibattuti anche alcuni aspetti connessi con il Conclave, mentre il Collegio cardinalizio – ha aggiunto il direttore della Sala Stampa vaticana – non ha ancora proceduto alla lettura del testamento di Giovanni Paolo II: lettura che, ha spiegato Navarro-Valls, potrebbe essere affrontata domani. Anche per ciò che riguarda il nome del cardinale in pectore, il portavoce vaticano ha detto che bisognerà attendere la lettura del testamento pontificio.

 

 

LE NOVITA’ E I PUNTI FERMI DEL CONCLAVE: ILLUSTRATI DAL MAESTRO

DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE IN UN BRIEFING

DEDICATO ALLE NORME SU “RITI E LEGISLAZIONE DELLA SEDE VACANTE”

 

E’ cambiata la forma tradizionale di svolgimento del Conclave: lo ha ribadito mons. Piero Marini, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche del Papa, tenendo un briefing su “Riti e legislazione della Sede Vacante” dopo l’intervento di Navarro- Valls. Il servizio di Fausta Speranza:

 

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I cardinali non sono più fisicamente chiusi in un unico luogo: da questa che era la consuetudine fino al Conclave che ha eletto Giovanni Paolo II veniva il nome stesso della fase di elezione: dall’espressione latina cum clave, cioè praticamente chiusi a chiave. 

 

Per la prima volta i cardinali elettori occuperanno luoghi diversi che saranno la Domus Sancthae Martae, la Cappella Sistina e ambienti delle celebrazioni liturgiche. Certamente dovranno spostarsi da un luogo ad un altro ma senza contatti con l’esterno.

 

Il tutto in base alle norme volute da Papa Giovanni Paolo II con la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis del 1996. E a questo proposito mons. Marini ha sottolineato che in particolare nel secolo scorso praticamente tutti i papi sono intervenuti per rivedere qualcosa delle norme. Ascoltiamo mons. Marini:

 

         “Il rituale della stufa dovrebbe rimanere uguale. Si cercherà di farlo funzionare meglio dell’ultima volta e faremo in modo che suonino anche a festa le campane così i giornalisti saranno sicuri”.

 

Restano dei punti fermi: certamente – dicevamo – il fatto che i cardinali non possono essere avvicinati da nessuno durante il Conclave; che lo scrutinio è segreto e che i cardinali giurano di rispettare il segreto anche sulle operazioni di voto. Ma anche il fatto che comunque il Conclave si svolge entro la Città del Vaticano.

 

Mons. Marini ha dato queste spiegazioni dopo aver ricordato che il Conclave rientra nel periodo di sede vacante che va dalla morte del Papa all’elezione stessa. Un periodo in cui restano in carica solo il Camerlengo, il Decano del Collegio cardinalizio, il Sostituto della Segreteria di Stato e il Maestro delle Celebrazioni liturgiche. Un periodo, inoltre, interamente regolato da norme che tutti possono leggere nel dettaglio: a questo proposito ha fatto presente che esistono tre volumi a disposizione di chi vuole acquistarli nelle librerie vaticane.  Ma ha anche sottolineato che si tratta di un periodo forte per la Chiesa da accompagnare con la preghiera.

 

Ricordiamo che Giovanni Paolo II nell’introduzione della Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis spiegava di aver riformulato la normativa con “la consapevolezza della mutata situazione nella quale sta vivendo oggi la Chiesa e la necessità, inoltre, di tener presente la revisione generale della legge canonica”. Così scriveva Giovanni Paolo II aggiungendo: “pur tenendo conto delle esigenze del nostro tempo, mi sono preoccupato di non deflettere nella sostanza dalla linea della saggia e veneranda tradizione finora invalsa”.

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IL RITO DELLA TRASLAZIONE DELLA SALMA DI GIOVANNI PAOLO II

 

         Alle cinque di ieri pomeriggio, alla presenza del cardinale Camerlengo, Eduardo Martinez Somalo, della Famiglia pontificia e dei cardinali, la salma di Giovanni Paolo II ha lasciato per l’ultima volta la Sala Clementina e il Palazzo Apostolico, per essere traslata nella Basilica di San Pietro. Una cerimonia sobria, scandita dal passo funebre del drappello d’onore delle Guardie svizzere, che ha avuto il suo culmine nell’abbraccio delle decine di migliaia di persone che hanno fatto ala al passaggio del feretro papale, con grande commozione e anche qualche eccesso di curiosità. Ma per rivivere i momenti salienti del Rito della traslazione, la parola a Stefano Leszczynski.

 

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“Magna cum animi commotione ...

 

Dopo l’ultimo omaggio reso ieri nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico dalle autorità dei membri della Curia e dai dipendenti vaticani, alle 17.00 in punto è iniziato il rito della traslazione con un momento di preghiera, presieduta dal Camerlengo di Santa Romana Chiesa, il cardinale Eduardo Martinez Somalo. Poi, l’invito ai cardinali diaconi ad iniziare la processione.

 

“Procedamus in pace …”

 

Il corpo del Papa, avvolto nella casula rossa, la mitria bianca sul capo, è stato sollevato dai 12 sediari pontifici e portato a spalla verso la Basilica di San Pietro. Il segretario del Papa, mons. Stanislaw Dziwisz, seguiva il feretro di Karol Wojtyla, con i membri della Famiglia pontificia e i cardinali. Tra la folla di fedeli che fin dalle prime ore del mattino di ieri era assiepata in Piazza San Pietro e lungo Via della Conciliazione, un intenso silenzio, carico di emozione, che si è sciolto in un lungo affettuoso applauso quando Giovanni Paolo II, varcato il Portone di bronzo, ha attraversato per l’ultima volta Piazza San Pietro.

 

(applausi)

 

Prima dell’ingresso in Basilica, ancora una sosta sul sagrato, con i sediari che hanno esposto il corpo del Pontefice rivolto ai fedeli in piazza, molti dei quali, con il volto rigato dal pianto, hanno invocato il nome di Giovanni Paolo II. Infine, l’ingresso in Basilica e la deposizione ai piedi dell’altare maggiore, davanti al baldacchino del Bernini. Qui, il cardinale Somalo ha benedetto con l’acqua santa e l’incenso la salma di Giovanni Paolo II, prima di celebrare alla presenza di centinaia di sacerdoti la Liturgia della Parola. Dalla scorsa notte, la Basilica è aperta per permettere ai fedeli, giunti da tutte le parti del mondo, di salutare per l’ultima volta il Papa. E resterà aperta fino a giovedì notte.

 

(canto funebre)

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L’ULTIMA LETTERA DEL PAPA, AL MONASTERO

DI JASNA GORA A CZESTOCHOWA

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

“Affido la nostra Patria, tutta la Chiesa e me stesso alla sua materna protezione. Totus tuus!”. Questa affermazione, suggellata dal motto mariano di Giovanni Paolo II, chiude un documento che le circostanze hanno reso a suo modo storico: si tratta di una lettera, l’ultima firmata dal Pontefice scomparso.  Il Papa l’aveva indirizzata al Priore generale degli Eremiti Paolini, Izydor Matuszewski, nel monastero di Jasna Gora a Czestochowa. La lettera accompagnava un dono del Papa – le corone per l’icona della “Madonna nera”, immagine simbolo della Polonia cristiana e “cuore” spirituale del Paese d’origine di Giovanni Paolo II.

 

Nella lettera, il Papa ricordava tutto ciò che Dio ha fatto nella sua grande misericordia per la Polonia attraverso la Madonna negli ultimi 350 anni, trascorsi dalla vittoriosa difesa del monastero e della Polonia dall’invasione svedese. “Che tutto ciò parli anche alla nostra generazione - scriveva Giovanni Paolo II - Che tali eventi provvidenziali siano una chiamata all’unità nella costruzione del bene comune per il futuro della Polonia e di tutti i polacchi. Siano una chiamata a curare il tesoro dei valori eterni, così da assicurare che l’esercizio della libertà porti all’edificazione, non alla caduta”. Il Papa continuava affidando la sua Nazione all’“infallibile protezione” della Madonna di Czestochowa dalle minacce contro la dignità umana. “Affido alla sua materna protezione – aggiungeva - la Chiesa in terra polacca affinché tramite la testimonianza della santità e di umiltà rafforzi sempre la speranza per un mondo migliore nei cuori di tutti i credenti”. E concludeva: “Prego per i responsabili per il futuro della Polonia affinché abbiano il coraggio di difendere ogni bene che serve per la Repubblica”.

 

 

 

 

 

 

GIOVANNI PAOLO II, VESCOVO DI ROMA: 26 ANNI DI AMORE

TRA I FEDELI DELLA CITTA’ ETERNA E IL LORO PASTORE

 

Giovanni Paolo II e Roma, il vescovo e la sua diocesi: nei suoi 26 anni di Pontificato, il Papa ha avuto sempre cura di essere vicino ai fedeli romani. Ha visitato pressoché ogni parrocchia di Roma; ha promosso un sinodo diocesano e una missione cittadina. Papa “straniero” è stato insignito della cittadinanza capitolina. Alessandro Gisotti si sofferma - in questo servizio - su alcuni momenti forti dello straordinario legame tra Roma e il suo vescovo Karol Wojtyla:

 

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“Alla Sede di Pietro a Roma sale oggi un vescovo che non è romano. Un vescovo che è figlio della Polonia. Ma da questo momento diventa pure lui romano”.

 

E’ il 22 ottobre del 1978 quando Giovanni Paolo II pronuncia queste parole. Da sei giorni, il Papa polacco è stato eletto al soglio di Pietro e molti romani, che ancora pronunciano con difficoltà il suo nome di battesimo, si chiedono che vescovo di Roma sarà questo Papa “venuto da lontano”. L’incertezza dura poco: Giovanni Paolo II fa intendere subito che tiene alla sua diocesi tanto quanto al ministero petrino. E’ il 3 dicembre del 1978 quando il Pontefice visita per la prima volta una parrocchia romana. Il Papa sceglie San Francesco Saverio nel quartiere popolare della Garbatella. Una scelta non casuale. Da giovane sacerdote, Karol Wojtyla ha conosciuto e servito la comunità dei fedeli di questa parrocchia. Il Papa lo ricorda bene. Per molti, tra quanti lo ascoltano, è una sorpresa, che desta emozione e simpatia:

 

“E’ una grande gioia per me poter visitare come prima parrocchia romana proprio la vostra, a cui unisco un ricordo particolare. Infatti negli anni dell’immediato dopoguerra, come studente a Roma, mi recavo quasi ogni domenica proprio alla Garbatella per aiutare nel servizio pastorale. Alcuni momenti di quel periodo sono ancora vivi nella mia memoria”.

        

Quella giornata autunnale di 26 anni fa, è solo l’inizio del lungo peregrinare di Giovanni Paolo II. In tutto il mondo desta sensazione il Papa viaggiatore, Successore di Pietro ma anche dell’Apostolo Paolo. Tuttavia, il vescovo di Roma percorre in lungo e in largo anche la sua diocesi. Nessun quartiere è escluso, anche quelli periferici a cui i quotidiani non dedicano molta attenzione. Giovanni Paolo II, negli anni, visita 301 parrocchie e quando, stanco e debole, non riesce a recarsi sul posto, le accoglie in Aula Paolo VI. I fedeli della Città Eterna sono arricchiti dalla presenza di questo Pastore, che con amore paterno è andato a cercare ogni sua pecorella. Ma anche il vescovo si giova di questo contatto umano. Il Papa stesso lo sottolinea il 16 dicembre del 2001 quando visita la sua 300.ma parrocchia romana, quella di Santa Maria Josefa del Cuore di Gesù nella zona di Ponte di Nona:

 

“Quanta ricchezza di bene, di fervore spirituale, di iniziative pastorali, apostoliche e caritative ho potuto incontrare in queste visite!  Ciascuna di esse è stata per me un’occasione privilegiata per dare e ricevere coraggio”. 

 

Sacerdote tra i sacerdoti, il Papa chiede che la parrocchia sia “famiglia di famiglie” dove possa crescere la vita cristiana e ciascuno realizzi la propria vocazione. Anche da questa straordinaria esperienza degli incontri con i fedeli romani, nasce l’impulso per il Sinodo diocesano, celebrato dal 1986 al 1993, voluto fortemente dal Pontefice. “E’ stato – affermerà il Papa – una grande scuola di comunione” ed ora “è compito anzitutto del sacerdote tradurre questo messaggio nella vita quotidiana della comunità”. Il vescovo di Roma esorta ad una “nuova evangelizzazione” per la sua diocesi. Obiettivo vissuto con grande impegno e passione, dal 1996 al 1999, attraverso la Missione Cittadina, volta a dare, nelle parole del Papa, “una precisa impronta missionaria a tutta la pastorale”. Ben presto, non solo la Roma cristiana, ma anche la Roma civile si affeziona alla figura di Giovanni Paolo II, lo sente suo. Il 15 gennaio del 1998, il Papa compie pochi chilometri per recarsi dal Colle Vaticano al Colle Capitolino. Il gesto ha, però, un significato straordinario: il vescovo di Roma viene ricevuto dal consiglio comunale. E qui, manifesterà tutto il suo amore per l’Urbe:

 

“Roma, città che non tempi il tempo né il dinamismo del progresso; Roma, crocevia di pace e di civiltà; Roma, mia Roma; ti benedico e con te benedico i tuoi figli e tutti i tuoi progetti di bene”.

 

Quattro anni dopo, il Papa diventa ufficialmente “cittadino romano”. Il sindaco capitolino gli conferisce la cittadinanza di Roma. Un omaggio, che il Santo Padre riceve con grande gioia. E’ il 31 ottobre del 2002:

 

“Il vescovo di Roma si sente onorato di poter ripetere oggi, con particolare intensità di significato le parole dell’apostolo Paolo: Civis Romanus Sum”.

 

            E Roma tutta, grazie a Giovanni Paolo II, vive uno degli eventi più gioiosi e indimenticabili della sua storia millenaria: la Giornata Mondiale della Gioventù di Tor Vergata, nell’Anno del Grande Giubileo. E’ il 20 agosto del 2000, due milioni di giovani si radunano per ascoltare l’anziano Papa, che all’Angelus quasi sembra voler donare la Città Eterna alle amate “sentinelle del mattino”:

 

         “Roma non soltanto è stata conquistata da voi, ora è diventata vostra”.

 

            La simpatia è uno dei tratti della personalità di Giovanni Paolo II, che più verrà apprezzato nel suo quarto di secolo di Pontificato dai romani, credenti e non. E’ il 26 febbraio dell’anno scorso. Il Papa, vescovo di Roma, riceve in udienza i suoi parroci. Uno di loro gli chiede un “piccolo regalo”, un pensiero in romanesco. Il Pontefice, anziano e provato dalla malattia, non ha perso l’umorismo degli anni migliori e risponde prontamente:

 

            “Damose da fa’…  Volemose bene … Semo Romani…”

 

            Roma ha amato intensamente questo Papa, che tanto l’ha amata. Nelle ultime settimane di vita terrena, quelle segnate dalla sofferenza, i fedeli romani gli manifestano la propria vicinanza spirituale. In tanti si recano al Policlinico Gemelli, durante i ricoveri di febbraio e marzo. In tantissimi, lo accompagnano quando fa rientro a casa, in Vaticano. E sono centinaia di migliaia quelli che in queste ore, mettendosi in fila, sfidano la stanchezza per tributargli l’ultimo, commosso saluto. Omaggio ad un Papa venuto da lontano e che tante volte ha lasciato i confini di Roma per compiere la sua missione di Pastore universale e che pure, in ogni giorno del suo ministero, è stato così vicino, così presente nel cuore dei romani.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Prima pagina, titolo d’apertura: “Un pellegrinaggio universale per dire grazie al Pellegrino”; la salma di Giovanni Paolo II traslata dalla Sala Clementina alla Basilica Vaticana - L'umanità intera gli rende un omaggio straordinario, filiale e affettuoso.

La Costituzione Apostolica di Giovanni Paolo II circa la vacanza della Sede Apostolica e l’elezione del Romano Pontefice “Universi Dominici Gregis”.  

Vari contributi sulla figura di “Giovanni Paolo II, il Grande”.

Il cordoglio della comunità mondiale.

La rassegna della stampa internazionale.

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

5 aprile 2005

 

UNA FOLLA IMMENSA CONTINUA INCESSANTEMENTE A RENDERE OMAGGIO

ALLA SALMA DI GIOVANNI PAOLO II NELLA BASILICA VATICANA

- La testimonianza dei fedeli e il commento di padre Raniero Cantalamessa -

 

Un flusso ininterrotto di persone si snoda in queste ore lungo via della Conciliazione e nelle strade circostanti il Vaticano per rendere l’ultimo omaggio a Giovanni Paolo II. Giovani, anziani, famiglie, scolaresche: nessuno teme l’attesa o i disagi pur di mostrare la propria vicinanza ad un Papa che per moltissime persone ha avuto un grande significato nella vita. Ascoltiamo alcune testimonianze raccolte tra la gente, da Barbara Castelli.

 

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R. – Ha fatto tantissime cose. Ha lavorato per la pace nel mondo.

 

R. - Il Papa ha lasciato ai giovani tanto amore. Per me ma penso anche per tutti i giovani era come un secondo papà.

 

R. – Secondo me ha rafforzato la fede di tante persone con il suo esempio.

 

R. – Ha fatto tanto per il mondo. E’ riuscito a coinvolgere anche noi, quindi alla fine mi sentivo di venire. Ho litigato con i miei genitori pur di venire qui.

 

R. – Noi tutti siamo qui per continuare a dar voce ai suoi ideali. La sua forza, la sua dolcezza, il suo amore oggi mancano a tutto il mondo, ma nonostante la sua assenza resteremo sempre legati al suo imperituro ricordo affinché la luce della speranza, dell’amore e della pace non si spenga mai. Grazie di tutto.

 

D. – Questo Papa ha cambiato la tua vita?

 

R. – Ha cambiato tanto la mia vita, ma ha cambiato tanto la mia vita Gesù. Nella mia vita lui ha rappresentato Gesù. Sono venuto felice di stare qui per tutto l’amore che lui ha donato a tutto il mondo.

 

R. – Sì, senza dubbio. Giovanni Paolo II è stato molto incisivo ed è riuscito a trasmettere il messaggio di Gesù in una maniera del tutto nuova vicino ai giovani.

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Ma come commentare quanto sta accadendo? Sergio Centofanti lo ha chiesto a padre Raniero Cantalamessa, da oltre 25 anni predicatore della Casa Pontificia:

 

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R. – Ci sono due livelli di interpretazione. Uno lo vediamo intorno a noi, nei mass media, che è buono, ci fa piacere, però comprende il rischio di fermarsi su quello che è un di più nel ministero del Papa, non è essenziale, cioè il ruolo che ha avuto nelle vicende del mondo. Per noi, il Papa è essenzialmente un testimone di Cristo, è il Vicario di Cristo, cioè colui che predica Cristo, lo testimonia e forse bisognerebbe tener viva in questo momento proprio questa dimensione del Papa come uomo di fede, uomo di preghiera e uomo della sofferenza.

 

D. – Al di là dell’emotività, ci sono tante testimonianze di persone, soprattutto giovani, che stanno scoprendo la fede in questi giorni ...

 

R. – Qui si vede la fecondità della sofferenza. Ho sempre pensato, in questi ultimi tempi, quando si discuteva molto su questa situazione del Papa, reso impotente dalla malattia, ho sempre pensato che questa fosse la fase più ricca e più feconda della sua vita. E mi pare che questa risposta così forte, così unanime e spontanea sia frutto proprio, in buona parte, della sofferenza perché questo riconcilia. Un uomo così, è un’immagine viva di Cristo, senza la mediazione neppure delle parole. Si realizza la grande legge formulata da San Paolo: “Se soffriamo con Lui, con Lui anche saremo glorificati”. Questo, però, si percepisce solo nella fede.

 

D. – Quale, a suo avviso, il cuore del messaggio del Papa al mondo?

 

R. – Forse l’ha detto lui stesso in più occasioni: questa fiducia nasce dalla fede in Cristo. Non abbiate paura, aprite le porte a Cristo! Che fosse un uomo profondamente unito a Dio, questo lo si vedeva nella sua capacità di concentrazione, di preghiera. Certo, tutto questo poi ha una ricaduta di evangelizzazione perché quello che stiamo vedendo in questi giorni è una inaspettata opportunità di evangelizzazione che viene al mondo. Tutto questo affetto, questo movimento così corale, è una testimonianza a Cristo, perché tutti sanno che il Papa rappresenta Lui. E questo ci fa profondamente piacere.

 

D. – Il suo ultimo messaggio è stato un appello all’umanità ad accogliere il mistero della Divina Misericordia ...

 

R. – Sì – e questo è bello!, perché tutta la sua ‘campagna’ che è stata così rilevante, in favore dell’etica, del senso del dovere, del rispetto dei valori umani, della vita ... ecco, io credo che tutto questo sia come poi ricoperto da questo messaggio sulla misericordia di Dio, che il Papa ha dato. Come per ricordarci che al di là di tutto, ci saranno sempre le braccia della Misericordia di Dio per tutti i nostri sbandamenti umani.

 

D. – Lei per tanti anni ha predicato al Papa. Qual è stata la sua esperienza? Quale immagine di Giovanni Paolo II le rimane nel cuore?

 

R. – Sì: questo è stato un grande privilegio che ho avuto. Forse, quello che mi ha sempre impressionato è questa sua dimensione profonda che si rivelava nella preghiera.

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LA TESTIMONIANZA DEL CARDINALE PAUL POUPARD

SULLA FIGURA DI GIOVANNI PAOLO II

- Intervista di Giovanni Peduto -

 

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R. – Durante i suoi viaggi apostolici attraverso il mondo ha sempre voluto incontrare non soltanto i vescovi, non soltanto i sacerdoti, i religiosi, i laici, i politici, ma anche il mondo della cultura nella sua convinzione che la cultura fosse l’anima di un popolo e che una fede che non diventa cultura è una fede che non è pienamente accolta, profondamente pensata e interamente vissuta. Questa è la grande lezione che ci lascia attraverso la propria vita, perché davvero lui ha incarnato questo e ha mostrato a tutti il grande rispetto nel dialogo con tutte le altre culture e religioni, ma sempre ispirando nel dialogo anche il rispetto per il proprio messaggio.

 

D. – Eminenza , i suoi ricordi personali, intimi, di questo Papa, il tratto umano di Giovanni Paolo II che lei ci può descrivere?

 

R. – Ricordo ogni volta la sua accoglienza così umana. Era una persona squisita, umanissima, con una capacità di ascolto straordinaria. Io l’ho provato non soltanto faccia a faccia, ma in tanti altri incontri con altre persone. Ricordo, per esempio, che nel primo incontro del Pontificio Consiglio della Cultura voleva far parlare tutti. Poi la capacità di restituire tutto con una sintesi che eliminava sempre gli aspetti negativi, trattenendo sempre il positivo, e dicendo: “Allora, bisogna proseguire su questa strada, in questa direzione”.

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CHIESA E SOCIETA’

5 aprile 2005

 


IL MONDO INTERO SI PREPARA A PARTECIPARE AI FUNERALI

DI GIOVANNI PAOLO II: ATTESE A ROMA LE PIU ALTE CARICHE RELIGIOSE,

DEGLI STATI E DEGLI ORGANISMI INTERNAZIONALI

- A cura di Roberta Gisotti -

 

Presidenti e capi di Governo, Re, Regine e Altezze reali, leader di tutte le religioni, Premi Nobel, massimi responsabili di organizzazioni internazionali, di istituzioni pubbliche e private: si allunga la lista di quanti ‘potenti’ si uniranno ai ‘semplici’ nel rendere venerdì prossimo, in piazza San Pietro, l’estremo saluto a Giovanni Paolo II.

 

Sarà il segretario generale Kofi Annan a rappresentare l’intera famiglia delle Nazioni Unite, mentre Barroso, presidente della Commissione europea, Juncker, premier del Lussemburgo e presidente di turno dell’UE, e Borrell, presidente del Parlamento europeo, porteranno l’abbraccio dell’Europa unita. Presente anche il segretario generale della Nato, Sheffer. E dall’Europa hanno gia dato la conferma i capi di Stato francese, tedesco, portoghese, svizzero, austriaco, croato, sloveno, serbo-montenegrino, slovacco, ceco, cipriota, albanese, ucraino, lituano, estone, greco, macedone, polacco, ungherese, bulgaro, irlandese. Per quanto riguarda i Reali, il principe Carlo d’Inghilterra, che ha deciso di rimandare le sue nozze, Re Juan Carlos e la Regina Sofia di Spagna, il Re Alberto e la Regina Paola di Belgio, il Granduca Henri e la Granduchessa Maria Teresa del Lussemburgo. Tra i capi di governo, il britannico Blair, lo spagnolo Zapatero, il russo Fradkov e quelli olandese, romeno, bosniaco. A rappresentare gli Stati Uniti, Bush, primo presidente USA a intervenire ai funerali di un pontefice. Dall’America Latina giungeranno i presidenti di Messico, Brasile, Nicaragua, Costa Rica, Honduras e i vicepresidenti di Argentina, Colombia e Guatemala. Dal Canada il primo ministro. Passando in Asia ci sarà il presidente filippino, il vicepresidente indiano, l’ex ministro degli esteri giapponese; dal Medio Oriente i presidenti libanese, siriano e israeliano; per i Palestinesi il primo ministro Abu Ala.  Presente anche il segretario generale della Lega Araba, Moussa.

 

E intanto continuano ad arrivare da tutto il mondo i messaggi di omaggio alla grande eredità spirituale ed umana lasciata da Karol Wojtyla. “Un Papa visionario”, “energico, coraggioso“ “che ha contribuito a costruire ponti in seno alla nuova Europa”: cosi lo ricorda a Bruxelles la Commissione degli episcopati della Comunità europea (COMECE)”. La sua morte “è una perdita per tutti gli uomini di fede e per tutti quelli che vogliono vedere nel mondo pace e giustizia sociale”, sottolinea a Washington il presidente della Banca mondiale, Wolfensohn. “Un uomo che poteva fare la differenza nella vita della gente”, aggiunge ancora il presidente Bush. “Ha fornito guida e indicazioni morali in un’epoca in cui il progresso scientifico e tecnologico non ha sempre corrisposto a un analogo progresso nel prenderci a cuore le sorti del mondo”, ha dichiarato a Johannesburg  Mandela. “Un grande combattente ed un predicatore della pace” gli fa eco da Il Cairo l’opinionista arabo Sherbel sul giornale Al Hayat. “Un grande statista della storia moderna della Polonia e del mondo”, sottolinea  a Varsavia l’ex presidente Jaruzelski. “Era più che un padre, direi che aveva tutta la tenerezza e la forza di una madre”, sottolinea commosso Walesa.

 

E prosegue pure incessante, per accompagnare il cordoglio di credenti e non credenti, il flusso mediatico su giornali, tv, radio ed internet che sta offrendo una copertura minuto per minuto. Sui siti on line dall’Alaska all’Australia, dalla Cina al Sudafrica c’è la foto della salma del Papa. 

 

 

IN OGNI PAESE, MANIFESTAZIONI DI LUTTO E MESSE IN SUFFRAGIO

DEL SANTO PADRE, IN OMAGGIO AD UN GRANDE UOMO

CHE HA SEGNATO LA STORIA DELLA CHIESA E DELL’UMANITA’

- A cura di Maria Vittoria Savini -

          

Innumerevoli le celebrazioni e le iniziative in segno di lutto in tutta Italia per la scomparsa di Giovanni Paolo II. A Como venerdì i funerali del Pontefice verranno trasmessi attraverso un maxischermo in diretta tv allo stadio di Senigallia. Proprio lì, infatti, nel 1996 il Papa incontrò i giovani in occasione della sua visita, quei giovani che adesso attendono di riunirsi in quel luogo per rendergli omaggio. Nella “venerabile città di Bologna”, come la definì il Santo Padre, l’arcivescovo Caffarra ha celebrato una Messa solenne ieri per rendere omaggio al Pontefice. Centinaia di fedeli si sono radunati ieri sera anche a Cagliari, nella basilica di Nostra Signora di Bonaria. A Cosenza è prevista per domani alle ore 18.00 una Messa in suffragio del Papa, che sarà celebrata nella cattedrale della città. Una solenne celebrazione eucaristica si terrà questa sera, alle ore 19.00 nel Santuario di Pompei. A Napoli, tutti i negozi rimarranno chiusi per i funerali del Santo Padre in segno di rispetto e di raccoglimento per questo grave lutto. Chiuse anche le scuole di Roma venerdì, giorno delle esequie. Il ministro Moratti per lo stesso giorno ha invitato tutte le scuole italiane ad osservare alle ore 12.00 un minuto di silenzio e a promuovere momenti di riflessione per continuare a far vivere, attraverso il dialogo, il suo messaggio d’amore. A Milano in piazza Duomo sarà allestito venerdì mattina un maxischermo per permettere ai fedeli che non potranno recarsi a Roma di condividere un momento di profonda tristezza e commozione.

 

In Cina è stata celebrata ieri dal vescovo di Hong Kong, Joseph Zen, una Messa in memoria di Giovanni Paolo II ed anche a Pechino la popolazione si è sentita coinvolta nel grave lutto che ha colpito tutto il mondo.       

 

A Cuba è stata celebrata ieri sera nella cattedrale dell’Avana, dal cardinale Jaime Ortega, una Messa in suffragio del Papa. Alla celebrazione era presente anche Fidel Castro insieme con suo fratello minore Raul. I due si erano precedentemente recati anche alla Nunziatura apostolica dell’Avana per firmare il libro delle condoglianze.

 

Anche in Vietnam milioni di fedeli si sono riuniti ieri sera nella cattedrale di San Giuseppe ad Hanoi, per dire una preghiera per il Santo Padre. Il Paese, che non ha mai ricevuto una visita papale, piange la perdita di “un grande Papa, che è riuscito a estendere la comunità cattolica nei Paesi più poveri”, come ha detto il reverendo Joseph Dang Duc Ngan, segretario della Conferenza episcopale vietnamita.

 

A Cracovia circa 150 mila studenti hanno marciato per le vie della città in seguito ad un appello diffuso su Internet, al quale hanno subito risposto moltissimi giovani, tutti accomunati dal medesimo dolore per la perdita del loro caro Karol Wojtyla, Papa concittadino. Nello stadio della città è stata invece celebrata una Messa in suffragio del Pontefice alla quale hanno partecipato circa 25 mila persone.

 

Nella basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme si terrà domani una Messa solenne e sarà aperto un registro delle condoglianze in suffragio del Papa, che nel 2000 effettuò uno storico viaggio in Terra Santa. Ieri e oggi, nella sede della Nunziatura a Tel Aviv e del Patriarcato e della Delegazione apostolica a Gerusalemme saranno aperti i libri per le firme e i messaggi di condoglianze. Il Nunzio Pietro Sambi ha definito il Pontefice “un apostolo del dialogo tra le religioni e i popoli del mondo” ed ha ricordato il suo legame strettissimo con il popolo ebraico.

 

In Giordania su tutti gli edifici pubblici sventolano bandiere a mezz’asta, mentre in Cisgiordania molte scuole sono chiuse in segno di lutto.

 

In Equador è stata celebrata ieri nella cattedrale di Quito una cerimonia funebre in onore del Papa. Per assistere alla celebrazione, che è stata officiata dal cardinale Antonio Gonzalez, molte persone hanno effettuato ore di fila.

 

A Londra, nella cattedrale di Westminster, si è celebrata ieri sera una solenne cerimonia cui hanno partecipato su invito della Chiesa cattolica d’Inghilterra e Galles le più alte cariche ecclesiastiche, dello Stato e della Casa Reale.

        

In Germania, nella cattedrale cattolica di Berlino si è tenuta ieri sera una Messa da Requiem per Giovanni Paolo II, alla quale ha partecipato anche il cancelliere Gerhard Schroeder insieme con tutto il governo tedesco. Nelle 27 cattedrali cattoliche del Paese sono stati esposti, inoltre, libri per raccogliere le firme di cordoglio.

 

In Irlanda le scuole rimarranno chiuse in segno di lutto venerdì, il giorno dei funerali di Giovanni Paolo II. Tristezza si respira lungo le vie delle città, nelle quali tutti gli edifici pubblici esporranno le bandiere a mezz’asta.

 

Inizieranno oggi i tre giorni di lutto nazionale proclamati nella Repubblica Centrafricana dal presidente Francois Bozizè. Inoltre bandiere a mezz’asta in segno di lutto su tutti gli edifici pubblici delle città.

 

In Romania sono stati indetti, a partire da ieri, nove giorni di lutto per la scomparsa del Santo Padre. Preghiere speciali vengono recitate in tutte le chiese. Le chiese uniate saranno addobbate in questi giorni con drappelli neri in segno di rispetto per il Papa defunto.

 

Echi di profonda commozione per la morte del Papa sono giunti anche dagli 11 membri della spedizione polare polacca, che lavorano nella base antartica di Arctowski, sull’isola di Re Giorgio.

 

Anche il Calcio internazionale si ferma a riflettere sulla perdita del Santo Padre. L’Uefa ha deciso di osservare un minuto di silenzio prima del fischio d’inizio delle partite che sono programmate per questa settimana in segno di rispetto e riconoscenza per “Papa Giovanni Paolo II, un leader mondiale e un grande uomo di pace”.

 


 

 

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24 ORE NEL MONDO

5 aprile 2005

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

 

Elezioni regionali ed amministrative in Italia: il centrosinistra ha ottenuto una netta vittoria conquistando 11 regioni. Le uniche affermazioni del centrodestra si registrano in Lombardia ed in Veneto. Il dato definitivo sull’affluenza alle urne per le regionali è stato del 71,4 per cento. “Con questo voto, gli italiani ci chiedono di prepararci a governare e il mio impegno è quello di rispondere a queste attese”, ha commentato il leader dell’Unione, Romano Prodi. Di segno opposto, invece, il clima nella Casa delle libertà. Il primo ministro, Silvio Berlusconi, ha annunciato che non si dimetterà. L’ex governatore del Lazio, Francesco Storace, ha dichiarato che per il centrodestra si è trattato di “una ecatombe”. Le operazioni di voto hanno riguardato il rinnovo delle amministrazioni in 13 regioni, in 2 province ed in 366 comuni. E’ in corso lo scrutinio dei voti per le provinciali e le comunali. Sembra scontato un altro importante successo per il centrosinistra.

 

In Iraq non si interrompono gli attacchi della guerriglia contro le forze di sicurezza del Paese arabo. Il capo della brigata blindata del ministero degli Interni, il generale Jalal Mohammed Saleh, è stato rapito insieme con le sue guardie del corpo a Baghdad da un gruppo di uomini armati. L’unità guidata dall’alto ufficiale è composta da 1.600 uomini ed è una delle prime brigate blindate delle ricostituite forze armate irachene. Un’autobomba è esplosa, inoltre, lungo la strada che collega la capitale all’aeroporto. La deflagrazione ha causato la morte di un civile. Obiettivo dell’attentato era una pattuglia di soldati iracheni. Attacchi e agguati sono stati perpetrati anche contro i militari americani: un soldato statunitense è rimasto ucciso durante furiosi combattimenti nella turbolenta provincia di Al Anbar. Altri due militari USA e un iracheno sono morti ieri nell’area di Diyala. Un ordigno è poi esploso al passaggio di un convoglio statunitense nel quartiere di Dora, a sud di Baghdad. La deflagrazione ha provocato il ferimento di quattro persone, tra le quali una bambina di sei anni.

 

La tensione resta alta anche in Israele e nei Territori palestinesi: un civile israeliano è stato ferito dagli spari di un cecchino palestinese nella colonia ebraica di Morag, a sud di Gaza. In precedenza un ordigno è esploso nella zona di Rafah senza provocare vittime. Il ministro della Difesa israeliano, Shaul Mofaz, ha espresso insoddisfazione per quella che gli sembra una “incapacità” dell'Autorità nazionale palestinese di mantenere la sicurezza nella Striscia di Gaza.

 

In Arabia Saudita due militanti di Al Qaeda sono rimasti uccisi in seguito a scontri tra forze governative ed estremisti. Lo rende noto l’emittente ‘Al Arabya’ aggiungendo che i combattimenti sono iniziati domenica scorsa quando le forze di sicurezza hanno circondato la cittadina di Al Rass, 320 chilometri a nord di Riad, per catturare un gruppo di miliziani.

 

I servizi segreti russi sono in allarme: temono che estremisti ceceni, guidati dall’indipendentista Shamil Basaiev, stiano preparando un attentato per il prossimo 9 maggio, data del 60.mo anniversario della vittoria dell’Unione Sovietica sulla Germania nazista. Questa ricorrenza, infatti, è stata scossa negli anni scorsi da diversi attentati condotti dalla guerriglia cecena. Il 9 maggio del 2004 l’esplosione di una bomba collocata nella tribuna dello stadio di Grozni ha provocato la morte del presidente ceceno, il filo-russo Ahmat Kadirov. Nel 2002 la deflagrazione di un ordigno in Daghestan, nel centro di Kaspiinsk, durante la ‘parata della vittoria’ ha causato la morte di 43 persone.

 

La Cina si oppone all’allargamento del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, senza l’approvazione dei 191 membri delle Nazioni Unite. Pechino è anche contrario a fissare una scadenza per il voto. Doccia fredda, dunque, per Giappone, Germania, India e Brasile che sperano di entrare nel Consiglio o di avere indicazioni per le procedure di voto prima dell’estate.

 

Nel 2004 sono state eseguite, in 25 Paesi, 3.797 condanne a morte. Lo rende noto un rapporto di ‘Amnesty International’ nel quale si sottolinea come la stragrande maggioranza di queste esecuzioni, almeno 3400, siano avvenute in Cina. Altre 159 condanne a morte sono state eseguite in Iran, 64 in Vietnam e 59 negli Stati Uniti. La ricerca dell’organizzazione umanitaria precisa, inoltre, che i dati si riferiscono a casi accertati. Ma secondo ‘Amnesty’ le cifre riportate nel rapporto sono ben al di sotto di quelle reali. In diversi Paesi è molto difficile, infatti, ottenere dati ufficiali sulle esecuzioni capitali.

 

Il 79.enne giapponese Masaru Okunishi potrebbe sfuggire alla pena capitale dopo essere rimasto nel braccio della morte per 33 anni. La corte suprema ha ordinato, infatti, il rifacimento del processo per “manifesta inconsistenza delle prove”' e “non credibilità della confessione” del condannato. Okunisihi è il quinto giapponese nel dopoguerra a vedersi riconosciuta la possibilità di sfuggire all’esecuzione della pena di morte.

 

 Le elezioni generali in Gran Bretagna si terranno il prossimo 5 maggio. Lo ha annunciato il premier britannico, Tony Blair, rientrando a Downing Street dopo essere stato ricevuto a Buckingham Palace dalla regina Elisabetta II che lo ha autorizzato a sciogliere il Parlamento.

Quattro mesi di reclusione, con sospensione della pena. E’ la decisione presa dal giudice per l’udienza preliminare di Roma, Emanuele Cersosimo, nei confronti di Roberto Dal Bosco, l’operaio di Mantova che il 31 dicembre scorso ha ferito il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, lanciandogli un treppiedi a piazza Navona.

In Francia sono stati rilevati due nuovi casi della “variante del morbo di Creutzfeld Jakob”. I casi accertati fino ad oggi sono undici. Otto delle persone affette dalla malattia, considerata la forma umana del morbo della ‘mucca pazza’, sono decedute tra il 1996 e il 2004.

In Nigeria il presidente del senato, Adolphus Wabara ha annunciato le proprie dimissioni. Due settimane fa Wabara ed il presidente nigeriano, Olusegun Obasanjo, sono stati accusati di corruzione.

 

 

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