RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
95 - Testo della trasmissione di martedì 4 aprile 2005
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
L’ultima lettera del Papa indirizzata al
monastero di Jasna Gora a Czestochowa
IN PRIMO PIANO:
Le testimonianze dei fedeli
che rendono l’ultimo omaggio a Giovanni Paolo II.
La riflessione di padre Raniero
Cantalamessa, da oltre 25 anni predicatore della Casa Pontificia
Il ricordo del cardinale Paul Poupard
CHIESA E SOCIETA’:
In ogni Paese,
manifestazioni di lutto e Messe in suffragio del Santo Padre
Elezioni regionali ed amministrative in Italia: netta
vittoria del centrosinistra che conquista 11 regioni. Il centrodestra vince
solo in Veneto e in Lombardia.
In Iraq rapito a Baghdad
un generale del ministero dell’Interno. Almeno 5 morti per scontri e agguati
nella capitale e nella provincia di Al Anbar
5
aprile 2005
NESSUNA DECISIONE SULLA DATA DEL CONCLAVE DALLA
TERZA CONGREGAZIONE
GENERALE DEL COLLEGIO CARDINALIZIO. FORSE DOMANI
LA LETTURA
DEL
TESTAMENTO PONTIFICIO. CONFERMATA LA SEPOLTURA
DI GIOVANNI PAOLO II NELLE GROTTE VATICANE.
- A cura di Alessandro De Carolis -
I cardinali del Sacro Collegio,
riuniti questa mattina per la terza Congregazione generale, non hanno ancora
deciso la data d’inizio del prossimo Conclave. Mentre è confermata la sepoltura
di Giovanni Paolo II nelle Grotte Vaticane, nel luogo che fu di Giovanni XXIII,
anche se la tumulazione del Pontefice scomparso avverrà in terra, all’interno
di una triplice cassa coperta da una lapide e non all’interno di un sarcofago.
Sono queste le notizie principali emerse questa mattina dal secondo briefing
con i giornalisti del portavoce vaticano, Navarro-Valls, iniziato alle 13 nella
Sala Stampa della Santa Sede. In una giornata che ha visto e vede tuttora
fluire - incessante e affollatissima, come del resto per tutta la notte scorsa
- la colonna di decine e decine di migliaia di fedeli, diretti alla Basilica di
San Pietro per porgere l’ultimo saluto a Giovanni Paolo II, i cardinali già
presenti a Roma hanno affrontato anche oggi alcune delle questioni inerenti
alla celebrazione delle esequie pontificie: funerali solenni che – lo
ricordiamo - si terranno venerdì prossimo, alle ore 10, sul sagrato della
Basilica di San Pietro, presieduti dal cardinale decano, Joseph Ratzinger.
Nel descrivere alcuni i dettagli
relativi alle esequie, è stato spiegato ai giornalisti che il volto del
Pontefice sarà coperto da un velo di seta bianca prima della chiusura
provvisoria della bara, precedente alle esequie. La bara sarà poi chiusa definitivamente
nelle Grotte Vaticane, prima della tumulazione in terra.
Alla
terza Congregazione generale di oggi - che ha visto partecipare nell’Aula nuova
del Sinodo 88 dei 91 cardinali già presenti a Roma – sono stati dibattuti anche
alcuni aspetti connessi con il Conclave, mentre il Collegio cardinalizio – ha
aggiunto il direttore della Sala Stampa vaticana – non ha ancora proceduto alla
lettura del testamento di Giovanni Paolo II: lettura che, ha spiegato Navarro-Valls,
potrebbe essere affrontata domani. Anche per ciò che riguarda il nome del
cardinale in pectore, il portavoce
vaticano ha detto che bisognerà attendere la lettura del testamento pontificio.
LE NOVITA’ E I PUNTI FERMI DEL CONCLAVE: ILLUSTRATI DAL
MAESTRO
DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE IN UN BRIEFING
DEDICATO ALLE NORME SU “RITI E
LEGISLAZIONE DELLA SEDE VACANTE”
E’ cambiata la forma
tradizionale di svolgimento del Conclave: lo ha ribadito mons. Piero Marini,
Maestro delle Celebrazioni Liturgiche del Papa, tenendo un briefing su “Riti e
legislazione della Sede Vacante” dopo l’intervento di Navarro- Valls. Il
servizio di Fausta Speranza:
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I cardinali non sono più
fisicamente chiusi in un unico luogo: da questa che era la consuetudine fino al
Conclave che ha eletto Giovanni Paolo II veniva il nome stesso della fase di
elezione: dall’espressione latina cum
clave, cioè praticamente chiusi a chiave.
Per la prima volta i cardinali
elettori occuperanno luoghi diversi che saranno la Domus Sancthae Martae,
la Cappella Sistina e ambienti delle celebrazioni liturgiche. Certamente
dovranno spostarsi da un luogo ad un altro ma senza contatti con l’esterno.
Il tutto in base alle norme
volute da Papa Giovanni Paolo II con la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis del 1996. E a
questo proposito mons. Marini ha sottolineato che in particolare nel secolo
scorso praticamente tutti i papi sono intervenuti per rivedere qualcosa delle
norme. Ascoltiamo mons. Marini:
“Il
rituale della stufa dovrebbe rimanere uguale. Si cercherà di farlo funzionare
meglio dell’ultima volta e faremo in modo che suonino anche a festa le campane
così i giornalisti saranno sicuri”.
Restano dei punti fermi:
certamente – dicevamo – il fatto che i cardinali non possono essere avvicinati
da nessuno durante il Conclave; che lo scrutinio è segreto e che i cardinali
giurano di rispettare il segreto anche sulle operazioni di voto. Ma anche il
fatto che comunque il Conclave si svolge entro la Città del Vaticano.
Mons. Marini ha dato queste
spiegazioni dopo aver ricordato che il Conclave rientra nel periodo di sede
vacante che va dalla morte del Papa all’elezione stessa. Un periodo in cui
restano in carica solo il Camerlengo, il Decano del Collegio cardinalizio, il
Sostituto della Segreteria di Stato e il Maestro delle Celebrazioni liturgiche.
Un periodo, inoltre, interamente regolato da norme che tutti possono leggere
nel dettaglio: a questo proposito ha fatto presente che esistono tre volumi a
disposizione di chi vuole acquistarli nelle librerie vaticane. Ma ha anche sottolineato che si tratta di un
periodo forte per la Chiesa da accompagnare con la preghiera.
Ricordiamo che
Giovanni Paolo II nell’introduzione della Costituzione Apostolica
Universi Dominici Gregis spiegava di aver riformulato la normativa con “la consapevolezza
della mutata situazione nella quale sta vivendo oggi la Chiesa e la necessità,
inoltre, di tener presente la revisione generale della legge canonica”. Così
scriveva Giovanni Paolo II aggiungendo: “pur tenendo conto delle esigenze del
nostro tempo, mi sono preoccupato di non deflettere nella sostanza dalla linea
della saggia e veneranda tradizione finora invalsa”.
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IL RITO DELLA TRASLAZIONE DELLA SALMA
DI GIOVANNI PAOLO II
Alle
cinque di ieri pomeriggio, alla presenza del cardinale Camerlengo, Eduardo
Martinez Somalo, della Famiglia pontificia e dei cardinali, la salma di Giovanni
Paolo II ha lasciato per l’ultima volta la Sala Clementina e il Palazzo Apostolico,
per essere traslata nella Basilica di San Pietro. Una cerimonia sobria, scandita
dal passo funebre del drappello d’onore delle Guardie svizzere, che ha avuto il
suo culmine nell’abbraccio delle decine di migliaia di persone che hanno fatto
ala al passaggio del feretro papale, con grande commozione e anche qualche
eccesso di curiosità. Ma per rivivere i momenti salienti del Rito della traslazione,
la parola a Stefano Leszczynski.
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“Magna cum animi commotione ...
Dopo l’ultimo omaggio reso ieri nella Sala Clementina del
Palazzo Apostolico dalle autorità dei membri della Curia e dai dipendenti
vaticani, alle 17.00 in punto è iniziato il rito della traslazione con un
momento di preghiera, presieduta dal Camerlengo di Santa Romana Chiesa, il
cardinale Eduardo Martinez Somalo. Poi, l’invito ai cardinali diaconi ad iniziare
la processione.
“Procedamus in pace …”
Il corpo del Papa, avvolto nella
casula rossa, la mitria bianca sul capo, è stato sollevato dai 12 sediari
pontifici e portato a spalla verso la Basilica di San Pietro. Il segretario del
Papa, mons. Stanislaw Dziwisz, seguiva il feretro di Karol Wojtyla,
con i membri della Famiglia pontificia e i cardinali. Tra la folla di fedeli
che fin dalle prime ore del mattino di ieri era assiepata in Piazza San Pietro
e lungo Via della Conciliazione, un intenso silenzio, carico di emozione, che
si è sciolto in un lungo affettuoso applauso quando Giovanni Paolo II, varcato
il Portone di bronzo, ha attraversato per l’ultima volta Piazza San Pietro.
(applausi)
Prima dell’ingresso in Basilica, ancora una sosta sul sagrato, con
i sediari che hanno esposto il corpo del Pontefice rivolto ai fedeli in piazza,
molti dei quali, con il volto rigato dal pianto, hanno invocato il nome di
Giovanni Paolo II. Infine, l’ingresso in Basilica e la deposizione ai piedi
dell’altare maggiore, davanti al baldacchino del Bernini. Qui, il cardinale
Somalo ha benedetto con l’acqua santa e l’incenso la salma di Giovanni Paolo
II, prima di celebrare alla presenza di centinaia di sacerdoti la Liturgia
della Parola. Dalla scorsa notte, la Basilica è aperta per permettere ai
fedeli, giunti da tutte le parti del mondo, di salutare per l’ultima volta il
Papa. E resterà aperta fino a giovedì notte.
(canto funebre)
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L’ULTIMA LETTERA DEL PAPA, AL MONASTERO
DI JASNA GORA A CZESTOCHOWA
- A cura di Alessandro De Carolis -
“Affido la nostra Patria, tutta
la Chiesa e me stesso alla sua materna protezione. Totus tuus!”. Questa
affermazione, suggellata dal motto mariano di Giovanni Paolo II, chiude un
documento che le circostanze hanno reso a suo modo storico: si tratta di una
lettera, l’ultima firmata dal Pontefice scomparso. Il Papa l’aveva indirizzata al Priore generale degli Eremiti
Paolini, Izydor Matuszewski, nel monastero di Jasna Gora a Czestochowa. La lettera
accompagnava un dono del Papa – le corone per l’icona della “Madonna nera”,
immagine simbolo della Polonia cristiana e “cuore” spirituale del Paese
d’origine di Giovanni Paolo II.
Nella
lettera, il Papa ricordava tutto ciò che Dio ha fatto nella sua grande misericordia
per la Polonia attraverso la Madonna negli ultimi 350 anni, trascorsi dalla
vittoriosa difesa del monastero e della Polonia dall’invasione svedese. “Che
tutto ciò parli anche alla nostra generazione - scriveva Giovanni Paolo II -
Che tali eventi provvidenziali siano una chiamata all’unità nella costruzione
del bene comune per il futuro della Polonia e di tutti i polacchi. Siano una
chiamata a curare il tesoro dei valori eterni, così da assicurare che
l’esercizio della libertà porti all’edificazione, non alla caduta”. Il Papa
continuava affidando la sua Nazione all’“infallibile protezione” della Madonna
di Czestochowa dalle minacce contro la dignità umana. “Affido alla sua materna
protezione – aggiungeva - la Chiesa in terra polacca affinché tramite la
testimonianza della santità e di umiltà rafforzi sempre la speranza per un
mondo migliore nei cuori di tutti i credenti”. E concludeva: “Prego per i
responsabili per il futuro della Polonia affinché abbiano il coraggio di
difendere ogni bene che serve per la Repubblica”.
GIOVANNI PAOLO II, VESCOVO DI ROMA: 26 ANNI DI
AMORE
TRA I FEDELI DELLA CITTA’ ETERNA E IL LORO PASTORE
Giovanni Paolo II e Roma, il
vescovo e la sua diocesi: nei suoi 26 anni di Pontificato, il Papa ha avuto
sempre cura di essere vicino ai fedeli romani. Ha visitato pressoché ogni
parrocchia di Roma; ha promosso un sinodo diocesano e una missione cittadina.
Papa “straniero” è stato insignito della cittadinanza capitolina. Alessandro
Gisotti si sofferma - in questo servizio - su alcuni momenti forti dello
straordinario legame tra Roma e il suo vescovo Karol Wojtyla:
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“Alla Sede di Pietro a Roma sale oggi un vescovo che non è romano. Un
vescovo che è figlio della Polonia. Ma da questo momento diventa pure lui
romano”.
E’ il 22 ottobre del 1978 quando Giovanni Paolo II pronuncia queste
parole. Da sei giorni, il Papa polacco è stato eletto al soglio di Pietro e
molti romani, che ancora pronunciano con difficoltà il suo nome di battesimo, si
chiedono che vescovo di Roma sarà questo Papa “venuto da lontano”. L’incertezza
dura poco: Giovanni Paolo II fa intendere subito che tiene alla sua diocesi
tanto quanto al ministero petrino. E’ il 3 dicembre del 1978 quando il
Pontefice visita per la prima volta una parrocchia romana. Il Papa sceglie San
Francesco Saverio nel quartiere popolare della Garbatella. Una scelta non
casuale. Da giovane sacerdote, Karol Wojtyla ha conosciuto e servito la
comunità dei fedeli di questa parrocchia. Il Papa lo ricorda bene. Per molti,
tra quanti lo ascoltano, è una sorpresa, che desta emozione e simpatia:
“E’ una grande gioia per me poter visitare come prima parrocchia romana
proprio la vostra, a cui unisco un ricordo particolare. Infatti negli anni
dell’immediato dopoguerra, come studente a Roma, mi recavo quasi ogni domenica
proprio alla Garbatella per aiutare nel servizio pastorale. Alcuni momenti di
quel periodo sono ancora vivi nella mia memoria”.
Quella giornata autunnale di 26 anni fa, è solo l’inizio del lungo peregrinare
di Giovanni Paolo II. In tutto il mondo desta sensazione il Papa viaggiatore,
Successore di Pietro ma anche dell’Apostolo Paolo. Tuttavia, il vescovo di Roma
percorre in lungo e in largo anche la sua diocesi. Nessun quartiere è escluso,
anche quelli periferici a cui i quotidiani non dedicano molta attenzione.
Giovanni Paolo II, negli anni, visita 301 parrocchie e quando, stanco e debole,
non riesce a recarsi sul posto, le accoglie in Aula Paolo VI. I fedeli della
Città Eterna sono arricchiti dalla presenza di questo Pastore, che con amore
paterno è andato a cercare ogni sua pecorella. Ma anche il vescovo si giova di
questo contatto umano. Il Papa stesso lo sottolinea il 16 dicembre del 2001
quando visita la sua 300.ma parrocchia romana, quella di Santa Maria Josefa del
Cuore di Gesù nella zona di Ponte di Nona:
“Quanta ricchezza di bene, di fervore spirituale, di iniziative
pastorali, apostoliche e caritative ho potuto incontrare in queste visite! Ciascuna di esse è stata per me un’occasione
privilegiata per dare e ricevere coraggio”.
Sacerdote tra i sacerdoti, il Papa chiede che la parrocchia sia “famiglia
di famiglie” dove possa crescere la vita cristiana e ciascuno realizzi la
propria vocazione. Anche da questa straordinaria esperienza degli incontri con
i fedeli romani, nasce l’impulso per il Sinodo diocesano, celebrato dal 1986 al
1993, voluto fortemente dal Pontefice. “E’ stato – affermerà il Papa – una
grande scuola di comunione” ed ora “è compito anzitutto del sacerdote tradurre
questo messaggio nella vita quotidiana della comunità”. Il vescovo di Roma
esorta ad una “nuova evangelizzazione” per la sua diocesi. Obiettivo vissuto
con grande impegno e passione, dal 1996 al 1999, attraverso la Missione
Cittadina, volta a dare, nelle parole del Papa, “una precisa impronta
missionaria a tutta la pastorale”. Ben presto, non solo la Roma cristiana, ma
anche la Roma civile si affeziona alla figura di Giovanni Paolo II, lo sente
suo. Il 15 gennaio del 1998, il Papa compie pochi chilometri per recarsi dal
Colle Vaticano al Colle Capitolino. Il gesto ha, però, un significato
straordinario: il vescovo di Roma viene ricevuto dal consiglio comunale. E qui,
manifesterà tutto il suo amore per l’Urbe:
“Roma, città che non tempi il tempo né il dinamismo del progresso; Roma,
crocevia di pace e di civiltà; Roma, mia Roma; ti benedico e con te benedico i
tuoi figli e tutti i tuoi progetti di bene”.
Quattro anni dopo, il Papa diventa ufficialmente “cittadino romano”. Il
sindaco capitolino gli conferisce la cittadinanza di Roma. Un omaggio, che il
Santo Padre riceve con grande gioia. E’ il 31 ottobre del 2002:
“Il vescovo di Roma si sente onorato di poter ripetere oggi, con
particolare intensità di significato le parole dell’apostolo Paolo: Civis
Romanus Sum”.
E Roma tutta, grazie a Giovanni Paolo II, vive uno degli eventi più
gioiosi e indimenticabili della sua storia millenaria: la Giornata Mondiale
della Gioventù di Tor Vergata, nell’Anno del Grande Giubileo. E’ il 20 agosto
del 2000, due milioni di giovani si radunano per ascoltare l’anziano Papa, che
all’Angelus quasi sembra voler donare la Città Eterna alle amate “sentinelle
del mattino”:
“Roma non soltanto è
stata conquistata da voi, ora è diventata vostra”.
La simpatia è uno dei tratti della personalità di Giovanni Paolo II, che
più verrà apprezzato nel suo quarto di secolo di Pontificato dai romani,
credenti e non. E’ il 26 febbraio dell’anno scorso. Il Papa, vescovo di Roma,
riceve in udienza i suoi parroci. Uno di loro gli chiede un “piccolo regalo”,
un pensiero in romanesco. Il Pontefice, anziano e provato dalla malattia, non
ha perso l’umorismo degli anni migliori e risponde prontamente:
“Damose da fa’… Volemose bene …
Semo Romani…”
Roma ha amato intensamente questo Papa, che tanto l’ha amata. Nelle ultime
settimane di vita terrena, quelle segnate dalla sofferenza, i fedeli romani gli
manifestano la propria vicinanza spirituale. In tanti si recano al Policlinico
Gemelli, durante i ricoveri di febbraio e marzo. In tantissimi, lo
accompagnano quando fa rientro a casa, in Vaticano. E sono centinaia di
migliaia quelli che in queste ore, mettendosi in fila, sfidano la stanchezza
per tributargli l’ultimo, commosso saluto. Omaggio ad un Papa venuto da lontano
e che tante volte ha lasciato i confini di Roma per compiere la sua missione di
Pastore universale e che pure, in ogni giorno del suo ministero, è stato così
vicino, così presente nel cuore dei romani.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima
pagina, titolo d’apertura: “Un pellegrinaggio universale per dire grazie al
Pellegrino”; la salma di Giovanni Paolo II traslata dalla Sala Clementina alla
Basilica Vaticana - L'umanità intera gli rende un omaggio straordinario,
filiale e affettuoso.
La
Costituzione Apostolica di Giovanni Paolo II circa la vacanza della Sede Apostolica
e l’elezione del Romano Pontefice “Universi Dominici Gregis”.
Vari
contributi sulla figura di “Giovanni Paolo II, il Grande”.
Il
cordoglio della comunità mondiale.
La
rassegna della stampa internazionale.
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5 aprile 2005
UNA FOLLA IMMENSA
CONTINUA INCESSANTEMENTE A RENDERE OMAGGIO
ALLA SALMA DI GIOVANNI PAOLO II NELLA BASILICA
VATICANA
- La testimonianza dei fedeli e il commento di
padre Raniero Cantalamessa -
Un flusso ininterrotto di
persone si snoda in queste ore lungo via della Conciliazione e nelle strade
circostanti il Vaticano per rendere l’ultimo omaggio a Giovanni Paolo II. Giovani,
anziani, famiglie, scolaresche: nessuno teme l’attesa o i disagi pur di
mostrare la propria vicinanza ad un Papa che per moltissime persone ha avuto un
grande significato nella vita. Ascoltiamo alcune testimonianze raccolte tra la
gente, da Barbara Castelli.
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R. – Ha fatto tantissime cose.
Ha lavorato per la pace nel mondo.
R. - Il Papa ha lasciato ai giovani tanto amore. Per me ma penso anche
per tutti i giovani era come un secondo papà.
R. – Secondo me ha rafforzato la
fede di tante persone con il suo esempio.
R. – Ha fatto
tanto per il mondo. E’ riuscito a coinvolgere anche noi, quindi alla fine mi
sentivo di venire. Ho litigato con i miei genitori pur di venire qui.
R. – Noi tutti
siamo qui per continuare a dar voce ai suoi ideali. La sua forza, la sua dolcezza,
il suo amore oggi mancano a tutto il mondo, ma nonostante la sua assenza resteremo
sempre legati al suo imperituro ricordo affinché la luce della speranza,
dell’amore e della pace non si spenga mai. Grazie di tutto.
D. – Questo Papa ha cambiato la
tua vita?
R. – Ha cambiato tanto la mia vita, ma ha cambiato tanto la mia vita
Gesù. Nella mia vita lui ha rappresentato Gesù. Sono venuto felice di stare qui
per tutto l’amore che lui ha donato a tutto il mondo.
R. – Sì, senza dubbio. Giovanni
Paolo II è stato molto incisivo ed è riuscito a trasmettere il messaggio di
Gesù in una maniera del tutto nuova vicino ai giovani.
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Ma come
commentare quanto sta accadendo? Sergio Centofanti lo ha chiesto
a padre Raniero Cantalamessa, da oltre 25 anni predicatore della Casa Pontificia:
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R. – Ci sono due livelli di
interpretazione. Uno lo vediamo intorno a noi, nei mass media, che è buono, ci
fa piacere, però comprende il rischio di fermarsi su quello che è un di più nel
ministero del Papa, non è essenziale, cioè il ruolo che ha avuto nelle vicende
del mondo. Per noi, il Papa è essenzialmente un testimone di Cristo, è il Vicario
di Cristo, cioè colui che predica Cristo, lo testimonia e forse bisognerebbe
tener viva in questo momento proprio questa dimensione del Papa come uomo di
fede, uomo di preghiera e uomo della sofferenza.
D. – Al di là dell’emotività, ci
sono tante testimonianze di persone, soprattutto giovani, che stanno scoprendo
la fede in questi giorni ...
R. – Qui si vede la fecondità
della sofferenza. Ho sempre pensato, in questi ultimi tempi, quando si
discuteva molto su questa situazione del Papa, reso impotente dalla malattia,
ho sempre pensato che questa fosse la fase più ricca e più feconda della sua
vita. E mi pare che questa risposta così forte, così unanime e spontanea sia
frutto proprio, in buona parte, della sofferenza perché questo riconcilia. Un
uomo così, è un’immagine viva di Cristo, senza la mediazione neppure delle
parole. Si realizza la grande legge formulata da San Paolo: “Se soffriamo con
Lui, con Lui anche saremo glorificati”. Questo, però, si percepisce solo nella
fede.
D. – Quale, a suo avviso, il
cuore del messaggio del Papa al mondo?
R. – Forse l’ha detto lui stesso
in più occasioni: questa fiducia nasce dalla fede in Cristo. Non abbiate paura,
aprite le porte a Cristo! Che fosse un uomo profondamente unito a Dio, questo
lo si vedeva nella sua capacità di concentrazione, di preghiera. Certo, tutto
questo poi ha una ricaduta di evangelizzazione perché quello che stiamo vedendo
in questi giorni è una inaspettata opportunità di evangelizzazione che viene al
mondo. Tutto questo affetto, questo movimento così corale, è una testimonianza
a Cristo, perché tutti sanno che il Papa rappresenta Lui. E questo ci fa profondamente
piacere.
D. – Il suo ultimo messaggio è
stato un appello all’umanità ad accogliere il mistero della Divina Misericordia
...
R. – Sì – e questo è bello!,
perché tutta la sua ‘campagna’ che è stata così rilevante, in favore
dell’etica, del senso del dovere, del rispetto dei valori umani, della vita ...
ecco, io credo che tutto questo sia come poi ricoperto da questo messaggio
sulla misericordia di Dio, che il Papa ha dato. Come per ricordarci che al di
là di tutto, ci saranno sempre le braccia della Misericordia di Dio per tutti i
nostri sbandamenti umani.
D. – Lei per tanti anni ha
predicato al Papa. Qual è stata la sua esperienza? Quale immagine di Giovanni
Paolo II le rimane nel cuore?
R. – Sì: questo è stato un
grande privilegio che ho avuto. Forse, quello che mi ha sempre impressionato è
questa sua dimensione profonda che si rivelava nella preghiera.
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LA TESTIMONIANZA DEL
CARDINALE PAUL POUPARD
SULLA FIGURA DI GIOVANNI
PAOLO II
- Intervista di Giovanni Peduto -
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R. –
Durante i suoi viaggi apostolici attraverso il mondo ha sempre voluto incontrare
non soltanto i vescovi, non soltanto i sacerdoti, i religiosi, i laici, i politici,
ma anche il mondo della cultura nella sua convinzione che la cultura fosse
l’anima di un popolo e che una fede che non diventa cultura è una fede che non
è pienamente accolta, profondamente pensata e interamente vissuta. Questa è la
grande lezione che ci lascia attraverso la propria vita, perché davvero lui ha
incarnato questo e ha mostrato a tutti il grande rispetto nel dialogo con tutte
le altre culture e religioni, ma sempre ispirando nel dialogo anche il rispetto
per il proprio messaggio.
D. – Eminenza , i suoi ricordi
personali, intimi, di questo Papa, il tratto umano di Giovanni Paolo II che lei
ci può descrivere?
R. – Ricordo ogni volta la sua
accoglienza così umana. Era una persona squisita, umanissima, con una capacità
di ascolto straordinaria. Io l’ho provato non soltanto faccia a faccia, ma in
tanti altri incontri con altre persone. Ricordo, per esempio, che nel primo incontro
del Pontificio Consiglio della Cultura voleva far parlare tutti. Poi la
capacità di restituire tutto con una sintesi che eliminava sempre gli aspetti
negativi, trattenendo sempre il positivo, e dicendo: “Allora, bisogna
proseguire su questa strada, in questa direzione”.
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5
aprile 2005
IL
MONDO INTERO SI PREPARA A PARTECIPARE AI FUNERALI
DI GIOVANNI PAOLO II:
ATTESE A ROMA LE PIU ALTE CARICHE RELIGIOSE,
DEGLI STATI E DEGLI
ORGANISMI INTERNAZIONALI
- A cura di Roberta
Gisotti -
Presidenti e capi di Governo, Re, Regine e Altezze reali, leader di tutte
le religioni, Premi Nobel, massimi responsabili di organizzazioni
internazionali, di istituzioni pubbliche e private: si allunga la lista di
quanti ‘potenti’ si uniranno ai ‘semplici’ nel rendere venerdì prossimo, in
piazza San Pietro, l’estremo saluto a Giovanni Paolo II.
Sarà il segretario generale Kofi Annan a rappresentare l’intera
famiglia delle Nazioni Unite, mentre Barroso, presidente della Commissione europea,
Juncker, premier del Lussemburgo e presidente di turno dell’UE, e Borrell,
presidente del Parlamento europeo, porteranno l’abbraccio dell’Europa unita.
Presente anche il segretario generale della Nato, Sheffer. E dall’Europa hanno
gia dato la conferma i capi di Stato francese, tedesco, portoghese, svizzero,
austriaco, croato, sloveno, serbo-montenegrino, slovacco, ceco, cipriota,
albanese, ucraino, lituano, estone, greco, macedone, polacco, ungherese,
bulgaro, irlandese. Per quanto riguarda i Reali, il principe Carlo
d’Inghilterra, che ha deciso di rimandare le sue nozze, Re Juan Carlos e la
Regina Sofia di Spagna, il Re Alberto e la Regina Paola di Belgio, il Granduca
Henri e la Granduchessa Maria Teresa del Lussemburgo. Tra i capi di governo, il
britannico Blair, lo spagnolo Zapatero, il russo Fradkov e quelli olandese,
romeno, bosniaco. A rappresentare gli Stati Uniti, Bush, primo presidente USA a
intervenire ai funerali di un pontefice. Dall’America Latina giungeranno i
presidenti di Messico, Brasile, Nicaragua, Costa Rica, Honduras e i vicepresidenti
di Argentina, Colombia e Guatemala. Dal Canada il primo ministro. Passando in
Asia ci sarà il presidente filippino, il vicepresidente indiano, l’ex ministro
degli esteri giapponese; dal Medio Oriente i presidenti libanese, siriano e israeliano;
per i Palestinesi il primo ministro Abu Ala.
Presente anche il segretario generale della Lega Araba, Moussa.
E intanto continuano ad arrivare
da tutto il mondo i messaggi di omaggio alla grande eredità spirituale ed umana
lasciata da Karol Wojtyla. “Un Papa visionario”, “energico, coraggioso“ “che ha
contribuito a costruire ponti in seno alla nuova Europa”: cosi lo ricorda a
Bruxelles la Commissione degli episcopati della Comunità europea (COMECE)”. La
sua morte “è una perdita per tutti gli uomini di fede e per tutti quelli che
vogliono vedere nel mondo pace e giustizia sociale”, sottolinea a Washington il
presidente della Banca mondiale, Wolfensohn. “Un uomo che poteva fare la
differenza nella vita della gente”, aggiunge ancora il presidente Bush. “Ha
fornito guida e indicazioni morali in un’epoca in cui il progresso scientifico
e tecnologico non ha sempre corrisposto a un analogo progresso nel prenderci a
cuore le sorti del mondo”, ha dichiarato a Johannesburg Mandela. “Un grande combattente ed un
predicatore della pace” gli fa eco da Il Cairo l’opinionista arabo Sherbel sul
giornale Al Hayat. “Un grande statista della storia moderna della
Polonia e del mondo”, sottolinea a
Varsavia l’ex presidente Jaruzelski. “Era più che un padre, direi che aveva
tutta la tenerezza e la forza di una madre”, sottolinea commosso Walesa.
E prosegue pure incessante, per accompagnare il cordoglio di credenti e
non credenti, il flusso mediatico su giornali, tv, radio ed internet che sta
offrendo una copertura minuto per minuto. Sui siti on line dall’Alaska
all’Australia, dalla Cina al Sudafrica c’è la foto della salma del Papa.
IN OGNI PAESE, MANIFESTAZIONI DI LUTTO E MESSE IN
SUFFRAGIO
DEL
SANTO PADRE, IN OMAGGIO AD UN GRANDE UOMO
CHE HA
SEGNATO LA STORIA DELLA CHIESA E DELL’UMANITA’
- A
cura di Maria Vittoria Savini -
Innumerevoli
le celebrazioni e le iniziative in segno di lutto in tutta Italia per la scomparsa
di Giovanni Paolo II. A Como venerdì i funerali del Pontefice verranno
trasmessi attraverso un maxischermo in diretta tv allo stadio di Senigallia. Proprio
lì, infatti, nel 1996 il Papa incontrò i giovani in occasione della sua visita,
quei giovani che adesso attendono di riunirsi in quel luogo per rendergli
omaggio. Nella “venerabile città di Bologna”, come la definì il Santo Padre,
l’arcivescovo Caffarra ha celebrato una Messa solenne ieri per rendere omaggio
al Pontefice. Centinaia di fedeli si sono radunati ieri sera anche a Cagliari,
nella basilica di Nostra Signora di Bonaria. A Cosenza è prevista per domani
alle ore 18.00 una Messa in suffragio del Papa, che sarà celebrata nella
cattedrale della città. Una solenne celebrazione eucaristica si terrà questa
sera, alle ore 19.00 nel Santuario di Pompei. A Napoli, tutti i negozi rimarranno
chiusi per i funerali del Santo Padre in segno di rispetto e di raccoglimento
per questo grave lutto. Chiuse anche le scuole di Roma venerdì, giorno delle
esequie. Il ministro Moratti per lo stesso giorno ha invitato tutte le scuole
italiane ad osservare alle ore 12.00 un minuto di silenzio e a promuovere
momenti di riflessione per continuare a far vivere, attraverso il dialogo, il
suo messaggio d’amore. A Milano in piazza Duomo sarà allestito venerdì mattina
un maxischermo per permettere ai fedeli che non potranno recarsi a Roma di
condividere un momento di profonda tristezza e commozione.
In Cina è stata celebrata ieri
dal vescovo di Hong Kong, Joseph Zen, una Messa in memoria di Giovanni Paolo II
ed anche a Pechino la popolazione si è sentita coinvolta nel grave lutto che ha
colpito tutto il mondo.
A Cuba è stata celebrata ieri sera nella cattedrale dell’Avana, dal
cardinale Jaime Ortega, una Messa in suffragio del Papa. Alla celebrazione era
presente anche Fidel Castro insieme con suo fratello minore Raul. I due si
erano precedentemente recati anche alla Nunziatura apostolica dell’Avana per
firmare il libro delle condoglianze.
Anche in Vietnam milioni di
fedeli si sono riuniti ieri sera nella cattedrale di San Giuseppe ad Hanoi, per
dire una preghiera per il Santo Padre. Il Paese, che non ha mai ricevuto una
visita papale, piange la perdita di “un grande Papa, che è riuscito a estendere
la comunità cattolica nei Paesi più poveri”, come ha detto il reverendo Joseph
Dang Duc Ngan, segretario della Conferenza episcopale vietnamita.
A Cracovia circa 150 mila
studenti hanno marciato per le vie della città in seguito ad un appello diffuso
su Internet, al quale hanno subito risposto moltissimi giovani, tutti
accomunati dal medesimo dolore per la perdita del loro caro Karol Wojtyla, Papa
concittadino. Nello stadio della città è stata invece celebrata una Messa in
suffragio del Pontefice alla quale hanno partecipato circa 25 mila persone.
Nella basilica del Santo
Sepolcro di Gerusalemme si terrà domani una Messa solenne e sarà aperto un
registro delle condoglianze in suffragio del Papa, che nel 2000 effettuò uno
storico viaggio in Terra Santa. Ieri e oggi, nella sede della Nunziatura a Tel Aviv
e del Patriarcato e della Delegazione apostolica a Gerusalemme saranno aperti i
libri per le firme e i messaggi di condoglianze. Il Nunzio Pietro Sambi ha
definito il Pontefice “un apostolo del dialogo tra le religioni e i popoli del
mondo” ed ha ricordato il suo legame strettissimo con il popolo ebraico.
In Giordania su tutti gli
edifici pubblici sventolano bandiere a mezz’asta, mentre in Cisgiordania molte
scuole sono chiuse in segno di lutto.
In Equador è stata celebrata
ieri nella cattedrale di Quito una cerimonia funebre in onore del Papa. Per
assistere alla celebrazione, che è stata officiata dal cardinale Antonio
Gonzalez, molte persone hanno effettuato ore di fila.
A Londra, nella cattedrale di
Westminster, si è celebrata ieri sera una solenne cerimonia cui hanno
partecipato su invito della Chiesa cattolica d’Inghilterra e Galles le più alte
cariche ecclesiastiche, dello Stato e della Casa Reale.
In Germania, nella cattedrale
cattolica di Berlino si è tenuta ieri sera una Messa da Requiem per Giovanni
Paolo II, alla quale ha partecipato anche il cancelliere Gerhard Schroeder
insieme con tutto il governo tedesco. Nelle 27 cattedrali cattoliche del Paese
sono stati esposti, inoltre, libri per raccogliere le firme di cordoglio.
In Irlanda le scuole rimarranno
chiuse in segno di lutto venerdì, il giorno dei funerali di Giovanni Paolo II.
Tristezza si respira lungo le vie delle città, nelle quali tutti gli edifici
pubblici esporranno le bandiere a mezz’asta.
Inizieranno oggi i tre giorni di
lutto nazionale proclamati nella Repubblica Centrafricana dal presidente
Francois Bozizè. Inoltre bandiere a mezz’asta in segno di lutto su tutti gli
edifici pubblici delle città.
In Romania sono stati indetti, a
partire da ieri, nove giorni di lutto per la scomparsa del Santo Padre.
Preghiere speciali vengono recitate in tutte le chiese. Le chiese uniate
saranno addobbate in questi giorni con drappelli neri in segno di rispetto per
il Papa defunto.
Echi di profonda commozione per
la morte del Papa sono giunti anche dagli 11 membri della spedizione polare
polacca, che lavorano nella base antartica di Arctowski, sull’isola di Re
Giorgio.
Anche il Calcio internazionale
si ferma a riflettere sulla perdita del Santo Padre. L’Uefa ha deciso di
osservare un minuto di silenzio prima del fischio d’inizio delle partite che
sono programmate per questa settimana in segno di rispetto e riconoscenza per
“Papa Giovanni Paolo II, un leader mondiale e un grande uomo di pace”.
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5
aprile 2005
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A cura di Amedeo Lomonaco -
Elezioni regionali ed amministrative in Italia: il
centrosinistra ha ottenuto una netta vittoria conquistando 11 regioni. Le
uniche affermazioni del centrodestra si registrano in Lombardia ed in Veneto.
Il dato definitivo sull’affluenza alle urne per le regionali è stato del 71,4
per cento. “Con questo voto, gli italiani ci chiedono di prepararci
a governare e il mio impegno è quello di rispondere a queste attese”, ha
commentato il leader dell’Unione, Romano Prodi. Di segno opposto, invece, il
clima nella Casa delle libertà. Il primo ministro, Silvio Berlusconi,
ha annunciato che non si dimetterà. L’ex governatore del Lazio, Francesco
Storace, ha dichiarato che per il centrodestra si è trattato di “una ecatombe”.
Le operazioni di voto hanno
riguardato il rinnovo delle amministrazioni in 13 regioni, in 2 province ed in
366 comuni. E’ in corso lo scrutinio dei voti per le provinciali e le comunali.
Sembra scontato un altro importante successo per il centrosinistra.
In Iraq non si interrompono gli
attacchi della guerriglia contro le forze di sicurezza del Paese arabo. Il capo
della brigata blindata del ministero degli Interni, il generale Jalal Mohammed
Saleh, è stato rapito insieme con le sue guardie del corpo a Baghdad da un
gruppo di uomini armati. L’unità
guidata dall’alto ufficiale è composta da 1.600 uomini ed è una delle prime
brigate blindate delle ricostituite forze armate irachene. Un’autobomba è
esplosa, inoltre, lungo la strada che collega la capitale all’aeroporto. La
deflagrazione ha causato la morte di un civile. Obiettivo dell’attentato era
una pattuglia di soldati iracheni. Attacchi e agguati sono stati perpetrati
anche contro i militari americani: un soldato statunitense è rimasto ucciso
durante furiosi combattimenti nella turbolenta provincia di Al Anbar. Altri due
militari USA e un iracheno sono morti ieri nell’area di Diyala. Un ordigno è
poi esploso al passaggio di un convoglio statunitense nel quartiere di Dora, a
sud di Baghdad. La deflagrazione ha provocato il ferimento di quattro persone,
tra le quali una bambina di sei anni.
La
tensione resta alta anche in Israele e nei Territori palestinesi: un civile
israeliano è stato ferito dagli spari di un cecchino palestinese nella colonia
ebraica di Morag, a sud di Gaza. In precedenza un ordigno è esploso nella zona
di Rafah senza provocare vittime. Il ministro della Difesa israeliano, Shaul
Mofaz, ha espresso insoddisfazione per quella che gli sembra una “incapacità”
dell'Autorità nazionale palestinese di mantenere la sicurezza nella Striscia di
Gaza.
In Arabia Saudita due
militanti di Al Qaeda sono rimasti uccisi in seguito a scontri tra forze
governative ed estremisti. Lo rende noto l’emittente ‘Al Arabya’ aggiungendo
che i combattimenti sono iniziati domenica scorsa quando le forze di sicurezza
hanno circondato la cittadina di Al Rass, 320 chilometri a nord di Riad, per
catturare un gruppo di miliziani.
I servizi segreti
russi sono in allarme: temono che estremisti ceceni, guidati
dall’indipendentista Shamil Basaiev, stiano preparando un attentato per il
prossimo 9 maggio, data del 60.mo anniversario della vittoria dell’Unione
Sovietica sulla Germania nazista. Questa ricorrenza, infatti, è stata scossa
negli anni scorsi da diversi attentati condotti dalla guerriglia cecena. Il 9
maggio del 2004 l’esplosione di una bomba collocata nella tribuna dello stadio
di Grozni ha provocato la morte del presidente ceceno, il filo-russo Ahmat
Kadirov. Nel 2002 la deflagrazione di un ordigno in Daghestan, nel centro di
Kaspiinsk, durante la ‘parata della vittoria’ ha causato la morte di 43
persone.
La Cina si oppone
all’allargamento del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, senza l’approvazione dei
191 membri delle Nazioni Unite. Pechino è anche contrario a fissare una
scadenza per il voto. Doccia fredda, dunque, per Giappone, Germania, India e
Brasile che sperano di entrare nel Consiglio o di avere indicazioni per le
procedure di voto prima dell’estate.
Nel 2004 sono state
eseguite, in 25 Paesi, 3.797 condanne a morte. Lo rende noto un rapporto di
‘Amnesty International’ nel quale si sottolinea come la stragrande maggioranza
di queste esecuzioni, almeno 3400, siano avvenute in Cina. Altre 159 condanne a
morte sono state eseguite in Iran, 64 in Vietnam e 59 negli Stati Uniti. La
ricerca dell’organizzazione umanitaria precisa, inoltre, che i dati si
riferiscono a casi accertati. Ma secondo ‘Amnesty’
le cifre riportate nel rapporto sono ben al di sotto di quelle reali. In
diversi Paesi è molto difficile, infatti, ottenere dati ufficiali sulle
esecuzioni capitali.
Il 79.enne giapponese
Masaru Okunishi potrebbe sfuggire alla pena capitale dopo essere rimasto nel
braccio della morte per 33 anni. La corte suprema ha ordinato, infatti, il
rifacimento del processo per “manifesta inconsistenza delle prove”' e “non
credibilità della confessione” del condannato. Okunisihi è il
quinto giapponese nel dopoguerra a vedersi riconosciuta la possibilità
di sfuggire all’esecuzione della pena di morte.
Le
elezioni generali in Gran Bretagna si terranno il prossimo 5 maggio. Lo ha annunciato
il premier britannico, Tony Blair, rientrando a Downing Street dopo
essere stato ricevuto a Buckingham Palace dalla regina Elisabetta II che
lo ha autorizzato a sciogliere il Parlamento.
Quattro mesi di reclusione, con
sospensione della pena. E’ la decisione presa dal giudice per l’udienza
preliminare di Roma, Emanuele Cersosimo, nei confronti di Roberto Dal Bosco,
l’operaio di Mantova che il 31 dicembre scorso ha ferito il presidente del
Consiglio, Silvio Berlusconi, lanciandogli un treppiedi a piazza Navona.
In Francia sono stati rilevati due nuovi casi della
“variante del morbo di Creutzfeld Jakob”. I casi accertati fino ad oggi sono
undici. Otto delle persone affette dalla malattia, considerata la forma umana
del morbo della ‘mucca pazza’, sono decedute tra il 1996 e il 2004.
In Nigeria il presidente del senato, Adolphus
Wabara ha annunciato le proprie dimissioni. Due settimane fa Wabara ed il
presidente nigeriano, Olusegun Obasanjo, sono stati accusati di corruzione.
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