RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 94 - Testo della trasmissione di lunedì 4 aprile 2005

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:    

Alle 10.00 di venerdì 8 aprile si terranno i funerali di Giovanni Paolo II sul sagrato della Basilica Vaticana. Il Papa sarà tumulato nelle Grotte Vaticane. Queste le principali decisioni delle due prime Congregazioni Generali dei cardinali, questa mattina. Alle 17.00 la traslazione della salma dalla Sala Clementina alla Basilica Vaticana dove, a partire dalle 20.00 di questa sera, sarà aperto a tutti l’accesso per rendere l’ultimo omaggio al Pontefice.

 

Le competenze del Camerlengo di Santa Romana Chiesa, cardinale Eduardo Martinez Somalo.

 

L’ultimo messaggio di Giovanni Paolo II sull’accoglienza del mistero della Divina Misericordia: ce ne parla mons. Luigi Negri.

 

IN PRIMO PIANO:

Le reazioni dei movimenti ecclesiali alla scomparsa di Giovanni Paolo II: le testimonianze di

Salvatore Martinez, don Julian Carron, Andrea Riccardi, Kiko Arguello, Giuseppe Corigliano,

Graziella De Luca, Paola Bignardi, Ernesto Olivero.

 

Ebrei e musulmani uniti nella preghiera per il Papa: con noi Ali Rashid e Amos Luzzato.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Gli echi di dolore per la morte del Papa sulla stampa internazionale, che rende omaggio alla sua inestimabile ed infaticabile opera per il bene dell’umanità.

 

Il ricordo dei potenti e dei semplici.

 

Le inziative di lutto pubbliche e private.

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq, dove sono stati arrestati 34 insorti nel nord del Paese, Al Qaeda rivendica l’attacco di ieri contro il carcere di Abu Ghraib.

 

A Gerusalemme rafforzate le misure di sicurezza sulla spianata delle moschee per il timore di scontri.

 

Svolta in Kirgizistan: Akayev ha presentato la lettera di dimissioni .

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

4 aprile 2005

 

 

ALLE 10.00 DI VENERDI’ 8 APRILE SI TERRANNO I FUNERALI DI GIOVANNI PAOLO II SUL SAGRATO NELLA BASILICA VATICANA. IL PAPA SARA’ POI TUMULATO

NELLE GROTTE  VATICANE. DALLE 20.00 DI QUESTA SERA APERTO A TUTTI L’ACCESSO

ALLA BASILICA DOVE LA SALMA VERRA’ TRASLATA NEL POMERIGGIO

 

I funerali di Giovanni Paolo II si terranno alle 10.00 di venerdì prossimo 8 aprile sul sagrato della Patriarcale Basilica Vaticana. E a partire dalle 20.00 di stasera sarà possibile a tutti rendere omaggio alla salma del Papa nella Basilica di San Pietro. Ad annunciarlo il portavoce della Sala Stampa vaticana, Navarro-Valls. Dopo che nella mattinata si sono svolte le prime due Congregazioni dei cardinali, in Vaticano. Riprenderanno domani mattina nell’Aula nuova del Sinodo. Il servizio di Fausta Speranza:

 

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La liturgia esequiale sarà celebrata dai Cardinali e dai Patriarchi delle Chiese Orientali. Presiederà la concelebrazione il cardinale Joseph Ratzinger, decano del Collegio Cardinalizio. Il feretro del Pontefice Giovanni Paolo II sarà portato nella Basilica Vaticana e quindi nelle Grotte Vaticane per la tumulazione. A questo proposito alla domanda dei giornalisti sull’esistenza o meno di disposizioni da parte di Giovanni Paolo II, Navarro-Valls ha spiegato che il Papa non ha lasciato indicazioni e, dunque, il luogo è quello della sede del Vicario di Cristo. Decisioni che erano attese in questi giorni che restano molto intensi perché sono i primi senza la presenza fisica di Giovanni Paolo II.

 

Altre seguiranno: ricordiamo che a partire dal giorno della morte c’è anche un appuntamento previsto tra il 15esimo o al massimo il 20esimo giorno: al mattino si svolgerà la celebrazione eucaristica con la Messa votiva per l’elezione del Papa, cui partecipano i Cardinali elettori, che subito dopo si recheranno in processione alla Cappella Sistina dove inizierà il Conclave per lo svolgimento dell'elezione del nuovo Pontefice.

 

E a questo proposito c’è ancora da decidere la predisposizione dei locali della Domus Sanctae Marthae per l’alloggio dei cardinali e quella della Cappella Sistina per le operazioni relative all’elezione e c’è da fissare proprio il giorno e l’ora dell’inizio delle operazioni di voto.

 

Intanto, è proseguito per tutta la mattina e proseguirà fino alle 16.00 l’omaggio nella Sala Clementina al Papa defunto da parte di tante autorità, religiosi e dipendenti vaticani.  Intorno alle 17. 00, poi, la salma  verrà traslata nella Basilica Vaticana passando attraverso la Piazza San Pietro e, nella Basilica, dopo la Liturgia della Parola l’accesso sarà aperto a tutti a partire dalle 20.00 e sarà prolungato anche lungo la notte fino alle 2.00, per poi riprendere alle 5.00. La nostra emittente trasmetterà l’evento della traslazione con una diretta fino alle 19.00. Alle 21.00 poi in Piazza San Pietro ci sarà la recita del Rosario.

 

Viene ribadita la previsione di 2 milioni di pellegrini a Roma. I vescovi italiani e la Protezione Civile hanno rivolto un invito a scaglionare gli arrivi tra oggi, domani e dopodomani.

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LE COMPETENZE DEL CAMERLENGO DI SANTA ROMANA CHIESA,

CARDINALE EDUARDO MARTINEZ SOMALO

- A cura di Fausta Speranza -

 

In questi giorni torna la figura del Camerlengo che ricordiamo è il cardinale che presiede la Camera Apostolica e che svolge l’ufficio di curare e amministrare i beni e i diritti temporali della Santa Sede nel tempo in cui questa è vacante.

 

 Ricopre tale carica dal 1993 il cardinale Eduardo Martínez Somalo. Di lui ricordiamo che  è nato in Spagna il 31 marzo 1927, nella cittadina di Baños de Río Tobía. E’ stato ordinato sacerdote a Roma il 19 marzo 1950. In seguito, conseguito il Dottorato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense, il 18 agosto 1956 entrava a far parte della Segreteria di Stato in qualità di Addetto. Tra l’altro, dopo circa quattro anni di servizio come rappresentante Pontificio, riceveva da Giovanni Paolo II, il 5 maggio 1979, la nomina a Sostituto della Segreteria di Stato, incarico che ha mantenuto fino all'annuncio della sua creazione a Cardinale. E’ stato sempre accanto a Giovanni Paolo II durante i suoi numerosi pellegrinaggi apostolici in Italia e nel mondo.

 

Il 1° luglio 1988 è stato nominato Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, incarico che ha ricoperto fino al 21 gennaio 1992, quando è stato nominato Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di vita apostolica. Il 5 aprile 1993 è stato nominato Camerlengo di Santa Romana Chiesa.

 

 

L’ULTIMO MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II NELL’ACCOGLIENZA

 DEL MISTERO DELLA DIVINA MISERICORDIA

 

“Gesù, confido in Te, abbi misericordia di noi e del mondo intero”: e’ ancora viva l’emozione tra i fedeli per l’ultimo messaggio di Giovanni Paolo II, letto ieri da mons. Sandri in piazza San Pietro, prima della recita del Regina Coeli. Un affidamento, quello del Papa, che assume un significato ancor più straordinario, perché il Pontefice è tornato alla Casa del Padre, proprio mentre la Chiesa già celebrava la Festa della Domenica della Divina Misericordia, istituita dal Papa nell’anno del Grande Giubileo. Sempre nel 2000, Giovanni Paolo II ha canonizzato la mistica polacca Suor Faustina Kowalska, l’apostola della Divina Misericordia, tanto cara al Santo Padre. D’altro canto, già nel 1980 il Papa aveva dedicato a questo mistero della fede l’enciclica Dives in Misericordia. Sulla figura di suor Faustina e la centralità della Divina Misericordia nel Pontificato di Giovanni Paolo II ascoltiamo il servizio di Alessandro De Carolis:

 

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         Un raggio rosso che piega a sinistra di chi guarda; un secondo raggio, pallido, che diverge a destra. Sono il sangue e l’acqua che scaturiscono dal costato di Gesù, sono i raggi del suo amore: due strade di luce lungo le quali gli uomini di ogni tempo possono dirigersi fino al centro del cuore di Cristo, fino a conoscerne la sua misericordia. Ha 26 anni, suor Faustina Kowalska, piccola suora polacca semianalfabeta, quando il 22 febbraio 1931 Gesù stesso le appare in visione, risorto e benedicente, chiedendole di far dipingere la sua immagine – quell’immagine -  illuminata dai due raggi, aggiungendo in calce la frase: Gesù confido in Te!”. La visione – realizzata poi in forma di quadro dal pittore Kazimirowski - sarà destinata a diventare il conosciutissimo simbolo di un culto che dalla Polonia a cavallo delle due guerre diventerà 70 anni dopo, grazie al primo Papa polacco della storia, culto della Chiesa universale.

 

          Karol Wojtyla aveva conosciuto da giovane l’intensità spirituale di questo culto, e più ancora la profondità di quegli insegnamenti erano penetrati nelle fibre del suo ministero arcivescovile a Cracovia. Il 30 aprile del 2000, da Pontefice, ha la gioia di canonizzare Suor Faustina, portatrice di un messaggio – disse egli stesso l’anno successivo – che rappresenta “la risposta adeguata e incisiva di Dio” alle domande degli uomini del nostro tempo, “segnato da immani tragedie”:

 

“Disse Gesù a Suor Faustina: "L'umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla Divina Misericordia" (Diario, p. 132). Attraverso l'opera della religiosa polacca, questo messaggio si è legato per sempre al secolo ventesimo, ultimo del secondo millennio e ponte verso il terzo millennio. Non è un messaggio nuovo, ma si può ritenere un dono di speciale illuminazione, che ci aiuta a rivivere più intensamente il Vangelo della Pasqua, per offrirlo come un raggio di luce agli uomini ed alle donne del nostro tempo”.

 

         Suora Faustina visse solo 33 anni, sufficienti però a far conoscere con il carisma delle anime semplici toccate da Dio la forza delle parole di cui era custode. Giovanni Paolo II ha idealmente raccolto “l’eredità” di quella piccola religiosa, alla quale Gesù, in una delle sue visioni, chiede di farsi apostola del suo Amore misericordioso. E per questo motivo, durante la cerimonia di canonizzazione, Giovanni Paolo II fa un annuncio destinato ad amplificare per sempre il culto della Divina Misericordia:

 

“E' importante allora che raccogliamo per intero il messaggio che ci viene dalla parola di Dio in questa seconda Domenica di Pasqua, che d'ora innanzi in tutta la Chiesa prenderà il nome di "Domenica della Divina Misericordia".

 

         Un messaggio partito da Cracovia e che a Cracovia Giovanni Paolo II “riconduce”, quasi al termine del suo Pontificato, consacrando nel 2002, a Lagiewniki, un luminoso Santuario, sul cui altare campeggia la celebre immagine di Cristo con i due raggi. Ma all’ispirazione contenuta in quel messaggio  Giovanni Paolo II aveva deciso di impostare tutto il suo ministero petrino, quando ancora di questa devozione del Pontefice poco o nulla si sapeva. Lo dimostra la sua seconda enciclica, del 1980, Dives in Misericordia, e quanto disse il Papa stesso nel 1997, affermando che il culto della DiVina Misericordia “in un cero senso forma l’immagine di questo Pontificato”. Un Pontificato che lo ha reso universale come universalmente a tutti suor Faustina si rivolge:

 

“Questo messaggio consolante si rivolge soprattutto a chi, afflitto da una prova particolarmente dura o schiacciato dal peso dei peccati commessi, ha smarrito ogni fiducia nella vita ed è tentato di cedere alla disperazione. A lui si presenta il volto dolce di Cristo, su di lui arrivano quei raggi che partono dal suo cuore e illuminano, riscaldano, indicano il cammino e infondono speranza. Quante anime ha già consolato l'invocazione "Gesù, confido in Te", che la Provvidenza ha suggerito attraverso Suor Faustina! Questo semplice atto di abbandono a Gesù squarcia le nubi più dense e fa passare un raggio di luce nella vita di ciascuno”.

 

Alla misericordia divina più volte il Pontefice scomparso ha associato il valore della pace, dono dell’amore di Dio. Giovanni Paolo II lo ribadisce al termine della cerimonia di canonizzazione della Kowalska, componendo in un cero senso una preghiera spontanea alla piccola suora che lo aveva illuminato:

 

“E tu, Faustina, dono di Dio al nostro tempo, dono della terra di Polonia a tutta la Chiesa, ottienici di percepire la profondità della Divina Misericordia, aiutaci a farne esperienza viva e a testimoniarla ai fratelli. Il tuo messaggio di luce e di speranza si diffonda in tutto il mondo, spinga alla conversione i peccatori, sopisca le rivalità e gli odi, apra gli uomini e le nazioni alla pratica della fraternità. Noi oggi, fissando lo sguardo con te sul volto di Cristo risorto, facciamo nostra la tua preghiera di fiducioso abbandono e diciamo con ferma speranza: Gesù, confido in Te!”.

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Dunque, nell’ultimo messaggio ai fedeli, Giovanni Paolo II ha affidato l’umanità alla Divina Misericordia. Sul significato profondo di questa invocazione del Pontefice, Alessandro Gisotti ha intervistato il teologo mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino – Montefeltro:

 

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R. – La misericordia è accogliente, accoglie l’uomo e gli dà la possibilità di partire con un’ipotesi positiva sulla vita. Un’ipotesi positiva è che Cristo è venuto e ha salvato l’uomo ed il mondo. Io credo che in questo ultimo messaggio lo sguardo del Papa abbia proprio cercato di considerare ogni uomo di questo mondo. E’ in atto, è all’opera, la forza strapotente di Dio, che il Papa ci ha testimoniato in questi anni, ed è appunto la sua Misericordia.

 

D. – Gesù, scrive il Papa nell’enciclica “Dives in Misericordia”, ha insegnato che l’uomo non soltanto riceve e sperimenta la misericordia di Dio, ma che è pure chiamato ad usare misericordia verso gli altri. In fondo, è proprio questo il cuore del messaggio evangelico…

 

R. – Certo, ed è questa la grande responsabilità della Chiesa e dei cristiani: mostrare che la misericordia, che è totalmente donata, diventi nella libertà e nella carità, compito. Quindi, investire, dimostrare al mondo che la misericordia di Dio è una realtà presente, una realtà che si può costruire, una realtà che diventa carità quotidiana, capacità di offerta, creazione di luoghi di accoglienza. La misericordia di Dio, custodita nel cuore dei cristiani e vissuta, crea e rinnova la faccia della Terra.

 

D. – Anche se ci fossero milioni di smarrimenti, avverte Giovanni Paolo II, dobbiamo implorare, affidarci alla Divina Misericordia. Ancora una volta il Papa ci dice che in Cristo non possiamo, non dobbiamo avere paura…

 

R. – Cristo, la Misericordia del Padre, è più grande di tutti i nostri mali, di tutti i nostri errori, di tutte le difficoltà, di tutti i condizionamenti della storia. La fede della Chiesa deve innanzitutto gridare agli uomini che Cristo, solo Cristo, è l’unico Salvatore dell’uomo del mondo.

 

D. – Divina Misericordia e perdono, un binomio inscindibile. Nell’Angelus, dopo l’attentato del 13 maggio 1981, il Papa affermò: “Prego per il fratello che mi ha colpito”. Poi, nell’anno del grande Giubileo, il 12 marzo del 2000, Giovanni Paolo II chiede perdono per gli errori dei figli della Chiesa. Questo si può definire il Papa del perdono, un perdono offerto a volte in modo coraggioso e, se vogliamo, controcorrente? 

 

R. – Certo, il perdono è la forma più mobilitante della Misericordia, perché perdonare, accettare di essere perdonati da Dio, e perdonare in qualche modo come fa Dio gli altri, è la dimostrazione più grande che l’uomo che si affida a Dio cambia e cambiando lui cambia il mondo.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Prima pagina: notificazioni dell'Ufficio delle Celebrazioni liturgiche del Santo Padre.

Messa esequiale per il Romano Pontefice defunto - venerdì 8 aprile, ore 10 - sul sagrato della Patriarcale Basilica Vaticana.  

Traslazione della Salma del Romano Pontefice Giovanni Paolo II nella Basilica Vaticana.

Tre pagine dal titolo "La Chiesa e il mondo in preghiera per il Papa".

La rassegna della stampa internazionale.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

4 aprile 2005

 

 

LA MORTE DI GIOVANNI PAOLO II: LE REAZIONI DEI MOVIMENTI ECCLESIALI

        

- Salvatore Martinez, coordinatore del Rinnovamento nello Spirito -

 

 

Il mondo delle associazioni cattoliche, dei movimenti e delle nuove realtà ecclesiali si sono stretti in questi giorni attorno al Papa che nei suoi oltre 26 anni di Pontificato ha chiesto alla Chiesa una maggiore valorizzazione della “novità” che essi apportano: i movimenti ecclesiali – ha detto Giovanni Paolo II – “rappresentano uno dei frutti più significativi di quella primavera della Chiesa già preannunciata dal Concilio Vaticano II”. Ascoltiamo Salvatore Martinez, coordinatore nazionale del Rinnovamento nello Spirito, intervistato da Adriana Masotti:

 

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Mancherebbe una riflessione epocale all’indirizzo del compianto Giovanni Paolo II, se omettessi la meravigliosa pagina pentecostale da lui fortemente voluta il 30 maggio 1998, quella che viene ricordata come la Pentecoste dei Movimenti e delle nuove comunità. In quella circostanza, Giovanni Paolo II ebbe a richiamare il Verbo con il quale ormai tutti lo ricordano: “Aprite le porte a Cristo!”. Ebbene, il 30 maggio 1998 egli disse: “Aprite ai carismi dello Spirito!”. E in quella circostanza, mise in evidenza per la prima volta questa coessenzialità alla Costituzione della Chiesa del profilo carismatico affianco a quello istituzionale per modellare questa idea, Giovanni Paolo II indicò la via mariana accanto a quella petrina, la via dei carismi, la via dei laici … Il Papa ci ha rimessi in linea con la Pentecoste; con la Pentecoste storica, tanto invocata dai Padri conciliari che chiedevano questo rinnovamento della Chiesa, così che la Chiesa riscoprisse la sua identità fisiologica che è una sua identità fisiologica che è un’identità nello Spirito Santo.

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- Don Juan Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione -

 

         Ma che cosa ha rappresentato la personalità di Giovanni Paolo II per don Julian Carròn, presidente della Fraternità Comunione e Liberazione? Lo ascoltiamo al microfono di Tiziana Campisi:

 

 

 

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R. – Soprattutto, un testimone. Un testimone, che cosa può significare per la vita di un essere umano? Vivere in Cristo, cioè: che densità umana, che grandezza raggiunge la propria esistenza quando uno come lui ci ha detto dall’inizio: apri la porta della tua vita a Cristo!

 

D. – Che cosa lascia Giovanni Paolo II?

 

R. – Fondamentalmente, un metodo. Indica la strada che oggi deve percorrere il cristianesimo, cioè è un testimone, un’apertura al reale, una capacità di abbraccio di tutto …

 

D. – E come fare tesoro dei suoi insegnamenti?

 

R. – Soprattutto, vivendoli, facendo saltare questo abisso che esiste tra la vita e la fede, in modo tale che uno possa veramente fare esperienza di cosa vuol dire Cristo, cosa vuol dire lasciare entrare nella propria vita la sua persona, la sua presenza, perché questo è quello che fa la differenza.

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- Andrea Riccardi, fondatore della Comunità Sant’Egidio -

 

Ascoltiamo ora la testimonianza di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, intervistato da Massimiliano Menichetti:

 

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Sono momenti molto difficili perché sono come la perdita di un padre; quest’uomo, che ci è stato vicino come vescovo, come Papa, per più di 25 anni, ha segnato la storia, ha segnato più di una generazione, quindi, come si fa ad accettare di perderlo? L’eredità di Giovanni Paolo II è molto semplice. All’inizio, gli chiesero: “Qual è la sua linea?”. E lui rispose: “La mia linea è la fede”. L’eredità di Giovanni Paolo II è che i credenti non debbono scimmiottare le istituzioni di questo mondo e che con la loro fede possono dare un contributo originale alla vita del loro tempo, possono salvare il loro tempo.

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- Kiko Arguello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale -

 

Al microfono di Debora Donnini Kiko Arguello, l’iniziatore del Cammino Neocatecumenale:

 

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R. - Si accavallano due sentimenti: da una parte l’amore immenso che ha avuto per noi e dall’altra la pena che ci abbia lasciato. Da una parte, è una gioia enorme, per l’amore che noi abbiamo, perché sono sicuro che il Signore lo accoglierà nel suo Regno. E’ stato un Santo enorme. Per i cristiani,  c’è l’amore del dies natalis, morire è andare con Cristo. Lui sta con il Signore e penso che intercederà per la Chiesa. Lui ha aperto una strada immensa per la Chiesa enorme. Il mondo aveva bisogno di questa strada che lui ha aperto per una nuova evangelizzazione. Adesso la Chiesa non si deve arrestare, deve continuare ad andare avanti con molto coraggio e questo coraggio lo trae dallo Spirito Santo e in questa testimonianza che ci ha lasciato Giovanni Paolo II.

 

D. – Cosa ha dato secondo lei ai giovani questo Papa?    

 

R. – Se stesso, il Papa ha detto all’inizio che il cammino regale della Chiesa è l’uomo. La grandezza di Giovanni Paolo II è l’amore per l’uomo. Soprattutto, ha avuto speranza nei giovani e ha dato coraggio, e questo tutti i giovani lo hanno avvertito. Si sente e si vede quando un uomo è veramente uomo e ama l’uomo.

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- Giuseppe Corigliano, prelato dell’Opus Dei -

 

Ma cosa ha rappresentato il Pontificato di GPII per l’Opus Dei? Ci risponde il portavoce della Prelatura Giuseppe Corigliano?

 

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R. – E’ stato un incontro meraviglioso. Questo Papa ha aperto le braccia a tutti, non soltanto all’Opus Dei. Però, bisogna dire che ci siamo sentiti capiti; anche potremmo azzardare a dire un’affinità elettiva, nel senso che c’era proprio una somiglianza non solo di contenuti, ma anche di stile: nella visione positiva della vita, nella valorizzazione della donna, nel senso apostolico così lanciato, questa esigenza ed apertura, contemporaneamente, per i giovani.  Il fondatore ci ha insegnato ad amare tutti i Papi con la stessa intensità. Ma con questo Papa, bisogna dire che è stato particolarmente facile, proprio per questa somiglianza, almeno per quanto riguarda il fondatore. Noi tentiamo di assomigliare al fondatore e soprattutto tentiamo di assomigliare a questo Papa!

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- Graziella De Luca, dei Focolari -

 

 

Il Papa ha sempre incoraggiato anche il Movimento dei Focolari come ci spiega Graziella De Luca, una delle prime focolarine a seguire la fondatrice Chiara Lubich.

 

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R. – Se non avessimo avuto il Papa realmente non saremmo vissuti come movimento. Sentivo Chiara che diceva: “Certo, vorrei che tornasse l’usanza di chiedere che questo Papa venga canonizzato a furore di popolo, e i giovani per questo sarebbero in prima fila”. Il rapporto che Chiara ha avuto con il Papa è stato stupendo. Per esempio, Chiara gli ha raccontato di tutta la linea che voleva prendere il movimento, il fatto di stringere rapporti anche con tutti gli altri movimenti ecclesiali, il fatto di stringere rapporti anche con movimenti non cattolici. Il Papa ascoltava, facendo sua l’idea che gli veniva data, tanto che anche lui ha cominciato a parlare di spiritualità di comunione, di questa spiritualità che poggia appunto sul testamento di Gesù, sull’unità, e che ha come radice Gesù abbandonato, Gesù nel suo abbandono, quando grida: “Dio mio, Dio mio perché anche tu mi hai abbandonato”.

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- Paola Bignardi, presidente di Azione Cattolica -

 

La Vergine Maria, in primo luogo, e con lei tutte le donne hanno sempre avuto un posto particolare nel cuore del Papa. Dalla Mulieris Dignitatem alla Lettera alle donne sono stati tanti gli interventi di Giovanni Paolo II. Sentiamo Paola Bignardi, presidente dell’azione cattolica italiana intervistata da Debora Donnini.

 

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R. – Credo che il modo con cui lui ha considerato le donne sia stato veramente originale nella Chiesa. Non inedito, perché in altre occasioni il Magistero della Chiesa aveva espresso un’attenzione molto positiva alla vita delle donne. Però, credo che sarebbe difficile pensare a questa accoglienza, a questa valorizzazione delle donne,che pure ha ancora tanti passi da compiere davanti a sé, se non ci fosse stato questo magistero così aperto, così deciso. La incisività degli interventi, le aperture del magistero di Giovanni Paolo II sulla donna sono veramente uniche.

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- Ernesto Olivero, fondatore del Sermig -

 

Ma quali stimoli ha dato Giovanni Paolo II ai movimenti? Ci risponde Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, il servizio missionario giovanile, al microfono di Stefano Leszczynski:

 

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R. – Siamo entrati nel desiderio di imitare il Santo Padre, che è sempre stato contro tutte le ingiustizie. Adesso dovrebbero finire tutte le retoriche e dovremmo capire che il seme che è stato piantato da lui ha bisogno di essere vangato da ognuno di noi affinché si abbia un mondo più giusto e una Chiesa lievito che veramente attragga i giovani, una Chiesa che faccia venir voglia di dire di sì per sempre, una Chiesa che faccia diventare i sacerdoti degli uomini di Dio, le monache delle donne di Dio, le famiglie unite per sempre. Questo è l’unico modo per rispettare questo Santo Padre che per 27 anni è stato un’immagine di forza incredibile, forza che è diventata più forte specialmente nell’ultimo tempo.

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EBREI E MUSULMANI UNITI NELLA PREGHIERA PER IL PAPA

 

         La scomparsa di Giovanni Paolo II ha colpito profondamente anche il mondo islamico. Molti fedeli islamici hanno pregato per il Pontefice, il primo ad essere entrato in una moschea, a Damasco nel maggio del 2001. Ma già nel 1985, a Casablanca, il Papa aveva incontrato migliaia di giovani musulmani chiamandoli “Fratelli in Abramo”. Gesti e parole che il mondo dell’Islam non ha dimenticato, come sottolinea Ali Rashid, primo consigliere della Delegazione palestinese in Italia al microfono di Barbara Castelli:

 

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R. – Il mondo musulmano ha avuto dal Santo Padre segnali molto importanti durante la sua vita, soprattutto negli ultimi anni. Questa grande iniziativa del dialogo interreligioso, la posizione netta del Santo Padre contro le guerre e la sua posizione rispetto al rifiuto di utilizzare il nome di Dio per giustificare le guerre, ha trasformato il Santo Padre in una figura politicamente e moralmente di grande importanza nel mondo musulmano. Molte comunità sciite, ma anche molte comunità sunnite, stanno vivendo questo momento con sofferenza, con dolore, con grande partecipazione in questo momento, dal nord dell’Africa fino all’Iran. Non è mai avvenuta una cosa simile. 

 

D. – Il Papa ad Assisi ha chiamato le religioni del mondo, si è schierato appunto come abbiamo detto contro ogni conflitto, sottolineando che in nome di Dio non si può seminare odio e morte. Queste parole sono entrate nel tessuto della società?

 

R. – Assolutamente sì. Assolutamente sì e naturalmente siamo ancora all’inizio, perché mentre una volta c’era una grande confusione nell’interpretazione della Jihad, oggi io credo che ci siano gli elementi per una corretta interpretazione, nel senso che la Jihad non è il lavoro o l’azione bellica, ma un lavoro quotidiano dove vengono usati altri strumenti come la meditazione, la pazienza, la riflessione, il perdono. Sono argomenti che vengono vissuti con maggiore intensità rispetto al passato e sicuramente il Santo Padre qui ha accelerato molto questo processo. Sono cose molto profonde, non sono questioni del momento, ma che entrano a far parte di un atteggiamento culturale e religioso che negli ultimi anni era venuto meno.

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Siete “i nostri fratelli maggiori”. Una piccola frase per un passo di portata storica: era il 13 aprile del 1986, a Roma, Giovanni Paolo II visitava la sinagoga. Il primo Pontefice a compiere questo gesto dopo San Pietro. Una giornata indimenticabile come anche il 26 marzo del 2000, quando il Papa si soffermò in preghiera al Muro del Pianto nel suo pellegrinaggio a Gerusalemme. Per una testimonianza sui sentimenti con i quali gli ebrei ricordano la figura di Giovanni Paolo II, Tiziana Campisi ha intervistato Amos Luzzato, presidente dell’Unione comunità ebraica italiana:

 

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R. – Giovanni Paolo II ha rappresentato un tentativo portato al limite delle forze umane di contattare e dialogare con tutte le presenze umane sul pianeta e in questo modo, di favorire un principio e una prassi di pace e di promozione della comprensione tra le genti o della promozione, dove il consolidamento è ancora di là da venire, del processo di pace tra i popoli.

 

D. – Come vede la comunità ebraica italiana la figura di Giovanni Paolo II?

 

R. – L’immagine è quella di un Pontefice che, come nessuno prima di lui nella storia della Chiesa, ha compiuto passi storici verso un riavvicinamento delle due collettività, quella cristiana e quella ebraica. La visita alla Sinagoga di Roma, la prima visita di un Papa ad una sinagoga, a Roma, è stato un atto di una portata rivoluzionaria che ancora oggi, forse, non siamo in grado di valutare appieno. L’altro grande atto simbolico è stata la preghiera vicino al Muro occidentale, a Gerusalemme. Che un Pontefice vada, nello stesso modo in cui va un vecchio ebreo, a pregare e a riflettere sul passato, sulle colpe, sul desiderio di conciliazione, eccetera, direi che è stato il secondo atto rivoluzionario. Gli ebrei di Israele e gli ebrei fuori di Israele hanno visto queste immagini con grande commozione e ci hanno visto un messaggio simbolico di una pacificazione che ancora un secolo fa, o anche meno, non sarebbe stata immaginabile.

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CHIESA E SOCIETA’

4 aprile 2005

 

 

GLI ECHI DI DOLORE PER LA MORTE DEL PAPA SULLA STAMPA INTERNAZIONALE, CHE RENDE OMAGGIO ALLA SUA INESTIMABILE

ED INFATICABILE OPERA PER IL BENE DELL’UMANITA’.

 

- A cura di Roberta Gisotti -

 

‘Il Grande’, questa la parola che ricorre sulla stampa in tutto il mondo in memoria di Giovanni Paolo II, “gigante della storia tra due millenni” come titola oggi L’Osservatore Romano; un Papa “nel cuore del mondo”, scrive L’ Avvenire; “commemorato con il nome che si dà ai Pontefici santi”, annota Il Sole 24 ore”; “Il suo ultimo messaggio: un grido per la pace” osserva il Corriere della Sera; mentre La Repubblica racconta in un supplemento la “Storia di Karol, il Papa polacco”; “Il Papa Santo”,  suggella in copertina lo speciale di Panorama.

 

Passando alla stampa estera, “Una fine pubblica per un straordinario papato”, titola negli Stati Uniti l’International Herald Tribune listato a lutto; “Grazie a lui siamo diventati migliori”, sottolinea il Gazeta Wyborcza in Polonia; “La potenza della volontà” di chi “appare già un gigante del XX secolo”, scrive in Francia Le Figaro; e ancora a pagina intera il quotidiano spagnolo Razon titola “Il cammino della santità”, mentre El Nacional di Caracas, in Venezuela esprime “Dolore mondiale”

 

Andando ad un Paese lontano il Giappone dove i cattolici sono una piccola minoranza, il quotidiano Asahi riflette su ''Il mondo che Karol ha cambiato'', mentre il giornale Mainichi parla di Giovanni Paolo II “messaggero di valori universali”; dall’Asia all’Africa, supplementi dedicati al Papa anche nei principali giornali del Kenya Nation e Standard.

 

Giornali di ogni nazionalità e tendenza politica rendono onore alla grandezza dell’uomo Karol Wojtyla e del Papa Giovanni Paolo II, analizzando il suo Pontificato, con enorme ricchezza di contributi critici, con lo sguardo a “La Chiesa dopo di lui”, come titola il giornale francese France Soir  

 

 

IL RICORDO DEI POTENTI E DEI SEMPLICI

- A cura di Roberta Gisotti -

 

Mentre si prega in Vaticano e nelle chiese di ogni Paese - da rilevare la Messa solenne celebrata stamane a Pechino in memoria di Giovanni Paolo II – e si prega anche nelle sinagoghe e moschee, si rinnovano pure dopo i messaggi di cordoglio giunti da ogni angolo della Terra, le testimonianze di leader politici e capi religiosi, esponenti della società civile, religiosi e laici, credenti e non credenti, persone note e persone qualunque che lo hanno conosciuto personalmente o semplicemente lo hanno amato e si sono sentiti amati. “Quando ero con il Santo Padre risentivo sempre il potere della sua spiritualità”, dichiara George Bush senior; ''Tutte le attività del Pontefice erano rivolte a umanizzare i rapporti internazionali e la vita  pubblica ad incrementare la tolleranza e rafforzare la morale”, ricorda il capo della diplomazia russo Serghei Lavrov; “Non dimenticherò mai quando entrati nella cappella vidi il Papa che lì pregava da oltre un’ora…mi resi conto allora di quanto potente fosse il suo messaggio: il trionfo della fede sulla sofferenza”, rammenta Cherie Blair; “uomo di pace e dialogo”, per Raffaello Longo, presidente della comunità buddista in Italia; “resterà per sempre vivo nei nostri cuori”, per i giovani ebrei d’Italia; “I bambini del mondo hanno perduto uno dei loro più grandi amici”, commenta il direttore generale dell’Unicef Carol Bellamy.

 

 

LE INIZIATIVE DI LUTTO PUBBLICHE E PRIVATE

 

- A cura di Maria Vittoria Savini -

 

Tante le manifestazioni di lutto, con iniziative pubbliche e private,a titolo istituzionale e individuale in ogni Nazione

 

Grandi e piccole città italiane, da nord a sud sono in lutto per la perdita del Santo Padre. Moltissime chiese hanno esposto “libri del cordoglio” sui quali scrivere i propri pensieri e lasciare messaggi d’affetto in ricordo del Papa. Da Milano a Palermo veglie di preghiera e Messe speciali hanno accolto e continuano ad accogliere innumerevoli fedeli che sentono il bisogno di raccogliersi in preghiera. Per le vie della capitale sono stati affissi manifesti sui quali si legge “Grazie. Roma piange e saluta il suo Papa”. A Latina il sindaco della città ha annunciato che ci sarà la prima piazza dedicata a Giovanni Paolo II. Anche ad Assisi nella Basilica dedicata a San Francesco migliaia i fedeli raccolti in preghiera, cosi come a San Giovanni Rotondo nel paese di Padre Pio, da lui canonizzato. Anche lo sport in Italia come in Polonia si è fermato in segno di lutto.

 

Nelle Filippine la presidente Gloria Arroyo ha decretato che inizierà oggi il lutto nazionale per la morte di Giovanni Paolo II: bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici fino ai funerali del Pontefice. Nella cattedrale di Manila si terrà mercoledì una Messa in suffragio del Papa.

 

         A Cuba il leader Fidel Castro ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. Nella dichiarazione del Consiglio di Stato cubano si afferma che “il Pontefice era un instancabile combattente per la pace e lavorava contro le ingiustizie sociali, il neoliberismo e la guerra”:

 

         Bandiere a mezz’asta anche sugli edifici pubblici di Haiti, dove il governo ha decretato da ieri tre giorni di lutto nazionale. In molte chiese si sono svolte ieri Messe in suffragio per il Pontefice e cerimonie speciali a cui hanno partecipato migliaia di fedeli condividendo il dolore per questo grave lutto. Giovanni Paolo II si era recato ad Haiti nel 1983, quando il Paese era sotto la dittatura dei Duvalier. La sua visita, tanto sentita dalla popolazione, è stata “preludio di successivi cambiamenti della nazione haitiana”, come afferma il presidente provvisorio cattolico Boniface Alexandre, definendo Giovanni Paolo II “una figura eccezionale ed emblematica della nostra epoca, un apostolo instancabile della libertà e della dignità umana”.

 

         Tre giorni di lutto nazionale anche a Malta: ieri 3 aprile, oggi e il giorno dei funerali, quando tutte le attività ufficiali saranno annullate. Il presidente Edward Fenech Adani ha voluto ricordare il Pontefice dicendo che è stato uomo “di grande umanità”.

 

         Il governo di El Salvator ha annunciato ieri tre giorni di lutto nazionale per la morte del Papa. Il presidente Antonio Saca, che sarà presente alle esequie, ha voluto ricordare il Pontefice sottolineando che ''la morte del Papa ha avuto un impatto fortissimo sui salvadoregni ai quali il Papa ha portato un messaggio di amore e riconciliazione quando il Paese attraversava uno dei periodi più duri della sua storia''. Venerdì prossimo sarà celebrata inoltre una Messa in suffragio del Papa dall’arcivescovo di San Salvador, Fernando Saenz Lacalle.

 

In Croazia, il governo di Zagabria ha stabilito tre giorni di lutto nazionale per la morte del Papa: oggi, domani e il giorno dei funerali. Tutti gli edifici pubblici espongono già da ieri la bandiera a mezz’asta.

 

         Nella Repubblica Dominicana il governo ha decretato tre giorni di lutto nazionale per la scomparsa del Santo Padre. Il presidente Leonel Fernandez ha espresso forte cordoglio per la perdita “di un leader mondiale delle dimensioni di Giovanni Paolo II”. Prenderà parte alle esequie il vicepresidente Rafael Albunquerque.

 

         In Libano sugli edifici pubblici di Beruit la bandiera nazionale è esposta a mezz’asta in segno di lutto per la morte di Giovanni Paolo II. Il governo ha decretato tre giorni di lutto nazionale. Radio e televisione si sono mobilitate con programmi speciali dalla sera della morte del Pontefice. Il presidente Emile Lahoud ha espresso il suo dolore ricordando che “il Santo Padre è stato sempre vicino al Paese nelle sue ore più buie e lo ha ispirato di speranza”.

 

         Anche l’Albania esprime il proprio cordoglio per la morte del Papa con una giornata di lutto nazionale stabilita per oggi. Nonostante la comunità cattolica sia una minoranza della popolazione, il Paese sta seguendo con partecipazione le notizie provenienti dal Vaticano ed una sua delegazione prenderà parte alle esequie.

 

         Anche l’India piange per la morte di Giovanni Paolo II. Il governo ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale nei quali tutti gli uffici pubblici avranno le bandiere a mezz’asta e le cerimonie ufficiali sono state annullate. “Il mondo ha perso un uomo che ha lavorato per la libertà e per i poveri e gli oppressi” ha affermato il presidente indiano Abdul Kalam.

 

         Il governo centrale bosniaco ha decretato una giornata di lutto nazionale il giorno delle esequie di Giovanni Paolo II. Il Papa, “grande amico della Bosnia Erzegovina e di tutti i suoi popoli”, come lo ha definito il premier Adnan Terzic, è molto amato da tutta la popolazione che in questi giorni si è stretta nel dolore per la sua perdita.

 

         Anche l’Egitto ha proclamato tre giorni di lutto nazionale in segno di rispetto per la perdita di Giovanni Paolo II. Il presidente Hosni Mubarak ha diffuso un messaggio di cordoglio attraverso l’agenzia “Mena”.

 

 


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24 ORE NEL MONDO

4 aprile 2005

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

 

“In Iraq il popolo ha dato prova di essere in grado di superare la crisi politica che ha tormentato il Paese negli ultimi due mesi”. Lo ha detto l’ex ministro dell’Industria Hajem al Hassani, dopo essere stato nominato ieri presidente del Parlamento. Prima dell’insediamento di Al Hassani, arabo sunnita di 51 anni, l’Assemblea nazionale ha osservato un minuto di silenzio in segno di lutto per la morte di Giovanni Paolo II. Le forze di sicurezza irachene hanno annunciato, intanto, l’arresto di 34 insorti durante una serie di raid condotti nella provincia settentrionale di Nineveh. L’ala di al-Qaeda in Iraq ha rivendicato, inoltre, l’attacco di ieri contro il carcere di Abu Ghraib che ha provocato il feri-mento di 44 soldati americani e di 12 detenuti.

La polizia israeliana ha adottato severe misure di sicurezza nella zona della spianata delle moschee di Gerusalemme, nel timore di attentati o di scontri fra coloni e fedeli islamici. La destra nazionalista israeliana ha annunciato, inoltre, l’intenzione di voler organizzare domenica prossima un ingresso di massa nella spianata dove si trova la moschea al Aqsa, uno dei luoghi più sacri all’Islam. In questa stessa area sorgeva, duemila anni fa, il Tempio di Gerusalemme.

La Siria completerà entro il 30 aprile il ritiro delle sue truppe e dei suoi servizi di ‘intelligence’ dal Libano. Lo ha precisato a Damasco l’inviato dell’ONU Terje Roed Larsen in una conferenza stampa dopo un colloquio con il presidente siriano al Assad.

 

In Indonesia sono 616 i morti finora accertati sull’isola indonesiana di Nias per il terremoto dello scorso 28 marzo. Lo ha reso noto il portavoce della polizia locale aggiungendo che altre 3200 persone sono rimaste ferite. Intanto, una nuova scossa di assestamento di magnitudo 4,8 sulla scala Richter, ha colpito stamani l’isola di Nias. Il nuovo movimento tellurico non sembra aver provocato vittime.

 

Un treno in corsa si è incendiato stamani nell’India orientale. Le autorità temono che ci siano vittime perché sono stati visti molti passeggeri lanciarsi fuori dai cinque vagoni in preda alle fiamme. Lo riferisce l’Agenzia ‘Press Trust of India’ precisando che il fuoco si è sviluppato su un treno diretto alla città orientale di Howrah.

In Cina un uomo in preda ad un raptus ha accoltellato e ferito otto bambini. Successivamente si è gettato dalla finestra. L’aggressore, un carpentiere licenziato giovedì scorso dal suo datore di lavoro, si è salvato cadendo sui cuscini predisposti dalla polizia. L’episodio è avvenuto nella città di Zhangjiang, una città della provincia del Guangdong.

Il Giappone intende rafforzare la cooperazione con la Nato in settori come la lotta al terrorismo internazionale, la non proliferazione delle armi di distruzione di massa e la ricostruzione dell’Afghanistan. Lo ha espresso il primo ministro giapponese Junichiro Koizumi dopo il colloquio a Tokyo con il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Japp de Hoop Scheffer.

 

In Arabia Saudita otto persone sono rimaste uccise in seguito a furiosi scontri tra le forze governative ed alcuni fondamentalisti islamici ad Al Ras, città nel nord del Paese. Le vittime sono tutti estremisti. Le forze di sicurezza saudite sono impegnate nella caccia a miliziani islamici legati alla rete terroristica ‘al Qaeda’.

 

Quattro persone sono state uccise da uomini armati nelle vicinanze di Lahore, nel Pakistan orientale. Il responsabile della polizia di Lahore ha detto che nessuno ha rivendicato finora l’assassinio. Tra le vittime c’è l’ex capo dell’Associazione avvocati di Lahore, Tariq Majeed.

 

In Algeria tre gendarmi ed una guardia comunale sono morti per un attentato attribuito al ‘Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento’, collegato ad al-Qaeda. Le vittime facevano parte di un convoglio militare attaccato da un gruppo di terroristi nella regione di Boumerdes.

 

Askar Akajev, il deposto presidente della repubblica centroasiatica del Kirghizistan, ha firmato la lettera di dimissioni nel corso di un incontro avuto a Mosca con la delegazione del parlamento kirghizo. Akayev era salito al potere nel 1991, anno dell’indipendenza del Kirghizistan avvenuta dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Le sue dimissioni risolvono un aspro conflitto istituzionale e spianano la strada alle elezioni presidenziali fissate dall’opposizione per il prossimo 26 giugno.

 

La Commissione Europea ha pubblicato le previsioni economiche di primavera: nel 2005 si prevede per la zona Euro una crescita dell’1,6 per cento. Lo scorso mese di ottobre la Commissione aveva invece indicato un possibile incremento del 2 per cento.

 

Regionali e provinciali in Italia. In un clima dominato dalla commozione per la morte di Giovanni Paolo II si è registrata un’affluenza piuttosto bassa: per rinnovare 13 consigli regionali ha votato il 55,2 per cento degli aventi diritto. Leggermente maggiore il dato sulle comunali che è del 61 per cento. Le elezioni regionali interessano oltre 41 milioni di elettori. La chiusura dei seggi è prevista alle 15.

 

Il generale della polizia serba Sreten Lukic, accusato di crimini di guerra dal Tribunale penale internazionale, è stato trasferito all’Aia. Lo ha annunciato l’emittente ‘B92’ che riporta un comunicato del governo serbo.

 

Il principe Ranieri di Monaco resta in condizioni ‘stazionarie’ e la prognosi continua ad essere riservata. Lo rende noto il bollettino medico diffuso questa mattina dal palazzo reale. L’81.enne sovrano è stato trasferito da due settimane nel reparto rianimazione del centro cardio-toracico di Montecarlo per compli-cazioni polmonari. La reggenza del Principato è da cinque giorni nelle mani del principe ereditario Alberto.

 

In Antartide, il più grande ghiacciaio del mondo ha cominciato a muoversi dopo quasi tre mesi di immobilità, riprendendo la lenta deriva verso un enorme promontorio di ghiaccio della Nuova Zelanda. Il ghiacciaio ha una superficie di 1.200 miglia quadrate.

 

 

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