RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n.
322 - Testo della trasmissione di mercoledì
17 novembre 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Primi
sforzi di autoregolamentazione da parte dei Paesi africani produttori di
diamanti
Al decimo giorno
dell'offensiva USA, si combatte ancora a Falluja, nuovi scontri a Ramadi.
Orrore per l'uccisione di Margaret Hassan
Dialogo incondizionato:
lo offre il premier indiano Singh, nella sua prima visita ufficiale in Kashmir,
ai ribelli separatisti della regione al confine tra India e Pakistan
17
novembre 2004
DOBBIAMO
ABBATTERE I MURI DELLE DIVISIONI, DELL’OSTILITA’ E DELL’ODIO:
COSI’ IL PAPA ALL’UDIENZA
GENERALE IN AULA PAOLO VI.
AL TERMINE DELLA CATECHESI INCENTRATA SUL SALMO 66,
IL COMMOVENTE INCONTRO CON I
FAMILIARI DELLE VITTIME DI NASSIRIYA
- Servizio di Alessandro
Gisotti -
E’ necessario abbattere i muri
dell’odio. E’ l’esortazione di Giovanni Paolo II all’udienza generale di
stamani in Aula Paolo VI incentrata sul Salmo 66 “Tutti i popoli
glorifichino il Signore”. All’udienza, erano presenti anche le vedove e i
familiari dei militari italiani morti lo scorso anno nel tragico attentato a
Nassiriya. A loro, il Pontefice ha rivolto loro un pensiero speciale. Il
servizio di Alessandro Gisotti:
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“Dio
giudica e governa i popoli e le nazioni di ogni parte della terra, conducendo
ciascuno verso orizzonti di giustizia e di pace”. E’ il richiamo di Giovanni
Paolo II, che attualizzando il Salmo 66 ha levato una viva esortazione:
“Dobbiamo
abbattere i muri delle divisioni, dell’ostilità e dell’odio.
La
famiglia dei figli di Dio, ha aggiunto, “si ritrovi in armonia all’unica mensa,
a benedire e a lodare il Creatore per i doni che egli elargisce a tutti, senza
distinzioni”. Nella catechesi, il Pontefice ha sottolineato come questo inno
sacro alluda forse al muro di separazione che nel tempio di Gerusalemme teneva
distinti gli ebrei dai pagani. Riecheggiando quindi la Lettera agli Efesini
ha affermato: “In Cristo Gesù voi che un tempo eravate i lontani siete
diventati i vicini grazie al Sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace,
colui che ha fatto dei due un popolo solo”. Ha così messo l’accento
sull’esclamazione che apre il salmo: “La terra ha dato il suo frutto”. Un inno
di ringraziamento, dunque, rivolto al Creatore per i doni della terra. Ma
questo elemento naturale, ha proseguito, “è intimamente intrecciato con quello
storico: i frutti della natura vengono assunti come occasione per chiedere
ripetutamente che Dio benedica il suo popolo, così che tutte le nazioni della
terra si rivolgano a Israele, cercando per suo tramite di raggiungere il Dio Salvatore”.
Dopo la catechesi, il Pontefice ha espresso la sua
vicinanza ai familiari dei caduti di Nassiriya, ad un anno dal terribile
attentato terroristico costato la vita a 17 militari e due civili italiani
assieme a 9 civili iracheni:
“Saluto con particolare affetto
i familiari dei militari italiani, che un anno fa hanno perso la vita a
Nassiriya nell’adempimento della loro missione di pace”.
E’ stato quello dell’incontro
con i familiari delle vittime un momento particolarmente commovente. Un piccolo
quadro con le foto dei caduti di Nassiriya, è stato portato al Papa da una
bambina accompagnata dalla mamma, e passato di mano in mano, per far vedere al
Santo Padre l'immagine del proprio caro caduto nella missione di pace in Iraq.
Un saluto speciale lo ha quindi riservato ai partecipanti al congresso promosso
dalla Federazione Italiana Scuole Materne incoraggiandolo anche “a proseguire nel loro importante opera educativa
a sostegno delle famiglie”. Infine, ha ringraziato il sindaco e i pellegrini
della città polacca di Olsztyn, che ha conferito a Papa Wojtyla la cittadinanza
onoraria. Al termine dell’udienza generale, Giovanni Paolo II ha inoltre posato
per una foto ricordo con i militari della VAM, la scuola addestramento reclute
dell’Aeronautica con sede a Viterbo.
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UN MESE FA IL PAPA DAVA
SOLENNEMENTE INIZIO ALL’ANNO DELL’EUCARISTIA:
UN MISTERO DI LUCE E DI VITA CHE CHIAMA I
CRISTIANI AD APRIRSI ALLA LOGICA DELL’AMORE E DELLA CONDIVISIONE IN UN TEMPO
SCONVOLTO DALLA VIOLENZA
- Intervista con mons. Domenico Sorrentino -
“La
comunità cristiana viva del mistero dell’Eucaristia, mistero di Luce e di Vita,
aprendosi alla logica dell’amore e della condivisione”. Con questo invito
Giovanni Paolo II in una solenne celebrazione in San Pietro esattamente un mese
fa, il 17 ottobre scorso, dava l’avvio
all’Anno dell’Eucaristia. “Di luce –
aveva detto il Papa - ha bisogno il
mondo, nella difficile ricerca di una pace che appare lontana, all’inizio di un
millennio sconvolto ed umiliato dalla violenza, dal terrorismo e dalla guerra”.
“Di luce – aveva proseguito – ha bisogno il cuore dell’uomo appesantito dal peccato,
spesso disorientato e stanco, provato da sofferenze di ogni genere”. A tal
proposito, il Pontefice ha indicato che “l’Eucaristia è Luce”, poiché “nel
gesto conviviale dello spezzare il pane riviviamo il sacrificio della Croce,
sperimentiamo l’amore infinito di Dio, ci sentiamo chiamati a diffondere la
luce di Cristo tra gli uomini del nostro tempo”. Ma a
distanza di un mese dall’indizione
dell’Anno eucaristico quale primo bilancio si può fare? Giovanni Peduto lo ha chiesto
all’arcivescovo Domenico Sorrentino, segretario della Congregazione per il
Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti:
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R. – Ovviamente dopo un mese non
è possibile fare nessun bilancio vero e proprio. Si può, però, dire che
l’iniziativa è stata accolta dalla comunità cristiana e in particolare dai
pastori con grande sensibilità. Iniziative erano, in qualche maniera, già stata
delineate ed altre si vanno ora delineando. E’ da sperare che con l’inizio
dell’Anno Liturgico, prossimamente comincia l’Avvento, la dimensione
eucaristica venga ancora ulteriormente accentuata e dunque l’Anno è tutto
davanti a noi.
D. – Può indicarci alcune delle
iniziative già avviate in questo inizio
dell’Anno Eucaristico?
R. – Credo che, partendo dalla
mia esperienza, si possa dire che un’iniziativa sicuramente molto frequente è
l’incremento dell’Adorazione Eucaristica. Basti pensare all’iniziativa che
hanno preso qui a Roma i giovani con l’Adorazione Eucaristica a Sant’Agnese. Mi
risulta, poi, che in tutte le comunità si va facendo un incremento di questo
tipo. Ci sono poi una serie di convegni, alcuni dei quali erano già stati
stabiliti mentre altri si vanno delineando. Va da sé che l’iniziativa più
importante è quella di vivere bene l’Eucaristia quotidiana e in particolare
quella domenicale.
D. – Vorrebbe approfittare dei
microfoni della Radio Vaticana per suggerire altre iniziative in questo Anno
Eucaristico?
R. – Vorrei far mio totalmente
quello che ha detto il Papa. In quest’Anno dell’Eucaristia ciò che è importante
non è fare molte cose, ma farle profondamente, interiorizzare molto. E’ un anno
che serve a prendere coscienza approfondendo
questo grande mistero. Non si tratta di dare alla vita pastorale
ulteriori input di tipo organizzativo, anche perché ogni Chiesa ha le proprie
iniziative. Il Santo Padre ha detto con molta chiarezza che quest’anno non
voleva intralciare i cammini pastorali di ciascuna Chiesa. L’Eucaristia è una
realtà fondamentale ed è una dimensione che attraversa tutte le realtà
ecclesiali e dunque la proposta è che
si cerchi, nell’ambito dei vari programmi pastorali, di dare l’accento che merita
alla dimensione eucaristica.
D. – Vorrebbe ricordare un passo
particolare della Lettera apostolica del Santo Padre “Mane nobiscum Domine”
sull’Anno dell’Eucaristia?
R. – Mi piace sottolineare una
cosa che il Papa dice al numero 29: “Quest’Anno Eucaristico nasce dallo stupore
con cui la Chiesa si pone di fronte a questo grande mistero”. Riprendendo poi
una cosa già detta nell’enciclica “Ecclesia de Eucharistia”, il Santo Padre
dice: “Questo è lo stupore che non finisce di pervadere mai il mio animo”. Dà,
quindi, una testimonianza personale. Di fronte davvero a quello che Gesù ha
fatto per noi, donandosi nell’Eucaristia, dobbiamo soltanto continuare a
stupirci e a meravigliarci. Dobbiamo destare in noi questo grande stupore per
vivere poi più intensamente il mistero.
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UN
VIAGGIO DI ALTO PROFILO ECUMENICO: IL CARDINALE PAUL POUPARD,
IN QUESTI GIORNI A MOSCA PER UNA SERIE DI
INCONTRI E COLLOQUI
VOLTI A FAVORIRE IL RICONOSCIMENTO
DELLE
COMUNI RADICI CRISTIANE DEL CONTINENTE EUROPEO
- A
cura di Roberta Gisotti -
“Vivo
apprezzamento” per un’iniziativa “provvida”, “volta alla diffusione del Vangelo
e degli insegnamenti della tradizione apostolica”: cosi il Papa in un messaggio
per l’inaugurazione a Mosca venerdì prossimo della Biblioteca dello Spirito.
L’indirizzo d’augurio è stato affidato al cardinale Paul Poupard, presidente
del Pontificio Consiglio della Cultura, in visita questa settimana nella
capitale russa, accompagnato dal segretario del Dicastero, p. Bernard Ardura,
per una serie di incontri e colloqui tesi a promuovere le comune radici
cristiane del continente europeo. Si tratta di un viaggio di “alto profilo
ecumenico”, spiega una nota del dicastero vaticano. In questo ambito il
cardinale Poupard ha tenuto ieri una conferenza all’Università umanistica
statale di Mosca sul tema de “Il Dialogo tra fede e cultura per un nuovo
umanesimo”. Ed oggi terrà una lezione su “Fede e Scienza per un nuovo
umanesimo” per gli studenti dell’Università di Scienza Umanistiche
all’Accademia delle Scienze di Mosca. Venerdì, quindi, il porporato presiederà
insieme dal Metropolita Filaret di Minsk, la cerimonia d’apertura dei nuovi
locali della Biblioteca dello Spirito, che ospiteranno una libreria, una Casa
editrice e un Centro di cultura. Un’iniziativa culturale singolare, animata
congiuntamente da cattolici e ortodossi, cui offriranno il loro saluto augurale
anche il ministro della Cultura della Federazione Russa e il Sindaco della
Città.
Durante
la settimana il cardinale Poupard avrà anche un colloquio fraterno con il
Metropolita Kyrill, responsabile del Dipartimento dei rapporti esteri del
Patriarcato di Mosca e si recherà all’Accademia Teologica di San Sergio, il
Seminario del Patriarcato di Mosca. Non mancherà inoltre di portare il sostegno
alla comunità cattolica moscovita, guidata dall’arcivescovo Kondrusiewicz, che
incontrerà domani per parlare de “La
Chiesa e le sfide della cultura contemporanea”. Infine domenica prossima 21
novembre, Solennità di Cristo Re e festa della Presentazione di Maria, il
cardinale Poupard celebrerà la Santa Messa nella Cattedrale della Madre di Dio
di Mosca accanto all’arcivescovo cattolico di Mosca e al Delegato Apostolico
nella Federazione Russa, mons. Pennini.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre
la prima pagina la notizia della nomina di Condoleeza Rice a nuovo segretario
di Stato Usa.
Sempre
in prima, Nassiriya: il "commosso pensiero" del Papa; durante
l'udienza generale, alla presenza dei familiari dei militari
italiani uccisi nella strage perpetrata un anno fa.
In
rilievo poi l'Iraq: barbaramente assassinato l'ostaggio britannico Margaret
Hassan; aperta un'inchiesta sull'uccisione - da parte di un marine USA -
dell'iracheno ferito in una moschea di Falluja.
Nelle
vaticane, la catechesi e la cronaca dell'udienza generale.
L'intervento
del cardinale Alfonso Lopez Trujillo ad una conferenza - svoltasi a Praga -
dedicata al ruolo e alla missione della famiglia nella società
post-industriale.
Nelle
estere, Medio Oriente: Abu Mazen chiede una tregua alle fazioni radicali.
Nella
pagina culturale, un articolo di M. Antonietta De Angelis in merito a due
recenti volumi dedicati agli studi sulla tutela dei Beni Culturali.
Nelle
pagine italiane, in primo piano il tema della finanziaria.
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17 novembre 2004
“LINEAMENTA DI PASTORALE UNIVERSITARIA IN EUROPA”:
TITOLO DEL DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DELLE
CONFERENZE EPISCOPALI EUROPEE
PRESENTATO STAMANI NELLA SEDE DELLA RADIO VATICANA
- Interviste con mons. Cesare Nosiglia ed il prof.
Giuseppe Dalla Torre -
La realizzazione di uno
strumento di lavoro nel quale vengono presentate in modo sintetico, ma
efficace, le motivazioni teologico-pastorali per un adeguato approccio teorico
e pratico al mondo dell’Università e della cultura universitaria. E’ questa la
finalità che ha orientato la stesura del documento intitolato ‘Lineamenta di
pastorale universitaria in Europa’ ed elaborato dal Consiglio delle conferenze episcopali europee (CCEE). Il testo, presentato nella sede
della nostra emittente, è il risultato del cammino che la pastorale
universitaria europea ha compiuto dal Giubileo delle Università ai nostri
giorni. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
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Il documento fissa il quadro di
riferimento per un’evangelizzazione organica della cultura in Europa. La
pastorale universitaria – si legge nel testo – contribuisce alla elaborazione
di un nuovo umanesimo integrale. Sull’orientamento umanistico della cultura, ribadito
con forza dalla Chiesa, ascoltiamo il delegato del Consiglio delle conferenze
episcopali d’Europa, mons. Cesare Nosiglia:
“L’uomo
deve essere al centro di ogni ricerca scientifica e di ogni impegno culturale.
Deve essere al centro la persona umana con i suoi diritti, con i suoi doveri,
con le sue esigenze anche spirituali e morali. Umanesimo integrale vuol dire
proprio questo: l’integrità piena della persona umana, in tutte le sue
dimensioni”.
Nei ‘Lineamenta’ si sottolinea
anche come la pastorale universitaria contribuisca allo sviluppo della vita
dell’Università. Nel panorama universitario europeo – si legge nel documento -
gli atenei cattolici rappresentano una realtà significativa nell’ambito del dialogo
tra fede e cultura che la comunità cristiana promuove. Ma la ricerca e lo
studio sono un ambiente favorevole per l’approfondimento della fede? Risponde
il rettore della ‘Libera Università Maria Santissima Assunta’, prof. Giuseppe
Dalla Torre:
“La
tradizione più alta e più nobile dell’Università è una tradizione di incontro
di saperi e tra questi ci sono anche quelli che attengono al terreno della
teologia. Abbiamo alle spalle un periodo, tra Ottocento e Novecento in cui,
prima il positivismo e successivamente le ideologie, hanno forse condizionato
un confronto più libero e spontaneo rispetto a quella che era la tradizione
dell’Università in Europa. Oggi ci sono condizioni, a mio avviso, nuove e per
certi aspetti più favorevoli”.
Il testo è ora affidato alle
Conferenze episcopali d’Europa, in particolare ai vescovi delegati per la
pastorale universitaria, ai cappellani e ai responsabili di pastorale giovanile.
Si apre così una fase di consultazione alla quale sono invitati coloro che
intendono promuovere una presenza cristiana nell’Università capace di favorire
forme nuove di servizio per la crescita della comunità europea.
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“PROMUOVERE UNA NUOVA ALLEANZA TRA I SAPERI NELLA
LOGICA
DELL’AMORE EDUCATIVO”: QUESTA LA FINALITA’ DELLA
PONTIFICIA FACOLTA’
DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE “AUXILIUM”, NEL SU
CINQUANTENARIO
- Intervista con suor Ausilia Chang -
“Promuovere una nuova alleanza
tra i saperi mediante la scienza e la sapienza nella logica dell’amore
educativo”. E’ questo, secondo madre Antonia Colombo, superiora generale delle
Figlie di Maria Ausiliatrice, il compito della Pontificia Facoltà di Scienze
dell’Educazione “Auxilium”, che ha celebrato ieri a Roma il suo cinquantenario.
L’istituto, fondato dalle Salesiane di Don Bosco, ha lo scopo di formare
ricercatori, insegnanti e operatori in grado di affrontare i problemi educativi
della gioventù, con particolare attenzione a quelli della donna. Ma qual è il
carisma che caratterizza la Facoltà? Roberta Moretti lo ha chiesto alla
preside, suor Ausilia Chang:
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R. – Auxilium vuol dire aiuto.
Ci siamo ispirate ad una caratteristica della Madonna, Maria Ausiliatrice,
pensando al carisma del nostro Istituto, il carisma educativo. Alla natura di
una facoltà universitaria di Scienze dell’educazione, ci è sembrato, dunque,
che il nome più appropriato fosse proprio Auxilium. Quindi, è un nome
“programma”, un nome “prospettiva”: quella di essere un aiuto autentico per
ogni persona.
D. – Perché oggi si sceglie di
studiare all’Auxilium?
R. – Cerchiamo
di vivere quel senso di apertura mondiale, quindi l’universalità,
l’internazionalità. Una caratteristica, che differenzia l’Istituto dalle
istituzioni similari di Scienze dell’educazione, è quella di aver dato fin
dall’inizio un’importanza particolare alla formazione filosofica e teologica,
ritenendola base di tutte le altre specializzazioni. In più, una particolarità
rispetto alle istituzioni
universitarie salesiane è quella di essere retta da donne. Questo non vuol dire
sia aperta solo alle donne, anzi è aperta a tutti, anche a persone di fedi
diverse. Inoltre, di fronte alle strutture universitarie, soprattutto statali,
di grande massa, dove c’è il rischio di un anonimato, si cerca di essere a
misura delle esigenze della persona umana nel momento della preparazione
culturale e professionale. Penso che questo sia uno dei motivi forti del nostro
Istituto.
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17 novembre 2004
PROSEGUONO I LAVORI DELLA PLENARIA DELLA
CONFERENZA EPISCOPALE
DEGLI
STATI UNITI, APERTISI A WASHINGTON LUNEDI’ SCORSO
WASHINGTON.
= Dopo l’elezione del nuovo presidente e di altre cariche direttive della
USCCB, le prime due giornate di lavori della Conferenza episcopale degli Stati
Uniti sono state dedicate all’approvazione del bilancio preventivo 2005, che quest’anno supera i 129 milioni di
dollari, e all’approvazione di alcune raccomandazioni volte a razionalizzare i
progetti finanziati dalla stessa Confe-renza episcopale per ridurre lo spreco
di risorse. I vescovi hanno inoltre approvato a larga maggioranza la
costituzione di un Comitato ad hoc per la Chiesa in Africa, con il
compito di raccogliere e distribuire fondi destinati ad assistere la Chiesa
africana. Nella giornata di lunedì, il cardinale arcivescovo di Washington,
Theodore McCarrick, ha poi fatto il punto sulla riflessione avviata nella
Chiesa statunitense in tema di rapporto tra fede e vita pubblica, un terreno
diventato di scottante attualità durante la campagna elettorale per le
presidenziali, con le critiche rivolte da alcuni vescovi alle posizioni liberal
del candidato John Kerry in materia di aborto e matrimoni omosessuali. Il
rapporto preparato dalla commissione ad hoc, che indica la
linea pastorale comune da seguire in questi casi, non sarà oggetto di voto. Altro punto all’esame dei presuli
nella prima giornata, è stata la proposta di convocare un Consiglio plenario nazionale per affrontare le nuove
grandi sfide con cui deve confrontarsi la Chiesa negli Stati Uniti e rilanciare
l’evangelizzazione nel Paese. La proposta presentata due anni fa, dopo lo
scandalo della pedofilia, non incontra grande sostegno tra i vescovi che pure
sono d’accordo sulla necessità di coordinare di più i loro sforzi per
rispondere meglio a queste sfide. A preoccupare l’episcopato è in particolare
il declino della partecipazione dei fedeli all’Eucaristia e ai sacramenti, come
anche il drammatico calo delle vocazioni sacerdotali e religiose registrato in
questi ultimi tre decenni. (L.Z.)
IL PRESIDENTE DEL
PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI, MONS. STANISLAW RYLKO
E’ INTERVENUTO A MADRID
AL CONGRESSO DELL’APOSTOLATO SECOLARE,
CON UNA RELAZIONE DAL
TITOLO:
“IL LAICATO EUROPEO:
SITUAZIONI E PROSPETTIVE”
MADRID. = Oltre duemila
rappresentanti della quasi totalità delle diocesi spagnole, delle associazioni
e dei movimenti, si sono confrontati dal 12 al 14 novembre nel Palazzo municipale
dei congressi, a Madrid, per fissare le nuove linee guida per un impegno più
incisivo dei laici e per rilanciare lo spirito di comunione tra i diversi
gruppi che lavorano al servizio della Chiesa. Al Congresso è intervenuto anche
il Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, mons. Sanislaw Rylko, il
quale ha tirato le somme della tre giorni di congresso, esaminando il lavoro
svolto fino ad oggi e indicando la strada per l’impegno futuro. “I cambiamenti
epocali che stanno interessando il Vecchio Continente esigono una testimonianza
dei cristiani che deve andare oltre i confini dei Paesi di appartenenza. Il
loro impegno e il loro servizio deve risuonare forte nell’immenso areopago
dell’Europa odierna”, ha rilevato il presidente del dicastero vaticano. “Questa
è sì l’Europa sognata dai fondatori, una Casa comune che va dall’Atlantico agli
Urali. Ma è anche l’Europa dei nuovi muri – ha spiegato il presule – delle
democrazie fragili segnate da profonde crisi di valori e minacciate da vecchie
e nuove ideologie. E’ l’Europa ricca – ha poi aggiunto mons. Rylko – che sta
perdendo la sua anima e diventa il continente dell’apostasia silenziosa, dove
la secolarizzazione diventa istituzionale, convertita ad un neopaganesimo
difeso da missionari agguerriti intenti a promuovere dogmi propri”. Sul futuro
dell’Europa, mons. Rylko ha introdotto il concetto di “nuova evangelizzazione”,
come sfida importante che coinvolge tutti, attraverso “una identità chiara”,
coerente, con una forte coscienza della sua vocazione. La seconda tappa,
secondo il presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, passa attraverso
“la presenza visibile e incisiva nella società, il coraggio di essere veramente
il sale e la luce del mondo”. Un passaggio importante della relazione
conclusiva ha, infine, riguardato la Costituzione europea: “Il dibattito sulle
radici cristiane – ha riferito il presule – ha messo in evidenza un
preoccupante atteggiamento censorio nei confronti del fatto religioso e, nello
specifico, del Cristianesimo. Di fronte a questa tendenza all’omologazione
della cultura dominante, dimentichiamo chi siamo, ma possiamo diventare i veri
“pionieri della modernità” uscendo dal letargo della superficialità e
dell’indifferenza, recuperando la certezza della fede in Gesù Cristo”. Infine
il punto cardine attorno al quale dovrà ruotare l’azione dei laici: “Dobbiamo
tornare a sentirci Chiesa. Il rischio che si corre è quello della
frammentazione; di fronte a tale pericolo, le associazioni, così come i
movimenti e le comunità, sono di vitale importanza per la Chiesa agli inizi del
nuovo millennio. Giovanni Paolo II li indica come uno dei segni più promettenti
della primavera cristiana”. (S.S.)
AL VIA OGGI A
ROMA IL NONO CONGRESSO DELLA FISM, LA FEDERAZIONE ITALIANA DELLE SCUOLE
MATERNE, NATA 30 ANNI FA PER INIZIATIVA DELLA CEI.
IN DISCUSSIONE UNA
“CARTA DEI VALORI” PER LE SCUOLE MATERNE
ROMA.=
Una “Carta dei valori” delle scuole materne: se ne discuterà a Roma da oggi al
20 novembre, nel corso del nono Congresso nazionale della Federazione Italiana
Scuole Materne (FISM). A trent’anni dalla sua costituzione, per iniziativa della
Conferenza episcopale italiana, la FISM intende proporre alle oltre 8 mila
scuole dell’infanzia aderenti una “Carta” ispirata ai valori cristiani capace
di connotare l’impegno educativo di questi istituti. Il documento ribadirà il significato sociale e civile e l’originalità
della proposta culturale offerta dalle scuole materne cattoliche e di
ispirazione cristiana. “Due espressioni – afferma il segretario nazionale della
FISM, Luigi Morgano - riassumono l'impegno e la “storia” della FISM: qualità un
dovere, parità un diritto” e ricorda che la legge 62 del 2000 ha riconosciuto
le scuole materne non statali come parte integrante del “servizio nazionale di
istruzione”. Attualmente
il 35% dei bambini dai 3 ai 6 anni che frequentano la scuola dell’infanzia sono
iscritti agli istituti federati alla FISM, per un totale di 550 mila alunni,
22.000 sezioni sparse in 4.800 comuni italiani e 40 mila dipendenti, tra
docenti e personale di servizio. “La presenza delle scuole materne non statali, osserva il presidente
nazionale della FISM, Giuseppe Totaro, “ha fatto risparmiare finora enormi
oneri allo Stato, come è agevole verificare confrontando i costi di esercizio
delle scuole statali. Infatti i contributi previsti dalla legge 62/2000 sono
solo un quindicesimo del costo degli stipendi del personale delle scuole
statali”. (A.G.)
I VESCOVI ARGENTINI CHIEDONO AI CITTADINI DI
AVVIARE
UNA PROFONDA CONVERSIONE PER SUPERARE
LA CRISI DEL PAESE LATINO-AMERICANO
BUENOS AIRES. = La Conferenza episcopale argentina ha
pubblicato nei giorni scorsi un documento dal titolo: “Per approfondire la
pastorale sociale”. In sostanza, i vescovi chiedono ai cittadini di avviare
“una profonda conversione” per superare la crisi che ha investito un Paese “le
cui radici più profonde sono morali e culturali”. “I politici hanno il preciso
compito di fare risorgere l’Argentina – scrivono i presuli – abbandonando le
vecchie pratiche e avendo come unico fine disinteressato il bene comune.
Purtroppo è più facile vedere gente che si arricchisce alle spalle della
propria patria, che non cittadini desiderosi di un nuovo corso. Per questo
esortiamo la comunità a vivere con spirito di giustizia, verità e solidarietà”.
La Conferenza episcopale ha preso poi in esame il documento della Pontificia
Università Argentina intitolato “Barometro del debito sociale nazionale”:
“E’ una indagine che mette in evidenza la gravità della situazione, considerato
che è a rischio la dignità della persona” rilevano i presuli. Segue il problema
della “equa distribuzione della terra”: “E’ preoccupante la concentrazione dei
beni in poche mani, così come inquieta la situazione degli aborigeni e il
degrado ambientale”. Infine il giudizio del presidente della Commissione
episcopale della pastorale sociale, mons. Carmelo Giaquinta, arcivescovo di
Resistencia: “Anche se in Argentina si registrano piccoli segnali di ripresa,
per uscire da questo momento di impasse ci vorranno molti anni”. Il
documento è stato diramato a margine della 88. ma Assemblea plenaria, occasione
nella quale sono state anticipate anche alcune iniziative che i vescovi hanno
deciso di promuovere di comune accordo. Tra queste, una campagna di
sensibilizzazione, intitolata: “La Chiesa ha bisogno del tuo aiuto”, rivolta ai
fedeli per sostenere tutte le attività. (S.S.)
I PAESI AFRICANI PRODUTTORI DI DIAMANTI HANNO
CREATO UN ORGANISMO
DI
CONTROLLO PER COMBATTERE FRODI DOGANALI E CONTRABBANDO
BRAZZAVILLE. = Un primo passo
verso la creazione di un ente continentale per il controllo delle pietre
preziose. Lo hanno deciso i ministri delle Risorse minerarie di Repubblica
Centrafricana, Repubblica del Congo, Angola ed ex-Zaire nella “Dichiarazione di
Brazzaville”, adottata dopo due giorni di incontri nella capitale della
Repubblica del Congo. Si tratta di un organismo regionale il cui obiettivo è il
controllo efficace della produzione delle pietre preziose, al fine di
combattere il contrabbando e le frodi doganali in tutte le loro forme. I
“diamanti insanguinati” sono stati per anni la causa di guerre alimentate da
gruppi di potere in molti Paesi, tra cui Sierra Leone, Liberia, Angola e
Repubblica democratica del Congo. Il governo di Brazzaville, che ha ospitato
questo mini-vertice, resta comunque ancora escluso dalla procedura
internazionale, il “Kimberley process”, che certifica la provenienza dei
diamanti per bloccarne il traffico illegale. Lo scorso 10 luglio il Congo era
stato rimosso dalla lista dei Paesi che aderiscono alla procedura, dopo che un
gruppo di esperti aveva accertato una serie di inadempienze, tra cui un
presunto traffico illecito delle preziose gemme. (S.S.)
PRESENTATO
STAMANE A ROMA, PRESSO LA NUOVA CASA DEL CINEMA
A
VILLA BORGHESE, IL CARTONE ANIMATO “L’ISOLA DEGLI SMEMORATI”, REALIZZATO
DALL’UNICEF PER FESTEGGIARE I 15 ANNI DELLA CONVENZIONE SUI DIRITTI UMANI
-
Servizio di Roberta Gisotti –
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ROMA.= “L’Isola degli smemorati” è il titolo del
cartone animato realizzato dall’Unicef per ricordare il 15.mo anniversario
della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, che verrà celebrato
in tutto il mondo sabato prossimo, 20 novembre. Trenta minuti, tanto dura il
film, prodotto da Mondo TV e tratto dall’omonimo libro di Bianca Pizzorno, e
che si avvale di prestigiosi doppiatori, volti noti come Lino Banfi, Sebastiano
Somma, Daniela Poggi, Nino Castelnuovo, Amanda Sandrelli, Milly Carlucci,
Simona Marchini ed anche un beniamino del calcio come Francesco Totti, che
interpreta un granchio in versione romanesca o Alessio Boni che canta la sigla
“Girotondo”. “L’Isola degli smemorati” verrà trasmesso in televisione e al
cinema e verranno organizzate proiezioni per le scuole lungo tutto l’anno. Tema
centrale del cartone animato sono proprio i diritti dei bambini, sanciti dalla
Carta, sottoscritti da tutti i Paesi al mondo, eppure quotidianamente violati e
non solo negli Stati più poveri o lontani dalla democrazia, ma anche dalle
Nazioni più avanzate, come ha sottolineato il presidente dell’Unicef, Giovanni
Micali. Presente all’incontro anche il sindaco di Roma, Walter Veltroni, che ha
invitato tutti quanti a celebrare questo anniversario non solo formalmente, ma
ricordandosi ogni giorno del bambino che è dentro di noi. Per questo il Comune
di Roma ha legato a questa iniziativa al sostegno della Casa di accoglienza
diurna per bambini, che è possibile contattare - telefonando al numero
06.61.53.25.67 - per segnalare casi di minori mendicanti, sfruttati o abbandonati
per le strade della città. Si tratta del primo Centro di questo genere aperto
in Italia.
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17 novembre 2004
- A cura di
Fausta Speranza -
Al decimo giorno dall’inizio
dell’offensiva dei marine USA e dei governativi iracheni, si combatte ancora a
Falluja, dove sospette postazioni degli insorti nella
zona sud della roccaforte
sunnita sono state bombardate a tappeto stamani dall’artiglieria e dalle
cannoniere volanti americane, mentre nuovi scontri sono stati segnalati anche
nella vicina Ramadi. Il nostro servizio:
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A Falluja, secondo il bilancio
di fonte USA, sono 1.600 gli insorti uccisi e oltre 1.050 quelli catturati in
dieci giorni di combattimenti. Nelle ultime ore, oltre a bombardare a tappeto
le ultime sacche di resistenza nella parte sud della città, i militari
americani hanno fatto saltare un edificio che ritenevano fosse utilizzato come
deposito di armi. Scontri con almeno nove morti tra insorti e marine USA anche
nella vicina Ramadi, dove hanno cercato riparo centinaia di miliziani fuggiti
da Falluja. A Mossul, truppe americane e governativi iracheni affermano invece
di aver riassunto il controllo di tutte le stazioni di polizia, mentre vicino
Samarra gli insorti hanno sabotato per la sesta volta in sei mesi un importante
oleodotto. Intanto, non si spegne l’emozione suscitata dall’esecuzione
dell’anglo-irachena Margaret Hassan, la prima donna ostaggio uccisa in Iraq,
dove da anni era responsabile delle attività di soccorso dell’organizzazione
umanitaria Care. Il primo ministro irlandese, Ahern, si è detto
“profondamente scioccato”. Secondo il commissario europeo allo Sviluppo e agli
Aiuti umanitari, diventa “quasi impossibile” per le agenzie umanitarie continuare
il lavoro in Iraq. La Tv satellitare araba al-Jazeera ha scelto di non
trasmettere il video dell’esecuzione. Ci sono poi le dichiarazioni di Jacques
Chirac alla vigilia del suo arrivo a Londra in visita ufficiale: il presidente
francese si dice “niente affatto sicuro” che con la cacciata di Saddam Hussein
il mondo sia diventato più sicuro. In un’intervista alla BBC ribadisce che ogni
intervento in Iraq avrebbe dovuto passare per le Nazioni Unite. Sottolinea che
“in una certa misura, l’uscita di scena di Saddam è stata una cosa positiva, ma
che “c’è stato un aumento del terrorismo e una delle cause è stata la
situazione in Iraq”. Nell’intervista Chirac ha anche detto di ritenere che il
sostegno britannico alla guerra guidata dagli USA ha portato pochi dividendi a
Londra. Infine, la NATO ha approvato un piano di addestramento di ufficiali
delle forze irachene.
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Un
poliziotto saudita è morto durante scontri con militanti legati alla rete
terroristica al Qaeda, che ha
causato un’ondata di violenze nella
potente monarchia petrolifera. Lo ha detto una fonte del ministero degli
interni alla Saudi Press Agency. La fonte ha precisato che gli scontri hanno
avuto luogo a Qassim, uno dei focolai dei terroristi, e che le forze
dell’ordine hanno arrestato cinque persone, due delle quali ricercate come
estremisti.
Una “grande vittoria” per
l’Iran, che non gli impedirà di proseguire nei suoi sforzi per dotarsi della
tecnologia nucleare. Così il presidente iraniano Mohammad Khatami ha definito
oggi l’accordo raggiunto nei giorni scorsi con Francia, Germania e Gran
Bretagna, criticato dai parlamentari conservatori di Teheran. In base
all’intesa, l’Iran si è impegnato a sospendere per alcuni mesi il ciclo di
arricchimento dell’uranio, in attesa di
raggiungere con i Paesi europei un accordo definitivo. Ma la Repubblica
islamica, ha detto Khatami, citato dalla televisione di Stato, “continuerà i
suoi sforzi” per dotarsi di tale ciclo, “ad ogni costo”.
Sono oltre 10 mila gli ivoriani rifugiatisi in Liberia, per sfuggire alle
violenze, in corso nel loro Paese, tra i fedelissimi del presidente Gbagbo e i
ribelli del nord. Lo ha comunicato l’Alto commissariato ONU per i rifugiati, proprio
mentre Gbagbo ha preso atto delle sanzioni contro la Costa d’Avorio adottate
ieri notte dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ma che
effetti potrà avere, nel processo di pacificazione del Paese, l’embargo
dell’ONU sulla vendita delle armi alle parti in conflitto? Risponde un missionario
italiano, da anni in Costa d’Avorio, che per motivi di sicurezza intende
mantenere l’anonimato:
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R. – C’è una grande speranza che
possa funzionare. Il problema è evitare una guerra civile. La situazione di
questo embargo, quindi, trova due posizioni: chi è pro e chi è contro. Dal mio
punto di vista spero molto che la gente ritorni ai punti di partenza e che si
cerchi un dialogo per ritrovare veramente la pace e con questa pace salvare una
certa situazione. Chi paga, in questo momento, è la popolazione e io posso testare
che qui, dove sono, molta gente si trova sull’orlo della miseria. Quindi,
quelli che hanno in mano una possibilità, comincino a ripensarci e a vedere
l’interesse della nazione, l’interes-se del Paese e l’unità nazionale.
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La firma
definitiva di pace tra Nord e Sud del Sudan è imminente. E’ quanto ha detto al
presidente americano George Bush il leader degli indipendentisti del Sud, John
Garang, secondo quanto ha riferito il suo portavoce. E la ripresa dei
negoziati, per la fine di una guerra civile durata 21 anni e costata oltre due
milioni di morti, è prevista a Nairobi il 26 novembre. Del resto tutto il quadro
dell’intesa è noto, anche nei particolari, da mesi, ma la firma formale era
stata congelata dalla tragedia del Darfur. La presa di posizione di Garang
arriva alla vigilia di un consiglio straordinario del Consiglio di Sicurezza
dell’ONU che si svolgerà domani e dopo a Nairobi, e che sarà in larga misura
dedicato al Sudan, prevedendo l’adozione di una risoluzione che offre un
importante aiuto della comunità internazionale, a condizione che la pace sia
firmata in tempi brevi. Anche il Darfur e probabilmente la Somalia saranno
nell’agenda della riunione del Consiglio di Sicurezza.
Dopo una
campagna elettorale relativamente tranquilla, si è votato ieri in Niger per le elezioni
presidenziali. Ce ne parla Giulio Albanese:
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I sei candidati per la massima
carica dello Stato sono tutti di religione islamica, come peraltro la
stragrande maggioranza dei 12 milioni di nigeriani, tra di essi c’è anche il
presidente uscente, Mamadou Tandja, in
cerca della riconferma. I candidati si sono confrontati su diverse questioni
sociali, promettendo una lotta efficace contro la povertà, la disoccupazione,
l’aumento dei salari, accesso soprattutto all’acqua potabile per tutta la popolazione,
e progressi nel settore dell’istruzione. Le operazioni di voto saranno
monitorate da 1500 osservatori locali ed internazionali. Il movimento nazionale
per la società dello sviluppo, che fa capo al presidente uscente, è certo di
una vittoria al primo turno, anche se i principali avversari di Tanja sembrano
più agguerriti che mai, tra questi Mahamadou Issoufou, candidato del partito
nigerino per la democrazia e il socialismo, sconfitto già nel 1999, che teme
brogli e minaccia di mobilitare i suoi sostenitori. Se nessun candidato otterrà
la maggioranza assoluta il ballottaggio si terrà il prossimo 4 dicembre, giorno
in cui sono fissate anche le elezioni legislative.
Per la Radio Vaticana, Giulio
Albanese.
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Il Parlamento europeo ha
“esercitato un suo pieno diritto” respingendo in ottobre la Commissione proposta dal presidente
designato José Manuel Barroso e quanto
è successo “ha rafforzato l’UE e non deve
essere considerata una crisi”. E’ quanto ha detto il primo ministro
olandese Jan Peter Balkenende, presidente di turno dell’Unione, intervenendo
questa mattina davanti all’assemblea di Strasburgo per riferire sui risultati
dell’ultimo Consiglio europeo. Balkenende ha quindi sostenuto che Barroso ha
tenuto conto delle richieste ricevute dal Parlamento, definendo positivo il
dibattito che ne è scaturito. “Sono ora fiducioso – ha concluso – che domani la
nuova Commissione possa ottenere la fiducia del Parlamento europeo”. E intanto,
la moneta europea ha segnato un nuovo record: grazie all’indebolimento del
dollaro è salita fino a 1,3036. Pochi minuti dopo si è assestato a 1,3028
dollari.
In Italia
la Camera ha approvato la legge Finanziaria per il 2005 con 286 voti favorevoli
e 196 contrari. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato. Dura
l’opposizione: Berlusconi non è più in grado di controllare la propria
maggioranza, afferma il capogruppo dei Ds alla Camera, Luciano Violante. Intanto
il pranzo di lavoro del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con il vice
premier Gianfranco Fini sarebbe il primo di una serie di colloqui che
Berlusconi intende avere nelle prossime ore con gli alleati, non solo per definire
il rimpasto di governo, ma in particolare per esaminare la possibilità di
intervenire già nel 2005 sull’IRPEF.
Al
via ieri in Spagna il primo processo per i responsabili degli attentati dell’11
marzo a Madrid, costati la vita a 191 persone. E’ cominciato con un minorenne
condannato a sei anni di reclusione per aver trasportato parte degli esplosivi
usati dai terroristi islamici.
Intanto, sempre in Spagna il
giudice Garzon ha accusato il marocchino Abdeladim Akouad, detenuto in Spagna,
di essere il coordinatore della cellula terroristica cui si attribuisce
l’uccisione del cineasta olandese Theo Van Gogh.
Il premier indiano, Manmohan
Singh, nella sua prima visita ufficiale in Kashmir offre un dialogo
incondizionato ai ribelli separatisti della regione al confine tra India e Pakistan.
Il servizio da New Delhi:
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La visita coincide con la decisione di ridurre il numero di
truppe schierate sulla linea di controllo che divide il Kashmir indiano da
quello pakistano. Proprio stamattina è iniziato il ritiro parziale di un contingente
dalla città meridionale di Anantnag. La misura è vista come un segno di buona
volontà da parte di New Delhi per allentare la pressione militare sulla
popolazione, ma l’arrivo di Singh è stato preceduto da un attacco dei separatisti,
che nonostante le imponenti misure di sicurezza sono riusciti a penetrare in un
hotel, su una collina che sovrasta lo stadio di cricket, dove tra un paio d’ore
parlerà il premier indiano. Dopo duri scontri, la polizia ha ucciso due
militanti. La situazione ora è tornata alla normalità, ma il discorso è stato
rinviato di alcune ore. Singh annuncerà un pacchetto di aiuti per lo Stato di
Jamu e Kashmir e probabilmente rilancerà l’idea di un collegamento via autobus
tra le due parti del Kashmir diviso.
Da New Delhi, per la Radio
Vaticana, Maria Grazia Coggiola.
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Il
mondo vedrà in Condoleeza Rice “la forza, la grazia e la dignità” degli Stati
Uniti. Con queste parole il presidente Bush ha annunciato ufficialmente ieri la
nomina della Rice a segretario di Stato al posto del dimissionario Powell.
Consigliere per la sicurezza sarà Stephen Hadley, finora vice della Rice. Di
fronte all’aggravarsi della situazione in Iraq, il capo della Casa Bianca ha
ricordato che il cambio al vertice nella sua amministrazione avviene “in un
momento critico per gli Stati Uniti, che sono un Paese in guerra”.
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