RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 322  - Testo della trasmissione di mercoledì 17 novembre 2004

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Dobbiamo abbattere i muri delle divisioni, dell’ostilità e dell’odio: così il Papa all’udienza generale in Aula Paolo VI. Al termine della catechesi incentrata sul salmo 66, il commovente incontro con i familiari delle vittime di Nassiriya

 

Un mese fa il Papa dava solennemente inizio all’anno dell’Eucaristia: un mistero di luce e di vita che chiama i cristiani – aveva detto il Pontefice - ad aprirsi alla logica dell’amore e della condivisione in un tempo sconvolto dalla violenza: intervista con mons. Domenico Sorrentino

 

Un viaggio di alto profilo ecumenico: il cardinale Paul Poupard, in questi giorni a Mosca per una serie di incontri con ortodossi e cattolici con lo scopo di favorire il riconoscimento delle comuni radici cristiane del continente europeo

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

“Lineamenta di pastorale universitaria in Europa”. E’ il titolo del documento del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee presentato stamani nella sede della Radio Vaticana: con noi mons. Cesare Nosiglia ed il prof. Giuseppe Dalla Torre

 

Le figlie di Maria Ausiliatrice hanno festeggiato i “50” anni dell’Auxilium: ai nostri microfoni suor Ausilia Chang  

 

CHIESA E SOCIETA’:

Proseguono i lavori della Plenaria della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, apertisi a Washington lunedì scorso

 

Il presidente del Pontificio Consiglio per i laici, mons. Stanislaw Rylko è intervenuto a Madrid al Congresso dell’apostolato secolare, con una relazione dal titolo:  “Il laicato europeo: situazioni e prospettive”

 

I vescovi argentini attraverso un documento chiedono ai cittadini di avviare una profonda conversione per superare la crisi del Paese latino-americano

 

Primi sforzi di autoregolamentazione da parte dei Paesi africani produttori di diamanti

 

Presentato stamane a Roma il cartone animato “L’isola degli smemorati”, realizzato dall’UNICEF per i 15 anni della Convenzione sui diritti umani.

 

24 ORE NEL MONDO:

Al decimo giorno dell'offensiva USA, si combatte ancora a Falluja, nuovi scontri a Ramadi. Orrore per l'uccisione di Margaret Hassan

 

Dialogo incondizionato: lo offre il premier indiano Singh, nella sua prima visita ufficiale in Kashmir, ai ribelli separatisti della regione al confine tra India e Pakistan

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

17 novembre 2004

 

 

DOBBIAMO ABBATTERE I MURI DELLE DIVISIONI, DELL’OSTILITA’ E DELL’ODIO:

COSI’ IL PAPA ALL’UDIENZA GENERALE IN AULA PAOLO VI.

 AL TERMINE DELLA CATECHESI INCENTRATA SUL SALMO 66,

IL COMMOVENTE INCONTRO CON I FAMILIARI DELLE VITTIME DI NASSIRIYA

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

E’ necessario abbattere i muri dell’odio. E’ l’esortazione di Giovanni Paolo II all’udienza generale di stamani in Aula Paolo VI incentrata sul Salmo 66 “Tutti i popoli glorifichino il Signore”. All’udienza, erano presenti anche le vedove e i familiari dei militari italiani morti lo scorso anno nel tragico attentato a Nassiriya. A loro, il Pontefice ha rivolto loro un pensiero speciale. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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“Dio giudica e governa i popoli e le nazioni di ogni parte della terra, conducendo ciascuno verso orizzonti di giustizia e di pace”. E’ il richiamo di Giovanni Paolo II, che attualizzando il Salmo 66 ha levato una viva esortazione:

 

“Dobbiamo abbattere i muri delle divisioni, dell’ostilità e dell’odio.

 

La famiglia dei figli di Dio, ha aggiunto, “si ritrovi in armonia all’unica mensa, a benedire e a lodare il Creatore per i doni che egli elargisce a tutti, senza distinzioni”. Nella catechesi, il Pontefice ha sottolineato come questo inno sacro alluda forse al muro di separazione che nel tempio di Gerusalemme teneva distinti gli ebrei dai pagani. Riecheggiando quindi la Lettera agli Efesini ha affermato: “In Cristo Gesù voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al Sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo”. Ha così messo l’accento sull’esclamazione che apre il salmo: “La terra ha dato il suo frutto”. Un inno di ringraziamento, dunque, rivolto al Creatore per i doni della terra. Ma questo elemento naturale, ha proseguito, “è intimamente intrecciato con quello storico: i frutti della natura vengono assunti come occasione per chiedere ripetutamente che Dio benedica il suo popolo, così che tutte le nazioni della terra si rivolgano a Israele, cercando per suo tramite di raggiungere il Dio Salvatore”.

 

Dopo la catechesi, il Pontefice ha espresso la sua vicinanza ai familiari dei caduti di Nassiriya, ad un anno dal terribile attentato terroristico costato la vita a 17 militari e due civili italiani assieme a 9 civili iracheni:

 

“Saluto con particolare affetto i familiari dei militari italiani, che un anno fa hanno perso la vita a Nassiriya nell’adempimento della loro missione di pace”.

 

E’ stato quello dell’incontro con i familiari delle vittime un momento particolarmente commovente. Un piccolo quadro con le foto dei caduti di Nassiriya, è stato portato al Papa da una bambina accompagnata dalla mamma, e passato di mano in mano, per far vedere al Santo Padre l'immagine del proprio caro caduto nella missione di pace in Iraq. Un saluto speciale lo ha quindi riservato ai partecipanti al congresso promosso dalla Federazione Italiana Scuole Materne incoraggiandolo anche “a proseguire nel loro importante opera educativa a sostegno delle famiglie”. Infine, ha ringraziato il sindaco e i pellegrini della città polacca di Olsztyn, che ha conferito a Papa Wojtyla la cittadinanza onoraria. Al termine dell’udienza generale, Giovanni Paolo II ha inoltre posato per una foto ricordo con i militari della VAM, la scuola addestramento reclute dell’Aeronautica con sede a Viterbo.

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UN MESE FA IL PAPA DAVA SOLENNEMENTE INIZIO ALL’ANNO DELL’EUCARISTIA:

UN MISTERO DI LUCE E DI VITA CHE CHIAMA I CRISTIANI AD APRIRSI ALLA LOGICA DELL’AMORE E DELLA CONDIVISIONE IN UN TEMPO SCONVOLTO DALLA VIOLENZA

- Intervista con mons. Domenico Sorrentino -

 

“La comunità cristiana viva del mistero dell’Eucaristia, mistero di Luce e di Vita, aprendosi alla logica dell’amore e della condivisione”. Con questo invito Giovanni Paolo II in una solenne celebrazione in San Pietro esattamente un mese fa, il 17 ottobre scorso,  dava l’avvio all’Anno dell’Eucaristia. “Di luce – aveva detto il Papa -  ha bisogno il mondo, nella difficile ricerca di una pace che appare lontana, all’inizio di un millennio sconvolto ed umiliato dalla violenza, dal terrorismo e dalla guerra”. “Di luce – aveva proseguito – ha bisogno il cuore dell’uomo appesantito dal peccato, spesso disorientato e stanco, provato da sofferenze di ogni genere”. A tal proposito, il Pontefice ha indicato che “l’Eucaristia è Luce”, poiché “nel gesto conviviale dello spezzare il pane riviviamo il sacrificio della Croce, sperimentiamo l’amore infinito di Dio, ci sentiamo chiamati a diffondere la luce di Cristo tra gli uomini del nostro tempo”. Ma a distanza di un mese  dall’indizione dell’Anno eucaristico quale primo bilancio si può fare?  Giovanni Peduto lo ha chiesto all’arcivescovo Domenico Sorrentino, segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti:

 

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R. – Ovviamente dopo un mese non è possibile fare nessun bilancio vero e proprio. Si può, però, dire che l’iniziativa è stata accolta dalla comunità cristiana e in particolare dai pastori con grande sensibilità. Iniziative erano, in qualche maniera, già stata delineate ed altre si vanno ora delineando. E’ da sperare che con l’inizio dell’Anno Liturgico, prossimamente comincia l’Avvento, la dimensione eucaristica venga ancora ulteriormente accentuata e dunque l’Anno è tutto davanti a noi.

 

D. – Può indicarci alcune delle iniziative già avviate  in questo inizio dell’Anno Eucaristico?

 

R. – Credo che, partendo dalla mia esperienza, si possa dire che un’iniziativa sicuramente molto frequente è l’incremento dell’Adorazione Eucaristica. Basti pensare all’iniziativa che hanno preso qui a Roma i giovani con l’Adorazione Eucaristica a Sant’Agnese. Mi risulta, poi, che in tutte le comunità si va facendo un incremento di questo tipo. Ci sono poi una serie di convegni, alcuni dei quali erano già stati stabiliti mentre altri si vanno delineando. Va da sé che l’iniziativa più importante è quella di vivere bene l’Eucaristia quotidiana e in particolare quella domenicale.

 

D. – Vorrebbe approfittare dei microfoni della Radio Vaticana per suggerire altre iniziative in questo Anno Eucaristico?

 

R. – Vorrei far mio totalmente quello che ha detto il Papa. In quest’Anno dell’Eucaristia ciò che è importante non è fare molte cose, ma farle profondamente, interiorizzare molto. E’ un anno che serve a prendere coscienza approfondendo  questo grande mistero. Non si tratta di dare alla vita pastorale ulteriori input di tipo organizzativo, anche perché ogni Chiesa ha le proprie iniziative. Il Santo Padre ha detto con molta chiarezza che quest’anno non voleva intralciare i cammini pastorali di ciascuna Chiesa. L’Eucaristia è una realtà fondamentale ed è una dimensione che attraversa tutte le realtà ecclesiali e dunque la  proposta è che si cerchi, nell’ambito dei vari programmi pastorali, di dare l’accento che merita alla dimensione eucaristica.

 

D. – Vorrebbe ricordare un passo particolare della Lettera apostolica del Santo Padre “Mane nobiscum Domine” sull’Anno dell’Eucaristia?

 

R. – Mi piace sottolineare una cosa che il Papa dice al numero 29: “Quest’Anno Eucaristico nasce dallo stupore con cui la Chiesa si pone di fronte a questo grande mistero”. Riprendendo poi una cosa già detta nell’enciclica “Ecclesia de Eucharistia”, il Santo Padre dice: “Questo è lo stupore che non finisce di pervadere mai il mio animo”. Dà, quindi, una testimonianza personale. Di fronte davvero a quello che Gesù ha fatto per noi, donandosi nell’Eucaristia, dobbiamo soltanto continuare a stupirci e a meravigliarci. Dobbiamo destare in noi questo grande stupore per vivere poi più intensamente il mistero.

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UN VIAGGIO DI ALTO PROFILO ECUMENICO: IL CARDINALE PAUL POUPARD,

 IN QUESTI GIORNI A MOSCA PER UNA SERIE DI INCONTRI E COLLOQUI

 VOLTI A FAVORIRE IL RICONOSCIMENTO

DELLE COMUNI RADICI CRISTIANE DEL CONTINENTE EUROPEO

- A cura di Roberta Gisotti -

 

“Vivo apprezzamento” per un’iniziativa “provvida”, “volta alla diffusione del Vangelo e degli insegnamenti della tradizione apostolica”: cosi il Papa in un messaggio per l’inaugurazione a Mosca venerdì prossimo della Biblioteca dello Spirito. L’indirizzo d’augurio è stato affidato al cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, in visita questa settimana nella capitale russa, accompagnato dal segretario del Dicastero, p. Bernard Ardura, per una serie di incontri e colloqui tesi a promuovere le comune radici cristiane del continente europeo. Si tratta di un viaggio di “alto profilo ecumenico”, spiega una nota del dicastero vaticano. In questo ambito il cardinale Poupard ha tenuto ieri una conferenza all’Università umanistica statale di Mosca sul tema de “Il Dialogo tra fede e cultura per un nuovo umanesimo”. Ed oggi terrà una lezione su “Fede e Scienza per un nuovo umanesimo” per gli studenti dell’Università di Scienza Umanistiche all’Accademia delle Scienze di Mosca. Venerdì, quindi, il porporato presiederà insieme dal Metropolita Filaret di Minsk, la cerimonia d’apertura dei nuovi locali della Biblioteca dello Spirito, che ospiteranno una libreria, una Casa editrice e un Centro di cultura. Un’iniziativa culturale singolare, animata congiuntamente da cattolici e ortodossi, cui offriranno il loro saluto augurale anche il ministro della Cultura della Federazione Russa e il Sindaco della Città.

 

Durante la settimana il cardinale Poupard avrà anche un colloquio fraterno con il Metropolita Kyrill, responsabile del Dipartimento dei rapporti esteri del Patriarcato di Mosca e si recherà all’Accademia Teologica di San Sergio, il Seminario del Patriarcato di Mosca. Non mancherà inoltre di portare il sostegno alla comunità cattolica moscovita, guidata dall’arcivescovo Kondrusiewicz, che incontrerà domani  per parlare de “La Chiesa e le sfide della cultura contemporanea”. Infine domenica prossima 21 novembre, Solennità di Cristo Re e festa della Presentazione di Maria, il cardinale Poupard celebrerà la Santa Messa nella Cattedrale della Madre di Dio di Mosca accanto all’arcivescovo cattolico di Mosca e al Delegato Apostolico nella Federazione Russa, mons. Pennini.

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Apre la prima pagina la notizia della nomina di Condoleeza Rice a nuovo segretario di Stato Usa.

Sempre in prima, Nassiriya: il "commosso pensiero" del Papa; durante l'udienza generale, alla presenza dei familiari dei militari italiani uccisi nella strage perpetrata un anno fa. 

In rilievo poi l'Iraq: barbaramente assassinato l'ostaggio britannico Margaret Hassan; aperta un'inchiesta sull'uccisione - da parte di un marine USA - dell'iracheno ferito in una moschea di Falluja.

 

Nelle vaticane, la catechesi e la cronaca dell'udienza generale.

L'intervento del cardinale Alfonso Lopez Trujillo ad una conferenza - svoltasi a Praga - dedicata al ruolo e alla missione della famiglia nella società post-industriale.

 

Nelle estere, Medio Oriente: Abu Mazen chiede una tregua alle fazioni radicali.

 

Nella pagina culturale, un articolo di M. Antonietta De Angelis in merito a due recenti volumi dedicati agli studi sulla tutela dei Beni Culturali. 

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema della finanziaria.

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

17 novembre 2004

 

“LINEAMENTA DI PASTORALE UNIVERSITARIA IN EUROPA”:

TITOLO DEL DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DELLE CONFERENZE EPISCOPALI EUROPEE

PRESENTATO STAMANI NELLA SEDE DELLA RADIO VATICANA

- Interviste con mons. Cesare Nosiglia ed il prof. Giuseppe Dalla Torre -

 

La realizzazione di uno strumento di lavoro nel quale vengono presentate in modo sintetico, ma efficace, le motivazioni teologico-pastorali per un adeguato approccio teorico e pratico al mondo dell’Università e della cultura universitaria. E’ questa la finalità che ha orientato la stesura del documento intitolato ‘Lineamenta di pastorale universitaria in Europa’ ed elaborato dal  Consiglio delle conferenze episcopali europee  (CCEE). Il testo, presentato nella sede della nostra emittente, è il risultato del cammino che la pastorale universitaria europea ha compiuto dal Giubileo delle Università ai nostri giorni. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

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Il documento fissa il quadro di riferimento per un’evangelizzazione organica della cultura in Europa. La pastorale universitaria – si legge nel testo – contribuisce alla elaborazione di un nuovo umanesimo integrale. Sull’orientamento umanistico della cultura, ribadito con forza dalla Chiesa, ascoltiamo il delegato del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa, mons. Cesare Nosiglia:

 

“L’uomo deve essere al centro di ogni ricerca scientifica e di ogni impegno culturale. Deve essere al centro la persona umana con i suoi diritti, con i suoi doveri, con le sue esigenze anche spirituali e morali. Umanesimo integrale vuol dire proprio questo: l’integrità piena della persona umana, in tutte le sue dimensioni”.

 

Nei ‘Lineamenta’ si sottolinea anche come la pastorale universitaria contribuisca allo sviluppo della vita dell’Università. Nel panorama universitario europeo – si legge nel documento - gli atenei cattolici rappresentano una realtà significativa nell’ambito del dialogo tra fede e cultura che la comunità cristiana promuove. Ma la ricerca e lo studio sono un ambiente favorevole per l’approfondimento della fede? Risponde il rettore della ‘Libera Università Maria Santissima Assunta’, prof. Giuseppe Dalla Torre:

 

“La tradizione più alta e più nobile dell’Università è una tradizione di incontro di saperi e tra questi ci sono anche quelli che attengono al terreno della teologia. Abbiamo alle spalle un periodo, tra Ottocento e Novecento in cui, prima il positivismo e successivamente le ideologie, hanno forse condizionato un confronto più libero e spontaneo rispetto a quella che era la tradizione dell’Università in Europa. Oggi ci sono condizioni, a mio avviso, nuove e per certi aspetti più favorevoli”.

 

Il testo è ora affidato alle Conferenze episcopali d’Europa, in particolare ai vescovi delegati per la pastorale universitaria, ai cappellani e ai responsabili di pastorale giovanile. Si apre così una fase di consultazione alla quale sono invitati coloro che intendono promuovere una presenza cristiana nell’Università capace di favorire forme nuove di servizio per la crescita della comunità europea.

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“PROMUOVERE UNA NUOVA ALLEANZA TRA I SAPERI NELLA LOGICA

DELL’AMORE EDUCATIVO”: QUESTA LA FINALITA’ DELLA PONTIFICIA FACOLTA’

DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE “AUXILIUM”, NEL SU CINQUANTENARIO

- Intervista con suor Ausilia Chang -

 

“Promuovere una nuova alleanza tra i saperi mediante la scienza e la sapienza nella logica dell’amore educativo”. E’ questo, secondo madre Antonia Colombo, superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, il compito della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”, che ha celebrato ieri a Roma il suo cinquantenario. L’istituto, fondato dalle Salesiane di Don Bosco, ha lo scopo di formare ricercatori, insegnanti e operatori in grado di affrontare i problemi educativi della gioventù, con particolare attenzione a quelli della donna. Ma qual è il carisma che caratterizza la Facoltà? Roberta Moretti lo ha chiesto alla preside, suor Ausilia Chang:

 

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R. – Auxilium vuol dire aiuto. Ci siamo ispirate ad una caratteristica della Madonna, Maria Ausiliatrice, pensando al carisma del nostro Istituto, il carisma educativo. Alla natura di una facoltà universitaria di Scienze dell’educazione, ci è sembrato, dunque, che il nome più appropriato fosse proprio Auxilium. Quindi, è un nome “programma”, un nome “prospettiva”: quella di essere un aiuto autentico per ogni persona.

 

D. – Perché oggi si sceglie di studiare all’Auxilium?

 

R. – Cerchiamo di vivere quel senso di apertura mondiale, quindi l’universalità, l’internazionalità. Una caratteristica, che differenzia l’Istituto dalle istituzioni similari di Scienze dell’educazione, è quella di aver dato fin dall’inizio un’importanza particolare alla formazione filosofica e teologica, ritenendola base di tutte le altre specializzazioni. In più, una particolarità rispetto alle    istituzioni universitarie salesiane è quella di essere retta da donne. Questo non vuol dire sia aperta solo alle donne, anzi è aperta a tutti, anche a persone di fedi diverse. Inoltre, di fronte alle strutture universitarie, soprattutto statali, di grande massa, dove c’è il rischio di un anonimato, si cerca di essere a misura delle esigenze della persona umana nel momento della preparazione culturale e professionale. Penso che questo sia uno dei motivi forti del nostro Istituto.

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CHIESA E SOCIETA’

17 novembre 2004

 

PROSEGUONO I LAVORI DELLA PLENARIA DELLA CONFERENZA EPISCOPALE

DEGLI STATI UNITI, APERTISI A WASHINGTON LUNEDI’ SCORSO

 

WASHINGTON. = Dopo l’elezione del nuovo presidente e di altre cariche direttive della USCCB, le prime due giornate di lavori della Conferenza episcopale degli Stati Uniti sono state dedicate all’approvazione del bilancio preventivo 2005, che quest’anno supera i 129 milioni di dollari, e all’approvazione di alcune raccomandazioni volte a razionalizzare i progetti finanziati dalla stessa Confe-renza episcopale per ridurre lo spreco di risorse. I vescovi hanno inoltre approvato a larga maggioranza la costituzione di un Comitato ad hoc per la Chiesa in Africa, con il compito di raccogliere e distribuire fondi destinati ad assistere la Chiesa africana. Nella giornata di lunedì, il cardinale arcivescovo di Washington, Theodore McCarrick, ha poi fatto il punto sulla riflessione avviata nella Chiesa statunitense in tema di rapporto tra fede e vita pubblica, un terreno diventato di scottante attualità durante la campagna elettorale per le presidenziali, con le critiche rivolte da alcuni vescovi alle posizioni liberal del candidato John Kerry in materia di aborto e matrimoni omosessuali. Il rapporto preparato dalla commissione ad hoc, che indica la linea pastorale comune da seguire in questi casi, non sarà oggetto di voto. Altro punto all’esame dei presuli nella prima giornata, è stata la proposta di convocare un Consiglio plenario nazionale per affrontare le nuove grandi sfide con cui deve confrontarsi la Chiesa negli Stati Uniti e rilanciare l’evangelizzazione nel Paese. La proposta presentata due anni fa, dopo lo scandalo della pedofilia, non incontra grande sostegno tra i vescovi che pure sono d’accordo sulla necessità di coordinare di più i loro sforzi per rispondere meglio a queste sfide. A preoccupare l’episcopato è in particolare il declino della partecipazione dei fedeli all’Eucaristia e ai sacramenti, come anche il drammatico calo delle vocazioni sacerdotali e religiose registrato in questi ultimi tre decenni. (L.Z.)

 

 

IL PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI, MONS. STANISLAW RYLKO

E’ INTERVENUTO A MADRID AL CONGRESSO DELL’APOSTOLATO SECOLARE,

CON UNA RELAZIONE DAL TITOLO:

“IL LAICATO EUROPEO: SITUAZIONI E PROSPETTIVE”

 

MADRID. = Oltre duemila rappresentanti della quasi totalità delle diocesi spagnole, delle associazioni e dei movimenti, si sono confrontati dal 12 al 14 novembre nel Palazzo municipale dei congressi, a Madrid, per fissare le nuove linee guida per un impegno più incisivo dei laici e per rilanciare lo spirito di comunione tra i diversi gruppi che lavorano al servizio della Chiesa. Al Congresso è intervenuto anche il Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, mons. Sanislaw Rylko, il quale ha tirato le somme della tre giorni di congresso, esaminando il lavoro svolto fino ad oggi e indicando la strada per l’impegno futuro. “I cambiamenti epocali che stanno interessando il Vecchio Continente esigono una testimonianza dei cristiani che deve andare oltre i confini dei Paesi di appartenenza. Il loro impegno e il loro servizio deve risuonare forte nell’immenso areopago dell’Europa odierna”, ha rilevato il presidente del dicastero vaticano. “Questa è sì l’Europa sognata dai fondatori, una Casa comune che va dall’Atlantico agli Urali. Ma è anche l’Europa dei nuovi muri – ha spiegato il presule – delle democrazie fragili segnate da profonde crisi di valori e minacciate da vecchie e nuove ideologie. E’ l’Europa ricca – ha poi aggiunto mons. Rylko – che sta perdendo la sua anima e diventa il continente dell’apostasia silenziosa, dove la secolarizzazione diventa istituzionale, convertita ad un neopaganesimo difeso da missionari agguerriti intenti a promuovere dogmi propri”. Sul futuro dell’Europa, mons. Rylko ha introdotto il concetto di “nuova evangelizzazione”, come sfida importante che coinvolge tutti, attraverso “una identità chiara”, coerente, con una forte coscienza della sua vocazione. La seconda tappa, secondo il presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, passa attraverso “la presenza visibile e incisiva nella società, il coraggio di essere veramente il sale e la luce del mondo”. Un passaggio importante della relazione conclusiva ha, infine, riguardato la Costituzione europea: “Il dibattito sulle radici cristiane – ha riferito il presule – ha messo in evidenza un preoccupante atteggiamento censorio nei confronti del fatto religioso e, nello specifico, del Cristianesimo. Di fronte a questa tendenza all’omologazione della cultura dominante, dimentichiamo chi siamo, ma possiamo diventare i veri “pionieri della modernità” uscendo dal letargo della superficialità e dell’indifferenza, recuperando la certezza della fede in Gesù Cristo”. Infine il punto cardine attorno al quale dovrà ruotare l’azione dei laici: “Dobbiamo tornare a sentirci Chiesa. Il rischio che si corre è quello della frammentazione; di fronte a tale pericolo, le associazioni, così come i movimenti e le comunità, sono di vitale importanza per la Chiesa agli inizi del nuovo millennio. Giovanni Paolo II li indica come uno dei segni più promettenti della primavera cristiana”. (S.S.)

 

 

AL VIA OGGI A ROMA IL NONO CONGRESSO DELLA FISM, LA FEDERAZIONE ITALIANA DELLE SCUOLE MATERNE, NATA 30 ANNI FA PER INIZIATIVA DELLA CEI.

IN DISCUSSIONE UNA “CARTA DEI VALORI” PER LE SCUOLE MATERNE

 

ROMA.= Una “Carta dei valori” delle scuole materne: se ne discuterà a Roma da oggi al 20 novembre, nel corso del nono Congresso nazionale della Federazione Italiana Scuole Materne (FISM). A trent’anni dalla sua costituzione, per iniziativa della Conferenza episcopale italiana, la FISM intende proporre alle oltre 8 mila scuole dell’infanzia aderenti una “Carta” ispirata ai valori cristiani capace di connotare l’impegno educativo di questi istituti. Il documento ribadirà il significato sociale e civile e l’originalità della proposta culturale offerta dalle scuole materne cattoliche e di ispirazione cristiana. “Due espressioni – afferma il segretario nazionale della FISM, Luigi Morgano - riassumono l'impegno e la “storia” della FISM: qualità un dovere, parità un diritto” e ricorda che la legge 62 del 2000 ha riconosciuto le scuole materne non statali come parte integrante del “servizio nazionale di istruzione”. Attualmente il 35% dei bambini dai 3 ai 6 anni che frequentano la scuola dell’infanzia sono iscritti agli istituti federati alla FISM, per un totale di 550 mila alunni, 22.000 sezioni sparse in 4.800 comuni italiani e 40 mila dipendenti, tra docenti e personale di servizio. “La presenza delle scuole materne non statali, osserva il presidente nazionale della FISM, Giuseppe Totaro, “ha fatto risparmiare finora enormi oneri allo Stato, come è agevole verificare confrontando i costi di esercizio delle scuole statali. Infatti i contributi previsti dalla legge 62/2000 sono solo un quindicesimo del costo degli stipendi del personale delle scuole statali”. (A.G.)

 

 

I VESCOVI ARGENTINI CHIEDONO AI CITTADINI DI AVVIARE

UNA PROFONDA CONVERSIONE PER SUPERARE

LA CRISI DEL PAESE LATINO-AMERICANO

 

BUENOS AIRES. = La Conferenza episcopale argentina ha pubblicato nei giorni scorsi un documento dal titolo: “Per approfondire la pastorale sociale”. In sostanza, i vescovi chiedono ai cittadini di avviare “una profonda conversione” per superare la crisi che ha investito un Paese “le cui radici più profonde sono morali e culturali”. “I politici hanno il preciso compito di fare risorgere l’Argentina – scrivono i presuli – abbandonando le vecchie pratiche e avendo come unico fine disinteressato il bene comune. Purtroppo è più facile vedere gente che si arricchisce alle spalle della propria patria, che non cittadini desiderosi di un nuovo corso. Per questo esortiamo la comunità a vivere con spirito di giustizia, verità e solidarietà”. La Conferenza episcopale ha preso poi in esame il documento della Pontificia Università Argentina intitolato “Barometro del debito sociale nazionale”: “E’ una indagine che mette in evidenza la gravità della situazione, considerato che è a rischio la dignità della persona” rilevano i presuli. Segue il problema della “equa distribuzione della terra”: “E’ preoccupante la concentrazione dei beni in poche mani, così come inquieta la situazione degli aborigeni e il degrado ambientale”. Infine il giudizio del presidente della Commissione episcopale della pastorale sociale, mons. Carmelo Giaquinta, arcivescovo di Resistencia: “Anche se in Argentina si registrano piccoli segnali di ripresa, per uscire da questo momento di impasse ci vorranno molti anni”. Il documento è stato diramato a margine della 88. ma Assemblea plenaria, occasione nella quale sono state anticipate anche alcune iniziative che i vescovi hanno deciso di promuovere di comune accordo. Tra queste, una campagna di sensibilizzazione, intitolata: “La Chiesa ha bisogno del tuo aiuto”, rivolta ai fedeli per sostenere tutte le attività. (S.S.)

 

 

I PAESI AFRICANI PRODUTTORI DI DIAMANTI HANNO CREATO UN ORGANISMO

DI CONTROLLO PER COMBATTERE FRODI DOGANALI E CONTRABBANDO

 

BRAZZAVILLE. = Un primo passo verso la creazione di un ente continentale per il controllo delle pietre preziose. Lo hanno deciso i ministri delle Risorse minerarie di Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, Angola ed ex-Zaire nella “Dichiarazione di Brazzaville”, adottata dopo due giorni di incontri nella capitale della Repubblica del Congo. Si tratta di un organismo regionale il cui obiettivo è il controllo efficace della produzione delle pietre preziose, al fine di combattere il contrabbando e le frodi doganali in tutte le loro forme. I “diamanti insanguinati” sono stati per anni la causa di guerre alimentate da gruppi di potere in molti Paesi, tra cui Sierra Leone, Liberia, Angola e Repubblica democratica del Congo. Il governo di Brazzaville, che ha ospitato questo mini-vertice, resta comunque ancora escluso dalla procedura internazionale, il “Kimberley process”, che certifica la provenienza dei diamanti per bloccarne il traffico illegale. Lo scorso 10 luglio il Congo era stato rimosso dalla lista dei Paesi che aderiscono alla procedura, dopo che un gruppo di esperti aveva accertato una serie di inadempienze, tra cui un presunto traffico illecito delle preziose gemme. (S.S.)

 

 

PRESENTATO STAMANE A ROMA, PRESSO LA NUOVA CASA DEL CINEMA

A VILLA BORGHESE, IL CARTONE ANIMATO “L’ISOLA DEGLI SMEMORATI”, REALIZZATO DALL’UNICEF PER FESTEGGIARE I 15 ANNI DELLA CONVENZIONE SUI DIRITTI UMANI

- Servizio di Roberta Gisotti –

 

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ROMA.= “L’Isola degli smemorati” è il titolo del cartone animato realizzato dall’Unicef per ricordare il 15.mo anniversario della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, che verrà celebrato in tutto il mondo sabato prossimo, 20 novembre. Trenta minuti, tanto dura il film, prodotto da Mondo TV e tratto dall’omonimo libro di Bianca Pizzorno, e che si avvale di prestigiosi doppiatori, volti noti come Lino Banfi, Sebastiano Somma, Daniela Poggi, Nino Castelnuovo, Amanda Sandrelli, Milly Carlucci, Simona Marchini ed anche un beniamino del calcio come Francesco Totti, che interpreta un granchio in versione romanesca o Alessio Boni che canta la sigla “Girotondo”. “L’Isola degli smemorati” verrà trasmesso in televisione e al cinema e verranno organizzate proiezioni per le scuole lungo tutto l’anno. Tema centrale del cartone animato sono proprio i diritti dei bambini, sanciti dalla Carta, sottoscritti da tutti i Paesi al mondo, eppure quotidianamente violati e non solo negli Stati più poveri o lontani dalla democrazia, ma anche dalle Nazioni più avanzate, come ha sottolineato il presidente dell’Unicef, Giovanni Micali. Presente all’incontro anche il sindaco di Roma, Walter Veltroni, che ha invitato tutti quanti a celebrare questo anniversario non solo formalmente, ma ricordandosi ogni giorno del bambino che è dentro di noi. Per questo il Comune di Roma ha legato a questa iniziativa al sostegno della Casa di accoglienza diurna per bambini, che è possibile contattare - telefonando al numero 06.61.53.25.67 - per segnalare casi di minori mendicanti, sfruttati o abbandonati per le strade della città. Si tratta del primo Centro di questo genere aperto in Italia.

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24 ORE NEL MONDO

17 novembre 2004

- A cura di Fausta Speranza -

                                                                                      

Al decimo giorno dall’inizio dell’offensiva dei marine USA e dei governativi iracheni, si combatte ancora a Falluja, dove sospette postazioni degli insorti nella

zona sud della roccaforte sunnita sono state bombardate a tappeto stamani dall’artiglieria e dalle cannoniere volanti americane, mentre nuovi scontri sono stati segnalati anche nella vicina Ramadi. Il nostro servizio:

 

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A Falluja, secondo il bilancio di fonte USA, sono 1.600 gli insorti uccisi e oltre 1.050 quelli catturati in dieci giorni di combattimenti. Nelle ultime ore, oltre a bombardare a tappeto le ultime sacche di resistenza nella parte sud della città, i militari americani hanno fatto saltare un edificio che ritenevano fosse utilizzato come deposito di armi. Scontri con almeno nove morti tra insorti e marine USA anche nella vicina Ramadi, dove hanno cercato riparo centinaia di miliziani fuggiti da Falluja. A Mossul, truppe americane e governativi iracheni affermano invece di aver riassunto il controllo di tutte le stazioni di polizia, mentre vicino Samarra gli insorti hanno sabotato per la sesta volta in sei mesi un importante oleodotto. Intanto, non si spegne l’emozione suscitata dall’esecuzione dell’anglo-irachena Margaret Hassan, la prima donna ostaggio uccisa in Iraq, dove da anni era responsabile delle attività di soccorso dell’organizzazione umanitaria Care. Il primo ministro irlandese, Ahern, si è detto “profondamente scioccato”. Secondo il commissario europeo allo Sviluppo e agli Aiuti umanitari, diventa “quasi impossibile” per le agenzie umanitarie continuare il lavoro in Iraq. La Tv satellitare araba al-Jazeera ha scelto di non trasmettere il video dell’esecuzione. Ci sono poi le dichiarazioni di Jacques Chirac alla vigilia del suo arrivo a Londra in visita ufficiale: il presidente francese si dice “niente affatto sicuro” che con la cacciata di Saddam Hussein il mondo sia diventato più sicuro. In un’intervista alla BBC ribadisce che ogni intervento in Iraq avrebbe dovuto passare per le Nazioni Unite. Sottolinea che “in una certa misura, l’uscita di scena di Saddam è stata una cosa positiva, ma che “c’è stato un aumento del terrorismo e una delle cause è stata la situazione in Iraq”. Nell’intervista Chirac ha anche detto di ritenere che il sostegno britannico alla guerra guidata dagli USA ha portato pochi dividendi a Londra. Infine, la NATO ha approvato un piano di addestramento di ufficiali delle forze irachene.

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Un poliziotto saudita è morto durante scontri con militanti legati alla rete 

terroristica al Qaeda, che ha causato un’ondata di violenze  nella potente monarchia petrolifera. Lo ha detto una fonte del ministero degli interni alla Saudi Press Agency. La fonte ha precisato che gli scontri hanno avuto luogo a Qassim, uno dei focolai dei terroristi, e che le forze dell’ordine hanno arrestato cinque persone, due delle quali ricercate come estremisti.

 

Una “grande vittoria” per l’Iran, che non gli impedirà di proseguire nei suoi sforzi per dotarsi della tecnologia nucleare. Così il presidente iraniano Mohammad Khatami ha definito oggi l’accordo raggiunto nei giorni scorsi con Francia, Germania e Gran Bretagna, criticato dai parlamentari conservatori di Teheran. In base all’intesa, l’Iran si è impegnato a sospendere per alcuni mesi il ciclo di arricchimento dell’uranio, in attesa di  raggiungere con i Paesi europei un accordo definitivo. Ma la Repubblica islamica, ha detto Khatami, citato dalla televisione di Stato, “continuerà i suoi sforzi” per dotarsi di tale ciclo, “ad ogni costo”.    

 

Sono oltre 10 mila gli ivoriani rifugiatisi in Liberia, per sfuggire alle violenze, in corso nel loro Paese, tra i fedelissimi del presidente Gbagbo e i ribelli del nord. Lo ha comunicato l’Alto commissariato ONU per i rifugiati, proprio mentre Gbagbo ha preso atto delle sanzioni contro la Costa d’Avorio adottate ieri notte dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ma che effetti potrà avere, nel processo di pacificazione del Paese, l’embargo dell’ONU sulla vendita delle armi alle parti in conflitto? Risponde un missionario italiano, da anni in Costa d’Avorio, che per motivi di sicurezza intende mantenere l’anonimato:

 

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R. – C’è una grande speranza che possa funzionare. Il problema è evitare una guerra civile. La situazione di questo embargo, quindi, trova due posizioni: chi è pro e chi è contro. Dal mio punto di vista spero molto che la gente ritorni ai punti di partenza e che si cerchi un dialogo per ritrovare veramente la pace e con questa pace salvare una certa situazione. Chi paga, in questo momento, è la popolazione e io posso testare che qui, dove sono, molta gente si trova sull’orlo della miseria. Quindi, quelli che hanno in mano una possibilità, comincino a ripensarci e a vedere l’interesse della nazione, l’interes-se del Paese e l’unità nazionale.

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La firma definitiva di pace tra Nord e Sud del Sudan è imminente. E’ quanto ha detto al presidente americano George Bush il leader degli indipendentisti del Sud, John Garang, secondo quanto ha riferito il suo portavoce. E la ripresa dei negoziati, per la fine di una guerra civile durata 21 anni e costata oltre due milioni di morti, è prevista a Nairobi il 26 novembre. Del resto tutto il quadro dell’intesa è noto, anche nei particolari, da mesi, ma la firma formale era stata congelata dalla tragedia del Darfur. La presa di posizione di Garang arriva alla vigilia di un consiglio straordinario del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che si svolgerà domani e dopo a Nairobi, e che sarà in larga misura dedicato al Sudan, prevedendo l’adozione di una risoluzione che offre un importante aiuto della comunità internazionale, a condizione che la pace sia firmata in tempi brevi. Anche il Darfur e probabilmente la Somalia saranno nell’agenda della riunione del Consiglio di Sicurezza. 

 

Dopo una campagna elettorale relativamente tranquilla, si è votato ieri in Niger per le elezioni presidenziali. Ce ne parla Giulio Albanese:

 

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I sei candidati per la massima carica dello Stato sono tutti di religione islamica, come peraltro la stragrande maggioranza dei 12 milioni di nigeriani, tra di essi c’è anche il presidente uscente, Mamadou Tandja, in cerca della riconferma. I candidati si sono confrontati su diverse questioni sociali, promettendo una lotta efficace contro la povertà, la disoccupazione, l’aumento dei salari, accesso soprattutto all’acqua potabile per tutta la popolazione, e progressi nel settore dell’istruzione. Le operazioni di voto saranno monitorate da 1500 osservatori locali ed internazionali. Il movimento nazionale per la società dello sviluppo, che fa capo al presidente uscente, è certo di una vittoria al primo turno, anche se i principali avversari di Tanja sembrano più agguerriti che mai, tra questi Mahamadou Issoufou, candidato del partito nigerino per la democrazia e il socialismo, sconfitto già nel 1999, che teme brogli e minaccia di mobilitare i suoi sostenitori. Se nessun candidato otterrà la maggioranza assoluta il ballottaggio si terrà il prossimo 4 dicembre, giorno in cui sono fissate anche le elezioni legislative.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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Il Parlamento europeo ha “esercitato un suo pieno diritto” respingendo in ottobre la  Commissione proposta dal presidente designato José Manuel  Barroso e quanto è successo “ha rafforzato l’UE e non deve  essere considerata una crisi”. E’ quanto ha detto il primo ministro olandese Jan Peter Balkenende, presidente di turno dell’Unione, intervenendo questa mattina davanti all’assemblea di Strasburgo per riferire sui risultati dell’ultimo Consiglio europeo. Balkenende ha quindi sostenuto che Barroso ha tenuto conto delle richieste ricevute dal Parlamento, definendo positivo il dibattito che ne è scaturito. “Sono ora fiducioso – ha concluso – che domani la nuova Commissione possa ottenere la fiducia del Parlamento europeo”. E intanto, la moneta europea ha segnato un nuovo record: grazie all’indebolimento del dollaro è salita fino a 1,3036. Pochi minuti dopo si è assestato a 1,3028 dollari.

 

In Italia la Camera ha approvato la legge Finanziaria per il 2005 con 286 voti favorevoli e 196 contrari. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato. Dura l’opposizione: Berlusconi non è più in grado di controllare la propria maggioranza, afferma il capogruppo dei Ds alla Camera, Luciano Violante. Intanto il pranzo di lavoro del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con il vice premier Gianfranco Fini sarebbe il primo di una serie di colloqui che Berlusconi intende avere nelle prossime ore con gli alleati, non solo per definire il rimpasto di governo, ma in particolare per esaminare la possibilità di intervenire già nel 2005 sull’IRPEF.

 

Al via ieri in Spagna il primo processo per i responsabili degli attentati dell’11 marzo a Madrid, costati la vita a 191 persone. E’ cominciato con un minorenne condannato a sei anni di reclusione per aver trasportato parte degli esplosivi usati dai terroristi islamici.

 

Intanto, sempre in Spagna il giudice Garzon ha accusato il marocchino Abdeladim Akouad, detenuto in Spagna, di essere il coordinatore della cellula terroristica cui si attribuisce l’uccisione del cineasta olandese Theo Van Gogh.

Il premier indiano, Manmohan Singh, nella sua prima visita ufficiale in Kashmir offre un dialogo incondizionato ai ribelli separatisti della regione al confine tra India e Pakistan. Il servizio da New Delhi:

 

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La visita coincide con la decisione di ridurre il numero di truppe schierate sulla linea di controllo che divide il Kashmir indiano da quello pakistano. Proprio stamattina è iniziato il ritiro parziale di un contingente dalla città meridionale di Anantnag. La misura è vista come un segno di buona volontà da parte di New Delhi per allentare la pressione militare sulla popolazione, ma l’arrivo di Singh è stato preceduto da un attacco dei separatisti, che nonostante le imponenti misure di sicurezza sono riusciti a penetrare in un hotel, su una collina che sovrasta lo stadio di cricket, dove tra un paio d’ore parlerà il premier indiano. Dopo duri scontri, la polizia ha ucciso due militanti. La situazione ora è tornata alla normalità, ma il discorso è stato rinviato di alcune ore. Singh annuncerà un pacchetto di aiuti per lo Stato di Jamu e Kashmir e probabilmente rilancerà l’idea di un collegamento via autobus tra le due parti del Kashmir diviso.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Il mondo vedrà in Condoleeza Rice “la forza, la grazia e la dignità” degli Stati Uniti. Con queste parole il presidente Bush ha annunciato ufficialmente ieri la nomina della Rice a segretario di Stato al posto del dimissionario Powell. Consigliere per la sicurezza sarà Stephen Hadley, finora vice della Rice. Di fronte all’aggravarsi della situazione in Iraq, il capo della Casa Bianca ha ricordato che il cambio al vertice nella sua amministrazione avviene “in un momento critico per gli Stati Uniti, che sono un Paese in guerra”.

 

 

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