RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 314  - Testo della trasmissione di martedì 9 novembre 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

“Alimentare l’amore per tutto ciò che è autentica espressione del genio umano e riflesso della bellezza divina”: così il Papa nel messaggio ad Accademici ed Artisti

 

Nell’incontro con le Carmelitane Missionarie Teresiane il Papa si felicita con la nuova Superiora generale, Luisa Ortega Sanchez

 

Il dialogo interreligioso è irrinunciabile: lo ha ribadito Giovanni Paolo II nel discorso ai vescovi dell’Oceano Indiano

 

Le terapie palliative, nella cura dei malati terminali: presentato in sala stampa il programma della prossima conferenza del Pontificio Consiglio per la salute

 

Pubblicato il calendario delle celebrazioni pontificie per il periodo di Avvento e del Natale

 

Accordo tra Italia e Vaticano per un progetto di censimento degli Archivi e della documentazione sull’Inquisizione.

 

OGGI IN PRIMO PIANO

Chiesto un riscatto “irrisorio”  per Andrea  Cianferoni, rapito nelle Filippine: ce ne parla un altro cooperante di Movimondo  

 

Il 9 novembre 1989 cadeva il muro di Berlino. 15 anni dopo, una rilettura storica con il prof. Rudolf Lill

 

Inaugurato stamani a Milano il nuovo Anno accademico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Al via, ieri ad Assisi, la 44.ma Assemblea della Conferenza italiana superiori maggiori

 

“Proteggere le minoranze e promuovere l’armonia sociale”: l’appello dell’arcivescovo di New Delhi, Vincent Concessao, al nuovo presidente del BJP, il partito nazionalista indù

 

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2005 Anno per lo sport e l’educazione fisica

 

In occasione del centenario della presenza dell’Opera guanelliana in Roma, domenica 14 novembre nella Basilica di San Giuseppe al trionfale, va in scena il recital “Luigi Guanella l’amico degli emarginati”

 

Promuovere i diritti della minoranza aborigena in Australia, è quanto si prefigge un nuovo organismo consultivo creato dal governo di Canberra

 

24 ORE NEL MONDO:

L’esercito americano nel centro di Falluja. Massiccia diserzione delle forze irachene. Strage di poliziotti a Baqubah e Kirkuk: quasi 50 i morti

 

Peggiorano le condizioni di Arafat. La dirigenza palestinese all’ospedale parigino, nonostante le polemiche con la moglie del leader.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

9 novembre 2004

 

“ALIMENTARE L’AMORE PER TUTTO CIÒ CHE È AUTENTICA ESPRESSIONE DEL GENIO

UMANO, E RIFLESSO DELLA BELLEZZA DIVINA”: QUESTO IL MESSAGGIO DEL PAPA

AD ACCADEMICI ED ARTISTI RIUNITI NELLA IX SEDUTA PUBBLICA IN VATICANO

 

“La Via pulchritudinis: cammino di evangelizzazione e di formazione umana”: è stato il tema della IX Seduta pubblica delle Accademie Pontificie, svoltasi stamane nell’Aula del Sinodo. L’occasione è stata definita dal Papa “momento culminante” delle molteplici attività promosse durante l’anno, in un messaggio letto dall’arcivescovo Leonardo Sandri, rivolto a tutti i rappresentanti di queste istituzioni culturali, accompagnati dal cardinale Paul Poupard, presidente del Consiglio di coordinamento fra le dieci Accademie. Nel corso della cerimonia sono state consegnate anche importanti onorificenze. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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“Alimentare l’amore per tutto ciò che è autentica espressione del genio umano, nonché riflesso della bellezza divina”: così il Papa indica il compito affidato agli Accademici ed agli Artisti. La “Via pulcritudinis dunque “itinerario privilegiato per l’incontro tra la fede cristiana e le culture del nostro tempo” e “strumento prezioso per la formazione delle giovani generazioni”. “In duemila anni di storia – spiega il Papa nel suo messaggio – la Chiesa ha percorso in tanti modi la via della bellezza attraverso opere d'arte sacra, che hanno accompagnato la preghiera, la liturgia, la vita delle famiglie e delle comunità cristiane. Splendidi capolavori architettonici, dipinti, sculture e miniature, opere musicali, letterarie e teatrali (...) autentici tesori, che ci fanno comprendere, attraverso il linguaggio della bellezza e dei simboli, la profonda sintonia (…) tra fede e arte, tra creatività umana e opera di Dio, autore di ogni autentica bellezza”. “Perché tuttavia la bellezza rifulga nel suo pieno splendore, - ha spiegato Giovanni Paolo II - deve essere unita alla bontà e alla santità di vita.” Qui l’auspicio della Chiesa per “una rinnovata ‘epifania’ di bellezza per il nostro tempo” attraverso l’opera di artisti che sappiano offrire adeguate risposte alle esigenze proprie della comunità cristiana.

 

In chiusura dell’incontro è stato attribuito il Premio annuale delle Accademie pontificie all’Abbazia Benedettina di “Keur Moussa” in Senegal, che ha saputo inculturare la musica e il canto gregoriano, adattandolo allo strumento tipico di questo Paese, la Kora. E’ stata inoltre consegnata una Medaglia del Pontificato alla Scuola di Cinematografia “Ipotesi Cinema”, fondata e diretta dal Maestro Ermanno Olmi, per la sua pedagogia fondata sull’autentico umanesimo, come pure al Coro Interuniversitario di Roma, diretto dal Maestro Don Massimo Palombella, per il servizio reso al culto divino e alla cultura musicale.

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Ascoltiamo ora un approfondimento sul tema della via pulchritudinis, offerto dal cardinale Paul Poupard, al microfono di Giovanni Peduto:

 

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R. – Con il sospetto che ormai incontra la verità ed anche la bontà, la via pulcritudinis, la via della bellezza, si afferma sempre più come necessaria. Lo è sia per nutrire la fede dei fedeli, sia anche per testimoniare la loro fede e non soltanto evidentemente attraverso le celebrazioni liturgiche, ma anche in tutta la vita.

 

D. – Evangelizzare con l’arte è ancora oggi di attualità, di fronte ad una cultura materialistica sempre più incombente?

 

R. – Evidentemente più che mai. Più una cultura materialistica sembra incombente e più appare necessario dare la nostra testimonianza. Di recente a Parigi, dopo lo scorso anno a Vienna e prima ancora a Lisbona, Bruxelles e Budapest, ho affermato questo bisogno di evangelizzare con l’arte. Ho fatto la stessa cosa anche in Africa del Sud la scorsa settimana.

 

D. – Ma l’arte ha bisogno della fede?

 

R. – Lei mette in evidenza proprio il quesito posto dal Santo Padre nella Lettera agli artisti, quando afferma: “La fede ha bisogno dell’arte”. Lo afferma molto semplicemente e prosegue: “Ma l’arte ha bisogno della fede?”. E risponde: “Sì, perché la fede allarga in modo stupendo l’orizzonte, attraverso la rivelazione del Dio Padre, del Gesù, nostro Dio divenuto nostro fratello e dello Spirito Santo Santificatore. Nell’arte, come tutti sanno, ogni vero artista supera il mondo nel quale è immerso come tutti noi. Più la cultura è materialistica e più ha bisogno per respirare di avere l’ossigeno che ci dà la fede. Ne ha bisogno proprio per la sua ispirazione.

 

D. – Quale rapporto ci deve essere tra la libertà estetica e la dignità della persona umana?

 

R. – Noi diciamo “la liberté pour quoi faire?” (la libertà per che fare?). La libertà estetica non è un assoluto in sé. La libertà è al servizio ed è componente della dignità della persona umana. Il rapporto è – direi – ontologico.  Non c’è assolutamente contrapposizione, ma anzi alimentazione reciproca fra la dignità della persona e la libertà dell’espressione artistica.

 

D. – Ci si può convertire, contemplando la bellezza dell’arte?

 

R. – Questo è il segreto delle coscienze. La conversione è sempre opera dello Spirito Santo che utilizza tanti modi, che alcune volte nessuno avrebbe potuto immaginare. Anche le conversioni, che sembrano fulminee, hanno tutta una preparazione e possiamo dire che la via pulcritudinis, la via della bellezza rappresenta uno di questi cammini privilegiati.

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IL PAPA HA RICEVUTO QUESTA MATTINA LE CARMELITANE MISSIONARIE TERESIANE,

GUIDATE DALLA NUOVA SUPERIORA GENERALE, LUISA ORTEGA SANCHEZ,

AL TERMINE DEL LORO CAPITOLO GENERALE

 

In udienza stamane dal Papa le Carmelitane Missionarie Teresiane, in occasione del loro XIII Capitolo generale, in corso a Roma fino al 15 novembre. Il Santo Padre si è felicitato con la neo-eletta Superiora generale, Luisa Ortega Sanchez, 58 anni, spagnola, che succede a Pilar Timoneda Armengol, per due mandati alla guida dell’Istituto. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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“Si tratta di infondere in tutte le vostre sorelle ‘una vera passione per la Chiesa: Dio e il prossimo’, perché ogni comunità arricchisca la propria Chiesa particolare e renda visibile le meraviglie di Dio con il linguaggio eloquente di una esistenza trasfigurata, capace di sorprendere il mondo”. Così Giovanni Paolo II si è rivolto alle Carmelitane Missionarie Teresiane, ricordando loro la missione principale di rivelare Cristo nel mondo mediante la testimonianza personale, ancor prima di arrivare alle opere esteriori. “Questa è la sfida, questa è l’occupazione principale della vita consacrata”, da porre al centro del loro programma di vita e di azione dei prossimi anni.

 

Il Papa ha, quindi, sottolineato il “carattere centrale e insostituibile dell’Eucaristia per la vita cristiana, per essere fedeli alla vocazione alla santità”. E il Papa è certo che le Carmelitane Missionarie Teresiane, nella tradizione contemplativa, sapranno comprendere molto bene e porre questo Santo Sacramento quale asse della vita spirituale, ad ispirare di tutto il progetto apostolico e missionario. Se nell’Eucaristia  - ha concluso il Santo Padre – incontriamo Cristo, questo Santo Sacramento è il “punto di incontro privilegiato per le anime innamorate di Lui.”

 

Le Carmelitane Missionarie Teresiane sono oggi circa 750, presenti con 109 Case in 24 Paesi, in Europa, America, Africa ed Asia.

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IL DIALOGO INTERRELIGIOSO E’ IRRINUNCIABILE PER IL PROGRESSO PACIFICO

DEI POPOLI: E’ QUANTO RIBADITO DA GIOVANNI PAOLO II NEL DISCORSO AI VESCOVI DELL’OCEANO INDIANO, RICEVUTI STAMANI, AL TERMINE DELLA VISITA AD LIMINA

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

Nella diversità delle situazioni umane e religiose della vostra regione è quanto mai indispensabile “un’autentica spiritualità di comunione”. E’ il richiamo di Giovanni Paolo II ad un gruppo di presuli della Conferenza episcopale dell’Oceano Indiano, ricevuti stamani in udienza al termine della visita ad Limina. Il Papa ha esortato i fedeli ad “evitare l’isolamento” sentendosi parte della Chiesa universale ed ha messo l’accento sull’importanza del dialogo tra le religioni. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Per il cammino pacifico dei popoli, il dialogo interreligioso è davvero una “necessità”. E’ quanto sottolineato dal Papa, che ha rilevato come in alcune isole dell’Oceano Indiano, pur essendo i credenti di altre religioni spesso in maggioranza, i cristiani siano generalmente accettati e rispettati. Una realtà – ha evidenziato – che “indica il cammino della fraternità e della concordia, nella testimonianza del Vangelo”. Si è così soffermato sull’inculturazione del messaggio evangelico, che – ha avvertito – è un “compito di grande rilievo, affinché le donne e gli uomini di tutte le nazioni e di tutte le culture possano incontrare Cristo”. E’ allora indispensabile – ha proseguito – che i cristiani abbiano “una formazione religiosa solida”, specie in realtà dove sono presenti altre religioni o attive delle sette.

 

In tale contesto, ha ribadito la necessità di richiamare “il valore del matrimonio e della famiglia nel disegno divino”. Le famiglie cristiane devono allora essere “testimoni autentiche della presenza di Cristo che le accompagna e le sostiene nella loro vita quotidiana”. Proprio le famiglie sono infatti “il luogo privilegiato per la formazione dei giovani e la trasmissione dei valori morali e spirituali”. E qui ha esortato i presuli ad impegnarsi per l’educazione delle nuove generazioni. “La loro formazione umana e spirituale – ha avvertito – è un’urgenza per rispondere alle sfide della testimonianza evangelica oggi e nell’avvenire”. D’altro canto, ha rimarcato che la formazione dei sacerdoti è una delle sfide maggiori per la Chiesa. Una sfida che chiama i vescovi ad un impegno particolare affinché  i seminari siano un luogo di discernimento delle vocazioni.

 

In quest’Anno dell’Eucaristia, il Pontefice non ha poi mancato di esortare i fedeli a riscoprire il significato della domenica, con la necessità di santificarla attraverso la partecipazione regolare alla messa. L’Eucaristia fonte di santità – ha detto – è l’occasione per i fedeli “di entrare in un dialogo sempre più intimo con il Signore”. Infine, il Papa ha ribadito quanto sia prezioso, per il bene comune, l’insegnamento sociale della Chiesa. Questa, infatti, nella difesa integrale della dignità dell’uomo indica le “condizioni di vita più giuste e fraterne all’interno della società”.

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LA SCELTA DELLE CURE PALLIATIVE COME TERAPIA “GLOBALE”,

RISPETTOSA DEL CORPO E DELLO SPIRITO DEI MALATI TERMINALI:

A QUESTO TEMA IL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA SALUTE HA DEDICATO

LA 19.MA CONFERENZA INTERNAZIONALE, PRESENTATA IN SALA STAMPA

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

Le “cure palliative” come alternativa proporzionata e rispettosa delle diverse sfere del malato terminale, sia per ciò che riguarda la terapia del dolore in senso stretto, sia per ciò che concerne la dimensione spirituale e affettiva che non può mancare in chi si prepara a vivere l’ultimo atto dell’esistenza. Oltre 650 medici e specialisti di 73 nazioni dell’Europa, dell’America e dell’Asia, ma con contributi anche dall’Africa, daranno vita da domani alla 19.ma Conferenza internazionale dedicata proprio alle cure palliative, affrontate nella loro dimensione sanitaria, giuridica, culturale e interreligiosa. La Conferenza, che si svolgerà nell’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano, da giovedì 11 a sabato 13 novembre, è stata presentata oggi ai giornalisti nella Sala Stampa della Santa Sede dai vertici del Pontificio Consiglio per la Salute, che ha organizzato l’evento. Il servizio di Alessandro De Carolis:

 

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Nello scenario delicato e talvolta lacerante che accompagna l’ultimo tratto di esistenza di un malato terminale, molte sono le situazioni che pongono l’infermo, la famiglia e i medici davanti a scelte che toccano le corde più profonde della coscienza. L’accanimento terapeutico e l’eutanasia sono pratiche divenute ormai presenti in questa realtà. Ma il loro approccio, che intende essere in modo diverso “risolutivo”, oltre a colpire la dimensione etica e umana, lede il diritto stesso del malato ad un sostegno qualitativamente più elevato e onnicomprensivo della sua situazione, che volge ormai verso la morte. L’iniziativa del Pontificio Consiglio per la Salute – ha spiegato questa mattina in Sala stampa il cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del dicastero vaticano – prende le mosse da qui: dal diverso approccio dato dalla Chiesa all’esperienza del dolore, che riporta al mistero di Cristo sofferente, e dalla sua convinzione che l’ultima tappa dell’esistenza debba essere circondata da professionalità medica e da fraterna vicinanza in eguale misura, e non essere strumentalizzata in particolare nei casi di soggetti malati non coscienti, da decisioni aggressive e inaccettabili, come il ricorso all’eutanasia, o comunque sproporzionate rispetto alla situazione del malato, come nel caso dell’accanimento terapeutico. Qual è dunque la differenza tra accanimento terapeutico e cura palliativa? Il cardinale Lozano Barragan:

 

“L’accanimento terapeutico significa il prolungamento inutile della vita: prolungare dolorosamente un’agonia, non essendoci nessuna risorsa per ridonare la vita. Invece, le cure palliative intendono ridare la vita, sì, certo, però anche far sì che il paziente abbia lo stato anìmico, mentale, sociale e spirituale più adatto per poter vivere al meglio l’ultimo momento, che è il più importante, della vita”.

 

Nel mondo – hanno asserito i vari esperti presenti alla conferenza stampa – gli ultimi anni hanno visto un grande balzo in avanti in termini di organizzazione e di sensibilità rispetto al ricorso delle cure palliative, nei casi di malattie terminali o di patologie croniche evolutive. Una delle caratteristiche che differenziano la pratica delle cure palliative risiede nella “gestione interprofessionale” di questa nuova branca della medicina. Lo ha spiegato la dott.ssa Vittorina Zagonel, oncologa e direttore dell’Ufficio oncologico all’Ospedale Fatebenefratelli di Roma:

 

“L’obiettivo dell’assistenza al malato terminale è la qualità della vita: accompagnarlo nei suoi bisogni, accompagnarlo fino alla morte per una qualità anche della morte. Questa filosofia sottende appunto il bisogno e l’esigenza delle cure palliative, con un’équipe multidisciplinare integrata in cui siano coinvolti medici, fisioterapisti, psicologi, assistenti sociali, assistenti spirituali, volontari e il coinvolgimento anche della famiglia”.

 

Durante gli interventi dei relatori, e nelle risposte alle successive domande dei giornalisti, sono emersi altri aspetti. Sulla liceità nel tenere artificialmente in vita una persona per poter procedere all’espianto degli organi, il cardinale Barragan ha ribadito che a fare da spartiacque è il criterio oggi stabilito dalla medicina per determinare la morte di un uomo, e quindi il prelevamento degli organi, ovvero la cosiddetta “morte cerebrale”. Lo stesso porporato, pur riconoscendo il difficile impatto emotivo prodotto da uno stato di sofferenza violenta, ha definito “una forma di eutanasia” la scelta di uccidere un moribondo caduto su un campo di battaglia e impossibilitato a ricevere cure palliative, mentre ha riaffermato come lecito il ricorso a farmaci oppiacei per lenire il dolore. Un altro aspetto ha riguardato lo stato attuale e le prospettive future delle cure palliative. Sono state individuate cinque esigenze: lo sviluppo della formazione dei medici sull’argo-mento; il riconoscimento della medicina palliativa come nuova branca della medicina generale; la cura dell’aspetto culturale e divulgativo; la ricerca dei fondi per sviluppare la ricerca e il reperimento dei finanziamenti per le strutture in cui praticarla.

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PUBBLICATO IL CALENDARIO DELLE CELEBRAZIONI PONTIFICIE

PER IL PERIODO DI AVVENTO E DEL NATALE

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

A venti giorni dall’inizio dell’Avvento, l’agenda degli impegni papali è stata aggiornata e resa nota dall’arcivescovo Piero Marini, maestro delle Cerimonie pontificie, con le date dei prossimi eventi liturgici. A dicembre, in particolare, Giovanni Paolo II sarà impegnato nel consueto calendario prenatalizio. L’8 dicembre, festa dell’Immacolata, avrà quest’anno un carattere speciale per i 150 anni dalla proclamazione del dogma, promulgato da Pio IX. Al mattino, alle 9.30, il Papa presiederà la Messa solenne nella Basilica di San Pietro, mentre il pomeriggio si sposterà in Piazza di Spagna per il tradizionale omaggio alla statua della Madonna.

 

Sempre nella Basilica petrina, Giovanni Paolo II presiederà alla mezzanotte del 24 dicembre la Santa Messa della Notte di Natale, mentre il giorno dopo, alle ore 12.00, il Pontefice impartirà la solenne benedizione Urbi et Orbi. Infine, sempre per gli impegni di dicembre, da ricordare i Vespri e il Te Deum di ringraziamento dell’ultimo giorno dell’anno, che verranno celebrati nella Basilica vaticana alle ore 18.00.

 

 

ACCORDO TRA ITALIA E VATICANO PER UN PROGETTO

DI CENSIMENTO DEGLI ARCHIVI E DELLA DOCUMENTAZIONE SULL’INQUISIZIONE

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

Un accordo di grande significato per la ricerca storica. Questo pomeriggio mons. Angelo Amato, segretario della congregazione per la Dottrina della Fede, il dott. Maurizio Fallace, direttore generale per gli Archivi del ministero italiano per i Beni e le Attività Culturali, e il professor Andrea Del Col, direttore del Centro di Ricerca sull’Inquisizione dell’Università degli Studi di Trieste, firmeranno un accordo di collaborazione per portare avanti un progetto di censimento degli archivi e della documentazione inquisitoriale in Italia. E’ quanto annunciato dal direttore della Sala Stampa Vaticana, il dott. Joaquín Navarro-Valls.

 

 “Tale progetto – si legge nella nota, diramata oggi - riguarda non solo il materiale documentario concernente l’Inquisizione romana, conservato negli archivi ecclesiastici, statali e privati, nonché nelle biblioteche italiane e straniere, ma anche la documentazione dell’Inquisizione spagnola in territorio italiano e quella delle autorità secolari che istruirono comunque processi per eresia, stregoneria e altri delitti contro la fede”. Si tratta – prosegue Navarro-Valls – di un’operazione, “mai tentata finora” di “grande importanza per rispondere ai nuovi orientamenti della ricerca internazionale sul controllo delle idee religiose nell’Europa medievale e moderna”.

 

L’obiettivo è, dunque, “rendere più facilmente disponibile un grande patrimonio documentario oggi ancora poco conosciuto e disperso in una molteplicità di sedi”. Il censimento – conclude il portavoce vaticano – “non solo mirerà alla salvaguardia di questi beni culturali, unici nel loro genere, ma permetterà di approfondire le conoscenze in molti ambiti di ricerca, dalla storia delle dottrine religiose a quella della scienza, delle culture popolari, della santità spontanea, della censura, oltre che dei sistemi di controllo sociale tra medioevo ed età moderna”.

 

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina la situazione in Iraq: è in una fase cruciale l’offensiva finale lanciata a Falluja dalle forze Usa ed irachene.

 

Nelle vaticane, nel discorso ai presuli della Conferenza episcopale dell’Oceano Indiano, il Papa ha sottolineato che la presenza di credenti di altre religioni e l’attività delle sette devono spronare i cristiani a rafforzarsi nella fede per rendere una più alta testimonianza.

L’udienza del Santo Padre alle partecipanti al Capitolo generale delle Carmelitane Missionarie Teresiane.

Nel discorso alle Pontificie Accademie riunite nella nona seduta pubblica, il Papa ha auspicato un nuovo umanesimo cristiano capace di additare un’autentica bellezza come itinerario di dialogo e di pace tra i popoli.

Un articolo di Janne Haaland Matlary dal titolo “L’uomo e la donna nella famiglia, nella società e nella politica”, in riferimento alla lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla collaborazione dell’uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo. 

 

Nelle estere, Costa d'Avorio: torna la calma ad Abidjan; ottocento stranieri rifugiati nella sede dell’Onu.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Giovanni Marchi dal titolo “Il romanzo dell’Eucaristia”: riflessioni su “Il potere e la gloria” di Graham Greene.

Per la pagina dell’“Osservatore libri”, un approfondito contributo di Danilo Veneruso in merito all’opera “Scritti fucini (1925-1933)” di Giovanni Battista Montini.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema della sanità: gratis tutti i farmaci anti dolore; l’annuncio del Ministro della salute, Sirchia.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

9 novembre 2004

 

SEQUESTRATO NELLE FILIPPINE UN VOLONTARIO ITALIANO

DELL’ORGANIZZAZIONE NON GOVERNATIVA “MOVIMONDO”

- Intervista con Vincenzo Pira -

 

 

C’è preoccupazione per le sorti del volontario italiano dell’Organizzazione non governativa, Movimondo, rapito a Mindanao, nelle Filippine per il quale è stato chiesto poco fa un riscatto. Il ministero degli Esteri ha subito attivato l’Unità di Crisi e tramite l’ambasciata italiana a Manila sta facendo tutti i passi necessari con le autorità locali per la soluzione della vicenda. Probabilmente si tratta di un sequestro avvenuto negli ambienti della delinquenza comune, proprio dove Movimondo è impegnata a migliorare le condizioni agroalimentari della popolazione locale. Su questo aspetto Giancarlo La Vella ha intervistato Vincenzo Pira, portavoce di Movimondo:

 

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R. – Si tratta di progetti finanziati dall’Unione Europea, sia di aiuto agli sfollati interni che ci sono, sia di supporto alle comunità locali, per migliorare le condizioni di produzione agricola e di nutrizione della comunità. Il nostro cooperante, Andrea Cianferoni, è un agronomo fiorentino e lavora proprio in questo progetto.

 

D. – Vi siete chiesti il perché di un sequestro che ha colpito proprio un volontario?

 

R. – Sì, ce lo siamo chiesto. Sappiamo che è una zona abbastanza difficile, con conflitti interni molto grandi, per cui siamo presenti da cinque anni e abbiamo contatti con le autorità locali e un rapporto ormai consolidato con le popolazioni locali che ci informano. Abbiamo saputo in passato quando potevamo essere presenti con personale straniero e quando non. In questo periodo c’erano le condizioni di relativa tranquillità, dopo le avvenute elezioni, e quindi si stava lavorando in un clima sereno.

 

D. – Si stanno muovendo le autorità italiane: che cosa è stato fatto, finora?

 

R. – Sia l’unità di crisi del ministero, sia l’ambasciata locale e il consolato si stanno muovendo per attivare tutti i canali che ci permettano di avere informazioni più precise e trovare la modalità affinché questa vicenda si concluda positivamente e al più presto.

 

D. – Qual è il clima che i volontari respirano in una situazione di tensione come quella nelle Filippine?

 

R. – Si tratta delle congiunture del momento e di una grande attenzione agli aspetti di sicurezza che sempre abbiamo tenuto presenti. Questo è un momento di grande amarezza, di grande preoccupazione, di grande dolore per quanto è successo, però anche di grande speranza che si possa concludere al più presto positivamente, perché tutto lascia presagire che ciò avverrà!

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IL 9 NOVEMBRE 1989 CESSAVA UFFICIALMENTE DI ESISTERE

IL MURO DI BERLINO. UN EVENTO CHE DAVA IL VIA ALLA RIUNIFICAZIONE

DELLE DUE GERMANIE E CAMBIAVA GLI EQUILIBRI DELL’EUROPA

- Intervista con Rudolf Lill -

 

 

“Da stasera la frontiera è aperta”. Con questo annuncio fatto 15 anni fa dal leader del partito comunista berlinese Gunter Schabowsky, il 9 novembre 1989 cessava ufficialmente di esistere il Muro di Berlino. Un evento che oltre a portare alla riunificazione delle due Germanie ha cambiato il volto dell’Europa e degli equilibri internazionali. Oggi però gli osservatori sottolineano i ritardi e i seri problemi che ancora restano nel difficile processo di integrazione tra est e ovest del Paese.  Le previsioni ottimistiche sui tempi dell'integrazione – come ammesso dallo stesso Helmut Kohl, il cancelliere della riunificazione – non si sono avverate e restano le divisioni sotto l'aspetto economico e sociale. Ma tornando a 15 anni fa, ascoltiamo l’intervista di Stefano Leszczynski con il professor Rudolf Lill, docente di storia moderna e contemporanea all’Università di Bonn:

 

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R. – Una data simbolo, non solo per la storia tedesca ma per tutta la storia europea: con l’apertura del Muro di Berlino comincia un processo che avrebbe portato nel giro di meno di un anno alla riunificazione delle Repubblica Federale.

 

D. – In realtà, in Europa non c’erano tante persone che credevano nella possibilità della caduta del Muro di Berlino …

 

R. – Negli anni ’80 non ce n’erano tante. In precedenza, nei primi decenni dopo la II Guerra mondiale, molti tedeschi avevano sperato che presto o tardi sarebbe avvenuta una riunificazione. Con la stabilizzazione dei blocchi, però, queste speranze erano svanite e soprattutto la sinistra europea non aveva più sperato o perlomeno non aveva più tanto parlato di riunificazione.

 

D. – Quando iniziò questo movimento di cittadini, che poi portò alla caduta del Muro soprattutto nella città di Lipsia con i sit-in silenziosi degli studenti, c’era il timore che questo potesse trasformarsi in una nuova Piazza Tienanmen. Come mai non accadde?

 

R. – A mio avviso non accadde perché il regime comunista stava crollando dal suo interno. Il regime non reggeva più. I leader comunisti avevano creduto di poter prolungare l’esistenza dello Stato comunista fino all’ultimo. Loro avevano anche programmato una repressione, ma non la potevano più fare perché la situazione stava cambiando radicalmente e velocemente sia a livello europeo che all’interno del loro Stato. Si percepivano gli inizi di una rivolta della popolazione e soprattutto allo Stato comunista mancava ormai la legittimazione e mancava la possibilità di proseguire quella politica economica che praticamente aveva portato la Germania comunista a quella rovina. Una rovina di cui si vedono le ripercussioni fino al giorno d’oggi.

 

D. – Quali sono state le sue emozioni di cittadino tedesco il giorno che questo Muro invece è caduto?

 

R. – Io ho guardato il Muro sempre come simbolo della violenza e della vergogna. Ho vissuto il giorno in cui il Muro si apriva con viva soddisfazione, ma era la stessa soddisfazione che avevo già sentito quando l’Ungheria si liberò.

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L’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE HA INAUGURATO STAMANI

IL NUOVO ANNO ACCADEMICO PROIETTANDOSI SEMPRE DI PIÙ NEL FUTURO.

LE SFIDE DA COGLIERE, ILLUSTRATE DALL’ATTUALE RETTORE LORENZO ORNAGHI E DALL'ARCIVESCOVO DI MILANO, CARDINALE DIONIGI TETTAMANZI

- Servizio di Fabio Brenna -

 

 

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Il professor Lorenzo Ornaghi ha sottolineato come si compia quest'anno l'ottantesimo anniversario del riconoscimento giuridico dato nel 1924 alla Cattolica. Come allora terminava il “periodo eroico” seguito alla fondazione e si dava avvio ad un periodo di eccezionale crescita, oggi per l’Università la sfida passa secondo tre linee di sviluppo indicate dal rettore Ornaghi: l’internazionalizzazione del sistema di formazione e di ricerca; il rafforzamento della centralità dell’azione di ricerca scientifica e la sua promozione; la corrispondenza più funzionale possibile tra i processi di governo e quelli di attuazione delle decisioni.

 

L’Università Cattolica è una realtà complessa rispetto al nucleo originario fondato da padre Agostino Gemelli nel 1921: i corsi di laurea erano soltanto due, scienze filosofiche e scienze sociali, e gli studenti erano 68. Secondo i dati comunicati dal rettore, lo scorso anno erano 42.339 gli studenti nelle sedi di Milano, Piacenza-Cremona, Brescia, Roma e Campobasso. Quest'anno si sono immatricolati 9549 studenti con incrementi nelle iscrizioni di master e scuole di specializzazione. Nel corso del 2003 si sono laureati nelle 14 facoltà, 6480 studenti. L’offerta formativa della Cattolica comprende ad oggi 60 lauree triennali, 86 master, 51 scuole di specializzazione cui si affiancano 51 Alte scuole.

 

Va inoltre ricordato che tramite il Policlinico Agostino Gemelli, vengono garantite oltre sette milioni e 685 mila prestazioni con 96.712 pazienti dimessi solo lo scorso anno.

 

L’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, che è anche presidente dell’Istituto Toniolo fondatore della Cattolica, ha sottolineato la necessità di rinnovare la tradizione dell’Università in modo da rispondere alla sua fondamentale vocazione culturale. Una vocazione - ha proseguito il cardinale - che consiste nel mettere la scienza al servizio dell'uomo, per promuoverne la crescita e svilupparne le capacità intellettuali e le risorse pratiche.

 

Tettamanzi ha poi spronato la Cattolica ad avere come orizzonte del lavoro intellettuale, l'Europa, un’Europa aperta e legata al mondo intero. Ha invitato a mettere in risalto il nucleo cristiano che è elemento costitutivo dello spirito europeo, facendo sì che l’impegno pedagogico faccia maturare sempre più il senso della comunità europea come “comunità spirituale”.

 

La prolusione del prof. Piero Schlesinger su linguaggio e diritto ha toccato un tema di estrema attualità come la giustizia. Schlesinger ha evidenziato la necessità di restituire all’ordinamento giuridico italiano, attualmente in declino, un recupero di efficienza nelle funzioni pubbliche e di equità nei rapporti sociali ed economici. Insomma – ha concluso Schlesinger – occorre restituire fiducia nelle istituzioni e non solo nella giustizia.

 

Da Milano, per la Radio Vaticana, Fabio Brenna.

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CHIESA E SOCIETA’

9 novembre 2004

 

IL VIA, IERI AD ASSISI, DELLA 44.MA ASSEMBLEA DELLA CONFERENZA ITALIANA

SUPERIORI MAGGIORI, INCENTRATA SUL TEMA “VITA CONSACRATA,

 NUOVE FORME DI VITA EVANGELICA, MOVIMENTI ECCLESIALI:

CARISMI IN COMUNIONE”

- A cura di padre Egidio Picucci -

 

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ASSISI. = San Bernardo, parlando degli ordini religiosi del suo tempo, diceva di ammirarli tutti, di appartenere ad uno di essi con l’osservanza, ma a tutti nella carità, “perché il bene che non ho e non possiedo lo ricevo dagli altri”: con una frase di San Bernardo, il presidente della Conferenza Italiana Superiori Maggiori, don Mario Aldegani, ha aperto ieri pomeriggio la 44.ma Assemblea generale della Conferenza ad Assisi. La citazione è giustificata dal tema che i 180 partecipanti affronteranno durante i lavori, che si concluderanno venerdì 12, e cioè “Vita consacrata, nuove forme di vita evangelica, movimenti ecclesiali: carismi in comunione”. Riferendosi ai movimenti, mons. Paolo Romeo, nunzio in Italia, ha sottolineato che essendo stati recepiti dalla Chiesa essi hanno avuto il timbro della cattolicità. Le relazioni previste tratteranno quindi del rapporto tra istituti di antica fondazione e i nuovi movimenti ecclesiali perché – ha aggiunto don Aldegani – conoscendosi meglio tra loro, le due belle realtà, frutto dell’unico spirito, si mettono più efficacemente al servizio dell’unica missione della Chiesa. La fusione tra il nuovo, che non rende inutile l’antico, e l’antico, che non rifiuta la freschezza del nuovo, offrendo una spiritualità in cammino, può contribuire ad evangelizzare l’odierna cultura e arrivare così ad interloquire con i punti di riferimento della gente comune. Per domani, 10 novembre, è prevista la presenza del cardinale Camillo Ruini, che presiederà la concelebrazione nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.

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“PROTEGGERE LE MINORANZE E PROMUOVERE L’ARMONIA SOCIALE”:

E’ L’APPELLO DELL’ARCIVESCOVO DI NEW DELHI, VINCENT CONCESSAO,

 AL NUOVO PRESIDENTE DEL BJP, IL PARTITO NAZIONALISTA INDÙ

 

NEW DELHI. = Promuovere il dialogo e l’armonia sociale: questo il punto chiave del messaggio inviato dall’arcivescovo di New Delhi, Vincent Concessao, a Lal Krishna Advani, nuovo presidente del partito nazionalista indù Baratiya Janata Party. Formazione politica che ha governato l’India nella scorsa legislatura ed è stato sconfitto alle elezioni dell’aprile 2004 dal Partito del Congresso. Nella sua lettera, diffusa dall’agenzia Fides, il presule ha invitato Advani a farsi promotore dell’armonia fra le diverse comunità presenti nel Paese e a non lasciare che la violenza torni ad avere la meglio nella società. Mons. Concessao ha ricordato le parole di Advani, che di recente ha condannato le violenze interreligiose sostenendo che “a tutti i gruppi in minoranza, inclusi dalit e tribali, vanno dati fiducia e sostegno per svilupparsi a livello sociale, economico e culturale”. L’arcivescovo di New Delhi chiede poi un chiarimento della posizione del Bjp nei confronti delle minoranze religiose fra le quali – ha sottolineato – “continua ad esserci preoccupazione e ansietà”. Nella lettera, il leader del Bjp è invitato a “giocare un ruolo costruttivo nella vita politica del Paese”, nel rispetto delle nobili finalità della Costituzione indiana. (A.G.)

 

 

L’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE HA PROCLAMATO

IL 2005 ANNO PER LO SPORT E L’EDUCAZIONE FISICA

 

BRUXELLES.= Lo sport per la pace: ieri, durante la conferenza stampa per il lancio dell’Anno per lo sport e l’educazione fisica, il Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha affermato che “il linguaggio universale dello sport riunisce le persone e quando i giovani prendono parte ad attività sportive hanno l’occasione di sperimentare puro divertimento imparando, al tempo stesso, gli  ideali di spirito di squadra e di tolleranza”. “Le Nazioni Unite – ha aggiunto - si rivolgono allo sport, proprio per un sostegno agli sforzi di pace e di attuazione degli obiettivi del Millennio dello sviluppo”. Inoltre, un ringraziamento è stato rivolto al Fondo delle Nazioni Unite per il partenariato internazionale per il ruolo decisivo svolto nel promuovere programmi sportivi nei Paesi in via di sviluppo. (E. B.)

 

 

IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA PRESENZA DELL’OPERA GUANELLIANA

IN ROMA, DOMENICA 14 NOVEMBRE NELLA BASILICA DI SAN GIUSEPPE AL TRIONFALE VA IN SCENA IL RECITAL “LUIGI GUANELLA L’AMICO DEGLI EMARGINATI”

 

ROMA. = “Luigi Guanella l’amico degli emarginati” è il titolo del recital in programma domenica 14 novembre alle ore 15 nella Basilica di San Giuseppe al Trionfale. La rappresentazione, proposta nell’ambito di un incontro rivolto ai religiosi e alle religiose della diocesi di Roma, verrà preceduta da una conferenza sulla centralità dell’Eucarestia nella spiritualità del Beato Guanella. L’opera è stata realizzata in occasione del Centenario della presenza dell’Opera guanelliana in Roma, da Raffaello Lavagna e Mario Carrera, con la regia di Pia Morra. (E. B.)

 

 

PROMUOVERE I DIRITTI DELLA MINORANZA ABORIGENA IN AUSTRALIA:

E’ QUANTO SI PREFIGGE UN NUOVO ORGANISMO CONSULTIVO

CREATO DAL GOVERNO DI CANBERRA

 

CANBERRA. = Il governo australiano ha annunciato la creazione di un nuovo organo consultivo dedicato alla questione degli aborigeni. Il Consiglio indigeno nazionale (National Indigenous Council – Nic) avrà il compito di assistere il governo di Canberra nel definire le politiche a favore degli aborigeni, minoranza fortemente discriminata in Australia, con un’attenzione particolare alla violenza domestica e alla riduzione della dipendenza degli indigeni dai programmi assistenziali pubblici. Il nuovo organismo – informa l’agenzia missionaria Misna - non sostituirà la Aboriginal and Torres Strait Islander Commission (Atsic), fondata nel 1990, di cui mesi fa è stata annunciata dal governo la possibile chiusura, poiché accusata di inefficienza e di malversazione dei fondi pubblici. A capo della Nic è stato nominato il giudice della Corte minorile di Perth, la signora Sue Gordon, prima donna magistrato aborigena in Australia. Tra i 14 membri del Consiglio, quasi tutti di origini aborigene, compaiono anche due sportivi: la stella del “football australiano” Adam Goodes, noto per il suo impegno sociale, e John Moriarty, il primo aborigeno a giocare nella nazionale di calcio australiana. (A.G.)

 

 

I CATTOLICI INDONESIANI DELLE MOLUCCHE IN FESTA PER LA FINE DEL RESTAURO

DELLA CATTEDRALE DI SAN FRANCESCO SAVERIO, NELLA CAPITALE AMBON

 

AMBON. = I cattolici di Ambon, capitale della provincia delle Molucche in Indonesia, sono in festa per la fine del restauro della cattedrale di San Francesco Saverio. I lavori erano iniziati il 19 settembre 2003, quando mons. Pietro Sambi, già nunzio vaticano in Indonesia, pose la prima pietra del restauro. Secondo Allo Putunanembun, responsabile del comitato per la raccolta fondi – citato dall’agenzia AsiaNews - la mancanza di donazioni e il protrarsi del conflitto religioso nella provincia hanno ostacolato i lavori. La chiesa è stata costruita nel 1954. Il numero crescente di cattolici, che partecipano alle funzioni di sabato e domenica ha reso necessari alcuni lavori di ampliamento. Nel cuore della tormentata provincia del Molucche – prosegue AsiaNews - la cattedrale ha un significato particolare per i cattolici e i cristiani della zona. Padre Kees Bohm, del Centro di crisi della diocesi di Ambon, ha raccontato che la chiesa era rifugio per i cosiddetti Agats (letteralmente sono dei piccoli insetti che pungono, ndr), intendendo i “bambini cristiani guerrieri”. Quando tra il 2000 e il 2001 scoppiò il conflitto fra cristiani e musulmani ad Ambon, gli Agats si riunivano nella cattedrale, dove i volontari del Jesuit Refugees Service, offrivano loro un’istruzione e insegnavano la tolleranza verso i concittadini musulmani. A presenziare l’inaugurazione della chiesa: il governatore delle Molucche, Karel Albert Rahalu e il vescovo di Ambon, mons. Peter Canisius Mandagi. (A.G.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

9 novembre 2004

- A cura di Salvatore Sabatino -

 

La Guardia Nazionale irachena continua ad essere nel mirino della guerriglia: attacchi multipli a Baqubah e a Kirkuk hanno provocato in totale quasi 50 morti, mentre l’esercito statunitense è riuscito a penetrare nei quartieri centrali di Fallujah. E sull’attacco contro la roccaforte sunnita ci sono anche ricadute dal punto di vista politico e diplomatico. Il nostro servizio:

 

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Secondo giorno di offensiva americana a Falluja. Le forze statunitensi sono arrivate nei quartieri centrali, controllando circa un terzo della città. E se per le strade infiamma la battaglia, vi è da segnalare una massiccia diserzione delle forze militari irachene. Dal Pentagono, invece, arriva la notizia che c'e' un livello di resistenza molto sporadica. La popolazione, intanto, si dice stremata da giorni di assedio e da 24 ore di bombardamenti martellanti. E già si parla di una carneficina. L’attacco contro la roccaforte sunnita ha avuto anche una ricaduta dal punto di vista politico. Il Partito islamico iracheno ha deciso, infatti, di uscire dal governo provvisorio in segno di protesta. Nessuna conseguenza, però, sulla composizione dell'esecutivo perché l'unico ministro sunnita, titolare del dipartimento Industria e minerali, ha fatto sapere che lascerà il partito e conserverà l'incarico. Conseguenze reali, invece, dal punto di vista diplomatico: Mosca ha invitato gli americani a “non esagerare”; la Cina, invece, ha espresso preoccupazione per “la sorte dei civili”. 

 

Ma è l’Iraq intero a vivere la sua quotidianità nella violenza. Stamattina attacchi multipli a diversi posti di polizia a Baqubah hanno fatto l’ennesima strage. Fonti sanitarie riferiscono di 45 cadaveri arrivati all'obitorio, mentre in ospedale sono stati ricoverati 32 feriti. Poco fa è giunta la rivendicazione del terrorista giordano al Zarqawi. Più a nord, invece, a Kirkuk, almeno due persone sono morte e diverse altre ferite per l'esplosione di un'autobomba guidata da un terrorista suicida. Anche in questo caso ad essere presa di mira è stata una postazione della Guardia Nazionale. La guerriglia, invece, ha preso il controllo del centro di Ramadi, una delle città del triangolo sunnita, dove da ventiquattr'ore si registravano scontri tra i militari statunitensi e miliziani. Non sembra, dunque, sortire effetti la legge marziale imposta dal premier ad interim Allawi, mentre a Baghdad è stato imposto il coprifuoco notturno a partire da oggi.

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Si aggravano le condizioni di salute di Yasser Arafat. Lo afferma l’ultimo bollettino medico diffuso stamani all’ospedale parigino di Percy a Clamart. Sullo sfondo l’aspro confronto tra la moglie del presidente palestinese Suha e i vertici palestinesi, arrivati all’ospedale militare in cui è ricoverato. I quattro, secondo l’agenzia Reuters, avrebbero visto il presidente dell’ANP. Da Parigi, ci riferisce Francesca Pierantozzi:

 

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Quattro alti dirigenti palestinesi sono arrivati all’Ospedale militare di Clamart, dove, probabilmente, si sta svolgendo l’ultimo atto dell’agonia di Yasser Arafat. Il premier palestinese, Abu Ala, il numero due Olp, Abu Mazen, il ministro degli Esteri, Nabil Shaat, il presidente del Consiglio legislativo, Rawi Fatu, hanno avuto questa mattina un incontro con il ministro degli Esteri francese, Michel Barnier, che ha lodato il loro senso di responsabilità e la loro unità. Subito dopo si sono recati a Clamart. Questa mattina il generale medico Estripeau ha annunciato che le condizioni del presidente palestinese sono peggiorate e che si trova in uno stato di coma più profondo. Le sue parole fanno presagire che l’annuncio della morte potrebbe essere imminente. L’ultima parola spetta alla moglie Suha, la quale si è violentemente scagliata contro la visita a Parigi dei quattro dirigenti palestinesi, accusandoli di voler “seppellire vivo Arafat”. Da ieri, Suha Arafat ha chiesto una limitazione delle visite al marito. Abu Ala, Abu Mazen, Nabil Shaat e Rawi Fatu saranno ricevuti nel pomeriggio all’Eliseo da Jacques Chirac.

 

Francesca Pierantozzi, da Parigi, per la Radio Vaticana.

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Tornano gli attentati in Nepal. Una bomba è esplosa stamattina nel centro di Kathmandu, ferendo una quarantina di persone. Secondo quanto riferito da fonti della polizia locale, l’ordigno ha distrutto tre auto parcheggiate di fronte ad uno degli edifici della compagnia di bandiera Royal Nepal Airlines. La maggior parte dei feriti sono operai impegnati nella costruzione di un grattacielo nelle vicinanze. Dalle prime indagini, la responsabilità potrebbe essere attribuita ai ribelli maoisti.

 

La violenza torna a colpire anche l’Arabia Saudita. Almeno una persona ha perso la vita ed atre tre sono rimaste ferite in una sparatoria tra presunti     islamici radicali e forze di sicurezza saudite. E’ accaduto nella città portuale di  Yeda. La notizia è stata confermata dal ministero degli Interni di Riad.

 

Nuovo ultimatum del gruppo Jaish-e Muslimeen per i tre operatori dell'Onu rapiti 10 giorni fa in Afghanistan. Il gruppo legato ai talebani ha minacciato di ucciderne “almeno uno” se entro le 15.00 non sarà stata data risposta alla richiesta di liberare 26 detenuti talebani. Solo poche ore prima, la donna kosovara in mano ai rapitori aveva telefonato ad una sua amica, dicendole che stava bene e che non veniva maltrattata. 

 

Il Tribunale di Washington ha bloccato il processo che la magistratura militare statunitense sta celebrando a carico dell’ex autista di Bin Laden, detenuto a Guantanamo. Ad essere messa in dubbio è la legittimità dei processi avviati nei confronti dei detenuti per terrorismo. E la risposta del Governo non si è fatta attendere: annunciato un ricorso in appello contro l’ordinanza del tribunale.

 

E ci spostiamo in Africa. E’ arrivato ad Abidjan il presidente sudafricano Thabo Mbeki, incaricato dall’Unione Africana di risolvere la crisi che minaccia di far precipitare la Costa D’Avorio in una spirale di violenza. Ieri sono giunte a Parigi le salme dei nove soldati francesi uccisi nel corso dei bombardamenti dell’aviazione ivoriana vicino Bouakè. In queste ore di forte tensione, la Francia che è coinvolta nella crisi, stando a quanto ha dichiarato il presidente Chirac, sembra interessata solo alla sicurezza dei suoi cittadini residenti in Costa d’Avorio. Giulio Albanese:

 

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Lo Stato maggiore francese ha assicurato i potentati locali che Parigi non ha nessuna intenzione di rovesciare il presidente ivoriano, Lorain Gbagbo, ma la situazione rimane a dir poco incandescente. Nelle strade di Abidjan migliaia di manifestanti e sostenitori del presidente ivoriano continuano ad avere il dente avvelenato contro l’ex potenza coloniale e ieri hanno gridato slogan anti francesi, tenendo sotto pressione il sistema di sicurezza organizzato a difesa dei residenti stranieri: al momento sono circa 800 quelli residenti ad Abidjan, che hanno trovato rifugio nella missione delle Nazioni Unite, impauriti per alcune bande locali alla caccia degli europei, per le strade della capitale commerciale della Costa d’Avorio. La radio governativa, sempre ieri, ha ripetutamente denunciato la presenza di blindati francesi ad un chilometro dalla residenza presidenziale.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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Tensione sempre altissima in Olanda, dove oggi si celebreranno i funerali del regista Theo Van Gogh, ucciso la settimana scorsa da un marocchino. Un gruppo islamico ha minacciato, intanto, ritorsioni per gli attacchi alle moschee e per l’esplosione avvenuta ieri in una scuola islamica di Eindhoven. Degli sconosciuti hanno questa notte cercato di appiccare il fuoco a una chiesa a Utrecht. L’incendio è stato subito controllato. Intanto, secondo la stampa locale, l’omicidio del regista potrebbe essere stato ordinato da un terrorista che vive in Spagna.

 

Incontro oggi al Quirinale, a Roma, tra il presidente della repubblica italiano, Carlo Azeglio Ciampi, ed il suo omologo portoghese, Jorge Sampaio. I due capi di Stato hanno diffuso una nota congiunta nella quale si auspica la formazione di “un nucleo di Paesi fortemente europeisti” che dia l'esempio per la inequivocabile determinazione a proseguire nell'integrazione europea”.

 

 

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