RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n.
314 - Testo della trasmissione di martedì
9 novembre 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Pubblicato il calendario delle celebrazioni pontificie per
il periodo di Avvento e del Natale
OGGI IN PRIMO PIANO
Inaugurato
stamani a Milano il nuovo Anno accademico dell’Università Cattolica del Sacro
Cuore.
CHIESA E SOCIETA’:
Al
via, ieri ad Assisi, la 44.ma Assemblea della Conferenza italiana superiori
maggiori
L’esercito americano nel centro di Falluja. Massiccia diserzione delle forze irachene. Strage di poliziotti a Baqubah e Kirkuk: quasi 50 i morti
Peggiorano le condizioni
di Arafat. La dirigenza palestinese all’ospedale parigino, nonostante le
polemiche con la moglie del leader.
9
novembre 2004
“ALIMENTARE L’AMORE PER
TUTTO CIÒ CHE È AUTENTICA ESPRESSIONE DEL GENIO
UMANO, E RIFLESSO DELLA BELLEZZA DIVINA”: QUESTO
IL MESSAGGIO DEL PAPA
AD ACCADEMICI ED ARTISTI RIUNITI NELLA IX SEDUTA
PUBBLICA IN VATICANO
“La Via pulchritudinis: cammino
di evangelizzazione e di formazione umana”: è stato il tema della IX Seduta
pubblica delle Accademie Pontificie, svoltasi stamane nell’Aula del Sinodo.
L’occasione è stata definita dal Papa “momento culminante” delle molteplici attività
promosse durante l’anno, in un messaggio letto dall’arcivescovo Leonardo
Sandri, rivolto a tutti i rappresentanti di queste istituzioni culturali,
accompagnati dal cardinale Paul Poupard, presidente del Consiglio di coordinamento
fra le dieci Accademie. Nel corso della cerimonia sono state consegnate anche
importanti onorificenze. Il servizio di Roberta Gisotti:
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“Alimentare
l’amore per tutto ciò che è autentica espressione del genio umano, nonché
riflesso della bellezza divina”: così il Papa indica il compito affidato agli
Accademici ed agli Artisti. La “Via pulcritudinis dunque “itinerario
privilegiato per l’incontro tra la fede cristiana e le culture del nostro
tempo” e “strumento prezioso per la formazione delle giovani generazioni”. “In
duemila anni di storia – spiega il Papa nel suo messaggio – la Chiesa ha
percorso in tanti modi la via della bellezza attraverso opere d'arte sacra, che
hanno accompagnato la preghiera, la liturgia, la vita delle famiglie e delle comunità
cristiane. Splendidi capolavori architettonici, dipinti, sculture e miniature,
opere musicali, letterarie e teatrali (...) autentici tesori, che ci fanno
comprendere, attraverso il linguaggio della bellezza e dei simboli, la profonda
sintonia (…) tra fede e arte, tra creatività umana e opera di Dio, autore di
ogni autentica bellezza”. “Perché tuttavia la bellezza rifulga nel suo pieno
splendore, - ha spiegato Giovanni Paolo II - deve essere unita alla bontà e
alla santità di vita.” Qui l’auspicio della Chiesa per “una rinnovata
‘epifania’ di bellezza per il nostro tempo” attraverso l’opera di artisti che
sappiano offrire adeguate risposte alle esigenze proprie della comunità
cristiana.
In chiusura dell’incontro è stato attribuito il
Premio annuale delle Accademie pontificie all’Abbazia Benedettina di “Keur
Moussa” in Senegal, che ha saputo inculturare la musica e il canto gregoriano,
adattandolo allo strumento tipico di questo Paese, la Kora. E’ stata inoltre
consegnata una Medaglia del Pontificato alla Scuola di Cinematografia “Ipotesi
Cinema”, fondata e diretta dal Maestro Ermanno Olmi, per la sua pedagogia fondata
sull’autentico umanesimo, come pure al Coro Interuniversitario di Roma, diretto
dal Maestro Don Massimo Palombella, per il servizio reso al culto divino e alla
cultura musicale.
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Ascoltiamo ora un
approfondimento sul tema della via pulchritudinis, offerto dal cardinale
Paul Poupard, al microfono di Giovanni Peduto:
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R. – Con il sospetto che ormai incontra la verità ed anche la bontà, la via
pulcritudinis, la via della bellezza, si afferma sempre più come
necessaria. Lo è sia per nutrire la fede dei fedeli, sia anche per testimoniare
la loro fede e non soltanto evidentemente attraverso le celebrazioni
liturgiche, ma anche in tutta la vita.
D. – Evangelizzare con l’arte è
ancora oggi di attualità, di fronte ad una cultura materialistica sempre più
incombente?
R. – Evidentemente più che mai.
Più una cultura materialistica sembra incombente e più appare necessario dare
la nostra testimonianza. Di recente a Parigi, dopo lo scorso anno a Vienna e
prima ancora a Lisbona, Bruxelles e Budapest, ho affermato questo bisogno di
evangelizzare con l’arte. Ho fatto la stessa cosa anche in Africa del Sud la
scorsa settimana.
D. – Ma l’arte ha bisogno della
fede?
R. – Lei mette in evidenza
proprio il quesito posto dal Santo Padre nella Lettera agli artisti, quando
afferma: “La fede ha bisogno dell’arte”. Lo afferma molto semplicemente e
prosegue: “Ma l’arte ha bisogno della fede?”. E risponde: “Sì, perché la fede allarga
in modo stupendo l’orizzonte, attraverso la rivelazione del Dio Padre, del Gesù,
nostro Dio divenuto nostro fratello e dello Spirito Santo Santificatore.
Nell’arte, come tutti sanno, ogni vero artista supera il mondo nel quale è
immerso come tutti noi. Più la cultura è materialistica e più ha bisogno per
respirare di avere l’ossigeno che ci dà la fede. Ne ha bisogno proprio per la
sua ispirazione.
D. – Quale rapporto ci deve
essere tra la libertà estetica e la dignità della persona umana?
R. –
Noi diciamo “la liberté pour quoi faire?” (la libertà per che
fare?). La libertà estetica non è un assoluto in sé. La libertà è al servizio
ed è componente della dignità della persona umana. Il rapporto è – direi –
ontologico. Non c’è assolutamente
contrapposizione, ma anzi alimentazione reciproca fra la dignità della persona
e la libertà dell’espressione artistica.
D. – Ci si può convertire,
contemplando la bellezza dell’arte?
R. – Questo è il segreto delle
coscienze. La conversione è sempre opera dello Spirito Santo che utilizza tanti
modi, che alcune volte nessuno avrebbe potuto immaginare. Anche le conversioni,
che sembrano fulminee, hanno tutta una preparazione e possiamo dire che la via
pulcritudinis, la via della bellezza rappresenta uno di questi cammini
privilegiati.
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IL PAPA HA RICEVUTO QUESTA MATTINA LE CARMELITANE
MISSIONARIE TERESIANE,
GUIDATE DALLA NUOVA SUPERIORA GENERALE, LUISA
ORTEGA SANCHEZ,
AL TERMINE DEL LORO CAPITOLO GENERALE
In udienza stamane dal Papa le
Carmelitane Missionarie Teresiane, in occasione del loro XIII Capitolo
generale, in corso a Roma fino al 15 novembre. Il Santo Padre si è felicitato
con la neo-eletta Superiora generale, Luisa Ortega Sanchez, 58 anni, spagnola,
che succede a Pilar Timoneda Armengol, per due mandati alla guida
dell’Istituto. Il servizio di Roberta Gisotti:
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“Si tratta di
infondere in tutte le vostre sorelle ‘una vera passione per la Chiesa: Dio e il
prossimo’, perché ogni comunità arricchisca la propria Chiesa particolare e
renda visibile le meraviglie di Dio con il linguaggio eloquente di una
esistenza trasfigurata, capace di sorprendere il mondo”. Così Giovanni Paolo II
si è rivolto alle Carmelitane Missionarie Teresiane, ricordando loro la missione
principale di rivelare Cristo nel mondo mediante la testimonianza personale,
ancor prima di arrivare alle opere esteriori. “Questa è la sfida, questa è
l’occupazione principale della vita consacrata”, da porre al centro del loro programma
di vita e di azione dei prossimi anni.
Il Papa ha,
quindi, sottolineato il “carattere centrale e insostituibile dell’Eucaristia
per la vita cristiana, per essere fedeli alla vocazione alla santità”. E il
Papa è certo che le Carmelitane Missionarie Teresiane, nella tradizione
contemplativa, sapranno comprendere molto bene e porre questo Santo Sacramento
quale asse della vita spirituale, ad ispirare di tutto il progetto apostolico e
missionario. Se nell’Eucaristia - ha
concluso il Santo Padre – incontriamo Cristo, questo Santo Sacramento è il
“punto di incontro privilegiato per le anime innamorate di Lui.”
Le Carmelitane
Missionarie Teresiane sono oggi circa 750, presenti con 109 Case in 24 Paesi,
in Europa, America, Africa ed Asia.
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IL DIALOGO INTERRELIGIOSO E’
IRRINUNCIABILE PER IL PROGRESSO PACIFICO
DEI POPOLI:
E’ QUANTO RIBADITO DA GIOVANNI PAOLO II NEL DISCORSO AI VESCOVI DELL’OCEANO
INDIANO, RICEVUTI STAMANI, AL TERMINE DELLA VISITA AD LIMINA
-
Servizio di Alessandro Gisotti -
Nella
diversità delle situazioni umane e religiose della vostra regione è quanto mai
indispensabile “un’autentica spiritualità di comunione”. E’ il richiamo di
Giovanni Paolo II ad un gruppo di presuli della Conferenza episcopale
dell’Oceano Indiano, ricevuti stamani in udienza al termine della visita ad
Limina. Il Papa ha esortato i fedeli ad “evitare l’isolamento” sentendosi
parte della Chiesa universale ed ha messo l’accento sull’importanza del dialogo
tra le religioni. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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Per il cammino pacifico dei
popoli, il dialogo interreligioso è davvero una “necessità”. E’ quanto
sottolineato dal Papa, che ha rilevato come in alcune isole dell’Oceano Indiano,
pur essendo i credenti di altre religioni spesso in maggioranza, i cristiani
siano generalmente accettati e rispettati. Una realtà – ha evidenziato – che
“indica il cammino della fraternità e della concordia, nella testimonianza del
Vangelo”. Si è così soffermato sull’inculturazione del messaggio evangelico,
che – ha avvertito – è un “compito di grande rilievo, affinché le donne e gli
uomini di tutte le nazioni e di tutte le culture possano incontrare Cristo”. E’
allora indispensabile – ha proseguito – che i cristiani abbiano “una formazione
religiosa solida”, specie in realtà dove sono presenti altre religioni o attive
delle sette.
In tale contesto, ha ribadito la
necessità di richiamare “il valore del matrimonio e della famiglia nel disegno
divino”. Le famiglie cristiane devono allora essere “testimoni autentiche della
presenza di Cristo che le accompagna e le sostiene nella loro vita quotidiana”.
Proprio le famiglie sono infatti “il luogo privilegiato per la formazione dei
giovani e la trasmissione dei valori morali e spirituali”. E qui ha esortato i
presuli ad impegnarsi per l’educazione delle nuove generazioni. “La loro
formazione umana e spirituale – ha avvertito – è un’urgenza per rispondere alle
sfide della testimonianza evangelica oggi e nell’avvenire”. D’altro canto, ha
rimarcato che la formazione dei sacerdoti è una delle sfide maggiori per la
Chiesa. Una sfida che chiama i vescovi ad un impegno particolare affinché i seminari siano un luogo di discernimento
delle vocazioni.
In quest’Anno
dell’Eucaristia, il Pontefice non ha poi mancato di esortare i fedeli a
riscoprire il significato della domenica, con la necessità di santificarla
attraverso la partecipazione regolare alla messa. L’Eucaristia fonte di santità
– ha detto – è l’occasione per i fedeli “di entrare in un dialogo sempre più
intimo con il Signore”. Infine, il Papa ha ribadito quanto sia prezioso, per il
bene comune, l’insegnamento sociale della Chiesa. Questa, infatti, nella difesa
integrale della dignità dell’uomo indica le “condizioni di vita più giuste e
fraterne all’interno della società”.
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LA SCELTA DELLE CURE
PALLIATIVE COME TERAPIA “GLOBALE”,
RISPETTOSA DEL CORPO E DELLO SPIRITO DEI MALATI
TERMINALI:
A QUESTO TEMA IL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA
SALUTE HA DEDICATO
LA 19.MA CONFERENZA INTERNAZIONALE, PRESENTATA IN
SALA STAMPA
- Servizio di Alessandro De Carolis -
Le “cure palliative” come
alternativa proporzionata e rispettosa delle diverse sfere del malato
terminale, sia per ciò che riguarda la terapia del dolore in senso stretto, sia
per ciò che concerne la dimensione spirituale e affettiva che non può mancare
in chi si prepara a vivere l’ultimo atto dell’esistenza. Oltre 650 medici e
specialisti di 73 nazioni dell’Europa, dell’America e dell’Asia, ma con
contributi anche dall’Africa, daranno vita da domani alla 19.ma Conferenza
internazionale dedicata proprio alle cure palliative, affrontate nella loro
dimensione sanitaria, giuridica, culturale e interreligiosa. La Conferenza, che
si svolgerà nell’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano, da giovedì 11 a sabato 13
novembre, è stata presentata oggi ai giornalisti nella Sala Stampa della Santa
Sede dai vertici del Pontificio Consiglio per la Salute, che ha organizzato
l’evento. Il servizio di Alessandro De Carolis:
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Nello scenario delicato e
talvolta lacerante che accompagna l’ultimo tratto di esistenza di un malato
terminale, molte sono le situazioni che pongono l’infermo, la famiglia e i medici
davanti a scelte che toccano le corde più profonde della coscienza.
L’accanimento terapeutico e l’eutanasia sono pratiche divenute ormai presenti
in questa realtà. Ma il loro approccio, che intende essere in modo diverso
“risolutivo”, oltre a colpire la dimensione etica e umana, lede il diritto
stesso del malato ad un sostegno qualitativamente più elevato e onnicomprensivo
della sua situazione, che volge ormai verso la morte. L’iniziativa del
Pontificio Consiglio per la Salute – ha spiegato questa mattina in Sala stampa
il cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del dicastero vaticano – prende
le mosse da qui: dal diverso approccio dato dalla Chiesa all’esperienza del
dolore, che riporta al mistero di Cristo sofferente, e dalla sua convinzione
che l’ultima tappa dell’esistenza debba essere circondata da professionalità
medica e da fraterna vicinanza in eguale misura, e non essere strumentalizzata
in particolare nei casi di soggetti malati non coscienti, da decisioni
aggressive e inaccettabili, come il ricorso all’eutanasia, o comunque
sproporzionate rispetto alla situazione del malato, come nel caso
dell’accanimento terapeutico. Qual è dunque la differenza tra accanimento
terapeutico e cura palliativa? Il cardinale Lozano Barragan:
“L’accanimento terapeutico
significa il prolungamento inutile della vita: prolungare dolorosamente
un’agonia, non essendoci nessuna risorsa per ridonare la vita. Invece, le cure
palliative intendono ridare la vita, sì, certo, però anche far sì che il
paziente abbia lo stato anìmico, mentale, sociale e spirituale più adatto per
poter vivere al meglio l’ultimo momento, che è il più importante, della vita”.
Nel mondo – hanno asserito i
vari esperti presenti alla conferenza stampa – gli ultimi anni hanno visto un
grande balzo in avanti in termini di organizzazione e di sensibilità rispetto
al ricorso delle cure palliative, nei casi di malattie terminali o di patologie
croniche evolutive. Una delle caratteristiche che differenziano la pratica
delle cure palliative risiede nella “gestione interprofessionale” di questa
nuova branca della medicina. Lo ha spiegato la dott.ssa Vittorina Zagonel,
oncologa e direttore dell’Ufficio oncologico all’Ospedale Fatebenefratelli di
Roma:
“L’obiettivo dell’assistenza al
malato terminale è la qualità della vita: accompagnarlo nei suoi bisogni,
accompagnarlo fino alla morte per una qualità anche della morte. Questa filosofia
sottende appunto il bisogno e l’esigenza delle cure palliative, con un’équipe
multidisciplinare integrata in cui siano coinvolti medici, fisioterapisti,
psicologi, assistenti sociali, assistenti spirituali, volontari e il
coinvolgimento anche della famiglia”.
Durante gli interventi dei
relatori, e nelle risposte alle successive domande dei giornalisti, sono emersi
altri aspetti. Sulla liceità nel tenere artificialmente in vita una persona per
poter procedere all’espianto degli organi, il cardinale Barragan ha ribadito
che a fare da spartiacque è il criterio oggi stabilito dalla medicina per
determinare la morte di un uomo, e quindi il prelevamento degli organi, ovvero
la cosiddetta “morte cerebrale”. Lo stesso porporato, pur riconoscendo il
difficile impatto emotivo prodotto da uno stato di sofferenza violenta, ha
definito “una forma di eutanasia” la scelta di uccidere un moribondo caduto su
un campo di battaglia e impossibilitato a ricevere cure palliative, mentre ha
riaffermato come lecito il ricorso a farmaci oppiacei per lenire il dolore. Un
altro aspetto ha riguardato lo stato attuale e le prospettive future delle cure
palliative. Sono state individuate cinque esigenze: lo sviluppo della
formazione dei medici sull’argo-mento; il riconoscimento della medicina
palliativa come nuova branca della medicina generale; la cura dell’aspetto
culturale e divulgativo; la ricerca dei fondi per sviluppare la ricerca e il
reperimento dei finanziamenti per le strutture in cui praticarla.
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PUBBLICATO IL CALENDARIO DELLE CELEBRAZIONI PONTIFICIE
PER IL PERIODO DI AVVENTO E DEL NATALE
- A cura di Alessandro De Carolis -
A venti giorni dall’inizio
dell’Avvento, l’agenda degli impegni papali è stata aggiornata e resa nota
dall’arcivescovo Piero Marini, maestro delle Cerimonie pontificie, con le date
dei prossimi eventi liturgici. A dicembre, in particolare, Giovanni Paolo II
sarà impegnato nel consueto calendario prenatalizio. L’8 dicembre, festa
dell’Immacolata, avrà quest’anno un carattere speciale per i 150 anni dalla
proclamazione del dogma, promulgato da Pio IX. Al mattino, alle 9.30, il Papa
presiederà la Messa solenne nella Basilica di San Pietro, mentre il pomeriggio
si sposterà in Piazza di Spagna per il tradizionale omaggio alla statua della
Madonna.
Sempre nella Basilica petrina,
Giovanni Paolo II presiederà alla mezzanotte del 24 dicembre la Santa Messa
della Notte di Natale, mentre il giorno dopo, alle ore 12.00, il Pontefice
impartirà la solenne benedizione Urbi et
Orbi. Infine, sempre per gli impegni di dicembre, da ricordare i Vespri e
il Te Deum di ringraziamento
dell’ultimo giorno dell’anno, che verranno celebrati nella Basilica vaticana
alle ore 18.00.
ACCORDO TRA ITALIA E VATICANO PER UN PROGETTO
DI CENSIMENTO DEGLI
ARCHIVI E DELLA DOCUMENTAZIONE SULL’INQUISIZIONE
- A cura di Alessandro
Gisotti -
Un accordo di grande significato
per la ricerca storica. Questo pomeriggio mons. Angelo Amato, segretario della
congregazione per la Dottrina della Fede, il dott. Maurizio Fallace, direttore
generale per gli Archivi del ministero italiano per i Beni e le Attività Culturali,
e il professor Andrea Del Col, direttore del Centro di Ricerca
sull’Inquisizione dell’Università degli Studi di Trieste, firmeranno un accordo
di collaborazione per portare avanti un progetto di censimento degli archivi e
della documentazione inquisitoriale in Italia. E’ quanto annunciato dal
direttore della Sala Stampa Vaticana, il dott. Joaquín Navarro-Valls.
“Tale progetto – si legge nella nota, diramata oggi - riguarda non
solo il materiale documentario concernente l’Inquisizione romana, conservato
negli archivi ecclesiastici, statali e privati, nonché nelle biblioteche
italiane e straniere, ma anche la documentazione dell’Inquisizione spagnola in
territorio italiano e quella delle autorità secolari che istruirono comunque
processi per eresia, stregoneria e altri delitti contro la fede”. Si tratta –
prosegue Navarro-Valls – di un’operazione, “mai tentata finora” di “grande
importanza per rispondere ai nuovi orientamenti della ricerca internazionale
sul controllo delle idee religiose nell’Europa medievale e moderna”.
L’obiettivo è, dunque, “rendere
più facilmente disponibile un grande patrimonio documentario oggi ancora poco
conosciuto e disperso in una molteplicità di sedi”. Il censimento – conclude il
portavoce vaticano – “non solo mirerà alla salvaguardia di questi beni
culturali, unici nel loro genere, ma permetterà di approfondire le conoscenze
in molti ambiti di ricerca, dalla storia delle dottrine religiose a quella
della scienza, delle culture popolari, della santità spontanea, della censura,
oltre che dei sistemi di controllo sociale tra medioevo ed età moderna”.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre
la prima pagina la situazione in Iraq: è in una fase cruciale l’offensiva finale
lanciata a Falluja dalle forze Usa ed irachene.
Nelle
vaticane, nel discorso ai presuli della Conferenza episcopale dell’Oceano Indiano,
il Papa ha sottolineato che la presenza di credenti di altre religioni e
l’attività delle sette devono spronare i cristiani a rafforzarsi nella
fede per rendere una più alta testimonianza.
L’udienza
del Santo Padre alle partecipanti al Capitolo generale delle Carmelitane
Missionarie Teresiane.
Nel
discorso alle Pontificie Accademie riunite nella nona seduta pubblica, il Papa
ha auspicato un nuovo umanesimo cristiano capace di additare un’autentica
bellezza come itinerario di dialogo e di pace tra i popoli.
Un
articolo di Janne Haaland Matlary dal titolo “L’uomo e la donna nella famiglia,
nella società e nella politica”, in riferimento alla lettera ai vescovi della
Chiesa cattolica sulla collaborazione dell’uomo e della donna nella Chiesa e
nel mondo.
Nelle
estere, Costa d'Avorio: torna la calma ad Abidjan; ottocento stranieri rifugiati
nella sede dell’Onu.
Nella
pagina culturale, un articolo di Giovanni Marchi dal titolo “Il romanzo
dell’Eucaristia”: riflessioni su “Il potere e la gloria” di Graham Greene.
Per
la pagina dell’“Osservatore libri”, un approfondito contributo di Danilo Veneruso
in merito all’opera “Scritti fucini (1925-1933)” di Giovanni Battista Montini.
Nelle
pagine italiane, in primo piano il tema della sanità: gratis tutti i farmaci
anti dolore; l’annuncio del Ministro della salute, Sirchia.
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9 novembre 2004
SEQUESTRATO NELLE FILIPPINE
UN VOLONTARIO ITALIANO
DELL’ORGANIZZAZIONE NON GOVERNATIVA “MOVIMONDO”
- Intervista con Vincenzo Pira -
C’è preoccupazione per le sorti del volontario italiano dell’Organizzazione non governativa,
Movimondo, rapito a Mindanao, nelle Filippine per il quale è stato chiesto poco
fa un riscatto. Il ministero degli Esteri ha subito attivato l’Unità di Crisi e
tramite l’ambasciata italiana a Manila sta facendo tutti i passi necessari con
le autorità locali per la soluzione della vicenda. Probabilmente si tratta di
un sequestro avvenuto negli ambienti della delinquenza comune, proprio dove
Movimondo è impegnata a migliorare le condizioni agroalimentari della popolazione
locale. Su questo aspetto Giancarlo La Vella ha intervistato Vincenzo Pira,
portavoce di Movimondo:
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R. – Si tratta di
progetti finanziati dall’Unione Europea, sia di aiuto agli sfollati interni che
ci sono, sia di supporto alle comunità locali, per migliorare le condizioni di
produzione agricola e di nutrizione della comunità. Il nostro cooperante,
Andrea Cianferoni, è un agronomo fiorentino e lavora proprio in questo
progetto.
D. – Vi siete
chiesti il perché di un sequestro che ha colpito proprio un volontario?
R. – Sì, ce lo siamo
chiesto. Sappiamo che è una zona abbastanza difficile, con conflitti interni
molto grandi, per cui siamo presenti da cinque anni e abbiamo contatti con le autorità
locali e un rapporto ormai consolidato con le popolazioni locali che ci informano.
Abbiamo saputo in passato quando potevamo essere presenti con personale
straniero e quando non. In questo periodo c’erano le condizioni di relativa
tranquillità, dopo le avvenute elezioni, e quindi si stava lavorando in un
clima sereno.
D. – Si stanno
muovendo le autorità italiane: che cosa è stato fatto, finora?
R. – Sia l’unità di
crisi del ministero, sia l’ambasciata locale e il consolato si stanno muovendo
per attivare tutti i canali che ci permettano di avere informazioni più precise
e trovare la modalità affinché questa vicenda si concluda positivamente e al
più presto.
D. – Qual è il clima
che i volontari respirano in una situazione di tensione come quella nelle
Filippine?
R. – Si tratta delle
congiunture del momento e di una grande attenzione agli aspetti di sicurezza che
sempre abbiamo tenuto presenti. Questo è un momento di grande amarezza, di
grande preoccupazione, di grande dolore per quanto è successo, però anche di
grande speranza che si possa concludere al più presto positivamente, perché
tutto lascia presagire che ciò avverrà!
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IL 9 NOVEMBRE 1989 CESSAVA UFFICIALMENTE DI
ESISTERE
IL
MURO DI BERLINO. UN EVENTO CHE DAVA IL VIA ALLA RIUNIFICAZIONE
DELLE
DUE GERMANIE E CAMBIAVA GLI EQUILIBRI DELL’EUROPA
-
Intervista con Rudolf Lill -
“Da
stasera la frontiera è aperta”. Con questo annuncio fatto 15 anni fa dal leader
del partito comunista berlinese Gunter Schabowsky, il 9 novembre 1989 cessava
ufficialmente di esistere il Muro di Berlino. Un evento che oltre a portare
alla riunificazione delle due Germanie ha cambiato il volto dell’Europa e degli
equilibri internazionali. Oggi però gli osservatori sottolineano i ritardi e i
seri problemi che ancora restano nel difficile processo di integrazione tra est
e ovest del Paese. Le previsioni
ottimistiche sui tempi dell'integrazione – come ammesso dallo stesso Helmut
Kohl, il cancelliere della riunificazione – non si sono avverate e restano le
divisioni sotto l'aspetto economico e sociale. Ma tornando a 15 anni fa,
ascoltiamo l’intervista di Stefano Leszczynski con il professor Rudolf Lill, docente
di storia moderna e contemporanea all’Università di Bonn:
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R. – Una data simbolo, non solo
per la storia tedesca ma per tutta la storia europea: con l’apertura del Muro
di Berlino comincia un processo che avrebbe portato nel giro di meno di un anno
alla riunificazione delle Repubblica Federale.
D. – In realtà, in Europa non
c’erano tante persone che credevano nella possibilità della caduta del Muro di
Berlino …
R. – Negli anni ’80 non ce
n’erano tante. In precedenza, nei primi decenni dopo la II Guerra mondiale,
molti tedeschi avevano sperato che presto o tardi sarebbe avvenuta una
riunificazione. Con la stabilizzazione dei blocchi, però, queste speranze erano
svanite e soprattutto la sinistra europea non aveva più sperato o perlomeno non
aveva più tanto parlato di riunificazione.
D. – Quando iniziò questo
movimento di cittadini, che poi portò alla caduta del Muro soprattutto nella
città di Lipsia con i sit-in silenziosi degli studenti, c’era il timore che
questo potesse trasformarsi in una nuova Piazza Tienanmen. Come mai non accadde?
R. – A mio avviso non accadde
perché il regime comunista stava crollando dal suo interno. Il regime non
reggeva più. I leader comunisti avevano creduto di poter prolungare l’esistenza
dello Stato comunista fino all’ultimo. Loro avevano anche programmato una
repressione, ma non la potevano più fare perché la situazione stava cambiando
radicalmente e velocemente sia a livello europeo che all’interno del loro
Stato. Si percepivano gli inizi di una rivolta della popolazione e soprattutto
allo Stato comunista mancava ormai la legittimazione e mancava la possibilità
di proseguire quella politica economica che praticamente aveva portato la
Germania comunista a quella rovina. Una rovina di cui si vedono le
ripercussioni fino al giorno d’oggi.
D. – Quali sono state le sue
emozioni di cittadino tedesco il giorno che questo Muro invece è caduto?
R. – Io ho guardato il Muro
sempre come simbolo della violenza e della vergogna. Ho vissuto il giorno in
cui il Muro si apriva con viva soddisfazione, ma era la stessa soddisfazione
che avevo già sentito quando l’Ungheria si liberò.
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L’UNIVERSITÀ
CATTOLICA DEL SACRO CUORE HA INAUGURATO STAMANI
IL NUOVO ANNO ACCADEMICO PROIETTANDOSI SEMPRE DI PIÙ
NEL FUTURO.
LE SFIDE DA COGLIERE, ILLUSTRATE DALL’ATTUALE
RETTORE LORENZO ORNAGHI E DALL'ARCIVESCOVO DI MILANO, CARDINALE DIONIGI
TETTAMANZI
- Servizio di Fabio Brenna -
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Il professor
Lorenzo Ornaghi ha sottolineato come si compia quest'anno l'ottantesimo anniversario
del riconoscimento giuridico dato nel 1924 alla Cattolica. Come allora terminava
il “periodo eroico” seguito alla fondazione e si dava avvio ad un periodo di eccezionale
crescita, oggi per l’Università la sfida passa secondo tre linee di sviluppo
indicate dal rettore Ornaghi: l’internazionalizzazione del sistema di
formazione e di ricerca; il rafforzamento della centralità dell’azione di
ricerca scientifica e la sua promozione; la corrispondenza più funzionale
possibile tra i processi di governo e quelli di attuazione delle decisioni.
L’Università
Cattolica è una realtà complessa rispetto al nucleo originario fondato da padre
Agostino Gemelli nel 1921: i corsi di laurea erano soltanto due, scienze
filosofiche e scienze sociali, e gli studenti erano 68. Secondo i dati comunicati
dal rettore, lo scorso anno erano 42.339 gli studenti nelle sedi di Milano,
Piacenza-Cremona, Brescia, Roma e Campobasso. Quest'anno si sono immatricolati
9549 studenti con incrementi nelle iscrizioni di master e scuole di specializzazione.
Nel corso del 2003 si sono laureati nelle 14 facoltà, 6480 studenti. L’offerta
formativa della Cattolica comprende ad oggi 60 lauree triennali, 86 master, 51
scuole di specializzazione cui si affiancano 51 Alte scuole.
Va inoltre
ricordato che tramite il Policlinico Agostino Gemelli, vengono garantite oltre
sette milioni e 685 mila prestazioni con 96.712 pazienti dimessi solo lo scorso
anno.
L’arcivescovo
di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, che è anche presidente dell’Istituto
Toniolo fondatore della Cattolica, ha sottolineato la necessità di rinnovare la
tradizione dell’Università in modo da rispondere alla sua fondamentale
vocazione culturale. Una vocazione - ha proseguito il cardinale - che consiste
nel mettere la scienza al servizio dell'uomo, per promuoverne la crescita e
svilupparne le capacità intellettuali e le risorse pratiche.
Tettamanzi ha
poi spronato la Cattolica ad avere come orizzonte del lavoro intellettuale,
l'Europa, un’Europa aperta e legata al mondo intero. Ha invitato a mettere in
risalto il nucleo cristiano che è elemento costitutivo dello spirito europeo,
facendo sì che l’impegno pedagogico faccia maturare sempre più il senso della
comunità europea come “comunità spirituale”.
La prolusione
del prof. Piero Schlesinger su linguaggio e diritto ha toccato un tema di estrema
attualità come la giustizia. Schlesinger ha evidenziato la necessità di
restituire all’ordinamento giuridico italiano, attualmente in declino, un
recupero di efficienza nelle funzioni pubbliche e di equità nei rapporti
sociali ed economici. Insomma – ha concluso Schlesinger – occorre restituire
fiducia nelle istituzioni e non solo nella giustizia.
Da Milano, per la Radio
Vaticana, Fabio Brenna.
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9 novembre 2004
IL VIA, IERI AD ASSISI, DELLA 44.MA ASSEMBLEA
DELLA CONFERENZA ITALIANA
SUPERIORI MAGGIORI, INCENTRATA SUL TEMA “VITA
CONSACRATA,
NUOVE
FORME DI VITA EVANGELICA, MOVIMENTI ECCLESIALI:
CARISMI IN COMUNIONE”
- A cura di padre Egidio Picucci -
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ASSISI. = San Bernardo, parlando
degli ordini religiosi del suo tempo, diceva di ammirarli tutti, di appartenere
ad uno di essi con l’osservanza, ma a tutti nella carità, “perché il bene che
non ho e non possiedo lo ricevo dagli altri”: con una frase di San Bernardo, il
presidente della Conferenza Italiana Superiori Maggiori, don Mario Aldegani, ha
aperto ieri pomeriggio la 44.ma Assemblea generale della Conferenza ad Assisi.
La citazione è giustificata dal tema che i 180 partecipanti affronteranno
durante i lavori, che si concluderanno venerdì 12, e cioè “Vita consacrata,
nuove forme di vita evangelica, movimenti ecclesiali: carismi in comunione”.
Riferendosi ai movimenti, mons. Paolo Romeo, nunzio in Italia, ha sottolineato
che essendo stati recepiti dalla Chiesa essi hanno avuto il timbro della
cattolicità. Le relazioni previste tratteranno quindi del rapporto tra istituti
di antica fondazione e i nuovi movimenti ecclesiali perché – ha aggiunto don
Aldegani – conoscendosi meglio tra loro, le due belle realtà, frutto dell’unico
spirito, si mettono più efficacemente al servizio dell’unica missione della
Chiesa. La fusione tra il nuovo, che non rende inutile l’antico, e l’antico,
che non rifiuta la freschezza del nuovo, offrendo una spiritualità in cammino,
può contribuire ad evangelizzare l’odierna cultura e arrivare così ad interloquire
con i punti di riferimento della gente comune. Per domani, 10 novembre, è prevista
la presenza del cardinale Camillo Ruini, che presiederà la concelebrazione
nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.
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“PROTEGGERE LE MINORANZE E PROMUOVERE L’ARMONIA
SOCIALE”:
E’ L’APPELLO DELL’ARCIVESCOVO DI NEW DELHI,
VINCENT CONCESSAO,
AL NUOVO
PRESIDENTE DEL BJP, IL PARTITO
NAZIONALISTA INDÙ
NEW DELHI. = Promuovere il
dialogo e l’armonia sociale: questo il punto chiave del messaggio inviato
dall’arcivescovo di New Delhi, Vincent Concessao, a Lal Krishna Advani, nuovo
presidente del partito nazionalista indù Baratiya Janata Party. Formazione
politica che ha governato l’India nella scorsa legislatura ed è stato sconfitto
alle elezioni dell’aprile 2004 dal Partito del Congresso. Nella sua lettera,
diffusa dall’agenzia Fides, il presule ha invitato Advani a farsi promotore
dell’armonia fra le diverse comunità presenti nel Paese e a non lasciare che la
violenza torni ad avere la meglio nella società. Mons. Concessao ha ricordato
le parole di Advani, che di recente ha condannato le violenze interreligiose
sostenendo che “a tutti i gruppi in minoranza, inclusi dalit e tribali, vanno
dati fiducia e sostegno per svilupparsi a livello sociale, economico e
culturale”. L’arcivescovo di New Delhi chiede poi un chiarimento della
posizione del Bjp nei confronti delle minoranze religiose fra le quali –
ha sottolineato – “continua ad esserci preoccupazione e ansietà”. Nella
lettera, il leader del Bjp è invitato a “giocare un ruolo costruttivo
nella vita politica del Paese”, nel rispetto delle nobili finalità della Costituzione
indiana. (A.G.)
L’ASSEMBLEA
GENERALE DELLE NAZIONI UNITE HA PROCLAMATO
IL
2005 ANNO PER LO SPORT E L’EDUCAZIONE FISICA
BRUXELLES.= Lo sport per la
pace: ieri, durante la conferenza stampa per il lancio dell’Anno per lo sport e
l’educazione fisica, il Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha
affermato che “il linguaggio universale dello sport riunisce le persone e
quando i giovani prendono parte ad attività sportive hanno l’occasione di
sperimentare puro divertimento imparando, al tempo stesso, gli ideali di spirito di squadra e di
tolleranza”. “Le Nazioni Unite – ha aggiunto - si rivolgono allo sport, proprio
per un sostegno agli sforzi di pace e di attuazione degli obiettivi del
Millennio dello sviluppo”. Inoltre, un ringraziamento è stato rivolto al Fondo
delle Nazioni Unite per il partenariato internazionale per il ruolo decisivo
svolto nel promuovere programmi sportivi nei Paesi in via di sviluppo. (E. B.)
IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA PRESENZA DELL’OPERA
GUANELLIANA
IN ROMA, DOMENICA 14 NOVEMBRE NELLA BASILICA DI SAN
GIUSEPPE AL TRIONFALE VA IN SCENA IL RECITAL “LUIGI GUANELLA L’AMICO DEGLI EMARGINATI”
ROMA. = “Luigi Guanella l’amico
degli emarginati” è il titolo del recital in programma domenica 14 novembre
alle ore 15 nella Basilica di San Giuseppe al Trionfale. La rappresentazione,
proposta nell’ambito di un incontro rivolto ai religiosi e alle religiose della
diocesi di Roma, verrà preceduta da una conferenza sulla centralità
dell’Eucarestia nella spiritualità del Beato Guanella. L’opera è stata
realizzata in occasione del Centenario della presenza dell’Opera guanelliana in
Roma, da Raffaello Lavagna e Mario Carrera, con la regia di Pia Morra. (E. B.)
PROMUOVERE I DIRITTI DELLA MINORANZA ABORIGENA IN
AUSTRALIA:
E’ QUANTO SI PREFIGGE UN NUOVO ORGANISMO
CONSULTIVO
CREATO DAL GOVERNO DI CANBERRA
CANBERRA. = Il governo
australiano ha annunciato la creazione di un nuovo organo consultivo dedicato
alla questione degli aborigeni. Il Consiglio indigeno nazionale (National
Indigenous Council – Nic) avrà il compito di assistere il governo di Canberra
nel definire le politiche a favore degli aborigeni, minoranza fortemente
discriminata in Australia, con un’attenzione particolare alla violenza
domestica e alla riduzione della dipendenza degli indigeni dai programmi
assistenziali pubblici. Il nuovo organismo – informa l’agenzia missionaria
Misna - non sostituirà la Aboriginal and Torres Strait Islander Commission (Atsic),
fondata nel 1990, di cui mesi fa è stata annunciata dal governo la possibile
chiusura, poiché accusata di inefficienza e di malversazione dei fondi
pubblici. A capo della Nic è stato nominato il giudice della Corte minorile di
Perth, la signora Sue Gordon, prima donna magistrato aborigena in Australia.
Tra i 14 membri del Consiglio, quasi tutti di origini aborigene, compaiono
anche due sportivi: la stella del “football australiano” Adam Goodes, noto per
il suo impegno sociale, e John Moriarty, il primo aborigeno a giocare nella
nazionale di calcio australiana. (A.G.)
I CATTOLICI INDONESIANI DELLE MOLUCCHE IN FESTA
PER LA FINE DEL RESTAURO
DELLA CATTEDRALE DI SAN FRANCESCO SAVERIO, NELLA
CAPITALE AMBON
AMBON. = I cattolici di Ambon, capitale della provincia delle
Molucche in Indonesia, sono in festa per la fine del restauro della cattedrale
di San Francesco Saverio. I lavori erano iniziati il 19 settembre 2003, quando
mons. Pietro Sambi, già nunzio vaticano in Indonesia, pose la prima pietra del
restauro. Secondo Allo Putunanembun, responsabile del comitato per la raccolta
fondi – citato dall’agenzia AsiaNews - la mancanza di donazioni e il protrarsi
del conflitto religioso nella provincia hanno ostacolato i lavori. La chiesa è
stata costruita nel 1954. Il numero crescente di cattolici, che partecipano
alle funzioni di sabato e domenica ha reso necessari alcuni lavori di ampliamento.
Nel cuore della tormentata provincia del Molucche – prosegue AsiaNews - la
cattedrale ha un significato particolare per i cattolici e i cristiani della
zona. Padre Kees Bohm, del Centro di crisi della diocesi di Ambon, ha
raccontato che la chiesa era rifugio per i cosiddetti Agats (letteralmente
sono dei piccoli insetti che pungono, ndr), intendendo i “bambini
cristiani guerrieri”. Quando tra il 2000 e il 2001 scoppiò il conflitto fra
cristiani e musulmani ad Ambon, gli Agats si riunivano nella
cattedrale, dove i volontari del Jesuit Refugees Service, offrivano loro
un’istruzione e insegnavano la tolleranza verso i concittadini musulmani. A
presenziare l’inaugurazione della chiesa: il governatore delle Molucche, Karel
Albert Rahalu e il vescovo di Ambon, mons. Peter Canisius Mandagi. (A.G.)
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9 novembre 2004
- A cura di Salvatore Sabatino -
La Guardia Nazionale
irachena continua ad essere nel mirino della guerriglia: attacchi multipli a
Baqubah e a Kirkuk hanno provocato in totale quasi 50 morti, mentre l’esercito
statunitense è riuscito a penetrare nei quartieri centrali di Fallujah. E
sull’attacco contro la roccaforte sunnita ci sono anche ricadute dal punto di
vista politico e diplomatico. Il nostro servizio:
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Secondo giorno di offensiva americana a Falluja. Le forze statunitensi
sono arrivate nei quartieri centrali, controllando circa un terzo della città.
E se per le strade infiamma la battaglia, vi è da segnalare una massiccia diserzione
delle forze militari irachene. Dal Pentagono, invece, arriva la notizia che
c'e' un livello di resistenza molto sporadica. La popolazione, intanto, si dice
stremata da giorni di assedio e da 24 ore di bombardamenti martellanti. E già
si parla di una carneficina. L’attacco contro la roccaforte sunnita ha avuto
anche una ricaduta dal punto di vista politico. Il Partito islamico iracheno ha
deciso, infatti, di uscire dal governo provvisorio in segno di protesta.
Nessuna conseguenza, però, sulla composizione dell'esecutivo perché l'unico
ministro sunnita, titolare del dipartimento Industria e minerali, ha fatto
sapere che lascerà il partito e conserverà l'incarico. Conseguenze reali,
invece, dal punto di vista diplomatico: Mosca ha invitato gli americani a “non
esagerare”; la Cina, invece, ha espresso preoccupazione per “la sorte dei
civili”.
Ma è l’Iraq intero a vivere la sua quotidianità nella violenza.
Stamattina attacchi multipli a diversi posti di polizia a Baqubah hanno fatto l’ennesima
strage. Fonti sanitarie riferiscono di 45 cadaveri arrivati all'obitorio,
mentre in ospedale sono stati ricoverati 32 feriti. Poco fa è giunta la rivendicazione
del terrorista giordano al Zarqawi. Più a nord, invece, a Kirkuk, almeno due
persone sono morte e diverse altre ferite per l'esplosione di un'autobomba
guidata da un terrorista suicida. Anche in questo caso ad essere presa di mira
è stata una postazione della Guardia Nazionale. La guerriglia, invece, ha preso
il controllo del centro di Ramadi, una delle città del triangolo sunnita, dove
da ventiquattr'ore si registravano scontri tra i militari statunitensi e
miliziani. Non sembra, dunque, sortire effetti la legge marziale imposta dal
premier ad interim Allawi, mentre a Baghdad è stato imposto il coprifuoco
notturno a partire da oggi.
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Si aggravano le
condizioni di salute di Yasser Arafat. Lo afferma l’ultimo bollettino medico
diffuso stamani all’ospedale parigino di Percy a Clamart. Sullo sfondo l’aspro
confronto tra la moglie del presidente palestinese Suha e i vertici palestinesi,
arrivati all’ospedale militare in cui è ricoverato. I quattro, secondo
l’agenzia Reuters, avrebbero visto il presidente dell’ANP. Da Parigi, ci
riferisce Francesca Pierantozzi:
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Quattro alti dirigenti
palestinesi sono arrivati all’Ospedale militare di Clamart, dove, probabilmente,
si sta svolgendo l’ultimo atto dell’agonia di Yasser Arafat. Il premier palestinese,
Abu Ala, il numero due Olp, Abu Mazen, il ministro degli Esteri, Nabil Shaat, il
presidente del Consiglio legislativo, Rawi Fatu, hanno avuto questa mattina un
incontro con il ministro degli Esteri francese, Michel Barnier, che ha lodato
il loro senso di responsabilità e la loro unità. Subito dopo si sono recati a
Clamart. Questa mattina il generale medico Estripeau ha annunciato che le
condizioni del presidente palestinese sono peggiorate e che si trova in uno
stato di coma più profondo. Le sue parole fanno presagire che l’annuncio della
morte potrebbe essere imminente. L’ultima parola spetta alla moglie Suha, la
quale si è violentemente scagliata contro la visita a Parigi dei quattro
dirigenti palestinesi, accusandoli di voler “seppellire vivo Arafat”. Da ieri,
Suha Arafat ha chiesto una limitazione delle visite al marito. Abu Ala, Abu
Mazen, Nabil Shaat e Rawi Fatu saranno ricevuti nel pomeriggio all’Eliseo da
Jacques Chirac.
Francesca Pierantozzi, da
Parigi, per la Radio Vaticana.
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Tornano gli attentati in Nepal. Una bomba è esplosa stamattina nel centro
di Kathmandu, ferendo una quarantina di persone. Secondo quanto riferito da
fonti della polizia locale, l’ordigno ha distrutto tre auto parcheggiate di
fronte ad uno degli edifici della compagnia di bandiera Royal Nepal Airlines.
La maggior parte dei feriti sono operai impegnati nella costruzione di un
grattacielo nelle vicinanze. Dalle prime indagini, la responsabilità potrebbe
essere attribuita ai ribelli maoisti.
La violenza torna a colpire anche l’Arabia Saudita. Almeno una persona ha
perso la vita ed atre tre sono rimaste ferite in una sparatoria tra
presunti islamici radicali e forze
di sicurezza saudite. E’ accaduto nella città portuale di Yeda. La notizia è stata confermata dal
ministero degli Interni di Riad.
Nuovo ultimatum del gruppo Jaish-e Muslimeen per i
tre operatori dell'Onu rapiti 10 giorni fa in Afghanistan. Il gruppo legato ai
talebani ha minacciato di ucciderne “almeno uno” se entro le 15.00 non sarà
stata data risposta alla richiesta di liberare 26 detenuti talebani. Solo poche
ore prima, la donna kosovara in mano ai rapitori aveva telefonato ad una sua
amica, dicendole che stava bene e che non veniva maltrattata.
Il Tribunale di Washington ha bloccato il processo che la
magistratura militare statunitense sta celebrando a carico dell’ex autista di
Bin Laden, detenuto a Guantanamo. Ad essere messa in dubbio è la legittimità
dei processi avviati nei confronti dei detenuti per terrorismo. E la risposta
del Governo non si è fatta attendere: annunciato un ricorso in appello contro
l’ordinanza del tribunale.
E ci spostiamo in Africa. E’ arrivato ad Abidjan il presidente
sudafricano Thabo Mbeki, incaricato dall’Unione Africana di risolvere la crisi
che minaccia di far precipitare la Costa D’Avorio in una spirale di violenza.
Ieri sono giunte a Parigi le salme dei nove soldati francesi uccisi nel corso
dei bombardamenti dell’aviazione ivoriana vicino Bouakè. In queste ore di forte
tensione, la Francia che è coinvolta nella crisi, stando a quanto ha dichiarato
il presidente Chirac, sembra interessata solo alla sicurezza dei suoi cittadini
residenti in Costa d’Avorio. Giulio Albanese:
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Lo Stato maggiore francese ha assicurato i potentati
locali che Parigi non ha nessuna intenzione di rovesciare il presidente
ivoriano, Lorain Gbagbo, ma la situazione rimane a dir poco incandescente.
Nelle strade di Abidjan migliaia di manifestanti e sostenitori del presidente
ivoriano continuano ad avere il dente avvelenato contro l’ex potenza coloniale
e ieri hanno gridato slogan anti francesi, tenendo sotto pressione il sistema
di sicurezza organizzato a difesa dei residenti stranieri: al momento sono
circa 800 quelli residenti ad Abidjan, che hanno trovato rifugio nella missione
delle Nazioni Unite, impauriti per alcune bande locali alla caccia degli
europei, per le strade della capitale commerciale della Costa d’Avorio. La
radio governativa, sempre ieri, ha ripetutamente denunciato la presenza di
blindati francesi ad un chilometro dalla residenza presidenziale.
Per la Radio
Vaticana, Giulio Albanese.
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Tensione sempre altissima in Olanda, dove oggi si celebreranno i
funerali del regista Theo Van Gogh, ucciso la settimana scorsa da un
marocchino. Un gruppo islamico ha minacciato, intanto, ritorsioni per gli
attacchi alle moschee e per l’esplosione avvenuta ieri in una scuola islamica
di Eindhoven. Degli sconosciuti hanno questa notte cercato di appiccare il
fuoco a una chiesa a Utrecht. L’incendio è stato subito controllato. Intanto, secondo
la stampa locale, l’omicidio del regista potrebbe essere stato ordinato da un
terrorista che vive in Spagna.
Incontro oggi al
Quirinale, a Roma, tra il presidente della repubblica italiano, Carlo Azeglio
Ciampi, ed il suo omologo portoghese, Jorge Sampaio. I due capi di Stato hanno
diffuso una nota congiunta nella quale si auspica la formazione di “un nucleo
di Paesi fortemente europeisti” che dia l'esempio per la inequivocabile
determinazione a proseguire nell'integrazione europea”.
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