RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 85 - Testo della Trasmissione di giovedì 25 marzo 2004

 

Sommario

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Un’Europa senza nazionalismi egoistici, in cui la scienza, l’economia e il benessere sociale siano al servizio di tutti. Un’Europa dell’uomo, sul quale splenda il volto di Dio. E’ quanto ha detto Giovanni Paolo II ricevendo in Vaticano il premio Carlo Magno della città di Aquisgrana per il suo impegno in favore dell’unità e della pace nel continente europeo

 

“Alzatevi, andiamo”: ricordi e riflessioni nell’ultimo libro del Papa in libreria dal 18 maggio prossimo. Ne parla Joaquín Navarro Valls

 

A Roma l’annuale corso sul Foro interno del Tribunale della Penitenzieria apostolica. Con noi mons. Gianfranco Girotti

 

Domani, nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore, Messa solenne in memoria delle vittime dell’attentato di Madrid, presieduta dal cardinale Angelo Sodano.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Oggi solennità dell’Annunciazione: il Papa affida l’umanità al cuore immacolato di Maria. Ai nostri microfoni padre Samir, guardiano della Basilica dell’Annunciazione a Nazareth

 

Lotta al terrorismo e ruolo dell’Unione Europea: ne parliamo col cardinale Roberto Tucci

 

Accesa in Grecia la fiaccola olimpica dei giochi di Atene 2004: con noi Sara Simeoni.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Continuano ad essere gravi, in Israele, i problemi per il rilascio di visti di ingresso e per il rinnovo del permesso di soggiorno al personale ecclesiastico

 

Si celebra oggi la giornata di preghiera per la protezione dei nascituri e di commemorazione delle vittime dell’aborto

 

Sulla giustizia e i processi penali nella Chiesa, incentrato il Convegno che si apre oggi, a Roma, alla Pontificia Università della Santa Croce

 

In fase di avvio, in Perù, il programma di alfabetizzazione finanziato dal governo spagnolo e destinato a decine di migliaia di adulti

 

Assegnato al cardinale Etchegaray il premio Houphouët-Boigny per la ricerca della pace 2003

 

Nel 2007 oltre il 50 per cento della popolazione mondiale vivrà nelle città. E’ quanto emerge da un rapporto pubblicato dalle Nazioni Unite.

 

24 ORE NEL MONDO:

Lotta al terrorismo e conferenza intergovernativa al centro del vertice europeo dei capi di Stato e di governo, oggi a Bruxelles

 

Cresce l’allarme terrorismo in Europa

 

Storica visita oggi in Libia del premier britannico, Tony Blair.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

25 marzo 2004

 

UN’EUROPA SENZA NAZIONALISMI EGOISTICI, IN CUI LA SCIENZA,

L’ECONOMIA E IL BENESSERE SOCIALE SIANO AL SERVIZIO DI TUTTI.

UN’EUROPA DELL’UOMO, SUL QUALE SPLENDA IL VOLTO DI DIO. E’ QUANTO HA DETTO GIOVANNI PAOLO II RICEVENDO IN VATICANO IL PREMIO CARLO MAGNO

DELLA CITTÀ DI AQUISGRANA

PER IL SUO IMPEGNO IN FAVORE DELL’UNITÀ E DELLA PACE NEL CONTINENTE EUROPEO

 

Giovanni Paolo II ha ricevuto in Vaticano il Premio internazionale straordinario “Carlo Magno” 2004 della Città di Aachen “per il suo impegno nella promozione dell’unità europea e a servizio dell’umanità e della pace nel mondo”. Il premio “Carlo Magno” istituito nel 1949 dalla cittadinanza di Aachen/Aquisgrana, la città nativa di Carlo Magno, è fra le più prestigiose onorificenze europee. La cerimonia di consegna del Premio da parte del sindaco di Aquisgrana, Dr. Jürgen Linden, si è svolta ieri pomeriggio nella Sala Clementina alla presenza di numerose personalità. Quest’anno, insieme al Papa, l’onorificenza viene assegnata anche al presidente del Parlamento europeo Pat Cox. Il servizio è di Stefano Leszczynski.

 

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Il premio Carlo Magno, con il quale la città di Aquisgrana suole onorare i meriti verso l’Europa, trae le sue ragioni dai fondamenti politici e culturali che l’imperatore Carlo fu capace di dare al suo regno, tanto da ricevere l’appellativo di Pater Europae. In occasione della cerimonia di consegna del prestigioso riconoscimento, svoltasi nella Sala Clementina in Vaticano, Giovanni Paolo II ha voluto ricordare l’impegno della Chiesa nel riconoscere ed incoraggiare l’attività e l’impegno di tante personalità a favore della pace e dell’unità dei popoli europei. La Santa Sede – come già sottolineato da Papa Pio XII – ha appoggiato esplicitamente l’idea della formazione di un’unione europea, non lasciando dubbi circa il fatto che per una sua valida e durevole affermazione è necessario rifarsi al cristianesimo come fattore che crea identità e unità. In questo senso si sviluppa l’auspicio del Santo Padre per la futura Europa unita, una entità senza nazionalismi egoistici, in cui la scienza, l’economia e il benessere sociale siano al servizio di ogni uomo in necessità. Una Europa la cui unità – ha detto il Papa – si fonda sulla vera libertà, libertà di religione e libertà sociali:

 

“L’Europa che ho in mente è un’unità politica, anzi spirituale, nella quale i politici cristiani di tutti i Paesi agiscono nella coscienza delle ricchezze umane che la fede porta con sé. Uomini e donne impegnati a far diventare fecondi tali valori, ponendosi al servizio di tutti per un’Europa dell’uomo, sul quale splenda il volto di Dio”.

 

Alla vigilia dell’allargamento dell’UE i cui Stati membri ammonteranno a 25 – ha sottolineato il sindaco di Aquisgrana Jürgen Linden nel suo intervento – restano ancora molte questioni vitali che attendono risposta: la sicurezza esterna e la sicurezza sociale, la protezione dal terrorismo e dalla violenza, ma anche il funzionamento delle istituzioni e della partecipazione democratica all’ulteriore processo di sviluppo. Il sindaco Linden, conferendo il Premio Internazionale straordinario Carlo Magno a Giovanni Paolo II, ha sottolineato con enfasi l’opera eminente del Papa per l’unità dell’Europa, per la conservazione dei suoi valori e per il messaggio di Pace. Ed ha aggiunto:

 

“HOCHVEREHRTER, HEILIGER VATER!

Lei ci propone, ed è in questo per noi modello eminente, i valori europei, in particolare il rispetto per la dignità e la libertà della persona umana, l’eguaglianza, la solidarietà e l’attenzione al prossimo. Lei si impegna in modo convincente per la intangibilità dei diritti dell’uomo e per il dovere gravissimo di non attentare alla pace”.

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“ALZATEVI, ANDIAMO”: RICORDI E RIFLESSIONI NELL’ULTIMO

LIBRO DEL PAPA IN LIBRERIA DAL 18 MAGGIO PROSSIMO

- Ne parla Joaquín Navarro Valls -

 

Una raccolta di ricordi e riflessioni: si presenta così “Alzatevi, andiamo!”, il nuovo libro scritto da Giovanni Paolo II, che uscirà nelle librerie il prossimo 18 maggio, in occasione dell’84.mo compleanno del Papa. La Libreria Editrice Vaticana, detentrice dei diritti, ha scelto la Mondadori per la pubblicazione e diffusione del volume, i cui proventi saranno utilizzati per opere di carità del Santo Padre. Alla conferenza stampa di presentazione, tenutasi ieri a Roma, era presente anche il direttore della Sala Stampa vaticana, il dott. Joaquín Navarro Valls. Ecco le sue impressioni sul nuovo libro del Papa:

 

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R. – Giovanni Paolo II ha scritto molto nella sua vita e continua a scrivere molto, e non mi riferisco soltanto ai suoi documenti magisteriali. Scrive, infatti, moltissimo anche su altri temi. Nelle anticipazioni che abbiamo letto, qualcuno diceva che questa sarà l’ultima opera scritta da Giovanni Paolo II: di questo non ne sarei tanto sicuro ed ho le mie ragioni per non esserne tanto sicuro! E’ un libro di ricordi e riflessioni. La prima riflessione è: “Qual è la sorgente della mia vocazione?”, in questo caso della vocazione all’episcopato. Racconta, quindi, e direi anche con dettagli molto simpatici ed umoristici, quell’estate del 1958 quando lui si trovava in canoa nel nordest del Paese e arriva la chiamata del Primate della Polonia che gli dice di andare da lui perché aveva bisogno di parlargli di un qualcosa. Questo è l’inizio del libro. Il Papa racconta in dettaglio anche tutte le sue difficoltà come vescovo, i suoi rapporti con le autorità polacche di quell’epoca, e fa quella annotazione che riscontriamo poi in tutto il suo pontificato: “Le persone avevano sempre accesso diretto a me”, nella sua casa di vescovo, “l’ingresso era consentito a tutti!”.

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A ROMA L’ANNUALE CORSO SUL FORO INTERNO

DEL TRIBUNALE DELLA PENITENZIERIA APOSTOLICA

- Intervista con mons. Gianfranco Girotti -

 

Si sta svolgendo a Roma l’annuale corso sul “Foro interno” promosso dal Tribunale delle Penitenzieria Apostolica, presieduto dal cardinale James Francis Stafford, Penitenziere Maggiore. La Penitenzieria è il più antico dei dicasteri della Santa Sede e svolge un servizio spirituale concedendo assoluzioni e dispense. Al centro del corso il Sacramento della Riconciliazione. Ma oggi come è vissuto questa Sacramento? Giovanni Peduto lo ha chiesto a mons. Gianfranco Girotti, reggente della Penitenzieria Apostolica.

 

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R. – In un’epoca di profondi mutamenti non è difficile constatare che il Sacramento della Penitenza ha subito negli ultimi tempi un appannamento nella pratica. Un primo aspetto che balza dinanzi è certamente l’affievolirsi del senso del peccato. La indebolita coscienza del peccato rischia di suggerire al penitente più l’esternazione d’animo che non la denuncia del proprio peccato.

 

D. – Come fare una buona confessione?

 

R. – Occorre a mio avviso, percorrere nuovi ‘cammini penitenziali’. Il fedele deve sentire i propri atti non come mere dichiarazioni di buona volontà, ma come presenza di grazia nella propria vita.

 

D. – Ma i sacerdoti oggi sono disponibili a confessare?

 

R. – Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricordato che i sacerdoti, nell’impartire ai fedeli la grazia e il perdono nel Sacramento della Penitenza, compiono l’atto più alto, dopo la celebrazione dell’Eucaristia, del loro Sacerdozio. Sono personalmente convinto che sono molti i sacerdoti che nella gerarchia dei loro compiti, un ruolo privilegiato lo riservano proprio al servizio, silenzioso e umanamente non sempre gratificante, della Confessione.

 

D. – Come deve comportarsi un sacerdote durante le Confessioni?

 

R. – Un buon confessore deve mostrarsi sempre accogliente, sereno, non frettoloso, deve avere la massima cortesia, non dimenticando che il “confessore svolge un compito paterno, perché rivela agli uomini il cuore del Padre e impersona l’immagine di Cristo, buon Pastore”.

 

D. – Come far capire l’importanza della Confessione?

 

R. – Con una appropriata ed approfondita catechesi, ricordando che nella Riconciliazione sacramentale il perdono di Dio è fonte di rinascita spirituale e principio efficace di santificazione. Al riguardo mi piace ricordare una testimonianza di don Lorenzo Milani, il sacerdote educatore fiorentino, famoso per l’esperienza della sua scuola di Barbiana. A chi gli chiedeva perché non avesse lasciato la Chiesa cattolica che, a loro dire, l’aveva duramente provato, egli rispondeva: “E dove mai avrei trovato chi mi perdonasse i peccati”. Questa splendida testimonianza descrive, mi pare, con molta efficacia l’importanza del Sacramento della Penitenza o della Riconciliazione.

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UDIENZE E NOMINE

 

Nel corso della mattinata, il Santo Padre ha ricevuto in successive udienze mons. Ramiro Moliner Inglés, nunzio apostolico in Etiopia e in Gibuti e delegato apostolico in Somalia; il cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana, con mons. Enzo Dieci, ausiliare per il Settore Nord; don Albino Marin, parroco della parrocchia Santi Crisante e Daria; Don Eusebio Mosca, parroco della parrocchia S. Felicita e Figli Martiri, con i vicari parrocchiali; don Enrico Gemma, parroco della Parrocchia di S. Giovanni della Croce, con i vicari parrocchiali e il professor Wolfhart Puhl.

 

In Francia, il Papa ha nominato arcivescovo metropolita di Rouen mons. Jean-Charles Descubes, finora vescovo di Agen. Mons. Descubes è nato a Tonnay-Charente, nella diocesi di La Rochelle, il 7 febbraio 1940. E’ stato ordinato sacerdote nel 1965 e consacrato vescovo nel 1997.

 

Il Papa ha nominato membri della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano i cardinali Jean-Louis Tauran e Attilio Nicora. Ha quindi nominato consultore della Congregazione per il Clero mons. Georg Schmuttermayr, della diocesi di Augsburg. Il Santo Padre ha inoltre nominato vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico della Città del Vaticano mons. Lorenzo Civili, Protonotario apostolico partecipante ed uditore emerito della Rota Romana. Il Pontefice ha infine nominato Promotore di Giustizia presso il Tribunale Ecclesiastico della Città del Vaticano mons. Antonio Nicolai, Difensore del Vincolo.

 

 

DOMANI, NELLA BASILICA ROMANA DI SANTA MARIA MAGGIORE,

MESSA SOLENNE IN MEMORIA DELLE VITTIME DELL’ATTENTATO DI MADRID,

PRESIEDUTA DAL CARDINALE ANGELO SODANO

 

         Una messa solenne per ricordare le vittime di Madrid: domani nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore, alle ore 11, il cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, presiederà una commemorazione funebre in memoria delle vittime del vile attentato terroristico dell’11 marzo scorso. La cerimonia è stata voluta e organizzata congiuntamente dalle ambasciate di Spagna presso la Santa Sede e l’Italia e dal Sovrano Militare Ordine di Malta.

        

         La messa, che vedrà la partecipazione di numerosi rappresentanti del corpo diplomatico, sarà trasmessa in diretta da Telepace.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

Apre la prima pagina, con significativo accento, il titolo "Il sogno del Papa: un'Europa dell'uomo sulla quale splenda il volto di Dio": Giovanni Paolo II riceve il Premio Carlo Magno, conferito in modo straordinario ed unico dalla città di Aquisgrana.

Una riflessione di Francesco Maria Valiante dal titolo "Quel 'sì' può divenire l'insegna di una nuova umanità": la catechesi del Santo Padre all'udienza generale della vigilia dell'Annunciazione. 

 

Nelle vaticane, un approfondito articolo dell'Arcivescovo di Gniezno, Mons. Henryk Muszynski, dal titolo "Restituiamo all'Europa lo Spirito".

 

Nelle estere, Medio Oriente: un bambino "kamikaze" dice "no" alla morte; Hussam Abdo era stato pagato 20 euro per sferrare un attacco suicida ad un posto di blocco nei Territori palestinesi. Dopo le donne i gruppi fondamentalisti islamici armati reclutano anche ragazzi sempre più giovani per portare a termine attentati sanguinari. 

Spagna: l'omelia dell'Arcivescovo di Madrid, cardinale Maria Rouco Varela, durante i funerali di Stato delle vittime degli attentati dell'11 marzo.  

 

Nella pagina culturale, un articolo di Angelo Marchesi sul volume "Paolo VI. Fede, cultura, università". Il libro raccoglie gli atti del convegno sulla figura e sull'opera di G.B. Montini.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema delle riforme.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

25 marzo 2004

 

IL CORAGGIO DI COMPRENDERSI PER ARGINARE L’ODIO:

 LA SUPPLICA DEL PAPA ALLA MADONNA DI ARRESTARE IL MALE NEL MONDO RIECHEGGIA OGGI IN TERRA SANTA, NELL’ODIERNA FESTA DELL’ANNUNCIAZIONE

- Intervista con padre Samir Sarouz -

 

Una “festa cristologica e mariana insieme”, la solennità dell’Annunciazione, “che ci fa contemplare l’incarnazione del Verbo eterno fatto uomo nel grembo di Maria”: cosi il Papa ieri, che ha scelto la vigilia di questa ricorrenza per rinnovare, la sua supplica alla Vergine Santa perché nel mondo “si riveli l’infinita potenza salvifica della Redenzione”, “potenza dell’Amore misericordioso” che “arresti il male” e “trasformi le coscienze”. Una supplica già rivolta da Giovanni Paolo II, vent’anni fa nell’Anno Santo della Redenzione. Anche allora l’umanità - ha ricordato il Santo Padre “viveva momenti difficili, di grande preoccupazione e incertezza” e cosi pure oggi “il mondo resta ancora paurosamente segnato dall’odio, dal terrorismo e dalla guerra”.

 

Roberta Gisotti ha contattato stamane padre Samir Sarouz, guardiano della Basilica dell’Annunciazione a Nazareth, di cui ricorre oggi il 35 mo anniversario della dedicazione, avvenuta nel 1969, mentre sono passati quattro anni dal pellegrinaggio giubilare di Giovanni Paolo II in Terra Santa, tra le regioni del mondo più tormentate e afflitte dall’odio. Ascoltiamo l’intervista:

 

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D. – Padre Samir, quale eco alla nuova supplica del Papa?

 

R. – Noi che siamo qui, sentire la voce del Papa, specialmente in questi giorni così difficili ci permette di sperare. Ci uniamo alla preghiera del Santo Padre per la pace, che ha perso la strada nella terra del Vangelo, nella terra di Gesù, nella terra di Maria, nella terra dei primi cristiani, che hanno testimoniato e ci hanno lasciato questa testimonianza di fede.

 

D. – Padre Samir, di fronte al sangue che scorre in molti Paesi e regioni del mondo, oltre che in Terra Santa, Giovanni Paolo II chiede uno sforzo coraggioso di reciproca comprensione. Il Papa richiama spesso la virtù del coraggio, che oggi sembra invece mancare sovente agli uomini nelle grandi e piccole opere di pace…

 

R. – Sì, manca veramente molto il coraggio. Il coraggio per dire basta e per dire proviamo un’altra via, che ci porti al rispetto di tutti i diritti. Non c’è il coraggio di fare questo. C’è bisogno di molto coraggio per poter osare la pace, il dialogo ed affrontare l’altro. Questo manca soprattutto qui in Terra Santa, manca tra questi due popoli che si scontrano in vari modi e con tanta violenza. Ci vuole coraggio e preghiamo per questo coraggio, affinché maturi nella mentalità soprattutto di coloro che possono arrivare a questo coraggio.

 

D. – Il coraggio, invece, purtroppo travisato spesso per compiere il male. Ieri un ragazzino palestinese, spinto dall’odio, era pronto ad immolarsi per un attacco suicida ma poi ha desistito, ha avuto paura, una paura sana, direi?

 

R. – Questa creatura non ha colpa; non è certo colpa di questo bambino. Tutto questo però ci permette di capire come si è violata la sua psicologia, come si è intervenuti nella sua testa. Questo fa pena, perché sembra che la vita non abbia valore. Tutto questo si ripete purtroppo in ogni attentato, in ogni attacco da una parte e dall’altra. Questa è l’atmosfera nella quale viviamo qui, in Terra Santa. Speriamo che finisca, speriamo che si arrivi presto alla fine di tutta questa situazione.

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LOTTA AL TERRORISMO E RUOLO DELL’UNIONE EUROPEA:

 IL COMMENTO DEL CARDINALE ROBERTO TUCCI

- Intervista di Rosario Tronnolone -

 

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“C’è il pericolo di un imbarbarimento complessivo. Un imbarbarimento, che già esiste nel fondamentalismo islamico, nel quale non è giusto coinvolgere la massa del popolo islamico. Teniamo presente che in Europa abbiamo almeno una decina di milioni di islamici, tra Germania, Italia, Francia e Spagna. Bisogna stare, quindi, molto attenti a non spingerli dall’altra parte. Certamente un omicidio mirato come quello di Yassin non contribuisce in nessun modo alla pacificazione. Rischia, anzi, di far diventare fondamentalisti anche coloro che nel mondo islamico ancora non lo sono. Io credo che sia giunto il momento in cui l’Europa si svegli, in cui l’Europa prenda iniziative. Lo so che l’Europa non è ancora realmente riuscita ad organizzarsi in maniera tale da avere un peso nella politica estera, da avere un’unità nella politica estera. E’ giunto il momento che proprio i più forti nell’Europa – l’Italia conta anch’essa in questo gruppo, diciamo, un po’ importante – prendano delle iniziative per far muovere nuovamente il “quartetto”, cioè a dire Stati Uniti, Russia, Unione Europea ed Onu. In modo che così facendo possa rimettersi in moto la pace ma è necessario un grosso intervento nei riguardi di Sharon. Se si va avanti così la situazione mondiale peggiorerà sempre più. Sono poi molto preoccupato del fatto che ci si possa imbarbarire un po’ tutti. Bisogna stare molto attenti. In Italia abbiamo avuto il periodo del terrorismo, lo hanno avuto anche i tedeschi: in questi due Paesi si è riusciti a battere il terrorismo, senza esagerare in misure di restrizione dei diritti umani e delle libertà civili. Non vorrei che adesso questo imbarbarimento, che è certamente provocato dal terrorismo, faccia sì che pian piano diventiamo un po’ barbari anche noi”.

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ACCESA OGGI IN GRECIA LA FIAMMA DELLE OLIMPIADI DEI GIOCHI DI ATENE 2004

- Intervista con Sara Simeoni -

 

Le prossime Olimpiadi di Atene apriranno i battenti il 13 agosto, ma già oggi nell’antica Olimpia si è svolto il rituale dell’accensione della Fiaccola dei Giochi 2004, così come avveniva nella Grecia classica. La fiamma olimpica giungerà poi ad Atene proprio il giorno della cerimonia d’apertura. Timori che le Olimpiadi possano essere coinvolte nel difficile attuale clima internazionale, ma anche speranza che i Giochi possano essere un evento che ripropongono al mondo valori di pace e solidarietà. Il servizio di Giancarlo La Vella:

 

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(musica)

 

Le Olimpiadi moderne tornano ad Atene dopo 108 anni per riproporre al mondo non solo record, spettacolo e agonismo, ma un messaggio di pace e convivenza che solo lo sport, quando vissuto nei suoi veri valori, riesce a trasmettere. Oggi, davanti ad oltre 10 mila persone, nel tempio di Era ad Olimpia, è stata accesa la fiamma olimpica, simbolo dello spirito dei giochi, incendiata attraverso un sistema di specchi per sfruttare la rifrazione solare. La fiamma poi passerà alla torcia che, portata da atleti di tutto il mondo, per la prima volta visiterà tutti e cinque i continenti rappresentati dai cinque anelli olimpici. Sono Olimpiadi particolari queste di Atene 2004. A parte le polemiche per i ritardi nella costruzione delle infrastrutture che, sembra, non provocheranno comunque alcun problema al rispetto del programma delle gare, c’è il timore che il terrorismo internazionale possa sfruttare un palcoscenico così importante.

 

Ma lo sport ci riprova ancora una volta a dire al mondo che la convivenza è possibile, al di là delle differenze che esistono tra i popoli della terra. Ne abbiamo parlato con Sara Simeoni, medaglia d’oro nel 1980 a Mosca nel salto in alto, che oggi si occupa di promozione dello sport tra i giovani:

 

R. – Sicuramente questo momento dell’accensione del fuoco è un momento molto suggestivo. Oggi questa accensione dovrebbe, però, far riflettere un pochino tutti secondo i valori che lo sport ripropone, che sono importanti e che oggi bisognerebbe ripensarli.

 

D. – Quanto sono importanti a suoi giudizio queste Olimpiadi che cadono in un momento così difficile per la storia del mondo?

 

R. – Mi aspetto diverse cose, sinceramente, da queste Olimpiadi ed una è che lo sport è un messaggero di pace molto potente perché può abbattere qualsiasi barriere di razza, di colore, di credo. Io mi aspetto che queste Olimpiadi possano essere un momento in cui l’uomo rifletta su tutti questi significati.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

25 marzo 2004

 

CONTINUANO AD ESSERE GRAVI, IN ISRAELE, I PROBLEMI

PER IL RILASCIO DI VISTI DI INGRESSO

E PER IL RINNOVO DEL PERMESSO DI SOGGIORNO AL PERSONALE ECCLESIASTICO

 

GERUSALEMME. = “E’ Una situazione allucinante, il problema è gravissimo e le promesse fatte finora dalle alte cariche del governo non sono state mantenute”. Con queste parole padre David Jaeger, portavoce della Custodia di Terra Santa, descrive all’agenzia AsiaNews i gravi problemi provocati dalle persistenti restrizioni imposte dalle autorità israeliane per il rilascio di visti di ingresso e per il rinnovo del permesso di soggiorno al personale ecclesiastico e religioso operante in Israele. Il fenomeno, già affrontato un anno fa in un rapporto redatto dalla Commissione ‘ad hoc’ istituita dalla Assemblea degli ordinari di Terra Santa, riguarda ormai molte decine di sacerdoti, religiosi e religiose, che vivono in condizioni di clandestinità, pur trovandosi da anni in Israele o nei Territori occupati. Secondo AsiaNews, il blocco dei visti mette in discussione anche l’Accordo fondamentale fra la Santa Sede e Israele, siglato dieci anni fa, che riconosce il diritto della Chiesa di dispiegare il proprio personale e le proprie istituzioni. Inutili sono stati, sinora, gli appelli dei responsabili della Chiesa cattolica alle autorità israeliane, dalle quali sono arrivate solo vaghe promesse. (L.Z.)

 

 

NELLA SOLENNITÀ DELL’ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE SI CELEBRA OGGI

LA GIORNATA DI PREGHIERA PER LA PROTEZIONE DEI NASCITURI

E DI COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DELL’ABORTO

 

WASHINGTON. = Si celebra oggi, presso il Santuario dell’Immacolata Concezione a Washington, la giornata di preghiera per la protezione dei nascituri e di commemorazione delle vittime dell’aborto, promossa da Priests for Life e da Human Life International, nella Solennità dell’Annunciazione del Signore. La Giornata viene osservata anche in Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay, Nicaragua, Cile e Spagna. In Italia, con una solenne celebrazione eucaristica nella Santa Casa di Loreto è stato inoltre inaugurato questa mattina, la “Preghiera Universale per la vita”, un movimento mondiale di preghiera nato in risposta all’appello di Giovanni Paolo II nell’Enciclica “Evangelium Vitae”: “E’ urgente una grande preghiera per la vita che attraversi il mondo intero”. Dal 1995 ad oggi, circa 20 mila persone, tra comunità religiose, parrocchie, associazioni e gruppi dei cinque Continenti, hanno risposto a tale appello. Nell’odierna liturgia, presieduta dal presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, cardinale Alfonso López Trujillo, insieme all’Arcivescovo prelato di Loreto, mons. Angelo Comastri, è stato distribuito a tutti i partecipanti un sussidio dal titolo “Vademecum degli Apostoli della preghiera per la vita”. (A.L.)

 

 

SULLA GIUSTIZIA E I PROCESSI PENALI NELLA CHIESA, INCENTRATO IL CONVEGNO

CHE SI APRE OGGI, A ROMA, ALLA PONTIFICIA UNIVERSITÀ DELLA SANTA CROCE

 

ROMA. = “Processo penale e tutela dei diritti nell’ordinamento canonico”. E’ il tema del convegno, promosso dalla Facoltà di diritto canonico, che si apre oggi a Roma, alla Pontificia università della Santa Croce. All’incontro partecipano esperti, provenienti da diversi Paesi, su questioni complesse quali i diritti dell’imputato, i modi di garantire un’adeguata difesa e la tutela penale dei diritti del soggetto nella società civile e in quella religiosa. Durante il convegno, che si conclude domani, sono inoltre previsti, tra gli altri, gli interventi del segretario del Supremo tribunale della Segnatura apostolica, mons. Velasio De Polis, e del docente di storia del diritto alla Chatolic University of America, prof. Kenneth Pennington. “L’incontro – spiega Davide Cito, docente di diritto penale presso la Pontificia università della Santa Croce – intende offrire una riflessione accademica sulla giustizia dei processi in sede ecclesiale”. (A.L.)

 

 

IN FASE DI AVVIO, IN PERÙ, IL PROGRAMMA DI ALFABETIZZAZIONE FINANZIATO

DAL GOVERNO SPAGNOLO E DESTINATO A DECINE DI MIGLIAIA DI ADULTI

 

LIMA. = Saranno oltre 45 mila gli adulti peruviani che, nel corso di tre anni, beneficeranno di un progetto di cooperazione, finanziato dal ministero dell’Educa-zione, della Cultura e dello Sport di Madrid, recentemente presentato a Lima dal governo peruviano. Gli analfabeti coinvolti nella prima fase del ‘Programa de Alfabetización y Educación Básica de Adultos’ (Paeba) saranno 11.000, tutti residenti in zone marginali di tre distretti della capitale peruviana. Questa prima fase del progetto durerà fino ad agosto e sarà immediatamente seguita da un secondo ‘passo’ che interesserà altre periferie emarginate. Il Paeba è nato nel 1992 a Madrid, nell’ambito del secondo vertice ibero-americano dei capi di Stato e di governo. Da allora, hanno beneficiato dei finanziamenti pubblici spagnoli per ridurre il numero di analfabeti che vivono in condizioni di povertà, circa due milioni di persone (il 75 per cento donne) che vivono in Stati latinoamericani. Tra questi Paesi figurano - tra gli altri - El Salvador, Repubblica Dominicana, Nicaragua, Honduras e Paraguay. (A.L.)

 

 

ASSEGNATO AL CARDINALE ETCHEGARAY IL PREMIO HOUPHOUËT-BOIGNY

PER LA RICERCA DELLA PACE 2003

 

PARIGI. = Un autentico impegno in favore del dialogo tra le religioni. E’ questa la motivazione con cui l’Unesco ha attribuito al presidente emerito del Pontificio consiglio giustizia e pace, cardinale Roger Etchegaray, e al Gran Mufti di Bosnia-Erzegovina, Mustafa Ceric, il Premio Houphouët-Boigny per la ricerca della pace 2003. Questo riconoscimento, assegnato dal 1989  a personalità o istituzioni che si sono distinte nella ricerca della pace a livello mondiale, intende “inviare alla comunità internazionale - ha detto il segretario del Premio - un segnale forte a favore del dialogo interreligioso, fondamento essenziale per la pace e per la comprensione tra i popoli e le nazioni”. Il cardinale Etchegaray, dopo aver lasciato la presidenza del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace e del Pontificio Consiglio Cor Unum, ha visitato diverse zone di crisi, tra le quali Betlemme, durante l’assedio israeliano della Basilica, e l’Iraq. (A.L.)

 

 

NEL 2007 OLTRE IL 50 PER CENTO DELLA POPOLAZIONE MONDIALE VIVRÀ NELLE CITTÀ. E’ QUANTO EMERGE DA UN RAPPORTO RECENTEMENTE PUBBLICATO

DALLE NAZIONI UNITE

 

NEW YORK. = Entro il 2007, più della metà della popolazione mondiale vivrà nelle città. E’ questo il significativo dato di un rapporto recentemente pubblicato dalle Nazioni Unite. Sara la prima volta nella storia dell’umanità - rileva lo studio - che il numero dei cittadini sorpasserà quello dei contadini. L’aumento urbano - si legge nella ricerca - riguarderà soprattutto le città che ora non superano il mezzo milione di abitanti e non le megalopoli. Tokio, dove attualmente vivono circa 35 milioni di persone, dovrebbe restare la città più popolata del mondo, con un aumento di oltre un milione di abitanti entro il 2007. (A.L.)

 

 

 


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24 ORE NEL MONDO

25 marzo 2004

- A cura di Dorotea Gambardella -

 

Conferenza intergovernativa e dunque costituzione, terrorismo e questioni economiche: queste le direttrici su cui l’Unione Europea tenta di pronunciare parole chiave per il prossimo futuro. È l’attesa per il vertice dei capi di Stato e di governo che si apre nel pomeriggio a Bruxelles. Nella sua presentazione, il presidente della Commissione europea, Romano Prodi, ha definito il terrorismo la più grave minaccia per il mondo libero, dopo la Seconda Guerra Mondiale e ha poi annunciato di essere ottimista per quanto riguarda il trattato costituzionale. Il servizio dalla nostra inviata a Bruxelles, Fausta Speranza:

 

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Terrorismo, Iraq, Medio Oriente reclamano un’Unione in grado di prendere decisioni politiche, che significa un’Europa che ha fatto le riforme costituzionali. Ne sono consapevoli i leader che si ritroveranno alle 18.00 per la prima riunione di questo vertice di primavera, che fa seguito a quello segnato dal fallimento sulla Costituzione. Nelle ultime ore si sono moltiplicate le dichiarazioni di disponibilità per un accordo sul nodo del sistema di voto e si intravede la svolta entro giugno. E’ possibile, se oggi si gettano le basi, e promettente la dichiarazione di poco fa del capo della diplomazia polacca. Varsavia non esclude più un compromesso sulla doppia maggioranza, cioè 50 per cento degli Stati più uno, che rappresentino il 60 per cento della popolazione. Dopo le aperture del futuro premier spagnolo, dunque, non c’è più il veto né di Spagna, né di Polonia, che ha bloccato la discussione a dicembre scorso. L’ipotesi degli ultimi giorni è di ritoccare la percentuale, portandola a 55 e 65, ma Prodi avverte: “Se si alza troppo sarà sempre blocco decisionale, come per l’unanimità”. Qualcuno ipotizza anche che il compromesso possa essere sulla data dell’entrata in vigore del nuovo sistema, piuttosto che sulla percentuale. In ogni caso poter decidere è il vero nodo da sciogliere, perché l’Europa risponda al terrorismo con un progetto politico che vada oltre le misure prese in questi giorni per lo scambio di informazioni sul piano operativo. E nel documento sul terrorismo, il più atteso di questo vertice, ci aspettiamo di leggere idee chiave. Tra le decisioni che attendono i Paesi europei e sulle quali dunque l’appuntamento di oggi e domani doveva pronunciarsi, ma probabilmente non ce la farà, ci sono anche le questioni dell’economia. Dalle parole dell’agenda di Lisbona del 2000 infatti si deve ancora passare ai fatti.

 

Da Bruxelles, Fausta Speranza, Radio Vaticana.

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Medio Oriente. Le forze di sicurezza d’Israele hanno arrestato ieri sera tre compagni di scuola del 14enne mandato a farsi esplodere al posto di blocco di Hawara, vicino Nablus, e fermato dai soldati israeliani prima che potesse compiere l’attacco. A riferirlo fonti palestinesi. Il ragazzo, che ha raccontato di aver ricevuto il corrispettivo di 20 euro per compiere l’attacco suicida, avrebbe dovuto far scoppiare la cintura contenente otto chilogrammi di esplosivo tra i militari dell’esercito nemico. Intanto, una cellula dell’organizzazione Tanzim del campo profughi di Balata, a Nablus, si è assunta la responsabilità dell’invio del ragazzino. Il nuovo leader politico di Hamas, Khaled Meshaal, in un’intervista all’agenzia di stampa britannica, Reuters, promette che nessun israeliano, dal premier Ariel Sharon all’uomo della strada, potrà considerarsi al sicuro fino a quando Israele non abbandonerà i territori occupati. 

 

Cresce l’allarme terrorismo in Europa. Milano nel mirino dell’integralismo islamico. Disinnescato un ordigno in Francia. Il presidente tedesco, Johannes Rau, annulla l’ultima tappa del suo viaggio in Africa, per il rischio di un attentato. Negli Stati Uniti, intanto, ancora dure accuse contro la Casa Bianca di aver sottovalutato il pericolo terrorismo da parte dell’ex consigliere statunitense, Richard Clarke. I particolari nel servizio di Dorotea Gambardella: 

 

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Attentati kamikaze o con autobombe contro obiettivi di Milano, come la stazione centrale, la questura e il comando Carabinieri, sarebbero stati progettati da affiliati di Al Qaeda tra il ‘97 ed il 2001. E’ quanto rivela oggi il Corriere della Sera, riportando confessioni di un pentito vicino alla rete terroristica di Osama Bin Laden. Non solo, secondo il quotidiano di via Solferino, nel mirino dei terroristi vi sarebbero anche la base statunitense di Mondragone, nel Casertano, e uomini di spettacolo. Allarme rosso anche in Francia, dove un ordigno a base di nitrato di nafta, che però non poteva scoppiare a causa di un filo staccato, è stato trovato, ieri, sulla linea ferroviaria Parigi-Basilea vicino a Troyes. La polizia ha subito pensato al gruppo Azf, che da dicembre minaccia devastanti attentati ai treni se lo Stato non gli verserà un’ingente somma; ma nel tardo pomeriggio il Ministero degli Interni ha escluso questa pista. E oggi, proprio il gruppo Azf ha inviato alle autorità francesi una nuova lettera dove annuncia la cessazione temporanea delle sue “attività terroristiche”, ma nel contempo minaccia nuovi attentati in futuro. Lo ha annunciato un’emittente televisiva locale. Cresce la paura per una possibile offensiva dell’integralismo islamico anche in Germania, dove il presidente Johannes Rau ieri è stato costretto ad annullare una visita a Gibuti, ultima tappa del suo lungo viaggio in Africa. Intanto, l’ex capo dell’antiterrorismo americano, Richard Clarke, rilancia le accuse contro la Casa Bianca. In un’audizione dinanzi alla commissione parlamentare d’inchiesta sulla strage dell’11 settembre 2001, Clarke ha denunciato che il presidente Bush avrebbe sottovalutato il terrorismo, considerandolo “una questione importante ma non urgente”. L’ex consigliere, che ha lavorato anche per l’amministrazione precedente, ha sottolineato che, al contrario, sotto la presidenza di Bill Clinton la lotta al terrorismo era tra le priorità. Accuse definite “triviali” dalla Casa Bianca.

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Ennesima giornata di sangue in Iraq. Un soldato statunitense è stato ucciso e altri due sono rimasti feriti, questa mattina, in seguito all’esplosione di un ordigno artigianale a Baqouba, nel nord del Paese. Lo ha reso noto un portavoce dell’esercito americano. In precedenza, il vice direttore delle operazioni militari Usa nel Paese, Mark Kimmitt, aveva riferito che in un attacco avvenuto ieri a Taji, a nord di Baghdad, è stato ucciso un altro militare statunitense. E quattro iracheni, tra i quali un bimbo di due anni, hanno perso la vita nel corso di un’operazione notturna condotta dalle forze americane nel villaggio di Gazwan, 80km ad ovest della capitale. Intanto, il segretario di Stato di Washington, Colin Powell, sta cercando soluzioni per convincere il futuro premier spagnolo, Josè Luis Zapatero, a recedere dall’intenzione di ritirare a giugno il contingente spagnolo dall’Iraq.

 

Il premier britannico Tony Blair è giunto oggi a Tripoli per incontrare il leader libico Muammar Gheddafi, si  tratta della prima visita dal 1951 di un primo ministro inglese nel paese nordafricano. Per Blair, si tratta di “un segnale importante per i mondo arabo”. I particolari nel servizio di Paolo Cappuccio.

 

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Una stretta di mano e un amichevole scambio di convenevoli hanno fatto da cornice all’incontro di oggi tra il premier britannico Tony Blair e il leader libico Muammar Gheddafi. Il vertice, il primo dal 1951 di un premier inglese in Libia, giunge a sancire la ritrovata distensione nei rapporti diplomatici tra i due Paesi. Il cammino che ha preceduto la visita del primo ministro britannico è stato segnato dall’assunzione delle responsabilità della Libia per l’attentato di Lockerbie del 1988, costato la vita a 270 persone, e dalla definitiva rinuncia di Tripoli ai piani per la produzione di armi di distruzione di massa. “La Libia - ha dichiarato ai margini dell’incontro il capo della diplomazia libica Chalgam - ricerca una vera cooperazione” aggiungendo poi in risposta ad una sollecitazione su Al-Qaida “che si tratta di una minaccia alla sicurezza, al progresso, alla nostra cultura, un ostacolo al cambiamento nella regione”. Contemporaneamente, la compagnia petrolifera anglo-olandese Shell ha firmato oggi a Tripoli un accordo per lo sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio al largo delle coste libiche per un totale di 200 milioni di dollari, mentre si prevedono già delle commesse per l’industria bellica britannica. L’incontro ha suscitato comunque un coro di proteste da parte dei conservatori inglesi che lo trovano estremamente intempestivo in relazione alle stragi terroristiche di Madrid. “Offrire un rapporto di partenership ad un Paese che ha deciso di abbandonare le armi di distruzione di massa non significa dimenticare il dolore del passato- è stata la dichiarazione in proposito di Blair – bensì riconoscere i cambiamenti quando questi avvengono”.

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In Italia, giornata decisiva al Senato per il disegno di legge sulle riforme istituzionali. L’aula di Palazzo Madama ha ripreso stamani l’esame del provvedimento ma è mancato subito il numero legale. Dopo il primo incidente di percorso, l’assemblea ha però ripreso a votare senza problemi e ha approvato l’articolo 33 sulla devoluzione. L’articolo prevede che “spetta alle Regioni la potestà legislativa esclusiva” per l’assistenza e l’organizzazione sanitaria, l’organizzazione scolastica e ogni altra materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato. L’articolo stabilisce, infine, che il primo comma dell'articolo 117 della Costituzione sia sostituito dal seguente: “La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario”.

 

Restiamo in Italia. Domani lo sciopero generale proclamato da Cgil, Cisl e Uil contro le decisioni del Governo sulla modifica del sistema previdenziale e per sostenere la piattaforma sui temi dello sviluppo, della politica dei redditi, degli ammortizzatori e delle politiche sociali, del Mezzogiorno. Anche se la manifestazione è stata indetta per quattro ore, le modalità di svolgimento sono diverse a seconda delle categorie professionali. In particolare, i lavoratori del pubblico impiego, delle Regioni, delle Autonomie Locali, della Sanità pubblica e privata, degli enti previdenziali sciopereranno, nel rispetto dei servizi minimi essenziali, per l’intera giornata.

 

Washington ha condannato, ieri, la decisione della Commissione Europea, di imporre la multa di 497 milioni di Euro alla Microsoft, per abuso di posizione dominante. Una dichiarazione del responsabile dell’Antitrust del Dipartimento della Giustizia statunitense, Robert Hewitt Pate, ha fatto notare che negli Stati Uniti sentenze del genere erano state bocciate dai tribunali, mentre avere adottato tale sentenza in Europa rischia di provocare una situazione distorta, nella quale si “rischia di proteggere i concorrenti, non la libera concorrenza”.

 

Il presidente afgano, Hamid Karzai, ha annunciato la sua intenzione di far svolgere le elezioni presidenziali per settembre, anziché per giugno come previsto. Lo si è appreso, oggi, da fonti diplomatiche, le quali hanno precisato come un annuncio ufficiale in tal senso sarà fatto appena prima della conferenza di Berlino, che riunirà a partire dal 31 marzo una sessantina di Paesi e organizzazioni internazionali. Intanto, la Nato ha accolto la richiesta di Kabul di contribuire alla sicurezza delle consultazioni.

 

Sei persone, tra cui due agenti di polizia, hanno perso la vita oggi nel corso di scontri con le forze dell’ordine, avvenuti durante una manifestazione di protesta nella capitale della Costa D’Avorio, Abidjan. Lo ha annunciato il portavoce dell’esercito ivoriano, il colonnello Aka Ngoran. La manifestazione è stata indetta per chiedere una più rapida applicazione dell’accordo di pace del 2003. Si tratta del primo movimento di protesta di massa organizzato contro il governo del presidente ivoriano, Laurent Gbagbo, dalla fine della guerra civile durata nove mesi.

 

Oltre 275 mila tra polli e tacchini provenienti da fattorie canadesi toccate dall’influenza aviaria, saranno abbattuti nel quadro degli sforzi tendenti a bloccare l’epidemia. Lo ha dichiarato l’Agenzia dell’ispezione alimentare canadese.

 

 

 

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