RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 85 - Testo della Trasmissione di giovedì 25 marzo
2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
Lotta
al terrorismo e ruolo dell’Unione Europea: ne parliamo col cardinale Roberto
Tucci
Accesa in Grecia la fiaccola olimpica dei giochi di
Atene 2004: con noi Sara Simeoni.
CHIESA E SOCIETA’:
Assegnato
al cardinale Etchegaray il premio Houphouët-Boigny per la ricerca della pace
2003
Lotta al terrorismo e
conferenza intergovernativa al centro del vertice europeo dei capi di Stato e
di governo, oggi a Bruxelles
Cresce l’allarme
terrorismo in Europa
Storica visita oggi in
Libia del premier britannico, Tony Blair.
25 marzo 2004
UN’EUROPA SENZA NAZIONALISMI EGOISTICI, IN CUI LA
SCIENZA,
L’ECONOMIA
E IL BENESSERE SOCIALE SIANO AL SERVIZIO DI TUTTI.
UN’EUROPA
DELL’UOMO, SUL QUALE SPLENDA IL VOLTO DI DIO. E’ QUANTO HA DETTO GIOVANNI PAOLO
II RICEVENDO IN VATICANO IL PREMIO CARLO MAGNO
DELLA
CITTÀ DI AQUISGRANA
PER IL
SUO IMPEGNO IN FAVORE DELL’UNITÀ E DELLA PACE NEL CONTINENTE EUROPEO
Giovanni
Paolo II ha ricevuto in Vaticano il Premio internazionale straordinario “Carlo
Magno” 2004 della Città di Aachen “per il suo impegno nella promozione
dell’unità europea e a servizio dell’umanità e della pace nel mondo”. Il premio
“Carlo Magno” istituito nel 1949 dalla cittadinanza di Aachen/Aquisgrana, la
città nativa di Carlo Magno, è fra le più prestigiose onorificenze europee. La
cerimonia di consegna del Premio da parte del sindaco di Aquisgrana, Dr. Jürgen
Linden, si è svolta ieri pomeriggio nella Sala Clementina alla presenza di
numerose personalità. Quest’anno, insieme al Papa, l’onorificenza viene
assegnata anche al presidente del Parlamento europeo Pat Cox. Il servizio è di
Stefano Leszczynski.
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Il premio Carlo Magno, con il quale la città di Aquisgrana
suole onorare i meriti verso l’Europa, trae le sue ragioni dai fondamenti
politici e culturali che l’imperatore Carlo fu capace di dare al suo regno,
tanto da ricevere l’appellativo di Pater Europae. In occasione della
cerimonia di consegna del prestigioso riconoscimento, svoltasi nella Sala
Clementina in Vaticano, Giovanni Paolo II ha voluto ricordare l’impegno della
Chiesa nel riconoscere ed incoraggiare l’attività e l’impegno di tante
personalità a favore della pace e dell’unità dei popoli europei. La Santa Sede
– come già sottolineato da Papa Pio XII – ha appoggiato esplicitamente l’idea
della formazione di un’unione europea, non lasciando dubbi circa il fatto che
per una sua valida e durevole affermazione è necessario rifarsi al
cristianesimo come fattore che crea identità e unità. In questo senso si
sviluppa l’auspicio del Santo Padre per la futura Europa unita, una entità
senza nazionalismi egoistici, in cui la scienza, l’economia e il benessere
sociale siano al servizio di ogni uomo in necessità. Una Europa la cui unità –
ha detto il Papa – si fonda sulla vera libertà, libertà di religione e libertà
sociali:
“L’Europa che ho in mente è un’unità politica, anzi
spirituale, nella quale i politici cristiani di tutti i Paesi agiscono nella
coscienza delle ricchezze umane che la fede porta con sé. Uomini e donne
impegnati a far diventare fecondi tali valori, ponendosi al servizio di tutti
per un’Europa dell’uomo, sul quale splenda il volto di Dio”.
Alla
vigilia dell’allargamento dell’UE i cui Stati membri ammonteranno a 25 – ha
sottolineato il sindaco di Aquisgrana Jürgen Linden nel suo intervento –
restano ancora molte questioni vitali che attendono risposta: la sicurezza
esterna e la sicurezza sociale, la protezione dal terrorismo e dalla violenza,
ma anche il funzionamento delle istituzioni e della partecipazione democratica
all’ulteriore processo di sviluppo. Il sindaco Linden, conferendo il Premio
Internazionale straordinario Carlo Magno a Giovanni Paolo II, ha sottolineato
con enfasi l’opera eminente del Papa per l’unità dell’Europa, per la
conservazione dei suoi valori e per il messaggio di Pace. Ed ha aggiunto:
“HOCHVEREHRTER, HEILIGER VATER!
Lei ci propone, ed è in questo per noi modello eminente, i valori
europei, in particolare il rispetto per la dignità e la libertà della persona
umana, l’eguaglianza, la solidarietà e l’attenzione al prossimo. Lei si impegna
in modo convincente per la intangibilità dei diritti dell’uomo e per il dovere
gravissimo di non attentare alla pace”.
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“ALZATEVI, ANDIAMO”: RICORDI E RIFLESSIONI
NELL’ULTIMO
LIBRO
DEL PAPA IN LIBRERIA DAL 18 MAGGIO PROSSIMO
- Ne
parla Joaquín Navarro Valls -
Una
raccolta di ricordi e riflessioni: si presenta così “Alzatevi, andiamo!”, il
nuovo libro scritto da Giovanni Paolo II, che uscirà nelle librerie il prossimo
18 maggio, in occasione dell’84.mo compleanno del Papa. La Libreria Editrice
Vaticana, detentrice dei diritti, ha scelto la Mondadori per la pubblicazione e
diffusione del volume, i cui proventi saranno utilizzati per opere di carità
del Santo Padre. Alla conferenza stampa di presentazione, tenutasi
ieri a Roma, era presente anche il direttore della Sala Stampa vaticana, il dott.
Joaquín Navarro
Valls. Ecco le sue impressioni sul nuovo libro del Papa:
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R. – Giovanni Paolo II ha
scritto molto nella sua vita e continua a scrivere molto, e non mi riferisco
soltanto ai suoi documenti magisteriali. Scrive, infatti, moltissimo anche su
altri temi. Nelle anticipazioni che abbiamo letto, qualcuno diceva che questa
sarà l’ultima opera scritta da Giovanni Paolo II: di questo non ne sarei tanto
sicuro ed ho le mie ragioni per non esserne tanto sicuro! E’ un libro di
ricordi e riflessioni. La prima riflessione è: “Qual è la sorgente della mia
vocazione?”, in questo caso della vocazione all’episcopato. Racconta, quindi, e
direi anche con dettagli molto simpatici ed umoristici, quell’estate del 1958
quando lui si trovava in canoa nel nordest del Paese e arriva la chiamata del
Primate della Polonia che gli dice di andare da lui perché aveva bisogno di
parlargli di un qualcosa. Questo è l’inizio del libro. Il Papa racconta in
dettaglio anche tutte le sue difficoltà come vescovo, i suoi rapporti con le
autorità polacche di quell’epoca, e fa quella annotazione che riscontriamo poi
in tutto il suo pontificato: “Le persone avevano sempre accesso diretto a me”,
nella sua casa di vescovo, “l’ingresso era consentito a tutti!”.
**********
A ROMA L’ANNUALE CORSO SUL FORO INTERNO
DEL
TRIBUNALE DELLA PENITENZIERIA APOSTOLICA
-
Intervista con mons. Gianfranco Girotti -
Si sta svolgendo a Roma l’annuale corso sul “Foro
interno” promosso dal Tribunale delle Penitenzieria Apostolica, presieduto dal
cardinale James Francis Stafford, Penitenziere Maggiore. La Penitenzieria è il
più antico dei dicasteri della Santa Sede e svolge un servizio spirituale
concedendo assoluzioni e dispense. Al centro del corso il Sacramento della
Riconciliazione. Ma oggi come è vissuto questa Sacramento? Giovanni Peduto lo
ha chiesto a mons. Gianfranco Girotti, reggente della Penitenzieria Apostolica.
*********
R. – In
un’epoca di profondi mutamenti non è difficile constatare che il Sacramento
della Penitenza ha subito negli ultimi tempi un appannamento nella pratica. Un
primo aspetto che balza dinanzi è certamente l’affievolirsi del senso del
peccato. La indebolita coscienza del peccato rischia di suggerire al penitente
più l’esternazione d’animo che non la denuncia del proprio peccato.
D. – Come fare una buona
confessione?
R. – Occorre a mio avviso, percorrere nuovi ‘cammini
penitenziali’. Il fedele deve sentire i propri atti non come mere dichiarazioni
di buona volontà, ma come presenza di grazia nella propria vita.
D. – Ma i sacerdoti oggi sono
disponibili a confessare?
R. – Il Santo Padre Giovanni
Paolo II ha ricordato che i sacerdoti, nell’impartire ai fedeli la grazia e il
perdono nel Sacramento della Penitenza, compiono l’atto più alto, dopo la
celebrazione dell’Eucaristia, del loro Sacerdozio. Sono personalmente convinto
che sono molti i sacerdoti che nella gerarchia dei loro compiti, un ruolo
privilegiato lo riservano proprio al servizio, silenzioso e umanamente non
sempre gratificante, della Confessione.
D. – Come deve comportarsi un
sacerdote durante le Confessioni?
R. – Un buon confessore deve
mostrarsi sempre accogliente, sereno, non frettoloso, deve avere la massima
cortesia, non dimenticando che il “confessore svolge un compito paterno, perché
rivela agli uomini il cuore del Padre e impersona l’immagine di Cristo, buon
Pastore”.
D. – Come far capire
l’importanza della Confessione?
R. – Con una appropriata ed
approfondita catechesi, ricordando che nella Riconciliazione sacramentale il
perdono di Dio è fonte di rinascita spirituale e principio efficace di
santificazione. Al riguardo mi piace ricordare una testimonianza di don Lorenzo
Milani, il sacerdote educatore fiorentino, famoso per l’esperienza della sua
scuola di Barbiana. A chi gli chiedeva perché non avesse lasciato la Chiesa
cattolica che, a loro dire, l’aveva duramente provato, egli rispondeva: “E dove
mai avrei trovato chi mi perdonasse i peccati”. Questa splendida testimonianza
descrive, mi pare, con molta efficacia l’importanza del Sacramento della
Penitenza o della Riconciliazione.
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UDIENZE E NOMINE
Nel corso della mattinata, il Santo Padre ha ricevuto in
successive udienze mons. Ramiro Moliner Inglés, nunzio apostolico in
Etiopia e in Gibuti e delegato apostolico in Somalia; il cardinale Camillo
Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana, con mons. Enzo Dieci,
ausiliare per il Settore Nord; don Albino Marin, parroco della parrocchia Santi
Crisante e Daria; Don Eusebio Mosca, parroco della parrocchia S. Felicita e
Figli Martiri, con i vicari parrocchiali; don Enrico Gemma, parroco della
Parrocchia di S. Giovanni della Croce, con i vicari parrocchiali e il professor
Wolfhart Puhl.
In Francia, il Papa ha nominato arcivescovo metropolita di
Rouen mons. Jean-Charles Descubes, finora vescovo di Agen. Mons. Descubes è
nato a Tonnay-Charente, nella diocesi di La Rochelle, il 7 febbraio 1940. E’
stato ordinato sacerdote nel 1965 e consacrato vescovo nel 1997.
Il Papa ha nominato membri della Pontificia Commissione
per lo Stato della Città del Vaticano i cardinali Jean-Louis Tauran e Attilio
Nicora. Ha quindi nominato consultore della Congregazione per il Clero mons.
Georg Schmuttermayr, della diocesi di Augsburg. Il Santo Padre ha inoltre
nominato vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico della Città del
Vaticano mons. Lorenzo Civili, Protonotario apostolico partecipante ed uditore
emerito della Rota Romana. Il Pontefice ha infine nominato Promotore di
Giustizia presso il Tribunale Ecclesiastico della Città del Vaticano mons.
Antonio Nicolai, Difensore del Vincolo.
DOMANI, NELLA BASILICA ROMANA DI SANTA MARIA
MAGGIORE,
MESSA
SOLENNE IN MEMORIA DELLE VITTIME DELL’ATTENTATO DI MADRID,
PRESIEDUTA
DAL CARDINALE ANGELO SODANO
Una messa solenne per ricordare le
vittime di Madrid: domani nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore, alle
ore 11, il cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, presiederà una
commemorazione funebre in memoria delle vittime del vile attentato terroristico
dell’11 marzo scorso. La cerimonia è stata voluta e organizzata congiuntamente
dalle ambasciate di Spagna presso la Santa Sede e l’Italia e dal Sovrano
Militare Ordine di Malta.
La messa, che vedrà la partecipazione di numerosi
rappresentanti del corpo diplomatico, sarà trasmessa in diretta da Telepace.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina, con
significativo accento, il titolo "Il sogno del Papa: un'Europa dell'uomo
sulla quale splenda il volto di Dio": Giovanni Paolo II riceve il Premio
Carlo Magno, conferito in modo straordinario ed unico dalla città di
Aquisgrana.
Una riflessione di Francesco
Maria Valiante dal titolo "Quel 'sì' può divenire l'insegna di una nuova
umanità": la catechesi del Santo Padre all'udienza generale della vigilia
dell'Annunciazione.
Nelle vaticane, un approfondito
articolo dell'Arcivescovo di Gniezno, Mons. Henryk Muszynski, dal titolo
"Restituiamo all'Europa lo Spirito".
Nelle estere, Medio Oriente: un
bambino "kamikaze" dice "no" alla morte; Hussam Abdo era
stato pagato 20 euro per sferrare un attacco suicida ad un posto di blocco nei
Territori palestinesi. Dopo le donne i gruppi fondamentalisti islamici armati
reclutano anche ragazzi sempre più giovani per portare a termine attentati
sanguinari.
Spagna: l'omelia
dell'Arcivescovo di Madrid, cardinale Maria Rouco Varela, durante i funerali di
Stato delle vittime degli attentati dell'11 marzo.
Nella pagina culturale, un
articolo di Angelo Marchesi sul volume "Paolo VI. Fede, cultura,
università". Il libro raccoglie gli atti del convegno sulla figura e
sull'opera di G.B. Montini.
Nelle pagine italiane, in primo
piano il tema delle riforme.
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25 marzo 2004
IL CORAGGIO DI COMPRENDERSI PER ARGINARE L’ODIO:
LA SUPPLICA DEL PAPA ALLA MADONNA DI
ARRESTARE IL MALE NEL MONDO RIECHEGGIA OGGI IN TERRA SANTA, NELL’ODIERNA FESTA
DELL’ANNUNCIAZIONE
-
Intervista con padre Samir Sarouz -
Una “festa cristologica e mariana insieme”, la solennità
dell’Annunciazione, “che ci fa contemplare l’incarnazione del Verbo eterno
fatto uomo nel grembo di Maria”: cosi il Papa ieri, che ha scelto la vigilia di
questa ricorrenza per rinnovare, la sua supplica alla Vergine Santa perché nel
mondo “si riveli l’infinita potenza salvifica della Redenzione”, “potenza
dell’Amore misericordioso” che “arresti il male” e “trasformi le coscienze”.
Una supplica già rivolta da Giovanni Paolo II, vent’anni fa nell’Anno Santo
della Redenzione. Anche allora l’umanità - ha ricordato il Santo Padre “viveva
momenti difficili, di grande preoccupazione e incertezza” e cosi pure oggi “il
mondo resta ancora paurosamente segnato dall’odio, dal terrorismo e dalla
guerra”.
Roberta Gisotti ha contattato stamane padre Samir Sarouz,
guardiano della Basilica dell’Annunciazione a Nazareth, di cui ricorre oggi il
35 mo anniversario della dedicazione, avvenuta nel 1969, mentre sono passati
quattro anni dal pellegrinaggio giubilare di Giovanni Paolo II in Terra Santa,
tra le regioni del mondo più tormentate e afflitte dall’odio. Ascoltiamo
l’intervista:
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D. – Padre Samir, quale eco alla nuova supplica del Papa?
R. – Noi che siamo qui, sentire la voce del Papa,
specialmente in questi giorni così difficili ci permette di sperare. Ci uniamo
alla preghiera del Santo Padre per la pace, che ha perso la strada nella terra
del Vangelo, nella terra di Gesù, nella terra di Maria, nella terra dei primi
cristiani, che hanno testimoniato e ci hanno lasciato questa testimonianza di
fede.
D. – Padre Samir, di fronte al sangue che scorre in molti
Paesi e regioni del mondo, oltre che in Terra Santa, Giovanni Paolo II chiede
uno sforzo coraggioso di reciproca comprensione. Il Papa richiama spesso la
virtù del coraggio, che oggi sembra invece mancare sovente agli uomini nelle
grandi e piccole opere di pace…
R. – Sì, manca veramente molto il coraggio. Il coraggio
per dire basta e per dire proviamo un’altra via, che ci porti al rispetto di
tutti i diritti. Non c’è il coraggio di fare questo. C’è bisogno di molto
coraggio per poter osare la pace, il dialogo ed affrontare l’altro. Questo
manca soprattutto qui in Terra Santa, manca tra questi due popoli che si
scontrano in vari modi e con tanta violenza. Ci vuole coraggio e preghiamo per
questo coraggio, affinché maturi nella mentalità soprattutto di coloro che
possono arrivare a questo coraggio.
D. – Il coraggio, invece, purtroppo travisato spesso per
compiere il male. Ieri un ragazzino palestinese, spinto dall’odio, era pronto
ad immolarsi per un attacco suicida ma poi ha desistito, ha avuto paura, una
paura sana, direi?
R. – Questa creatura non ha colpa; non è certo colpa di
questo bambino. Tutto questo però ci permette di capire come si è violata la
sua psicologia, come si è intervenuti nella sua testa. Questo fa pena, perché
sembra che la vita non abbia valore. Tutto questo si ripete purtroppo in ogni
attentato, in ogni attacco da una parte e dall’altra. Questa è l’atmosfera
nella quale viviamo qui, in Terra Santa. Speriamo che finisca, speriamo che si
arrivi presto alla fine di tutta questa situazione.
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LOTTA
AL TERRORISMO E RUOLO DELL’UNIONE EUROPEA:
IL COMMENTO DEL CARDINALE ROBERTO TUCCI
-
Intervista di Rosario Tronnolone -
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“C’è il pericolo di un imbarbarimento complessivo. Un
imbarbarimento, che già esiste nel fondamentalismo islamico, nel quale non è
giusto coinvolgere la massa del popolo islamico. Teniamo presente che in Europa
abbiamo almeno una decina di milioni di islamici, tra Germania, Italia, Francia
e Spagna. Bisogna stare, quindi, molto attenti a non spingerli dall’altra
parte. Certamente un omicidio mirato come quello di Yassin non contribuisce in
nessun modo alla pacificazione. Rischia, anzi, di far diventare fondamentalisti
anche coloro che nel mondo islamico ancora non lo sono. Io credo che sia giunto
il momento in cui l’Europa si svegli, in cui l’Europa prenda iniziative. Lo so
che l’Europa non è ancora realmente riuscita ad organizzarsi in maniera tale da
avere un peso nella politica estera, da avere un’unità nella politica estera.
E’ giunto il momento che proprio i più forti nell’Europa – l’Italia conta
anch’essa in questo gruppo, diciamo, un po’ importante – prendano delle
iniziative per far muovere nuovamente il “quartetto”, cioè a dire Stati Uniti,
Russia, Unione Europea ed Onu. In modo che così facendo possa rimettersi in
moto la pace ma è necessario un grosso intervento nei riguardi di Sharon. Se si
va avanti così la situazione mondiale peggiorerà sempre più. Sono poi molto
preoccupato del fatto che ci si possa imbarbarire un po’ tutti. Bisogna stare
molto attenti. In Italia abbiamo avuto il periodo del terrorismo, lo hanno
avuto anche i tedeschi: in questi due Paesi si è riusciti a battere il
terrorismo, senza esagerare in misure di restrizione dei diritti umani e delle
libertà civili. Non vorrei che adesso questo imbarbarimento, che è certamente
provocato dal terrorismo, faccia sì che pian piano diventiamo un po’ barbari
anche noi”.
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ACCESA OGGI IN GRECIA LA FIAMMA DELLE OLIMPIADI
DEI GIOCHI DI ATENE 2004
-
Intervista con Sara Simeoni -
Le
prossime Olimpiadi di Atene apriranno i battenti il 13 agosto, ma già oggi
nell’antica Olimpia si è svolto il rituale dell’accensione della Fiaccola dei
Giochi 2004, così come avveniva nella Grecia classica. La fiamma olimpica
giungerà poi ad Atene proprio il giorno della cerimonia d’apertura. Timori che
le Olimpiadi possano essere coinvolte nel difficile attuale clima
internazionale, ma anche speranza che i Giochi possano essere un evento che
ripropongono al mondo valori di pace e solidarietà. Il servizio di Giancarlo La
Vella:
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(musica)
Le
Olimpiadi moderne tornano ad Atene dopo 108 anni per riproporre al mondo non
solo record, spettacolo e agonismo, ma un messaggio di pace e convivenza che
solo lo sport, quando vissuto nei suoi veri valori, riesce a trasmettere. Oggi,
davanti ad oltre 10 mila persone, nel tempio di Era ad Olimpia, è stata accesa
la fiamma olimpica, simbolo dello spirito dei giochi, incendiata attraverso un
sistema di specchi per sfruttare la rifrazione solare. La fiamma poi passerà
alla torcia che, portata da atleti di tutto il mondo, per la prima volta
visiterà tutti e cinque i continenti rappresentati dai cinque anelli olimpici.
Sono Olimpiadi particolari queste di Atene 2004. A parte le polemiche per i
ritardi nella costruzione delle infrastrutture che, sembra, non provocheranno
comunque alcun problema al rispetto del programma delle gare, c’è il timore che
il terrorismo internazionale possa sfruttare un palcoscenico così importante.
Ma lo
sport ci riprova ancora una volta a dire al mondo che la convivenza è
possibile, al di là delle differenze che esistono tra i popoli della terra. Ne
abbiamo parlato con Sara Simeoni, medaglia d’oro nel 1980 a Mosca nel salto in
alto, che oggi si occupa di promozione dello sport tra i giovani:
R. –
Sicuramente questo momento dell’accensione del fuoco è un momento molto
suggestivo. Oggi questa accensione dovrebbe, però, far riflettere un pochino
tutti secondo i valori che lo sport ripropone, che sono importanti e che oggi
bisognerebbe ripensarli.
D. –
Quanto sono importanti a suoi giudizio queste Olimpiadi che cadono in un
momento così difficile per la storia del mondo?
R. – Mi
aspetto diverse cose, sinceramente, da queste Olimpiadi ed una è che lo sport è
un messaggero di pace molto potente perché può abbattere qualsiasi barriere di
razza, di colore, di credo. Io mi aspetto che queste Olimpiadi possano essere
un momento in cui l’uomo rifletta su tutti questi significati.
(musica)
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25 marzo 2004
CONTINUANO AD ESSERE GRAVI,
IN ISRAELE, I PROBLEMI
PER IL RILASCIO DI VISTI DI INGRESSO
E PER IL RINNOVO DEL PERMESSO DI SOGGIORNO AL PERSONALE ECCLESIASTICO
GERUSALEMME.
= “E’ Una situazione allucinante, il problema è gravissimo e le promesse fatte
finora dalle alte cariche del governo non sono state mantenute”. Con queste
parole padre David Jaeger, portavoce della Custodia di Terra Santa, descrive
all’agenzia AsiaNews i gravi problemi provocati dalle persistenti
restrizioni imposte dalle autorità israeliane per il rilascio di visti di ingresso e per il rinnovo del permesso di
soggiorno al personale ecclesiastico e religioso operante in Israele. Il
fenomeno, già affrontato un anno fa in un
rapporto redatto dalla Commissione ‘ad hoc’ istituita dalla Assemblea degli
ordinari di Terra Santa, riguarda ormai molte decine di sacerdoti,
religiosi e religiose, che vivono in condizioni di clandestinità, pur
trovandosi da anni in Israele o nei Territori occupati. Secondo AsiaNews,
il blocco dei visti mette in discussione anche l’Accordo fondamentale fra la
Santa Sede e Israele, siglato dieci anni fa, che riconosce il diritto della
Chiesa di dispiegare il proprio personale e le proprie istituzioni. Inutili
sono stati, sinora, gli appelli dei responsabili della Chiesa cattolica alle
autorità israeliane, dalle quali sono arrivate solo vaghe promesse. (L.Z.)
NELLA SOLENNITÀ DELL’ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE SI
CELEBRA OGGI
LA GIORNATA DI PREGHIERA PER LA PROTEZIONE DEI
NASCITURI
E DI COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DELL’ABORTO
WASHINGTON. = Si celebra oggi, presso il Santuario
dell’Immacolata Concezione a Washington, la giornata di preghiera per la protezione
dei nascituri e di commemorazione delle vittime dell’aborto, promossa da Priests
for Life e da Human Life International, nella Solennità dell’Annunciazione
del Signore. La Giornata viene osservata anche in Argentina, Brasile, Uruguay,
Paraguay, Nicaragua, Cile e Spagna. In Italia, con una solenne celebrazione
eucaristica nella Santa Casa di Loreto è stato inoltre inaugurato questa
mattina, la “Preghiera Universale per la vita”, un movimento mondiale di
preghiera nato in risposta all’appello di Giovanni Paolo II nell’Enciclica “Evangelium
Vitae”: “E’ urgente una grande preghiera per la vita che attraversi il
mondo intero”. Dal 1995 ad oggi, circa 20 mila persone, tra comunità religiose,
parrocchie, associazioni e gruppi dei cinque Continenti, hanno risposto a tale
appello. Nell’odierna liturgia, presieduta dal presidente del Pontificio
Consiglio per la Famiglia, cardinale Alfonso López Trujillo, insieme
all’Arcivescovo prelato di Loreto, mons. Angelo Comastri, è stato distribuito a
tutti i partecipanti un sussidio dal titolo “Vademecum degli Apostoli della
preghiera per la vita”. (A.L.)
SULLA
GIUSTIZIA E I PROCESSI PENALI NELLA CHIESA, INCENTRATO IL CONVEGNO
CHE SI
APRE OGGI, A ROMA, ALLA
PONTIFICIA UNIVERSITÀ DELLA SANTA CROCE
ROMA. =
“Processo penale e tutela dei diritti nell’ordinamento canonico”. E’ il tema
del convegno, promosso dalla Facoltà di diritto canonico, che si apre oggi a
Roma, alla Pontificia università della Santa Croce. All’incontro partecipano
esperti, provenienti da diversi Paesi, su questioni complesse quali i diritti
dell’imputato, i modi di garantire un’adeguata difesa e la tutela penale dei
diritti del soggetto nella società civile e in quella religiosa. Durante il
convegno, che si conclude domani, sono inoltre previsti, tra gli altri, gli
interventi del segretario del Supremo tribunale della Segnatura apostolica,
mons. Velasio De Polis, e del docente di storia del diritto alla Chatolic
University of America, prof. Kenneth Pennington. “L’incontro – spiega Davide
Cito, docente di diritto penale presso la Pontificia università della Santa
Croce – intende offrire una riflessione accademica sulla giustizia dei processi
in sede ecclesiale”. (A.L.)
IN
FASE DI AVVIO, IN PERÙ, IL PROGRAMMA DI ALFABETIZZAZIONE FINANZIATO
DAL
GOVERNO SPAGNOLO E DESTINATO A DECINE DI MIGLIAIA DI ADULTI
LIMA. = Saranno oltre 45 mila gli adulti peruviani
che, nel corso di tre anni, beneficeranno di un progetto di cooperazione,
finanziato dal ministero dell’Educa-zione, della Cultura e dello Sport di Madrid,
recentemente presentato a Lima dal governo peruviano. Gli analfabeti coinvolti
nella prima fase del ‘Programa de Alfabetización y Educación Básica de
Adultos’ (Paeba) saranno 11.000, tutti residenti in zone marginali di tre
distretti della capitale peruviana. Questa prima fase del progetto durerà fino
ad agosto e sarà immediatamente seguita da un secondo ‘passo’ che interesserà
altre periferie emarginate. Il Paeba è nato nel 1992 a Madrid, nell’ambito del
secondo vertice ibero-americano dei capi di Stato e di governo. Da allora,
hanno beneficiato dei finanziamenti pubblici spagnoli per ridurre il numero di
analfabeti che vivono in condizioni di povertà, circa due milioni di persone
(il 75 per cento donne) che vivono in Stati latinoamericani. Tra questi Paesi
figurano - tra gli altri - El Salvador, Repubblica Dominicana, Nicaragua,
Honduras e Paraguay. (A.L.)
ASSEGNATO
AL CARDINALE ETCHEGARAY IL PREMIO HOUPHOUËT-BOIGNY
PER LA
RICERCA DELLA PACE 2003
PARIGI.
= Un autentico impegno in favore del dialogo tra le religioni. E’ questa la
motivazione con cui l’Unesco ha attribuito al presidente emerito del
Pontificio consiglio giustizia e pace, cardinale Roger Etchegaray, e al Gran Mufti di
Bosnia-Erzegovina, Mustafa Ceric, il Premio Houphouët-Boigny per la ricerca
della pace 2003. Questo riconoscimento, assegnato dal 1989 a personalità o istituzioni che si sono
distinte nella ricerca della pace a livello mondiale, intende “inviare alla
comunità internazionale - ha detto il segretario del Premio - un segnale forte
a favore del dialogo interreligioso, fondamento essenziale per la pace e per la
comprensione tra i popoli e le nazioni”. Il cardinale Etchegaray, dopo aver
lasciato la presidenza del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace e
del Pontificio Consiglio Cor Unum, ha visitato diverse zone di crisi, tra le
quali Betlemme, durante l’assedio israeliano della Basilica, e l’Iraq. (A.L.)
NEL 2007 OLTRE IL 50 PER CENTO
DELLA POPOLAZIONE MONDIALE VIVRÀ NELLE CITTÀ. E’ QUANTO EMERGE DA UN RAPPORTO
RECENTEMENTE PUBBLICATO
DALLE NAZIONI UNITE
NEW YORK. = Entro il 2007, più
della metà della popolazione mondiale vivrà nelle città. E’ questo il
significativo dato di un rapporto recentemente pubblicato dalle Nazioni Unite.
Sara la prima volta nella storia dell’umanità - rileva lo studio - che il
numero dei cittadini sorpasserà quello dei contadini. L’aumento urbano - si
legge nella ricerca - riguarderà soprattutto le città che ora non superano il
mezzo milione di abitanti e non le megalopoli. Tokio, dove attualmente vivono
circa 35 milioni di persone, dovrebbe restare la città più popolata del mondo,
con un aumento di oltre un milione di abitanti entro il 2007. (A.L.)
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25 marzo 2004
- A cura di Dorotea Gambardella -
Conferenza intergovernativa e dunque costituzione,
terrorismo e questioni economiche: queste le direttrici su cui l’Unione Europea
tenta di pronunciare parole chiave per il prossimo futuro. È l’attesa per il
vertice dei capi di Stato e di governo che si apre nel pomeriggio a Bruxelles.
Nella sua presentazione, il presidente della Commissione europea, Romano Prodi,
ha definito il terrorismo la più grave minaccia per il mondo libero, dopo la
Seconda Guerra Mondiale e ha poi annunciato di essere ottimista per quanto
riguarda il trattato costituzionale. Il servizio dalla nostra inviata a
Bruxelles, Fausta Speranza:
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Terrorismo, Iraq, Medio Oriente reclamano un’Unione in
grado di prendere decisioni politiche, che significa un’Europa che ha fatto le riforme
costituzionali. Ne sono consapevoli i leader che si ritroveranno alle 18.00 per
la prima riunione di questo vertice di primavera, che fa seguito a quello
segnato dal fallimento sulla Costituzione. Nelle ultime ore si sono
moltiplicate le dichiarazioni di disponibilità per un accordo sul nodo del
sistema di voto e si intravede la svolta entro giugno. E’ possibile, se oggi si
gettano le basi, e promettente la dichiarazione di poco fa del capo della
diplomazia polacca. Varsavia non esclude più un compromesso sulla doppia
maggioranza, cioè 50 per cento degli Stati più uno, che rappresentino il 60 per
cento della popolazione. Dopo le aperture del futuro premier spagnolo, dunque,
non c’è più il veto né di Spagna, né di Polonia, che ha bloccato la discussione
a dicembre scorso. L’ipotesi degli ultimi giorni è di ritoccare la percentuale,
portandola a 55 e 65, ma Prodi avverte: “Se si alza troppo sarà sempre blocco
decisionale, come per l’unanimità”. Qualcuno ipotizza anche che il compromesso
possa essere sulla data dell’entrata in vigore del nuovo sistema, piuttosto che
sulla percentuale. In ogni caso poter decidere è il vero nodo da sciogliere,
perché l’Europa risponda al terrorismo con un progetto politico che vada oltre
le misure prese in questi giorni per lo scambio di informazioni sul piano
operativo. E nel documento sul terrorismo, il più atteso di questo vertice, ci
aspettiamo di leggere idee chiave. Tra le decisioni che attendono i Paesi
europei e sulle quali dunque l’appuntamento di oggi e domani doveva
pronunciarsi, ma probabilmente non ce la farà, ci sono anche le questioni
dell’economia. Dalle parole dell’agenda di Lisbona del 2000 infatti si deve
ancora passare ai fatti.
Da Bruxelles, Fausta Speranza, Radio Vaticana.
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Medio Oriente. Le forze
di sicurezza d’Israele hanno arrestato ieri sera tre compagni di scuola del
14enne mandato a farsi esplodere al posto di blocco di Hawara, vicino Nablus, e
fermato dai soldati israeliani prima che potesse compiere l’attacco. A
riferirlo fonti palestinesi. Il ragazzo, che ha raccontato di aver ricevuto il
corrispettivo di 20 euro per compiere l’attacco suicida, avrebbe dovuto far
scoppiare la cintura contenente otto chilogrammi di esplosivo tra i militari
dell’esercito nemico. Intanto, una cellula dell’organizzazione Tanzim del campo
profughi di Balata, a Nablus, si è assunta la responsabilità dell’invio del
ragazzino. Il nuovo leader politico di Hamas, Khaled Meshaal, in un’intervista
all’agenzia di stampa britannica, Reuters, promette che nessun israeliano, dal
premier Ariel Sharon all’uomo della strada, potrà considerarsi al sicuro fino a
quando Israele non abbandonerà i territori occupati.
Cresce l’allarme terrorismo in Europa. Milano nel
mirino dell’integralismo islamico. Disinnescato un ordigno in Francia. Il
presidente tedesco, Johannes Rau, annulla l’ultima tappa del suo viaggio in
Africa, per il rischio di un attentato. Negli Stati Uniti, intanto, ancora dure
accuse contro la Casa Bianca di aver sottovalutato il pericolo terrorismo da
parte dell’ex consigliere statunitense, Richard Clarke. I particolari nel
servizio di Dorotea Gambardella:
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Attentati kamikaze o con autobombe
contro obiettivi di Milano, come la stazione centrale, la questura e il comando
Carabinieri, sarebbero stati progettati da affiliati di Al Qaeda tra il ‘97 ed
il 2001. E’ quanto rivela oggi il Corriere della Sera, riportando confessioni
di un pentito vicino alla rete terroristica di Osama Bin Laden. Non solo,
secondo il quotidiano di via Solferino, nel mirino dei terroristi vi sarebbero
anche la base statunitense di Mondragone, nel Casertano, e uomini di
spettacolo. Allarme rosso anche in Francia, dove un ordigno a base di nitrato
di nafta, che però non poteva scoppiare a causa di un filo staccato, è stato
trovato, ieri, sulla linea ferroviaria Parigi-Basilea vicino a Troyes. La
polizia ha subito pensato al gruppo Azf, che da dicembre minaccia devastanti
attentati ai treni se lo Stato non gli verserà un’ingente somma; ma nel tardo
pomeriggio il Ministero degli Interni ha escluso questa pista. E oggi, proprio
il gruppo Azf ha inviato alle autorità francesi una nuova lettera dove annuncia
la cessazione temporanea delle sue “attività terroristiche”, ma nel contempo
minaccia nuovi attentati in futuro. Lo ha annunciato un’emittente televisiva
locale. Cresce la
paura per una possibile offensiva dell’integralismo islamico anche in Germania,
dove il presidente Johannes Rau ieri è stato costretto ad annullare una visita
a Gibuti, ultima tappa del suo lungo viaggio in Africa. Intanto, l’ex capo
dell’antiterrorismo americano, Richard Clarke, rilancia le accuse contro la
Casa Bianca. In un’audizione dinanzi alla commissione parlamentare d’inchiesta
sulla strage dell’11 settembre 2001, Clarke ha denunciato che il presidente Bush
avrebbe sottovalutato il terrorismo, considerandolo “una questione importante
ma non urgente”. L’ex consigliere, che ha lavorato anche per l’amministrazione
precedente, ha sottolineato che, al contrario, sotto la presidenza di Bill
Clinton la lotta al terrorismo era tra le priorità. Accuse definite “triviali”
dalla Casa Bianca.
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Ennesima giornata di
sangue in Iraq. Un soldato
statunitense è stato ucciso e altri due sono rimasti feriti, questa mattina, in
seguito all’esplosione di un ordigno artigianale a Baqouba, nel nord del Paese.
Lo ha reso noto un portavoce dell’esercito americano. In precedenza, il vice
direttore delle operazioni militari Usa nel Paese, Mark Kimmitt, aveva riferito
che in un attacco avvenuto ieri a Taji, a nord di Baghdad, è stato ucciso un
altro militare statunitense. E quattro iracheni, tra i quali un bimbo di due
anni, hanno perso la vita nel corso di un’operazione notturna condotta dalle
forze americane nel villaggio di Gazwan, 80km ad ovest della capitale. Intanto,
il segretario di Stato di Washington, Colin Powell, sta cercando soluzioni per
convincere il futuro premier spagnolo, Josè Luis Zapatero, a recedere
dall’intenzione di ritirare a giugno il contingente spagnolo dall’Iraq.
Il premier britannico Tony
Blair è giunto oggi a Tripoli per incontrare il leader libico Muammar Gheddafi,
si tratta della prima visita dal 1951
di un primo ministro inglese nel paese nordafricano. Per Blair, si tratta di
“un segnale importante per i mondo arabo”. I particolari nel servizio di Paolo
Cappuccio.
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Una stretta di mano e un amichevole scambio di convenevoli
hanno fatto da cornice all’incontro di oggi tra il premier britannico Tony
Blair e il leader libico Muammar Gheddafi. Il vertice, il primo dal 1951 di un
premier inglese in Libia, giunge a sancire la ritrovata distensione nei
rapporti diplomatici tra i due Paesi. Il cammino che ha preceduto la visita del
primo ministro britannico è stato segnato dall’assunzione delle responsabilità
della Libia per l’attentato di Lockerbie del 1988, costato la vita a 270
persone, e dalla definitiva rinuncia di Tripoli ai piani per la produzione di
armi di distruzione di massa. “La Libia - ha dichiarato ai margini
dell’incontro il capo della diplomazia libica Chalgam - ricerca una vera
cooperazione” aggiungendo poi in risposta ad una sollecitazione su Al-Qaida
“che si tratta di una minaccia alla sicurezza, al progresso, alla nostra
cultura, un ostacolo al cambiamento nella regione”. Contemporaneamente, la
compagnia petrolifera anglo-olandese Shell ha firmato oggi a Tripoli un accordo
per lo sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio al largo delle coste
libiche per un totale di 200 milioni di dollari, mentre si prevedono già delle
commesse per l’industria bellica britannica. L’incontro ha suscitato comunque
un coro di proteste da parte dei conservatori inglesi che lo trovano
estremamente intempestivo in relazione alle stragi terroristiche di Madrid.
“Offrire un rapporto di partenership ad un Paese che ha deciso di abbandonare
le armi di distruzione di massa non significa dimenticare il dolore del
passato- è stata la dichiarazione in proposito di Blair – bensì riconoscere i
cambiamenti quando questi avvengono”.
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In Italia, giornata decisiva al
Senato per il disegno di legge sulle riforme istituzionali. L’aula di Palazzo
Madama ha ripreso stamani l’esame del provvedimento ma è mancato subito il
numero legale. Dopo il primo incidente di percorso, l’assemblea ha però ripreso
a votare senza problemi e ha approvato l’articolo 33 sulla devoluzione. L’articolo
prevede che “spetta alle Regioni la potestà legislativa
esclusiva” per l’assistenza e l’organizzazione sanitaria,
l’organizzazione scolastica e ogni altra materia non espressamente riservata alla
legislazione dello Stato. L’articolo stabilisce, infine, che il primo comma
dell'articolo 117 della Costituzione sia sostituito dal seguente: “La potestà
legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della
Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario”.
Restiamo in Italia. Domani lo sciopero generale proclamato
da Cgil, Cisl e Uil contro le decisioni del Governo sulla modifica del sistema previdenziale
e per sostenere la piattaforma sui temi dello sviluppo, della politica dei
redditi, degli ammortizzatori e delle politiche sociali, del Mezzogiorno. Anche
se la manifestazione è stata indetta per quattro ore, le modalità di
svolgimento sono diverse a seconda delle categorie professionali. In
particolare, i lavoratori del pubblico impiego, delle Regioni, delle Autonomie
Locali, della Sanità pubblica e privata, degli enti previdenziali
sciopereranno, nel rispetto dei servizi minimi essenziali, per l’intera
giornata.
Washington ha condannato, ieri, la decisione della
Commissione Europea, di imporre la multa di 497 milioni di Euro alla Microsoft,
per abuso di posizione dominante. Una dichiarazione del responsabile
dell’Antitrust del Dipartimento della Giustizia statunitense, Robert Hewitt
Pate, ha fatto notare che negli Stati Uniti sentenze del genere erano state
bocciate dai tribunali, mentre avere adottato tale sentenza in Europa rischia
di provocare una situazione distorta, nella quale si “rischia di proteggere i
concorrenti, non la libera concorrenza”.
Il presidente afgano, Hamid
Karzai, ha annunciato la sua intenzione di far svolgere le elezioni
presidenziali per settembre, anziché per giugno come previsto. Lo si è appreso,
oggi, da fonti diplomatiche, le quali hanno precisato come un annuncio
ufficiale in tal senso sarà fatto appena prima della conferenza di Berlino, che
riunirà a partire dal 31 marzo una sessantina di Paesi e organizzazioni
internazionali. Intanto, la Nato ha accolto la richiesta di Kabul di
contribuire alla sicurezza delle consultazioni.
Sei persone, tra cui
due agenti di polizia, hanno perso la vita oggi nel corso di scontri con le
forze dell’ordine, avvenuti durante una manifestazione di protesta nella
capitale della Costa D’Avorio, Abidjan. Lo ha annunciato il portavoce
dell’esercito ivoriano, il colonnello Aka Ngoran. La manifestazione è stata
indetta per chiedere una più rapida applicazione dell’accordo di pace del 2003.
Si tratta del primo movimento di protesta di massa organizzato contro il
governo del presidente ivoriano, Laurent Gbagbo, dalla fine della guerra civile
durata nove mesi.
Oltre 275 mila tra
polli e tacchini provenienti da fattorie canadesi toccate dall’influenza
aviaria, saranno abbattuti nel quadro degli sforzi tendenti a bloccare
l’epidemia. Lo ha dichiarato l’Agenzia dell’ispezione alimentare canadese.
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