RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 84 - Testo della Trasmissione di mercoledì 24 marzo 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

A 20 anni di distanza, il Papa rinnova la supplica alla Madonna perchè la potenza salvifica dell’amore misericordioso  arresti il male in un  mondo segnato dall’odio, dal terrorismo e dalla guerra

 

Oggi pomeriggio alle 17.00 in Vaticano la cerimonia di consegna al Papa del “Premio Carlo Magno” per il suo impegno in favore dell’unità tra i popoli europei.

 

Uscira’ il 18 maggio prossimo, nel giorno del suo compleanno, il nuovo libro di Giovanni Paolo II dal titolo “alzatevi, andiamo”: ricordi e riflessioni sul periodo del suo episcopato a Cracovia

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Spagna: oggi i funerali di Stato per le vittime degli attentati di Madrid. Ai nostri microfoni Javier Fernandez Bonelli

 

Il Papa ricorda i missionari martiri, di cui ricorre oggi la Giornata del ricordo e della preghiera: intervista con padre Claudio Marano

 

Domani 25 marzo, solennità dell’Annunciazione, Giornata di preghiera per la protezione dei nascituri e di commemorazione delle vittime dell’aborto: con noi l’arcivescovo Angelo Comastri.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Garantire un’adeguata cornice di sicurezza ad Haiti. E’ la priorità indicata dall’arcivescovo di Cap Haitien commentando la situazione dell’isola caraibica

 

Si fa sempre più concreta la solidarietà internazionale per gli oltre 100 mila profughi sudanesi in Ciad

 

Rinasce in Cambogia la Congregazione delle Amanti della Croce, Istituto cancellato dal regime comunista di Pol Pot, giunto al potere nel 1975

 

L’opera cattolica “Aiuto alla Chiesa che soffre” aprirà un nuovo ufficio in Polonia, il primo segretariato in un Paese ex comunista

 

Su Marte c’era acqua salata. Lo ha ufficialmente annunciato ieri la Nasa

 

Ricorre oggi la Giornata mondiale della tubercolosi: nel mondo si registrano ancora circa 9 milioni di nuovi casi di infezioni all’anno.

 

Assegnato all’architetta di origine irachena, Zaha Hadid, il premio Pritzker 2004, considerato il Nobel dell’architettura

24 ORE NEL MONDO:

Dopo l’assassinio del loro leader, Yassin, gli esponenti di Hamas assicurano che non colpiranno gli americani all’estero, mentre Arafat auspica la pace nei Territori: con noi mons. Michel Sabbah. 

 

 Il terrorismo internazionale al centro della riunione del Consiglio europeo domani a Bruxelles

 

 Approvata in Italia alla Camera il ddl Gasparri sul riassetto radio-televisivo.

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

24 marzo 2004

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             

 

A 20 ANNI DI DISTANZA, IL PAPA RINNOVA LA SUPPLICA ALLA MADONNA

PERCHE’ LA POTENZA SALVIFICA DELL’AMORE MISERICORDIOSO

ARRESTI IL MALE NEL MONDO

 

Che l’Amore di Dio arresti il male e trasformi le coscienze. Sono passati 20 anni da quando il 25 marzo del 1984, Anno Santo della Redenzione, il Papa - come lui stesso ha ricordato, stamane, all’Udienza Generale, – volle affidare, in unione spirituale con tutti i vescovi del mondo, “l’intera umanità al Cuore Immacolato di Maria, rispondendo a quanto Nostra Signora aveva chiesto a Fatima”. Ed oggi quella supplica si è levata di nuovo, come allora, in Piazza San Pietro. Il servizio di Roberta Gisotti.

 

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 “L’umanità viveva allora momenti difficili, di grande preoccupazione e incertezza” - ha rammentato Giovanni Paolo II – e “a vent’anni di distanza il mondo resta ancora paurosamente segnato dall’odio, dal terrorismo e dalla guerra”. E “fra le numerose vittime che la cronaca di ogni giorno registra, ci sono tante persone inermi, colpite mentre compiono il loro dovere”. Tra queste sono i ‘missionari martiri’, di cui ricorre oggi la Giornata del ricordo e della preghiera. “Non possiamo non far memoria – ha detto il Papa - dei sacerdoti, delle persone consacrate e dei fedeli laici”, che sono morti nel 2003 “in terra di missione”.

 

“Tanto sangue continua ad essere versato in molte regioni del globo. Resta urgente il bisogno che gli uomini aprano i cuori ad uno sforzo coraggioso di reciproca comprensione.”

 

Dunque “sempre più grande si fa l’attesa di giustizia e di pace in ogni parte della terra.” Allora “come rispondere – si è chiesto il pontefice - a questa sete di speranza e di amore se non facendo ricorso a Cristo per mezzo di Maria? Per questo il Santo Padre ha rinnovato stamane la sua supplica alla Vergine Santa:

 

“Madre di Cristo, si riveli, ancora una volta, nella storia del mondo l’infinita potenza salvifica della Redenzione: potenza dell’Amore misericordioso! Che esso arresti il male! Trasformi le coscienze! Nel tuo cuore Immacolato si sveli per tutti la luce della speranza!”.

 

Domani – ha ricordato ancora il Papa - si celebra la solennità dell’Annunciazione, dove “il sì della Vergine ha aperto le porte” al disegno salvifico di “redenzione per tutti gli uomini”. Una “festa cristologica e mariana insieme” - ha spiegato Giovanni Paolo II – che cade quest’anno nel cuore della Quaresima e questo ci porta a volgere lo sguardo al Mistero pasquale: “in intima sintonia con il fiat di Cristo e della Vergine, ciascuno di noi – ha raccomandato Giovanni Paolo II - è chiamato ad unire il proprio sì ai misteriosi disegni della Provvidenza”.

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OGGI POMERIGGIO ALLE 17.00 IN VATICANO LA CERIMONIA DI CONSEGNA AL PAPA

DEL “PREMIO CARLO MAGNO”

PER IL SUO IMPEGNO IN FAVORE DELL’UNITA’ TRA I POPOLI EUROPEI

 

Questo pomeriggio alle 17.00 si svolgerà nella Sala Clementina in Vaticano la cerimonia di consegna a Giovanni Paolo II del Premio Carlo Magno, conferitogli “in modo straordinario ed unico” dalla città tedesca di Aquisgrana. Si tratta di un riconoscimento dell’impegno del Papa in favore dell’unità tra i Popoli europei “sulla base dei valori radicati nella comune natura umana ed efficacemente promossi dal Cristianesimo”.

 

La Radio Vaticana trasmetterà l’evento in radiocronaca diretta con commento in italiano per la zona di Roma in onda media (585 kHz) e modulazione di frequenza (105,0 MHz) e commento in tedesco per l’Europa centro-occidentale in onda corta (9.645 kHz).

 

 

USCIRA’ IL 18 MAGGIO PROSSIMO, NEL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO, IL NUOVO LIBRO DI GIOVANNI PAOLO II DAL TITOLO “ALZATEVI, ANDIAMO”:

RICORDI E RIFLESSIONI SUL PERIODO DEL SUO EPISCOPATO A CRACOVIA

 

E’ stata annunciata oggi, durante una conferenza stampa a Roma, la pubblicazione del libro “Alzatevi, andiamo!”, scritto da Giovanni Paolo II. Il volume, di 200 pagine, uscirà il 18 maggio prossimo, giorno dell’84.mo compleanno del Papa,  e svolge “ricordi e riflessioni” del Santo Padre sul periodo del suo episcopato a Cracovia.

 

La Libreria Editrice Vaticana, detentrice dei diritti dell’opera, con un accordo editoriale, ha affidato alla Mondadori la gestione dei diritti di pubblicazione e diffusione dell’opera in Italia e nel mondo. L’opera è stata composta in lingua polacca. Le traduzioni in italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco sono predisposte dalla Libreria Editrice Vaticana.

 

 

NOMINE

 

         In Brasile, Giovanni Paolo II ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Santa Maria presentata per raggiunti limiti di età dal vescovo José Ivo Lorscheiter. Al suo posto, il Papa ha nominato mons. Hélio Adelar Rubert, finora Ausiliare di Vitória. Il 59.enne presule ha perfezionato gli studi avviati in patria nel Pontificio Collegio Pio Brasiliano di Roma e ha frequentato i corsi di Sacra Liturgia presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, dove ha conseguito la licenza. Tra i suoi incarichi pastorali, ha ricoperto quello di assistente dei seminaristi maggiori di Santa Maria nel Seminario di Viamão e di parroco e rettore del Santuario “Nossa Senhora Medianeira”. E’ stato nominato vescovo nel 1999.

 

         Sempre in Brasile, il Pontefice ha accettato la rinuncia all’ufficio di ausiliare dell’arcidiocesi di Fortaleza, presentata per raggiunti limiti di età da mons. Adalberto Paulo da Silva, religioso Cappuccino.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Con vibrante evidenza apre la prima pagina il titolo "Tanto sangue continua ad essere versato in molte regioni del mondo. L'Amore misericordioso arresti il male! Trasformi le coscienze!": alla vigilia della solennità dell'Annunciazione, Giornata dedicata al ricordo e alla preghiera per i "Missionari martiri", Giovanni Paolo II rinnova la supplica rivolta a Maria il 25 marzo di venti anni fa.

 

Sempre in prima la catechesi dell'udienza generale.  

 

Nelle vaticane, una pagina dedicata alla solennità dell'Annunciazione.

 

Nelle estere, Medio Oriente: l'Onu non trova l'accordo per condannare l'"eliminazione mirata" del leader di Hamas.

Spagna: il mondo rende omaggio alle vittime degli attentati; rappresentanti di molti Paesi ai funerali di Stato nella Cattedrale di Madrid.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Mario Spinelli dal titolo "Sotto un coacervo di case, di muri e di stradine, 'rivive' il mondo religioso e civile di 'Puteoli' ": dopo due anni di ricerche e di scavi sotto il Rione Terra, apre al pubblico il nuovo percorso archeologico di Pozzuoli.

Per la pagina degli "Approfondimenti", qualificati contributi sul tema "L'interpunzione è ancora di moda?".

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il dibattito sul Ddl Gasparri.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

24 marzo 2004

 

A MADRID I LEADER DI TUTTO IL MONDO AI FUNERALI DI STATO

PER VITTIME DEGLI ATTENTATI DELL’11 MARZO

 

Si sono conclusi poco fa a Madrid i funerali di Stato per le 190 vittime degli attentati dell’11 marzo scorso, presieduti dall’arcivescovo della capitale spagnola, il cardinale Antonio Maria Rouco Varela, e concelebrati da altri tre porporati e 28 arcivescovi e vescovi. Alla presenza della famiglia reale, nella cattedrale dell’Almudena sono intervenuti ad esprimere il loro cordoglio numerosi leader politici del mondo. Il servizio di Giancarlo La Vella:

 

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(musica)

 

Personalità politiche di tutto il mondo, ma soprattutto la palpabile e composta commozione di tanti spagnoli dentro e fuori della cattedrale dell’Almudena, il centro spirituale di Madrid, dove si è rinnovato il dolore per le vittime della ferocia del terrorismo. Le parole dell’omelia del card. Rouco Varela, a commento del miracolo di Lazzaro, narrato nel Vangelo di Govanni, hanno interpretato le emozioni di tutti i presenti. Il pensiero è andato subito ai caduti, ai feriti e alle famiglie. Ad essi vada – ha detto il porporato – la preghiera silenziosa che dall’11 marzo si è levata fervente dappertutto. Il ringraziamento, poi, al Papa per la costante vicinanza alla Chiesa e al popolo spagnolo. L’arcivescovo ha poi voluto rispondere ad una domanda che in quel tragico giorno qualcuno si è posto: “Dov’era Gesù, il figlio di Dio, Signore della vita e della morte?” Ma riusciremo a capire – ha risposto il cardinale - se preghiamo e crediamo nel sacrificio di Cristo morto e resuscitato per noi.

 

“CONOCEREMOS Y SABREMOS CON ESPERANZA INDISTRUTIBLE…”

Conosceremo e sapremo con speranza indistruttibile che i nostri fratelli assassinati dalla violenza del terrorismo hanno raggiunto la porta della vita eterna e che tutti noi non moriremo. Vinceremo e trionferemo con Colui che ha dato la sua vita per noi”.

 

I terroristi – ha detto ancora il porporato – risponderanno a Dio e agli uomini di quanto commesso, ma solo con l’amore riusciremo a far sì che non avvenga più nulla del genere.

 

“SI TODOS NOSOTROS, EN ESPECIAL NUESTROS JOVENES...”

Se tutti noi e specialmente i giovani riusciremo ad aprire il nostro animo all’amore, si riaprirà nel nostro tempo l’ampio e luminoso cammino della pace”.

(musica)

 

Dunque intensa e sentita la partecipazione di capi di Stato e di governo, quasi un messaggio che vuol significare una maggiore unità nel futuro della lotta al terrorismo internazionale. Lo conferma il commento di Javier Fernandez Bonelli dell’Ansa di Madrid:

 

R. – Si tratta della risposta per così dire ‘istituzionale’ di tutto l’Occidente di quello che ormai passerà alla storia come la più grande strage terrorista che si ricordi nella storia recente europea.

 

D. – Si ha la sensazione che la Spagna sia diventato il Paese di riferimento per la lotta al terrorismo internazionale ...

 

R. – E’ un dato inevitabile: la Spagna è sempre stato un Paese all’avanguardia nell’Unione Europea nei suoi rapporti con i Paesi arabi e continua ad esserlo: evidentemente lo è tanto nel bene quanto nel male. Se – come le inchieste sembrano confermare – è negli ambienti dei militanti islamici fondamentalisti marocchini che è nato ed è stato eseguito il progetto delle stragi di Madrid, questo dimostra questa sorta di dualità che esiste nei rapporti tra la Spagna e il mondo arabo e il Marocco, capitolo recente di una storia che evidentemente percorre tutta la storia della Spagna stessa.

 

Prima e dopo il sacro rito il futuro premier spagnolo, il socialista Josè Luis Zapatero, affiancato dal probabile ministro degli esteri, Miguel Angel Moratinos, ha avuto colloqui con i leader intervenuti a Madrid, tra cui il segretario di Stato americano, Powell, il premier britannico, Blair, il presidente francese, Chirac, il cancelliere tedesco, Schroeder. Le indagini intanto hanno portato a tre nuovi arresti, due algerini e un siriano, presunti membri della cellula integralista islamica che opera in Spagna. Inoltre, in base agli esami sul Dna il bilancio delle vittime è stato portato da 202 a 190, sinora accertate, ma devono essere ancora analizzati dai medici legali numerosi resti umani.

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LA 12.MA GIORNATA DI PREGHIERA PER I MISSIONARI “MARTIRI DELLA CARITA’”:

IL CORAGGIO DI PORTARE IL VANGELO IN ZONE A RISCHIO DELLA PROPRIA VITA

- Intervista con padre Claudio Marano -

 

Nell’ultimo aggiornamento reso noto dall’Agenzia Fides, sono stati in 36 - tra vescovi, religiosi, suore e laici - ad aver perso la vita in modo violento nel 2003, per servire la causa del Vangelo.

 

Come ricordato dal Papa all’udienza generale, la 12.ma Giornata di preghiera e digiuno che si celebra oggi invita i credenti a fare memoria di questi martiri ma anche a riflettere sul senso di un apostolato che arriva anche a sacrificare la vita, in un mondo che ha estremo bisogno di costruttori di pace. Tra i religiosi in prima linea, c’è il saveriano padre Claudio Marano, che vive da anni in Burundi.

 

Alessandro De Carolis lo ha raggiunto telefonicamente a Bujumbura e gli ha chiesto cosa significhi per lui essere missionario in zona di guerra:

 

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R. – Servire la causa del Vangelo è anzitutto un servizio. Secondo me, oggi bisognerebbe insistere di più su questo aspetto. Il missionario parte da una Chiesa e va a servizio di un’altra Chiesa: non va a fare delle cose spettacolari, ma ciò che l’altra Chiesa chiede e sta vivendo. Andare quindi in zona di guerra, in zone difficili, in zone non sicure, comporta anche avere il coraggio di dare la vita.

 

D. – Lei rischia la vita nello svolgere il suo servizio?

 

R. – Io personalmente sì. Ogni volta che mi alzo la mattina ringrazio il cielo di essere ancora vivo e però mi dico ogni volta, ogni giorno, guardandomi allo specchio: “‘Può darsi che questa sera non ci siamo più”.

 

D. – E come si conciliano la coerenza al proprio mandato con i timori umani per la propria sorte?

 

R. – Io vivo in una zona di guerra. Sono 11 anni che siamo in guerra, attorno a noi sono morte 15 mila persone e un giorno o l’altro questo potrebbe accadere anche a me. Io mi sono detto fin dall’inizio che era inutile parlare di questo argomento: qui bisogna viverci. Io sono stato inviato in questo centro per testimoniare la pace. Quindi devo vivere ciò che la gente vive, che i giovani vivono. Questo ce lo siamo posto sempre come problema, ma anche come soluzione. Mentre in città, a Bujumbura, in Burundi, tantissimi sono partiti perché avevano paura o perché non era quello il loro mandato, noi siamo rimasti e siamo lì da 11 anni. Questo comporta il fatto di essere diventati ‘burundesi’, la gente ci rispetta perché dice: “Voi avete vissuto con noi, voi sapete tutto”.

 

D. – Oggi si celebra la XII Giornata di preghiera e di digiuno in memoria dei religiosi scomparsi. Cosa dicono questi martiri, compreso il nunzio mons. Courtney, a noi cristiani che non dobbiamo forse rischiare la vita nell’essere testimoni del Vangelo?

 

R. – Penso che questa Giornata possa dire molto. Quando mi ritrovo in Italia e vedo tutte le difficoltà che ci sono - ma vedo anche tutti i “miagolii” di molti cristiani, che hanno paura forse di impegnarsi o di prendere sul serio la vita - direi che questa Giornata potrebbe farci pensare che nel mondo ci sono invece delle persone che la vita l’hanno presa sul serio: Cristo prima di tutti. E dunque, un invito a metterci su una strada che ci faccia seriamente pensare anche a donare la vita. Ovviamente, non è pensabile che tutti siamo chiamati a sacrificarla, però per tanti nel mondo proprio questa è diventata una scelta di vita. Noi missionari ci mettiamo sulle strade del mondo: se un giorno dovesse toccare a noi, l’accettiamo.

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DOMANI 25 MARZO, SOLENNITA’ DELL’ANNUNCIAZIONE,

GIORNATA DI PREGHIERA PER LA PROTEZIONE DEI NASCITURI

E DI COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DELL’ABORTO

- Intervista con l’arcivescovo Angelo Comastri -

 

Domani 25 marzo si celebra la Giornata di preghiera per la protezione dei nascituri e di commemorazione delle vittime dell’aborto, promossa negli Stati Uniti e poi diffusasi in tutto il mondo, a partire dal 1995, in risposta all’appello lanciato dall’enciclica Evangelium Vitae, là dove Giovanni Paolo II afferma l’urgenza di  “una grande preghiera per la vita che attraversi il mondo intero”.  In Italia, la solenne concelebrazione eucaristica per l’avvenimento sarà presieduta domani mattina dal cardinale Lopez Trujillo nella Santa Casa di Loreto assieme all’arcivescovo prelato di Loreto Angelo Comastri, che oggi era presente in Vaticano all’udienza generale, salutato dal Papa. A mons. Comastri, Giovanni Peduto ha chiesto di illustrarci il significato di questa giornata:

 

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R. – La giornata del 25 marzo, giornata nella quale la Chiesa ricorda l’Annuncia-zione e il sì di Maria, è apparsa a tutti come la giornata più indicata per cantare la vita. Nella piccola casa di Nazaret, nella casa di Maria, nel momento in cui Ella pronunciò il sì accadde la più grande avventura della vita umana. La vita umana si è trovata abitata da Dio. Dio si è fatto uomo. Che cosa poteva accadere di più grande all’uomo? Vogliamo allora, partendo da questa giornata, riprendere il canto della vita perché si è spento in tante famiglie, si è spento nella società, si è spento perché oggi respiriamo un’aria di morte, un’aria di disprezzo della vita, che parte dal grembo materno ma attraversa tutte le fasi della vita. Noi vogliamo gridare insieme a Maria: sì alla vita, perché la vita è bella, perché la vita è un dono di Dio, perché la vita è una magnifica avventura, perché la vita va vissuta cantando il Magnificat. Questo è il senso della grande Giornata di preghiera per la vita in obbedienza all’appello del Papa lanciato nell’Enciclica Evangelium Vitae.

 

D. – Lei, eccellenza, ha scritto una preghiera a Santa Maria della Vita. Cosa chiede in particolare?

 

R. – In questa preghiera io mi esprimo così: “O Maria, nel tuo cuore perenne-mente vive la memoria del giorno del grande sì. Continuamente tu ritorni nella piccola casa di Nazaret e ti stupisci davanti all’Angelo Gabriele che ti porta la bella e inaudita notizia che Dio vuole essere uomo come noi. O Maria, oggi noi entriamo nel tuo cuore per assaporare la meraviglia che tu provasti in quel giorno lontano e vicino, il giorno del sì. Vogliamo che sia il giorno del nostro sì, con te Te, o Maria. Oggi diciamo sì alla vita per sempre. Oggi ci impegniamo a pregare per la vita. Oggi nel tuo cuore immacolato e materno consegniamo l’impegno di essere apostoli della vita nel nome di Dio che in te si è fatto bambino. O Maria, la porta della nostra casa sarà aperta ogni giorno quando l’angelo della vita busserà e le nostre famiglie saranno cenacoli viventi di preghiera per la vita. Regina della Vita, prega per noi, prega con noi, prega per la vita”. Questi sono i pensieri che noi abbiamo cercato di mettere nel cuore di tutti gli apostoli della vita ogni volta che pregheranno Maria, come Regina della Vita.

 

D. – Come può, Eccellenza, un credente oggi testimoniare in modo forte il valore della vita?

 

R. – Lo può testimoniare credendoci, amando la vita, vivendola con passione, vivendo con entusiasmo. Io penso che un grido è stata la vita di Gianna Beretta Molla, la mamma santa, la mamma che nell’epoca dell’aborto ha rifiutato l’aborto, sacrifando la propria vita per dare alla luce sua figlia; e  l’ha rifiutato con la sua libertà, l’ha rifiutato con la sua decisione. Penso quante mamme oggi riflettono sentendo soltanto la testimonianza di Gianna Beretta Molla. Ogni madre, ogni padre, ogni famiglia credente deve essere un santuario della vita. Più la vita è disprezzata fuori, più il cristiano deve gridare il suo amore per la vita. Gridarlo con la testimonianza, con l’amore concreto per la vita.

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RADIO VATICANA

Radiogiornale

 

CHIESA E SOCIETA’

24 marzo 2004

 

 

GARANTIRE UN’ADEGUATA CORNICE DI SICUREZZA AD HAITI. E’ LA PRIORITÀ

 INDICATA DALL’ARCIVESCOVO DI CAP HAITIEN COMMENTANDO

LA SITUAZIONE DELL’ISOLA CARAIBICA

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

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PORT-AU-PRINCE. = “La situazione di Haiti si sta lentamente normalizzando, anche se la crisi è ancora lontana dall’essere risolta”. Lo ha detto all’Agenzia missionaria Misna l’arcivescovo di Cap Haitien, mons. Hubert Constant, presidente della Conferenza episcopale di Haiti. “Anche se la situazione sta progressivamente migliorando – ha aggiunto - si continuano a registrare degli episodi di violenza nel Nord del Paese vicino alla frontiera con la Repubblica dominicana, dove si aggirano ancora bande armate impegnate a compiere atti di vandalismo”. Il presule ha quindi sottolineato come sia prioritario ristabilire la sicurezza e ha auspicato un rapido dispiegamento di un contingente internazionale nel Paese. La Conferenza episcopale non ha commentato, finora, la nomina del governo di transizione, guidato dal neo primo ministro Gerard Latortue, voluto dalla comunità internazionale dopo la crisi armata e la conseguente uscita di scena dell’ex presidente, Jean Bertrand Aristide. “Abbiamo raccolto commenti positivi sul nuovo esecutivo ma giudicheremo le capacità del governo in base ai fatti”, ha concluso l’arcivescovo. Sul versante politico, si deve infine registrare l’intenzione del nuovo ministro dell’Interno, Herard Abraham, di voler ricostituire l’esercito, disciolto nel 1994. Il ministro ha anche annunciato di voler integrare nella polizia i ribelli che hanno deposto con le armi Aristide.

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SI FA SEMPRE PIÙ CONCRETA LA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE

 PER GLI OLTRE 100 MILA PROFUGHI SUDANESI IN CIAD,

 DOVE SI DEVE REGISTRARE L’IMPEGNO DEL JESUIT REFUGEE SERVICE

E DELL’ALTO COMMISSARIATO DELLE NAZIONI UNITE PER I RIFUGIATI

 

N’DJAMENA. = “Stiamo coordinando il nostro intervento con la Caritas diocesana per aiutare gli oltre 100 mila profughi sudanesi rifugiatisi in Ciad”. E’ quanto afferma all’Agenzia Fides padre Lluis Magrina, direttore internazionale del Jesuit Refugee Service (Jrs), l’agenzia umanitaria dei gesuiti. “Il nostro lavoro – spiega padre Magrina - consiste in particolare nell’organizzare l’insegnamento primario e secondario e nell’assistenza alle persone più vulnerabili”. Agli sforzi del Jrs si deve inoltre aggiungere l’impegno dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) che sta distribuendo gli aiuti alimentari del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite. I rifugiati sono arrivati in Ciad fra la fine di gennaio e i primi di febbraio, in fuga dai bombardamenti aerei e dagli attacchi armati sui loro villaggi da parte di milizie armate. Sul fronte politico si delinea, intanto, un’intesa per colloqui di pace sul Darfur, remota regione del Sudan occidentale dove è in corso un’insurrezione, sanguinosamente repressa dal governo di Khartoum e dalle milizie alleate. I negoziati sono previsti la prossima settimana in Ciad, sotto l’egida internazionale, in particolare  di Stati Uniti e Unione Europea. (A.L.)

 

 

RINASCE IN CAMBOGIA LA CONGREGAZIONE DELLE AMANTI DELLA CROCE,

L’ISTITUTO RELIGIOSO FONDATO NEL 1666 DA PADRE DE LA MOTTE E CANCELLATO

DAL REGIME COMUNISTA DI POL POT, GIUNTO AL POTERE NEL 1975

 

KOMPONG CHAM = Rivive in Cambogia, grazie alla vocazione di due suore, la congregazione delle Amanti della Croce, i cui membri sono stati quasi tutti uccisi, circa 34 anni fa, dai Khmer rossi durante il regime comunista di Pol Pot, giunto al potere nel 1975. Domenica scorsa, le suore Ang Songvat e Bouang Buntharin hanno infatti emesso i voti temporanei ridando vita all’istituto fondato nel 1666 dal vescovo missionario francese Pierre Lambert de la Motte. Dal vicino Vietnam, l’istituto si sviluppò in tutto il Sud Est asiatico, fino a giungere in Cambogia nel 1772. La Congregazione, attualmente, è attiva in diversi Paesi asiatici e negli Stati Uniti. (P.C.)

 

 

L’OPERA CATTOLICA “AIUTO ALLA CHIESA CHE SOFFRE” APRIRÀ UN NUOVO UFFICIO

 IN POLONIA, IL PRIMO SEGRETARIATO IN UN PAESE EX COMUNISTA

 

KÖNIGSTEIN. = “Aiuto alla Chiesa che soffre” (Acs), l’opera cattolica di assistenza internazionale, aprirà nel prossimo mese di maggio un nuovo ufficio in Polonia. La notizia è giunta all’agenzia Fides dopo che, in una recente riunione a Varsavia, la conferenza episcopale polacca aveva già approvato la fondazione di un ufficio nazionale di Acs. L’ufficio polacco sarà il 17° Segretariato nazionale dell’opera cattolica e il primo in un Paese ex comunista. Attualmente l’Opera “Aiuto alla Chiesa che soffre”, che fu fondata nel 1947, raccoglie ogni anno più di 70 milioni di dollari attraverso 16 Segretariati nazionali per rispondere a circa 9.000 richieste di aiuto da 130 Paesi poveri. Gli aiuti sono destinati, fra l’altro, alla formazione di sacerdoti, alla costruzione e alla manutenzione di seminari e chiese, a traduzioni della Bibbia e alla produzione di programmi radiofonici con contenuti religiosi. (A.L.)

 

 

SU MARTE C’ERA ACQUA SALATA. LO HA UFFICIALMENTE ANNUNCIATO IERI LA NASA

 

WASHINGTON. = C’era acqua salata su Marte. Lo hanno annunciato ieri, a Washington, gli esperti della Nasa. L’attenzione degli scienziati che seguono la sonda Opportunity nel suo viaggio sul Pianeta rosso, si concentra ora su un eventuale ritrovamento di fossili, che proverebbe l’esistenza di forme di vita nella storia del pianeta. Secondo la Nasa, l’acqua salata di cui la sonda ‘Opportunity’ ha trovato traccia, era presente “in grande quantità”, ma ricopriva la superficie per una profondità di circa cinque centimetri appena. Su Marte, le prime prove della presenza di acqua erano già state rilevate dalla missione orbitante europea ‘Mars Express’. (A.L.)

 

 

RICORRE OGGI LA GIORNATA MONDIALE DELLA TUBERCOLOSI: NEL MONDO

 SI REGISTRANO ANCORA CIRCA 9 MILIONI DI NUOVI CASI DI INFEZIONI ALL’ANNO.

PARTICOLARMENTE PREOCCUPANTE  È LA SITUAZIONE NEI PAESI AFRICANI

DOVE LA MALATTIA SPESSO SI LEGA AL VIRUS DELL’HIV

- A cura di Paolo Cappuccio -

 

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GINEVRA = La tubercolosi nel mondo continua ogni anno a colpire circa 9 milioni di persone, con un tasso di infezione che secondo le proiezioni dell’Organizzazione mondiale della sanità aumenta del 2,4 per cento. I Paesi più colpiti da questa terribile malattia sono prevedibilmente le nazioni in via di sviluppo, che spesso non riescono a finanziare in maniera adeguata i programmi di diagnosi e cura dei pazienti. Questi dati, unitamente alle strategie di cura della malattia, saranno oggi al centro dell’attenzione durante la Giornata mondiale della tubercolosi. Secondo il direttore dell’Oms, Lee Jong-wook, esistono comunque dei motivi di soddisfazione nella lotta alla malattia, legati all’adozione generalizzata della strategia “Dots”. Questa cura, dai costi piuttosto contenuti, consiste in un trattamento intensivo della durata di circa sei mesi. L’obiettivo dell’Oms è di riuscire entro il 2005 a diagnosticare attraverso la “Dots” circa il 70 per cento dei casi di tubercolosi infettiva. Il tasso attuale corrisponde tuttavia solo al 37 per cento e secondo le stime contenute nella relazione annuale se i Paesi maggiormente colpiti non aumenteranno i loro sforzi economici difficilmente verrà superata la soglia del 50 per cento alla data prefissata. Tra i limiti attuali della terapia vi è in particolare la difficoltà nel diagnosticare e contrastare i casi di tubercolosi legati all’infezione dell’Hiv diffusi soprattutto in Africa.

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ASSEGNATO ALL’ARCHITETTO DI ORIGINE IRACHENA, ZAHA HADID,

IL PREMIO PRITZKER 2004, CONSIDERATO IL NOBEL DELL’ARCHITETTURA

 

LOS ANGELES. = Il premio Pritzker 2004, considerato il Nobel dell’architettura, è stato assegnato all’architetto di origine irachena Zaha Hadid, la prima donna ad ottenere questo riconoscimento. Le sue idee architettoniche – ha detto il presidente della ‘Hyatt Foundation’ di Los Angeles, sponsor del premio - sono già significativamente apprezzate e mostrano di poter essere sviluppate in futuro con decisa energia. Il Pritzker, che dal 1979 viene assegnato ai più celebrati architetti di fama mondiale, sarà consegnato il prossimo 31 maggio nel corso di una cerimonia al Museo Hermitage di San Pietroburgo. Zaha Hadid, oggi cittadina britannica, è nota per importanti progetti, tra i quali il grande complesso alberghiero di Hong Kong, il Centro di arte contemporanea a Cincinnati e la ‘Zona del pensiero’ all'interno della Millennium Dome di Greenwich, a Londra. (A.L.)


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24 ORE NEL MONDO

24 marzo 2004

 

- A cura di Barbara Castelli -

 

In Medio Oriente cresce la paura per possibili nuovi attentati, in risposta all’uccisione, lunedì a Gaza, del fondatore di Hamas, Ahmed Yassin. Il movimento fondamentalista, intanto, ha assicurato di non voler colpire gli interessi americani all’estero. “La nostra politica non è cambiata - ha dichiarato il nuovo leader Abdelaziz Al-Rantissi - la battaglia è concentrata in Palestina”. Parole in difesa della pace sono, invece, state pronunciate dal presidente palestinese, Yasser Arafat. “Sono contro ogni attacco ai civili, i civili israeliani e i civili palestinesi - ha detto - vogliamo la pace e la cerchiamo nella terra della pace”. Due palestinesi, intanto, sono rimasti uccisi nel raid aereo compiuto nella notte dall’aviazione israeliana, nel sud del Libano. Ma sull’uccisione del leader di Hamas Yassin, fermamente condannata anche dalla Commissione dell’Onu sui diritti umani, ascoltiamo il commento del Patriarca latino di Gerusalemme, mons. Michael Sabbah. L’intervista è di Francesca Sabatinelli:

 

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R. - Questa azione è una violenza che non salverà nessuno. Israele vuole la sicurezza, ma chiunque voglia governare deve cercare altre vie, deve saper rispettare la santità di questa terra e deve camminare lungo quelle strade che tutelano la persona umana.

 

D. - Cosa pensa che potrà provocare l’uccisione di Yassin?

 

R. - A questa violenza risponderà un’altra violenza e così via. Siamo in questo ciclo già da tre anni. Niente cambierà se non l’intensità della violenza. E’ ormai tempo che il governo d’Israele apra gli occhi e veda che i risultati delle sue azioni militari sono state inutili, non hanno prodotto sicurezza. Se vogliono la sicurezza, ascoltino la voce degli oppressi, di un popolo che chiede libertà. Sono sicuro che una volta finita l’oppressione del popolo palestinese ogni violenza si fermerà.

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L’Iraq nuovamente scosso dalla violenza. Tre iracheni hanno perso la vita, nella notte a Falluja, in uno scontro armato che ha opposto militari statunitensi e guerriglieri. Tre civili, invece, fra cui una bambina di otto anni, tutti membri della stessa famiglia, sono rimasti uccisi nell’esplosione di un ordigno artigianale alla periferia di Baghdad, che nella notte è stata svegliata da diverse esplosioni. Tra gli altri, un razzo ha colpito il sesto piano dell’Hotel Sheraton, frequentato prevalentemente da occidentali.

 

La paura di attentati terroristici è arrivata anche in Germania. Il presidente, Johannes Rau, in visita da alcuni giorni in Africa, è stato costretto ad anticipare il rientro a Berlino, saltando un previsto scalo a Gibuti per il pericolo di rimanere vittima di un attentato islamico. Rau, alla sua ultima visita di Stato prima della fine del mandato, avrebbe dovuto visitare il contingente tedesco impiegato nel quadro di “Enduring freedom”, la missione internazionale per la lotta al terrorismo.

 

E sempre la paura di attentati terroristici avrebbe spinto le autorità britanniche a voler costruire un muro, alto oltre 4 metri, attorno al Parlamento, l’antico palazzo di Westminster dove si riuniscono la Camera dei Lords e quella dei Comuni. “Un attacco terroristico è considerato inevitabile - ha detto una fonte della sicurezza al ‘Daily Mirror’ - e certe modifiche devono perciò essere operate”.

 

Il terrorismo internazionale sarà al centro, domani a Bruxelles, della riunione del Consiglio europeo. I Quindici, infatti, non potranno ignorare le minacce di attentati dopo le bombe di Madrid e l’aggravarsi della tensione in Medio Oriente e Kosovo. Tra i temi in agenda, anche il rilancio dell’economia e del negoziato per la nuova Costituzione europea. Da Bruxelles la nostra inviata Fausta Speranza:

 

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Rilancio del negoziato per la Costituzione, ma anche rilancio dell’economia. Erano questi gli obiettivi del vertice di primavera, prima delle bombe di Madrid, dell’aggravarsi della tensione in Medio Oriente e del riaccendersi della violenza in Kosovo. Restano priorità indiscusse per una Unione che il 1° maggio si allargherà a dieci nuovi Paesi, ma certamente dal vertice dei leader ci si attende anche un documento sulla lotta al terrorismo. In settimana si sono incontrati i ministri di Interni e Giustizia e si è parlato di strategie di cooperazione e della figura di un super coordinatore. Poi l’incontro a porte chiuse a Madrid tra i servizi di Intelligence. Quello che ci si aspetta dai capi di Stato e di governo è una parola politica, perché la difesa della sicurezza non sia solo prevenzione poliziesca ma analisi delle cause profonde che generano il terrore e costruzione del possibile dialogo. E sono in molti in questi giorni a sottolineare che tutto questo è possibile se l’Unione si dà una Carta costituzionale e con questa un nuovo ruolo politico. Diversi segnali fanno ben sperare in un accordo prima del Consiglio europeo di giugno. Come azzardano a dire il presidente francese Chirac e il presidente di turno irlandese Ahern. Dopo il cambio di guardia in Spagna e le dichiarazioni di disponibilità del futuro premier Zapatero, anche la Polonia, che con Madrid si era opposta al sistema di voto previsto dalla bozza, esprime il desiderio di concludere negoziati il prima possibile e per questo promuove incontri con i Paesi entranti.

 

Da Bruxelles, Fausta Speranza, Radio Vaticana.

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Nuovamente infranta la calma in Kosovo. Un poliziotto dell’Onu e un agente della polizia locale sono rimasti uccisi ieri sera in un agguato, a nord del capoluogo Pristina. La scorsa settimana, scontri inter-etnici tra serbi e albanesi hanno causato la morte di 28 persone e il ferimento di altre 600, oltre all’incendio di 360 abitazioni serbe e 41 fra chiese e monasteri ortodossi. Le Nazioni Unite, intanto, hanno fermamente condannato i disordini della scorsa settimana. Negli scontri, ha detto il capo della Missione Onu in Kosovo, Harri Holkeri, sono stati commessi “gravi crimini contro l’umanità”.

 

L’assassinio dell’ex presidente ceceno, Zelimkhan Yandarbiyev, ucciso da un’autobomba il 13 febbraio a Doha, sta provocando una crisi diplomatica tra il Qatar e la Russia. Le autorità del piccolo Stato del golfo Persico, infatti, hanno ordinato stamani l’espulsione del primo segretario dell’ambasciata russa. Secondo quanto riferito da un portavoce del ministero degli Esteri, il diplomatico ha 24 ore di tempo per lasciare il Paese.

 

La crisi nucleare nordcoreana è stata al centro dei colloqui oggi tra il leader di Pyongyang, Kim Jong Il, e il ministro degli esteri cinese Li Zhaoxing, da ieri in visita ufficiale nella Corea del Nord. La Cina nei giorni scorsi ha presentato una proposta per l’avvio di un gruppo di lavoro congiunto a livello tecnico, previsto dagli accordi conclusi a Pechino, alla fine del mese scorso, nel secondo round di negoziati a sei (le due Coree, Stati Uniti, Cina, Giappone e Russia).

 

La Grecia e la Turchia prenderanno parte, da oggi, ai colloqui in Svizzera sul futuro dell’isola di Cipro. L’obiettivo dell’Onu è di chiudere un accordo sulla riunificazione in tempi utili per poter indire referendum separati nelle due parti di Cipro e procedere, quindi, all’ingresso del Paese riunificato nell’Unione Europea il 1° maggio prossimo. Lunedì le trattative a Nicosia tra il leader turco-cipriota, Rauf Denktash, e quello greco-cipriota, Tassos Papadopoulos, si sono concluse con un nulla di fatto.

 

L’Alta Corte di Taiwan ha respinto stamani il ricorso dell’opposizione di annullare le elezioni politiche di sabato scorso, vinte dal presidente uscente Chen Shui-bian, con un margine inferiore all’uno per cento dei voti. Il leader dell’opposizione, Lien Chan, intanto, ha respinto un compromesso su un nuovo conteggio dei voti.

 

Il premier britannico, Tony Blair, si recherà domani a Tripoli, in Libia, e incontrerà il colonnello Muammar Gheddafi. La conferma ufficiale è stata diffusa oggi dal portavoce di Downing Street. Si tratta dalla prima visita di un capo di governo britannico in Libia da 60 anni.

 

Italia. La Camera ha approvato stamani il Disegno di legge Gasparri, che riordina il settore dell’emittenza televisiva. Il provvedimento, passato con 311 sì e 246 no, ora andrà all’esame del Senato. Il servizio di Giampiero Guadagni:

 

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Nessun inciampo, come accadde invece a febbraio. La legge Gasparri è passata con il voto compatto della maggioranza di centro-destra, che ha approvato definitivamente, per quanto riguarda la Camera, il riassetto del sistema radiotelevisivo, dopo aver superato ieri lo scoglio del voto segreto sui numerosi articoli. Tre i nodi del provvedimento che sono stati sciolti. Quello sul sistema integrato delle comunicazioni, motivo principale del rinvio della legge alle Camere da parte del capo dello Stato. La maggioranza ha previsto alcune modifiche con la revisione del sistema per evitare il rischio di posizioni dominanti. Rischio, questo, paventato da Ciampi. L’altra novità, l’inserimento nella modifica del digitale terrestre da parte dell’Autorità delle Telecomunicazioni. Resta, invece, il divieto di spot per i bambini sotto i 14 anni e il principio della parità delle condizioni per le forze politiche nelle trasmissioni di informazione e propaganda. Per la maggioranza di centro-destra si chiude così una complessa partita, senza pericolosi strascichi politici in prossimità del voto europeo. Ma l’opposizione polemizza: “la Casa delle Libertà è coesa solo quando ci sono in ballo gli interessi del premier Berlusconi”. E il segretario della Federazione Nazionale della Stampa, Serventi Longhi, parla di “pugnalata definitiva alla democrazia dell’informazione”. Molti hanno manifestato con il Comitato per la Libertà dell’Informazione a Piazza Colonna, a due passi da Montecitorio. Dopo il passaggio al Senato potrebbe esserci un ricorso alle autorità di garanzia e all’Unione Europea, che hanno più volte espresso perplessità sul provvedimento.

 

Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.

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"Sono passati 60 anni da una delle tragedie più grandi della città e della storia; 60 anni dopo il dolore è ancora uguale e vivo per i romani e la comunità ebraica”. Così oggi il sindaco di Roma, Walter Veltroni, al termine della cerimonia per il sessantesimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Il 24 marzo 1944, per rappresaglia, vennero uccisi 335 italiani, dopo l’attentato partigiano in Via Rasella a Roma. Fu Hitler in persona a decidere l’entità della ritorsione, che venne stabilita nell’ordine di uno a dieci: per ogni tedesco, dieci sarebbero stati gli italiani fucilati. In realtà furono uccisi 335 uomini, cinque in più rispetto alla proporzione stabilita; molti di loro si trovavano sotto inchiesta di polizia, altri erano stati fermati per motivi politici o erano in attesa di giudizio, 75 persone erano di fede ebraica. Il luogo dell’esecuzione, le cave di pozzolana sulla Via Ardeatina, venne, invece, invece stabilito dal colonnello Herbert Kappler, comandante della Gestapo a Roma.

Un terremoto di magnitudo 5,9 sulla scala Richter ha colpito nella notte la Mongolia, nella parte settentrionale della Cina. Lo hanno annunciato fonti ufficiali, senza, tuttavia, far riferimento a morti o feriti. L’epicentro del terremoto è stato individuato a circa 640 chilometri da Pechino.

 

La Commissione europea ha formalmente deciso di condannare Microsoft per abuso di posizione dominante, imponendo al colosso informatico statunitense una maxi-multa e l’adozione di alcuni rimedi per porre fine alle violazioni della concorrenza. La Microsoft sarà, quindi, costretta a pagare 497 milioni di euro, la più alta sanzione mai inflitta dall’Antitrust europeo. L’azienda ha assicurato di ricorrere in appello.

 

 

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