RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 74 - Testo della Trasmissione di domenica 14 marzo 2004

 

Sommario                                                        

                                                                                                      

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Papa all’Angelus torna a condannare duramente l’attentato di Madrid: dinanzi a tanta barbarie – ha detto – si resta profondamente sconvolti e ci si chiede come l’animo umano possa giungere a concepire misfatti così esecrandi

 

Oggi il Pontificato di Giovanni Paolo II diventa il terzo più lungo della storia dopo quelli di San Pietro e Pio IX. Intervista con il professor Giorgio Rumi

 

Ieri in Vaticano la veglia di preghiera del Papa con gli universitari europei: Giovanni Paolo II  affida ai giovani l’Europa perché sia radicata in Cristo.

 

Ieri pomeriggio in San Pietro l’ordinazione episcopale, presieduta dal cardinale Angelo Sodano, di mons. Paul Gallagher, nominato Nunzio apostolico in Burundi

 

Conclusa in Vaticano la Plenaria del Pontificio Consiglio della cultura. Ai nostri microfoni mons. Franc Rodè e mons. Mauro Piacenza. 

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La Spagna oggi al voto tra rabbia e dolore: dopo la rivendicazione di Al Qaeda e gli arresti di alcuni esponenti islamici migliaia in piazza  contro il governo accusato di aver occultato la verità. Ma l’esecutivo giura di aver agito in modo trasparente. Con noi Alberto Negri

 

Nei cinema italiani il film di Theo Angelopoulos “La sorgente del fiume” il primo di una trilogia sul novecento.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Intervento di mons. Betori, segretario della Cei, al Convegno dei responsabili nazionali del progetto culturale

 

Cresce nella Repubblica democratica del Congo per una ripresa del conflitto –

 

Approvata oggi in Cina la storica riforma della Costituzione che sancisce la proprietà privata e il rispetto dei diritti umani

 

Lo Stato indiano del Karnataka ha accolto la richiesta della comunità cristiana reinserendo il venerdì santo come giornata festiva

 

Da oggi a Potenza una rassegna dedicata ai Misteri del Rosario.

 

24 ORE NEL MONDO:

Presidenziali in  Russia: scontata la vittoria di  Vladimir Putin

 

Iraq e Striscia di Gaza ancora macchiate dalla violenza: quattro soldati americani uccisi a Baghdad e tre palestinesi vittime di un nuovo raid israeliano al valico di Karni

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

14 marzo 2004                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              

 

 

 

SCONVOLTI DI FRONTE A TANTA BARBARIE: IL PAPA OGGI ALL’ANGELUS TORNA A

CONDANNARE IN MODO DURISSIMO L’ATTENTATO DI MADRID E INVITA TUTTE LE FORZE SANE DELL’EUROPA AD AGIRE IN MODO CONCORDE PER GUARDARE AVANTI CON FIDUCIA

Il servizio di Sergio Centofanti

 

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Il Papa ha preso spunto per la sua riflessione dalla pagina evangelica di questa domenica che fa riferimento a due tragici fatti di cronaca del tempo di Gesù: la cruenta repressione di una rivolta e il crollo della torre di Siloe sulla folla circostante. Eventi – ha detto – che ci riportano “all’attualità dei nostri giorni, segnati purtroppo da ripetute notizie di violenza e di morte”. Giovanni Paolo II ha parole durissime per l’attentato di Madrid di giovedì scorso che ha causato duecento morti e oltre mille feriti. Un “orrendo crimine”– ha affermato il Papa - che “ha scosso l’opinione pubblica mondiale”.

 

“Dinanzi a tanta barbarie si resta profondamente sconvolti, e ci si chiede come l’animo umano possa giungere a concepire misfatti così esecrandi”.

 

“Nel ribadire l’assoluta condanna di simili atti ingiustificabili” – Giovanni Paolo II -  ha espresso “ancora una volta la sua partecipazione al dolore dei familiari delle vittime e la sua vicinanza nella preghiera ai feriti ed ai loro congiunti”. Quindi ha ricordato la “commossa eco” che ha avuto  in tutto il mondo “la corale testimonianza di solidarietà che si è levata da ogni parte della Spagna” nelle manifestazioni di venerdì scorso, “con la partecipazione delle autorità politiche di tutta l’Europa”.

 

“E’ proprio poggiando sul concorde contributo di tutte le forze sane del Continente che si può guardare avanti con fiducia e sperare in un futuro migliore”.

 

         “Soprattutto coloro che credono in Dio, Creatore e Padre di tutti gli uomini – ha aggiunto il Pontefice - devono sentirsi impegnati ad operare per l’edificazione di un mondo più fraterno e solidale, nonostante le difficoltà e gli ostacoli che possono incontrarsi in questo doveroso e indilazionabile cammino”.

 

E “alle mani materne di Maria, Vergine della misericordia”,  il Papa ha affidato “in modo particolare, le vittime del terribile attentato terroristico di Madrid”.

 

“A Lei domandiamo di proteggere e vegliare sulla cara Nazione spagnola, sull’Europa e sul mondo intero”.

 

Dopo la preghiera mariana il Papa ha salutato i pellegrini brasiliani che si sono uniti alla “Campagna di Fraternità del Brasile” per portare in questa Quaresima frutti di pace e di riconciliazione e, infine, i partecipanti al convegno ecumenico che si conclude oggi nella città polacca di Gniezno, dedicato al ruolo dei cristiani nel processo d’integrazione europea. “Spero – ha detto il Pontefice -  che la comune riflessione e la preghiera ecumenica dei rappresentanti dei movimenti e delle comunità cristiane di diversi Paesi dell’Europa porti abbondanti frutti spirituali e fortifichi tutti nel donare la testimonianza sull’identità cristiana del nostro continente”.

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OGGI IL PONTIFICATO DI GIOVANNI PAOLO II

 DIVENTA IL TERZO PIU’ LUNGO DELLA STORIA:

PRIMA DI LUI SOLO SAN PIETRO E PIO IX

- Intervista con Giorgio Rumi -

 

 

Il pontificato di Giovanni Paolo II diventa oggi il terzo più lungo della storia  della Chiesa. Supera infatti di un giorno il pontificato di Leone XIII. Restano più lunghi solo due pontificati: quelli di San Pietro e  di Pio IX, che sono  durati più di 31 anni. Il Papato di Giovanni Paolo II compie oggi 25 anni, 4 mesi e 18 giorni e cioè esattamente 9281 giorni. Per un commento su questo evento Giovanni Peduto ha sentito lo storico Giorgio Rumi.

 

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R. –. Il nostro Pontefice, Giovanni Paolo II, ha passato delle prove così ardue e così singolari da riempirci di meraviglia e di gratitudine per la Provvidenza che ce l’ha voluto assicurare. Penso ad Ali Agca e alla sua pistola; penso alle malattie, penso a tanti eventi e anche a tanti pericoli a cui è andato incontro e lo consideriamo come un aiuto straordinario datoci in un momento difficile per la storia della Chiesa e dell’umanità.

 

D. – Il suo giudizio di storico su quello che Giovanni Paolo II in questi 25 anni e più ha dato alla Chiesa e al mondo in generale ...

 

R. – Ecco, io penso a quel “Non abbiate paura!”, questa specie di mano tesa, amica: non è un sovrano che parla, non è un capo politico, non è un missionario ideologico ... non so come chiamarlo ... ecco, questo senso profondo che gli uomini, di tutte le latitudini, hanno di avere a Roma un amico che ti capisce, che ti segue, che ti indica la via giusta tra i pericoli della navigazione in una modernità che non ha precedenti per le sue asprezze.

 

D. – Giovanni Paolo II ha chiamato la Chiesa ad attuare pienamente il Vaticano II. A suo avviso, professore, cosa c’è ancora da fare?

 

R. – Si potrebbe rispondere con una battuta, se l’argomento non fosse serissimo: che bisogna viverlo, il Concilio Vaticano. Si tratta di vivere una prospettiva nuova, forte, bella, ricca e anche molto esigente.

 

D. – Questo Papa ha dato un grande risalto alla categoria cristiana del perdono, sia a livello personale sia a livello giuridico e internazionale. Cosa vuol dire, a suo parere, introdurre la misericordia nella storia?

 

R. – Bè, il concetto di misericordia di Giovanni Paolo II è esigentissimo. Non è una via in discesa, perché ci chiede anche verità, ci chiede anche giustizia e ci chiede soprattutto amore. Quindi, è una misericordia non remissiva, ma pienamente creativa e questo ne fa una proposta unica nel nostro tempo.

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“AI GIOVANI E’ AFFIDATO UN RUOLO IMPORTANTE NELLA COSTRUZIONE DELL’EUROPA UNITA, RADICATA NEI VALORI SPIRITUALI CHE L’HANNO MODELLATA”.

COSI’, IERI, IL PAPA NELL’INCONTRO CON GLI UNIVERSITARI,

SVOLTOSI NELL’AULA PAOLO VI, IN VATICANO

 

 

Un’occasione per pregare e per riflettere sull’Europa. Questo il senso della seconda “Giornata europea degli universitari”, il cui momento culminante è stato l’incontro del Papa con gli studenti, svoltosi ieri pomeriggio nell’Aula Paolo VI, in Vaticano. Nel suo discorso, al termine della recita del Rosario, il Pontefice ha affidato l’Europa ai giovani che possono contribuire a rinnovarne la cultura secondo “quell’influsso cristiano” che l’ha permeata nel corso dei secoli. All’evento hanno partecipato, grazie ai collegamenti via satellite, anche gli universitari dei dieci Paesi che entreranno nell’Unione il prossimo 1 maggio. Ce ne parla Dorotea Gambardella.

 

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(Musica)

 

 “L’Università – ha sottolineato il Papa – costituisce quella cultura che ha conosciuto un caratterizzante influsso cristiano. Occorre che questo ricco patrimonio di ideali non vada perduto”. Quindi, rivolgendosi alle migliaia di giovani presenti, il Santo Padre ha esortato:

 

“A voi cari universitari, è affidato un ruolo importante nella costruzione dell’Europa unita, saldamente radicata nelle tradizioni e nei valori spirituali che l’hanno modellata”.

 

Nel corso dell’incontro, animato da 1700 coristi provenienti dagli atenei e dai conservatori di tutta Italia, il cardinale Vicario Camillo Ruini ha distribuito alle diverse delegazioni di studenti una copia dell’esortazione apostolica “Ecclesia in Europa”:

 

“Fate tesoro del suo messaggio e delle parole del Santo Padre: “Le cattedrali parlano in silenzio delle radici cristiane dell’Europa, le università ne parlino ad alta voce”.

 

Quindi è stato trasmesso un video messaggio del presidente del Parlamento europeo, Pat Cox, il quale ha ricordato l’impegno profuso dal Pontefice per la promozione del dialogo interreligioso:

 

“...to promote intercultural dialogue between the many different faiths”

 

Ad accogliere, poi, l’ingresso di Giovanni Paolo II, che ha presieduto la recita del Santo Rosario, fragorosi applausi e gioiosi cori, segno palpabile del profondo affetto che i ragazzi nutrono per Lui. Alla preghiera mariana hanno partecipato anche i giovani della Polonia, della Lituania, di Malta, della Slovenia e degli altri sei Paesi che dal 1 maggio entreranno nell’Unione. Ma sul significato di questo evento, il cui tema era “Cristo, speranza per l’Europa”, ascoltiamo le riflessioni di alcuni studenti:

 

“Noi formeremo la nuova Europa e quindi noi nuova Europa ci rivolgiamo a Cristo perché ci illumini affinché l’Europa che è stata, l’Europa delle guerre, non continui ad essere così”.

 

“E’ importante guardare sempre alla figura di Gesù e sforzarci di vivere come Lui ha vissuto”.

 

“Mi auguro che con la recita del Rosario riusciamo a smuovere tutte le forze del bene, poiché in questo particolare momento ne abbiamo proprio bisogno”.

 

Al termine dell’incontro, con una suggestiva fiaccolata i giovani hanno accompagnato la croce dal Vaticano alla chiesa di Sant’Agnese in Agone, in piazza Navona.

 

(Musica)

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IL CARDINALE SODANO HA ORDINATO VESCOVO IERI NELLA BASILICA VATICANA

MONS. PAUL GALLAGHER, NUOVO NUNZIO IN BURUNDI

 

 

         Trentadue vescovi e oltre 100 sacerdoti hanno concelebrato all’altare della Cattedra, nella Basilica  di San Pietro con il cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano ieri pomeriggio, per l’ordinazione episcopale del nuovo Nunzio in Burundi l’inglese mons. Paul Gallagher che succede nell’incarico al compianto arcivescovo irlandese Michael Courtney, ucciso nel Paese africano il 29 dicembre scorso. Nell’abside della Basilica vaticana, gremita di fedeli, c’era per noi Paolo Scappucci.

 

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“Vieni in soccorso del popolo caduto che anela risorgere”: la bella invocazione alla Madonna dell’antifona mariana Alma Redemptoris Mater, è stata ripetuta dal cardinale Angelo Sodano al termine dell’omelia durante la concelebrazione in San Pietro per l’ordinazione episcopale di mons. Paul Gallagher nominato dal Papa suo rappresentante in Burundi al posto del nunzio Michael Courtney barbaramente trucidato proprio al termine del suo mandato, a fine dicembre, mentre si accingeva a partire per Cuba, sua nuova destinazione, dopo aver generosamente e lealmente operato per la pacificazione del Paese.

 

“Parti sereno e sii portatore di speranza a quella popolazione che ha tanto sofferto”: ha detto il cardinale Sodano a mons. Gallagher dopo aver ricordato la raccomandazione, ancora così attuale, di Giovanni Paolo II ai burundesi nel suo viaggio apostolico nel settembre del 1990. “Consolidate la vostra unità con la riconciliazione e il perdono. Dovete incontrarvi e superare ciò che vi ha diviso e trovare una nuova unità”.

 

A questo scopo aveva dato il suo contributo mons. Courtney – ha detto il cardinale Sodano che al suo fianco come consacranti nella cerimonia di ordinazione episcopale aveva mons. Kelly, arcivescovo di Liverpool, diocesi natale del nuovo nunzio e il segretario della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, l’arcivescovo guineano mons. Robert Sarah.

 

“Come nei giochi olimpici – sono ancora parole del porporato – ora la fiaccola passa in altre mani”. Mons. Gallagher che l’ha raccolta dalle mani di colui cui già era già succeduto come Osservatore permanente presso il Consiglio d’Europa a Strasburgo, invocando l’aiuto della Provvidenza nel non facile compito che lo attende, ha scelto come suo motto episcopale le parole del profeta Michea “Umiliter cum Deo” “in umiltà con Dio”. Così svolgerà il suo mandato quale servo di Gesù Cristo per la speranza del mondo.        

 

 

LA GIOIA DELLA FEDE E LA BELLEZZA DELL’ARTE PER AVVICINARE I LONTANI A CRISTO:

 LA PLENARIA DELLA CULTURA RACCOGLIE LA SFIDA DELL’INDIFFERENZA RELIGIOSA

- Interviste con mons. Franc Rodè e mons. Mauro Piacenza -

 

Con l’udienza dal Papa in Vaticano si è chiusa ieri la plenaria del Pontificio Consiglio per la cultura dedicata al tema della sfida posta alla Chiesa da quanti non credono o sono indifferenti al fatto religioso. Giovanni Paolo II ha invitato i cattolici a operare uno scatto intellettuale per comunicare con maggior forza e originalità il Vangelo in uno spirito di dialogo e di incontro con i diversi popoli e le varie culture. In proposito Giovanni Peduto ha intervistato due partecipanti alla plenaria. All’arcivescovo Franc Rodè, prefetto della Congregazione per i Religiosi e membro del Pontificio Consiglio per la cultura ha chiesto cosa deve fare la Chiesa per raggiungere i lontani:

 

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R. – La Chiesa deve essere sempre uno spazio di gioia. Se la Chiesa – e succede – diventa noiosa, e la verità che annuncia la Chiesa non interessa più la gente, allora la situazione diventa grave. Se la liturgia o tutti i riti della Chiesa diventano noiosi allora la gente se ne va. La Chiesa assolutamente deve rimanere uno spazio di gioia. Dio è gioia. La Chiesa che esce dal cuore del Signore risorto, essenzialmente è gioia, e questa gioia attrae la gente. Se la Chiesa diventa noiosa è infedele a se stessa.

 

D. – E’ più difficile oggi evangelizzare i non credenti o gli indifferenti?

 

R. – Io penso che sia più difficile evangelizzare gli indifferenti, perché almeno il non credente ha una posizione mentale, intellettuale, e crede di essere arrivato ad una chiarezza, ad una verità. Invece l’indifferente se ne disinteressa, non gli importa la verità e, dunque, è più difficile.

 

D. – Con noi l’arcivescovo mons. Mauro Piacenza, presidente della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa, membro del Pontificio Consiglio della cultura. Eccellenza, come proporre ai non credenti la via dell’arte e della bellezza come cammino verso Dio?

 

R. – Io credo che effettivamente la bellezza accomuni un po’ tutti, perché siamo tutti fatti per vocazione, come creature, per la bellezza. Poiché Dio è Sommo Bene, ha squadernato la sua inventiva di bellezza, Lui che è il Sommo Bello, nella creazione stessa, e poi attraverso l’ispirazione artistica. Per cui io credo che scavare nel terreno della bellezza sia trovare una vocazione comune di tutti gli uomini verso quella bellezza, quella trascendente, che è quella di Dio. Allora le schegge di bellezza che possiamo cogliere attraverso le espressioni artistiche variegate e anche la stessa attenzione al creato, io credo possano essere un mezzo di pre-evangelizzazione.

 

D. – Ma la cultura avvicina o allontana da Dio?

 

R. – Bisogna vedere se si tratta di una vera cultura o di una sorta di “culturismo”. Quel culturismo quasi fine a se stesso fatto soltanto di parole difficili, certamente non avvicina. Più ci avviciniamo in atteggiamento di umiltà alla verità, che è estremamente semplice, e più c’è cultura vera. Allora, a questo livello, credo avvicini a Dio.

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OGGI IN PRIMO PIANO

14 marzo 2004

 

LA SPAGNA OGGI AL VOTO TRA RABBIA E DOLORE

DOPO GLI ATTENTATI DI MADRID

- Ai nostri microfoni Alberto Negri -

 

 

Oltre 34 milioni di elettori e più di 56 mila sezioni dislocate in 19 regioni. Sono questi i principali dati relativi alle elezioni politiche cominciate questa mattina in Spagna, in un clima di forte tensione per i tragici attentati che hanno devastato Madrid. Le operazioni di voto termineranno questa sera alle 20 e in serata affluiranno i primi dati. Il servizio di Giancarlo La Vella:

 

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In Spagna sta per essere varata l’ottava legislatura, ma il prossimo Parlamento non vedrà la presenza del premier Aznar, che dopo aver lasciato la politica attiva ha affidato la guida del Partito Popolare a Mariano Rajoy, che si trova ora a gestire la difficile eredità di riconfermare quella maggioranza assoluta decretata 4 anni fa dagli spagnoli alla destra moderata. Al governo Aznar si riconosce, abbastanza unanimemente, il merito di aver portato la Spagna a livelli economici di eccellenza, ma di avere diviso il Paese invece sulla scelta di appoggiare Stati Uniti e Gran Bretagna per la guerra in Iraq e questo è proprio uno dei motivi conduttori della campagna elettorale del Partito socialista: questa è la maggiore formazione di opposizione e la seconda forza del Parlamento  - conta infatti 125 seggi sui 350 del Congresso dei deputati rispetto ai 183 dei popolari – ed è inutile negare che gli attentati di giovedì scorso condizioneranno in qualche modo il voto.

 

Ieri sera la svolta nelle indagini che fanno indirizzare decisamente i sospetti sulla pista islamica, anche se non è possibile ancora scartare nessun altra ipotesi. Intorno alle ore 20 il ministro degli esteri ha annunciato in conferenza stampa l’arresto di 3 marocchini e due indiani, che avrebbero fiancheggiato gli autori degli attentati. Immediata la protesta di alcune migliaia di persone davanti alla sede del Partito Popolare di Madrid e di altre città. Alle accuse di aver manipolato la verità, il ministro degli esteri ha risposto affermando che l’esecutivo Aznar ha reagito sempre con estrema chiarezza e che ancora non è possibile escludere alcuna ipotesi nello sviluppo delle investigazioni.

 

Dalle 9 di questa mattina gli spagnoli si stanno recando alle urne, lo hanno fatto anche il premier Aznar e il leader socialista Zapatero. “In nessun modo – ha detto Aznar – gruppi di fanatici impediranno agli spagnoli di vivere in libertà”. “Spero che la Spagna superi questo difficile momento”: è stato invece il commento di Zapatero.

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Le indagini degli inquirenti sui tragici attentati di Madrid si sono progressivamente spostate dall’organizzazione terroristica dell’Eta alla rete di Al Qaeda. Su questa nuova fase investigativa, ascoltiamo l’inviato de “Il sole 24 Ore”, Alberto Negri, intervistato da Amedeo Lomonaco:

 

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R. – Si tratta sicuramente di una svolta interessante anche se nessuna delle ipotesi viene ancora del tutto scartata. Si deve notare che il governo spagnolo ha mostrato un forte imbarazzo in questa occasione: aveva puntato immediatamente il dito contro l’Eta e poi, ha progressivamente spostato il mirino nei confronti dell’estremismo islamico.

 

D. – Come ha reagito il mondo arabo a questi ennesimi attentati?

 

R. – Il mondo arabo non ha reagito con stupore. La dimensione dell’attentato, fin dall’inizio, aveva fatto pensare in Medio Oriente che, dietro la strage di Madrid, ci fosse la mano di un’organizzazione diversa dall’Eta. La stessa difficoltà a rivendicare gesti di questo genere rivela comunque che è difficile tradurre atti di terrorismo così terrificanti in atti e azioni politiche; rivela anche, qual è il reale obiettivo e la vera natura del terrorismo: quella di mantenere in stato di shock e di insicurezza intere popolazioni e governi.

 

D. – E’ reale l’ipotesi di una fusione tra un terrorismo globale, come quello drammaticamente messo in atto dall’estremismo islamico, e organizzazioni che invece hanno una dimensione locale?

 

R. – Il terrorismo islamico nasce su base locale e poi assume una dimensione più estesa con la guerra in Afghanistan. Non è assolutamente da escludere che proprio questa organizzazione  riesca a sfruttare quelle che sono le contraddizioni locali. Il terrorismo di al Qaeda non prende, infatti, soltanto spunto dall’Islam o dalle situazioni incancrenite del Medio Oriente, ma ideologicamente preme su quella che è una sorta di lotta antimperialista.

 

D. – La tragica scia di orrore e odio potrebbe colpire in futuro altri Paesi e tra questi, quali sono più a rischio? 

 

R. – L’Italia sicuramente – per dirne uno – è uno dei Paesi nel mirino, come lo sono tutti gli Stati occidentali che, in qualche modo, partecipano alla coalizione internazionale in Iraq. Si deve inoltre sottolineare un fatto: la maggior parte, finora, dei volontari reclutati da al Qaeda è sempre venuta dal Pakistan, dall’Egitto e dall’Arabia Saudita, tre Paesi che sono alleati degli Stati Uniti. Questo dato dovrebbe far riflettere l’amministrazione americana.

 

D. – Come scongiurare adesso questa drammatica minaccia?

 

R. – Certamente la minaccia di al Qaeda ha una caratteristica inedita che è quella di essere globalizzata e di appoggiarsi su una rete economico-finanziaria importante; questo rende tale organizzazione sicuramente più pericolosa, ma forse, in futuro, anche più penetrabile di quanto non sia adesso.

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NEI CINEMA ITALIANI LA SORGENTE DEL FIUME, PRIMO FILM DI

UNA TRILOGIA SUL NOVECENTO DEL REGISTA GRECO THÉO ANGELOPOULOS.

UNO SGUARDO VISIONARIO E POETICO SULLA FORZA DELL’AMORE CONDIVISO, SULLO SFONDO DELLE DOLOROSE VICENDE VISSUTE DALLA GRECIA NEL SECOLO SCORSO

- Servizio di Luca Pellegrini -

 

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Di Théo Angelopoulos e del suo cinema colpiscono soprattutto due aspetti, provenienti, il primo dalle sue radici culturali, il secondo dal suo carattere di intellettuale illuminato. Ha una concezione del fluire del tempo prettamente “ellenica”, ossia uno scorrere della storia ora fluido ora agitato, tra risacche e tranquillità, dalla sorgente fino alla foce di un fiume. Possiede, poi, una tenacia ed un rigore che non permettono variazioni, fibrilla appena e sommessamente a causa dei cambiamenti del mondo, anch’essi però risucchiati e metabolizzati da una profonda, olimpica saggezza, distesa nelle immagini languide e metaforiche dei suoi film. Tutti veri capolavori. Tutti controcorrente.

 

Anche La sorgente del fiume, presentato in concorso a Berlino quest’anno, è un film di storie nella storia, un film antico nella postmodernità. Primo di una trilogia sul Novecento, il secolo che il maestro greco definisce come il periodo forse più insanguinato e convulso della storia dell’uomo, inizia nel 1921 quando l’incalzare dell’Armata Rossa costringe i greci di Odessa a tornare in patria e, nelle vicende tragiche di una coppia, si spinge fino al termine della seconda guerra mondiale, attraversando un colpo di Stato, nel 1936, il fascismo, l’invasione, la resistenza, la divisione, il lutto. Si chiude, infatti, con il grido di dolore di Heleni (affidato al severo volto mediterraneo di Alexandra Aidini) sul corpo inerme di uno dei due figli.

 

Inserito localmente nelle vicende difficili della Grecia, il film si apre alla contemplazione universale dell’uomo sospeso tra fato e volontà: impossibile separare Angelopoulos dal mito, mentre lui stesso ha respinto ormai definitivamente la tentazione dell’ideologia. E’ racconto puro, quello della madre e del padre Alexis che, nascondendosi e amandosi fin dalla tenera età, proteggono a loro volta l’amore e la vita. Immersi in una natura che nel regista greco è sempre presenza predominante e fisica. Questa volta è l’acqua, di un fiume in piena, del mare che lambisce Salonicco,  con i suoi rumori, la sua forza travolgente, il suo potere di separazione. Angelopoulos, naturalmente, cerca e vuole spettatori esigenti capaci di accompagnarlo e assecondarlo nel suo viaggio (o sogno?) verso l’utopia. Che, anziché essere un’isola, per il maestro è soltanto una pace irraggiungibile, un amore mai sazio, un desiderio di assoluto.

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CHIESA E SOCIETA’

14 marzo 2004

 

 

OCCORRE COLLEGARE IL PROGETTO CULTURALE A UNA FORTE SPINTA MISSIONARIA: LO HA SOTTOLINEATO IERI MONS. BETORI, SEGRETARIO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, AL CONVEGNO DEI RESPONSABILI NAZIONALI

DEL “PROGETTO CULTURALE” DELLA CEI

 

ROMA. = In un mondo tanto segnato da contraddizioni e fragilità, non può esserci una parte della Chiesa impegnata solo nell’evangelizzazione e un’altra che si misura, invece, sul terreno della cultura. Questo, in sintesi, quanto è emerso dall’incontro dei responsabili nazionali del progetto culturale della Conferenza episcopale italiana. Il programma, lanciato dalla Cei dieci anni fa per un incontro nuovo con la società e la cultura italiane, è stato esaminato alla luce del prossimo convegno ecclesiale nazionale, che si svolgerà a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006. “Se la comunicazione del Vangelo si intendesse solo come ripetuto invito missionario - ha spiegato ieri il segretario della Cei, mons. Giuseppe Betori, chiudendo la tre giorni a Roma - senza misurarsi severamente con il mutato quadro culturale e antropologico, potrebbe risolversi in un appello retorico e alla fine frustrante”. “La meta del futuro prossimo - ha proseguito - deve essere quella di lavorare per un’unione sempre più stretta tra cultura e missionarietà, continuando lo sforzo per affermare la presenza cattolica nel mondo della cultura e della comunicazione, ad ogni livello, con competenza e passione”. Il segretario della Cei ha, infine, indicato una “meta specifica”: lavorare affinché il progetto culturale “non consista tanto e non sia identificato con proposte provenienti dall’alto, ma diventi qualcosa che parte dal basso e agisce autonomamente per l’animazione culturale nel territorio”. E’ grande, infatti, ai nostri giorni la fame di conoscenza del mondo giovanile, il bisogno di orientamento spirituale. In questo contesto, scende in campo la risorsa dei centri culturali cattolici disseminati sul territorio e in continua crescita: nel 1997 erano 196, oggi 362. (B.C.)

 

 

CRESCE LA PAURA NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO PER UNA RIPRESA DEL CONFLITTO. RINVENUTI DALLA FORZA DI PACE DELLE NAZIONI UNITE

40 DEPOSITI CLANDESTINI DI ARMI NELLA ZONA DI BUKAVU

 

BUKAVU. = “La popolazione del sud Kivu è sempre più preoccupata; gli ultimi avvenimenti dimostrano che la situazione è ancora lontana dall’essersi stabilizzata”. È quanto hanno dichiarato all’Agenzia Fides fonti della Chiesa della Repubblica Democratica del Congo, che per motivi di sicurezza desiderano rimanere anonime. “Le minacce e i tentativi di omicidio nei confronti del comandante della decima regione militare congolese, il generale Prosper Nabyolwa - hanno proseguito le fonti di Fides - la scoperta di arsenali a Bukavu in abitazioni di personaggi congolesi e rwandesi; e l’atteggiamento del comandante in seconda della decima regione militare, che sembra rispondere agli ordini di altri e non a quelli del governo di Kinshasa, sono tutti episodi che stanno gettando la popolazione del Kivu nel dubbio e nell’angoscia per la ripresa di un nuovo conflitto”. Proprio in questi giorni, infatti, la forza di pace delle Nazioni Unite (MONUC) ha scoperto ben 40 depositi clandestini di armi nella zona di Bukavu. In base agli accordi di Pretoria (Sudafrica) firmati nel dicembre 2002, il governo e diversi movimenti di guerriglia che operano nell’est del Congo si sono accordati per porre fine alle ostilità e formare un governo di unità nazionale. Gli accordi prevedono, inoltre, la formazione di un nuovo esercito nazionale, con l’integrazione nelle unità militari già esistenti dei combattenti dei diversi gruppi di guerriglia. A Bukavu agiva l’Unione Congolese per la Democrazia (RCD), uno dei principali gruppi di guerriglia appoggiati dal Rwanda. “Il vicecomandante dalla decima regione militare di Bukavu - hanno detto le fonti in Congo - è un ex appartenente al RCD e la popolazione della città sospetta che non lavori per promuovere l’unità del Paese, ma operi ancora per dividerlo”. Nel Paese africano l’Onu ha dispiegato la MONUC per sorvegliare il rispetto degli accordi di pace, ma “gli abitanti di Bukavu non sono soddisfatti del comportamento della forza di pace. In particolare, si imputa ai soldati di non provvedere in maniera efficace alla confisca di armi detenute illegalmente. (B.C.)

 

 

APPROVATA OGGI IN CINA LA STORICA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE CHE

SANCISCE LA PROPRIETÀ PRIVATA E IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI.

IL CONGRESSO DEL POPOLO HA DATO IL VIA LIBERA AGLI EMENDAMENTI

 PRESENTATI DAL PRIMO MINISTRO, WEN JIABAO.

- A cura di Barbara Castelli -

 

PECHINO. = Riforme di portata storica in Cina. Il Parlamento di Pechino ha, infatti, approvato stamani la riforma della Costituzione che sancisce la proprietà privata e il rispetto dei diritti umani. I 3000 delegati del Congresso del popolo si sono pronunciati favorevoli agli emendamenti, con il 99% dei consensi, al termine della sessione annuale, che si era protratta per dieci giorni. Il testo del nuovo articolo della Costituzione sulla proprietà privata afferma che essa è “inviolabile”, quando “è ottenuta legalmente”. Tale riforma rappresenta, quindi, il riconoscimento, da parte della dirigenza comunista, dell’importanza assunta dal settore privato nell’economia e nella società cinese. Tra i 13 emendamenti approvati oggi dall’organo legislativo, anche quello sulla tutela dei diritti umani. Nel testo proposto dal Partito Comunista si legge che la Cina “rispetta e salvaguarda i diritti umani”. I dirigenti, tuttavia, hanno più volte specificato che l’espressione “diritti umani” sta a indicare i diritti fondamentali alla casa, al cibo e al lavoro e che da essa sono esclusi i diritti politici che restano, come sono da oltre 50 anni, appannaggio esclusivo del Partito Comunista. Intanto, restano ancora ignoti i motivi che hanno portato, il 5 marzo scorso, all’arresto di un vescovo cattolico nella regione dello Helongjiang. Per le sorti del presule la Santa Sede ha espresso preoccupazione e tristezza, specificando di non avere “alcun motivo per dubitare dell’innocenza del vescovo”.

 

 

GIOIA NELLA COMUNITA’ CRISTIANA DELLO STATO INDIANO DI KARNATAKA.

LO STATO HA, INFATTI, ACCOLTO LA RICHIESTA DEI FEDELI,

 DICHIARANDO NUOVAMENTE IL VENERDI’ SANTO GIORNATA FESTIVA

 

BANGALORE. = Il governo dello Stato indiano del Karnataka ha dichiarato il Venerdì Santo giornata festiva, accogliendo le recenti richieste della comunità cristiana. Lo ha annunciato all’Agenzia Fides la diocesi di Bangalore, capitale del Karnataka, guidata dall’arcivescovo Ignatius Paul Pinto. Nei giorni scorsi, infatti, la Chiesa locale si era mobilitata con conferenze e manifestazioni pubbliche chiedendo al governo di ripristinare per il giorno del Venerdì Santo la festa pubblica, cancellata senza motivazioni. Le diverse pressioni alla fine hanno spinto il governo del Karantaka ad accogliere la richiesta. Lo scorso anno, invece, il Venerdì Santo è divenuto un giorno festivo per tutti i cittadini del Bihar, stato dell’India orientale, dopo l’istanza inoltrata alle autorità civili dall’arcivescovo di Patna, mons. Benedict John Osta. Secondo disposizioni del governo federale dell’India, infatti, il Venerdì Santo deve essere festività ufficiale, giorno in cui tutti gli uffici pubblici sono chiusi e i funzionari civili sono dispensati dal lavoro. I diversi Stati della federazione indiana, tuttavia, devono recepire questa disposizione nel loro ordinamento interno. (B.C.)

 

 

APRE OGGI A POTENZA UNA RASSEGNA DEDICATA AI MISTERI DEL ROSARIO.

93 ARTISTI ITALIANI HANNO INTERPRETATO COSI’ “LA VIA DELLA BELLEZZA”

 

POTENZA. = Sulla via del Rosario Potenza riscopre la bellezza. Questo pomeriggio apre al pubblico una suggestiva mostra di arte sacra contemporanea, incentrata sul Rosario e i suoi Misteri. Ventidue artisti della Basilicata e 71 pittori e scultori da tutta Italia, da Milano a Firenze a Roma, si sono lasciati ispirare dalle parole di Giovanni Paolo II contenute nella Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae”. “Col Rosario - scrive il Papa - il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all’esperienza del suo amore”. Nelle sale del nuovo Salone delle mostre del Pontificio seminario regionale minore di Potenza, i visitatori potranno così immergersi nei Misteri di grazia e bellezza, di dolore e morte, di gioia e luce che disegnano il Rosario di Maria. Diversi gli artisti che hanno partecipato a questa singolare iniziativa. Ricordiamo, tra gli altri: Ennio Calabria, Omar Galliani, Stefania Fabrizzi, Ruggero Savinio. (B.C.)

 

 

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

14 marzo 2004

 

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

 

La Russia oggi alle urne per scoprire fin dove arriva il consenso verso il presidente uscente, Vladimir Putin. Nessuno, a partire dai cinque candidati avversari che insieme raccolgono meno del 10 per cento dei consensi, dubita infatti della sua vittoria. Il servizio di Giuseppe D’Amato:

 

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         L’unico ostacolo sulla strada della rielezione di Vladimir Putin è l’astensionismo. Se l’affluenza alle urne degli aventi diritto sarà inferiore al 50 per cento, la consultazione sarà invalidata. I segnali provenienti dagli oltre 94mila seggi, disposti su 11 fusi orari, sono però positivi. Rispetto alle legislative dello scorso dicembre, la percentuale dei russi che hanno già votato oggi, a metà giornata, è superiore alle attese. Gli inviti, in televisione, a recarsi alle urne sono continui. Le massime cariche politiche del Paese, nonché varie stelle dello spettacolo e dello sport hanno compiuto il loro dovere in diretta televisiva. Dopo il primo difficile decennio post-sovietico, la Russia vive ora un periodo di forte ripresa. A Mosca e Sanpietroburgo siamo in pieno boom economico. Nel 2003 il Pil russo è aumentato del 7, 3 per cento, le riserve auree toccano la cifra record di 88 miliardi di dollari, grazie ai profitti sulla vendita del petrolio. Tuttavia nelle province restano grosse sacche di povertà. La spinosa questione cecena non influenza le elezioni federali ed è stata trattata solo marginalmente dal 6 candidati.

 

Per la Radio vaticana, Giuseppe D’Amato.

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Giornata elettorale anche nelle Comore, Paese dell’Oceano indiano abitato da oltre 700 mila persone, dove hanno avuto inizio questa mattina le prime elezioni legislative della storia dello Stato africano che ha conquistato l’indipendenza nel 1975. Nella capitale, Moroni, le operazioni di voto sono cominciate con grande ritardo.

 

Ancora violenze in Iraq. Quattro soldati americani sono stati uccisi in due distinti attacchi perpetrati a Baghdad. Il primo ordigno è esploso, la scorsa notte, causando la morte di tre soldati. La seconda deflagrazione, avvenuta questa mattina, ha provocato il grave ferimento di un altro militare che è poi deceduto subito dopo il ricovero in ospedale.

 

 Il leader dell’organizzazione terroristica al Qaeda, Osama Bin Laden, ha esortato i capi religiosi e politici dell’Islam a creare un consiglio che raduni e armi i musulmani per la guerra contro l’occidente. Lo scrive oggi un sito web islamico, ‘Dirasat’, che pubblica il testo integrale della videocassetta fatta pervenire, lo scorso gennaio, all’emittente televisiva araba Al Jazeera.

 

 Continua ad essere esplosiva la situazione dell’Afghanistan. Un ufficiale dell’esercito afgano ha annunciato oggi che la scorsa settimana tre capi taleban sono stati arrestati a Zabul, nel sudest del Paese, e dodici combattenti taleban sono stati uccisi nella provincia di Kandahar dalle forze americane.

 

 In Medio Oriente non si arresta la violenza: militari israeliani hanno ucciso tre giovani palestinesi nella Striscia di Gaza, al varco di Karni. Sul versante politico, fervono intanto i preparativi per il primo Vertice, previsto martedì prossimo, tra il premier israeliano, Ariel Sharon, e quello palestinese, Abu Ala. Il capo di gabinetto del Premier israeliano Dov Weiglass, incontrerà nelle prossime ore il collega palestinese, Hassan Abu Libdeh. Fonti israeliane assicurano, intanto, che il piano di disimpegno di Sharon per il ritiro unilaterale dalla Striscia di Gaza e forse da ampie zone della Cisgiordania, non sarà inserito nell’agenda dei colloqui.

 

 “La sicurezza e la stabilità sono importanti per il popolo di Haiti quanto per l’intero emisfero occidentale”. E’ questa una delle dichiarazioni rilasciate ieri sera dal capo di Stato maggiore delle forze armate americane, il generale Richard Myers, a conclusione della sua visita alle truppe statunitensi dislocate sull’isola caraibica per garantire una adeguata cornice di sicurezza al Paese centroamericano, recentemente colpito da una drammatica ondata di violenze.

 

L’Iran non ha ancora deciso quando consentirà l’arrivo degli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). Nella risoluzione approvata ieri dall’organismo direttivo dell’Aiea, era stata espressa “seria preoccupazione” per l’omissione dell’Iran di informazioni su un progetto di ricerca per lo sviluppo di una centrifuga capace di arricchire uranio. Sul versante politico, il Parlamento iraniano ha intanto accettato oggi le dimissioni di Mohsen Armin, uno dei più popolari deputati riformisti, che ha lasciato l’incarico per protestare contro le bocciature di quasi un terzo delle candidature alle elezioni politiche dello scorso 20 febbraio da parte dell’organo conservatore del Consiglio dei guardiani.

 

 Tragedia in Kazakistan, dove almeno ventiquattro persone sono rimaste sepolte da una frana. Lo smottamento del terreno, provocato da diversi giorni di pioggia, ha inoltre travolto un gruppo di abitazioni. I soccorritori stanno scavando fra le macerie in cerca di eventuali superstiti.

 

 Dal congresso della Margherita, al Palafiera di Rimini, Francesco Rutelli è stato eletto presidente del partito. L’elezione è avvenuta per alzata di mano e Non c’è stato nè un astenuto, né un contrario.

 

 

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