RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 65 - Testo della Trasmissione di venerdì 5 marzo 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La Chiesa in missione al centro oggi degli Esercizi spirituali in Vaticano ai quali partecipa il Santo Padre.

 

Richiamo di Giovanni Paolo II all’etica degli affari: dirigenti ed imprenditori cristiani non dimentichino di affermare il primato dell’essere sull’avere: ai nostri microfoni mons. Giampaolo Crepaldi e Francesco Merloni.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Omaggio del mondo accademico alla figura del grande teologo e filosofo tedesco, il gesuita Karl Rahner, nel centenario della nascita: con noi mons. Rino Fisichella e mons. Piero Coda.

 

Le prospettive di un’Europa allargata: tra i temi al centro della plenaria della Conferenza episcopale tedesca: intervista con mons. Ludwig Schick.

 

Avviato a Roma il processo di beatificazione di mons. Alvaro Del Portillo: ai nostri microfoni l’ing. Giuseppe Corigliano.

 

Dal 13 marzo a Cremona mostra dedicata a Giorgio De Chirico, ‘Il grande metafisico’.

 

CHIESA E SOCIETA’:

La disinformazione e l’ignoranza dei media al centro dell’intervento dell’arcivescovo Foley al Congresso dell’organizzazione “Aiuto alla Chiesa che soffre”, ad Augusta in Germania.

 

Creato in Africa il Fondo di solidarietà continentale.

 

L’accesso alla regione di Darfour, al centro della visita in Sudan del presidente della Croce Rossa Internazionale.

 

Partita da Mosca l’operazione di soccorso dei 12 membri di una spedizione scientifica al Polo Nord, rimasta intrappolata nel ghiaccio, dopo la rottura di parte della banchisa che ospita la stazione.

 

Quarta esecuzione capitale dell’anno ieri in Texas, mentre il Sud Dakota e il Wyoming hanno votato per l’abolizione della pena di morte per i minori di 18 anni.

 

Grande raduno dell’Azione cattolica italiana a Loreto dal 1 al 5 settembre prossimo.

 

24 ORE NEL MONDO:

Ampio voto di fiducia del parlamento russo al nuovo premier Mikhail Fradkov.

 

Giorno importante per il futuro dell’Iraq, con la firma oggi della nuova Costituzione.

 

Ancora violenze ad Haiti: il presidente brasiliano ha annunciato l’invio di un contingente per riportare la pace. In Venezuela prosegue il braccio di ferro tra il presidente Chavez e l’opposizione.

 

Il governo di Pechino ha dichiarato di voler ridurre il divario economico tra città e campagna.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

5 marzo 2004

 

 

LA CHIESA IN MISSIONE AL CENTRO OGGI DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI PREDICATI,

IN VATICANO, DAL TEOLOGO MONS. BRUNO FORTE

- Servizio di Amedeo Lomonaco -

 

“In Missione. In cammino verso la patria trinitaria: la Chiesa in missione”. E’ il tema degli Esercizi spirituali predicati stamane in Vaticano dal teologo mons. Bruno Forte, ai quali partecipa il Santo Padre. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

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Il cammino degli Esercizi spirituali è giunto, oggi, al compimento della via unitiva nella quale i discepoli, trasformati dallo Spirito del Risorto e resi partecipi della vita trinitaria, costituiscono la Chiesa dell’amore. “Una Chiesa in missione – ha detto mons. Bruno Forte - chiamata ad irradiare, nel tempo, la bellezza della Trinità, convocando tutte le genti all’incontro della salvezza che cambia la vita:

 

“La Chiesa della Trinità, in cammino verso la patria trinitaria, è la Chiesa in missione. Tutta la Chiesa è inviata ad annunciare tutto il Vangelo a tutto l’uomo, ad ogni uomo”.

 

Il predicatore ha quindi illustrato il luogo in cui la Chiesa nasce e si esprime, l’Eucaristia:

 

“Noi viviamo in un mondo che è una folla di solitudini. Si è tutti insieme ma non si è uno. La Chiesa ha una ricchezza immensa e cioè l’unità che Cristo ci dona, l’agape che lui nell’Eucaristia ci trasmette. Questo dobbiamo annunciare al mondo”.

 

Nel pomeriggio di ieri, il teologo ha inoltre descritto la figura di Pietro, il “pescatore di uomini”, che ha donato la propria vita per Gesù. Ascoltiamo alcune riflessioni sull’apostolo, espresse dal predicatore davanti al successore di Pietro:

 

“Anche Pietro ha un Isacco da offrire a Dio. E’ un Messia politico, liberatore, e Gesù gli dice: lungi da me, Satana, perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini. Accettando di fidarsi perdutamente di questo impossibile, possibile amore di Dio può essere la roccia della Chiesa. Pietro ha imparato a essere niente. Questa è la scuola della fede: tu cominci a capire quando ti rendi conto che tu sei niente e Gesù è tutto”.

 

Successivamente, la meditazione del teologo è stata dedicata al Magnificat, il canto della sposa delle nozze messianiche. “Il cantico – ha concluso il predicatore – mostra Maria come la sposa delle nozze in cui l’Eterno è venuto a realizzare le meraviglie del suo amore”.

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RICHIAMO DEL PAPA ALL’ETICA DEGLI AFFARI: DIRIGENTI  ED IMPREDITORI CRISTIANI

NON DIMENTICHINO DI AFFERMARE IL PRIMATO DELL’ESSERE SULL’AVERE

 

Alla presenza di circa 80 nomi dell’imprenditoria internazionale, di esperti e docenti di 27 Paesi di tutti i Continenti, si è aperto stamane nella sede del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace un Seminario che discuterà un tema di attualità: “La responsabilità dell’imprenditore e la globalizzazione”. All’inizio dei lavori il cardinale Renato Martino, presidente del Pontificio Consiglio, ha dato lettura del messaggio che il Santo Padre, in questi giorni impegnato in Vaticano per gli Esercizi, ha inviato a questa rappresentanza così significativa dell’impresa nel mondo. Per una sintesi del messaggio ascoltiamo Paolo Scappucci.

 

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“I cristiani con responsabilità nel mondo degli affari – si legge nel messaggio del Papa – sono di fronte alla sfida di combinare il legittimo perseguimento del profitto con una più profonda sollecitudine per la diffusione della solidarietà e l’eliminazione della piaga della povertà che continua ad affliggere così tanti membri della famiglia umana”.

 

Non manca, nel messaggio del Santo Padre, un indiretto riferimento alla situazione critica che il mondo dell’industria vive non solo in Italia, ma anche in altri Paesi del mondo e infatti il Papa dice: “La Conferenza ha luogo in un momento in cui il settore finanziario e commerciale sta diventando sempre più consapevole della necessità di autentici comportamenti etici tali da garantire che il mondo degli affari rimanga sensibile alle sue fondamentali dimensioni umane e sociali.

 

In un mondo tentato dal consumismo e da prospettive materialistiche - continua Giovanni Paolo II - gli imprenditori cristiani sono chiamati a riaffermare la priorità dell’essere sull’avere”.

 

Poi, un accenno al tema fondamentale, quello della globalizzazione per cui il Papa puntualizza: “Una vera globalizzazione, realizzata nel rispetto dei valori dei diversi gruppi e Nazioni, può contribuire notevolmente all’unità della famiglia umana e a rendere possibili forme di cooperazione che siano non solo economiche ma anche sociali e culturali. La globalizzazione deve diventare qualcosa di più di un sinonimo di assoluta relativizzazione dei valori ed omogeneizzazione degli stili di vita e culture, e, a tal fine - conclude il Santo Padre - i leader cristiani sono impegnati a rendere testimonianza delle potenzialità liberatrici e trasformatrici della verità cristiana”.

 

Da Palazzo San Calisto, per la Radio Vaticana, Paolo Scappucci.

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Sui lavori del Convegno, diamo la parola ad Alessandro Guarasci, che ha intervistato mons. Giampaolo Crepaldi, segretario del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, e l’imprenditore Francesco Merloni, presidente dell’Ucid, l’Unione degli imprenditori e dirigenti cristiani.

 

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D. - Mons Crepaldi, perché la Chiesa ha deciso di chiamare a riunione imprenditori di tutto il mondo per parlare di etica e di economia?

 

R. – La dottrina della Chiesa da sempre afferma che qualsiasi attività umana, e quindi anche l’attività economica, non va slegata da un’istanza di carattere morale ed oggi ne abbiamo una conferma. Evidentemente, gli ultimi scandali che ci sono stati e che hanno quasi colpito l’opinione pubblica - soprattutto alcuni settori come i risparmiatori, ecc - ma non solo quella italiana, mi riferisco agli scandali delle grandi Imprese, negli Stati Uniti, in Francia, in Gran Bretagna, in altre parti del mondo, stanno qui a dirci quanto sia importante che l’attività economica venga condotta secondo criteri di carattere etico e di carattere morale.

 

D. – Questo vuol dire che manca anche a livello mondiale una sorta di governo dell’economia …

 

R. – Certamente comporta una maggiore consapevolezza, nella casa imprenditoriale, del fatto che l’istanza morale non è contro l’efficienza economica, ma è un elemento che rende più efficiente l’attività economica; dall’altra parte, evidentemente, tutto questo solleva una questione più di carattere generale, che non è slegata dall’istanza morale, che è quella di un governance più puntuale di questi processi economici e finanziari. In diverse occasioni, il Papa, nei suoi interventi, ha dettato l’esigenza di questa governance anche a livello economico e finanziario.

 

D. – Dott. Merloni, per voi imprenditori ha importanza parlare di etica in economia?

 

R. - Non bastano le leggi per poter guidare gli uomini nel loro lavoro, nel loro impegno, ci vuole anche la coscienza individuale.

 

D. – Che cosa si sente di dire al risparmiatore dopo questo crack Cirio e Parmalat per invogliarli anche ad avere più fiducia nelle Imprese, magari nel prestare i soldi alle Imprese tramite i bond e così via?

 

R. – Nel mondo non bisogna generalizzare, queste sono state cose certamente di imprenditori o manager che sono stati megalomani nella loro attività e hanno utilizzato ogni possibilità per accrescere magari la propria ricchezza ed il proprio potere. Però non tutta la nostra attività industriale, ed in particolare quella delle piccole e medie imprese, è orientata in quel senso. Assolutamente no! Questo lo diciamo con forza. Bisogna ricreare fiducia in quelli che sono anche gli strumenti finanziari per sostenere l’economia. Ricreare fiducia, certamente nelle banche, nella loro possibilità di essere intermediatori tra i risparmiatori e le attività economiche.

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RINUNCIA E NOMINA

 

Il Santo Padre ha accettato stamani la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Perigueux in Francia, presentata da mons. Gaston Poulain, per raggiunti limiti di età ed ha nominato allo stesso incarico mons. Michel Mouïsse, finora vescovo titolare di Lambesi ed ausiliare di Grenoble.

 

Il Papa ha anche nominato vescovo di Valle de la Pascua, nel Venezuela, mons. Ramón José Aponte Fernandez, del clero della diocesi di Trujillo, finora parroco di San Alejo a Boconó.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

La prima pagina si apre con la situazione in Iraq: in rilievo l'avvenimento della firma della Costituzione provvisoria, che dovrebbe aprire un nuovo capitolo nella storia del Paese.

 

Nelle vaticane, il Messaggio del Papa al cardinale Renato Raffaele Martino in occasione della Conferenza sul tema "L'impreditore: responsabilità sociale e globalizzazione".

Una pagina dedicata alle Lettere quaresimali dei vescovi italiani

 

Nelle estere, una pagina speciale dell' "Atlante geopolitico" dedicata al tema dell'"Infanzia negata". La pagina - a cura di Pierluigi Natalia e di Giuseppe Fiorentino - presenta articoli sullo sfruttamento del lavoro minorile, sui bambini-soldato; vi sono schede sul fenomeno della malnutrizione, sulle carenze sanitarie, sulla guerra e i profughi.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Francesco Licinio Galati dal titolo "Dodici ore che valgono una vita": riproposto "Dalle nove alle nove" di Leo Perutz. 

 

Nelle pagine italiane, in rilievo il tema delle pensioni.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

5 marzo 2004

 

 

OMAGGIO DEL MONDO ACCADEMICO ALLA FIGURA DEL GRANDE TEOLOGO E FILOSOFO

IL GESUITA KARL RAHNER, NEL CENTENARIO OGGI DELLA SUA NASCITA

 

Cento anni fa – esattamente il 5 marzo del 1904 – nasceva a Friburgo, in Germania, Karl Rahner, gesuita, teologo e filosofo di grande rilevanza nel ‘900. Allievo anche di Heidegger, insegnò teologia a Innsbruck, a Monaco di Baviera ed infine a Münster. Partecipò come peritus al Concilio Vaticano II e, nel 1965, fondò assieme ad altri la rivista internazionale di teologia “Concilium”. Vasta la sua produzione: “Uditori della parola” e “Corso fondamentale sulla fede”, per citare alcuni titoli. Rahner morì nel 1984. Per il centenario della nascita l’Università Lateranense ha voluto dedicare al pensiero di Rahner, un Convegno di due giorni che si è aperto ieri a Roma. Il servizio di Debora Donnini.

        

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Il teologo che più di ogni altro nel nostro secolo ha difeso in modo radicale la libertà dell’uomo: così mons. Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense, sintetizza la figura di Karl Rahner, come sentiamo ai nostri microfoni:

 

“C’è una grande intuizione di Rahner: che l’uomo è sempre sotto l’influsso della Grazia. Quindi questo uomo è in quella condizione - se lo vuole, perché il grande tema è la libertà dell’uomo - di poter essere anche capace di corrispondere a questa Grazia e dunque di immettersi in questo circuito salvifico che lo porta a dare senso alla propria esistenza”

 

Molto importante, sottolinea ancora mons. Fisichella, è l’influsso di Rahner sul Concilio Vaticano II. Ma in che cosa lo ha influenzato di più?

 

“Penso che l’influsso più forte di Rahner sia stato proprio quello che ha portato oggi al dialogo con le religioni non cristiane”.

 

La Parola, ma soprattutto la necessità di ritornare ad un annuncio il più possibile vivo per l’uomo contemporaneo segnano il pensiero di Rahner. Quale il suo contributo in questo senso? Ci risponde il teologo mons. Piero Coda:

 

“Penso che sia la sensibilità che lui ha sempre sottolineato sulla esistenzialità del Cristianesimo e cioè che il Cristianesimo non è un fatto meramente dottrinale – ha anche un contenuto di verità, evidentemente – ma è un fatto esistenziale. L’ultimo Rahner, dopo il Concilio Vaticano II, diceva con una espressione molto forte che il Cristiano di domani o sarà un mistico, cioè uno che ha esperienza di ciò in cui crede, di ciò che annuncia, oppure non sarà. Quindi è un richiamo forte all’esperienza vitale, condivisa nella comunità cristiana”.

 

E sull’eredità che Karl Rahner lascia all’uomo e alla Chiesa di oggi sentiamo ancora mons. Rino Fisichella:

 

“La teologia di Karl Rahner ci dice la centralità dell’uomo nell’annuncio che noi dobbiamo fare. Quando la Chiesa parla, parla ad ogni uomo ma parla anche a tutto l’uomo”.

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LE PROSPETTIVE DI UN’EUROPA ALLARGATA E L’ESIGENZA

DI UNA RINNOVATA CATECHESI TRA GLI ADULTI:

TRA I TEMI PRINCIPALI AFFRONTATI NELLA PLENARIA

DELLA CONFERENZA EPISCOPALE TEDESCA

 

L’integrazione degli immigrati, la pastorale nel mondo militare, i cambiamenti nella cultura delle esequie, ma anche il dialogo con l’Islam, le prospettive dell’Unione europea e la prossima Giornata mondiale della gioventù che si terrà a Colonia: sono tra i temi affrontati dalla Conferenza episcopale tedesca riunita a Bensberg, vicino a Colonia, per l’Assemblea plenaria di primavera, che si è conclusa ieri. Iurgen Erbacher ha intervistato mons. Ludwig Schick, arcivescovo di Bamberg in Baviera, chiedendogli innanzitutto quanto è emerso a proposito dell’Europa:

 

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R. – Abbiamo parlato dell’entrata di altri Paesi nell’Unione Europea, il 1 maggio, e del fatto che si porranno altri problemi di integrazione. Abbiamo affrontato il tema  della Costituzione europea. Noi, come il Santo Padre, siamo della ferma opinione che nella Costituzione si debba parlare anche della relazione con Dio, perché per il futuro dell’Europa e il futuro degli uomini in Europa è molto importante una relazione con Dio. Così si può garantire l’umanità e l’umanesimo nella convivenza in Europa.

 

D. – Altro tema importante è stato quello della catechesi. Quale è stata la vostra riflessione?

 

R. – In Germania, e forse in altri Paesi europei, sentiamo la mancanza della conoscenza del Cristianesimo, soprattutto tra gli adulti. Noi siamo sicuri che per il futuro della Chiesa e del Cristianesimo dobbiamo iniziare una catechesi dedicata agli adulti, oltre che chiaramente anche ai bambini. Abbiamo parlato anche dell’insegnamento religioso nelle scuole. Pensiamo che senza una catechesi per gli adulti, queste altre forme di catechesi nelle scuole non bastano. Abbiamo preparato un documento chiedendo che si intensifichi nelle parrocchie e negli ambienti della Chiesa cattolica tedesca l’impegno della catechesi.

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INTRODOTTO QUESTA MATTINA PRESSO IL VICARIATO DI ROMA

IL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE DI MONS. ALVARO DEL PORTILLO

- Intervista con l’ing. Giuseppe Corigliano -

 

Questa mattina a mezzogiorno, nella sede del vicariato a Roma, il cardinale Camillo Ruini ha aperto la fase diocesana della Causa di beatificazione di mons. Alvaro del Portillo, primo successore del fondatore dell’Opus Dei, Josè Maria Escrivà. Al portavoce dell’Opus Dei, l’ingegnere Giuseppe Corigliano, Giovanni Peduto ha chiesto chi era mons. Alvaro del Portillo:

 

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R. – Conoscerlo significava ricordarsi – almeno così è stato per me – la frase di Gesù: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”. Era una persona di una grandissima bontà naturale e nello stesso tempo dalla grandissima capacità di lavoro. Ha saputo stare vicino al fondatore come un angelo, perché da un certo punto di vista non si vedeva, ma nello stesso tempo era molto attento a qualsiasi necessità. Era sempre pronto ad intervenire e sempre pronto a servire quel carisma che il fondatore aveva e che lui era convinto fosse dato da Dio. Queste sono le pennellate del ricordo di don Alvaro.

 

D. – Mons. Alvaro del Portillo era nato nel 1914 ed è morto nel 1994. E’ stato sempre accanto al fondatore. Quale lezione ha raccolto da Josè Maria Escrivà?

 

R. – Intanto, penso, l’amore per la Chiesa che lui ha avuto occasione di esprimere. Ha sempre collaborato con vari dicasteri della Santa Sede, ed in particolare nella preparazione del Concilio. Infatti ha lasciato un gran ricordo nelle persone che hanno collaborato con lui e che sono state testimoni di un’intensissima capacità di lavoro. Ha ereditato poi da Josè Maria una grande capacità di affetto verso le persone. Anche a lui si poteva applicare quella biografia sintetica che il fondatore ha meritato, cioè un uomo che sapeva voler bene. Era, quindi, una persona che ha seminato dappertutto questa sensazione di aver incontrato un uomo che sa voler bene. In particolare, la sua identificazione con il fondatore era tale che, per dire un piccolo episodio, lui si divertì quando alla morte del fondatore, poco dopo gli scrisse una collaboratrice domestica filippina, dicendogli: “In realtà non è morto il padre, è morto don Alvaro”. Perché dopo la morte del padre, così chiamavamo Escrivà, lo ha talmente sostituito che in un certo senso era scomparsa la figura di don Alvaro, non quella del padre.

 

D. – Cosa ha dato di suo specifico all’Opus Dei mons. del Portillo?

 

R. – Ci ha dato in particolare un esempio su come essere fedeli al carisma del fondatore. Mentre il fondatore, in un certo senso, aveva avuto questa missione da Dio di formare l’Opus Dei, in don Alvaro noi tutti abbiamo l’esempio di come essere fedeli. Questo suo esempio per noi è una via di santità. Ci dice come corrispondere bene alle grazie che Dio ci ha dato attraverso il fondatore. E lui è stato il primo a mostrarci come si può essere fedeli. E poi questa fedeltà si è manifestata anche nel suo slancio apostolico. Sotto la sua guida l’Opus Dei si è diffusa dai Paesi scandinavi fino all’Africa e nell’Est. Quindi, questo stesso slancio apostolico, che derivava da una fede profonda, lui ce lo ha trasmesso. Si può dire che alla morte del fondatore non ci sia stato nessuno scossone, anzi, in un certo senso, una specie di accelerazione, perché siamo stati tutti più responsabili e lui in testa.

 

D. – Vogliamo in breve ricordare ai nostri ascoltatori il carisma dell’Opus Dei nella Chiesa di oggi?

 

R. – Bisogna ricordare ad ogni persona che lì dove si trova, il Signore lo chiama alla santità e che quindi tutte le circostanze della vita – e questo vale per tutti, ma soprattutto per i laici – sono in realtà un’occasione per amare Dio e un’opportunità per vivere tutte le virtù cristiane, senza nessuna eccezione. Per cui, tutte le strade del mondo sono diventate percorso di santità. Lo sono state sempre, ma l’Opus Dei aiuta a fare questo.

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DAL 13 MARZO A CREMONA MOSTRA DEDICATA A GIORGIO DE CHIRICO,

‘IL GRANDE METAFISICO’

 

Dal 13 marzo al 2 maggio Palazzo Trecchi di Cremona ospiterà la mostra di Giorgio De Chirico dal titolo “Il grande metafisico”. L’esposizione proporrà circa 100 opere del grande artista, la maggior parte delle quali sculture. Si tratta di un evento particolarmente significativo, sia perché per la prima volta, dall’esposizione del 1941 a Milano, sarà illustrato il percorso di questo grande artista del Novecento nel campo della scultura, sia perché il pubblico potrà ammirare tre opere inedite, un olio che raffigura l’antiquario Bellini, grande amico dell’artista, e due bronzi del ’42 che non erano stati più rintracciati tanto che si pensava fossero inesistenti. Il servizio è di Dorotea Gambardella.

 

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Musica

 

Bronzi terrecotte gessi, saranno in totale sessanta le sculture esposte nella mostra “Il grande metafisico”. Una sorta di antologia che illustra in modo completo l’excursus compiuto da Giorgio De Chirico nell’universo della scultura. Un universo, a cui il maestro della Metafisica si avvicina per la prima volta alla fine degli anni Trenta, per poi riaccostarvisi negli anni ’60 - ’70. Ma che ruolo ha avuto la scultura nell’opera di De Chirico? Ce ne parla Franco Ragazzi, curatore della mostra:

 

“Un ruolo centrale, ce lo dice il fatto stesso che nella sua pittura metafisica i protagonisti sono le statue.  Apollinaire diceva di De Chirico che lui è un nemico degli alberi ed è un amico delle statue, perché nelle sue tele abbiamo sempre una presenza statuaria. Poi, anche quando le figure cominciano a diventare meno meccaniche, vediamo che questi personaggi si umanizzano, ma mantengono un colore, una rigidità, una forma - ad esempio la piattaforma sotto - che le fa apparire più monumento, più statua che non personaggio”.

 

Ettore e Andromaca, Penelope e Telemaco, il mito di Arianna e del Minotauro. Nell’arte di De Chirico, in un flusso di fantasia inesauribile, sono frequentissimi i richiami al mondo classico:

 

“De Chirico non si dimentica di essere nato in Tessaglia, di essere greco, di essere nato sul mare Egeo, sul mare dei miti, sul mare delle divinità, delle leggende omeriche e quindi ha una cultura greca che è un rimpianto per le origini greche che si avvertono lungo tutta la vita”.

 

Ma il nome di De Chirico è legato soprattutto all’arte metafisica con le sue immagini sospese al di fuori del tempo e dello spazio. Da qui il titolo della mostra ‘Il grande metafisico’:

 

“’Il grande metafisico’ è una scultura in mostra che è proprio l’autoritratto di De Chirico, di come De Chirico era presente in cima ad una catasta di oggetti, una specie di menhir, una specie di minareto, come se lui fosse un muezzin che scruta l’universo. Lo si capisce poi vedendo la scultura: è uno che scruta ma non ha gli occhi, quindi osserva con intelligenza, come i chiaroveggenti”.

 

Musica

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CHIESA E SOCIETA’

5 marzo 2004

 

 

LA DISINFORMAZIONE E L’IGNORANZA DEI MEDIA AL CENTRO DELL’INTERVENTO DELL’ARCIVESCOVO FOLEY

AL CONGRESSO DELL’ORGANIZZAZIONE

“AIUTO ALLA CHIESA CHE SOFFRE”, AD AUGUSTA IN GERMANIA

 

AUGUSTA. = La Chiesa oggi più che mai infatti soffre della disinformazione e in alcuni casi dell’ignoranza dei media, che si riflette sulla conoscenza di parte della popolazione. Nel mondo quindi è ancora oggi presente una Chiesa che soffre in attesa di aiuto, che ha bisogno di testimonianza sulla sua vera azione e natura. E’ la sostanza dell’intervento dell’arcivescovo John P. Foley, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali, rivolto oggi al Congresso dell’organizzazione “Aiuto alla chiesa che soffre” in corso ad Augusta, in Germania, sul tema “Media moderni – benedizione o maledizione”. Durante il suo discorso, il presule ha esortato l’organizzazione tedesca ad utilizzare, nello spirito conciliare, i mezzi di comunicazione per far conoscere l’opera del suo fondatore, padre Werenfried van Srtaaten. La vita di padre van Straaten, il suo impegno nel dopoguerra nei Paesi di oltrecortina e in Germania, il suo sforzo in favore del processo di conciliazione tra vincitori e vinti, hanno - secondo mons. Foley - la forza e l’impatto dell’esemplarità di cui la Chiesa ha bisogno. “Non abbiate paura di fare un buon lavoro e di far risplendere la vostra luce davanti al mondo – ha concluso il presule - un mondo che ha disperato bisogno del vostro buon esempio di servizio, amore, riconciliazione e pace”. (P.C.)

 

 

CREATO IN AFRICA IL FONDO DI SOLIDARIETA’ CONTINENTALE,

CHE RACCOGLIE I CONTRIBUTI DELLE CARITAS DIOCESANE, DESTINANDO LE RISORSE

AI PAESI AFRICANI COLPITI DA CONFLITTI, MALATTIE, POVERTA’

 

YAOUNDE’. = Le Caritas africane hanno deciso di creare un fondo di solidarietà regionale, denominato Fondo di solidarietà regionale-Caritas Africa (Fosarca). La decisione è stata presa nel corso dell’ultima riunione delle organizzazioni caritative cattoliche svoltasi a Yaoundé, in Camerun, lo scorso febbraio. Il fondo, riferisce l’Agenzia Fides, è già operativo e registra l’arrivo dei contributi da parte delle Chiese africane, come quello già versato dalla Caritas Benin. I vescovi di Mauritius hanno chiesto che tutti i progetti finanziati dalla Caritas locale prevedano una percentuale da versare al fondo. Anche la Chiesa cattolica del Rwanda ha avviato una campagna di sensibilizzazione e di raccolta di contributi in tutte le diocesi: una parte del denaro andrà ad alimentare il Fosarca. I presuli congolesi hanno annunciato la loro adesione di principio alla creazione di fondi e hanno chiesto alla Caritas nazionale di sensibilizzare le varie diocesi perché portino il loro contributo. Il progetto per la costituzione di un fondo di solidarietà comune risale alla riunione del quinto incontro panafricano di Kigali, svoltosi nel 2002. In quella sede era stato fortemente raccomandato di creare un fondo di solidarietà regionale, al fine di fornire un aiuto tempestivo alla Caritas dei Paesi vittima di catastrofi. Tra le priorità emerse nel corso della riunione di Yaoundé della zona Aceac, vi sono quelle comunicate dalle Caritas di Rwanda, Burundi e Repubblica Democratica del Congo: costruzione della pace, aiuto alle vittime della violenza, lotta alla diffusione dell’Aids. (A.D.C.)

 

 

L’accesso alla regione di Darfour, AL CENTRO DI SCONTRI SANGUINOSI,

al centro DELLA VISITA IN SUDAN DEl presidente della croce rossa

internazionale. PROSEGUONO I TRASFERIMENTI DEI PROFUGHI

DELL’AREA NEI CAMPI ALLESTITI DALLE AGENZIE UMANITARIE DELL’ONU

 

SUDAN = Un corridoio umanitario per portare soccorso ad un’area del Sudan sconvolta da un conflitto intestino. E’ l’obiettivo della visita nello Stato africano del presidente della Croce Rossa internazionale, Jacob Kellenberger, che ha incontrato due giorni fa – prima volta nella storia dell’organismo internazionale - il presidente sudanese, Omar Hassan Ahmad Bachir, e oggi, in Kenya, il capo del movimento di liberazione del Sudan del sud, John Garang. Scopo dei colloqui: ottenere l’accesso totale a Darfour, nell’ovest del Paese, che viene negato alla Croce Rossa internazionale ormai da novembre. Si stima che il conflitto in corso nell’area stia coinvolgendo tra i 600 e gli 800 mila civili, oltre ad aver già causato un flusso di migratorio verso il Ciad di  circa 100 mila profughi sudanesi. In Sudan - attualmente lo Stato in cui la Croce Rossa internazionale è maggiormente occupata – si muovono anche altre organizzazioni di solidarietà. Negli ultimi giorni, l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) e i suoi partner operativi hanno trasferito 586 rifugiati dalle località di Tine e Guimeze al centro di transito di Kounoungo. E proseguono anche i ponti aerei di emergenza dell'Unhcr dal Pakistan e dalla Tanzania. Il terzo dei cinque voli in programma dal Pakistan è arrivato ieri due giorni fa in Ciad con tende e altri aiuti. Dalla Tanzania, è giunto il sesto dei sette voli previsti, per il trasporto di coperte, teli di plastica e altri aiuti provenienti dalle scorte presenti nel Paese. (P.C.)

 

 

PARTITA DA MOSCA L’OPERAZIONE DI SOCCORSO DEI 12 MEMBRI

DI UNA SPEDIZIONE SCIENTIFICA AL POLO NORD, RIMASTA INTRAPPOLATA

NEL GHIACCIO, DOPO LA ROTTURA DI PARTE DELLA BANCHISA

CHE OSPITA LA STAZIONE

 

MOSCA. = Un grande elicottero da trasporto Mi-26 è partito questa mattina da Archangielsk, sulla costa settentrionale russa, per raggiungere l'arcipelago norvegese dello Spitsbergen, da dove lanciare l'operazione per trarre in salvo 12 membri di una stazione scientifica artica distrutta dai ghiacci. Nel pomeriggio di mercoledì scorso, la zona alla deriva della banchisa dove si trovava la stazione Polo Nord-32 si era frantumata sotto l'enorme pressione delle grandi lastre di ghiaccio che si accumulano all'improvviso in questo periodo dell'anno, ed aveva peso in poco tempo oltre l'80 per cento della sua superficie di circa sei km quadrati. Vladimir Beriozkin, portavoce del comando delle guardie di frontiera a Murmansk, ha riferito che l'elicottero di soccorso, partito alle 8 di oggi, ora di Mosca, (le 6 in Italia) è atteso allo Spitzbergen intorno alle 18, ora locale. Nell'arcipelago è atteso anche un aereo An-72 da Mosca con un gruppo di soccorritori guidati dall'esploratore polare Artur Cilingarov, deputato della Duma, che organizzerà un centro operativo. ''Le condizioni atmosferiche per iniziare l'operazione sono buone'' ha detto Beriozkin, che ha sottolineato come ogni otto ore vi sia un contatto radio con le 12 persone intrappolate tra i ghiacci. Le condizioni di salute degli scienziati sono buone, così come sono tuttora sufficienti le scorte di cibo e carburante per il riscaldamento del rifugio, scampato alla distruzione della banchisa. (A.D.C.)

 

QUARTA ESECUZIONE CAPITALE DELL’ANNO IERI IN TEXAS,

MENTRE IL SUD DAKOTA E IL WYOMING HANNO VOTATO

PER L’ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE PER I MINORI DI 18 ANNI

 

WASHINGTON. = Un’esecuzione capitale in Texas e una disposizione di legge che la vieta per i minorenni. Una realtà a due facce per gli Stati Uniti dove ieri, in due Stati dell'Unione, il Sud Dakota e lo Wyoming, con un voto dato a maggioranza trasversale nei due partiti, hanno vietato la pena di morte per condannati di età inferiore ai 18 anni. Realtà opposta nello Stato texano che ieri, nella prigione texana di Huntsville, ha messo a morte tramite iniezione letale Marcus Cotton, 29 anni, condannato all’esecuzione capitale nel 1996 per l'assassinio di un giudice. Cotton aveva sempre protestato la sua innocenza, sostenendo di non aver goduto di una corretta difesa nel processo, ma il tribunale lo riconobbe colpevole di aver ucciso il sostituto procuratore sette mesi dopo esser uscito dal carcere per un tentato omicidio e dopo averlo riconosciuto in un parcheggio di un centro commerciale come il giudice del distretto. Per lo Stato Usa, che guida la lista di quelli con il maggior numero di pene capitali eseguite, si tratta dell'ottava condanna capitale del 2004 e la 321.ma persona giustiziata da quando, nel 1982, sono ricominciate le esecuzioni capitali negli Stati Uniti, che hanno raggiunto finora la soglia delle 900. (A.D.C.)

 

 

GRANDE RADUNO DELL’AZIONE CATTOLICA ITALIANA A LORETO

 DAL 1 AL 5 SETTEMBRE PROSSIMO

- A cura di Giovanni Peduto –

 

LORETO. = L’Azione cattolica italiana organizza un pellegrinaggio-festa a Loreto, dal 1 al 5 settembre prossimo, al quale prenderanno parte oltre 100 mila aderenti all’Associazione. L’appuntamento sarà l’occasione per dare un forte impulso al processo di rinnovamento intrapreso con l’XI Assemblea e per dare uno slancio missionario all’Associazione. Il Santo Padre, in un’udienza alla presidente Paola Bignardi, ha manifestato compiacimento per l’iniziativa e l’intenzione di partecipare all’incontro nel giorno conclusivo, il 5 settembre, per procedere alla beatificazione di Alberto Marvelli, giovane laico dell’Azione cattolica della diocesi di Rimini, vissuto dal 1918 al 1946. L’iniziativa è stata illustrata questa mattina, in una conferenza stampa a Roma, presso la sede dell’Associazione, dall’arcivescovo-prelato di Loreto, Angelo Comastri, dal vescovo di Rimini, Mariano De Nicolò, dall’assistente generale dell’Azione cattolica italiana, Francescso Lambiasi, e dalla stessa presidente Paola Bignardi.

 

 

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24 ORE NEL MONDO

5 marzo 2004

 

 

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

E’ un giorno importante per il futuro dell’Iraq. Con la firma oggi della Costituzione provvisoria da parte del Consiglio di governo iracheno. L’evento è stato preceduto da numerose esplosioni provocate da colpi di mortaio sparati contro l’aeroporto internazionale, situato a sud-ovest di Baghdad. L’entrata in vigore della Costituzione è un passaggio cruciale nel processo di trasferimento dei poteri dall'Autorità provvisoria della coalizione a un governo iracheno, previsto per il 30 giugno. Nel nord dell’Iraq, intanto, truppe della coalizione a guida Usa hanno ingaggiato nella notte a Mosul una battaglia con un drappello di ribelli iracheni, tre dei quali sono stati uccisi.

 

Proprio l’Iraq è stato al centro dei colloqui di ieri a Palazzo Chigi, tra il premier britannico Blair e il primo ministro italiano. Berlusconi ha incontrato in serata il presidente egiziano Mubarak, che stamani è stato ricevuto da Ciampi al Quirinale. Roma, dunque, è in queste ore crocevia degli sforzi diplomatici per la soluzione della crisi mediorientale e la ricostruzione dell’Iraq. Il servizio di Giada Aquilino:

 

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Un Iraq sovrano, democratico e pacifico. Così lo vede Tony Blair che a Palazzo Chigi con Berlusconi ha voluto ribadire la comunità d’intenti con l’Italia. Sull’Europa, Blair ha smorzato ogni polemica di chi - Roma in testa - aveva accusato Gran Bretagna, Germania e Francia di voler creare un’Europa a due velocità. “Non c’è, non c’è mai stato e non ci sarà un direttorio autoproclamato”, ha detto Blair. Poi di nuovo Iraq: “stiamo facendo tutto il possibile contro il terrorismo - ha aggiunto - e per questo i Paesi della comunità internazionale, anche quelli che dissentono dalla guerra, devono avere le idee molto chiare su quello che stiamo facendo”: il 30 giugno avverrà il passaggio dei poteri. D’altra parte - ha assicurato Berlusconi, che in serata ha incontrato anche il presidente egiziano Mubarak per parlare di Medio Oriente - la normalità in Iraq è già ricominciata:

 

“Le scuole funzionano, gli ospedali funzionano, il governo provvisorio funziona. C’è l’impegno delle forze occidentali a favorire questo progresso in modo tale che le cosiddette forze di occupazione possano il più presto possibile lasciare l’Iraq”.

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In Russia, Mikhail Fradkov - il premier designato da Vladimir Putin - ha ottenuto oggi un ampio voto di fiducia alla Duma, il Parlamento russo. La nomina di Fradkov anticipa di pochi giorni le elezioni presidenziali del 14 marzo, che vedono Putin superfavorito. Dal canto suo, Ivan Rybkin – il politico sostenuto dal magnate Berezovski in esilio – ha annunciato il ritiro della sua candidatura alle presidenziali definendole una “farsa”. Il servizio di Giuseppe D’Amato:

 

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Come da previsione non ci sono state sorprese. La Duma ha approvato a larghissima maggioranza la proposta di nomina del Cremlino di Mikhail Fradkov a primo ministro. 352 sono stati i sì, 58 i no e 24 gli astenuti. Sarebbero bastati 226 favorevoli e questo dà il senso delle forze controllate dal presidente Putin in Parlamento. Prima del voto a scrutinio segreto, Fradkov ha esposto il suo programma uguale in tutto e per tutto a quello del Cremlino e riassumibile in tre punti centrali: riforma del governo e dell’amministrazione statale, lotta alla povertà, modernizzazione delle forze armate. Il neo premier presenterà presto la lista dei ministri. Il numero dei dicasteri verrà sensibilmente ridotto; tre i livelli di comando: ministeri, col compito dare le indicazioni strategiche per le riforme; servizi federali ed agenzie federali per il controllo dell’applicazione delle riforme. Il nuovo governo russo avrà solo un vice premier, Aleksandr Zhukov.

 

Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.

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Quinta notte di coprifuoco ad Haiti, dove continuano i saccheggi in una situazione di grande incertezza. Se, infatti, il presidente brasiliano Lula ha annunciato l’invio nell’isola caraibica di una forza di stabilizzazione di 1100 soldati, l’ex presidente Aristide – dalla Repubblica Centro-Africana dove è fuggito – ha manifestato l’intenzione di tornare ad Haiti. In un colloquio telefonico di cui riferisce l’agenzia France Presse, Aristide ha accusato i governi di Francia e Stati Uniti di avere ordito la sua estromissione dal potere. Sulla controversa vicenda, il presidente della Caricom - la Comunità dei Carabi - ha chiesto l'apertura di un’inchiesta indipendente. Ma torniamo alla situazione sul terreno ad Haiti, con la cronaca da Port-au-Prince di Barbara Schiavulli:

 

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Di nuovo sospesi i voli commerciali, mentre viene completata la convenzione tripartita prevista dal piano internazionale di pace per Haiti, con la nomina di Leslie Voltaire, il ministro degli haitiani all’estero, rappresentante del Lavalas, il partito presidenziale. Seguono l’ex senatore Paul Denis, per l’opposizione, e Adama Guindo dell’Undp, in rappresentanza della comunità internazionale. “Chiedo alle forze armate dei ribelli e ai fedeli di Aristide di deporre le armi, garantisco che tutti gli haitiani avranno un ruolo nella ricostruzione nazionale”, ha detto Alexandre, il presidente ad interim. Intanto si fanno le prime stime dei danni dei giorni scorsi: 100 milioni di dollari, quasi il bilancio annuale di Haiti, il Paese più povero delle Americhe.

                  

Barbara Schiavulli da Port-au-Prince per la Radio Vaticana.

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In Venezuela, continua il duro braccio di ferro tra il presidente Hugo Chavez e l'opposizione - costato negli ultimi sei giorni 9 morti ed oltre 70 feriti. Tuttavia, per non perdere l’occasione di indire un referendum per la revoca del mandato del capo dello Stato, alcuni settori dell’opposizione si sono detti pronti a negoziare con il governo di Caracas. Anche oggi non sono però mancati incidenti e cortei di protesta. Una donna è morta a Machiques, nello Stato di Zulia, durante scontri tra sostenitori e oppositori di Chavez. Intanto, si è dimesso l’ambasciatore all’Onu del Venezuela, Alcalay, sostenendo che Chavez “è sempre più isolato nell'ambito della comunità delle nazioni democratiche”.

 

In Medio Oriente, il governo di Israele ha imposto il “blocco totale” dei Territori palestinesi, per il timore di attentati in occasione della festa ebraica del Purim, cominciata ieri. Dal canto suo, la Corte suprema israeliana ha provvisoriamente sospeso lo smantellamento di colonie ebraiche “selvagge” in Cisgiordania, che era stato progettato dall'esercito.

 

Aprendo oggi i lavori dell'Assemblea nazionale del popolo, il primo ministro cinese Wen Jiabao ha indicato nella riduzione del divario economico tra città e campagna il principale compito del suo governo. Per Wen Jiabao il tasso di crescita dell’economia nazionale si attesterà sul 7 per cento nel 2004. Sull’impegno preso dal governo di Pechino per migliorare le condizioni della popolazione rurale, abbiamo raccolto la riflessione di padre Bernardo Cervellera, direttore dell’agenzia Asia News:

 

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In qualche modo Wen Jiabao è un po’ costretto dalla situazione economica cinese. Prima di tutto, perché l’economia sta crescendo così tanto che rischia di creare una bolla finanziaria in cui ci sono appartamenti vuoti, palazzi che devono esse riempiti ed anche un tentativo di creare nuovo lavoro, ma senza in realtà trovare nuovi posti di lavoro, ossia creare tanti investimenti, senza che la gente possa trovare da vivere. La seconda cosa è che le campagne sono così povere - ci sono almeno 200 milioni di persone al di sotto della soglia della povertà - che sono diventate irrequiete. Ci sono manifestazioni, scontri con i segretari di partito, sedi del Municipio bruciate. Bisogna poi dire che è la prima volta che ad un’Assemblea nazionale del popolo si parla esplicitamente di questi problemi. L’anno scorso, invece, Jang Zemin, ha fatto un grande elogio a se stesso e non ha parlato per nulla dei problemi sociali e reali del Paese.

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Si svolgono oggi i funerali del presidente macedone Boris Trajkovski, morto la settimana scorsa assieme ad altre otto persone in una sciagura aerea in Bosnia. Il feretro è rimasto esposto per 14 ore ieri in Parlamento, ricevendo l’omaggio di migliaia di connazionali. Ai funerali saranno presenti numerosi delegati stranieri tra cui il presidente della Commissione europea, Prodi.

George Bush ha aperto ieri le ‘ostilità’ contro il candidato democratico alla presidenza John Kerry con una prima serie di video elettorali, trasmessi in 17 Stati considerati chiave per il voto del 2 novembre prossimo. L’uso nei video delle immagini delle macerie del World Trade Center ha provocato le reazioni polemiche da parte di alcuni familiari delle vittime della strage dell’11 settembre.

 

 

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