RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 65 - Testo della Trasmissione di venerdì 5 marzo 2004
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
Dal 13 marzo a Cremona mostra dedicata a Giorgio
De Chirico, ‘Il grande metafisico’.
CHIESA E
SOCIETA’:
Creato in Africa il
Fondo di solidarietà continentale.
Grande
raduno dell’Azione cattolica italiana a Loreto dal 1 al 5 settembre prossimo.
Ampio voto di fiducia del parlamento russo al nuovo
premier Mikhail Fradkov.
Giorno importante per il futuro dell’Iraq, con la
firma oggi della nuova Costituzione.
Ancora violenze ad Haiti: il presidente brasiliano
ha annunciato l’invio di un contingente per riportare la pace. In Venezuela
prosegue il braccio di ferro tra il presidente Chavez e l’opposizione.
Il governo di Pechino ha dichiarato di voler
ridurre il divario economico tra città e campagna.
5 marzo 2004
LA CHIESA IN MISSIONE AL CENTRO OGGI DEGLI
ESERCIZI SPIRITUALI PREDICATI,
IN
VATICANO, DAL TEOLOGO MONS. BRUNO FORTE
-
Servizio di Amedeo Lomonaco -
“In Missione. In cammino verso la patria trinitaria: la
Chiesa in missione”. E’ il tema degli Esercizi spirituali predicati stamane in
Vaticano dal teologo mons. Bruno Forte, ai quali partecipa il Santo Padre. Il
servizio di Amedeo Lomonaco:
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Il cammino degli Esercizi spirituali è giunto, oggi, al
compimento della via unitiva nella quale i discepoli, trasformati dallo Spirito
del Risorto e resi partecipi della vita trinitaria, costituiscono la Chiesa
dell’amore. “Una Chiesa in missione – ha detto mons. Bruno Forte - chiamata ad
irradiare, nel tempo, la bellezza della Trinità, convocando tutte le genti
all’incontro della salvezza che cambia la vita:
“La Chiesa
della Trinità, in cammino verso la patria trinitaria, è la Chiesa in missione.
Tutta la Chiesa è inviata ad annunciare tutto il Vangelo a tutto l’uomo, ad
ogni uomo”.
Il predicatore ha quindi illustrato il luogo in cui la
Chiesa nasce e si esprime, l’Eucaristia:
“Noi viviamo in
un mondo che è una folla di solitudini. Si è tutti insieme ma non si è uno. La
Chiesa ha una ricchezza immensa e cioè l’unità che Cristo ci dona, l’agape che
lui nell’Eucaristia ci trasmette. Questo dobbiamo annunciare al mondo”.
Nel
pomeriggio di ieri, il teologo ha inoltre descritto la figura di Pietro, il
“pescatore di uomini”, che ha donato la propria vita per Gesù. Ascoltiamo
alcune riflessioni sull’apostolo, espresse dal predicatore davanti al successore
di Pietro:
“Anche Pietro
ha un Isacco da offrire a Dio. E’ un Messia politico, liberatore, e Gesù gli
dice: lungi da me, Satana, perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli
uomini. Accettando di fidarsi perdutamente di questo impossibile, possibile
amore di Dio può essere la roccia della Chiesa. Pietro ha imparato a essere
niente. Questa è la scuola della fede: tu cominci a capire quando ti rendi
conto che tu sei niente e Gesù è tutto”.
Successivamente, la meditazione del teologo è stata
dedicata al Magnificat, il canto della sposa delle nozze messianiche. “Il
cantico – ha concluso il predicatore – mostra Maria come la sposa delle nozze
in cui l’Eterno è venuto a realizzare le meraviglie del suo amore”.
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RICHIAMO DEL PAPA ALL’ETICA DEGLI AFFARI:
DIRIGENTI ED IMPREDITORI CRISTIANI
NON DIMENTICHINO DI AFFERMARE IL
PRIMATO DELL’ESSERE SULL’AVERE
Alla presenza di circa 80 nomi dell’imprenditoria
internazionale, di esperti e docenti di 27 Paesi di tutti i Continenti, si è
aperto stamane nella sede del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace
un Seminario che discuterà un tema di attualità: “La responsabilità
dell’imprenditore e la globalizzazione”. All’inizio dei lavori il cardinale
Renato Martino, presidente del Pontificio Consiglio, ha dato lettura del
messaggio che il Santo Padre, in questi giorni impegnato in Vaticano per gli
Esercizi, ha inviato a questa rappresentanza così significativa dell’impresa
nel mondo. Per una sintesi del messaggio ascoltiamo Paolo Scappucci.
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“I cristiani con responsabilità nel mondo degli
affari – si legge nel messaggio del Papa – sono di fronte alla sfida di combinare
il legittimo perseguimento del profitto con una più profonda sollecitudine per
la diffusione della solidarietà e l’eliminazione della piaga della povertà che
continua ad affliggere così tanti membri della famiglia umana”.
Non manca, nel messaggio del Santo Padre, un
indiretto riferimento alla situazione critica che il mondo dell’industria vive
non solo in Italia, ma anche in altri Paesi del mondo e infatti il Papa dice:
“La Conferenza ha luogo in un momento in cui il settore finanziario e
commerciale sta diventando sempre più consapevole della necessità di autentici
comportamenti etici tali da garantire che il mondo degli affari rimanga
sensibile alle sue fondamentali dimensioni umane e sociali.
In un mondo tentato dal consumismo e da
prospettive materialistiche - continua Giovanni Paolo II - gli imprenditori
cristiani sono chiamati a riaffermare la priorità dell’essere sull’avere”.
Poi, un accenno al tema fondamentale, quello della
globalizzazione per cui il Papa puntualizza: “Una vera globalizzazione,
realizzata nel rispetto dei valori dei diversi gruppi e Nazioni, può
contribuire notevolmente all’unità della famiglia umana e a rendere possibili
forme di cooperazione che siano non solo economiche ma anche sociali e
culturali. La globalizzazione deve diventare qualcosa di più di un sinonimo di
assoluta relativizzazione dei valori ed omogeneizzazione degli stili di vita e
culture, e, a tal fine - conclude il Santo Padre - i leader cristiani sono
impegnati a rendere testimonianza delle potenzialità liberatrici e trasformatrici
della verità cristiana”.
Da Palazzo San Calisto, per la Radio Vaticana,
Paolo Scappucci.
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Sui lavori del Convegno, diamo la parola ad Alessandro
Guarasci, che ha intervistato mons. Giampaolo Crepaldi, segretario del
Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, e l’imprenditore Francesco
Merloni, presidente dell’Ucid, l’Unione degli imprenditori e dirigenti
cristiani.
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D. - Mons Crepaldi, perché la Chiesa ha deciso di chiamare
a riunione imprenditori di tutto il mondo per parlare di etica e di economia?
R. – La dottrina della Chiesa da sempre afferma che
qualsiasi attività umana, e quindi anche l’attività economica, non va slegata
da un’istanza di carattere morale ed oggi ne abbiamo una conferma.
Evidentemente, gli ultimi scandali che ci sono stati e che hanno quasi colpito
l’opinione pubblica - soprattutto alcuni settori come i risparmiatori, ecc - ma
non solo quella italiana, mi riferisco agli scandali delle grandi Imprese,
negli Stati Uniti, in Francia, in Gran Bretagna, in altre parti del mondo,
stanno qui a dirci quanto sia importante che l’attività economica venga condotta
secondo criteri di carattere etico e di carattere morale.
D. – Questo vuol dire che manca anche a livello mondiale
una sorta di governo dell’economia …
R. – Certamente comporta una maggiore consapevolezza,
nella casa imprenditoriale, del fatto che l’istanza morale non è contro
l’efficienza economica, ma è un elemento che rende più efficiente l’attività
economica; dall’altra parte, evidentemente, tutto questo solleva una questione
più di carattere generale, che non è slegata dall’istanza morale, che è quella
di un governance più puntuale di questi processi economici e finanziari.
In diverse occasioni, il Papa, nei suoi interventi, ha dettato l’esigenza di
questa governance anche a livello economico e finanziario.
D. –
Dott. Merloni, per voi imprenditori ha importanza parlare di etica in economia?
R. - Non bastano le leggi per poter guidare gli uomini nel
loro lavoro, nel loro impegno, ci vuole anche la coscienza individuale.
D. – Che cosa si sente di dire al risparmiatore dopo
questo crack Cirio e Parmalat per invogliarli anche ad avere più fiducia nelle
Imprese, magari nel prestare i soldi alle Imprese tramite i bond e così via?
R. – Nel mondo non bisogna generalizzare, queste sono
state cose certamente di imprenditori o manager che sono stati megalomani nella
loro attività e hanno utilizzato ogni possibilità per accrescere magari la
propria ricchezza ed il proprio potere. Però non tutta la nostra attività
industriale, ed in particolare quella delle piccole e medie imprese, è
orientata in quel senso. Assolutamente no! Questo lo diciamo con forza. Bisogna
ricreare fiducia in quelli che sono anche gli strumenti finanziari per
sostenere l’economia. Ricreare fiducia, certamente nelle banche, nella loro
possibilità di essere intermediatori tra i risparmiatori e le attività economiche.
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RINUNCIA
E NOMINA
Il Santo Padre ha accettato stamani la rinuncia al governo
pastorale della diocesi di Perigueux in Francia, presentata da mons. Gaston
Poulain, per raggiunti limiti di età ed ha nominato allo stesso incarico mons.
Michel Mouïsse, finora vescovo titolare di Lambesi ed ausiliare di Grenoble.
Il Papa ha anche nominato
vescovo di Valle de la Pascua, nel Venezuela, mons. Ramón José Aponte
Fernandez, del clero della diocesi di Trujillo, finora parroco di San Alejo a
Boconó.
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La prima pagina si apre con la
situazione in Iraq: in rilievo l'avvenimento della firma della Costituzione
provvisoria, che dovrebbe aprire un nuovo capitolo nella storia del Paese.
Nelle vaticane, il Messaggio
del Papa al cardinale Renato Raffaele Martino in occasione della Conferenza sul
tema "L'impreditore: responsabilità sociale e globalizzazione".
Una pagina dedicata alle
Lettere quaresimali dei vescovi italiani
Nelle estere, una pagina
speciale dell' "Atlante geopolitico" dedicata al tema dell'"Infanzia
negata". La pagina - a cura di Pierluigi Natalia e di Giuseppe Fiorentino
- presenta articoli sullo sfruttamento del lavoro minorile, sui
bambini-soldato; vi sono schede sul fenomeno della malnutrizione, sulle carenze
sanitarie, sulla guerra e i profughi.
Nella pagina culturale, un
articolo di Francesco Licinio Galati dal titolo "Dodici ore che valgono
una vita": riproposto "Dalle nove alle nove" di Leo
Perutz.
Nelle pagine italiane, in
rilievo il tema delle pensioni.
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5 marzo 2004
OMAGGIO DEL MONDO ACCADEMICO ALLA FIGURA DEL GRANDE TEOLOGO E FILOSOFO
IL
GESUITA KARL RAHNER, NEL CENTENARIO OGGI DELLA SUA NASCITA
Cento
anni fa – esattamente il 5 marzo del 1904 – nasceva a Friburgo, in Germania,
Karl Rahner, gesuita, teologo e filosofo di grande rilevanza nel ‘900. Allievo
anche di Heidegger, insegnò teologia a Innsbruck, a Monaco di Baviera ed infine
a Münster. Partecipò come peritus al Concilio Vaticano II e, nel 1965, fondò
assieme ad altri la rivista internazionale di teologia “Concilium”. Vasta la
sua produzione: “Uditori della parola” e “Corso fondamentale sulla fede”, per
citare alcuni titoli. Rahner morì nel 1984. Per il centenario della nascita
l’Università Lateranense ha voluto dedicare al pensiero di Rahner, un Convegno
di due giorni che si è aperto ieri a Roma. Il servizio di Debora Donnini.
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Il teologo che più di ogni altro nel nostro secolo ha
difeso in modo radicale la libertà dell’uomo: così mons. Rino Fisichella,
rettore della Pontificia Università Lateranense, sintetizza la figura di Karl
Rahner, come sentiamo ai nostri microfoni:
“C’è una grande intuizione di Rahner: che l’uomo è sempre
sotto l’influsso della Grazia. Quindi questo uomo è in quella condizione - se
lo vuole, perché il grande tema è la libertà dell’uomo - di poter essere anche
capace di corrispondere a questa Grazia e dunque di immettersi in questo circuito
salvifico che lo porta a dare senso alla propria esistenza”
Molto
importante, sottolinea ancora mons. Fisichella, è l’influsso di Rahner sul
Concilio Vaticano II. Ma in che cosa lo ha influenzato di più?
“Penso che l’influsso più forte di Rahner sia stato
proprio quello che ha portato oggi al dialogo con le religioni non cristiane”.
La Parola, ma soprattutto la necessità di ritornare ad un
annuncio il più possibile vivo per l’uomo contemporaneo segnano il pensiero di
Rahner. Quale il suo contributo in questo senso? Ci risponde il teologo mons.
Piero Coda:
“Penso che sia la sensibilità che lui ha sempre
sottolineato sulla esistenzialità del Cristianesimo e cioè che il Cristianesimo
non è un fatto meramente dottrinale – ha anche un contenuto di verità,
evidentemente – ma è un fatto esistenziale. L’ultimo Rahner, dopo il Concilio
Vaticano II, diceva con una espressione molto forte che il Cristiano di domani
o sarà un mistico, cioè uno che ha esperienza di ciò in cui crede, di ciò che
annuncia, oppure non sarà. Quindi è un richiamo forte all’esperienza vitale,
condivisa nella comunità cristiana”.
E sull’eredità che Karl Rahner lascia all’uomo e alla
Chiesa di oggi sentiamo ancora mons. Rino Fisichella:
“La teologia di Karl Rahner ci dice la centralità
dell’uomo nell’annuncio che noi dobbiamo fare. Quando la Chiesa parla, parla ad
ogni uomo ma parla anche a tutto l’uomo”.
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LE PROSPETTIVE
DI UN’EUROPA ALLARGATA E L’ESIGENZA
DI UNA RINNOVATA CATECHESI TRA GLI ADULTI:
TRA I TEMI PRINCIPALI AFFRONTATI NELLA PLENARIA
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE TEDESCA
L’integrazione degli immigrati,
la pastorale nel mondo militare, i cambiamenti nella cultura delle esequie, ma
anche il dialogo con l’Islam, le prospettive dell’Unione europea e la prossima
Giornata mondiale della gioventù che si terrà a Colonia: sono tra i temi
affrontati dalla Conferenza episcopale tedesca riunita a Bensberg, vicino a
Colonia, per l’Assemblea plenaria di primavera, che si è conclusa ieri. Iurgen
Erbacher ha intervistato mons. Ludwig Schick, arcivescovo di Bamberg in
Baviera, chiedendogli innanzitutto quanto è emerso a proposito dell’Europa:
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R. – Abbiamo parlato dell’entrata di altri Paesi
nell’Unione Europea, il 1 maggio, e del fatto che si porranno altri problemi di
integrazione. Abbiamo affrontato il tema
della Costituzione europea. Noi, come il Santo Padre, siamo della ferma
opinione che nella Costituzione si debba parlare anche della relazione con Dio,
perché per il futuro dell’Europa e il futuro degli uomini in Europa è molto
importante una relazione con Dio. Così si può garantire l’umanità e l’umanesimo
nella convivenza in Europa.
D. – Altro tema importante è stato quello della catechesi.
Quale è stata la vostra riflessione?
R. – In Germania, e forse in altri Paesi europei, sentiamo
la mancanza della conoscenza del Cristianesimo, soprattutto tra gli adulti. Noi
siamo sicuri che per il futuro della Chiesa e del Cristianesimo dobbiamo
iniziare una catechesi dedicata agli adulti, oltre che chiaramente anche ai
bambini. Abbiamo parlato anche dell’insegnamento religioso nelle scuole.
Pensiamo che senza una catechesi per gli adulti, queste altre forme di
catechesi nelle scuole non bastano. Abbiamo preparato un documento chiedendo
che si intensifichi nelle parrocchie e negli ambienti della Chiesa cattolica
tedesca l’impegno della catechesi.
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INTRODOTTO QUESTA MATTINA PRESSO IL VICARIATO
DI ROMA
IL
PROCESSO DI BEATIFICAZIONE DI MONS. ALVARO DEL PORTILLO
-
Intervista con l’ing. Giuseppe Corigliano -
Questa mattina a mezzogiorno, nella sede del vicariato a
Roma, il cardinale Camillo Ruini ha aperto la fase diocesana della Causa di
beatificazione di mons. Alvaro del Portillo, primo successore del fondatore
dell’Opus Dei, Josè Maria Escrivà. Al portavoce dell’Opus Dei, l’ingegnere
Giuseppe Corigliano, Giovanni Peduto ha chiesto chi era mons. Alvaro del
Portillo:
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R. – Conoscerlo significava ricordarsi – almeno così è
stato per me – la frase di Gesù: “Imparate da me che sono mite e umile di
cuore”. Era una persona di una grandissima bontà naturale e nello stesso tempo
dalla grandissima capacità di lavoro. Ha saputo stare vicino al fondatore come
un angelo, perché da un certo punto di vista non si vedeva, ma nello stesso
tempo era molto attento a qualsiasi necessità. Era sempre pronto ad intervenire
e sempre pronto a servire quel carisma che il fondatore aveva e che lui era convinto
fosse dato da Dio. Queste sono le pennellate del ricordo di don Alvaro.
D. – Mons. Alvaro del Portillo era nato nel 1914 ed è
morto nel 1994. E’ stato sempre accanto al fondatore. Quale lezione ha raccolto
da Josè Maria Escrivà?
R. – Intanto, penso, l’amore per la Chiesa che lui ha
avuto occasione di esprimere. Ha sempre collaborato con vari dicasteri della
Santa Sede, ed in particolare nella preparazione del Concilio. Infatti ha
lasciato un gran ricordo nelle persone che hanno collaborato con lui e che sono
state testimoni di un’intensissima capacità di lavoro. Ha ereditato poi da Josè
Maria una grande capacità di affetto verso le persone. Anche a lui si poteva
applicare quella biografia sintetica che il fondatore ha meritato, cioè un uomo
che sapeva voler bene. Era, quindi, una persona che ha seminato dappertutto
questa sensazione di aver incontrato un uomo che sa voler bene. In particolare,
la sua identificazione con il fondatore era tale che, per dire un piccolo
episodio, lui si divertì quando alla morte del fondatore, poco dopo gli scrisse
una collaboratrice domestica filippina, dicendogli: “In realtà non è morto il
padre, è morto don Alvaro”. Perché dopo la morte del padre, così chiamavamo
Escrivà, lo ha talmente sostituito che in un certo senso era scomparsa la
figura di don Alvaro, non quella del padre.
D. – Cosa ha dato di suo specifico all’Opus Dei mons. del
Portillo?
R. – Ci ha dato in particolare un esempio su come essere
fedeli al carisma del fondatore. Mentre il fondatore, in un certo senso, aveva
avuto questa missione da Dio di formare l’Opus Dei, in don Alvaro noi tutti
abbiamo l’esempio di come essere fedeli. Questo suo esempio per noi è una via
di santità. Ci dice come corrispondere bene alle grazie che Dio ci ha dato
attraverso il fondatore. E lui è stato il primo a mostrarci come si può essere
fedeli. E poi questa fedeltà si è manifestata anche nel suo slancio apostolico.
Sotto la sua guida l’Opus Dei si è diffusa dai Paesi scandinavi fino all’Africa
e nell’Est. Quindi, questo stesso slancio apostolico, che derivava da una fede
profonda, lui ce lo ha trasmesso. Si può dire che alla morte del fondatore non
ci sia stato nessuno scossone, anzi, in un certo senso, una specie di
accelerazione, perché siamo stati tutti più responsabili e lui in testa.
D. – Vogliamo in breve ricordare ai nostri ascoltatori il
carisma dell’Opus Dei nella Chiesa di oggi?
R. – Bisogna ricordare ad ogni persona che lì dove si
trova, il Signore lo chiama alla santità e che quindi tutte le circostanze
della vita – e questo vale per tutti, ma soprattutto per i laici – sono in
realtà un’occasione per amare Dio e un’opportunità per vivere tutte le virtù
cristiane, senza nessuna eccezione. Per cui, tutte le strade del mondo sono
diventate percorso di santità. Lo sono state sempre, ma l’Opus Dei aiuta a fare
questo.
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DAL 13 MARZO A CREMONA MOSTRA DEDICATA A GIORGIO DE CHIRICO,
‘IL
GRANDE METAFISICO’
Dal 13
marzo al 2 maggio Palazzo Trecchi di Cremona ospiterà la mostra di Giorgio De
Chirico dal titolo “Il grande metafisico”. L’esposizione proporrà circa 100
opere del grande artista, la maggior parte delle quali sculture. Si tratta di
un evento particolarmente significativo, sia perché per la prima volta,
dall’esposizione del 1941 a Milano, sarà illustrato il percorso di questo
grande artista del Novecento nel campo della scultura, sia perché il pubblico
potrà ammirare tre opere inedite, un olio che raffigura l’antiquario Bellini,
grande amico dell’artista, e due bronzi del ’42 che non erano stati più
rintracciati tanto che si pensava fossero inesistenti. Il servizio è di Dorotea
Gambardella.
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Musica
Bronzi
terrecotte gessi, saranno in totale sessanta le sculture esposte nella mostra
“Il grande metafisico”. Una sorta di antologia che illustra in modo completo
l’excursus compiuto da Giorgio De Chirico nell’universo della scultura. Un universo,
a cui il maestro della Metafisica si avvicina per la prima volta alla fine
degli anni Trenta, per poi riaccostarvisi negli anni ’60 - ’70. Ma che ruolo ha
avuto la scultura nell’opera di De Chirico? Ce ne parla Franco Ragazzi,
curatore della mostra:
“Un
ruolo centrale, ce lo dice il fatto stesso che nella sua pittura metafisica i
protagonisti sono le statue.
Apollinaire diceva di De Chirico che lui è un nemico degli alberi ed è
un amico delle statue, perché nelle sue tele abbiamo sempre una presenza
statuaria. Poi, anche quando le figure cominciano a diventare meno meccaniche,
vediamo che questi personaggi si umanizzano, ma mantengono un colore, una
rigidità, una forma - ad esempio la piattaforma sotto - che le fa apparire più
monumento, più statua che non personaggio”.
Ettore
e Andromaca, Penelope e Telemaco, il mito di Arianna e del Minotauro. Nell’arte
di De Chirico, in un flusso di fantasia inesauribile, sono frequentissimi i
richiami al mondo classico:
“De
Chirico non si dimentica di essere nato in Tessaglia, di essere greco, di
essere nato sul mare Egeo, sul mare dei miti, sul mare delle divinità, delle
leggende omeriche e quindi ha una cultura greca che è un rimpianto per le
origini greche che si avvertono lungo tutta la vita”.
Ma il
nome di De Chirico è legato soprattutto all’arte metafisica con le sue immagini
sospese al di fuori del tempo e dello spazio. Da qui il titolo della mostra ‘Il
grande metafisico’:
“’Il
grande metafisico’ è una scultura in mostra che è proprio l’autoritratto di De
Chirico, di come De Chirico era presente in cima ad una catasta di oggetti, una
specie di menhir, una specie di minareto, come se lui fosse un muezzin che
scruta l’universo. Lo si capisce poi vedendo la scultura: è uno che scruta ma
non ha gli occhi, quindi osserva con intelligenza, come i chiaroveggenti”.
Musica
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5 marzo 2004
LA DISINFORMAZIONE E L’IGNORANZA DEI MEDIA AL CENTRO
DELL’INTERVENTO DELL’ARCIVESCOVO FOLEY
AL CONGRESSO DELL’ORGANIZZAZIONE
“AIUTO
ALLA CHIESA CHE SOFFRE”, AD AUGUSTA IN GERMANIA
AUGUSTA.
= La Chiesa oggi più che mai infatti soffre della disinformazione e in alcuni
casi dell’ignoranza dei media, che si riflette sulla conoscenza di parte della
popolazione. Nel mondo quindi è ancora oggi presente una Chiesa che soffre in attesa
di aiuto, che ha bisogno di testimonianza sulla sua vera azione e natura. E’ la
sostanza dell’intervento dell’arcivescovo John P. Foley, presidente del Pontificio
Consiglio per le Comunicazioni sociali, rivolto oggi al Congresso
dell’organizzazione “Aiuto alla chiesa che soffre” in corso ad Augusta, in Germania,
sul tema “Media moderni – benedizione o maledizione”. Durante il suo discorso,
il presule ha esortato l’organizzazione tedesca ad utilizzare, nello spirito conciliare,
i mezzi di comunicazione per far conoscere l’opera del suo fondatore, padre
Werenfried van Srtaaten. La vita di padre van Straaten, il suo impegno nel
dopoguerra nei Paesi di oltrecortina e in Germania, il suo sforzo in favore del
processo di conciliazione tra vincitori e vinti, hanno - secondo mons. Foley -
la forza e l’impatto dell’esemplarità di cui la Chiesa ha bisogno. “Non abbiate
paura di fare un buon lavoro e di far risplendere la vostra luce davanti al
mondo – ha concluso il presule - un mondo che ha disperato bisogno del vostro
buon esempio di servizio, amore, riconciliazione e pace”. (P.C.)
CREATO IN AFRICA IL FONDO DI SOLIDARIETA’
CONTINENTALE,
CHE
RACCOGLIE I CONTRIBUTI DELLE CARITAS DIOCESANE, DESTINANDO LE RISORSE
AI
PAESI AFRICANI COLPITI DA CONFLITTI, MALATTIE, POVERTA’
YAOUNDE’. = Le Caritas africane hanno deciso di creare un
fondo di solidarietà regionale, denominato Fondo di solidarietà
regionale-Caritas Africa (Fosarca). La decisione è stata presa nel corso
dell’ultima riunione delle organizzazioni caritative cattoliche svoltasi a
Yaoundé, in Camerun, lo scorso febbraio. Il fondo, riferisce l’Agenzia Fides, è
già operativo e registra l’arrivo dei contributi da parte delle Chiese
africane, come quello già versato dalla Caritas Benin. I vescovi di Mauritius
hanno chiesto che tutti i progetti finanziati dalla Caritas locale prevedano una
percentuale da versare al fondo. Anche la Chiesa cattolica del Rwanda ha
avviato una campagna di sensibilizzazione e di raccolta di contributi in tutte
le diocesi: una parte del denaro andrà ad alimentare il Fosarca. I presuli
congolesi hanno annunciato la loro adesione di principio alla creazione di
fondi e hanno chiesto alla Caritas nazionale di sensibilizzare le varie diocesi
perché portino il loro contributo. Il progetto per la costituzione di un fondo
di solidarietà comune risale alla riunione del quinto incontro panafricano di
Kigali, svoltosi nel 2002. In quella sede era stato fortemente raccomandato di
creare un fondo di solidarietà regionale, al fine di fornire un aiuto
tempestivo alla Caritas dei Paesi vittima di catastrofi. Tra le priorità emerse
nel corso della riunione di Yaoundé della zona Aceac, vi sono quelle comunicate
dalle Caritas di Rwanda, Burundi e Repubblica Democratica del Congo:
costruzione della pace, aiuto alle vittime della violenza, lotta alla
diffusione dell’Aids. (A.D.C.)
L’accesso alla regione di
Darfour, AL CENTRO DI SCONTRI SANGUINOSI,
al centro DELLA VISITA IN SUDAN DEl presidente della
croce rossa
internazionale. PROSEGUONO I TRASFERIMENTI DEI
PROFUGHI
DELL’AREA NEI CAMPI ALLESTITI DALLE AGENZIE
UMANITARIE DELL’ONU
SUDAN =
Un corridoio umanitario per portare soccorso ad un’area del Sudan sconvolta da
un conflitto intestino. E’ l’obiettivo della visita nello Stato africano del
presidente della Croce Rossa internazionale, Jacob Kellenberger, che ha incontrato
due giorni fa – prima volta nella storia dell’organismo internazionale - il
presidente sudanese, Omar Hassan Ahmad Bachir, e oggi, in Kenya, il capo del
movimento di liberazione del Sudan del sud, John Garang. Scopo dei colloqui: ottenere
l’accesso totale a Darfour, nell’ovest del Paese, che viene negato alla Croce
Rossa internazionale ormai da novembre. Si stima che il conflitto in corso
nell’area stia coinvolgendo tra i 600 e gli 800 mila civili, oltre ad aver già
causato un flusso di migratorio verso il Ciad di circa 100 mila profughi sudanesi. In Sudan - attualmente lo Stato
in cui la Croce Rossa internazionale è maggiormente occupata – si
muovono anche altre organizzazioni di solidarietà. Negli ultimi giorni, l’Alto
Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) e i suoi partner operativi hanno
trasferito 586 rifugiati dalle località di Tine e Guimeze al centro di transito
di Kounoungo. E proseguono anche i ponti aerei di emergenza dell'Unhcr dal Pakistan
e dalla Tanzania. Il terzo dei cinque voli in programma dal Pakistan è arrivato
ieri due giorni fa in Ciad con tende e altri aiuti. Dalla Tanzania, è giunto il
sesto dei sette voli previsti, per il trasporto di coperte, teli di plastica e
altri aiuti provenienti dalle scorte presenti nel Paese. (P.C.)
PARTITA DA MOSCA L’OPERAZIONE DI SOCCORSO DEI 12
MEMBRI
DI UNA
SPEDIZIONE SCIENTIFICA AL POLO NORD, RIMASTA INTRAPPOLATA
NEL
GHIACCIO, DOPO LA ROTTURA DI PARTE DELLA BANCHISA
CHE
OSPITA LA STAZIONE
MOSCA.
= Un grande elicottero da trasporto Mi-26 è partito questa mattina da
Archangielsk, sulla costa settentrionale russa, per raggiungere l'arcipelago norvegese
dello Spitsbergen, da dove lanciare l'operazione per trarre in salvo 12 membri
di una stazione scientifica artica distrutta dai ghiacci. Nel pomeriggio di
mercoledì scorso, la zona alla deriva della banchisa dove si trovava la
stazione Polo Nord-32 si era frantumata sotto l'enorme pressione delle grandi
lastre di ghiaccio che si accumulano all'improvviso in questo periodo
dell'anno, ed aveva peso in poco tempo oltre l'80 per cento della sua
superficie di circa sei km quadrati. Vladimir Beriozkin, portavoce del comando
delle guardie di frontiera a Murmansk, ha riferito che l'elicottero di
soccorso, partito alle 8 di oggi, ora di Mosca, (le 6 in Italia) è atteso allo
Spitzbergen intorno alle 18, ora locale. Nell'arcipelago è atteso anche un
aereo An-72 da Mosca con un gruppo di soccorritori guidati dall'esploratore
polare Artur Cilingarov, deputato della Duma, che organizzerà un centro
operativo. ''Le condizioni atmosferiche per iniziare l'operazione sono buone''
ha detto Beriozkin, che ha sottolineato come ogni otto ore vi sia un contatto
radio con le 12 persone intrappolate tra i ghiacci. Le condizioni di salute
degli scienziati sono buone, così come sono tuttora sufficienti le scorte di
cibo e carburante per il riscaldamento del rifugio, scampato alla distruzione
della banchisa. (A.D.C.)
QUARTA ESECUZIONE CAPITALE DELL’ANNO IERI IN
TEXAS,
MENTRE
IL SUD DAKOTA E IL WYOMING HANNO VOTATO
PER
L’ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE PER I MINORI DI 18 ANNI
WASHINGTON.
= Un’esecuzione capitale in Texas e una disposizione di legge che la vieta per
i minorenni. Una realtà a due facce per gli Stati Uniti dove ieri, in due Stati
dell'Unione, il Sud Dakota e lo Wyoming, con un voto dato a maggioranza
trasversale nei due partiti, hanno vietato la pena di morte per condannati di
età inferiore ai 18 anni. Realtà opposta nello Stato texano che ieri, nella
prigione texana di Huntsville, ha messo a morte tramite iniezione letale Marcus
Cotton, 29 anni, condannato all’esecuzione capitale nel 1996 per l'assassinio
di un giudice. Cotton aveva sempre protestato la sua innocenza, sostenendo di
non aver goduto di una corretta difesa nel processo, ma il tribunale lo
riconobbe colpevole di aver ucciso il sostituto procuratore sette mesi dopo
esser uscito dal carcere per un tentato omicidio e dopo averlo riconosciuto in
un parcheggio di un centro commerciale come il giudice del distretto. Per lo
Stato Usa, che guida la lista di quelli con il maggior numero di pene capitali
eseguite, si tratta dell'ottava condanna capitale del 2004 e la 321.ma persona
giustiziata da quando, nel 1982, sono ricominciate le esecuzioni capitali negli
Stati Uniti, che hanno raggiunto finora la soglia delle 900. (A.D.C.)
GRANDE RADUNO DELL’AZIONE CATTOLICA
ITALIANA A LORETO
DAL 1 AL 5 SETTEMBRE PROSSIMO
- A
cura di Giovanni Peduto –
LORETO. = L’Azione cattolica italiana organizza un
pellegrinaggio-festa a Loreto, dal 1 al 5 settembre prossimo, al quale
prenderanno parte oltre 100 mila aderenti all’Associazione. L’appuntamento sarà
l’occasione per dare un forte impulso al processo di rinnovamento intrapreso
con l’XI Assemblea e per dare uno slancio missionario all’Associazione. Il
Santo Padre, in un’udienza alla presidente Paola Bignardi, ha manifestato
compiacimento per l’iniziativa e l’intenzione di partecipare all’incontro nel
giorno conclusivo, il 5 settembre, per procedere alla beatificazione di Alberto
Marvelli, giovane laico dell’Azione cattolica della diocesi di Rimini, vissuto
dal 1918 al 1946. L’iniziativa è stata illustrata questa mattina, in una
conferenza stampa a Roma, presso la sede dell’Associazione,
dall’arcivescovo-prelato di Loreto, Angelo Comastri, dal vescovo di Rimini,
Mariano De Nicolò, dall’assistente generale dell’Azione cattolica italiana,
Francescso Lambiasi, e dalla stessa presidente Paola Bignardi.
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5 marzo 2004
- A cura di Alessandro Gisotti -
E’ un giorno importante per il futuro dell’Iraq. Con la
firma oggi della Costituzione provvisoria da parte del Consiglio di governo
iracheno. L’evento è stato preceduto da numerose esplosioni provocate da colpi
di mortaio sparati contro l’aeroporto internazionale, situato a sud-ovest di
Baghdad. L’entrata in vigore della Costituzione è un passaggio cruciale nel
processo di trasferimento dei poteri dall'Autorità provvisoria della coalizione
a un governo iracheno, previsto per il 30 giugno. Nel nord dell’Iraq, intanto,
truppe della coalizione a guida Usa hanno ingaggiato nella notte a Mosul una
battaglia con un drappello di ribelli iracheni, tre dei quali sono stati
uccisi.
Proprio
l’Iraq è stato al centro dei colloqui di ieri a Palazzo Chigi, tra il premier
britannico Blair e il primo ministro italiano. Berlusconi ha incontrato in
serata il presidente egiziano Mubarak, che stamani è stato ricevuto da Ciampi
al Quirinale. Roma, dunque, è in queste ore crocevia degli sforzi diplomatici
per la soluzione della crisi mediorientale e la ricostruzione dell’Iraq. Il
servizio di Giada Aquilino:
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Un
Iraq sovrano, democratico e pacifico. Così lo vede Tony Blair che a Palazzo
Chigi con Berlusconi ha voluto ribadire la comunità d’intenti con l’Italia.
Sull’Europa, Blair ha smorzato ogni polemica di chi - Roma in testa - aveva accusato
Gran Bretagna, Germania e Francia di voler creare un’Europa a due velocità.
“Non c’è, non c’è mai stato e non ci sarà un direttorio autoproclamato”, ha
detto Blair. Poi di nuovo Iraq: “stiamo facendo tutto il possibile contro il terrorismo
- ha aggiunto - e per questo i Paesi della comunità internazionale, anche
quelli che dissentono dalla guerra, devono avere le idee molto chiare su quello
che stiamo facendo”: il 30 giugno avverrà il passaggio dei poteri. D’altra
parte - ha assicurato Berlusconi, che in serata ha incontrato anche il
presidente egiziano Mubarak per parlare di Medio Oriente - la normalità in Iraq
è già ricominciata:
“Le
scuole funzionano, gli ospedali funzionano, il governo provvisorio funziona.
C’è l’impegno delle forze occidentali a favorire questo progresso in modo tale
che le cosiddette forze di occupazione possano il più presto possibile lasciare
l’Iraq”.
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In Russia, Mikhail Fradkov - il premier designato da
Vladimir Putin - ha ottenuto oggi un ampio voto di fiducia alla Duma, il
Parlamento russo. La nomina di Fradkov anticipa di pochi giorni le elezioni
presidenziali del 14 marzo, che vedono Putin superfavorito. Dal canto suo, Ivan
Rybkin – il politico sostenuto dal magnate Berezovski in esilio – ha annunciato
il ritiro della sua candidatura alle presidenziali definendole una “farsa”. Il
servizio di Giuseppe D’Amato:
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Come da previsione non ci sono state sorprese. La Duma ha
approvato a larghissima maggioranza la proposta di nomina del Cremlino di Mikhail
Fradkov a primo ministro. 352 sono stati i sì, 58 i no e 24 gli astenuti.
Sarebbero bastati 226 favorevoli e questo dà il senso delle forze controllate
dal presidente Putin in Parlamento. Prima del voto a scrutinio segreto, Fradkov
ha esposto il suo programma uguale in tutto e per tutto a quello del Cremlino e
riassumibile in tre punti centrali: riforma del governo e dell’amministrazione
statale, lotta alla povertà, modernizzazione delle forze armate. Il neo premier
presenterà presto la lista dei ministri. Il numero dei dicasteri verrà
sensibilmente ridotto; tre i livelli di comando: ministeri, col compito dare le
indicazioni strategiche per le riforme; servizi federali ed agenzie federali
per il controllo dell’applicazione delle riforme. Il nuovo governo russo avrà
solo un vice premier, Aleksandr Zhukov.
Per la Radio Vaticana, Giuseppe
D’Amato.
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Quinta notte di coprifuoco ad Haiti, dove continuano i saccheggi in una
situazione di grande incertezza. Se, infatti, il presidente brasiliano Lula ha
annunciato l’invio nell’isola caraibica di una forza di stabilizzazione di 1100
soldati, l’ex presidente Aristide – dalla Repubblica Centro-Africana dove è
fuggito – ha manifestato l’intenzione di tornare ad Haiti. In un colloquio
telefonico di cui riferisce l’agenzia France Presse, Aristide ha accusato i
governi di Francia e Stati Uniti di avere ordito la sua estromissione dal
potere. Sulla controversa vicenda, il presidente della Caricom - la Comunità
dei Carabi - ha chiesto l'apertura di un’inchiesta indipendente. Ma torniamo
alla situazione sul terreno ad Haiti, con la cronaca da Port-au-Prince di
Barbara Schiavulli:
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Di nuovo sospesi i voli commerciali, mentre viene
completata la convenzione tripartita prevista dal piano internazionale di pace
per Haiti, con la nomina di Leslie Voltaire, il ministro degli haitiani
all’estero, rappresentante del Lavalas, il partito presidenziale. Seguono l’ex
senatore Paul Denis, per l’opposizione, e Adama Guindo dell’Undp, in
rappresentanza della comunità internazionale. “Chiedo alle forze armate dei
ribelli e ai fedeli di Aristide di deporre le armi, garantisco che tutti gli
haitiani avranno un ruolo nella ricostruzione nazionale”, ha detto Alexandre,
il presidente ad interim. Intanto si fanno le prime stime dei danni dei
giorni scorsi: 100 milioni di dollari, quasi il bilancio annuale di Haiti, il
Paese più povero delle Americhe.
Barbara Schiavulli da Port-au-Prince per la Radio
Vaticana.
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In Venezuela, continua il duro braccio di ferro tra il
presidente Hugo Chavez e l'opposizione - costato negli ultimi sei giorni 9
morti ed oltre 70 feriti. Tuttavia, per non perdere l’occasione di indire un
referendum per la revoca del mandato del capo dello Stato, alcuni settori
dell’opposizione si sono detti pronti a negoziare con il governo di Caracas.
Anche oggi non sono però mancati incidenti e cortei di protesta. Una donna è
morta a Machiques, nello Stato di Zulia, durante scontri tra sostenitori e
oppositori di Chavez. Intanto, si è dimesso l’ambasciatore all’Onu del
Venezuela, Alcalay, sostenendo che Chavez “è sempre più isolato nell'ambito
della comunità delle nazioni democratiche”.
In Medio Oriente, il governo di Israele ha imposto il
“blocco totale” dei Territori palestinesi, per il timore di attentati in
occasione della festa ebraica del Purim, cominciata ieri. Dal canto suo, la
Corte suprema israeliana ha provvisoriamente sospeso lo smantellamento di
colonie ebraiche “selvagge” in Cisgiordania, che era stato progettato
dall'esercito.
Aprendo oggi i lavori dell'Assemblea nazionale del popolo,
il primo ministro cinese Wen Jiabao ha indicato nella riduzione del divario
economico tra città e campagna il principale compito del suo governo. Per Wen
Jiabao il tasso di crescita dell’economia nazionale si attesterà sul 7 per
cento nel 2004. Sull’impegno preso dal governo di Pechino per migliorare le
condizioni della popolazione rurale, abbiamo raccolto la riflessione di padre
Bernardo Cervellera, direttore dell’agenzia Asia News:
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In
qualche modo Wen Jiabao è un po’ costretto dalla situazione economica cinese.
Prima di tutto, perché l’economia sta crescendo così tanto che rischia di
creare una bolla finanziaria in cui ci sono appartamenti vuoti, palazzi che
devono esse riempiti ed anche un tentativo di creare nuovo lavoro, ma senza in
realtà trovare nuovi posti di lavoro, ossia creare tanti investimenti, senza
che la gente possa trovare da vivere. La seconda cosa è che le campagne sono
così povere - ci sono almeno 200 milioni di persone al di sotto della soglia
della povertà - che sono diventate irrequiete. Ci sono manifestazioni, scontri
con i segretari di partito, sedi del Municipio bruciate. Bisogna poi dire che è
la prima volta che ad un’Assemblea nazionale del popolo si parla esplicitamente
di questi problemi. L’anno scorso, invece, Jang Zemin, ha fatto un grande
elogio a se stesso e non ha parlato per nulla dei problemi sociali e reali del
Paese.
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Si svolgono oggi i funerali del presidente macedone Boris
Trajkovski, morto la settimana scorsa assieme ad altre otto persone in una
sciagura aerea in Bosnia. Il feretro è rimasto esposto per 14 ore ieri in
Parlamento, ricevendo l’omaggio di migliaia di connazionali. Ai funerali
saranno presenti numerosi delegati stranieri tra cui il presidente della
Commissione europea, Prodi.
George Bush ha aperto ieri le ‘ostilità’ contro il
candidato democratico alla presidenza John Kerry con una prima serie di video
elettorali, trasmessi in 17 Stati considerati chiave per il voto del 2 novembre
prossimo. L’uso nei video delle immagini delle macerie del World Trade Center
ha provocato le reazioni polemiche da parte di alcuni familiari delle vittime
della strage dell’11 settembre.
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