RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 203 - Testo della
Trasmissione di mercoledì 21
luglio 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Gravissime
le inondazioni in India, Bangladesh e Nepal: 380 i morti e 20 milioni gli
sfollati
Stamani Romano
Prodi ha sottolineato, all’Europarlamento di Strasburgo, come la mancata
approvazione della Costituzione sarebbe un colpo contro l’Europa
Potrebbero allentarsi a breve le tensioni fra
India e Pakistan. Lo ha annunciato il primo ministro di Islamabad
Cipro ha
ricordato ieri il 30.mo anniversario dell’invasione turca della parte
settentrionale dell’isola
21 luglio 2004
LA LEGGE DI DIO E’ FONTE
DI PACE PER L’UOMO E DI LUCE NELLE VICENDE
SPESSO OSCURE DELLA STORIA. ALL’UDIENZA GENERALE IN
AULA PAOLO VI,
IL PAPA SPIEGA AI PELLEGRINI IL SALMO 118
- Servizio di Alessandro De Carolis -
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L’uomo che segue i comandamenti di Dio percorre una strada
che dona pace e serenità alla sua coscienza e gli apre le porte della
beatitudine fin da questa vita, anche se la gioia di cui il cristiano è
testimone può conoscere talvolta la sofferenza della Croce. L’insegnamento del
Papa sui Salmi della liturgia dei Vespri è ripreso questa mattina in Aula Paolo
VI, dopo il soggiorno valdostano. Giovanni Paolo II, che questa mattina ha
raggiunto in auto il Vaticano da Castel Gandolfo, si è soffermato sul Salmo 118
che canta la legge di Dio e la promessa del fedele di osservarla.
Nella costruzione dei versetti, ha notato subito il
Pontefice, il Salmista procede in chiaroscuro. Dapprima una strofa segue “un
filo tenebroso”, quasi che il credente in cerca di Dio sia un animale braccato
dai lacci del male. Ma c’è una consapevolezza profonda in questo avanzare sia
pure a volte doloroso:
“Il fedele sa che egli
avanza sulle strade del mondo in mezzo a pericoli, ad affanni, a persecuzioni;
sa che la prova è sempre in agguato. Il cristiano, per parte sua, sa che ogni
giorno deve portare la croce lungo la salita del suo Calvario”.
“Tuttavia
– ha proseguito il Papa – il giusto conserva intatta la sua fedeltà”. “Non
dimentico la tua legge”, scandisce il Salmo. “Non ho deviato dai tuoi
precetti”. E il Papa spiega l’origine di questa forza:
“La pace della coscienza è la forza del credente; la sua
costanza nell’obbedire ai comandi divini è la sorgente della serenità (...) Per questa via
troverà la pace dell’anima e riuscirà ad attraversare il groviglio oscuro delle
prove, giungendo alla gioia vera”.
Il
cristiano che segue Gesù luce del mondo, ha ripetuto poco dopo Giovanni Paolo
II parlando in polacco, “può testimoniare non solo di cercare la felicità e la gioia,
ma nello stesso tempo anche di conoscere la strada per raggiungere la
beatitudine nella vita”. E sempre in polacco, pochi istanti prima, il Papa
aveva rivolto un saluto particolarmente affettuoso a un gruppo di bambini
abbandonati provenienti dalla Polonia e dalla Lituania, ospiti di alcune case
di accoglienza, ai quali ha augurato di poter crescere serenamente grazie
all’affetto degli educatori, ma soprattutto certi della vicinanza di Gesù.
Tra i
presenti, inoltre, il Pontefice ha ringraziato i Legionari di Cristo per il
loro servizio alla Chiesa, che in questi giorni li vede impegnati nella cura
del Corso internazionale per formatori di seminari. Ed ha salutato anche il
nuovo Capitolo generale degli Orionini, augurando alla Congregazione che la recente
canonizzazione del fondatore “si traduca in un rinnovato impegno di fedeltà a
Cristo, alla Chiesa e ai poveri”. Sempre tra i gruppi assiepati in Aula Paolo
VI, Giovanni Paolo II ha indirizzato, tra gli altri, anche un saluto agli
Allievi della Guardia di Finanza e uno alla delegazione della Federazione
italiana sport equestri, in procinto di partire per le Olimpiadi di Atene. Per
tutti, poi, il Papa ha avuto un nuovo pensiero dedicato alla pausa delle
vacanze:
“Vi auguro di utilizzare questo tempo estivo per
intensificare il vostro contatto con Dio nella preghiera in un prolungato
ascolto della Sua parola”.
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IL
CORDOGLIO DEL PAPA PER LE VITTIME DEL DISASTRO MINERARIO
AVVENUTO
IERI IN UCRAINA: 31 I MINATORI MORTI. ALTRI 5 RISULTANO DISPERSI
Giovanni Paolo II ha inviato un telegramma di cordoglio, a
firma del cardinale segretario di Stato Angelo Sodano, per le numerose vittime
del tragico incidente avvenuto ieri in una miniera di carbone a Krasnolimansk,
nell'Ucraina orientale. A causa di un’esplosione di gas, verificatasi a 1000
metri di profondità, 31 minatori sono morti mentre altri 5 risultano dispersi.
Il Papa ha fatto pervenire il telegramma all'esarca arcivescovile di
Donetsk-Kharkiv, mons. Stepan Meniok, esprimendo la “sua vicinanza spirituale”
ai familiari, ai congiunti e agli amici delle vittime, assicurando le sue
preghiere per quanti sono morti e per i feriti.
NELL’ESEMPIO DEL VOSTRO FONDATORE SAN
VINCENZO DE’ PAOLI, SIATE PROMOTORI DELL’EVANGELIZZAZIONE DEI POVERI E DELLA FORMAZIONE
DEL CLERO:
COSI’,
GIOVANNI PAOLO II NEL MESSAGGIO ALLA CONGREGAZIONE DELLA MISSIONE,
RIUNITA
A ROMA IN ASSEMBLEA GENERALE
- A
cura di Alessandro Gisotti -
Con il
cuore “aperto all’amore di Dio” siate “testimoni efficaci dell’aiuto che solo
il Signore può portare” al mondo. E’ l’esortazione di Giovanni Paolo II alla
Congregazione della Missione, riunita in questi giorni a Roma per la sua 40.ma
assemblea generale. In una lettera indirizzata al nuovo Superiore generale, il
reverendo Gregory Gay, il Pontefice chiede ai religiosi - noti con il nome di
Lazzaristi - di essere fedeli all’insegnamento del loro fondatore San Vincenzo
de’ Paoli, che ritenne fondamentale per la congregazione “l’evangelizzazione
dei poveri e la formazione del clero”. Due aspetti, rileva, che oggi “rimangono
centrali” nel vostro apostolato.
“Quattro
secoli dopo la vostra fondazione – scrive ancora il Papa – il compito di portare
buone notizie ai poveri rimane urgente come non mai”. La congregazione
della Missione è allora “chiamata ad esplorare nuove strade per portare il
messaggio liberatore del Vangelo ai fratelli che soffrono”. Il Santo Padre non
manca, infine, di incoraggiare i Lazzaristi a rinnovare la “missione vitale”
della formazione dei sacerdoti. Un contributo straordinario, si legge nel
messaggio, per l’opera della Chiesa in questi ultimi quattro secoli.
IN UN MONDO OSSESSIONATO DAL MATERIALISMO,
TESTIMONIATE
COSA SIGNIFICA SEGUIRE INTERAMENTE CRISTO:
E’ L’ESORTAZIONE
DEL PAPA ALLA CONGREGAZIONE DELLA SANTA CROCE,
IN
OCCASIONE DEL CAPITOLO GENERALE
- A
cura di Alessandro Gisotti -
In un mondo “ossessionato” dalle “cose materiali” e “dalla
gratificazione personale”, “la vostra testimonianza di povertà evangelica,
castità e obbedienza brillerà per gli altri, mostrando loro cosa significa
seguire interamente Cristo”. Così, il Papa alla Congregazione della Santa
Croce, in occasione del Capitolo generale. In una lettera indirizzata al
Superiore generale, il reverendo Hugh Cleary, Giovanni Paolo II ricorda come,
nel 1837, il fondatore della congregazione, Basilio Antonio Maria Moreau,
“rispose in modo saggio e generoso alle necessità dei tempi turbolenti in cui
viveva” dedicando la sua vita al rinnovamento della società francese. Impegno,
che si è poi rapidamente esteso, attraverso “missioni ed istituzioni educative
in tutto il mondo”.
La recente istituzione di due nuove province della
congregazione in Haiti e nell’India del nordest, prosegue il Pontefice, “sono
un chiaro segno della fruttuosità del vostro apostolato per la vita della
Chiesa”. Consolidando la vostra presenza in questi ed altri territori, si legge
nel messaggio, “contribuite alla crescita della Chiesa” e date seguito
all’esortazione del Signore ad “andare in tutto il mondo per proclamare la
buona novella”. Il Santo Padre ha, infine, parole di incoraggiamento per i
membri della congregazione e sottolinea che la vita “consacrata è un dono
prezioso e necessario alla vita della Chiesa”.
APPROVARE NUOVI PROGETTI PER LO SVILUPPO
DELLE
COMUNITA’ POVERE DELL’AMERICA LATINA: CON QUESTO OBIETTIVO
SI
RIUNISCE OGGI A BRASILIA IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
DELLA
FONDAZIONE PONTIFICIA, POPULORUM PROGRESSIO
-
Intervista con mons. Alberto Taveira -
Al via oggi a Brasilia la riunione
annuale del Consiglio di amministrazione della Fondazione Populorum
Progressio. L’incontro, che si concluderà il 23 luglio, sarà l’occasione
per deliberare il finanziamento di progetti a favore delle comunità rurali
povere indigene, meticce ed afroamericane dell’America Latina. La Fondazione Populorum
Progressio è stata istituita da Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1992
nell’ambito del Pontificio Consiglio Cor Unum, in occasione del V
Centenario dell’inizio dell'Evangelizzazione dell’America Latina. Altre
fondazioni erette da Giovanni Paolo II sono la Fondazione per il Sahel,
istituita nel 1984, e la “Centesimus
Annus – Pro Pontifice”, eretta nel 1993. Sull’attività della Populorum
Progressio e l’importanza di questa riunione di Brasilia, Stefano Lesczynski
ha intervistato mons. Alberto Taveira, vescovo della diocesi brasiliana di
Palmas e vice presidente della Fondazione:
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R. – Noi abbiamo progetti di sviluppo, soprattutto per le
comunità più povere, indigene, campesine dell’America Latina. Sono, per
esempio, progetti che riguardano l’acqua: per comunità che vogliono avere più
acqua; poi, ci sono progetti di educazione, di formazione alternativa; progetti
di centri comunitari: sono 260 i progetti della Fondazione. Sono un modo di
mettere in pratica la carità del Papa.
D. – Quindi, un impegno di grande solidarietà i cui
principali beneficiari sono proprio indigeni, meticci e afro-americani. Quali
sono le necessità principali delle singole etnìe?
R. – La necessità degli indigeni è soprattutto la conferma
della loro cultura, il rispetto della loro storia ... Per gli afro-americani,
il riconoscimento del loro valore, della loro importanza, quindi ancora la
questione della loro cultura. Per i
campesinos, le strutture necessarie perché possano lavorare: sostegni
all’agricoltura, all’allevamento del bestiame ... Per noi, è molto importante
la partecipazione di popolo delle rispettive comunità.
D. – Ogni anno la Fondazione “Populorum Progressio”
sostiene un notevole sforzo economico per incrementare la promozione umana in
America del Sud. Da dove provengono le risorse?
R. – In primo luogo, dalla carità del Papa, cioè
dall’Obolo di San Pietro; poi, abbiamo un aiuto significativo da parte della Conferenza
episcopale italiana e ogni anno si cercano altri fondi, altri aiuti, da
istituzioni internazionali che possano apportare qualche contributo alla
Fondazione “Populorum Progressio”.
D. – Mons. Taveira, lei ricorda qualche progetto specifico
che ha portato vantaggio alle popolazioni sudamericane, oltre alle aspettative
di partenza?
R. – Per esempio, nella mia diocesi tanti luoghi che sono
molto lontani dalla sede della diocesi, dove non c’era una chiesa, un punto di
riferimento per le persone. Abbiamo costruito – con l’aiuto della “Populorum
Progressio” – dieci centri comunitari in dieci luoghi diversi, che sono
diventati riferimento per la formazione delle persone, per creare uno spirito
comunitario, per tutti i rapporti sociali e religiosi ... Così le comunità
crescono, scoprono il loro valore, la loro importanza nella società e nella
Chiesa.
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NOMINE
Il Santo Padre ha
nominato vescovo di Concordia in Argentina mons. Luis Armando Collazuol, finora
vescovo titolare di Elo ed ausiliare di Rosario. Mons. Luis Armando Collazuol è nato a Rosario il 10 febbraio 1948. E’
stato ordinato sacerdote il 29 settembre 1974.
Quindi il Papa ha
nominato vescovo di San Rafael, sempre in Argentina, mons. María Taussig, del
clero di Buenos Aires, professore di filosofia presso l’Università cattolica
argentina e direttore del servizio per la pastorale universitaria di Buenos
Aires. Mons. Eduardo María Taussig è nato a Buenos Aires il 4 luglio 1954. E’
stato ordinato sacerdote il 3 dicembre 1982 .
Infine,
il Santo Padre ha nominato l’arcivescovo Edmond Farhat, nunzio apostolico in
Turchia, visitatore apostolico presso il Patriarcato Siro-Cattolico di
Antiochia.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
“Promessa di osservare i comandamenti
di Dio” è il titolo che apre la prima pagina in riferimento all’udienza
generale: dopo il soggiorno in Valle d’Aosta, Giovanni Paolo II riprende il
settimanale itinerario di riflessione “lungo i Salmi proposti dalla Liturgia
dei Vespri”.
Nelle vaticane, nel Messaggio
al Superiore generale della Congregazione della Missione, il Papa ha esortato
ad esplorare nuove vie per trasmettere il Vangelo.
Nel Messaggio al Superiore
generale della Congregazione di Santa Croce, Giovanni Paolo II ha sottolineato
che povertà evangelica, castità ed obbedienza testimoniano che cosa significa
seguire Cristo in modo completo e senza riserve.
Nelle estere, Medio Oriente:
l’Assemblea generale dell’Onu chiede lo smantellamento del muro.
India: sacerdoti aggrediti da
un centinaio di estremisti hindu.
Nella pagina culturale, un
articolo di Anna Bujatti - dal titolo “Sant'Anna, nonna di Cristo” - in margine
alla mostra allestita nella Pinacoteca dello Stato di San Paolo del
Brasile.
Una monografica dal titolo
“Sessant’anni fa, il sacrificio di Ignazio Vian: un’impronta cattolica agli
albori della Resistenza italiana”.
Nelle pagine italiane, in
rilievo il tema dei conti pubblici.
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21 luglio 2004
L’ASSEMBLEA
DELL’ONU HA APPROVATO LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DELL’AJA
SUL
MURO: TEL AVIV DEVE SMANTELLARE LA BARRIERA DI SICUREZZA.
REAZIONI
CONTRASTANTI DAI GOVERNI ISRAELIANO E PALESTINESE
-
Interviste con padre David Jaeger e Antonio Ferrari -
L’Assemblea generale dell’Onu ha affermato che Israele
deve rispettare la sentenza emessa dalla Corte Internazionale dell’Aia e
abbattere il muro costruito in Cisgiordania. La risoluzione è stata approvata
ieri notte a larga maggioranza con 150 voti favorevoli, sei contrari, e 10
astenuti. Lo Stato ebraico ha ribadito il proprio diritto all’autodifesa e ha
giudicato vergognoso il sostegno dall’Unione Europea alla risoluzione. Il
servizio di Paolo Mastrolilli:
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Dopo lunghi negoziati, tutti i Paesi dell’Unione Europea
hanno appoggiato il documento, mentre gli Stati Uniti si sono opposti. Il 9
luglio scorso, emettendo un’opinione sollecitata dalla stessa Assemblea
generale, la Corte dell’Aia aveva dichiarato che il muro israeliano è illegale
e deve essere distrutto. Allora i palestinesi avevano riportato la sentenza al
Palazzo di Vetro chiedendo che l’Assemblea la recepisse con una risoluzione. Il
voto è stato rimandato più volte per negoziare un testo accettabile anche
dall’Unione Europea, che ha chiesto ed ottenuto alcune modifiche. Tra queste ci
sono l’aggiunta di una condanna per tutti gli atti di terrorismo, il
riconoscimento del diritto di ogni Stato all’autodifesa e la sollecitazione
affinché israeliani e palestinesi rispettino gli impegni assunti con la Road Map
per la ripresa del processo di pace. Gli Stati Uniti hanno detto che la
risoluzione è controproducente, perché ora tutti sono concentrati sul parziale
ritiro dalla Cisgiordania e da Gaza. E lo Stato ebraico ha definito oltraggioso
il voto dell’Onu. I palestinesi, invece, hanno definito la risoluzione come un
passo storico. Le risoluzioni dell’Assemblea generale, però, non hanno poteri
vincolanti e Israele ha già detto che proseguirà la costruzione del muro. I
palestinesi potrebbero portare la questione davanti al Consiglio di sicurezza,
dove invece il voto sarebbe vincolante. Washington può comunque bloccare tale
iniziativa col veto.
Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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E sul
voto dell’Onu ascoltiamo il commento di padre David Jaeger, giurista della
Custodia di Terra Santa. L’intervista è di Roberto Piermarini:
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R. – A
mio avviso, l’assemblea generale avrebbe ricordato che già nel 1947, l’ONU si
assumeva la responsabilità del futuro assetto della Terra Santa. Spero che
l’ONU non si fermi alla più recente risoluzione, ma che prenda l’iniziativa di
convocare finalmente una conferenza di pace, che aiuti israeliani e palestinesi
a realizzare l’intento dell’Onu – già nel 1947 – di creare in Terra Santa due
Nazioni indipendenti ed amiche.
D. – La
costruzione del muro, padre Jaeger, ha creato anche dei problemi alle proprietà
della Chiesa cattolica ...
R. – In
diversi punti, il tracciato del muro ha invaso le proprietà della Chiesa
cattolica, comprese quelle dei francescani di Terra Santa sul Monte degli
Ulivi, dove è stata presa una notevole fetta di proprietà sul Monte degli
Ulivi, proprietà sacra, e dove soprattutto il muro come adesso progettato,
taglierebbe il santuario di Lazzaro fuori da Gerusalemme. La Chiesa cattolica
ha chiesto con insistenza che ciò non avvenga; ha voluto ricordare la
responsabilità di chi governi di fatto Gerusalemme, di non tagliarne l’unità
religiosa e sacrale.
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Continua
ad essere intricata la situazione politica all’interno dell’Autorità nazionale
palestinese: non è stata ancora trovata, infatti, una soluzione definitiva fra
il premier Abu Ala, che si ritiene a tutti gli effetti dimissionario, ed il
presidente Arafat, convinto invece di aver superato ogni ostacolo all’interno
del governo. Per quanto riguarda lo scenario israeliano, si deve registrare che
la risoluzione dell’Onu sul muro è giunta mentre erano in corso le
consultazioni del premier, Ariel Sharon, per la formazione di un governo di
unità nazionale. Ma Likud e laburisti potranno trovare una convergenza proprio
sulla controversa barriera di separazione che divide Israele dalla
Cisgiordania? Ci risponde l’analista per il Medio Oriente del Corriere della
Sera, Antonio Ferrari:
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Su questo punto si può realizzare la convergenza, anche
perché c’è una cosa paradossale: anni fa erano i laburisti, per esempio, a dire
che bisognava costruire un muro di protezione, sia pure all’interno di Israele,
e non espropriando terre palestinesi. Il Likud e lo stesso Sharon invece si
opponevano perché dicevano: “Se noi costruiamo un muro, riconosciamo che
dall’altra parte c’è un altro Stato”. Adesso il Likud stesso propone la
barriera, oggetto di grande polemica perché il tracciato va ad entrare nel territorio
palestinese. Ma in fondo anche il Likud oggi lo vuole e alla fine riconosce che
dall’altra parte c’è un territorio che potrà essere parte di uno Stato.
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GRANDE
SODDISFAZIONE IN AUSTRIA DOPO LA NOMINA, DECISA DAL PAPA,
DI UN
VISITATORE APOSTOLICO PER LA DIOCESI DI SANKT PÖLTEN,
NEL
CUI SEMINARIO SI E’ VERIFICATO UNO SCANDALO A SFONDO SESSUALE
-
Intervista con Erich Leitenberger -
Soddisfazione in Austria per la nomina, decisa dal Papa,
di un visitatore apostolico per la diocesi di Sankt Pölten e in particolare per
il seminario vescovile di questa diocesi. Al centro della missione dell’inviato
pontificio, il vescovo austriaco di Feldkirch, mons. Klaus Küng, la questione
dello scandalo a sfondo sessuale che ha colpito, nelle ultime settimane, il
seminario e che vede coinvolti il rettore e il vice-rettore dell’Istituto e
alcuni seminaristi. Per il possesso di materiale pedo-pornografico è stato
incriminato dalla procura un seminarista. Ma sulla decisione del Papa,
annunciata ieri dalla Sala Stampa vaticana, Debora Donnini ha sentito il
commento di Erich Leitenberger, direttore della Kathpress, l’agenzia di Stampa
cattolica austriaca.
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R. – La
decisione del Santo Padre è stata accolta con grande soddisfazione sia
dall’opinione pubblica del Paese, sia dalla Chiesa che è in Austria,
soprattutto per la tempestività della decisione del Papa, che è appena
rientrato dalla Valle d’Aosta: la decisione è stata presa subito. Questo
significa che anche la Santa Sede, e il Santo Padre in persona, si rendono
conto che a Sankt Pölten si è verificata una situazione grave che ha
ripercussioni anche in tutto il Paese: questa è una prima considerazione. Il
secondo punto è che la decisione di nominare un visitatore apostolico per una
diocesi viene presa, nella Chiesa universale, molto raramente: voglio dire che
è un provvedimento abbastanza severo e importante. Adesso vedremo il lavoro che
farà il visitatore apostolico, che sarà un lavoro di grande responsabilità per
la diocesi di Sankt Pölten, per la Chiesa che è in Austria e per tutte le
persone che sono coinvolte nella vicenda di Sankt Pölten.
D. – La diocesi di Sankt Pölten come sta vivendo questo
momento?
R. – La diocesi di Sankt Pölten, che ha vissuto nelle
giornate della settimana scorsa un momento molto particolare, molto triste,
molto grave della sua storia, adesso nutre grande speranza nell’operato del
visitatore apostolico e nelle decisioni che verranno prese in seguito al suo
intervento a livello della Santa Sede. In realtà, Sankt Pölten è una diocesi
importante e valida, ha molti fedeli, molti sacerdoti, tanti conventi ... è una
diocesi che vuole vivere concretamente il Vangelo e vuole dare testimonianza
della sua fede. Purtroppo, i fatti degli ultimi tempi avevano un po’ offuscato
questa testimonianza. Ora si spera che in un futuro molto prossimo torni la
luce, la speranza e la consolazione. C’è tanta fiducia nell’operato del Santo
Padre, del visitatore apostolico e della Chiesa in generale.
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“LEONARDO, I GIOCHI E LO SPORT”,
UNA MOSTRA ITALIANA AD ATENE IN OCCASIONE DELLE OLIMPIADI
- Intervista con Alessandro Vezzsi e Mario Pescante -
Un tributo fuori dal comune all’attività fisica agonistica
e amatoriale: l’esposizione “Leonardo, i giochi e lo sport” rappresenterà la cultura
italiana alle prossime Olimpiadi di Atene. Allestita nel Centro Culturale
Melina sul viale che conduce al Pireo dal 10 agosto al 28 settembre la mostra
si svolge sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana in
collaborazione con la Regione Toscana e l’Ambasciata d'Italia in Grecia.
L’iniziativa è accompagnata da due rassegne minori: “I giochi e l’antichità”
nella civiltà etrusca e ''Arte e sport
a Firenze'', disegni e stampe nella città
medicea nei secoli d’oro. Il servizio è di Paolo Ondarza.
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Era uno sguardo di entusiastica
fiducia nelle potenzialità umane, di fervida ammirazione della prestazione
atletica e della tensione di corpi statuari quello di Leonardo Da Vinci.
Un’osservazione non fine a se stessa, ma destinata ad una fedele riproduzione
grafica dalla doviziosa attenzione anatomica. Già 500 anni fa, infatti,
nell’immaginario dell’artista scienziato rinascimentale, autore della Vergine
delle Rocce e della Dama con l’ermellino, era radicata la dialettica sport-cultura:
fiori all’occhiello della mostra la testa satiresca del 1508 proveniente da una
collezione privata giapponese e il manoscritto seicentesco apografo del
'”Trattato della pittura”. Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale di
Leonardo da Vinci.
“Giotto ha rinnovato l’arte, dopo secoli di decadenza, osservando gli
atti delle capre. Lui, Leonardo, osservava gli atti degli uomini mentre si
dedicavano allo sport. Lo sport diventa per lui un significato assolutamente
interdisciplinare e di grande unione, di grande fratellanza.”
Un omaggio tutto italiano, per
il ritorno a casa delle Olimpiadi, che come nell’antichità si spera siano
rispettate dalla cosiddetta “tregua sacra” o cessazione delle ostilità tra gli
Stati. Mario Pescante, sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle
Attività culturali.
“Sì, la tregua olimpica intesa come aspirazione, perché come atto formale
è già stato deciso dall’Onu, dalle Nazioni Unite. Hanno firmato circa 200
Paesi, ma forse non hanno firmato coloro ai quali questi appello e questa
invocazione va rivolta, nel senso che, se parliamo di terrorismo, è un discorso
che fa capo a persone diverse rispetto agli Stati nazionali, quindi le
preoccupazioni vengono anche a questo titolo, ma non esagererei, francamente.”
Un monito e una speranza perché sul podio di Atene
quest’anno la vera vittoria spetti alle pace tra i popoli.
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21 luglio 2004
SI
ESTENDONO ALL’ASIA MERIDIONALE LE INONDAZIONI CAUSATE
DALLE
PIOGGE TORRENZIALI: CENTINAIA LE VITTIME E 20 MILIONI GLI SFOLLATI
IN
INDIA, BANGLADESH E NEPAL. SI AGGRAVA INTANTO LA SITUAZIONE NEL CENTRO SUD
DELLA CINA: PIU’ DI 380 I MORTI, CROLLATE 200 MILA ABITAZIONI,
DANNEGGIATI
QUASI 46 MILIONI DI EDIFICI
PECHINO.= Sono 381 i morti e 98 i dispersi nella
parte centro meridionale della Cina, a causa delle inondazioni provocate dalle
piogge torrenziali che si stanno abbattendo sempre più violentemente nel
Sud-est asiatico. Lo riferisce l'agenzia China News Service che conferma il crollo di circa 200 mila abitazioni e il danneggiamento di quasi 46
milioni di edifici nelle regioni di Hunan, Yunan, Henan, Guizhou, Guangxi,
Hubei e Sichuan. L'ondata di maltempo ha devastato circa 1,5 milioni ettari di
terreni coltivati e i danni materiali sono valutati intorno ai 15 miliardi di yuan (oltre 15 miliardi di euro).
Ma ancora più gravi sono le condizioni dell’India nordorientale, dove le
vittime delle alluvioni seguite agli straripamenti dei fiumi sono ormai diverse
centinaia. Impressionante è il numero degli sfollati, che raggiunge
i 20 milioni. Gli Stati indiani più
colpiti sono quello dell’Assam, quasi completamente inondato, e del Bihar,
investito, insieme al confinante Bangladesh, dalle inondazioni del Brahmaputra
e dei suoi affluenti, gonfiati in modo eccezionale dalle piogge monsoniche.
Anche più a nord, in Nepal e nel Bhutan le piogge e le inondazioni non danno
tregua da giorni: la capitale nepalese Kathmandu è rimasta isolata perché le
strade di accesso si sono trasformate in torrenti. Mentre le regioni
nordorientali dell’India sono messe in ginocchio dalle alluvioni, nelle regioni
occidentali e centrali non piove da mesi e la siccità sta provocando una
carestia che minaccia conseguenze terribili per milioni di persone. (R.M.)
I VESCOVI SPAGNOLI SI OPPONGONO AL PROGETTO DEL
GOVERNO SOCIALISTA
DI EQUIPARARE DAL PUNTO DI VISTA GIURIDICO LE
UNIONI OMOSESSUALI
AL MATRIMONIO E FANNO APPELLO AI DEPUTATI
CATTOLICI
PERCHE’ VOTINO CONTRO TALE PROPOSTA
- A cura di Ignazio Ingrao -
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MADRID. = “Ragioni di ordine
antropologico, sociale e giuridico” si oppongono a definire “matrimonio”
l’unione tra persone omosessuali. E’ quanto scrive il Comitato esecutivo della
Conferenza episcopale spagnola in una nota intitolata “In favore del vero
matrimonio”. Lo scorso 29 giugno, il Congresso dei deputati ha approvato una
proposta del Partito socialista, che sollecita l’equiparazione giuridica piena
delle unioni tra persone omosessuali con il matrimonio e il ministro della
Giustizia ha annunciato che in settembre proporrà alla Camera un progetto di
legge volto a legalizzare le nozze omosessuali entro il gennaio 2005. Per i
vescovi, tale legalizzazione costituirebbe “un errore e un’ingiustizia dalle
conseguenze molto negative per il bene comune e per l’intera società”. I
sostenitori di tale progetto affermano che esso è volto ad eliminare la
secolare discriminazione che ha impedito agli omosessuali di sposarsi. Ma
l’episcopato spagnolo ribatte che, se “è certamente necessario proteggere i
cittadini da tutte le ingiuste discriminazioni”, è tuttavia “ugualmente
necessario proteggere la società dalle pretese ingiuste di gruppi e
individui”. Equiparare le unioni
omosessuali al vero matrimonio, proseguono i vescovi spagnoli, significa
“introdurre un pericoloso fattore di dissoluzione dell’istituto matrimoniale e,
con esso, del giusto ordine sociale”. La nota ricorda infine ai parlamentari
cattolici “il dovere morale di esprimere pubblicamente il proprio disaccordo e
di votare contro il progetto di legge”, come affermato dalla Congregazione per
la dottrina della Fede nel giugno del 2003.
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“IDENTIFICARE, AFFERMARE E CELEBRARE I VALORI
COMUNI E I PRINCIPI
DELLA NUOVA EUROPA”: E’ LA SOLLECITAZIONE EMERSA
DAL SINODO GENERALE
DELLA CHIESA ANGLICANA CHE SI E’ SVOLTO NEI GIORNI
SCORSI A YORK
YORK. = Costruzione di
un’autentica identità europea, riforma della giustizia penitenziaria, lotta
alla droga, impegno missionario: questi alcuni dei principali temi affrontati
nel corso del Sinodo della Chiesa anglicana che si è svolto nei giorni scorsi a
York, in Gran Bretagna. Il vescovo di Londra, il reverendo Richard Chartres, ha
invitato il Sinodo ad interrogarsi sulla situazione del Vecchio Continente.
Ripensare “l’anima dell’Europa”, ha affermato Chartres, “va al di là
dell’identità” perché riguarda “questioni di valori e di coscienza".
Secondo il vescovo di Londra, “un’Unione Europea introversa, che si preoccupa
solo della propria conservazione e prosperità, non è in grado di affrontare le
sfide di questo mondo volatile e di svolgere la sua parte creativa
nell'alleviare la povertà e curare la nostra casa comune”. Chartres ha quindi
spronato gli europei ad essere “partner attivi nell’identificare, affermare e
celebrare i valori comuni e i principi della nuova Europa”. Sottolineando la
necessità di un rinnovato impegno ecumenico nella battaglia per la vita e per
la giustizia sociale, il vescovo ha aggiunto: “Dobbiamo dimostrare che è
pazzesco relegare l’energia della fede ai margini della vita e che le
differenze teologiche non inibiscono l’azione comune in un ampio raggio di
questioni sociali ed etiche dove le fedi trovano un fondamento comune”.
L’as-semblea si è inoltre soffermata sul problema della giustizia penale. A
questo riguardo, il Sinodo ha invitato a ripensare la pena come occasione di
trasformazione e di rieducazione della persona ed impedire che diventi via di
ulteriore discriminazione. (I.I.)
Sta tornando sotto
controllo la situazione nella diocesi di hyderabad,
in india, dove nei giorni
scorsi un gruppo di estremisti indu’
aveva aggredito e
malmenato alcuni sacerdoti durante la cerimonia
per la posa della prima
pietra di una nuova chiesa cattolica
hyderabad. = “La
situazione è tornata parzialmente sotto controllo e stiamo dialogando con le
parti politiche e gli estremisti per riportare la pace nella diocesi”. E’
quanto ha affermato mons. Joji Marampudi, arcivescovo di Hyderabad, nello Stato
indiano sudorientale dell’Andhra Pradesh, intervistato dall’agenzia MISNA dopo
la violenta aggressione compiuta nei giorni scorsi da un gruppo di estremisti
indù ai danni di alcuni sacerdoti cattolici. Domenica scorsa, un centinaio di
estremisti indù avevano fatto irruzione nell’Ashram cattolico di Betania, nei
pressi di Hyderabad, luogo di culto della comunità cattolica di rito
siro-malankarese, mentre stava per iniziare la Messa. I militanti induisti
hanno saccheggiato e devastato l’edificio sacro, malmenando p. Joseph
Vattaparambil, responsabile della comunità, e altri sacerdoti che sono stati
costretti a fuggire. Quadri, oggetti e libri sacri sono stati distrutti.
L’aggressione aveva come obiettivo di impedire la cerimonia di posa della prima
pietra della nuova chiesa che sorgerà all’interno dell’Ashram, cerimonia che si
sarebbe dovuta tenere nel pomeriggio. Alcune televisioni locali hanno ripreso
la scena per trasmetterla nei telegiornali serali. Per impedire altre violenze,
l’arcivescovo di Hyderabad ha preso sotto la sua protezione il sacerdote
responsabile della comunità: “Mi sono recato sul posto e ho accompagnato
personalmente il padre nel nostro arcivescovado”, ha riferito mons. Marampudi.
“Poi mi sono rivolto al Ministero dell’interno, alla polizia e al capo del
governo locale. Tutte le autorità mi hanno assicurato protezione e pace”. Nella
diocesi di Hyderabad vivono circa 87 mila cattolici su un totale di oltre 12
milioni di abitanti. (I.I.)
LA COMMISSIONE DELLE
CHIESE PER I MIGRANTI IN EUROPA, LA CONFERENZA
DELLE CHIESE EUROPEE E LA
CARITAS EUROPA esprimono apprezzamento
per LA BOZZA DI
CONVENZIONE CONTRO IL TRAFFICO DI ESSERI UMANI
BRUXELLES. = Tre
organismi di altrettante Chiese cristiane europee in comunicato congiunto
esprimono il loro appoggio alla bozza di Convenzione contro il traffico di
esseri umani predisposta dal Consiglio d’Europa. Il testo – osservano la
Commissione delle Chiese per i migranti in Europa, la Conferenza delle Chiese
europee e la Caritas Europa – si sforza di promuovere un equilibrio tra il
rafforzamento della legge e i diritti delle vittime della tratta. I tre
organismi cristiani sottolineano che il traffico di esseri umani è legato alla
mancanza di opportunità di migrazioni legali, alle discriminazioni sessuali e
alle disuguaglianze sociali. Pertanto, sollecitano l’adozione di un insieme
coordinato di misure volte a risolvere il problema della tratta. Allo stesso
tempo mettono in discussione l’utilità del ricorso a soluzioni “puramente
tecniche”, volte al semplice rafforzamento del controllo ai confini. I tre
organismi raccomandano che il principio guida della Convenzione sia il bene
delle persone vittime delle tratta. A questo scopo, suggeriscono che tra le
diverse misure previste dalla Convenzione sia previsto anche l’impegno a
garantire adeguate informazioni e assistenza alle vittime e sia riconosciuto il
loro diritto ad ottenere il premesso di soggiorno. Il comunicato auspica infine
un rafforzamento della cooperazione tra le istituzioni e le organizzazioni non
governative impegnate in questo campo.
(I.I.)
L’ARCIVESCOVO DI
BIRMINGHAM GUIDA UN TOUR IN BICICLETTA
PER INCONTRARE I FEDELI
DELLA DIOCESI.
Nel gruppo che partecipa
alL’INIZIATIVA
ci sono anche sacerdoti,
suore e alcuni giovani
che la sera vengono
ospitati nelle famiglie
BIRMINGHAM. = Un vescovo e 55
tra sacerdoti, suore e giovani inglesi stanno percorrendo in bici 235 miglia
sulle strade della diocesi di Birmingham, in Inghilterra. È partito, lunedì il
singolare “tour della carità” di cinque giorni guidato proprio dall’arcivescovo
di Birmingham, mons. Vincent Nichols, per incontrare i fedeli della diocesi in
maniera insolita. “Cycle for youth”, questo è il titolo dell’iniziativa, è
giunta già nello Staffordshire, dopo 40 chilometri tra boschi di pini, fiumi e
pianure. “Abbiamo pedalato tra paesaggi meravigliosi – racconta l’arcivescovo –
e incontrato tanta gente, tra cui i bambini della Cattolica di St. John che
sono venuti a salutarci e a farci festa al nostro passaggio. È stato un momento
bellissimo”. I ciclisti vengono accolti durante la notte da alcune famiglie. La
mattina la sveglia è all’alba: la giornata comincia alle 6.30 con la Messa per
tutti i partecipanti. (I.I.)
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21 luglio 2004
- A cura di Amedeo Lomonaco -
I referendum e i voti
parlamentari, che dovranno ratificare la Costituzione, devono dare “una
risposta consapevole e meditata sulle questioni reali”. E la questione reale è
l’Europa. Così si è espresso stamani il presidente della Commissione europea,
Romano Prodi, nella seconda giornata della sessione plenaria a Strasburgo
dell’Europarlamento. Il nostro servizio:
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All’indomani
dell’elezione del socialista spagnolo Borrell come nuovo presidente del
Parlamento, Prodi ha colto l’occasione del dibattito sul bilancio della
presidenza irlandese per lanciare un monito nel quale ha stigmatizzato le
conseguenze di un eventuale fallimento della Costituzione Europea. Bocciare la
Costituzione – ha detto - sarebbe un colpo contro l’Europa. “Il mio timore - ha
aggiunto - è che le questioni nazionali
eclissino i veri temi del dibattito europeo e che gli interessi a breve termine
finiscano per compromettere il passo in avanti che possiamo compiere grazie
alla Costituzione”. Il presidente dell’esecutivo ha quindi risposto alla
critica secondo la quale la Costituzione “sarebbe un passo indietro per
l'Europa sociale”. “Non è affatto cosi’, ha detto, e la Costituzione mantiene
sostanzialmente inalterate le politiche comuni dell'Unione. E crea soprattutto
un quadro di riferimento nel quale le
istituzioni possono agire per l'interesse comune”. Prodi ha quindi rivolto il
suo appello: “Dobbiamo garantire che i cittadini sappiano quali sono le vere
questioni sul tappeto. Votare si’ per la Costituzione significa anche votare
per i vantaggi dell'Europa sociale”. Prodi ha annunciato, infine, che la
Commissione europea presenterà il prossimo 3 settembre le proprie proposte per
migliorare l’applicazione del patto di stabilità e per rafforzare la governance
economica.
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E a
Strasburgo domani si decide ufficialmente il successore di Romano Prodi alla
presidenza della Commissione europea. Candidato designato è l'ex primo ministro
portoghese Barroso, il quale oggi all’Europarlamento terrà un discorso ai
deputati per superare poi tra 24 ore il voto di fiducia. Ma che eredità lascia
Romano Prodi al suo successore? Giada Aquilino lo ha chiesto al prof. Gianluigi
Tosato, docente di Diritto dell’Unione Europea all’Università La Sapienza di
Roma:
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R. – Grande tema all’ordine del
giorno è la Costituzione europea e la natura, le funzioni e il ruolo della
Commissione. L'ex primo ministro portoghese Barroso è quindi chiamato a portare
avanti il disegno - che è stato poi quello di Prodi - di rafforzare il ruolo
della Commissione. In questo senso sono prospettabili due scenari. Il primo è
che si vada verso un conflitto tra il presidente della Commissione e il nuovo
presidente del Consiglio europeo, previsto dalla Costituzione europea. Il
secondo è che, invece, si vada verso una cooperazione, un’intesa tra questi due
personaggi. Nel primo caso, si avrà un cattivo funzionamento dell’Unione, nel
secondo si avranno una spinta e un impulso formidabili allo sviluppo
dell’Unione. A questo si aggiunge anche la figura del ministro degli Affari
esteri europeo, rappresentata dallo spagnolo Solana.
D. – Parlando stamani a
Strasburgo, Romano Prodi ha detto che bocciare la Costituzione europea sarebbe
un colpo contro l’Europa. Perché?
R. – La Costituzione europea è
di un’importanza fondamentale per il suo contenuto – perché prevede numerose
innovazioni – e per il suo valore simbolico, perché una Costituzione da’
un’identità nuova alla costruzione europea. Con la presenza di 25 Stati
all’interno dell’Unione Europea, c’è un assoluto bisogno di migliorare il
funzionamento delle istituzioni comunitarie. Quindi, un’eventuale bocciatura o
non entrata in vigore del testo fondamentale sarebbe un colpo fortissimo per
tutto l’impianto europeo.
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Ha lasciato l’Iraq con destinazione Manila Angelo de la
Cruz, il filippino rilasciato ieri dai guerriglieri iracheni che lo avevano
tenuto in ostaggio per due settimane. Intanto, nel Paese del Golfo si continua
a combattere. Almeno un soldato statunitense è morto e altri sei sono rimasti
feriti stamani a Duluiyah, a nord di Baghdad, quando il veicolo su cui
viaggiavano è saltato in aria dopo aver urtato una bomba nascosta lungo il
ciglio della strada.
Due militanti uccisi e tre feriti.
E’ questo il drammatico bilancio di uno scontro a fuoco questa notte, in Arabia
Saudita, tra la polizia e i guerriglieri a Riad. Le forze di sicurezza, nel
corso dell’operazione, avrebbero catturato la moglie e tre figli di Saleh al
Awfi, ritenuto leader di Al Qaeda nel Regno saudita. Il ministro dell’Interno
del Paese saudita ha poi detto che nel raid è stata ritrovata la testa
dell’ostaggio americano, Paul Johnson, rapito e ucciso lo scorso mese.
E per
Israele è l’Iran il primo e più temibile nemico: lo afferma il rapporto annuale
dell’intelligence di Tel Aviv sulle minacce per l’esistenza dello Stato
ebraico, consegnato oggi al governo del premier Ariel Sharon. E in Iran,
intanto, si è chiusa ieri con una pena a tre anni di reclusione - di cui due
già scontati - la vicenda giudiziaria di Hashem Aghajari, l’intellettuale
dissidente condannato a morte nel 2002 per apostasia.
Potrebbero allentarsi a breve le tensioni fra India e
Pakistan. Lo ha annunciato il primo ministro pakistano Hussain, al vertice
della SAARC, l’Associa-zione dell’Asia meridionale per la cooperazione
regionale, in corso da ieri a Islamabad. All’incontro hanno partecipato il
ministro degli Esteri dell’India, Singh, e quello del Pakistan, Kasuri. Il
servizio di Maria Grazia Coggiola:
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Da gennaio le diplomazie dei due Paesi rivali sono a
lavoro per trovare una soluzione alla disputa sul Kashmir. Non esiste ancora un
piano di pace vero e proprio, si è ancora nella fase di disgelo, ma i segnali
sono positivi. I colloqui che proseguono, anche nei prossimi giorni, con un
incontro con il presidente pakistano, Pervez Musharraf, si tengono a margine del vertice
ministeriale della Saarc, l’Associazione per la cooperazione economica dei
sette Paesi dell’Asia del Sud. Ieri, all’apertura del vertice, il neo primo ministro
pakistano, Chaudhry Shujaat Hussain, ha confermato la volontà del suo
Paese di proseguire sulla strada della pace con l’India e di risolvere la
contesa sul Kashmir, che dura ormai da oltre mezzo secolo. La Saarc ha come
obiettivo di ridurre il tasso di povertà per il miliardo e mezzo di abitanti
della regione e di creare una zona di libero scambio entro il 2006, obiettivi
che sono raggiungibili solo con la pace tra India e Pakistan. Nelle prossime
settimane sono previsti sei round di colloqui bilaterali, mentre a settembre ci
sarà un nuovo incontro tra i due ministri degli esteri. Preoccupa la situazione
in Kashmir che si sta facendo tesa dopo una serie di attentati da parte dei
militanti estremisti. Il vice-segretario di stato americano, Richard Armitage,
in una visita nella regione, la scorsa settimana, aveva detto che alcuni campi
di addestramento dei terroristi continuavano ad esistere in Pakistan.
Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Mariagrazia Coggiola.
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Cipro ha ricordato ieri
il 30.mo anniversario dell’invasione turca della parte settentrionale
dell’isola. Avvenne cinque giorni dopo il golpe contro l’arcivescovo ortodosso
Makarios, sostenuto dai colonnelli di Atene, favorevoli all’annessione
dell’isola alla Grecia. Il conflitto tra greco ciprioti e turco ciprioti è
tuttora irrisolto e coinvolge anche l’ONU, Unione Europea e Stati Uniti, che
non sono riusciti a convincere le due comunità a trovare un accordo sulla
riunificazione. Lo scorso primo maggio è entrata nell’unione solo la
‘Repubblica cipriota’ ma non la ‘Repubblica turca di Cipro Nord’, riconosciuta
solo dal governo di Ankara. Il servizio di Cesare Rizzoli:
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Dei 25 Stati dell’Unione Europea, Cipro resta il solo
Paese, con un territorio ed una capitale, Nicosìa, divisa da un muro fatto di
reticolati, di sacchi di sabbia e di antichi rancori. Neppure l’adesione
all’Unione Europea, lo scorso primo maggio, è riuscita a convincere la comunità
greca di maggioranza e quella turca di minoranza a raggiungere un accordo per
riunificare l’isola e tornare a formare un solo Stato sovrano. La divisione dell’isola ha avuto inizio il
20 luglio del 1974, quando l’esercito turco sbarcava a nord dell’isola,
plocamava uno Stato autonomo turco-cipriota in risposta ad un colpo di Stato
tentato, e poi fallito, dalla giunta dei colonnelli di Atene per annettersi
l’intera isola. In quell’occasione è stato defenestrato l’allora presidente
cipriota, l’arcivescovo ortodosso Makarios. Due mesi fa, un referendum voluto
dall’ONU nelle due parti separate di Cipro, per riunificate l’intera isola, ha
visto i greco-ciprioti rifiutare la proposta. Il presidente cipriota
Papadopulos ha chiesto e chiede il ritiro, almeno parziale, dei 30 mila soldati
turchi che occupano il Nord dell’isola. Il ministro cipriota degli esteri, George Iacovou, incontrando a Roma il ministro
Frattini, si è tuttavia impegnato a non opporsi alla richiesta di adesione
della Turchia all’Unione Europea, quando, a dicembre, la questione sarà posta
in modo formale ai 25. Un’adesione di Ankara all’Europa segnerà
automaticamente, prima o poi, sia il ritiro delle truppe turche di occupazione
dal Nord, sia la riunificazione dell’intera isola in un unico Stato sovrano.
Per Radio Vaticana, Cesare Rizzoli.
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“Concludere
l’esame in commissione delle riforme federali per essere in aula nella
settimana prossima, in modo da procedere con la riforma delle pensioni”. E
l’obiettivo fissato da Roberto Calderoli, nominato ieri a Roma ministro delle
Riforme. Calderoli si è anche soffermato sull’ipotesi di dimissioni qualora non
venga varata la devolution entro la prossima settimana. “Abbiamo preso
l’impegno di portare il provvedimento prima della pausa estiva”, ha spiegato il
ministro.
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