RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 203 - Testo della Trasmissione di mercoledì 21 luglio 2004 

 

Sommario   

                                               

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La pace della coscienza è la forza del credente anche nelle vicende dolorose: così il Papa all’udienza generale di oggi in Vaticano

 

Giovanni Paolo II esprime in un telegramma il suo profondo cordoglio per le vittime del disastro minerario avvenuto ieri in Ucraina: 31 i minatori morti, cinque i dispersi

 

Messaggio del Pontefice alla Congregazione di San Vincenzo de’ Paoli, riunita a Roma in assemblea generale

 

In un mondo ossessionato dal materialismo, testimoniate cosa significa seguire interamente Cristo: è l’esortazione del Papa alla Congregazione della Santa Croce, in occasione del capitolo generale

 

Approvare nuovi progetti per lo sviluppo delle comunità povere dell’America Latina: con questo obiettivo si riunisce oggi, a Brasilia, il Consiglio di amministrazione della Fondazione pontificia Populorum Progressio. Ai nostri microfoni, mons. Alberto Taveira.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Dura reazione di Israele alla Risoluzione dell’ONU che chiede allo Stato ebraico di abbattere il muro di sicurezza eretto sul confine con la Cisgiordania: il commento di padre David Jaeger

 

Soddisfazione in Austria per la decisione del Papa di nominare un visitatore apostolico per la diocesi di Sankt Pölten, nel cui seminario è scoppiato uno scandalo a sfondo sessuale: ce ne parla Erich Leitenberger

 

La mostra “Leonardo, i giochi e lo sport” rappresenterà la cultura italiana alle prossime Olimpiadi di Atene: la illustrano Alessandro Vezzosi e Mario Pescante.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Gravissime le inondazioni in India, Bangladesh e Nepal: 380 i morti e 20 milioni gli sfollati

 

No’ dei vescovi spagnoli al progetto di legge del governo socialista per equiparare al matrimonio le unioni omosessuali

 

L’invito a riconoscere e celebrare i valori della nuova Europa ribadito dal Sinodo generale della Chiesa anglicana

 

Si calmano le acque nella diocesi indiana di Hyderabad, dove alcuni estremisti indù avevano picchiato dei sacerdoti durante una cerimonia religiosa

 

Apprezzamento di tre organismi di altrettante Chiese europee sulla bozza della Convenzione contro la tratta degli esseri umani

 

Originale tour in bicicletta del vescovo di Birmingham e di un gruppo di suoi collaboratori: un viaggio della carità per incontrare le famiglie della diocesi

 

24 ORE NEL MONDO:

Stamani Romano Prodi ha sottolineato, all’Europarlamento di Strasburgo, come la mancata approvazione della Costituzione sarebbe un colpo contro l’Europa

 

Potrebbero allentarsi a breve le tensioni fra India e Pakistan. Lo ha annunciato il primo ministro di Islamabad

 

Cipro ha ricordato ieri il 30.mo anniversario dell’invasione turca della parte settentrionale dell’isola

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

21 luglio 2004

 

 

LA LEGGE DI DIO E’ FONTE DI PACE PER L’UOMO E DI LUCE NELLE VICENDE

SPESSO OSCURE DELLA STORIA. ALL’UDIENZA GENERALE IN AULA PAOLO VI,

IL PAPA SPIEGA AI PELLEGRINI IL SALMO 118

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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L’uomo che segue i comandamenti di Dio percorre una strada che dona pace e serenità alla sua coscienza e gli apre le porte della beatitudine fin da questa vita, anche se la gioia di cui il cristiano è testimone può conoscere talvolta la sofferenza della Croce. L’insegnamento del Papa sui Salmi della liturgia dei Vespri è ripreso questa mattina in Aula Paolo VI, dopo il soggiorno valdostano. Giovanni Paolo II, che questa mattina ha raggiunto in auto il Vaticano da Castel Gandolfo, si è soffermato sul Salmo 118 che canta la legge di Dio e la promessa del fedele di osservarla.

 

Nella costruzione dei versetti, ha notato subito il Pontefice, il Salmista procede in chiaroscuro. Dapprima una strofa segue “un filo tenebroso”, quasi che il credente in cerca di Dio sia un animale braccato dai lacci del male. Ma c’è una consapevolezza profonda in questo avanzare sia pure a volte doloroso:

 

“Il fedele sa che egli avanza sulle strade del mondo in mezzo a pericoli, ad affanni, a persecuzioni; sa che la prova è sempre in agguato. Il cristiano, per parte sua, sa che ogni giorno deve portare la croce lungo la salita del suo Calvario”.

 

“Tuttavia – ha proseguito il Papa – il giusto conserva intatta la sua fedeltà”. “Non dimentico la tua legge”, scandisce il Salmo. “Non ho deviato dai tuoi precetti”. E il Papa spiega l’origine di questa forza:

 

“La pace della coscienza è la forza del credente; la sua costanza nell’obbedire ai comandi divini è la sorgente della serenità (...) Per questa via troverà la pace dell’anima e riuscirà ad attraversare il groviglio oscuro delle prove, giungendo alla gioia vera”.

 

Il cristiano che segue Gesù luce del mondo, ha ripetuto poco dopo Giovanni Paolo II parlando in polacco, “può testimoniare non solo di cercare la felicità e la gioia, ma nello stesso tempo anche di conoscere la strada per raggiungere la beatitudine nella vita”. E sempre in polacco, pochi istanti prima, il Papa aveva rivolto un saluto particolarmente affettuoso a un gruppo di bambini abbandonati provenienti dalla Polonia e dalla Lituania, ospiti di alcune case di accoglienza, ai quali ha augurato di poter crescere serenamente grazie all’affetto degli educatori, ma soprattutto certi della vicinanza di Gesù.

 

Tra i presenti, inoltre, il Pontefice ha ringraziato i Legionari di Cristo per il loro servizio alla Chiesa, che in questi giorni li vede impegnati nella cura del Corso internazionale per formatori di seminari. Ed ha salutato anche il nuovo Capitolo generale degli Orionini, augurando alla Congregazione che la recente canonizzazione del fondatore “si traduca in un rinnovato impegno di fedeltà a Cristo, alla Chiesa e ai poveri”. Sempre tra i gruppi assiepati in Aula Paolo VI, Giovanni Paolo II ha indirizzato, tra gli altri, anche un saluto agli Allievi della Guardia di Finanza e uno alla delegazione della Federazione italiana sport equestri, in procinto di partire per le Olimpiadi di Atene. Per tutti, poi, il Papa ha avuto un nuovo pensiero dedicato alla pausa delle vacanze:

 

“Vi auguro di utilizzare questo tempo estivo per intensificare il vostro contatto con Dio nella preghiera in un prolungato ascolto della Sua parola”.

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IL CORDOGLIO DEL PAPA PER LE VITTIME DEL DISASTRO MINERARIO

AVVENUTO IERI IN UCRAINA: 31 I MINATORI MORTI. ALTRI 5 RISULTANO DISPERSI

 

Giovanni Paolo II ha inviato un telegramma di cordoglio, a firma del cardinale segretario di Stato Angelo Sodano, per le numerose vittime del tragico incidente avvenuto ieri in una miniera di carbone a Krasnolimansk, nell'Ucraina orientale. A causa di un’esplosione di gas, verificatasi a 1000 metri di profondità, 31 minatori sono morti mentre altri 5 risultano dispersi. Il Papa ha fatto pervenire il telegramma all'esarca arcivescovile di Donetsk-Kharkiv, mons. Stepan Meniok, esprimendo la “sua vicinanza spirituale” ai familiari, ai congiunti e agli amici delle vittime, assicurando le sue preghiere per quanti sono morti e per i feriti.  

 

 

NELL’ESEMPIO DEL VOSTRO FONDATORE SAN VINCENZO DE’ PAOLI, SIATE PROMOTORI DELL’EVANGELIZZAZIONE DEI POVERI E DELLA FORMAZIONE DEL CLERO:

COSI’, GIOVANNI PAOLO II NEL MESSAGGIO ALLA CONGREGAZIONE DELLA MISSIONE,

RIUNITA A ROMA IN ASSEMBLEA GENERALE

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

Con il cuore “aperto all’amore di Dio” siate “testimoni efficaci dell’aiuto che solo il Signore può portare” al mondo. E’ l’esortazione di Giovanni Paolo II alla Congregazione della Missione, riunita in questi giorni a Roma per la sua 40.ma assemblea generale. In una lettera indirizzata al nuovo Superiore generale, il reverendo Gregory Gay, il Pontefice chiede ai religiosi - noti con il nome di Lazzaristi - di essere fedeli all’insegnamento del loro fondatore San Vincenzo de’ Paoli, che ritenne fondamentale per la congregazione “l’evangelizzazione dei poveri e la formazione del clero”. Due aspetti, rileva, che oggi “rimangono centrali” nel vostro apostolato.

 

“Quattro secoli dopo la vostra fondazione – scrive ancora il Papa – il compito di portare buone notizie ai poveri rimane urgente come non mai”. La congregazione della Missione è allora “chiamata ad esplorare nuove strade per portare il messaggio liberatore del Vangelo ai fratelli che soffrono”. Il Santo Padre non manca, infine, di incoraggiare i Lazzaristi a rinnovare la “missione vitale” della formazione dei sacerdoti. Un contributo straordinario, si legge nel messaggio, per l’opera della Chiesa in questi ultimi quattro secoli.

 

 

IN UN MONDO OSSESSIONATO DAL MATERIALISMO,

TESTIMONIATE COSA SIGNIFICA SEGUIRE INTERAMENTE CRISTO:

E’ L’ESORTAZIONE DEL PAPA ALLA CONGREGAZIONE DELLA SANTA CROCE,

IN OCCASIONE DEL CAPITOLO GENERALE

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

In un mondo “ossessionato” dalle “cose materiali” e “dalla gratificazione personale”, “la vostra testimonianza di povertà evangelica, castità e obbedienza brillerà per gli altri, mostrando loro cosa significa seguire interamente Cristo”. Così, il Papa alla Congregazione della Santa Croce, in occasione del Capitolo generale. In una lettera indirizzata al Superiore generale, il reverendo Hugh Cleary, Giovanni Paolo II ricorda come, nel 1837, il fondatore della congregazione, Basilio Antonio Maria Moreau, “rispose in modo saggio e generoso alle necessità dei tempi turbolenti in cui viveva” dedicando la sua vita al rinnovamento della società francese. Impegno, che si è poi rapidamente esteso, attraverso “missioni ed istituzioni educative in tutto il mondo”.

 

La recente istituzione di due nuove province della congregazione in Haiti e nell’India del nordest, prosegue il Pontefice, “sono un chiaro segno della fruttuosità del vostro apostolato per la vita della Chiesa”. Consolidando la vostra presenza in questi ed altri territori, si legge nel messaggio, “contribuite alla crescita della Chiesa” e date seguito all’esortazione del Signore ad “andare in tutto il mondo per proclamare la buona novella”. Il Santo Padre ha, infine, parole di incoraggiamento per i membri della congregazione e sottolinea che la vita “consacrata è un dono prezioso e necessario alla vita della Chiesa”.

 

 

APPROVARE NUOVI PROGETTI PER LO SVILUPPO

DELLE COMUNITA’ POVERE DELL’AMERICA LATINA: CON QUESTO OBIETTIVO

SI RIUNISCE OGGI A BRASILIA IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

DELLA FONDAZIONE PONTIFICIA, POPULORUM PROGRESSIO

- Intervista con mons. Alberto Taveira -

 

Al via oggi a Brasilia la riunione annuale del Consiglio di amministrazione della Fondazione Populorum Progressio. L’incontro, che si concluderà il 23 luglio, sarà l’occasione per deliberare il finanziamento di progetti a favore delle comunità rurali povere indigene, meticce ed afroamericane dell’America Latina. La Fondazione Populorum Progressio è stata istituita da Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1992 nell’ambito del Pontificio Consiglio Cor Unum, in occasione del V Centenario dell’inizio dell'Evangelizzazione dell’America Latina. Altre fondazioni erette da Giovanni Paolo II sono la Fondazione per il Sahel, istituita nel 1984, e  la “Centesimus Annus – Pro Pontifice”, eretta nel 1993. Sull’attività della Populorum Progressio e l’importanza di questa riunione di Brasilia, Stefano Lesczynski ha intervistato mons. Alberto Taveira, vescovo della diocesi brasiliana di Palmas e vice presidente della Fondazione:

 

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R. – Noi abbiamo progetti di sviluppo, soprattutto per le comunità più povere, indigene, campesine dell’America Latina. Sono, per esempio, progetti che riguardano l’acqua: per comunità che vogliono avere più acqua; poi, ci sono progetti di educazione, di formazione alternativa; progetti di centri comunitari: sono 260 i progetti della Fondazione. Sono un modo di mettere in pratica la carità del Papa.

 

D. – Quindi, un impegno di grande solidarietà i cui principali beneficiari sono proprio indigeni, meticci e afro-americani. Quali sono le necessità principali delle singole etnìe?

 

R. – La necessità degli indigeni è soprattutto la conferma della loro cultura, il rispetto della loro storia ... Per gli afro-americani, il riconoscimento del loro valore, della loro importanza, quindi ancora la questione della loro cultura. Per i  campesinos, le strutture necessarie perché possano lavorare: sostegni all’agricoltura, all’allevamento del bestiame ... Per noi, è molto importante la partecipazione di popolo delle rispettive comunità.

 

D. – Ogni anno la Fondazione “Populorum Progressio” sostiene un notevole sforzo economico per incrementare la promozione umana in America del Sud. Da dove provengono le risorse?

 

R. – In primo luogo, dalla carità del Papa, cioè dall’Obolo di San Pietro; poi, abbiamo un aiuto significativo da parte della Conferenza episcopale italiana e ogni anno si cercano altri fondi, altri aiuti, da istituzioni internazionali che possano apportare qualche contributo alla Fondazione “Populorum Progressio”.

 

D. – Mons. Taveira, lei ricorda qualche progetto specifico che ha portato vantaggio alle popolazioni sudamericane, oltre alle aspettative di partenza?

 

R. – Per esempio, nella mia diocesi tanti luoghi che sono molto lontani dalla sede della diocesi, dove non c’era una chiesa, un punto di riferimento per le persone. Abbiamo costruito – con l’aiuto della “Populorum Progressio” – dieci centri comunitari in dieci luoghi diversi, che sono diventati riferimento per la formazione delle persone, per creare uno spirito comunitario, per tutti i rapporti sociali e religiosi ... Così le comunità crescono, scoprono il loro valore, la loro importanza nella società e nella Chiesa.

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NOMINE

 

Il Santo Padre ha nominato vescovo di Concordia in Argentina mons. Luis Armando Collazuol, finora vescovo titolare di Elo ed ausiliare di Rosario. Mons. Luis Armando Collazuol è nato a Rosario il 10 febbraio 1948. E’ stato ordinato sacerdote il 29 settembre 1974.

 

Quindi il Papa ha nominato vescovo di San Rafael, sempre in Argentina, mons. María Taussig, del clero di Buenos Aires, professore di filosofia presso l’Università cattolica argentina e direttore del servizio per la pastorale universitaria di Buenos Aires. Mons. Eduardo María Taussig è nato a Buenos Aires il 4 luglio 1954. E’ stato ordinato sacerdote il 3 dicembre 1982 .

 

Infine, il Santo Padre ha nominato l’arcivescovo Edmond Farhat, nunzio apostolico in Turchia, visitatore apostolico presso il Patriarcato Siro-Cattolico di Antiochia.

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

“Promessa di osservare i comandamenti di Dio” è il titolo che apre la prima pagina in riferimento all’udienza generale: dopo il soggiorno in Valle d’Aosta, Giovanni Paolo II riprende il settimanale itinerario di riflessione “lungo i Salmi proposti dalla Liturgia dei Vespri”.

 

Nelle vaticane, nel Messaggio al Superiore generale della Congregazione della Missione, il Papa ha esortato ad esplorare nuove vie per trasmettere il Vangelo.

Nel Messaggio al Superiore generale della Congregazione di Santa Croce, Giovanni Paolo II ha sottolineato che povertà evangelica, castità ed obbedienza testimoniano che cosa significa seguire Cristo in modo completo e senza riserve.

 

Nelle estere, Medio Oriente: l’Assemblea generale dell’Onu chiede lo smantellamento del muro.

India: sacerdoti aggrediti da un centinaio di estremisti hindu.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Anna Bujatti - dal titolo “Sant'Anna, nonna di Cristo” - in margine alla mostra allestita nella Pinacoteca dello Stato di San Paolo del Brasile.

Una monografica dal titolo “Sessant’anni fa, il sacrificio di Ignazio Vian: un’impronta cattolica agli albori della Resistenza italiana”.

 

Nelle pagine italiane, in rilievo il tema dei conti pubblici.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

21 luglio 2004

 

L’ASSEMBLEA DELL’ONU HA APPROVATO LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DELL’AJA

SUL MURO: TEL AVIV DEVE SMANTELLARE LA BARRIERA DI SICUREZZA.

REAZIONI CONTRASTANTI DAI GOVERNI ISRAELIANO E PALESTINESE

- Interviste con padre David Jaeger e Antonio Ferrari -

 

 

L’Assemblea generale dell’Onu ha affermato che Israele deve rispettare la sentenza emessa dalla Corte Internazionale dell’Aia e abbattere il muro costruito in Cisgiordania. La risoluzione è stata approvata ieri notte a larga maggioranza con 150 voti favorevoli, sei contrari, e 10 astenuti. Lo Stato ebraico ha ribadito il proprio diritto all’autodifesa e ha giudicato vergognoso il sostegno dall’Unione Europea alla risoluzione. Il servizio di Paolo Mastrolilli:

 

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Dopo lunghi negoziati, tutti i Paesi dell’Unione Europea hanno appoggiato il documento, mentre gli Stati Uniti si sono opposti. Il 9 luglio scorso, emettendo un’opinione sollecitata dalla stessa Assemblea generale, la Corte dell’Aia aveva dichiarato che il muro israeliano è illegale e deve essere distrutto. Allora i palestinesi avevano riportato la sentenza al Palazzo di Vetro chiedendo che l’Assemblea la recepisse con una risoluzione. Il voto è stato rimandato più volte per negoziare un testo accettabile anche dall’Unione Europea, che ha chiesto ed ottenuto alcune modifiche. Tra queste ci sono l’aggiunta di una condanna per tutti gli atti di terrorismo, il riconoscimento del diritto di ogni Stato all’autodifesa e la sollecitazione affinché israeliani e palestinesi rispettino gli impegni assunti con la Road Map per la ripresa del processo di pace. Gli Stati Uniti hanno detto che la risoluzione è controproducente, perché ora tutti sono concentrati sul parziale ritiro dalla Cisgiordania e da Gaza. E lo Stato ebraico ha definito oltraggioso il voto dell’Onu. I palestinesi, invece, hanno definito la risoluzione come un passo storico. Le risoluzioni dell’Assemblea generale, però, non hanno poteri vincolanti e Israele ha già detto che proseguirà la costruzione del muro. I palestinesi potrebbero portare la questione davanti al Consiglio di sicurezza, dove invece il voto sarebbe vincolante. Washington può comunque bloccare tale iniziativa col veto.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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E sul voto dell’Onu ascoltiamo il commento di padre David Jaeger, giurista della Custodia di Terra Santa. L’intervista è di Roberto Piermarini:

 

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R. – A mio avviso, l’assemblea generale avrebbe ricordato che già nel 1947, l’ONU si assumeva la responsabilità del futuro assetto della Terra Santa. Spero che l’ONU non si fermi alla più recente risoluzione, ma che prenda l’iniziativa di convocare finalmente una conferenza di pace, che aiuti israeliani e palestinesi a realizzare l’intento dell’Onu – già nel 1947 – di creare in Terra Santa due Nazioni indipendenti ed amiche.

 

D. – La costruzione del muro, padre Jaeger, ha creato anche dei problemi alle proprietà della Chiesa cattolica ...

 

R. – In diversi punti, il tracciato del muro ha invaso le proprietà della Chiesa cattolica, comprese quelle dei francescani di Terra Santa sul Monte degli Ulivi, dove è stata presa una notevole fetta di proprietà sul Monte degli Ulivi, proprietà sacra, e dove soprattutto il muro come adesso progettato, taglierebbe il santuario di Lazzaro fuori da Gerusalemme. La Chiesa cattolica ha chiesto con insistenza che ciò non avvenga; ha voluto ricordare la responsabilità di chi governi di fatto Gerusalemme, di non tagliarne l’unità religiosa e sacrale.

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Continua ad essere intricata la situazione politica all’interno dell’Autorità nazionale palestinese: non è stata ancora trovata, infatti, una soluzione definitiva fra il premier Abu Ala, che si ritiene a tutti gli effetti dimissionario, ed il presidente Arafat, convinto invece di aver superato ogni ostacolo all’interno del governo. Per quanto riguarda lo scenario israeliano, si deve registrare che la risoluzione dell’Onu sul muro è giunta mentre erano in corso le consultazioni del premier, Ariel Sharon, per la formazione di un governo di unità nazionale. Ma Likud e laburisti potranno trovare una convergenza proprio sulla controversa barriera di separazione che divide Israele dalla Cisgiordania? Ci risponde l’analista per il Medio Oriente del Corriere della Sera, Antonio Ferrari:

 

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Su questo punto si può realizzare la convergenza, anche perché c’è una cosa paradossale: anni fa erano i laburisti, per esempio, a dire che bisognava costruire un muro di protezione, sia pure all’interno di Israele, e non espropriando terre palestinesi. Il Likud e lo stesso Sharon invece si opponevano perché dicevano: “Se noi costruiamo un muro, riconosciamo che dall’altra parte c’è un altro Stato”. Adesso il Likud stesso propone la barriera, oggetto di grande polemica perché il tracciato va ad entrare nel territorio palestinese. Ma in fondo anche il Likud oggi lo vuole e alla fine riconosce che dall’altra parte c’è un territorio che potrà essere parte di uno Stato.

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GRANDE SODDISFAZIONE IN AUSTRIA DOPO LA NOMINA, DECISA DAL PAPA,

DI UN VISITATORE APOSTOLICO PER LA DIOCESI DI SANKT PÖLTEN,

NEL CUI SEMINARIO SI E’ VERIFICATO UNO SCANDALO A SFONDO SESSUALE

- Intervista con Erich Leitenberger -

 

 

Soddisfazione in Austria per la nomina, decisa dal Papa, di un visitatore apostolico per la diocesi di Sankt Pölten e in particolare per il seminario vescovile di questa diocesi. Al centro della missione dell’inviato pontificio, il vescovo austriaco di Feldkirch, mons. Klaus Küng, la questione dello scandalo a sfondo sessuale che ha colpito, nelle ultime settimane, il seminario e che vede coinvolti il rettore e il vice-rettore dell’Istituto e alcuni seminaristi. Per il possesso di materiale pedo-pornografico è stato incriminato dalla procura un seminarista. Ma sulla decisione del Papa, annunciata ieri dalla Sala Stampa vaticana, Debora Donnini ha sentito il commento di Erich Leitenberger, direttore della Kathpress, l’agenzia di Stampa cattolica austriaca.

 

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R. – La decisione del Santo Padre è stata accolta con grande soddisfazione sia dall’opinione pubblica del Paese, sia dalla Chiesa che è in Austria, soprattutto per la tempestività della decisione del Papa, che è appena rientrato dalla Valle d’Aosta: la decisione è stata presa subito. Questo significa che anche la Santa Sede, e il Santo Padre in persona, si rendono conto che a Sankt Pölten si è verificata una situazione grave che ha ripercussioni anche in tutto il Paese: questa è una prima considerazione. Il secondo punto è che la decisione di nominare un visitatore apostolico per una diocesi viene presa, nella Chiesa universale, molto raramente: voglio dire che è un provvedimento abbastanza severo e importante. Adesso vedremo il lavoro che farà il visitatore apostolico, che sarà un lavoro di grande responsabilità per la diocesi di Sankt Pölten, per la Chiesa che è in Austria e per tutte le persone che sono coinvolte nella vicenda di Sankt Pölten.

 

D. – La diocesi di Sankt Pölten come sta vivendo questo momento?

 

R. – La diocesi di Sankt Pölten, che ha vissuto nelle giornate della settimana scorsa un momento molto particolare, molto triste, molto grave della sua storia, adesso nutre grande speranza nell’operato del visitatore apostolico e nelle decisioni che verranno prese in seguito al suo intervento a livello della Santa Sede. In realtà, Sankt Pölten è una diocesi importante e valida, ha molti fedeli, molti sacerdoti, tanti conventi ... è una diocesi che vuole vivere concretamente il Vangelo e vuole dare testimonianza della sua fede. Purtroppo, i fatti degli ultimi tempi avevano un po’ offuscato questa testimonianza. Ora si spera che in un futuro molto prossimo torni la luce, la speranza e la consolazione. C’è tanta fiducia nell’operato del Santo Padre, del visitatore apostolico e della Chiesa in generale.

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“LEONARDO, I GIOCHI E LO SPORT”,

UNA MOSTRA ITALIANA AD ATENE IN OCCASIONE DELLE OLIMPIADI

- Intervista con Alessandro Vezzsi e Mario Pescante -

 

Un tributo fuori dal comune all’attività fisica agonistica e amatoriale: l’esposizione “Leonardo, i giochi e lo sport” rappresenterà la cultura italiana alle prossime Olimpiadi di Atene. Allestita nel Centro Culturale Melina sul viale che conduce al Pireo dal 10 agosto al 28 settembre la mostra si svolge sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana in collaborazione con la Regione Toscana e l’Ambasciata d'Italia in Grecia. L’iniziativa è accompagnata da due rassegne minori: “I giochi e l’antichità” nella civiltà etrusca e ''Arte e  sport a Firenze'', disegni e stampe nella città  medicea nei secoli d’oro. Il servizio è di Paolo Ondarza.

 

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Era uno sguardo di entusiastica fiducia nelle potenzialità umane, di fervida ammirazione della prestazione atletica e della tensione di corpi statuari quello di Leonardo Da Vinci. Un’osservazione non fine a se stessa, ma destinata ad una fedele riproduzione grafica dalla doviziosa attenzione anatomica. Già 500 anni fa, infatti, nell’immaginario dell’artista scienziato rinascimentale, autore della Vergine delle Rocce e della Dama con l’ermellino, era radicata la dialettica sport-cultura: fiori all’occhiello della mostra la testa satiresca del 1508 proveniente da una collezione privata giapponese e il manoscritto seicentesco apografo del '”Trattato della pittura”. Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale di Leonardo da Vinci.

 

“Giotto ha rinnovato l’arte, dopo secoli di decadenza, osservando gli atti delle capre. Lui, Leonardo, osservava gli atti degli uomini mentre si dedicavano allo sport. Lo sport diventa per lui un significato assolutamente interdisciplinare e di grande unione, di grande fratellanza.”

 

Un omaggio tutto italiano, per il ritorno a casa delle Olimpiadi, che come nell’antichità si spera siano rispettate dalla cosiddetta “tregua sacra” o cessazione delle ostilità tra gli Stati. Mario Pescante, sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività culturali.

 

“Sì, la tregua olimpica intesa come aspirazione, perché come atto formale è già stato deciso dall’Onu, dalle Nazioni Unite. Hanno firmato circa 200 Paesi, ma forse non hanno firmato coloro ai quali questi appello e questa invocazione va rivolta, nel senso che, se parliamo di terrorismo, è un discorso che fa capo a persone diverse rispetto agli Stati nazionali, quindi le preoccupazioni vengono anche a questo titolo, ma non esagererei, francamente.”

 

Un monito e una speranza perché sul podio di Atene quest’anno la vera vittoria spetti alle pace tra i popoli.

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CHIESA E SOCIETA’

21 luglio 2004

 

SI ESTENDONO ALL’ASIA MERIDIONALE LE INONDAZIONI CAUSATE

DALLE PIOGGE TORRENZIALI: CENTINAIA LE VITTIME E 20 MILIONI GLI SFOLLATI

IN INDIA, BANGLADESH E NEPAL. SI AGGRAVA INTANTO LA SITUAZIONE NEL CENTRO SUD DELLA CINA: PIU’ DI 380 I MORTI, CROLLATE 200 MILA ABITAZIONI,

DANNEGGIATI QUASI 46 MILIONI DI EDIFICI

 

PECHINO.= Sono 381 i morti e 98 i dispersi nella parte centro meridionale della Cina, a causa delle inondazioni provocate dalle piogge torrenziali che si stanno abbattendo sempre più violentemente nel Sud-est asiatico. Lo riferisce l'agenzia China News Service che conferma il crollo di circa 200 mila abitazioni e il danneggiamento di quasi 46 milioni di edifici nelle regioni di Hunan, Yunan, Henan, Guizhou, Guangxi, Hubei e Sichuan. L'ondata di maltempo ha devastato circa 1,5 milioni ettari di terreni coltivati e i danni materiali sono valutati intorno ai 15 miliardi di yuan (oltre 15 miliardi di euro). Ma ancora più gravi sono le condizioni dell’India nordorientale, dove le vittime delle alluvioni seguite agli straripamenti dei fiumi sono ormai diverse centinaia. Impressionante è il numero degli sfollati, che raggiunge i 20 milioni. Gli Stati indiani più colpiti sono quello dell’Assam, quasi completamente inondato, e del Bihar, investito, insieme al confinante Bangladesh, dalle inondazioni del Brahmaputra e dei suoi affluenti, gonfiati in modo eccezionale dalle piogge monsoniche. Anche più a nord, in Nepal e nel Bhutan le piogge e le inondazioni non danno tregua da giorni: la capitale nepalese Kathmandu è rimasta isolata perché le strade di accesso si sono trasformate in torrenti. Mentre le regioni nordorientali dell’India sono messe in ginocchio dalle alluvioni, nelle regioni occidentali e centrali non piove da mesi e la siccità sta provocando una carestia che minaccia conseguenze terribili per milioni di persone. (R.M.)

 

 

I VESCOVI SPAGNOLI SI OPPONGONO AL PROGETTO DEL GOVERNO SOCIALISTA

DI EQUIPARARE DAL PUNTO DI VISTA GIURIDICO LE UNIONI OMOSESSUALI

AL MATRIMONIO E FANNO APPELLO AI DEPUTATI CATTOLICI

PERCHE’ VOTINO CONTRO TALE PROPOSTA

- A cura di Ignazio Ingrao -

 

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MADRID. = “Ragioni di ordine antropologico, sociale e giuridico” si oppongono a definire “matrimonio” l’unione tra persone omosessuali. E’ quanto scrive il Comitato esecutivo della Conferenza episcopale spagnola in una nota intitolata “In favore del vero matrimonio”. Lo scorso 29 giugno, il Congresso dei deputati ha approvato una proposta del Partito socialista, che sollecita l’equiparazione giuridica piena delle unioni tra persone omosessuali con il matrimonio e il ministro della Giustizia ha annunciato che in settembre proporrà alla Camera un progetto di legge volto a legalizzare le nozze omosessuali entro il gennaio 2005. Per i vescovi, tale legalizzazione costituirebbe “un errore e un’ingiustizia dalle conseguenze molto negative per il bene comune e per l’intera società”. I sostenitori di tale progetto affermano che esso è volto ad eliminare la secolare discriminazione che ha impedito agli omosessuali di sposarsi. Ma l’episcopato spagnolo ribatte che, se “è certamente necessario proteggere i cittadini da tutte le ingiuste discriminazioni”, è tuttavia “ugualmente necessario proteggere la società dalle pretese ingiuste di gruppi e individui”.  Equiparare le unioni omosessuali al vero matrimonio, proseguono i vescovi spagnoli, significa “introdurre un pericoloso fattore di dissoluzione dell’istituto matrimoniale e, con esso, del giusto ordine sociale”. La nota ricorda infine ai parlamentari cattolici “il dovere morale di esprimere pubblicamente il proprio disaccordo e di votare contro il progetto di legge”, come affermato dalla Congregazione per la dottrina della Fede nel giugno del 2003.

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“IDENTIFICARE, AFFERMARE E CELEBRARE I VALORI COMUNI E I PRINCIPI

DELLA NUOVA EUROPA”: E’ LA SOLLECITAZIONE EMERSA DAL SINODO GENERALE

DELLA CHIESA ANGLICANA CHE SI E’ SVOLTO NEI GIORNI SCORSI A YORK

 

YORK. = Costruzione di un’autentica identità europea, riforma della giustizia penitenziaria, lotta alla droga, impegno missionario: questi alcuni dei principali temi affrontati nel corso del Sinodo della Chiesa anglicana che si è svolto nei giorni scorsi a York, in Gran Bretagna. Il vescovo di Londra, il reverendo Richard Chartres, ha invitato il Sinodo ad interrogarsi sulla situazione del Vecchio Continente. Ripensare “l’anima dell’Europa”, ha affermato Chartres, “va al di là dell’identità” perché riguarda “questioni di valori e di coscienza". Secondo il vescovo di Londra, “un’Unione Europea introversa, che si preoccupa solo della propria conservazione e prosperità, non è in grado di affrontare le sfide di questo mondo volatile e di svolgere la sua parte creativa nell'alleviare la povertà e curare la nostra casa comune”. Chartres ha quindi spronato gli europei ad essere “partner attivi nell’identificare, affermare e celebrare i valori comuni e i principi della nuova Europa”. Sottolineando la necessità di un rinnovato impegno ecumenico nella battaglia per la vita e per la giustizia sociale, il vescovo ha aggiunto: “Dobbiamo dimostrare che è pazzesco relegare l’energia della fede ai margini della vita e che le differenze teologiche non inibiscono l’azione comune in un ampio raggio di questioni sociali ed etiche dove le fedi trovano un fondamento comune”. L’as-semblea si è inoltre soffermata sul problema della giustizia penale. A questo riguardo, il Sinodo ha invitato a ripensare la pena come occasione di trasformazione e di rieducazione della persona ed impedire che diventi via di ulteriore discriminazione. (I.I.)

 

 

Sta tornando sotto controllo la situazione nella diocesi di hyderabad,

in india, dove nei giorni scorsi un gruppo di estremisti indu’

aveva aggredito e malmenato alcuni sacerdoti durante la cerimonia

per la posa della prima pietra di una nuova chiesa cattolica

 

hyderabad. = “La situazione è tornata parzialmente sotto controllo e stiamo dialogando con le parti politiche e gli estremisti per riportare la pace nella diocesi”. E’ quanto ha affermato mons. Joji Marampudi, arcivescovo di Hyderabad, nello Stato indiano sudorientale dell’Andhra Pradesh, intervistato dall’agenzia MISNA dopo la violenta aggressione compiuta nei giorni scorsi da un gruppo di estremisti indù ai danni di alcuni sacerdoti cattolici. Domenica scorsa, un centinaio di estremisti indù avevano fatto irruzione nell’Ashram cattolico di Betania, nei pressi di Hyderabad, luogo di culto della comunità cattolica di rito siro-malankarese, mentre stava per iniziare la Messa. I militanti induisti hanno saccheggiato e devastato l’edificio sacro, malmenando p. Joseph Vattaparambil, responsabile della comunità, e altri sacerdoti che sono stati costretti a fuggire. Quadri, oggetti e libri sacri sono stati distrutti. L’aggressione aveva come obiettivo di impedire la cerimonia di posa della prima pietra della nuova chiesa che sorgerà all’interno dell’Ashram, cerimonia che si sarebbe dovuta tenere nel pomeriggio. Alcune televisioni locali hanno ripreso la scena per trasmetterla nei telegiornali serali. Per impedire altre violenze, l’arcivescovo di Hyderabad ha preso sotto la sua protezione il sacerdote responsabile della comunità: “Mi sono recato sul posto e ho accompagnato personalmente il padre nel nostro arcivescovado”, ha riferito mons. Marampudi. “Poi mi sono rivolto al Ministero dell’interno, alla polizia e al capo del governo locale. Tutte le autorità mi hanno assicurato protezione e pace”. Nella diocesi di Hyderabad vivono circa 87 mila cattolici su un totale di oltre 12 milioni di abitanti. (I.I.)

 

 

LA COMMISSIONE DELLE CHIESE PER I MIGRANTI IN EUROPA, LA CONFERENZA

DELLE CHIESE EUROPEE E LA CARITAS EUROPA esprimono apprezzamento

per LA BOZZA DI CONVENZIONE CONTRO IL TRAFFICO DI ESSERI UMANI

 

BRUXELLES. = Tre organismi di altrettante Chiese cristiane europee in comunicato congiunto esprimono il loro appoggio alla bozza di Convenzione contro il traffico di esseri umani predisposta dal Consiglio d’Europa. Il testo – osservano la Commissione delle Chiese per i migranti in Europa, la Conferenza delle Chiese europee e la Caritas Europa – si sforza di promuovere un equilibrio tra il rafforzamento della legge e i diritti delle vittime della tratta. I tre organismi cristiani sottolineano che il traffico di esseri umani è legato alla mancanza di opportunità di migrazioni legali, alle discriminazioni sessuali e alle disuguaglianze sociali. Pertanto, sollecitano l’adozione di un insieme coordinato di misure volte a risolvere il problema della tratta. Allo stesso tempo mettono in discussione l’utilità del ricorso a soluzioni “puramente tecniche”, volte al semplice rafforzamento del controllo ai confini. I tre organismi raccomandano che il principio guida della Convenzione sia il bene delle persone vittime delle tratta. A questo scopo, suggeriscono che tra le diverse misure previste dalla Convenzione sia previsto anche l’impegno a garantire adeguate informazioni e assistenza alle vittime e sia riconosciuto il loro diritto ad ottenere il premesso di soggiorno. Il comunicato auspica infine un rafforzamento della cooperazione tra le istituzioni e le organizzazioni non governative impegnate in questo campo.  (I.I.)

 

 

L’ARCIVESCOVO DI BIRMINGHAM GUIDA UN TOUR IN BICICLETTA

PER INCONTRARE I FEDELI DELLA DIOCESI.

Nel gruppo che partecipa alL’INIZIATIVA 

ci sono anche sacerdoti, suore e alcuni giovani

che la sera vengono ospitati nelle famiglie

 

BIRMINGHAM. = Un vescovo e 55 tra sacerdoti, suore e giovani inglesi stanno percorrendo in bici 235 miglia sulle strade della diocesi di Birmingham, in Inghilterra. È partito, lunedì il singolare “tour della carità” di cinque giorni guidato proprio dall’arcivescovo di Birmingham, mons. Vincent Nichols, per incontrare i fedeli della diocesi in maniera insolita. “Cycle for youth”, questo è il titolo dell’iniziativa, è giunta già nello Staffordshire, dopo 40 chilometri tra boschi di pini, fiumi e pianure. “Abbiamo pedalato tra paesaggi meravigliosi – racconta l’arcivescovo – e incontrato tanta gente, tra cui i bambini della Cattolica di St. John che sono venuti a salutarci e a farci festa al nostro passaggio. È stato un momento bellissimo”. I ciclisti vengono accolti durante la notte da alcune famiglie. La mattina la sveglia è all’alba: la giornata comincia alle 6.30 con la Messa per tutti i partecipanti. (I.I.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

21 luglio 2004

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

I referendum e i voti parlamentari, che dovranno ratificare la Costituzione, devono dare “una risposta consapevole e meditata sulle questioni reali”. E la questione reale è l’Europa. Così si è espresso stamani il presidente della Commissione europea, Romano Prodi, nella seconda giornata della sessione plenaria a Strasburgo dell’Europarlamento. Il nostro servizio:

 

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All’indomani dell’elezione del socialista spagnolo Borrell come nuovo presidente del Parlamento, Prodi ha colto l’occasione del dibattito sul bilancio della presidenza irlandese per lanciare un monito nel quale ha stigmatizzato le conseguenze di un eventuale fallimento della Costituzione Europea. Bocciare la Costituzione – ha detto - sarebbe un colpo contro l’Europa. “Il mio timore - ha aggiunto - è che le questioni  nazionali eclissino i veri temi del dibattito europeo e che gli interessi a breve termine finiscano per compromettere il passo in avanti che possiamo compiere grazie alla Costituzione”. Il presidente dell’esecutivo ha quindi risposto alla critica secondo la quale la Costituzione “sarebbe un passo indietro per l'Europa sociale”. “Non è affatto cosi’, ha detto, e la Costituzione mantiene sostanzialmente inalterate le politiche comuni dell'Unione. E crea soprattutto un quadro di riferimento nel  quale le istituzioni possono agire per l'interesse comune”. Prodi ha quindi rivolto il suo appello: “Dobbiamo garantire che i cittadini sappiano quali sono le vere questioni sul tappeto. Votare si’ per la Costituzione significa anche votare per i vantaggi dell'Europa sociale”. Prodi ha annunciato, infine, che la Commissione europea presenterà il prossimo 3 settembre le proprie proposte per migliorare l’applicazione del patto di stabilità e per rafforzare la governance economica.

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E a Strasburgo domani si decide ufficialmente il successore di Romano Prodi alla presidenza della Commissione europea. Candidato designato è l'ex primo ministro portoghese Barroso, il quale oggi all’Europarlamento terrà un discorso ai deputati per superare poi tra 24 ore il voto di fiducia. Ma che eredità lascia Romano Prodi al suo successore? Giada Aquilino lo ha chiesto al prof. Gianluigi Tosato, docente di Diritto dell’Unione Europea all’Università La Sapienza di Roma:

 

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R. – Grande tema all’ordine del giorno è la Costituzione europea e la natura, le funzioni e il ruolo della Commissione. L'ex primo ministro portoghese Barroso è quindi chiamato a portare avanti il disegno - che è stato poi quello di Prodi - di rafforzare il ruolo della Commissione. In questo senso sono prospettabili due scenari. Il primo è che si vada verso un conflitto tra il presidente della Commissione e il nuovo presidente del Consiglio europeo, previsto dalla Costituzione europea. Il secondo è che, invece, si vada verso una cooperazione, un’intesa tra questi due personaggi. Nel primo caso, si avrà un cattivo funzionamento dell’Unione, nel secondo si avranno una spinta e un impulso formidabili allo sviluppo dell’Unione. A questo si aggiunge anche la figura del ministro degli Affari esteri europeo, rappresentata dallo spagnolo Solana.

 

D. – Parlando stamani a Strasburgo, Romano Prodi ha detto che bocciare la Costituzione europea sarebbe un colpo contro l’Europa. Perché?

 

R. – La Costituzione europea è di un’importanza fondamentale per il suo contenuto – perché prevede numerose innovazioni – e per il suo valore simbolico, perché una Costituzione da’ un’identità nuova alla costruzione europea. Con la presenza di 25 Stati all’interno dell’Unione Europea, c’è un assoluto bisogno di migliorare il funzionamento delle istituzioni comunitarie. Quindi, un’eventuale bocciatura o non entrata in vigore del testo fondamentale sarebbe un colpo fortissimo per tutto l’impianto europeo.

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Ha lasciato l’Iraq con destinazione Manila Angelo de la Cruz, il filippino rilasciato ieri dai guerriglieri iracheni che lo avevano tenuto in ostaggio per due settimane. Intanto, nel Paese del Golfo si continua a combattere. Almeno un soldato statunitense è morto e altri sei sono rimasti feriti stamani a Duluiyah, a nord di Baghdad, quando il veicolo su cui viaggiavano è saltato in aria dopo aver urtato una bomba nascosta lungo il ciglio della strada. 

 

Due militanti uccisi e tre feriti. E’ questo il drammatico bilancio di uno scontro a fuoco questa notte, in Arabia Saudita, tra la polizia e i guerriglieri a Riad. Le forze di sicurezza, nel corso dell’operazione, avrebbero catturato la moglie e tre figli di Saleh al Awfi, ritenuto leader di Al Qaeda nel Regno saudita. Il ministro dell’Interno del Paese saudita ha poi detto che nel raid è stata ritrovata la testa dell’ostaggio americano, Paul Johnson, rapito e ucciso lo scorso mese.

                                 

E per Israele è l’Iran il primo e più temibile nemico: lo afferma il rapporto annuale dell’intelligence di Tel Aviv sulle minacce per l’esistenza dello Stato ebraico, consegnato oggi al governo del premier Ariel Sharon. E in Iran, intanto, si è chiusa ieri con una pena a tre anni di reclusione - di cui due già scontati - la vicenda giudiziaria di Hashem Aghajari, l’intellettuale dissidente condannato a morte nel 2002 per apostasia. 

 

Potrebbero allentarsi a breve le tensioni fra India e Pakistan. Lo ha annunciato il primo ministro pakistano Hussain, al vertice della SAARC, l’Associa-zione dell’Asia meridionale per la cooperazione regionale, in corso da ieri a Islamabad. All’incontro hanno partecipato il ministro degli Esteri dell’India, Singh, e quello del Pakistan, Kasuri. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:

 

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Da gennaio le diplomazie dei due Paesi rivali sono a lavoro per trovare una soluzione alla disputa sul Kashmir. Non esiste ancora un piano di pace vero e proprio, si è ancora nella fase di disgelo, ma i segnali sono positivi. I colloqui che proseguono, anche nei prossimi giorni, con un incontro con il presidente pakistano, Pervez Musharraf, si tengono a margine del vertice ministeriale della Saarc, l’Associazione per la cooperazione economica dei sette Paesi dell’Asia del Sud. Ieri, all’apertura del vertice, il neo primo ministro pakistano, Chaudhry Shujaat Hussain, ha confermato la volontà del suo Paese di proseguire sulla strada della pace con l’India e di risolvere la contesa sul Kashmir, che dura ormai da oltre mezzo secolo. La Saarc ha come obiettivo di ridurre il tasso di povertà per il miliardo e mezzo di abitanti della regione e di creare una zona di libero scambio entro il 2006, obiettivi che sono raggiungibili solo con la pace tra India e Pakistan. Nelle prossime settimane sono previsti sei round di colloqui bilaterali, mentre a settembre ci sarà un nuovo incontro tra i due ministri degli esteri. Preoccupa la situazione in Kashmir che si sta facendo tesa dopo una serie di attentati da parte dei militanti estremisti. Il vice-segretario di stato americano, Richard Armitage, in una visita nella regione, la scorsa settimana, aveva detto che alcuni campi di addestramento dei terroristi continuavano ad esistere in Pakistan.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Mariagrazia Coggiola.

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Cipro ha ricordato ieri il 30.mo anniversario dell’invasione turca della parte settentrionale dell’isola. Avvenne cinque giorni dopo il golpe contro l’arcivescovo ortodosso Makarios, sostenuto dai colonnelli di Atene, favorevoli all’annessione dell’isola alla Grecia. Il conflitto tra greco ciprioti e turco ciprioti è tuttora irrisolto e coinvolge anche l’ONU, Unione Europea e Stati Uniti, che non sono riusciti a convincere le due comunità a trovare un accordo sulla riunificazione. Lo scorso primo maggio è entrata nell’unione solo la ‘Repubblica cipriota’ ma non la ‘Repubblica turca di Cipro Nord’, riconosciuta solo dal governo di Ankara. Il servizio di Cesare Rizzoli:

 

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Dei 25 Stati dell’Unione Europea, Cipro resta il solo Paese, con un territorio ed una capitale, Nicosìa, divisa da un muro fatto di reticolati, di sacchi di sabbia e di antichi rancori. Neppure l’adesione all’Unione Europea, lo scorso primo maggio, è riuscita a convincere la comunità greca di maggioranza e quella turca di minoranza a raggiungere un accordo per riunificare l’isola e tornare a formare un solo Stato sovrano.  La divisione dell’isola ha avuto inizio il 20 luglio del 1974, quando l’esercito turco sbarcava a nord dell’isola, plocamava uno Stato autonomo turco-cipriota in risposta ad un colpo di Stato tentato, e poi fallito, dalla giunta dei colonnelli di Atene per annettersi l’intera isola. In quell’occasione è stato defenestrato l’allora presidente cipriota, l’arcivescovo ortodosso Makarios. Due mesi fa, un referendum voluto dall’ONU nelle due parti separate di Cipro, per riunificate l’intera isola, ha visto i greco-ciprioti rifiutare la proposta. Il presidente cipriota Papadopulos ha chiesto e chiede il ritiro, almeno parziale, dei 30 mila soldati turchi che occupano il Nord dell’isola. Il ministro cipriota degli esteri, George Iacovou, incontrando a Roma il ministro Frattini, si è tuttavia impegnato a non opporsi alla richiesta di adesione della Turchia all’Unione Europea, quando, a dicembre, la questione sarà posta in modo formale ai 25. Un’adesione di Ankara all’Europa segnerà automaticamente, prima o poi, sia il ritiro delle truppe turche di occupazione dal Nord, sia la riunificazione dell’intera isola in un unico Stato sovrano.

 

Per Radio Vaticana, Cesare Rizzoli.

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“Concludere l’esame in commissione delle riforme federali per essere in aula nella settimana prossima, in modo da procedere con la riforma delle pensioni”. E l’obiettivo fissato da Roberto Calderoli, nominato ieri a Roma ministro delle Riforme. Calderoli si è anche soffermato sull’ipotesi di dimissioni qualora non venga varata la devolution entro la prossima settimana. “Abbiamo preso l’impegno di portare il provvedimento prima della pausa estiva”, ha spiegato il ministro.

 

 

 

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