RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 185 - Testo della trasmissione di sabato 3 luglio 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Non abbiate paura di annunciare Cristo ai giovani: così il Papa ai partecipanti al Simposio europeo “Le sfide dell’educazione”

 

La scienza e la pace: i temi di Giovanni Paolo II nel ricevere il rettore dell’Università di Bologna e un gruppo di fedeli di Ancona

 

Il cardinale Tomko nominato Legato pontificio al 48.mo Congresso eucaristico internazionale, ad ottobre, a Guadalajara. Nominato il cardinale Terrazas Sandoval Inviato speciale al X Congresso eucaristico argentino

 

Dopo la soddisfazione espressa da Bartolomeo I a conclusione della visita a Roma, la riflessione del cardinale Walter Kasper.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Oggi Giornata internazionale delle cooperative dedicata alla globalizzazione: intervista con Ivano Barberini

 

L’ambiente al centro del 1° “Forum dell’informazione cattolica per la salvaguardia del creato” a Frascati: con noi Piero Da Mosso, padre Maurizio Faggioni, mons. Aldo Giordano

 

Con Marlon Brando, se ne va un’icona del cinema mondiale, ma anche un uomo dalla personalità eccentrica e sofferta.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Si svolgerà a Roma nel febbraio 2007 la V Assemblea generale dell’Episcopato latinoamericano

 

Avviata, lo scorso 23 giugno, dalle suore Serve di Maria Addolorata una nuova missione nello Stato del Bengala occidentale

 

Sicurezza e pace sono tra le priorità della missione delle Nazioni Unite in Burundi

 

Ad Ayacucho, in Perù, si è ristabilizzata la situazione dopo gli scontri, di giovedì, con le forze dell’ordine, avvenuti  nel corso della manifestazione degli insegnanti

 

Urbino capitale della musica antica dal 18 al 25 luglio

 

24 ORE NEL MONDO:

Ancora violenze in Iraq: scoperta una fabbrica di ordigni

 

Scontro nel governo italiano alla vigilia dell’Ecofin: costretto a dimettersi il ministro dell’Economia Tremonti.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

3 luglio 2004

 

 

“NON ABBIATE PAURA DI ANNUNCIARE ALLE NUOVE GENERAZIONI CRISTO,

FONTE DI SPERANZA E DI LUCE PER IL LORO CAMMINO”.

COSI’ IL PAPA STAMANI IN VATICANO, AI PARTECIPANTI

AL SIMPOSIO EUROPEO “LE SFIDE DELL’EDUCAZIONE”

CHE SI CONCLUDERA’ DOMANI A ROMA

 

L’educazione dei giovani è una questione che riguarda tutte le comunità cristiane e tutta la società. E’ il monito che Giovanni Paolo II ha rivolto ai partecipanti del Simposio Europeo promosso dalla Commissione Episcopale della Cei per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, ricevuti questa mattina in Vaticano. L’iniziativa, dal titolo “Le sfide dell’educazione. Recuperi, promesse, impegni”, si chiude domani a Roma. Studiosi delle scienze umane, docenti del ciclo secondario, genitori, operatori europei di pastorale dell’educazione si sono confrontati sulle sfide e le prospettive poste all’educazione dalla modernità e dai cambiamenti culturali in atto. Il servizio di Barbara Castelli.

 

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Per offrire un futuro alle giovani generazioni è fondamentale che “l’educazione sia intesa come la ricerca dello sviluppo integrale e armonioso della persona”, rivolta in modo particolare “alla dimensione spirituale del giovane stesso”. Incontrando i partecipanti al Simposio Europeo “Le sfide dell’educazione”, Giovanni Paolo II ha così delineato i principi chiave di un’educazione integrale, che deve essere basata sulla “dignità dell’uomo” e sulla “sua vocazione trascendente”. “Il Continente europeo - ha aggiunto il Papa - è ricco di una tradizione umanista che, attraverso i secoli, ha trasmesso quei valori spirituali e morali che trovano nelle radici cristiane il loro riferimento fondamentale e la loro pienezza”.

 

Dinanzi ai giovani, dunque, ai giorni nostri sempre più spesso disorientati e privi di speranza, ciascuno è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità. L’educazione, infatti, non è una questione che investe solo la formazione scolastica: la Chiesa, la società e in modo particolare la famiglia “sono chiamati a mobilitarsi e a lavorare insieme per i giovani”. Gli adulti, inoltre, devono testimoniare nei fatti le proprie parole, divenendo agli occhi dei giovani dei modelli concreti.

 

In questo processo educativo, infine, un ruolo chiave lo gioca la comunità cristiana, chiamata a “trasmettere i propri valori e a far conoscere Cristo” al mondo. “Non abbiate paura - ha concluso il Pontefice - di annunciare Cristo alle nuove generazioni, poiché solo Lui è fonte di vera speranza e di luce per il loro cammino”.

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L’ATTIVITA’ SCIENTIFICA SIA SEMPRE RIVOLTA ALLA PROMOZIONE DELL’UOMO:

E’ L’ESORTAZIONE CONTENUTA NEL MESSAGGIO DEL PAPA

AL RETTORE DELL’UNIVERSITA’ DI BOLOGNA,

CHE STAMANI HA CONFERITO AL PONTEFICE

IL SIGILLUM MAGNUM DELL’ATENEO BOLOGNESE

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

“L’attività scientifica e culturale sia sempre mossa da sincera passione per l’uomo e ordinata alla sua armonica ed integrale promozione”: è la viva esortazione di Giovanni Paolo II nel messaggio indirizzato al Rettore dell’Università di Bologna, prof. Pier Ugo Calzolari, che stamani ha consegnato al Santo Padre il prestigioso Sigillum Magnum dell’Alma Mater Studiorum, in occasione del 25.mo anniversario di Pontificato. Il Santo Padre si è detto particolarmente onorato per il riconoscimento, “considerando che l’Ateneo bolognese è tra i più antichi e famosi del mondo”. L’ambiente universitario “e, in modo speciale, i giovani studenti – ha, poi, sottolineato – hanno sempre occupato un posto privilegiato nella mia sollecitudine pastorale”. A loro, ha proseguito, “ho dedicato con entusiasmo non poche energie del mio sacerdozio e del mio episcopato”, non mancando di incontrare, da Pontefice, “le comunità accademiche in ogni occasione propizia, non solo a Roma e in Italia, ma anche durante i miei viaggi apostolici”.

 

Ha così ribadito la sua “speciale attenzione” per la cultura e “la sua fondamentale importanza per la promozione dell’uomo e del progresso storico”. “Vi è una inscindibile reciprocità tra l’educazione dell’uomo e la cultura – ha, quindi, constatato - se, infatti, la persona umana si educa in ragione della qualità della cultura in cui vive, è altrettanto vero che il valore della cultura si misura dalla sua capacità di far crescere l’uomo secondo la sua altissima vocazione, aiutandolo cioè a diventare sempre più uomo”.

 

 

CIASCUNO FACCIA LA PROPRIA PARTE NEL PROMUOVERE LA PACE:

COSI’ GIOVANNI PAOLO II AD UN GRUPPO DI FEDELI DELLA CITTA’ DI ANCONA,

RICEVUTO STAMANI IN VATICANO

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

Siate fedeli alle vostre “antiche e nobili tradizioni morali, spirituali e civili”: è l’esortazione del Papa ad una delegazione della città di Ancona, che, guidata dall’arcivescovo Edoardo Menichelli, è stata ricevuta stamani in Vaticano. Il Pontefice ha sottolineato come, poco più di una anno fa, i cittadini della città marchigiana abbiano ricordato – con l’iniziativa “Canto di Pace” – i drammi subiti dalla popolazione durante la Seconda Guerra Mondiale e la “tenacia” della gente di Ancona nell’opera di ricostruzione. Ha così esortato ciascuno a “fare la propria parte nel promuovere il fondamentale bene della pace”. Infine, ha affidato gli anconetani alla protezione della Vergine e dei patroni della città, san Ciriaco e san Leopoldo.

 

 

IL CARDINALE TOMKO NOMINATO DAL SANTO PADRE LEGATO PONTIFICIO

AL 48.MO CONGRESSO EUCARISTICO INTERNAZIONALE, DAL 10 AL 17 OTTOBRE,

 NELLA CITTA’ MESSICANA DI GUADALAJARA. IL PAPA HA INOLTRE NOMINATO

IL CARDINALE TERRAZAS SANDOVAL SUO INVIATO SPECIALE

AL X CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE ARGENTINO

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

Giovanni Paolo II ha nominato Legato Pontificio alle celebrazioni del 48.mo Congresso eucaristico internazionale il cardinale Jozef Tomko, presidente del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici. Le celebrazioni avranno luogo a Guadalajara, in Messico, dal 10 al 17 ottobre 2004. Il Pontefice seguirà attraverso uno speciale collegamento televisivo la celebrazione finale del solenne Congresso Eucaristico, e potrà indirizzare ai pastori e ai fedeli un particolare messaggio per l’occasione.

 

Il Santo Padre ha nominato, inoltre, il cardinale Julio Terrazas Sandoval, arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra, suo Inviato speciale alla celebrazione del X Congresso eucaristico nazionale argentino, che avrà luogo a Corrientes dal 2 al 5 settembre 2004.

 

 

ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Nel corso della mattinata, Giovanni Paolo II ha ricevuto il cardinale Jean-Louis Tauran, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi.

 

Ieri il Santo Padre aveva ricevuto anche il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

 

In Colombia, il Santo Padre ha eretto la provincia ecclesiastica di Villavicencio, elevando a Chiesa metropolitana la diocesi di Villavicencio ed assegnandole come suffraganee le diocesi di San José del Guaviare e Granada en Colombia. Il Papa ha nominato primo arcivescovo metropolita di Villavicencio, mons. José Octavio Ruiz Arenas, finora vescovo di Villavicencio.

 

Negli Stati Uniti, il Papa ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Baltimore mons. Mitchell Thomas Rozanski, del clero della medesima arcidiocesi, parroco della “Saint John the Evangelist Parish” in Severna Park.

 

In Perù, il Pontefice ha nominato vescovo ausiliare per l’arcidiocesi di Ayacucho il reverendo Gabino Miranda Melgarejo, del clero della diocesi di Abancay, parroco della parrocchia “Santiago Apóstol” in Talavera.

 

 

DOPO LA SODDISFAZIONE ESPRESSA AI NOSTRI MICROFONI

DAL PATRIARCA BARTOLOMEO I A CONCLUSIONE DELLA SUA VISITA A ROMA,

LA RIFLESSIONE OGGI DEL CARDINALE WALTER KASPER

 

Prima di rientrare a Istanbul, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, nella sua intervista rilasciata alla Radio Vaticana, si è detto quanto mai soddisfatto della visita a Roma conclusasi ieri. Ascoltiamo oggi, nell’intervista di Giovanni Peduto, quanto sottolinea al proposito il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani:

 

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R. – Sì, questa soddisfazione è ampiamente condivisa, da me e dal Papa, da tutta la Curia, da parte cattolica. Questa è stata la visita più amichevole. Credo che i rapporti umani e cristiani fra la delegazione ortodossa e quella cattolica siano cresciuti. Soprattutto è stato importante constatare che le due parti sono determinate a continuare il dialogo teologico internazionale per chiarire quei problemi seri che ancora esistono. Ma l’atmosfera è sempre molto importante, in questi dialoghi, ed io sono molto lieto di quanto siamo riusciti a concludere la settimana scorsa.

 

D. – Quindi sono aumentate le speranze di un maggiore avvicinamento, di un cammino facilitato per il futuro ...

 

R. – Sì. Ora abbiamo nuova speranza e, soprattutto, abbiamo rilevato che la gente sostiene questa via ecumenica. La gente si aspetta l’unità, e per questo i vescovi e la gerarchia in generale devono fare tutto il possibile per favorire un avvicinamento. Questo è un segnale importante per il mondo: ci sono tanti conflitti e le Chiese devono insieme rendere testimonianza della pace, della riconciliazione e del Vangelo di Gesù Cristo.

 

D. – Il Patriarca Bartolomeo ha tenuto a sottolineare il suo invito al Papa di recarsi a Costantinopoli. E’ realizzabile, questa visita?

 

R. – E’ realizzabile in ogni caso. Ma ora tutto dipende dalla decisione del Santo Padre. Il Patriarca scriverà una lettera formale di invito e poi questo invito sarà studiato dalla Curia, dal Santo Padre stesso. Io non posso anticipare la risposta del Santo Padre ma è un segno positivo e costruttivo, comunque, l’invito stesso: significa che i rapporti sono cresciuti e migliorati.

 

D. – Quindi, dopo questa visita del Patriarca Bartolomeo al Papa, il futuro del cammino ecumenico lei lo vede più facilitato?

 

R. – Molto facilitato, a giudicare anche dalle parole del Santo Padre nella sua omelia. Il Pontefice è stato determinato, forte nell’affermare che il cammino ecumenico è irreversibile e che chi crede in Gesù Cristo deve essere impegnato anche nell’ecumenismo: parole decise ed importanti! Questo da un nuovo slancio all’ecumenismo.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

La prima pagina si apre con l’udienza di Giovanni Paolo II ai partecipanti al Simposio europeo: “Le sfide dell’educazione”. Nell’occasione il Papa ha sottolineato che l’educazione dei giovani è compito di tutte le comunità cristiane e di tutta la società. Al contempo ha ricordato con forte accento che la tradizione umanistica dell’Europa ha trasmesso nei secoli i valori spirituali e morali che trovano nelle radici cristiane il loro riferimento fondamentale ed il loro pieno significato.

 

Nelle vaticane, il Messaggio di ringraziamento del Papa al Magnifico Rettore dell’Università di Bologna per il conferimento del “Sigillum Magnum dell’Alma Mater Studiorum”.

L’udienza del Santo Padre ad una delegazione della città di Ancona.

 

Nelle estere, l’intervento della Santa Sede alla seconda riunione preparatoria della prima Conferenza di esame della Convenzione sull’interdizione delle mine antiuomo.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Giovanni Lugaresi dal titolo “Con il suo stile inimitabile al servizio del popolo minuto”: i novant’anni di don Francesco Fuschini.

 

Nelle pagine italiane, Governo: si dimette il ministro Tremonti; pesanti critiche di Alleanza nazionale al titolare dell’economia accusato di aver “truccato” i conti. 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

3 luglio 2004

 

 

SI CELEBRA OGGI LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE COOPERATIVE DEDICATA, QUEST’ANNO, SUL COMPLESSO FENOMENO DELLA GLOBALIZZAZIONE

- Intervista con Ivano Barberini -

 

“Le cooperative per una globalizzazione equa: creare opportunità per tutti”. E’ questo il tema dell’odierna Giornata internazionale delle cooperative promossa dall’Onu e dall’Alleanza internazionale delle cooperative (Ica), organizzazione non governativa che riunisce oltre 200 realtà nazionali in rappresentanza di 100 Paesi. Sul ruolo delle cooperative nell’attuale scenario dominato dai processi di globalizzazione, ascoltiamo il presidente dell’Ica, Ivano Barberini, intervistato da Amedeo Lomonaco:

                                         

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R. – Le cooperative rappresentano la forma di impresa più adatta a gestire i problemi del nostro tempo, perché mettono insieme la cultura della solidarietà con quella dello sviluppo. La cooperativa, inoltre, è portatrice di un concetto di sviluppo che non misura la propria positività basandosi solo sulla crescita del prodotto interno lordo, ma anche sul miglioramento degli standard di vita delle persone.

 

D. – Una diversificazione produttiva, merci e servizi di alta qualità a prezzi competitivi e l’uso di nuove tecnologie dell’informazione. Quali altri strumenti utilizzare per rispondere adeguatamente alle sfide della globalizzazione?

 

R. – Se la globalizzazione deve essere una condizione per migliorare ovunque la qualità della vita delle persone, il mezzo più adeguato è quello di mettere insieme tutte le risorse creando cioè una rete globale che permetta la condivisione delle conoscenze. Gli strumenti sono una condizione di partenza. Bisogna però che ci siano attori che abbiano la volontà e la capacità di attuarli nel modo giusto. Credo, inoltre, che il mondo cooperativo costituisca uno strumento potente, perché basato sulle persone e sulla loro capacità di agire insieme nell’interesse di ognuno. Per dare una sterzata positiva alla globalizzazione, c’è bisogno di un grande dialogo fra le religioni, le istituzioni, le organizzazioni e le persone.

 

D. – Lo sviluppo delle relazioni internazionali tra cooperative locali è importanti per condividere informazioni in ambito imprenditoriale e finanziario ed anche per ampliare le opportunità del mercato. Come si collocano le cooperative italiane nello scenario mondiale?

 

R. – Credo che le cooperative italiane non abbiano ancora sviluppato pienamente una vocazione internazionale. In Italia vi sono diverse imprese fortemente radicate nel loro territorio, oltre a realtà volenterose di uno sbocco internazionale. Credo che l’impegno sociale debba essere volto ad aiutare a creare dei sistemi sanitari e dei sistemi economici, che siano poi le basi per sconfiggere la povertà o almeno ridurla drasticamente.

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LA QUESTIONE AMBIENTALE, TROPPO SPESSO VINCOLATA SOLO A CIO’ CHE FA NOTIZIA, NECESSITA DI UN MAGGIOR APPROFONDIMENTO DA PARTE DEI MEDIA.

È QUANTO EMERSO DAL 1° “FORUM DELL’INFORMAZIONE CATTOLICA

PER LA SALVAGUARDIA DEL CREATO” IN CORSO A FRASCATI

-Ai nostri microfoni Piero Da mosso, padre Maurizio Faggioni, mons. Aldo Giordano -

 

L’informazione sui temi ambientali è, oggi, troppo spesso caratterizzata solo da ciò che fa notizia, mentre necessita di approfondimenti e di maggior specializzazione da parte dei giornalisti. Ciò al fine di indurre ad un uso più responsabile della natura. È quanto è emerso dal 1° “Forum dell’informazione cattolica per la salvaguardia del creato”, in corso a Frascati, in provincia di Roma. L’evento è stato promosso dall’associazione culturale Greenaccord, in collaborazione con la Conferenza episcopale italiana. Il servizio è di Dorotea Gambardella.

 

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Nella prima giornata di lavori si è sottolineato come una delle sfide per i giornalisti che si occupano di ecologia sia quella di ribaltare l’“effetto notizia” dei temi ambientali per far sì che non vengano relegati ai margini del giornale. Ma non solo: Piero Damosso, vice capo-redattore del tg1 Rai:

 

“Le tematiche ambientali sono oggi intrecciate con le tematiche dello squilibrio che c’è tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Bisogna dunque fare un lavoro di specializzazione molto alto e che non si può limitare soltanto alla notizia, ma deve mirare soprattutto ai fenomeni culturali che stanno dietro le grandi questioni dell’ambiente”.

 

E la questione ambientale è stata affrontata anche da un punto di vista teologico. Cosa implica questo? Abbiamo rivolto la domanda a padre Maurizio Faggioni, docente di Bioetica dell’Accademia Alfonsiana di Roma:

 

“La creazione ha una sua bellezza intrinseca, prima di essere utile. Certamente è anche utile ma nell’armonia dell’ecosistema. Negli ultimi secoli pare che l’uomo occidentale abbia gestito la sua presenza sul pianeta in forma predatoria, togliendo risorse a se stesso, alle generazioni future ed anche ad altri uomini. Legato quindi al problema del rapporto con l’ambiente è quello della giustizia, perché se Dio ha creato il mondo è anche vero che lo ha dato a tutti gli uomini. Credo che l’ultima parola che potrebbe descrivere la visione cristiana dell’ecologia sia quella della responsabilità. Al di là dell’egocentrismo, cioè, occorre riscoprire che siamo in una rete di relazioni e la relazione si trasforma in responsabilità, che è il riconoscere il bisogno dell’altro: uomo, ma anche animale, pianta, poiché tutto ha origine dalla mano dell’Unico Creatore”.

 

Il nesso tra ambiente ed ecumenismo è stato solo l’ultimo dei temi dibattuti nel corso di sei anni di lavori del Consiglio delle conferenze episcopali europee sull’ecologia. Lavori cui hanno partecipato 60 delegati provenienti da 22 Paesi e che sono stati sintetizzati nel sussidio della Conferenza episcopale italiana dal titolo “La responsabilità per il creato”, presentato ieri, durante il forum. Sentiamo in proposito, mons. Aldo Giordano, segretario del Consiglio delle conferenze episcopali europee:

 

“Tutte le religioni hanno sensibilità per la natura. Pensiamo al tema del giardino per l’ebraismo, a tutto il discorso su come la natura è descritta nella Bibbia; o come nell’Islam emerga che l’uomo non è il signore della natura ma è responsabile della natura. Questo vuol dire che noi possiamo, come uomini delle religioni, dare un contributo per la responsabilità del Creato. Allo stesso tempo, abbiamo notato che l’impegnarci insieme su un tema concreto come quello della natura ci aiuta anche nell’incontro tra le religioni.

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CON LA SCOMPARSA DI MARLON BRANDO,

 SE NE VA UNA GRANDE ICONA DEL CINEMA MONDIALE,

MA ANCHE UN UOMO DALLA PERSONALITA’ ECCENTRICA E SOFFERTA

 

Con la scomparsa di Marlon Brando, se ne va non solo un mito di Holly-wood ma una grande icona del cinema mondiale, che ha attraversato gli anni Cinquanta e Sessanta come un idolo osannato e temuto, riverito e amato. Un idolo precipitato poi nell’ultimo ventennio dello scorso secolo in un tristissimo ritiro artistico, segnato da scelte sbagliate e film sbagliati, accettati più per denaro che per passione.  Il servizio di Luca Pellegrini:

 

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Eccentrico, bellissimo, bizzarro, magnetico, selvaggio, grande istrione: gli aggettivi si sprecano e si sprecheranno per descrivere, definire, circoscrivere vita e personalità del grande attore americano, spentosi all’età di 80 anni. Viveva solo, malato, in difficoltà finanziarie, simulacro della bellezza che fu, schiacciato da un peso non soltanto fisico ma esistenziale, per una vita privata devastata da dolori ed errori. Fiero, comunque, della sua statura di artista altero e classico.

 

Il suo magnetismo, la forza espressiva e il carisma ne avevano, comunque, fatto un vero e proprio attore-simbolo e molti dei personaggi da lui interpretati resteranno per sempre nella storia. Basta citarne soltanto tre: Vito Corleone nel Padrino di Coppola (che gli valse meritatamente, nel 1972, l'Oscar), Stanley Kowalsky in Un tram che si chiama desiderio di Elia Kazan,  (regista incontrato a New York alla fine degli anni ’40, ai tempi in cui entrò all’Actor’s Studio, e col quale girò anche Viva Zapata! e Fronte del porto, il suo primo Oscar) e la stupenda, calibratissima e passionale recitazione nel ruolo di Antonio in Giulio Cesare di Joseph Mankiewicz. Tre esempi che riflettono quanto sia fondamentale trovare, nella storia di un attore, il regista giusto e che cosa sarebbe potuto essere ancora Marlon Brando se avesse avuto più umiltà o, forse, semplicemente più fortuna.

 

Lo si ricorda, infine, per la sua coraggiosa lotta in difesa dei diritti civili e politici delle minoranze. E’ passato alla storia il suo rifiuto di presentarsi alla notte degli Oscar in cui trionfò con il Padrino: mandò una ragazza indios a ritirare il suo premio come forma di protesta per le ingiustizie subite dagli indiani d’America. Gli interessava più la realtà della vita che la recitazione su un set: “Non sono un attore e non lo sono stato per molti anni – affermò –; sono un essere umano, spero interessante e intelligente, che occasionalmente recita”.

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani, 4 luglio, XIV Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il brano del Vangelo in cui si legge che Gesù così diceva ai discepoli:

 

“La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada … Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli”.

 

Su queste parole ascoltiamo la riflessione del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

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Nel Vangelo di domenica scorsa, Cristo diceva che il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo, perché lui riposa nel Padre suo. Oggi vediamo Cristo che manda i suoi discepoli e li vorrebbe liberi, come lui stesso in mezzo agli uomini. Le raccomandazioni che Cristo fa loro salvano i discepoli dalle tentazioni durante la loro missione. Non avendo niente, non possono mischiare l’Annuncio con la mentalità commerciale e nemmeno possono cercare consolazione nelle relazioni appaganti. Il discepolo, essendo libero dalla passione di possedere, testimonia un’altra sicurezza, quella che il tarlo non corrode. In mezzo ai ricchi come in mezzo ai poveri, lui testimonia che la sua vita è affidata a Colui la cui fedeltà è più sicura del cielo e della terra. Il discepolo può, infatti, posare il suo capo solo sul cuore di Cristo, l’unica fonte della missione.

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CHIESA E SOCIETA’

3 luglio 2004

 

 

“DISCEPOLI DI GESU’ CRISTO NELLA CHIESA CATTOLICA, MISSIONARI DI SPERANZA,

PER LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE DELL’AMERICA LATINA E DEL CARIBE ALL’INIZIO

 DEL TERZO MILLENNIO”. È IL TEMA DELLA V ASSEMBLEA GENERALE DELL’EPISCOPATO LATINOAMERICANO, CHE SI SVOLGERA’ A ROMA NEL FEBBRAIO 2007

 

BOGOTA’. = La presidenza del Celam, il Consiglio Episcopale Latinoamericano, ha reso noto che Giovanni Paolo II ha accolto la richiesta di convocare la V Assemblea Generale dell’Episcopato Latinoamericano, per il mese di febbraio 2007 a Roma. Nel suo intervento, durante la Conferenza stampa per la presentazione dell’avvenimento, svoltasi presso la sede della Segreteria Generale del Celam a Bogotà, il cardinale Francisco Javier Errazuriz, arcivescovo di Santiago del Cile e presidente dell’Organismo,  ha delineato il contesto socio-culturale in cui si inserisce la prossima Conferenza e ne ha  preannunciato il tema: “Discepoli di Gesù Cristo nella Chiesa Cattolica, missionari di speranza, per la nuova evangelizzazione dell’America Latina e del Caribe all’inizio del Terzo Millennio”. Il porporato ha rilevato che la pastorale deve condurre all’incontro con Cristo, incontro dal quale dipende la qualità del discepolo: “I discepoli di Gesù - ha sottolineato - sono coloro che hanno incontrato il Signore, lo hanno conosciuto, lo hanno ascoltato, hanno imparato da Lui e lo hanno seguito”. Da parte sua, il Segretario Generale del Celam, mons. Andrés Stanovnik, vescovo di Riconquista, in Argentina, spiegando i motivi della convocazione di una nuova Assemblea Generale, ha rilevato che i continui cambiamenti all’interno della società rendono necessario che la Chiesa si riunisca per capire quanto sta avvenendo, che cosa c’è di valido e che cosa può costituire una minaccia. Mons. Stanovnik ha reso noto che l’Episcopato Latinoamericano è, oggi, molto preoccupato per il divario esistente tra ciò che si crede e ciò che si pratica e per la proliferazione delle sette, a volte aggressive contro la Chiesa Cattolica. “Esse disgregano le comunità – ha spiegato - non incidono nella trasformazione della convivenza sociale, suscitando un sentimento religioso che non porta ad un impegno trasformatore della società”. E ha concluso: “Queste nuove sfide, che purtroppo sono comuni in America Latina e nel Caribe, rendono urgente la necessità che i Pastori del popolo Dio siano più vicini alle famiglie, ai sacerdoti e alle comunità, di cui sono responsabili. Sentiamo il bisogno di stimolare, di sollecitare la Chiesa in America Latina a vivere in uno stato di missione permanente”. (A.M.)

 

 

 

AVVIATA, LO SCORSO 23 GIUGNO, DALLE SUORE SERVE DI MARIA ADDOLORATA

UNA NUOVA MISSIONE NELLO STATO DEL BENGALA OCCIDENTALE.

L’EVENTO CADE NEL 150ESIMO ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DELL’ORDINE

 

CALCUTTA. = E’ un viaggio da Sud a Nord, che percorre la nazione indiana nel nome della fede, dell’amore verso i poveri, dell’evangelizzazione, quello compiuto dalle Suore Serve di Maria Addolorata. Il 23 giugno le religiose hanno aperto una casa e una missione nello Stato del Bengala Occidentale, nel villaggio di Sahebdanga, vicino Calcutta. Mons. Cyprian Monis, vescovo della diocesi di Asansol, dove si trova la nuova missione, ha benedetto la struttura e ha dato il benvenuto alle suore nella diocesi. “Siamo felici di aprire questa nuova missione nel 150esimo anno della nostra fondazione. E’ una pietra miliare per la storia del nostro Ordine”, ha sottolineato suor Vitalina, Consigliera generale della Congregazione. Le religiose sono impegnate nel servizio di assistenza medica, pastorale, sociale e nell’istruzione. Si tratta della prima missione rurale delle Suore Serve di Maria Addolorata. Nel villaggio di Sahebdanga, alcuni decenni fa, vi erano stati i gesuiti. Ora la presenza delle religiose fa tornare a sperare per una evangelizzazione e per un miglioramento della vita delle tribù rurali. (D.G.)

 

 

SICUREZZA E PACE SONO TRA LE PRIORITA’ DELLA MISSIONE DELLE NAZIONI UNITE

IN BURUNDI. LO HA DICHIARATO, NEI GIORNI SCORSI

DURANTE UNA CONFERENZA STAMPA, LA DELEGATA ONU NEL PAESE AFRICANO

DEVASTATO DA OLTRE DIECI ANNI DI GUERRA CIVILE

 

BUJUMBURA. = Elezioni, sicurezza, ritorno della pace, rimpatrio dei rifugiati e aiuto allo sviluppo: sono le priorità della missione dell’Onu in Burundi, nota come Onub, presentate ai giornalisti dalla rappresentante speciale del Segretario generale nel Paese africano, la canadese Carolyn McAskie, insediatasi pochi giorni fa. “Non si tratta di credere che l’Onub sia venuta ad imporre la pace in Burundi” ha spiegato, precisando che la sua missione è di fermare l’insicurezza dovuta alle attività militare della ribellione delle Forze nazionali di liberazione (Fnl) nella provincia di Bujumbura Rural, nell’ovest del Paese. In proposito, la signora McAskie ha comunicato che due compagnie di circa 160 caschi blu della missione di pace sono già state dispiegate nelle turbolente municipalità di Mutambu e Kabezi, teatro da tempo di ininterrotte violenze. Le Fnl sono l’unico movimento armato ancora in lotta contro il governo, dopo un conflitto che in dieci anni ha provocato, secondo le stime delle Nazioni Unite, oltre 300 mila vittime, in gran parte civili. “Ho contattato il leader delle Fnl, Aghaton Rwasa, per insistere sul cessate-il-fuoco” - ha dichiarato, inoltre, la rappresentante speciale dell’Onu - “L’Onub ha il mandato di usare la forza per proteggere la popolazione sul territorio burundese laddove sia necessario”. Sulle prossime elezioni, previste tra la fine del 2004 e l’inizio dell’anno prossimo, la delegata di Kofi Annan ha suggerito di separare l’aspetto tecnico-organizzativo da quello politico. Ha, infine, messo in guardia i burundesi da ogni tentativo di far naufragare gli Accordi di Arusha, che hanno fissato il complesso percorso di pace che dovrebbe chiudere i due lustri di guerra. (D.G.)

 

 

AD AYACUCHO, IN PERU’, SI E’ RISTABILIZZATA LA SITUAZIONE DOPO GLI SCONTRI,

DI GIOVEDI’, CON LE FORZE DELL’ORDINE, AVVENUTI  NEL CORSO

DELLA MANIFESTAZIONE DEGLI INSEGNANTI. AL CENTRO DELLA PROTESTA DEI DOCENTI: LA RICHIESTA DI MILLE ASSUNZIONI E UN AUMENTO SALARIALE

 

AYACUCHO. = È tornata apparentemente sotto controllo la situazione ad Ayacucho, 580 chilometri a sudest di Lima, dove giovedì una folla si è scagliata contro le forze dell’ordine, accusate di aver represso in maniera violenta uno sciopero indetto dagli insegnanti. I negozi sono stati riaperti e i trasporti pubblici sono di nuovo in funzione, anche se in città le tracce degli scontri sono più che visibili. La rabbia popolare era scoppiata quando le forze dell’ordine avevano fatto sgomberare con la forza dalla sede locale del ministero dell’Educazione otto docenti che avevano occupato l’edificio una settimana fa per chiedere miglioramenti delle condizioni lavorative. A centinaia, armati di pietre e bastoni, avevano attaccato le stazioni di polizia, appiccando il fuoco a due hotel e ad alcuni uffici della pubblica amministrazione, saccheggiando e devastando cabine telefoniche e sportelli bancomat. Gli agenti hanno reagito con gas lacrimogeni e proiettili di gomma, ferendo una quarantina di persone. Le prime reazioni del governo di Lima rischiavano fino a ieri di gettare nuova benzina sul fuoco: il primo ministro Carlos Ferrero aveva attribuito la responsabilità di disordini ai guerriglieri di “Sendero Luminoso”, sollevatisi in armi ieri proprio ad Ayacucho. La risposta degli abitanti non si è fatta attendere: gli studenti hanno convocato una marcia per le strade del centro contro le dichiarazioni del premier. Intanto, nel dipartimento di Ayacucho, prosegue lo sciopero degli insegnanti indetto il 21 giugno da Robert Huaynalaya, a capo dell’ala più radicale del Sindacato unitario dei lavoratori dell’educazione del Perù (Sutep), per chiedere l’assunzione di 1.000 docenti e un aumento salariale. (D.G.)

 

 

URBINO CAPITALE DELLA MUSICA ANTICA DAL 18 AL 25 LUGLIO.

UNA FULL-IMMERSION DAL MEDIOEVO AL BAROCCO. IN PROGRAMMA CONCERTI,

ESIBIZIONI DI DANZA ED UNA MOSTRA DI STRUMENTI MUSICALI

 

URBINO.= Il Cortile d’onore, la sala dei banchetti del Palazzo Ducale, la Chiesa di San Francesco, saranno questi gli scenari della 36esima edizione del Corso Internazionale e del Festival Internazionale di Musica Antica. Una settimana che va dal 18 al 25 luglio in cui gli appassionati potranno frequentare lezioni di canto, danza, musica medievale, rinascimentale e barocca. Previsti numerosi concerti ed esibizioni di piccoli gruppi, nell’ambito della rassegna “Armonie al crepuscolo”, che nel tardo pomeriggio proporranno musica rinascimentale. Dal 22 al 24 luglio nelle Sale del Castellare del Palazzo Ducale, è in programma la “Mostra degli strumenti per la musica antica”. Un allestimento in cui saranno esposti originali e copie di strumenti storici. Un luogo di incontro tra musicisti, esecutori di musica antica e costruttori di strumenti musicali, realizzati a mano. (Be.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

3 luglio 2004

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Ancora violenze in Iraq: nel sud del Paese è stato sabotato un oleodotto e nell’area è subito divampato un incendio. In due distinte azioni militari americane, cinque civili iracheni sono rimasti uccisi nella città di Khalidiya ed un marine è morto nella provincia di Al Anbar. In un attacco sferrato dalla guerriglia contro un posto di blocco a Mahmudiyah sono deceduti, inoltre, sei soldati della guardia nazionale. E nella capitale si devono registrare, intanto, importanti operazioni condotte dalle forze della coalizione e dalla polizia irachena. Il nostro servizio:

 

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Le forze americane hanno annunciato di aver smantellato, nei quartieri meridionali di Baghdad, una fabbrica di ordigni. Durante il blitz, sono state arrestate 51 persone e sequestrate numerose mine esplosive. La polizia irachena ha sventato, inoltre, un attentato che aveva come probabile obiettivo il treno passeggeri che dalla capitale conduce a Bassora. Sul versante politico, proseguono gli sforzi del governo da poco insediatosi. L’unico ministro cristiano dell’esecutivo ad interim, la signora Pascale Warda titolare del dicastero dei migranti e degli sfollati, ha sottolineato in un’intervista al quotidiano “Avvenire” come la democrazia non sia un regalo, ma un obiettivo che si conquista giorno per giorno. Il nostro governo – ha aggiunto - ha bisogno dell’esercito americano ed è opportuno che le truppe statunitensi restino nel Paese il tempo necessario per organizzare le forze di sicurezza. Sulla prima audizione del processo a Saddam Hussein, l’organizzazione umanitaria Amnesty International si è detta, infine, “profondamente preoccupata” per l’assenza di avvocati della difesa e per “l’evidente censura” riscontrate durante la prima comparizione in giudizio dell’ex rais e degli altri esponenti del passato regime.

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Al Qaeda torna a minacciare i Paesi europei che fanno parte della coalizione se non si ritireranno dall’Iraq e dall’Afghanistan. Questa minaccia è contenuta in un messaggio attribuito alle sedicenti Brigate Abu Hafs al Masri e pubblicato ieri dalla stampa britannica. Il rischio è reale – affermano vari governi ed esponenti dei servizi di sicurezza – anche se l’autenticità del comunicato è ancora da verificare.

 

Crescono i timori israeliani di una risoluzione Onu contro il muro in Cisgiordania. Lo Stato ebraico, che teme un’iniziativa dei Paesi arabi, dopo la pronuncia della Corte dell’Aja attesa per lunedì, ha chiesto, nell’incontro di ieri a Washington tra il ministro degli Esteri Shalom e Condoleezza Rice, che gli Stati Uniti blocchino con un veto il possibile procedimento. Sul terreno, un bambino palestinese di 9 anni è morto a Beit Hanun, nel nord della Striscia di Gaza, durante scontri tra giovani dei Territori e soldati israeliani.

 

Nonostante i recenti colloqui tra India e Pakistan, la violenza in Kashmir continua a provocare vittime. Sono almeno tre i morti di questa mattina, nella parte indiana della regione contesa: un uomo ha perso la vita ed altre 24 persone sono rimaste ferite, a causa di una bomba esplosa in una via del centro di Srinagar. Altri due civili sono stati uccisi in circostanze ancora da chiarire.

 

Scossone politico nel governo italiano. Nella notte, dopo un lunghissimo vertice di maggioranza, è stato costretto a dimettersi il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Il servizio di Giampiero Guadagni:

 

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Il colpo di scena è giunto al termine di giornate di forti tensioni nella maggioranza di centro-destra. An e Udc avevano chiesto una svolta nella politica economica; soprattutto il partito del vice premier Fini ne ha fatto una questione di permanenza al governo. Tra i motivi di dissenso, la proposta di Berlusconi e Tremonti di un taglio generalizzato delle tasse, con due sole aliquote, del 22 e 33 per cento. La Lega, che da parte sua insiste sulla riforma federale, non crede che il cambio di un ministro possa portare alla crisi di governo. Berlusconi potrebbe prendere l’interim del dicastero dell’Economia, ma la decisione spetta naturalmente al Quirinale. E intanto slitta a domani il Consiglio dei ministri che deve approvare la manovra correttiva dei conti pubblici. Il governo ne aveva preparata una da cinque miliardi e mezzo di euro. L’Unione Europea vuole tagli alla spesa per sette miliardi di euro. Lunedì, la riunione dei ministri economici europei: per quei Paesi che non rispettano il patto di stabilità è pronto l’avvertimento preventivo.

 

Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.

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Il presidente della Repubblica francese, Jacques Chirac, ieri nel vertice Italia-Francia a Parigi, ha definito “un dovere” la  concessione dell’estradizione di chi abbia commesso, come Cesare  Battisti, “reati di sangue” e sia stato condannato nel proprio  Paese. “Siamo in uno spazio giuridico europeo - ha affermato Chirac - e Cesare Battisti è stato condannato nel suo Paese per gravi reati di sangue ed è quindi un dovere concedere l'estradizione”. Per capire come si sia arrivati a questo  vincolo a livello europeo, Fausta Speranza ha intervistato Federica Bindi, docente di organizzazione delle politiche europee all’Università di Firenze:

 

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R. - Una volta tolte le frontiere, si è reso necessario cooperare anche a livello di polizia e a livello giuridico. Questo vuol dire, ad esempio, che la polizia italiana che sta dietro ad un criminale francese, ha la possibilità di entrare in territorio francese e di continuare l’inchiesta finché i poliziotti francesi non iniziano, loro stessi, a seguire il criminale. Al tempo stesso, questo cosa altro implica? Porta anche ad una cooperazione per quanto riguarda il settore giudiziario e non soltanto poliziesco. Tutto ciò viene precisamente  sviluppato con il Trattato di Maastricht, dove si introduce il cosiddetto terzo pilastro che riguarda affari interni e giustizia. Perciò, ormai, non ci sono più i presupposti giuridici perché la Francia possa rifiutarsi di estradare Cesare Battisti.

 

D. - Però, Chirac ha detto che per la decisione definitiva bisogna attendere  la sentenza della Corte di Cassazione. Ci spiega perché?

 

R. - Sì, perché il diritto europeo presuppone che siano espletate le procedure a livello nazionale. Il principio è semplice ed è, in qualche modo, un derivato del diritto europeo. Devono essere prima finite le procedure a livello nazionale, per poter passare a quelle europee.

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Il governo del Sudan si è impegnato a disarmare le milizie responsabili delle violenze nel Darfur e a permettere l’arrivo di osservatori internazionali nell’ovest del Paese. È quanto afferma Khartoum in un comunicato pubblicato questa mattina, al termine della visita del segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, partito per l’Eritrea. Ma sul piano dei negoziati non si registrano progressi: l’appuntamento di ieri a N’Djamena, in Ciad, è stato disertato dai ribelli, e l’Unione Africana ha fissato la prossima tornata ad Addis Abeba, il 15 luglio. Il servizio di Giulio Albanese:

 

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Tre giorni fa, il ministro degli Esteri statunitense, Colin Powell, ed il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, hanno incontrato le autorità di Khartoum. In seguito ai colloqui e alla forte pressione internazionale, il regime islamico del Sudan aveva garantito un’immediata ripresa delle trattative a N’Djamena, capitale del confinante Ciad. Ieri, però, i due movimenti armati del Darfur hanno smentito di aver ricevuto inviti al negoziato. Nel Darfur sono attivi i cosiddetti Janjaweed, predoni nomadi che su cavalli e cammelli compiono razzie, incursioni contro la popolazione afro che comunque è in gran parte islamica. Secondo le Nazioni Unite, la crisi ha provocato finora oltre un milione di sfollati, circa 150 mila rifugiati in Ciad e migliaia di vittime.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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In Colombia proseguono i negoziati di pace tra il governo di Bogotà e le Autodifese Unite-Auc, i gruppi paramilitari di destra che riuniscono almeno 20 mila combattenti. I guerriglieri si sono detti pronti ad abbandonare le armi per trasformarsi in movimento politico. Ma quanto è possibile questa eventualità, in un Paese ancora in preda alle violenze? Giada Aquilino lo ha chiesto a Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana di Amnesty International:

 

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R. – Certamente, è all’ordine del giorno il possibile rischio che i militari delle Autodifese Unite della Colombia siano in qualche modo riciclati nell’amministrazione civile e che quindi rischino di avere una nuova divisa e di comportarsi allo stesso modo. In Colombia c’è una certa tradizione di movimenti armati che sono entrati nella lotta politica e ci auguriamo che questo sia uno dei casi in cui si rivelerà questo passaggio dalle armi alla politica.

 

D. – Qual è oggi la situazione dei diritti umani in Colombia?

 

R. – Negli ultimi anni, centinaia di migliaia di colombiani hanno dovuto abbandonare i loro territori che sono diventati centro di conquista e di scontro militare tra i tre soggetti che operano: la guerriglia, l’esercito regolare ed i paramilitari. Il Paese è stato colpito da violazioni dei diritti umani senza soluzione di continuità, da massacri compiuti dalla guerriglia, dai paramilitari. E’ questo il ciclo che va interrotto in questi negoziati: il ciclo dell’impunità.

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Due italiane e quattro statunitensi sono morti in un incidente aereo avvenuto la scorsa notte a Panama quando il velivolo sul quale viaggiavano si è schiantato contro un hangar dell’aeroporto internazionale di Tocumen, durante la manovra di  atterraggio.

 

 

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