RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 185 - Testo della trasmissione di sabato 3 luglio
2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Si
svolgerà a Roma nel febbraio 2007 la V Assemblea generale dell’Episcopato
latinoamericano
Sicurezza
e pace sono tra le priorità della missione delle Nazioni Unite in Burundi
Urbino capitale della musica antica dal 18 al 25 luglio
Ancora
violenze in Iraq: scoperta una fabbrica di ordigni
Scontro
nel governo italiano alla vigilia dell’Ecofin: costretto a dimettersi il
ministro dell’Economia Tremonti.
3 luglio 2004
“NON ABBIATE PAURA DI ANNUNCIARE ALLE NUOVE
GENERAZIONI CRISTO,
FONTE
DI SPERANZA E DI LUCE PER IL LORO CAMMINO”.
COSI’
IL PAPA STAMANI IN VATICANO, AI PARTECIPANTI
AL
SIMPOSIO EUROPEO “LE SFIDE DELL’EDUCAZIONE”
CHE SI
CONCLUDERA’ DOMANI A ROMA
L’educazione dei giovani è una questione che riguarda
tutte le comunità cristiane e tutta la società. E’ il monito che Giovanni Paolo
II ha rivolto ai partecipanti del Simposio Europeo promosso dalla Commissione
Episcopale della Cei per l’educazione cattolica, la scuola e l’università,
ricevuti questa mattina in Vaticano. L’iniziativa, dal titolo “Le sfide
dell’educazione. Recuperi, promesse, impegni”, si chiude domani a Roma.
Studiosi delle scienze umane, docenti del ciclo secondario, genitori, operatori
europei di pastorale dell’educazione si sono confrontati sulle sfide e le
prospettive poste all’educazione dalla modernità e dai cambiamenti culturali in
atto. Il servizio di Barbara Castelli.
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Per offrire un futuro alle giovani generazioni è
fondamentale che “l’educazione sia intesa come la ricerca dello sviluppo
integrale e armonioso della persona”, rivolta in modo particolare “alla
dimensione spirituale del giovane stesso”. Incontrando i partecipanti al Simposio
Europeo “Le sfide dell’educazione”, Giovanni Paolo II ha così delineato i principi
chiave di un’educazione integrale, che deve essere basata sulla “dignità
dell’uomo” e sulla “sua vocazione trascendente”. “Il Continente europeo - ha
aggiunto il Papa - è ricco di una tradizione umanista che, attraverso i secoli,
ha trasmesso quei valori spirituali e morali che trovano nelle radici cristiane
il loro riferimento fondamentale e la loro pienezza”.
Dinanzi ai giovani, dunque, ai giorni nostri sempre più
spesso disorientati e privi di speranza, ciascuno è chiamato ad assumersi le
proprie responsabilità. L’educazione, infatti, non è una questione che investe
solo la formazione scolastica: la Chiesa, la società e in modo particolare la
famiglia “sono chiamati a mobilitarsi e a lavorare insieme per i giovani”. Gli
adulti, inoltre, devono testimoniare nei fatti le proprie parole, divenendo
agli occhi dei giovani dei modelli concreti.
In questo processo educativo, infine, un ruolo chiave lo
gioca la comunità cristiana, chiamata a “trasmettere i propri valori e a far
conoscere Cristo” al mondo. “Non abbiate paura - ha concluso il Pontefice - di
annunciare Cristo alle nuove generazioni, poiché solo Lui è fonte di vera
speranza e di luce per il loro cammino”.
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L’ATTIVITA’
SCIENTIFICA SIA SEMPRE RIVOLTA ALLA PROMOZIONE DELL’UOMO:
E’
L’ESORTAZIONE CONTENUTA NEL MESSAGGIO DEL PAPA
AL
RETTORE DELL’UNIVERSITA’ DI BOLOGNA,
CHE
STAMANI HA CONFERITO AL PONTEFICE
IL SIGILLUM
MAGNUM DELL’ATENEO BOLOGNESE
- A
cura di Alessandro Gisotti -
“L’attività scientifica e
culturale sia sempre mossa da sincera passione per l’uomo e ordinata alla sua
armonica ed integrale promozione”: è la viva esortazione di Giovanni Paolo II
nel messaggio indirizzato al Rettore dell’Università di Bologna, prof. Pier Ugo
Calzolari, che stamani ha consegnato al Santo Padre il prestigioso Sigillum
Magnum dell’Alma Mater Studiorum, in occasione del 25.mo
anniversario di Pontificato. Il Santo Padre si è detto particolarmente
onorato per il riconoscimento, “considerando che l’Ateneo bolognese è tra i più
antichi e famosi del mondo”. L’ambiente universitario “e, in modo speciale, i
giovani studenti – ha, poi, sottolineato – hanno sempre occupato un posto
privilegiato nella mia sollecitudine pastorale”. A loro, ha proseguito, “ho
dedicato con entusiasmo non poche energie del mio sacerdozio e del mio episcopato”,
non mancando di incontrare, da Pontefice, “le comunità accademiche in ogni
occasione propizia, non solo a Roma e in Italia, ma anche durante i miei viaggi
apostolici”.
Ha così ribadito la sua
“speciale attenzione” per la cultura e “la sua fondamentale importanza per la
promozione dell’uomo e del progresso storico”. “Vi è una inscindibile reciprocità
tra l’educazione dell’uomo e la cultura – ha, quindi, constatato - se, infatti,
la persona umana si educa in ragione della qualità della cultura in cui vive, è
altrettanto vero che il valore della cultura si misura dalla sua capacità di
far crescere l’uomo secondo la sua altissima vocazione, aiutandolo cioè a
diventare sempre più uomo”.
CIASCUNO
FACCIA LA PROPRIA PARTE NEL PROMUOVERE LA PACE:
COSI’
GIOVANNI PAOLO II AD UN GRUPPO DI FEDELI DELLA CITTA’ DI ANCONA,
RICEVUTO
STAMANI IN VATICANO
- A
cura di Alessandro Gisotti -
Siate fedeli alle vostre
“antiche e nobili tradizioni morali, spirituali e civili”: è l’esortazione del
Papa ad una delegazione della città di Ancona, che, guidata dall’arcivescovo
Edoardo Menichelli, è stata ricevuta stamani in Vaticano. Il Pontefice ha
sottolineato come, poco più di una anno fa, i cittadini della città marchigiana
abbiano ricordato – con l’iniziativa “Canto di Pace” – i drammi subiti dalla
popolazione durante la Seconda Guerra Mondiale e la “tenacia” della gente di
Ancona nell’opera di ricostruzione. Ha così esortato ciascuno a “fare la
propria parte nel promuovere il fondamentale bene della pace”. Infine, ha affidato
gli anconetani alla protezione della Vergine e dei patroni della città, san
Ciriaco e san Leopoldo.
IL CARDINALE TOMKO NOMINATO DAL SANTO PADRE LEGATO
PONTIFICIO
AL
48.MO CONGRESSO EUCARISTICO INTERNAZIONALE, DAL 10 AL 17 OTTOBRE,
NELLA CITTA’ MESSICANA DI GUADALAJARA. IL
PAPA HA INOLTRE NOMINATO
IL
CARDINALE TERRAZAS SANDOVAL SUO INVIATO SPECIALE
AL X
CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE ARGENTINO
- A
cura di Alessandro Gisotti -
Giovanni Paolo II ha nominato Legato Pontificio alle celebrazioni del
48.mo Congresso eucaristico internazionale il cardinale Jozef Tomko, presidente
del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici. Le celebrazioni avranno
luogo a Guadalajara, in Messico, dal 10 al 17 ottobre 2004. Il Pontefice
seguirà attraverso uno speciale collegamento televisivo la celebrazione finale
del solenne Congresso Eucaristico, e potrà indirizzare ai pastori e ai fedeli
un particolare messaggio per l’occasione.
Il Santo Padre ha nominato, inoltre, il cardinale Julio Terrazas
Sandoval, arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra, suo Inviato speciale alla
celebrazione del X Congresso eucaristico nazionale argentino, che avrà luogo a
Corrientes dal 2 al 5 settembre 2004.
ALTRE
UDIENZE E NOMINE
Nel corso della mattinata, Giovanni Paolo II ha ricevuto il cardinale Jean-Louis
Tauran, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, il cardinale
Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi.
Ieri il Santo Padre aveva
ricevuto anche il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il
Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
In Colombia, il Santo Padre ha eretto la provincia
ecclesiastica di Villavicencio, elevando a Chiesa metropolitana la diocesi di
Villavicencio ed assegnandole come suffraganee le diocesi di San José del Guaviare e Granada en Colombia.
Il Papa ha nominato primo arcivescovo metropolita di Villavicencio, mons. José Octavio Ruiz Arenas,
finora vescovo di Villavicencio.
Negli Stati Uniti, il Papa ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Baltimore mons.
Mitchell Thomas Rozanski, del clero della medesima arcidiocesi, parroco della “Saint
John the Evangelist Parish” in Severna Park.
In
Perù, il Pontefice ha nominato vescovo ausiliare per l’arcidiocesi di Ayacucho
il reverendo Gabino Miranda Melgarejo, del clero della diocesi di Abancay,
parroco della parrocchia “Santiago Apóstol” in Talavera.
DOPO
LA SODDISFAZIONE ESPRESSA AI NOSTRI MICROFONI
DAL
PATRIARCA BARTOLOMEO I A CONCLUSIONE DELLA SUA VISITA A ROMA,
LA
RIFLESSIONE OGGI DEL CARDINALE WALTER KASPER
Prima di rientrare a Istanbul, il Patriarca ecumenico di
Costantinopoli, Bartolomeo I, nella sua intervista rilasciata alla Radio
Vaticana, si è detto quanto mai soddisfatto della visita a Roma conclusasi
ieri. Ascoltiamo oggi, nell’intervista di Giovanni Peduto, quanto sottolinea al
proposito il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per
la promozione dell’unità dei cristiani:
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R. – Sì, questa soddisfazione è ampiamente condivisa, da
me e dal Papa, da tutta la Curia, da parte cattolica. Questa è stata la visita
più amichevole. Credo che i rapporti umani e cristiani fra la delegazione
ortodossa e quella cattolica siano cresciuti. Soprattutto è stato importante
constatare che le due parti sono determinate a continuare il dialogo teologico
internazionale per chiarire quei problemi seri che ancora esistono. Ma
l’atmosfera è sempre molto importante, in questi dialoghi, ed io sono molto
lieto di quanto siamo riusciti a concludere la settimana scorsa.
D. – Quindi sono aumentate le speranze di un maggiore
avvicinamento, di un cammino facilitato per il futuro ...
R. – Sì. Ora abbiamo nuova speranza e, soprattutto,
abbiamo rilevato che la gente sostiene questa via ecumenica. La gente si
aspetta l’unità, e per questo i vescovi e la gerarchia in generale devono fare
tutto il possibile per favorire un avvicinamento. Questo è un segnale
importante per il mondo: ci sono tanti conflitti e le Chiese devono insieme
rendere testimonianza della pace, della riconciliazione e del Vangelo di Gesù
Cristo.
D. – Il Patriarca Bartolomeo ha tenuto a sottolineare il
suo invito al Papa di recarsi a Costantinopoli. E’ realizzabile, questa visita?
R. – E’ realizzabile in ogni caso. Ma ora tutto dipende
dalla decisione del Santo Padre. Il Patriarca scriverà una lettera formale di
invito e poi questo invito sarà studiato dalla Curia, dal Santo Padre stesso.
Io non posso anticipare la risposta del Santo Padre ma è un segno positivo e
costruttivo, comunque, l’invito stesso: significa che i rapporti sono cresciuti
e migliorati.
D. – Quindi, dopo questa visita del Patriarca Bartolomeo
al Papa, il futuro del cammino ecumenico lei lo vede più facilitato?
R. – Molto facilitato, a giudicare anche dalle parole del
Santo Padre nella sua omelia. Il Pontefice è stato determinato, forte
nell’affermare che il cammino ecumenico è irreversibile e che chi crede in Gesù
Cristo deve essere impegnato anche nell’ecumenismo: parole decise ed
importanti! Questo da un nuovo slancio all’ecumenismo.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
La
prima pagina si apre con l’udienza di Giovanni Paolo II ai partecipanti al
Simposio europeo: “Le sfide dell’educazione”. Nell’occasione il Papa ha
sottolineato che l’educazione dei giovani è compito di tutte le comunità
cristiane e di tutta la società. Al contempo ha ricordato con forte accento che
la tradizione umanistica dell’Europa ha trasmesso nei secoli i valori
spirituali e morali che trovano nelle radici cristiane il loro riferimento fondamentale
ed il loro pieno significato.
Nelle vaticane, il Messaggio di
ringraziamento del Papa al Magnifico Rettore dell’Università di Bologna per il
conferimento del “Sigillum Magnum dell’Alma Mater Studiorum”.
L’udienza del Santo Padre ad
una delegazione della città di Ancona.
Nelle estere, l’intervento
della Santa Sede alla seconda riunione preparatoria della prima Conferenza di
esame della Convenzione sull’interdizione delle mine antiuomo.
Nella pagina culturale, un
articolo di Giovanni Lugaresi dal titolo “Con il suo stile inimitabile al
servizio del popolo minuto”: i novant’anni di don Francesco Fuschini.
Nelle pagine italiane, Governo:
si dimette il ministro Tremonti; pesanti critiche di Alleanza nazionale al
titolare dell’economia accusato di aver “truccato” i conti.
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3 luglio 2004
SI CELEBRA OGGI LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE
COOPERATIVE DEDICATA, QUEST’ANNO, SUL COMPLESSO FENOMENO DELLA GLOBALIZZAZIONE
-
Intervista con Ivano Barberini -
“Le cooperative per una globalizzazione equa: creare
opportunità per tutti”. E’ questo il tema dell’odierna Giornata internazionale
delle cooperative promossa dall’Onu e dall’Alleanza internazionale delle
cooperative (Ica), organizzazione non governativa che riunisce oltre 200 realtà
nazionali in rappresentanza di 100 Paesi. Sul ruolo delle cooperative
nell’attuale scenario dominato dai processi di globalizzazione, ascoltiamo il
presidente dell’Ica, Ivano Barberini, intervistato da Amedeo Lomonaco:
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R. – Le cooperative rappresentano la forma di impresa più
adatta a gestire i problemi del nostro tempo, perché mettono insieme la cultura
della solidarietà con quella dello sviluppo. La cooperativa, inoltre, è
portatrice di un concetto di sviluppo che non misura la propria positività
basandosi solo sulla crescita del prodotto interno lordo, ma anche sul miglioramento
degli standard di vita delle persone.
D. – Una diversificazione produttiva, merci e servizi di
alta qualità a prezzi competitivi e l’uso di nuove tecnologie dell’informazione.
Quali altri strumenti utilizzare per rispondere adeguatamente alle sfide della
globalizzazione?
R. – Se la globalizzazione deve essere una condizione per
migliorare ovunque la qualità della vita delle persone, il mezzo più adeguato è
quello di mettere insieme tutte le risorse creando cioè una rete globale che
permetta la condivisione delle conoscenze. Gli strumenti sono una condizione di
partenza. Bisogna però che ci siano attori che abbiano la volontà e la capacità
di attuarli nel modo giusto. Credo, inoltre, che il mondo cooperativo
costituisca uno strumento potente, perché basato sulle persone e sulla loro
capacità di agire insieme nell’interesse di ognuno. Per dare una sterzata
positiva alla globalizzazione, c’è bisogno di un grande dialogo fra le
religioni, le istituzioni, le organizzazioni e le persone.
D. – Lo sviluppo delle relazioni internazionali tra
cooperative locali è importanti per condividere informazioni in ambito
imprenditoriale e finanziario ed anche per ampliare le opportunità del mercato.
Come si collocano le cooperative italiane nello scenario mondiale?
R. – Credo che le cooperative italiane non abbiano ancora
sviluppato pienamente una vocazione internazionale. In Italia vi sono diverse
imprese fortemente radicate nel loro territorio, oltre a realtà volenterose di
uno sbocco internazionale. Credo che l’impegno sociale debba essere volto ad
aiutare a creare dei sistemi sanitari e dei sistemi economici, che siano poi le
basi per sconfiggere la povertà o almeno ridurla drasticamente.
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LA QUESTIONE AMBIENTALE, TROPPO SPESSO VINCOLATA
SOLO A CIO’ CHE FA NOTIZIA, NECESSITA DI UN MAGGIOR APPROFONDIMENTO DA PARTE
DEI MEDIA.
È
QUANTO EMERSO DAL 1° “FORUM DELL’INFORMAZIONE CATTOLICA
PER LA
SALVAGUARDIA DEL CREATO” IN CORSO A FRASCATI
-Ai
nostri microfoni Piero Da mosso, padre Maurizio Faggioni, mons. Aldo Giordano -
L’informazione
sui temi ambientali è, oggi, troppo spesso caratterizzata solo da ciò che fa
notizia, mentre necessita di approfondimenti e di maggior specializzazione da
parte dei giornalisti. Ciò al fine di indurre ad un uso più responsabile della
natura. È quanto è emerso dal 1° “Forum dell’informazione cattolica per la salvaguardia
del creato”, in corso a Frascati, in provincia di Roma. L’evento è stato
promosso dall’associazione culturale Greenaccord, in collaborazione con la
Conferenza episcopale italiana. Il servizio è di Dorotea Gambardella.
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Nella
prima giornata di lavori si è sottolineato come una delle sfide per i giornalisti
che si occupano di ecologia sia quella di ribaltare l’“effetto notizia” dei
temi ambientali per far sì che non vengano relegati ai margini del giornale. Ma
non solo: Piero Damosso, vice capo-redattore del tg1 Rai:
“Le
tematiche ambientali sono oggi intrecciate con le tematiche dello squilibrio
che c’è tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Bisogna dunque fare un lavoro di
specializzazione molto alto e che non si può limitare soltanto alla notizia, ma
deve mirare soprattutto ai fenomeni culturali che stanno dietro le grandi
questioni dell’ambiente”.
E la
questione ambientale è stata affrontata anche da un punto di vista teologico.
Cosa implica questo? Abbiamo rivolto la domanda a padre Maurizio Faggioni, docente
di Bioetica dell’Accademia Alfonsiana di Roma:
“La
creazione ha una sua bellezza intrinseca, prima di essere utile. Certamente è
anche utile ma nell’armonia dell’ecosistema. Negli ultimi secoli pare che
l’uomo occidentale abbia gestito la sua presenza sul pianeta in forma
predatoria, togliendo risorse a se stesso, alle generazioni future ed anche ad
altri uomini. Legato quindi al problema del rapporto con l’ambiente è quello
della giustizia, perché se Dio ha creato il mondo è anche vero che lo ha dato a
tutti gli uomini. Credo che l’ultima parola che potrebbe descrivere la visione
cristiana dell’ecologia sia quella della responsabilità. Al di là
dell’egocentrismo, cioè, occorre riscoprire che siamo in una rete di relazioni
e la relazione si trasforma in responsabilità, che è il riconoscere il bisogno
dell’altro: uomo, ma anche animale, pianta, poiché tutto ha origine dalla mano
dell’Unico Creatore”.
Il
nesso tra ambiente ed ecumenismo è stato solo l’ultimo dei temi dibattuti nel
corso di sei anni di lavori del Consiglio delle conferenze episcopali europee
sull’ecologia. Lavori cui hanno partecipato 60 delegati provenienti da 22 Paesi
e che sono stati sintetizzati nel sussidio della Conferenza episcopale italiana
dal titolo “La responsabilità per il creato”, presentato ieri, durante il
forum. Sentiamo in proposito, mons. Aldo Giordano, segretario del Consiglio
delle conferenze episcopali europee:
“Tutte
le religioni hanno sensibilità per la natura. Pensiamo al tema del giardino per
l’ebraismo, a tutto il discorso su come la natura è descritta nella Bibbia; o
come nell’Islam emerga che l’uomo non è il signore della natura ma è responsabile
della natura. Questo vuol dire che noi possiamo, come uomini delle religioni,
dare un contributo per la responsabilità del Creato. Allo stesso tempo, abbiamo
notato che l’impegnarci insieme su un tema concreto come quello della natura ci
aiuta anche nell’incontro tra le religioni.
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CON LA SCOMPARSA DI MARLON BRANDO,
SE NE VA UNA GRANDE ICONA DEL CINEMA
MONDIALE,
MA
ANCHE UN UOMO DALLA PERSONALITA’ ECCENTRICA E SOFFERTA
Con la
scomparsa di Marlon Brando, se ne va non solo un mito di Holly-wood ma una
grande icona del cinema mondiale, che ha attraversato gli anni Cinquanta e
Sessanta come un idolo osannato e temuto, riverito e amato. Un idolo
precipitato poi nell’ultimo ventennio dello scorso secolo in un tristissimo
ritiro artistico, segnato da scelte sbagliate e film sbagliati, accettati più
per denaro che per passione. Il
servizio di Luca Pellegrini:
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Eccentrico,
bellissimo, bizzarro, magnetico, selvaggio, grande istrione: gli aggettivi si
sprecano e si sprecheranno per descrivere, definire, circoscrivere vita e
personalità del grande attore americano, spentosi all’età di 80 anni. Viveva
solo, malato, in difficoltà finanziarie, simulacro della bellezza che fu,
schiacciato da un peso non soltanto fisico ma esistenziale, per una vita
privata devastata da dolori ed errori. Fiero, comunque, della sua statura di
artista altero e classico.
Il suo magnetismo, la forza
espressiva e il carisma ne avevano, comunque, fatto un vero e proprio
attore-simbolo e molti dei personaggi da lui interpretati resteranno per sempre
nella storia. Basta citarne soltanto tre: Vito Corleone nel Padrino di Coppola (che gli valse
meritatamente, nel 1972, l'Oscar), Stanley Kowalsky in Un tram che si chiama desiderio di Elia
Kazan, (regista incontrato a New York
alla fine degli anni ’40, ai tempi in cui entrò all’Actor’s Studio, e col quale
girò anche Viva Zapata! e Fronte del porto, il suo primo Oscar) e
la stupenda, calibratissima e passionale recitazione nel ruolo di Antonio in Giulio Cesare di Joseph Mankiewicz. Tre
esempi che riflettono quanto sia fondamentale trovare, nella storia di un
attore, il regista giusto e che cosa sarebbe potuto essere ancora Marlon Brando
se avesse avuto più umiltà o, forse, semplicemente più fortuna.
Lo si ricorda, infine, per la
sua coraggiosa lotta in difesa dei diritti civili e politici delle minoranze.
E’ passato alla storia il suo rifiuto di presentarsi alla notte degli Oscar in
cui trionfò con il Padrino:
mandò una ragazza indios a ritirare il suo premio come forma di
protesta per le ingiustizie subite dagli indiani d’America. Gli interessava più
la realtà della vita che la recitazione su un set: “Non sono un attore e non lo
sono stato per molti anni – affermò –; sono un essere umano, spero interessante
e intelligente, che occasionalmente recita”.
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IL VANGELO DI DOMANI
Domani,
4 luglio, XIV Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il brano
del Vangelo in cui si legge che Gesù così diceva ai discepoli:
“La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate
dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate:
ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi; non portate borsa, né bisaccia,
né sandali e non salutate nessuno lungo la strada … Ecco, io vi ho dato il
potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del
nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demoni si
sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei
cieli”.
Su
queste parole ascoltiamo la riflessione del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:
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Nel Vangelo di domenica scorsa, Cristo diceva che il
Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo, perché lui riposa nel Padre suo.
Oggi vediamo Cristo che manda i suoi discepoli e li vorrebbe liberi, come lui
stesso in mezzo agli uomini. Le raccomandazioni che Cristo fa loro salvano i
discepoli dalle tentazioni durante la loro missione. Non avendo niente, non
possono mischiare l’Annuncio con la mentalità commerciale e nemmeno possono
cercare consolazione nelle relazioni appaganti. Il discepolo, essendo libero
dalla passione di possedere, testimonia un’altra sicurezza, quella che il tarlo
non corrode. In mezzo ai ricchi come in mezzo ai poveri, lui testimonia che la
sua vita è affidata a Colui la cui fedeltà è più sicura del cielo e della
terra. Il discepolo può, infatti, posare il suo capo solo sul cuore di Cristo,
l’unica fonte della missione.
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3
luglio 2004
“DISCEPOLI DI GESU’ CRISTO NELLA
CHIESA CATTOLICA, MISSIONARI DI SPERANZA,
PER LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
DELL’AMERICA LATINA E DEL CARIBE ALL’INIZIO
DEL TERZO MILLENNIO”. È IL TEMA DELLA V ASSEMBLEA GENERALE
DELL’EPISCOPATO LATINOAMERICANO, CHE SI SVOLGERA’ A ROMA NEL FEBBRAIO 2007
BOGOTA’.
= La presidenza del Celam, il Consiglio Episcopale Latinoamericano, ha reso
noto che Giovanni Paolo II ha accolto la richiesta di convocare la V Assemblea
Generale dell’Episcopato Latinoamericano, per il mese di febbraio 2007 a Roma.
Nel suo intervento, durante la Conferenza stampa per la presentazione
dell’avvenimento, svoltasi presso la sede della Segreteria Generale del Celam a
Bogotà, il cardinale Francisco Javier Errazuriz, arcivescovo di Santiago del Cile
e presidente dell’Organismo, ha
delineato il contesto socio-culturale in cui si inserisce la prossima
Conferenza e ne ha preannunciato il
tema: “Discepoli di Gesù Cristo nella Chiesa Cattolica, missionari di speranza,
per la nuova evangelizzazione dell’America Latina e del Caribe all’inizio del
Terzo Millennio”. Il porporato ha rilevato che la pastorale deve condurre
all’incontro con Cristo, incontro dal quale dipende la qualità del discepolo:
“I discepoli di Gesù - ha sottolineato - sono coloro che hanno incontrato il
Signore, lo hanno conosciuto, lo hanno ascoltato, hanno imparato da Lui e lo
hanno seguito”. Da parte sua, il Segretario Generale del Celam, mons. Andrés
Stanovnik, vescovo di Riconquista, in Argentina, spiegando i motivi della
convocazione di una nuova Assemblea Generale, ha rilevato che i continui
cambiamenti all’interno della società rendono necessario che la Chiesa si
riunisca per capire quanto sta avvenendo, che cosa c’è di valido e che cosa può
costituire una minaccia. Mons. Stanovnik ha reso noto che l’Episcopato
Latinoamericano è, oggi, molto preoccupato per il divario esistente tra ciò che
si crede e ciò che si pratica e per la proliferazione delle sette, a volte
aggressive contro la Chiesa Cattolica. “Esse disgregano le comunità – ha
spiegato - non incidono nella trasformazione della convivenza sociale,
suscitando un sentimento religioso che non porta ad un impegno trasformatore
della società”. E ha concluso: “Queste nuove sfide, che purtroppo sono comuni
in America Latina e nel Caribe, rendono urgente la necessità che i Pastori del
popolo Dio siano più vicini alle famiglie, ai sacerdoti e alle comunità, di cui
sono responsabili. Sentiamo il bisogno di stimolare, di sollecitare la Chiesa
in America Latina a vivere in uno stato di missione permanente”. (A.M.)
AVVIATA, LO SCORSO 23 GIUGNO, DALLE
SUORE SERVE DI MARIA ADDOLORATA
UNA NUOVA MISSIONE NELLO STATO DEL
BENGALA OCCIDENTALE.
L’EVENTO CADE NEL 150ESIMO
ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DELL’ORDINE
CALCUTTA.
= E’ un viaggio da Sud a Nord, che percorre la nazione indiana nel nome della
fede, dell’amore verso i poveri, dell’evangelizzazione, quello compiuto dalle
Suore Serve di Maria Addolorata. Il 23 giugno le religiose hanno aperto una
casa e una missione nello Stato del Bengala Occidentale, nel villaggio di Sahebdanga,
vicino Calcutta. Mons. Cyprian Monis, vescovo della diocesi di Asansol, dove si
trova la nuova missione, ha benedetto la struttura e ha dato il benvenuto alle
suore nella diocesi. “Siamo felici di aprire questa nuova missione nel 150esimo
anno della nostra fondazione. E’ una pietra miliare per la storia del nostro
Ordine”, ha sottolineato suor Vitalina, Consigliera generale della Congregazione.
Le religiose sono impegnate nel servizio di assistenza medica, pastorale,
sociale e nell’istruzione. Si tratta della prima missione rurale delle Suore
Serve di Maria Addolorata. Nel villaggio di Sahebdanga, alcuni decenni fa, vi
erano stati i gesuiti. Ora la presenza delle religiose fa tornare a sperare per
una evangelizzazione e per un miglioramento della vita delle tribù rurali.
(D.G.)
SICUREZZA E PACE SONO TRA LE
PRIORITA’ DELLA MISSIONE DELLE NAZIONI UNITE
IN BURUNDI. LO HA DICHIARATO, NEI
GIORNI SCORSI
DURANTE UNA CONFERENZA STAMPA, LA
DELEGATA ONU NEL PAESE AFRICANO
DEVASTATO DA OLTRE DIECI ANNI DI
GUERRA CIVILE
BUJUMBURA. = Elezioni, sicurezza, ritorno della
pace, rimpatrio dei rifugiati e aiuto allo sviluppo: sono le priorità della
missione dell’Onu in Burundi, nota come Onub, presentate ai giornalisti dalla
rappresentante speciale del Segretario generale nel Paese africano, la canadese
Carolyn McAskie, insediatasi pochi giorni fa. “Non si tratta di credere che
l’Onub sia venuta ad imporre la pace in Burundi” ha spiegato, precisando che la
sua missione è di fermare l’insicurezza dovuta alle attività militare della
ribellione delle Forze nazionali di liberazione (Fnl) nella provincia di
Bujumbura Rural, nell’ovest del Paese. In proposito, la signora McAskie ha
comunicato che due compagnie di circa 160 caschi blu della missione di pace
sono già state dispiegate nelle turbolente municipalità di Mutambu e Kabezi, teatro
da tempo di ininterrotte violenze. Le Fnl sono l’unico movimento armato ancora
in lotta contro il governo, dopo un conflitto che in dieci anni ha provocato,
secondo le stime delle Nazioni Unite, oltre 300 mila vittime, in gran parte
civili. “Ho contattato il leader delle Fnl, Aghaton Rwasa, per insistere sul
cessate-il-fuoco” - ha dichiarato, inoltre, la rappresentante speciale dell’Onu
- “L’Onub ha il mandato di usare la forza per proteggere la popolazione sul territorio
burundese laddove sia necessario”. Sulle prossime elezioni, previste tra la
fine del 2004 e l’inizio dell’anno prossimo, la delegata di Kofi Annan ha
suggerito di separare l’aspetto tecnico-organizzativo da quello politico. Ha,
infine, messo in guardia i burundesi da ogni tentativo di far naufragare gli
Accordi di Arusha, che hanno fissato il complesso percorso di pace che dovrebbe
chiudere i due lustri di guerra. (D.G.)
AD AYACUCHO, IN PERU’, SI E’
RISTABILIZZATA LA SITUAZIONE DOPO GLI SCONTRI,
DI GIOVEDI’, CON LE FORZE
DELL’ORDINE, AVVENUTI NEL CORSO
DELLA MANIFESTAZIONE DEGLI
INSEGNANTI. AL CENTRO DELLA PROTESTA DEI DOCENTI: LA RICHIESTA DI MILLE
ASSUNZIONI E UN AUMENTO SALARIALE
AYACUCHO. = È tornata apparentemente sotto
controllo la situazione ad Ayacucho, 580 chilometri a sudest di Lima, dove
giovedì una folla si è scagliata contro le forze dell’ordine, accusate di aver
represso in maniera violenta uno sciopero indetto dagli insegnanti. I negozi
sono stati riaperti e i trasporti pubblici sono di nuovo in funzione, anche se
in città le tracce degli scontri sono più che visibili. La rabbia popolare era
scoppiata quando le forze dell’ordine avevano fatto sgomberare con la forza
dalla sede locale del ministero dell’Educazione otto docenti che avevano
occupato l’edificio una settimana fa per chiedere miglioramenti delle
condizioni lavorative. A centinaia, armati di pietre e bastoni, avevano attaccato
le stazioni di polizia, appiccando il fuoco a due hotel e ad alcuni uffici
della pubblica amministrazione, saccheggiando e devastando cabine telefoniche e
sportelli bancomat. Gli agenti hanno reagito con gas lacrimogeni e proiettili
di gomma, ferendo una quarantina di persone. Le prime reazioni del governo di
Lima rischiavano fino a ieri di gettare nuova benzina sul fuoco: il primo
ministro Carlos Ferrero aveva attribuito la responsabilità di disordini ai
guerriglieri di “Sendero Luminoso”, sollevatisi in armi ieri proprio ad Ayacucho.
La risposta degli abitanti non si è fatta attendere: gli studenti hanno convocato
una marcia per le strade del centro contro le dichiarazioni del premier.
Intanto, nel dipartimento di Ayacucho, prosegue lo sciopero degli insegnanti
indetto il 21 giugno da Robert Huaynalaya, a capo dell’ala più radicale del
Sindacato unitario dei lavoratori dell’educazione del Perù (Sutep), per chiedere
l’assunzione di 1.000 docenti e un aumento salariale. (D.G.)
URBINO CAPITALE DELLA MUSICA ANTICA
DAL 18 AL 25 LUGLIO.
UNA FULL-IMMERSION DAL MEDIOEVO AL
BAROCCO. IN PROGRAMMA CONCERTI,
ESIBIZIONI DI DANZA ED UNA MOSTRA
DI STRUMENTI MUSICALI
URBINO.= Il Cortile d’onore, la sala dei banchetti
del Palazzo Ducale, la Chiesa di San Francesco, saranno questi gli scenari
della 36esima edizione del Corso Internazionale e del Festival
Internazionale di Musica Antica. Una settimana che va dal 18 al 25 luglio
in cui gli appassionati potranno frequentare lezioni di canto, danza, musica
medievale, rinascimentale e barocca. Previsti numerosi concerti ed esibizioni
di piccoli gruppi, nell’ambito della rassegna “Armonie al crepuscolo”, che nel
tardo pomeriggio proporranno musica rinascimentale. Dal 22 al 24 luglio nelle
Sale del Castellare del Palazzo Ducale, è in programma la “Mostra degli
strumenti per la musica antica”. Un allestimento in cui saranno esposti
originali e copie di strumenti storici. Un luogo di incontro tra musicisti,
esecutori di musica antica e costruttori di strumenti musicali, realizzati a
mano. (Be.C.)
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3
luglio 2004
- A cura di Amedeo Lomonaco -
Ancora violenze in Iraq: nel sud
del Paese è stato sabotato un oleodotto e nell’area è subito divampato un
incendio. In due distinte azioni militari americane, cinque civili iracheni
sono rimasti uccisi nella città di Khalidiya ed un marine è morto nella provincia
di Al Anbar. In un
attacco sferrato dalla guerriglia contro un posto di blocco a Mahmudiyah sono
deceduti, inoltre, sei soldati della guardia nazionale. E nella capitale si
devono registrare, intanto, importanti operazioni condotte dalle forze della
coalizione e dalla polizia irachena. Il nostro servizio:
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Le forze americane hanno
annunciato di aver smantellato, nei quartieri meridionali di Baghdad, una
fabbrica di ordigni. Durante il blitz, sono state arrestate 51 persone e
sequestrate numerose mine esplosive. La polizia irachena ha sventato, inoltre,
un attentato che aveva come probabile obiettivo il treno passeggeri che dalla
capitale conduce a Bassora. Sul versante politico, proseguono gli sforzi del
governo da poco insediatosi. L’unico ministro cristiano dell’esecutivo ad
interim, la signora Pascale Warda titolare del dicastero dei migranti e degli
sfollati, ha sottolineato in un’intervista al quotidiano “Avvenire” come la
democrazia non sia un regalo, ma un obiettivo che si conquista giorno per
giorno. Il nostro governo – ha aggiunto - ha bisogno dell’esercito americano ed
è opportuno che le truppe statunitensi restino nel Paese il tempo necessario
per organizzare le forze di sicurezza. Sulla prima audizione del processo a
Saddam Hussein, l’organizzazione umanitaria Amnesty International si è detta,
infine, “profondamente preoccupata” per l’assenza di avvocati della difesa e
per “l’evidente censura” riscontrate durante la prima comparizione in giudizio
dell’ex rais e degli altri esponenti del passato regime.
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Al Qaeda torna a minacciare i
Paesi europei che fanno parte della coalizione se non si ritireranno dall’Iraq
e dall’Afghanistan. Questa minaccia è contenuta in un messaggio attribuito alle
sedicenti Brigate Abu Hafs al Masri e pubblicato ieri dalla stampa britannica.
Il rischio è reale – affermano vari governi ed esponenti dei servizi di
sicurezza – anche se l’autenticità del comunicato è ancora da verificare.
Crescono i timori israeliani di
una risoluzione Onu contro il muro in Cisgiordania. Lo Stato ebraico, che teme
un’iniziativa dei Paesi arabi, dopo la pronuncia della Corte dell’Aja attesa
per lunedì, ha chiesto, nell’incontro di ieri a Washington tra il ministro
degli Esteri Shalom e Condoleezza Rice, che gli Stati Uniti blocchino con un
veto il possibile procedimento. Sul terreno, un bambino palestinese di 9 anni è
morto a Beit Hanun, nel nord della Striscia di Gaza, durante scontri tra
giovani dei Territori e soldati israeliani.
Nonostante i recenti colloqui tra
India e Pakistan, la violenza in Kashmir continua a provocare vittime. Sono
almeno tre i morti di questa mattina, nella parte indiana della regione
contesa: un uomo ha perso la vita ed altre 24 persone sono rimaste ferite, a causa
di una bomba esplosa in una via del centro di Srinagar. Altri due civili sono
stati uccisi in circostanze ancora da chiarire.
Scossone politico nel governo
italiano. Nella notte, dopo un lunghissimo vertice di maggioranza, è stato
costretto a dimettersi il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Il servizio
di Giampiero Guadagni:
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Il colpo di scena è giunto al
termine di giornate di forti tensioni nella maggioranza di centro-destra. An e
Udc avevano chiesto una svolta nella politica economica; soprattutto il partito
del vice premier Fini ne ha fatto una questione di permanenza al governo. Tra i
motivi di dissenso, la proposta di Berlusconi e Tremonti di un taglio
generalizzato delle tasse, con due sole aliquote, del 22 e 33 per cento. La
Lega, che da parte sua insiste sulla riforma federale, non crede che il cambio
di un ministro possa portare alla crisi di governo. Berlusconi potrebbe
prendere l’interim del dicastero dell’Economia, ma la decisione spetta
naturalmente al Quirinale. E intanto slitta a domani il Consiglio dei ministri
che deve approvare la manovra correttiva dei conti pubblici. Il governo ne
aveva preparata una da cinque miliardi e mezzo di euro. L’Unione Europea vuole
tagli alla spesa per sette miliardi di euro. Lunedì, la riunione dei ministri
economici europei: per quei Paesi che non rispettano il patto di stabilità è
pronto l’avvertimento preventivo.
Per la Radio Vaticana, Giampiero
Guadagni.
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Il presidente
della Repubblica francese, Jacques Chirac, ieri nel vertice Italia-Francia a
Parigi, ha definito “un dovere” la
concessione dell’estradizione di chi abbia commesso, come Cesare Battisti, “reati di sangue” e sia stato
condannato nel proprio Paese. “Siamo in
uno spazio giuridico europeo - ha affermato Chirac - e Cesare Battisti è stato
condannato nel suo Paese per gravi reati di sangue ed è quindi un dovere concedere
l'estradizione”. Per capire come si sia arrivati a questo vincolo a livello europeo, Fausta Speranza
ha intervistato Federica Bindi, docente di organizzazione delle politiche
europee all’Università di Firenze:
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R. - Una volta tolte le frontiere,
si è reso necessario cooperare anche a livello di polizia e a livello giuridico.
Questo vuol dire, ad esempio, che la polizia italiana che sta dietro ad un
criminale francese, ha la possibilità di entrare in territorio francese e di
continuare l’inchiesta finché i poliziotti francesi non iniziano, loro stessi,
a seguire il criminale. Al tempo stesso, questo cosa altro implica? Porta anche
ad una cooperazione per quanto riguarda il settore giudiziario e non soltanto
poliziesco. Tutto ciò viene precisamente
sviluppato con il Trattato di Maastricht, dove si introduce il cosiddetto
terzo pilastro che riguarda affari interni e giustizia. Perciò, ormai, non ci
sono più i presupposti giuridici perché la Francia possa rifiutarsi di
estradare Cesare Battisti.
D. - Però, Chirac ha detto che per
la decisione definitiva bisogna attendere
la sentenza della Corte di Cassazione. Ci spiega perché?
R. - Sì, perché il diritto europeo
presuppone che siano espletate le procedure a livello nazionale. Il principio è
semplice ed è, in qualche modo, un derivato del diritto europeo. Devono essere
prima finite le procedure a livello nazionale, per poter passare a quelle
europee.
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Il governo del Sudan si è
impegnato a disarmare le milizie responsabili delle violenze nel Darfur e a
permettere l’arrivo di osservatori internazionali nell’ovest del Paese. È
quanto afferma Khartoum in un comunicato pubblicato questa mattina, al termine
della visita del segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, partito per
l’Eritrea. Ma sul piano dei negoziati non si registrano progressi:
l’appuntamento di ieri a N’Djamena, in Ciad, è stato disertato dai ribelli, e
l’Unione Africana ha fissato la prossima tornata ad Addis Abeba, il 15 luglio.
Il servizio di Giulio Albanese:
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Tre giorni fa, il ministro degli
Esteri statunitense, Colin Powell, ed il segretario generale dell’Onu, Kofi
Annan, hanno incontrato le autorità di Khartoum. In seguito ai colloqui e alla
forte pressione internazionale, il regime islamico del Sudan aveva garantito
un’immediata ripresa delle trattative a N’Djamena, capitale del confinante Ciad.
Ieri, però, i due movimenti armati del Darfur hanno smentito di aver ricevuto
inviti al negoziato. Nel Darfur sono attivi i cosiddetti Janjaweed, predoni
nomadi che su cavalli e cammelli compiono razzie, incursioni contro la
popolazione afro che comunque è in gran parte islamica. Secondo le Nazioni
Unite, la crisi ha provocato finora oltre un milione di sfollati, circa 150
mila rifugiati in Ciad e migliaia di vittime.
Per la Radio Vaticana, Giulio
Albanese.
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In Colombia proseguono i negoziati
di pace tra il governo di Bogotà e le Autodifese Unite-Auc, i gruppi
paramilitari di destra che riuniscono almeno 20 mila combattenti. I
guerriglieri si sono detti pronti ad abbandonare le armi per trasformarsi in
movimento politico. Ma quanto è possibile questa eventualità, in un Paese
ancora in preda alle violenze? Giada Aquilino lo ha chiesto a Riccardo Noury,
portavoce della sezione italiana di Amnesty International:
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R. – Certamente, è all’ordine del
giorno il possibile rischio che i militari delle Autodifese Unite della
Colombia siano in qualche modo riciclati nell’amministrazione civile e che
quindi rischino di avere una nuova divisa e di comportarsi allo stesso modo. In
Colombia c’è una certa tradizione di movimenti armati che sono entrati nella
lotta politica e ci auguriamo che questo sia uno dei casi in cui si rivelerà
questo passaggio dalle armi alla politica.
D. – Qual è oggi la situazione dei
diritti umani in Colombia?
R. – Negli ultimi anni, centinaia
di migliaia di colombiani hanno dovuto abbandonare i loro territori che sono
diventati centro di conquista e di scontro militare tra i tre soggetti che
operano: la guerriglia, l’esercito regolare ed i paramilitari. Il Paese è stato
colpito da violazioni dei diritti umani senza soluzione di continuità, da
massacri compiuti dalla guerriglia, dai paramilitari. E’ questo il ciclo che va
interrotto in questi negoziati: il ciclo dell’impunità.
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Due italiane e quattro
statunitensi sono morti in un incidente aereo avvenuto la scorsa notte a Panama
quando il velivolo sul quale viaggiavano si è schiantato contro un hangar
dell’aeroporto internazionale di Tocumen, durante la manovra di atterraggio.
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