RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 175 - Testo della trasmissione di mercoledì 23 giugno
2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
In
Iraq orrore e sgomento per la decapitazione dell’ostaggio sudcoreano. Al Qaeda
minaccia di morte il premier iracheno
In Iran liberati gli otto militari inglesi arrestati per aver violato le acque territoriali.
23
giugno 2004
SOLO
DIO, CHE INTERVIENE NELLA STORIA PER ARGINARE IL MALE ED ELOGIARE
IL BENE, PUO’ APPAGARE LA RICERCA DI GIUSTIZIA E
DI AMORE DELL’UMANITA’.
ALL’UDIENZA GENERALE, IL PAPA SPIEGA UN CANTICO
DELL’APOCALISSE DI SAN GIOVANNI
- Servizio di Alessandro De Carolis -
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L’umanità è
alla ricerca di giustizia, di verità, di amore e solo Cristo può “pienamente
appagare” questa ricerca, che mostra la “tensione” dell’uomo verso Dio. E’
stato questo il messaggio centrale della catechesi di Giovanni Paolo II, questa
mattina in Aula Paolo VI, davanti a 8 mila persone. Il Papa ha preso spunto per
la sua riflessione dal Cantico dell’Apocalisse, capitolo 15. Un inno - ha detto
- intonato “dai giusti della terra”, che celebra i “gesti salvifici” di Dio
“nel governo del mondo e della storia”.
(canto Salmo)
Si tratta di un componimento importante - ha spiegato il
Pontefice - perché riflette il modo di pregare delle Chiese sorte per la
predicazione di San Giovanni, nelle quali i cristiani delle origini
consideravano la Bibbia non solo come “anima” della loro fede e della loro vita,
ma anche della loro preghiera e liturgia. E un’autentica preghiera - ha
affermato Giovanni Paolo II - oltre che richiesta a Dio, deve essere anche
“lode, ringraziamento, benedizione, celebrazione e professione di fede”.
Inoltre è significativo - ha proseguito il Papa - osservare come il Cantico
contenga una “dimensione universalistica”: l’inno descrive “fiumane di popoli”
che convergono verso il Signore per riconoscerne i “giusti giudizi, ossia gli
interventi nella storia per arginare il male ed elogiare il bene”:
“L’attesa di giustizia presente in tutte le
culture, il bisogno di verità e d’amore avvertito da tutte le spiritualità,
contengono una tensione verso il Signore, che solo quando a Lui approda, si
placa”.
Al termine dell’udienza, i saluti ai pellegrini in dieci
lingue e, in particolare, ai sacerdoti che celebrano il 25.mo e il 50.mo di
sacerdozio e ai chierichetti del pre-Seminario San Pio X, che prestano servizio
in Vaticano. Poi il Papa ha avuto un pensiero speciale per i giovani, per
coloro che in questi giorni sono impegnati negli esami e per coloro che sono
già in vacanza. A questi ultimi ha augurato di approfittare dell’estate “per
compiere formative esperienze umane e spirituali”.
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IN UNA DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA
STAMPA VATICANA,
JOAQUIN NAVARRO-VALS, SUI RECENTI
ARRESTI DI VESCOVI IN CINA
LA SANTA SEDE ESPRIME PROFONDO DOLORE
Dal 27 maggio non si hanno notizie
dell'84enne vescovo di Xuanhua, in Cina, che è stato preso in custodia dalle
forze di polizia. Anche il vescovo coadiutore di Xiwanzi è stato posto sotto
custodia dal 2 al 12 giugno, mentre il vescovo di Zhengding è stato trattenuto
dalle autorità per cinque giorni.
In seguito alle domande dei
giornalisti a proposito, in un comunicato della Sala Stampa vaticana, la Santa
Sede esprime “profondo dolore per queste misure, per le quali non è stata
comunicata alcuna ragione”. “Esse – sottolinea il comunicato - sono
inconcepibili in uno Stato di diritto e contravvengono a quei diritti della
persona, in particolare a quello della libertà religiosa, che sono sanciti in
numerosi documenti internazionali, sottoscritti anche dalla Repubblica Popolare
Cinese”.
UDIENZE
E NOMINE
In Brasile, Giovanni Paolo II ha nominato vescovo di
Leopoldina mons. Dario Campos, dei Francescani minori, finora vescovo di Araçuaí. Il presule, 56 anni, ha ottenuto
la Licenza in Filosofia e Pedagogia presso la Facoltà Don Bosco, di
São João del Rei. Dopo l’ordinazione sacerdotale, mons. Campos ha svolto il
ministero parrocchiale ed ha ricoperto numerosi incarichi in seno al suo
Ordine, tra i quali quelli di ministro della Provincia “Santa Cruz”, in Belo
Horizonte, e di presidente della Conferenza dei Ministri provinciali. Il 5
luglio 2000 è stato nominato vescovo coadiutore di Araçuaí. Dall’8 agosto 2001 è ordinario della medesima
diocesi.
Sempre in Brasile, il Papa ha nominato
ausiliare dell’arcidiocesi di Londrina il sacerdote José de Lanza Neto,
del Clero della diocesi di Jaboticabal, finora parroco della Parrocchia “Senhor
Bom Jesus”. Il neo presule ha 52 anni ed è originario dello
Stato di São Paulo. Ha compiuto gli studi di Filosofia nel Seminario diocesano
di São Carlos e quelli di Teologia nel Seminario maggiore di São Paulo. E’
stato, tra l’altro, più volte parroco e rettore del Seminario maggiore
diocesano di Jaboticabal.
Il
Pontefice ha nominato capo ufficio nella Pontificia Commissione per i Beni
Culturali della Chiesa il sacerdote Fabrizio Capanni, finora aiutante di Studio
presso l'Archivio Segreto Vaticano.
SARA’ L’EUCARISTIA IL TEMA CENTRALE DEL PROSSIMO
SINODO DEI VESCOVI
CHE SI TERRA’ NEL MESE DI OTTOBRE 2005. DI RECENTE RESI NOTI I LINEAMENTA
- Intervista con l’arcivescovo Nikola Eterovic -
Sarà l’Eucaristia il tema
centrale del prossimo Sinodo dei vescovi che si celebrerà nel mese di ottobre
2005. Di recente sono stati resi noti i Lineamenta, che costituiscono la traccia
su cui gli episcopati sono chiamati a pronunciarsi per l’elaborazione di quello
che sarà l’Instrumentum laboris, il documento cioè che costituirà la piattaforma
vera e propria dei lavori sinodali. Sull’importanza della scelta del tema
dell’Eucaristia, Giovanni Peduto ha
intervistato il nuovo segretario generale del Sinodo dei vescovi, l’arcivescovo
Nikola Eterovic, finora nunzio apostolico in Ucraina:
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R. – Si potrebbe dire che
esiste un crescendo circa la riflessione sull’Eucaristia. L’anno scorso, il
Santo Padre ha scritto la lettera enciclica Ecclesia de Eucaristia. La
Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha recentemente
redatto l’Istruzione Redemptionis Sacramentum. Nel mese di ottobre di
quest’anno avrà luogo il Congresso Eucaristico Internazionale a
Guadalajara, in Messico. Con tale importante evento ecclesiale, incomincerà uno
speciale Anno dell’Eucaristia che si concluderà con la celebrazione del Sinodo
dell’anno 2005 che ha per tema: “L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e
della missione della Chiesa”.
D. – L’Eucaristia è un
memoriale non un semplice ricordo. Cosa significa?
R. – L’Eucaristia è un
“memoriale” e, cioè, un rivivere nel presente un’azione del passato, in modo
tale che l’intervento di Dio che salva continui ad essere attuale per l’uomo di
oggi. Proprio per questo, l’Eucaristia non può essere ridotta ad una semplice
cena conviviale, ma essa include un’altra dimensione essenziale: il sacrificio
del Signore che si rinnova ogni volta che viene celebrata validamente
l’Eucaristia.
D. – Quali sono i principali
abusi?
R. – Gli abusi nei riguardi
della celebrazione eucaristica sono stati ben indicati nella menzionata
Istruzione Redemptionis Sacramentum. Mi sembra che il principale errore
può accadere quando si perde di vista che l’Eucaristia è un dono che il Signore
ha consegnato alla Chiesa e che dunque nessun singolo ne può disporre con
arbitrio personale. Al riguardo, San Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi ha
precisato: “Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho
trasmesso”. Esiste una tradizione che ci è stata affidata e che noi, con grande
cura, dobbiamo a nostra volta trasmettere alle generazioni future.
D. – Quando è possibile fare
la comunione in una Chiesa non cattolica?
R. – Per avere una valida
eucaristia occorre avere un valido sacerdozio. E’ noto che la Chiesa cattolica
riconosce la validità dei sacramenti dell’ordine solamente nelle Chiese ortodosse
con cui, del resto, ha vissuto la piena comunione durante il primo millennio
del cristianesimo. Pertanto, per gravi ragioni e in prolungata assenza di un
sacerdote proprio, i cattolici potrebbero ricevere la comunione nella Chiesa
ortodossa. Lo stesso vale per gli ortodossi che potrebbero comunicarsi nella
Chiesa cattolica. Tale prassi ricorda che già esiste una certa comunione tra i
cattolici e gli ortodossi anche se, purtroppo, essa non è tuttora piena.
D. – Il Papa parla anche
dell’importanza dell’adorazione del Santissimo sacramento…
R. – L’adorazione è un
prolungamento della celebrazione eucaristica e al contempo la migliore
preparazione per il convinto eucaristico.
D. – Cos’è per lei
l’Eucaristia?
R. – E’ il Signore Gesù Cristo
presente sotto il pane e il vino. E’ il cuore della Chiesa. E’ il miracolo
dell’amore di Dio che continuamente si rinnova. Dio, che rimane irraggiungibile
nella sua trascendenza, ha voluto fissare la sua dimora in mezzo a noi ed essere
presente sotto le umili specie del pane e del vino. Si tratta veramente di un
grande mistero da riscoprire continuamente.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
"Disumana strategia
dell'orrore" è il titolo di prima pagina, in riferimento all'Iraq dove,
secondo un macabro rituale, è stato decapitato un giovane ostaggio sudcoreano.
Continua, nel frattempo, lo stillicidio quotidiano di violenza e di morte.
Nelle vaticane, la catechesi e
la cronaca dell'udienza generale.
Una pagina dedicata alla festa
di San Paolo a Palazzolo Acreide.
Nelle estere, l'intervento
della Santa Sede all'undicesima sessione della Conferenza delle Nazioni Unite
sul Commercio e lo Sviluppo, svoltasi in Brasile.
Nella pagina culturale, un
articolo di Giovanni Marchi dal titolo "La fede profonda di un poeta
cubista": sessant'anni dalla morte di Max Jacob.
Nella pagine italiane,
elezioni: la denuncia di brogli riaccende lo scontro.
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23 giugno 2004
DIMINUISCE
IL NUMERO DELLE ESECUZIONI CAPITALI NEL
MONDO
MA
L’ANNO SCORSO NELLA SOLA CINA SONO STATE 5000:
PRESENTATO QUESTA MATTINA
IL
RAPPORTO ANNUALE DELL’ASSOCIAZIONE “NESSUNO TOCCHI CAINO”
- Ai
nostri microfoni Elisabetta Zamparutti -
L’anno
2003 ha confermato la diminuzione delle esecuzioni capitali nel mondo, ma la pena
di morte continua ad essere praticata ancora in molti Paesi in cima alla lista:
Cina, Iran, Iraq e Vietnam. Oggi l’organizzazione “Nessuno Tocchi Caino” ha
presentato a Roma il Rapporto 2004 dal titolo “La pena di morte nel mondo”.
Presenti molti esponenti di Governi africani ed il Sottosegretario agli Affari
Esteri dello Zambia Kalombo Mwansa. Per noi c’era Massimiliano Menichetti:
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(musica)
Sono 133 gli Stati che hanno deciso di rinunciare
a praticare la pena di morte. 81 sono considerati come totalmente
abolizionisti, 31 lo sono di fatto perché non eseguono sentenze capitali da
oltre dieci anni. L’Asia rimane il continente dove si pratica la quasi totalità
della pena di morte nel mondo: in Cina ci sono state almeno 5 mila esecuzioni
capitali nello scorso anno.
(musica)
Kak Ksor, presidente della Montagnard
Foundation, ha sottolineato l’urgenza della situazione in Vietnam, dove
migliaia di cristiani sono perseguitati dal governo comunista. Elisabetta
Zamparutti, curatrice del Rapporto:
“Il dato che continua a confermarsi e a preoccuparci è il
fatto che oltre il 98 per cento delle esecuzioni compiute è avvenuto in Paesi
totalitari ed illiberali”.
L’Africa conferma la tendenza ad abbandonare
la pena di morte: nel 2003 le esecuzioni sono state 56,7 in meno rispetto
all’anno precedente. Rimane difficile però la situazione in Sudan, Burundi e
Rwanda. Segnali positivi dallo Zambia: il presidente Levy Mwanawasa, cui il
rapporto di “Nessuno Tocchi Caino” è dedicato, ha tramutato le condanne capitali
in ergastoli e si è impegnato per l’abolizione della pena di morte.
(musica)
Nelle Americhe gli Stati Uniti hanno eseguito
65 condanne che hanno tolto la vita,
tre a Cuba. Situazione particolare quella irachena: durante la conferenza
stampa si è sottolineata la necessità che non venga reintrodotta la pena di
morte. “Nessuno Tocchi Caino”, pur mostrando sollievo per la diminuzione delle
sentenze capitali, chiede l’impegno della comunità internazionale ed una
moratoria dell’Onu contro la pena di morte.
(musica)
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L’IMPORTANZA
DI PARLARE DI LIBERTA’ E DI UGUAGLIANZA
SENZA DIMENTICARE
LA
FRATERNITA’: AL CENTRO DELLA RIFLESSIONE DI CHIARA LUBICH, INVITATA IERI
POMERIGGIO
NELLA SEDE DEL PARLAMENTO BRITANNICO. LA FONDATRICE DEI FOCOLARI
HA INCONTRATO DEPUTATI E MEMBRI DELLA CAMERA DEI LORD
-
Servizio di Carla Cotignoli -
Di libertà o uguaglianza si parla molto ma che fine ha
fatto la fraternità? E’ questo l’interrogativo al centro dell’intervento di
Chiara Lubich al palazzo di Westminster, sede del Parlamento britannico, ieri
pomeriggio. Erano presenti anche il Ministro degli affari costituzionali, David
Lammy, di origine africana e un membro protestante del Partito Unionista
dell’Irlanda del Nord. E’ questa l’ultima tappa del viaggio della fondatrice
dei Focolari in Gran Bretagna, dopo gli incontri con le massime autorità
anglicane e cattoliche e i leader musulmani, indù e sikh, che hanno aperto
prospettive nuove. Il servizio di Carla Cotignoli:
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“Oggi c’è un velo di scetticismo verso la politica e non
si sa come andare oltre. Nessuno più vuole ascoltare le campagne elettorali… Il
potere corrompe astutamente… Come fare ad andare avanti mantenendo il potere e
l’obiettivo del bene comune?” Sono alcuni flash del dialogo tra i politici e
Chiara Lubich. E’ una visione della
politica decisamente innovativa quella presentata dalla fondatrice dei
Focolari. Si richiama al trinomio della rivoluzione francese e osserva che
libertà e uguaglianza col tempo, “sono diventati principi giuridici e vengono
applicati come vere e proprie categorie politiche”. Chiede lo stesso riconoscimento
per la fraternità. Solo insieme potranno dare origine ad una politica che risponda
alle urgenze più gravi dell’oggi, compreso il terrorismo. E va ad una delle
cause fondamentali: il crescente divario tra ricchi e poveri. Solo la
fraternità può far muovere i beni e mettere in moto la solidarietà.
Utopia? Chiara Lubich cita i fatti: sono circa 3000 i
politici che hanno assunto la fraternità come categoria politica in vari Paesi,
dall’Europa all’America Latina. Formano il Movimento politico per l’unità cui
ha dato il via una decina d’anni fa. Ne dà testimonianza l’on. Giuseppe
Gambale, deputato italiano che parla di numerose iniziative. Ne citiamo solo
una: deputati di vari schieramenti hanno avviato “un gruppo di lavoro
trasversale sulla riforma della cooperazione internazionale ferma da anni in
Commissione Esteri e sono stati scoperti – dice - vari punti di convergenza tra
le proposte di legge già presentate. Un modo concreto per contribuire ad
affrontare i grandi squilibri economici e sociali tra nord e sud del mondo.”
Sullo
sfondo di una politica sempre più conflittuale, fraternità significa capovolgere
l’atteggiamento verso gli avversari politici, ha detto ancora Chiara Lubich.
“Si prende coscienza che ogni formazione politica può essere la risposta ad un
bisogno sociale e quindi è necessaria al bene comune. La critica si può fare
costruttiva sino ad arrivare a praticare l’apparente paradosso di amare il
partito altrui come il proprio, perché il bene del Paese ha bisogno dell’opera
di tutti”. “E’ questa la vera politica di cui ogni Paese ha bisogno – aggiunge
- il potere infatti conferisce la forza, ma è l’amore che dà l’autorità”. Un
incontro questo che avrà una continuità. Si prospetta qui a Londra l’inizio di
quegli incontri periodici che già si attuano in altri Paesi.
Da Londra, Carla Cotignoli, per la Radio Vaticana.
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NELLA
PRIMA FASE DELL’UNIONE EUROPEA ALLARGATA NON
CAMBIERA’ LA PROPORZIONE DI IMMIGRATI PROVENIENTI DAI PAESI DELL’EST: E’ UNO
DEI DATI
CHE
EMERGONO DALLO STUDIO DELLA CARITAS PUBBLICATO
CON IL
PATROCINIO DEL CNEL E PRESENTATO IERI A
ROMA
-
Intervista con Franco Pittau e con mons. Vittorio Nozza -
Nell’Unione Europea, su un totale di 20 milioni di
immigrati, 3,4 milioni sono originari dell’Europa dell’Est e di questi circa
uno proviene dai Paesi dell’allargamento. E la proporzione non cambierà nella
prima fase dell’Europa a 25, con l’Italia al secondo posto per numero di
immigrati provenienti da Est. E’ quanto emerge dal volume “Europa. Allargamento
a Est e immigrazione”, curato dalla Caritas con il patrocinio del Consiglio
Nazionale Economia e Lavoro (Cnel) e dedicato agli aspetti storici, economici,
culturali e religiosi dell’immigrazione. Alla presentazione del volume c’era
per noi Gabriella Ceraso:
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Un sussidio per sensibilizzare la gente affinché
l’allargamento europeo del 1° maggio non rimanga un evento solo formale. Così è
stato concepito il volume della Caritas. Franco Pittau, uno dei curatori:
R. – Le nostre preoccupazioni principali sono innanzitutto
il coinvolgimento della rete sociale in questi grandi temi della politica di
oggi. L’allargamento è un grande tema che riguarda l’Europa e le popolazioni
non sempre sono coinvolte. E allora, il libro, con semplicità, cerca di
riportare questi temi nell’orizzonte quotidiano della gente. L’altra preoccupazione
è quella di far sì che gli avvenimenti mondiali vengano visti alla luce delle
persone umane, perché solitamente si parla di merci che si spostano,
coefficienti di sviluppo, consumismo ... Invece, quello che a noi importa di
più sono le persone, sia le persone migranti, sia le persone che restano là e
sono portatrici di altre culture e sensibilità religiose.
D. – In tema di immigrazione mons. Vittorio Nozza,
direttore della Caritas italiana, riconosce compiti diversi all’Europa e alla
Chiesa:
R. – La missione dell’Europa è quella di non costruire un
muro tra Nord e Sud del mondo, di non dimenticare l’apertura che va mantenuta
nei confronti di quell’immigrazione che proviene da territori fortemente
martoriati. La seconda cosa è che, all’interno dell’Europa, si trovi la più
ampia convergenza almeno su tre grandi impegni: il governo della migrazione, la
cooperazione e la difesa dei diritti. Da parte della Chiesa, poi, c’è un compito soprattutto di tipo
educativo, di sensibilizzazione, perché l’immigrato non sia più la persona che
fa paura ma la persona che, entrando in relazione con ognuno di noi, è arricchita
e arricchisce nello stesso tempo.
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LA TITANUS COMPIE 100 ANNI E QUESTA SERA ALL’AUDITORIUM DI ROMA
UN FILM RIEVOCATIVO RACCONTERÀ
L’IMPEGNO DELLA CASA
CINEMATOGRAFIA PROTAGONISTA DEL SETTORE
- Il servizio di Luca Pellegrini -
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A tredici anni faceva l’imbianchino negli studi Titanus
della Farnesina, anche se erano di suo padre Gustavo. Comincia così la
carriera, dipingendo una scena od attaccando un chiodo, e dandosi molte
martellate sulle dita, quello che sul finire degli anni Cinquanta verrà
considerato l’uomo più potente del cinema italiano: Goffredo Lombardo, oggi
84.enne, produttore e distributore di capolavori indimenticabili. Altri
cinquant’anni sono passati e in questo 2004 la Titanus festeggia il suo
centenario.
Questa storia è raccontata da un film rievocativo, “Un
secolo di cinema e di televisione”, proiettato per nostalgici e appassionati, o
semplicemente per chi non ha vissuto quel periodo d’oro del cinema italiano,
all’Auditorium di Roma. Comprensibile l’emozione mentre scorrono immagini
memorabili: a partire dal “Christus” del 1916 con la mamma, Leda Gys, nel ruolo
di Maria; al “Gattopardo” e “Rocco e i suoi fratelli” di Visconti; “Pane, amore
e fantasia” di Comencini; “La ciociara” di Vittorio De Sica. E poi i primi film
mitologici e “Cronaca familiare” di Zurlini, la commedia all’italiana e i
debutti di Ermanno Olmi con “Il posto”, del 1961; e quello di Tornatore nel
1986 con “Il camorrista”, fino alle grandi fiction televisive dei giorni
d’oggi. Che cosa prova Goffredo Lombardo nel vivere questo storico compleanno?
R. – E’ un ricordo degli albori del cinema, quando mio
padre ha cominciato a fare questo mestiere difficilissimo, incomprensibile, per
cui praticamente non era affatto stimato dalla sua famiglia. Poi ha incontrato
mia madre, che è stata una grandissima attrice del muto. Perciò questi ricordi,
questo centenario, mi riportano al passato.
D. – Tanti titoli che ha prodotto e distribuito la Titanus
si possono ripercorrere attraverso questo montaggio che ha fatto Lucherini per
la Titanus, partendo dagli inizi, dagli albori della storia del cinema. Quali
sono le immagini che ti emozionano di più?
R. – Quelle che mi emozionano di più sono legate, ad
esempio, a “I figli di nessuno”, che è il primo film che ho prodotto da
giovanissimo. Per ultimo, nel mio cuore, c’è “Il Gattopardo”.
D. – Goffredo, che cosa ha significato per te celebrare un
Giubileo dello spettacolo nell’anno 2000?
R. – E’ stata un’emozione enorme, in quanto nell’anno 2000
io praticamente ho raggiunto una sensazione che non è uguale a quella di oggi,
in cui celebriamo il centenario. Praticamente la mia unione con la Chiesa è
un’unione che nasce dal cuore, che era nella mia famiglia e che continua. E il
Giubileo dello spettacolo, nei nostri stabilimenti, è stato il culmine delle
mie aspirazioni.
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23 giugno 2004
CRESCONO
LE DIFFICOLTA’ PER LA FAMIGLIA IN EUROPA: DIMINUISCONO I MATRIMONI, AUMENTANO I
DIVORZI E LE CONVIVENZE, SCENDE IL TASSO DI FECONDITA’.
SONO ALCUNI
DEI DATI DIFFUSI IN VISTA DEL SIMPOSIO SULLA “FAMIGLIA IN EUROPA” CHE SI APRE
DOMANI A ROMA
- A
cura di Ignazio Ingrao -
ROMA.
= La famiglia in Europa è sempre più
minacciata ma le politiche familiari continuano ad essere inadeguate. La
denuncia arriva in vista del Simposio europeo dei docenti universitari dedicato
alla “Famiglia in Europa. Fondamenti, esperienze e prospettive”, organizzato
dall’Ufficio per la pastorale universitaria della diocesi di Roma, in
collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca e il
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Secondo i dati forniti dagli
organizzatori del Simposio, nell’Unione Europea dal 1980 al 2001, il tasso medio
di matrimoni è calato da 6,3 a 4,8; il tasso dei divorzi è invece aumentato da
1,4 a 1,9 per mille abitanti. Scende anche il tasso di fecondità dall'1,82
all'1,46. Sono aumentate le famiglie con un solo genitore e le convivenze di
fatto senza tutele per i membri più deboli. Un numero sempre maggiore di
bambini nasce fuori dal matrimonio e cresce senza una coppia stabile di
genitori. I 400 docenti universitari giunti a Roma da 32 Paesi europei
discutono delle politiche necessarie per far fronte all’emergenza famiglia in
Europa: verranno presentate al riguardo esperienze di vari Paesi, dal
Portogallo alla Grecia, dall’Irlanda alla Polonia. Introducono i lavori Cesare
Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale e il cardinale Camillo
Ruini. I partecipanti saranno ricevuti in udienza dal Papa.
E’ STATO ANNUNCIATO OGGI UN SIMPOSIO DEI VESCOVI
DELL’AFRICA E DELL’EUROPA CHE SI TERRA’ A ROMA DAL 10 AL 13 NOVEMBRE PROSSIMI.
RAPPRESENTANTI
DEGLI EPISCOPATI DEI DUE CONTINENTI SI
INCONTRERANNO PER RIFLETTERE
SULLE
COMUNI RESPONSABILITA’ NEI CONFRONTI DELLA CHIESA E DEI I PROPRI POPOLI
SAN
GALLO. = Il Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (Ccee) e il Simposio
delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (Secam) hanno annunciato
oggi l’avvio dei lavori preparatori del primo incontro comune degli Episcopati
africani ed europei, realizzato con il patrocinio della Congregazione per l'Evangelizzazione
dei popoli e la collaborazione di organismi di solidarietà. Parteciperanno al
Simposio 50 vescovi dei Paesi africani e 50 di quelli europei (nominati dalle
Conferenze episcopali); delegati di “organismi di solidarietà”; rappresentanti
di dicasteri Vaticani; delegati degli organismi ecclesiali continentali di
Asia, America Latina e America del nord. È la prima volta che un numero così
rappresentativo di vescovi dei due continenti si incontra per riflettere sul
proprio futuro. L’obiettivo è approfondire la responsabilità comune per
l'evangelizzazione, la missione, la pastorale sociale, alla luce delle
esortazioni apostoliche “Ecclesia in Africa” e “Ecclesia in Europa”;
confrontarsi sulla visione dell'uomo e dei rapporti sociali in Africa e Europa;
verificare la situazione dell’evangelizzazione; riflettere sulle esperienze di
collaborazione che già esistono tra Africa e Europa e cercare nuove vie per affrontare
le sfide della povertà, delle migrazioni, del rapporto con Islam, dell’Aids;
approfondire il tema del rapporto della Chiesa con la politica e in particolare
della corresponsabilità nel costruire la pace e una società più giusta. Una
commissione è già al lavoro per delineare il programma definitivo. Alle conferenze
episcopali in Europa e in Africa è stato inviato un questionario, per avere un
quadro degli organismi e delle esperienze di collaborazione già esistenti tra i
due continenti. (I.I.)
SI
APRE OGGI A BUDAPEST LA QUARTA CONFERENZA MINISTERIALE SU AMBIENTE
E SALUTE
PROMOSSA DALL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’.
SI
DISCUTE DEGLI EFFETTI SULL’INFANZIA DEL DEGRADO AMBIENTALE,
CHE
OGNI ANNO PROVOCA LA MORTE DI OLTRE CINQUE MILIONI DI BAMBINI
BUDAPEST. = Ministri della salute e dell’ambiente di 52 Paesi
del mondo sono riuniti nella capitale ungherese su iniziativa dell’Ufficio
regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità. La
conferenza, che si conclude il 25 giugno, sarà chiamata ad approvare una
dichiarazione finale e un piano d’azione volto a proteggere i più piccoli dagli
effetti devastanti dell’inquinamento. Secondo una ricerca promossa dall’Oms e
pubblicata nei giorni scorsi dalla rivista scientifica “The Lancet”,
l’inquinamento in Europa uccide un bambino su tre. I principali fattori di
pericolo sono l’aria inquinata nei luoghi chiusi o all'aperto, l’acqua contaminata,
il piombo, i traumi e gli incidenti. Si stima che questi fattori di rischio
siano la causa principale della morte di 100 mila bambini tra 0 e 19 anni, in
52 Paesi europei, ogni anno. “E’ inaccettabile che i membri più vulnerabili
della società siano quelli che pagano il prezzo più alto per i danni alla
salute prodotti dall’inquinamento”, ha dichiarato Lee Jong-wook, direttore
generale dell’Oms. Inoltre - ha proseguito il direttore generale - “l’intera
società soffre i danni prodotti sulla salute dei bambini, poiché lo sviluppo
nella prima infanzia influisce sulla salute della persona in tutto il resto
della vita”. Il piano d’azione in discussione a Budapest prevede l’adozione di
misure volte a incrementare il numero delle abitazioni dotate di acqua potabile
e a rafforzare le norme legislative per ridurre il fumo passivo delle donne incinte. (I.I.)
I CONFLITTI DIMENTICATI DELL’AFRICA
SARANNO UNO DEI TEMI AL CENTRO
DEL MEETING DI RIMINI CHE SI TERRA’ DAL 22 AL
28 AGOSTO. IL PROGRAMMA
E’ STATO PRESENTATO OGGI A ROMA DAL
PRESIDENTE DELLA COMPAGNIA DELLE OPERE, RAFFAELE VIGNALI
RIMINI. = “Il nostro progresso non consiste nel presumere
di essere arrivati, ma nel tendere continuamente alla meta”: è il tema scelto
quest’anno per il Meeting dell’Amicizia di Rimini, promosso da Comunione e
Liberazione. Lo spunto - ha spiegato il presidente della Compagnia delle Opere
- è stato offerto da una lettera di San Bernardo di Chiaravalle. Tantissimi,
come di consueto, gli ospiti che si susseguiranno nei padiglioni della Fiera di
Rimini, numerosi anche gli spettacoli e le mostre in programma. Una particolare
attenzione sarà dedicata quest’anno ai conflitti dimenticati in Africa. Per
discutere di “Africa: la sfida della pace”, sono stati invitati John Garang,
leader dell’esercito di liberazione del Sudan (SPLA); Alfredo Mantica,
sottosegretario al ministero degli Affari Esteri; Oli Osman Taha, vicepresidente
del Sudan; mons. John Baptist Odama, arcivescovo di Gulu; il cardinale Gabriel
Zubeir Wako, arcivescovo di Khartoum. Tra gli altri eventi si segnala anche una
grande mostra di arte sacra contemporanea dedicata alle opere del pittore
piacentino Bruno Grassi (I.I.)
IL
DIRETTORE GENERALE DELL’UNESCO, KOICHIRO MATSUURA,
CONDANNA
L’UCCISIONE DI ELY BINOYA, RESPONSABILE DI UNA EMITTENTE
RADIOFONICA
DELLE FILIPPINE. DAL 1986 SONO STATI UCCISI 44 GIORNALISTI
PARIGI
= Dura condanna dell’uccisione di Ely Binoya, responsabile dell’emittente
radiofonica filippina Radio Natin, è stata espressa del direttore generale
dell’Unesco, Koichiro Matsuura. “Ricorrere ai fucili per ridurre i media al
silenzio è un attacco alla democrazia da cui dipende il dibattito pubblico e la
ricchezza delle fonti di informazione”, ha dichiarato Matsuura. “Sono molto
preoccupato per questo omicidio e per il crescente numero di giornalisti uccisi
nelle Filippine nel corso degli ultimi anni. Ho fiducia nell’impegno delle
autorità nell’indagare su questi delitti e spero che la sicurezza dei
professionisti dei media sarà maggiormente garantita”, ha aggiunto il direttore
generale dell’Unesco. Binoya è stato ucciso il 17 giugno a General Santos City,
nel sud delle Filippine. Commentatore e opinionista assai conosciuto, il
responsabile di Radio Natin in questi anni non ha lesinato critiche ai politici
e spesse volte ha denunciato la corruzione in atto nel Paese. E’ il secondo
giornalista ucciso nelle Filippine quest’anno. Secondo la “South East Asian
Press Alliance” (l’Associazione dei giornalisti del Sud Est asiatico), dal 1986
ad oggi nelle Filippine sono stati uccisi 44 giornalisti. (I.I.)
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23 giugno 2004
- A cura di Amedeo Lomonaco e Roberta
Moretti -
Orrore in Iraq per la decapitazione del 33.enne interprete
sudocreano, Kim Sun Il, ucciso ieri da militanti di Al Qaeda. Il governo della
Corea del Sud, che non ha accettato di ritirare le proprie truppe dal Paese del
Golfo in cambio della liberazione dell’ostaggio, ha annunciato che i civili
presenti nello Stato arabo torneranno in patria. Il servizio di Barbara
Schiavulli:
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E’ sgomento in Iraq per la morte di Kim Su Il, il giovane
sudcoreano il cui corpo è stato ritrovato, trasformato in una trappola perché imbottito
di esplosivo, alle porte di Baghdad. Gli iracheni, per quanto non amino la presenza
delle forze di occupazione, si manifestano apertamente tutti contrari a questa
strategia del terrore che destabilizza e spaventa la gente stessa. Condanna da
tutti i vertici dell’autorità locale ma anche dalla gente normale, cui è
rimasto molto impresso lo strazio del 30.enne Kim Sun Il che supplicava, nel
video di Al Jazeera, di non venire ucciso. La risposta americana a questa
ennesima barbarie è stata quella di compiere un nuovo raid nella città sunnita
di Falluja, roccaforte della resistenza e ora anche del terrorismo straniero
capeggiato dal giordano Al Zarkawi. Il capo di Al Qaeda in Iraq si staglia
contro il neo-premier iracheno Iyad Allawi, minacciando di ucciderlo. Il primo
ministro ha più volte dichiarato guerra al terrorismo, soprattutto quello di
impronta straniera, e si è mostrato deciso ad usare la linea dura. Manca
intanto solo una settimana al passaggio di poteri dagli americani al governo
iracheno e la situazione si fa ogni giorno più tesa. Questa mattina la capitale
si è risvegliata con l’ennesima esplosione vicino ad uno degli ospedali di Baghdad.
Sono morte tre persone, tra cui una donna e il suo bambino.
Barbara Schiavulli, da Baghdad per la Radio Vaticana.
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In una nuova registrazione radio, trasmessa stamani da un
sito Internet islamico, il capo di Al Qaeda in Iraq, Al Zarqawi, ha dunque minacciato di morte il premier
iracheno, Iyad Allawi. La registrazione giunge dopo il video di rivendicazione
dell’assassinio dell’ostaggio sudcoreano, Kim Sun Il. Ma perché i terroristi
mirano, con questi video, ad un effetto mediatico delle loro azioni? Giada
Aquilino lo ha chiesto ad Anna Migotto, inviata Mediaset a Baghdad:
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R. – E’ una strategia in qualche modo militare anche
questa. Una strategia che viene confermata negli ultimi tre video, quelli che
documentano la disperazione e la decapitazione dell’ostaggio sudcoreano e
mostrano i corpi di quattro marines portati appositamente in un cantiere edile
per essere mostrati. Questa nuova registrazione audio di Al Zarqawi costituisce
un’altra faccia della guerra di propaganda. E’ evidente che per Al Qaeda
colpire membri del governo di transizione, così come tutti quelli che
collaborano con il nuovo esecutivo, diventa un obiettivo preciso.
D. – Quindi, mentre si avvicina il 30 giugno, si prevedono
altri video e azioni terroristiche?
R. – Il clima di incertezza e di paura ormai pervade tutti
quanti. Il problema dei rapimenti e degli attentati terroristici rende insicuro
il Paese. Non c’è dubbio che in Iraq, già da diverso tempo, siano arrivati
molti combattenti stranieri. Per quello che riguarda il video nel quale il
giovane sudcoreano, Kim Sun Il, chiedeva disperatamente aiuto, si deve sottolineare
un aspetto: secondo i nostri interpreti, l’uomo incappucciato che lancia
l’ultimatum ha un accento decisamente saudita. Questo può significare che c’è
una collaborazione stretta tra guerriglieri iracheni e combattenti stranieri.
D. – Proprio queste notizie che indicano come il
terrorismo abbia radici un po’ ovunque ci fanno quasi capire che Al Zarqawi, in
una sorta di gerarchia del terrore, ha raggiunto Osama Bin Laden?
R. – Potremmo dire che forse ha affiancato Bin Laden. Al
Zarqawi è l’altra faccia di Al Qaeda.
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In
Italia il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che consente la
proroga della missione italiana in Iraq. Il provvedimento prevede un rifinanziamento
della missione fino al 31 dicembre. Prorogato anche il finanziamento di tutte
le missioni all’estero. Intanto a Nassiriya è stata abbandonata la sede
dell’Autorità provvisoria della coalizione è stata consegnata al nuovo Consiglio
provinciale del governo ad interim iracheno.
Tutte
le maggiori forze palestinesi hanno condannato, in un comunicato, ogni eventuale
ruolo che Egitto e Giordania potrebbero svolgere per consolidare la sicurezza
nei Territori dopo il previsto ritiro di Israele dalla striscia di Gaza e da alcune
aree della Cisgiordania. Intanto sul terreno proseguono le violenze. Almeno due
palestinesi sono morti ieri pomeriggio durante scontri con l’esercito israeliano
a Beit Hanoun, nel nord della striscia di Gaza, ed oggi un giovane palestinese
è stato ucciso da soldati israeliani a Nablus, in Cisgiordania. Lo hanno
riferito fonti militari dello Stato ebraico.
In Iran
sono stati rilasciati gli otto membri dell’equipaggio di tre unità della marina
militare britannica arrestati lunedì scorso dalle autorità iraniane per aver violato
le acque territoriali di Teheran. Il governo iraniano ha ufficialmente ordinato
la liberazione degli otto marinai dopo che le indagini hanno confermato come lo
sconfinamento sia avvenuto per errore, senza l’intenzione di violare la
sovranità nazionale della Repubblica Islamica.
La
guerra cecena si allarga al resto del Caucaso. Lo testimonia l’attacco di ieri
notte nella Repubblica autonoma dell’Inguscezia, dove 200 ribelli ceceni hanno
colpito contemporaneamente tre città, causando la morte di almeno 92 persone,
secondo l’ultimo bilancio fornito dal governo caucasico. Per il presidente russo,
Vladimir Putin, giunto ieri sera in Inguscezia, dopo un vertice a Mosca, appare sempre più difficile sconfiggere il
terrorismo islamico nella regione. Putin ha anche annunciato la prossima
creazione, a Nazran, di un contingente permanente delle truppe del ministero
dell’Interno per garantire la sicurezza nella Repubblica caucasica.
Marc Dutroux pagherà con il carcere a vita le torture, le
sevizie e gli assassinii che hanno sconvolto il Belgio e l’Europa 8 anni fa. La
sentenza della magistratura belga, giunta al termine di 62 giorni di udienze,
iniziate il primo marzo scorso, è stata pronunciata ieri dalla Corte d’Assise
di Arlon:
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La parola ‘ergastolo’ è arrivata alla fine di quasi un’ora
di lettura delle motivazioni. “Lei è stato condannato al massimo della pena –
ha detto il presidente della Corte, rivolgendosi direttamente a Dutroux – ma
credo che le sia andato meglio che alla maggior parte delle sue vittime”. Il processo
era incominciato il primo marzo scorso per un totale di 62 giorni di udienze e
lunghe dirette televisive. Dutroux è stato condannato per aver rapito e violentato
sei ragazzine tra il ’95 e il ’96, per la morte di due di loro e per
l’assassinio di un suo presunto complice. La Corte di Arlon ha inoltre condannato
a 30 anni di reclusione l’ex moglie, Michelle Martin, e a 25 anni l’aiutante,
Michel Lelièvre, riconosciuto colpevole di rapimenti e sequestri. Soltanto
cinque anni, invece, all’uomo d’affari Michel Nihoul che Dutroux aveva indicato
come il vero organizzatore di una fitta rete di pedofili di cui avrebbero fatto
parte anche nomi famosi.
Francesca Pierantozzi per la Radio Vaticana.
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Il
pericolo di un attentato terroristico con armi atomiche è reale ed imminente.
E’ questo l’allarme lanciato dal direttore generale dell’Agenzia internazionale
per l’energia tomica, Mohamed El Baradei, a conclusione della conferenza sulla
non proliferazione nucleare, promossa a Washington dal gruppo indipendente
‘Carnegie Endowment for international peace’.
A 5
giorni dal secondo turno delle presidenziali, la Lituania è ripiombata ieri nuovamente
in una crisi politica. In un’inchiesta su presunte frodi finanziarie, i servizi
anti-corruzione lituani hanno perquisito le sedi di quattro grandi partiti, che
si erano uniti per espellere il presidente Rolandas
Paksas, destituito nell’aprile scorso con l’accusa di legami con la mafia e per
aver divulgato segreti di Stato.
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