RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 164 - Testo della trasmissione di sabato 12 giugno 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Domani la Chiesa in Italia celebra la festa del Corpus Domini: la riflessione del teologo Bruno Forte.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Prosegue a ritmo serrato la maratona elettorale per i deputati dell’Europarlamento. Oggi alle urne Italia, Lettonia e Malta: ai nostri microfoni il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini

 

Ieri nella cattedrale di Washington i funerali di Ronald Reagan: il ricordo personale del cardinale Pio Laghi

 

Ricorre oggi il 50.mo di canonizzazione di San Gaspare del Bufalo, fondatore dei missionari del Preziosissimo Sangue, che ispirò la vita di Maria De Mattias, proclamata Santa un anno fa: con noi don Giovanni Francilia e Suor Vittoria Tomarelli

 

In Portogallo oggi pomeriggio al via i Campionati europei di calcio 2004: ce ne parlano Candido Cannavò e Darwin Pastorin.

 

CHIESA E SOCIETA’:

“L’islam è in crisi” ma non si può curarlo con la guerra: è quanto scrive il vescovo di Tunisi, mons. Fouad Twal, in una lettera aperta ai cristiani d’occidente

 

C’è preoccupazione nella Chiesa cattolica dello Sri Lanka per la sorte delle comunità missionarie a causa della proposta di legge anti-conversione presentata dal clero buddista

 

L’arcidiocesi di Monterrey sta costruendo una casa di accoglienza per immigrati latinoamericani che attendono di passare la frontiera con gli Stati Uniti

 

Dopo 24 anni di lavoro è stata pubblicata in India la traduzione della Bibbia nella lingua locale dello Stato dell’Assam che conta 26 milioni di abitanti

 

La Chiesa coreana vara un progetto destinato ai figli di coppie che lavorano per fermare il calo della natalità e migliorare il livello di istruzione

 

24 ORE NEL MONDO:

Iraq: assassinato il viceministro degli Esteri

 

L’Iran non sospenderà le attività dei suoi impianti nel ciclo di produzione di uranio arricchito.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

12 giugno 2004

 

 

 

DOMANI  LA CHIESA IN ITALIA CELEBRA LA FESTA DEL CORPUS DOMINI.

LA RIFLESSIONE DEL TEOLOGO BRUNO FORTE SULL’ANNO DELL’EUCARISTIA ANNUNCIATO DAL PAPA A PARTIRE DAL PROSSIMO OTTOBRE

- Intervista con mons. Bruno Forte -

 

Domani la Chiesa festeggia il Corpus Domini. La Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo assume un significato e un’intensità particolari dopo che il Papa ha annunciato, giovedì scorso, che dal prossimo ottobre inizierà l’Anno dell’Eucaristia. Ma cosa significa celebrare un anno eucaristico? Debora Donnini lo ha chiesto al teologo mons. Bruno Forte.

 

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R. - Poiché l’Eucaristia è Cristo che si dona in persona, vivo,vero, celebrare un anno eucaristico significa porre con nuovo slancio al centro della vita e della missione della Chiesa l’unico suo Signore, Cristo. E’ un ritrovare la gioia e la forza di essere i testimoni non di qualcosa, di una ideologia, di una dottrina, ma di Qualcuno, il Signore vivente che dà senso e bellezza alla nostra vita e alla vita del mondo.

 

D. - In un’epoca segnata da tanti contrasti e contraddizioni è molto importante annunciare che il Cristo è una persona viva…

 

R. - Di fronte alla caduta dei grandi miti della modernità, le ideologie c’è bisogno di dare una ragione di vita e di speranza che non sia ideologica e dunque violenta, che aiuti a superare il senso di abbandono e di vittimismo che spesso prende i nostri contemporanei, che spesso è mascherato sotto spoglie diverse che sono la ricerca del potere, dei consumi: e  mettere al centro Colui che dà senso alla vita significa rispondere ad un bisogno profondissimo dell’epoca in cui viviamo.Anche di fronte agli scenari di violenza e di guerra  cui stiamo assistendo in modo particolare a partire dal 2001 e dalla risposta tragica della guerra alla non meno tragica, anzi ancor più barbara violenza del terrorismo, credo che sia importante richiamare che la verità non è qualcosa che  si possiede,  ma Qualcuno.

 

D. - Che cosa significa concretamente per noi comunicare al Corpo e al Sangue di Cristo?

 

R. - Se il Figlio di Dio ha assunto un corpo, se l’Eucaristia, il pane e il vino transustanziati sono il Corpo e il Sangue di Cristo, allora questa materia di cui è fatto il mondo non è materia dannata, non è negatività, ma un valore profondo, quel valore che il suo Creatore le ha attribuito, che il peccato dell’uomo ha in qualche modo oscurato ma che proprio la Redenzione di Cristo le restituisce.

 

D. - E’ anche importante questo in una funzione anti New Age, in qualche modo?

 

R. - Certamente. La New Age è la gnosi moderna, un tentativo di far credere all’uomo che può redimersi da solo. L’Eucaristia,mentre è profondamente umana e vicina all’uomo perché materia di questo mondo transustanziata, è anche il cibo che viene dal cielo, proprio perché non è semplicemente un frutto della terra. Un mondo che si apre nell’invocazione al dono di Dio è destinato non solo alla salvezza eterna, ma anche a rivalutare l’umanità dell’uomo, la condizione di carne, di lacrime, di storia, di terra di cui siamo fatti, che è stata assunta dal Figlio di Dio e da lui trasfigurata.

 

D. - Il Papa dice che il sacrificio di Cristo è per la salvezza del mondo intero. Che significato ha?

 

R. - E’ il senso proprio della destinazione universale del dono di Cristo. Cristo è venuto per la salvezza di tutti e di ciascuno. Un Anno Eucaristico significa non soltanto riscoprire Cristo come centro del cuore e della fede del credente, ma significa anche riscoprire lo slancio e la passione missionaria di annunciare Lui la Verità che salva fino agli estremi confini della terra.

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UDIENZE E NOMINE

 

Giovanni Paolo II ha ricevuto nel corso della mattinata, in successive udienze, Sua Beatitudine il cardinale Ignace Moussa I Daoud, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali; il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi, e cinque presuli della Conferenza Episcopale della Colombia, in visita ad Limina.

 

In Messico, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di San Andrés Tuxtla, presentata per raggiunti limiti di età dal vescovo Guillermo Ranzahuer González. Al suo posto, il Pontefice ha nominato vescovo il sacerdote José Trinidad Zapata Ortiz, del clero della medesima diocesi, finora rettore del Seminario “Cristo Rey” della diocesi di Texcoco. Il neo presule, 45 anni, ha ottenuto la Licenza in Teologia biblica presso la Pontificia Università di México. Oltre a svolgere il ministero di vicario parrocchiale, dal 1990 è stato prefetto di disciplina e Professore nel Seminario “Cristo Rey” di Texcoco, fino ad assumerne, nel ’98, la carica di rettore.

 

In Guatemala, Giovanni Paolo II ha accettato la rinuncia al governo pastorale del vicariato apostolico di Izabal, presentata dal vescovo Luís Maria Estrada Paetau, domenicano, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico. Al suo posto, il Papa ha nominato il sacerdote Gabriel Peñate Rodríguez, del clero di Jalapa, elevandolo alla dignità episcopale. Mons. Peñate Rodríguez, 47 anni, ha compiuto gli studi nel suo Paese e a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana dove ha conseguito la Licenza in Teologia Dogmatica. E' stato parroco in diverse parrocchie ed è stato, tra l’altro, formatore e docente di Teologia nel Seminario Maggiore Nazionale. Attualmente è anche delegato diocesano per la catechesi.

 

Il vicariato apostolico di Izabal, creato nel 1988, ha una superficie di 9 mila kmq e 375 mila abitanti, dei quali 250 mila cattolici, distribuiti in 13 parrocchie. Vi lavorano 16 sacerdoti (10 diocesani, sei religiosi), quattro fratelli religiosi, 51 religiose e 17 seminaristi maggiori.

 

In Ciad, il Pontefice ha nominato vescovo della diocesi di Moundou il sacerdote Joachim Kouraleyo Tarounga, del clero di Doba, finora rettore del Seminario Maggiore di N’Djamena. Il nuovo presule ha 46 anni. Dopo gli studi in patria, in Camerun, in Costa d'Avorio e a Parigi, dove ha ottenuto la Licenza in Teologia, è stato ordinato sacerdote nel 1989 e incardinato nella diocesi di Doba. Oltre al ministero di parroco, mons. Tarounga ha svolto gli incarichi di professore e rettore del Seminario Maggiore di N'Djamena. La diocesi di Moundou è suffraganea dell’arcidiocesi di N'Djamena e conta 180 mila cattolici su poco più di mezzo milione di abitanti. Le parrocchie sono 12, 25 i sacerdoti, 64 le religiose, 38 tra seminaristi maggiori e minori e oltre mille catechisti.

 

In Vietnam, il Santo Padre ha nominato vescovo della diocesi di Thanh Hoa il sacerdote Joseph Nguyen Chi Linh, professore nel Seminario Maggiore di Nha Trang. Mons. Chi Linh, 55 anni, ha studiato nel suo Paese ma a causa degli avvenimenti politici che lo scossero tra gli anni Sessanta e Settanta, fu costretto a tornare in famiglia e a lavorare duramente per 14 anni, facendo nel contempo tirocinio nella parrocchia di Song My, Phan Rang, Ninh Thuan. Dopo l’ordinazione sacerdotale è stato viceparroco a Phuoc Thien, quindi dal 1995 al 2003 ha studiato in Francia all'Istituto Cattolico di Parigi, dove ha conseguito il Dottorato in Filosofia, ed è tornato in diocesi nel novembre dello scorso anno. Attualmente insegna nel Seminario Maggiore di Nha Trang. La diocesi di Thanh Hoa ha 3 milioni e mezzo di abitanti e oltre 125 mila cattolici.

 

Giovanni Paolo II ha nominato membro della Congregazione per il Clero e del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace l’arcivescovo della Madre di Dio a Mosca (Federazione Russa), mons. Tadeusz Kondrusiewicz.

 

Il Papa ha nominato sottosegretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica padre Vincenzo Bertolone, dei Missionari Servi dei Poveri, finora aiutante di studio nel medesimo dicastero.

 

Il Pontefice ha nominato membro della Pontificia Commissione Biblica il padre agostiniano Prosper Grech.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l’Iraq: assassinato - in un agguato a Baghdad - il Direttore generale del ministero degli esteri.

Sempre in prima, un passo tratto dall’“Ecclesia de Eucharistia” per il riquadrato dal titolo “Verso l’Anno dell’Eucaristia”.   

 

Nelle vaticane, la traduzione italiana della Lettera pontificia indirizzata al vescovo di Fulda in occasione del 1250. mo anniversario del martirio di San Bonifacio, “Apostolo della Germania”.

L’omelia dell’arcivescovo Leonardo Sandri in occasione della celebrazione eucaristica e della processione – a Czestochowa – per la solennità del Corpus Domini.

 

Nelle estere, Sudan: l’Onu decide una missione politica nel Darfur per studiare il possibile invio di “caschi blu”. 

 

Nella pagina culturale, un articolo di Prosper Grech in merito alla pubblicazione in italiano del volume di Eugenio Zolli “Prima dell’alba: autobiografia autorizzata”.

 

Nelle pagine italiane, al via le operazioni di voto per le elezioni europee ed amministrative.  

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

12 giugno 2004

 

 

 

L’UE ALLE URNE PER LA SCELTA DEI DEPUTATI DELL’EUROPARLAMENTO.

OGGI E’ LA VOLTA DI ITALIA, LETTONIA E MALTA

- Intervista con il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini -

 

Prosegue la maratona elettorale nei 25 Paesi dell’Unione Europea per la scelta dei deputati al prossimo Parlamento di Strasburgo. Oggi sarà la volta di Italia, Lettonia e Malta, mentre i restanti 18 Paesi saranno chiamati alle urne domenica. Ieri è toccato alla Repubblica Ceca, dove secondo i primi exit poll la vittoria dovrebbe andare all’opposizione di centro-destra Ods, e all’Irlanda. Gli irlandesi, inoltre, hanno votato per un referendum sulla cittadinanza proposta dal governo di centro-destra di Bertie Ahern, che intende eliminare il diritto di suolo, ovvero l’automatica cittadinanza, per i figli di immigrati. Alla vigilia del voto, i vescovi irlandesi hanno espresso la propria contrarietà sul referendum, considerato razzista.

Si moltiplicano, intanto, i commenti sulla netta sconfitta registrata dai laburisti alle elezioni locali svoltesi in Inghilterra e Galles. Il partito del premier Tony Blair, infatti, è scivolato al terzo posto, dopo conservatori e liberal-democratici. Il servizio di Sagida Sayed:

 

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Il primo ministro inglese ha riconosciuto il colpo infertogli dall’elettorato nelle consultazioni locali, che hanno portato il suo partito in terza posizione, dietro ai conservatori e ai liberal-democratici. Il leader inglese ha cercato di rassicurare, ma la realtà dei fatti assomiglia più a una disfatta che ad un incidente di percorso. Blair ha chiesto al proprio partito di conservare nervi saldi e ha dichiarato che non ci saranno dietro-front in politica estera, soprattutto per ciò che concerne l’Iraq. Per gli osservatori politici, comunque, Tony Blair ha ancora un carisma e una leadership in grado di trasformare i voti di protesta in voti a favore per le prossime elezioni politiche. Un barlume di speranza l’ha portato, nella tarda serata di ieri, la rielezione del sindaco laburista di Londra, Ken Livingstone. Ora i riflettori sono puntati sui risultati delle europee e i laburisti si preparano ad un’altra sconfitta.

 

Da Londra per la Radio Vaticana, Sagida Sayed.

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E’ scoppiata la polemica tra Commissione europea e Olanda, che ha diffuso ieri i risultati delle consultazioni, senza aspettare che si votasse negli altri Paesi. I cristiano-democratici, pur arretrando sensibilmente, si sono confermati primo partito, con il 24.4% dei consensi. Avanza al 23.6%, invece, l’opposizione dei social-democratici.

 

Dalle ore 15 di oggi seggi aperti anche in Italia per le europee e per le amministrative parziali. Lo scrutinio per le elezioni dei 78 membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia inizierà alla chiusura dei seggi, domenica alle ore 22, mentre per le altre consultazioni alle 14 di lunedì 14 giugno. I ballottaggi si svolgeranno sabato 26 giugno e domenica 27. Una tornata elettorale importante, quindi, soprattutto per i significati politici che avrà l’esito del voto. Il servizio di Giampiero Guadagni:

 

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Sono 50 milioni gli italiani con diritto di voto chiamati ad eleggere 78 rappresentanti nazionali al Parlamento europeo di Strasburgo. 37 milioni, invece, quelli interessati dalla tornata delle amministrative: si dovranno eleggere i sindaci e i consigli comunali di 4.518 comuni, 30 dei quali capoluogo; i presidenti e i consigli provinciali di 63 province; il presidente e il consiglio regionale della Sardegna. In campagna elettorale, per la verità, si è parlato poco dei temi europei e di quelli delle realtà locali, gli schieramenti si sono piuttosto scontrati sui temi economici nazionali e, ancora di più, sull’Iraq. Il voto di oggi e domani è, dunque, anche un test per verificare gli attuali rapporti di forza tra centro-destra e centro-sinistra. Interessanti, al riguardo, saranno i risultati di Forza Italia, primo partito del centro-destra, e della lista unitaria dell’Ulivo, il raggruppamento che comprende Ds, Margherita e Socialisti democratici. Un duello a distanza tra il premier Berlusconi e il presidente della Commissione europea Prodi, quindi, duello che potrebbe ripetersi alle politiche del 2006.

 

Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.

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Domani anche la Lituania andrà alle urne, non solo per le sue prime elezioni europee, ma anche per eleggere il nuovo capo di Stato. Le presidenziali anticipate chiuderanno così definitivamente la turbolenta era Paksas, deposto nel marzo scorso con un procedimento di impeachment. Alla base del provvedimento i suoi pesanti coinvolgimenti con la mafia russa e i servizi di Mosca. I sondaggi danno, quindi, come favorito l’ex presidente Valdas Adamkus, un centrista indipendente di 77 anni che aveva perso il ballottaggio proprio con Paksas, nel gennaio 2003.

 

Ma sulle elezioni europee ascoltiamo il commento del presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, al microfono di Alessandro Guarasci:

 

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D. – Perché è così importante andare a votare? Lei ha fatto un appello al voto. Non pensa che una parte degli europei considerino il Parlamento europeo troppo distante da loro?

 

R. – Un modo per renderlo ancora più distante è non andare a votare. Un modo per avvicinarlo concretamente alle esigenze dei popoli è quello di essere coinvolti in prima persona. La politica può sembrare distante. A volte lo è. Ci lamentiamo un po’ tutti di questa chiusura nel palazzo della classe politica, ma il modo unico, vero, a cui non si è trovata un’alternativa per rendere più pulita e trasparente la politica è proprio la partecipazione democratica. Le elezioni europee sono una tappa importante e io mi auguro che il popolo italiano sappia rispondere coi fatti a quella vocazione europea che sembra essere oggi – e questo lo dico con soddisfazione – un minimo comune denominatore tra tutti noi. Se penso alle lacerazioni del passato sull’Europa e alla condivisione di oggi sull’Europa, penso davvero che si sia avverata la grande lezione degasperiana. Questo è un minimo comune denominatore, dimostriamolo concretamente andando a votare.

 

D. – Le elezioni europee potranno essere un’occasione per mettere da parte le incomprensioni tra Stati Uniti ed una parte dell’Unione Europea?

 

R. – Io vorrei sottolineare un punto che le celebrazioni dello sbarco in Normandia hanno evidenziato: non ci può essere nel codice genetico dell’Europa il germe dell’antiamericanismo. Ci possono essere posizioni diverse, come si conviene tra amici, tra Europa e Stati Uniti, ma quello che ci unisce è immensamente di più di quello che ci può dividere. Per cui credo che l’unità dell’Europa si costruisca in un rapporto di amicizia autentica con gli Stati Uniti d’America. E l’unità europea è un valore, perché non può bastarci la moneta unica e l’integrazione economica, ci deve essere una vera e propria sintonia politica tra i grandi Stati. Io mi auguro che anche il governo italiano voglia accentuare il suo lavoro in questa direzione.

 

D. – Presidente Casini, il Papa recentemente ha chiesto a Bush un rapido ritorno alla sovranità per gli iracheni. Lei ad oggi pensa davvero che ci siano le condizioni?

 

R. – Io credo che si stia realizzando, anche per grande impulso della Santa Sede e del Santo Padre, il recupero anzitutto della centralità delle Nazioni Unite, e poi, in prospettiva, il recupero di una autonomia effettiva e vera nella direzione della sovranità del governo iracheno. Questi erano gli obiettivi che si poneva la parte più ‘avvertita’ della comunità internazionale per evitare che la presenza di truppe straniere in Iraq potesse essere fraintesa, come in effetti si è rischiato di fare in questi mesi.

 

D. – E’ anche urgente stabilizzare la situazione in Terra Santa: c’è chi teme addirittura uno scontro tra civiltà …

 

R. – La Terra Santa è un punto centrale. Ci sono lacerazioni che appaiono senza fine e che stanno segnando la quotidianità della Palestina, dei luoghi santi e di Gerusalemme, la città in cui le tre grandi religioni di Abramo sono costrette a costruire giorno per giorno gli spazi di una convivenza che è difficile e tormentata. I luoghi sacri devono riacquistare la loro serenità, debbono tornare ad essere luoghi di culto. Ci deve essere una coesistenza pacifica e serena per il popolo di Israele ed anche per il popolo palestinese.

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IERI NELLA CATTEDRALE DI WASHINGTON I FUNERALI DI RONALD REAGAN.

AI NOSTRI MICROFONI IL RICORDO PERSONALE DEL CARDINALE PIO LAGHI

- Intervista con il cardinale Pio Laghi -

 

Gli Stati Uniti hanno reso ieri l’ultimo omaggio a Ronald Reagan, scomparso una settimana fa all’età di 93 anni.  Ai funerali di Stato dell’ex presidente americano nella cattedrale di Washington hanno preso parte numerosi leader politici giunti da tutto il mondo. Presente anche, come inviato del Papa, il cardinale segretario di Stato Angelo Sodano. Dalla capitale statunitense ce ne parla Elena Molinari.

 

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Nella sua orazione, George Bush ha sottolineato sia il ruolo storico che la statura umana del defunto presidente. “Ronald Reagan – ha detto – agì a difesa della libertà, dovunque fosse minacciata”. Bush ha poi riconosciuto al predecessore il merito di aver smantellato il comunismo e ne ha ricordato la fede, così come ha fatto nell’omelia il ministro episcopaliano, futuro ambasciatore all’Onu, John Dunford. L’arcivescovo di Washington, il cardinale Theodore McCarrick, ha letto il Vangelo nella cattedrale della capitale, che ha riunito per la prima volta in dieci anni anche tutti gli ex presidenti americani viventi: Clinton, Bush senior, Carter e Ford. Un tributo particolare è stato reso da Margaret Thatcher, presente nonostante la salute precaria. In un messaggio preregistrato, la Dama di ferro ha ripercorso gli anni della guerra fredda e le lotte combattute a fianco di Reagan. E non a caso, dietro di lei sedeva commosso proprio Mikhail Gorbaciov, l’ex leader del blocco sovietico che tramite Reagan inaugurò una stagione di dialogo con l’America.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Elena Molinari.

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 Per un ricordo dello statista americano, Alessandro Gisotti ha raccolto la testimonianza del cardinale Pio Laghi, che fu nunzio apostolico negli Stati Uniti, durante gli anni della presidenza Reagan:

 

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R. – Ho avuto modo di conoscerlo da vicino. Penso avesse delle buone antenne, con le quali riusciva a vedere lo svolgimento della storia umana. Lo ricordo come un uomo molto simpatico.

 

D. – C’è un momento particolare, tra i suoi ricordi personali, della vita del presidente Reagan?

 

R. – Il 30 marzo 1981, io mi trovavo lì, ci fu l’attentato alla sua vita; fu portato in ospedale e noi pregammo molto. Lui accolse queste preghiere con grande spirito di fede. Poche settimane dopo, il 13 maggio, ci fu l’attentato in Piazza San Pietro alla vita di Giovanni Paolo II…

 

D. – A Reagan va il merito di aver normalizzato i rapporti diplomatici con la Santa Sede. Come fu vissuta quella svolta?

 

R. – Ci fu questa convergenza, direi, anche di intenti soprattutto per quanto riguarda i diritti umani e la lotta contro le violazioni dei diritti umani, in particolare nell’Unione Sovietica. A questo riguardo ci fu l’occhio di Reagan verso il Vaticano: i rapporti con la Santa Sede, appunto.

 

D. – In questa situazione Reagan mostrò particolare fermezza?

 

R. – Era difficile per un presidente americano superare tanti ostacoli per poter inviare un ambasciatore presso colui che siede sulla cattedra di San Pietro. Questo fu un grande merito di Reagan. C’era una corrente di pregiudizi anticattolici ma lui superò tutto.

 

D. – Il Papa ha ricordato in questi giorni l’impegno di Reagan per la causa della libertà. E’ dunque questa la cifra della sua presidenza?

 

R. – Io penso di sì, assolutamente. Voleva la libertà e la promozione e la difesa dei diritti umani. Per questo guardava lontano. E’ riuscito a ridare fiducia all’America.

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NELLA ROMA NAPOLEONICA, IL SANTO DEI CARRETTIERI E DEI BRIGANTI:

CADE OGGI IL 50.MO DI CANONIZZAZIONE DI SAN GASPARE DEL BUFALO,

CHE ISPIRO’ LA VITA DI MARIA DE MATTIAS, PROCLAMATA SANTA UN ANNO FA

- Intervista con don Giovanni Francilia e suor Vittoria Tomarelli -

 

Per la sua missione scelse un ambiente preciso della sua città: le classi più umili della Roma del primo Ottocento. E, all’interno del “popolino”, individuò una categoria particolare: i “barozzari”, i carrettieri, che evangelizzò con cura instancabile. San Gaspare Del Bufalo è uno dei molti modelli di Santità fioriti nella Roma del passato. Oggi si festeggia il 50.mo della canonizzazione di colui che, per meglio servire il Papa e la Chiesa, fondò nel 1815 i Missionari del Preziosissimo Sangue, alla cui spiritualità attinse anche Santa Maria De Mattias, fondatrice delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo, della quale lo scorso 18 maggio è stato celebrato il primo anno dalla canonizzazione. Il Santo dei poveri e degli umili, dunque, e perfino dei briganti, tra i quali portò l’annuncio del Vangelo. Ma cosa significa entrare nella spiritualità di San Gaspare? Ascoltiamo don Giovanni Francilia, direttore della Provincia italiana dei Missionari del Preziosissimo Sangue, intervistato da Giovanni Peduto:

 

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R. – Significa vivere in maniera profonda la spiritualità della Chiesa. Il Sangue di Cristo è il “caro prezzo” pagato da Gesù per ricomprare l’umanità. La Chiesa è il popolo dei redenti, dell’Alleanza nuova ed eterna stipulata nel Sangue dell’Agnello di Dio. Il Sangue prezioso di Cristo è dunque il segno della sua offerta sacrificale, che purifica l’umanità dal peccato. Attraverso il Sangue di Gesù, diventiamo nuovamente figli del Padre del cielo, poiché affratellati dal suo Sangue e, per mezzo suo, partecipi della vita eterna.

 

D. – Cosa fanno oggi i missionari del Preziosissimo Sangue?

 

R. – Fondati da San Gaspare nel 1815, si dedicano all’annunzio della parola nelle forme classiche e moderne: il ministero dell’evangelizzazione, strettamente legato alla promozione della dignità e della vita dell’uomo sin dal suo nascere. Impegnati nello sviluppo solidale verso i popoli più poveri nei cinque continenti, i Missionari del Preziosissimo Sangue lottano per la dignità dell’uomo redento dal Sangue di Cristo, ovunque c’è bisogno di portare la libertà, ristabilire la giustizia, educare e costruire la pace. Disposti a consumarsi per amore del prossimo, fino a rischiare la stessa vita ma, restando a fianco degli ultimi di sempre, pronti ad andare su invito di Giovanni Paolo II, “là dove nessuno vuole andare”.

 

D. – Che messaggio volete dare al mondo?

 

R. – Vogliamo con San Gaspare, gridare la nostra speranza che è Cristo! Per mezzo del Suo Sangue siamo stati liberati, riappacificati, salvati e amati. Oggi di fronte al dilagare dell’odio, della violenza, per contrapporci al linguaggio di morte e di terrore con San Gaspare gridiamo: non più sangue! Siamo stati riscattati a caro prezzo, ristabiliamo la fraternità e l’amore, questa è la carta d’identità dell’umanità nuova che tutti dobbiamo costruire abbattendo le barriere di ogni tipo, realizzando una giustizia solidale verso tutti i popoli della terra, per formare non un villaggio globale ma una grande famiglia dove regna su tutto e su tutti l’amore che è Dio!

 

Alla spiritualità di San Gaspare del Bufalo si è ispirata Santa Maria De Mattias, fondatrice delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo. Con noi la superiora generale, suor Vittoria Tomarelli:

 

D. – Lo scorso 18 maggio avete festeggiato il primo anniversario della canonizzazione della vostra Fondatrice. Chi era Maria De Mattias?

 

R. – Oggi possiamo fare sintesi della sua personalità dicendo: era una Santa. Ma la sua strada verso la santità è stata quella di una donna appassionata. Già a 17 anni, durante la missione predicata da San Gaspare, ella scoprì che il Sangue di Cristo è amore totale, senza misura, senza frontiere. Di fronte a questa scoperta, scrive: mi sentii crepare il cuore! Dopo questa esperienza non ha trovato più pace. Ha iniziato a promuovere la vita dove gli altri seminavano la morte, a parlare di pace e riconciliazione nel Sangue di Gesù in ambienti e tra famiglie che si dichiaravano guerra.

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IN PORTOGALLO OGGI POMERIGGIO

AL VIA I CAMPIONATI EUROPEI DI CALCIO 2004

- Intervista con Candido Cannavò e Darwin Pastorin -

 

Oltre che sul piano elettorale, da oggi sino al 4 luglio l’Europa si confronta anche su quello sportivo. Nel pomeriggio ad Oporto la partita Portogallo – Grecia inaugura i Campionati di Calcio Europei 2004. Eccezionali le misure di sicurezza per prevenire possibili attentati. La polizia locale ha già effettuato alcuni arresti. Ma l’augurio è che a vincere sia lo sport. Il servizio di Giancarlo La Vella:

 

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E’ fatale che, tutte le volte che avvenimenti internazionali, negativi o positivi, siano al centro dell’interesse mondiale, ci si trovi spesso a guardar correre dietro ad un pallone. Il calcio ha anticipato più d’una volta le speranze di un mondo sempre in bilico tra pace e guerra: l’unione delle due Germanie, la partita tra Stati Uniti e Iran o l’emergere del dimenticato continente africano. In terra portoghese, vecchia e nuova Europa si affrontano in un torneo che si preannuncia appassionante; un modo anche questo per dialogare. Anche nel calcio come per l’Euro, Repubblica Ceca e Lettonia sono alla pari con le blasonate Germania, Olanda, Spagna e Italia. Sentiamo Candido Cannavò, una delle firme più prestigiose del giornalismo sportivo italiano:

 

R. – Questa è una caratteristica di tutto lo sport, avere anticipato fatti della storia. Lo sport sicuramente, al di fuori di ogni retorica, ha battuto sempre i confini, perché noi con la Russia abbiamo avuto grandi rapporti sportivi anche nel periodo peggiore, nel periodo di Breznev, e prima, quando veramente l’est era un pianeta a molti proibito e sconosciuto.

 

(musica)

 

Ma rischia di essere un Europeo blindato questo portoghese. Il timore di attentati è alto e ieri ad Oporto la polizia locale ha arrestato 15 persone, di cui cinque sospettate di appartenere a cellule terroristiche. La parola a Darwin Pastorin, direttore del settore sportivo di Sky:

 

R. – E’ vero, ormai Olimpiadi, Campionati Europei e tutti i Campionati sono manifestazioni purtroppo blindate. Speriamo che alla fine trionfi il pallone con i suoi colori, con il suo calore, con le sue emozioni, un calcio finalmente restituito all’agonismo puro, dopo le tante polemiche soprattutto qui da noi in Italia.

 

(musica)

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani, domenica 13 giugno, la Chiesa celebra in Italia la Festa del Corpus Domini. La liturgia ci propone nel Vangelo la moltiplicazione dei pani e dei pesci e nella seconda lettura il racconto dell’Ultima Cena, quando Gesù dice:

 

“Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga”. 

 

Sul significato della Festa del Corpus Domini ascoltiamo il teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

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Cristo nasce e viene messo nella mangiatoia, luogo dove gli animali vanno a mangiare. Per i “Padri” questo indicava una schiavitù dell’uomo alla passione. L’uomo con il peccato assaggia la morte perciò deve mangiare per sopravvivere, accecato della passione del possedere combatte per il pane ed è capace di uccidere per questo. Cristo rivela il vero pane che è Lui stesso, Lui che nel suo Corpo si dona nelle nostre mani. Nell’Ultima Cena ha messo nella mani dei discepoli il pane così come nella Passione ha affidato se stesso nelle mani dell’umanità peccatrice. Questo accade in ogni Eucaristia nella quale Lui tocca il nostro corpo mortale con la sua immortalità. Nutriti da questo dono, che è Dio, amore per noi, anche noi diventiamo il suo Corpo perché non più preoccupati per noi stessi e per il nostro pane, ma abilitati ad amare gli altri, a donarci e a prenderci cura di loro.

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CHIESA E SOCIETA’

12 giugno 2004

 

 

“L’ISLAM E’ IN CRISI” MA NON SI PUO’ CURARLO CON LA GUERRA. OCCORRE INVECE

 DONARGLI AMORE E SPERANZA. E’ QUANTO SCRIVE IL VESCOVO DI TUNISI,

MONS. FOUAD TWAL, IN UNA LETTERA APERTA AI CRISTIANI D’OCCIDENTE

 

TUNISI. = Non con la forza ma con il dialogo e la carità si può aiutare l’Islam a vincere il fondamentalismo. E’ quanto scrive il vescovo di Tunisi in un’accorata lettera aperta ai cristiani d’Occidente pubblicata dal settimanale “Tempi”. “Non si può voler cambiare tutto il Medio Oriente con la forza. Occorre tempo, fare del bene e continuare un dialogo che da parte della comunità cristiana non si è mai interrotto”, afferma mons. Twal che dal 1992 guida la piccola comunità cattolica tunisina: un piccolo “gregge”, come lo chiama lui stesso, composto di 22 mila fedeli, quasi tutti stranieri, su una popolazione di 9 milioni di abitanti. Oggi, spiega il vescovo di Tunisi, “l’Islam è un mondo in crisi che crede, a volte, di trovare forza e garanzia nel fanatismo. Dobbiamo curarlo non con la guerra, ma dandogli amore e speranza, dentro una situazione mondiale che non aiuta”. Parallelamente il vescovo raccomanda di “affermare l’identità cristiana con coraggio, senza complessi, senza alcun timore reverenziale” perché  “il ‘basso profilo’ non serve ed è denigrato dai musulmani stessi”. Mons. Twal invita anche ad un serio esame di coscienza: “Di fronte al disagio, alla paura, alla violenza dobbiamo chiederci: cosa facciamo noi cristiani per rimediare, per salvare, per aiutare?” La cultura del dialogo è l’antidoto al fondamentalismo, osserva il vescovo,  ma questa cultura “deve iniziare anche nelle scuole, nelle chiese e nelle moschee! Devono essere incoraggiati gli incontri nazionali e internazionali su questo tema”. L’immigrazione di musulmani non deve essere vista con timore ma come una ricchezza e l’Italia, sottolinea mons. Twal, deve essere orgogliosa di essere stata scelta quale meta”. L’importante è stabilire “patti chiari con i Paesi di provenienza e regole da far rispettare con fermezza”, incentivando l’integrazione scolastica, sociale e abitativa. Non bisogna dimenticare infine la carità: “Occorre tenere presente – ricorda mons. Twal – che il fondamentalismo trova terreno fertile nella povertà, nell’ignoranza e nell’ingiustizia. Nella nostra esperienza si dimostra che la testimonianza cristiana e la carità ‘sfondano’ sempre, anche nell’universo musulmano”. (I.I.)

 

 

C’E’ PREOCCUPAZIONE NELLA CHIESA CATTOLICA DELLO SRI LANKA PER LA SORTE

DELLE COMUNITÀ MISSIONARIE A CAUSA DELLA PROPOSTA

DI LEGGE ANTI-CONVERSIONE PRESENTATA DAL CLERO BUDDISTA

 

COLOMBO. = Lo scorso 9 giugno il clero buddista ha presentato ufficialmente all’Assemblea legislativa dello Sri Lanka una proposta di legge contro le conversioni religiose. La bozza di legge dichiara di voler preservare il buddismo come religione dominante del Paese ed ostacolare le conversioni ottenute con mezzi definiti “fraudolenti”, quali l’offerta di denaro, di assistenza sociale o di benefici di altro tipo. Il testo prevede severe punizioni e fino a sette anni di carcere per chi compia il reato di “conversioni non etiche”. Il clero buddista aveva già chiesto al precedente governo di appoggiare questo provvedimento denunciando azioni di proselitismo da parte delle altre religioni ma il governo si era rifiutato di farsene carico. In occasione delle elezioni generali dello scorso aprile i monaci buddisti si sono presentati con una propria formazione politica che ha ottenuto nove seggi in Parlamento e ha immediatamente ripresentato la proposta di legge alimentando timori e preoccupazione negli ambienti cattolici. Già nei giorni scorsi, la conferenza episcopale dello Sri Lanka si era opposta all’eventualità di un simile provvedimento, condannando in un comunicato ufficiale il proselitismo e difendendo la libertà individuale nella scelta della religione. “Questa legge – scrivono i vescovi – non farebbe altro che polarizzare in senso confessionale la società, non risolverebbe il problema ma aumenterebbe l’odio fra le comunità di religione diversa”. La conferenza episcopale ha chiesto invece l’istituzione di una commissione congiunta con i rappresentanti del governo e delle diverse confessioni religiose che affronti la questione del proselitismo caso per caso. Il 65% dei 20 milioni di abitanti dello Sri Lanka è di religione buddista mentre il 15% è di religione indù. l cristiani sono il 9% e altrettanti sono i musulmani. (R.M.)

 

 

L’ARCIDIOCESI DI MONTERREY STA COSTRUENDO UNA CASA DI ACCOGLIENZA

 PER IMMIGRATI LATINOAMERICANI CHE ATTENDONO DI PASSARE LA FRONTIERA

 CON GLI STATI UNITI

 

MONTERREY. = Sono sempre più numerosi gli emigranti provenienti dal Centroamerica che si fermano in Messico alla frontiera con gli Stati Uniti, in attesa di passare il confine. L’arcidiocesi di Monterrey, uno dei luoghi della frontiera messicana più interessata da questo fenomeno, ha deciso di venire incontro alle necessità degli stranieri costruendo per loro una “Casa del migrante” dove potranno trovare cibo, alloggio, assistenza sanitaria e legale, indumenti. Il direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale della diocesi di Monterrey, padre Luis Eduardo Villareal, ha annunciato che è stato individuato il sito dove sorgerà la Casa ed è stata stanziata la somma di un milione di pesos (87 mila dollari) per la costruzione. La “Casa del migrante” dovrebbe iniziare la sua attività entro la fine dell’anno e potrà ospitare una trentina di persone. “Così come il governo messicano chiede che i nostri emigranti negli Stati Uniti siano trattati con dignità, altrettanto occorre fare con gli immigrati centroamericani che giungono in Messico”, ha dichiarato padre Villareal. Unica precauzione è che all’interno del Centro sarà vietato il consumo di bevande alcoliche e di sostanze stupefacenti. La scelta di Monterrey non è casuale. Lo Stato di “Nuevo Leon” è frontaliero e, secondo la testimonianza della delegata regionale dell’Istituto nazionale per le migrazioni (Inm), suor Irma Garcia Hinojos, nei primi cinque mesi del 2004 sono stati arrestati nella zona 623 clandestini, per lo più centroamericani. Nello stesso periodo dello scorso anno, i fermati sono stati 349, mentre nel 2002, 487. (I.I.)

 

 

DOPO 24 ANNI DI LAVORO E’ STATA PUBBLICATA IN INDIA LA TRADUZIONE DELLA BIBBIA NELLA LINGUA LOCALE DELLO STATO DELL’ASSAM CHE CONTA 26 MILIONI DI ABITANTI

 

NUOVA DELHI. = Ha visto finalmente la luce il testo della traduzione completa della Bibbia in lingua locale dello Stato dell’Assam, nell'India nordorientale. Il lavoro di traduzione, cominciato nel 1980, è stato condotto da una équipe ecumenica composta da studiosi cattolici ed evangelici. Il Nuovo Testamento era già stato ultimato e diffuso dieci anni fa e l'edizione, stampata in 20mila copie, andò esaurita nel giro di un anno. Ora è stato completato e dato alle stampe anche l'Antico Testamento. Il lavoro, commissionato congiuntamente dalle due case editrici indiane “United Bible Society” e “Bible Society”, è stato redatto in uno stile semplice, sobrio, accessibile a tutti, affinché fosse comprensibile sia ai fedeli delle diverse confessioni sia ai non credenti che si accostano per la prima volta alla lettura delle Sacre Scritture. Lo Stato dell’Assam conta 26 milioni di abitanti. I cristiani sono 35 mila e fanno capo a diverse confessioni. Tutte le comunità cristiane del Paese hanno espresso gioia e soddisfazione per la pubblicazione della Bibbia in lingua locale che potrà facilitare l'annuncio della Parola di Dio. In India si utilizzano oltre 1.600 tra lingue e dialetti. Quelle ufficiali sono l'hindi e l'inglese ma la Costituzione riconosce 18 lingue locali. Secondo i dati forniti dalla Società biblica in Italia, la Bibbia, o parte di essa, è stata tradotta ormai in oltre 2.300 lingue del mondo. (I.I.)

 

 

LA CHIESA COREANA VARA UN PROGETTO DESTINATO AI FIGLI DI COPPIE

CHE LAVORANO PER FERMARE IL CALO DELLA NATALITA’ E MIGLIORARE

IL LIVELLO DI ISTRUZIONE

 

SEOUL. = Istruzione cattolica, cura dei bambini e sostegno ai genitori che lavorano sono i capisaldi di un progetto reso noto dalla Conferenza Episcopale sud-coreana che testimonia l’impegno della Chiesa cattolica nei campi educativo e sociale. Il Consiglio episcopale dell’arcidiocesi di Seoul ha deciso di sostenere parte dei costi relativi all’istallazione di strutture per la cura dei bambini nei locali delle parrocchie, per contribuire a un’educazione cristiana dell’infanzia, aiutando le coppie che lavorano ad accudire i figli. P. Thomas Aquinas Choi Chang-hwa, cancelliere dell’arcidiocesi, ha espresso la speranza che questo progetto contribuisca anche a offrire “un’istruzione di qualità ai bambini della comunità locale”, oltre a venire incontro alle necessità delle coppie che lavorano. Il calo della natalità, rende noto l’agenzia “Asianews”, ha colpito anche la tradizionale Corea del Sud, dove i cambiamenti sociali collegati all’emancipazione femminile e l’aumento del costo della vita spingono le coppie a fare meno figli. Secondo una recente statistica dell’Istituto coreano per la sanità e gli affari sociali, la Corea del Sud ha il tasso di natalità più basso al mondo. In media, una donna ha 1,17 figli, tasso molto inferiore al 2,3 necessario a mantenere la popolazione al livello attuale, e all’1,32 del Giappone, paese con problemi di invecchiamento simili a quelli della Corea. Secondo i dati forniti dalla Conferenza Episcopale sud-coreana, cresce il numero dei cattolici nel Paese ma la loro età media è in aumento. Su una popolazione di 49 milioni di abitanti, i cattolici sono oltre 4 milioni e 200 mila (I.I.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

12 giugno 2004

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

 

Una serie di violenze, tra le quali l’assassinio del viceministro iracheno, il rilascio di sette ostaggi turchi e la complessa controversia in Italia dopo l’ipotesi, avanzata da Emergency, del pagamento di un riscatto per la liberazione degli ostaggi. Sono questi alcuni degli ultimi sviluppi dell’intricato scenario iracheno, di cui ci riferisce Amedeo Lomonaco:

 

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Ennesima ondata di violenze in Iraq, dove tre persone sono morte a Najaf per uno scontro a fuoco tra agenti e guerriglieri e un civile iracheno è deceduto nell’area di Khan Dai in seguito ad una furiosa sparatoria tra un gruppo di ribelli e soldati americani. E un grave episodio è avvenuto anche a Baghdad, teatro stamani dell’uccisione del viceministro degli Esteri iracheno, Bassam Qubba, il primo alto funzionario assassinato da quando, lo scorso primo giugno, si è insediato un nuovo esecutivo di transizione. Nel Paese arabo, dove questa mattina un attacco contro soldati italiani non ha fortunatamente causato vittime, sono inoltre stati rilasciati sette civili turchi, sequestrati martedì scorso. E secondo quanto riferito oggi dal ministero degli Esteri di Beirut, sono stati rapiti una ventina di giorni fa tre cittadini libanesi, uno di loro è stato sgozzato insieme a due iracheni ed un altro è stato liberato. In Italia infuria, intanto, la polemica per le dichiarazioni rilasciate dal fondatore di Emergency, Gino Strada, sul presunto pagamento di 9 milioni di dollari per la liberazione degli ostaggi italiani sequestrati in Iraq. Il noto chirurgo, spesso impegnato in aree di conflitto, ha precisato oggi di non avere le prove di quanto sostenuto ma ha anche aggiunto che la sua versione è attendibile. La presidenza del Consiglio dei ministri dichiara in una nota che la liberazione è avvenuta grazie ad “una operazione militare delle forze speciali della coalizione in collegamento con l’intelligence italiana, senza il pagamento di alcun riscatto”. Intervenendo sulla vicenda, anche il commissario straordinario della Croce Rossa Italiana, Maurizio Scelli, ha smentito la versione del riscatto e ha definito opere di “sciacallaggio le ricostruzioni apparse su alcuni quotidiani italiani sul rilascio degli ostaggi”. La procura di Roma intende, infine, approfondire quanto denunciato da Emergency e i magistrati hanno deciso di convocare Gino Strada, Maurizio Scelli e l’ingegnere polacco Jerzy Kos,  liberato martedì scorso insieme agli italiani.

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Il G77, l’organismo al quale attualmente aderiscono 132 Paesi in via di sviluppo, ha celebrato ieri il 40.mo anniversario della sua istituzione, avvenuta nel 1964. Al centro delle priorità della sua agenda internazionale, lo sviluppo dei Paesi iscritti. Lo ha ribadito, ieri, in apertura della riunione ministeriale, in corso a San Paolo, in Brasile, il ministro dell’Economia del Qatar, Al Thani.

 

Spostiamoci in Medio Oriente. Dopo il ritiro da Gaza, gli israeliani demoliranno le case di circa 7.500 coloni per impedire che cadano nelle mani dei terroristi. Lo ha detto una fonte israeliana della presidenza del consiglio aggiungendo che il governo dello Stato ebraico avrebbe preferito consegnare le abitazioni agli sfollati palestinesi in presenza di garanzie, ma queste non sono arrivate.

 

E’ ancora tesa la situazione nella Repubblica Democratica del Congo, teatro ieri di un tentativo di colpo di Stato compiuto da un manipolo di uomini che hanno preso il controllo della radio nazionale. Successivamente, la rivolta è stata rapidamente soffocata ed il presidente congolese, Joseph Kabila, è subito apparso in televisione per confermare il ritorno alla normalità e annunciare l’arresto di almeno dieci ribelli.

 

In Pakistan è esplosa una bomba a Dera, città nei pressi delle zone tribali più volte colpite da sanguinosi combattimenti tra forze governative e guerriglieri islamici. La deflagrazione dell’ordigno ha provocato la morte di una persona ed il ferimento di altre quattro.

 

L’Iran non sospenderà le attività dei suoi impianti nel ciclo di produzione di uranio arricchito. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri, Kamal Kharrazi, in vista dell’apertura lunedì prossimo a Vienna di una sessione del Consiglio dei governatori dell’Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) sul programma iraniano. Kharrazi ha definito “inaccettabili” le richieste di alcuni Paesi europei membri dell’Aiea di sospendere l’attività per la produzione di gas e di acqua pesante, che dovrebbero essere entrambi utilizzati per la produzione di  combustibile nucleare.

 

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha votato ieri, all’unanimità, l’invio di una missione politica in Sudan che potrebbe preludere ad una operazione di mantenimento della pace nel Paese africano da parte di Caschi Blu delle Nazioni Unite. Il Consiglio ha anche rivolto un appello al segretario generale, Kofi Annan, per trovare un accordo con le autorità sudanesi affinché la missione politica possa avere inizio il più presto possibile.

 

È stato liberato, ieri, Giuseppe D’Onofrio, l’italiano da decenni residente in Venezuela, rapito lo scorso marzo nello stato di Zulia, a ridosso della frontiera con la Colombia. Lo ha reso noto la polizia locale, precisando che i familiari hanno pagato un riscatto.

 

 

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