RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 163 - Testo della trasmissione di venerdì 11 giugno
2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Liberato in Pakistan un detenuto cristiano accusato di blasfemia
dopo 4 anni di carcere duro
Sono cominciate in Ungheria le
trasmissioni della radio voluta dai vescovi del Paese magiaro
La
pace in Medio Oriente e in Africa al centro del vertice del G8, conclusosi ieri
negli Stati Uniti
Polemiche
in Italia per le dichiarazioni di Gino Strada, secondo il quale è stato pagato
un riscatto per il rilascio degli ostaggi italiani. La secca smentita di Fini
Sventato,
nella notte, un colpo di Stato nella Repubblica Democratica del Congo.
11 giugno 2004
UN ANNO DEDICATO ALL’EUCARISTIA.
LO HA
ANNUNCIATO IERI GIOVANNI PAOLO II, CHE HA PRESIEDUTO LA SANTA MESSA
SUL
SAGRATO DELLA BASILICA LATERANENSE, A ROMA,
NELLA
SOLENNITA’ DEL CORPUS DOMINI
Da
ottobre prossimo inizierà un anno speciale dedicato all’Eucaristia. Lo ha annunciato,
ieri, Giovanni Paolo II nella sua omelia, in occasione della solennità del
Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Alla Santa Messa, presieduta dal Papa e
celebrata dal cardinale vicario, Camillo Ruini, sul sagrato della Basilica di
San Giovanni in Laterano, in Roma, ha fatto seguito la processione eucaristica
fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Il servizio è di Dorotea
Gambardella.
**********
(musica)
“Sono lieto di annunciare uno speciale Anno
dell’Eucaristia”.
Dinanzi ai cardinali, ai vescovi, ai neo-presbiteri
della diocesi di Roma e alle migliaia di fedeli riuniti sul sagrato della
Basilica Lateranense il Santo Padre, tra gli applausi, ha precisato che l’anno
dedicato all’Eucaristia inizierà col Congresso Eucaristico Mondiale, in
programma dal 10 al 17 ottobre 2004 a Guadalajara, in Messico, e terminerà con
la prossima Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si terrà in
Vaticano dal 2 al 29 ottobre 2005.
“Vi è uno strettissimo
rapporto tra il ‘fare l’Eucaristia’ e l’annunciare Cristo”.
Citando la lettera di San Paolo ai Corinzi, il Papa ha
spiegato come la “Cena del Signore” non “sia soltanto un incontro conviviale,
ma soprattutto il memoriale del sacrificio del redentore di Cristo, per cui chi
vi partecipa, si unisce al mistero della morte del Signore, facendosene, anzi,
annunziatore”.
Quindi, Giovanni Paolo II ha sottolineato che nella
solennità del Corpus Domini, “la Chiesa non solo celebra l’Eucaristia, ma vive
dell’Eucaristia, annunciando pubblicamente che il Sacrificio di Cristo è per la
salvezza del mondo intero”. “Essa – ha continuato – si stringe intorno al
Santissimo Sacramento, perché lì è la fonte e il culmine del proprio essere ed
agire”.
“ ‘Cristo pane vivo disceso dal cielo’ è l’unico che
può saziare la fame dell’uomo in ogni tempo e in ogni parte della terra”.
“Egli però non vuole farlo da solo – ha proseguito il
Pontefice – e così come nella moltiplicazione dei pani, coinvolge i discepoli”.
“Questo segno prodigioso – ha commentato – è figura del più grande mistero
d’amore che si rinnova ogni giorno nella Santa Messa. Mediante i ministri
ordinati, infatti, Cristo dona il suo Corpo e il suo Sangue per la vita
dell’umanità. E quanti degnamente si nutrono alla sua Mensa, diventano
strumenti vivi della sua presenza d’amore, di misericordia e di pace”.
Al termine della Messa, animata dal coro della diocesi di
Roma, diretto da mons. Marco Frisina, un corteo di luci, guidato dal Papa, ha percorso
via Merulana, per raggiungere la Basilica di Santa Maria Maggiore. “Guardando
alla Vergine – ha concluso il Santo Padre – troveremo nel mistero eucaristico
il coraggio e il vigore per seguire Cristo e servirlo nei fratelli”.
(musica)
**********
Ma qual è il significato di questo Anno dell’Eucaristia?
Giovanni Peduto lo ha chiesto al cardinale Francis Arinze, prefetto della
Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti:
**********
R. – Grande, perché il Concilio Vaticano II dice che
l’Eucaristia è la fonte e l’apice della vita della Chiesa e afferma che
l’Eucaristia racchiude tutto il bene spirituale della Chiesa che è Cristo
stesso, pane della vita. Il Santo Padre nell’Enciclica “Ecclesia de
Eucharistia” dice che l’Eucaristia è al centro della vita ecclesiale. Chi tocca
l’Eucaristia tocca il cuore della Chiesa. Perciò quest’Anno Eucaristico è una
grande gioia per la Chiesa e un tempo forte di grazia.
D. – I fedeli come possono
vivere questo Anno eucaristico?
R. – In diversi modi. Innanzitutto vivere le celebrazioni eucaristiche
con fede per nutrire e rafforzare la fede. La Messa domenicale poi deve essere
un momento di centrale importanza. Non è bene per un cattolico non andare alla
Messa domenicale: anzi per chi può è bene partecipare alla Messa quotidiana.
Non è un obbligo, ma sarebbe bello. Bisogna inoltre riscoprire l’importanza
dell’adorazione eucaristica al di fuori della Messa, perché il sacramento non
finisce con la Messa. Tutto questo ci aiuta a rinnovare la nostra fede in
questo mistero della Santissima Eucaristia.
D. – Il Papa ha detto che Cristo è l’unico che può saziare la fame
dell’uomo in ogni tempo e in ogni parte della terra…
R. – Certo è il Signore Gesù che ci ha detto che egli è la via, la verità
e la vita e che chi mangia il suo Corpo e beve il suo Sangue avrà la vita ed
egli lo risusciterà nell’ultimo giorno. Se lasciamo Gesù, da chi andremo? E’
lui la vita, è lui la verità.
**********
UDIENZE
Il Papa, nel corso della mattina, ha ricevuto alcuni
presuli della Conferenza episcopale della Colombia, in visita “ad Limina”, e il
cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale Italiana, con
il vescovo Giuseppe Betori, segretario generale della Cei.
DECRETO
DI RICONOSCIMENTO PER I “CURSILLOS DE CRISTIANDAD”,
IL
MOVIMENTO CHE CHIAMA GLI UOMINI E LE DONNE DEL NOSTRO TEMPO AD ESSERE LIEVITO
PROFETICO NELLA VITA DI OGNI GIORNO.
LA
CONSEGNA DEL DOCUMENTO SI E’ SVOLTA STAMANI A ROMA
L’organismo mondiale dei
“Cursillos de Cristiandad” (OMCC) ha ricevuto stamani a Roma, presso la sede
del Pontificio Consiglio per i Laici, il decreto di riconoscimento. I Cursillos
nascono in Spagna nel 1948 e si prefiggono di richiamare il primato
dell’evangelizzazione e di favorire la crescita della fede, vissuta quale fermento
dell’intera vita personale. “Di fronte a forme di individualismo, che
frantumano e disperdono le risorse dell’umanità - ha ricordato Giovanni Paolo
II il 29 luglio 2000, durante la celebrazione del
giubileo dei “Cursillos de Cristiandad” - il metodo del cursillo si prefigge di contribuire
a cambiare in senso cristiano gli ambienti dove le persone vivono e operano, attraverso
l’inserimento di ‘uomini nuovi’, resi tali dall’incontro con Cristo”. Ma cosa
rappresenta questo decreto per il movimento? Giovanni Peduto ha girato la
domanda al vescovo Diego Bona, per tanti anni assistente spirituale dei
“Cursillos de Cristiandad”.
**********
R. – E’ un atto pubblico, una cittadinanza acquisita nelle
grandi famiglie dei movimenti ecclesiali. Il decreto è un riconoscimento che
attesta i buoni frutti che derivano dall’azione dei “Cursillos de Cristiandad”,
a vantaggio di tutto il corpo della Chiesa. Normalmente queste iniziative,
questi germogli nascono dal basso, perché lo Spirito che è assicurato alla
Chiesa fa sempre sorgere iniziative nuove, adatte al momento e al tempo. Quando
questi germogli dimostrano la loro vitalità, soprattutto se stanno in intensa comunione
con la Chiesa, la Chiesa li vede con simpatia e li accompagna fino ad un pubblico
riconoscimento.
D. – Eccellenza, in breve, quale è la storia dei Cursillos
e quale ne è la spiritualità?
R. – I Cursillos nascono in Spagna, nell’isola di Maiorca,
nell’anno 1948, come rivitalizzazione spirituale dei giovani di Azione
Cattolica. Credo che sia importante che le nostre strutture, anche
tradizionali, vengano rinnovate dall’interno con una spiritualità forte. Questa
prima iniziativa ha riscosso un buon successo ed è stata così allargata anche
agli adulti. Da lì il movimento ha preso piede in Spagna, in Portogallo, in
Italia e per gemmazione, perché un gruppo contagia l’altro, si è allargato nel
mondo. Nella sintesi, il movimento si prefigge di riscoprire il senso del
battesimo, in maniera comunitaria. Sacerdoti e laici raccontano la loro storia,
presentando il Vangelo, i punti essenziali. In un momento in cui è molto forte
l’esigenza di un primo annuncio, io credo che i Cursillos rappresentino
qualcosa di importante per le persone che riconoscono che Gesù Cristo è vivo,
presente e salvatore. I Cursillos non mirano a fare associazione, a fare
gruppo, ma mirano a far riscoprire il fondamento della vita cristiana, per poi
rimandare subito le persone nel loro ambiente naturale, la parrocchia, la
società, la fabbrica, perché è lì che devono offrire la propria testimonianza
cristiana.
**********
ERRATA CORRIGE
Nel bollettino di
ieri, 10 giugno, alla pagina 2, leggere correttamente: “il cardinale Jan Pieter Schotte, segretario generale emerito”.
L’11.ma Assemblea
ordinaria del Sinodo dei Vescovi, il cui segretario generale è dall’11 febbraio
scorso l’arcivescovo Nikola Eterović, si terrà nell’ottobre 2005 sul tema:
“L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”.
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
La prima pagina è dedicata alla
solennità del Corpus Domini.
Ottobre 2004-Ottobre 2005:
“Sono lieto di annunciare uno speciale Anno dell'Eucaristia”; Giovanni Paolo II
fissa un nuovo appuntamento nel cammino della Chiesa del Terzo Millennio.
Nelle vaticane, Pisa: l’arcivescovo
Plotti celebra la Messa esequiale di mons. Silvano Burgalassi.
Nelle estere, in evidenza
l’Iraq: al vertice del “G-8”, negli Stati Uniti, nessun accordo sull’intervento
delle truppe della Nato.
Per la rubrica dell’“Atlante
geopolitico” un articolo di Pierluigi Natalia dal titolo “Elezioni europee:
cruciale appuntamento democratico”.
Nella pagina culturale, un
articolo di Giuseppe Costa in ricordo di mons. Silvano Burgalassi: “Un’indagine
sociologica sempre aperta all’azione pastorale e alla responsabilità”.
Nelle pagine italiane, in
rilievo l’articolo con il racconto dei giorni di prigionia da parte dei tre ex
ostaggi italiani in Iraq.
=======ooo=======
11 giugno 2004
LE ELEZIONI PER IL PARLAMENTO EUROPEO: OGGI È LA
VOLTA DI IRLANDA
E
REPUBBLICA CECA. IERI HANNO VOTATO OLANDA E GRAN BRETAGNA.
CROLLO
DEI LABURISTI NELLE AMMINISTRATIVE INGLESI:
INTERVISTA
CON IL CARDINALE JEAN-LOUIS TAURAN
- A cura di Roberta Gisotti -
L’Europa
a 25 celebra da ieri le sue prime elezioni, un voto dunque storico e carico di
responsabilità per il futuro dell’Unione e per le possibili implicazioni nella
politica interna di ciascun Paese. Ieri per primi alle urne Gran Bretagna ed
Olanda ed oggi è già dibattito aperto sui risultati del voto, seppure questi
saranno resi noti ufficialmente solo domenica sera una volta chiusi i seggi
elettorali in tutti i 25 Paesi dell’Unione chiamati alle urne. Intanto stamane
si sono avviate le consultazioni in Irlanda e nella Repubblica Ceca, primo
Paese dell’Est a pronunciarsi e dove si voterà anche domani. Ma diamo la parola
alla nostra collega Sagida Sayed per aggiornarci sulle elezioni in Gran
Bretagna, dove si è votato anche per i 166 Consigli in Inghilterra e Galles e
per eleggere il sindaco di Londra.
**********
Nelle
elezioni amministrative inglesi si deve registrare il crollo del partito di
Tony Blair sceso al terzo posto dopo i conservatori e i liberali democratici: i
laburisti hanno perso 211 consiglieri comunali a vantaggio dei conservatori che
ne hanno acquisiti 110 e dei liberali democratici, con 67. I risultati del voto europeo, che saranno
resi noti domenica in tarda serata, non cambieranno di molto l’euroscetticismo
degli inglesi, anche se ha votato il 40% degli elettori, percentuale significativa
rispetto alle precedenti europee.
Al suo
rientro dagli Stati Uniti, Tony Blair dovrà affrontare un partito profondamente
in crisi e dovrà cercare di riaffermare la propria leadership in previsione
delle elezioni politiche previste nel 2005. Attesa per i risultati delle
elezioni del sindaco di Londra, entro la giornata. Ma anche in caso di vittoria
laburista, l’umore generale resta lo stesso: pessimista e di sconfitta.
E occhi
puntati anche sull’Irlanda, oggi, per un voto che si annuncia molto controverso.
Accanto agli eurodeputati, gli irlandesi votano per un referendum che potrebbe
diventare legge costituzionale. Fino ad ora, i nuovi nati hanno avuto diritto
alla cittadinanza irlandese indipendentemente dalle origini dei genitori. Se il
referendum passerà, come riferiscono i sondaggi, acquisiranno la cittadinanza
solo i bimbi nati da un genitore che risiede nel Paese da almeno quattro anni.
La Chiesa ha espresso il proprio parere contrario contro un referendum
considerato razzista ed ha invitato l’elettorato cattolico a votare ‘no’. Il
primo ministro Bertie Ahern ha giustificato il referendum per impedire gli
abusi degli ultimi decenni di coppie originarie soprattutto di Paesi poveri
che, appena atterrate a Dublino, si recano subito in reparto maternità. I
risultati del referendum che ha diviso il Paese si sapranno domani.
**********
E passiamo all’Olanda, dove secondo gli exit poll, che -
lo ricordiamo - non sempre sono affidabili, il Partito social democratico
avrebbe fatto un balzo avanti mentre lo schieramento cristiano democratico
avrebbe subito un notevole arretramento. Dal canto loro i vescovi europei hanno
sottolineato l’importanza di queste elezioni ed hanno chiesto di porre
attenzione ai valori proposti dai candidati: rispetto della vita e
dell’ambiente, sostegno della famiglia, promozione della pace, della giustizia
e della solidarietà con i più poveri. I presuli hanno ribadito la necessità di
preservare le radici cristiane del Continente, soprattutto ora che l’Unione
Europea, dopo l’allargamento a otto Paesi dell’Est, può sempre di più respirare
con due polmoni. Ascoltiamo in proposito il cardinale Jean Louis Tauran:
**********
R. – C’è il ritorno di questi Paesi europei che sono stati
esclusi dal Continente, messi da parte per tanti anni: a me non piace molto
l’espressione ‘allargamento’, perché è un ‘ritorno’ e questo sarà anche una
specie di scambio dei doni, perché questi Paesi porteranno le loro ricchezze
storiche e culturali ... è una pagina molto positiva della storia dell’Europa!
D. – Ci sono ovviamente delle difficoltà che non vanno
taciute ...
R. – Certo, ci sono problemi tecnici: decidere a 25
sicuramente è un esercizio molto complesso e penso che sarà necessario trovare
delle formule che permettano ad ogni Paese di sentirsi partner a pieno titolo,
e allo stesso tempo occorre che le formule siano realistiche.
D. – Il Papa ha sempre richiamato la necessità di fare
riferimento alle radici cristiane dell’Europa; ma c’è chi è contrario ...
R. –
Il problema è che si è voluto far precedere la Costituzione, il Trattato istituzionale
con un Preambolo; questo Preambolo è una visione della storia dell’Europa.
Allora: rileggendo la storia, non si può negare che il cristianesimo sia stata
la religione che ha contribuito alla formazione delle istituzioni europee. Per
esempio, il fatto che la prima scuola nasce alla Corte di Carlo Magno da un monaco
che si chiamava Alcuino è un fatto che nessuno può cambiare: è stato un monaco
a fondare la prima scuola in Europa. Le università, chi le ha fondate? La
Chiesa. Io ricordo sempre anche un altro fatto: il primo esercizio di
democrazia diretta è l’elezione degli abati nei monasteri benedettini. A me piace
molto questa frase di Paolo VI, che Giovanni Paolo II ha ripreso, quando dice
che l’Europa è nata dalla Croce, dal Libro e dall’Aratro: praticamente,
l’ideale benedettino. Poi, pensiamo ad un fenomeno come i pellegrinaggi o la
lingua latina: sono stati fattori culturali che hanno determinato, modellato la
fisionomia dell’Europa. Dunque, il Papa dice: se dobbiamo fare una
retrospettiva storica, non si può reinterpretare la storia passata dell’Europa.
**********
SI CELEBRA, OGGI, LA TERZA GIORNATA MONDIALE
CONTRO IL LAVORO MINORILE,
ISTITUITA
DALL’ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO
-
Intervista con Claudio Lenoci -
Si
celebra, oggi, la Giornata mondiale contro il lavoro minorile, istituita
dall’Ilo (Organizzazione Internazionale del Lavoro) nel 2002. Sono 246 milioni
i bambini in ogni parte del globo costretti a lavorare. Di essi, 73 milioni hanno
un’età inferiore ai 10 anni e circa i tre quarti sono coinvolti nella tratta di
esseri umani, nei conflitti armati, nella schiavitù. Dati allarmanti,
nonostante le due convenzioni dell’Ilo contro lo sfruttamento dei minori. Ma
sul significato e gli obiettivi della giornata odierna ascoltiamo, al microfono
di Dorotea Gambardella, Claudio Lenoci, direttore dell’Ilo, sezione Italia.
**********
R. – Abbiamo voluto dare un significato un po’ diverso
alla Giornata, nel senso di non fare solo una celebrazione delle vittime del
lavoro minorile, ma anche di chiamare a raccolta tutti i soggetti interessati
che devono essere non solo il governo, ma anche gli imprenditori e le
organizzazioni sindacali, perché si mettano attorno ad un tavolo e definiscano
piani e programmi di azioni concreti per contrastare questo fenomeno. Il
segreto è allargare l’alleanza.
D. – Quali sono le aree del globo maggiormente afflitte da
questo fenomeno?
R. – Sono le aree più povere del mondo, perché il lavoro
minorile e lo sfruttamento dei minori avviene proprio in quelle aree del mondo
dove le famiglie che non si possono sostenere avviano esse stesse al lavoro, e
anche a lavori pericolosi, i propri figli. Quindi è evidente che la povertà è
strettamente collegata al fenomeno del lavoro minorile. Quando avremo ridotto
la povertà nel mondo avremo anche ridotto il fenomeno del lavoro minorile, che
porta oggi a quantificare ancora in 246 milioni i minori rilevati al lavoro, di
cui il 70-80% anche in forme di lavoro a rischio per la salute fisica e
psicologica.
D. – Al lavoro minorile si aggiungono poi altri fenomeni
più estremi ...
R. – Esiste anche una quota di bambini cosiddetti
‘schiavizzati’, quindi impiegati nelle tratte vere e proprie, nella
prostituzione, nello sfruttamento sessuale che sono quantificabili, e il
Rapporto globale dell’Organizzazione internazionale del lavoro parla di circa
10 milioni di minori schiavizzati nel mondo, e quindi in queste forme più turpi
e degradanti di schiavitù dei minori.
D. – Un bambino che ha subito degli abusi, che adulto
sarà?
R. – Sarà un adulto compromesso da un punto di vista
fisico, psicologico ... Questi programmi di cooperazione tecnica internazionali
delle grandi organizzazioni come l’Unicef, l’Ilo, prevedono proprio non solo il
ritiro immediato dei minori dai lavori più a rischio, ma ci sono veri e propri
programmi di recupero dal punto di vista psicologico, anche, al fine di
consentire a questo bambino diventato adulto di superare il trauma di
un’esperienza che altrimenti lascerebbe un segno non cancellabile.
**********
=======ooo=======
11
giugno 2004
LIBERATO IN PAKISTAN UN DETENUTO CRISTIANO ACCUSATO DI
BLASFEMIA.
DOPO QUATTRO ANNI DI CARCERE DURO, UNA SENTENZA DELLA CORTE
SUPREMA
DI LAHORE LO HA RICONOSCIUTO
INNOCENTE, MA ALTRI SETTE CRISTIANI
SONO ANCORA IN PRIGIONE
CON LA MEDESIMA ACCUSA
LAHORE. = Assolto dopo 4 anni e mezzo vissuti in carcere per
blasfemia. E’ tornato in libertà, in Pakistan, Aslam Masih, cristiano, grazie
al verdetto emesso dalla Corte Suprema di Lahore lo scorso 4 giugno, che ha
ribaltato la sentenza con la quale lo stesso Masih era stato imprigionato nel novembre
1998 con l’accusa di aver attaccato versetti del Corano al collare di un cane.
Nel maggio 2002, il tribunale di Faisalabad aveva condannato l’uomo a 70 anni
di carcere e a una multa di 100 mila rupie (circa 1600 dollari). Durante il
processo – riferisce l’agenzia AsiaNews - il testimone principale dell’accusa
aveva negato le affermazioni attribuitegli, asserendo che la polizia aveva
“inventato” la sua testimonianza. Le accuse a carico di Masih risultavano
dunque basate solo testimonianze indirette. Il giudice della Corte Suprema
Najam ur-Zaman, nell’udienza durata 15 minuti, ha duramente condannato l’accusa
per essersi basata su di esse ed ha rimproverato il pubblico ministero per aver
accusato Masih di avere dei versetti del Corano in tasca. “Non è offensivo - ha
affermato il giudice - che cristiani possiedano dei versetti del Corano”.
Decisivo per il detenuto cristiano, l’intervento del Center for Legal Aid
Assistance and Settlement (Claas) di Lahore, che ha aiutato Masih -
analfabeta - ad ottenere giustizia. Al momento della sentenza, Masih si trovava
in carcere, debilitato dalle dure condizioni di detenzione. Nelle carceri
pakistane stazionano ancora sette cristiani con l’accusa di blasfemia. (A.D.C.)
NUMEROSE INIZIATIVE
RELIGIOSE E CULTURALI CARATTERIZZERANNO
IL CENTENARIO DEL
MARTIRIO DEI SANTI FELICE E FORTUNATO, PATRONI DI CHIOGGIA. OGGI, LA SOLENNE
APERTURA,
CON UNA MESSA PRESIEDUTA DAL CARDINALE SCOLA
CHIOGGIA.
= E’ stata celebrata oggi l’apertura del 17.mo centenario del martirio dei
Santi Felice e Fortunato patroni di Chioggia, nel corso di una solenne
Eucaristia presieduta nella Cattedrale cittadina dal cardinale Angelo Scola,
Patriarca di Venezia. Una ricorrenza ricca di iniziative religiose e culturali,
che si concluderanno nel giugno 2005. I due giovani fratelli, originari secondo
la tradizione dell'attuale Vicenza, vennero martirizzati al tempo di Diocleziano
perché trovati in un bosco a pregare. I loro corpi, raccolti dai
cristiani, furono conservati uno a Vicenza e l'altro ad Aquileia. In seguito
alle invasioni barbariche, le reliquie conservate in quest'ultima città furono
trasportate a Malamocco, dove si era stabilita una sede vescovile. Questa sede
si trasferì nel 1100 a Chioggia e con essa, per volontà del vescovo Enrico
Grancarolo e col consenso del Doge, anche le insigni reliquie, conservate ora
in cattedrale. (A.D.C.)
SONO COMINCIATE IN UNGHERIA
LE TRAMISSIONI DELLA RADIO
VOLUTA DAI VESCOVI DEL
PAESE MAGIARO. E’ LA PRIMA EMITTENTE CATTOLICA
NATA DOPO LA CADUTA DEL
COMUNISMO
BUDAPEST.
= Per la prima volta in Ungheria, dopo la caduta del regime comunista,
un’emittente radiofonica cattolica trasmette su una frequenza a onde medie, su
scala nazionale. La società che curerà i programmi ha ottenuto la licenza per
sette anni dall’Autorità nazionale delle emittenti radiotelevisive. I programmi
della radio, promossi direttamente dalla Chiesa di Budapest, comprenderanno non
solo temi ecclesiali ma anche culturali, cronaca, interviste ed altri servizi.
La nuova emittente, secondo il presidente della Conferenza Episcopale
Ungherese, l’arcivescovo Istvan Seregely, sarà un mezzo di evangelizzazione per
una società che “dovrà e potrà compensare delle grandi lacune”, lasciate dal
precedente regime nel campo dei valori e della spiritualità. (R.M.)
E’ MORTO ALL’ETA’ DI 73 ANNI RAY CHARLES, IL
CELEBRE CANTANTE AMERICANO
CHE
NEGLI ANNI ’60 DIVENTO’ IL “GENIO DEL SOUL”. NONOSTANTE LA CECITA’ PRECOCE, FU
UN GRANDE INTERPRETE
DELLA TRADIZIONE MUSICALE AFROAMERICANA
-
Servizio di Alessandro De Carolis -
LOS
ANGELES. = Un talento musicale cristallino fin dalla più tenera età, un timbro roco
e melodico, una duttilità interpretativa straordinaria, come testimoniano le
sue incursioni nel jazz, nel country, nel pop, nel blues e nel soul. Da ieri,
la voce di Ray Charles continua a riecheggiare, custodita nei solchi di milioni
di dischi e CD e nella memoria dei suoi numerosissimi estimatori. Il cantante,
73 anni, si è spento verso le 11.30, ora di Los Angeles, nella sua villa di
Beverly Hills, per complicazioni alla sua malattia epatica. E’ stata una
parabola identica al mito del Sogno americano, quella di Ray Charles. Nascita
povera, nella Georgia dei “neri” segregati, una precoce malattia agli occhi che
a sette anni lo ha già reso cieco, orfano a 15, un’esistenza condannata sul
nascere dal tunnel buio della sua menomazione. Ma per Ray Charles lo studio del
braille e della matematica diventano ben presto un modo per
padroneggiare le note. E’ il lampo che illumina la mente di un cantante che non
può vedere, ma che ha un mondo di musica da fare vedere agli altri. Impara a
suonare il sax, il piano, l’organo. Fonda un gruppo musicale, diventa
gradualmente quel “genio del soul”: uno dei tanti appellativi che
accompagneranno la sua lunga carriera. Per lui, la musica “è come il sangue”,
dirà. “E’ una necessità vitale”. Il successo che lo travolge negli anni
Sessanta, quando vince nove Grammy – gli Oscar della musica americana - si
accompagna a qualche intemperanza. Lotta contro la dipendenza dalla cocaina e
ne esce fuori, mantenendo intatta la capacità di far vibrare i timbri caldi e
nostalgici della tradizione afroamericana anche nei brani più moderni di musica
leggera, suoi e altrui. Come nel caso della celeberrima “Georgia on My Mind”:
scritta nel 1931 ma divenuta l’inno dello Stato solo dopo il 1979, cantata da
Ray “The Genius”.
ASSEGNATO
A SERGIO ZAVOLI E AL GIORNALISTA BRASILIANO, PAULO PEREIRA LIMA,
IL
PREMIO “DON MARIO PASINI COMUNICATORE”,
PER LA
MIGLIORE COMUNICAZIONE RIGUARDANTE IL SUD DEL MONDO
ROMA.
= Raccontare il sud del mondo da professionisti della comunicazione, come un
cronista di lungo corso e di poliedrico talento al pari di Sergio Zavoli. O
imparare a farlo, essendo ad esempio uno studente della Tanzania e quindi parte
stessa di quelle terre che si vogliono raccontare. Terre - dall’Africa, al
Medio oriente, all’Asia, all’America Latina - troppo spesso unite dal comune
denominatore di una qualche miseria. Per le due categorie di comunicatori, c’è
da un paio d’anni un premio che riconosce i meriti di chi sa occuparsi con
efficacia di quest’area del pianeta e dei suoi problemi. Si tratta del Premio
“Don Mario Pasini comunicatore”, intitolato all’omonimo sacerdote, scomparso
nel 2002, che fu per 50 anni un infaticabile annunciatore del Vangelo
attraverso i media, a partire dal settimanale diocesano “La Voce del popolo” e
più ancora dal rotocalco “La Madre”, entrambi da lui diretti. Proprio l’ex
presidente della Rai, Sergio Zavoli – autore di celebri reportage che hanno
fatto scuola - e il giornalista
brasiliano, Paulo Pereira Lima, sono i due esperti di comunicazione, in
rappresentanza del nord e del sud del mondo, premiati questa mattina a Roma con
il riconoscimento istituito, in collaborazione con l’agenzia Misna,
dall’Associazione Cuore Amico/Fraternità, fondata da don Mario Pasini. Il
riconoscimento è andato anche ad un gruppo di studenti della Tanzania, per la
categoria degli studenti di giornalismo. Alla presenza del cardinale Giovanni
Battista Re, e di numerose autorità civili e religiose, il conferimento del
premio è stata anche l’occasione per illustrarne ancor meglio lo spirito.
Spirito che si rifà direttamente allo slancio che fu di don Mario Pasini, per
il quale – si legge in un comunicato – l’annuncio del Vangelo si misurava
quotidianamente con la realtà. Con uno sforzo dichiarato: “Coniugare la città
di Dio con la città dell’uomo”. (A.D.C.)
DURANTE
UNA VISITA NEL PAESE AFRICANO DI UN GRUPPO DI RAGAZZI
DELLA
CAPITALE
ROMA. = “Ho un debito con il Paese
più indebitato della terra” è il titolo del percorso fotografico organizzato
dal circolo Acli Oltreilnaso, cui ha assistito anche il Cardinal Ersilio Tonini
ieri sera a Roma. La mostra, che ha avuto il patrocinio delle Pontificie Opere
Missionarie, si propone di raccontare la vita nella missione africana di Ilula,
in Tanzania, attraverso l’esperienza fatta nell’agosto 2001 da alcuni ragazzi
di Roma. Mediante le fotografie realizzate da Cristian Gennari e le parole di
Gianluigi De Palo, “Ho un debito con il Paese più indebitato della terra”,
cerca di descrivere il sorriso e la speranza dell’Africa, la ricchezza di
questo ‘Paese’ con il quale gli autori sentono di aver contratto un debito
chiamato ‘consapevolezza’. L’idea di realizzare una mostra, nasce dall’esigenza
di stimolare l’attenzione alla pace e alla mondialità, valorizzando il
multiculturalismo e l’integrazione tra i popoli e cercando di lanciare la
rieducazione dell’Europa attraverso l’Africa, come spiegano gli organizzatori.
Il cardinal Tonini si è detto entusiasta dell’iniziativa, già illustrata in
alcune diocesi d’Italia, augurandosi che tali occasioni promuovano il valore
dell’autentica solidarietà professata dalla carità evangelica e siano da
esempio e testimonianza per tutti i giovani.
=======ooo=======
11
giugno 2004
- A cura di Amedeo Lomonaco -
Dopo tre giornate di lavori, si
è chiuso ieri a Sea Island, in Georgia, il Vertice del G8. Sul conflitto israelo-palestinese gli 8 Grandi
hanno dato l’assenso al piano Sharon sul ritiro da Gaza e riproposto la “road
map”. Sul ruolo della Nato in Iraq il presidente statunitense, George Bush, ha inoltre
fatto marcia indietro dopo i “no” di Francia, Germania e Russia. Il servizio di
Elena Molinari:
**********
George Bush non ha lasciato che
le scaramucce con Jacques Chirac sul ruolo della Nato in Iraq gli rovinassero
un G8 iniziato sotto i migliori auspici. Il presidente americano è arrivato
alla conferenza stampa finale di ottimo umore; ha ammesso che le differenze con
la Francia restano ma ha assicurato che la discussione sulla Nato resta aperta.
“Aspetteremo che il governo iracheno faccia le sue richieste”, ha detto. Dal
punto di vista di Washington, questo G8 non è andato male. I grandi hanno
sottoscritto tutti i documenti della Casa Bianca, dall’intesa sul commercio
internazionale ai progetti umanitari e gli Accordi contro la proliferazione
nucleare, alla partnership per il grande Medio Oriente. Ma le novità reali sono
poche. L’impegno ad adoperarsi per un Iraq libero e sovrano si è scontrato con
i disaccordi sul ruolo Nato e sulla riduzione del debito iracheno. Più concrete
le dichiarazioni sul processo di pace in Israele, con l’impegno ad una nuova
missione del Quartetto entro la fine del mese per ridare slancio alla road-map.
In definitiva, il capo della Casa Bianca è ripartito per Washington forte di una
cordialità transatlantica che non assaggiava da un anno e mezzo. Un capitale
che dovrà spendere saggiamente nei mesi che lo separano dalle elezioni.
Da Savannah, Elena Molinari per
la Radio Vaticana.
**********
Oltre alla definizione di misure
volte ad affrontare le emergenze in Iraq e in Medio Oriente, una serie di iniziative hanno interessato
anche le nazioni in via di sviluppo: si è deciso, infatti, di prorogare di due
anni il piano di riduzione del debito dei 27 Paesi più poveri e di
intensificare i programmi di lotta contro l’Aids, la malaria e la poliomielite.
Altre decisioni prese dal G8, riguardano il mantenimento della pace in Africa
attraverso l’istituzione, nei prossimi anni, di una forza di 75 mila uomini in
grado di intervenire, su ordine dell’Onu, per scongiurare l’esplosione
incontrollata di guerre intestine. E’ stato inoltre lanciato un appello per il
Darfur, martoriata regione del Sudan, affinché il governo e i ribelli
rispettino il cessate-il-fuoco, consentano l’arrivo degli aiuti umanitari e
creino le condizioni per il ritorno a casa degli sfollati. Sulle conclusioni del Vertice, ascoltiamo, da Washington,
il commento di Empedocle Maffia:
**********
Questo G8 ha prodotto un
paradosso, perché ha saputo innescare impegni politici nuovi solo nelle due
occasioni in cui si è allargato ad altri protagonisti: quando ha ammesso alcuni
capi di Stato arabi e ha trovato la forza di ribadire la necessità del ritiro
di Israele dai territori palestinesi occupati per avviare un auspicabile nuovo
processo di pace in Medio Oriente; e quando ha ammesso alcuni capi di Stato africani
ed ha assunto l’impegno di convogliare risorse ed intelligenze in uno sforzo
comune per aggredire e debellare l’Aids. Quando, invece, a dibattere sono
rimasti gli otto titolari, nulla di nuovo è emerso, né sui punti di crisi
internazionali né sulle strategie per un mondo migliore. Anzi, sull’Iraq che
resta il nodo della politica internazionale, l’effetto rassicurante generato
dal recente accordo nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu si è rarefatto nella
nuova opposizione europea alla proposta americana di coinvolgere militarmene la
Nato. E’ un segno che questo mondo e questo tempo non sono riducibili ad una
gestione unica da parte dei più ricchi e dei più forti, perché le voci dei più
deboli comunque irrompono con il loro carico di bisogni e – talvolta – di
rancore. E tenerle lontane riduce l’impatto di qualunque scelta gli Otto siano
capaci di fare.
**********
La liberalizzazione del commercio
mondiale, in vista dell’11.ma edizione della Conferenza delle Nazioni Unite per
il commercio e lo sviluppo (Unctad) e alla luce dei complessi negoziati in
corso nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). E’ questo
uno dei temi principali della riunione, che si apre oggi a San Paolo, del
Gruppo dei 77 del quale fanno parte 132 Paesi in via di sviluppo. I lavori
dell’incontro, che prevede la partecipazione di diversi capi di Stato
latinoamericani, saranno chiusi sabato prossimo dal segretario generale
dell’Onu, Kofi Annan.
Ancora violenze in Iraq. Due
bambini sono morti ed altre 23 persone sono rimaste ferite negli scontri
scoppiati ieri sera a Baghdad tra forze americane e miliziani del leader
sciita, Moqtada al Sadr. Lo hanno reso noto, oggi, fonti ospedaliere.
Un’autobomba è inoltre esplosa poco fa senza causare vittime, nei pressi della
capitale, al passaggio di un convoglio americano. Nel Paese, intanto, soldati
americani hanno sventato un tentativo di sabotaggio contro un oleodotto nel
nord del Paese. Gli oltre 130 attacchi perpetrati contro installazioni
petrolifere nel corso degli ultimi sette mesi – ha detto ieri il primo ministro
iracheno, Iyad Allawi - hanno causato per l’Iraq perdite pari a 200 milioni di
dollari.
“Col favore di Dio si applica
oggi la legge del taglione mediante l’epurazione degli ostaggi italiani, per
fornire una risposta all’arrogante primo ministro Berlusconi”. E’ il testo del
messaggio, firmato “brigata Al Quds”, che avrebbe dovuto accompagnare il video
dell’uccisione di Stefio, Agliana e Cupertino. Polemiche intanto, in Italia, in
seguito alle dichiarazioni rilasciate dal fondatore di Emergency Gino Strada
sulle operazioni che hanno portato al rilascio degli ostaggi. La versione del
blitz compiuto dalle forze della coalizione non è vera e per la loro
liberazione - ha detto Gino Strada - è stato pagato un riscatto di 9 milioni di
dollari. Il vice premier Gianfranco Fini, sottolineando come non ci sia stata
alcuna trattativa per il rilascio dei tre italiani rapiti, ha chiesto le prove
di questo presunto riscatto, e ha anche affermato che “non c’è stata alcuna
strumentalizzazione della vicenda”.
Continua l’offensiva
dell’esercito pakistano contro guerriglieri nascosti nelle aree tribali al
confine con l’Afghanistan. I soldati hanno sferrato un attacco nella regione
meridionale del Waziristan, area già teatro di scontri tra i militari e i miliziani
talebani. Secondo fonti di Islamabad, gli ultimi combattimenti hanno provocato
la morte di almeno 53 persone.
Non si arresta la spirale di
odio in Medio Oriente. Due ragazzi palestinesi sono rimasti uccisi ieri in
Cisgiordania in seguito a due distinti raid israeliani avvenuti a Nablus e nei
pressi di Betlemme. Dopo questi ultimi episodi, il drammatico bilancio delle
vittime dall’inizio dell’Intifada - nel settembre del 2000 - è salito a 4.105
persone, di cui 3.114 palestinesi e 920 israeliani.
Spostiamoci
nella Repubblica Democratica del Congo. Sono in fuga da Kinshasa, forse diretti
verso il confinante Congo Brazzaville, alcuni dei militari ribelli che nella
notte si erano impadroniti della radio nazionale per un tentativo di golpe e di
deporre il presidente congolese, Joseph Kabila. Il capo di Stato è apparso stamani
in televisione per confermare che il governo è operativo e per dare notizia
dell’arresto di una decina di ribelli. Sulla situazione ora a Kinshasa, Giada
Aquilino ha raccolto la testimonianza di padre Gianni Magnaguagno, parroco
della chiesa San Bernardo della capitale dell’ex Zaire, appena rientrato da una
perlustrazione nelle vie della città:
**********
R. – Abbiamo percorso il grande boulevard che va
all’aeroporto: era pieno di gente che rientrava dalla città perché aveva
sentito di questo tentato golpe che c’è stato nella notte. In centro e nelle
vie laterali è tutto calmo e tranquillo. Ci sono alcuni blindati dell’Onu che
circolano, delle camionette della polizia e dei militari che si sono appostati
un po’ qui, un po’ là, ma non ci sono tensioni.
D. – Ci sono segni del tentativo di colpo di Stato di
questa notte?
R. – Stamani, dopo la Messa, abbiamo sentito tre cannonate.
Nella notte è mancata la corrente in tutta la città. E’ ritornata questa
mattina dopo le cinque: è stato detto che erano stati sequestrati degli
operatori dell’Ente per l’elettricità. Poi, gli insorti sono andati alla radio
a dare l’annuncio del colpo di Stato e per dire che il periodo di transizione
che stiamo vivendo è inutile. Molti sono scontenti perché la transizione avrebbe
dovuto portare un certo benessere sociale, ma a livello dello Stato non è stato
fatto ancora nulla. Tutti aspettano l’avvento della democrazia, con le elezioni
che si dovrebbero tenere tra un anno circa. In effetti trovo difficile pensare
ad elezioni veramente libere perché il Paese è in un momento difficile, senza
strade, senza infrastrutture.
**********
Si celebrano oggi, a Washington,
i solenni funerali di Stato di Ronald Reagan, il 40.mo presidente americano,
morto sabato scorso all’età di 93 anni. Alla cerimonia sono attesi molti
protagonisti della fine della Guerra Fredda, da Margaret Thatcher a Mikhail Gorbaciov, che
rappresenterà ufficialmente la Russia. Presente anche il cardinale segretario
di Stato Angelo Sodano, inviato dal Papa.
Il presidente polacco,
Aleksander Kwasniewski, ha affidato per la seconda volta l’incarico di formare
il governo all’economista Marek Belka, nominato premier lo scorso 2 maggio,
dopo le dimissioni di Leszek Miller.
=======ooo=======