RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII  n. 31 - Testo della Trasmissione di sabato 31 gennaio 2004

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La pace passa attraverso il dialogo, il rispetto degli altri e la comprensione reciproca: così il Papa oggi ai 10 mila ragazzi del Sermig, il servizio missionario giovani, che ha festeggiato in Vaticano il 40° anniversario di fondazione.

 

Il cardinale Sodano, che ha partecipato alla festa in aula Paolo VI, invita i giovani a lavorare ogni giorno per la pace: “ognuno di noi – ha detto – più che essere un pacifista deve essere un pacificatore”.  L’invito rivolto ai giovani da Chiara Lubich e da Ernesto Olivero.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Continua il dibattito nel Regno Unito sulla BBC e i dossier sulle armi irachene: intervista con Peppino Ortoleva

 

La Legione di Maria risponde all’appello del Papa a pregare con il Rosario per la pace: intervista con Giovanni Monti

 

Cresce il bisogno di religiosità a Roma: lo afferma uno studio presentato in questi giorni nella capitale. Ce ne parlano padre Giampaolo Salvini, mons. Giovanni D’Ercole e Leone Pazerman

 

CHIESA E SOCIETA’:

In tutte le parrocchie della Scozia verrà distribuito oggi e domani un opuscolo dedicato ai temi del matrimonio e della famiglia

 

Povertà, poligamia e prostituzione tra i mali da estirpare all’interno delle famiglie thailandesi

 

Domani si celebra in Italia la Giornata per la vita sul tema : “Senza figli non c’è futuro”

 

Grazie ai fondi di solidarietà raccolti a Pontremoli, in Toscana, è stata aperta in Perú una casa-rifugio per bambini di strada

 

Si celebreranno giovedì prossimo le esequie di padre Dieter Gahlen, da poco più di un anno Superiore generale dei Missionari di Marianhill.

 

24 ORE NEL MONDO:

Continuano le polemiche negli USA sul mancato ritrovamento delle armi di distruzione di massa in Iraq

 

Bloccato in Iran il dialogo tra riformisti e conservatori sulle candidature per le prossime elezioni.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

31 gennaio 2004

 

 

 

IL DIALOGO, L’ACCOGLIENZA E LA RECIPROCA COMPRENSIONE, STRUMENTI

NECESSARI PER COSTRUIRE UNA VERA PACE: COSI’, IL PAPA AI GIOVANI

 DEL SERMIG, IL SERVIZIO MISSIONARIO GIOVANI, RICEVUTI IN AULA PAOLO VI

PER IL 40.MO ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

Attraverso il dialogo, la pace è possibile e quindi doverosa. Giovanni Paolo II lo ha ribadito stamani nell’incontro in Aula Paolo VI con i diecimila giovani del Sermig–Arsenale della pace, il Servizio Missionario Giovani fondato a Torino quarant’anni fa da Ernesto Olivero. L’udienza è stata caratterizzata da un clima festoso con canti e musiche di ragazze e ragazzi venuti a testimoniare il proprio impegno per la causa della pace. Il Papa li ha ringraziati per l’entusiasmo definendoli messaggeri, testimoni, apostoli infaticabili della pace. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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“La pace vincerà se dialoghiamo”: sottolineando il tema dell’incontro di oggi, il Papa ha indicato il “rapporto stretto che esiste fra il rispetto degli altri, il dialogo e la pace”. Nella nostra epoca, “caratterizzata da una fitta rete di scambi tra diverse culture e religioni – ha affermato – occorre promuovere ed agevolare l’accoglienza e la reciproca comprensione fra gli individui e i popoli”. A questa missione, ha detto, si dedicano i giovani di Ernesto Olivero. E qui ha rammentato l’istituzione da parte del Sermig di un’Università del dialogo che vuole dar voce ai giovani di ogni nazione, cultura e religione proprio per costruire “un mondo nel quale tutti siano a pieno titolo membri dell’unica famiglia umana”.

 

“Questo dialogo deve abbracciare ogni ambito della vita sociale, economica e religiosa”.

 

Ha poi riecheggiato il Messaggio per la recente Giornata mondiale della pace, avvertendo che educare alla pace è “un impegno sempre attuale, un’urgenza del nostro tempo”.

 

“Di fronte al dilagare della violenza al diffondersi d’una mentalità edonista e consumistica, all’accrescersi della diffidenza e della paura dobbiamo con vigore riaffermare che la pace è possibile e quindi, se possibile, essa è pure doverosa”.

 

Una convinzione, ha riconosciuto, che - nei suoi quarant’anni di vita - ha sempre guidato il Sermig il quale deve dunque continuare in questa direzione. Dopo il discorso del Papa, il cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, ha rivolto un saluto ai giovani presenti in Aula Paolo VI. Il Vangelo di Cristo, ha detto, è Vangelo di Pace. E’ necessario, allora, contribuire a “creare quella civiltà dell’amore che esige il contributo di ogni cristiano”.

 

“Certo, non basta proclamare la pace con le parole, ma bisogna anche realizzare opere di pace nella famiglia, nella scuola, nel lavoro, nella società civile. Alcuni, poi, hanno la possibilità di lavorare per la pace in campo internazionale. In concreto, ognuno di noi, più che essere un ‘pacifista’, deve essere un pacificatore”.

 

Il porporato ha, infine, esortato i ragazzi del Sermig ad essere artefici di pace, avendo sempre a mente il motto: “la pace dipende anche da te”.

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UN CORO PER LA PACE: LO HANNO INTONATO QUESTA MATTINA I GIOVANI

 DEL SERMIG IN AULA PAOLO VI, PER LA MANIFESTAZIONE

 “LA PACE VINCERA’ SE DIALOGHIAMO”

 

Prima di incontrare il Pontefice, i ragazzi del Servizio Missionario Giovani hanno animato la manifestazione “La pace vincerà se dialoghiamo”. Nel corso dell’incontro, alla presenza di autorità religiose e civili, sono state presentate due iniziative dell’Arsenale della pace di Torino. L’impegno del Sermig, fondato nel 1964 da Ernesto Olivero, nella lotta alla fame e alle ingiustizie si è concretizzato negli anni con la realizzazione di oltre 1.700 interventi e progetti di sviluppo, a favore di 125 Paesi del mondo. Tra questi, missioni umanitarie in Paesi segnati dalla guerra, come Libano, Iraq, Afghanistan e Palestina; o progetti di accoglienza per bambini in stato di abbandono in Brasile, Romania, Tanzania e Bangladesh. Ma torniamo alla manifestazione di questa mattina, con il servizio di Barbara Castelli.

 

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Una grande festa, scandita da testimonianze commoventi, canti gioiosi e una breve drammaturgia, per sottolineare che l’opera della pace è frutto di giustizia e di riconciliazione con i più poveri. Oltre 10.000 giovani del Sermig hanno popolato questa mattina l’aula Paolo VI in Vaticano, per la manifestazione “La pace vincerà se dialoghiamo”. Ad aprire l’incontro, una breve dichiarazione di Chiara Lubich, fondatrice e presidente del Movimento dei Focolari, che ha spiegato le diverse tipologie del dialogo: tra cattolici della Chiesa stessa, tra cristiani di Chiese diverse; tra fedeli di religioni diverse e tra chi crede e chi non ha riferimenti religiosi.

 

“Carissimi giovani, anche se molti al mondo oggi calpestano la sacra realtà della pace, iniziamo noi a vivere questi quattro dialoghi, che abbracciano ogni possibile uomo e donna del nostro pianeta. Sentiamo bruciare nel cuore questa grande passione per la pace e comunichiamola a tanti”.

 

In oltre due ore i ragazzi del Servizio Missionario Giovani hanno condensato i mali che tengono in scacco il mondo, l’odio, le guerre, la fame, le malattie, la povertà, ma hanno anche intonato il canto della speranza, la luce capace di diradare le tenebre. Sono stati gli attori del Teatro Stabile di Torino a intraprendere questo viaggio per le contrade del mondo, con la drammaturgia “Mille chilometri verso la pace”. Oltre i confini del Vaticano il pensiero è corso subito nella solitudine delle carceri; in Iraq, dove la violenza ogni giorno esige il suo tributo; in Africa, sulle strade polverose del Continente Nero, dove l’Aids e la fame spengono il sorriso innocente di tanti bambini, costretti anche a respirare la colla, pur di sfuggire all’orrore della realtà; e poi ancora in Medio Oriente, dove sembra drammaticamente scolorito il sogno della sicurezza e dove il rancore intreccia la trama e l’ordito di tanti drammi. Dinanzi a tutto questo oggi i giovani, futuro dell’umanità, sono chiamati a camminare l’uno accanto all’altro, oltre i confini, oltre le razze, oltre le religioni, verso un mondo fatto di puro amore, come ha ricordato Ernesto Olivero, fondatore del Sermig.

 

“Noi dobbiamo fare pace prima di tutto nel nostro cuore, nella nostra mente, nella nostra famiglia. Noi non possiamo permetterci di consumare quello che consumiamo, in un mondo in cui ci sono trenta, quaranta mila morti di fame al giorno. Ognuno di noi deve essere ‘artigiano della pace’. Dobbiamo capire che abbiamo delle potenzialità immense. Per chi crede in Gesù, Gesù dice che noi possiamo fare delle cose più grandi di lui. E se l’ha detto è possibile. Dieci mila giovani che entrano in questa dimensione, possono cambiare il mondo”.

 

Per passare dalle parole ai fatti, il Sermig ha presentato due nuove iniziative. Anzitutto l’apertura a Torino dell’Università del Dialogo, la cui seconda lezione, dopo quella di Giovanni Paolo II, è stata tenuta oggi in aula dal cardinale Renato Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Un ateneo itinerante teso a favorire il dialogo a livello sociale, nella politica, tra le religioni e nell’economia per contribuire all’apertura di scenari di pace. E, infine, una seconda iniziativa dedicata al Papa: un’intera opera musicale che racchiude i drammi e le speranze del mondo intero.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Nel corso della mattina il Papa ha ricevuto anche il cardinale James Francis Stafford, Penitenziere Maggiore e l’arcivescovo John Patrick Foley, presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, con i suoi collaboratori.

 

Sempre oggi il Santo Padre ha elevato all'episcopato, con dignità di arcivescovo, assegnandogli la sede titolare di Novapietra, monsignor Raffaello Funghini, presidente della Corte d'Appello dello Stato della Città del Vaticano.

 

Il Papa ha inoltre nominato Decano del Tribunale della Rota Romana monsignor Antoni Stankiewicz, Prelato Uditore del medesimo Tribunale Apostolico.

 

         Quindi ha nominato membro della Congregazione per i vescovi l’arcivescovo Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici.

 

Infine ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Acapulco (Messico) padre Juan Navarro Castellanos, del clero della diocesi di San Juan de los Lagos, assegnandogli la sede titolare vescovile di Capocilla.

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

Apre la prima pagina il titolo “Apostoli infaticabili della pace”: Giovanni Paolo II incontra diecimila giovani del Sermig - arsenale della pace - e li esorta a gettare le basi per una “Terra amica”, dove nessuno si senta straniero.

 

Nelle vaticane, la lettera del Papa al cardinale Javier Lozano Barragan per la nomina a suo Inviato Speciale alla XII Giornata mondiale del malato, che si celebra a Lourdes l’11 febbraio.

Il cardinale Crescenzio Sepe  - nella cattedrale di Abu Dhabi - conferisce l’ordinazione episcopale a mons. Paul Hinder, ausiliare di Arabia: un evento di straordinario significato ecclesiale.

 

Nelle estere, in rilievo l’Iraq segnato da un’altra strage; a Mossul l’esplosione di un’autobomba ha provocato otto morti e più di quaranta feriti.

L’intervento del capo-delegazione della Santa Sede alla nona Conferenza degli Stati Parte alla Convenzione-Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Il titolo dell’intervento è “La responsabilità etica dell’essere umano di fronte al fenomeno dei cambiamenti climatici”.

Un approfondito contributo di Antonio Ballarin Denti dal titolo “Ruolo della scienza e della politica nell’impegno contro il cambiamento climatico”. 

 

Nella pagina culturale, per la rubrica “Incontri”, il pianista Bruno Canino intervistato da Antonio Braga

 

Nelle pagine italiane, Governo: ancora incerto l’esito della verifica; atteso un vertice dei leader della Cdl.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

31 gennaio 2004

 

 

 

REGNO UNITO: CONTINUA IL DIBATTITO SULLA BBC

 E I DOSSIER SULLE ARMI IRACHENE

- Intervista con il prof. Peppino Ortoleva -

 

Nel Regno Unito continua il dibattito sul caso Kelly. Dopo le scuse della Bbc le dimissioni del presidente, Davis, del direttore generale, Dyke, ha abbandonato la Testata anche il giornalista Andrew Gilligan, autore del Reportage in cui accusava il governo Blair di aver manipolato i dossier sulle armi di distruzione di massa irachene. Gilligan, tuttavia ha contestato l’inchiesta del giudice Hutton e ha ribadito le sue accuse. E secondo i sondaggi la maggioranza dell’opinione pubblica britannica continua a credere alla Bbc. Ma come si spiega questo dato? Massimiliano Menichetti ha girato la domanda a Peppino Ortoleva, esperto di Comunicazioni di Massa.

 

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R. – Il problema che la Bbc ha sollevato è stato che Blair ha manipolato volutamente le prove. Hutton ha detto, invece, che non le ha manipolate volutamente. In mezzo a queste due tesi ce n’è un’altra. I servizi segreti avrebbero dato a Blair delle informazioni mistificanti, lo hanno fatto di loro spontaneo impulso o non dobbiamo vedere in questo un ulteriore problema, che sta diventando gravissimo, e cioè il fatto che anche nelle democrazie più antiche buona parte delle amministrazioni manipolano la verità, per compiacere il potere? Perché, in fondo, è di questo che gli inglesi sono convinti o per lo meno la maggior parte di loro. E Blair, magari, non ha chiesto esplicitamente ai servizi segreti di dargli informazioni mistificanti, ma ha accolto con grande gioia informazioni che erano risultate mistificate.

 

D. – Ma a questo punto qual è il rapporto tra i media e la politica?

 

R. – E’ sempre più complicato, perché il problema di fondo è che i media non sono più uno strumento della politica, ma sono il vero teatro della politica. A questo punto, quindi, la vecchia logica liberale, che ha avuto un senso preciso per secoli, di una separazione - e qui il concetto del quarto potere dove i media devono essere indipendenti, devono essere una sorta di voce indipendente del pubblico - non funziona più, o meglio, forse richiede dei rafforzamenti ulteriori di questa separazione e delle regole ulteriori, che ne precisino i modi e le forme.

 

D. – La Casa Bianca sta valutando la possibilità di istituire una Commissione di inchiesta sulle armi possedute da Saddam. Ma il caso Blair, quindi, si può dire concluso? 

 

R. – La vicenda Blair politicamente non può essere conclusa. Se verrà fuori che le armi non c’erano in Iraq, chi ha deciso la guerra e chi ha fatto morire delle persone, a partire da un dato sbagliato, ne avrà comunque la responsabilità politica. La sua vittoria sulla Bbc conterà dieci e il fatto che le armi alla fine non ci fossero, conterà novanta. La gente gli attribuirà la responsabilità politica e alla fine a mentire, se c’è stata menzogna, o a sbagliare, se c’è stato errore, sarà stata comunque la sua amministrazione.

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LA LEGIO MARIAE RISPONDE ALL’APPELLO DEL PAPA:

PREGARE CON  IL ROSARIO PER LA PACE NEL MONDO

- Intervista con Giovanni Monti -

 

Pregare con il Rosario per la pace nel mondo. Pregare con Maria per incontrare Cristo. Questo l’appello lanciato più volte dal Papa, in particolare con la sua lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae. Giovanni Paolo II chiedeva di osare di più anche in famiglia, proponendo anche ai piccoli questa preghiera, magari con opportuni accorgimenti pratici. “La famiglia che prega unita – afferma il Papa - resta unita”. La Legio Mariae, movimento cattolico internazionale,  ha accolto con grande impegno questo appello  e ha proposto a tutti i suoi aderenti di recitare il Rosario secondo le intenzioni di Giovanni Paolo II in occasione del suo 25° anno di pontificato. Ma cos’è la Legio Mariae? Giovanni Peduto lo ha chiesto ad uno dei responsabili del movimento, il dott. Giovanni Monti.

 

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R. – La Legione di Maria è un movimento cattolico internazionale di laici, che vogliono collaborare alla missione di evangelizzazione della Chiesa. E’ stata fondata a Dublino il 7 settembre 1921 per iniziativa di un giovane funzionario del ministero delle finanza, Frank Duff. Erano una quindicina di persone che si sono riunite per cercare insieme una forma di apostolato.

 

D. – Come si compone e dove è diffusa?

 

R. – Attualmente la Legione di Maria è presente nei cinque continenti ed opera in circa 2 mila diocesi. Dalle ultime statistiche risulta composta da più di un milione e 500 mila membri attivi ed una decina di milioni di membri ausiliari.

 

D. – Parliamo di questa iniziativa del Rosario, secondo le intenzioni del Papa. Come si è sviluppata?

 

R. – La coincidenza del 25.mo anno di Pontificato del Santo Padre con l’Anno del Rosario ha suggerito ai responsabili del movimento nella diocesi di Roma di aderire alla duplice sollecitazione di Sua Santità, di recitare e di interessare alla recita del Santo Rosario anche altre persone. La cifra che abbiamo indicato in una pergamena è di 373 mila 658 rosari, solo però nell’anno del Santo Rosario.

 

D. – Siete impegnati anche in campo ecumenico?

 

R. – A livello mondiale siamo impegnati con i fedeli di altre confessioni cristiane, collaborando nelle varie iniziative locali. A Roma, più in particolare, siamo impegnati con gli ortodossi fin dal 1982.

 

D. – Quale posto ha oggi la Legio Mariae nella Chiesa?

 

R. – Il nostro posto nella Chiesa di oggi è l’evangelizzazione con il rapporto diretto e la catechesi.

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CRESCE IL BISOGNO DI RELIGIOSITA’ A ROMA:

LO AFFERMA UNO STUDIO PRESENTATO IN QUESTI GIORNI NELLA CAPITALE

- Intervista con padre Giampaolo Salvini, mons. Giovanni d’Ercole e Leone Pazerman -

 

“Roma e la globalizzazione religiosa”, è il titolo dello studio realizzato da Luca Diotallevi, docente di sociologia dell’organizzazione alla Terza Università di Roma. Secondo l’analisi effettuata, cresce il bisogno di religiosità nella capitale. Tra gli intervistati, il 77% si riconosce nel cattolicesimo, che si pone – per Diotallevi – come un modello di dialogo tra le diverse fedi. Di tutto questo si è parlato in un convegno a Roma. C’era per noi Benedetta Capelli.

 

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Rispetto ad un’indagine condotta dieci anni fa, si vede chiaramente che almeno il 20% in più si sente vicino a Dio e conseguentemente c’è stato un incremento di coloro che si rivolgono alla preghiera. Ma è soprattutto una tesi, portata avanti da Diotallevi, che fa pensare: l’immagine di una globalizzazione religiosa che suscita perplessità, almeno per padre Giampaolo Salvini, direttore di “Civiltà Cattolica”:

 

“La globalizzazione di solito è intesa da un punto di vista finanziario, economico, quindi non è facile – come concetto – applicarlo anche alla religione. Invece, la religione certamente nei confronti della globalizzazione può conservare il compito di coscienza critica, dimostrare i limiti della globalizzazione in cui non si globalizzino anche i valori”.

 

Ma il rischio di pensare ad una religione globale diventa il pericolo di uno stravolgimento della religione stessa, come sostiene mons. Giovanni D’Ercole, capoufficio Sezione affari generali della Segreteria di Stato vaticana:

 

“Nella religione  l’iniziativa è di Dio: io ascolto, obbedisco. Se invece è una religiosità in cui l’io diventa colui che si costruisce la propria religiosità a propria immagine e consumo, allora – secondo me – non porterà molto lontano”.

 

Nello studio, il cattolicesimo si pone come modello di integrazione, grazie soprattutto alla figura carismatica del Papa che, nell’incontro di Assisi nel 1986, invitò i leader religiosi a pregare insieme. Una personalità di grande fascino, come conferma Leone Pazerman, presidente delle comunità ebraiche di Roma:

 

“Questo è un Papa che ha fatto moltissimo per aumentare il dialogo interreligioso, e ha trovato molto favore sicuramente nel mondo ebraico, credo anche nel mondo islamico. Il dialogo – che non è un confronto teologico, ma è un dialogo sulle cose concrete da fare, sulla pace, sulla difesa dei diritti umani, sulla promozione, sulla lotta contro la povertà, credo che sia una collaborazione che possa senz’altro essere di grande beneficio per tutta l’umanità”.

 

Dunque, il rispetto delle diversità, il dialogo tra le fedi diventano ancora una volta la base da cui partire per creare – prima di una religione globale – una cultura di pace.

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CHIESA E SOCIETA’

31 gennaio 2004

 

 

IN TUTTE LE PARROCCHIE DELLA SCOZIA, VERRA’ DISTRIBUITO OGGI E DOMANI

UN OPUSCOLO DEDICATO AI TEMI DEL MATRIMONIO E DELLA FAMIGLIA.

IL CARDINALE O’BRIEN: LE POLITICHE LEGISLATIVE E FISCALI

DEVONO TUTELARE QUESTA ISTITUZIONE FONDAMENTALE DELLA SOCIETA’

 

GLASGOW. = Oltre 250 mila copie di un opuscolo dedicato al tema del matrimonio e della famiglia saranno distribuite, tra oggi e domani, in tutte le comunità cattoliche della Scozia (450 parrocchie), attraverso il Centro delle Comunicazioni Sociali di Glasgow. Lo riferisce l’agenzia Fides che spiega come la larga diffusione del rapporto preparato dai vescovi scozzesi rientri nel progetto della Chiesa locale, annunciato nel dicembre scorso dal cardinale Keith O’Brien, presidente della Conferenza episcopale della Scozia. “E’ nel massimo interesse della società scozzese, ed è inoltre un dovere incombente per tutti quelli che sono impegnati nella vita pubblica – aveva anticipato il porporato in una lettera inviata ai fedeli lo scorso 28 dicembre - rispettare e promuovere la famiglia. Tutte le politiche legislative e fiscali devono tenere in considerazione gli effetti che possono avere su questa istituzione fondamentale della nostra società e garantire che essa venga rafforzata e non pregiudicata”. E aggiungeva riferendosi in particolare all’opuscolo distribuito in questo fine settimana: “Spero che usiate questo materiale come punto centrale di dibattiti, discussioni ed iniziative nelle vostre case, parrocchie, scuole e luoghi di lavoro, allo scopo di sostenere il matrimonio e la famiglia e di costruire una Cultura della Vita”. E’ nostro desiderio, concludeva il cardinale O’Brien, “essere sicuri che esiste un ambiente veramente cristiano nelle nostre famiglie e nelle nostre parrocchie, per voi stessi e per i vostri figli”. Il 31 maggio, festa della Visitazione di Maria, la Chiesa scozzese celebrerà a livello nazionale una “Giornata per la Vita”. (A.D.C.)

 

 

POVERTA’, POLIGAMIA, PROSTITUZIONE TRA I MALI DA ESTIRPARE

ALL’INTERNO DELLE FAMIGLIE THAILANDESI.

NEL 2004, I VESCOVI DEL PAESE DEDICHERANNO

AL TEMA STUDI E INIZIATIVE PASTORALI

 

BANGKOK. = Anche per la Chiesa thailandese, il 2004 sarà un anno dedicato alla famiglia. Dopo l’annuncio dato dal cardinale Michael Michai Kitbunchu, presidente della Conferenza episcopale locale, è di questi giorni la distribuzione di una guida pastorale sulla famiglia. I vescovi della Thailandia, fin dallo scorso settembre hanno dedicato al tema un seminario che ha analizzato la società tailandese e il modo in cui promuovere la famiglia. La guida pastorale distribuita in questi giorni presenta anzitutto alcuni aspetti teologici e canonici sulla famiglia cristiana: famiglia, immagine della Trinità,  nutrita dalla preghiera in comune e dalla lettura della Parola di Dio. Ma non mancano le indicazioni pastorali per i sacerdoti, le parrocchie, i catechisti. Secondo statistiche del Ministero thai degli interni, la percentuale di divorzi nel Paese cresce ogni anno: dal 10% del ’93, si è passati al 23% del 2001. I dati mostrano inoltre che dal 1997 il numero dei matrimoni è diminuito di circa 50 mila unioni: dai circa 490 mila del ’93 ai 325 mila del 2001. Alcuni anni fa, la Chiesa  ha dato il via ad un programma divenuto molto popolare tra i thailandesi: il rinnovamento delle promesse matrimoniali. La cerimonia si svolge nel giorno di san Valentino e vi partecipano coppie sposate che celebrano il 10.mo o il 25.mo anniversario di nozze. Il programma “di san Valentino” chiede loro di partecipare a un corso di catechismo, di ritornare alla pratica religiosa e di sposarsi in chiesa. Fra i problemi che affliggono le famiglie vanno elencati anzitutto i problemi economici. Poi vi è l’educazione dei figli, difficile soprattutto nelle coppie miste dove uno dei parenti sia buddista. Povertà e ignoranza, che affliggono soprattutto le zone rurali, induce spesso gli stessi genitori a vendere le proprie figlie, ancora adolescenti, al racket della prostituzione. Il tutto per circa 200 dollari di ricavato. (A.D.C.)

 

 

SARA’ UNA MANIFESTAZIONE INTITOLATA “SENZA FIGLI NON C’E’ FUTURO”

A INAUGURARE, DOMANI A ROMA, L’11.MA SETTIMANA DIOCESANA

 DELLA VITA E DELLA FAMIGLIA. SUL PALCO, TESTIMONIANZE DI IMPEGNO SOCIALE

DI VIP E PERSONE COMUNI

 

ROMA. = “Senza figli non c'e futuro”. E’ il titolo della manifestazione che domani pomeriggio, alle 16, nell’ex PalaEur di Roma aprirà l’11.ma Settimana diocesana della Vita e della Famiglia. A presentare quella che si annuncia come una festa saranno due popolari conduttori televisivi, Pino Insegno e la moglie Roberta Lanfranchi, genitori di due bambini. Si alterneranno sul palco testimonianze di semplici famiglie e di personaggi famosi - Carla Fracci, Sandra Mondaini, Maria Rita Parsi e Rosanna Vaudetti - che aiuteranno i presenti a riflettere sull'impegno di costruire una società che aiuti la famiglia a nascere e a crescere in modo sano ed armonioso. Variegata anche la parte spettacolare della manifestazione. Oltre al coro e all'orchestra della diocesi di Romana, diretti da mons. Marco Frisina, nel corso del pomeriggio si esibiranno la soprano Cecilia Gasdia, il giovane tenore Gianluca Terranova e un coro di 700 bambini delle scuole cattoliche e delle parrocchie capitoline. L'incontro, che si tiene in coincidenza con la 26.ma Giornata nazionale per la Vita, sarà concluso da un momento di preghiera presieduto dal cardinale vicario, Camillo Ruini, durante il quale verrà rivolto dai partecipanti un appello alla Chiesa, alle istituzioni civili e ai mass media in favore della famiglia. (A.D.C.)

 

 

APERTA IN UNA LOCALITA’ A NORD DI LIMA, IN PERU’,

UNA CASA-RIFUGIO PER BAMBINI DI STRADA, GRAZIE AI FONDI DI SOLIDARIETA’

RACCOLTI DALLA CITTA’ TOSCANA DI PONTREMOLI

 

HUARAZ (PERU’). = Un gruppo di volontari italiani e peruviani ha inaugurato a Huaraz - località a nord di Lima, posta a tremila metri sul livello del mare - una casa-rifugio per i bambini di strada. La città di Huaraz si affaccia a occidente sulla “Cordillera Negra” e a oriente sull’imponente ‘Cordillera Blanca’ delle Ande, dove svetta il ghiacciaio più alto del Perú: il Huascarán, 6.768 metri di altezza. In questa località, molto frequentata di turisti soprattutto nella stagione estiva, sono centinaia i bambini di strada costretti a vivere una vita senza punti di riferimento. “Il 29 di gennaio, grazie ai proventi derivati da una cena multietnica organizzata a Pontremoli, in provincia di Massa Carrara, abbiamo inaugurato a Huaraz una casa-rifugio per i bambini che lavorano in strada”, ha raccontato alla Misna Simona Ferrari, volontaria che da circa un mese vive e lavora con i minori locali disagiati. “Per il momento ospitiamo 17 bambini, ma prevediamo che ne arrivino altri, perché sono tantissimi i piccoli senza fissa dimora che hanno bisogno di un tetto sulla testa e di qualcosa per riempire la pancia”. I figli dei poveri, ha spiegato la donna, già a partire dai 5 anni d’età vengono mandati dai genitori a vendere caramelle, a custodire auto, a pulire scarpe, spesso a scapito della frequenza scolastica. La casa-rifugio è solo il primo di altri progetti previsti per il futuro, ha aggiunto la volontaria toscana: “Stiamo avviando una serie di attività, quali pittura, lettura, danza, cucina oltre a quelle più propriamente manuali, così da permettere loro di apprendere qualcosa di utile per la vita”. (A.D.C.)

 

 

GIOVEDI’ PROSSIMO SI CELEBRERANNO A ROMA LE ESEQUIE DI PADRE DIETER GAHLEN, DA POCO PIU’ DI UN ANNO SUPERIORE GENERALE DEI MISSIONARI DI MARIANHILL. IL RELIGIOSO, MALATO, ERA MORTO LO SCORSO 24 GENNAIO

 

ROMA. = Si svolgeranno giovedì 5 febbraio alle ore 9, nella cappella della Curia Generalizia in Roma, i funerali di Padre Dieter Gahlen, superiore generale della Congregazione dei Missionari di Mariannhill (CMM), deceduto lo scorso 24 gennaio dopo una malattia. Originario di Kirchhellen, in Germania, dove era nato l’8 ottobre 1948, padre Gahlen - che verrà sepolto in Vaticano - entrò nella Congregazione dei Missionari di Mariannhill a Riedegg, in Austria, dove emise i primi voti nel 1971. Dopo un soggiorno a Londra per studiare la lingua, continuò gli studi di teologia nel seminario di St. John Vianney a Pretoria (Sud Africa) che concluse conseguendo la laurea all’Università Gregoriana di Roma. Il 13 dicembre 1975 fu ordinato sacerdote nella sua parrocchia di Feldhausen e l’anno dopo tornò in Sud Africa lavorando per dieci anni in diverse Stazioni missionarie nella Diocesi di Umtata. Nel 1985 fu trasferito a Mariannhill in Sud Africa, dove per quindici anni diresse il programma di sviluppo di St. Wendolin. Nella stessa diocesi, è stato anche vicario episcopale per lo Sviluppo della Giustizia e della Pace ed ha lavorato come esperto sulle problematiche della distribuzione della terra nella Conferenza Cattolica dei Vescovi del Sud Africa. L’elezione a superiore generale del suo Istituto - fondato nel 1909 ed attualmente composto da 397 membri distribuiti in 37 comunità - è maturata durante i lavori del capitolo generale nell’Ottobre 2002. (A.D.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

31 gennaio 2004

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

 

Il futuro democratico dell’Iraq continua ad essere minacciato dalla violenza. L’esplosione di una bomba, avvenuta nei pressi di una stazione di polizia di Mossul, ha infatti provocato stamani la morte di almeno nove persone. E sempre oggi tre soldati americani sono stati uccisi, nel Nord del Paese, per l’attacco sferrato contro un convoglio militare. In questa drammatica cornice, nella quale prossimamente opererà anche un servizio segreto iracheno per combattere la guerriglia, è intanto sempre più intricato il capitolo relativo alle armi di distruzione di massa. Sul loro mancato ritrovamento l’amministrazione americana starebbe valutando la possibilità di istituire una commissione di inchiesta indipendente per accertare come l’intelligence statunitense sia giunta alla convinzione, poi non corroborata dai fatti, che l’Iraq possedesse armi di sterminio. Il servizio di Paolo Mastrolilli:

 

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“Gli americani sappiano che anche io voglio conoscere i fatti”. Con questa parole il presidente Bush ha cercato di raffreddare la polemica montante sul mancato ritrovamento delle armi di distruzione di massa in Iraq, dopo la testimonianza al Senato dell’ex capo degli ispettori americani, David Kay, secondo cui Baghdad non possedeva ordigni vietati prima della guerra. I democratici hanno chiesto di aprire un’inchiesta indipendente per capire come mai l’intelligence abbia sbagliato le sue valutazioni e il candidato presidenziale, John Kerry, ha praticamente chiesto le dimissioni del direttore della Cia, George Tenet. Ieri anche il senatore repubblicano, John Machaney, avversario di Bush nelle elezioni del 2000, ha detto che una indagine è necessaria. La Casa Bianca è scettica, perché teme che si trasformi in uno strumento politico per attaccare il presidente ed accusarlo di aver manipolato le informazioni. Ieri Bush ha detto che vuole conoscere i fatti, confrontando ciò che è stato trovato in Iraq con ciò che si pensava di trovare. Non ha, però, risposto alla domanda se sarebbe favorevole ad un’inchiesta indipendente ed ha ribadito che l’intervento militare era necessario perché Saddam rappresentava, comunque, un pericolo.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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La Corte di giustizia internazionale dell’Aja non ha la competenza di giudicare sul muro di divisione che separa Israele dai Territori palestinesi”. Lo sostengono diversi Paesi tra cui Stati Uniti, Russia e Gran Bretagna precisando che il ricorso alla Corte sulla delicata questione della barriera di sicurezza, “potrebbe ostacolare gli sforzi tesi a promuovere la ripresa dei negoziati tra israeliani e palestinesi”. E nel complesso scenario mediorientale si deve inoltre registrare l’operazione militare, conclusasi all’alba, delle forze di sicurezza israeliane entrate anche oggi, per il secondo giorno consecutivo, nella città di Betlemme.

 

“Osama Bin Laden è vivo e si nasconde tra l’Afghanistan e il Pakistan”. Lo ha dichiarato oggi il presidente afgano, Hamid Karzai che ha anche confermato la notizia della morte di 10 abitanti di un villaggio nella provincia di Uruzgan durante un raid delle forze americane avvenuto lo scorso 18 gennaio.

 

In Iran si è bloccato il dialogo tra riformisti e conservatori sulle candidature per le elezioni previste il prossimo 20 febbraio: oggi il presidente, Mohammad Khatami, ha parlato di uno stallo e ha convocato i suoi ministri per una riunione di emergenza. Sulla situazione del Paese arabo, ascoltiamo il nostro servizio:

 

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“Le elezioni legislative mancheranno di legittimità per l’atteggia-mento intransigente del Consiglio dei guardiani della Costituzione che ha bocciato numerose candidature di riformisti”. Sono queste le parole pronunciate oggi dal ministro iraniano dell’Interno, Abdolvahed Mussavi-Lari, che due giorni fa aveva chiesto un rinvio della consultazione. Gran parte dei candidati respinti dal Consiglio dei guardiani, l’organo conservatore composto da religiosi e giuristi islamici, sono sostenitori o alleati del presidente della Repubblica islamica, Mohammad Khatami. Dopo aver partecipato a una cerimonia sulla tomba dell’imam Khomeini, il presidente Khatami ha ribadito, mentre accennava allo stallo nel processo politico, che “il governo di Teheran organizzerà elezioni libere e aperte a tutti”. “Il Parlamento – ha aggiunto - deve rappresentare la volontà della maggioranza e tutte le correnti devono essere rappresentate”. Attualmente su circa 8 mila candidati, quelli che hanno avuto il nulla osta a presentarsi alle elezioni per i 290 seggi in lizza sono 5.450. Per quelli bocciati per la seconda volta l’accusa è di non aver osservato i dettami della Costituzione.

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Una dichiarazione contro la fame e la povertà è stata firmata ieri a Ginevra, su proposta del presidente brasiliano Lula dal segretario generale dell’Onu Annan, e dai capi di stato francese e cileno Chirac e Lagos. Per combattere la fame nel mondo saranno esplorate nuove forme di finanziamento, anche quella di una tassa su alcune transazioni, quali, tra le altre, la vendita di alcuni tipi di armi. Ce ne parla da Ginevra, Mario Martelli:

 

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In una dichiarazione, al termine del lungo colloquio e di colloqui bilaterali, una serie di proposte per rafforzare l’azione per liberare il pianeta da una tragica situazione che vede più di un miliardo di persone lottare per sopravvivere con meno di un dollaro al giorno. Con 840 milioni di vittime della fame, vengono stimate a 24 mila le persone che ogni giorno muoiono come conseguenza di ciò e con undici bambini di meno di cinque anni che perdono la vita ogni minuto per cause legate alla fame. Dall’incontro di Ginevra si vuole promuovere un dialogo allargato tra i G8 ed i Paesi in via di sviluppo nella ricerca di soluzioni e l’invito a contributi maggiori da parte dei Paesi donatori e del settore privato, perché siano incrementati i programmi di assistenza. Come proposto anche dal governo britannico, con un’apposita organizzazione internazionale, si intende promuovere il varo di fonti innovative di finanziamento che dovrebbero includere una tassa su certe transazioni internazionale, come ad esempio sul commercio di certi tipi di armi. Inoltre la costituzione di meccanismi per la partecipazione di fonti private volontarie ai finanziamenti. Per lo studio di tali iniziative si intende costituire un gruppo tecnico composto da Brasile, Francia ed altri Paesi interessati che dovrà presentare un rapporto entro settembre di quest’anno.

 

Da Ginevra, per la Radio Vaticana, Mario Martelli.

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“Stiamo studiando la possibile trasmissione dell’influenza dei polli attraverso il contagio tra gli uomini”. Lo ha affermato il portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità in Vietnam aggiungendo che, se si dovesse confermare questa tesi, l’emergenza sanitaria potrebbe avere dimensioni catastrofiche. La Cina ha intanto bloccato, stamani, le esportazioni di pollame da tre sue province, dove ieri sono stati individuati casi sospetti. L’Oms ha avvertito Pechino affinché agisca rapidamente per bloccare l’epidemia.

 

Il presidente pakistano Musharraf ha riunito oggi a Islamabad i più alti responsabili civili e militari del Paese per discutere dell’inchiesta sull’eventuale partecipazione di esperti nucleari pakistani ai programmi atomici di Iran e Libia. Nell’ambito delle indagini è stato rimosso dal suo incarico anche il ‘padre’ della bomba nucleare pakistana, Abdul Qadeer Khan, che svolgeva le funzioni di consigliere del primo ministro.

 

Una tragica notizia giunge dalla Scozia dove undici pensionati di un ospizio sono morti, questa mattina, a causa di un incendio. Quando le fiamme sono divampate in un’ala dell’edificio, la casa per anziani ospitava almeno 40 persone.

 

L’ex premier francese, Alain Juppé, è stato condannato ieri a 18 mesi con la condizionale per corruzione nel quadro dell’inchiesta sugli impieghi falsi destinati a sovvenzionare il partito neogollista. Juppé ha deciso di ricorrere in appello contro la sentenza, sospendendo l’entrata in vigore del provvedimento di ineleggibilità che la condanna comporta automaticamente.

 

La sonda Opportunity, giunta su Marte domenica scorsa, ha trovato tracce di un minerale che, solitamente, si forma nell’acqua.

 

 

 

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