RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 31 - Testo della
Trasmissione di sabato 31 gennaio 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Povertà, poligamia e prostituzione tra i mali da estirpare
all’interno delle famiglie thailandesi
Domani si celebra in Italia la Giornata per la vita sul tema :
“Senza figli non c’è futuro”
Continuano
le polemiche negli USA sul mancato ritrovamento delle armi di distruzione di
massa in Iraq
Bloccato
in Iran il dialogo tra riformisti e conservatori sulle candidature per le
prossime elezioni.
31
gennaio 2004
IL
DIALOGO, L’ACCOGLIENZA E LA RECIPROCA COMPRENSIONE, STRUMENTI
NECESSARI
PER COSTRUIRE UNA VERA PACE: COSI’, IL PAPA AI GIOVANI
DEL SERMIG, IL SERVIZIO MISSIONARIO GIOVANI,
RICEVUTI IN AULA PAOLO VI
PER IL
40.MO ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE
- Servizio
di Alessandro Gisotti -
Attraverso il dialogo, la pace è possibile e quindi
doverosa. Giovanni Paolo II lo ha ribadito stamani nell’incontro in Aula Paolo
VI con i diecimila giovani del Sermig–Arsenale della pace, il Servizio
Missionario Giovani fondato a Torino quarant’anni fa da Ernesto Olivero.
L’udienza è stata caratterizzata da un clima festoso con canti e musiche di
ragazze e ragazzi venuti a testimoniare il proprio impegno per la causa della
pace. Il Papa li ha ringraziati per l’entusiasmo definendoli messaggeri,
testimoni, apostoli infaticabili della pace. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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“La pace vincerà se dialoghiamo”: sottolineando il tema
dell’incontro di oggi, il Papa ha indicato il “rapporto stretto che esiste fra
il rispetto degli altri, il dialogo e la pace”. Nella nostra epoca,
“caratterizzata da una fitta rete di scambi tra diverse culture e religioni –
ha affermato – occorre promuovere ed agevolare l’accoglienza e la reciproca
comprensione fra gli individui e i popoli”. A questa missione, ha detto, si
dedicano i giovani di Ernesto Olivero. E qui ha rammentato l’istituzione da
parte del Sermig di un’Università del dialogo che vuole dar voce ai
giovani di ogni nazione, cultura e religione proprio per costruire “un mondo
nel quale tutti siano a pieno titolo membri dell’unica famiglia umana”.
“Questo dialogo deve abbracciare ogni ambito della
vita sociale, economica e religiosa”.
Ha poi
riecheggiato il Messaggio per la recente Giornata mondiale della pace,
avvertendo che educare alla pace è “un impegno sempre attuale, un’urgenza del
nostro tempo”.
“Di
fronte al dilagare della violenza al diffondersi d’una mentalità edonista e
consumistica, all’accrescersi della diffidenza e della paura dobbiamo con
vigore riaffermare che la pace è possibile e quindi, se possibile, essa è pure
doverosa”.
Una
convinzione, ha riconosciuto, che - nei suoi quarant’anni di vita - ha sempre
guidato il Sermig il quale deve dunque continuare in questa direzione. Dopo il
discorso del Papa, il cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, ha rivolto
un saluto ai giovani presenti in Aula Paolo VI. Il Vangelo di Cristo, ha detto,
è Vangelo di Pace. E’ necessario, allora, contribuire a “creare quella civiltà
dell’amore che esige il contributo di ogni cristiano”.
“Certo, non basta proclamare la pace con le parole, ma
bisogna anche realizzare opere di pace nella famiglia, nella scuola, nel
lavoro, nella società civile. Alcuni, poi, hanno la possibilità di lavorare per
la pace in campo internazionale. In concreto, ognuno di noi, più che essere un
‘pacifista’, deve essere un pacificatore”.
Il porporato ha, infine, esortato i ragazzi del Sermig ad
essere artefici di pace, avendo sempre a mente il motto: “la pace dipende anche
da te”.
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UN
CORO PER LA PACE: LO HANNO INTONATO QUESTA MATTINA I GIOVANI
DEL SERMIG IN AULA PAOLO VI, PER LA MANIFESTAZIONE
“LA PACE VINCERA’ SE DIALOGHIAMO”
Prima
di incontrare il Pontefice, i ragazzi del Servizio Missionario Giovani hanno
animato la manifestazione “La pace vincerà se dialoghiamo”. Nel corso
dell’incontro, alla presenza di autorità religiose e civili, sono state
presentate due iniziative dell’Arsenale della pace di Torino. L’impegno del
Sermig, fondato nel 1964 da Ernesto Olivero, nella lotta alla fame e alle ingiustizie
si è concretizzato negli anni con la realizzazione di oltre 1.700 interventi e
progetti di sviluppo, a favore di 125 Paesi del mondo. Tra questi, missioni
umanitarie in Paesi segnati dalla guerra, come Libano, Iraq, Afghanistan e
Palestina; o progetti di accoglienza per bambini in stato di abbandono in
Brasile, Romania, Tanzania e Bangladesh. Ma torniamo alla manifestazione di
questa mattina, con il servizio di Barbara Castelli.
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Una
grande festa, scandita da testimonianze commoventi, canti gioiosi e una breve
drammaturgia, per sottolineare che l’opera della pace è frutto di giustizia e
di riconciliazione con i più poveri. Oltre 10.000 giovani del Sermig hanno
popolato questa mattina l’aula Paolo VI in Vaticano, per la manifestazione “La
pace vincerà se dialoghiamo”. Ad aprire l’incontro, una breve dichiarazione di
Chiara Lubich, fondatrice e presidente del Movimento dei Focolari, che ha spiegato
le diverse tipologie del dialogo: tra cattolici della Chiesa stessa, tra
cristiani di Chiese diverse; tra fedeli di religioni diverse e tra chi crede e
chi non ha riferimenti religiosi.
“Carissimi giovani, anche se molti al mondo oggi
calpestano la sacra realtà della pace, iniziamo noi a vivere questi quattro
dialoghi, che abbracciano ogni possibile uomo e donna del nostro pianeta.
Sentiamo bruciare nel cuore questa grande passione per la pace e comunichiamola
a tanti”.
In oltre due ore i ragazzi del Servizio Missionario
Giovani hanno condensato i mali che tengono in scacco il mondo, l’odio, le
guerre, la fame, le malattie, la povertà, ma hanno anche intonato il canto
della speranza, la luce capace di diradare le tenebre. Sono stati gli attori
del Teatro Stabile di Torino a intraprendere questo viaggio per le contrade del
mondo, con la drammaturgia “Mille chilometri verso la pace”. Oltre i confini
del Vaticano il pensiero è corso subito nella solitudine delle carceri; in
Iraq, dove la violenza ogni giorno esige il suo tributo; in Africa, sulle
strade polverose del Continente Nero, dove l’Aids e la fame spengono il sorriso
innocente di tanti bambini, costretti anche a respirare la colla, pur di
sfuggire all’orrore della realtà; e poi ancora in Medio Oriente, dove sembra
drammaticamente scolorito il sogno della sicurezza e dove il rancore intreccia
la trama e l’ordito di tanti drammi. Dinanzi a tutto questo oggi i giovani,
futuro dell’umanità, sono chiamati a camminare l’uno accanto all’altro, oltre i
confini, oltre le razze, oltre le religioni, verso un mondo fatto di puro
amore, come ha ricordato Ernesto Olivero, fondatore del Sermig.
“Noi dobbiamo fare pace prima di tutto nel nostro cuore,
nella nostra mente, nella nostra famiglia. Noi non possiamo permetterci di
consumare quello che consumiamo, in un mondo in cui ci sono trenta, quaranta
mila morti di fame al giorno. Ognuno di noi deve essere ‘artigiano della pace’.
Dobbiamo capire che abbiamo delle potenzialità immense. Per chi crede in Gesù,
Gesù dice che noi possiamo fare delle cose più grandi di lui. E se l’ha detto è
possibile. Dieci mila giovani che entrano in questa dimensione, possono
cambiare il mondo”.
Per
passare dalle parole ai fatti, il Sermig ha presentato due nuove iniziative.
Anzitutto l’apertura a Torino dell’Università del Dialogo, la cui seconda lezione,
dopo quella di Giovanni Paolo II, è stata tenuta oggi in aula dal cardinale Renato
Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Un ateneo itinerante
teso a favorire il dialogo a livello sociale, nella politica, tra le religioni
e nell’economia per contribuire all’apertura di scenari di pace. E, infine, una
seconda iniziativa dedicata al Papa: un’intera opera musicale che racchiude i
drammi e le speranze del mondo intero.
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Sempre
oggi il Santo Padre ha elevato all'episcopato, con dignità di arcivescovo,
assegnandogli la sede titolare di Novapietra, monsignor Raffaello Funghini,
presidente della Corte d'Appello dello Stato della Città del Vaticano.
Il
Papa ha inoltre nominato Decano del Tribunale della Rota Romana monsignor
Antoni Stankiewicz, Prelato Uditore del medesimo Tribunale Apostolico.
Quindi ha
nominato membro della Congregazione per i vescovi l’arcivescovo Stanislaw
Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici.
Infine
ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Acapulco (Messico) padre Juan Navarro
Castellanos, del clero della diocesi di San Juan de los Lagos, assegnandogli la
sede titolare vescovile di Capocilla.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina il titolo
“Apostoli infaticabili della pace”: Giovanni Paolo II incontra diecimila
giovani del Sermig - arsenale della pace - e li esorta a gettare le basi per
una “Terra amica”, dove nessuno si senta straniero.
Nelle vaticane, la lettera del
Papa al cardinale Javier Lozano Barragan per la nomina a suo Inviato Speciale
alla XII Giornata mondiale del malato, che si celebra a Lourdes l’11 febbraio.
Il cardinale Crescenzio
Sepe - nella cattedrale di Abu Dhabi - conferisce l’ordinazione
episcopale a mons. Paul Hinder, ausiliare di Arabia: un evento di straordinario
significato ecclesiale.
Nelle estere, in rilievo l’Iraq
segnato da un’altra strage; a Mossul l’esplosione di un’autobomba ha
provocato otto morti e più di quaranta feriti.
L’intervento del
capo-delegazione della Santa Sede alla nona Conferenza degli Stati Parte alla
Convenzione-Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Il titolo
dell’intervento è “La responsabilità etica dell’essere umano di fronte al
fenomeno dei cambiamenti climatici”.
Un approfondito contributo di
Antonio Ballarin Denti dal titolo “Ruolo della scienza e della politica
nell’impegno contro il cambiamento climatico”.
Nella pagina culturale, per la
rubrica “Incontri”, il pianista Bruno Canino intervistato da Antonio Braga
Nelle pagine italiane, Governo:
ancora incerto l’esito della verifica; atteso un vertice dei leader della Cdl.
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31
gennaio 2004
REGNO
UNITO: CONTINUA IL DIBATTITO SULLA BBC
E I DOSSIER SULLE ARMI IRACHENE
- Intervista
con il prof. Peppino Ortoleva -
Nel
Regno Unito continua il dibattito sul caso Kelly. Dopo le scuse della Bbc le dimissioni
del presidente, Davis, del direttore generale, Dyke, ha abbandonato la Testata
anche il giornalista Andrew Gilligan, autore del Reportage in cui accusava il
governo Blair di aver manipolato i dossier sulle armi di distruzione di massa
irachene. Gilligan, tuttavia ha contestato l’inchiesta del giudice Hutton e ha
ribadito le sue accuse. E secondo i sondaggi la maggioranza dell’opinione
pubblica britannica continua a credere alla Bbc. Ma come si spiega questo dato?
Massimiliano Menichetti ha girato la domanda a Peppino Ortoleva, esperto di
Comunicazioni di Massa.
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R. – Il problema che la Bbc ha sollevato è stato che Blair
ha manipolato volutamente le prove. Hutton ha detto, invece, che non le ha
manipolate volutamente. In mezzo a queste due tesi ce n’è un’altra. I servizi
segreti avrebbero dato a Blair delle informazioni mistificanti, lo hanno fatto
di loro spontaneo impulso o non dobbiamo vedere in questo un ulteriore problema,
che sta diventando gravissimo, e cioè il fatto che anche nelle democrazie più antiche
buona parte delle amministrazioni manipolano la verità, per compiacere il
potere? Perché, in fondo, è di questo che gli inglesi sono convinti o per lo
meno la maggior parte di loro. E Blair, magari, non ha chiesto esplicitamente
ai servizi segreti di dargli informazioni mistificanti, ma ha accolto con
grande gioia informazioni che erano risultate mistificate.
D. – Ma a questo punto qual è il rapporto tra i media e la
politica?
R. – E’ sempre più complicato, perché il problema di fondo
è che i media non sono più uno strumento della politica, ma sono il vero teatro
della politica. A questo punto, quindi, la vecchia logica liberale, che ha
avuto un senso preciso per secoli, di una separazione - e qui il concetto del
quarto potere dove i media devono essere indipendenti, devono essere una sorta
di voce indipendente del pubblico - non funziona più, o meglio, forse richiede
dei rafforzamenti ulteriori di questa separazione e delle regole ulteriori, che
ne precisino i modi e le forme.
D. – La Casa Bianca sta valutando la possibilità di
istituire una Commissione di inchiesta sulle armi possedute da Saddam. Ma il
caso Blair, quindi, si può dire concluso?
R. – La vicenda Blair politicamente non può essere
conclusa. Se verrà fuori che le armi non c’erano in Iraq, chi ha deciso la
guerra e chi ha fatto morire delle persone, a partire da un dato sbagliato, ne avrà
comunque la responsabilità politica. La sua vittoria sulla Bbc conterà dieci e
il fatto che le armi alla fine non ci fossero, conterà novanta. La gente gli
attribuirà la responsabilità politica e alla fine a mentire, se c’è stata menzogna,
o a sbagliare, se c’è stato errore, sarà stata comunque la sua amministrazione.
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LA LEGIO MARIAE RISPONDE ALL’APPELLO DEL PAPA:
PREGARE
CON IL ROSARIO PER LA PACE NEL MONDO
- Intervista
con Giovanni Monti -
Pregare
con il Rosario per la pace nel mondo. Pregare con Maria per incontrare Cristo.
Questo l’appello lanciato più volte dal Papa, in particolare con la sua lettera
apostolica Rosarium Virginis Mariae. Giovanni Paolo II chiedeva di osare di più
anche in famiglia, proponendo anche ai piccoli questa preghiera, magari con opportuni
accorgimenti pratici. “La famiglia che prega unita – afferma il Papa - resta
unita”. La Legio Mariae, movimento cattolico internazionale, ha accolto con grande impegno questo
appello e ha proposto a tutti i suoi
aderenti di recitare il Rosario secondo le intenzioni di Giovanni Paolo II in
occasione del suo 25° anno di pontificato. Ma cos’è la Legio Mariae? Giovanni Peduto
lo ha chiesto ad uno dei responsabili del movimento, il dott. Giovanni Monti.
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R. – La Legione di Maria è un movimento cattolico
internazionale di laici, che vogliono collaborare alla missione di
evangelizzazione della Chiesa. E’ stata fondata a Dublino il 7 settembre 1921
per iniziativa di un giovane funzionario del ministero delle finanza, Frank
Duff. Erano una quindicina di persone che si sono riunite per cercare insieme
una forma di apostolato.
D. – Come si compone e dove è diffusa?
R. – Attualmente la Legione di Maria è presente nei cinque
continenti ed opera in circa 2 mila diocesi. Dalle ultime statistiche risulta
composta da più di un milione e 500 mila membri attivi ed una decina di milioni
di membri ausiliari.
D. – Parliamo di questa iniziativa del Rosario, secondo le
intenzioni del Papa. Come si è sviluppata?
R. – La coincidenza del 25.mo anno di Pontificato del
Santo Padre con l’Anno del Rosario ha suggerito ai responsabili del movimento
nella diocesi di Roma di aderire alla duplice sollecitazione di Sua Santità, di
recitare e di interessare alla recita del Santo Rosario anche altre persone. La
cifra che abbiamo indicato in una pergamena è di 373 mila 658 rosari, solo però
nell’anno del Santo Rosario.
D. – Siete impegnati anche in campo ecumenico?
R. – A livello mondiale siamo impegnati con i fedeli di
altre confessioni cristiane, collaborando nelle varie iniziative locali. A
Roma, più in particolare, siamo impegnati con gli ortodossi fin dal 1982.
D. – Quale posto ha oggi la Legio Mariae nella Chiesa?
R. – Il nostro posto nella Chiesa di oggi è
l’evangelizzazione con il rapporto diretto e la catechesi.
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CRESCE IL BISOGNO DI RELIGIOSITA’ A ROMA:
LO AFFERMA
UNO STUDIO PRESENTATO IN QUESTI GIORNI NELLA CAPITALE
- Intervista
con padre Giampaolo Salvini, mons. Giovanni d’Ercole e Leone Pazerman -
“Roma e la globalizzazione religiosa”, è il titolo dello
studio realizzato da Luca Diotallevi, docente di sociologia dell’organizzazione
alla Terza Università di Roma. Secondo l’analisi effettuata, cresce il bisogno
di religiosità nella capitale. Tra gli intervistati, il 77% si riconosce nel
cattolicesimo, che si pone – per Diotallevi – come un modello di dialogo tra le
diverse fedi. Di tutto questo si è parlato in un convegno a Roma. C’era per noi
Benedetta Capelli.
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Rispetto ad un’indagine condotta dieci anni fa, si vede
chiaramente che almeno il 20% in più si sente vicino a Dio e conseguentemente
c’è stato un incremento di coloro che si rivolgono alla preghiera. Ma è
soprattutto una tesi, portata avanti da Diotallevi, che fa pensare: l’immagine
di una globalizzazione religiosa che suscita perplessità, almeno per padre
Giampaolo Salvini, direttore di “Civiltà Cattolica”:
“La globalizzazione di solito è intesa da un punto di
vista finanziario, economico, quindi non è facile – come concetto – applicarlo
anche alla religione. Invece, la religione certamente nei confronti della
globalizzazione può conservare il compito di coscienza critica, dimostrare i
limiti della globalizzazione in cui non si globalizzino anche i valori”.
Ma il rischio di pensare ad una religione globale diventa
il pericolo di uno stravolgimento della religione stessa, come sostiene mons.
Giovanni D’Ercole, capoufficio Sezione affari generali della Segreteria di
Stato vaticana:
“Nella religione l’iniziativa è di Dio: io ascolto, obbedisco. Se invece è una
religiosità in cui l’io diventa colui che si costruisce la propria religiosità
a propria immagine e consumo, allora – secondo me – non porterà molto lontano”.
Nello studio, il cattolicesimo si pone come modello di
integrazione, grazie soprattutto alla figura carismatica del Papa che,
nell’incontro di Assisi nel 1986, invitò i leader religiosi a pregare insieme.
Una personalità di grande fascino, come conferma Leone Pazerman, presidente
delle comunità ebraiche di Roma:
“Questo è un Papa che ha fatto moltissimo per aumentare il
dialogo interreligioso, e ha trovato molto favore sicuramente nel mondo
ebraico, credo anche nel mondo islamico. Il dialogo – che non è un confronto
teologico, ma è un dialogo sulle cose concrete da fare, sulla pace, sulla
difesa dei diritti umani, sulla promozione, sulla lotta contro la povertà,
credo che sia una collaborazione che possa senz’altro essere di grande beneficio
per tutta l’umanità”.
Dunque, il rispetto delle diversità, il dialogo tra le
fedi diventano ancora una volta la base da cui partire per creare – prima di
una religione globale – una cultura di pace.
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31
gennaio 2004
IN TUTTE LE PARROCCHIE DELLA SCOZIA, VERRA’
DISTRIBUITO OGGI E DOMANI
UN OPUSCOLO DEDICATO AI TEMI DEL MATRIMONIO E
DELLA FAMIGLIA.
IL CARDINALE O’BRIEN: LE POLITICHE LEGISLATIVE E
FISCALI
DEVONO TUTELARE QUESTA ISTITUZIONE FONDAMENTALE
DELLA SOCIETA’
GLASGOW.
= Oltre 250 mila copie di un opuscolo dedicato al tema del matrimonio e della
famiglia saranno distribuite, tra oggi e domani, in tutte le comunità
cattoliche della Scozia (450 parrocchie), attraverso il Centro delle
Comunicazioni Sociali di Glasgow. Lo riferisce l’agenzia Fides che spiega come
la larga diffusione del rapporto preparato dai vescovi scozzesi rientri nel
progetto della Chiesa locale, annunciato nel dicembre scorso dal cardinale
Keith O’Brien, presidente della Conferenza episcopale della Scozia. “E’ nel
massimo interesse della società scozzese, ed è inoltre un dovere incombente per
tutti quelli che sono impegnati nella vita pubblica – aveva anticipato il porporato
in una lettera inviata ai fedeli lo scorso 28 dicembre - rispettare e
promuovere la famiglia. Tutte le politiche legislative e fiscali devono tenere
in considerazione gli effetti che possono avere su questa istituzione
fondamentale della nostra società e garantire che essa venga rafforzata e non
pregiudicata”. E aggiungeva riferendosi in particolare all’opuscolo distribuito
in questo fine settimana: “Spero che usiate questo materiale come punto
centrale di dibattiti, discussioni ed iniziative nelle vostre case, parrocchie,
scuole e luoghi di lavoro, allo scopo di sostenere il matrimonio e la famiglia
e di costruire una Cultura della Vita”. E’ nostro desiderio, concludeva il
cardinale O’Brien, “essere sicuri che esiste un ambiente veramente cristiano
nelle nostre famiglie e nelle nostre parrocchie, per voi stessi e per i vostri
figli”. Il 31 maggio, festa della Visitazione di Maria, la Chiesa scozzese
celebrerà a livello nazionale una “Giornata per la Vita”. (A.D.C.)
POVERTA’,
POLIGAMIA, PROSTITUZIONE TRA I MALI DA ESTIRPARE
ALL’INTERNO
DELLE FAMIGLIE THAILANDESI.
NEL
2004, I VESCOVI DEL PAESE DEDICHERANNO
AL
TEMA STUDI E INIZIATIVE PASTORALI
BANGKOK.
= Anche per la Chiesa thailandese, il 2004 sarà un anno dedicato alla famiglia.
Dopo l’annuncio dato dal cardinale Michael Michai Kitbunchu, presidente della
Conferenza episcopale locale, è di questi giorni la distribuzione di una guida
pastorale sulla famiglia. I vescovi della Thailandia, fin dallo scorso
settembre hanno dedicato al tema un seminario che ha analizzato la società
tailandese e il modo in cui promuovere la famiglia. La guida pastorale
distribuita in questi giorni presenta anzitutto alcuni aspetti teologici e
canonici sulla famiglia cristiana: famiglia, immagine della Trinità,
nutrita dalla preghiera in comune e dalla lettura della Parola di Dio. Ma non
mancano le indicazioni pastorali per i sacerdoti, le parrocchie, i catechisti.
Secondo statistiche del Ministero thai degli interni, la percentuale di divorzi
nel Paese cresce ogni anno: dal 10% del ’93, si è passati al 23% del 2001. I
dati mostrano inoltre che dal 1997 il numero dei matrimoni è diminuito di circa
50 mila unioni: dai circa 490 mila del ’93 ai 325 mila del 2001. Alcuni anni
fa, la Chiesa ha dato il via ad un programma divenuto molto popolare tra
i thailandesi: il rinnovamento delle promesse matrimoniali. La cerimonia si
svolge nel giorno di san Valentino e vi partecipano coppie sposate che
celebrano il 10.mo o il 25.mo anniversario di nozze. Il programma “di san
Valentino” chiede loro di partecipare a un corso di catechismo, di ritornare
alla pratica religiosa e di sposarsi in chiesa. Fra i problemi che affliggono
le famiglie vanno elencati anzitutto i problemi economici. Poi vi è
l’educazione dei figli, difficile soprattutto nelle coppie miste dove uno dei
parenti sia buddista. Povertà e ignoranza, che affliggono soprattutto le zone
rurali, induce spesso gli stessi genitori a vendere le proprie figlie, ancora
adolescenti, al racket della prostituzione. Il tutto per circa 200 dollari di
ricavato. (A.D.C.)
SARA’
UNA MANIFESTAZIONE INTITOLATA “SENZA FIGLI NON C’E’ FUTURO”
A
INAUGURARE, DOMANI A ROMA, L’11.MA SETTIMANA DIOCESANA
DELLA VITA E DELLA FAMIGLIA. SUL PALCO, TESTIMONIANZE
DI IMPEGNO SOCIALE
DI VIP
E PERSONE COMUNI
ROMA. = “Senza figli non c'e futuro”. E’ il titolo
della manifestazione che domani pomeriggio, alle 16, nell’ex PalaEur di Roma
aprirà l’11.ma Settimana diocesana della Vita e della Famiglia. A presentare
quella che si annuncia come una festa saranno due popolari conduttori
televisivi, Pino Insegno e la moglie Roberta Lanfranchi, genitori di due
bambini. Si alterneranno sul palco testimonianze di semplici famiglie e di
personaggi famosi - Carla Fracci, Sandra Mondaini, Maria Rita Parsi e Rosanna
Vaudetti - che aiuteranno i presenti a riflettere sull'impegno di costruire una
società che aiuti la famiglia a nascere e a crescere in modo sano ed armonioso.
Variegata anche la parte spettacolare della manifestazione. Oltre al coro e
all'orchestra della diocesi di Romana, diretti da mons. Marco Frisina, nel
corso del pomeriggio si esibiranno la soprano Cecilia Gasdia, il giovane tenore
Gianluca Terranova e un coro di 700 bambini delle scuole cattoliche e delle
parrocchie capitoline. L'incontro, che si tiene in coincidenza con la 26.ma
Giornata nazionale per la Vita, sarà concluso da un momento di preghiera
presieduto dal cardinale vicario, Camillo Ruini, durante il quale verrà rivolto
dai partecipanti un appello alla Chiesa, alle istituzioni civili e ai mass
media in favore della famiglia. (A.D.C.)
APERTA IN UNA LOCALITA’ A NORD DI LIMA, IN PERU’,
UNA CASA-RIFUGIO PER BAMBINI DI STRADA, GRAZIE AI
FONDI DI SOLIDARIETA’
RACCOLTI DALLA CITTA’ TOSCANA DI PONTREMOLI
HUARAZ
(PERU’). = Un gruppo di volontari italiani e peruviani ha inaugurato a Huaraz -
località a nord di Lima, posta a tremila metri sul livello del mare - una
casa-rifugio per i bambini di strada. La città di Huaraz si affaccia a
occidente sulla “Cordillera Negra” e a oriente sull’imponente ‘Cordillera
Blanca’ delle Ande, dove svetta il ghiacciaio più alto del Perú: il Huascarán,
6.768 metri di altezza. In questa località, molto frequentata di turisti
soprattutto nella stagione estiva, sono centinaia i bambini di strada costretti
a vivere una vita senza punti di riferimento. “Il 29 di gennaio, grazie ai
proventi derivati da una cena multietnica organizzata a Pontremoli, in
provincia di Massa Carrara, abbiamo inaugurato a Huaraz una casa-rifugio per i
bambini che lavorano in strada”, ha raccontato alla Misna Simona Ferrari,
volontaria che da circa un mese vive e lavora con i minori locali disagiati.
“Per il momento ospitiamo 17 bambini, ma prevediamo che ne arrivino altri,
perché sono tantissimi i piccoli senza fissa dimora che hanno bisogno di un
tetto sulla testa e di qualcosa per riempire la pancia”. I figli dei poveri, ha
spiegato la donna, già a partire dai 5 anni d’età vengono mandati dai genitori
a vendere caramelle, a custodire auto, a pulire scarpe, spesso a scapito della
frequenza scolastica. La casa-rifugio è solo il primo di altri progetti
previsti per il futuro, ha aggiunto la volontaria toscana: “Stiamo avviando una
serie di attività, quali pittura, lettura, danza, cucina oltre a quelle più
propriamente manuali, così da permettere loro di apprendere qualcosa di utile
per la vita”. (A.D.C.)
GIOVEDI’ PROSSIMO SI CELEBRERANNO A ROMA LE
ESEQUIE DI PADRE DIETER GAHLEN, DA POCO PIU’ DI UN ANNO SUPERIORE GENERALE DEI
MISSIONARI DI MARIANHILL. IL RELIGIOSO, MALATO, ERA MORTO LO SCORSO 24 GENNAIO
ROMA.
= Si svolgeranno giovedì 5 febbraio alle ore 9, nella cappella della Curia
Generalizia in Roma, i funerali di Padre Dieter Gahlen, superiore generale
della Congregazione dei Missionari di Mariannhill (CMM), deceduto lo scorso 24
gennaio dopo una malattia. Originario di Kirchhellen, in Germania, dove era
nato l’8 ottobre 1948, padre Gahlen - che verrà sepolto in Vaticano - entrò
nella Congregazione dei Missionari di Mariannhill a Riedegg, in Austria, dove
emise i primi voti nel 1971. Dopo un soggiorno a Londra per studiare la lingua,
continuò gli studi di teologia nel seminario di St. John Vianney a Pretoria
(Sud Africa) che concluse conseguendo la laurea all’Università Gregoriana di
Roma. Il 13 dicembre 1975 fu ordinato sacerdote nella sua parrocchia di
Feldhausen e l’anno dopo tornò in Sud Africa lavorando per dieci anni in
diverse Stazioni missionarie nella Diocesi di Umtata. Nel 1985 fu trasferito a
Mariannhill in Sud Africa, dove per quindici anni diresse il programma di
sviluppo di St. Wendolin. Nella stessa diocesi, è stato anche vicario
episcopale per lo Sviluppo della Giustizia e della Pace ed ha lavorato come
esperto sulle problematiche della distribuzione della terra nella Conferenza
Cattolica dei Vescovi del Sud Africa. L’elezione a superiore generale del suo
Istituto - fondato nel 1909 ed attualmente composto da 397 membri distribuiti
in 37 comunità - è maturata durante i lavori del capitolo generale nell’Ottobre
2002. (A.D.C.)
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31
gennaio 2004
- A cura di Amedeo Lomonaco -
Il
futuro democratico dell’Iraq continua ad essere minacciato dalla violenza.
L’esplosione di una bomba, avvenuta nei pressi di una stazione di polizia di
Mossul, ha infatti provocato stamani la morte di almeno nove persone. E sempre
oggi tre soldati americani sono stati uccisi, nel Nord del Paese, per l’attacco
sferrato contro un convoglio militare. In questa drammatica cornice, nella
quale prossimamente opererà anche un servizio segreto iracheno per combattere
la guerriglia, è intanto sempre più intricato il capitolo relativo alle armi di
distruzione di massa. Sul loro mancato ritrovamento l’amministrazione americana
starebbe valutando la possibilità di istituire una commissione di inchiesta indipendente
per accertare come l’intelligence statunitense sia giunta alla convinzione, poi
non corroborata dai fatti, che l’Iraq possedesse armi di sterminio. Il servizio
di Paolo Mastrolilli:
**********
“Gli americani sappiano che anche io voglio conoscere i
fatti”. Con questa parole il presidente Bush ha cercato di raffreddare la
polemica montante sul mancato ritrovamento delle armi di distruzione di massa
in Iraq, dopo la testimonianza al Senato dell’ex capo degli ispettori americani,
David Kay, secondo cui Baghdad non possedeva ordigni vietati prima della
guerra. I democratici hanno chiesto di aprire un’inchiesta indipendente per
capire come mai l’intelligence abbia sbagliato le sue valutazioni e il
candidato presidenziale, John Kerry, ha praticamente chiesto le dimissioni del
direttore della Cia, George Tenet. Ieri anche il senatore repubblicano, John
Machaney, avversario di Bush nelle elezioni del 2000, ha detto che una indagine
è necessaria. La Casa Bianca è scettica, perché teme che si trasformi in uno
strumento politico per attaccare il presidente ed accusarlo di aver manipolato
le informazioni. Ieri Bush ha detto che vuole conoscere i fatti, confrontando
ciò che è stato trovato in Iraq con ciò che si pensava di trovare. Non ha,
però, risposto alla domanda se sarebbe favorevole ad un’inchiesta indipendente
ed ha ribadito che l’intervento militare era necessario perché Saddam
rappresentava, comunque, un pericolo.
Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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“La Corte di giustizia
internazionale dell’Aja non ha la competenza di giudicare sul muro di divisione
che separa Israele dai Territori palestinesi”. Lo sostengono diversi Paesi tra
cui Stati Uniti, Russia e Gran Bretagna precisando che il ricorso alla Corte
sulla delicata questione della barriera di sicurezza, “potrebbe ostacolare gli
sforzi tesi a promuovere la ripresa dei negoziati tra israeliani e palestinesi”.
E nel complesso scenario mediorientale si deve inoltre registrare l’operazione
militare, conclusasi all’alba, delle forze di sicurezza israeliane entrate
anche oggi, per il secondo giorno consecutivo, nella città di Betlemme.
“Osama
Bin Laden è vivo e si nasconde tra l’Afghanistan e il Pakistan”. Lo ha dichiarato
oggi il presidente afgano, Hamid Karzai che ha anche confermato la notizia
della morte di 10 abitanti di un villaggio nella provincia di Uruzgan durante
un raid delle forze americane avvenuto lo scorso 18 gennaio.
In Iran si è bloccato il
dialogo tra riformisti e conservatori sulle candidature per le elezioni
previste il prossimo 20 febbraio: oggi il presidente, Mohammad Khatami, ha
parlato di uno stallo e ha convocato i suoi ministri per una riunione di
emergenza. Sulla situazione del Paese arabo, ascoltiamo il nostro servizio:
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“Le elezioni legislative
mancheranno di legittimità per l’atteggia-mento intransigente del Consiglio dei
guardiani della Costituzione che ha bocciato numerose candidature di riformisti”.
Sono queste le parole pronunciate oggi dal ministro iraniano dell’Interno,
Abdolvahed Mussavi-Lari, che due giorni fa aveva chiesto un rinvio della
consultazione. Gran parte dei candidati respinti dal Consiglio dei guardiani, l’organo
conservatore composto da religiosi e giuristi islamici, sono sostenitori o
alleati del presidente della Repubblica islamica, Mohammad Khatami. Dopo aver
partecipato a una cerimonia sulla tomba dell’imam Khomeini, il presidente
Khatami ha ribadito, mentre accennava allo stallo nel processo politico, che
“il governo di Teheran organizzerà elezioni libere e aperte a tutti”. “Il Parlamento
– ha aggiunto - deve rappresentare la volontà della maggioranza e tutte le correnti
devono essere rappresentate”. Attualmente su circa 8 mila candidati, quelli che
hanno avuto il nulla osta a presentarsi alle elezioni per i 290 seggi in lizza
sono 5.450. Per quelli bocciati per la seconda volta l’accusa è di non aver
osservato i dettami della Costituzione.
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Una dichiarazione contro la fame e la povertà è stata
firmata ieri a Ginevra, su proposta del presidente brasiliano Lula dal
segretario generale dell’Onu Annan, e dai capi di stato francese e cileno
Chirac e Lagos. Per combattere la fame nel mondo saranno esplorate nuove forme
di finanziamento, anche quella di una tassa su alcune transazioni, quali, tra
le altre, la vendita di alcuni tipi di armi. Ce ne parla da Ginevra, Mario
Martelli:
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In una dichiarazione, al termine del lungo colloquio e di
colloqui bilaterali, una serie di proposte per rafforzare l’azione per liberare
il pianeta da una tragica situazione che vede più di un miliardo di persone
lottare per sopravvivere con meno di un dollaro al giorno. Con 840 milioni di
vittime della fame, vengono stimate a 24 mila le persone che ogni giorno
muoiono come conseguenza di ciò e con undici bambini di meno di cinque anni che
perdono la vita ogni minuto per cause legate alla fame. Dall’incontro di Ginevra
si vuole promuovere un dialogo allargato tra i G8 ed i Paesi in via di sviluppo
nella ricerca di soluzioni e l’invito a contributi maggiori da parte dei Paesi
donatori e del settore privato, perché siano incrementati i programmi di
assistenza. Come proposto anche dal governo britannico, con un’apposita
organizzazione internazionale, si intende promuovere il varo di fonti
innovative di finanziamento che dovrebbero includere una tassa su certe transazioni
internazionale, come ad esempio sul commercio di certi tipi di armi. Inoltre la
costituzione di meccanismi per la partecipazione di fonti private volontarie ai
finanziamenti. Per lo studio di tali iniziative si intende costituire un gruppo
tecnico composto da Brasile, Francia ed altri Paesi interessati che dovrà
presentare un rapporto entro settembre di quest’anno.
Da Ginevra, per la Radio Vaticana, Mario Martelli.
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“Stiamo studiando la possibile
trasmissione dell’influenza dei polli attraverso il contagio tra gli uomini”.
Lo ha affermato il portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità in
Vietnam aggiungendo che, se si dovesse confermare questa tesi, l’emergenza
sanitaria potrebbe avere dimensioni catastrofiche. La Cina ha intanto bloccato,
stamani, le esportazioni di pollame da tre sue province, dove ieri sono stati
individuati casi sospetti. L’Oms ha avvertito Pechino affinché agisca
rapidamente per bloccare l’epidemia.
Il presidente pakistano
Musharraf ha riunito oggi a Islamabad i più alti responsabili civili e militari
del Paese per discutere dell’inchiesta sull’eventuale partecipazione di esperti
nucleari pakistani ai programmi atomici di Iran e Libia. Nell’ambito delle
indagini è stato rimosso dal suo incarico anche il ‘padre’ della bomba nucleare
pakistana, Abdul Qadeer Khan, che svolgeva le funzioni di consigliere del primo
ministro.
Una
tragica notizia giunge dalla Scozia dove undici pensionati di un ospizio sono
morti, questa mattina, a causa di un incendio. Quando le fiamme sono divampate
in un’ala dell’edificio, la casa per anziani ospitava almeno 40 persone.
L’ex premier francese, Alain
Juppé, è stato condannato ieri a 18 mesi con la condizionale per corruzione nel
quadro dell’inchiesta sugli impieghi falsi destinati a sovvenzionare il partito
neogollista. Juppé ha deciso di ricorrere in appello contro la sentenza, sospendendo
l’entrata in vigore del provvedimento di ineleggibilità che la condanna
comporta automaticamente.
La sonda
Opportunity, giunta su Marte domenica scorsa, ha trovato tracce di un minerale
che, solitamente, si forma nell’acqua.
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