RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 19 - Testo della Trasmissione di lunedì 19
gennaio 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
Negli Usa al via le primarie:
intervista con Vittorio Emanuele Parsi
CHIESA E SOCIETA’:
Sale a cinque il numero dei morti in Vietnam per l’influenza
dei polli. L’Organizzazione Mondiale della Sanità teme la trasmissione del
virus da uomo a uomo. scienziati di
Hong Kong annunciano un vaccino in pochi mesi
Ancora violenza in Iraq, a poche ore dal vertice a
New York tra ONU, Usa e governo provvisorio - Un palestinese morto per una mina
nella striscia di Gaza. Forti misure antiterrorismo di Israele - Lo scandalo
Parmalat domani all’attenzione dell’Ecofin.
19
gennaio 2004
DELLA FINLANDIA, IN VISITA A
ROMA PER LA FESTA DI SANT’ENRICO,
PATRONO DI QUESTO PAESE DEL
NORD EUROPA
- Servizio di Roberta Gisotti
-
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Una visita nell’ambito della Settimana di preghiera per
l’unità dei Cristiani, che si è inaugurata ieri, e che giunge – come ha
rilevato Giovanni Paolo II – a 5 anni dalla storica Dichiarazione congiunta tra
la Chiesa cattolica e la Federazione luterana mondiale circa la dottrina della
Giustificazione, presentata al mondo nel giugno ‘98 e firmata nell’ottobre ‘99.
“A
PROMISING SIGN OF THIS PROGRESS ON OUR PATH TO FULL AND …”.
“Segno promettente” – ha sottolineato il Santo Padre - di
un progresso nel “cammino di piena e visibile unità è stata l’istituzione di un
nuovo gruppo di dialogo tra Luterani e Cattolici in Finlandia e Svezia”. Quindi
la speranza – invocata dal Papa – che “Luterani e Cattolici sempre più
praticheranno una spiritualità di comunione, che poggia su quegli elementi di
vita ecclesiale che essi già condividono e che rafforzeranno la loro comunione
nella preghiera e nella testimonianza del Vangelo di Gesù Cristo”.
Da ricordare che la Dichiarazione
congiunta fu salutata dalla Chiesa cattolica come tappa significativa “nella
mutua comprensione e nell’avvicinamento della parti in dialogo”, mostrando
“numerosi punti di convergenza” “su una questione così controversa durante i
secoli”. In tale occasione si ribadì che le “verità fondamentali della salvezza
donata da Cristo e accolta nella fede, del
primato della grazia su ogni iniziativa umana, del dono dello Spirito Santo che
ci rende capaci di vivere conformemente alla nostra condizione di figli di
Dio,…sono aspetti essenziali del messaggio cristiano che dovrebbero illuminare
i credenti di tutti i tempi”, e per questo dovrebbe “essere preoccupazione
comune di luterani e cattolici trovare un linguaggio capace di rendere la
dottrina della giustificazione più comprensibile anche agli uomini del nostro
tempo”.
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Ma a che
punto è oggi il dialogo ecumenico? Ascoltiamo due testimonianze: quella del
cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei
Cristiani, che ieri ha aperto i riti dell’Ottavario di preghiera, presiedendo
una celebrazione ecumenica nella Chiesa di Santa Brigida a Roma, cui ha
partecipato anche la delegazione finlandese in udienza oggi dal Papa; e quella
della Superiora delle Brigidine, madre Tekla Famiglietti. Le interviste sono di
Giovanni Peduto:
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R. – Il cammino ecumenico avanza, con tutti i problemi e
tutte le difficoltà: ma questo fa parte della vita! Non siamo ingenuamente
ottimisti, ma abbiamo la promessa dello Spirito Santo e nella forza dello Spirito
Santo avanziamo, soprattutto con i nostri fratelli e sorelle della Scandinavia
che ci sono molto vicini. Abbiamo ottimi rapporti e siamo lieti che ogni anno
vengano a Roma a celebrare la festa di Sant’Enrico, partono della Chiesa
luterana in Finlandia.
D. – Lei, eminenza, ha voluto iniziare qui, presso la
chiesa di Santa Brigida, la Settimana di preghiere. Quale significato ha questo
suo gesto?
R. – Sì: questa è la sede delle Suore di Santa Brigida che
sono molto impegnate nell’ecumenismo, soprattutto nei rapporti tra Scandinavia
e Roma: Santa Brigida è un ponte tra tutta la Scandinavia e Roma.
D. – E’ ora qui con noi la madre Tekla Famiglietti,
abbadessa generale delle Suore di Santa Brigida: qual è il messaggio ecumenico
di Brigida agli uomini d’oggi?
R. – Io penso che il messaggio di Brigida sia sempre lo
stesso e cioè che noi cristiani, specialmente noi cattolici, dobbiamo vivere
secondo il Vangelo. Se viviamo il Vangelo, arriveremo anche a quell’unità per
cui Cristo ha pregato il Padre: “Che tutti siano una cosa sola!”.
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IN
CINA, SPERANZE ED EMOZIONI TRA I CATTOLICI, DOPO IL SALUTO DEL PAPA,
IERI
ALL’ANGELUS, PER IL CAPODANNO LUNARE CHE SEGNA L’INIZIO
DELL’ANNO
CINESE DELLA SCIMMIA
-
Intervista con padre Bernardo Cervellera -
Vasta eco ha suscitato il saluto caloroso che, ieri, il
Papa ha rivolto ai popoli dell’Asia
orientale - soprattutto Cinesi,
Vietnamiti e Coreani - che nei
prossimi giorni celebreranno il
capodanno lunare, inizio del nuovo Anno, dedicato alla scimmia. Le
parole di Giovanni Paolo II sono state accolte con particolare emozione dai
cattolici della Cina, come sottolinea padre Bernardo Cervellera, direttore
dell’agenzia “Asianews”, al microfono di Alessandro Gisotti:
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R. – Sono pieni di entusiasmo e di commozione, perché era
da tempo che il Papa non si rivolgeva alla Cina. Quindi, hanno risposto con un
grande ‘grazie’.
D. – Ci sono speranze, in questo momento, per la
normalizzazione – se così si può dire – della vita dei cattolici in Cina?
R. – Quello che è importante è che in tutti questi anni,
grazie alla testimonianza del Papa, è cresciuta la percezione dell’importanza
della sua testimonianza dentro il popolo cinese e dentro la Chiesa. La Chiesa
cinese, ormai, è sempre più unita. Il rapporto con il Papa è proprio di
‘figliolanza’, nel senso che questi cinesi che hanno scritto ad “AsiaNews”
hanno detto che invitano il Papa a prendere il posto di capotavola al loro
banchetto per l’anno nuovo. Gli danno il posto di padre della loro fede e della
loro comunità e della loro famiglia.
D. – Il Papa, in tutto l’arco del Pontificato, si è
prodigato per il dialogo tra i popoli, le culture, le religioni... In Cina c’è
la percezione di questo sforzo instancabile?
R. – Assolutamente sì. Nelle università cinesi, ormai, gli
istituti per le religioni e gli istituti che studiano il cristianesimo dicono
che la Cina ha bisogno del cristianesimo per sopravvivere. La società cinese ha
bisogno di solidarietà; per questo la Cina ha bisogno del cristianesimo perché
cresca la solidarietà e un senso della dignità della persona.
D. – Ogni anno cinese è dedicato ad un segno dello zodiaco
orientale: quest’anno è l’anno della scimmia. Quale significato riveste per i
cinesi?
R. – La scimmia ha una sottolineatura di prosperità,
perché la scimmia è un animale che si sa arrangiare; nello stesso tempo, però,
è molto volubile, e quindi questo crea un po’ d’inquietudine all’interno della
Cina.
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ALTRE
UDIENZE
Nel corso della mattina il Papa ha ricevuto anche alcuni
vescovi francesi in visita ad limina: mons. Guy Thomazeau, arcivescovo di
Montpellier con l’ausiliare mons. Claude-Joseph Azemat, vescovo tit. di
Murcona, mons. Jacques Despierre, vescovo di Carcassonne, mons. Robert Le Gall,
vescovo di Mende e mons. Robert Wattebled, vescovo di Nimes.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina l'articolo
sulla strage di civili perpetrata a Baghdad.
Sempre in prima, s'impone
il titolo "Il coraggio della pace": dall'Iraq alla Terra Santa,
un'interminabile scia di sangue continua a sfigurare il volto dell'umanità. Di
fronte a questo scempio, Giovanni Paolo II chiama ancora una volta tutti i credenti
in Dio a non restare indifferenti.
L'augurio del Papa ai grandi
popoli dell'Oriente per il capodanno lunare.
Nelle vaticane, all'Angelus,
Giovanni Paolo II ha sottolineato che in un mondo assetato di pace è urgente che
le comunità cristiane annuncino il Vangelo in modo concorde.
Nel discorso in occasione del
"Concerto della Riconciliazione", il Santo Padre ha esortato a
trovare in noi il coraggio della pace e ad implorare dall'Alto il dono della pace.
Nel Messaggio all'Arcivescovo
Julian Barrio Barrio - in occasione dell'apertura della Porta Santa, che segna
l'inizio dell'Anno Giubilare di Compostela del 2004 - il Papa ricorda con forza
che la Chiesa e l'Europa sono due realtà intimamente unite nel loro essere e
nel loro destino.
L'udienza del Papa ad una
Delegazione Ecumenica dalla Finlandia.
L'omelia del Cardinale Angelo
Sodano nella Santa Messa di ringraziamento per il V centenario della nascita di
San Pio V.
Nelle estere, Medio Oriente:
Sharon disposto a modificare il tracciato del "muro" di sicurezza.
Nella pagina culturale, un
articolo di Franco Patruno in margine al film per la Tv "Renzo e
Lucia"; il titolo dell'articolo è "Nonostante il 'battage'
pubblicitario un'operazione garbata e intelligente.
Nelle pagine italiane, in
rilievo lo sciopero dell'Alitalia e la vicenda Parmalat.
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19
gennaio 2004
INIZIA NELL’IOWA LA LUNGA FASE ELETTORALE CHE
PORTERA’ ALL’ELEZIONE
DEL PROSSIMO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI
- Intervista con Vittorio Emanuele Parsi -
Nello
stato americano dell’Iowa, prende il via oggi la lunga fase elettorale che
culmina con le elezioni nazionali di novembre prossimo. Le primarie in questo
Stato del Mid-West si chiamano caucus e vedranno emergere uno degli otto candidati
alla nomination democratica, che guadagnerà così un importante vantaggio sugli
altri nella sfida contro Bush. Incertezza sul risultato in quanto il più
favorito nei sondaggi dei giorni scorsi sembra aver perso punti, come ci spiega
Elena Molinari:
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Nelle
ultime ore prima del voto, quando i sondaggi mostrano la situazione fluida, a
contare più di tutto è l’organizzazione degli aspiranti presidenti. Poche
settimane fa era in testa nelle previsioni Howard Dean ma negli ultimi giorni è stato superato da due
avversari. Nelle proiezioni, infatti, il senatore del Massachussetts, John
Kerry, è alla guida del gruppo. E’ seguito da John Edwards che si presenta agli
elettori come l’unico candidato in grado di battere George Bush nel difficile
sud degli Stati Uniti. Dean ha reagito con due mosse strategiche: ieri ha lasciato
l’Iowa per volare nella Georgia e farsi immortalare dalle telecamere in una
chiesa con Jimmy Carter, un beniamino della popolazione meridionale. E ieri
sera, a sorpresa, la schiva moglie di Dean ha fatto la sua prima apparizione a
fianco del marito in campagna elettorale. Sembra un segno che il governatore
del Vermont teme di non farcela.
Kerry,
invece, ha aumentato il suo vantaggio parlando della sua esperienza militare
che dice gli dà “la capacità di guidare il Paese in questa difficile fase di
lotta la terrorismo”. Entrambi sanno che alla fine quello che conta di più per
gli elettori democratici dell’Iowa è di mostrare di essere qualificati per il
compito che sta loro a cuore: battere George Bush.
Da
Des Moines, Elena Molinari, per la Radio Vaticana.
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Ma quale importanza hanno per
gli elettori democratici statunitensi le elezioni primarie? Giancarlo La Vella
lo ha chiesto a Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni Internazionali
all’Università Cattolica:
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R. – Sì potrà discutere quanto si
vuole sull’efficienza di questo meccanismo ma è un meccanismo efficace perché
produce il candidato alla presidenza. In realtà dal punto di vista politico
segnerà una questione fondamentale per i democratici nel post-Clinton. Tutto
sommato Clinton si affermò tra i democratici in maniera sorprendente e riuscì
con la sua atipicità a diventare il presidente democratico dopo una lunga serie
di presidenti repubblicani. In questo momento, i democratici sono alla ricerca
del candidato con un’identità perché un Clinton nuovo non c’è. Il clintonismo,
però, è un po’ lontano dalla classica
tradizione del partito democratico americano. Credo che questo sarà molto
importante per capire chi i democratici hanno di fronte e quindi che chance avranno
i democratici di consolidarsi come alternativa credibile al potere
repubblicano.
D. – Sono molti gli
osservatori che affermano che i democratici opporranno a Bush un candidato di
secondo piano ....
R. – Tutti i
candidati prima delle primarie sembrano di secondo piano. A me pare che, per
esempio, un personaggio come Wesley Clark che potrebbe anche affermarsi.
Comunque, non dimentichiamo che George W. Bush quando venne eletto era
considerato un personaggio anche lui di secondo piano. Sicuramente, al momento,
non si vedono personalità di grande spicco.
D.– Secondo Lei,
professore, quanto può essere interessante per i democratici aspirare
decisamente alla presidenza in un momento così delicato della storia
statunitense?
R. – Credo che non
solo il partito ha interesse a cercare di non consentire che ricominci un’altra
era repubblicana ma, soprattutto, i candidati ce la metteranno tutta. E’ un mercato competitivo anche all’interno
del partito democratico.
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DOMANI IN EDICOLA LA VIDEOCASSETTA DEL
FILM DI ZANUSSI
“FRATELLO DEL NOSTRO DIO” TRATTO DA
UN’OPERA TEATRALE
SCRITTA 50 ANNI FA DA KAROL WOJTYLA
- Intervista con il cardinale José
Saraiva Martins -
Domani
in edicola con il quotidiano “Il Tempo”, la cassetta del film diretto nel 1997 da Krzysztof Zanussi, “Fratello del
nostro Dio” e prodotto da Giacomo Pezzali, tratto dall’opera teatrale scritta
50 anni fa, da Karol Wojtyla. Il film si avvale di un grande cast
internazionale, guidato dall’attore americano Scott Wilson, per raccontare la
parabola di Adam Chmielowsky, il pittore polacco che rinunciò all’arte per
dedicarsi ai più poveri e che poi divenne santo nel 1989. Secondo il cardinale
José Savaira Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei santi, che
ha presentato il lancio del video insieme al regista Zanussi, questo film riproduce
esattamente il pensiero del Papa per quanto riguarda i problemi sociali che
sono al centro della sua opera teatrale. Ma ascoltiamo il porporato al microfono
di Catherine Smibert:
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Questi problemi sociali della
povertà, di tanti fratelli nostri che sono poveri sono sempre stati al centro
dell’attenzione di Giovanni Paolo II, anche molto prima che diventasse Papa. Il
suo magistero, ricchissimo e fecondo, ha una grande parte dedicata proprio ai
problemi della società moderna. Sono quei problemi di cui parla il film e di
cui lui si è occupato nel suo dramma, scritto negli anni Quaranta. Quindi,
secondo me, il film riproduce con esattezza il pensiero di Papa Wojtyla.
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UNA
BACCHETTA INTERNAZIONALE PER L’ORCHESTRA DI ROMA E DEL LAZIO
CHE
IERI SERA HA INAUGURATO LA SUA STAGIONE MUSICALE 2004
- Con
noi il direttore cinese Lü Jia -
Il celebre direttore cinese Lü
Jia, sul podio dell’Orchestra di Roma e del Lazio, ha inaugurato ieri sera la
stagione di concerti 2004 all’Auditorium Parco della Musica. In cartellone i
grandi classici – Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert – accanto a pagine del
Novecento storico e contemporaneo. A.V.:
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(musica)
Una bacchetta internazionale –
Stoccolma, Berlino, Chicago, Hong Kong – offre il suo prestigio e l’esperienza
artistica ad un complesso giovanile in costante crescita. Il cinese Lü Jia è
per il terzo anno direttore stabile dell’Orchestra di Roma e del Lazio, una
delle 13 Istituzioni Concertistico-Orchestrali italiane, fondata nel 1991. Ascoltiamo
il maestro:
“Roma è una grande e bella città;
ha una storia ed un’arte incredibile. Come ogni capitale, in tutto il mondo,
anche Roma merita un’orchestra sia grande e sinfonica come quella di Santa
Cecilia, sia un’orchestra di ottimo livello ed internazionale, sia un’orchestra
da Camera, più piccola. E mancava questa orchestra, caratterizzata da una
presenza fissa, un’orchestra abbastanza classica, sinfonica di Mozart, Haydn”.
Autori che formano il repertorio
dell’orchestra ma anche l’ascolto del pubblico (17mila presenze nella passata
stagione), da coinvolgere didatticamente e attraverso l’emozione della musica.
Ancora Lü Jia:
“Noi diamo concerti non soltanto
appariscenti, sul palcoscenico, ma che trasmettono anche messaggi, passione,
carisma. Questo è molto importante. Andare ad un concerto deve essere un evento
speciale, altrimenti si potrebbe restare a casa ad ascoltare un cd. L’Orchestra
è stata invece pagata dallo Stato, dalla Regione e dal Comune e quindi anche
con i soldi dei cittadini italiani: noi dobbiamo allora suonare bene per ogni
tipo di pubblico. Per ogni persona venire ad un nostro concerto deve
rappresentare un’esperienza indimenticabile”.
(musica)
Con la Prima Sinfonia, che
ha aperto la stagione 2004, e la Nona in programma a dicembre, il
maestro Lü Jia conclude l’integrale beethoveniana intrapresa lo scorso anno.
(musica)
E Beethoven è stato il primo amore
musicale, per il neofita direttore cinese, quando la cultura occidentale era
ancora bandita dalla Cina:
“La Berliner Philarmonica, con
Herbert von Karajan, nel ’79 è stata in Cina. E’ stata la prima volta che
sentivo la musica di Beethoven, avevo 14-15 anni. Per me è stato uno shock,
molto piacevole. Sono quindi molto contento di aver fatto per tutto lo scorso
anno Beethoven.
(musica)
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19
gennaio 2004
UNA
RIFLESSIONE SUL MATRIMONIO E LA FAMIGLIA:
COSÌ IL CARDINALE GIACOMO BIFFI HA VOLUTO
LASCIARE LA GUIDA DELL’ARCIDIOCESI DI BOLOGNA DOPO QUASI 20 ANNI DI EPISCOPATO.
IERI
LA MESSA SOLENNE DI CONGEDO NELLA CATTEDRALE DI SAN PIETRO.
- A cura di Stefano Andrini -
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BOLOGNA.
= “Nella società attuale, l’amore tra l’uomo e la donna appare per troppi
aspetti alterato ed avvilito, insidiato com’è da una ricerca di libertà e di
gratificazione individuale tanto assoluta e astratta che finisce con l’essere
quasi disumana senza significazione e senza valore”. Nell’omelia pronunciata
durante la Messa di congedo dopo quasi 20 anni di episcopato bolognese, il
cardinale Giacomo Biffi ha proposto una riflessione su matrimonio e famiglia.
“Oggi – ha detto – tutto appare finalizzato all’affermazione dei diritti, delle
esigenze, delle prepotenze del singolo e al conseguimento di un piacere
epidermico, piuttosto che alla comunione delle persone. Una comunione che
sbocca poi, per sua natura, nella meraviglia della fecondità. Nella visione
impostaci dalla mentalità imperante, il nativo disegno dei Creatore è del tutto
stravolto”. “Gesù, invece – ha sottolineato l’amministratore apostolico di
Bologna – vede espresso nel giusto affetto e nell’integrazione esistenziale tra
l’uomo e la donna, addirittura la realtà più grande ed incantevole
dell’universo, e cioè lo stesso misterioso amore di Dio per l’umanità redenta e
ringiovanita dlala rinascita battesimale”. Alla presenza di molte autorità, tra
le quali il presidente della Camera dei Deputati, Pier Ferdinando Casini, e il
presidente della Commissione europea, Romano Prodi, di una nutrita
rappresentanza di vescovi della regione e di una folla di fedeli che ha
riempito la cattedrale e la cripta sottostante, il cardinale ha ringraziato
prima di tutto il Papa, “che dopo avermi amabilmente incoraggiato ad accogliere
la sua designazione, mi ha ripetutamente manifestato la sua volontà di essermi
vicino e di aiutarmi fattivamente, e poi la bella realtà della Chiesa petroniana”.
“Proprio dai bolognesi e dal loro attaccamento alla Madonna di San Luca – ha
concluso il cardinale Biffi – ho imparato quanto sia decisivo l’amore verso la
Madre di Gesù e Madre nostra per il prosperare della vita cristiana”. Al
termine della celebrazione, il sindaco Giorgio Guazzaloca ha rivolto al
cardinale, di cui ha richiamato la fede profonda e lo spirito libero, il saluto
di tutta la città.
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18
PAESI, CHE IMPIEGANO I BAMBINI SOLDATO NELLA LISTA NERA DELL’ONU. UGANDA, EX
BIRMANIA E COLOMBIA LE REALTA’ PIU’ ALLARMANTI.
COALIZIONE
STOP ALL’USO DEI BAMBINI CHIEDE UN IMPEGNO MAGGIORE
DA PARTE DI TUTTI I GOVERNI DEL MONDO
- A
cura di Benedetta Capelli -
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ROMA.=
50 pagine di dati e di accuse ai governi del mondo colpevoli di non proteggere
l’infanzia. Nel rapporto di Coalizione Stop all’uso dei bambini, costituita da
un insieme di organizzazioni che lottano per i diritti umani, si analizzano le
violazioni sui minori. Un milione di essi è arruolato negli eserciti, altri
sono ridotti in schiavitù, alcuni abusati sessualmente. Il Segretario delle
Nazioni Unite, Kofi Annan, ha reso noto
l’atlante della vergogna. Sono 18 i paesi in cui la piaga dei bambini
soldato, in particolare, è in continua espansione. E’ l’Uganda a detenere il primato
di arruolamento dei minori nel Sedicente Esercito del Signore che in 17 anni di
guerra, ha costretto migliaia di bambini a fuggire dalle loro case per evitare
la cattura da parte delle milizie. Rapiti, picchiati, costretti con la forza a
combattere anche i bambini del Myanmar, l’ex Birmania, dove sono circa
settantamila i minori in queste condizioni. 11mila in Colombia, dove a soli 12
anni sono costretti a maneggiare esplosivi e munizioni. Altra situazione
allarmante in Sri Lanka, dove le Tigri Tamil hanno continuato ad arruolare
bambini tra le proprie fila. La Coalizione ha chiesto all’Onu di vigilare su
tutte le realtà citate, garantendo sempre una lista aggiornata dei paesi che
ricorrono ai bambini soldato. Ogni 90 giorni si dovrà fare un resoconto sui
passi intrapresi. Chiesta inoltre la nomina di un rappresentante che dialoghi
con le parti che usano i minori, per assisterle in programmi che pongano fine a
questa pratica. Fermare il flusso di armi e applicare sanzioni, come ad esempio
le restrizioni ai viaggi dei dirigenti politici che usano i bambini soldato o
il divieto di partecipare ad organismi internazionali, sono alcune delle cose
che la Coalizione Stop all’uso dei bambini ha chiesto di fare.
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IL
CARDINALE ANGELO SODANO HA APERTO IERI,
A
BOSCO MARENGO VICINO ALESSANDRIA,
LE
CELEBRAZIONI PER IL CINQUECENTENARIO DELLA NASCITA DI SAN PIO V
BOSCO
MARENGO (ALESSANDRIA).= Con una messa celebrata nella chiesa di Santa Croce, il
segretario di Stato Vaticano, cardinale Angelo Sodano, ha aperto le
manifestazioni per il cinquecentenario della nascita di San Pio V, l’unico papa
piemontese. “Un gigante della santità, austero da monaco e pontefice, sempre
vicino ai poveri e ai sofferenti, senza mai dimenticare la gente della sua
terra”, così il cardinale Sodano ha ritratto San Pio V, che durante il suo
pontificato riportò la vittoria contro i Turchi, il 7 ottobre 1571. Devoto
alla Madonna, istituì la festa del Santo Rosario. Il Pontefice è stato
ricordato nella chiesa da lui voluta, nella quale avrebbe desiderato tornare,
in realtà le sue spoglie sono conservate nella chiesa di Santa Maria Maggiore a
Roma. Il cardinale Angelo Sodano ha ricordato come San Pio V continui a
vegliare sugli uomini e sulla Chiesa, perché “anche se i tempi cambiano- ha
continuato il porporato- il Vangelo di Cristo rimane lo stesso”. Le
celebrazioni per il cinquecentenario della nascita di San Pio V, si chiuderanno
il 5 maggio, quando il cardinale Angelo Sodano leggerà, nella chiesa di Santa Croce, la
lettera scritta per l’occasione da Papa Giovanni Paolo II. (B.C.)
SALE A CINQUE IL NUMERO DEI MORTI IN VIETNAM
PER L’INFLUENZA DEI POLLI. L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’ TEME LA
TRASMISSIONE DEL VIRUS DA UOMO A UOMO.
SCIENZIATI DI HONG KONG ANNUNCIANO UN VACCINO IN POCHI MESI
HANOI.= L’ultima vittima del virus
dell’influenza dei polli è una bambina di otto anni, morta nell’ospedale
pediatrico della capitale vietnamita. Secondo l’Organizzazione Mondiale della
Sanità, sono cinque i decessi accertati ma si teme il possibile diffondersi del
virus H5N1 da uomo a uomo. La maggiore concentrazione di casi di trasmissione umana è avvenuta nel nord del
paese, mentre nel sud si allarga l’epidemia di influenza aviaria, che secondo
fonti vietnamite ha già causato 13 vittime. L’Oms però è cauta nel numero di
contagi e di decessi, perché crede possibile l’attribuzione del virus
dell’influenza dei polli ad altri casi di sintomi respiratori. Due esperti
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e
della Fao sono giunti a Ho Chi Minh, l’ex Saigon, alla ricerca di
possibili soggetti per studiarne i casi. Intanto, alcuni scienziati
dell’Università di Hong Kong hanno annunciato che un vaccino sarà disponibile
entro pochi mesi. Da parte sua, l’Oms ha fatto sapere che le ricerche sul virus
non hanno raggiunto uno stadio tanto avanzato da prevedere la realizzazione di
un vaccino. La paura dell’influenza dei polli si fa sentire anche sull’economia
del Paese. La Cambogia ha bloccato sette cargo con oltre 150 mila uova d'anatra
provenienti dal Vietnam. Il provvedimento segue il blocco delle importazioni,
imposto dal governo cambogiano, di prodotti derivati dal pollame e provenienti
dal Paese asiatico. (B.C.)
IN INDIA INFIAMMA LA VIOLENZA DEGLI ESTREMISTI
INDU’ CONTRO I CRISTIANI. TRE PERSONE SONO MORTE NEGLI SCONTRI DEGLI ULTIMI
GIORNI
MADHYA PRADESH.= Dopo un periodo di relativa
calma, riesplode la violenza in India centrale. Il bilancio degli scontri tra
gli estremisti indù e la minoranza cristiana è di tre morti e numerosi feriti.
L’assassinio di una bambina di 9 anni ha riacceso il clima di tensione. In
seguito all’efferato omicidio, infatti, diversi gruppi hanno organizzato marce
di protesta in varie località del distretto, gridando slogan contro il
cristianesimo. Il Ministro degli Interni del Madhya Pradesh ha accusato
direttamente i religiosi dell’omicidio della bambina. Gli inquirenti hanno
arrestato però il vero colpevole, reo confesso, un giovane impiegato presso un
ufficio di assicurazioni vicino alla chiesa cattolica. Le violenze non si sono
fermate, infatti, altri scontri si sono verificati nel villaggio di Amkhur, tre
persone hanno perso la vita. (B.C.)
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19
gennaio 2004
- A cura di Fausta Speranza -
Ieri sera, dopo la strage del
mattino a Baghdad che ha fatto secondo gli ultimi dati 24 morti e oltre 100
feriti, questa mattina almeno tredici persone sono rimaste ferite, alcune delle
quali in modo grave, nell'esplosione di una bomba nei pressi del mausoleo dell'imam Abbas, sito religioso nella città santa
sciita di Kerbala, nel centro del Paese. Inoltre, un soldato americano è morto
ieri in seguito alle ferite riportate in un attentato, venerdì nei pressi di
Samarra e due membri della difesa civile irachena sono stati assassinati nella
notte a Balad, a nord di Baghdad. E nella città di Baghdad, invece, soldati americani
hanno ucciso due yemeniti e un siriano che avevano aperto il fuoco contro di
loro durante una perquisizione. Il nostro servizio:
*********
In queste ore, segnate da
un’escalation di violenza, è atteso l’arrivo dal Kuwait dell'avanguardia delle
truppe di terra giapponesi che deve entrare, su otto blindati, a Samawa, città
meridionale dell’Iraq destinata a diventare il quartier generale del
contingente. L'avanguardia preparerà l'arrivo del grosso del contingente di
terra, circa 600 uomini, il cui dispiegamento dovrebbe essere completato entro
il prossimo marzo. Le truppe prenderanno parte a operazioni di assistenza
umanitaria e ricostruzione, a fianco della coalizione sotto il comando degli
Stati Uniti. Da parte sua, il primo ministro giapponese, Junichiro Koizumi, ha
difeso con forza la sua controversa decisione di inviare il contingente in Iraq
definendola ''un dovere della nazione intera'', anche “a costo di perdite di
vite umane''. E l’accentuarsi delle violenze preoccupa anche perché accompagna
la vigilia dell’incontro di oggi a New York. Il segretario generale dell'Onu,
Kofi Annan, ha convocato un vertice a tre con gli Usa e una delegazione del
Consiglio di governo iracheno, per valutare se l'organismo internazionale potrà
tornare ad esercitare un qualche ruolo in Iraq anche prima del passaggio di
poteri agli iracheni fissato per il 30 giugno. Intanto, proprio la questione
del voto ha suscitato la manifestazione oggi, per le strade del centro di Baghdad, di migliaia di sciiti che chiedono elezioni generali subito. Tra i dimostranti sono presenti tutte le fazioni, dai moderati
agli estremisti di Moqtada Sadr.
**********
Per un’analisi delle intenzioni
che ci sono dietro agli ultimi episodi di estrema violenza in Iraq e, in
particolare, della coincidenza con l’appuntamento a New York, Giada Aquilino
ha raggiunto telefonicamente a Baghdad,
Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera:
**********
R. – Un attentato costruito con
tempismo: oggi a New York ci sarà l’incontro tra l’amministratore americano per
l’Iraq, Paul Bremer, e Kofi Annan, segretario generale dell’Onu. Gli americani
intendono chiedere alle Nazioni Unite di tornare in Iraq. Le Nazioni Unite
hanno cessato qualsiasi attività fin dai tempi dell’attentato, lo scorso 19
agosto, contro la loro sede qui, a Baghdad. La seconda questione aperta è il futuro istituzionale dell’Iraq: gli
americani vorrebbero arrivare ad una sorta di elezioni parziali nel giugno
prossimo per rinnovare il Consiglio del governo provvisorio. In Iraq, invece,
sono forti le tensioni provocate dalle richieste degli sciiti, in particolare
del leader moderato sciita ayatollah Ali Sistani, di indire elezioni generali
il più presto possibile. Quindi, non è difficile pensare che chi ha voluto gli
atti di violenza ha voluto anche
boicottare questo tipo di incontri e di prospettive.
D. – Dopo l’arresto di Saddam
Hussein questo tipo di attentati erano un po’ diminuiti. Perché?
R. – Si è detto più volte che
l’arresto di Saddam Hussein ha facilmente messo in crisi la rete degli
ex-baatisti, degli ex-fedelissimi al regime, ma non la rete degli estremisti
islamici.
D. – Quindi, potrebbe esserci
anche la mano di Al Qaeda?
R. – Potrebbe esserci. Se n’è
parlato sia per l’attentato all’Onu, sia per l’attentato alla Croce Rossa,
nell’ottobre scorso, e addirittura per l’attentato contro gli italiani a
Nassiryia il 12 novembre. E la presenza di attivisti islamici è segnalata ormai
da tempo dagli americani.
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Un
agricoltore palestinese è morto per l’esplosione di una mina ad Abassan, nel
sud della Striscia di Gaza, spesso teatro di raid israeliani. Intanto, la polizia
israeliana ha imposto per alcune ore lo stato di massima allerta nella regione
del centro di Israele adiacente alla Cisgiordania, dopo aver ricevuto
informazioni su un possibile tentativo di
terroriste palestinesi di infiltrarsi nel Paese. Misure di sicurezza
particolarmente rigorose sono state prese
nell'area in cui si trova il villaggio palestinese di Kfar Qassem,
isolato per diverse ore. In Cisgiordania ieri sera le truppe israeliane
hanno arrestato Ahmed Bseisi, capo
della Jihad Islamica a Nablus. E'
accusato tra l'altro di aver organizzato un attentato a Natanya nell'aprile del 2002, in cui furono uccise
trenta persone. Intanto, il primo ministro israeliano, Ariel Sharon, ha
affermato che un negoziato con la Siria e'
destinato a portare al ritiro di Israele dalle alture del Golan. Lo ha
fatto nel corso di una seduta con la commissione esteri e difesa della Knesset. Da parte sua, il
ministro degli esteri, Silvan Shalom, ha sottolineato che Israele e' disposto a
un negoziato con la Siria ''senza condizioni
preliminari''.
L'Associazione dei religiosi
combattenti, alla quale appartiene il presidente iraniano Mohammad Khatami, ha minacciato di
boicottare le elezioni legislative di febbraio se non saranno prese misure
urgenti per annullare l'esclusione di migliaia di candidati riformisti. Lo
scrivono stamane i giornali. E' stato il Consiglio dei Guardiani della
Costituzione a bocciare i sostenitori
di Khatami, provocando per diversi giorni manifestazioni e sit-in di deputati
davanti alla sede del Parlamento. Ieri, però, il Consiglio dei Guardiani della Costituzione, l'organo
ultraconservatore ha detto che riesaminerà uno per uno i fascicoli degli
esclusi e che terrà conto delle
direttive della Guida suprema, che ha chiesto meno severità.
L'Agenzia dell'Onu per la
sicurezza nucleare farà le verifiche,
mentre la distruzione o rimozione di
materiale correlato al programma nucleare militare libico sarà affidata ai militari
di Stati Uniti e Gran Bretagna. E’ quanto stabilito dall’accordo raggiunto oggi
a Vienna, secondo quanto ha annunciato il direttore generale dell'Aiea,
Mohammed El Baradei. La Libia poco prima di Natale aveva annunciato la sua
disponibilità a smantellare le armi di distruzione di massa e sembrava nata una
controversia tra l'Aiea, che riteneva di essere il principale responsabile, e
gli Usa, che volevano condurre autonomamente il controllo.
Numerose istanze sociali, che emergono soprattutto nel sud
del mondo, sono al centro del World Social Forum in corso a Bombay, in India.
Forti anche i segnali di contestazione per quella che viene definita l’egemonia
militare, economica e finanziaria degli Stati Uniti. Nelle ultime ore sono
stati numerosi gli interventi dalla parte delle classi più umili dell’India. La
parola da Bombay a Maria Grazia Coggiola:
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Sono i ‘sottocasta’, quelli che una volta venivano
chiamati gli ‘intoccabili’, a guidare il movimento dei no-global in India. Si
chiamano dalit e sono quelli più ai margini della società indiana, costretti a
fare i lavori più umili. Al Forum sociale di Bombay sono arrivati in massa ed
hanno potuto, forse per la prima volta, far sentire la loro voce in un contesto
internazionale. “Soltanto ridando dignità a questa gente è possibile costruire
un mondo nuovo”, ha detto uno dei leader indiani dei dalit. Di pregiudizi religiosi
e razziali ma a proposito delle donne, ha parlato anche Shirin Ebadi, la
iraniana Premio Nobel per la pace del 2003, paladina dei diritti femminili
nella società islamica, ad un gruppo presieduto da una responsabile di Amnesty
International. Secondo la Ebadi, che è una delle star qui al Forum di Bombay,
non c’è nessuna giustificazione religiosa alla discriminazione delle donne.
Sempre oggi, in uno dei seminari è stato anche lanciato il cosiddetto marchio
unico a livello mondiale, per il commercio equo e sostenibile.
Da Bombay, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.
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Lo scandalo Parmalat sarà
discusso anche a Bruxelles, alla riunione
dell'Ecofin domani. Lo hanno indicato fonti della presidenza di turno
irlandese della Ue, sottolineando che ''lo scandalo Parmalat è stato un vero
shock per l'Europa''. Ci si chiederà come l'Ue deve tenere in considerazione
gli sviluppi e le implicazioni di questo caso, ma senza formulare una specifica
proposta né un documento scritto. In ogni caso, la nuova direttiva per i
grandi gruppi aziendali prevede misure
per rafforzare i controlli sui revisori
e la cooperazione internazionale. Intanto, Calisto Tanzi resta in carcere. Lo
ha deciso il Tribunale del riesame di Milano che ha rigettato l'istanza presentata dai difensori. Negli
uffici italiani di Collecchio, l'ex direttore finanziario Parmalat Fausto Tonna
insieme con il contabile Gianfranco Bocchi sono al lavoro da questa mattina per
ricostruire, controllati dagli uomini della società di revisione,
PriceWaterhouse, i bilanci dell'azienda
e i mille rivoli in cui sarebbe andato perduto il tesoro di Calisto Tanzi. Mentre alla Procura di Parma sono
arrivati sette scatoloni pieni di documenti giunti da New York. Sembra si
tratti di materiale sequestrato dalla polizia Usa nell'abitazione e
nell'ufficio newyorkese di Giampaolo Zini, l'avvocato creatore del fondo Epicurum.
A Monaco di Baviera, nel sud
della Germania, e' stato arrestato un
presunto criminale di guerra nazista
ritenuto responsabile di un massacro di civili in Slovacchia nel 1945. Nel
darne notizia, la procura del capoluogo bavarese non ha fornito l'identità
dell'uomo, limitandosi a dire che ha 86 anni. Nella sua veste di comandante di
una unità speciale tedesca incaricata di opporsi ai partigiani, l'ex ufficiale
nazista si sarebbe reso corresponsabile, poco prima della fine dell'ultimo conflitto mondiale, dell'uccisione di 146 persone,
fra le quali 70 donne e 51 bambini.
E' iniziata ad Addis Abeba la
missione in Africa del cancelliere tedesco, Gerhard Schroeder. Dopo l’Etiopia,
sarà in Kenya, Sudafrica e Ghana. I quattro paesi sono stati scelti in quanto identificati da Berlino quali
''portatori di speranza'', poiché
ritenuti ormai avviati verso le riforme. Durante la tappa etiopica Schoereder
ha confermato, in particolare, l'appoggio della Germania nei confronti
dell'Unione Africana, Ua, di cui ha sottolineato l’importanza. L’Ua, che ha
sede proprio ad Addis Abeba, raggruppa 53 Paesi continentali e si ispira al
modello dell’Unione europea. E la stessa Europa comunitaria guarda all’Unione
africana come ad un interlocutore di rilievo.
Tre soldati americani sono stati
feriti, e un taleban è stato ucciso, nel corso di un attacco di miliziani
afgani contro la base Usa di Uruzgan, nella regione centrale dell'Afghanistan.
L'attacco e' avvenuto ieri, ma ne è stata data notizia oggi. Gli attacchi a
basi americane in Afghanistan non sono rari ma quasi mai riescono a colpire nel
segno. Originario della provincia di Uruzgan è il Mullah Omar, capo spirituale
dei taleban, ora in fuga e ricercato
dall'esercito americano.
Taiwan è ''più vicina ad innescare una crisi'', dopo che le
autorità dell’isola hanno annunciato come certo il referendum del prossimo 20
marzo. E’ quanto scrive il quotidiano ufficiale di Pechino, ''China Daily''. In
occasione della consultazione popolare, verranno poste ai cittadini due
domande. La prima riguarda la scelta di Taiwan di rafforzare o meno le difese antimissilistiche nel caso che la
Cina rifiuti di smantellare i missili puntati sull'isola. La seconda riguarda
la decisione del governo di aprire o no negoziati con Pechino sul futuro di
Taiwan. Secondo il governo cinese, il ''referendum'' sarà in realtà un primo
passo verso la dichiarazione d'indipendenza dell'isola che Pechino considera
una propria provincia.
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