RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII  n. 19  - Testo della Trasmissione di lunedì 19 gennaio 2004

 

Sommario                                                            

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Gratitudine per il progresso ecumenico realizzato da cattolici e luterani: l’ha espressa il Papa ad una delegazione ecumenica della Finlandia: con noi il cardinale Walter Kasper e madre Tekla Famiglietti

 

In Cina emozione tra i cattolici dopo il saluto del Papa ieri all’Angelus per il   Capodanno cinese: intervista con p. Bernardo Cervellera

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Negli Usa al via le primarie: intervista con Vittorio Emanuele Parsi

 

Domani in edicola la videocassetta del film di Zanussi “Fratello del nostro Dio” tratto da un’opera teatrale scritta 50 anni fa da Karol Wojtyla: intervista con il cardinale Saraiva Martins

 

L’orchestra di Roma e del Lazio ha inaugurato la sua stagione musicale 2004. Con noi il direttore cinese Lü Jia.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Una riflessione sul matrimonio e la famiglia: così il cardinale Giacomo Biffi ha voluto lasciare la guida dell’arcidiocesi di Bologna dopo quasi 20 anni di episcopato. Ieri la messa solenne di congedo nella cattedrale di San Pietro

 

18 paesi, che impiegano i bambini soldato nella lista nera dell’Onu: Uganda, ex Birmania e Colombia le realtà più allarmanti. Coalizione stop all’uso dei bambini chiede un impegno maggiore da parte di tutti i governi del mondo

 

Il cardinale Angelo Sodano ha aperto ieri, a Bosco Marengo vicino Alessandria, le celebrazioni per il V centenario della nascita di San Pio V

 

Sale a cinque il numero dei morti in Vietnam per l’influenza dei polli. L’Organizzazione Mondiale della Sanità teme la trasmissione del virus  da uomo a uomo. scienziati di Hong Kong annunciano un vaccino in pochi mesi

 

In India infiamma la violenza degli estremisti indù contro i cristiani. Tre persone sono morte negli scontri degli ultimi giorni

 

24 ORE NEL MONDO:

Ancora violenza in Iraq, a poche ore dal vertice a New York tra ONU, Usa e governo provvisorio - Un palestinese morto per una mina nella striscia di Gaza. Forti misure antiterrorismo di Israele - Lo scandalo Parmalat domani all’attenzione dell’Ecofin.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

19 gennaio 2004

 

        

GRATITUDINE PER IL PROGRESSO ECUMENICO REALIZZATO DA CATTOLICI E LUTERANI: LO HA ESPRESSO STAMANE IL PAPA RICEVENDO UNA DELEGAZIONE ECUMENICA

DELLA FINLANDIA, IN VISITA A ROMA PER LA FESTA DI SANT’ENRICO,

PATRONO DI QUESTO PAESE DEL NORD EUROPA

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

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Una visita nell’ambito della Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani, che si è inaugurata ieri, e che giunge – come ha rilevato Giovanni Paolo II – a 5 anni dalla storica Dichiarazione congiunta tra la Chiesa cattolica e la Federazione luterana mondiale circa la dottrina della Giustificazione, presentata al mondo nel giugno ‘98 e firmata nell’ottobre ‘99.

 

“A PROMISING SIGN OF THIS PROGRESS ON OUR PATH TO FULL AND …”.

 

“Segno promettente” – ha sottolineato il Santo Padre - di un progresso nel “cammino di piena e visibile unità è stata l’istituzione di un nuovo gruppo di dialogo tra Luterani e Cattolici in Finlandia e Svezia”. Quindi la speranza – invocata dal Papa – che “Luterani e Cattolici sempre più praticheranno una spiritualità di comunione, che poggia su quegli elementi di vita ecclesiale che essi già condividono e che rafforzeranno la loro comunione nella preghiera e nella testimonianza del Vangelo di Gesù Cristo”.

 

Da ricordare che la Dichiarazione congiunta fu salutata dalla Chiesa cattolica come tappa significativa “nella mutua comprensione e nell’avvicinamento della parti in dialogo”, mostrando “numerosi punti di convergenza” “su una questione così controversa durante i secoli”. In tale occasione si ribadì che le “verità fondamentali della salvezza donata da Cristo e accolta nella fede, del primato della grazia su ogni iniziativa umana, del dono dello Spirito Santo che ci rende capaci di vivere conformemente alla nostra condizione di figli di Dio,…sono aspetti essenziali del messaggio cristiano che dovrebbero illuminare i credenti di tutti i tempi”, e per questo dovrebbe “essere preoccupazione comune di luterani e cattolici trovare un linguaggio capace di rendere la dottrina della giustificazione più comprensibile anche agli uomini del nostro tempo”.

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Ma a che punto è oggi il dialogo ecumenico? Ascoltiamo due testimonianze: quella del cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, che ieri ha aperto i riti dell’Ottavario di preghiera, presiedendo una celebrazione ecumenica nella Chiesa di Santa Brigida a Roma, cui ha partecipato anche la delegazione finlandese in udienza oggi dal Papa; e quella della Superiora delle Brigidine, madre Tekla Famiglietti. Le interviste sono di Giovanni Peduto:

 

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R. – Il cammino ecumenico avanza, con tutti i problemi e tutte le difficoltà: ma questo fa parte della vita! Non siamo ingenuamente ottimisti, ma abbiamo la promessa dello Spirito Santo e nella forza dello Spirito Santo avanziamo, soprattutto con i nostri fratelli e sorelle della Scandinavia che ci sono molto vicini. Abbiamo ottimi rapporti e siamo lieti che ogni anno vengano a Roma a celebrare la festa di Sant’Enrico, partono della Chiesa luterana in Finlandia.

 

D. – Lei, eminenza, ha voluto iniziare qui, presso la chiesa di Santa Brigida, la Settimana di preghiere. Quale significato ha questo suo gesto?

 

R. – Sì: questa è la sede delle Suore di Santa Brigida che sono molto impegnate nell’ecumenismo, soprattutto nei rapporti tra Scandinavia e Roma: Santa Brigida è un ponte tra tutta la Scandinavia e Roma.

 

D. – E’ ora qui con noi la madre Tekla Famiglietti, abbadessa generale delle Suore di Santa Brigida: qual è il messaggio ecumenico di Brigida agli uomini d’oggi?

 

R. – Io penso che il messaggio di Brigida sia sempre lo stesso e cioè che noi cristiani, specialmente noi cattolici, dobbiamo vivere secondo il Vangelo. Se viviamo il Vangelo, arriveremo anche a quell’unità per cui Cristo ha pregato il Padre: “Che tutti siano una cosa sola!”.

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IN CINA, SPERANZE ED EMOZIONI TRA I CATTOLICI, DOPO IL SALUTO DEL PAPA,

IERI ALL’ANGELUS, PER IL CAPODANNO LUNARE CHE SEGNA L’INIZIO

DELL’ANNO CINESE DELLA SCIMMIA

- Intervista con padre Bernardo Cervellera -

 

Vasta eco ha suscitato il saluto caloroso che, ieri, il Papa ha rivolto ai popoli dell’Asia orientale - soprattutto Cinesi, Vietnamiti e Coreani - che nei prossimi giorni celebreranno il capodanno lunare, inizio del nuovo Anno, dedicato alla scimmia. Le parole di Giovanni Paolo II sono state accolte con particolare emozione dai cattolici della Cina, come sottolinea padre Bernardo Cervellera, direttore dell’agenzia “Asianews”, al microfono di Alessandro Gisotti:

 

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R. – Sono pieni di entusiasmo e di commozione, perché era da tempo che il Papa non si rivolgeva alla Cina. Quindi, hanno risposto con un grande ‘grazie’.

 

D. – Ci sono speranze, in questo momento, per la normalizzazione – se così si può dire – della vita dei cattolici in Cina?

 

R. – Quello che è importante è che in tutti questi anni, grazie alla testimonianza del Papa, è cresciuta la percezione dell’importanza della sua testimonianza dentro il popolo cinese e dentro la Chiesa. La Chiesa cinese, ormai, è sempre più unita. Il rapporto con il Papa è proprio di ‘figliolanza’, nel senso che questi cinesi che hanno scritto ad “AsiaNews” hanno detto che invitano il Papa a prendere il posto di capotavola al loro banchetto per l’anno nuovo. Gli danno il posto di padre della loro fede e della loro comunità e della loro famiglia.

 

D. – Il Papa, in tutto l’arco del Pontificato, si è prodigato per il dialogo tra i popoli, le culture, le religioni... In Cina c’è la percezione di questo sforzo instancabile?

 

R. – Assolutamente sì. Nelle università cinesi, ormai, gli istituti per le religioni e gli istituti che studiano il cristianesimo dicono che la Cina ha bisogno del cristianesimo per sopravvivere. La società cinese ha bisogno di solidarietà; per questo la Cina ha bisogno del cristianesimo perché cresca la solidarietà e un senso della dignità della persona.

 

D. – Ogni anno cinese è dedicato ad un segno dello zodiaco orientale: quest’anno è l’anno della scimmia. Quale significato riveste per i cinesi?

 

R. – La scimmia ha una sottolineatura di prosperità, perché la scimmia è un animale che si sa arrangiare; nello stesso tempo, però, è molto volubile, e quindi questo crea un po’ d’inquietudine all’interno della Cina.

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ALTRE UDIENZE

 

Nel corso della mattina il Papa ha ricevuto anche alcuni vescovi francesi in visita ad limina: mons. Guy Thomazeau, arcivescovo di Montpellier con l’ausiliare mons. Claude-Joseph Azemat, vescovo tit. di Murcona, mons. Jacques Despierre, vescovo di Carcassonne, mons. Robert Le Gall, vescovo di Mende e mons. Robert Wattebled, vescovo di Nimes.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l'articolo sulla strage di civili perpetrata a Baghdad.

Sempre in prima, s'impone il titolo "Il coraggio della pace": dall'Iraq alla Terra Santa, un'interminabile scia di sangue continua a sfigurare il volto dell'umanità. Di fronte a questo scempio, Giovanni Paolo II chiama ancora una volta tutti i credenti in Dio a non restare indifferenti.

L'augurio del Papa ai grandi popoli dell'Oriente per il capodanno lunare.

Nelle vaticane, all'Angelus, Giovanni Paolo II ha sottolineato che in un mondo assetato di pace è urgente che le comunità cristiane annuncino il Vangelo in modo concorde. 

Nel discorso in occasione del "Concerto della Riconciliazione", il Santo Padre ha esortato a trovare in noi il coraggio della pace e ad implorare dall'Alto il dono della pace.

Nel Messaggio all'Arcivescovo Julian Barrio Barrio - in occasione dell'apertura della Porta Santa, che segna l'inizio dell'Anno Giubilare di Compostela del 2004 - il Papa ricorda con forza che la Chiesa e l'Europa sono due realtà intimamente unite nel loro essere e nel loro destino.

L'udienza del Papa ad una Delegazione Ecumenica dalla Finlandia.

L'omelia del Cardinale Angelo Sodano nella Santa Messa di ringraziamento per il V centenario della nascita di San Pio V.   

 

Nelle estere, Medio Oriente: Sharon disposto a modificare il tracciato del "muro" di sicurezza.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Franco Patruno in margine al film per la Tv "Renzo e Lucia"; il titolo dell'articolo è "Nonostante il 'battage' pubblicitario un'operazione garbata e intelligente.

 

Nelle pagine italiane, in rilievo lo sciopero dell'Alitalia e la vicenda Parmalat.

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

19 gennaio 2004

 

 

 

 

INIZIA NELL’IOWA LA LUNGA FASE ELETTORALE CHE PORTERA’ ALL’ELEZIONE

DEL PROSSIMO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI

- Intervista con Vittorio Emanuele Parsi -

 

Nello stato americano dell’Iowa, prende il via oggi la lunga fase elettorale che culmina con le elezioni nazionali di novembre prossimo. Le primarie in questo Stato del Mid-West si chiamano caucus e vedranno emergere uno degli otto candidati alla nomination democratica, che guadagnerà così un importante vantaggio sugli altri nella sfida contro Bush. Incertezza sul risultato in quanto il più favorito nei sondaggi dei giorni scorsi sembra aver perso punti, come ci spiega Elena Molinari:

 

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         Nelle ultime ore prima del voto, quando i sondaggi mostrano la situazione fluida, a contare più di tutto è l’organizzazione degli aspiranti presidenti. Poche settimane fa era in testa nelle previsioni Howard Dean ma  negli ultimi giorni è stato superato da due avversari. Nelle proiezioni, infatti, il senatore del Massachussetts, John Kerry, è alla guida del gruppo. E’ seguito da John Edwards che si presenta agli elettori come l’unico candidato in grado di battere George Bush nel difficile sud degli Stati Uniti. Dean ha reagito con due mosse strategiche: ieri ha lasciato l’Iowa per volare nella Georgia e farsi immortalare dalle telecamere in una chiesa con Jimmy Carter, un beniamino della popolazione meridionale. E ieri sera, a sorpresa, la schiva moglie di Dean ha fatto la sua prima apparizione a fianco del marito in campagna elettorale. Sembra un segno che il governatore del Vermont teme di non farcela.

 

         Kerry, invece, ha aumentato il suo vantaggio parlando della sua esperienza militare che dice gli dà “la capacità di guidare il Paese in questa difficile fase di lotta la terrorismo”. Entrambi sanno che alla fine quello che conta di più per gli elettori democratici dell’Iowa è di mostrare di essere qualificati per il compito che sta loro a cuore: battere George Bush.

 

         Da Des Moines, Elena Molinari, per la Radio Vaticana.

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Ma quale importanza hanno per gli elettori democratici statunitensi le elezioni primarie? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni Internazionali all’Università Cattolica:

 

 

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R. – Sì potrà discutere quanto si vuole sull’efficienza di questo meccanismo ma è un meccanismo efficace perché produce il candidato alla presidenza. In realtà dal punto di vista politico segnerà una questione fondamentale per i democratici nel post-Clinton. Tutto sommato Clinton si affermò tra i democratici in maniera sorprendente e riuscì con la sua atipicità a diventare il presidente democratico dopo una lunga serie di presidenti repubblicani. In questo momento, i democratici sono alla ricerca del candidato con un’identità perché un Clinton nuovo non c’è. Il clintonismo, però,  è un po’ lontano dalla classica tradizione del partito democratico americano. Credo che questo sarà molto importante per capire chi i democratici hanno di fronte e quindi che chance avranno i democratici di consolidarsi come alternativa credibile al potere repubblicano.

 

D. – Sono molti gli osservatori che affermano che i democratici opporranno a Bush un candidato di secondo piano ....

 

R. – Tutti i candidati prima delle primarie sembrano di secondo piano. A me pare che, per esempio, un personaggio come Wesley Clark che potrebbe anche affermarsi. Comunque, non dimentichiamo che George W. Bush quando venne eletto era considerato un personaggio anche lui di secondo piano. Sicuramente, al momento, non si vedono personalità di grande spicco.

 

D.– Secondo Lei, professore, quanto può essere interessante per i democratici aspirare decisamente alla presidenza in un momento così delicato della storia statunitense?

 

R. – Credo che non solo il partito ha interesse a cercare di non consentire che ricominci un’altra era repubblicana ma, soprattutto, i candidati ce la metteranno tutta.  E’ un mercato competitivo anche all’interno del partito democratico.

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DOMANI IN EDICOLA LA VIDEOCASSETTA DEL FILM DI ZANUSSI

“FRATELLO DEL NOSTRO DIO” TRATTO DA UN’OPERA TEATRALE

SCRITTA 50 ANNI FA DA KAROL WOJTYLA

- Intervista con il cardinale José Saraiva Martins -

 

Domani in edicola con il quotidiano “Il Tempo”, la cassetta del film diretto  nel 1997 da Krzysztof Zanussi, “Fratello del nostro Dio” e prodotto da Giacomo Pezzali, tratto dall’opera teatrale scritta 50 anni fa, da Karol Wojtyla. Il film si avvale di un grande cast internazionale, guidato dall’attore americano Scott Wilson, per raccontare la parabola di Adam Chmielowsky, il pittore polacco che rinunciò all’arte per dedicarsi ai più poveri e che poi divenne santo nel 1989. Secondo il cardinale José Savaira Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei santi, che ha presentato il lancio del video insieme al regista Zanussi, questo film riproduce esattamente il pensiero del Papa per quanto riguarda i problemi sociali che sono al centro della sua opera teatrale. Ma ascoltiamo il porporato al microfono di Catherine Smibert:

 

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Questi problemi sociali della povertà, di tanti fratelli nostri che sono poveri sono sempre stati al centro dell’attenzione di Giovanni Paolo II, anche molto prima che diventasse Papa. Il suo magistero, ricchissimo e fecondo, ha una grande parte dedicata proprio ai problemi della società moderna. Sono quei problemi di cui parla il film e di cui lui si è occupato nel suo dramma, scritto negli anni Quaranta. Quindi, secondo me, il film riproduce con esattezza il pensiero di Papa Wojtyla.

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UNA BACCHETTA INTERNAZIONALE PER L’ORCHESTRA DI ROMA E DEL LAZIO

CHE IERI SERA HA INAUGURATO LA SUA STAGIONE MUSICALE 2004

- Con noi il direttore cinese Lü Jia -

 

Il celebre direttore cinese Lü Jia, sul podio dell’Orchestra di Roma e del Lazio, ha inaugurato ieri sera la stagione di concerti 2004 all’Auditorium Parco della Musica. In cartellone i grandi classici – Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert – accanto a pagine del Novecento storico e contemporaneo. A.V.:

 

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(musica)

 

Una bacchetta internazionale – Stoccolma, Berlino, Chicago, Hong Kong – offre il suo prestigio e l’esperienza artistica ad un complesso giovanile in costante crescita. Il cinese Lü Jia è per il terzo anno direttore stabile dell’Orchestra di Roma e del Lazio, una delle 13 Istituzioni Concertistico-Orchestrali italiane, fondata nel 1991. Ascoltiamo il maestro:

 

“Roma è una grande e bella città; ha una storia ed un’arte incredibile. Come ogni capitale, in tutto il mondo, anche Roma merita un’orchestra sia grande e sinfonica come quella di Santa Cecilia, sia un’orchestra di ottimo livello ed internazionale, sia un’orchestra da Camera, più piccola. E mancava questa orchestra, caratterizzata da una presenza fissa, un’orchestra abbastanza classica, sinfonica di Mozart, Haydn”.

 

Autori che formano il repertorio dell’orchestra ma anche l’ascolto del pubblico (17mila presenze nella passata stagione), da coinvolgere didatticamente e attraverso l’emozione della musica. Ancora Lü Jia:

 

“Noi diamo concerti non soltanto appariscenti, sul palcoscenico, ma che trasmettono anche messaggi, passione, carisma. Questo è molto importante. Andare ad un concerto deve essere un evento speciale, altrimenti si potrebbe restare a casa ad ascoltare un cd. L’Orchestra è stata invece pagata dallo Stato, dalla Regione e dal Comune e quindi anche con i soldi dei cittadini italiani: noi dobbiamo allora suonare bene per ogni tipo di pubblico. Per ogni persona venire ad un nostro concerto deve rappresentare un’esperienza indimenticabile”.

 

(musica)

 

Con la Prima Sinfonia, che ha aperto la stagione 2004, e la Nona in programma a dicembre, il maestro Lü Jia conclude l’integrale beethoveniana intrapresa lo scorso anno.

 

(musica)

 

E Beethoven è stato il primo amore musicale, per il neofita direttore cinese, quando la cultura occidentale era ancora bandita dalla Cina:

 

“La Berliner Philarmonica, con Herbert von Karajan, nel ’79 è stata in Cina. E’ stata la prima volta che sentivo la musica di Beethoven, avevo 14-15 anni. Per me è stato uno shock, molto piacevole. Sono quindi molto contento di aver fatto per tutto lo scorso anno Beethoven.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

19 gennaio 2004

 

 

UNA RIFLESSIONE SUL MATRIMONIO E LA FAMIGLIA:

 COSÌ IL CARDINALE GIACOMO BIFFI HA VOLUTO LASCIARE LA GUIDA DELL’ARCIDIOCESI DI BOLOGNA DOPO QUASI 20 ANNI DI EPISCOPATO.

IERI LA MESSA SOLENNE DI CONGEDO NELLA CATTEDRALE DI SAN PIETRO.

- A cura di Stefano Andrini -

 

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BOLOGNA. = “Nella società attuale, l’amore tra l’uomo e la donna appare per troppi aspetti alterato ed avvilito, insidiato com’è da una ricerca di libertà e di gratificazione individuale tanto assoluta e astratta che finisce con l’essere quasi disumana senza significazione e senza valore”. Nell’omelia pronunciata durante la Messa di congedo dopo quasi 20 anni di episcopato bolognese, il cardinale Giacomo Biffi ha proposto una riflessione su matrimonio e famiglia. “Oggi – ha detto – tutto appare finalizzato all’affermazione dei diritti, delle esigenze, delle prepotenze del singolo e al conseguimento di un piacere epidermico, piuttosto che alla comunione delle persone. Una comunione che sbocca poi, per sua natura, nella meraviglia della fecondità. Nella visione impostaci dalla mentalità imperante, il nativo disegno dei Creatore è del tutto stravolto”. “Gesù, invece – ha sottolineato l’amministratore apostolico di Bologna – vede espresso nel giusto affetto e nell’integrazione esistenziale tra l’uomo e la donna, addirittura la realtà più grande ed incantevole dell’universo, e cioè lo stesso misterioso amore di Dio per l’umanità redenta e ringiovanita dlala rinascita battesimale”. Alla presenza di molte autorità, tra le quali il presidente della Camera dei Deputati, Pier Ferdinando Casini, e il presidente della Commissione europea, Romano Prodi, di una nutrita rappresentanza di vescovi della regione e di una folla di fedeli che ha riempito la cattedrale e la cripta sottostante, il cardinale ha ringraziato prima di tutto il Papa, “che dopo avermi amabilmente incoraggiato ad accogliere la sua designazione, mi ha ripetutamente manifestato la sua volontà di essermi vicino e di aiutarmi fattivamente, e poi la bella realtà della Chiesa petroniana”. “Proprio dai bolognesi e dal loro attaccamento alla Madonna di San Luca – ha concluso il cardinale Biffi – ho imparato quanto sia decisivo l’amore verso la Madre di Gesù e Madre nostra per il prosperare della vita cristiana”. Al termine della celebrazione, il sindaco Giorgio Guazzaloca ha rivolto al cardinale, di cui ha richiamato la fede profonda e lo spirito libero, il saluto di tutta la città.

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18 PAESI, CHE IMPIEGANO I BAMBINI SOLDATO NELLA LISTA NERA DELL’ONU. UGANDA, EX BIRMANIA E COLOMBIA LE REALTA’ PIU’ ALLARMANTI.

COALIZIONE STOP ALL’USO DEI BAMBINI CHIEDE UN IMPEGNO MAGGIORE

 DA PARTE DI TUTTI I GOVERNI DEL MONDO

- A cura di Benedetta Capelli -

 

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ROMA.= 50 pagine di dati e di accuse ai governi del mondo colpevoli di non proteggere l’infanzia. Nel rapporto di Coalizione Stop all’uso dei bambini, costituita da un insieme di organizzazioni che lottano per i diritti umani, si analizzano le violazioni sui minori. Un milione di essi è arruolato negli eserciti, altri sono ridotti in schiavitù, alcuni abusati sessualmente. Il Segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha reso noto  l’atlante della vergogna. Sono 18 i paesi in cui la piaga dei bambini soldato, in particolare, è in continua espansione. E’ l’Uganda a detenere il primato di arruolamento dei minori nel Sedicente Esercito del Signore che in 17 anni di guerra, ha costretto migliaia di bambini a fuggire dalle loro case per evitare la cattura da parte delle milizie. Rapiti, picchiati, costretti con la forza a combattere anche i bambini del Myanmar, l’ex Birmania, dove sono circa settantamila i minori in queste condizioni. 11mila in Colombia, dove a soli 12 anni sono costretti a maneggiare esplosivi e munizioni. Altra situazione allarmante in Sri Lanka, dove le Tigri Tamil hanno continuato ad arruolare bambini tra le proprie fila. La Coalizione ha chiesto all’Onu di vigilare su tutte le realtà citate, garantendo sempre una lista aggiornata dei paesi che ricorrono ai bambini soldato. Ogni 90 giorni si dovrà fare un resoconto sui passi intrapresi. Chiesta inoltre la nomina di un rappresentante che dialoghi con le parti che usano i minori, per assisterle in programmi che pongano fine a questa pratica. Fermare il flusso di armi e applicare sanzioni, come ad esempio le restrizioni ai viaggi dei dirigenti politici che usano i bambini soldato o il divieto di partecipare ad organismi internazionali, sono alcune delle cose che la Coalizione Stop all’uso dei bambini ha chiesto di fare.

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IL CARDINALE ANGELO SODANO HA APERTO IERI,

A BOSCO MARENGO VICINO ALESSANDRIA,

LE CELEBRAZIONI PER IL CINQUECENTENARIO DELLA NASCITA DI SAN PIO V

 

BOSCO MARENGO (ALESSANDRIA).= Con una messa celebrata nella chiesa di Santa Croce, il segretario di Stato Vaticano, cardinale Angelo Sodano, ha aperto le manifestazioni per il cinquecentenario della nascita di San Pio V, l’unico papa piemontese. “Un gigante della santità, austero da monaco e pontefice, sempre vicino ai poveri e ai sofferenti, senza mai dimenticare la gente della sua terra”, così il cardinale Sodano ha ritratto San Pio V, che durante il suo pontificato riportò la vittoria contro i Turchi, il 7 ottobre 1571. Devoto alla Madonna, istituì la festa del Santo Rosario. Il Pontefice è stato ricordato nella chiesa da lui voluta, nella quale avrebbe desiderato tornare, in realtà le sue spoglie sono conservate nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Roma. Il cardinale Angelo Sodano ha ricordato come San Pio V continui a vegliare sugli uomini e sulla Chiesa, perché “anche se i tempi cambiano- ha continuato il porporato- il Vangelo di Cristo rimane lo stesso”. Le celebrazioni per il cinquecentenario della nascita di San Pio V, si chiuderanno il 5 maggio, quando il cardinale Angelo Sodano leggerà, nella chiesa di Santa Croce, la lettera scritta per l’occasione da Papa Giovanni Paolo II. (B.C.)

 

 

SALE A CINQUE IL NUMERO DEI MORTI IN VIETNAM PER L’INFLUENZA DEI POLLI. L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’ TEME LA TRASMISSIONE DEL VIRUS  DA UOMO A UOMO. SCIENZIATI DI HONG KONG ANNUNCIANO UN VACCINO IN POCHI MESI

 

HANOI.= L’ultima vittima del virus dell’influenza dei polli è una bambina di otto anni, morta nell’ospedale pediatrico della capitale vietnamita. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono cinque i decessi accertati ma si teme il possibile diffondersi del virus H5N1 da uomo a uomo. La maggiore concentrazione di casi di  trasmissione umana è avvenuta nel nord del paese, mentre nel sud si allarga l’epidemia di influenza aviaria, che secondo fonti vietnamite ha già causato 13 vittime. L’Oms però è cauta nel numero di contagi e di decessi, perché crede possibile l’attribuzione del virus dell’influenza dei polli ad altri casi di sintomi respiratori. Due esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e  della Fao sono giunti a Ho Chi Minh, l’ex Saigon, alla ricerca di possibili soggetti per studiarne i casi. Intanto, alcuni scienziati dell’Università di Hong Kong hanno annunciato che un vaccino sarà disponibile entro pochi mesi. Da parte sua, l’Oms ha fatto sapere che le ricerche sul virus non hanno raggiunto uno stadio tanto avanzato da prevedere la realizzazione di un vaccino. La paura dell’influenza dei polli si fa sentire anche sull’economia del Paese. La Cambogia ha bloccato sette cargo con oltre 150 mila uova d'anatra provenienti dal Vietnam. Il provvedimento segue il blocco delle importazioni, imposto dal governo cambogiano, di prodotti derivati dal pollame e provenienti dal Paese asiatico. (B.C.)

 

 

IN INDIA INFIAMMA LA VIOLENZA DEGLI ESTREMISTI INDU’ CONTRO I CRISTIANI. TRE PERSONE SONO MORTE NEGLI SCONTRI DEGLI ULTIMI GIORNI

 

MADHYA PRADESH.= Dopo un periodo di relativa calma, riesplode la violenza in India centrale. Il bilancio degli scontri tra gli estremisti indù e la minoranza cristiana è di tre morti e numerosi feriti. L’assassinio di una bambina di 9 anni ha riacceso il clima di tensione. In seguito all’efferato omicidio, infatti, diversi gruppi hanno organizzato marce di protesta in varie località del distretto, gridando slogan contro il cristianesimo. Il Ministro degli Interni del Madhya Pradesh ha accusato direttamente i religiosi dell’omicidio della bambina. Gli inquirenti hanno arrestato però il vero colpevole, reo confesso, un giovane impiegato presso un ufficio di assicurazioni vicino alla chiesa cattolica. Le violenze non si sono fermate, infatti, altri scontri si sono verificati nel villaggio di Amkhur, tre persone hanno perso la vita. (B.C.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

19 gennaio 2004

 

- A cura di Fausta Speranza -

   

Ieri sera, dopo la strage del mattino a Baghdad che ha fatto secondo gli ultimi dati 24 morti e oltre 100 feriti, questa mattina almeno tredici persone sono rimaste ferite, alcune delle quali in modo grave, nell'esplosione di una bomba nei pressi del mausoleo dell'imam  Abbas, sito religioso nella città santa sciita di Kerbala, nel centro del Paese. Inoltre, un soldato americano è morto ieri in seguito alle ferite riportate in un attentato, venerdì nei pressi di Samarra e due membri della difesa civile irachena sono stati assassinati nella notte a Balad, a nord di Baghdad. E nella città di Baghdad, invece, soldati americani hanno ucciso due yemeniti e un siriano che avevano aperto il fuoco contro di loro durante una perquisizione. Il nostro servizio:

 

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In queste ore, segnate da un’escalation di violenza, è atteso l’arrivo dal Kuwait dell'avanguardia delle truppe di terra giapponesi che deve entrare, su otto blindati, a Samawa, città meridionale dell’Iraq destinata a diventare il quartier generale del contingente. L'avanguardia preparerà l'arrivo del grosso del contingente di terra, circa 600 uomini, il cui dispiegamento dovrebbe essere completato entro il prossimo marzo. Le truppe prenderanno parte a operazioni di assistenza umanitaria e ricostruzione, a fianco della coalizione sotto il comando degli Stati Uniti. Da parte sua, il primo ministro giapponese, Junichiro Koizumi, ha difeso con forza la sua controversa decisione di inviare il contingente in Iraq definendola ''un dovere della nazione intera'', anche “a costo di perdite di vite umane''. E l’accentuarsi delle violenze preoccupa anche perché accompagna la vigilia dell’incontro di oggi a New York. Il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha convocato un vertice a tre con gli Usa e una delegazione del Consiglio di governo iracheno, per valutare se l'organismo internazionale potrà tornare ad esercitare un qualche ruolo in Iraq anche prima del passaggio di poteri agli iracheni fissato per il 30 giugno. Intanto, proprio la questione del voto ha suscitato la manifestazione oggi, per le strade del centro di  Baghdad, di migliaia di sciiti  che chiedono  elezioni generali subito. Tra i dimostranti  sono presenti tutte le fazioni, dai moderati agli estremisti di  Moqtada Sadr.

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Per un’analisi delle intenzioni che ci sono dietro agli ultimi episodi di estrema violenza in Iraq e, in particolare, della coincidenza con l’appuntamento a New York, Giada Aquilino ha  raggiunto telefonicamente a Baghdad, Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera:

 

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R. – Un attentato costruito con tempismo: oggi a New York ci sarà l’incontro tra l’amministratore americano per l’Iraq, Paul Bremer, e Kofi Annan, segretario generale dell’Onu. Gli americani intendono chiedere alle Nazioni Unite di tornare in Iraq. Le Nazioni Unite hanno cessato qualsiasi attività fin dai tempi dell’attentato, lo scorso 19 agosto, contro la loro sede qui, a Baghdad. La seconda questione aperta  è il futuro istituzionale dell’Iraq: gli americani vorrebbero arrivare ad una sorta di elezioni parziali nel giugno prossimo per rinnovare il Consiglio del governo provvisorio. In Iraq, invece, sono forti le tensioni provocate dalle richieste degli sciiti, in particolare del leader moderato sciita ayatollah Ali Sistani, di indire elezioni generali il più presto possibile. Quindi, non è difficile pensare che chi ha voluto gli atti di violenza  ha voluto anche boicottare questo tipo di incontri e di prospettive.

 

D. – Dopo l’arresto di Saddam Hussein questo tipo di attentati erano un po’ diminuiti. Perché?

 

R. – Si è detto più volte che l’arresto di Saddam Hussein ha facilmente messo in crisi la rete degli ex-baatisti, degli ex-fedelissimi al regime, ma non la rete degli estremisti islamici.

 

D. – Quindi, potrebbe esserci anche la mano di Al Qaeda?

 

R. – Potrebbe esserci. Se n’è parlato sia per l’attentato all’Onu, sia per l’attentato alla Croce Rossa, nell’ottobre scorso, e addirittura per l’attentato contro gli italiani a Nassiryia il 12 novembre. E la presenza di attivisti islamici è segnalata ormai da tempo dagli americani.

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Un agricoltore palestinese è morto per l’esplosione di una mina ad Abassan, nel sud della Striscia di Gaza, spesso teatro di raid israeliani. Intanto, la polizia israeliana ha imposto per alcune ore lo stato di massima allerta nella regione del centro di Israele adiacente alla Cisgiordania, dopo aver ricevuto informazioni su un possibile tentativo di  terroriste palestinesi di infiltrarsi nel Paese. Misure di sicurezza particolarmente rigorose sono state prese  nell'area in cui si trova il villaggio palestinese di Kfar Qassem, isolato per diverse ore. In Cisgiordania ieri sera le truppe israeliane hanno  arrestato Ahmed Bseisi, capo della Jihad Islamica a Nablus. E'  accusato tra l'altro di aver organizzato un attentato a Natanya  nell'aprile del 2002, in cui furono uccise trenta persone. Intanto, il primo ministro israeliano, Ariel Sharon, ha affermato che un negoziato con la Siria e'  destinato a portare al ritiro di Israele dalle alture del Golan. Lo ha fatto nel corso di una seduta con la commissione esteri e  difesa della Knesset. Da parte sua, il ministro degli esteri, Silvan Shalom, ha sottolineato che Israele e' disposto a un negoziato con la Siria  ''senza condizioni preliminari''.

 

L'Associazione dei religiosi combattenti, alla quale appartiene il presidente iraniano  Mohammad Khatami, ha minacciato di boicottare le elezioni legislative di febbraio se non saranno prese misure urgenti per annullare l'esclusione di migliaia di candidati riformisti. Lo scrivono stamane i giornali. E' stato il Consiglio dei Guardiani della Costituzione a  bocciare i sostenitori di Khatami, provocando per diversi giorni manifestazioni e sit-in di deputati davanti alla sede del Parlamento. Ieri, però, il Consiglio dei  Guardiani della Costituzione, l'organo ultraconservatore ha detto che riesaminerà uno per uno i fascicoli degli esclusi e che terrà conto delle  direttive della Guida suprema, che ha chiesto meno severità.

 

L'Agenzia dell'Onu per la sicurezza  nucleare farà le verifiche, mentre la distruzione o rimozione  di materiale correlato al programma nucleare militare libico sarà affidata ai militari di Stati Uniti e Gran Bretagna. E’ quanto stabilito dall’accordo raggiunto oggi a Vienna, secondo quanto ha annunciato il direttore generale dell'Aiea, Mohammed El Baradei. La Libia poco prima di Natale aveva annunciato la sua disponibilità a smantellare le armi di distruzione di massa e sembrava nata una controversia tra l'Aiea, che riteneva di essere il principale responsabile, e gli Usa, che volevano condurre autonomamente il controllo.

 

Numerose istanze sociali, che emergono soprattutto nel sud del mondo, sono al centro del World Social Forum in corso a Bombay, in India. Forti anche i segnali di contestazione per quella che viene definita l’egemonia militare, economica e finanziaria degli Stati Uniti. Nelle ultime ore sono stati numerosi gli interventi dalla parte delle classi più umili dell’India. La parola da Bombay a Maria Grazia Coggiola:

 

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Sono i ‘sottocasta’, quelli che una volta venivano chiamati gli ‘intoccabili’, a guidare il movimento dei no-global in India. Si chiamano dalit e sono quelli più ai margini della società indiana, costretti a fare i lavori più umili. Al Forum sociale di Bombay sono arrivati in massa ed hanno potuto, forse per la prima volta, far sentire la loro voce in un contesto internazionale. “Soltanto ridando dignità a questa gente è possibile costruire un mondo nuovo”, ha detto uno dei leader indiani dei dalit. Di pregiudizi religiosi e razziali ma a proposito delle donne, ha parlato anche Shirin Ebadi, la iraniana Premio Nobel per la pace del 2003, paladina dei diritti femminili nella società islamica, ad un gruppo presieduto da una responsabile di Amnesty International. Secondo la Ebadi, che è una delle star qui al Forum di Bombay, non c’è nessuna giustificazione religiosa alla discriminazione delle donne. Sempre oggi, in uno dei seminari è stato anche lanciato il cosiddetto marchio unico a livello mondiale, per il commercio equo e sostenibile.

 

Da Bombay, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Lo scandalo Parmalat sarà discusso anche a Bruxelles, alla riunione  dell'Ecofin domani. Lo hanno indicato fonti della presidenza di turno irlandese della Ue, sottolineando che ''lo scandalo Parmalat è stato un vero shock per l'Europa''. Ci si chiederà come l'Ue deve tenere in considerazione gli sviluppi e le implicazioni di questo caso, ma senza formulare una specifica proposta  né un documento scritto.  In ogni caso, la nuova direttiva per i grandi  gruppi aziendali prevede misure per rafforzare i controlli  sui revisori e la cooperazione internazionale. Intanto, Calisto Tanzi resta in carcere. Lo ha deciso il Tribunale del riesame di Milano che ha rigettato  l'istanza presentata dai difensori. Negli uffici italiani di Collecchio, l'ex direttore finanziario Parmalat Fausto Tonna insieme con il contabile Gianfranco Bocchi sono al lavoro da questa mattina per ricostruire, controllati dagli uomini della società di revisione, PriceWaterhouse, i bilanci  dell'azienda e i mille rivoli in cui sarebbe andato perduto il  tesoro di Calisto Tanzi. Mentre alla Procura di Parma sono arrivati sette scatoloni pieni di documenti giunti da New York. Sembra si tratti di materiale sequestrato dalla polizia Usa nell'abitazione e nell'ufficio newyorkese di Giampaolo Zini, l'avvocato creatore del fondo Epicurum.

 

A Monaco di Baviera, nel sud della  Germania, e' stato arrestato un presunto criminale di guerra  nazista ritenuto responsabile di un massacro di civili in Slovacchia nel 1945. Nel darne notizia, la procura del capoluogo bavarese non ha fornito l'identità dell'uomo, limitandosi a dire che ha 86 anni. Nella sua veste di comandante di una unità speciale tedesca incaricata di opporsi ai partigiani, l'ex ufficiale nazista si sarebbe reso corresponsabile, poco prima della fine dell'ultimo  conflitto mondiale, dell'uccisione di 146 persone, fra le quali  70 donne e 51 bambini.

 

E' iniziata ad Addis Abeba la missione in Africa del cancelliere tedesco, Gerhard Schroeder. Dopo l’Etiopia, sarà in Kenya, Sudafrica e Ghana. I quattro paesi sono stati scelti  in quanto identificati da Berlino quali ''portatori di  speranza'', poiché ritenuti ormai avviati verso le riforme. Durante la tappa etiopica Schoereder ha confermato, in particolare, l'appoggio della Germania nei confronti dell'Unione Africana, Ua, di cui ha sottolineato l’importanza. L’Ua, che ha sede proprio ad Addis Abeba, raggruppa 53 Paesi continentali e si ispira al modello dell’Unione europea. E la stessa Europa comunitaria guarda all’Unione africana come ad un interlocutore di rilievo. 

 

Tre soldati americani sono stati feriti, e un taleban è stato ucciso, nel corso di un attacco di miliziani afgani contro la base Usa di Uruzgan, nella regione centrale dell'Afghanistan. L'attacco e' avvenuto ieri, ma ne è stata data notizia oggi. Gli attacchi a basi americane in Afghanistan non sono rari ma quasi mai riescono a colpire nel segno. Originario della provincia di Uruzgan è il Mullah Omar, capo spirituale dei taleban, ora in fuga  e ricercato dall'esercito americano.

 

Taiwan è ''più vicina ad innescare una crisi'', dopo che le autorità dell’isola hanno annunciato come certo il referendum del prossimo 20 marzo. E’ quanto scrive il quotidiano ufficiale di Pechino, ''China Daily''. In occasione della consultazione popolare, verranno poste ai cittadini due domande. La prima riguarda la scelta di Taiwan di  rafforzare o meno le difese antimissilistiche nel caso che la Cina rifiuti di smantellare i missili puntati sull'isola. La seconda riguarda la decisione del governo di aprire o no negoziati con Pechino sul futuro di Taiwan. Secondo il governo cinese, il ''referendum'' sarà in realtà un primo passo verso la dichiarazione d'indipendenza dell'isola che Pechino considera una propria provincia.

 

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