RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII  n. 5  - Testo della Trasmissione di lunedì 5 gennaio 2004

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Si celebra domani, in occasione della solennità dell’Epifania, la Giornata mondiale dell’Infanzia missionaria: intervista con padre Patricio Byrne.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Rafforzare gli sforzi contro la fame nel mondo: è l’obiettivo dell’Anno internazionale del riso proclamato dall’Onu. Ai nostri microfoni, il professor Carlo Cannella

 

Entusiasmo per le prime immagini da Marte dopo la discesa della sonda americana Spirit. Il commento di Franco Malerba, primo astronauta italiano

 

Alla solennità dell’Epifania si collegano ricche e diverse tradizioni legate al folklore locale: ne ha parlato con noi lo storico Franco Cardini

 

Inaugurata una serie di appuntamenti musicali dal titolo “I Concerti dello spirito”: intervista con Gianluigi Gelmetti

 

A Milano è in corso la mostra dedicata ad Ambrogio e Agostino, due giganti della fede ai quali deve moltissimo il Vecchio Continente.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Celebrati ieri a Cracovia i 25 anni di episcopato del cardinale arcivescovo Franciszek Macharski

 

Riaprono nel Nord della Costa d’Avorio, bloccate dal 2002 ad opera dei ribelli

 

Appello del ministro degli Interni saudita perché il mondo arabo lotti contro il terrorismo

 

Quatto israeliani e quattro palestinesi scaleranno insieme una vetta antartica in segno di pace per il Medio Oriente

 

Inaugurata a Roma la nuova comunità-alloggio della Caritas per le famiglie disagiate.

 

24 ORE NEL MONDO:

Nuova Costituzione per l’Afghanistan. Scompare nel testo ogni riferimento alla legge islamica

 

La questione del Kashmir in primo piano nello storico incontro ad Islamabad tra il premier indiano ed il presidente pakistano

 

Trionfo di Saakashvili nelle elezioni in Georgia.

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

5 gennaio 2004

 

 

SI CELEBRA DOMANI, IN OCCASIONE DELLA SOLENNITA’ DELL’EPIFANIA,

LA GIORNATA MONDIALE DELL’INFANZIA MISSIONARIA

- Intervista con padre Patricio Byrne -

 

Domani, in occasione della solennità dell’Epifania, si celebra la Giornata mondiale dell’Infanzia Missionaria. Delle drammatiche condizioni di molti minori nel mondo, ci parlano alcune cifre dell’Unicef. Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, ha denunciato nel 2003 che 11 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno a causa di malattie che possono essere facilmente prevenute con i vaccini. La povertà resta la principale causa dei 150 milioni di bambini sottopeso nei paesi in via di sviluppo, che aumenta il rischio di morte e compromette lo sviluppo fisico e mentale. Inoltre, colpisce anche che circa 120 milioni di bambini in età scolare non vanno a scuola. Per tendere una mano a tanti bambini meno fortunati è nata nel 1843 la Pontificia Opera Missionaria. Delle finalità e della struttura che ha assunto oggi, Giovanni Peduto ha parlato con il segretario generale, padre Patricio Byrne: 

 

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R. – Mons. Charles de Forbin-Janson, vescovo di Nancy, in Francia, rimase molto impressionato dalle sofferenze di alcuni bambini cinesi: bambini abbandonati, non battezzati, senza niente. Quindi, lui ha voluto quest’Opera che resta unica. Ha iniziato creando un movimento che comprendeva anche bambini francesi per pregare per i bambini cinesi e che poi si è impegnato ad aiutarli finanziariamente. Oggi, noi abbiamo in quasi tutti i Paesi del mondo una forte presenza dell’Infanzia Missionaria ed amministriamo un grande fondo per progetti simili a questo iniziale. Alla base, però, c’è sempre l’impegno a evangelizzare dei bambini che ancora non conoscono Cristo. 

 

D. – Quindi, sono gli stessi bambini che evangelizzano i loro coetanei?

 

R. – Esatto. Il nostro slogan è proprio basato sui bambini che evangelizzano e che aiutano gli altri bambini.

 

D. – Perché è stata scelta la solennità dell’Epifania come Giornata mondiale dell’Infanzia Missionaria?

 

R. – La festa dell’Epifania è fondamentalmente una festa missionaria, perché Cristo viene presentato a tre re stranieri, che vengono da una cultura diversa da quella di Cristo e della sua gente. Cristo viene presentato come il Bambino, Salvatore del mondo, Re dell’universo. Quindi, noi abbiamo scelto questa festa.

 

D. – In questo giorno dell’Epifania cosa fanno di particolare gli aderenti alla Pontificia Opera Missionaria della Santa Infanzia?

 

R. – Per esempio, la Germania fa una grande campagna per la raccolta di fondi per i bambini del mondo utilizzando la leggenda dei tre re. Si mobilitano circa mezzo milione di bambini in Germania, da tutte le parrocchie, che vanno di casa in casa cantando e cercando aiuto finanziario e morale per i bambini del mondo. Alcuni Paesi europei fanno la stessa cosa, ma è più forte in Germania.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

Apre la prima pagina un articolo sul vertice tra India e Pakistan: "Il dialogo, la via d'uscita da una crisi decennale".

 

Nelle vaticane, all'Angelus Giovanni Paolo II ha ricordato con forza che il Verbo eterno si è fatto bambino per farci diventare figli di Dio: "è questo il mistero e il dono del Natale!".

L'articolo dell'inviato Gabriele Nicolò sui solenni funerali, in Irlanda, dell'arcivescovo Michael Courtney barbaramente ucciso in Burundi.

Le toccanti testimonianze dei familiari del compianto Presule nel segno di un'eredità spirituale che comprende i doni del perdono, della pace, della fratellanza e della riconciliazione.

Una pagina sul tema "La Giornata della Pace nelle Diocesi italiane"

 

Nelle estere, in Afghanistan la Loya Jirga approva la nuova Costituzione.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Paolo Miccoli dedicato al tema: Considerazioni sull'interpretazione cristiana del senso della storia

in margine all'edizione delle "Opere" di Teodorico Moretti Costanzi.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano la vicenda Parmalat.

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

5 gennaio 2004

 

 

RAFFORZARE GLI SFORZI CONTRO LA FAME NEL MONDO:

CON QUESTO OBIETTIVO L’ONU CELEBRA IL 2004 ANNO INTERNAZIONALE DEL RISO

- Intervista con il prof. Carlo Cannella -

 

E’ il cereale più consumato al mondo, fonte di sussistenza per un terzo della popolazione del pianeta. Per questo, le Nazioni Unite hanno proclamato il 2004 Anno internazionale del Riso. E’ un’occasione per la comunità internazionale di centrare l’attenzione su uno degli obiettivi di sviluppo del millennio: eliminare la povertà estrema e la fame. Il direttore generale della Fao, Jacques Diouf,  cui spetta l’organizzazione dell’evento, ha affermato che l’Anno dovrà fungere da catalizzatore dei programmi nazionali sul riso messi in atto in tutto il mondo. Ma quali sono oggi le zone dove maggiormente viene coltivato questo cereale? Alessandro Gisotti lo ha chiesto al prof. Carlo Cannella, docente di Scienza dell’alimentazione all’Università “La Sapienza”:

 

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R. – Il riso è l’alimento primario praticamente in tutti i Paesi asiatici. Abbiamo tre varietà più coltivate: la Indica, la Japonica e la Javanica. Siamo intorno ai 500 milioni di tonnellate di produzione.

 

D. – Quali sono le caratteristiche nutrizionali del riso, tali da renderlo così apprezzato in Paesi così diversi?

 

R. – Il riso è estremamente flessibile e si adatta ad essere un accompagnamento ai vari alimenti a base di carne, nella gastronomia dei Paesi asiatici, oppure ad essere un primo piatto, sfruttando la sua natura di cereale.

 

D. – Il riso ha una lunga storia ed è, in alcuni casi, un elemento culturale di primaria importanza. Può darci qualche esempio?

 

R. – L’esempio che mi viene più spontaneo è che oggi si tira il riso alle coppie che si sposano, perché nella cultura orientale il riso è simbolo di vita e di fertilità. L’utilizzo più importante del riso è anche nello svezzamento. Tutti noi passiamo dal latte materno agli altri cereali passando attraverso il riso, perché è privo della proteina del glutine, che a certe persone può creare difficoltà di assorbimento. Recentemente abbiamo visto che hanno fatto anche l’olio di riso. Si tende a utilizzare tutto del riso. E’ estremamente flessibile e soprattutto lo abbiamo pulito della parte più esterna per poter conservare il chicco bianco e poterlo utilizzare durante tutto l’anno.

 

D. – Chiaramente il riso ha un ruolo fondamentale per la vita dei Paesi dell’Asia…

 

R. – Per i Paesi asiatici oggi la ricerca sta preparando delle varianti, anche geneticamente modificate, del riso che sono estremamente interessanti. Abbiamo visto come nel riso sia stato inserito all’interno il gene che produce i caroteni per prevenire la carenza di vitamina A. Sono elementi importanti, perché la cecità in certe popolazioni del sud-est asiatico era un risultato anche  della monotona alimentazione con un solo cereale.

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ALLA SOLENNITA’ DELL’EPIFANIA, CHE SI CELEBRA DOMANI,

 SI COLLEGANO RICCHE E DIVERSE TRADIZIONI LEGATE AL FOLKLORE LOCALE

- Intervista con Franco Cardini -

 

Alla giornata di domani, solennità dell’Epifania, si legano le diverse tradizioni che nei secoli si sono mescolate al folklore locale. Sono innumerevoli, infatti, le feste popolari che in tutto il mondo accompagnano il 6 gennaio: riti che risalgono perfino ad epoche antecedenti la nascita di Cristo. Ma quali, tra le tradizioni, vale la pena ricordare? Tiziana Campisi lo ha chiesto a Franco Cardini, docente di storia medievale all’Università di Firenze.

 

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(musica)

 

R. - Le tradizioni dell’Epifania sono, soprattutto, legate all’acqua e al regime delle crescite e delle ricrescite del fiume Nilo. Alle origini dei diversi riti, troviamo la grande festa che all’inizio del mese di gennaio si faceva in onore della dea Iside. Quando l’Egitto è diventato uno dei primi Paesi ad accettare ampiamente il cristianesimo, già a partire dal II e III secolo, la festa viene dimenticata.

 

D. – Qual è il significato delle tradizioni del 6 gennaio?

 

R. – Sul piano folkloristico, il giorno dell’Epifania è un giorno augurale, il giorno nel quale si ritualizzano le forze della natura che sembrano morte durante l’inverno e che invece  si risveglieranno a primavera.

 

D. – Oggi, però, queste tradizioni convergono in quella dei Magi …

 

R. – Perché sono collegati al culto delle reliquie che, secondo la tradizione, venivano venerate a Milano ma che da Milano, per volontà dell’imperatore Federico I Barbarossa, furono trasportate a Colonia nel 1164. Dopo il 1164 si registra in tutta l’Europa centrale un grande culto dei magi legato al pellegrinaggio alla città di Colonia dove c’è ancora la cassa, reliquiario d’argento sbalzato, che conterrebbe le reliquie dei magi. La Chiesa non ne riconosce in toto l’autenticità, ma rispetta la prosecuzione della venerazione locale in quanto la venerazione locale dei magi è molto sentita.

 

(musica)

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A MILANO E’ IN CORSO LA MOSTRA DEDICATA A AMBROGIO E AGOSTINO,

DUE GIGANTI DELLA FEDE AI QUALI DEVE MOLTISSIMO IL  VECCHIO CONTINENTE

 

Due giganti della fede alle origini della storia del Vecchio Continente. A Milano la mostra “387 d.C. Ambrogio e Agostino, le sorgenti dell’Europa” rende giusto omaggio a due costruttori delle tanto discusse radici cristiane. L’allestimento, inaugurato a dicembre, sarà visitabile fino al 2 maggio prossimo. Il servizio è di Paolo Ondarza.

 

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(musica)

 

Tre anni di preparazione, 40 studiosi, prestiti da oltre 70 musei, 400 oggetti esposti. Solo alcuni numeri di “387 d.C. Ambrogio ed Agostino, le sorgenti dell’Europa”. Più che una semplice esposizione, un evento, che nella presentazione di avori, gemme, bassorilievi e statue offre al visitatore due percorsi di lettura. Il primo documenta l’Africa di Agostino, la Germania di Ambrogio e la Milano paleocristiana. Il secondo, ripercorre le biografie parallele dei due giganti della fede, fino alle conseguenze europee del loro incontro. Incontro che fece di Milano il fulcro di un asse dal nord Europa all’Africa. Paolo Pasini, curatore della mostra:

 

R. – Il 387 rappresenta l’anno in cui Agostino fu battezzato da Ambrogio. Da quel momento Agostino ritornerà in patria e scriverà le grandi opere che si diffonderanno in tutto l’Occidente e determineranno quella sensibilità europea di cui ancora oggi siamo eredi.

 

D. - Il Papa invita a non dimenticare le radici cristiane dell’Europa. Questa mostra può essere di aiuto?

 

R. – In un periodo di crisi dell’Impero, avviene  questa grande e nuova avventura che inizia con l’incontro di due grandi personaggi. Agostino introducendo delle opere in latino, soprattutto le opere che verranno acquisite dai grandi umanisti del 400 e 500, darà vita alla koinè europea di natura spirituale e intellettuale, che continua fino ai nostri giorni.

 

D. – Professore, tra le tante, un’opera alla quale si sente particolarmente legato?

 

R. – Io mi sento molto legato alla valva in avorio del dittico trivulsio, dove c’è il sepolcro vuoto e Gesù che viene assistito dalle due Marie. Sono di un livello artistico, ma anche di una commozione, assolutamente uniche.

 

Completa il nucleo espositivo principale la rassegna al Refettorio delle Stelline “Opere e lettori di Agostino”, manoscritti in mostra, codici tre- quattrocenteschi delle opere del vescovo di Ippona, contenenti miniature di pregiato valore artistico e culturale.

 

(musica)

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INAUGURATA UNA SERIE DI APPUNTAMENTI MUSICALI  DAL TITOLO

“I CONCERTI DELLO SPIRITO”

- Intervista con Gianluigi Gelmetti -

 

Il Teatro dell’Opera di Roma ha inaugurato con grandissimo successo una nuova serie di sette concerti di musica sacra denominati I Concerti dello Spirito. Si svolgono sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e il Patrocinio del Pontificio Istituto di Musica Sacra. Il servizio di Luca Pellegrini.

 

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Le basiliche romane di San Lorenzo in Lucina e di Santa Maria Maggiore hanno accolto, nelle serate di sabato e domenica, i primi due concerti della serie prevista, seguiti da migliaia di spettatori, con l’esecuzione della Petite Messe Solennelle di Gioachino Rossini, nella duplice versione: la prima per piccolo coro, quattro solisti, due pianoforti e harmonium, la seconda per orchestra. La prima è stata offerta dalla storica casa di produzione Titanus, nell’ambito delle celebrazioni per i suoi cento anni di cinema e di televisione. La proposta è di indubbio fascino e di profondo significato musicale e culturale, offrendo la possibilità di raffrontare un unico capolavoro nella sua duplice veste.

        

E’ importante che il Teatro dell’Opera - ha precisato Francesco Ernani, Sovrintendente della Fondazione - aiuti la spiritualità attraverso la più eterea e astratta delle arti, la musica, capace di indirizzarsi indistintamente a tutti, per offrire un percorso di meditazione e di arricchimento spirituale. La speranza è che i Concerti dello Spirito ci portino in un mondo nuovo ove regnino armonia di culture e tradizioni, fratellanza tra i popoli.

 

Artisticamente, è importante sottolineare la presenza di grandi interpreti per la versione “classica”: Cecilia Gasdia, Barbara Di Castri, Vittorio Grigolo e Giorgio Surian, con il preludio religioso affidato all’organo di Giorgio Carnini ed il Coro del teatro sapientemente guidato da Andrea Giorgi. Pubblico in visibilio, anche per la solenne, profonda e meditata direzione orchestrale di Gianluigi Gelmetti. Quest’ultimo ha coordinato un’inedita e, se vogliamo, provocatoria versione “gospel” della Petite Messe: un’esperienza di assoluta commozione e di radicale intensità emotiva, per scoprire che anche nella musica sacra Rossini si concede l’autentico piacere del gioco metrico, stilistico, teatrale, di inaspettata modernità. Protagoniste le voci “naturali” del piccolo, straordinario coro diretto da Maria Grazia Fontana, tra cui spiccavano quelle di Yenny Bersola, che ha intonato un “Crucifixus” indimenticabile, e di Luca Saverio Velletri. Ed il Maestro Gianluigi Gelmetti, a proposito di questa emozionante proposta, ha precisato:

 

“Con l’esperienza che abbiamo avuto con la Petite Messe Solennelle di Rossini, cantata con delle voci naturali, abbiamo capito che si può arrivare al cuore, all’animo e allo spirito della gente con della musica straordinaria, stupenda, però cantata in modo semplice, in modo attuale. Questo, intanto, deve darci da riflettere ed in questo caso noi abbiamo della musica straordinaria che cantata in un certo modo può diventare un veicolo saggio, sano, per giungere, per toccare, come dicevo prima, il cuore, l’animo e lo spirito dei giovani. Quindi, riflettiamo su questo: per arrivare ai giovani, per arrivare ad un pubblico non necessariamente ‘colto’, erudito, non è necessario svilirsi e fare della musicaccia. Forse c’è un’altra strada. Non so quanto casualmente o quanto meditata sia stata la nostra conclusione risultata ieri sera, però c’è stata. Forse su questo varrebbe la pena di riflettere”.

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UNA ESPLOSIONE DI GIOIA NEL CENTRO DI CONTROLLO NASA DI PASADENA

HA SALUTATO IERI L’ATTERRAGGIO SU MARTE DELLA SONDA ‘SPIRIT’,

CHE HA INIZIATO A INVIARE LE PRIME IMMAGINI DAL PIANETA ROSSO

- Intervista con Franco Malerba -

 

La sonda americana ‘Spirit’, dopo essere atterrata con successo sul suolo di Marte, a conclusione di un viaggio spaziale di sette mesi, ha iniziato ieri a trasmettere le prime immagini del Pianeta Rosso. ‘Spirit’ e la sua sonda gemella ‘Opportunity’, che scenderà su Marte nei prossimi giorni, devono aiutare a stabilire se sul pianeta vi sia l’acqua e se abbia mai ospitato la vita, almeno nelle forme da noi conosciute. Sull’importanza di questa missione Barbara Castelli ha sentito l’astronauta italiano, Franco Malerba:

 

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R. – E’ una delle numerose missioni verso Marte. Questa di ‘Spirit’ si verifica in una particolare circostanza astronomica: il Pianeta Rosso, infatti, si trova particolarmente vicino alla Terra e poi ci sono buone opportunità per esplorare il pianeta, che forse nasconde segnali di antica vita, di antichi processi biologici e di presenza di acqua. L’atterraggio sul suolo è qualcosa di particolarmente emozionante e la cartolina postale che ‘Spirit’ ci ha mandato ci riempie, oltre che di soddisfazione tecnologica, anche di emozione per l’impatto con un mondo diverso da quello della Terra.

 

D. – Quale sarà nello specifico la missione di ‘Spirit’?

 

R. – ‘Spirit’ comincia adesso un programma di ricerche che durerà all’incirca tre mesi. Ci manderà immagini, con i suoi strumenti analizzerà il suolo e complementerà le ricerche che si sono già state fatte, che sono in corso d’opera e che ancora continueranno, dalle osservazioni in orbita fatte da altri satelliti, tra cui il ‘Mars Express’ europeo.

 

D. – Negli ultimi 40 anni il mondo ha cercato ben 34 volte di scoprire i segreti di Marte. Non tutte le missioni, tuttavia, hanno avuto successo, basti pensare al caso recente della sonda europea ‘Beagle 2’. Perché c’è tanto interesse per questo pianeta?

 

R. – C’è molto interesse per questo pianeta essenzialmente per due ragioni. Una, perché è un pianeta “vivo”, nel senso che ha una sua dinamica, una sua atmosfera, essenzialmente costituita da anidride carbonica, un gas che si muove secondo l’energia che riceve dal Sole. La superficie, dunque, è continuamente modificata, trasformata da questa atmosfera. Marte, quindi, è un pianeta che vive e che è possibile abbia ospitato in tempi passati, in tempi remoti, dell’ordine di miliardi di anni fa, anche qualche forma di vita, nel senso biologico della parola. E poi perché Marte non è troppo lontana dalla Terra: soltanto 40 milioni di km nei momenti favorevoli.

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CHIESA E SOCIETA’

5 gennaio 2004

CELEBRATI IERI A CRACOVIA, ALLA PRESENZA DEI CARDINALI RE E RUINI,

 I 25 ANNI DI ORDINAZIONE EPISCOPALE DEL CARDINALE FANCISZEK MACHARSKI,

SUCCESSORE DI KAROL WOJTYLA ALLA GUIDA DELL’ARCIDIOCESI POLACCA

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

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CRACOVIA. = I “suoi” 25 anni, dopo quelli del Papa. Li ha festeggiati ieri a Cracovia l’arcivescovo della città, il cardinale Franciszek Macharski, che di Giovanni Paolo II è il successore alla guida dell’arcidiocesi polacca, sede intimamente legata alla storia personale e pastorale di Karol Wojtyla. La Messa solenne, alle 10 della mattina, nell’antica cattedrale cittadina di Wawel, ha aperto le celebrazioni per il 25.mo di ordinazione episcopale del cardinale Macharski, alla presenza di alte personalità della curia vaticana: i cardinali Giovanni Battista Re e Camillo Ruini e i presuli Stanislaw Rylko e Stanislaw Dziwisz. Il cardinale Re, nell’allocuzione pronunciata prima del pranzo all’arcivescovado, ha definito l’erede del Pontefice a Cracovia un “pastore fedele e coraggioso”, elevato alla dignità episcopale quando ancora “l’Europa era divisa dalla ‘Cortina di ferro’ e Cracovia e la Polonia erano sotto il controllo dell’Unione Sovietica”. Da allora, ha proseguito, “sono cambiate tante cose. In questi 25 anni, tutto il tempo del cardinale Macharski è stato dedicato a Dio, all’arcidiocesi di Cracovia e al Papa”. La Chiesa di Roma e la Chiesa universale - ha concluso il cardinale Re - “hanno ricevuto da Cracovia questo Papa al quale la Provvidenza ha riservato grandi compiti nella storia di questi anni. L’augurio nato dal cuore per il cardinale Macharski è che il Signore continui ad essergli di luce, di sostegno e di conforto nel suo donarsi per il bene di questa arcidiocesi metropolitana e per il bene di tutta la Chiesa”. (A.D.C.)

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SI RIAPRONO LE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO PER 300 MILA STUDENTI

DELLA COSTA D’AVORIO. L’ISTRUZIONE ERA BLOCCATA NEL NORD DEL PAESE

DALLO SCOPPIO DELLA RIBELLIONE ARMATA

CONTRO IL GOVERNO DI LAURENT GBAGBO, AVVENUTA NEL SETTEMBRE 2002

 

ABIDJAN. = L’istruzione dopo il dramma del conflitto. Gli alunni e gli studenti del nord della Costa d’Avorio torneranno a scuola a partire dal prossimo 3 febbraio. In quell’area, il controllo è in mano agli ex-ribelli che nel 2002 presero le armi contro il presidente Laurent Gbagbo. Ma a partire da oggi, ha assicurato il governo per bocca del ministro dell’Istruzione, Michel Amani, inizierà una prima “attività amministrativa scolastica” per preparare gli esami che i circa 300 mila allievi sono in procinto di sostenere dopo il rientro in classe. Il responsabile dell’istru-zione ivoriana ha spiegato che il ritorno tra i banchi di scuola sarà “progressivo”: inizieranno per primi gli studenti dei licei nelle province di Bouaké (il “cuore” della ribellione), Korhogo, Odiénné, Man. Toccherà poi alle sottoprefretture e alle scuole elementari nei villaggi. Il comunicato ministeriale precisa che l’esercito governativo e le “Forze Nuove”, la coalizione dei tre ex-movimenti ribelli, si sono impegnate a “garantire sicurezza a questa operazione di salvataggio del sistema scolastico ivoriano”. A parte qualche iniziativa sporadica per merito di alcuni insegnanti, il settore dell’istruzione nel centro-nord della Costa d’Avorio era totalmente bloccato dal settembre del 2002, ovvero dall’avvio della crisi politico-militare non ancora del tutto conclusa. Il centro-nord del Paese si trova tuttora nelle mani delle ‘Forze Nuove’, che in seguito agli accordi di pace del gennaio dell’anno scorso hanno accettato di entrare nel governo di Abidjan. (A.D.C.)

 

 

“COMBATTERE LE IDEE DEVIANTI CHE CONDUCONO AL TERRORISMO”:

E’ L’APPELLO LANCIATO DAL MINISTRO DEGLI INTERNI DELL’ARABIA SAUDITA

PER UNA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE IN TUTTO IL MONDO ARABO

 

RIAD. = Una campagna all'interno del mondo arabo per combattere le “idee devianti che conducono al terrorismo”. A proporla è stato il ministro degli Interni dell'Arabia Saudita, il principe Naif, presente al meeting che ha radunato i ministri degli Interni del mondo arabo. “Dobbiamo avviare una campagna in stretta collaborazione - ha detto Naif ai suoi colleghi - per assicurare la sicurezza e la stabilità nel mondo arabo”. Il principe Naif, presidente onorario del Consiglio, ha definito “violenza terroristica” la grande minaccia alla sicurezza del mondo arabo. Minaccia, ha soggiunto, che va affrontata “strenuamente e con tutta la nostra forza”. Il summit dovrà stilare un documento  contenente le linee guida per combattere il terrorismo e il crimine organizzato. Nell'agenda del vertice anche la lotta alla droga e al traffico degli esseri umani. (A.D.C.)

 

 

SONO IN ROTTA VERSO IL POLO SUD QUATTRO ISRAELIANI E QUATTRO PALESTINESI:

TENTERANNO DI CONQUISTARE INSIEME UNA VETTA ANTARTICA,

PER LANCIARE AL MEDIO ORIENTE UN MESSAGGIO DI PACE PER I DUE POPOLI

 

SANTIAGO DEL CILE. = Un’impresa alla Amundsen per lanciare al Medio Oriente in crisi perenne il messaggio che la concordia tra i due popoli in lotta nella regione è possibile. E’ questo lo scopo della spedizione, ormai prossima a raggiungere il Polo Sud, intrapresa da quattro cittadini israeliani e altrettanti palestinesi, partiti nei giorni scorsi da Puerto Williams, 2.300 chilometri a sud di Santiago del Cile, a bordo di due piccole imbarcazioni alla volta della banchisa polare. Da lì, gli otto tenteranno di conquistare, dandogli un nome, un’alta e isolata vetta antartica. L’operazione, dal nome volutamente allusivo, è stata chiamata “Breaking the ice”: “Rompere il ghiaccio’”. Del team israeliano fanno parte Hezkel Nathaniel, un uomo d’affari che vive in Germania e finanzia l’avventura, Doron Erel, l’unico esperto di arrampicata della spedizione e discendente di sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti. E poi, Yarden Fanta, una donna nata in Etiopia e immigrata in Israele all’età di 14 anni, e Avihu Shoshani, avvocato ed ex commando delle forze speciali. Il gruppo palestinese è composto da Olfat Haider, un insegnante di educazione fisica, Ziad Darwish, un giornalista residente a Gerusalemme che ha perso un fratello durante un raid aereo israeliano a Beruit nel 1982, Nasser Quass, un allenatore di calcio che nel 1988 è stato condannato a tre anni di prigione in un carcere israeliano in quanto appartenente al movimento al-Fatah, e Suleiman al-Khatib, un attivista politico che a 14 anni è stato condannato a dieci anni di prigione per aver attaccato dei soldati israeliani. (A.D.C.)

 

 

INAUGURATA STAMATTINA DAL SINDACO DI ROMA WALTER VELTRONI

LA NUOVA COMUNITA’-ALLOGGIO DELLA CARITAS PER LE FAMIGLIE DISAGIATE DELLA CAPITALE. IN TRE ANNI DI VITA, OSPITATI E ASSISTITI CIRCA 500 NUCLEI FAMILIARI

 

ROMA. = C’è una nuova casa a Roma per le famiglie della capitale senza un alloggio dove abitare. Si chiama “Casa di Cristian”, è la comunità-alloggio gestita dalla Caritas per i nuclei familiari in difficoltà che da oggi è situata nella nuova sede di Via Soria, 15. Ad inaugurare questa mattina la nuova e più accogliente struttura, che fa parte del programma “Senza casa, senza storia”, lanciato dalla Caritas due anni fa, è stato il sindaco di Roma, Walter Veltroni, durante un confronto sul tema del disagio familiare. Dal 2001, anno di apertura della prima sede, la Casa di Cristian ha dato ospitalità a oltre cento nuclei familiari e ne ha assistiti quattro volte tanto. Dal mese scorso, poi, la nuova struttura della Casa dell’Immacolata è andata ad affiancarsi, in questo compito di solidarietà, al primo centro creato tre anni fa. Entrambi i nuclei di accoglienza, ha commentato il direttore della Caritas romana, mons. Guerino Di Tora, “sono stati un segno importante per la città”. Purtroppo, ha proseguito, “l’emergenza continua e con essa il nostro impegno non solo nell’assistenza ma anche nella sensibilizzazione e nella condivisione alla quale chiamiamo le istituzioni e i cittadini romani”. Per i lavori di ristrutturazione del nuovo edificio di Via Soria ha offerto un suo contributo la Società Autostrade. (A.D.C.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

5 gennaio 2004

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Storico passo dell’Afghanistan verso la democrazia. I 502 membri della Loya Jirga – l’Assemblea che riunisce i rappresentanti di tutte le fazioni politiche e tribali del Paese – ha approvato a grande maggioranza la nuova Costituzione, ma non sono mancati i contrasti, come ci riferisce Andrea Sarubbi:

 

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È stato un cammino sofferto, per più di un motivo. Intanto, perché il ritmo dei lavori è stato scandito dagli attentati dei talebani, che in questi mesi hanno sparato più di un razzo contro la sede dell’Assemblea. Poi perché la caduta del vecchio regime non ha portato con sé la rottura delle fratture interne: l’Afghanistan resta fondamentalmente un Paese diviso, e la disputa sulla lingua ufficiale lo ha dimostrato. I maggioritari pashtun si sono dovuti piegare alle proteste delle minoranze: a livello nazionale si parlerà anche il dari, mentre l’uzbeko ed il tagiko saranno riconosciute a livello locale. Senza le pressioni dell’Onu e degli Stati Uniti, d’altra parte, l’Alleanza del Nord non avrebbe mai accettato un governo così forte: il presidenzialismo varato ieri, concentra infatti molto potere nelle mani del pashtun Karzai, amico di Washington e favorito d’obbligo alle elezioni di quest’anno. Il capo di Stato potrà nominare i ministri ed i membri della Corte suprema, mentre per sciogliere il governo avrà bisogno del consenso del Parlamento bicamerale. La parola Islam compare subito, già nel primo articolo, per definire la repubblica. Ma l’omaggio alla tradizione si stempera con il passare degli articoli, che di fatto garantiscono la libertà di culto e non rimandano mai alla sharìa. Quanto alle donne, è stabilito per la prima volta il principio di parità tra i sessi.

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India e Pakistan, più volte sull’orlo di una guerra per la questione del Kashmir, hanno riavviato decisamente il dialogo di pace. Il premier indiano, Vajpayee, ed il presidente pakistano, Musharraf, si sono incontrati stamani ad Islamabad. Sembra possibile la firma di una dichiarazione congiunta per risolvere l’annosa questione del Kashmir. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:

 

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Sono usciti sorridendo, Vajpayee e Musharraf, dal loro incontro durato quasi un’ora ad Islamabad, dove è in corso il 12.mo vertice regionale dei 7 Paesi del Sud dell’Asia. Più di ogni altra dichiarazione, sono questi sorrisi a rivelare che India e Pakistan forse hanno di nuovo rimesso sui binari il processo di pace interrotto tre anni fa al summit di Agra. In una conferenza stampa il ministro degli Esteri indiano, Yashwant Sinha, ha detto che il processo di normalizzazione delle relazioni tra India e Pakistan continuerà, ma per cautela non ha annunciato nessuna dichiarazione congiunta dei due leader. Secondo il ministro dell’Informazione pachistano, Sheikh Rashid Ahmed, durante l’incontro sarebbero ancora emerse differenze, ma sarebbero state concordate le modalità ed i tempi per proseguire il dialogo probabilmente a livello di ministri degli Esteri dei due Paesi. Dalla soluzione del conflitto tra India e Pakistan e da un compromesso sul Kashmir dipende anche il futuro della Saarc, l’associazione per la cooperazione regionale del Sud dell’Asia, un’organizzazione finora rimasta incompiuta. A Islamabad si è concordato di istituire una zona di libero scambio entro il 2006, ma tutto dipende da quali frutti porterà questo nuovo disgelo.

 

Da New Delhi, per la Radio vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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La Georgia ha un nuovo presidente: è il 36.enne avvocato, Mikhail Saakashvili, che ha stravinto le elezioni sbaragliando gli altri 4 avvocati e confermando i sondaggi della vigilia. Il servizio di Giuseppe d’Amato:

 

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“Abbiamo ricevuto ilmandato per ripulire il Paese - ha detto Saakashvili - e ricostruiremo la Georgia insieme e democraticamente”. Il programma del nuovo leader georgiano è semplice: lotta senza quartiere alla corruzione, confisca delle ricchezze illegalmente accumulate, rilancio dell’economia. Ma non sarà assolutamente facile. Il Paese caucasico è infatti sull’orlo della bancarotta e guarda all’Europa e agli Stati Uniti per sussidi economici. La costruzione dell’oleodotto sud del Mar Caspio potrà certamente aiutare. L’unico dubbio della consultazione era legato al tasso di affluenza ma i georgiani si sono recati in massa alle urne. Fra le tre autonomie, solo la Repubblica dell’Ajaria ha partecipato formalmente al voto, ma l’affluenza alle urne è stata solo del 23 per cento. L’Abkhazia e l’Ossetia del Sud non riconoscono la consultazione.

 

Per la Radio Vaticana, Giuseppe d’Amato.

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Cambio della guardia alla guida della Nato: nel quartiere generale dell’Alleanza, a Bruxelles, si insedierà oggi pomeriggio l’ex ministro degli Esteri olandese Jaap de Hoop Scheffer, che prenderà il posto del britannico George Robertson. Il nuovo segretario generale ha affermato stamani, in conferenza stampa, che il compito “primario” resta l’Afghanistan e ha inoltre aggiunto che un eventuale intervento in Iraq dipenderà dagli sviluppi politici del Paese arabo. Un'altra priorità del suo mandato sarà la cura dei rapporti con l’Unione europea.

 

“Combattere con le armi l’occupazione in Iraq”. E’ questo uno dei preoccupanti messaggi, attribuito ad Osama Bin Laden e trasmesso ieri sera dalla televisione araba, al Jazeera. Il leader di Al Qaeda attacca, inoltre, Saddam Hussein definendolo “un collaborazionista” degli americani.

 

In Medio Oriente il governo israeliano appare diviso sulla questione della costruzione della barriera di sicurezza tra il territorio ebraico e quelli palestinesi. Ce lo conferma Graziano Motta:

 

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La costruzione del muro di separazione fra Israele e Territori autonomi palestinesi continua a dividere la coalizione del governo. Ieri, nel Consiglio dei ministri, il responsabile del dicastero della Giustizia e leader del partito laico Shinui, Yossef Lapid, ha detto che il tracciato di questa barriera di sicurezza rischia di determinare un boicottaggio internazionale di Israele, come quello del Sudafrica all’epoca dell’Apartheid. Lapid, secondo un esponente dell’opposizione, potrebbe trovarsi un giorno dinanzi all’Alta Corte dell’Aja. Ma dal ministro hanno preso subito le distanze, per il partito Likud il collega Dany Naveh, secondo cui il solo fatto che egli abbia sollevato il problema mette Israele in pericolo ed inoltre “egli fa il giuoco dei nostri nemici”. Di più il leader del partito Shaas, il ministro Ilia Ishai, ha accusato Lapid di preoccuparsi più dell’immagine di Israele che della sicurezza dei cittadini israeliani esposti a imprese terroristiche palestinesi.

 

Per Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Spediti pacchi bomba agli uffici dell’Unione Europea a Bruxelles. Dopo la busta, esplosa stamani senza fare danni e indirizzata al presidente del Partito popolare europeo, il tedesco Hans-Gert Poettering, gli inquirenti hanno individuato un altro plico incendiario. Questa volta il destinatario è il vicecapogruppo del Partito popolare spagnolo, José Ignacio Salafranca. Attualmente gli artificieri stanno esaminando la busta sospetta.

 

Il relitto dell’aereo della Flash Air precipitato sabato a Sharm el Sheik è stato localizzato a circa 400 metri di profondità. Lo hanno riferito, stamani, fonti dell’equipe di subacquei francesi all’opera nel Mar Rosso. Per migliorare la sicurezza sugli aerei è in arrivo una direttiva europea che obbligherà gli Stati dell’Ue a scambiarsi informazioni su compagnie con carenze dal punto di vista tecnico.

 

Non si arresta la scia di violenze in Cecenia. Nei giorni scorsi è stato ucciso, in Daghestan, uno dei principali comandanti della guerriglia cecena, Ruslan Gelayev. Lo ha rivelato all’agenzia russa, Itar-Tass, il capo del dipartimento investigativo della procura del Daghestan.

 

Almeno dieci morti e una quarantina di feriti. E’ il drammatico bilancio causato ieri dall’esplosione di un ordigno piazzato nei pressi di un liceo della città di Parang, nel Sud delle Filippine.

 

Caso Parmalat. Stamani, nuovo interrogatorio a sorpresa per l’ex direttore finanziario del colosso alimentare, Fausto Tonna.

 

 

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