RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII  n. 52 - Testo della Trasmissione di sabato 21  febbraio 2004

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Diritto internazionale strumento primario per costruire la pace mondiale: lo ha ribadito stamane Giovanni Paolo II, ricevendo il nuovo ambasciatore della Turchia

 

L’atto procreativo trascende la stessa vita dei genitori e non può essere sostituito da un mero intervento tecnologico: così il Papa nell’udienza ai membri della Pontificia Accademia per la Vita. Intervista con il prof. Domenico Di Virgilio

 

Nel pomeriggio l’incontro in Vaticano del Santo Padre con la Comunità del Seminario Romano Maggiore, in occasione della festa della Madonna della Fiducia: con noi mons. Giovanni Tani

 

Speranze concrete di dialogo costruttivo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa russa: prosegue la visita a Mosca del cardinale Walter Kasper. Ai nostri microfoni il porporato.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Aumentano le famiglie povere in Europa alle prese non solo con problemi economici ma anche di esclusione sociale: ce ne parla Roberto Rambaldi.

 

Il commento al Vangelo di domani di padre Marko Ivan Rupnik.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il governatore della California ordina la fine dei matrimoni tra omosessuali

 

Scoperta in Amazzonia la “molecola della pioggia”

 

E’ nato in Brasile il primo vitello clonato da mucca clonata

 

Louise Arbour, giudice della Corte Suprema canadese, è il nuovo Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani

 

Proibito in Bangladesh il nuovo libro di Taslima Nasrin, per “commenti gravi e opinabili sull’islam”

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iran la vittoria annunciata dei conservatori

 

La Croce rossa visita Saddam Hussein

 

L’Onu nominerà un inviato speciale per Haiti

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

21 febbraio 2004

 

 

 

PROMUOVERE IL DIRITTO INTERNAZIONALE PER COSTRUIRE LA PACE MONDIALE:

 COSI’ GIOVANNI PAOLO II NEL DISCORSO AL NUOVO AMBASCIATORE DELLA TURCHIA PRESSO LA SANTA SEDE, OSMAN DURAK, RICEVUTO PER LE LETTERE CREDENZIALI.

IL PONTEFICE HA AUSPICATO UNA RAPIDA RIUNIFICAZIONE

E PACIFICAZIONE DELL’ISOLA DI CIPRO

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

Il diritto internazionale sia lo strumento primario per costruire la pace mondiale: è quanto ribadito stamani da Giovanni Paolo II nel discorso al nuovo ambasciatore turco presso la Santa Sede, Osman Durak, ricevuto in Vaticano per la presentazione delle lettere credenziali.

 

Il Papa ha parlato anche del rafforzamento del sistema delle Nazioni Unite e della delicata questione di Cipro, auspicando una rapida riunificazione dell’Isola. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

**********

La comunità internazionale ha il “compito speciale di promuovere la dignità umana” e la “libertà dei popoli”, preparando “culture ed istituzioni alla costruzione della pace”. Nel discorso all’ambasciatore della Turchia, il Papa ha sottolineato come il “diritto internazionale” sia chiamato oggi ad “essere sempre più una legge di pace nella giustizia e nella solidarietà”, al fine di rendere “sicuro l’ordine mondiale”. Il Pontefice ha messo l’accento sul ruolo dell’Onu, che - pur necessitando di una riforma - rappresenta tuttora l’organismo più adatto ad “affrontare le gravi sfide che la famiglia umana ha davanti a sé in questo 21.mo secolo”, a partire dal “flagello del terrorismo”. Il diritto internazionale, ha avvertito, deve “sviluppare gli strumenti del multilateralismo capaci di contrastare e prevenire questo crimine odioso”. E qui ha espresso solidarietà alla popolazione turca, colpita da recenti attacchi terroristici.

 

Si è poi soffermato sulla questione di Cipro. Il Papa ha preso atto con soddisfazione “dei progressi compiuti sulla via di una giusta soluzione” ed ha incoraggiato le parti coinvolte a “non risparmiare alcuno sforzo per accelerare la riunificazione e pacificazione dell’isola”. Quindi, riecheggiando l’Enciclica Pacem in Terris di Giovanni XXIII, ha ribadito che la ricerca della pace non può essere separata dalla dignità umana. Per questo, ha proseguito, l’armonia tra i popoli e gli Stati richiede un “esercizio sempre più inclusivo dell’autorità politica” ed “una grande trasparenza e senso di responsabilità ad ogni livello della vita pubblica”.

 

D’altro canto, Giovanni Paolo II non ha mancato di evidenziare l’importanza dello stato di diritto a garanzia dell’eguaglianza di trattamento di tutti cittadini. “La chiara distinzione tra la sfera religiosa e quella civile – ha rilevato – permette ad entrambi di esercitare in modo efficace le proprie responsabilità”, in completa libertà di coscienza. Per questo, ha auspicato il riconoscimento dello “status giuridico della Chiesa” da parte delle autorità turche. I cattolici, ha aggiunto, non cercano “speciali privilegi” ma chiedono solo il rispetto dei “propri diritti fondamentali”. Stato e Chiesa, ha detto ancora, non sono rivali ma partner, giacché con un “sano dialogo possono incoraggiare lo sviluppo integrale dell’uomo e l’armonia sociale”.

**********

 

Sposato, un figlio, l’ambasciatore Osman Durak è nato 57 anni fa a Izmit. Ha intrapreso la carriera diplomatica nel 1976. Tra gli incarichi ricoperti: console ad Amburgo e ad Aleppo, consigliere di ambasciata a Roma ed ambasciatore in Arabia Saudita.

 

 

NELL’UDIENZA AI MEMBRI DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA,

IL PAPA INCORAGGIA LA RICERCA PER IL SUPERAMENTO NATURALE

DELLA STERILITÀ

- Servizio di Amedeo Lomonaco -

 

**********

L’alta responsabilità nella bioetica e l’impegno nel contrastare condotte aberranti e leggi ingiuste per la dignità della persona. E’ questo il duplice ruolo indicato dal Papa nel messaggio di ieri e ribadito stamani nel discorso rivolto all’Assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita, in occasione del suo decennale di fondazione. 

 

Sul fondamentale tema della vita, Giovanni Paolo II sottolinea “i valori essenziali non solo per il fedele cristiano ma anche per l’essere umano come tale”.

 

 Sempre di più emerge l’imprescindibile legame della procreazione di una nuova creatura con l'unione sponsale”.

 

“Questo disegno del Creatore – spiega il Santo Padre - è inscritto nella natura stessa fisica e spirituale dell’uomo e della donna e, come tale, ha valore universale”. “L’atto in cui lo sposo e la sposa diventano padre e madre attraverso il reciproco dono totale – dice il Papa - li rende cooperatori del Creatore nel mettere al mondo un nuovo essere umano”.

 

“Un gesto così ricco che trascende la stessa vita dei genitori, non può essere sostituito da un mero intervento tecnologico”.

 

“Compito dello scienziato – ricorda Giovanni Paolo II - è piuttosto quello di investigare sulle cause della infertilità maschile e femminile”.

 

“Proprio per questo desidero incoraggiare le ricerche scientifiche volte al superamento naturale della sterilità nei coniugi”.

 

Il Papa esprime infine l’auspicio che la comunità scientifica possa ottenere confortanti progressi sulla strada della vera prevenzione e dell’autentica terapia.

**********

 

Sulle tematiche dibattute ai lavori assembleari Giovanni Peduto ha intervistato il prof. Domenico Di Virgilio, presidente nazionale dei medici cattolici italiani, nonché membro della Pontificia Accademia per la Vita:

 

**********

D. – Al centro del dibattito è la dignità della procreazione umana e le tecnologie riproduttive. Ma che tipo di concezione si sta imponendo oggi nella nostra società riguardo alla procreazione?

 

R. – Oggi, purtroppo, aumenta sempre di più la sterilità e l’infertilità ed assistiamo, nell’epoca tecnologica più avanzata, ad un grandissimo divario, tra il desiderio di avere un figlio, assolutamente, e l’aborto – che è legalizzato ed anche clandestino – che permette l’eliminazione delle vite. Questo è un contrasto veramente incredibile che dovrebbe far pensare. Questo desiderio, che non è un diritto ma un desiderio legittimo ma non è un diritto assoluto quello di avere un figlio, porta quando non si può per vie naturali alla ricerca di qualsiasi tecnologia che permetta di raggiungere questo obiettivo.

 

D. – Chi vuole avere un figlio a tutti i costi, afferma sinceramente di farlo per amore e non vede quindi che male possa esserci…

 

R. – Io voglio pensare che tutti lo facciano ovviamente per amore, perché – ripeto – avere un figlio è un completamento della famiglia, come l’ha pensata Nostro Signore. Però un figlio a tutti i costi – questo è il nocciolo – non può essere accettato e non solo da un punto di vista confessionale o cattolico ma non può essere accettato da un punto di vista anche di etica naturale. A tutti i costi significa che io sono disponibile, pur di soddisfare questo mio desiderio, a qualsiasi tecnica e non soltanto ad un sacrificio - perché bisogna riconoscere che è un sacrificio della donna - ma affinché questo obiettivo si raggiunga non mi interessa più con quale sistema. Si tratta quindi di una vita che ormai nasce in laboratorio e non nasce più per vie naturali. Anche in laboratorio, però, ci sono delle norme da osservare e dei percorsi che non siano contro natura.

 

D. – A suo avviso, perché è così difficile far prendere coscienza della dignità dell’embrione umano?

 

R. – Questa rappresenta un’altra riflessione profonda, di vario ordine: antropologico, filosofico. Io credo che ci sia un po’ di ignoranza, intesa come ignorare o meglio non conoscere profondamente il problema. Quello che vediamo e tocchiamo è per noi più facilmente razionale e quindi ce ne rendiamo conto. Oggi non è la Chiesa, non è il Magistero che ci dice che la vita inizia nel momento della fecondazione. Questa è ormai un’acquisizione scientifica, che i laicisti, gli increduli, gli agnostici non possono negare, perché signifa non saper guardare all’interno di un microscopio. Qualsiasi persona che mette un occhio obiettivo nel microscopio vede che quella cellula, una volta fecondata, è soggetta a delle trasformazioni incredibili e meravigliose. Si deve quindi pensare che qualcosa lì è successo. Noi diciamo che inizia la vita e fin dal primo momento, il momento in cui si ha la fecondazione dell’ovulo e quindi si forma lo zigote, da una o due cellule o quattro e così via, qualcosa deve essere successo. Siamo di fronte a qualcosa di meraviglioso che tutti dobbiamo chiamare vita; dobbiamo far conoscere e chiarire che scientificamente dal momento che quella cellula è stata feconda inizia un qualcosa.

 

D. – Prof. Di Vigirlio, con amarezza dobbiamo constatare che si va sempre più allargando il divario tra ricerca scientifica ed etica?

 

R. – Questo è verissimo ma dipende da un fatto che possiamo osservare. Nelle nostre Università, mentre si assiste ad un miglioramento notevole di quelle che sono le cognizioni che si danno ai giovani studenti in Medicina riguardo al progresso scientifico e tecnologico, non altrettanto avviene per la messa a disposizione di questi studenti delle cognizioni di tipo etico. E ripeto parliamo di etica naturale, non parliamo di etica confessionale. Per fortuna, almeno in Italia, cominciamo a vedere che sorgono delle cattedre di etica e nel caso specifico di bioetica e di etica applicata alla vita. Questo gap va colmato e dipende anche da chi dà questo insegnamento, dalla sua formazione. Bisogna allora sviluppare all’interno delle scuole di Medicina ma anche nelle scuole per infermieri professionali – che sono dei professionisti laureati – un insegnamento che è quello dell’etico e che ci dice quale sia il buon comportamento e quali i limiti che la scienza e la tecnologia debbono osservare. Il progresso deve esserci ma deve essere tutto orientato al servizio dell’uomo. Bisogna che il progresso scientifico sia sempre a misura d’uomo, a servizio dell’uomo da qualsiasi parte esso venga.

**********

 

 

LA COMUNITÀ DEL SEMINARIO ROMANO MAGGIORE IN UDIENZA, STAMANI, DAL PAPA. PRESENTI ANCHE RAPPRESENTANTI

DEGLI ALTRI QUATTRO SEMINARI DELLA DIOCESI DI ROMA

- Intervista con il rettore, mons. Giovanni Tani -

 

Il Papa incontrerà oggi pomeriggio la Comunità del seminario romano maggiore in occasione della Festa della Madonna della Fiducia. Saranno presenti anche rappresentanti degli altri quattro seminari della diocesi: il Capranica, il Redemptoris Mater, quello degli Oblati del Divino Amore e il Minore. In passato Giovanni Paolo II si recava a far visita al Seminario Maggiore a San Giovanni in Laterano; quest’anno, per la seconda volta, è invece la Comunità del Seminario - composta da 125 studenti di cui quasi un centinaio italiani - che rende visita al Papa. Sulla risposta dei giovani alla vocazione sacerdotale Giovanni Peduto ha intervistato il rettore, mons. Giovanni Tani:

 

**********

R. – Come primo momento spirituale, c’è un grande senso di pienezza per il significato di vita che sperimentano in Gesù. Poi, un desiderio di apostolato. Questi due piani a volte sono connessi in maniera molto buona, altre volte no: cioè altre volte si passa in maniera troppo veloce dall’esperienza spirituale al capire di essere chiamati al sacerdozio, il che non è detto; quindi bisogna fare un grosso lavoro, un serio lavoro di discernimento per capire veramente se l’esperienza battesimale dell’incontro con Cristo si deve anche sviluppare nell’apostolato.

 

D. – Quali sono, oggi, le difficoltà che incontrano i seminaristi?

 

R. – Devo dire che la comunità procede abbastanza serena e impegnata. Se devo dire una difficoltà oggettiva, quella che vedo io, o meglio, un obiettivo non sempre facile da raggiungere, è quello di sapere aiutare questi giovani a costruirsi come persone forti, capaci di camminare con le loro gambe, capaci di affrontare in modo robusto le problematiche molto serie che ci circondano; personalità capaci di dare senza cercare una risposta gratificante immediata: questo è un po’ un problema, il clima diffuso che viviamo. La capacità di costruirsi pensieri forti, che reggano l’intelligenza, che reggano il modo di affrontare la propria vita, quella degli altri, quella del mondo, ecco. Questa forza interiore, spirituale, intellettuale, questo credo che sia il grosso lavoro da compiere.

 

D. – Cosa direbbe lei, mons. Tani, ad un giovane che pensa di avere la vocazione?

 

R. – Direi, prima cosa di parlare con un sacerdote, di confrontarsi subito con un sacerdote, di aprirsi con lui, di rimanere collegato con un’esperienza di Chiesa – la parrocchia o qualche comunità – nella quale si possa portare avanti, in comunione con gli altri, l’impegno di preghiera, l’impegno anche di carità, e poi di pregare. Se tutto questo porta frutti buoni, in un secondo tempo sarà il sacerdote stesso a indirizzare al Seminario questo giovane.

**********

 

NOMINA IN ARGENTINA

 

Il Santo Padre ha nominato quest’oggi vescovo di San Nicolás de los Arro-yos in Argentina, mons. Héctor Sabatino Cardelli, finora vescovo di Concordia.

 

 

SPERANZE CONCRETE DI DIALOGO COSTRUTTIVO TRA LA CHIESA CATTOLICA

E LA CHIESA ORTODOSSA RUSSA:

PROSEGUE LA VISITA A MOSCA DEL CARDINALE WALTER KASPER

 

 

La Santa Sede desidera “mantenere  e rafforzare ulteriormente  relazioni positive con le Chiese ortodosse”: lo ribadito stamane in un comunicato pubblico il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei Cristiani, da martedì scorso in visita a Mosca, su invito dei presuli cattolici della Federazione russa. Nuove speranze di dialogo costruttivo sono dunque emerse nell’incontro, giovedì, del porporato con il metropolita di Smolensk e Kaliningrad, Kirill, in particolare sulla questione della possibile istituzione di un patriarcato greco-cattolico in Ucraina, che è stata contestata da tutte le Chiese ortodosse. E grande attesa si annuncia per il colloquio in programma lunedì prossimo con il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Alessio II. Ma ascoltiamo dallo stesso cardinale Kasper le sue impressioni su questa visita fruttuosa nel cammino ecumenico. L’intervista è di Gabriele Verbeek.

 

**********

R. – Importante è l’incontro come tale, non soltanto i risultati concreti. Gli incontri sono stati molto amichevoli, franchi ed aperti. Sono molto contento. I risultati di questi incontri sono la costituzione di una commissione mista che deve verificare le accuse o lamentele, trovare soluzioni per il futuro, forse un certo codice di comportamento ... Abbiamo anche parlato della situazione in Ucraina. Ho potuto rassicurare che noi prendiamo in seria considerazione gli argomenti che ci sono stati inviati la settimana scorsa, che noi non vogliamo interrompere i nostri rapporti con le Chiese ortodosse, ma anzi, vogliamo rafforzarli e vogliamo andare avanti su questa strada. Ho l’impressione che abbiamo voltato pagina: ora possiamo entrare nel futuro, e sarà un futuro migliore. E questa è stata anche l’impressione da parte ortodossa: anche loro sembrano essere molto contenti dei nostri incontri.

 

D. – Molto atteso è il suo incontro con il Patriarca Alessio II. Con quali sentimenti lei affronta questo appuntamento?

 

R. – Sono molto ottimista. Dopo gli incontri avuti con il metropolita Kirill e ieri all’Accademia di Mosca, io desidero rassicurare il Patriarca che noi vogliamo avere buoni rapporti con la Chiesa ortodossa russa, che abbiamo alta stima per questa Chiesa, per la sua tradizione culturale e spirituale e che vogliamo fare di tutto per collaborare, soprattutto in Europa, per rafforzare le radici cristiane in Europa.

**********

 

=======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il titolo “Sempre più emerge l'imprescindibile legame della procreazione di una nuova creatura con l'unione sponsale, secondo il disegno del Creatore”, in riferimento al discorso di Giovanni Paolo II alla Pontificia Accademia per la Vita, in occasione del decimo anniversario di fondazione.

 

Nelle vaticane, nel discorso al nuovo Ambasciatore della Turchia, il Papa ha sottolineato quanto segue: “Mentre la Turchia si prepara ad instaurare rapporti nuovi con l’Europa, mi unisco alla popolazione cattolica nell’ansiosa attesa del riconoscimento dello ‘status’ giuridico della Chiesa nel vostro Paese”.

 

Nelle estere, in evidenza l’Iraq: Bremer afferma che le elezioni potranno tenersi tra non meno di un anno; la Germania ribadisce che non invierà soldati; allo studio dell’Amministrazione Usa l’ipotesi di un “super-Governo provvisorio” da istituire entro il 30 giugno.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Agnese Pellegrini sull'opera “Le Dionisiache” di Nonno da Panopoli.

Una riflessione di Angelo Marchesi dal titolo “Televisione in Italia: c’è da sperare in una ripresa ‘di saggezza e di onestà’?”.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano la vicenda Cirio: indagati a Roma alti dirigenti di banca.

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

21 febbraio 2004

 

 

AUMENTANO LE FAMIGLIE POVERE IN EUROPA ALLE PRESE

NON SOLO CON PROBLEMI ECONOMICI MA ANCHE DI ESCLUSIONE SOCIALE

 

Per la terza volta quest’anno la Caritas Europa ha posto sul tavolo delle Istituzioni e dei governi europei la sua analisi sulla situazione delle fasce più deboli in 42 Paesi dell’Unione. E’ accaduto a Bruxelles nei giorni scorsi nella sede dell’Europarlamento. Si tratta di un rapporto a 360 gradi sull’impegno delle Caritas nazionali per contrastare il fenomeno della povertà, multiforme e in crescita a danno soprattutto dei nuclei familiari. I particolari sulla situazione europea li spiega Roberto Rambaldi di Caritas Europa al microfono di Gabriella Ceraso. 

 

**********

R. – Emerge una situazione ovviamente estremamente eterogenea, ma va detto subito che una delle note importanti, ribadita da questo Rapporto, è che anche nei Paesi cosiddetti più ricchi ci sono delle fasce di bisogno, che vanno dai bisogni più tradizionali – quelli economici – a quelli più nuovi – l’esclusione sociale – in una spirale che vede con molta fatica delle vie d’uscita. Diversa, più grave, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, la situazione nei Paesi dell’Est con alcuni bisogni che toccano anche i minori, il complesso contesto del mondo del lavoro, per arrivare a situazioni come quelle dei senza fissa dimora, il tema della malattia mentale, piuttosto che il tema dell’assistenza sanitaria primaria. Insomma, uno spaccato dove una volta di più emerge l’importanza che il mondo europeo ponga davvero come priorità nella costruzione di questa cosiddetta casa comune, il tema delle persone in difficoltà.

 

D. – Quest’anno la Caritas ha posto la sua attenzione sul contesto specifico della famiglia. Quali le situazioni più a rischio e quali i suggerimenti?

 

R. – Ci sono alcune situazioni tipiche di famiglie che vivono gravi difficoltà, a cominciare da quelle con un solo genitore, soprattutto le madri singole, ma anche le famiglie con molti bambini, con uno o più membri in situazioni di malattia, di disabilità, di tossicodipendenza o di alcolismo; il tema del ricongiungimento familiare per i profughi o per i rifugiati. Ed infine l’incrocio che c’è rispetto alla famiglia nel contesto del mondo del lavoro. L’invito è a prendere in considerazione, quando si elaborano delle normative, quanto e quale impatto possano avere nel breve, ma anche nel medio termine, sulle fasce più deboli delle popolazioni. L’esperienza insegna come dei piccoli correttivi possano prevenire delle situazioni di disagio per recuperare le quali ci si affanna in studi, ricerche superiori per quanto sarebbe stato necessario con alcune piccole attenzioni, in fase di elaborazione di una normativa.

**********                     

 

=======ooo=======

 

 

 

IL VANGELO DI DOMANI

 

 

 

Domani, VII Domenica del Tempo Ordinario, la liturgia presenta attraverso san Luca una delle pagine più esigenti del Vangelo, là dove Gesù dice:

 

Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano”.

 

Su queste parole ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

**********

San Simeone, il Nuovo Teologo (mistico bizantino dell’XI secolo), scrive che lo Spirito Santo esiste di sicuro perché lui si è trovato ad essere molto buono con la persona che gli ha fatto molto male.

 

Solo l’amore di Dio Padre è capace di amare i nemici ed è lo Spirito Santo che ci dona questo amore. Il Vangelo non è un’idea da vivere, ma una Persona che, accolta, ci trasforma a Sua immagine. Senza essere redenti noi non possiamo vivere da redenti. Il nostro sforzo d’ascesi porta frutti se cresce dall’amore con cui siamo stati amati dal nostro Salvatore.

**********

 

=======ooo=======

 

 

 

CHIESA E SOCIETA’

21 febbraio 2004

 

IL GOVERNATORE DELLA CALIFORNIA

ORDINA LA FINE DEI MATRIMONI TRA OMOSESSUALI. “L’ATTUALE SITUAZIONE

HA SPIERGATO L’EX ATTORE SCHWARZANEGGER - PONE UN RISCHIO IMMINENTE

PER L’ORDINE CIVILE”. CELEBRATE IN UNA SETTIMANA CIRCA 3000 UNIONI GAY

 

SAN FRANCISCO. = Infuria in California la polemica sulle unioni tra coppie omosessuali. Il governatore, Arnold Schwarzenegger, ha ordinato ieri al ministro della Giustizia dello Stato, Bill Lockyer, di avviare tutte le azioni legali per impedire alla municipalità di San Francisco di celebrare matrimoni tra coppie dello stesso sesso. Tale iniziativa, ha spiegato l’ex attore, costituisce “un rischio per l’ordine civile”. Di segno opposto, invece, la decisione presa sempre ieri da un giudice californiano, Ronald Evans Quidachay. Quest’ultimo ha rifiutato la richiesta di un’organizzazione per la tutela della famiglia (Campaign for California Families) di imporre un blocco immediato a queste unioni. Secondo la Campaign for California Families, le unioni gay rappresentano un danno immediato per tutti i californiani, che nel 2000 hanno votato una legge che definisce il matrimonio come unione tra un uomo e una donna. La città di San Francisco ha celebrato in una settimana circa 3 mila unioni tra coppie omosessuali, contravvenendo alla legge dello Stato che proibisce matrimoni tra persone dello stesso sesso. (B.C.)

 

 

SCOPERTA IN AMAZZONIA LA “MOLECOLA DELLA PIOGGIA”.

UN COMPOSTO PRODOTTO DALLA VEGETAZIONE LOCALE CAUSA

ABBONDANTI PRECIPITAZIONI NELLA REGIONE

 

SAN PAOLO. = Un composto prodotto dalla vegetazione amazzonica è alla base delle grandi piogge che cadono sull’enorme regione sudamericana. Lo hanno annunciato ieri alcuni scienziati brasiliani. Le regole naturali dell’evaporazione conosciute fino ad oggi, infatti, non giustificavano più del 10 per cento del tasso pluviometrico nella regione. Gli scienziati, invece, hanno dimostrato che è la stessa particolare vegetazione del bacino amazzonico a produrre con l’atmosfera equatoriale un composto che mescola due varianti della sostanza 2-metiltetrolo (C5 H7 O4), in grado da sola di produrre le particelle necessarie per la formazione delle nuvole e della pioggia. I dati della ricerca sono stati raccolti in Brasile, nei pressi del lago artificiale di Balbina. La scoperta avrà sicuramente forti ripercussioni a livello ecologico. La distruzione della foresta amazzonica, infatti, potrebbe portare a diminuzioni delle precipitazioni molto più accentuate di quello che si temeva sino ad oggi. (B.C.)

 

 

 

NUOVO ANNUNCIO IN CAMPO GENETICO SU UN TEMA FORTEMENTE CONTROVERSO

COME LA CLONAZIONE ANIMALE, CHE SOLLEVA GRANDI INTERROGATIVI ETICI.

IL GOVERNO DEL BRASILE HA VANTATO LA NASCITA

DEL PRIMO VITELLO CLONATO DI UNA MUCCA CLONATA

 

SAN PAOLO. = Dal Brasile nuovo annuncio shock nel campo della clonazione animale, un tema controverso che solleva grandi interrogativi etici. Scienziati brasiliani, infatti, hanno ottenuto il primo vitello nato da una mucca a sua volta clonata. Ad annunciare la riuscita dell’esperimento, il ministro dell’Agricoltura brasiliano, Roberto Rodrigues, che ha illustrato la volontà del governo di incentivare questi esperimenti per migliorare il patrimonio genetico dei propri allevamenti di bestiame o per salvare la fauna selvatica. Vitoriosa, il vitello femmina clonato da Vitoria, è nata in realtà lo scorso 5 febbraio, ma l’evento è stato annunciata solo giovedì, quando era ormai chiaro che sarebbe sopravissuta, al contrario di altre, morte subito dopo il parto. Vitoriosa è stata ottenuta clonando cellule dell’orecchio di Vitoria già adulta, una tecnica molto più complessa di quella necessaria per clonare un animale da un embrione. Gli scienziati dell’Embrapa, il laboratorio statale di ricerca agricola brasiliano, hanno prodotto in tutto 35 embrioni dalle cellule dell’orecchio di Vitoria, impiantandoli in 17 mucche. (B.C.)

 

 

KOFI ANNAN, SEGRETARIO GENERALE DELLE NAZIONI UNITE,

HA NOMINATO NUOVO ALTO COMMISSARIO DIRITTI UMANI ONU

 LA GIURISTA CANADESE LOUISE ARBOUR

 

NEW YORK. = Louise Arbour, giudice della Corte Suprema canadese, è il nuovo Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. A rendere nota la scelta, compiuta dal segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, sono state ieri fonti del Palazzo di Vetro. Arbour prenderà il posto di Sergio Vieira de Mello, il diplomatico brasiliano inviato in Iraq a guidare la missione Onu e morto il 19 agosto in un gravissimo attentato a Baghdad. La futura responsabile dell’agenzia delle Nazioni Unite ha già una vasta esperienza in istituzioni internazionali: è stata procuratore capo del Tribunale penale per i crimini commessi nell’ex Jugoslavia e di quello per il genocidio del Rwanda. (B.C.)

 

 

RESTAURATO COMPLETAMENTE IL MONASTERO DI SAN MOSE’ L’ABISSINO, IN SIRIA.

LA STRUTTURA DEL XI SECOLO RAPPRESENTA UN ARMONIOSO PUNTO DI INCONTRO

TRA LA CULTURA CRISTIANA E QUELLA ISLAMICA

 

DEIR MAR MUSA EL-HABASCI. = Nel deserto siriano ha ripreso a vivere il monastero di San Mosè  l’Abissino (Deir Mar Musa el-Habasci) e intorno ad esso si è ricostituita una comunità cristiana. Il monastero risale all’XI secolo ed aveva tra le sue finalità quella di dare ospitalità alle popolazioni nomadi che attraversavano il deserto. Oggi il monastero, restaurato completamente, è un punto di incontro tra la cultura cristiana e la cultura islamica, come ha spiegato padre Paolo Dall’Oglio, in un recente incontro a Roma presso l’Università Gregoriana. Il religioso ha precisato che il monastero vuole realizzare una sorta di “formula teologica, quella di chiesa islamo-cristiana, solidale e radicata con i destini delle popolazioni musulmane”. “La nostra intenzione - ha precisato padre Dall’Oglio - non è connessa con un progetto di proselitismo”, ma alle finalità stesse per cui nacque il monastero di San Mosè l’Abissino. (A.M.)

 

 

PROIBITO IN BANGLADESH IL NUOVO LIBRO DI TASLIMA NASRIN,

PER “COMMENTI GRAVI E OPINABILI SULL’ISLAM”.

LA SCRITTRICE E’ DA TEMPO PERSEGUITATA DALLE AUTORITA’ DI DHAKA

 

DHAKA. = Nuovamente messo al bando in Bangladesh un libro della scrittrice Taslima Nasrin, da tempo residente all’estero perché perseguitata dalle autorità del Paese islamico. Il governo di Dhaka ha, infatti, annunciato nei giorni scorsi di aver proibito la stampa, la ristampa e la vendita di ‘Shai Sob’ (Quei giorni oscuri), pubblicato il mese scorso nello Stato indiano del Bengala occidentale. Il testo, hanno spiegato le autorità, contiene “commenti gravi e opinabili sull’Islam e sul profeta Mohammad” e può, quindi, suscitare “sentimenti di odio a livello sociale”. Nata nel 1962 a Mymensingh, l’autrice suscitò le ire delle autorità bangladesi nel 1993, anno di uscita della sua opera ‘Lajjaa’ (La vergogna), dedicata alle persecuzioni dei musulmani contro gli indù. Il testo fu dichiarato fuorilegge, le fu confiscato il passaporto e nel maggio 1994 fu emanata contro di lei una ‘fatwa’ (provvedimento religioso a carattere giuridico). Nel 1999 il governo di Dhaka mise al bando ‘Amar Meyebela’ (I giorni della mia infanzia); mentre nel 2002 toccò a ‘Utal Hawa’ (Vento forte), sequestrato perché esprimeva “sentimenti non islamici”. Al momento l’autrice sta compiendo studi sull’emancipazione delle donne nei Paesi islamici presso la Harward University. (B.C.)

 

 

 

=======ooo=======

 

 

 

24 ORE NEL MONDO

21 febbraio 2004

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

Il controllo del Parlamento iraniano – il settimo, nella storia della Repubblica islamica – passa nelle mani dei conservatori. Lo conferma lo scrutinio parziale delle elezioni legislative di ieri, boicottate dai riformisti e stravinte dallo schieramento vicino agli ayatollah. Il servizio di Andrea Sarubbi:

 

**********

La vittoria netta dei conservatori – trovatisi senza avversari per la bocciatura di 2.500 candidature ed il ritiro di altre 800 – non era mai stata in discussione.  Né può stupire il crollo dei riformisti, scesi ad un’ottantina di seggi sui 289 in palio. “Ne avremmo avuti 200, se le elezioni fossero state libere”, ha commentato a caldo Mostafa Tajzadeh, tra i leader del Fronte di partecipazione dell’Iran islamico. Il suo schieramento paga invece il prezzo del boicottaggio, che ha fatto crollare il numero di votanti: nel 2000 erano più di due terzi degli aventi diritto, ieri sono stati meno della metà. Con una punta negativa a Teheran, sede delle università principali e laboratorio della protesta, dove sono rimasti a casa 7 elettori su 10. La radio di Stato, controllata dai conservatori, minimizza l’astensionismo e parla di un’affluenza al 60 per cento; il governo – guidato da un Khatami in equilibrio, pallida copia dell’uomo che quattro anni fa aveva infiammato le speranze riformiste – fa lo stesso e riferisce di essere stato costretto “dall’affluenza massiccia” a rinviare per due volte la chiusura delle urne. Le polemiche non mancano – il ministero dell’Interno è accusato, tra l’altro, di avere stampato due milioni di certificati elettorali falsi e di aver cancellato dalle liste tre milioni di persone – ma non intaccano la soddisfazione del Consiglio dei guardiani, che proprio stamattina – dopo aver ringraziato il popolo, “coraggioso e rivoluzionario” – ha annunciato il programma della nuova legislatura: “proteggere l’Islam, far crescere la moralità e la spiritualità nella vita sociale, lottare contro ogni forma di corruzione e di peccato”.

**********

 

Difficile, dunque, sapere quale siano state le reali scelte della popolazione in queste sofferte elezioni. Una percezione della complessità della situazione la offre la testimonianza, raccolta ieri al momento del voto da Luca Collodi, del giornalista Luigi Geninazzi, inviato del quotidiano Avvenire:

 

**********

Nelle zone più povere a sud di Teheran, nella grande periferia di questa megalopoli, c’è stata – l’ho vista con i miei occhi – una grande affluenza, mentre invece nella zona a nord di Teheran, quella sulla collina, che sta sulle montagne innevate dove sta la classe più abbiente, mi è sembrato di cogliere molta più disaffezione, i seggi erano praticamente deserti o con pochissimi votanti. Non so se questo può essere un’indicazione ma è chiaro che esprime bene la spaccatura che esiste oggi in Iran fra quella società che vuole liberarsi da certi impacci e da certe briglie che sono state imposte con questo regime e, invece, la grande massa, ancora tradizionalista, che va a votare seguendo gli appelli della guida suprema.

**********

 

Violenze e tensioni continuano a segnare il cammino dell’Iraq verso la stabilità. Ma il capo dell’amministrazione provvisoria, lo statunitense Bremer, ha fatto già sapere che il voto slitterà più del previsto. Il servizio di Alessandro Guarasci:

 

*********

Bisognerà attendere almeno un anno, forse anche 15 mesi, prima di vedere gli iracheni alle urne. “Problemi tecnici”, fa sapere Bremer: cioè mancanza di una legge elettorale, di una regolamentazione dei partiti, di liste dei cittadini con diritto di voto, di un vero censimento negli ultimi 20 anni, di una mappa dei distretti. Gli Stati Uniti intanto pensano di allargare il Consiglio provvisorio da 25 a 50 ministri, per cercare di coinvolgervi il maggior numero possibile di gruppi. Ma l’ayatollah Al Sistani, leader della crescente protesta, non sembra disponibile ad aspettare: “Gli americani – ha ribadito – si limitino all’ordinaria amministrazione. Sul futuro del Paese decidiamo noi”. Sul terreno intanto è sempre lo stesso scenario. Due auto, del tipo usate dai collaboratori civili degli americani, sono state attaccate stamani con armi automatiche a Haswa, 30 km a sudovest di Baghdad. Una persona è rimasta uccisa, pare un interprete delle forze americane, e un soldato statunitense è rimasto ferito.

*********

 

Un palestinese è stato ucciso nella notte dall'esercito israeliano presso uno dei varchi di sicurezza tra la striscia di Gaza e Israele. Un portavoce militare israeliano ha confermato la notizia, anticipata dalla Tv commerciale, dell’inizio, nelle prossime ore, della rimozione di un tratto di otto chilometri della barriera di separazione con la Cisgiordania, divenuto superfluo. La decisione giunge alla vigilia della riunione, la settimana prossima, della Corte internazionale di Giustizia dell'Aja dedicata proprio al controverso progetto. La necessità che la regione Mediorientale “diventi una priorità politica per l’Europa” è stata ribadita, ieri pomeriggio, dal ministro tedesco degli esteri, Fisher, intervenuto ad una conferenza sull’Europa organizzata alla Camera dei deputati italiana. Nel conflitto israelo-palestinese, l’Europa può avere un “ruolo importante”, ha detto Fisher ricordando che c’è già una ‘Strategia comune per il XXI secolo’, preparata dall’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Solana, che, però, deve essere tradotta in azione politica. 

   

Oltre 2500 tra agenti di polizia e militari della guardia della repubblica sono stati schierati a Tirana in vista della grande manifestazione di protesta convocata dall’opposizione di centrodestra guidata  dall’ex presidente Sali Berisha. Il ministero dell'interno ha predisposto un imponente servizio d'ordine per evitare il ripetersi degli incidenti del 7 febbraio scorso quando un gruppo di manifestanti tentò di assaltare il palazzo di governo e la polizia messa a sua difesa sparò in aria per respingere la folla. Da parte sua, il leader dell’opposizione ha ribadito che la protesta si svolgerà in modo pacifico.

 

Il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, nominerà un inviato speciale per Haiti alla luce della situazione “preoccupante e molto pericolosa” nell'isola. Lo ha riferito il responsabile degli affari politici dell’Onu, Prendergast, nel corso di una sessione speciale dell’Assemblea generale. La situazione di contrasto tra l’opposizione e il presidente Jean-Bertrand Aristide sta degenerando in scontri sempre più violenti e sta provocando una crisi umanitaria. Gli ultimi aggiornamenti nel servizio da Port-au-Prince di Barbara Schiavulli:

 

**********

Notte di paura a Port-au-Prince, capitale di Haiti, dopo la violenza che ha colpito la manifestazione pacifica di studenti caduti in un’imboscata delle Chimere, la banda armata che sostiene Aristide e che è arrivata brandendo i machete contro i giovani e le migliaia di persone che si erano unite alla protesta contro il presidente. Decine di feriti tra cui un fotografo inglese colpito alla testa e immediatamente soccorso dalla Croce Rossa. Durante la notte, è calato un coprifuoco ufficioso per gli stranieri: le strade si sono svuotate, i negozi sono rimasti chiusi per paura che potesse accadere qualcosa, nonostante in lontananza arrivasse la musica per i festeggiamenti del Carnevale. Intanto, continuano i negoziati per risolvere la crisi. E’ arrivato il team di esperti mandato dall’amministrazione Bush che si è già incontrato con il presidente. Nel Nord prosegue senza sosta l’evacuazione del personale delle Ong e dei missionari.

 

Barbara Schiavulli da Port-au-Prince per la Radio Vaticana.

**********

 

Dopo che il Parlamento della Lituania ha aperto l’altro ieri il processo di impeachment per il presidente Paksas quest’ultimo non ha rilasciato altre dichiarazioni. Sembra confermata, dunque, la sua intenzione a non dimettersi di fronte alle accuse di aver violato la Costituzione del Paese baltico e di aver intrecciato legami con la mafia russa. Un voto finale sulla sorte di Paksas è atteso in parlamento per metà aprile, pochi giorni prima che la Lituania entri ufficialmente a fare parte dell'Ue. Ascoltiamo come spiega la vicenda Giuseppe D’Amato:

 

**********

Adesso tocca alla Corte costituzionale che, entro un paio di mesi, dovrà emettere un suo verdetto, dopo di ché inizierà un vero e proprio processo in cui il presidente, Paksas, potrà far valere le proprie ragioni. Giovedì sera il Parlamento lituano ha approvato la decisione di mettere in stato d’accusa Paksas dopo aver sentito la conclusione della commissione speciale d’inchiesta secondo la quale il presidente ha violato il giuramento della Costituzione in sei punti. Ieri vi è stato poi il successivo passaggio degli atti alla Corte costituzionale e l’inizio speciale del procedimento di impeachment. Il presidente potrà essere destituito se verrà riconosciuto colpevole anche di uno solo dei sei capi d’accusa, con 85 voti a scrutinio segreto su 137 deputati. La Commissione d’inchiesta è stata formata lo scorso autunno dopo che i servizi di sicurezza lituani hanno reso noti i legami dell’amministrazione presidenziale con gruppi criminali russi. Paksas si è sempre dichiarato estraneo ai fatti.

 

Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.

**********

 

I negoziati di pace tra il governo filippino e il movimento separatista musulmano più importante del Paese, il Fronte Moro islamico di liberazione, riprenderanno ad aprile: lo ha annunciato il ministro malaysiano degli Esteri, Syed Hamid Albar. Il responsabile ha aggiunto che gli incontri si terranno in Malaysia, Paese che sta giocando un ruolo di mediazione nel conflitto. Il Fronte Moro, forte di 12 mila uomini, lotta da circa 30 anni per la creazione di uno stato islamico nel sud delle Filippine, paese a maggioranza cattolico. La presidente Gloria Arroyo aveva sospeso i negoziati nel maggio scorso, dopo una serie di attentati attribuiti al Fronte sull’isola di Mindanao.

 

In Italia, è in vigore da oggi la cosiddetta legge-Marzano, che ha convertito il decreto legge varato il 23 dicembre scorso dal Consiglio dei Ministri su iniziativa del ministro delle Attività Produttive, finalizzato a fronteggiare l'emergenza del caso Parmalat, ma più in generale destinato ad intervenire nelle situazioni di crisi dei grandi gruppi. Il provvedimento, fra l'altro, comporta che il commissario straordinario, nell'ambito del programma di ristrutturazione, possa “prevedere la soddisfazione dei creditori”.

 

Gli Stati Uniti hanno deciso di revocare dalla prossima settimana le restrizioni sui voli per la Libia, che risalgono a più di 20 anni fa. Lo hanno reso noto fonti del Dipartimento di Stato. Si tratta di un nuovo passo per ricompensare la scelta fatta dal governo di Gheddafi di rinunciare a qualsiasi arma di distruzione di massa e di far ispezionare il proprio programma nucleare. Dall'annuncio dell'accordo con Tripoli, lo scorso dicembre, gli Stati Uniti hanno già ristabilito una presenza diplomatica nella capitale libica. Intanto, giungono conferme del fatto che la Libia si è lanciata negli anni scorsi in una serie di attività finalizzate alla produzione di armi nucleari. Secondo un rapporto distribuito ieri a Vienna ai membri del Consiglio dei governatori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, Aiea, infatti, il Paese di Gheddafi ha segretamente prodotto una piccola quantità di plutonio e ha importato uranio arricchito.

  

 

 

=======ooo=======