RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII  n. 42 - Testo della Trasmissione di mercoledì 11 febbraio 2004

 

Sommario

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Nessuno ha il diritto di sopprimere una persona che soffre: così Giovanni Paolo II stamani all’udienza generale tutta dedicata all’odierna Giornata mondiale del malato nella memoria della Beata Vergine di Lourdes

 

L’odierna XII Giornata mondiale del Malato celebrata a Lourdes nel 150.mo anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione. Oggi pomeriggio Messa per i malati, in Vaticano, presieduta dal cardinale Camillo Ruini

 

20 anni fa il Papa firmava la lettera apostolica Salvifici Doloris sul senso cristiano della sofferenza umana

 

I Patti Lateranensi hanno segnato una svolta di portata storica nei rapporti tra Chiesa e Stato Italiano: lo ha detto il Papa nel 75.MO anniversario del Trattato che ha segnato la nascita dello Stato della Città del Vaticano: ai nostri microfoni il cardinale Achille Silvestrini

 

Lasciano i loro incarichi per raggiunti limiti di età i cardinali Eduardo Martinez Somalo e Jan Pieter Schotte: il Papa nomina al loro posto  gli arcivescovi Franc Rodè e Nikola Eterovič.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

In Italia varata definitivamente la legge sulla procreazione assistita : al centro della normativa la tutela del concepito: intervista con Luisa Santolini

 

CHIESA E SOCIETA’:

Possibile lo scambio dei prigionieri militari e politici tra il governo colombiano e la guerriglia

 

In Francia, l’Assemblea nazionale ha approvato a larga maggioranza la legge che vieta l’uso dei simboli religiosi nelle scuole pubbliche

 

In Afghanistan è cominciato il programma di assistenza promosso dall’Unicef per il reintegro nella società di migliaia di bambini soldato

 

Inaugurata, in Corea del Sud, una casa di accoglienza per donne immigrate provenienti da Paesi dell’Asia, spesso vittime di violenze o di sfruttamento.

 

Si è tenuto a Multan, in Pakistan, un incontro tra musulmani e cristiani

 

Appello in favore dell’Africa da parte di un cartello di associazioni umanitarie

 

 

24 ORE NEL MONDO:

 

Nuovo attentato kamikaze a Baghdad: morte 47 reclute irachene davanti al quartier generale del nuovo esercito nazionale

 

Violenti scontri nella striscia di Gaza: i soldati israeliani uccidono 12 palestinesi.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

11 febbraio 2004

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              

 

 

LA SOFFERENZA NON LEGITTIMA IL DIRITTO DI SOPPRIMERE UNA PERSONA:

COSI’ IL PAPA ALL’UDIENZA GENERALE, NELL’ODIERNA

GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

 

Nessuno ha diritto di sopprimere una persona che soffre. Il pensiero ed il cuore del Papa stamane, all’Udienza generale in Vaticano, sono volati nel Santuario mariano di Lourdes, dove si celebra oggi la XII Giornata mondiale del malato. Una ricorrenza che per consuetudine coincide con la memoria liturgica della Beata Vergine di Lourdes. Inoltre quest’anno cade il 150 anniversario della proclamazione, nel 1854, del Dogma dell’Immacolata, e soli 4 anni dopo nel 1858 la Vergine Maria, apparve a Bernadette Soubirous, rivelando di essere l’Immacolata Concezione. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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“Unita a quella di Cristo, l’umana sofferenza diventa mezzo di salvezza”: Giovanni Paolo II ha spiegato che “dal paradosso della Croce scaturisce la risposta ai nostri più inquietati interrogativi. Cristo soffre per noi e con noi.

 

“Ad uno sguardo semplicemente umano – ha aggiunto – il dolore e la malattia possono apparire realtà assurde”

 

Quando però – ha aggiunto - ci si lascia illuminare dalla luce del Vangelo, si riesce a coglierne il profondo significato salvifico”. Ecco che la Giornata mondiale del malato rappresenta “un forte richiamo a riscoprire l’importante presenza dei sofferenti nella comunità cristiana” “L’esistenza umana è sempre un dono – ha ribadito il Santo Padre – anche quando è segnata da patimenti fisici di ogni genere; un dono da valorizzare per la Chiesa e per il mondo”, e “nessuno ha diritto di sopprimere” un essere umano “a causa della sofferenza”.

 

“Certo chi soffre non deve essere mai lasciato solo……… E’ un grande atto d’amore prendersi cura di chi soffre”

 

Da qui l’apprezzamento del Papa per coloro che “con semplicità e spirito di servizio si pongono accanto ai malati cercando di alleviarne le sofferenze e, in quanto possibile, di liberarli dalle infermità grazie ai progressi dell’arte medica”.Infine l’invocazione alla Vergine immacolata di Lourdes per lenire il dolore ed asciugare le lacrime e compiere la volontà divina 

 

“A te affidiamo i malati, gli anziani, le persone sole; sii di sostegno di quanti ogni giorno alleviano le pene dei fratelli”

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L’ODIERNA XII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO CELEBRATA A LOURDES

NEL 150.MO ANNIVERSARIO DELLA PROCLAMAZIONE

DEL DOGMA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE.

OGGI POMERIGGIO MESSA PER I MALATI IN VATICANO PRESIEDUTA

DAL CARDINALE CAMILLO RUINI. LA BENEDIZIONE DEL

PAPA AL TERMINE DELLA CELEBRAZIONE

 

      L’odierna XII Giornata mondiale del Malato viene celebrata a Lourdes nel 150.mo anniversario della proclamazione del Dogma dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre 1854. Dopo due giorni dedicati a momenti di preghiera e all’incontro tra vescovi e operatori sanitari dell’Europa sulle nuove sfide della bioetica, questa mattina la cittadina di Lourdes si è stretta intorno al cardinale Javier Lozano Barragan, inviato speciale del Papa, per la lettura del messaggio di Giovanni Paolo II. Ricordiamo che 4 anni dopo la proclamazione del dogma, l’11 febbraio del 1858 la Vergine Maria apparve per la prima volta a Bernadette, definendosi l’Immacolata Concezione. Da Lourdes, padre Gianfranco Grieco:

 

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La città santuario di Lourdes, capitale del mondo del dolore, rivive in questi giorni la consegna che Giovanni Paolo II le ha affidato sin dall’alba del suo Pontificato. Questa consegna, rinnovata anche stamani durante l’udienza generale, è stata seguita qui in diretta a Lourdes. “Noi – ha detto il cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della salute e inviato speciale del Papa alle giornate di Lourdes che ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica conclusiva - non siamo per una bioetica chiusa, orizzontale, noi siamo per una bioetica aperta, verticale, che guarda al trascendente”.

 

Sono 25 mila i fedeli giunti a Lourdes, molti pellegrini italiani, francesi e spagnoli e oltre 2 mila i sacerdoti che hanno concelebrato questa mattina. Canti e preghiere sono stati dedicati ai temi dell’Europa cristiana e alla pace in Terra Santa e nel mondo intero.

 

Da Lourdes, per la Radio Vaticana, padre Gianfranco Grieco.

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Oggi pomeriggio, nella Basilica di San Pietro, il cardinale vicario Camillo Ruini presiederà una celebrazione eucaristica per gli ammalati dell’UNITALSI e i pellegrini dell’Opera Romana Pellegrinaggi. Al termine della Messa, Giovanni Paolo II impartirà la solenne benedizione. La nostra emittente seguirà l’avvenimento in radiocronaca diretta, a partire dalle 16.25, con commento in italiano, sui 585 kHz dell’onda media e i 105 MHz della modulazione di frequenza.

 

Dinanzi a quanti sono colpiti dalla malattia, la Chiesa tende concretamente le proprie braccia. Secondo i dati contenuti nell’Annuario Statistico della Santa Sede 2001, sono 36.805 le strutture sanitarie gestite dalla Chiesa nel mondo. La parte più consistente è rappresentata dagli ambulatori, ben 16.224 distribuiti nei cinque continenti. A seguire, i centri per gli anziani, gli invalidi e gli handicappati, che nel mondo contano 14.537 unità. Al terzo posto, invece, si attestano gli ospedali: delle 5.304 strutture esistenti, 1.931 sono presenti in America, 1.288 in Europa, 1.059 in Asia, 848 in Africa e 178 in Oceania. Non meno importanti, i lebbrosari, presenti nel mondo con 740 centri.

 

 

20 ANNI FA GIOVANNI PAOLO II FIRMAVA LA LETTERA APOSTOLICA “SALVIFICI DOLORIS”, SUL SENSO CRISTIANO DELLA SOFFERENZA UMANA

 

Esattamente 20 anni fa, l’11 febbraio del 1984, nell’Anno Santo della Redenzione, Giovanni Paolo II firmava la lettera apostolica “Salvifici Doloris”, sul senso cristiano della sofferenza umana. Ce ne parla Sergio Centofanti:

 

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Il Papa parte dalla domanda che si pone ogni essere umano: perché il male? Perché il dolore? E sottolinea subito che ogni spiegazione appare insufficiente e inadeguata.  “L’uomo, nella sua sofferenza – scrive – rimane un mistero intangibile” . Ma “Cristo ci fa entrare nel mistero e ci fa scoprire il perché della sofferenza” rispondendo dalla Croce. Tuttavia – precisa Giovanni Paolo II - a volte c'è bisogno “di un lungo tempo, perché questa risposta cominci ad essere … percepibile”. La sua risposta è innanzitutto una chiamata: 

 

“Cristo non spiega in astratto le ragioni della sofferenza, ma prima di tutto dice: ‘Seguimi!’. Vieni! prendi parte con la tua sofferenza a quest'opera di salvezza del mondo, che si compie per mezzo della mia sofferenza! Per mezzo della mia Croce. Man mano che l'uomo prende la sua croce, unendosi spiritualmente alla Croce di Cristo, si rivela davanti a lui il senso salvifico della sofferenza. …E allora l'uomo trova nella sua sofferenza la pace interiore e perfino la gioia spirituale”.

 

La risposta sta quindi nell’amore: Gesù “ benché innocente, si addossa le sofferenze di tutti gli uomini, perché si addossa i peccati di tutti” e in questo modo, traendo il bene anche dal male, vince l'artefice del male, che è Satana. “La Croce di Cristo è diventata una sorgente, dalla quale sgorgano fiumi d'acqua viva”. Tutti vi possono attingere.  Così “ soffrire significa diventare …particolarmente aperti all'opera delle forze salvifiche di Dio, offerte all'umanità in Cristo”.

 

Fonte di gioia diventa allora “il superamento del senso d'inutilità della sofferenza” che “non solo consuma l'uomo dentro se stesso, ma sembra renderlo un peso per gli altri.... La scoperta del senso salvifico della sofferenza in unione con Cristo trasforma questa sensazione deprimente”. Il dolore vissuto con Gesù  serve veramente alla salvezza dei fratelli e delle sorelle.”Non solo quindi è utile agli altri, ma per di più adempie un servizio insostituibile”.

 

 Nella “lotta ‘cosmica’ tra le forze spirituali del bene e del male – scrive il Papa - le sofferenze umane, unite con la sofferenza redentrice di Cristo, costituiscono un particolare sostegno per le forze del bene, aprendo la strada alla vittoria di queste forze salvifiche”. E’ il paradosso del Vangelo: “le sorgenti della forza divina sgorgano proprio in mezzo all'umana debolezza”.

 

Inoltre, nota il Pontefice, “nella sofferenza si nasconde una particolare forza che avvicina interiormente l'uomo a Cristo, una particolare grazia”. Ad essa debbono la loro profonda conversione molti Santi, come ad esempio San Francesco d'Assisi o Sant'Ignazio di Loyola. Nella sofferenza l’uomo diventa  completamente nuovo. Dice ancora il Papa:

 

“Allorché questo corpo è profondamente malato, totalmente inabile e l'uomo è quasi incapace di vivere e di agire, tanto più si mettono in evidenza l'interiore maturità e grandezza spirituale, costituendo una commovente lezione per gli uomini sani e normali”.

 

La sofferenza – quindi -  è anche una chiamata a manifestare la grandezza morale dell'uomo, la sua maturità spirituale. Di ciò hanno dato la prova, nelle diverse generazioni, i martiri ….Ma “bisogna dare testimonianza di questa gloria – afferma Giovanni Paolo II - anche a numerosi altri uomini, che a volte, pur senza la fede in Cristo, soffrono e danno la vita per la verità e per una giusta causa”.

 

Tuttavia – leggiamo nella lettera apostolica - è nella risurrezione che l’uomo trova “una luce completamente nuova, che lo aiuta a farsi strada attraverso il fitto buio delle umiliazioni, dei dubbi, della disperazione e della persecuzione”.

 

Quindi il Papa ricordando la parabola del buon Samaritano afferma che non è lecito restare indifferenti di fronte a chi soffre. Buon Samaritano è ogni uomo sensibile alla sofferenza altrui, …è… colui che porta aiuto nella sofferenza, di qualunque natura essa sia. E proprio su questo farsi prossimi agli altri verterà il giudizio finale secondo le parole di Gesù : “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me”. Infine il Papa rivolge un appello a tutti coloro che soffrono:

 

“Proprio a voi, che siete deboli, chiediamo che diventiate una sorgente di forza per la Chiesa e per l'umanità. Nel terribile combattimento tra le forze del bene e del male, di cui ci offre spettacolo il nostro mondo contemporaneo, vinca la vostra sofferenza in unione con la Croce di Cristo!”

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I PATTI LATERANENSI HANNO SEGNATO UNA SVOLTA DI PORTATA STORICA

NEI RAPPORTI TRA CHIESA E ITALIA PER IL BENEFICIO DI TUTTA LA POPOLAZIONE:

 COSI’ IL PAPA OGGI HA RICORDATO IL 75° ANNIVERSARIO DEL TRATTATO

CHE HA SEGNATO LA NASCITA DELLO STATO DELLA CITTA’ DEL VATICANO

- Intervista con il cardinale Achille Silvestrini -

 

“I Patti Lateranensi hanno segnato una svolta positiva, di portata storica, nei rapporti tra Chiesa e Stato in Italia, aprendo la strada ad una proficua collaborazione a servizio e beneficio di tutta la popolazione”. E’ quanto ha detto stamane il Papa al termine dell’udienza generale, ricordando che oggi ricorre il 75° anniversario della stipulazione del Trattato e del Concordato tra la Santa Sede e lo Stato Italiano. L’11 febbraio del 1929 nasceva dunque lo Stato della Città del Vaticano con una superficie di 44 ettari: oggi vi abitano circa 500 persone. Ma sull’importanza dei Patti Lateranensi ascoltiamo il cardinale Achille Silvestrini, che ha partecipato 20 anni fa alla Revisione del Concordato. L’intervista è di Giovanni Peduto.

 

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R. – Indubbiamente, l’Accordo del 1929 che conteneva un Trattato e un Concordato, chiudeva una vertenza dolorosa che si era rivelata al momento dell’unità d’Italia, con la conquista da parte delle truppe del Regno d’Italia dello Stato Pontificio e definitivamente di Roma, nel 1870. Il Papa si trovava senza la sua indipendenza. E’ vero che c’era stata la legge delle Guarentigie, che riconosceva al Papa una soggettività internazionale e immunità personali, però mancava la sovranità territoriale e mancavano anche i mezzi per poter esercitare questa sua ‘indipendenza’. Il Papato l’aveva sempre avuta: era una questione millenaria, cominciata al tempo dei Longobardi! E allora questa situazione, che si trascinava dal 1870, si è conclusa nel 1929. Nel 1929 furono firmati dal cardinal Gasparri e da Benito Mussolini tre documenti: un Trattato che riconosceva la sovranità del Papa sullo Stato della Città del Vaticano: è un territorio piccolo e, come disse Pio XI: “Tanto per poggiare i piedi”, insomma,  grande circa mezzo chilometro quadrato ... Nello stesso tempo, riconosceva una serie di prerogative che erano garantite dall’Italia in modo che lo Stato potesse funzionare come Stato indipendente. L’altro documento era il Concordato tra la Chiesa e lo Stato italiano, che stabiliva alcune cose importanti tra cui il riconoscimento del matrimonio canonico e un trattamento particolare per gli enti ecclesiastici. Poi c’erano anche altre cose: per esempio l’insegnamento della religione nelle scuole di ogni ordine e grado. Il terzo documento era la Convenzione finanziaria con cui lo Stato italiano dava alla Santa Sede il compenso finanziario che era stato già previsto dalla legge delle Guarentigie: era una specie di riparazione finanziaria per la perdita dei mezzi di funzionamento dello Stato. Indubbiamente, i Patti Lateranensi hanno dimostrato una grande solidità, tant’è vero che la Costituente, nel 1947, li inserì nell’articolo 7 della Costituzione dove si dice che la Chiesa e lo Stato sono indipendenti e sovrani, ciascuno nel proprio ordine. Questo provocò una forte discussione, ma la maggioranza della Costituente, specialmente del partito democratico cristiano e del partito comunista, votò per l’articolo 7, insieme con altri gruppi.

 

D. – Alcuni criticano l’esistenza dello Stato della Città del Vaticano: cosa rispondere?

 

R. – Risponderei questo: era il minimo che poteva essere richiesto, come indipendenza internazionale del Papato, della Santa Sede. Noi l’abbiamo visto durante la guerra. Durante la seconda guerra mondiale, questo piccolo Stato è riuscito a salvarsi anche durante l’occupazione di Roma: i tedeschi hanno rispettato questa realtà sovrana della Santa Sede, e il Papa ha potuto esercitare anche il suo ministero di soccorso proprio in virtù dell’esistenza di questo Stato. Credo fosse il minimo che si potesse riconoscere, e anche si è rivelato estremamente utile nella storia, sia nei momenti di emergenza sia durante i periodi ‘tranquilli’.

 

D. – Eminenza, una sua riflessione sugli attuali  rapporti tra Stato italiano e Chiesa ...

 

R. - Direi che questo ventennio già ha dimostrato una condizione molto serena di questi rapporti. I benefici della revisione del Concordato già si vedono in questo clima positivo.

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RINUNCE E NOMINE

 

Il Santo Padre ha accolto oggi la rinuncia, presentata per raggiunti limiti di età, dal cardinale Eduardo Martínez Somalo all'incarico di prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ed ha nominato prefetto del medesimo Dicastero mons. Franc Rodé, finora arcivescovo di Ljubljana.

        

Il Papa, inoltre, ha accolto la rinuncia, presentata sempre per raggiunti limiti di età dal cardinale Jan Pieter Schotte all'incarico di segretario generale del Sinodo dei Vescovi ed ha chiamato a succedergli mons. Nikola Eterović, arcivescovo di Sisak, finora nunzio apostolico in Ucraina.

 

Il Santo Padre ha nominato quindi vescovo di Chiquinquirá (Colombia) monsignor Luis Felipe Sánchez Aponte, del clero della diocesi di Garagoa, finora vicario generale della diocesi e direttore dell'Istituto Diocesano di pastorale  ministeriale.

 

Sempre oggi Giovanni Paolo II ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di México, Messico, padre Antonio Ortega Franco, della Congregazione degli Oratoriani, moderatore del Segretariato per i Laici e parroco nella medesima arcidiocesi, assegnandogli la sede titolare vescovile di Lete.

 

Il Pontefice ha poi nominato membro ordinario della Pontificia Accademia per la Vita il dr. Patricio Ventura‑Junca Tobar, professore di pediatria nella Facoltà di medicina della Pontificia Universidad Católica de Chile e direttore del Centro de Bioética della medesima Università (Cile).

 

Infine il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Springfield in Massachusetts (U.S.A.), presentata da monsignor Thomas L. Dupré, in conformità al canone 401§ 2 del Codice di Diritto Canonico.

 

        

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Con accento toccante, apre la prima pagina il titolo "A Te affidiamo i malati, gli anziani, le persone sole": Giovanni Paolo II in pellegrinaggio spirituale ai piedi della Madonna di Lourdes celebra la Giornata Mondiale del Malato.

 

Nelle vaticane, la catechesi e la cronaca dell'udienza generale.

L'omelia del Cardinale Lozano Barragan, Inviato Speciale del Papa, in occasione della Celebrazione Eucaristica presieduta a Lourdes. 

 

Nelle estere, in Iraq è stata perpetrata un'altra strage; le nascenti istituzioni di difesa irachene sono bersaglio di spietati attacchi.

Per la rubrica dell' "Atlante geopolitico", un articolo di Giuseppe Maria Petrone dal titolo "Nucleare: verso la ripresa del dialogo con Pyongyang".

 

Nella pagina culturale, in grande rilievo la notizia della morte - a 102 anni - di Luigi Maria Personè, "decano" dei collaboratori del "L'Osservatore Romano". Un toccante ricordo di Claudio Toscani dal titolo "Nei suoi itinerari e nei suoi scritti un'Europa di personaggi e di paesaggi.

 

Una monografica in occasione dei duecento anni dalla morte di Immanuel Kant: i contributi di Armando Rigobello e di Angelo Marchesi.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano l'approvazione, da parte della Camera, della legge sulla procreazione assistita.

 

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

11 febbraio 2004

 

VIA LIBERA DELLA CAMERA IERI ALLA LEGGE CHE REGOLA LA FECONDAZIONE ASSISTITA

- Intervista con Luisa Santolini -

 

Con 277 sì, 222 no e 3 astenuti, l’Aula di Montecitorio ha definitivamente approvato ieri sera, a voto segreto, la legge sulla procreazione assistita. Il provvedimento, il cui testo era stato modificato l’11 dicembre in Senato, ha avuto il via libera grazie al sì di Forza Italia, Alleanza Nazionale, Udc, Udeur e Lega. Si sono, invece, opposti i Ds, il Prc, i Verdi, il Pdci, lo Sdi, il Nuovo Psi ed il Pri. La Margherita si è pronunciata in modo non uniforme. Moderata soddisfazione è stata espressa dalla Chiesa italiana.

 

Il testo, che prevede la procreazione assistita solo per risolvere problemi di sterilità o infertilità, vieta il ricorso alla fecondazione eterologa. Solo coppie formate da persone maggiorenni di sesso diverso, sposate o conviventi, in età potenzialmente fertile ed entrambe viventi, potranno ricorrere alle tecniche di procreazione. La legge, inoltre, assicura il diritto a nascere del concepito. I bambini che nasceranno dall’applicazione di queste tecniche saranno figli legittimi della coppia o acquisiranno lo status di figli riconosciuti della madre o della coppia stessa. Sono vietate, infine, la sperimentazione sugli embrioni e la clonazione umana. Sul testo approvato, Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di Luisa Santolini, presidente del Forum delle Famiglie.

 

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R. – Non possiamo che accogliere con favore questa approvazione che, finalmente, rende giustizia a un far west che era veramente inaccettabile. Una legge, quindi, che non è una legge cattolica - come ben si sa - ma è una legge che, comunque, limita i danni della fecondazione assistita e finalmente riconosce una dignità al bambino che deve venire al mondo.

 

D. – Quindi quali sono i punti salienti che questa legge tocca?

 

R. – In primo luogo non ci sono soltanto i diritti degli adulti, ma anche del bambino concepito. Questa rappresenta una novità culturale straordinaria. In secondo luogo, il bambino ha diritto a una sua identità e, quindi, conosce chi è suo padre, chi è sua madre: ha una famiglia e un luogo di appartenenza, quindi un’identità. Terzo, non è una realtà da strumentalizzare e sugli embrioni non si faranno più sperimentazioni e non ci saranno più embrioni congelati. Queste mi sembrano delle conquiste veramente straordinarie, che non possiamo non sottolineare.

 

D. – Certamente è una vittoria ma ci sono ancora dei rischi in agguato?

 

R. – A questo punto la legge è legge dello Stato e, quindi, il ministro Sirchia deve ora fare i decreti attuativi. Noi vigileremo perché rispettino lo spirito della legge. Il rischio è che le opposizioni a queste legge, che sono trasversali, si organizzino per fare dei referendum abrogativi e per cercare di non rendere la legge applicabile così com’è. Toccherà, quindi, a noi dare risposte come società civile, che ha a cuore il futuro dei nostri figli, dare delle risposte coerenti. Mi auguro che non ci siano guerre di religione, ma il clima non è certo dei migliori.

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CHIESA E SOCIETA’

11 febbraio 2004

 

 

POSSIBILE LO SCAMBIO DI PRIGIONIERI MILITARI E POLITICI

TRA IL GOVERNO COLOMBIANO E LA GUERRIGLIA. LA CHIESA LOCALE INVITA LE PARTI

A PORRE GRANDE ATTENZIONE ALLE RISPETTIVE RICHIESTE NEGOZIALI

 

BOGOTA’. = La Chiesa colombiana ritiene possibile il raggiungimento della firma di un accordo umanitario fra il governo del presidente Alvaro Uribe e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) per lo scambio di prigionieri. Alludendo alle posizioni nette espresse dal capo dello Stato colombiano nel suo intervento a Strasburgo, mons. Luis Augusto Castro, membro della Commissione guidata dalla Chiesa per mediare tra le due sponde avversarie, ha detto che “il presidente ha messo in chiaro con molta enfasi le difficoltà che lui vede rispetto all'accordo”, anche se ciò “non vuole dire che egli sia contrario” all’iniziativa. “Bisogna prendere molto seriamente quello che dice il presidente”, ha aggiunto il rappresentante della Chiesa cattolica, tuttavia è necessario “prendere molto sul serio gli argomenti della guerriglia”. Da tempo, le Farc hanno chiesto ad Uribe di nominare una Commissione per trattare i termini di uno scambio fra decine di uomini politici, agenti e militari e centinaia di guerriglieri. Ma il capo dello Stato ha risposto che, prima, il movimento armato clandestino deve accettare “la grande condizione di sospendere le azioni violente”. (A.D.C.)

 

 

IN FRANCIA, L’ASSEMBLEA NAZIONALE HA APPROVATO A LARGA MAGGIORANZA

LA LEGGE CHE VIETA L’USO DEI SIMBOLI RELIGIOSI NELLE SCUOLE PUBBLICHE.

L’ESAME DEL PROVVEDIMENTO PASSA ORA AL SENATO

 

PARIGI. = Con una maggioranza schiacciante (494 voti a favore, 36 contro, 31 astensioni), l'Assemblea nazionale francese ha approvato ieri la legge, fortemente sostenuta dal presidente Jaques Chirac, che mette al bando dalle scuole pubbliche il velo islamico e tutti gli altri simboli religiosi “ostensibles”, cioè ostentati. L’esame del provvedimento si sposta ora al Senato, a partire dal 3 marzo prossimo. Se, come previsto, anche dalla seconda Camera uscirà il sì alla legge, che da molto tempo sta sollevando dure critiche da parte della folta comunità musulmana francese, non solo i veli islamici, ma anche le kippe ebraiche, le croci cristiane esibite in modo vistoso, come pure i turbanti sikh non avranno più cittadinanza in classe, a partire dal prossimo anno scolastico. Al voto di approvazione dato dal partito di maggioranza di centrodestra, si sono uniti compatti i socialisti, dopo l'accettazione di due importanti emendamenti. Primo, le procedure disciplinari saranno decise soltanto dopo una effettiva impossibilità di “dialogo” con le studentesse che indossano il velo. Secondo, la verifica tra un anno dell'impatto effettivo della legge, difesa oltre che dal capo di Stato francese anche dal governo Raffarin, in nome della rigida separazione Stato-Chiesa in vigore in Francia dal 1905. “La Repubblica e la laicità escono oggi rafforzati dal vostro lavoro – ha affermato dopo il voto Raffarin – perché è una legge di chiarimento, che rassicura”. Anche l'ex-ministro socialista Jean Glavany ha insistito sulla necessità della legge anti-velo, definendola “emancipatrice e protettrice per tutte le donne”. I deputati comunisti, lasciati liberi di votare secondo coscienza, si sono divisi. In maggioranza hanno preso però posizione, al pari dei centristi dell'Udf, contro una legge che, sostengono, “non integra ma discrimina” e “non risponde all'estrema diversità delle situazioni”. (A.D.C.)

 

 

IN AFGHANISTAN  È COMINCIATO IL PROGRAMMA DI ASSISTENZA PROMOSSO DALL’UNICEF PER IL REINTEGRO NELLA SOCIETA’ DI MIGLIAIA DI BAMBINI SOLDATO

 

BADAHKHAN. = L’organismo dell’Onu per l’infanzia e l’istruzione (Unicef) si è impegnato in un progetto di aiuto per migliaia di bambini–soldati che popolano l’Afghanistan. Si prevede che entro la fine dell’anno almeno cinquemila degli ottomila minorenni costretti a combattere, saranno assistiti per favorirne il pieno recupero nella società. Per i primi due mila, nella provincia nord orientale del Badahkhan, il programma è  già cominciato. L’Unicef, dopo aver identificato i piccoli ex combattenti li assisterà con adeguati controlli medici e psicologici. “La maggior parte di loro ha perduto molti anni di scuola e dunque tutti i partecipanti al programma riceveranno un ‘istruzione di base’. Seguiranno le province di Kunduz, Taloqan, Baghlan e poi gli altipiani centrali. Infine, ai bambini saranno  spiegati i rischi connessi alle mine anti-uomo e quelli legati alla droga, essendo l’Afghanistan il maggior produttore di oppio al mondo.(F.C)

 

 

INAUGURATA, IN COREA DEL SUD, UNA CASA DI ACCOGLIENZA PER DONNE IMMIGRATE PROVENIENTI DA PAESI DELL’ASIA, SPESSO VITTIME DI VIOLENZE

O DI SFRUTTAMENTO.

LA STRUTTURA E’ GESTITA DA UNA DIOCESI CATTOLICA

 

SEUL. = E’ grave, in Corea del Sud, il problema delle donne immigrate provenienti da altri paesi dell’Asia, vittime della prostituzione, o di abusi e violenze all’interno delle famiglie. Per questo si è mobilitato il Centro per la pastorale dei Migranti “Mosè”, dislocato nella diocesi di Taejon, che ha inaugurato di recente una Casa di accoglienza per donne immigrate. Molte di queste donne, provenienti da Filippine, Bangladesh, Cina ed altri paesi, sposano uomini coreani, specialmente nelle aree rurali. Ma, riferisce l’Agenzia Fides, incontrano molte difficoltà nella comunicazione con i familiari, faticano a inserirsi nel contesto linguistico e culturale, avvertono le differenze razziali, in molti casi subiscono violenza domestica, fisica e psicologica o finiscono nel giro della prostituzione. Il Centro diocesano “Mosè”, che da un anno si occupa della cura pastorale di immigrati e itineranti, ha deciso di aprire la casa di accoglienza, dopo alcuni mesi di monitoraggio del territorio. Anna Bae Hyeon-mi, responsabile della struttura, si è detta convinta che la casa “contribuirà a consolare ed educare le immigrate, cosicché possano riacquistare fiducia nella società, riappropriarsi della loro dignità e umanità, reinserirsi nel tessuto sociale e lavorativo”. La struttura non solo provvederà a fornire vitto e alloggio alle donne vittime di abusi, ma promuoverà anche diverse attività di formazione, tra le quali l’insegnamento della lingua coreana e la fornitura di consulenza legale gratuita. (A.D.C.)

 

 

SI È TENUTO A MULTAN, IN PAKISTAN, UN INCONTRO TRA MUSULMANI E CRISTIANI.

INVOCATO DALLE DUE COMUNITA’ UN IMPEGNO COMUNE PER LA CONVIVENZA PACIFICA

 

MULTAN. = Condannare il terrorismo, pregare insieme e diffondere  un messaggio di tolleranza e armonia. Questo il proposito dell’incontro tra i leader musulmani e cristiani, tenutosi in occasione della Conferenza episcopale del Pakistan, presso la sede della diocesi di Multan. Tra i partecipanti, il noto ulama Qari Mohammad Hanif Jalandhri e il vescovo di Multan, Andrei Francis, presidente della Commissione per il dialogo interreligioso. Hanno condiviso la lettura di alcuni brani della Bibbia e del Corano, ma hanno discusso anche dell’ultimo attentato compiuto da due estremisti islamici: il 15 gennaio scorso hanno lanciato due granate nella libreria della Bibly Society a Karaki, ferendo quindici persone. I numerosi fedeli cristiani e musulmani si sono uniti nel pronunciare insieme l’invocazione, attribuita a San Francesco di Assisi: “Signore, fa di me uno strumento della tua pace”. A conclusione della preghiera comune, sono state accese fiaccole in segno di pacificazione e i leader religiosi hanno elevato preghiere per ottenere una reale armonia nella società nella speranza di una convivenza fra le diverse comunità religiose.(F.C)

 

 

RIDUZIONE DELLA VENDITA E DELL’USO ILLEGALE DI ARMI

E PIENO RISCONOSCIMENTO DEL CONTINENTE QUALE INTERLOCUTORE POLITICO:

QUESTE ALCUNE DELLE PROPOSTE CONTENUTE IN UN APPELLO IN FAVORE DELL’AFRICA

DA PARTE DI UN CARTELLO DI ASSOCIAZIONI UMANITARIE

 

ROMA. = Oggi è più che mai urgente rimuovere quegli ostacoli che rallentano, e spesso impediscono, autentici progressi in Africa: cambiamenti ai quali anela profondamente il cuore del continente. Questo, in sintesi, il contenuto di un appello che verrà presentato domani pomeriggio a Roma, presso la Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati, nell’ambito del convegno “Per l’Africa che vuole cambiare”. L’iniziativa, intitolata “Una grande politica per l’Africa che vuole cambiare”, è stata promossa da un cartello di organizzazioni impegnate da anni sul campo: Amref, Associazione ong italiane, Campagna Sdebitarsi, Chiama l'Africa, Emergency, C'era una volta, Focsiv, Missionari Comboniani e Terre des Hommes Italia. L’Africa è un continente che vuole spiccare il volo, tuttavia la società civile continua a non essere rappresentata e ascoltata. I governi occidentali, il mondo dell’informazione, le istituzioni internazionali – si afferma in un comunicato – privilegiano il dialogo con gli organi ufficiali e i governi, anche quando questi ostacolano le politiche di sviluppo e soffocano le istanze di democrazia delle popolazioni e delle comunità locali. Alla luce di queste considerazioni, i promotori dell’appello ricordano il diritto dei Paesi africani di proteggere i loro mercati e i loro prodotti e invocano la riduzione della vendita e dell’uso illegale di armi, nonché la messa al bando dell’uso o dell’importazione illegale di “risorse insanguinate” provenienti dall'Africa (diamanti, petrolio, legno). (B.C.)

 

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24 ORE NEL MONDO

11 febbraio 2004

 

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

Ancora il tragico resoconto di un attentato omicida in Iraq. Sono 47 i morti e una trentina i feriti per l’esplosione, questa mattina presto, a Baghdad di un’autobomba davanti al centro reclutamento del quartier generale del nuovo esercito iracheno. Non cessano le violenze nonostante le speranze di normalizzazione. Un annuncio in tal senso sembrava potesse essere la conferma del fatto che proprio da oggi l’Iraq ha il posto di osservatore presso l’Organizzazione mondiale del commercio. Lo statuto è stato riconosciuto a Baghdad grazie all’accordo raggiunto durante la riunione dei 146 Paesi membri dell’OMC in corso a Ginevra. La richiesta era stata avanzata a novembre dal Consiglio di governo iracheno.   Ma continua a imporsi la logica della violenza di cui è doveroso tentare di capire le strategie. Roberto Piermarini ha intervistato Guido Olimpio, esperto di terrorismo del quotidiano Il Corriere della Sera:

 

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R. - La strategia è abbastanza chiara ed evidente: da una parte, colpire chi vuole collaborare con la coalizione alleata e, dall’altra, seminare il caos, sparare nel mucchio e creare le condizioni per una guerra civile all’interno dell’Iraq. Questo perché si vuole paralizzare assolutamente qualsiasi meccanismo di normalizzazione, che sappiamo dovrebbe portare nel giro di qualche mese o forse in un anno all’instaurazione di un governo. Ora, chi organizza gli attentati, queste stragi indiscriminate, punta proprio a bloccare la normalizzazione. Del resto ci sono stati anche dei segnali precisi. Il gruppo filo Al Qaeda ha detto: “Bisogna impedire che ci sia una normalizzazione. Bisogna agire adesso, creare le condizioni per una guerra civile perché non si sa se tra quattro mesi ci sarà chi è disposto a uccidere anche i propri figli”.

 

D. – Quindi, Al Qaeda è sempre più forte in Iraq?

 

R. – In realtà, usiamo, al solito, questa etichetta. Si sa che è operativo un gruppo che più che altro si ispira ad Al Qaeda, non ne fa parte necessariamente. Si è associato ad Al Qaeda. Questo gruppo è formato e guidato da un giordano di origine palestinese e l’aspetto inquietante è che ha reclutato kamikaze in Italia.

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Secondo la televisione israeliana l'intensità del sisma che ha colpito oggi Israele e i territori è stata di 5 gradi sulla scala Richter. Le scosse sono state sentite con forza in Israele, nei territori palestinesi e in Giordania. A Gerusalemme il sisma ha causato l'interruzione dei lavori parlamentari, dopo che i servizi di sicurezza della Knesset hanno individuato crepe nel soffitto del parlamento. Il sisma è stato sentito anche a Gaza, dove erano in corso dalle prime ore di questa mattina scontri fra l'esercito israeliano e elementi armati palestinesi. Sono rimasti uccisi dodici palestinesi, tra cui il figlio del segretario generale di al-Fatah nella striscia di Gaza Ahmed Hilles, noto anche come Abu Maher. 

 

Intanto,  il premier palestinese Ahmed Qrei, noto come  Abu Ala, si trova in Italia, tappa del suo tour in Europa. Dopo l’incontro ieri con il presidente del Consiglio, Berlusconi, oggi l’appuntamento è al Quirinale con il presidente Ciampi. Domani sarà ricevuto in udienza in Vaticano dal Papa. Abu Ala ha chiesto che Israele fermi le azioni militari contro i civili palestinesi e blocchi la costruzione del muro che saccheggia il territorio palestinese. Inoltre il premier ha chiesto all’Unione Europea di assumere un ruolo particolare per il rilancio del processo di pace in Medio Oriente. Ascoltiamolo nella dichiarazione raccolta ieri sera da Giancarlo La Vella, a conclusione dell’incontro con Berlusconi:

 

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Abbiamo parlato con Berlusconi della difficile situazione nei Territori e del dramma del popolo palestinese. Apprezzo l’impegno dell’Italia per il nostro popolo e per la pace in Medio Oriente. Alla base della sofferenza del popolo palestinese ci sono le azioni militari del governo israeliano contro i civili, così come la costruzione del muro, che saccheggia letteralmente i nostri territori. C’è ora l’esigenza di riportare il processo di pace sui binari più giusti, attraverso la riattivazione del ruolo dei Paesi del quartetto e dei Paesi dell’Unione Europea, perché riportare la pace in Medio Oriente vuol dire alleviare la sofferenza del popolo palestinese. Ed in questo senso i colloqui con l’Italia sono utili e costruttivi.

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Nel discorso per il 25esimo  anniversario della rivoluzione iraniana, il presidente Mohammad  Khatami ha attaccato coloro che, sulla scena politica del  Paese, “non capiscono i tempi e le richieste del popolo, non  considerano alcun diritto per il voto popolare e credono di  poter decidere per il popolo”. Khatami si è rivolto ad una grande folla sulla Piazza Azadi, che significa libertà, di Teheran, in occasione della consueta  manifestazione annuale per l'anniversario della caduta dello Scià. Ma rispetto agli anni scorsi, il suo discorso è stato  più breve e caratterizzato da toni molto accesi.  Nei giorni scorsi Khatami aveva già pubblicamente attaccato il Consiglio dei Guardiani, la corte costituzionale iraniana dominata dai conservatori, che ha bocciato migliaia di candidature alle elezioni politiche del 20 febbraio, comprese quelle di un'ottantina dei più popolari deputati riformisti già in carica.

 

Sull'evoluzione dell'influenza dei polli e le eventuali conseguenze sulla salute dell'uomo, si riuniranno domani a Bruxelles, i ministri della sanità dell'Ue. Lo ha annunciato il commissario europeo alla sanità, Byrne. L'epidemia, nella forma del virus H5N1 ha già provocato la morte di una ventina di persone in Vietnam e in Thailandia. L'Europa ha già chiuso le frontiere a tutti i prodotti provenienti dai paesi del sud-est asiatico dove sono stati accertati focolai di influenza aviaria. Altri sette nuovi focolai sospetti sono stati confermati in Cina dove, dunque, salgono a 45, ma non ci sono implicazioni per l’uomo. Anche per il caso denunciato negli Stati Uniti, nel Delaware, le autorità escludono il rischio per l’uomo. Comunque, dopo Giappone e Singapore anche l'Indonesia ha sospeso le importazioni di pollame dagli  Stati Uniti.

 

Si è fatto strada anche nel sud degli Stati Uniti il senatore democratico John Kerry. Ieri ha vinto le primarie in Virginia e nel Tennessee, in questa lunga corsa in vista del voto presidenziale di novembre. Kerry, senatore del Massachussetts, ha accumulato quasi un quarto dei voti necessari a conquistare la nomination democratica e la doppia vittoria di ieri ha cancellato le speranze dei suoi due rivali meridionali, il senatore della North Carolina, John Edwards, e l’ex generale Wesley Clark, nativo dell’Arkansas, che infatti ha fatto sapere di abbandonare la competizione. L’ex governatore del Vermont, Howard Dean, si era tenuto ai margini delle consultazioni di ieri, per puntare tutto sul Wisconsin martedì prossimo. 

 

Una giornalista americana residente a Mosca è scomparsa mentre si trovava in Ossezia del Nord, ai confini con la Cecenia. L'ambasciata Usa ha denunciato ufficialmente la scomparsa della giornalista alle autorità giudiziarie e al ministero degli esteri, senza fornire l’identità ma spiegando che si sono perse le tracce della giornalista dall’8 febbraio. 

Otto agenti della polizia spagnola  partono oggi per Guantanamo, la base americana a Cuba dove sono i detenuti della guerra americana in Afghanistan, per riportare in patria l'unico cittadino  spagnolo arrestato dai militari Usa due anni fa in Afghanistan per i suoi presunti legami con Al Qaeda. Il trasferimento di Ahmad, 29 anni originario di Ceuta, enclave spagnola in  territorio marocchino,  si dice sia stato ottenuto dal premier spagnolo, Josè Maria Aznar, durante la sua recente visita negli Stati Uniti.

 

Una terza conferenza internazionale sulla ricostruzione dell'Afghanistan si terrà il 31 marzo e il primo aprile a Berlino. La conferenza, che sarà al livello di ministri degli esteri, ha lo scopo di porre le basi politiche e finanziarie per il futuro del paese centroasiatico, continuando il processo avviato con le precedenti riunioni internazionali tenutesi nel 2001 e 2002 sempre in Germania, presso Bonn. Di recente il segretario dell'Onu, Annan, ha chiesto un ruolo maggiore della comunità internazionale in Afghanistan denunciando il rischio che fallissero i tentativi di normalizzazione in corso nel Paese e sottolineando con toni allarmistici le guerre tra fazioni, l'aumento del traffico di stupefacenti, il dilagare della criminalità organizzata. E proprio oggi è giunta notizia che un attentato kamikaze a Khost, città à al confine con il Pakistan, ha ucciso un alto responsabile dell'intelligence locale.

 

 Ad Haiti corpi speciali della polizia, con l'appoggio di elicotteri, sono impegnati a fronteggiare le migliaia di oppositori  che sono insorti in armi per indurre alle dimissioni il presidente Jean-Bertrand Aristide, che considerano responsabile della grave crisi economica dell'isola caraibica. Dopo mesi di manifestazioni di piazza, nei giorni scorsi gli insorti hanno conquistato diverse città, alcune di queste tornate sotto il contro delle forze governative. Come ci riferisce nel servizio Maurizio Salvi:

 

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La controffensiva organizzata dal governo ha avuto nelle ultime ore un certo successo e fonti giornalistiche hanno confermato che reparti speciali della polizia, hanno ripreso il controllo di tre località:Saint Marc, Grand Goave e Dondon, che l’opposizione armata aveva sottratto al controllo ufficiale. Secondo le stesse fonti, gli uomini del presidente Jean Bertrand Aristide stanno studiando la strategia per riconquistare anche Les Gonaives, città di 200 mila abitanti, da cui giovedì è partita la crisi, mentre hanno imposto uno stretto controllo ufficiale su Cap-Haitien, seconda città del Paese. Alle forze governative ha senza dubbio giovato un certo disorientamento che si è diffuso fra le file dell’opposizione. Molti aderenti al cosiddetto Gruppo dei 184, che criticano il capo dello Stato, non se la sono sentita di ratificare la strategia dei gruppi militari che hanno basato la loro offensiva sull’uso delle armi e sulla tattica della terra bruciata. Ma neppure la situazione del presidente Aristide è semplice, se si considera che fonti politiche negli Stati Uniti hanno affermato che non vi sarà soluzione alla crisi haitiana senza una profonda modifica della formula di governo, con la possibilità anche che lo stesso capo dello Stato faccia un passo indietro. Washington ha peraltro chiesto ai propri connazionali di abbandonare, se possono, Haiti.

 

Maurizio Salvi, per la Radio Vaticana.

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In Italia un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del finanziere Sergio Cragnotti è stata emessa nell'ambito dell'inchiesta sul dissesto della Cirio. Le ordinanze di custodia cautelare, emesse dalla procura di Roma, riguardano anche il figlio Andrea ed il genero Filippo Fucile. Cragnotti da circa un anno e mezzo è sotto inchiesta con l’accusa di bancarotta fraudolenta nell'ambito del crac della Cirio che ha spazzato via i risparmi di molti investitori. In precedenza aveva lavorato in alcune delle società italiane più note.

 

Il presidente algerino Bouteflika ha chiesto al Parlamento europeo di inviare dei suoi rappresentanti affinchè, “a nome dell'Unione Europea verifichino lo svolgimento delle prossime elezioni presidenziali e attestino la validità dei loro risultati”. In una lettera al presidente dell'Europarlamento Pat Cox, Bouteflika ricorda che le elezioni fissate ad aprile “rivestono una grande importanza” e rappresentano una “grande occasione di iscrivere la pratica democratica nelle tradizioni politiche algerine”. Bouteflika ammette che ''i cittadini algerini  manifestano una certa indifferenza, quasi una sfiducia nelle elezioni anche perché non sono sempre state irreprensibili”.

 

A parlare di Europa torna il presidente della Repubblica, Ciampi, in una lettera al presidente della commissione affari costituzionali del Parlamento europeo. “Il 2003 è stato l'anno dell'incompiutezza e delle divisioni, il 2004 deve essere l'anno della ritrovata serenità, della capacità di completare insieme l'edificazione dell'Europa”. E' quanto scrive Ciampi ricordando che il rinnovamento ed il rafforzamento delle istituzioni sono “diventati oggi indifferibili per governare un'Unione di ampliate dimensioni, cui fanno capo sempre maggiori responsabilità”.                                               

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