RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 40 - Testo della
Trasmissione di lunedì 9 febbraio 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
E’ morto oggi all’età di 93 anni ilcardinale OpilioRossi. Il
cordoglio del Papa
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Secondo l’Onu Cina e India
entro dieci anni potrebbero dimezzare la povertà
Iniziata
oggi in Malesia, la settima Conferenza internazionale sulla diversità biologica
24 ORE NEL MONDO:Panoramica
Prosegue ad Haiti la protesta
contro il presidente Aristide: oltre dieci i morti negli scontri tra polizia e
manifestanti
In Russia grande sconcerto per la scomparsa del
candidato presidenziale Ivan Rybkin
Si ferma, in Italia, il mondo
della sanità per protestare contro il mancato rinnovo contrattuale
9 febbraio 2004
“SIATE
SPECIALISTE DELLO SPIRITO” COME SANTA BRIGIDA: COSI’, GIOVANNI PAOLO II AD UN
GRUPPO DI SUORE BRIGIDINE, RICEVUTE IN VATICANO IN OCCASIONE
DEL
CAPITOLO GENERALE CHE HA CONFERMATO ALLA GUIDA
DELL’ORDINE,
MADRE TEKLA FAMIGLIETTI
-
Servizio di Alessandro Gisotti -
Giovanni Paolo II ha ricevuto stamani in udienza un gruppo
di 80 religiose Brigidine in occasione del IX Capitolo generale dell’Ordine,
che ha riconfermato quale Abbadessa Generale, madre Tekla Famiglietti. Il Papa
ha ringraziato la famiglia brigidina che in questi anni “è andata crescendo e
si è arricchita di nuove opere ed attività”. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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Giovanni Paolo II ha avvertito
come “ogni autentico rinnovamento” richieda “un saggio recupero dello spirito
delle origini” per tradurre il carisma della fondazione “in scelte apostoliche
consone alle esigenze dei tempi”. Quindi, riecheggiando l’esortazione della
Lettera Apostolica Novo Millennio Ineunte, ha rammentato che la sfida
del Terzo Millennio è “fare della Chiesa la scuola e la casa della comunione”.
Solo se sarete “specialiste dello spirito” come fu Santa Brigida, ha detto
ancora, “potrete incarnare fedelmente” il carisma “di radicalità evangelica e
di unità ereditato” dalla beata Elisabetta Hesselblad.
“Siete chiamate anzitutto ad
essere ‘specialiste dello spirito’, anime cioè infuocate di amore divino,
contemplative e costantemente dedite all’orazione”.
Ha così sottolineato come
attraverso l’accoglienza e l’ospitalità offerta nelle proprie case, le
religiose possono testimoniare “l’amore misericordioso di Dio verso ogni uomo e
l’anelito all’unità che Cristo ha lasciato ai suoi discepoli”. Parole corredate
da una viva esortazione:
“Chiedo a voi, care Sorelle, di
essere dappertutto costruttrici infaticabili del ‘grande ecumenismo della
santità’”.
D’altro canto, non ha mancato di sottolineare come proprio
l’azione ecumenica delle Brigidine sia particolarmente apprezzata interessando
nazioni del Nord Europa, “dove minore è la presenza dei cattolici ed importante
è la promozione del dialogo con i fratelli delle altre confessioni cristiane”.
Nel suo indirizzo d’omaggio, madre Tekla ha confermato “illimitata fedeltà alla
Chiesa”. L’amore incondizionato per il Papa, ha detto, può “essere causa di
gelosie e diaboliche macchinazioni” che non potranno tuttavia “spezzare la
profonda comunione e la solida unità fra tutte le sorelle” né allontanarle
dalla Chiesa e dal Santo Padre. Il 28 gennaio scorso, la curia generalizia delle
Brigidine aveva smentito le infamanti accuse pubblicate da un quotidiano romano
su presunti maltrattamenti subiti da alcune novizie nell’Abbazia di Farfa.
L’ordine delle Brigidine conta
attualmente 600 religiose e 45 comunità sparse in tutto il mondo. Abbadessa
generale dell’ordine da 24 anni, Madre Tekla Famiglietti è stata riconfermata
nella carica per ulteriori sei anni lo scorso 2 febbraio.
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E’
MORTO OGGI IL CARDINALE OPILIO ROSSI,
PRESIDENTE EMERITO DELLA COMMISSIONE
CARDINALIZIA
PER I
PONTIFICI SANTUARI DI POMPEI, LORETO E BARI. AVEVA 93 ANNI.
E' morto oggi il cardinale Opilio Rossi, 93 anni,
presidente emerito della Commissione
cardinalizia per i Pontifici santuari di Pompei, Loreto e Bari.
Il Papa in un telegramma inviato ad una sua familiare ha espresso
le sue “più sentite condoglianze” per la scomparsa del porporato “per tanti
anni fedele collaboratore della Santa Sede”. “Elevo fervide preghiere a Dio
Padre di misericordia – scrive Giovanni Paolo II - perché accolga questo
zelante servitore del Vangelo concedendogli il premio eterno promesso ai
giusti”.
Nato a New York il 14 maggio 1910, il cardinale Opilio Rossi
ha studiato al collegio Alberoni di Piacenza e si è laureato a Roma in diritto
canonico nell'istituto giuridico Sant'Apollinare con una tesi su San Basilio.
Ordinato sacerdote nel 1933, quattro anni dopo è entrato nel servizio
diplomatico della Santa Sede. E’ stato uditore di nunziatura a Berlino dal 1940
al 1945. Nunzio in Ecuador, in Cile e, dal 1961 al 1974, in Austria: in questo
periodo ha dato un impulso particolare alle relazioni tra l'Austria e la Santa
Sede, siglando, tra l'altro, l'accordo relativo all'insegnamento della relig\ione
nelle scuole pubbliche. Fu creato cardinale nel 1976 da Paolo VI. Tra gli
incarichi ricoperti in Curia, la presidenza del Pontificio Consiglio per i
Laici, del Comitato per la Famiglia e del Pontificio Comitato per i congressi
eucaristici internazionali dal 1983 al 1990.
Con la sua morte il collegio cardinalizio scende a 192
porporati, di cui 129 elettori.
IL CARDINALE LOZANO BARRAGAN HA
INAUGURATO QUESTA MATTINA
CON UNA MESSA A LOURDES LE
CELEBRAZIONI
PER LA XII GIORNATA MONDIALE DEL
MALATO
- Intervista con il porporato -
Il cardinale Javier Lozano Barragan, in qualità di inviato
del Papa, ha aperto questa mattina con una messa solenne nel Santuario mariano
di Lourdes le celebrazioni per la XII Giornata Mondiale del Malato, che
culmineranno l’11 febbraio prossimo, nella memoria della Be+ata Vergine di
Lourdes. All’evento, che cade nel 150.mo anniversario della proclamazione del
dogma dell’Immacolata Concezione, si è riferito ieri anche il Papa durante
l’Angelus in Piazza San Pietro. Giovanni Paolo II ha parlato dello stretto
legame “che unisce la Madonna di Lourdes al mondo della sofferenza e della
malattia”: “l’Immacolata Concezione – ha detto – è infatti la primizia della
redenzione compiuta da Cristo e pegno della sua vittoria sul male”. E per
questo Lourdes “è diventata nel corso degli anni un’autentica cittadella della
vita e della speranza”. Ma su queste parole del Papa ascoltiamo il commento
dello stesso cardinale Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per
la pastorale della salute, al microfono di Giovanni Peduto.
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R. – Ricordiamo due concetti: la
salute è armonia, più che carenza di malattia. L’Immacolata, da parte sua, è
armonia. Immacolata e salute, dunque, coincidono. Il messaggio dell’Immacolata
è il messaggio dell’armonia e perciò della salute. Questo è il nucleo del
messaggio del Santo Padre e il nucleo della finalità, dell’obiettivo della
nostra celebrazione nel 150.mo anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata
Concezione. E anche questa è la ragione per la quale specialmente a Lourdes la
Madonna vuole offrire la salute, come carenza di malattie a volte – e questo
non è ordinario – e sempre come pace, equilibrio, armonia, cioè come vera
salute.
D. – Maria
intercede per la salute del corpo e per la salvezza dell’anima. Come si deve
pregare Maria?
R. – Si deve
pregare Maria secondo lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo fece di Lei una discepola
ubbidiente fino all’ultimo apice della sua vita, all’ispirazione dello Spirito.
La preghiera, dunque, a Lourdes e in qualsiasi parte della terra deve essere
sempre guidata dall’ispirazione dello Spirito Santo.
D. – Cosa direbbe,
Eminenza, a quanti sono malati e soffrono senza sapere perché?
R. – Che cerchino
la luce, per sapere perchè. La luce è lo Spirito e senza lo Spirito Santo non
si può capire nulla. Lo Spirito Santo li condurrà propriamente al volto
sofferente di Cristo nella Croce e allo stesso tempo gioioso. Questo è l’apice
dell’insegnamento di Giovanni Paolo II, sul senso del dolore, della morte e
della malattia. L’ultima parola però non è la Croce, non è il male, ma è la Risurrezione.
Non siamo sadici che cerchiamo la sofferenza per la sofferenza, ma cerchiamo la
gioia, il benessere, la felicità. La Croce però è assolutamente necessaria per
arrivare alla Risurrezione.
D. – Eminenza,
torniamo a Lourdes: quale messaggio da quel santuario?
R. – Il messaggio
dal santuario è quello dell’Immacolata. Noi come figli di Dio dobbiamo accostarci
alla nostra madre, Maria. Il messaggio è allora armonia, è allora affetto, tenerezza,
amore verso il Signore Gesù; è una pace che solo Lui ci può dare e che è sanante.
Questa è l’unica maniera per far fronte alle malattie e ai disagi che troviamo
nella vita.
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ALTRE UDIENZE
Nel
corso della mattinata, il Santo Padre ha ricevuto in successive udienze un
gruppo di presuli francesi in Visita ad limina; l’arcivescovo
Stanisław Ryłko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, con
mons. Josef Clemens e il prof. Guzmán Carriquiry, rispettivamente segretario e
sottosegretario del medesimo Pontificio Consiglio.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina il titolo "Lourdes:
quella polla d'acqua...": all'Angelus Giovanni Paolo II ricorda che l'11
febbraio si terrà la Giornata Mondiale del Malato.
Nelle vaticane, nel discorso al
Capitolo Generale dell'Ordine del SS.mo Salvatore di Santa Brigida, il Papa ha
evidenziato che le religiose sono "specialiste dello spirito" per
essere dappertutto costruttrici infaticabili del "grande ecumenismo della
carità".
Al termine dell'Angelus, il
saluto del Santo Padre ai lavoratori delle acciaierie di Terni: "Vi sono
vicino nella presente difficoltà ed auspico una soluzione equa per voi e per le
vostre famiglie".
La dettagliata biografia del
compianto cardinale Opilio Rossi; il telegramma di cordoglio del Santo Padre.
Nelle estere, Turchia, a Konya due vite strappate
alle macerie, ad una settimana dal crollo di un edificio di undici piani.
Haiti: saccheggi nel porto di Saint Marc; il governo
denuncia un colpo di Stato.
Nella pagina culturale, un contributo di Agnese
Pellegrini dal titolo "Nostalgia di Antigone": alle origini della
cultura dell'Occidente.
Nelle pagine italiane, in rilievo il tema della
sanità.
9 febbraio 2004
NUOVI
COMMENTI DOPO L’APPELLO LANCIATO DAL PONTIFICIO CONSIGLIO “COR UNUM” AD
ABBASSARE IL PREZZO DEI FARMACI ANTI AIDS NEI PAESI POVERI
-
Intervista con Leonardo Palombi -
L’Aids può essere fermato abbassando il prezzo dei farmaci
salvavita. Questo l’appello lanciato qualche giorno fa dall’arcivescovo Paul
Josef Cordes, presidente del Pontifcio Consiglio “Cor unum” durante la presentazione
del messaggio del Papa per la Quaresima. L’invito ha suscitato numerose
reazioni, in particolare quelle delle case farmaceutiche, ma anche l’intervento
di organizzazioni non governative, come Medici Senza Frontiere, che hanno
sottolineato come l’alto costo dei
farmaci non consente una loro adeguata distribuzione nei Paesi più poveri. Ma è
davvero possibile abbassare il prezzo dei farmaci? Giancarlo La Vella lo ha chiesto
a Leonardo Palombi, che si occupa del progetto Dream-anti-aids promosso dalla
Comunità di Sant’Egidio in Africa:
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R. – Credo
senz’altro di sì. In tutto il continente africano gran parte della popolazione
vive sotto la soglia della povertà: ha cioè a disposizione come reddito
individuale meno di un dollaro al giorno, laddove i farmaci generici costano
circa 90 centesimi di dollaro al giorno. Sarebbe, quindi, veramente impensabile
poter curare milioni e milioni di persone, togliendo loro il 90 per cento di
reddito. Al tempo stesso questo problema dei costi non riguarda soltanto i
farmaci, riguarda infatti anche – ad esempio – i diagnostici: per la terapia
dell’Aids c’è bisogno di una diagnostica che comporta l’utilizzo di analisi sofisticate,
che sono analisi che costano ancora oggi molti dollari l’una. Inoltre ritengo
che ostinarsi a mantenere questi prezzi ancora al di sopra di quelle che sono
le possibilità dell’abitante medio del continente africano è, secondo me, anche
un modo di tener chiuso un mercato.
D. – I prezzi
elevati funzionano in una logica economica, ma guardando ad una logica di tipo
umanitario a questo punto bisognerebbe creare un piano di distribuzione a
prezzi controllati per il quale c’è
bisogno dell’intervento di tutta la comunità internazionale?
R. – Sì,
assolutamente! C’è bisogno di tutti perché purtroppo non è nemmeno del tutto
vero che il discorso sul prezzo dei farmaci sia l’unico ostacolo. E’ certamente
un ostacolo molto rilevante ma è anche vero che c’è bisogno di tutti per mettere
in piedi una serie di procedure e di servizi molto sofisticati, all’interno dei
quali i farmaci possono essere erogati.
D. – Se la
penicillina fosse stata scoperta oggi avrebbe avuto difficoltà di diffusione rispetto
a quando venne scoperta?
R. – Devo dirle che
penso di sì. In un mercato così strutturato, la penicillina certamente avrebbe
avuto vita più difficile.
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PUBBLICATO
IL NUOVO ANNUARIO CATTOLICO D’ITALIA 2004: 600MILA DATI PER
PRESENTARE
L’AZIONE PASTORALE E SOCIALE DELLA CHIESA ITALIANA
-
Intervista con Giordano Treveri Gennari -
600 mila dati e indirizzi di tutte le forze in campo
dell’azione pastorale e sociale della Chiesa in Italia. Sono le voci contenute
nel nuovo “Annuario Cattolico d’Italia 2004”, pubblicato in questi giorni
dall’Editoriale Italiana. Quali le novità di questa XXVII edizione? Ne abbiamo
parlato con il direttore, Giordano Treveri Gennari. L’intervista è di Giovanna
Bove:
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R. - Importante novità di questa
edizione è l’uscita in contemporanea della versione informatica su cd-rom,
utile soprattutto per coloro che vogliono approfondire questa grande realtà che
è il mondo cattolico in Italia.
D. - Circa 1500
pagine di informazione sull’attività della Chiesa italiana, una sorta di
censimento?
R. - E’ un
censimento che cerchiamo di fare in maniera sempre più scrupolosa. Come sempre
emerge l’impegno della Chiesa, sul piano pastorale religioso e sociale, svolto
da 225 diocesi, 25 mila parrocchie, 800 case generalizie, 20 mila comunità
religiose, oltre 10 mila scuole, case di esercizi, 2 mila santuari, oltre 500
monasteri, editori, periodici, librerie e quant’altro.
D. - Di tutto
questo che cosa si trova nell’annuario?
R. – Per gli enti
più importanti brevi cenni storici e poi tutto il quadro operativo,
organizzativo: via, numero di telefono, email, fax…
D. – L’annuario
cattolico d’Italia offre anche una panoramica sui servizi che vedono impegnati
i laici cattolici…
R. – Si scopre,
sfogliando le pagine, la validità e l’attualità del ruolo di supplenza, ancora
una volta, della Chiesa, rispetto all’impegno sociale degli organismi pubblici.
Lei vede che dalla grande realtà, dalla grande città, alla più remota e piccola
comunità o piccolo centro, si registrano migliaia e migliaia di opere,
strutture, che offrono assistenza infermieristica, ambulatoriale, accoglienza a
tossicodipendenti, minori, emarginati, extracomunitari, anziani, giovani madri,
giovani vittime della prostituzione. E tutto ciò secondo una linea radicalmente
nuova, che è propria dei nostri giorni, di coinvolgere i laici e valorizzarli
nella gestione di questi servizi.
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IERI
POMERIGGIO A BERLINO LA CONSEGNA DEL PREMIO TEMPLETON
PER IL
MIGLIOR FILM EUROPEO ALLA PELLICOLA “IL RITORNO”
Il
“Premio Templeton per il miglior film europeo” è stato consegnato ieri
pomeriggio nell’ambito della 54ma Berlinale. Riconoscimento che quest’anno è
andato alla pellicola del regista russo Andrey Zvyagintsev, intolata “Il ritorno”.
Il servizio di Luca Pellegrini
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Dopo
aver ricevuto a Venezia il Leone d’Oro per il miglior film, cui si sono
aggiunti il premio della giuria cattolica Signis e quello “Sergio Trasatti”
dell’Ente dello Spettacolo, Il ritorno
- primo, solidissimo lungometraggio del giovane russo Andrey Zvyagintsev - si
assicura anche il Premio Templeton per il miglior film europeo, assegnato da
una giuria ecumenica formata da rappresentanti dell’Organizzazione
internazionale “Interfilm” e dalla Conferenza delle Chiese Europee, nel corso
del Forum culturale ospitato nella chiesa di San Matteo a Berlino, proprio
durante lo svolgimento del celeberrimo e prestigioso Festival tedesco. Il nuovo
riconoscimento a questo splendido film ha, dunque, un forte sapore europeo ed
una pregnante valenza culturale e religiosa.
Nella
storia di Andrey e di Ivan - due fratelli ricchi di intuito e di fragilità, che
si trovano a vivere pochi giorni di viaggio con un padre non amato e sconosciuto,
per ricostruire un rapporto di conoscenza e di superiore affinità spirituale -
i giurati hanno giustamente scorto profondi aneliti spirituali distesi nel
racconto infarcito di simboli cristiani. Se la vicenda si conclude con la
drammatica presa di coscienza della realtà della vita e della morte, in essa
non si trova pessimismo ma il senso di una inestinguibile sete di verità.
Questa
ricerca di verità e di eternità, di amore e di comprensione, questa sete di
conoscenza reciproca, di progresso spirituale, insieme al desiderio inespresso
di una dimensione più profonda dei vincoli familiari - e che scopriamo nei
silenzi, negli sguardi dei protagonisti e nella natura livida descritti dal
film - ci riportano alle radici stesse dell’esperienza spirituale e religiosa
comune a tutte le chiese cristiane e a quell’Europa che su di esse è nata e
cresciuta nei secoli.
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9 febbraio 2004
UN MILIONE DI EURO: E’ IL TOTALE RAGGIUNTO DALLE
DONAZIONI DEI CARDINALI
DI TUTTO IL MONDO, NELLA COLLETTA PER IL 25.MO DI
PONTIFICATO.
LA SOMMA E’ GIA’ STATA DESTINATA DA GIOVANNI PAOLO
II ALLA TERRA SANTA
CITTA' DEL VATICANO. = Ha
raggiunto la cifra di un milione di euro la somma raccolta dai cardinali per i
25 anni di pontificato di Giovanni Paolo II. Il Papa ha destinato l'intera
somma alla comunità cattolica della Terra Santa, duramente provata da anni di
conflitto interno. Dell'iniziativa, si era fatto promotore - con una lettera
inviata a settembre 2003 ai membri del Sacro Collegio - il decano dei
porporati, il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la
Dottrina della fede. Lo scorso 18 ottobre, in occasione dei festeggiamenti
ufficiali per i 25 anni di Pontificato, era stato reso noto un primo bilancio
della raccolta: 750 mila euro. Ma è stato lo stesso cardinale Ratzinger,
secondo un’informazione diffusa dall’Ansa, a comunicare pochi giorni fa al
Collegio cardinalizio il raggiungimento del milione di euro, consentito
dall’arrivo di successive donazioni. (A.D.C.)
LE DIOCESI ITALIANE ORGANIZZINO PELLEGRINAGGI IN
TERRA SANTA,
PER SOSTENERE L’ECONOMIA DELL’AREA MESSA IN
PERICOLO DALLA CRISI MEDIORIENTALE: E’ L’INVITO RIVOLTO DALLA CEI E DALL’OPERA
ROMANA PELLEGRINAGGI, CHE CELEBRA CON UN CONVEGNO A ROMA I SUOI 70 ANNI DI
ATTIVITA’
ROMA. = Un pellegrinaggio in
Terra Santa per ogni diocesi italiana salverebbe l’economia dei luoghi in cui
visse Gesù, che fanno del turismo la loro fonte primaria di sussistenza. Il
turismo è in drastico calo per via del conflitto israelo-palestinese. I vescovi
italiani, e con loro l’Opera romana pellegrinaggi, si mobilitano per realizzare
quello che è stato definito un “Piano Marshall” in favore della Terra Santa. Il
punto sulle iniziative messe in cantiere dai vescovi italiani è stato fatto
questa mattina durante i lavori del 12.mo Convegno nazionale dell'Opr, l’Opera
Romana Pellegrinaggi, in corso alla Domus Pacis. Giunta nel 2004 al 70.mo anno
di attività, l’Opr ha inviato una lettera a tutti i parroci italiani - che si
affianca ad un’analoga missiva spedita ai vescovi dal segretario della Cei,
mons. Betori – per esortare diocesi e parrocchie a organizzare un fitto
calendario di pellegrinaggi. “In Italia ci sono 230 diocesi - ha osservato
l’amministratore delegato dell’Opr, mons. Liberio Andreatta - e se ogni diocesi
organizzasse un gruppo potrebbero esserci pellegrinaggi italiani in Terra Santa
per tutto l'anno. Questo sarebbe un vero e proprio piano Marshall degli stessi
vescovi per salvare la Terra Santa e la sua economia”. In quest'ottica, l'Opera
Romana Pellegrinaggi ha già fissato degli appuntamenti: dal 20 al 24 aprile
circa 200 persone tra coordinatori dell'Opr e fedeli romani parteciperanno a un
pellegrinaggio guidato dal Vicario di Roma, cardinale Camillo Ruini, che
prevede anche una maratona da Betlemme a Gerusalemme. Anche la Regione Veneto,
tra le altre, parteciperà ad un pellegrinaggio, guidato dal cardinale Marco
Ce', che porterà nei luoghi santi tutti gli amministratori della regione. Il
simbolo del viaggio sarà il Ponte di Rialto, emblema di tutti i ponti che si
possono costruire tra gli uomini. (A.D.C.)
SECONDO
L’ULTIMO BILANCIO DELLA COMMISSIONE DELL’ONU,
CINA E
INDIA ENTRO DIECI ANNI POTREBBERO DIMEZZARE LA POVERTA’
BANGKOK.
= Sono positive le previsioni per Cina, India, Malesia e Thailandia in materia
di riduzione della povertà. Entro il 2015, questi Paesi potrebbero raggiungere
gli “otto obiettivi di sviluppo per il millennio” stabiliti nel 2000 dalle
Nazioni Unite. Lo ha riferito il segretario esecutivo della Commissione
economica e sociale dell’Onu per l’Asia e il Pacifico, Kim Hak-Su,
sottolineando in particolare come India e Cina abbiano registrato, dal 2000 ad oggi, una crescita
economica annuale di oltre il 6 per cento. Un quadro positivo che sembra
preannunciare - ha spiegato Kim – risultati concreti grazie soprattutto agli
sforzi delle nazioni asiatiche, “incentrati su una buona visione e
programmazione a lungo termine, con incentivi per investimenti stranieri e con
l’adozione di politiche sociali in favore della popolazione più povera”.
Tuttavia, altri Stati asiatici, come Cambogia, Laos, Nepal, Corea del Nord,
Bangladesh, Myanmar (ex Birmania), Afghanistan e diverse isole dell’Oceano
Pacifico, rimangono ancora estranee al raggiungimento degli obiettivi di
sviluppo. Nonostante l’ottimismo relativo a Cina e India, Kim Hak-Su ha
precisato che il raggiungimento di determinate mete economiche potrebbe
implicare conseguenze negative indirette, come l’inquinamento dovuto ad una
maggiore attività industriale. Infine, ha concluso rivolgendo il suo appello
per una maggiore attenzione alle disparità sociali. (F.C.)
APPELLO DEL PAM IN FAVORE DELLA COREA DEL NORD:
SENZA NUOVI AIUTI UMANITARI, MILIONI DI PERSONE
RISCHIANO LA MORTE PER FAME
PECHINO. = Il Pam, Programma
alimentare mondiale dell’Onu, ha lanciato oggi un appello ai Paesi donatori
impegnati in Corea del Nord per evitare “drammatiche sofferenze” a milioni di
persone seriamente minacciate dalla malnutrizione. Parlando in una conferenza
stampa a Pechino, Masood Hyder, il responsabile del Pam per la Corea del Nord,
ha detto che l'organismo umanitario delle Nazioni Unite sarà in grado di
aiutare non più di centomila dei quasi sette milioni di nordcoreani se non vi
saranno nuovi contributi da parte degli Stati ricchi. Hyder ha ricordato che
gli orfanotrofi hanno già ridotto i pasti dei bambini da tre a due al giorno e
ha aggiunto che i passi in avanti fatti a fatica negli anni scorsi rischiano di
essere completamente vanificati. La drammatica situazione economica della Corea
del Nord è aggravata dalla crisi internazionale sul programma nucleare di
Pyongyang che gli Usa hanno chiesto venga abbandonato in modo irreversibile.
Una seconda tornata di colloqui a sei - le due Coree oltre ad Usa, Cina,
Giappone e Russia - sul problema del nucleare si terrà a partire dal 25
febbraio a Pechino. Il primo round dei negoziati si è tenuto lo scorso agosto e
si è concluso senza risultati di rilievo. (A.D.C.)
LIBERATO
IL COLLABORATORE TEDESCO DELL’ONU
RAPITO A FINE GENNAIO IN SOMALIA DAI RIBELLI
DELL’”ALLEANZA
DELLA VALLE DEL GIUBA”
NAIROBI. = Si trova già in Kenya, dove ha raggiunto
la moglie e i figli, Rolf Helmrich, il collaboratore delle Nazioni Unite rapito
a fine gennaio in Somalia. Lo riferiscono fonti dell'Onu, precisando che
Helmrich, rimasto nelle mani dei suoi sequestratori dieci giorni, è stato
liberato domenica, quando è stato riportato ai suoi colleghi della città di Kisimayo
(Somalia Merdionale) dagli uomini della milizia che controlla la zona,
l'Alleanza della valle del Giuba (Jva). Il capo del gruppo armato ha poi
spiegato alla stampa di aver trattato a lungo con i rapitori per il rilascio
dell'operatore dell'Onu. In un comunicato diffuso la scorsa settimana da
Ginevra, l'esperto dell'Onu di diritti umani per la Somalia, Ghanim Alnajjar,
aveva condannato fermamente il sequestro di Helmrich, definendolo una
“violazione del diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza” garantito
dalla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Nella nota, Alnajjar
aveva sottolineato come “gli operatori umanitari devono essere lasciati nelle
condizioni di operare” lanciando un appello alle autorità e a tutti i gruppi
armati somali affinché garantiscano la sicurezza al personale umanitario. Per
arginare il fenomeno, l'Onu ha deciso di non pagare mai i riscatti e, in alcuni
casi, per fare pressione sui sequestratori è arrivata a sospendere le proprie
operazioni nelle zone in cui si sono verificati i rapimenti. (A.D.C.)
INIZIATA
OGGI IN MALESIA, LA SETTIMA CONFERENZA INTERNAZIONALE SULLA DIVERSITA’
BIOLOGICA. ALLO STUDIO MISURE PER ARGINARE LA PROGRESSIVA ESTINZIONE DI
NUMEROSE SPECIE VEGETALI E ANIMALI
KUALA LUMPUR. = Si apre oggi, per chiudersi il 20 febbraio
a Kuala Lumpur (Malesia), la Settima Conferenza delle Parti della Convenzione
sulla Diversità Biologica. Ratificata da 187 Paesi, tra cui l'Italia, la
Convenzione rappresenta la prima azione concreta dei governi di tutto il mondo
per arrestare il progressivo impoverimento della vita sul pianeta. Secondo i
maggiori esperti il ritmo di scomparsa delle specie è aumentato da 100 a 1.000
volte rispetto ai tassi di estinzione naturale a causa delle attività umane.
Oggi sono oltre 12 mila le specie animali e vegetali minacciate di estinzione
secondo l'IUCN (Unione Mondiale della Conservazione), mentre 762 specie animali
e vegetali sono considerate estinte negli ultimi 500 anni. Le questioni
prioritarie all'ordine del giorno del Summit comprendono la diversità biologica
degli ecosistemi montani, il ruolo delle aree protette per la conservazione
della diversità, il trasferimento di tecnologie e la cooperazione tecnologica,
nonché il raggiungimento dell'obiettivo, fissato nel corso della sesta
riunione, di ridurre sensibilmente entro il 2010 il tasso di perdita della
biodiversità. Altro tema prioritario è lo sviluppo delle aree protette marine
per la conservazione della vita negli oceani. Al meeting di Kuala Lumpur, che
segna il decimo anniversario dell'entrata in vigore della Convenzione, verrà
sottolineata l'importanza e l'urgenza di agire per salvare la biodiversità del
pianeta, oggi fortemente minacciata. Fino ad oggi, la Conferenza delle Parti ha
tenuto 6 riunioni ordinarie ed una straordinaria per adottare il Protocollo
sulla Biosicurezza. (A.D.C.)
9
febbraio 2004
- A cura di Amedeo Lomonaco -
• Il premier palestinese, Ahmed
Qorei, noto anche come Abu Ala, incontrerà domani a Roma il presidente del
Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, mentre il giorno 12 sarà ricevuto in Vaticano
da Giovanni Paolo II. Si tratta della prima tappa di un tour europeo che toccherà
anche Dublino, Londra, Berlino, Parigi e Bruxelles. A fine febbraio, invece, Ahmed
Qorei vedrà il premier israeliano Sharon per definire un possibile piano di
pace che prevede, tra l’altro, le proposte di quest’ultimo sul ritiro dei coloni
dai Territori. Ma quali sono gli scopi del viaggio di Ahmed Qorei in Europa?
Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Antonio Ferrari, inviato speciale del Corriere
della Sera, esperto di Medio Oriente:
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R. – Abu Ala compie
questo viaggio con l’obiettivo di ottenere un sostegno politico da parte
dell’Unione Europea, che negli ultimi tempi era rimasta abbastanza ai margini
del conflitto palestinese-israeliano e un sostegno economico perché la situazione
attuale all’interno dell’autorità nazionale palestinese è una situazione
difficile e quindi ha bisogno anche, appunto, di questo sostegno.
D. – Le inattese
aperture del premier israeliano Sharon sul ritiro dei coloni israeliani dai
territori e allo stesso tempo la riconferma del muro di divisione tra territorio
israeliano e la Cisgiordania: Abu Ala riuscirà a coinvolgere l’Europa su queste
che sono le questioni più calde della crisi israelo-palestinese?
R. – Abu Ala in
questo momento si sta muovendo tra la necessità di dover dire di sì, perché la proposta
è suggestiva: lo smantellamento delle colonia nella Striscia di Gaza è chiaro
che favorisce la possibilità di dare quasi un confine preciso per quanto riguarda
Gaza. E’ chiaro che diventa assai più complicato per quanto riguarda la Cisgiordania.
Sharon ha continuato a dire che il muro non è intoccabile, che non è un confine
politico tra lo Stato di Israele e quello che dovrà essere probabilmente il
futuro Stato palestinese e che quindi, sulla base della migliorata sicurezza di
Israele, potrà anche essere smantellato. Certo, Abu Ala teme che si realizzi
invece l’esatto contrario, e cioè che questo muro possa diventare una frontiera
definitiva tra i due Paesi.
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• In Russia per qualche momento è
stato dato per ritrovato, vivo e vegeto, il candidato presidenziale Ivan Rybkin
scomparso da quattro giorni, ma a sostenerlo è stato solo il deputato Ghennadi
Gudkov in base a informazioni ricevute.
Di certo c’è che la procura generale ha annullato oggi l'inchiesta
aperta dalla procura di Mosca sulla scomparsa dell’ex presidente della
Duma, considerato il braccio politico
dell'oligarca ribelle Boris Berezovski. L’inchiesta era stata avviata per omicidio
premeditato ma è stata ritenuta “intempestiva”. Ci spiega perché, nel servizio,
Fausta Speranza:
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La procura generale
sostiene che la Procura di Mosca si è mossa troppo presto, prima di un'indagine
appropriata. Resta il fatto che da 4 giorni familiari e collaboratori non hanno
più alcun contatto con l’uomo che veniva visto come uno dei candidati più
deboli tra i debolissimi sei in corsa
per la poltrona di presidente, ma certamente uno dei più duri nel criticare la
politica di Vladimir Putin in relazione alla guerra in Cecenia. La sua
scomparsa viene registrata formalmente
proprio nel giorno in cui la Commissione elettorale centrale completa
l’elenco dei pretendenti in vista del voto del prossimo 15 marzo. E’ solo una
curiosità che aiuta a dire quanto l’ombra di un candidato scomparso si faccia
ingombrante nella campagna elettorale che sembrava scivolare facilmente verso
l’annunciato trionfo di Putin. E in queste ore si ribadisce che il capo dello
Stato è forte di un'autentica popolarità, di un 70-80% di consensi, ma anche
dell'appoggio della macchina del potere, del controllo pubblico delle tv e dei
settori del business. Si ricordano le critiche feroci che Rybkin non gli ha
risparmiato fino ai giorni scorsi.
Intanto, secondo la stampa russa il numero delle vittime dell'attentato
al metrò di Mosca, giorni fa, non sarebbe di 39 morti, come indicato dalle
autorità, ma di oltre 100. La Cecenia è la spina nel fianco di Putin. Ma
impegnativa è anche la situazione della Georgia, che vive un particolare
momento di transizione. E domani, a Mosca è atteso il neo presidente
Saakachvili per la sua prima visita ufficiale in Russia. Qualunque forma di
nuova collaborazione con il Cremlino contiene l’intenzione di arginare le
spinte separatiste che minano la Repubblica caucasica.
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• “Una
strenua difesa della decisione di attaccare l’Iraq”. Questa è stata la linea
dell’intervento televisivo di ieri del presidente statunitense Bush. “Non ha
importanza se Saddam Hussein fosse o non in possesso di armi di distruzione di
massa - ha aggiunto il capo della Casa Bianca - ma gli Stati Uniti hanno comunque
evitato che fornisse ordigni nucleari ai terroristi”.
• Negli Stati Uniti prosegue la
marcia del senatore democratico John Kerry verso la sua candidatura alla Casa
Bianca. Il probabile avversario di Bush alle presidenziali che si terranno nel
prossimo mese di novembre ha infatti ottenuto in questa fine settimana tre
nuove affermazioni negli Stati del Michigan, Washington e Maine, ottenendo
circa il 50 per cento dei consensi e distanziando nettamente l’ex governatore
del Vermont, Howard Dean. Domani si vota ancora in Virginia e Tennessee.
• Tre deputati riformisti iraniani -
che avevano ottenuto di potersi candidare alle politiche del 20 febbraio -
hanno rinunciato a partecipare alle consultazioni. La decisione dei candidati
vicini al presidente Kathami di boicottare delle elezioni giudicate
“anti-democratiche” è giunta il giorno dopo che centinaia di studenti hanno
manifestato nelle università di Teheran, chiedendo alla popolazione di non
andare alle urne.
• Ad
Haiti, Paese abitato da circa 7 milioni di persone in maggioranza cattoliche,
continua l’insurrezione contro il presidente Jean Bertrand Aristide: gruppi
armati, con l’apparente appoggio di parte della popolazione, hanno ormai il controllo
di due città e di qualche centro minore. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
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Un braccio di ferro
dalle conseguenze incalcolabili per la stabilità democratica di Haiti e due
città in mano ai rivoltosi. E’ questo l’intricato scenario del Paese centroamericano
dove giovedì scorso gruppi dell’opposizione hanno prima preso il controllo di
Les Gonaives, quarta città dell’isola, e successivamente occupato la località
portuale di Saint Marc, teatro di un grave incendio che ieri ha causato la
morte di due persone. Il bilancio degli scontri è ancora provvisorio: secondo
alcune emittenti radiofoniche di Port au Prince 14 agenti sarebbero stati
uccisi ma l’agenzia di stampa ufficiale di Haiti ha rivelato che un solo agente
è deceduto e che l’opposizione avrebbe subito “gravi perdite”. Fonti
governative hanno inoltre aggiunto che i ribelli hanno attaccato, nella notte
tra sabato e domenica, il commissariato di Gran Goave, città a 40 chilometri
dalla capitale, dove avrebbero anche sequestrato due giornalisti. I rivoltosi appartengono al
Fronte di resistenza di Artibonite, una formazione che dopo essere stata vicina
al presidente haitiano, Jean Bertrand Aristide, ha successivamente attribuito
all’esecutivo la responsabilità dell’assassinio del suo leder, Amiot Metayer,
trovato morto lo scorso mese di settembre in circostanze poco chiare.
L’operazione dei militanti del Fronte a Les Gonaives ha una grande rilevanza
tattica ma anche simbolica perché è in questa città che, il primo gennaio del
1804, è stata proclamata l’indipendenza del Paese. E sempre da Les Goinaives è
partita, nel 1985, la rivolta che l’anno seguente ha portato alla caduta del
dittatore Jean Claude Duvalier. Il capo di Stato Aristide ha ribadito, in una
intervista alla tv americana Cnn, che non è sua intenzione convocare
elezioni anticipate poiché il suo mandato costituzionale scade nel 2006.
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• In Italia
lo scontro tra governo e magistratura potrebbe portare, l’11 ed il 12 marzo
prossimi, a due giorni di sciopero dei giudici contro la
riforma della giustizia proposta dal guardasigilli, Roberto Castelli. Ma
nel Paese i disagi toccano, oggi, anche altri settori. La compagnia aerea Alitalia ha infatti
annunciato la cancellazione di 159 voli in seguito alle proteste contro il
piano di ristrutturazione dell’azienda. Il mondo della sanità ha inoltre
indetto uno sciopero che riguarda medici, veterinari, radiologi e
amministrativi; saranno comunque garantiti gli interventi
di emergenza, le attività del pronto soccorso e dei reparti di rianimazione.
Si protesta non solo per il mancato rinnovo del contratto ma anche per il rischio
di una possibile frammentazione del sistema sanitario nazionale per effetto
della riforma federalista in discussione in Parlamento. Su questo sciopero Debora
Donnini ha chiesto il parere del presidente dell’Associazione medici cattolici
italiani, il prof. Domenico Di Virgilio:
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R. – Noi possiamo condividere le
motivazioni, per esempio quella di ripristinare una dignità professionale che
forse è stata offesa da un’eccessiva burocratizzazione. Possiamo comprendere la
delusione per un appiattimento professionale. Probabilmente i meriti, in questi
anni, sono stati calpestati da decisioni troppo politicizzate. Possiamo anche
condividere le preoccupazioni economiche, sia individuali, perché il contratto
non viene rinnovato da oltre due anni, sia per un finanziamento adeguato del
servizio sanitario nazionale. Non condividiamo, invece, il metodo. Pensiamo,
come Associazione dei medici cattolici, che non sia lo sciopero l’arma per
rivendicare i propri diritti. Esistono delle forme alternative, come quella di
incidere attraverso i mass media. Dormiamo nelle corsie e non occupiamo.
Dormiamo vicino agli ammalati per far notare una nostra protesta. Bisogna
mettere al centro l’uomo. Se noi mettiamo al centro l’uomo, non rinunciamo alle
nostre rivendicazioni, ma le manifestiamo in modo diverso da quello
dell’astensione dal lavoro.
D. – Si
sottolineano però i rischi legati alla devolution, e cioè che i cittadini abbiano
un trattamento diverso a seconda delle regioni…
R. – Le regioni già
oggi, indipendentemente dalle nuove normative della nuova devolution, di cui si
parla, sono per il 90 per cento autonome nelle loro decisioni. Noi dobbiamo
fare in modo che il cittadino, ovunque lui abiti – regioni ricche o regioni
povere – abbia un’assistenza non solo per il minimo garantito, ma per tutto ciò
di cui necessita. D’altronde i livelli essenziali di assistenza sono proprio un
metodo perché il cittadino abbia quelle garanzie dappertutto.
D. – Ma riguardo al
finanziamento del sistema sanitario nazionale, ci sono rischi?
R. – Noi non
vediamo rischi in questi livelli essenziali di assistenza. Certamente il
momento economico del Paese, e anche mondiale, è molto particolare, perché la
crescita del Pil è inferiore alle attese. Quindi, questo può essere il pericolo.
Da medico cattolico, da presidente di questa associazione, faccio un appello al
governo, perché eventualmente tagli in altri campi, ma non tagli nella sanità.
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• E’ in salita la strada della riconciliazione tra governo filippino
e ribelli comunisti. L’uccisione di tre ribelli, l’arresto di un quarto da
parte dei militari e l’invito a continuare la lotta di un leader guerrigliero
comunista rendono infatti difficili i negoziati di pace previsti domani in
Norvegia.
• Con
la morte di un giovane in Vietnam è salito a 19 il numero di persone morte in
Asia a causa della cosiddetta influenza dei polli. Una nuova località cinese,
la città di Tianjin, 120 km a Sud di Pechino, è stata intanto colpita
dall’influenza.
• Un tragico incidente ha colpito la
Cina dove almeno ventinove persone sono morte a causa di un’esplosione avvenuta
in una miniera della provincia del Shanxi.
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