RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 36 - Testo della
Trasmissione di giovedì 5 febbraio 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
In Angola importante progetto congiunto di Chiesa e governo nel
settore dell’educazione
Parte
oggi la 54.ma edizione del Festival del cinema di Berlino
Interrogato il premier israeliano, Sharon, in
relazione alle inchieste di corruzione
Preoccupazione dopo la confessione del
“padre”dell’atomica pachistana di aver collaborato con Paesi stranieri
A New Delhi, il quarto convegno sullo sviluppo
sostenibile
5 febbraio 2004
MAI LA
VIOLENZA IN NOME DELLA RELIGIONE: IL PAPA LO HA RIBADITO STAMANI
RICEVENDO IN VATICANO UNA DELEGAZIONE DEL
COMITATO EBRAICO AMERICANO. GIOVANNI PAOLO II HA AUSPICATO UNA SOLUZIONE
PACIFICA DELLA CRISI
IN MEDIO ORIENTE NEL RISPETTO DEI DIRITTI DI
ISRAELIANI E PALESTINESI
- Il
servizio di Alessandro Gisotti -
E’
urgente ribadire la più netta condanna del razzismo e dell’antisemi-tismo: è
quanto affermato stamani da Giovanni Paolo II incontrando in Vaticano una
delegazione del Comitato ebraico americano (American Jewish Committee).
Il Papa non ha mancato di rivolgere l’attenzione alla difficile situazione in
Terra Santa. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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“VIOLENCE
IN THE NAME OF RELIGION …”
“La violenza in nome della religione è sempre una
dissacrazione della religione stessa”: è l’avvertimento del Papa che ha accolto
con affetto 30 membri del Comitato ebraico americano. Ha così ricordato la
visita di una delegazione dell’organismo avvenuta nel 1985 in occasione del
20.mo anniversario della Dichiarazione Conciliare Nostra Aetate. Documento
– ha sottolineato – che ha “significativamente contribuito a rafforzare le
relazioni tra ebrei e cattolici”. Quindi, ha rivolto l’attenzione alla Terra
Santa, “che continua ad essere afflitta dalla violenza e dalla sofferenza”.
“IT IS MY
FERVENT PRAYER …”
Il Papa ha assicurato le sue ferventi preghiere “affinché
sia trovata una giusta soluzione che rispetti i diritti e la sicurezza di
israeliani e palestinesi”. Ribadendo poi la condanna dell’uso della violenza in
nome della religione, ha sottolineato come per vincere questa piaga bisogna
“evidenziare l’importanza dell’educazione religiosa per promuovere il rispetto
e l’amore verso gli altri”.
“OUR
PURPOSE TODAY IS TO EXPRESS OUR PROFOUND GRATITUDE …”
Nel suo indirizzo d’omaggio, il presidente del comitato
ebraico americano, Harold Tanner, ha ringraziato Giovanni Paolo II per il suo
eccezionale contributo al rafforzamento dei rapporti tra ebrei e cattolici. Un
processo, ha rammentato, che ha avuto momenti forti come la visita del Papa
alla sinagoga di Roma nel 1986 e la visita in Israele nel 2000. Tanner non ha
poi mancato di ringraziare il Papa per le sue prese di posizione contro ogni
pregiudizio, in particolare l’antisemitismo.
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RILANCIARE LA PASTORALE DELLA SALUTE,
SPECIALMENTE IN EUROPA:
L’OBIETTIVO
DELLA 12.MA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO A LOURDES
-
Servizio di Alessandro De Carolis -
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Tre
giorni di riflessione e di preghiera per “rinnovare la pastorale della salute
nel mondo e in particolare in Europa all’interno della “capitale mondiale del
malato”: il santuario di Lourdes. Nella cittadella di uno dei più celebri
luoghi mariani del mondo sono attese da lunedì a mercoledì prossimi, 25 mila
persone e almeno mille infermi per la celebrazione della 12.ma Giornata
mondiale del malato. Dopo le ultime tappe in Australia, India e Nord America,
l’avvenimento torna in Europa, in coincidenza con un anniversario importante
per la Chiesa: il 150.mo anniversario della proclamazione del dogma
dell’Immacolata Concezione. Naturale lo scenario di Lourdes, dove la Madonna
apparve a Bernadette presentandosi con quel titolo. In apertura di conferenza
stampa, questa mattina, il cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del
Pontificio Consiglio per la Pastorale della salute, ha spiegato anzitutto il
nesso che lega l’Immacolata Concezione alla salute, alle radici cristiane
d’Europa: ovvero, i tre capisaldi del tema di quest’anno:
“Pensiamo che nelle radici cristiane d’Europa ci sia
sempre la ricerca dell’armonia attraverso Cristo: orbene, Maria nella sua
Immacolata Concezione, inizia quest’armonia cristiana che significherà la
pienezza della salute della vita nella sua Assunzione”.
Alcune delle problematiche, anche scottanti, che verranno
affrontate nei primi due giorni di studio a Lourdes- dove si parlerà tra
l’altro di bioetica - sono state toccate nel colloquio con i giornalisti. In
particolare, la questione della fornitura di medicinali anti-Aids ai malati
sprovvisti di mezzi. “I brevetti sono legittimi”, ha affermato il cardinale
Barragan, riferendosi al non facile rapporto con le case farmaceutiche. “Ma c’è
un’ipoteca sociale sui brevetti”, che vuol dire che “quando è in gioco la vita,
cessa il diritto sulla proprietà privata”. E sul recente caso della donna
italiana che ha rifiutato l’amputazione della gamba per ottenere la guarigione,
il porporato ha detto che è un obbligo morale curare la propria vita con “mezzi
proporzionati”, ma anche che, in definitiva, è al malato che “spetta la scelta
in base alla sua coscienza”.
L’11 febbraio, il Papa, al termine dell’udienza generale,
rivolgerà un saluto a tutti i pellegrini presenti a Lourdes. Un luogo
privilegiato dove l’esperienza del dolore, amato nella luce di Cristo, può
produrre effetti straordinari nell’anima prima ancora che nei corpi dei malati.
Lo ha confermato mons. José Redrado, segretario del dicastero vaticano della Salute,
presente alla conferenza stampa insieme al cardinale francese Philippe
Barbarin, e al vescovo di Lourdes, Jacques Perrier:
“Tanti malati chiedono la preghiera. L’altro giorno, al
telefono, ho sentito una malata che ha saputo che saremmo andati a Lourdes e
non mi ha chiesto un miracolo: mi ha chiesto soltanto: “Padre, preghi per me
che sono malata, perché il Signore mi dia luce e forza per portare avanti
l’esperienza dell’infermità. Credo che questo sia il maggiore miracolo che si
possa operare in una donna malata”.
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ALTRE UDIENZE E NOMINE
Nel corso della
mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza alcuni vescovi della Conferenza
episcopale francese in visita “ad limina” e inoltre mons. Michael Louis Fitzgerald,
presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo inter-religioso, con mons.
Pier Luigi Celata e mons. Felix Anthony Machado, rispettivamente segretario e
sotto-segretario del medesimo dicastero.
Sempre oggi il Papa ha accettato la rinuncia al governo
pastorale della diocesi di Ales-Terralba (Italia) presentata da monsignor
Antonino Orrù per raggiunti limiti di età e contemporaneamente ha nominato
vescovo della medesima diocesi monsignor Giovanni Dettori, del clero della
diocesi di Ozieri, vicario generale e rettore del seminario vescovile. Mons.
Dettori è nato a Nule, diocesi di Ozieri e provincia di Sassari, il 26 gennaio
1940. È stato ordinato Sacerdote il 1° luglio 1965. Nel 1974 si è laureato in
Pedagogia all’Università Statale di Sassari. È stato nominato prelato d’onore
di Sua Santità il 10 ottobre 1998.
UNA
TAPPA IMPORTANTE SULLA VIA DELL’ECUMENISMO.
SI E’ SVOLTO AL CAIRO IL PRIMO INCONTRO DELLA COMMISSIONE CONGIUNTA
INTERNAZIONALE TRA LA CHIESA
CATTOLICA E LE CHIESE ORTODOSSE ORIENTALI
- A cura di Alessandro Gisotti -
L’ecumenismo in primo piano al Cairo dove, in questi
giorni, si è svolto il primo incontro della Commissione congiunta
internazionale tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali,
organismo presieduto dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio
Consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani e il metropolita di
Damiette, Amba Bishoy, segretario generale del Santo Sinodo della Chiesa
ortodossa copta. Nel comunicato finale viene messo l’accento sull’importanza
dell’incontro, che segna ufficialmente l’inizio di un nuovo dialogo teologico
tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali.
Parte dell’assise è stata dedicata a fare il punto sui
risultati raggiunti negli ultimi trent’anni, che rappresentano la base per lo
sviluppo del dialogo nella commissione congiunta. E’ stato inoltre deciso di
dedicare il prossimo meeting, dal 25 al 39 gennaio prossimo, al tema “la Chiesa
come comunione”. Ognuna delle due parti della commissione preparerà un
documento su alcuni aspetti relativi al tema quali “la comprensione e gli elementi
costitutivi della comunione” e ancora, “il significato delle Chiese sorelle” e
“comunione particolare e universale”. Il cardinale Kasper ha proposto che il
prossimo incontro della Commissione si tenga a Roma.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina l’Iraq, e
si evidenzia che anche Mosca esprime perplessità sulla presenza delle armi di
sterminio.
Nelle vaticane, nel discorso ad
una Delegazione dell’“American Jewish Commit-tee” Giovanni Paolo II -
nell'approssimarsi del 40 della Dichiarazione Conciliare “Nostra aetate”
– ha ribadito l’assoluta condanna del razzismo e dell’antisemitismo. Si
sottolinea poi la fervente preghiera del Papa affinché in Terra Santa si trovi
una giusta soluzione che rispetti i diritti e la sicurezza sia degli israeliani
sia dei palestinesi.
Nel cammino della Chiesa in
America, un articolo sulle dichiarazioni della Conferenza episcopale
dell’Argentina sull’aborto.
Nel dettaglio, la conferenza
stampa di presentazione della XII Giornata Mondiale del Malato.
Nelle estere, Medio Oriente:
missione negli Stati Uniti del vicepremier israeliano Olmert.
Nucleare: possibili passi
avanti nella crisi nordcoreana.
Nella pagina culturale, un
contributo di Marcello Filotei riguardo ad una pubblicazione di partiture,
incisioni e concerti: una recente iniziativa in controtendenza rispetto alle
logiche del mercato.
Nelle pagine italiane, in
rilievo il tema delle riforme.
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5
febbraio 2004
LA
CRISI DELL’UGANDA PUÒ ESSERE RISOLTA SOLO CON IL SOSTEGNO
DELLA
COMUNITÀ INTERNAZIONALE. LO AFFERMA IL VESCOVO DI GULU, BAPTIST ODAMA, CHE
ESPRIME ANCHE LA PROPRIA PREOCCUPAZIONE PER I NUOVI,
RECENTI
ATTACCHI COMPIUTI
DAI
RIBELLI NEI DISTRETTI SETTENTRIONALI DEL PAESE AFRICANO
- La
testimonianza di padre Giulio Albanese -
ì“Solo
l’aiuto internazionale può mettere fine al conflitto che sconvolge il Nord Uganda”.
E’ l’appello lanciato dal vescovo di Gulu, mons. John Baptist Odama, alla comunità
internazionale affinché Nazioni Unite, Unione Europea, Commonwealth e Unione
Africana intervengano nella crisi che sta martoriando il Paese africano. Il presule,
che in questi giorni si trova a Londra, ha inoltre rimarcato come la soluzione
militare scelta dal governo di Kampala non sia riuscita a mettere fine alla
ribellione. E sul terreno non si placa, purtroppo, l’ondata di violenze. Decine
di persone sono infatti rimaste uccise, nel Nord del Paese, a causa
dell’ennesimo, efferato agguato perpetrato dai ribelli del sedicente Esercito
di resistenza del signore. Sul posto c’è il direttore dell’agenzia missionaria
Misna padre Giulio Albanese, che ci racconta quanto ha visto. La testimonianza
è stata raccolta da Stefano Leszczynski:
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R. – Siamo partiti questa mattina dalla cittadina di Lira,
nel nordest dell’Uganda, perché proprio al nostro ospedale erano arrivate circa
una cinquantina di persone, tutte ferite molto, molto gravemente. Allora
abbiamo preso la macchina e siamo partiti, abbiamo viaggiato per circa 30 km e
abbiamo raggiunto un campo profughi, quello di Abia, e lì abbiamo trovato una
devastazione indescrivibile: tutte le capanne che bruciavano, cadaveri per
terra e alcuni soldati che ci hanno spiegato che i ribelli erano arrivati lì
alcune ore prima – erano in effetti arrivati alle cinque del pomeriggio di ieri
– si sono fermati nel campo fino alle nove di ieri sera, dando alle fiamme
tutto. Secondo le testimonianze che abbiamo raccolto, oltre 50 persone sono
morte. I feriti sono una settantina, ma crediamo che il bilancio delle vittime
sia destinato a crescere nelle prossime ore. La cosa tragica è che questi ribelli
catturano i bambini nei villaggi costringendoli a combattere.
D. – Non c’è nessuna presenza internazionale sul posto, al
momento?
R. – Ci sono agenzie umanitarie nel Nord Uganda, ci sono anche
Ong italiane che operano e che fanno un lavoro straordinario; purtroppo, i bisogni
sono di gran lunga superiori a quelle che sono le loro capacità. Chiaramente,
c’è bisogno di maggiori aiuti!
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ALLARME INTERNAZIONALE PER IL VIRUS AVIARIO:
ESPERTI DI TUTTO IL MONDO, RIUNITI A ROMA, SOLLECITANO MISURE URGENTI
E LA FAO CHIEDE FINANZIAMENTI IMMEDIATI AI PAESI DONATORI
- Servizio di Roberta Gisotti -
Esperti di tutto il mondo sono
riuniti da tre giorni a Roma, presso la sede della Fao per mettere a punto una
strategia per debellare l’influenza aviaria, che ha colpito finora 8 Paesi
asiatici. Un vertice d’urgenza convocato dall’Organizza-zione dell’Onu per
l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), dall’Organizzazione mondiale della
sanità (Oms) e dall’Organizzazione mondiale per la salute degli animali (Oie).
Dal Palazzo della Fao, ci riferisce Roberta Gisotti:
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Preoccupazione ce n’è tanta tra gli esperti per la
cosiddetta influenza dei polli, che nonostante gli sforzi congiunti già posti
in atto, continua a diffondersi nel continente asiatico. La situazione è seria,
ha detto Jacques Diouf, direttore generale della Fao, parlando ad
un’affollatissima Conferenza stampa – decine le televisioni presenti – che ha
chiuso i lavori del Vertice, cui hanno preso parte circa 25 esperti: medici,
veterinari e funzionari pubblici, in teleconferenza con alcuni dei Paesi colpiti.
“Prevediamo un’evoluzione ulteriore dell’epidemia – ha aggiunto Diouf – che
porterà ad una minaccia continua per l’uomo”.
Almeno 17 i morti finora, di cui 12 in Vietnam e cinque in
Thailandia, persone che hanno contratto la malattia dai volatili. L’Oms esclude
che finora vi sia stata trasmissione da uomo ad uomo, ma il virus H5M1,
responsabile dell’epidemia, ha contagiato anche volatili in Cambogia, Cina,
Indonesia, Giappone, Laos, Corea del Sud mentre ceppi patogeni minori sono
stati segnalati pure a Taiwan e Pakistan. Cosa fare?
Gli esperti raccomandano trasparenza, collaborazione e
sorveglianza. Sul piano operativo, due le soluzioni già in parte avviate.
Anzitutto, rafforzare le campagne massicce di abbattimento degli animali malati
e sospetti: 50 milioni – si stima – quelli già abbattuti; e poi, vaccinare ad
ampio raggio i volatili nelle zone non ancora contaminate. Questo comporta – ha
raccomandato Diouf – intensificare i controlli per monitorare tutti gli allevamenti.
C’è poi bisogno di Centri di coordinamento nazionali e di un Centro internazionale,
ruolo che potrebbe svolgere la Fao. Per questo Diouf chiede finanziamenti immediati
ai Paesi donatori ed anche per sostenere le economie degli Stati colpiti dal
virus. Virus che intanto avanza: in Cina, 12 su 31 le province interessate; in
Vietnam, ben 53 su 64. Intanto, un esperto della Fao è atteso a Pechino ed
altri tre esperti dell’Unione Europea sono stati inviati in Vietnam. Tra le
preoccupazioni maggiori in questa fase anche il commercio illegale degli
animali selvatici.
Dal Palazzo della Fao, Roberta Gisotti, Radio Vaticana.
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L’ALTO
COMMISSARIATO DELL’ONU PER I RIFUGIATI HA LANCIATO
L’ALLARME
PER LA
DIMENTICATA CRISI UMANITARIA IN COLOMBIA
-
Intervista con Laura Boldrini -
Allarme dell’Acnur, l’Alto Commissariato delle Nazioni
Unite per i Rifugiati per la drammatica situazione umanitaria in Colombia,
affermando che è la più grave nel mondo al di fuori dell’Africa. “Nel Paese
latinoamericano - ha detto il vice-presidente dell’Acnur, Kamel Morjane - ci
sono fra i due ed i tre milioni di persone costrette a lasciare le loro case a
causa della guerra civile che dura ormai da 39 anni”. Morjane ha lanciato un appello
alla comunità internazionale ed ai Paesi donatori affinché aumentino gli aiuti.
Sulla situazione in Colombia, Roberto Piermarini ha intervistato la portavoce
dell’Acnur, Laura Boldrini:
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R. – E’ una situazione disperata. Quella della Colombia è
la peggiore crisi dell’emisfero occidentale e sicuramente è tra le tre crisi
più gravi del pianeta, dopo la Repubblica Democratica del Congo e il Sudan. E’
una crisi però tra le più dimenticate, una crisi invisibile. Pensate che ci
sono dai 2 ai 3 milioni di sfollati interni: si calcola, queste sono solo stime
perché in effetti non ci sono dati, che ci siano circa 300 mila rifugiati nei Paesi
confinanti. Ecco, una popolazione che vive a contatto con la paura, il terrore.
Ci sono componenti paramilitari che hanno proprio l’obiettivo del controllo del
territorio, che mettono in atto queste campagne del terrore contro la popolazione
civile, che è sempre più spinta nelle zone periferiche, quindi di più difficile
accesso per le agenzie umanitarie.
D. – I vostri interventi come Acnur, concretamente, quali
sono?
R. – Sono più che altro mirati al sostegno del governo che
ha la responsabilità di fornire gli aiuti agli sfollati. Abbiamo un budget di
circa 11 milioni di dollari, un budget molto limitato, e chiaramente
bisognerebbe riportare all’attenzione dell’opinione pubblica questa crisi, sia
perché è una crisi che va avanti da circa 40 anni – è una delle più antiche
crisi che va avanti da così tanto tempo – sia perché ci sono pochi fondi
disponibili per aiutare questi milioni di ‘desplacados’ che vivono in condizioni
terrificanti e che vivono anche con questa paura, paura di subire costantemente
violenze che vengono messe in atto da queste entità paramilitari che vogliono
controllare il territorio e quindi vogliono spingere via le popolazioni.
D. – Laura Boldrini, perché si parla poco della Colombia?
R. –
Perché è una guerra che dura da tanto tempo e come tutte le guerre che durano
da tanto tempo, non desta più l’attenzione dell’opinione pubblica perché i
media non se ne occupano e se i media non se ne occupano è come se la crisi non
esistesse: se non viene conclamata equivale a non esistere. E poi, probabilmente,
perché c’è più attenzione sul narcotraffico: la lotta al narcotraffico ma non
sulle conseguenze di questa lotta, che sono conseguenze umanitarie. Quindi, viene
data più attenzione a questo aspetto che a quello umanitario.
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NUMEROSI
COMMENTI ALLE PAROLE DEL PAPA IERI ALL’UDIENZA GENERALE
CONTRO
LA PIAGA DELL’USURA
-
Commento di padre Massimo Rastrelli -
Nella catechesi di ieri il Papa,
richiamandosi al salmo 14, ha elencato gli 11 impegni-base di un esame di
coscienza personale. E in proposito si è soffermato sul tema dell’usura. “Non
praticare l’usura – ha detto – piaga che ai nostri giorni è un’infame realtà,
capace di strangolare la vita di molte persone”. Al microfono di Debora Donnini
sentiamo padre Massimo Rastrelli, presidente della Consulta nazionale delle
fondazioni antiusura e presidente della fondazione Giuseppe Moscati.
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R. – Ha una grandissima importanza l’intervento del Papa.
E’ la quinta volta che Giovanni Paolo II torna su questi argomenti dal 1997.
Questa volta il Papa l’ha fatto nell’ambito delle sue catechesi e ha fatto riferimento
a una fonte biblica: l’uomo non si può avvicinare a Dio se non fa questo esame
di coscienza, se non si esamina sull’usura. L’importanza è grande, perché non
c’è rapporto con Dio se non ci si aggiusta sotto questo punto di vista e perché
si guastano tutti i rapporti umani se non si rispettano gli altri. In Italia
sono migliaia le famiglie indebitate ed in gran parte per l’usura.
D. – Padre Rastrelli, quali politiche chiedete vengano
attuate per combattere l’usura?
R. – La legge 108 è una buona legge che deve essere
tuttavia migliorata. Questa legge, però, non è stata mai rifinanziata dal
governo dal ’99 sino ad oggi. Per tre anni i finanziamenti sono venuti per
altre ragioni e ad opera proprio dei commissari antiusura, che la stessa legge
ha consentito di nominare. Noi chiediamo che lo Stato si responsabilizzi sul
fatto che le leggi antiusura debbano essere rifinzanziate. E poi chiediamo che
si adeguino i fondi e che non si perseguano le politiche di gioco d’azzardo. Lo
Stato promuove il gioco d’azzardo e produce il 10 per cento dei giocatori
bisettimanali, che cadono in miseria e bisognosi di denaro vanno al “debito di
gioco”. Allora lo Stato deve finirla di pensare che non potendo più mettere
tasse, promuove il gioco d’azzardo per poter trarre soldi. Questi non sono
proventi per lo Stato, ma sono spese, perché fanno ammalare i cittadini, che devono
anche curarsi, e distolgono dal lavoro. E poi facciamo i discorsi ai cittadini?
Nessuno deve credere che il debito possa sostituire il reddito. Queste sono
usure che si scatenano da comportamenti e da politiche, dalla burocrazia, dai
rapporti con le banche, dai costumi consumistici. Se la mamma si indebita
perché deve dare al figlio la macchina, è chiaro che si arrivi all’usura.
Questi sono tutti fatti che scatenano l’usura e l’usura è un’epidemia.
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5 febbraio 2004
IN ANGOLA IMPORTANTE PROGETTO
CONGIUNTO DI CHIESA E GOVERNO
NEL SETTORE DELL’EDUCAZIONE
LUANDA. = In Angola si stringe la collaborazione tra Stato
e Chiesa nel campo dell’educazione. Dopo l’accordo di partnership
siglato dal governo l’anno scorso, il
ministero dell’Istruzione angolano ha recentemente autorizzato la
creazione di nuove scuole cattoliche e approvato l’inquadramento professionale
del personale docente in diversi istituti scolastici gestiti dalla Chiesa. Si
tratta di una delle più importanti novità introdotte nel sistema educativo
angolano dalla liberalizzazione, 11 anni fa, dell’insegnamento e dalla
restituzione degli edifici scolastici della Chiesa nazionalizzati nella seconda
metà degli anni '70. Tra i nuovi istituti scolastici approvati, figura la
scuola elementare “Don Bosco” di Sambizanga, alla periferia della
capitale Luanda, che impartirà anche corsi di per adulti, e l’Istituto di
educazione primaria e secondaria “San Francesco d’Assisi”, a Camabatela, nel-la
provincia del nord Kwanza. Il Ministero ha inoltre autorizzato l’inquadramento
del personale dell’Istituto di Scienze religiose di Angola (Icra) e ha dato il
suo placet alla conversione in complesso scolastico di insegnamento medio
e tecnico-professionale di una scuola elementare a Luanda. (L.Z.)
UN
GRAVE INCIDENTE TRA DUE BATTELLI HA PROVOCATO QUESTA MATTINA, IN BANGLADESH, LA
MORTE DI ALMENO 30 PERSONE MA IL BILANCIO DELLE VITTIME, ANCORA PROVVISORIO, È
PURTROPPO DESTINATO A CRESCERE
DACCA.
= Un grave incidente ha sconvolto questa mattina il Bangladesh, dove lo scontro di due battelli ha causato, stamani, diversi
dispersi e feriti. L’impatto tra le imbarcazioni, avvenuto lungo il fiume
Meghna, nel Sud del Paese, ha scatenato il panico tra i passeggeri, stimati in
circa 800 e testimoni hanno riferito di aver visto i corpi senza vita di almeno
trenta persone. Ma per un bilancio definitivo delle vittime bisognerà attendere
ancora qualche giorno. Secondo fonti di stampa locali, i passeggeri a bordo dei
due traghetti stavano rientrando a casa dopo aver partecipato, la settimana
scorsa, ad una festività islamica. Incidenti di questo tipo non sono purtroppo
rari in Bangladesh a causa dello scarso livello di manutenzione dei battelli
che spesso sono sovraffollati. (A.L.)
“LA DEVOZIONE È VUOTA SE LA VITA
E’ LONTANA”.
E’ IL FERMO MONITO RIVOLTO ALLA
CITTÀ DI AREZZO
DAL VESCOVO DELLA CITTÀ TOSCANA
- A
cura di Amedeo Lomonaco -
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AREZZO.
= “La nostra città è colpita da un allarmante aumento degli aborti, da una
crescente diffusione di materiale pornografico e dal dramma della
disoccupazione”. E’ la forte denuncia del vescovo di Arezzo, Gualtiero
Bassetti, alla vigilia della festa della Madonna del Conforto. Il monito del
presule deriva da tre fatti. “Il primo – afferma - scaturisce dall’indagine
Istat che attribuisce alla provincia di Arezzo il primo posto, in Toscana, per
le interruzioni volontarie della gravidanza”. L’alta diffusione di cassette
pornografiche – il secondo allarmante dato – confermata dalla decisione di
organizzare ad Arezzo una grande rassegna del sesso. “Il terzo fatto – prosegue
il presule – lo ricavo dalla realtà delle aziende aretine da cui stanno
partendo numerose lettere di licenziamento”. Ma Arezzo è anche molto devota a
Maria. Nella città toscana si svolgerà infatti, domenica 15 febbraio, la festa
della Madonna del Conforto, particolarmente sentita dagli aretini che alla luce
delle candele sfileranno davanti all’immagine conservata nel Duomo di San Donato.
“Arezzo – ha concluso mons. Bassetti – ha bisogno di un forte scossone
spirituale che scardini una mentalità dominata dal materialismo, dall’edonismo
e dal consumismo”.
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“TRENTA
ORE PER LA VITA”, LA CONSUETA MARATONA TELEVISIVA PER LA SOLIDARIETÀ, È
DEDICATA QUEST’ANNO ALLA CAMPAGNA NAZIONALE
A
FAVORE DEGLI ANZIANI.
I
PROVENTI DELLA RACCOLTA SARANNO DEVOLUTI
ALLA
COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO CHE PROMUOVERÀ DIVERSI PROGETTI
- A cura di Benedetta Capelli -
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ROMA.
= Anche quest’anno si ripete l’appuntamento con “Trenta ore per la vita”.
Diversa la collocazione di rete e il format televisivo ma lo scopo rimane lo
stesso: aiutare chi ne ha bisogno. Stavolta il sostegno è per gli anziani, che
nel nostro paese sono circa 10milioni e mezzo, il 18% della popolazione.
Secondo i dati forniti dalla comunità di Sant’Egidio, destinataria della
raccolta fondi di questa edizione, 1 su 6 vive da solo; nella sola città di
Roma sono 120mila le persone con più di 80 anni che vivono in una condizione di
bisogno. “Trenta ore per la vita” intende sostenere progetti mirati, a Genova
ad esempio dove si creerà una rete di solidarietà e relazione o a Roma un
programma di assistenza per gli anziani nelle case di riposo. Si partirà lunedì
9, dall’auditorium di Napoli, dove Lorella Cuccarini presenterà “Figli delle
stelle”, un programma che mette a confronto due fan club di personaggi famosi,
messi alla prova sulla conoscenza dei loro benianimi. Il giocatore Francesco
Totti e l’attrice Mariagrazia Cucinotta saranno i protagonisti della prima
serata. Durante la settimana il palinsesto di Rai 2, verrà ampliato con
un’altra trasmissione “Un giorno per la vita”, racconti di storie con
personaggi famosi. A dare il via alla maratona, la pedalata di Gilberto Simoni,
il vincitore del Giro d’Italia metterà a disposizione la sua bicicletta
che percorrerà tutta Italia in una staffetta che durerà fino al 16 gennaio.
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PARTE
OGGI LA 54.MA EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL CINEMA DI BERLINO
BERLINO.
Si alza oggi il sipario sulla 54.ma edizione del Festival del Cinema di Berlino, e parte la caccia agli Orsi d’oro e
d’argento per i film in concorso. Nella
sezione principale concorrono 26 film. In tutto, nelle differenti sezioni,
saranno presentati circa 400 film. Inaugura questa sera la rassegna la
pellicola fuori concorso di Anthony Minghella ‘Cold Mountain’ ambientato durante la guerra
civile americana, un inno all’amore e alla pace. Al centro della rassegna sono
l’America Latina e numerosi sono i film sull’aumento della povertà in
quest’area, e il continente africano - in particolare il Sudafrica - nel
decennale dell'abolizione dell'apartheid: i lavori provengono da contesti
sociali ed etnici diversi ma si somigliano nel presentare una fotografia
intensa della vita di questo Paese concentrandosi sulle tribolazioni e le
vittorie della giovane nazione sudafricana sulla strada verso la libertà.
L'Italia è presente con un solo film in concorso: ‘Primo Amore’ di Matteo
Garrone, che racconta la storia di un amore distruttivo fra un uomo ed una
donna spinta all'anoressia. Il festival si concluderà il 15 febbraio. (S. C.)
SI RINNOVA IL RITO ANTICO DELLE
PROCESSIONI CITTADINE PER SANT’AGATA.
IL PONTIFICALE SARÀ PRESIEDUTO
OGGI,
NELLA CATTEDRALE DI CATANIA, DAL
CARDINALE TAURAN
CATANIA.
= Sarà il cardinale Jean Louis Tauran a presiedere, nella cattedrale di
Catania, alla presenza di tutti i vescovi siciliani, il solenne pontificale in
onore della patrona della città, Sant’Agata. “La tradizione continua – afferma
l’arcivescovo della città siciliana, Salvatore Gristina – con i suoi valori da
tramandare di generazione in generazione”. “E’ per questo motivo – ha aggiunto
l’arcivescovo – che quest’anno abbiamo pensato di dare più spazio, all’interno
delle celebrazioni agatine, a iniziative che coinvolgano di più i giovani”.
L’intenso programma delle celebrazioni, svoltosi con diversi appuntamenti per
tutto il mese di gennaio, è giunto ai momenti più attesi: le due lunghe
processioni delle reliquie, tradizionalmente chiamate “giro esterno” e “giro
interno”. Nel ricordo del martirio della Santa catanese – giustiziata dal
governatore Quinziano sotto l’imperatore Decio nel 251 – il prezioso fercolo
con il busto reliquario ha percorso, ieri, le strade dei quartieri un tempo
fuori le mura cinquecentesche. Oggi attraverserà quelle del centro storico, per
tornare in cattedrale solo domani mattina. A far da corona al pesante fercolo
trainato da migliaia di devoti sono le undici Candelore, i monumenti cerei
votivi ornati di fiori e altalenanti nella loro caratteristica andatura. (A.L.)
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5
febbraio 2004
- A cura di Fausta Speranza -
Alti ufficiali di polizia hanno interrogato, nella sua
residenza a Gerusalemme, il premier Ariel Sharon in relazione alle inchieste di
corruzione. Gli inquirenti sospettano che il premier, alla fine degli anni
novanta, abbia ricevuto considerevoli somme dall'uomo d'affari israeliano David
Appel in cambio di favori politici. La notte scorsa, le forze armate israeliane
hanno arrestato 30 palestinesi, tra cui 20 militanti del movimento integralista
islamico, Hamas, durante un'operazione in Cisgiordania. Sul fronte diplomatico,
il ‘numero due’ del governo israeliano, Olmert, è partito per Washington per
incontrare il segretario di stato americano, Powell. L’attenzione è rivolta ai
progetti del premier Sharon che ha annunciato nei giorni scorsi l'intenzione di
smantellare 17 insediamenti ebraici nella striscia di Gaza. Lo stesso Sharon
dovrebbe incontrare nelle prossime settimane, a Washington, il presidente
George W. Bush.
Il capo dell'Agenzia Onu
sull'energia atomica, Aiea, el Baradei, ha detto che il 'padre' dell'atomica
pachistana Abdul Qader Khan, che ieri ha confessato di avere consegnato tecnologie
nucleari all'estero, “è solo la punta di un iceberg”, anche perché lo
scienziato non ha agito da solo ma ha ricevuto aiuti in molti altri Paesi. Ieri
Khan ha ammesso pubblicamente, alla televisione pachistana, di essere responsabile
della consegna d’informazioni e tecnologie nucleari all'estero ma ha sostenuto
che né il presidente pachistano Pervez Musharraf, né i responsabili militari
del Paese erano al corrente delle sue attività illecite. I Paesi sospettati di
aver ricevuto sono Iran, Corea del Nord, Libia.
Il marocchino Abdelghani, imputato
al secondo processo di Amburgo legato all'11 settembre 2001, è stato assolto
dall'accusa di coinvolgimento nei preparativi degli attentati terroristi in
Usa. I giudici hanno stabilito che non è stato possibile dimostrare una sua responsabilità.
Polemiche aveva suscitato la decisione di rimetterlo in libertà già a dicembre
scorso, dopo che un testimone anonimo, lo aveva scagionato. Mzoudi rischiava 15
anni di reclusione come l'altro marocchino, Mounir el Motassadeq condannato ad
Amburgo al primo processo legato agli attentati dell'11 settembre alle Torri
Gemelle di New York e al Pentagono a Washington.
Alla vigilia della riunione informale dei ministri della
difesa della Nato, domani a Monaco di Baviera, l'ambasciatore statunitense
presso l'Alleanza atlantica, Burns, ha affermato che l'organizzazione si trova
in ottima forma, “in un periodo di rinascimento”. Burns, parlando da Bruxelles,
si è detto “ottimista” sull'espansione della missione in Afghanistan. Per
l'Iraq, ha confermato “una forte volontà politica di fare di più”, affermando
che è “troppo presto” per “considerare formalmente” un rafforzamento del ruolo
della Nato nel Paese. “Abbastanza bene”, secondo Burns, vanno le discussioni
tra Nato e Ue per un cambio della guardia alla guida della missione di
stabilizzazione in Bosnia già prima della fine di quest'anno. Il diplomatico
non ha negato una “crisi di risorse” per quanto riguarda la disponibilità dei
Paesi Nato di militari e mezzi per compiere missioni impegnative.
Il segretario generale dell'Onu,
Kofi Annan, ha invitato il leader turco cipriota, Denktash ed il presidente
greco cipriota, Papadopoulos, ad incontrarsi a New York il 10 febbraio allo
scopo di riprendere i negoziati sul suo piano di riunificazione dell'isola,
divisa dal 1974. Obiettivo dell'invito - spiega Annan - è quello di sottoporre
un testo conclusivo per tenere referendum in aprile. Se il problema della
riunificazione non verrà risolto entro la data prevista, solo la Repubblica di
Cipro, greca, aderirà all'Ue il primo maggio, lasciando da parte la Repubblica
turca di Cipro nord, Rtcn, che non è riconosciuta dalla comunità internazionale.
“L'Italia continuerà, con
determinazione e convinzione, ad operare per un mondo pacificato, anche con
l'impiego delle sue Forze armate, se necessario e in collegamento con le
Nazioni Unite, l'Unione Europea, la Nato”. E’ quanto ha affermato il Presidente
della Repubblica nel discorso pronunciato alla Brigata Sassari, nella mattinata
conclusiva della sua visita ufficiale in Sardegna. Ciampi ha anche ribadito che
l’Italia è strenuamente impegnata a combattere il terrorismo. Il nostro
servizio:
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Ce lo chiedono le prossime
generazioni e ce lo chiedono i caduti di Nassiriya: è la convinzione del capo
dello Stato che ribadisce l’impegno contro quelli che definisce folli e criminali
disegni di un terrorismo internazionale che semina l'odio e mira a scardinare i
principi del progresso di una civiltà. Ieri, sempre da Sassari, lo sguardo di
Ciampi si era concentrato sui fatti interni all’Italia. Aveva pronunciato il
suo “no all’Italia dell’odio”. Un appello a tutte le forze politiche a seguire
la via del dialogo costruttivo, del rispetto reciproco, espresso con
preoccupazione di fronte allo scontro sulle riforme, le difficoltà della maggioranza
e le divisioni nel centrosinistra. Oggi la riflessione del presidente della
Repubblica italiana si propone anche in tema di Europa, perché è stata resa
nota questa mattina la lettera che Ciampi ha scritto al presidente
dell'Europarlamento, Pat Cox, giorni fa. E’ un appello a approvare la
costituzione entro i prossimi mesi, viste le cruciali scadenze che attendono
l’Unione: il prossimo allargamento a maggio e l’appuntamento elettorale di
giugno. Ciampi spiega chiaramente che “senza riforma costituzionale, un'Unione
con 25 stati membri non sarebbe in grado di operare efficacemente, ma si risolverebbe
piuttosto in una delusione per i nuovi membri e in un passo indietro per gli
attuali”. Ciampi chiede in particolare, un rafforzamento dei poteri del
Parlamento come migliore garanzia della democraticità e trasparenza della
costruzione europea”.
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Domani mattina è prevista a Roma
una riunione di Forza Italia sulla possibilità che il presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi ponga la sua candidatura alle elezioni europee. Lo ha reso
noto lo stesso Presidente del Consiglio a Bruxelles poco prima di recarsi al congresso
del Partito Popolare Europeo, Ppe. Berlusconi ha anche affermato che l'idea di
una lista unica del centrodestra alle elezioni europee “è una cosa ancora
aperta”, ricordando però di aver espresso l’intenzione di una lista unica agli
alleati che, invece, hanno ritenuto che fosse opportuno affermare la propria
identità.
Il presidente ad interim afghano,
Hamid Karzai, ha concesso la grazia ad un potente leader ribelle Pashtun,
Padshah Khan Zadran, accusato di aver ucciso decine di civili. La grazia a
Zadran arriva dopo l'approvazione della costituzione e a pochi mesi dalle
elezioni di giugno, ed è un chiaro tentativo di appianare le tensioni con gli
ex capi taleban. Karzai cerca di riacquistare potere nella zona della provincia
sudorientale di Paktia, roccaforte degli estremisti taleban, per la maggioranza
di etnia Pashtun. La crescita della violenza negli ultimi mesi in Afghanistan
fa temere che le elezioni possano essere distorte dai leader regionali che
stanno consolidando il potere nel loro ambito regionale.
Un tribunale di Mosca ha
condannato a un anno di reclusione per evasione fiscale l'ex capo della
compagnia petrolifera Yukos, Vasili Shaknovski, liberandolo però dalla necessità
di scontare la pena in quanto non è più socialmente pericoloso e ha rimborsato
il danno che è accusato di aver arrecato all'erario con l'evasione fiscale di
quasi un milione di dollari. Questa è la prima sentenza nell'offensiva
giudiziaria contro la Yukos, nell'ambito della quale sono stati arrestati, fra
gli altri, il fondatore Khodorkovski e il secondo azionista Platon Lebedev,
entrambi ancora in prigione.
Dopo il Forum sociale di Bombay, l’India torna ad essere
un crocevia internazionale per discutere di ambiente e di sviluppo: da ieri a
sabato prossimo è in corso nella capitale, New Delhi, il quarto Convegno sullo
sviluppo sostenibile. Lo organizza Teri, un’organizzazione non governativa che
si occupa di gestione dell’energia e delle risorse naturali. Ce ne parla Maria
Grazia Coggiola:
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L’obiettivo di questo convegno che
raggruppa politici, industriali ed esperti ambientali è di fare il punto
sull’agenda fissata dalle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile nei settori
dell’acqua, sanità, agricoltura e biodiversità. “La nozione di sviluppo sostenibile
è forma e parte del lessico corrente”, ha detto il ministro degli Esteri indiano,
Sinha, all’inaugurazione, invocando una partnership tra il
settore privato e quello pubblico. Ha fatto appello ai Paesi industrializzati
perché s’impegnino ad aiutare i Paesi poveri, mantenendo la promessa di
devolvere lo 0,7 per cento del prodotto lordo nazionale in aiuti per lo
sviluppo e di esportare tecnologie pulite. Presente ieri all’apertura anche
Klaus Topfer, direttore dell’Unep, il programma dell’Onu per l’ambiente. Ha
ricordato come sia importante per l’India salvaguardare il suo ambiente e le
sue risorse, in un periodo come quello attuale di forte crescita economica e
alla vigilia dell’appuntamento con le elezioni politiche. Tra gli oratori che
parteciperanno nei prossimi giorni ci sono Jeffrey Sax, consigliere speciale di
Kofi Annan, due premi Nobel, alcuni ministri per l’ambiente e i responsabili di
alcune multinazionali, come Unilever e Shell.
Da New Delhi, per la Radio
Vaticana, Maria Grazia Coggiola.
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