RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII  n. 36 - Testo della Trasmissione di giovedì 5 febbraio 2004

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Mai la violenza in nome della religione: il Papa lo ha ribadito stamani ricevendo in Vaticano una delegazione del comitato ebraico americano. Giovanni Paolo II ha auspicato una soluzione pacifica della crisi in Medio Oriente nel rispetto dei diritti di israeliani e palestinesi

 

Rilanciare la pastorale della salute, specialmente in Europa: l’obiettivo della 12.ma Giornata mondiale del malato, in programma a Lourdes: il commento del cardinale Javier Lozano Barragan e mons. José Redrado

 

Una tappa importante sulla via dell’ecumenismo. Si è svolto al Cairo il primo incontro della Commissione congiunta internazionale tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La crisi in Uganda può essere risolta solo  con il sostegno della comunità internazionale: così il vescovo di Gulu, Baptist Odama: la testimonianza di padre Giulio Albanese

 

Grande preoccupazione internazionale per il virus aviario: esperti di tutto il mondo, riuniti a Roma, sollecitano misure urgenti e la Fao chiede finanziamenti immediati ai paesi donatori.

 

Allarme dell’Onu per la Colombia: grave la crisi umanitaria: fino a 3 milioni di sfollati in fuga dalla guerra civile: intervista con Laura Boldrini.

 

Numerosi commenti alle parole del Papa ieri all’udienza generale contro la piaga dell’usura: con noi padre Massimo Rastrelli.

 

CHIESA E SOCIETA’:

In Angola importante progetto congiunto di Chiesa e governo nel settore dell’educazione

 

Un grave incidente ha sconvolto questa mattina il Bangladeh, dove lo scontro di due battelli ha causato, stamani, diversi dispersi e feriti

 

“La devozione è vuota se la vita è lontana”. E’ il fermo monito rivolto alla città di Arezzo dal vescovo della città toscana

 

“Trenta ore per la vita”, la consueta maratona televisiva per la solidarietà, è dedicata quest’anno alla campagna nazionale a favore degli anziani

 

Parte oggi la 54.ma edizione del Festival del cinema di Berlino

 

24 ORE NEL MONDO:

Interrogato il premier israeliano, Sharon, in relazione alle inchieste di corruzione

 

Preoccupazione dopo la confessione del “padre”dell’atomica pachistana di aver collaborato con Paesi stranieri

 

A New Delhi, il quarto convegno sullo sviluppo sostenibile 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

5 febbraio 2004

 

MAI LA VIOLENZA IN NOME DELLA RELIGIONE: IL PAPA LO HA RIBADITO STAMANI

 RICEVENDO IN VATICANO UNA DELEGAZIONE DEL COMITATO EBRAICO AMERICANO. GIOVANNI PAOLO II HA AUSPICATO UNA SOLUZIONE PACIFICA DELLA CRISI

 IN MEDIO ORIENTE NEL RISPETTO DEI DIRITTI DI ISRAELIANI E PALESTINESI

- Il servizio di Alessandro Gisotti -

 

E’ urgente ribadire la più netta condanna del razzismo e dell’antisemi-tismo: è quanto affermato stamani da Giovanni Paolo II incontrando in Vaticano una delegazione del Comitato ebraico americano (American Jewish Committee). Il Papa non ha mancato di rivolgere l’attenzione alla difficile situazione in Terra Santa. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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“VIOLENCE IN THE NAME OF RELIGION …”

 

“La violenza in nome della religione è sempre una dissacrazione della religione stessa”: è l’avvertimento del Papa che ha accolto con affetto 30 membri del Comitato ebraico americano. Ha così ricordato la visita di una delegazione dell’organismo avvenuta nel 1985 in occasione del 20.mo anniversario della Dichiarazione Conciliare Nostra Aetate. Documento – ha sottolineato – che ha “significativamente contribuito a rafforzare le relazioni tra ebrei e cattolici”. Quindi, ha rivolto l’attenzione alla Terra Santa, “che continua ad essere afflitta dalla violenza e dalla sofferenza”.

 

“IT IS MY FERVENT PRAYER …”

 

Il Papa ha assicurato le sue ferventi preghiere “affinché sia trovata una giusta soluzione che rispetti i diritti e la sicurezza di israeliani e palestinesi”. Ribadendo poi la condanna dell’uso della violenza in nome della religione, ha sottolineato come per vincere questa piaga bisogna “evidenziare l’importanza dell’educazione religiosa per promuovere il rispetto e l’amore verso gli altri”.

 

“OUR PURPOSE TODAY IS TO EXPRESS OUR PROFOUND GRATITUDE …”

 

Nel suo indirizzo d’omaggio, il presidente del comitato ebraico americano, Harold Tanner, ha ringraziato Giovanni Paolo II per il suo eccezionale contributo al rafforzamento dei rapporti tra ebrei e cattolici. Un processo, ha rammentato, che ha avuto momenti forti come la visita del Papa alla sinagoga di Roma nel 1986 e la visita in Israele nel 2000. Tanner non ha poi mancato di ringraziare il Papa per le sue prese di posizione contro ogni pregiudizio, in particolare l’antisemitismo.

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RILANCIARE LA PASTORALE DELLA SALUTE, SPECIALMENTE IN EUROPA:

L’OBIETTIVO DELLA 12.MA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO A LOURDES

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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Tre giorni di riflessione e di preghiera per “rinnovare la pastorale della salute nel mondo e in particolare in Europa all’interno della “capitale mondiale del malato”: il santuario di Lourdes. Nella cittadella di uno dei più celebri luoghi mariani del mondo sono attese da lunedì a mercoledì prossimi, 25 mila persone e almeno mille infermi per la celebrazione della 12.ma Giornata mondiale del malato. Dopo le ultime tappe in Australia, India e Nord America, l’avvenimento torna in Europa, in coincidenza con un anniversario importante per la Chiesa: il 150.mo anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione. Naturale lo scenario di Lourdes, dove la Madonna apparve a Bernadette presentandosi con quel titolo. In apertura di conferenza stampa, questa mattina, il cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della salute, ha spiegato anzitutto il nesso che lega l’Immacolata Concezione alla salute, alle radici cristiane d’Europa: ovvero, i tre capisaldi del tema di quest’anno:

 

“Pensiamo che nelle radici cristiane d’Europa ci sia sempre la ricerca dell’armonia attraverso Cristo: orbene, Maria nella sua Immacolata Concezione, inizia quest’armonia cristiana che significherà la pienezza della salute della vita nella sua Assunzione”.

 

Alcune delle problematiche, anche scottanti, che verranno affrontate nei primi due giorni di studio a Lourdes- dove si parlerà tra l’altro di bioetica - sono state toccate nel colloquio con i giornalisti. In particolare, la questione della fornitura di medicinali anti-Aids ai malati sprovvisti di mezzi. “I brevetti sono legittimi”, ha affermato il cardinale Barragan, riferendosi al non facile rapporto con le case farmaceutiche. “Ma c’è un’ipoteca sociale sui brevetti”, che vuol dire che “quando è in gioco la vita, cessa il diritto sulla proprietà privata”. E sul recente caso della donna italiana che ha rifiutato l’amputazione della gamba per ottenere la guarigione, il porporato ha detto che è un obbligo morale curare la propria vita con “mezzi proporzionati”, ma anche che, in definitiva, è al malato che “spetta la scelta in base alla sua coscienza”.

 

L’11 febbraio, il Papa, al termine dell’udienza generale, rivolgerà un saluto a tutti i pellegrini presenti a Lourdes. Un luogo privilegiato dove l’esperienza del dolore, amato nella luce di Cristo, può produrre effetti straordinari nell’anima prima ancora che nei corpi dei malati. Lo ha confermato mons. José Redrado, segretario del dicastero vaticano della Salute, presente alla conferenza stampa insieme al cardinale francese Philippe Barbarin, e al vescovo di Lourdes, Jacques Perrier:

 

“Tanti malati chiedono la preghiera. L’altro giorno, al telefono, ho sentito una malata che ha saputo che saremmo andati a Lourdes e non mi ha chiesto un miracolo: mi ha chiesto soltanto: “Padre, preghi per me che sono malata, perché il Signore mi dia luce e forza per portare avanti l’esperienza dell’infermità. Credo che questo sia il maggiore miracolo che si possa operare in una donna malata”.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Nel corso della mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza alcuni vescovi della Conferenza episcopale francese in visita “ad limina” e inoltre mons. Michael Louis Fitzgerald, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo inter-religioso, con mons. Pier Luigi Celata e mons. Felix Anthony Machado, rispettivamente segretario e sotto-segretario del medesimo dicastero.

 

Sempre oggi il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Ales-Terralba (Italia) presentata da monsignor Antonino Orrù per raggiunti limiti di età e contemporaneamente ha nominato vescovo della medesima diocesi monsignor Giovanni Dettori, del clero della diocesi di Ozieri, vicario generale e rettore del seminario vescovile. Mons. Dettori è nato a Nule, diocesi di Ozieri e provincia di Sassari, il 26 gennaio 1940. È stato ordinato Sacerdote il 1° luglio 1965. Nel 1974 si è laureato in Pedagogia all’Università Statale di Sassari. È stato nominato prelato d’onore di Sua Santità il 10 ottobre 1998.

 

 

UNA TAPPA IMPORTANTE SULLA VIA DELL’ECUMENISMO.

SI E’ SVOLTO AL CAIRO IL PRIMO INCONTRO DELLA COMMISSIONE CONGIUNTA

 INTERNAZIONALE TRA LA CHIESA CATTOLICA E LE CHIESE ORTODOSSE ORIENTALI

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

L’ecumenismo in primo piano al Cairo dove, in questi giorni, si è svolto il primo incontro della Commissione congiunta internazionale tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali, organismo presieduto dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani e il metropolita di Damiette, Amba Bishoy, segretario generale del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa copta. Nel comunicato finale viene messo l’accento sull’importanza dell’incontro, che segna ufficialmente l’inizio di un nuovo dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali.

 

Parte dell’assise è stata dedicata a fare il punto sui risultati raggiunti negli ultimi trent’anni, che rappresentano la base per lo sviluppo del dialogo nella commissione congiunta. E’ stato inoltre deciso di dedicare il prossimo meeting, dal 25 al 39 gennaio prossimo, al tema “la Chiesa come comunione”. Ognuna delle due parti della commissione preparerà un documento su alcuni aspetti relativi al tema quali “la comprensione e gli elementi costitutivi della comunione” e ancora, “il significato delle Chiese sorelle” e “comunione particolare e universale”. Il cardinale Kasper ha proposto che il prossimo incontro della Commissione si tenga a Roma.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

Apre la prima pagina l’Iraq, e si evidenzia che anche Mosca esprime perplessità sulla presenza delle armi di sterminio.

 

Nelle vaticane, nel discorso ad una Delegazione dell’“American Jewish Commit-tee” Giovanni Paolo II - nell'approssimarsi del 40 della Dichiarazione Conciliare “Nostra aetate” – ha ribadito l’assoluta condanna del razzismo e dell’antisemitismo. Si sottolinea poi la fervente preghiera del Papa affinché in Terra Santa si trovi una giusta soluzione che rispetti i diritti e la sicurezza sia degli israeliani sia dei palestinesi.

Nel cammino della Chiesa in America, un articolo sulle dichiarazioni della Conferenza episcopale dell’Argentina sull’aborto.

Nel dettaglio, la conferenza stampa di presentazione della XII Giornata Mondiale del Malato.

 

Nelle estere, Medio Oriente: missione negli Stati Uniti del vicepremier israeliano Olmert.

Nucleare: possibili passi avanti nella crisi nordcoreana. 

 

Nella pagina culturale, un contributo di Marcello Filotei riguardo ad una pubblicazione di partiture, incisioni e concerti: una recente iniziativa in controtendenza rispetto alle logiche del mercato.

 

Nelle pagine italiane, in rilievo il tema delle riforme.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

5 febbraio 2004

 

 

LA CRISI DELL’UGANDA PUÒ ESSERE RISOLTA SOLO CON IL SOSTEGNO

DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE. LO AFFERMA IL VESCOVO DI GULU, BAPTIST ODAMA, CHE ESPRIME ANCHE LA PROPRIA PREOCCUPAZIONE PER I NUOVI,

RECENTI ATTACCHI COMPIUTI

DAI RIBELLI NEI DISTRETTI SETTENTRIONALI DEL PAESE AFRICANO

- La testimonianza di padre Giulio Albanese -

 

ì“Solo l’aiuto internazionale può mettere fine al conflitto che sconvolge il Nord Uganda”. E’ l’appello lanciato dal vescovo di Gulu, mons. John Baptist Odama, alla comunità internazionale affinché Nazioni Unite, Unione Europea, Commonwealth e Unione Africana intervengano nella crisi che sta martoriando il Paese africano. Il presule, che in questi giorni si trova a Londra, ha inoltre rimarcato come la soluzione militare scelta dal governo di Kampala non sia riuscita a mettere fine alla ribellione. E sul terreno non si placa, purtroppo, l’ondata di violenze. Decine di persone sono infatti rimaste uccise, nel Nord del Paese, a causa dell’ennesimo, efferato agguato perpetrato dai ribelli del sedicente Esercito di resistenza del signore. Sul posto c’è il direttore dell’agenzia missionaria Misna padre Giulio Albanese, che ci racconta quanto ha visto. La testimonianza è stata raccolta da Stefano Leszczynski:

 

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R. – Siamo partiti questa mattina dalla cittadina di Lira, nel nordest dell’Uganda, perché proprio al nostro ospedale erano arrivate circa una cinquantina di persone, tutte ferite molto, molto gravemente. Allora abbiamo preso la macchina e siamo partiti, abbiamo viaggiato per circa 30 km e abbiamo raggiunto un campo profughi, quello di Abia, e lì abbiamo trovato una devastazione indescrivibile: tutte le capanne che bruciavano, cadaveri per terra e alcuni soldati che ci hanno spiegato che i ribelli erano arrivati lì alcune ore prima – erano in effetti arrivati alle cinque del pomeriggio di ieri – si sono fermati nel campo fino alle nove di ieri sera, dando alle fiamme tutto. Secondo le testimonianze che abbiamo raccolto, oltre 50 persone sono morte. I feriti sono una settantina, ma crediamo che il bilancio delle vittime sia destinato a crescere nelle prossime ore. La cosa tragica è che questi ribelli catturano i bambini nei villaggi costringendoli a combattere.

 

D. – Non c’è nessuna presenza internazionale sul posto, al momento?

 

R. – Ci sono agenzie umanitarie nel Nord Uganda, ci sono anche Ong italiane che operano e che fanno un lavoro straordinario; purtroppo, i bisogni sono di gran lunga superiori a quelle che sono le loro capacità. Chiaramente, c’è bisogno di maggiori aiuti!

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ALLARME INTERNAZIONALE PER IL VIRUS AVIARIO:

ESPERTI DI TUTTO IL MONDO, RIUNITI A ROMA, SOLLECITANO MISURE URGENTI

E LA FAO CHIEDE FINANZIAMENTI IMMEDIATI AI PAESI DONATORI

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

Esperti di tutto il mondo sono riuniti da tre giorni a Roma, presso la sede della Fao per mettere a punto una strategia per debellare l’influenza aviaria, che ha colpito finora 8 Paesi asiatici. Un vertice d’urgenza convocato dall’Organizza-zione dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dall’Organizzazione mondiale per la salute degli animali (Oie). Dal Palazzo della Fao, ci riferisce Roberta Gisotti:

 

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Preoccupazione ce n’è tanta tra gli esperti per la cosiddetta influenza dei polli, che nonostante gli sforzi congiunti già posti in atto, continua a diffondersi nel continente asiatico. La situazione è seria, ha detto Jacques Diouf, direttore generale della Fao, parlando ad un’affollatissima Conferenza stampa – decine le televisioni presenti – che ha chiuso i lavori del Vertice, cui hanno preso parte circa 25 esperti: medici, veterinari e funzionari pubblici, in teleconferenza con alcuni dei Paesi colpiti. “Prevediamo un’evoluzione ulteriore dell’epidemia – ha aggiunto Diouf – che porterà ad una minaccia continua per l’uomo”.

 

Almeno 17 i morti finora, di cui 12 in Vietnam e cinque in Thailandia, persone che hanno contratto la malattia dai volatili. L’Oms esclude che finora vi sia stata trasmissione da uomo ad uomo, ma il virus H5M1, responsabile dell’epidemia, ha contagiato anche volatili in Cambogia, Cina, Indonesia, Giappone, Laos, Corea del Sud mentre ceppi patogeni minori sono stati segnalati pure a Taiwan e Pakistan. Cosa fare?

 

Gli esperti raccomandano trasparenza, collaborazione e sorveglianza. Sul piano operativo, due le soluzioni già in parte avviate. Anzitutto, rafforzare le campagne massicce di abbattimento degli animali malati e sospetti: 50 milioni – si stima – quelli già abbattuti; e poi, vaccinare ad ampio raggio i volatili nelle zone non ancora contaminate. Questo comporta – ha raccomandato Diouf – intensificare i controlli per monitorare tutti gli allevamenti. C’è poi bisogno di Centri di coordinamento nazionali e di un Centro internazionale, ruolo che potrebbe svolgere la Fao. Per questo Diouf chiede finanziamenti immediati ai Paesi donatori ed anche per sostenere le economie degli Stati colpiti dal virus. Virus che intanto avanza: in Cina, 12 su 31 le province interessate; in Vietnam, ben 53 su 64. Intanto, un esperto della Fao è atteso a Pechino ed altri tre esperti dell’Unione Europea sono stati inviati in Vietnam. Tra le preoccupazioni maggiori in questa fase anche il commercio illegale degli animali selvatici.

 

Dal Palazzo della Fao, Roberta Gisotti, Radio Vaticana.

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L’ALTO COMMISSARIATO DELL’ONU PER I RIFUGIATI HA LANCIATO L’ALLARME

PER LA DIMENTICATA CRISI UMANITARIA IN COLOMBIA

- Intervista con Laura Boldrini -

 

Allarme dell’Acnur, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati per la drammatica situazione umanitaria in Colombia, affermando che è la più grave nel mondo al di fuori dell’Africa. “Nel Paese latinoamericano - ha detto il vice-presidente dell’Acnur, Kamel Morjane - ci sono fra i due ed i tre milioni di persone costrette a lasciare le loro case a causa della guerra civile che dura ormai da 39 anni”. Morjane ha lanciato un appello alla comunità internazionale ed ai Paesi donatori affinché aumentino gli aiuti. Sulla situazione in Colombia, Roberto Piermarini ha intervistato la portavoce dell’Acnur, Laura Boldrini:

 

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R. – E’ una situazione disperata. Quella della Colombia è la peggiore crisi dell’emisfero occidentale e sicuramente è tra le tre crisi più gravi del pianeta, dopo la Repubblica Democratica del Congo e il Sudan. E’ una crisi però tra le più dimenticate, una crisi invisibile. Pensate che ci sono dai 2 ai 3 milioni di sfollati interni: si calcola, queste sono solo stime perché in effetti non ci sono dati, che ci siano circa 300 mila rifugiati nei Paesi confinanti. Ecco, una popolazione che vive a contatto con la paura, il terrore. Ci sono componenti paramilitari che hanno proprio l’obiettivo del controllo del territorio, che mettono in atto queste campagne del terrore contro la popolazione civile, che è sempre più spinta nelle zone periferiche, quindi di più difficile accesso per le agenzie umanitarie.

 

D. – I vostri interventi come Acnur, concretamente, quali sono?

 

R. – Sono più che altro mirati al sostegno del governo che ha la responsabilità di fornire gli aiuti agli sfollati. Abbiamo un budget di circa 11 milioni di dollari, un budget molto limitato, e chiaramente bisognerebbe riportare all’attenzione dell’opinione pubblica questa crisi, sia perché è una crisi che va avanti da circa 40 anni – è una delle più antiche crisi che va avanti da così tanto tempo – sia perché ci sono pochi fondi disponibili per aiutare questi milioni di ‘desplacados’ che vivono in condizioni terrificanti e che vivono anche con questa paura, paura di subire costantemente violenze che vengono messe in atto da queste entità paramilitari che vogliono controllare il territorio e quindi vogliono spingere via le popolazioni.

 

D. – Laura Boldrini, perché si parla poco della Colombia?

 

R. – Perché è una guerra che dura da tanto tempo e come tutte le guerre che durano da tanto tempo, non desta più l’attenzione dell’opinione pubblica perché i media non se ne occupano e se i media non se ne occupano è come se la crisi non esistesse: se non viene conclamata equivale a non esistere. E poi, probabilmente, perché c’è più attenzione sul narcotraffico: la lotta al narcotraffico ma non sulle conseguenze di questa lotta, che sono conseguenze umanitarie. Quindi, viene data più attenzione a questo aspetto che a quello umanitario.

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NUMEROSI COMMENTI ALLE PAROLE DEL PAPA IERI ALL’UDIENZA GENERALE

CONTRO LA PIAGA DELL’USURA

- Commento di padre Massimo Rastrelli -

 

Nella catechesi di ieri il Papa, richiamandosi al salmo 14, ha elencato gli 11 impegni-base di un esame di coscienza personale. E in proposito si è soffermato sul tema dell’usura. “Non praticare l’usura – ha detto – piaga che ai nostri giorni è un’infame realtà, capace di strangolare la vita di molte persone”. Al microfono di Debora Donnini sentiamo padre Massimo Rastrelli, presidente della Consulta nazionale delle fondazioni antiusura e presidente della fondazione Giuseppe Moscati.

 

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R. – Ha una grandissima importanza l’intervento del Papa. E’ la quinta volta che Giovanni Paolo II torna su questi argomenti dal 1997. Questa volta il Papa l’ha fatto nell’ambito delle sue catechesi e ha fatto riferimento a una fonte biblica: l’uomo non si può avvicinare a Dio se non fa questo esame di coscienza, se non si esamina sull’usura. L’importanza è grande, perché non c’è rapporto con Dio se non ci si aggiusta sotto questo punto di vista e perché si guastano tutti i rapporti umani se non si rispettano gli altri. In Italia sono migliaia le famiglie indebitate ed in gran parte per l’usura.

 

D. – Padre Rastrelli, quali politiche chiedete vengano attuate per combattere l’usura?

 

R. – La legge 108 è una buona legge che deve essere tuttavia migliorata. Questa legge, però, non è stata mai rifinanziata dal governo dal ’99 sino ad oggi. Per tre anni i finanziamenti sono venuti per altre ragioni e ad opera proprio dei commissari antiusura, che la stessa legge ha consentito di nominare. Noi chiediamo che lo Stato si responsabilizzi sul fatto che le leggi antiusura debbano essere rifinzanziate. E poi chiediamo che si adeguino i fondi e che non si perseguano le politiche di gioco d’azzardo. Lo Stato promuove il gioco d’azzardo e produce il 10 per cento dei giocatori bisettimanali, che cadono in miseria e bisognosi di denaro vanno al “debito di gioco”. Allora lo Stato deve finirla di pensare che non potendo più mettere tasse, promuove il gioco d’azzardo per poter trarre soldi. Questi non sono proventi per lo Stato, ma sono spese, perché fanno ammalare i cittadini, che devono anche curarsi, e distolgono dal lavoro. E poi facciamo i discorsi ai cittadini? Nessuno deve credere che il debito possa sostituire il reddito. Queste sono usure che si scatenano da comportamenti e da politiche, dalla burocrazia, dai rapporti con le banche, dai costumi consumistici. Se la mamma si indebita perché deve dare al figlio la macchina, è chiaro che si arrivi all’usura. Questi sono tutti fatti che scatenano l’usura e l’usura è un’epidemia.

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CHIESA E SOCIETA’

5 febbraio 2004

 

IN ANGOLA IMPORTANTE PROGETTO CONGIUNTO DI CHIESA E GOVERNO

NEL SETTORE DELL’EDUCAZIONE

 

LUANDA. = In Angola si stringe la collaborazione tra Stato e Chiesa nel campo dell’educazione. Dopo l’accordo di partnership siglato dal governo l’anno scorso, il  ministero dell’Istruzione angolano ha recentemente autorizzato la creazione di nuove scuole cattoliche e approvato l’inquadramento professionale del personale docente in diversi istituti scolastici gestiti dalla Chiesa. Si tratta di una delle più importanti novità introdotte nel sistema educativo angolano dalla liberalizzazione, 11 anni fa, dell’insegnamento e dalla restituzione degli edifici scolastici della Chiesa nazionalizzati nella seconda metà degli anni '70. Tra i nuovi istituti scolastici approvati, figura la scuola elementare “Don Bosco” di Sambizanga, alla periferia della capitale Luanda, che impartirà anche corsi di per adulti, e l’Istituto di educazione primaria e secondaria “San Francesco d’Assisi”, a Camabatela, nel-la provincia del nord Kwanza. Il Ministero ha inoltre autorizzato l’inquadramento del personale dell’Istituto di Scienze religiose di Angola (Icra) e ha dato il suo placet alla conversione in complesso scolastico di insegnamento medio e tecnico-professionale di una scuola elementare a Luanda. (L.Z.)

 

 

UN GRAVE INCIDENTE TRA DUE BATTELLI HA PROVOCATO QUESTA MATTINA, IN BANGLADESH, LA MORTE DI ALMENO 30 PERSONE MA IL BILANCIO DELLE VITTIME, ANCORA PROVVISORIO, È PURTROPPO DESTINATO A CRESCERE

 

DACCA. = Un grave incidente ha sconvolto questa mattina il Bangladesh, dove lo scontro di due battelli ha causato, stamani, diversi dispersi e feriti. L’impatto tra le imbarcazioni, avvenuto lungo il fiume Meghna, nel Sud del Paese, ha scatenato il panico tra i passeggeri, stimati in circa 800 e testimoni hanno riferito di aver visto i corpi senza vita di almeno trenta persone. Ma per un bilancio definitivo delle vittime bisognerà attendere ancora qualche giorno. Secondo fonti di stampa locali, i passeggeri a bordo dei due traghetti stavano rientrando a casa dopo aver partecipato, la settimana scorsa, ad una festività islamica. Incidenti di questo tipo non sono purtroppo rari in Bangladesh a causa dello scarso livello di manutenzione dei battelli che spesso sono sovraffollati. (A.L.)

 

 

“LA DEVOZIONE È VUOTA SE LA VITA E’ LONTANA”.

E’ IL FERMO MONITO RIVOLTO ALLA CITTÀ DI AREZZO

DAL VESCOVO DELLA CITTÀ TOSCANA

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

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AREZZO. = “La nostra città è colpita da un allarmante aumento degli aborti, da una crescente diffusione di materiale pornografico e dal dramma della disoccupazione”. E’ la forte denuncia del vescovo di Arezzo, Gualtiero Bassetti, alla vigilia della festa della Madonna del Conforto. Il monito del presule deriva da tre fatti. “Il primo – afferma - scaturisce dall’indagine Istat che attribuisce alla provincia di Arezzo il primo posto, in Toscana, per le interruzioni volontarie della gravidanza”. L’alta diffusione di cassette pornografiche – il secondo allarmante dato – confermata dalla decisione di organizzare ad Arezzo una grande rassegna del sesso. “Il terzo fatto – prosegue il presule – lo ricavo dalla realtà delle aziende aretine da cui stanno partendo numerose lettere di licenziamento”. Ma Arezzo è anche molto devota a Maria. Nella città toscana si svolgerà infatti, domenica 15 febbraio, la festa della Madonna del Conforto, particolarmente sentita dagli aretini che alla luce delle candele sfileranno davanti all’immagine conservata nel Duomo di San Donato. “Arezzo – ha concluso mons. Bassetti – ha bisogno di un forte scossone spirituale che scardini una mentalità dominata dal materialismo, dall’edonismo e dal consumismo”.

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“TRENTA ORE PER LA VITA”, LA CONSUETA MARATONA TELEVISIVA PER LA SOLIDARIETÀ, È DEDICATA QUEST’ANNO ALLA CAMPAGNA NAZIONALE

A FAVORE DEGLI ANZIANI.

I PROVENTI DELLA RACCOLTA SARANNO DEVOLUTI

ALLA COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO CHE PROMUOVERÀ DIVERSI PROGETTI

- A cura di Benedetta Capelli -

 

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ROMA. = Anche quest’anno si ripete l’appuntamento con “Trenta ore per la vita”. Diversa la collocazione di rete e il format televisivo ma lo scopo rimane lo stesso: aiutare chi ne ha bisogno. Stavolta il sostegno è per gli anziani, che nel nostro paese sono circa 10milioni e mezzo, il 18% della popolazione. Secondo i dati forniti dalla comunità di Sant’Egidio, destinataria della raccolta fondi di questa edizione, 1 su 6 vive da solo; nella sola città di Roma sono 120mila le persone con più di 80 anni che vivono in una condizione di bisogno. “Trenta ore per la vita” intende sostenere progetti mirati, a Genova ad esempio dove si creerà una rete di solidarietà e relazione o a Roma un programma di assistenza per gli anziani nelle case di riposo. Si partirà lunedì 9, dall’auditorium di Napoli, dove Lorella Cuccarini presenterà “Figli delle stelle”, un programma che mette a confronto due fan club di personaggi famosi, messi alla prova sulla conoscenza dei loro benianimi. Il giocatore Francesco Totti e l’attrice Mariagrazia Cucinotta saranno i protagonisti della prima serata. Durante la settimana il palinsesto di Rai 2, verrà ampliato con un’altra trasmissione “Un giorno per la vita”, racconti di storie con personaggi famosi. A dare il via alla maratona, la pedalata di Gilberto Simoni, il vincitore del Giro d’Italia metterà a disposizione la sua bicicletta che percorrerà tutta Italia in una staffetta che durerà fino al 16 gennaio.

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PARTE OGGI LA 54.MA EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL CINEMA DI BERLINO

 

BERLINO. Si alza oggi il sipario sulla 54.ma edizione del Festival del Cinema di  Berlino, e parte la caccia agli Orsi d’oro e d’argento per i  film in concorso. Nella sezione principale concorrono 26 film. In tutto, nelle differenti sezioni, saranno presentati circa 400 film. Inaugura questa sera la rassegna la pellicola fuori concorso di Anthony Minghella ‘Cold  Mountain’ ambientato durante la guerra civile americana, un inno all’amore e alla pace. Al centro della rassegna sono l’America Latina e numerosi sono i film sull’aumento della povertà in quest’area, e il continente africano - in particolare il Sudafrica - nel decennale dell'abolizione dell'apartheid: i lavori provengono da contesti sociali ed etnici diversi ma si somigliano nel presentare una fotografia intensa della vita di questo Paese concentrandosi sulle tribolazioni e le vittorie della giovane nazione sudafricana sulla strada verso la libertà. L'Italia è presente con un solo film in concorso: ‘Primo Amore’ di Matteo Garrone, che racconta la storia di un amore distruttivo fra un uomo ed una donna spinta all'anoressia. Il festival si concluderà il 15 febbraio. (S. C.)

 

 

SI RINNOVA IL RITO ANTICO DELLE PROCESSIONI CITTADINE PER SANT’AGATA.

IL PONTIFICALE SARÀ PRESIEDUTO OGGI,

NELLA CATTEDRALE DI CATANIA, DAL CARDINALE TAURAN

 

CATANIA. = Sarà il cardinale Jean Louis Tauran a presiedere, nella cattedrale di Catania, alla presenza di tutti i vescovi siciliani, il solenne pontificale in onore della patrona della città, Sant’Agata. “La tradizione continua – afferma l’arcivescovo della città siciliana, Salvatore Gristina – con i suoi valori da tramandare di generazione in generazione”. “E’ per questo motivo – ha aggiunto l’arcivescovo – che quest’anno abbiamo pensato di dare più spazio, all’interno delle celebrazioni agatine, a iniziative che coinvolgano di più i giovani”. L’intenso programma delle celebrazioni, svoltosi con diversi appuntamenti per tutto il mese di gennaio, è giunto ai momenti più attesi: le due lunghe processioni delle reliquie, tradizionalmente chiamate “giro esterno” e “giro interno”. Nel ricordo del martirio della Santa catanese – giustiziata dal governatore Quinziano sotto l’imperatore Decio nel 251 – il prezioso fercolo con il busto reliquario ha percorso, ieri, le strade dei quartieri un tempo fuori le mura cinquecentesche. Oggi attraverserà quelle del centro storico, per tornare in cattedrale solo domani mattina. A far da corona al pesante fercolo trainato da migliaia di devoti sono le undici Candelore, i monumenti cerei votivi ornati di fiori e altalenanti nella loro caratteristica andatura. (A.L.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

5 febbraio 2004

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

 

Alti ufficiali di polizia hanno interrogato, nella sua residenza a Gerusalemme, il premier Ariel Sharon in relazione alle inchieste di corruzione. Gli inquirenti sospettano che il premier, alla fine degli anni novanta, abbia ricevuto considerevoli somme dall'uomo d'affari israeliano David Appel in cambio di favori politici. La notte scorsa, le forze armate israeliane hanno arrestato 30 palestinesi, tra cui 20 militanti del movimento integralista islamico, Hamas, durante un'operazione in Cisgiordania. Sul fronte diplomatico, il ‘numero due’ del governo israeliano, Olmert, è partito per Washington per incontrare il segretario di stato americano, Powell. L’attenzione è rivolta ai progetti del premier Sharon che ha annunciato nei giorni scorsi l'intenzione di smantellare 17 insediamenti ebraici nella striscia di Gaza. Lo stesso Sharon dovrebbe incontrare nelle prossime settimane, a Washington, il presidente George W. Bush.

     

Il capo dell'Agenzia Onu sull'energia atomica, Aiea, el Baradei, ha detto che il 'padre' dell'atomica pachistana Abdul Qader Khan, che ieri ha confessato di avere consegnato tecnologie nucleari all'estero, “è solo la punta di un iceberg”, anche perché lo scienziato non ha agito da solo ma ha ricevuto aiuti in molti altri Paesi. Ieri Khan ha ammesso pubblicamente, alla televisione pachistana, di essere responsabile della consegna d’informazioni e tecnologie nucleari all'estero ma ha sostenuto che né il presidente pachistano Pervez Musharraf, né i responsabili militari del Paese erano al corrente delle sue attività illecite. I Paesi sospettati di aver ricevuto sono Iran, Corea del Nord, Libia.

 

Il marocchino Abdelghani, imputato al secondo processo di Amburgo legato all'11 settembre 2001, è stato assolto dall'accusa di coinvolgimento nei preparativi degli attentati terroristi in Usa. I giudici hanno stabilito che non è stato possibile dimostrare una sua responsabilità. Polemiche aveva suscitato la decisione di rimetterlo in libertà già a dicembre scorso, dopo che un testimone anonimo, lo aveva scagionato. Mzoudi rischiava 15 anni di reclusione come l'altro marocchino, Mounir el Motassadeq condannato ad Amburgo al primo processo legato agli attentati dell'11 settembre alle Torri Gemelle di New York e al Pentagono a Washington.

Alla vigilia della riunione informale dei ministri della difesa della Nato, domani a Monaco di Baviera, l'ambasciatore statunitense presso l'Alleanza atlantica, Burns, ha affermato che l'organizzazione si trova in ottima forma, “in un periodo di rinascimento”. Burns, parlando da Bruxelles, si è detto “ottimista” sull'espansione della missione in Afghanistan. Per l'Iraq, ha confermato “una forte volontà politica di fare di più”, affermando che è “troppo presto” per “considerare formalmente” un rafforzamento del ruolo della Nato nel Paese. “Abbastanza bene”, secondo Burns, vanno le discussioni tra Nato e Ue per un cambio della guardia alla guida della missione di stabilizzazione in Bosnia già prima della fine di quest'anno. Il diplomatico non ha negato una “crisi di risorse” per quanto riguarda la disponibilità dei Paesi Nato di militari e mezzi per compiere missioni impegnative.

 

Il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha invitato il leader turco cipriota, Denktash ed il presidente greco cipriota, Papadopoulos, ad incontrarsi a New York il 10 febbraio allo scopo di riprendere i negoziati sul suo piano di riunificazione dell'isola, divisa dal 1974. Obiettivo dell'invito - spiega Annan - è quello di sottoporre un testo conclusivo per tenere referendum in aprile. Se il problema della riunificazione non verrà risolto entro la data prevista, solo la Repubblica di Cipro, greca, aderirà all'Ue il primo maggio, lasciando da parte la Repubblica turca di Cipro nord, Rtcn, che non è riconosciuta dalla comunità internazionale.

 

“L'Italia continuerà, con determinazione e convinzione, ad operare per un mondo pacificato, anche con l'impiego delle sue Forze armate, se necessario e in collegamento con le Nazioni Unite, l'Unione Europea, la Nato”. E’ quanto ha affermato il Presidente della Repubblica nel discorso pronunciato alla Brigata Sassari, nella mattinata conclusiva della sua visita ufficiale in Sardegna. Ciampi ha anche ribadito che l’Italia è strenuamente impegnata a combattere il terrorismo. Il nostro servizio:

 

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Ce lo chiedono le prossime generazioni e ce lo chiedono i caduti di Nassiriya: è la convinzione del capo dello Stato che ribadisce l’impegno contro quelli che definisce folli e criminali disegni di un terrorismo internazionale che semina l'odio e mira a scardinare i principi del progresso di una civiltà. Ieri, sempre da Sassari, lo sguardo di Ciampi si era concentrato sui fatti interni all’Italia. Aveva pronunciato il suo “no all’Italia dell’odio”. Un appello a tutte le forze politiche a seguire la via del dialogo costruttivo, del rispetto reciproco, espresso con preoccupazione di fronte allo scontro sulle riforme, le difficoltà della maggioranza e le divisioni nel centrosinistra. Oggi la riflessione del presidente della Repubblica italiana si propone anche in tema di Europa, perché è stata resa nota questa mattina la lettera che Ciampi ha scritto al presidente dell'Europarlamento, Pat Cox, giorni fa. E’ un appello a approvare la costituzione entro i prossimi mesi, viste le cruciali scadenze che attendono l’Unione: il prossimo allargamento a maggio e l’appuntamento elettorale di giugno. Ciampi spiega chiaramente che “senza riforma costituzionale, un'Unione con 25 stati membri non sarebbe in grado di operare efficacemente, ma si risolverebbe piuttosto in una delusione per i nuovi membri e in un passo indietro per gli attuali”. Ciampi chiede in particolare, un rafforzamento dei poteri del Parlamento come migliore garanzia della democraticità e trasparenza della costruzione europea”.

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Domani mattina è prevista a Roma una riunione di Forza Italia sulla possibilità che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ponga la sua candidatura alle elezioni europee. Lo ha reso noto lo stesso Presidente del Consiglio a Bruxelles poco prima di recarsi al congresso del Partito Popolare Europeo, Ppe. Berlusconi ha anche affermato che l'idea di una lista unica del centrodestra alle elezioni europee “è una cosa ancora aperta”, ricordando però di aver espresso l’intenzione di una lista unica agli alleati che, invece, hanno ritenuto che fosse opportuno affermare la propria identità.

Il presidente ad interim afghano, Hamid Karzai, ha concesso la grazia ad un potente leader ribelle Pashtun, Padshah Khan Zadran, accusato di aver ucciso decine di civili. La grazia a Zadran arriva dopo l'approvazione della costituzione e a pochi mesi dalle elezioni di giugno, ed è un chiaro tentativo di appianare le tensioni con gli ex capi taleban. Karzai cerca di riacquistare potere nella zona della provincia sudorientale di Paktia, roccaforte degli estremisti taleban, per la maggioranza di etnia Pashtun. La crescita della violenza negli ultimi mesi in Afghanistan fa temere che le elezioni possano essere distorte dai leader regionali che stanno consolidando il potere nel loro ambito regionale.

 

Un tribunale di Mosca ha condannato a un anno di reclusione per evasione fiscale l'ex capo della compagnia petrolifera Yukos, Vasili Shaknovski, liberandolo però dalla necessità di scontare la pena in quanto non è più socialmente pericoloso e ha rimborsato il danno che è accusato di aver arrecato all'erario con l'evasione fiscale di quasi un milione di dollari. Questa è la prima sentenza nell'offensiva giudiziaria contro la Yukos, nell'ambito della quale sono stati arrestati, fra gli altri, il fondatore Khodorkovski e il secondo azionista Platon Lebedev, entrambi ancora in prigione.

 

Dopo il Forum sociale di Bombay, l’India torna ad essere un crocevia internazionale per discutere di ambiente e di sviluppo: da ieri a sabato prossimo è in corso nella capitale, New Delhi, il quarto Convegno sullo sviluppo sostenibile. Lo organizza Teri, un’organizzazione non governativa che si occupa di gestione dell’energia e delle risorse naturali. Ce ne parla Maria Grazia Coggiola:

 

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L’obiettivo di questo convegno che raggruppa politici, industriali ed esperti ambientali è di fare il punto sull’agenda fissata dalle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile nei settori dell’acqua, sanità, agricoltura e biodiversità. “La nozione di sviluppo sostenibile è forma e parte del lessico corrente”, ha detto il ministro degli Esteri indiano, Sinha, all’inaugurazione, invocando una partnership tra il settore privato e quello pubblico. Ha fatto appello ai Paesi industrializzati perché s’impegnino ad aiutare i Paesi poveri, mantenendo la promessa di devolvere lo 0,7 per cento del prodotto lordo nazionale in aiuti per lo sviluppo e di esportare tecnologie pulite. Presente ieri all’apertura anche Klaus Topfer, direttore dell’Unep, il programma dell’Onu per l’ambiente. Ha ricordato come sia importante per l’India salvaguardare il suo ambiente e le sue risorse, in un periodo come quello attuale di forte crescita economica e alla vigilia dell’appuntamento con le elezioni politiche. Tra gli oratori che parteciperanno nei prossimi giorni ci sono Jeffrey Sax, consigliere speciale di Kofi Annan, due premi Nobel, alcuni ministri per l’ambiente e i responsabili di alcune multinazionali, come Unilever e Shell.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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