RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII  n. 33 - Testo della Trasmissione di lunedì 2 febbraio 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

L’appello del Papa per la promozione della famiglia suscita un vivo dibattito nella società italiana. I valori familiari in primo piano ieri, a Roma, alla manifestazione per celebrare la 26.ma giornata della vita: con noi il cardinale Camillo Ruini, Olimpio Tarzia, i coniugi Roberto e Tilde Lombardi e Luisa Santolini

 

Oggi pomeriggio alle 17,30, nella festa della presentazione del Signore e nella Giornata della vita consacrata, Giovanni Paolo II presiederà in San Pietro la messa per i religiosi e le religiose: intervista con l’arcivescovo Silvano Nesti.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Prosegue il pellegrinaggio ai luoghi santi islamici dopo il drammatico incidente di ieri nei pressi della Mecca, costato la vita ad oltre 250 persone: ne parliamo con padre Justo Lacunza.

 

CHIESA E SOCIETA’:

L’Abbè Pierre è tornato al Trocadero di Parigi per esortare tutti a non rimanere indifferenti di fronte a coloro che soffrono

 

La 66.enne suor Tekla Famiglietti riconfermata per ulteriori sei anni alla guida dell’ordine delle Brigidine

 

Si sono svolti a Mosca, dal 25 al 28 gennaio scorsi, i colloqui avuti da una delegazione della Comunità di Sant’Egidio con i vertici della Chiesa ortodossa
 

Esortazione nella Lettera alle famiglie dell’arcivescovo di Firenze, il cardinale Ennio Antonelli, a riscoprire l’arte di educare

 

Nuove vittime in Thailandia e Vietnam a causa dell’influenza dei polli

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq decimati i vertici curdi dopo il duplice attentato di ieri ad Erbil

 

In Medio Oriente nuovi episodi di violenza nei campi profughi di Rafah e Betlemme.

 

 

 

 

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

2 febbraio 2004                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             

 

 

L’APPELLO DEL PAPA PER LA PROMOZIONE DELLA FAMIGLIA

SUSCITA UN VIVO DIBATTITO NELLA SOCIETA’ ITALIANA.

I VALORI FAMILIARI, IN PRIMO PIANO, IERI A ROMA, ALLA MANIFESTAZIONE

 PER CELEBRARE LA 26.MA GIORNATA DELLA VITA,

ALLA PRESENZA DEL CARDINALE VICARIO, CAMILLO RUINI

 

 

Vasta eco stanno suscitando le parole di Giovanni Paolo II all’Angelus di ieri. L’appello alle istituzioni pubbliche e alla società civile in favore della famiglia ha trovato subito una cassa di risonanza al Palalottomatica di Roma, dove ieri si è svolta la manifestazione per celebrare l’apertura dell’11.ma settimana diocesana della Vita e della Famiglia. “Una lodevole iniziativa volta a ricordare l’incommensurabile valore della vita umana fin dal suo concepimento e a promuoverne un sereno sviluppo”, l’ha definita il Papa in un telegramma letto dal cardinale vicario Camillo Ruini. Sull’evento - dal titolo “senza figli non c’è futuro” - promosso dalla diocesi di Roma, ascoltiamo il servizio di Dorotea Gambardella.

 

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“Non pochi coniugi vorrebbero più figli, ma sono quasi costretti a rinunciare per difficoltà economiche. Gli aiuti delle pubbliche istituzioni, pur apprezzabili, risultano spesso insufficienti. Si avverte il bisogno di una più organica politica a favore della famiglia”.

 

(musica)

 

A questo invito del Papa all’Angelus di ieri, si è unito l’appello alle istituzioni, alla Chiesa, ai mass media affinché sostengano con più efficacia le famiglie, lanciato al termine della manifestazione al Palalottomatica per celebrare la 26.ma Giornata per la Vita. Il pomeriggio si è consumato tra musica, spettacolo, ma soprattutto tra le diverse testimonianze delle persone comuni, che hanno sottolineato, come si legge nello stesso messaggio inviato dal capo dello Stato italiano, Carlo Azeglio Ciampi, “il ruolo essenziale della famiglia nel cammino della nostra società”. Sentiamo in proposito, il cardinale vicario, Camillo Ruini:

 

“Abbiamo voluto delle testimonianze per mostrare che la famiglia cristiana non è un ideale irraggiungibile ma qualcosa che viene messo in pratica. Abbiamo voluto proporre queste testimonianze, soprattutto ai giovani, perché abbiano fiducia di poter, a loro volta, costruire un futuro, come certamente nel loro cuore desiderano”.

 

Tra gli interventi dei personaggi noti, molto toccante quello della psicologa Maria Rita Parsi, che ha letto la lettera di una mamma, la quale inizialmente considerava inutile la vita del proprio bambino, perché diversamente abile e invece....

“E invece ha capito nel tempo la profonda, assoluta non solo utilità ma il valore enorme di questa vita. Una vita che poteva essere inutile nella visione generale della bellezza, della perfezione. In questa lettera c’è proprio la valorizzazione di quelle diverse abilità, di quell’essere diversi che diventa, però, un contributo ulteriore per chi è portatore di normalità e non si rende conto invece che tante volte la normalità è povera, mentre chi è portatore di diverse abilità è ricco di altre qualità e sentimenti”.

 

(musica)

 

Nel corso del pomeriggio è stato anche raccolto del denaro per avviare il progetto “Gemma”, di cui ci parla Olimpia Tarzia, segretario italiano del “Movimento per la Vita”:

 

“Il progetto Gemma è una forma di adozione prenatale a distanza e consiste in un contributo mensile di 170 euro per 18 mesi: a partire cioè dal terzo mese di gravidanza fino al primo anno di vita del bambino. La cosa bella è che molti adottanti, poiché da soli non ce la si fa perché si tratta di una quota notevole, si mettono insieme: gruppi di famiglie, un gruppo di carcerati, un gruppo di alpini, per fare solo degli esempi. Questo è un modo per aiutare economicamente la mamma ma anche dandole un aiuto psicologico, perché quella mamma sa che c’è qualcuno che vuol bene al suo bambino come lei”.

 

E proprio tra le famiglie che si sono maggiormente attivate per il progetto “Gemma”, i coniugi Roberto e Tilde Lombardi:

 

“Si può fare molto per aiutare la vita. A volte può sembrare impossibile ma con un po’ di attenzione ed un po’ di fantasia si riesce a fare molto”.

 

“Abbiamo questo grande amore per la vita ed è una piccola cosa che possiamo fare in un mare grande ma, forse, qualcosa che può aiutare qualcuno in difficoltà”.

 

(musica)

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         Ma torniamo alle parole del Papa, che - all’Angelus - ha sottolineato come l’attuale contesto culturale e sociale non favorisca la famiglia. Ecco la riflessione di Luisa Santolini, presidente del Forum delle associazioni familiari, raccolta da Alessandro Gisotti:

 

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R. – C’è una sorta di indifferenza, nel senso che si cerca di far passare ogni scelta come possibile e come valida e quindi quello che non è famiglia si fa passare per famiglia, quello che non è sancito da un patto pubblico ma è un fatto privato vuole assumere la dignità di un valore familiare.

 

D. – Giovanni Paolo II ha richiamato tutti al fondamentale dovere della protezione della vita. C’è sufficiente sensibilità, oggi, nella società verso questo valore?

 

R. – Quattro milioni di aborti in 20 anni dicono che la società non fa quasi nulla per impedire questi aborti che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono dovuti a questioni economiche, quindi a questioni risolvibili. Dunque, la riforma dei consultori, un atteggiamento più attento alla vita, un modo di fare veramente quadrato intorno a gravidanze indesiderate o difficili, questo è purtroppo ancora un po’ nel libro dei sogni.

 

D. – Ecco, il Papa ha avvertito: serve una politica più organica a favore della famiglia, e ha sottolineato come spesso i coniugi siano costretti dalle difficoltà economiche a rinunciare ad avere figli. Quali sono, secondo lei, gli interventi più urgenti da attuare?

 

R. – Intanto, individuare nella famiglia la risorsa di questo Paese e quindi investire su questa famiglia; secondo, cambiare le logiche in quanto non bisogna aiutare le famiglie in quanto povere e bisognose, ma aiutarle in quanto risorse e quindi seguirle nella loro dinamica di vita. Quando ci si sposa, si ha bisogno della casa; poi si ha il primo figlio e si ha bisogno dei servizi; si lavora, e quindi bisogna conciliare i tempi di lavoro con i tempi della famiglia ... è necessario seguire la famiglia nei suoi bisogni e nelle sue esigenze e soddisfare questa richiesta di paternità e maternità.

 

D. – “La famiglia ha un ruolo essenziale nel cammino di progresso della nostra società”, ha detto il presidente della Repubblica Ciampi, echeggiando le parole del Papa. Parole che hanno innescato un vivo dibattito tra i politici italiani. Quali sono i risultati che possiamo attenderci da questo nuovo confronto?

 

R. – A livello nazionale, occorre riformare – a partire dalla famiglia – tutto il sistema fiscale: i figli costano troppo, in Italia molto più che nel resto d’Europa; secondo, il problema del lavoro: si parla tanto di riforma del lavoro, ma i tempi del lavoro e i tempi della famiglia non sono assolutamente compatibili. Poi, a livello locale, il problema dei servizi, il problema delle tariffe, il problema delle case ... Sono cose che costano, ma molto meno di quello che si immagini perché la famiglia è in grado di restituire e anche in termini economici. E’ di vantaggio per tutti quello che si fa per lei. Un piccolo segnale potrebbe essere quello di festeggiare in Italia il 15 maggio, che è la Giornata internazionale della famiglia proclamata dall’Onu, una festa laica ma molto significativa, e poterla far diventare un appuntamento importante anche in Italia.

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OGGI, GIORNATA DELLA VITA CONSACRATA,

IL PAPA PRESIEDE  IN SAN PIETRO LA MESSA PER I RELIGIOSI,

TESTIMONI RADICALI DELL’AMORE DI DIO E PER GLI ALTRI

- Intervista con l’arcivescovo Silvano Nesti -

 

Oggi, Festa della Presentazione del Signore, si celebra la Giornata della vita consacrata. Nel pomeriggio alle 17.30 Giovanni Paolo II presiederà nella Basilica di San Pietro la Messa per i religiosi e le religiose. Secondo gli ultimi dati nel mondo i religiosi di diritto pontificio sono circa 813 mila: il 75 per cento sono donne. Le vocazioni nei Paesi occidentali sono in costante diminuzione, mentre sono in aumento in Africa, Asia e America Latina. Ma cosa vuol dire consacrare la propria vita a Dio? Giovanni Peduto lo ha chiesto all’arcivescovo Silvano Nesti, segretario della Congregazione per gli Istituti religiosi:

 

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R. – E’ necessario precisare: è Dio che consacra, che stabilisce un particolare legame d’amore con una persona, per una particolare missione. Per dono di Dio siamo consacrati nel battesimo e la consacrazione religiosa non è di natura diversa della consacrazione battesimale: è solo una risposta a Dio sommamente amato, è un legame più intenso con il Signore Gesù. E’ un vivere in un modo più forte e visibile la radicalità evangelica.

 

D. - Ma in una società secolarizzata come la nostra, attrae ancora questa proposta?

 

R. – I giovani sono particolarmente attratti dal radicalismo evangelico. Basti pensare che gli Istituti di vita consacrata più fedeli alla preghiera, all’austerità, al distacco dal consumismo, attirano molti giovani. Anche molti monasteri di monache di clausura attirano giovani che abbracciano con gioia questo stile di vita.

 

D. – Quale testimonianza viene dai consacrati al mondo d’oggi?

 

R. – E’ una testimonianza dei valori umani e cristiani più alti, attraverso la pratica dei consigli evangelici ed una vita comunitaria di accoglienza dei fratelli e delle sorelle che gioiosamente vivono il carisma del proprio Istituto, sebbene siano di provenienza di altre nazioni, di altre culture di altre etnie. E’ la comunità il terreno dove fiorisce con grande realismo la verifica dell’amor di Dio. Non c’è altra strada. Nella comunità avviene l’iniziazione alla fatica e alla gioia di vivere insieme. Nella fraternità ciascuno impara a vivere con colui che Dio gli ha posto accanto, accettandone le caratteristiche positive e, insieme, le diversità ed i limiti.

 

D. – Cosa vogliono dire, in profondità, i voti di povertà, castità e obbedienza?

 

R. – E’ il triplice aspetto della liberazione dalla schiavitù delle passioni (castità), delle cose (povertà), dell’orgoglio (obbedienza). La scelta ‘radicale’ che la persona compie nella vita consacrata, per molti è incomprensibile. In realtà essa è dono dello Spirito Santo e non si può comprendere se si riduce tutto a scelta unicamente umana.

 

D. - Oggi è sempre più diffusa la consacrazione dei laici: che cos’è?

 

R. - E’ una forma di vita consacrata vissuta nella secolarità, cioè nella propria famiglia e nel proprio ambiente di lavoro. Queste persone intendono vivere la consacrazione a Dio nel mondo attraverso la professione dei consigli evangelici nel contesto delle strutture temporali, per essere così lievito di sapienza e testimoni di grazia all’interno della vita culturale, economica e politica. Esse intendono immettere nella società le energie nuove del Regno di Cristo, cercando di trasfigurare il mondo dal di dentro con la forza delle Beatitudini.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Nel corso della mattinata, Giovanni Paolo II ha ricevuto un gruppo di quattro presuli francesi in visita ad Limina.

 

Il Papa ha nominato membro del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali il vescovo Pierfranco Pastore. Inoltre, all’interno del medesimo dicastero, il Pontefice ha nominato in qualità di capo ufficio il sacerdote mons. Enrique Planas y Coma, avente finora l’incarico di aiutante di studio.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Apre la prima pagina il titolo "C'è bisogno di una più organica politica a favore della famiglia": all'Angelus il fermo e deciso appello di Giovanni Paolo II in occasione della XXVI Giornata per la Vita.

 

Nelle vaticane, conclusa la visita pastorale del Cardinale Crescenzio Sepe a Dubai, a Shariah e ad Abu Dhabi: "custodire e testimoniare con tutte le forze la fede donata e trasmessaci dai nostri padri".  

 

Nelle estere, in rilievo la nuova strage che ha segnato e scosso l'Iraq, provocata dall'attacco congiunto di due kamikaze.

Arabia Saudita: 244 musulmani travolti da un'enorme folla durante il pellegrinaggio alla Mecca.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Armando Rigobello su un volume dal titolo "Il pensiero religioso nei Presocratici".

Lo scritto postumo di Mario D'Erme, che offre un itinerario storico e artistico lungo il corso dell'Elba: Wittenberg, Dessau e Worlitz

 

Nelle pagine italiane, Ciampi: la famiglia ha un "ruolo essenziale" nel progresso della società.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

2 febbraio 2004

 

 

IL PELLEGRINAGGIO ALLA MECCA, TRA DEVOZIONE E TRAGEDIA

- Intervista con padre Justo Lacunza -

 

Una morte orribile in un contesto di grande devozione religiosa. E’ quella che hanno trovato ieri oltre duecento musulmani che partecipavano al Grande Pellegrinaggio ai luoghi santi dell’Islam. La tragedia - un capitolo purtroppo non nuovo dell’annuale processione alla Mecca – si è verificata nella valle della Mina, in Arabia Saudita. Durante il tradizionale lancio delle pietre contro le stele che rappresentano Satana – rito che conclude il pellegrinaggio – uno sbandamento delle migliaia di persone che si accalcavano sul posto ha lasciato sul terreno 251 persone, schiacciate o soffocate.

 

 Nonostante la tragedia, anche oggi una marea umana sfila dall’arida spianata della Mina verso il monte Arafat, sotto l’occhio di centinaia di poliziotti e di elicotteri. Ma quali motivazioni religiose spingono milioni di musulmani a raggiungere la Mecca per assolvere al precetto del pellegrinaggio? Ecco l’opinione di padre Justo Lacunza, preside del Pontificio Istituto di studi arabi e islamistica, intervistato da Alessandro De Carolis:

 

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R. – Nella religione dell’Islam, il grande pellegrinaggio significa tre cose molto importanti: anzitutto, compiere un rito liturgico, stabilito dalla prassi e dal credo musulmano secondo testi del credo islamico. In secondo luogo, rappresenta un’espressione comunitaria della fede islamica, intorno e nel centro nevralgico dove è nata la religione islamica e cioè alla Mecca. Terzo, questo pellegrinaggio comporta tutta una serie di riti, per finire con la grande Festa del sacrificio, durante la quale si fa memoria di Abramo, considerato l’antenato nella fede della religione islamica.

 

D. – Cosa rappresenta, in particolare, la “pietra nera”, l’oggetto sacro per eccellenza dell’Islam?

 

R. – La pietra nera è posizionata all’interno della Kaaba ed è un oggetto di venerazione molto, molto antico. Rappresenta la casa di Allah e dunque andare ed orbitare intorno alla Kaaba, cercando al contempo di toccare o di baciare la pietra nera, rappresenta l’atto supremo di adorazione di Dio e riconoscere che Dio è unico, misericordioso ed onnipotente.

 

D. – Una particolarità del grande pellegrinaggio dei musulmani è la conclusione che vede il lancio di sette pietre contro le stele che rappresentano il demonio. Che cosa significa questo particolare rito?

 

R. – I pellegrini che si sono recati alla Mecca, si recano anche a Mina, dove lanciano dei sassi contro delle colonne, per ricordare quanto fece Abramo per scacciare il demonio, prendendolo a sassate. Questo atto – il lanciare i sette sassi – significa rifiutare assolutamente, sconfessare il demonio.

 

D. – Purtroppo quest’anno, il rito che lei ha appena descritto è stato segnato da una nuova strage da ressa, con 250 morti. Cosa si potrebbe fare per evitare queste drammatiche appendici?

 

R. – Si potrebbero fare due cose. Anzitutto, programmare questo rito in un arco di tempo più prolungato, o in uno spazio geografico più ampio. Secondo, fare in modo che il rito si svolga sì alla presenza dei fedeli, ma senza lanciare necessariamente i sette sassi. Ciò pone un problema molto pratico, quello di dove reperire le pietre, e allo stesso tempo, di dover gestire migliaia e migliaia di persone in sicurezza. Perché qui non si tratta di una processione, ma di fermarsi e di lanciare questi sassi: una situazione che può portare a grandi catastrofi.

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CHIESA E SOCIETA’

2 febbraio 2004

 

 

 

 

“GUAI A NOI GENTE FELICE IL CUI EGOISMO IMPEDISCE AI PIU’ DEBOLI DI VIVERE”, CINQUANT’ANNI DOPO IL SUO STORICO APPELLO, L’ABBE’ PIERRE E’ TORNATO

AL TROCADERO DI PARIGI PER ESORTARE TUTTI A NON RIMANERE

INDIFFERENTI DI FRONTE A COLORO CHE SOFFRONO

- A cura di Francesca Pierantozzi -

 

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PARIGI.= In una giornata meno fredda di quel primo febbraio del ’54, l’Abbé Pierre – sicuramente il prete più famoso ed amato di Francia – ha ripetuto il suo appello alla solidarietà contro la povertà e l’esclusione. Davanti a circa mille persone, riunite sulla Piazza del Trocadero, davanti alla Torre Eiffel, l’Abbé Pierre, 91.enne, è arrivato appoggiandosi ad un bastone e tra gli applausi si è seduto su una poltrona. Vicino a lui il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoe, ed i responsabili di una decina di Associazioni umanitarie. Cinquant’anni fa l’Abbé Pierre lanciò un appello a non chiudere gli occhi sulla povertà; l’appello fu ascoltato in tutta la Francia e poi nel mondo, dove nacquero i centri di accoglienza e di solidarietà Emmaus. Da allora l’Abbé Pierre non ha mai smesso di battersi con il suo saio e il suo berretto. Al Trocadero il frate ha ribadito i principi della sua battaglia in un testo letto dai suo collaboratori. “Viviamo in una nazione ricca ma che lascia da parte milioni di disoccupati. Nessuno deve sentirsi impotente davanti a tanta sofferenza”, ha detto l’Abbé Pierre, che ha invitato tutti a passare all’azione per evitare – così ha detto – che la nostra inazione diventi un crimine contro l’umanità. In cinquant’anni questo frate, originario della Francia profonda, quinto di otto fratelli, si è battuto per aiutare i più poveri, gli esclusi, gli emarginati, i senza lavoro, senza tetto, senza carta di soggiorno. L’Abbé Pierre, come cinquant’anni fa, non esita a mettere ognuno davanti alle proprie responsabilità. “Non sta ai governi dirci come essere solidali – ha detto al Trocadero – sta a noi mostrare loro la società che vogliamo”.

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LA 66.ENNE SUOR TEKLA FAMIGLIETTI RICONFERMATA PER ULTERIORI SEI ANNI

ALLA GUIDA DELL’ORDINE DELLE BRIGIDINE

 

ROMA. = “Gaudio immenso” e certezza di una ulteriore crescita dell’Istituto religioso, sotto la guida “saggia e materna” della riconfermata responsabile. Con queste parole, le Sorelle dell’Ordine del SS. Salvatore di Santa Brigida, più comunemente conosciute come Brigidine, hanno espresso la propria gioia per la rielezione all’unanimità di Madre Tekla Famiglietti, avvenuta oggi. Già Abbadessa generale dell’Ordine da 24 anni, suor Tekla è stata riconfermata nella sua carica per ulteriori sei anni, fino al 2010. Nel comunicato stampa diffuso oggi in seguito alla rielezione, le Brigidine confermano all’Abbadessa “affettuosa solidarietà e profondo ringraziamento”, certe che anche il prossimo mandato segnerà per l’Ordine “un cammino di unità nella comunione e di crescita nella santità”, grazie alla “illuminata, saggia e materna guida dell’amata Madre Tekla”. L’Istituto, il cui carisma è caratterizzato dalla testimonianza di un profondo impegno ecumenico, conta attualmente 600 religiose e 45 comunità sparse nel mondo.  (A.D.C.)

 

 

A FINE GENNAIO, A MOSCA, MONS. VINCENZO PAGLIA E UNA DELEGAZIONE DELLA COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO HANNO INCONTRATO IL PATRIARCA ORTODOSSO RUSSO, ALESSIO II, PER UN CONFRONTO SULLO STATO DEL DIALOGO ECUMENICO

CON LA CHIESA CATTOLICA

 

MOSCA. = I rapporti attuali e gli sviluppi possibili tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa russa. Sullo sfondo di questo scenario ecumenico, si sono svolti a Mosca, dal 25 al 28 gennaio scorsi, i colloqui avuti da una delegazione della Comunità di Sant’Egidio con i vertici della Chiesa ortodossa. Guidata dal vescovo di Terni-Narni-Amelia Vincenzo Paglia, consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio, la delegazione ha incontrato il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Alessio II, e il metropolita di Smolensk e Kaliningrad, Kirill, presidente del Dipartimento relazioni esterne del patriarcato di Mosca. I colloqui hanno permesso anche di delineare alcune prospettive di collaborazione tra la Chiesa ortodossa russa e la Comunità di Sant’Egidio, in diversi campi della cooperazione ecclesiale, dell’approfondimento culturale e dell’impegno internazionale, già a partire dal 2004. Ai due massimi esponenti ortodossi è stata consegnata la prima copia del volume “Santità e carità tra Oriente e Occidente”, edito da Leonardo International, che raccoglie i contributi presentati durante l’inedito convegno internazionale dell’ottobre 2002 a Terni, organizzato dal Patriarcato di Mosca, dalla diocesi di Terni, dall’Università di Perugia e dalla Comunità di Sant’Egidio. Tra due settimane, il 16 febbraio, anche il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani, volerà a Mosca per una visita di quattro giorni, su invito dei vescovi della Federazione Russa. La visita - “animata anche da sentimenti di stima verso la Chiesa ortodossa russa”, ha sottolineato un comunicato della Sala stampa vaticana - consentirà al cardinale Kasper di intrattenersi a colloquio sia con il Patriarca Alessio II, sia con il metropolita Kirill. (A.D.C.)

 

 

“I VOSTRI FIGLI HANNO BISOGNO SOPRATTUTTO DI VERITA’, IDEALI CONDIVISI

E CERTEZZE PER NON RIMANERE DISORIENTATI”. E’ IL MESSAGGIO CONTENUTO

NELLA LETTERA ALLE FAMIGLIE, INCENTRATA SULL’ARTE DI EDUCARE, DELL’ARCIVESCOVO DI FIRENZE, CARDINALE ENNIO ANTONELLI

 

FIRENZE. = “Riscoprite l’arte di educare, l’unica capace del capolavoro assoluto: lo sviluppo della persona”. E’ l’esortazione dell’arcivescovo di Firenze, il cardinale Ennio Antonelli, contenuta nella lettera alle famiglie che i parroci fiorentini distribuiranno nelle case della diocesi, nei prossimi giorni, durante la benedizione pasquale. “I vostri figli – spiega il cardinale Antonelli – non hanno bisogno solo di vestiti, medicine e inserimento sociale ma soprattutto di verità e significati che rendano la vita bella e degna di essere vissuta”. “Sappiate dire dei ‘no’ – prosegue il porporato, rivolgendosi ai genitori – e motivate i divieti correggendo, cercando di persuadere, evitando l’autoritarismo e il permissivismo”. Il cardinale sottolinea, inoltre, come l’arte di educare incontri oggi sempre maggiori difficoltà in una società, ricca di risorse materiali, ma povera di verità e ideali condivisi”. Nella lettera viene anche messa in risalto la valenza del rapporto genitori-figli come dono reciproco: “Voi – scrive l’arcivescovo – educate i vostri figli, ma anche loro vi educano”. Sulla delicata età dell’adolescenza, il porporato rimarca il valore dell’educazione: “Se i figli escono di casa bisogna aiutarli a uscire senza che si perdano. Rispettare le loro idee e le loro scelte senza discuterle genera, infatti, estraneità reciproca”. L’invito finale mette i genitori di fronte al compito e all’esame di coscienza più difficile: “Carissimi – conclude Antonelli – cercate di comunicare la fede cristiana e i grandi valori etici, offrendo prima di tutto voi stessi come modello concreto di vita riuscita”. (A.L.)

 

 

NUOVE VITTIME IN THAILANDIA E VIETNAM A CAUSA DELL’INFLUENZA DEI POLLI,

INTANTO L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’ LANCIA L’ALLARME

SUL POSSIBILE CONTAGIO DA UOMO A UOMO

 

BANGKOK.= L’Organizzazione mondiale della sanità ha affermato stamani che un virus dell'influenza umana potrebbe aver colpito il Vietnam, aumentando così il rischio che questo si combini con quello dell’influenza dei polli che nel Paese ha già causato nove vittime. L’evento è particolarmente temuto dagli scienziati dell’Oms, perché potrebbe dar luogo a un nuovo virus, mortale per le persone. La combinazione di questi due virus, ha avvertito l’Organizzazione di Ginevra, potrebbe scatenare una pandemia con milioni di vittime. D’altro canto, il commissario europeo alla Sanità ha oggi affermato che “non ci sono prove tangibili di trasmissione all’uomo”. Cresce intanto il bilancio dei morti a causa del morbo: sono tre finora in Tailandia le persone decedute in seguito al virus dell’influenza aviaria. Un  quarto caso accertato è in condizioni gravi. Sui casi sospetti, invece - 19 in tutto - i morti sono dieci, tre dei quali nelle ultime ore. Intanto, la vendita di pollame vivo è stata vietata oggi nella metropoli costiera di Shanghai nel tentativo di contenere l’epidemia di influenza dei polli che ha colpito la Cina e altri nove Paesi asiatici. In Cina, casi del terribile virus si sono verificati in dieci  province e, per questo, sono in corso massicci abbattimenti di volatili. Intanto, sono già pesantissime le conseguenze economiche in tutto il sudest asiatico sintetizzate, negli ultimi giorni, dalle sedute negative delle Borse dell’area colpita dall’epidemia. Si temono in particolare danni al settore turistico. (A.G.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

2 febbraio 2004

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

 

Il dramma della violenza ha nuovamente colpito l’Iraq, dove ieri due attacchi kamikaze perpetrati ad Erbil, nel Kurdistan iracheno, hanno provocato almeno 65 morti, tra i quali anche il governatore della regione e molti funzionari locali. Una formazione estremista islamica, finanziata da Al Qaeda, è ritenuta la responsabile di questo tragico, duplice agguato compiuto contro le sedi dei due principali partiti curdi. Ma perché la guerriglia antiamericana ha voluto colpire il Nord curdo? Ci risponde Lorenzo Cremonesi, inviato in Iraq del Corriere della Sera, raggiunto telefonicamente ad Erbil da Giancarlo la Vella:

 

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R. – La guerriglia segue la logica degli attentati degli ultimi mesi e l’attentato di ieri non è diverso da quelli perpetrati contro la sede dell’amministrazione americana oppure contro la Croce Rossa o la sede dell’Onu. Questi attacchi hanno come fine il tentativo di destabilizzare l’Iraq dimostrando che il Paese è a rischio e che il processo di normalizzazione del dopoguerra non si è ancora completato. E anche le elezioni ed il processo politico che dovrebbero seguire, nei prossimi mesi, costituiscono ulteriori fattori di incertezza. Credo che la guerriglia stia adottando una logica di destabilizzazione globale tesa a minare i già fragili equilibri non di una singola zona ma di tutto il Paese.

 

D. – Il fatto che siano stati colpiti i curdi può far propendere per attribuire questo episodio più che ad Al Qaeda ai fedelissimi del partito Baath, l’ex regime di Saddam Hussein, che ha sempre avuto un conto aperto con la parte curda del Paese?

 

R. – Certamente esiste un’antica ruggine tra curdi e partito Baath. I curdi, infatti, sono stati i grandi protetti degli americani dalla guerra del ’91 fino ad oggi. Un’analisi, molto accreditata qui in Iraq, è che i guerriglieri fedeli a Saddam sono in questo momento in ritirata, soprattutto dopo la caduta dell’ex rais. E’ invece in crescita l’elemento islamico ma ci potrebbero essere sacche di resistenza del partito Baath che ormai cooperano a pieno regime con le nuove forze islamiche.  

 

D. – I kamikaze colpiscono come vogliono e quando vogliono. Un ostacolo in più per gli americani che stanno gestendo con difficoltà questa situazione?

 

R. – Certamente la guerriglia colpisce dove vuole e quando vuole, anche perché la cornice di sicurezza messa in atto dalle forze della coalizione è spesso vulnerabile. Nel difficile e complesso scenario del dopoguerra iracheno bisogna inoltre registrare la crescita e i progressi economici della società civile, specialmente nelle zone curde.

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Negli Stati Uniti l’intricata questione del mancato ritrovamento delle armi di distruzione di massa irachene sembra essere il tema dominante della campagna elettorale che porterà, il prossimo 2 novembre, all’elezione del nuovo presidente. Nel Paese americano dove domani si terranno, contemporaneamente, le primarie democratiche in sette Stati, sarà istituita prossimamente una Commissione indipendente di inchiesta sui rapporti dell’intelligence che convinsero George Bush a dichiarare guerra all’Iraq. L’inchiesta avrà il delicato compito di chiarire le eventuali responsabilità della Cia o la presunta pressione esercitata dalla Casa Bianca per avere informazioni tese a giustificare l’intervento bellico nel Paese arabo.

 

La minaccia terroristica, che in questi giorni ha costretto le compagnie aeree ‘British Airways’ e ‘Air France’ a cancellare numerosi voli, poteva riguardare un attacco con armi chimiche o biologiche. Secondo informazioni raccolte dai servizi segreti americani, e citate ieri dal Washington Post, una cellula di al Qaeda avrebbe infatti elaborato un piano per diffondere i virus dell’antrace o del vaiolo a bordo di un aereo.

 

“Ho dato l’ordine di pianificare l’evacuazione di 17 insediamenti ebraici nella Striscia di Gaza”. Lo ha rivelato, stamani, il premier dello Stato ebraico, Ariel Sharon, al quotidiano israeliano ‘Haaretz’. “Sto lavorando – ha aggiunto - partendo dall’assunto che in futuro non vi sarà più alcuna colonia ebraica nella Striscia”. Immediata ed energica la reazione dei coloni israeliani di Gaza. “Faremo tutto il possibile – hanno detto – per abbreviare il mandato di Sharon”. E sul terreno non si interrompe, purtroppo, l’ondata di violenze. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

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Dopo le incursioni dei giorni scorsi a Betlemme e quella di ieri a Gerico, i soldati israeliani hanno ucciso quattro palestinesi durante un raid compiuto, stamani, nel campo profughi di Rafah, nel Sud della Striscia di Gaza. Nella tarda mattinata, inoltre, un palestinese è rimasto ucciso in uno scontro nel campo profughi di Aida, nei pressi di Betlemme. In questo drammatico scenario bisogna anche registrare la morte di due soldati israeliani avvenuta durante un’esercitazione condotta, la scorsa notte, nelle alture occupate del Golan. Il governo israeliano ha intanto deciso di mostrare, per la prima volta, l’orrore degli attentati suicidi. Le terribili immagini, girate subito dopo l’attentato di giovedì scorso a Gerusalemme, sono infatti visibili sul sito del ministero degli Esteri. L’esecutivo di Tel Aviv aveva impedito, finora, la pubblicazione di foto scattate subito dopo attacchi kamikaze. Israele ha inoltre chiesto agli Stati Uniti di rinviare la pubblicazione del rapporto annuale del dipartimento di Stato sulle violazioni dei diritti umani. Il rapporto dovrebbe essere pubblicato il 25 febbraio, due giorni dopo l’apertura dei dibattimenti alla Corte internazionale dell’Aja sulla barriera di difesa, in costruzione fra Israele e Cisgiordania. Secondo le anticipazioni, il rapporto critica lo Stato ebraico per le dure conseguenze provocate ai palestinesi dal muro.

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Nelle Filippine sei ribelli sono morti in un combattimento svoltosi nei pressi  della città di Matanao e cinque soldati sono stati uccisi in un’imboscata tesa dalla guerriglia nel Nord del Paese. Lo ha affermato oggi un portavoce militare. Questi gravi episodi di violenza avvengono nel momento in cui la guerriglia ed il governo di Manila si accingono ad incontrarsi la settimana prossima, in Norvegia, in vista dei negoziati.

 

In Iran i riformisti hanno chiesto che vengano rinviate le elezioni previste per il prossimo 20 febbraio specificando che i candidati riammessi nelle liste devono avere il tempo di prepararsi alla consultazione. Oltre 120 parlamentari riformisti si sono dimessi, ieri, nell’ultimo atto della crisi innescata dalla bocciatura da parte del Consiglio dei guardiani, l’organo conservatore composto da religiosi e giuristi islamici, di 2.000 aspiranti candidati. Un terzo dei bocciati è stato successivamente riammesso, ma il provvedimento non è stato ritenuto soddisfacente e la protesta continua:il principale partito riformista, il Fronte della partecipazione, il cui leader è il fratello del presidente Khatami, ha annunciato che boicotterà le elezioni..

 

In Burundi un’incursione del sedicente gruppo del Fronte di liberazione nazionale (Fln) e la dura reazione dell’esercito hanno provocato, tra venerdì e sabato scorsi, la morte di almeno trenta persone. Lo ha reso noto, oggi, radio Nairobi precisando che i miliziani non hanno accettato l’accordo di pace raggiunto dall’altro movimento ribelle, le Forze per la difesa della democrazia (Fdd). La guerra civile dura, nel Paese africano, da oltre 10 anni ed ha causato, finora, circa 300 mila vittime ed oltre un milione di profughi.

 

Il ministro degli esteri del governo indipendentista ceceno, Ilyas Akhmadov, ha duramente criticato il principale comandante militare della guerriglia, Shamil Basayev accusandolo di voler trasformare la resistenza “in un'organizzazione terroristica'' ed ha ribadito la sua ferma ''condanna di qualsiasi atto di violenza contro i civili”.

 

In Francia clamoroso calo dei fumatori dopo le campagne antifumo e gli aumenti a ripetizione del prezzo delle sigarette. Dal 1999 al 2003 - osserva l’Istituto di prevenzione ed educazione della Sanità – i fumatori sono infatti calati di circa due milioni.

 

 

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