RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n.
350 - Testo della trasmissione di Mercoledì 15 dicembre 2004
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
Mostra a Cartagine su “Sant’Agostino: africanità ed
universalità”. Intervista con mons. Fouad Twal.
CHIESA E SOCIETA’:
Proseguono in Myanmar gli arresti degli oppositori politici.
Il premio UNESCO
per i diritti umani assegnato al docente thailandese Vitit Muntarbhorn.
‘Si’ dell’Europarlamento all’avvio dei negoziati per l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea
Il presidente dell’OLP Abu Mazen condanna il ricorso delle armi dell’Intifada e rilancia il negoziato con Israele
Ancora tensioni in Uganda alla scadenza del cessate-il-fuoco tra il governo di Kampala e i ribelli
In Italia, la Corte Costituzionale dice no alla rimozione del Crocifisso dalle aule scolastiche
15 dicembre 2004
IN
UN’ATMOSFERA NATALIZIA, L’UDIENZA GENERALE DEL PAPA INCENTRATA SULLA VENUTA DEL RE-MESSIA,
CHE SALVA I DEBOLI DAI
SOPRUSI DEL MONDO. IL RINGRAZIAMENTO DEL PONTEFICE ALLA PROVINCIA TRENTINA
PER IL DONO DEL GRANDE
ABETE, CHE VERRA’ INAUGURATO OGGI POMERIGGIO IN PIAZZA SAN PIETRO
- Servizio di Alessandro
De Carolis -
E’ il
Messia il supremo protettore dei poveri e degli oppressi, che difende la loro
dignità e i loro diritti, spesso calpestati da “potenti” e “prepotenti”. La catechesi
di Giovanni Paolo II nella penultima udienza generale prima del Natale ha preso
in esame la seconda parte del Salmo 71, che celebra la figura del Re-Messia e
della terra beneficata dalla sua presenza. Il servizio di Alessandro De
Carolis.
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“Giustizia”
e “amore” per i poveri. Il Re messianico si riconosce da queste virtù, che
aprono il cuore degli uomini, e in particolare di coloro che sono vittime, alla
speranza di “un’era di pace” e di equità. Le strofe del Salmo 71, spiegate da
Giovanni Paolo II in un’Aula Paolo VI gremita e festosamente addobbata per il
Natale, presentano - ha detto il Papa - il modello del Signore
“riscattatore-redentore” degli oppressi che vedono in lui il “rappresentante
visibile del loro unico difensore e patrono: Dio”. Un Re-Messia, dunque,
“giusto” e “perfetto” quanto talvolta iniqui e parziali furono i sovrani di
Israele che, ha osservato il Pontefice, come la
storia dell’Antico Testamento insegna, hanno “troppo spesso smentito questo
loro impegno, prevaricando sui deboli, sui miseri e sui poveri”. L’opera di
riscatto portata avanti da Dio nei confronti dei deboli e dei poveri ne tutela
“la vita e il sangue”. E “vita” e “sangue”, ha affermato Giovanni Paolo II,
“sono la realtà fondamentale della persona”, la “rappresentazione dei diritti e
della dignità di ciascun essere umano, diritti spesso violati dai potenti e dai
prepotenti di questo mondo”. Come per il popolo d’Israele delle Scritture,
anche per i cristiani di oggi il messaggio del Salmo è profondamente attuale:
“Nel volto di questo re-Messia la tradizione
cristiana ha intuito il ritratto di Gesù Cristo”.
Il
Cristo “atteso e sperato” del Natale, ha aggiunto il Papa: colui che “ha
umiliato” Satana e che, secondo le parole di Sant’Agostino, è venuto “di
persona” a salvarci, perché ciò “non avrebbe potuto farlo nessuna potenza
creata: né quella di un qualsiasi uomo giusto e neppure quella dell’angelo”.
Come
detto, i drappi e i tappeti rossi esposti in Aula Paolo VI hanno contribuito a
dare un sapore natalizio all’udienza, durante la quale numerosi sono stati gli
accenni al Natale. Il primo, in particolare, ha avuto un tono nostalgico quando
Giovanni Paolo II ha salutato i pellegrini polacchi di Zakopane e i
connazionali dell’orchestra militare degli alpini di Podhale, che ha eseguito
un applaudito stacco musicale.
“JESTEM WDZIĘCZNY ZA CHOINKI…
Sono grato degli alberi di Natale che
portate ogni anno perché mi ricordano il mio diletto Podhale, le montagne e la
mia terra”.
Inoltre
il Papa ha avuto parole di ringraziamento per i fedeli e le autorità
provenienti dalla Provincia autonoma di Trento. Proprio del Trentino è
originario l’imponente abete – alto oltre 30 metri e pesante 84 quintali - che
oggi pomeriggio, alle 16.30, verrà inaugurato in Piazza San Pietro con la
tradizionale cerimonia dell’accensione. Il Papa ha concluso dicendo: “Questo
grande e vetusto albero”, di circa 110 anni, “ricorderà ai visitatori e ai
pellegrini la nascita di Gesù, luce del mondo”.
Tra i
gruppi salutati dal Pontefice, anche la Delegazione del Consiglio regionale
della Puglia, alla quale Giovanni Paolo II ha manifestato il proprio compiacimento
“per l’impegno profuso a tutela della vita
umana e a sostegno della famiglia fondata sul matrimonio”.
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ALLA VERITA’ DELL’UOMO NON SI GIUNGE SOLO CON LA
SCIENZA
MA
SERVE LO SGUARDO DI AMORE DI CRISTO: COSI’ IL PAPA IERI POMERIGGIO
NELLA
MESSA PER GLI UNIVERSITARI
Non si giunge alla “verità dell’uomo” solo con i
“mezzi che offre la scienza”, serve lo “sguardo pieno di amore di Cristo”. E’
quanto ha detto Giovanni Paolo II nell’omelia della Messa per gli universitari
degli atenei romani, celebrata ieri pomeriggio, come consuetudine da oltre 20
anni, nella Basilica Vaticana. Al termine dell’appuntamento che ha chiuso
l’incontro europeo degli universitari in preparazione alla GMG di Colonia 2005,
il Pontefice ha affidato i giovani alla protezione della Vergine e ha
consegnato agli studenti polacchi l’Icona Sedes Sapientiae, che sarà
portata in pellegrinaggio negli atenei del Paese. Il servizio di Gabriella
Ceraso.
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(Musica)
“Vieni
o Signore, la Terra ti attende”, è con le parole del Salmo 33, che invocano un
Dio Salvatore e Pacificatore, che Giovanni Paolo II si è rivolto agli oltre 10
mila studenti e mille docenti universitari, che in un caloroso abbraccio lo hanno
accolto nella Basilica di San Pietro, gremita e festosa. E loro ha ringraziato
innanzitutto, perché ancora una volta hanno voluto condividere con lui l’attesa
trepidante della venuta del Signore.
“Grazie, perché come sentinelle del mattino volete vigilare oggi, in questa
settimana e nella vita intera, per essere pronti ad accogliere il Signore che
viene”.
Al centro dell’omelia, quindi, il richiamo forte al
mistero eucaristico su cui i giovani stanno riflettendo in vista del prossimo
raduno di Colonia. Un tema esigente davanti al quale, spiega il Papa, siamo
spinti a verificare la fede, la speranza e la carità di ciascuno, perché Cristo
dice:
“Io sono il pane vivo, disceso dal cielo”.
E in
quel pane eucaristico è il suo dono d’amore per l’uomo e la certezza della vita
eterna.
(Musica)
Rivolgendosi
poi direttamente agli universitari con tono affettuoso e voce chiara, il Papa
ha ribadito che non è solo con i mezzi della scienza che si giunge alla verità,
a cui i giovani tanto anelano, ma è grazie allo sguardo pieno di amore di
Cristo. Non cessate, quindi, ha chiesto il Papa di cercarlo e scoprirete nei
suoi occhi un riflesso della bontà e della bellezza che Egli ha effuso nei
vostri cuori, con il dono del suo Spirito. Ed è stato questo il suo augurio
agli universitari per l’imminente Natale:
“Il Figlio di Dio, che per la nostra salvezza si è fatto uomo, vi porti
il coraggio di cercare la verità di voi stessi nella luce del suo amore
infinito”.
(Musica)
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NOMINE
Il
Santo Padre ha nominato nunzio apostolico in Antigua e Barbuda, Barbados,
Giamaica, Repubblica Cooperativistica della Guyana e in Suriname, l’arcivescovo
Thomas E. Gullickson, nunzio apostolico in Trinidad e Tobago, Bahamas, Dominica,
Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, San Vincenzo e Grenadine e delegato apostolico
nelle Antille.
Il
Santo Padre ha accettato la rinuncia all’ufficio di ausiliare dell’arcidiocesi
di Belo Horizonte in Brasile presentata da mons. Sebastiao Roque Rabelo Mendes,
per raggiunti limiti di età.
PREOCCUPAZIONE
DEL PONTIFICO CONSIGLIO DELLA PASTORALE
PER I MIGRANTI E GLI
ITINERANTI PER LE NOTIZIE SUL TURISMO SESSUALE
DALL’ITALIA VERSO IL
BRASILE
- Intervista con
l’arcivescovo Agostino Marchetto -
Grande
preoccupazione è stata espressa dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i
migranti e gli itineranti in seguito alle nuove notizie sul turismo sessuale e
lo sfruttamento di minori in Brasile. Quattro persone sono state arrestate ieri
dalla squadra mobile di Roma nelle indagini su una organizzazione che proponeva
viaggi in Brasile a sfondo sessuale. Ma ascoltiamo il segretario del dicastero
vaticano, l’arcivescovo Agostino Marchetto, intervistato da Giovanni Peduto:
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R. –
Posso dire che la preoccupazione per i minori è un obiettivo prioritario della
pastorale del turismo. Ogni anno nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale del
Turismo, che ricorre il 27 settembre, il Santo Padre non si stanca di
denunciare abusi e deviazioni di un certo tipo di turismo senza scrupoli, che
sfrutta le “sacche di povertà esistenti in ogni continente”. “Ci si deve impegnare”
egli incoraggia “perché non avvenga mai che il benessere di pochi privilegiati
sia conseguito a scapito della qualità di vita di molti altri”. La Chiesa
invita dunque e promuove le iniziative di religiosi, religiose e laici che si
impegnano in questo ambito della pastorale. Ne è segno anche il comunicato
finale del Congresso di Bangkok che invita a sostenere le strutture esistenti
di questo apostolato e a crearne di nuove “al fine di occuparsi delle vittime
con compassione e amore, di fornire loro assistenza giuridica, terapia e
reinserimento nella società e, nel caso di cristiani, anche nella comunità dei
fedeli”.
D. –
Ci sono strumenti concreti per combattere questa piaga?
R. –
In molti Stati sono state varate leggi per punire chi favorisce o pratica il turismo
sessuale. Esiste poi un Codice Etico Mondiale per il Turismo, che è il frutto
di un ampio convergere da parte degli Stati, di associazioni turistiche e
dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, al quale moltissimi hanno aderito. Occorrerebbe
però che tutti gli operatori turistici, dai più grandi alle semplici agenzie,
ne tenessero sempre dovuto conto e collaborassero con gli organismi istituiti
per la sua applicazione.
D. –
Come la Chiesa affronta questa problematica?
R. –
La Chiesa può fare molto affinché l’etica delle intenzioni – diciamo così – si
trasformi in una morale delle responsabilità, in cui ognuno – dagli operatori,
agli albergatori, dagli addetti ai servizi, fino ai singoli turisti -, si senta
impegnato a combattere ogni forma di sfruttamento. La Chiesa, attraverso i suoi
messaggi, i suoi documenti, i suoi appelli accorati e la sua opera di
prevenzione e assistenza a chi ha subito violenza sessuale, indica la via da
percorrere affinché il turismo diventi invece uno strumento privilegiato di
sviluppo integrale, individuale e collettivo, e non occasione di violazione della
dignità umana e dei diritti soprattutto dei fanciulli. Nel luglio scorso, nel
Congresso mondiale che abbiamo organizzato a Bangkok, e nel quale una tavola
rotonda ha affrontato proprio la piaga del turismo sessuale, i partecipanti
hanno voluto fare un appello per combattere ogni forma di violenza sessuale
verso le persone più vulnerabili e bisognose di particolare aiuto, che sono le
donne, i minori e i bambini.
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Apre la
prima pagina l'Iraq con un articolo dal titolo "Sotto processo i capi
dell'ex regime di Saddam"; le prime udienze fissate per l'inizio della prossima
settimana.
Nelle
vaticane, la catechesi e la cronaca dell'udienza generale.
L'omelia
di Giovanni Paolo II durante la Santa Messa per gli studenti degli Atenei
romani in preparazione al Natale, svoltasi nella Basilica Vaticana. Il Papa ha
sottolineato con forza che solo in Cristo che ci viene incontro nel Mistero
dell'Eucaristia è possibile scoprire fino in fondo la verità sull'uomo.
Una
pagina dedicata alle iniziative, a Roma e a Buenos Aires, per il centenario
della nascita di mons. Giuseppe Canovai.
Nelle
estere, per la rubrica dell' "Atlante geopolitico" un articolo di
Marcello Filotei dal titolo " Kuwait: il difficile cammino delle
riforme".
Nella
pagina culturale, un articolo di Giuseppe Costa sulla mostra fiorentina intitolata
"Cammina, cammina": il mondo dell'infanzia nelle fotografie delle
collezioni Alinari.
Nelle
pagine italiane, in primo piano il tema della giustizia.
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15
dicembre 2004
100 ANNI FA MORIVA
LA MISTICA FRANCESE MÉLANIE CALVAT,
CUI APPARVE LA VERGINE NEL 1846 A LA SALETTE
PER INVITARE L’UMANITA’ ALLA CONVERSIONE PER
OTTENERE LA PACE
- Intervista con il vescovo Mario Paciello -
Cento anni, il 15
dicembre del 1904, fa moriva nella città pugliese di Altamura la mistica
francese Mélanie Calvat. Il suo nome è legato alle apparizioni della Madonna a
La Salette, in Francia, nella diocesi di Grenoble. In seguito a queste
apparizioni, avvenute nel settembre del 1846, Mélanie subì forti vessazioni da
parte del suo ambiente tanto che dovette fuggire in Puglia. Oggi nella Cattedrale
di Altamura il vescovo Mario Paciello presiede una solenne concelebrazione in
memoria della mistica francese. Giovanni Peduto lo ha intervistato chiedendogli
di tratteggiare la figura di Mélanie:
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R. – E’ una donna coinvolta dal
Signore in esperienze mistiche straordinarie. E’ stata una ragazza che sin da
bambina ha subito vessazioni, persecuzioni, incomprensioni, maltrattamenti. Ha
fatto l’esperienza della povertà. La facevano lavorare come pastorella più per
mandarla via da casa, per non farla stare vicino alla madre che non la stimava
e la maltrattava, che non per un reale bisogno lavorativo. Era un po’
un’isolata, però, nello stesso tempo, era di una interiorità profonda, di un
colloquio intimo con il Signore. E’ stata incompresa per tutta la sua vita, è
stata amata e disprezzata.
D. – Eccellenza, veniamo un po’
ai fatti de La Salette. Ce li può sintetizzare brevemente?
R. – Melania, in una delle sue
peregrinazioni come pastorella, era andata a finire sulle Alpi francesi, nella
località de La Salette insieme ad un ragazzino che da poco aveva conosciuto,
Massimino. Il 19 settembre del 1846, improvvisamente si è venuta a trovare
davanti ad una bella signora, che però si è mostrata a lei in atteggiamento
triste. La signora piangeva e aveva sul petto i simboli della Passione: il
crocifisso, un martello, delle tenaglie. Questa bella signora ha affidato a
Melania e a Massimino un messaggio da far conoscere a tutto il popolo e un
segreto che, in tutti i modi, in tanti hanno cercato di strappare sia a lei che
a Massimino, anche con raggiri, anche con la furbizia. Un messaggio che però
hanno fedelmente custodito entrambi finché non è giunto il momento di farlo
sapere al Santo Padre.
D. - Che cosa pensa riguardo al
messaggio che viene da La Salette?
R. - Quello che proviene da La
Salette, al di là di tutte le polemiche e di tutte le varie interpretazioni che
ha potuto avere, è il messaggio che Maria ripete ogni volta che si mostra. E’
lo stesso messaggio, credo, di Lourdes, nel 1858, e di Fatima, nel 1917: la
Vergine è preoccupata che si risvegli la fede, che ci si converta, che si
ritorni al Signore, che si ascolti il Signore, che si osservi la legge di Dio
perché ci sia la pace, perché ci sia speranza, perché ci sia la salvezza per
l’umanità.
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PRESENTATE STAMANI IN
CONFERENZA STAMPA LE NUOVE INIZIATIVE
DEL CENTRO ASTALLI, SEDE ITALIANA DEL SERVIZIO DEI
GESUITI PER I RIFUGIATI
- Intervista
con padre Giovanni La Manna -
Al
servizio dei rifugiati nel momento di maggiore bisogno ed emergenza. E’ questa
la realtà pluriventennale, impegno che caratterizza l’attività del Jesuit Refugee
Service, presente in oltre 40 Paesi del mondo e attivo con i suoi progetti in
ben 70 Paesi. Le iniziative dell’JRS sono state presentate stamani nella sede
della nostra emittente, dedicando un’attenzione particolare alla situazione
drammatica dei bambini rifugiati, in fuga dalle guerre. Un’emergenza che coinvolge
non soltanto i Paesi in guerra come il Sudan o gli Stati limitrofi, in cui
vengono allestiti enormi campi profughi per accogliere i fuggiaschi, ma anche i
ricchi Stati dell’Unione Europea, ai quali in molti chiedono asilo e
accoglienza. Il servizio di Stefano Leszczynski.
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Ad
illustrare l’impegno del Jesuit Refugee Service in Ciad, dove l’organizzazione
gestisce in maniera diretta tre campi profughi con oltre 46 mila persone, è
stata Cecilia Bock, responsabile dei progetti del JRS, che ha illustrato le
difficoltà di mettere in atto i servizi in favore dei rifugiati:
dall’assistenza sanitaria, all’alimentazione, all’alfabetizzazione.
Estremamente delicata è poi la situazione degli ex bambini soldato, che
provengono da realtà devastanti e per i quali è necessario predisporre adeguati
progetti di recupero. A Roma, opera invece il Centro Astalli che si occupa di
assistere i richiedenti asilo ed i rifugiati (tra le 8 e le 10 mila persone
all’anno), favorendone il percorso integrativo in Italia. Tra le ultime
iniziative avviate dal centro Astalli di Roma, è il centro diurno di accoglienza
per i minori stranieri “Il treno arcobaleno”, destinato ad accogliere almeno 80
giovani al giorno. Una missione al servizio dei più deboli che è resa sempre più
difficile per la mancanza di leggi specifiche in favore dei rifugiati e per la
cronica mancanza di fondi pubblici. Il commento di padre Giovanni La Manna,
presidente dell’Associazione Centro Astalli.
R. – Le
istituzioni manifestano il desiderio di farsi carico delle persone che arrivano
in Italia e fanno richiesta di asilo politico. Questo è un desiderio. Nei fatti
la vita di queste persone è abbandonata a se stessa. Noi abbiamo il compito di
incontrare delle persone, prima ancora dei bisogni. Le persone poi ci presentano
delle necessità alle quali sopperiamo concretamente: servizio mensa, servizio
doccia, ambulatorio, centri di accoglienza, scuola di italiano, centro di
ascolto, orientamento legale. Ma in questo momento viviamo la completa delega
da parte delle istituzioni alle associazioni, ai volontari, con l’aggravante
che ora non c’è nemmeno più la possibilità di aiutare. Diamo loro una parte dei
soldi.
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MOSTRA A
CARTAGINE SU “SANT’AGOSTINIO: AFRICANITA’ ED UNIVERSALITA’”:
EVENTO ALL’INSEGNA DELLA COLLABORAZIONE TRA AFRICA ED EUROPA
E DEL DIALOGO TRA CULTURE E RELIGIONI
-
Intervista con mons. Fouad Twal -
Una grande
mostra dedicata a Sant’Agostino sarà inaugurata questo pomeriggio a Cartagine,
in Tunisia. Un evento memorabile, patrocinato dal Ministero tunisino della
Cultura, della gioventù e del tempo libero, in collaborazione con la diocesi e
con l’ambasciata della Svizzera, in occasione dei 1650 anni dalla nascita del
vescovo di Ippona. Il servizio di Roberta Gisotti.
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“Quale forza maggiore della
carità, che l'amore dell'unità?”, predicava Agostino, vissuto
nell’Africa romana del IV secolo, nato nel 354 a Tagaste, nell’odierna Algeria,
e che a Cartagine studiò ed insegnò per 14 anni, prima della sua partenza per
Roma e Milano, dove maturò la sua conversione al cristianesimo. Ordinato
sacerdote nel 391, Agostino tornò in Africa e venne nominato vescovo di Ippona,
l’attuale Bona algerina, dove morì nel 430, lasciando al mondo la sua ricca
eredità spirituale e culturale. Questo patrimonio che rivive in ogni tempo è al
centro della Mostra “Sant’Agostino: africanità e universalità”, allestita a
Cartagine nell’ex Basilica di San Luigi, oggi Museo sull’Acropoli cittadina.
Un percorso espositivo arricchito
da un apparato didattico curato dall’Università di Friburgo, e che domani sarà
illustrato, in una conferenza su “Sant’Agostino e Cartagine”, dal prof. Serge
Lancel, che al vescovo di Ippona ha dedicato un’imponente biografia. Alla
conferenza seguirà una tavola rotonda con diversi studiosi tunisini e di altri
Paesi. Un avvenimento di portata storica dunque per la Tunisia e non solo, come
spiega l’ideatore di questa mostra, l’arcivescovo di Tunisi, mons. Fouad Twal,
nativo della Giordania, intervistato dal collega, padre Joseph Zogheib:
R. – Per
fortuna, i nordafricani, finalmente, dopo anni e anni di silenzio, sono coscienti
dell’importanza di Sant’Agostino, e che lui è uno di loro, benché siano musulmani.
Fortunatamente, i dirigenti di questi Paesi - ed anche il nostro bravissimo presidente
Zin el Abdin Ben Alì - hanno capito l’importanza di questo patrimonio storico e
sanno che i loro Paesi sono arrivati fin qui, dopo la cultura punica, romana,
bizantina e cristiana. Per questo ora stiamo dando più importanza a
Sant’Agostino
Una mostra all’insegna del
dialogo tra culture e religioni, che segna anche un passo avanti nei rapporti
tra Africa ed Europa. Lo sottolinea ancora mons. Twal:
R. - In un mondo che parla
troppo di violenza, di scontri di civiltà, noi crediamo ancora alla convivenza
e al dialogo della cultura. Il presidente tunisino, da due anni, ha creato una
cattedra per il dialogo delle culture. E la nostra Mostra su Sant’Agostino
entra in questo grande contesto di dialogo della cultura, dell’apertura, della
collaborazione e del partenariato tra Europa e nord Africa. Questa
collaborazione è una piccola risposta a tante altre voci che invece chiamano ad
uno scontro di culture, scontro di guerre e scontro di religioni.
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15
dicembre 2004
ALMENO 100 MILA GIOVANI ITALIANI SONO
ATTESI A COLONIA DALL’11 AL 21 AGOSTO 2005
PER LA 20.ESIMA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU’.L’ORGANIZZATORE
DEI VIAGGI PAPALI MONS. RENATO BOCCARDO
HA CONFERMATO UFFICIALMENTE LA PRESENZA DEL PAPA ALL’APPUNTAMENTO
DI COLONIA.
GIOVANNI PAOLO II ARRIVERA’ NELLA CITTA’ TEDESCA GIOVEDI’
18 AGOSTO,
PRESIEDERA’ LA VEGLIA CON I GIOVANI IL SABATO E LA MESSA LA
DOMENICA MATTINA
- A cura di Ignazio Ingrao -
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“Siamo
venuti per adorarlo”: questo il tema scelto per la 20.esima Giornata Mondiale
della Gioventù, che è stata posta sotto la protezione dei Re Magi. A Colonia,
infatti, secondo la tradizione, sono custodite le reliquie dei tre Re venuti
dall’Oriente che si recarono a Betlemme per adorare il Bambino. Perciò, la Conferenza
episcopale italiana ha scelto la cappella dei Magi, nel Palazzo di Propaganda
Fide, a Roma, per presentare, con una Conferenza, itinerari di preparazione che
porterà i giovani italiani verso Colonia e che vedrà già nei prossimi giorni un
pellegrinaggio previo organizzato dal servizio nazionale di pastorale giovanile
della CEI, con la partecipazione, tra gli altri, dell’arcivescovo prelato di
Loreto mons. Angelo Comastri. “I giovani sono i primi missionari, i primi annunciatori
di Cristo ai loro coetanei, con la loro vivacità e la loro fede”: ha detto il
prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, cardinale
Crescenzio Sepe, intervenuto in conferenza Stampa. Il segretario generale della
CEI, mons. Giuseppe Betori, ha spiegato che la prossima GMG sarà proprio
contrassegnata da un carattere spiccatamente missionario. L’immagine dei Magi,
che è stata scelta come icona della Giornata – ha detto il segretario generale
della CEI – ci richiama alla natura profondamente missionaria della Chiesa”. E
per cercare di coinvolgere il maggior numero di giovani, anche quelli che sono
più lontani dalla comunità ecclesiale, il servizio nazionale di pastorale
giovanile ha predisposto una serie di strumenti che sono contrassegnati da una grande
creatività, anzitutto un DVD multimediale che ripercorre il viaggio delle
reliquie dei Magi, avvenuto nel XII secolo da Milano a Colonia, e così aiuta a
scoprire queste figure e i luoghi che ospiteranno la prossima Giornata della
Gioventù. Quindi, un cofanetto in tre volumi che analizzano la lettura
dell’universo giovanile offerta dal cinema. E poi una chat-line tridimensionale
che sarà inaugurata da mons. Comastri il prossimo 6 gennaio e che sarà
raggiungibile attraverso il sito della Giornata Mondiale della Gioventù. La
GMG, infine, ha anche un inno che è stato tradotto in italiano e che è
interpretato dalla cantante Ivana Spagna.
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ABIDJAN.
= “Una violenza contro i civili mai vista in due anni di crisi. I ribelli sono
entrati nelle case della gente, spaccando le porte, ferendo gente inerme e depredando
tutto”. Questa, in sintesi, la drammatica testimonianza che pubblica l’agenzia
Fides, riportando le parole di una fonte di Bahiakro, nel nord del Paese
africano. “Bahiakro si trova nella zona di separazione tra l’esercito regolare
ivoriano e i ribelli delle Forze Nuove ed è sorvegliato dalla forza di pace
inviata dall’ONU”: spiega la fonte di Fides. “Purtroppo – aggiunge – da un mese
i ribelli sono avanzati fino a qui senza che nessun impedisse la loro avanzata.
Hanno subito preso di mira la popolazione civile, cacciandola dalla loro case e
in seguito anche dai rifugi di fortuna che avevano allestito nei campi. Nei
giorni scorsi hanno ucciso Hubertson, un capo villaggio cattolico”. “Nella zona
– conclude la fonte – vi sono circa 5 mila sfollati che hanno perso tutto,
persino i vestiti, perché i ribelli hanno portato via tutto dalle loro case. La
Chiesa in collaborazione con le autorità locali ha avviato un programma di
aiuto agli sfollati che sono stati accolti in campi di fortuna. Tra loro vi
sono moltissime donne e bambini”. Sul piano politico, intanto, lo scorso 13
dicembre, ha preso il via in Costa d’Avorio il dibattito parlamentare per
rivedere le leggi sulla nazionalità e le naturalizzazione, come previsto dagli
accordi di pace di Marcoussis, firmati nel gennaio 2003 in Francia per mettere
fine alla guerra civile che ha diviso in due il Paese. Il dibattito, tuttavia,
è stato interrotto poco dopo quando il ministro della Giustizia, Henriette Diabaté,
ha domandato la sospensione immediata dei lavori, sostenendo che i due testi in
discussione erano diversi da quelli presentati dal suo ministero. I rappresentanti
delle Forze Nuove, infine, hanno annunciato l’invio di loro rappresentanti in
Sudafrica, per presentare al presidente sudafricano, Thabo Mbeki, un documento
per rilanciare il processo di pace. Il capo di Stato è stato incaricato
dall’Unione Africana di mediare nella crisi ivoriana. (B.C.)
ARRESTATO UN NORDCOREANO PER IL
SEQUESTRO DEL MISSIONARIO CRISTIANO
KIM
DONG-SHIK, NEL 2002 IN COREA DEL SUD. IL PASTORE PROTESTANTE
AIUTAVA
I NORDCOREANI A FUGGIRE IN CINA
SEOUL.
= Proseguono le indagini sul sequestro del missionario cristiano sudcoreano Kim
Dong-shik. Nei giorni scorsi, secondo quanto riferisce il quotidiano “Chosun
Ilbo”, è finito in manette un uomo, con ogni probabilità una spia nordcoreana.
Il pastore protestante Kim Dong-shik, che era solito aiutare i nordcoreani a
fuggire in Cina, è scomparso da Yanji, nella Cina settentrionale, nel 2002. Le
autorità ritengono che sia stato rapito da agenti segreti nordcoreani e
trasferito nel Paese guidato da Kim Jong-il. Attualmente del reverendo non si
ha alcuna notizia ufficiale. La moglie, Jung Young-hwa, che risiede negli Stati
Uniti, è preoccupata e teme che la salute del marito, già in cattive condizioni
prima del sequestro, possa essere peggiorata. La “Coalizione di cittadini per i
diritti umani dei sequestrati e dei rifugiati nordcoreani”, con sede a Seul, ha
chiesto il rapido rimpatrio del missionario. (B.C.)
GLI ARRESTI DEGLI OPPOSITORI
POLITICI.
- A cura di Rita Anaclerio -
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YANGON.
= La giunta militare che governa il Myanmar (ex-Birmania) non ha smesso di
arrestare gli oppositori politici. Ad affermarlo sono i rappresentanti della
Lega nazionale per la democrazia (NLD), secondo i quali malgrado l’ondata di
liberazioni di prigionieri avvenute nelle ultime settimane, 13 loro colleghi
sono stati arrestati il 6 dicembre scorso a Bongalay, sobborgo della capitale
Yangon. Il segretario della Lega nazionale per la democrazia, U Lwin, ha detto
che le persone in questione “sono state accusate di aver pianificato delle
azioni per sobillare la gente”. Dopo la deposizione del primo ministro Khin
Nyunt, estromesso dal potere ad ottobre, il nuovo capo dello Stato, il generale
Than Shwe, ha iniziato ad allontanare dalla scena politica del Paese le figure
più vicine all’ex premier. Come riporta l’agenzia Asianews, fonti
diplomatiche a Yangon parlano di circa 2 mila militari in prigione, pochi altri
“ritirati” e altri fuggiti al confine. Ufficialmente la giunta spiega questi fatti
con un giro di vite contro la corruzione all’interno dei servizi segreti
militari, ma osservatori politici parlano di epurazioni nell’esercito per
consolidare il potere della linea dura. Secondo le organizzazioni per
i diritti umani nelle prigioni del Myanmar sarebbero ancora trattenuti oltre
1300 prigionieri politici. Prolungati di un anno, inoltre, gli arresti
domiciliari al Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, segretario generale della
NLD. Tra i 5000 detenuti liberati nelle recenti ondate di scarcerazioni
promesse dal governo, solo 56 sono dissidenti politici.
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NUOVE INIZIATIVE DELLA CARITAS NELLO SRI LANKA.
NEL
PAESE ASIATICO LA SITUAZIONE RESTA CRITICA
DOPO
VENTI ANNI DI GUERRA CIVILE
COLOMBO.
= Sostenere gli sforzi di pace e di riconciliazione; educare i giovani a
sviluppare fiducia nel futuro e spirito di iniziativa; aiutare i bambini
traumatizzati dalla violenza. Questi, in sintesi, gli obiettivi della Caritas
Sri Lanka, che ha rinnovato il suo impegno sociale in un Paese in cui il
conflitto ventennale fra esercito regolare e ribelli Tamil è interrotto
ufficialmente da un cessate il fuoco, ma dove gli sforzi di mediazione non sono
ancora andati a buon fine. La Caritas è impegnata sin dal 1999 nella
ricostruzione delle case e delle scuole distrutte dal conflitto, che ha causato
oltre 65 mila morti e 500 mila sfollati, cercando di sviluppare programmi che
avvicinino le due etnie, cingalesi e tamil. In appoggio alla Caritas Sri Lanka,
inoltre, la Caritas Internationalis ha lanciato un appello per la raccolta di
400 mila dollari. Il processo di pace nel Paese asiatico, intanto, è bloccato
dall’aprile 2003. I guerriglieri Tamil, infatti, chiedono la creazione di
un’amministrazione ad interim nel nord e nell’est dell’isola, mentre il governo
non vuole accogliere la proposta per paura di una secessione. (B.C.)
LA BIBBIA PER
I FANCIULLI IN LINGUA TURCA.
LA NUOVA EDIZIONE DI “DIO PARLA AI SUOI FIGLI”
VERRA’ DISTRIBUITO IN 15.000 ESEMPLARI
ROMA. =
“Dio parla ai Suoi figli”, la raccolta di testi biblici per bambini diffusa in
oltre 40 milioni di copie in tutto il mondo, è ora disponibile anche in lingua
turca. Dal 1978, “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS) ha tradotto il
volumetto a colori in almeno 141 lingue. I 15.000 esemplari in lingua turca
verranno distribuite proprio in questi giorni sia in Turchia sia tra i turchi
residenti in Europa occidentale. Molto positivi i commenti all’iniziativa all’interno
della Chiesa turca. Secondo padre Lorenzo Piretto, sacerdote domenicano in
servizio ad Istanbul, “la catechesi della Chiesa in Turchia trarrà grande
beneficio da questa iniziativa, avendo a disposizione una sintesi della Sacra
Scrittura nella lingua del posto”. Nel 2004 “Dio parla ai Suoi figli” è stato
tradotto anche in tukano e xerente per il Brasile, in creolo per le Isole
Mauritius, tiv per la Nigeria e in bengali e kannada per l’India. “Aiuto
alla Chiesa che Soffre” (ACS) è Opera di diritto pontificio fondata nel 1947 da
padre Werenfried van Straaten per sostenere la Chiesa dove persecuzione o
povertà ne ostacolano la missione evangelizzatrice. La sezione italiana di ACS
è nota per la realizzazione del “Rapporto Annuale sulla Libertà Religiosa nel
Mondo”. (B.C.)
IL PREMIO UNESCO PER I DIRITTI UMANI ASSEGNATO AL
DOCENTE THAILANDESE
VITIT
MUNTARBHORN. ASSEGNATE ANCHE QUATTRO MENZIONI SPECIALI
PARIGI.
= Il professore thailandese, Vitit Muntarbhorn, si è aggiudicato quest’anno il
Premio per i diritti umani assegnato dall’Organizzazione per l’educazione, la
scienza e la cultura delle Nazioni Unite (UNESCO). Cinquantaduenne, Muntarbhorn,
insegna diritto all’Università di Chulalongkorn, a Bangkok, ed ha dedicato la
sua vita alla difesa dei diritti umani, attraverso l’insegnamento e la partecipazione
a seminari e conferenze. Consulente di vari organismi dell’ONU, ha anche
pubblicato diversi libri in materia. Da luglio 2004 è relatore speciale sui
diritti umani nella Corea del Nord. Oltre al thailandese, riferisce l’agenzia
Misna, la giuria del Premio dell’UNESCO ha assegnato anche quattro menzioni
speciali: al professore sudafricano David McQuoid-Mason; al giurista russo
Anatoly Azarov; alla “Coalizione di Oslo per la libertà di religione e di credo”;
e all’“Istituto peruviano per l’educazione ai diritti umani e alla pace”.
(B.C.)
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15
dicembre 2004
- A cura
di Amedeo Lomanco -
Con 407 sì e 262 no
oggi a Strasburgo l’assenso del Parlamento europeo all’avvio dei negoziati per
l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. Da domani il vertice del
Consiglio europeo. Il servizio di Giancarlo La Vella:
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In caso di ingresso nell’Unione
Europea la Turchia diventerebbe il più grande Paese dell’organismo
continentale, di un terzo più grande della Francia, il più esteso, una
popolazione di 72 milioni di persone, al 98% musulmani sunniti; appena 100 mila
i cristiani, di cui 33 mila cattolici. Fortemente rappresentate le minoranze
curda, armena e greca; un governo storicamente caratterizzato dalla presenza
laica dei militari che hanno fatto sempre da argine all’islamizzazione del
Paese, che, allo stesso tempo, viene considerato un importante ponte per un dialogo
più proficuo con il mondo musulmano. La decisione del parlamento non ha valore
vincolante, ma ha una forte valenza politica in un’Europa decisamente spaccata
sulla questione turca. Da domani la questione si sposterà a Bruxelles per la riunione
dei capi di Stato e di governo che dovrà ufficializzare la decisione e stilare
il calendario dei negoziati. Ma quali ostacoli ci sono ancora nel processo di
avvicinamento tra Turchia ed Europa? Lo abbiamo chiesto ad Adriana Cerretelli,
corrispondente da Bruxelles per il Sole 24 Ore:
R. -
Gli ostacoli sulla strada dell’adesione della Turchia sono molti, ma non bisogna
farsi illusione sul fatto che poi il processo duri quasi in eterno. Le difficoltà
riguardano naturalmente Cipro, che chiede il riconoscimento ufficiale della
propria esistenza da parte della Turchia. Senza, evidentemente, Cipro può porre
il veto. Anche un micro Paese può, in questo caso, ostacolare la marcia di
avvicinamento della Turchia. Poi c’è la Francia, che è decisamente spaccata,
nel senso che il presidente Chirac è favorevole, ma la sua opinione pubblica e
il suo partito non lo sono affatto. Allora Chirac ha scelto la strada del
referendum popolare.
D. –
C’è poi da completare quel percorso di democratizzazione e di riconoscimento
completo dei diritti umani che è stato sempre chiesto dall’Unione Europea ad
Ankara?
R. –
Sicuramente, tra l’altro proprio questo capitolo del riconoscimento dei diritti
umani, della fine della tortura, della parità tra i sessi, sono appunto alcune
delle lacune segnalate nello stesso rapporto della Commissione Europea, con il
quale si è dato il via libera ai negoziati. Sicuramente la Turchia ha fatto
tanti progressi sul piano delle riforme economiche e anche sul piano del suo ordinamento
giuridico, ma continua ad avere delle lacune e i diritti umani sono sicuramente
un terreno ipersensibile in questo caso. Ed è per questo che molti manifestano
perplessità.
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In Iraq il primo giorno di campagna elettorale, in vista
della consultazione del prossimo 30 gennaio, è stato sconvolto da attacchi
della guerriglia contro rappresentanti dell’amministrazione del Paese arabo: a
Kerbala è stato assassinato il direttore delle imposte della provincia. Un alto
funzionario del ministero dell’Interno iracheno è stato poi rapito nella sua
casa a Taji, a nord di Baghdad, da uomini con l’uniforme della guardia
nazionale irachena. Violenze anche a sud della capitale dove almeno 4 poliziotti
sono rimasti uccisi in un attacco condotto da ribelli contro un autobus diretto
a Baghdad. Sul versante politico si deve sottolineare la dichiarazione del
ministro della Difesa di Baghdad, Hazim al-Shaalan: “L’Iran – ha detto -
orchestra nel nostro Paese una grande rete terroristica ed è la chiave del
terrorismo in Iraq”.
La creazione dello
Stato palestinese non passa attraverso la lotta armata e per questo è giunta
l’ora di deporre le armi. E’ l’appello lanciato dal presidente dell’OLP, Abu Mazen,
il candidato favorito alle elezioni presidenziali palestinesi del prossimo 9
gennaio. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
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Il dialogo con i
movimenti palestinesi è “entrato nell’ultima fase”, ha dichiarato Abu Mazen
aggiungendo che l’uso di armi durante l’Intifada è stato un errore. L’ex
premier ha anche auspicato un accordo tra le diverse organizzazioni dei
Territori, fondamentale per trovare un’intesa finalizzata ad una tregua
duratura con Israele. Ma la Striscia di Gaza continua ad essere devastata dalle
violenze: nei pressi degli insediamenti ebraici di Netzarim, un civile
palestinese è stato ucciso dai colpi esplosi da un carro armato israeliano.
Intanto, in occasione del Natale il ministro israeliano del turismo, Gideon
Ezra, ha previsto un netto aumento del numero dei pellegrini cristiani che
giungeranno in Terrasanta. Per facilitare il transito fra Gerusalemme e
Betlemme, che si trova in Cisgiordania, sono stati stabiliti contatti fra
funzionari israeliani e palestinesi tesi a semplificare i controlli. A Betlemme
non si avverte, per ora, una particolare atmosfera di festa: le strade non sono
decorate, infatti, in segno di lutto per la morte del presidente palestinese,
Yasser Arafat. Manifestazioni di protesta hanno infine accolto, in Egitto,
l’accordo commerciale firmato ieri dai governi di Tel Aviv e del Cairo.
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In Afghanistan è
stato ucciso l’ingegnere turco rapito ieri nella provincia orientale di Kunar
da un gruppo integralista islamico. Sono stati rilasciati invece l’autista e
l’interprete, entrambi afgani.
Un autobus con a
bordo 26 persone è stato sequestrato, alla periferia di Atene, da due uomini
armati dei quali al momento si ignora la nazionalità. I dirottatori, che
chiedono due milioni di euro in cambio del rilascio degli ostaggi, hanno liberato
finora cinque passeggeri. L’arcivescovo ortodosso di Atene e di tutta la
Grecia, Christodoulos, ha lanciato un appello per la liberazione di tutti i
prigionieri.
Nell’est della Repubblica Democratica del Congo è ormai scontro
aperto fra l’esercito di Kinshasa ed i soldati rwandesi. I combattimenti sono
ripresi stamattina nei pressi di Kanyabayonga, dopo che, nella notte, i caschi
blu dell’Onu avevano fermato un tentativo di varcare il confine congolese da
parte di alcuni uomini armati provenienti dal Rwanda. Sulla situazione nella
parte orientale dell’ex Zaire, Giada Aquilino ha raccolto la testimonianza di
padre Luigi Lo Stocco, direttore di “Radio Maria Regina della Pace” a Bukavu,
proprio nell’est del Paese africano:
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R. - Già da tre
settimane ci sono notizie di un’invasione da parte delle truppe del Rwanda. Il
problema è che il governo di Kigali, ufficialmente, ha detto che vorrebbe
aiutare il Congo ad eliminare i gruppi Interahamwe, che vengono indicati come
responsabili del genocidio del ’94. Ieri, finalmente, il governo di Kinshasa ha
ammesso che nel Paese è in atto una guerra e che si combatte nel territorio di
Kanyabayonga.
D. – Questa ferma
presa di posizione del governo congolese a cosa porterà?
R. – Il governo congolese al momento è impegnato nel lavoro di
rafforzamento di tutte le nostre frontiere. D’altra parte si sapeva già che i
rwandesi non vogliono lasciare il Congo per diversi motivi. Un motivo è che la
loro terra non basta, è sovrappopolata e quindi serve altro spazio. Una seconda
ragione è rappresentata dalle ricchezze di questo Congo: nel nord sono state
scoperte, ultimamente, delle nuove miniere d’oro. I rwandesi inoltre non
vogliono lasciare la regione perché è l’unica zona ancora sotto il controllo
dei ribelli del gruppo Rcd-Goma, in lotta contro il governo centrale di Kinshasa.
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Un nuovo attentato in
Indonesia, entro breve tempo. È l’avvertimento lanciato dal governo
australiano, che sostiene di basarsi su “informazioni fresche e credibili”.
Secondo il ministero degli Esteri di Canberra, i terroristi sarebbero pronti a
colpire un albergo, preferibilmente di una grande catena internazionale.
Sale la tensione ad Haiti, dove ieri sono tornati in azione i
sostenitori dell’ex presidente Aristide. Un gruppo di loro ha aperto il fuoco
in un quartiere centrale della capitale, Port au Prince, tentando
successivamente di incendiare un albergo. La rivolta – che ha provocato un
morto e 20 feriti – è stata sedata dalle forze dell’Onu, presenti nel Paese da
giugno.
Italia.
Il Crocifisso non sarà tolto dalle aule scolastiche. Con un’ordinanza
depositata oggi in cancelleria, la Corte costituzionale ha dichiarato “manifestamente
inammissibile” il ricorso con il quale il Tar del Veneto aveva impugnato le
norme risalenti ai regi decreti di ottant'anni fa, che includevano il
Crocifisso tra gli “arredi” delle scuole. Sulla presunta violazione dei
principi di imparzialità e laicità dello Stato legata all’esposizione del
simbolo cristiano, i giudici della Consulta hanno risposto in sostanza che la
questione non può neppure essere sollevata.
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