RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 339 - Testo della trasmissione di sabato 4 dicembre 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

I cristiani affrontino le grandi questioni sociali con la passione per la causa dell’uomo nella luce del Vangelo, evitando sia lo spiritualismo intimista che il puro attivismo sociale. Così il Papa alla Fondazione Centesimus Annus-Pro Pontifice

 

Insostituibile il ruolo dei laici nella missione della Chiesa ma essenziale una loro attenta formazione: è il senso del discorso del Papa ai vescovi USA delle province di Louisville, Mobile, New Orleans

 

Presentata oggi a Roma la seconda edizione del Martirologio Romano, l’elenco aggiornato di tutti i Santi e Beati venerati dalla Chiesa:sono circa 7 mila. Intervista con il dottor Roberto Fusco

 

In Asia serve una nuova evangelizzazione e un rinnovato impegno per il dialogo interreligioso: così il comunicato finale dell’ottava riunione del Sinodo dei vescovi per l’Asia

 

Diffondere il messaggio del Papa e delle Santa Sede attraverso il mondo della comunicazione: ai nostri microfoni il dott. Joaquin Navarro-Valls, nel 20.mo anniversario della nomina a direttore della Sala Stampa vaticana

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Un mondo senza mine: è l’impegno preso a Nairobi dalla Conferenza internazionale dei Paesi firmatari della Convenzione di Ottawa sulla messa al bando delle mine anti-uomo: ce ne parla Simona Beltrami

 

Il Vangelo di domani: il commento di padre Marko Ivan Rupnik

 

CHIESA E SOCIETA’:

Si aggrava il bilancio dei tifoni nelle Filippine: sospesa la deforestazione

 

Pubblicate le lettere pastorali per il 2005 dei vescovi sudcoreani.

 

Nasce in Kenya un nuovo centro di formazione professionale per i giovani

 

Inaugurati in Argentina nuovi centri di alfabetizzazione per giovani e adulti

 

Si chiude oggi a Roma il Congresso internazionale dei ministri della sanità di 50 Paesi sulla salute mentale e il recupero dai traumi  post-conflitto

 

Claudio Monici, inviato di Avvenire, insignito dell’Oscar del volontariato 2004

 

24 ORE NEL MONDO:

Si terrà il prossimo 26 dicembre il ballottaggio in Ucraina. Il candidato filo russo Yanukovich ha reso noto che parteciperà alla consultazione

 

In Iraq almeno 4 agenti uccisi in un nuovo attentato compiuto a Baghdad contro con un commissariato di polizia. Violenze anche a nord della capitale, a Kirkuk e al confine con la Giordania

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

4 dicembre 2004

 

 

I CRISTIANI AFFRONTINO LE GRANDI QUESTIONI SOCIALI

CON LA PASSIONE PER LA CAUSA DELL’UOMO NELLA LUCE DEL VANGELO,

 EVITANDO SIA LO SPIRITUALISMO INTIMISTA CHE IL PURO ATTIVISMO SOCIALE.

COSI’ IL PAPA ALLA FONDAZIONE CENTESIMUS ANNUS-PRO PONTIFICE

 

I cristiani affrontino le grandi questioni sociali alla luce e con la forza del Vangelo di Gesù, rifuggendo sia lo spiritualismo intimista che il puro attivismo sociale. E’ quanto ha detto il Papa oggi ricevendo la Fondazione Centesimus Annus-Pro Pontifice, che sta celebrando il suo convegno annuale a poco più di 10 anni dalla sua istituzione. Giovanni Paolo II esorta i cristiani a conoscere e attuare la dottrina sociale della Chiesa nella sua interezza, evitando di privilegiarne in modo strumentale singoli aspetti. Il servizio di Sergio Centofanti:

 

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Giovanni Paolo II invita la Fondazione Centesimus Annus-Pro Pontifice  a proseguire nell’impegno intrapreso dieci anni fa: quello di coniugare il sostegno concreto alle attività del Papa e della Santa Sede con la  diffusione dell’insegnamento della Chiesa circa “le grandi questioni sociali che i cristiani sono chiamati ad affrontare nella luce e con la forza del Vangelo di Gesù, il grande rivelatore della verità di Dio sull'uomo”.

 

Il convegno della Fondazione è dedicato quest’anno al Compendio della dottrina sociale della Chiesa, recentemente pubblicato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. “Il testo – ha detto il Papa -  costituisce uno strumento aggiornato per la conoscenza della dottrina sociale cattolica  che ha conosciuto nel tempo approfondimenti significativi in risposta ai problemi complessi di una società mondiale in rapido e travagliato sviluppo”. Ma “molto resta da fare – ha aggiunto - perché l'apporto così ricco dell'insegnamento ecclesiale diventi coerente criterio di giudizio e convinta forza ispiratrice dell'azione sociale dei cristiani. Talvolta – infatti, ha sottolineato Giovanni Paolo II - si ha l'impressione che la dottrina sociale della Chiesa sia più evocata che conosciuta, sia considerata un semplice orizzonte di valori - forse troppo grandi e nobili perché possano mai farsi concreti in questo mondo - piuttosto che un esigente criterio di giudizio e di azione”:

 

“E’ dunque assai importante – ha detto il Pontefice - mirare a far conoscere la dottrina sociale della Chiesa in modo puntuale, motivato, completo, anche per evitare che ne venga privilegiato l'uno o l'altro aspetto, secondo sensibilità e orientamenti precostituiti, finendo per perderne la considerazione unitaria e per usarne in modo strumentale”.

 

Il Papa invita i laici a rifuggire “sia lo spiritualismo intimista che l’attivismo sociale” secondo l’esempio di tante testimonianze offerte “da cristiani umili e grandi che hanno vissuto la passione per la causa dell’uomo nella luce del Vangelo”.  E poi ribadisce la necessità di affrontare “le grandi questioni che travagliano e provocano l'umanità a livello mondiale…sul comune fondamento della legge naturale”. Come infatti ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica, “i precetti della legge naturale non sono percepiti da tutti con chiarezza ed immediatezza. Nell'attuale situazione, la grazia e la Rivelazione sono necessarie all'uomo peccatore perché le verità religiose e morali possano essere conosciute da tutti senza difficoltà, con ferma certezza e senza alcuna mescolanza di errore”:

 

“La dottrina sociale della Chiesa – ha concluso Giovanni Paolo II - illumina con la luce della Rivelazione i valori fondanti di una convivenza umana ordinata e solidale, riscattandoli da oscuramenti e ambiguità. I cristiani laici, aperti all'azione della grazia di Dio, sono lo strumento vivo perché quei valori possano giungere a permeare efficacemente la storia”.

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INSOSTITUIBILE IL RUOLO DEI LAICI NELLA MISSIONE DELLA CHIESA

 MA ESSENZIALE UNA LORO ATTENTA FORMAZIONE:

E’ IL SENSO DEL DISCORSO DEL PAPA AI VESCOVI USA

DELLE PROVINCE DI LOUISVILLE, MOBILE, NEW ORLEANS

 

L’essenziale e insostituibile ruolo dei laici nella missione della Chiesa: al centro del discorso del Papa ai vescovi statunitensi in visita ad Limina delle Province di Louisville, Mobile, New Orleans. Ma proprio per l’importanza del contributo dei laici è forte l’appello di Giovanni Paolo II ai vescovi a seguirne con cura la formazione. Il servizio di Fausta Speranza:

 

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Una “chiara priorità pastorale” è quella che indica il Papa ai vescovi statunitensi parlando del loro ministero di “governo” della Chiesa. La priorità è guidare i laici nel contribuire alla “costruzione dell’unità”. Giovanni Paolo II ricorda quanto sottolineato dal Concilio Vaticano II: il laico con il Battesimo fa parte del corpo vivo della Chiesa di Cristo e nel suo “modo specifico”, e “all’interno e attraverso l’attività secolare”, partecipa alla missione cristiana. Ma proprio per il loro particolare “approccio integrato alla vita”, giovani, coppie sposate, uomini e donne di fede hanno bisogno di essere ben guidati nel fare “chiara distinzione tra diritti e doveri in quanto membri della Chiesa”. E il Papa è estremamente chiaro nell’affermare che non c’è attività umana, anche se di carattere temporale, che possa essere sottratta al dominio di Dio. Da qui, l’urgente bisogno di una catechesi da parte dei vescovi che abbia piena consapevolezza delle potenzialità dell’apostolato laico, dell’importanza di una coscienza formata in modo opportuno e dell’intrinseca relazione tra libertà e credo morale.

 

Il Papa parla di un senso di responsabilità condivisa sottolineando la necessità di “una teologia e spiritualità di comunione e di missione per un rinnovamento della vita ecclesiale”. In questo senso, incoraggiando i vescovi ad essere pastori e maestri, Giovanni Paolo II ricorda lo spirito di comunione che cresce anche con la ricca varietà di carismi e missioni. Ribadendo l’importanza di una “genuina e fruttuosa collaborazione tra il Pastore e il fedele laico, il Papa aggiunge: “senza il rischio che tale relazione sia distorta da una acritica trasposizione di categorie e strutture disegnate dalla vita secolare”.      

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Nel corso della mattina il Papa ha ricevuto anche, in successive udienze, l’arcivescovo Luigi Gatti, nunzio apostolico in Libano; l’arcivescovo Thomas E. Gullickson, nunzio apostolico in Trinidad e Tobago, Bahamas, Dominica, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, San Vincenzo e Grenadine;  il signor Isidro Gomez Santos, ambasciatore di Cuba, con la consorte, in visita di congedo; il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi; l’arcivescovo Francisco-Javier Lozano, nunzio apostolico in Croazia.

 

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Hsinchu in Taiwan, presentata da mons. Lucas Liu Hsien-tang, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. James Liu Tan-kuei, finora vescovo titolare di Accia e ausiliare di Taipei.

 

 

PRESENTATA OGGI A ROMA

LA SECONDA EDIZIONE DEL MARTIROLOGIO ROMANO,

L’ELENCO AGGIORNATO DI TUTTI I SANTI E BEATI VENERATI DALLA CHIESA

- Intervista con il dottor Roberto Fusco -

 

Si è svolta oggi a Roma, presso il Palazzo della Cancelleria, una giornata di studio, promossa dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, nell’anniversario della Sacrosanctum Concilium, la Costituzione conciliare sulla riforma liturgica promulgata il 4 dicembre del 1963. In questa occasione è stata presentata la seconda edizione del Martirologio Romano aggiornato ad oggi. Ha inaugurato la giornata il cardinale Francis Arinze, prefetto del dicastero, mentre la prolusione è stata tenuta dal cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.   Ma cos’è esattamente il Martirologio Romano? Giovanni Peduto lo ha chiesto al dottor Roberto Fusco, che ha lavorato al suo aggiornamento:

 

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R. – Anzitutto, contrariamente a quello che si potrebbe pensare dal nome, non è un elenco di martiri. E’ un elenco, invece, di tutti i Santi che la Chiesa cattolica venera come tali. Santi e Beati in un libro liturgico, quindi, destinato alla proclamazione liturgica.

 

D. – Quali novità vi sono in questa seconda edizione?

 

R. – Moltissime novità innanzitutto scaturiscono dalla prima edizione del 2001, che è la prima dopo il Concilio, dopo ben 35 anni di fatiche che forse sono state poco sottolineate. Nella seconda edizione si è proceduto innanzitutto alla rettifica di alcuni errori che erano comparsi nella prima edizione, di natura tipografica, e poi all’integrazione dei numerosi Santi e Beati che sono stati proclamati in questo triennio – dal 2001 ad oggi – per l’esattezza 117. In più sono stati aggiunti molti Santi che hanno un culto effettivo soprattutto nell’Italia meridionale, figure del monachesimo prevalentemente italo-greco, che sono state finora tenute fuori dal martirologio.

 

D. – All’incirca, quanti nominativi contiene il Martirologio?

 

R. – Settemila tra Santi e Beati oggi venerati dalla Chiesa, e dunque il cui culto è ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa e proponibile alla Chiesa universale.

 

D. - Spostiamo l’attenzione alla chiamata alla santità, che viene rivolta a tutti i discepoli di Cristo…

 

R. – Il Martirologio è un libro che nella sede liturgica è destinato proprio ad accentuare questo aspetto. Vale a dire celebrare il mistero di Cristo attraverso le figure dei suoi Santi e al tempo stesso comunicare ai fedeli non soltanto degli esempi da imitare ma anche una certa fiducia, vale a dire si può essere santi!

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“L’INTEGRAZIONE INTERCULTURALE” È IL TEMA DEL MESSAGGIO DEL PAPA

 PER LA GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO 2005,

 CHE SARA’ PRESENTATO GIOVEDI’ IN SALA STAMPA VATICANA

 

“L’integrazione interculturale” è il tema del Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2005 (16 gennaio 2005) che sarà presentato giovedì 9 dicembre, alle ore 11.30, nella Sala Stampa della Santa Sede. Alla conferenza stampa interverranno: il cardinale Stephen Fumio Hamao, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti; mons. Agostino Marchetto, segretario dello stesso Consiglio e p. Michael Blume, sottosegretario.

 

 

IN ASIA SERVE UNA NUOVA EVANGELIZZAZIONE E UN RINNOVATO IMPEGNO

PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO: COSI’ IL COMUNICATO FINALE DELL’VIII RIUNIONE DEL SINODO DEI VESCOVI PER L’ASIA

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

Dare attuazione alla Ecclesia in Asia “mettendone in risalto l’attualità con il richiamo alla testimonianza e alla nuova evangelizzazione in un continente bisognoso di pace sociale e di dialogo tra le culture e le religioni”. E’ l’impegno preso dall’ottava riunione del Sinodo dei vescovi per l’assemblea speciale per l’Asia, riunitasi nei giorni scorsi a Roma. Nel comunicato finale, diramato oggi dalla segreteria dell’organismo, si rileva come ci sia stata una “crescita della Chiesa cattolica nel continente, nonostante le condizioni spesso poco favorevoli e, in particolare, la mancanza di libertà religiosa”. Per quanto riguarda il dialogo religioso, si legge nel comunicato, i presuli hanno sottolineato che “oltre alle difficoltà causate in prevalenza da piccoli gruppi radicalizzati, ci sono incoraggianti esempi di collaborazione tra rappresentanti di varie religioni sia nel campo sociale sia, per quanto possibile, nella promozione dei valori etici e morali”.

 

Nella sessione plenaria conclusiva del Consiglio, è stata fissata la data della futura riunione del Sinodo dei vescovi per l’Asia nei giorni 18 e 19 novembre del prossimo anno.

 

 

DIFFONDERE IL MESSAGGIO DEL PAPA E DELLE SANTA SEDE ATTRAVERSO

 IL MONDO DELLA COMUNICAZIONE: INTERVISTA AL DOTT. JOAQUIN NAVARRO-VALLS,

 NEL 20.MO ANNIVERSARIO DELLA SUA NOMINA

 A DIRETTORE DELLA SALA STAMPA VATICANA

 

Portare il messaggio del Papa a tutti gli esseri umani, attraverso i mezzi di comunicazione. Da vent’anni, questa è la sfida che si rinnova ogni giorno per il dottor Joaquin Navarro-Valls. Il 4 dicembre del 1984, infatti, Navarro-Valls diventava direttore della Sala Stampa della Santa Sede. Nato a Cartagena, in Spagna il 16 novembre del 1936, si è laureato in medicina nel 1961. Nel 1968 ha ottenuto la laurea in giornalismo e nel 1980 quella in scienza della comunicazione. E’ membro numerario dell’Opus Dei. Come direttore della Sala Stampa Vaticana, si è confrontato con eventi che hanno cambiato il mondo radicalmente. Alessandro Gisotti ha chiesto al dott. Navarro-Valls un bilancio della sua esperienza:

 

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R. – Più che un bilancio, una constatazione: l’interesse straordinario del mondo per questo Pontificato. I media stessi si sono visti spronati dall’interesse che proveniva da tutti gli ambienti culturali, accademici, popolari, politici verso questo Pontificato. Il ruolo di questo ufficio è stato semplicemente cercare di esaudire l’enorme interesse dei media di tutto il mondo.

 

D. – Da 20 anni, lei è una delle persone più vicine a Giovanni Paolo II. Cosa si prova a condividere ogni giorno esperienze, gioie e difficoltà con il Santo Padre?

 

R. – Si ha la certezza di vivere e di vedere da vicino la storia, ma soprattutto quell’aspetto particolare della storia che è la dimensione religiosa e umana. Questo Pontificato è una pagina straordinaria della storia della Chiesa. Esserne testimone da vicino è un dono straordinario.

 

D. – Direttore, quali sono stati secondo lei i temi, i momenti di questo lungo Pontificato che hanno maggiormente caratterizzato l’attenzione del mondo dell’informazione?

 

R. – L’attenzione verso questo Pontificato non è mai venuta meno in questi 26 anni. Se ci ricordiamo, all’inizio del Pontificato, quella parola che si sentiva vibrante aveva già catturato in qualche modo l’attenzione; poi i viaggi, poi l’attentato con tutte le implicazioni di quel gesto; i cambiamenti epocali nel centro e nell’est europeo. Quindi, ed è la mia convinzione, la figura, l’immagine di questo Papa anziano che ha un’enorme eloquenza pastorale. In tutto il mondo, Giovanni Paolo II dice molto a moltissima gente.

 

D. – Lei ha accompagnato il Papa nei cinque continenti. C’è un viaggio apostolico che più degli altri le resta nel cuore?

 

R. – Da un punto di vista personale mi hanno commosso in modo particolare alcuni dei viaggi che il Papa ha fatto in questi anni in Paesi dove c’era una piccolissima minoranza dei cattolici. La visita ad un Paese come l’Azerbaigian, dove il Papa ha percorso 6.500 km di viaggio, soltanto per incontrare 100 cattolici.

 

D. – Dal 1984 ad oggi com’è cambiato il suo lavoro? Quanto lo sviluppo tecnologico dei mass media ha influito sulla diffusione del messaggio del Papa e della Santa Sede?

 

R. – Ha inciso in un modo straordinario. Naturalmente noi abbiamo dovuto fare degli sforzi per adeguarci a queste nuove tecnologie. C’è una parola che mi pare definisca bene questo cambiamento: celerità. Tutto questo, però, non può sostituire il contatto personale che si ha con i giornalisti. E’ in tale contesto personale che si chiariscono e si trasmettono delle valutazioni sui temi di questo Pontificato.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l'Ucraina: la Corte Suprema decide un nuovo ballottaggio; si dovrà tenere il 26 dicembre.

 

Nelle vaticane, nel discorso a Vescovi statunitensi Giovanni Paolo II ha richiamato l'urgenza di una catechesi esauriente sull'apostolato dei laici, che metta in luce l'importanza del rapporto fra libertà e verità morale.

L'udienza del Papa ai partecipanti al Convegno della Fondazione Vaticana "Centesimus Annus-Pro Pontifice".

L'omelia del Cardinale Crescenzio Sepe durante la solenne Concelebrazione Eucaristica a Taipei.

 

Nelle estere, in Iraq proseguono gli atti di violenza. Il Presidente iracheno lunedì alla Casa Bianca.

 

Nella pagina culturale, un elzeviro di Mario Gabriele Giordano dal titolo "Libri e recensioni, un grottesco girotondo".

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema della finanziaria.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

4 dicembre 2004

 

 

UN MONDO SENZA MINE: E’ L’IMPEGNO PRESO A NAIROBI

DALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE DEI PAESI FIRMATARI DELLA

 CONVENZIONE DI OTTAWA SULLA MESSA AL BANDO DELLE MINE ANTI-UOMO

- Intervista con Simona Beltrami -

 

Sradicare il “terribile flagello” delle mine antiuomo. Giovanni Paolo II lo ha chiesto con forza ancora una volta, giovedì scorso, in un messaggio ai partecipanti alla Conferenza internazionale contro le mine anti-uomo, conclusasi ieri a Nairobi. Il vertice, a cui hanno partecipato 144 Paesi, ha fatto il punto a cinque anni dall’entrata in vigore della Convenzione di Ottawa, che proibisce produzione, vendita, ed uso delle mine antiuomo e si occupa della loro bonifica e della cura delle vittime. A Nairobi è stato elaborato un piano operativo per i prossimi cinque anni. Ma, soprattutto, si è levato un appello affinché i Paesi che non hanno ancora aderito al trattato di Ottawa – tra cui Russia, Cina e Stati Uniti - lo facciano al più presto. Oltre ai rappresentanti dei governi, anche molte Ong hanno preso parte alla conferenza incentrata sul tema “Per un mondo senza mine”. Stefano Leszczynski ha raggiunto telefonicamente a Nairobi Simona Beltrami, coordinatore della Campagna italiana contro le mine:

 

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R. – I governi hanno approvato il piano d’azione per i prossimi anni nella lotta contro le mine, e questo comprende anche un impegno nell’assistenza alle vittime. Diciamo che le organizzazioni che si occupano di assistenza ai sopravvissuti a incidenti da mina avrebbero sperato che in questo piano d’azione fosse inserito un impegno concreto a riservare una parte specifica di quei fondi che si dedicano alle attività generiche contro le mine, proprio all’assistenza delle vittime, per assicurare che questi soldi non si perdano nel calderone dei finanziamenti. Purtroppo, ciò non è stato fatto, però ci sono degli impegni a continuare l’attività a favore di coloro che sopravvivono a incidenti da mina.

 

D. – Quali sono state le reazioni al messaggio del Papa nei confronti della questione-mine?

 

R. – Il messaggio del Pontefice è perfettamente in linea con la posizione delle Organizzazioni non governative della campagna internazionale contro le mine, quindi è stato molto ben accolto perché richiama all’attenzione degli Stati-parte il fatto che non bisogna compiacersi troppo dei risultati ottenuti, che non bisogna riposare sugli allori ma che bisogna continuare in quella che è una lotta a lungo termine, soprattutto per liberare territori minati da questi ordigni. E’ molto importante l’assistenza, la riabilitazione e la reintegrazione socio-economica di lungo periodo delle vittime delle mine.

 

D. – Le Organizzazioni non governative possono dirsi soddisfatte degli esiti di questa riunione a Nairobi?

 

R. – Tutto sommato, non ci si può dire insoddisfatti; ci aspettavamo che succedesse quello che è successo. Ciò che veramente darà la misura del successo di questa conferenza sarà l’impegno reale, effettivo e concreto degli Stati che sono stati qui presenti e che hanno dichiarato – a parole – il loro impegno nei prossimi anni; quindi bisogna che le belle parole del piano d’azione che è stato approvato a Nairobi diventino poi concrete realtà, soprattutto poi per le persone che soffrono gli effetti delle mine.

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani, 5 dicembre, 2a Domenica d’Avvento, la liturgia ci presenta la figura di Giovanni Battista che predica nel deserto, dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».. In molti accorrevano e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano. Giovanni prepara la missione di Gesù e dice:


Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. 

 

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

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Giovanni il Battista è, per la sua missione, imparagonabile a qualsiasi altro profeta dell’Antico Testamento, comunque una figura inquietante, che taglia e purifica, un asceta, un uomo asciutto, un uomo del deserto, un uomo di dura prova. L’iconografia ce lo fa sempre vedere radicalmente orientato a Cristo, in modo che sia visibile la sua identità di rendere testimonianza a Cristo e consumarsi per lui. Torna dal deserto e al Giordano denuncia il peccato. Richiama al pentimento e indica il Messia. Lui prepara lo scenario per la rivelazione del Messia e lo scenario è quello dell’umanità così come è: peccatrice, fragile, debole, giacente nell’ombra della morte. Chi sperimenta la morte può sentire l’urgente necessità della vita. Il Battista precisa due significati del battesimo: il lavare e l’impregnare. Lui battezza lavando e così purifica il popolo, ma il Messia, il figlio di Dio battezza impregnando con lo Spirito Santo. Non solo toglie il peccato, ma dà la vita che non tramonta.

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CHIESA E SOCIETA’

4 dicembre 2004

 

 

SI AGGRAVA IL BILANCIO DEI TIFONI NELLE FILIPPINE.

IL PRESIDENTE ARROYO, INTANTO, BLOCCA IL DISBOSCAMENTO SELVAGGIO

 DELLE FORESTE. ARRIVANO I PRIMI AIUTI DALLA PRESIDENZA

 DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, MENTRE L’ARCIVESCOVO DI MANILA

INVITA ALLA “PREGHIERA E AZIONE PER LE VITTIME”

 

MANILA. = Ancora drammatica la situazione nelle Filippine, colpite in questi ultimi giorni da due furiosi tifoni, ‘Winnie’ e ‘Nanmandol’. L’ultimo bilancio ufficiale, ancora provvisorio, parla di 753 morti e 345 dispersi. Il presidente delle Filippine, Gloria Macapagal Arroyo, intanto, ha “ordinato di sospendere il disboscamento degli alberi in tutto il Paese”. Le autorità municipali e gli esperti, infatti, hanno spiegato alla Arroyo che la deforestazione selvaggia lascia nudo il terreno ed è la causa delle frane e dei giganteschi smottamenti di fango che hanno colpito le tre cittadine, la cui evacuazione continua. Sono state rese note le prime stime sui danni economici provocati dai tifoni; secondo le autorità ammonterebbero a 193,39 milioni di pesos, oltre 2 milioni e mezzo di euro. La presidenza della Conferenza episcopale italiana rende noto, intanto, che proprio per “far fronte alle prime emergenze e ai bisogni essenziali delle persone colpite dalle devastazioni provocate dai tifoni, ha stanziato un milione di euro”. L’Unicef e la Croce Rossa hanno lanciato un appello per la raccolta di 200.000 dollari a sostegno di circa 3.000 famiglie alle quali servono cibo, medicine e generi di prima necessità. La Caritas Italiana, anche in questa emergenza, è in costante contatto con la Caritas di Manila, dove il direttore, padre Anton Pascual, riferisce che “in 2 giorni abbiamo inviato vestiti, riso, pasta e sardine a 5 mila famiglie, oltre a 5 automezzi  di medicinali”. Lo stesso arcivescovo di Manila, mons. Gaudencio B. Rosales, invita i sacerdoti e i parrocchiani a “condividere tutto quello che hanno con le persone colpite dalle inondazioni”. La solidarietà si sta allargando anche a livello internazionale. La Commissione dell’Unione Europea ha deciso di stanziare un milione di euro e una missione dell'Echo, l’ufficio umanitario dell’esecutivo europeo, è attualmente in missione nel Paese per verificare i bisogni più urgenti, “sebbene molte aree siano inaccessibili”, ha fatto sapere il Commissario Responsabile per lo Sviluppo e gli Aiuti Umanitari, Luis Michael. (R.A.)

 

 

PUBBLICATE LE LETTERE PASTORALI PER IL 2005 DEI VESCOVI SUDCOREANI.

NELLE MISSIVE, PRESENTATE LA SCORSA DOMENICA, I PRESULI

RIAFFERMANO IL VALORE DELLA VITA E DELL’AMORE

 

SEOUL. = L’Eucaristia, l’evangelizzazione delle famiglie e la creazione di piccole comunità cristiane: questi, in sintesi, i temi al centro delle lettere pastorali per il 2005 dei vescovi sudcoreani, pubblicate la scorsa domenica, primo giorno di Avvento. L’arcivescovo di Seoul, mons. Nicholas Cheong Jin-suk, ha sottolineato che “il rinnovamento della Chiesa dipende dalla capacità di ogni singolo individuo di sapersi rinnovare, seguendo gli insegnamenti del Vangelo”, esortando la comunità cattolica a lavorare in prima persona per costruire “famiglie belle”. L’arcivescovo di Daegu, mons. Paul Ri Moun-hi, ha diffuso una lettera pastorale intitolata: “Creiamo l’unità nella Parola e nell’Eucaristia”. Nel documento invita tutti i fedeli a mettere l’Eucaristia al centro delle loro vite. “L’Eucaristia ci permette di vivere in comunione con la parola di Dio – scrive – seguendo l’esempio di Cristo e diffondendo l’amore nelle comunità”. Nella sua lettera pastorale, mons. Andreas Choi Chang-mou, arcivescovo di Kwangju, ha ribadito l’estrema importanza delle “piccole comunità cristiane”, perché è in esse che le persone possono sperimentare la prima forma di “vita della Chiesa”. Il presule ha, inoltre, aggiunto che “in preparazione dei 70 anni della diocesi di Kwangju, è importante riflettere a livello personale e comunitario sulla centralità Cristo presente nell’Eucaristia”. Anche gli altri vescovi sudcoreani, riferisce l’agenzia Asianews, hanno riaffermato il valore della vita e dell’amore, invitando i fedeli a partecipare alla Messa, a meditare sulle Sacre Scritture, a pregare e leggere la Bibbia e a promuovere il dialogo nelle famiglie. (B.C.)

 

 

NASCE IN KENYA UN NUOVO CENTRO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE PER I GIOVANI. L’INIZIATIVA, PROMOSSA DALL’ASSOCIAZIONE ITALIANA “AMICI DI MALINDI E DINTORNI”, INTENDE OFFRIRE UN’OCCASIONE AI TANTI RAGAZZI DI STRADA

 

MALINDI. = Verrà inaugurato domani, presso il centro pastorale della diocesi di Malindi, in Kenya, il centro professionale “Mons. Guglielmo Motolese”, un progetto per la qualificazione artigianale e tecnica dei giovani. L’iniziativa, riferisce l’agenzia Fides, prevede cinque corsi professionali, destinati a preparare futuri cuochi, camerieri, giardinieri, sarti e manutentori, per un totale di 100 allievi kenyani, per la maggior parte sottratti alla strada e alla precarietà familiare. La costruzione del centro è stata promossa dall’Associazione italiana “Amici di Malindi e Dintorni”, un gruppo di professionisti che amano il Kenya, la sua gente, la sua cultura e la sua storia, e che, nell’ambito delle profonde e dolorose problematiche sociali economiche e strutturali del Paese, intende portare a termine una serie di progetti finalizzati alla crescita culturale ed economica della popolazione. L’Associazione ha avviato questo progetto di formazione professionale nell’ambito dell’interscambio culturale-formativo tra i giovani keniani ed i giovani del territorio ionico italiano. (B.C.)

 

 

INAUGURATI IN ARGENTINA NUOVI CENTRI DI ALFABETIZZAZIONE

PER GIOVANI E ADULTI. IL PROGETTO MIRA A RIDURRE DEL 50 PER CENTO

IL TASSO DI ANALFABETIZZAZIONE NEI PROSSIMI CINQUE ANNI

 

BUENOS AIRES. = “Mettiamo in marcia a tutta forza, famiglia per famiglia, casa per casa e fattoria per fattoria, il diritto ineguagliabile che tutti gli argentini devono avere di accedere all’alfabetizzazione”. Con queste parole, il presidente argentino Néstor Kirchner ha inaugurato i 507 nuovi centri di alfabetizzazione realizzati dal governo nella sterminata provincia della capitale, in collaborazione con l’Organizzazione degli Stati iberoamericani (Osi). Queste nuove strutture vanno ad aggiungersi ai 616 già esistenti e operativi negli altri distretti del Paese, dedicati all’alfabetizzazione della popolazione di giovani dai 15 anni in su e di adulti che non sanno né leggere né scrivere. Obiettivo dell’esecutivo nazionale: ridurre, nei prossimi cinque anni, del 50 per cento il tasso di analfabetismo della popolazione argentina, un problema che attende di essere risolto già dagli Anni ‘70 e che la crisi economica della fine degli Anni ‘90 ha acutizzato ancora di più. In un Paese dove oltre la metà della popolazione vive sotto la soglia di povertà e la società cerca un rilancio, la questione dell’alfabetizzazione è sentita in modo molto forte e il governo di Kirchner, in linea con quanto sta avvenendo in Venezuela e in Brasile, cerca di trovare una soluzione. (B.C.)

 

 

SI CHIUDE OGGI A ROMA IL CONGRESSO INTERNAZIONALE DEI MINISTRI

DELLA SANITA’ DI 50 PAESI INCENTRATO SULLA SALUTE MENTALE E IL RECUPERO

DAL POST-CONFLITTO. ALLA FINE DELL’APPUNTAMENTO, NELL'AMBITO DEL PROGETTO

 “ONE BILLION” PER L’ASSISTENZA A LUNGO TERMINE DELLE VITTIME DELLE GUERRE

 E DELLE VIOLENZE, LA FIRMA DI UN PIANO DI LAVORO

- A cura di Jean-Bapstiste Sourou -

 

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ROMA. = Il piano di lavoro sulla salute mentale, presentato dall’equipe scientifica diretta dal professore statunitense Richard Mollica, tocca sette punti. Chiede prima di tutto che le nazioni firmatarie abbiano una vera politica nazionale sulla salute mentale, possibilmente con leggi e sistemi di controllo del suo funzionamento. La salute ha un costo, perciò il documento chiede che l’Organizzazione mondiale della sanità gestisca la rete dei finanziamenti, affinché si evitino sprechi e disfunzionamenti. Ogni Paese dovrà dotarsi di studi scientifici aggiornati sui problemi o casi di salute mentale, ciò faciliterà gli interventi in caso di necessità. Bisogna che si rinforzino le capacità locali di cura dei traumi postbellici, formando non solo medici, ma integrando anche modelli tradizionali, compresi gli educatori e le famiglie stesse. Spesso nei Paesi distrutti da guerre o violenze c’è un disfunzionamento di tutto. In questi casi, le Organizzazioni internazionali dovranno coordinare maggiormente i loro interventi. Il documento presenta i legami stretti tra sviluppo economico e disturbi psichici: una popolazione sana è un buon punto di partenza per lo sviluppo. Infine, il professor Mollica e la sua equipe dicono che più i diritti dell’uomo verranno rispettati e meno guerre, violenze e terrorismo subiranno le popolazioni. E’ un invito allora ai governi a fare uno sforzo in più in materia dei diritti dell’uomo.

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CLAUDIO MONICI, INVIATO DI AVVENIRE, INSIGNITO DELL’OSCAR DEL VOLONTARIATO 2004, IL RICONOSCIMENTO DELLA FOCSIV E’ DEDICATO QUEST’ANNO ALL’INFORMAZIONE CHE DA’ VOCE AI CONFLITTI DIMENTICATI

 

ROMA. = L’Oscar del Volontariato 2004 è andato all’inviato di Avvenire, Claudio Monici. Il premio, istituito da Volontari nel mondo-Focsiv, è stato infatti dedicato quest’anno all’informazione che dà voce ai conflitti dimenticati. Ruanda, Sierra Leone, Indonesia, Sudan, Guatemala sono solo alcuni dei Paesi dove Claudio Monici si è impegnato a dare un’informazione sensibile e professionale. Il premio, giunto alla sua decima edizione, è stato consegnato dall’organizzazione in occasione della Giornata mondiale del volontariato, indetta il 5 dicembre dalle Nazione Unite, e vuole essere un omaggio anche “a tutti i nostri volontari – si legge nel comunicato della Focsiv  – che operano lontano dai riflettori e spesso senza riconoscimenti, impegnandosi quotidianamente e mettendo la propria vita al servizio dei più deboli”. (D.D.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

4 dicembre 2004

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Ucraina il verdetto con il quale la Corte Suprema ha dichiarato nullo il ballottaggio delle elezioni presidenziali dello scorso 21 novembre è stato dichiarato inappellabile. La Corte ha anche fissato per il prossimo 26 dicembre la data della nuova consultazione. La decisione è stata accolta con stati d’animo opposti dalle parti. Il nostro servizio:

 

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Il verdetto ha “violato la Costituzione”. E’ quanto sostiene il candidato filorusso Yanukovich confermando che parteciperà alla nuova consultazione. A Mosca si spera adesso che Yanukovic possa vincere grazie ad una fortissima mobilitazione delle regioni russofone dell’est ucraino. I sostenitori dell’attuale premier hanno inoltre definito “politica” la decisione. Il leader dell’opposizione, Yushenko, ha invece affermato che la sentenza costituisce una vittoria per il popolo. “Gli ucraini – ha aggiunto – si sono conquistati questo diritto alla libertà”. Giudizi positivi sul provvedimento sono stati espressi anche dall’amministrazione americana e dall’Alto rappresentante per la politica estera e sicurezza dell’Unione Europea, Javier Solana, che ha invitato le parti a rispettare la decisione. Dopo la sentenza di ieri, il Parlamento ucraino, la Rada, è chiamato ora a definire una nuova legge elettorale e i criteri per la nomina dei componenti della commissione elettorale.

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Siamo dalla parte della gente che è scesa in piazza con intenzioni pacifiche per rivendicare la verità. Così ha esordito l'arcivescovo maggiore di Leopoli, cardinale Lubomyr Husar davanti alla stampa internazionale ieri a Roma. Il porporato ha però anche avvertito l’opinione pubblica dei rischi di un inasprimento della tensione. Stefano Leszczynski lo ha intervistato:

 

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R. - L’atteggiamento della popolazione in genere, che non è spinta da nessuno, è di agire in modo tranquillo, ma decisivo. Dove c’è l’ingiustizia deve essere rimossa, ma non c’è desiderio di farlo con un’azione rivoluzionaria.

 

D. – Ci sono molti interessi esterni sull’Ucraina?

 

R. – Sì, ma in questo momento penso che siano maggiori quelli interni. Si parla di persone in Ucraina che sono fra le più ricche in Europa. La gente è addolorata per questo fatto e si domanda come mai queste persone, che sono pochissime, fanno soffrire tutta la popolazione. La gente, però, è contro la violenza.

 

D. – E’ dunque un’attesa di speranza?

 

R. – Assolutamente sì.

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In Iraq una forte esplosione è risuonata nel pieno centro di Baghdad provocando la morte di almeno 4 agenti. L’attentato è stato compiuto contro un commissariato di polizia. La facciata anteriore dell’edificio è crollata per la potenza dell’onda d’urto e un’auto è stata addirittura scaraventata in cima al tetto di una palazzina di due piani antistante la sede della polizia presa di mira dal kamikaze, rimasto ucciso dopo lo scoppio. A nord di Baghdad gli attacchi della guerriglia hanno provocato, inoltre, la morte di altre 6 persone. Violenze anche a Kirkuk, teatro di un’imboscata costata la vita ad un soldato americano, e al confine tra Iraq e Giordania dove due militari della coalizione sono morti per un attentato dinamitardo.

 

Restiamo in Medio Oriente dove le truppe israeliane hanno arrestato a Tulkarem, in Cisgiordania, il capo locale del braccio armato del movimento islamico Hamas. L’uomo è ritenuto responsabile, secondo fonti militari, di un attacco condotto a marzo nell’insediamento di Avnei Hefez che aveva provocato la morte di una persona.

 

La Spagna nuovamente colpita dall’organizzazione indipendentista basca ‘Eta’. Cinque ordigni sono esplosi ieri in altrettante stazioni di servizio a Madrid, causando il ferimento di due persone. Gli attentati fanno seguito ad un’ondata di arresti avvenuti nei mesi scorsi in Francia e Spagna. Il ministro dell’Interno, Jose Antonio Alonso, ha assicurato intanto che lo Stato non retrocederà “neppure di un millimetro nella lotta al terrorismo”.

 

In Kosovo l’albanese Ramush Haradinaj è stato nominato dal Parlamento di Pristina nuovo primo ministro. Al neo premier, che rischia un’incriminazione per crimini di guerra, toccherà il compito di far rispettare gli standard democratici fissati dalle Nazioni Unite. Secondo il primo ministro serbo Kostunica, la nomina dell’ex capo dei guerriglieri dell’UCK costituisce una provocazione politica.

 

Un vertice trilaterale, da organizzare il prossimo anno, per contrastare l’egemonia in politica estera degli Stati Uniti. Ci stanno pensando, secondo il quotidiano ‘Asian Age’, i leader di India, Cina e Russia. Secondo il giornale, il premier russo Vladimir Putin e il primo ministro indiano, Manmohan Singh, hanno discusso di questa ipotesi durante l’incontro di ieri a Nuova Delhi.

 

In Russia almeno quindici persone sono morte nell’incendio sviluppatosi ieri pomeriggio nel magazzino di una fabbrica di mobili di Perkhushkovo, nei dintorni di Mosca. Secondo i primi accertamenti, l’incendio si sarebbe verificato per una violazione delle norme di sicurezza.

 

Negli Stati Uniti il presidente George Bush ha confermato ieri il segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld. Poche ore prima, Bush aveva anche nominato l’ex capo della polizia di New York, Kerik, segretario alla sicurezza interna al posto del dimissionario Tom Ridge.

 

Sono circa cinque milioni gli elettori chiamati oggi alle urne in Niger, uno dei Paesi più poveri della Terra. A sfidarsi, nel secondo turno delle presidenziali, il socialista Mamadou Tandja e il giornalista della France Presse Mahamadou Issoufou. Sembra scontato un secondo mandato per il capo di Stato uscente Tandja.

 

Il presidente ivoriano, Laurent Gbagbo, ha accettato di sottoporre all’esame dei deputati il progetto di revisione dell’articolo 35 della Costituzione sulle condizioni di eleggibilità per la presidenza in Costa d’Avorio.

 

 

 

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