RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 338 - Testo della trasmissione di venerdì 3 dicembre 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Promuovete i valori cristiani, difendete la verità, la giustizia e la solidarietà, senza farvi sviare da certe tendenze dominanti nella cultura moderna: così oggi il Papa nel suo discorso alla Federazione italiana dei settimanali cattolici

 

Iniziate oggi in Vaticano le prediche di Avvento alla presenza del Papa e della famiglia pontificia. Ad ispirare le riflessioni di padre Raniero Cantalamessa l’Eucaristia

 

Intervento oggi a Roma dell’arcivescovo Lajolo sulla libertà religiosa a conclusione delle celebrazioni per i 20 anni delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Stati Uniti

 

“Prevenzione dello sfruttamento sessuale minorile”. Mons. Monni è intervenuto alla 74.ma sessione del Consiglio Esecutivo dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, in Brasile

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La relazione del cardinale Ruini all’inaugurazione oggi a Roma del VI Forum del Progetto culturale della Chiesa italiana

 

Si celebra oggi la Giornata Internazionale delle persone disabili: ce ne parla Salvatore Nocera

 

Le conclusioni a Istanbul della 23.ma Conferenza ecumenica dei vescovi amici del Movimento dei Focolari: con noi il metropolita ortodosso Serafim Joanta

 

Grande celebrazione oggi a Goa in India per la memoria di San Francesco Saverio: da oggi  l’esposizione delle reliquie del Santo

 

CHIESA E SOCIETA’:

Inondazioni nelle Filippine: dopo Winnie si abbatte sulla zona di Manila un quarto tifone, Nanmadol

 

Oggi in Kenya i funerali del missionario irlandese John Hannon, assassinato il 25 novembre

 

I ministri della sanità di 50 Paesi teatro di guerre si incontrano in Campidoglio con i rappresentanti delle maggiori istituzioni internazionali

 

Scagionato per mancanza di prove padre Mattew Ojara, vicario episcopale di Kitgum

 

Si è conclusa la 266.ma Plenaria della Conferenza episcopale svizzera

 

24 ORE NEL MONDO:

Giornata di sangue in Iraq: oltre 30 morti in seguito ad attacchi compiuti dalla guerriglia

 

In Ucraina si è riunita la Corte Suprema per decidere sulla validità del risultato del ballottaggio

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

3 dicembre 2004

 

PROMUOVETE I VALORI CRISTIANI, DIFENDETE LA VERITA’, LA GIUSTIZIA

E LA SOLIDARIETA’, SENZA FARVI SVIARE DA CERTE TENDENZE DOMINANTI

NELLA CULTURA MODERNA: COSI’ OGGI IL PAPA

NEL SUO DISCORSO ALLA FEDERAZIONE ITALIANA DEI SETTIMANALI CATTOLICI

 

Continuate a diffondere nella società i valori cristiani, difendete la verità, la giustizia e la solidarietà, evitando di farvi sviare da certe tendenze dominanti nella cultura moderna. E’ quanto ha detto il Papa oggi ricevendo i rappresentanti della FISC, la Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici, in occasione della loro assemblea in corso a Roma. Il servizio di Sergio Centofanti:

 

**********

Il Papa ringrazia i settimanali cattolici per il servizio che rendono all’edificazione della civiltà dell’amore. Si tratta di una realtà importante, “una ricca tradizione”, con circa 150 testate diocesane che hanno un bacino di oltre 4 milioni di lettori. “Il contributo dei giornalisti cattolici – sottolinea il Pontefice – risulta quanto mai prezioso anche oggi sul piano sia pastorale che culturale e sociale”.

 

“Essi offrono innanzitutto un servizio di informazione sulla vita della Chiesa”. Considerando poi “la loro capillare diffusione a livello locale, i settimanali diocesani – ha aggiunto Giovanni Paolo II – concorrono validamente a permeare le famiglie, le parrocchie e le città con i valori cristiani che formano gran parte del patrimonio spirituale del popolo italiano”. Il Papa pensa “in particolare, alla tutela della vita umana nella sua integralità; … al matrimonio e alla famiglia, che una malintesa cultura dei diritti personali tende a snaturare” e, infine, “ai valori della verità, della giustizia, della solidarietà”.

 

E’ una missione – ha notato il Pontefice – che “nell’epoca della comunicazione globale, diventa sempre più difficile”. “Non scoraggiatevi – ha aggiunto – per le difficoltà che incontrate”:

 

“Proseguite con impegno ad annunciare il Vangelo della verità e della speranza dai singolari “pulpiti” che sono i vostri settimanali diocesani, restando sempre aperti alle ampie prospettive della Chiesa universale”.

 

Per poter compiere appieno questa missione Giovanni Paolo II invita  i giornalisti cattolici ad aver cura che non manchi a loro “per primi il necessario alimento spirituale della preghiera e di un’intensa vita sacramentale”:

 

“Preoccupatevi, inoltre, di arricchire la vostra formazione etica e culturale, perché le vostre convinzioni si mantengano in sintonia con il Vangelo e non si lascino sviare da perniciose tendenze dominanti in una certa cultura moderna”.

 

Per questo servizio svolto dai giornalisti cattolici il Papa invoca la protezione della Vergine Immacolata e l’intercessione di san Francesco Saverio, patrono delle missioni, di cui ricorre oggi la memoria liturgica.

 

Infine, ricordando le “luminose figure di sacerdoti e di laici” che hanno segnato la storia dei settimanali diocesani, Giovanni Paolo II ha voluto ricordare  mons. Andrea Spada, per oltre 50 anni direttore de “L’Eco di Bergamo”,  che è morto mercoledì scorso all’età di 96 anni.

**********

 

 

INIZIATE OGGI IN VATICANO LE PREDICHE DI AVVENTO.

AD ISPIRARE LE RIFLESSIONI DI PADRE RANIERO CANTALAMESSA l’EUCARISTIA

 

L’Adorazione Eucaristica è un silenzioso inno di lode a Dio. Con queste parole, stamani in Vaticano, presso la cappella Redemptoris Mater del Palazzo Apostolico, padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, ha dato il via alle prediche di Avvento. Le riflessioni, sul tema “Contemplando Te tutto vien meno”, si sono dipanate a partire dall’inno “Adoro te devote”. Le altre due prediche saranno tenute il 10 e il 17 dicembre prossimi. Il servizio di Barbara Castelli:

 

**********

Come in primavera le foglie sui rami assorbono i raggi del sole per permettere alla pianta di generare i frutti, così i cristiani dinanzi all’Ostia, al Corpo di Cristo, fanno propri i Misteri capaci di plasmare il loro universo interiore, conformandolo al Salvatore. Con questa immagine, semplice ma intensa, padre Raniero Cantalamessa ha iniziato questa mattina le prediche di Avvento, alla presenza di Giovanni Paolo II e della Famiglia Pontificia. Dinanzi all’Eucaristia, di cui que-st’anno si celebra il mistero in modo solenne, ha ricordato padre Cantalamessa, “tutto vien meno”.

 

“Io credo che l’anima che sta davanti all’Eucaristia potrebbe fare proprio quel verso del nostro poeta Ungaretti: ‘Mi illumino di immenso’”.

 

A nulla sarebbe valso a Maria portare Cristo nel suo grembo, ha proseguito padre Cantalamessa, sottolineando la grande affinità che corre tra l’Eucaristia e l’Incarnazione, “se non lo avesse portato con amore anche nel suo cuore”. Accogliere Cristo nella mente, dunque, significa concretamente “pensare a Lui, avere lo sguardo rivolto su di Lui”. In questo senso, l’“Adoro te devote” è una straordinaria sintesi di ardore eucaristico. Pensando all’epoca in cui si inserisce l’inno, in coincidenza “della grande svolta della teologia eucaristica, occasionata dalla reazione all’eresia di San Berengario di Tour”, il predicatore della Casa Pontificia ha spiegato come in quel preciso momento storico stesse crescendo il rispetto dell’Eucaristia, ma allo stesso tempo aumentando il “senso di indegnità dei cristiani di avvicinarsi a questo Sacramento, anche per le condizioni severissime, quasi impraticabili, poste per riceverlo”. Così i cristiani, ha spiegato, svilupparono il contatto visivo, la contemplazione dell’Ostia. Oggi i tempi sono cambiati, ha proseguito padre Raniero, ma non per questo dobbiamo rinunciare alle “conquiste di ieri”. “Non possiamo ridurre l’Eucaristia alla sola contemplazione della presenza reale di Gesù nell’Ostia – ha detto – ma sarebbe anche una grave perdita rinunciare ad essa”. In fondo ci sono anche “ragioni teologiche a favore dell’Adorazione Eucaristica”: “Fate questo in memoria di me”. Fare memoria, infatti, “ha un significato oggettivo, ripetere, quindi, i riti che Gesù ha compiuto nell’Ultima Cena, ma anche un aspetto soggettivo, fare memoria personale di Gesù, coltivare il ricordo di Gesù …”:

 

“San Francesco d’Assisi scriveva prima dell’‘Adoro te devote’, ma nello stesso clima di fervore eucaristico. Diceva: ‘Gran miseria sarebbe e miserevole male, se avendo Lui così presente, vi curaste di qualunque altra cosa che fosse nell’universo intero’. La Contemplazione Eucaristica è tutt’altro che indulgere al quietismo, un’azione sterile. E’ stato notato come l’uomo riflette in sé quello che contempla, che vede. Non si sta a lungo esposti al sole, senza portarne i segni sulla faccia. Stando a lungo e con fede davanti al Santissimo, non necessariamente con fervore sensibile, ma con fede, noi assimiliamo i pensieri ed i sentimenti di Cristo”.

 

L’unica cosa che lo Spirito Santo richiede, ha ricordato il predicatore della Casa Pontificia, è “di dargli un po’ di tempo”, “di non essere avari di tempo, anche se all’inizio dovesse sembrare tempo perso”. “Gesù ci aspetta in questo Sacramento dell’amore – ha concluso padre Raniero ricordando le parole di Giovanni Paolo II – non risparmiamo il nostro tempo per andarlo ad incontrare nell’adorazione e nella contemplazione piena di fede”.

**********

 

 

L’ARCIVESCOVO GIOVANNI LAJOLO PARLA DELLA LIBERTA’ RELIGIOSA

ALLA GREGORIANA,

A CONCLUSIONE DELLE CELEBRAZIONI PER I 20 ANNI

DELLE RELAZIONI DIPLOMATICHE TRA USA E SANTA SEDE

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

Conferenza stamane alla Pontificia Università Gregoriana su “La libertà religiosa: pietra angolare della umana dignità”. L’iniziativa è stata promossa dall’Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede, a conclusione degli eventi celebrativi del ventesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra il Vaticano e il governo di Washington. Ma quali per la Chiesa cattolica le sfide contemporanee alla libertà religiosa? A questo interrogativo ha risposto la relazione presentata dall’arcivescovo Giovanni Lajolo, segretario per i rapporti della Santa Sede con gli Stati. Il servizio di Roberta Gisotti

 

**********

“E’ un tema sempre attuale, anzi dolorosamente attuale”, quello della libertà religiosa, ha premesso mons. Lajolo nel suo intervento, costellato di riferimenti storici sull’iter internazionale di questo diritto, riconosciuto nella Dichiarazione universale dei diritti umani e in tutte le principali Carte sulle libertà fondamentali. Eppure nei fatti è un diritto così spesso calpestato come dimostra – ha ricordato il presule – il Rapporto 2004 sulla libertà religiosa nel mondo, pubblicato dall’Associazione “Aiuto alla Chiesa che soffre”. Del resto anche sul piano diplomatico “resta tutt’ora uno dei punti di maggior confronto tra opposte visioni e interpretazioni.” “Lo è stato – ha spiegato l’arcivescovo – nel momento dell’antagonismo est ed ovest, lo è oggi di fronte a fenomeni di intolleranza e di violenza, connessi talvolta con un fondamentalismo religioso impermeabile al dialogo razionale, talaltra con una visione ideologica che preclude all’uomo l’orizzonte della trascendenza, anzi, lo abbandona sulle sabbie mobili del relativismo”.

 

Tra i fenomeni recenti che hanno afflitto la Chiesa, mons. Lajolo ha citato la lotta al terrorismo, che “per quanto necessaria – ha detto – ha avuto tra i suoi contraccolpi quello di fomentare la piaga della ‘cristianofobia’, in vaste aree”, “dove a torto” si crede che “certe politiche di Paesi occidentali” siano determinate dal Cristianesimo”. In tale contesto internazionale è quanto mai opportuno – ha aggiunto il presule – rammentare il divieto internazionale di coercizione, di sanzioni penali o di minaccia della forza fisica per costringere ad aderire a credi o a comunità religiose. E “non pochi Stati – ha commentato mons. Lajolo – sono gravemente deficitari” su questo fronte.”

 

Altro terreno di particolare impegno per la Santa Sede oggi è il riconoscimento della dimensione pubblica della libertà religiosa, nel rispetto della ‘sana laicità’ degli Stati, che quando “è come deve essere espressione di vera libertà, favorisce il dialogo” e, quindi “la cooperazione” “tra società civile e religiosa, a servizio del bene comune”. Né è da temere – ha chiarito l’arcivescovo Lajolo – che tale riconoscimento esoneri “le comunità religiose dal rispetto di alcune norme fondamentali del diritto, favorendo eventuali gruppi fondamentalisti, estremisti, o perfino conniventi con reti terroristiche”. L’osservanza dell’ordine pubblico e della sicurezza nazionale è infatti “inderogabile”

 

Al di là di ogni considerazione sullo stato delle libertà religiosa che presenta manchevolezze anche negli Stati più avanzati e rispettosi di questo diritto – ha concluso l’arcivescovo Lajolo – la Chiesa sa comunque accettare “certe limitazioni, nella consapevolezza del suo essere pellegrina ‘in statu viae’, compagna e solidale di ogni ‘homo viator’ che cerca, consapevolmente o meno, il volto di Dio”

**********

 

 

“PREVENZIONE DELLO SFRUTTAMENTO SESSUALE MINORILE”.

MONS. MONNI E’ INTERVENUTO AL 74.MO CONSIGLIO ESECUTIVO

DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL TURISMO, CHE SI CONCLUDERA’ DOMANI

A SAN SALVADOR DA BAHIA, IN BRASILE

- A cura di Rita Anaclerio -

 

“Negli ultimi anni abbiamo assistito al dilagare del terribile fenomeno del Sex Tourism, senza dubbio una vera e propria piaga sociale”. Con queste parole mons. Piero Monni, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione Mondiale del Turismo, ha aperto oggi il suo intervento dedicato al tema della prevenzione dello sfruttamento sessuale dei bambini alla 74.ma sessione del Consiglio Esecutivo dell’Organizzazione Mondiale del Turismo in corso a San Salvador da Bahia, in Brasile. “Il Turismo riflette i valori di una società – ha proseguito mons. Monni – e la Santa Sede intende ribadire ancora una volta la denuncia di queste deviazioni e nel contempo partecipare alla realtà “turismo” per valorizzarla e sottolinearne gli aspetti formativi”. La natura clandestina dell'industria internazionale del sesso ha reso impossibile andare oltre le stime approssimative, ma l'UNICEF valuta che circa un milione di bambini ogni anno viene introdotto nel commercio sessuale. “Un commercio – spiega mons. Monni – sempre legato a reati a sfondo pedofilo: si tratta di una vera e propria violenza. In questo ultimo ventennio non è mancato ai minori un certo sostegno delle comunità internazionali e delle strutture nazionali e religiose. Tuttavia – sottolinea l’Osservatore della Santa Sede – assistiamo ancora ad una persistente acquiescenza di non poche persone e istituzioni sui problemi che incidono sulle fasce più deboli”.

 

L’invito che mons. Monni ha rivolto è quello di “prevenire piuttosto che curare o reprimere” attraverso “azioni mirate di controllo ed attività formative e educative tese a colmare l’attuale vuoto delle coscienze”. “Il turismo – ha concluso mons. Monni – è un veicolo fondamentale di avvicinamento e dialogo tra i popoli e promuovere la sua attività significa operare per unire gli uomini nel rispetto universale dei diritti e delle libertà fondamentali”.

 

 

ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Nel corso della mattina il Papa ha ricevuto anche alcuni presuli della Conferenza eiscopale degli Stati Uniti d'America (Regione V), in visita “d Limina” e il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.

 

Il Santo Padre ha quindi nominato vescovo di Myitkyina, nel Myanmar, mons. Francis Daw Tang, finora vescovo titolare di Maturba e ausiliare della medesima diocesi.

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l’udienza di Giovanni Paolo II ai partecipanti all’incontro promosso dalla Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici. Nell’occasione il Papa ha sottolineato che i settimanali diocesani sono singolari “pulpiti” per l’annuncio del Vangelo della verità e della speranza.

In Iraq continuano ad imperversare sanguinose violenze: attentati dinamitardi ed attacchi da parte della guerriglia.

Sempre in prima, la notizia che in Uganda è stato prosciolto il sacerdote accusato di collusioni con i ribelli.

 

Nelle vaticane, la visita pastorale del cardinale Crescenzio Sepe in Cambogia.

Una pagina dal titolo “Celebrazioni centenarie della morte di Alfonso Maria Iannucci, teologo sannita (1852-1904)”.

 

Nelle estere, Ucraina: il presidente uscente Kuchma si dice pronto ad esautorare il governo se vengono approvate le riforme.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Pietro Borzomati in merito al volume “Comboni, ieri ed oggi” di Antonio Furioli.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano la sciagura ferroviaria nel Tarantino.

In rilievo i temi della finanziaria e della criminalità.

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

3 dicembre 2004

 

 

INIZIATO OGGI A ROMA IL VI FORUM DEL PROGETTO CULTURALE DELLA CHIESA: L’INTERVENTO DEL CARDINALE CAMILLO RUINI

 

Cinque forum con la partecipazione di oltre 200 esperti, 1.700 pagine di documenti, 92 progetti di ricerca, 32 volumi pubblicati, 50 borse di studio, 1.200 iniziative diocesane: sono le cifre che riassumono i dieci anni del progetto culturale della Chiesa italiana, lanciato dal cardinale Camillo Ruini nel 1994. E il presidente della CEI ha aperto oggi a Roma il VI Forum del progetto culturale dedicato a “ripensare il Concilio Vaticano II di fronte alle attuali sfide culturali e storiche”. Il servizio di Ignazio Ingrao:

 

**********

La contestazione del ’68, la caduta del muro di Berlino nel 1989, la globalizzazione, gli attentati dell’11 settembre 2001 fino all’attuale dibattito tra cultura laica e cultura cattolica. Il cardinale Ruini ha riassunto così le sfide con le quali si è dovuto misurare il messaggio del Concilio Vaticano II fino ad oggi. Attualmente, ha osservato il presidente della CEI, “il trauma provocato da un terrorismo che si richiama ad un’altra religione ha stimolato, se non altro per reazione, un risveglio religioso identitario delle nazioni di matrice cristiana, tra cui l’Italia, sia a livello di popolo sia in una parte significativa della cultura laica”.

 

Questo risveglio dell’identità cristiana, ha osservato il porporato, è un bene se contribuisce a superare la fase del laicismo e del secolarismo e far sì che la fede cristiana “possa alimentare, in un’ottica non confessionale, una visione della vita e alcuni fondamentali valori etici che forniscono la base dell’identità delle nostre nazioni”. Tuttavia il cardinale ha tenuto a chiarire due aspetti: “In primo luogo bisogna essere consapevoli che il contributo della nostra fede alla vita e all’autocoscienza dei popoli” non può andare nella direzione di una “rivendicazione chiusa e conflittuale della propria identità”, ma deve essere volto a “conservare e valorizzare questa identità promuovendo per quanto possibile la comprensione reciproca e la pace, la riconciliazione e la collaborazione anche con popoli di matrici religiose e culturali diverse”. In secondo luogo è “essenziale rendersi conto che la fede cristiana” non può essere ridotta “a un’eredità culturale del passato”, ma va “creduta e vissuta dalle persone concrete, nella sua verità e autenticità” al riparo dalle strumentalizzazioni.

 

Alla luce di queste considerazioni il presidente della CEI ha ribadito che la questione antropologica deve essere messa al centro della riflessione della Chiesa seguendo l’insegnamento del Concilio Vaticano II.

**********

 

SI CELEBRA OGGI LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE PERSONE DISABILI

- Intervista con Salvatore Nocera -

 

“Nessuna società può pretendere di fondarsi sulla giustizia e l’uguaglianza se le persone portatrici di disabilità non hanno, a pieno titolo, voce in capitolo nelle decisioni che li riguardano”. Così, il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, nell’odierna Giornata internazionale delle persone disabili, dedicata alla partecipazione dei diversamente abili alla vita sociale e alle attività di sviluppo. Il 2003 è stato l’Anno europeo delle persone con disabilità, che nel mondo raggiungono i 500 milioni di individui. In questi mesi è cambiato qualcosa nel loro cammino di integrazione nella società? Roberta Moretti lo ha chiesto al dott. Salvatore Nocera, vice presidente della Federazione italiana per il superamento dell’handicap:

 

**********

R. – In Italia, l’Anno europeo ci ha dato poco o nulla. Abbiamo avuto degli arretramenti in materia di inserimento lavorativo, di riduzione di fondi per le politiche sociali. A livello europeo, invece, l’Unione Europea sta portando avanti delle politiche per la lotta contro le discriminazioni e per le pari opportunità in materia di garanzia dei diritti delle persone con disabilità. Per esempio, in Europa c’è molta più attenzione all’eliminazione delle barriere architettoniche: in Italia, abbiamo circa il 70 per cento delle scuole ancora non accessibili dai disabili. Per quanto riguarda, invece, l’attenzione alle famiglie con disabilità, ci sono state delle novità anche da parte di questo governo, nel senso che sono stati consentiti due anni di congedo retribuito per i genitori lavoratori di persone con disabilità.

 

D. – Quanto conta l’istruzione per dare una nuova immagine sociale alle persone disabili?

 

R. – L’istruzione, nella forma che si è attuata in Italia a partire dalla fine degli anni Sessanta, dell’integrazione nelle scuole comuni ha contribuito enormemente a cambiare la mentalità non solo delle persone con disabilità, ma anche della società, perché i compagni hanno incominciato a convivere con loro, poi se li sono ritrovati come compagni di lavoro e nella vita quotidiana.

 

D. – Qual è oggi il peso politico dei disabili?

 

R. – E’ notevole perché tutti i partiti cercano di accattivarsi le famiglie, perché sono voti; perché la persona con disabilità intorno a sé ha tutto un mondo di operatori, di amici, di volontari; pesa di meno la presenza di persone con disabilità in Parlamento, sia in quello nostro che in quello europeo ... Io credo che quello che conta di più è convincere le persone non disabili a sostenere i diritti delle persone con disabilità, a farli lievitare in Parlamento per far conoscere quello che normalmente si tendeva fino a qualche decennio fa a tener nascosto nel segreto degli istituti speciali ...

**********

 

 

SUI LUOGHI DEL CRISTIANESIMO PRIMITIVO

UN NUOVO IMPEGNO PER LA PIENA UNITA’ DEI CRISTIANI

CONCLUSA AD ISTANBUL LA 23.MA CONFERENZA ECUMENICA

DEI VESCOVI AMICI DEL MOVIMENTO DEI FOCOLARI

- Con noi il Metropolita ortodosso rumeno Serafim Joanta -

 

Un nuovo impulso al cammino verso la piena unità dei cristiani ha avuto il via da Istanbul, l’antica Costantinopoli, da una terra ricca di storia, dove è fiorito il cristianesimo primitivo, indiviso. E’ qui che si è svolto il convegno annuale dei vescovi di varie Chiese amici del Movimento dei Focolari a cui hanno partecipato oltre 40 vescovi provenienti da 18 Paesi dal Medio Oriente all’Australia, Stati Uniti, Europa dell’Est e Ovest, ortodossi, siro-ortodossi, armeno-apostolici, anglicani, evangelico- luterani e cattolici di vari riti. Una settimana ricca di incontri: con il Patriarca ecumenico Bartolomeo I, il Patriarca armeno apostolico Mesrob II e il vicario patriarcale siro ortodosso Filuksinos Jusuf Cetin,che li hanno accolti nelle loro comunità e con il card. Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. Il Servizio di Carla Cotignoli:

 

*********

NOUS AVONS FAIT CES JOURS CI…

“In questi giorni abbiamo vissuto un’esperienza estremamente ricca che ci ha rinnovato spiritualmente”.

 

E’ questa la testimonianza del Metropolita ortodosso rumeno Serafim Joanta. Un momento culmine: la visita a Nicea, dove si sono celebrati due tra i primi Concili.

 

A NICEA NOUS AVONS VEÇU…

A Nicea abbiamo vissuto un momento molto forte: è un luogo che testimonia la Chiesa indivisa. Abbiamo pregato nella Chiesa di s. Irene. Insieme abbiamo firmato un patto di amore reciproco. Essendo i vescovi a capo di una Chiesa locale, abbiamo impegnato anche le nostre comunità. E’ stato un segno molto forte, una speranza per l’avvenire.

 

I vescovi sono stati testimoni anche dello storico ritorno delle reliquie degli antichi Patriarchi di Costantinopoli, san Giovanni Crisostomo e Gregorio di Nazianzo. Hanno partecipato alla festa di Sant’Andrea. Il Patriarca Bartolomeo I aveva parlato del primato dell’unità spirituale che siamo chiamati a vivere in Cristo, sul modello della Trinità.  E’ questa l’esperienza più profonda vissuta dai vescovi delle diverse Chiese. La parola ancora al metropolita:

        

JE PENSE QUE..

“Penso che quanto abbiamo vissuto qui a Costantinopoli, nello spirito dell’unità dei Focolari, con Gesù in mezzo a noi è una speranza, è un seme dell’unità che esiste già tra le diverse Chiese, tra vescovi uniti dall’amore della Trinità”.

 

La presenza di Cristo fra coloro che “sono uniti nel suo nome” è stata infatti non solo il tema del Convegno, ma l’esperienza che ne ha scandito lo svolgimento. Tre interventi preparati da Chiara Lubich hanno illustrato i fondamenti di questa via ecumenica che nasce dalla spiritualità di comunione dei Focolari, il cosiddetto, “dialogo della vita” o “dialogo di popolo”, la cui importanza è stata sottolineata dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, in un momento di incontro con i vescovi.  Vari membri del Movimento, di diverse Chiese, poi, hanno raccontato come, nelle varie parti del mondo, stanno operando per incrementare la comunione nelle loro Chiese e fra le diverse Comunità cristiane. Il metropolita Serafin Joanta:

 

NOUS AVONS ICI …

“Abbiamo avuto qui Costantinopoli una testimonianza molto forte di un prete cattolico e di una signora ortodossa che si sono impegnati a incontrare regolarmente i sacerdoti ortodossi, cattolici, riformati e luterani. Questi incontri hanno cambiato lo spirito di questa città. Sì, il Movimento dei Focolari ha un grande rispetto per ogni confessione e non fa mai proseliti, al contrario ogni sacerdote, ogni cristiano, ritrova le proprie radici nella propria Chiesa, ognuno approfondisce la propria tradizione. E’ qualcosa che può cambiare la situazione”.

**********

 

GRANDE CELEBRAZIONE OGGI A GOA, IN INDIA,

 PER LA MEMORIA DI SAN FRANCESCO SAVERIO:

DA OGGI L’ESPOSIZIONE DELLE RELIQUIE DEL SANTO

 

Una folla imponente ha partecipato a Goa, in India, alle celebrazioni in onore di San Francesco Saverio, di cui ricorre oggi la memoria liturgica. Per l’occasione nella Basilica del Buon Gesù sono state esposte le reliquie del Santo, che resteranno visibili fino al 2 gennaio prossimo. Goa, sulla costa occidentale dell'India, è la città dove nel 1542 approdò Francesco Saverio, dando inizio alla sua missione in Estremo Oriente. Sulla figura di questo Santo, proclamato patrono delle missioni, il servizio di Sergio Centofanti:

 

**********

Nato nel 1506 in Spagna, compagno di studi di Sant’Ignazio di Loyola a Parigi e, con lui, uno dei fondatori della Compagnia di Gesù, san Francesco Saverio partì missionario nel 1541 verso l’India e il Giappone: era il primo sacerdote europeo a raggiungere quelle antiche civiltà.  Nel corso della sua intensissima predicazione, percorse l’India, la Malacca, le Molucche, altre isole del Pacifico e il Giappone. Sapeva adattare il messaggio evangelico alle culture locali e pare abbia battezzato oltre trentamila persone. E’ morto a soli 46 anni nell’isola di San Chao, stremato dalle fatiche, mentre si preparava ad evangelizzare la Cina. In una lettera scritta a sant’Ignazio di Loyola descrive la sua attività missionaria tra gli indigeni cristiani nelle zone più povere dell’India.

 

Qui – dice - “non c'è nessuno che celebri le sacre funzioni, nessuno che insegni” a pregare. “Da quando … sono arrivato qui non mi sono fermato un istante; percorro con assiduità i villaggi, amministro il battesimo ai bambini che non l'hanno ancora ricevuto. ..I ragazzi poi non mi lasciano né dire l'Ufficio divino, né prendere cibo, né riposare fino a che non ho loro insegnato qualche preghiera; allora ho cominciato a capire che a loro appartiene il regno dei cieli”.

 

“Moltissimi, in questi luoghi - scrive san Francesco Saverio - non si fanno ora cristiani solamente perché manca chi li faccia cristiani. Molto spesso mi viene in mente di percorrere le Università d'Europa… e di mettermi a gridare qua e là come un pazzo e scuotere coloro che hanno più scienza che carità con queste parole: Ahimè, quale gran numero di anime, per colpa vostra, viene escluso dal cielo”. “Oh! se costoro, come si occupano di lettere, così si dessero pensiero anche di questo, onde poter rendere conto a Dio della scienza e dei talenti ricevuti!”

 

San Francesco Saverio invita i credenti ad ascoltare quanto il Signore dice al proprio cuore per mettersi totalmente a disposizione della volontà di Dio. Così facendo – afferma – in molti “griderebbero certo dal profondo del loro cuore: Signore, eccomi; che cosa vuoi che io faccia? Mandami dove vuoi, magari anche in India”.

**********

CHIESA E SOCIETA’

3 dicembre 2004

 

 

 

NUOVO TIFONE SULLE FILIPPINE. OLTRE 100 I MORTI PER LE INONDAZIONI.

 INTANTO PARTONO GLI AIUTI INTERNAZIONALI

- A cura di Stefano Cavallo -

 

MANILA. = È di oltre 1000 vittime, tra morti e dispersi, il bilancio delle inondazioni nell’arcipelago delle Filippine, dove dopo il passaggio del tifone Winnie si è abbattuta un’altra tempesta ribattezzata Nanmadol, ultima di una serie di quattro. L'arrivo dell’ultimo tifone aveva costretto a sospendere le già difficili operazioni di aiuto alle migliaia di persone rimaste senza tetto, ma ora le squadre di soccorso sono tornate al lavoro. Il presidente, Gloria Arroyo Macapagal, visitando oggi alcune delle aree più colpite ha denunciato la deforestazione selvaggia come una delle principali cause di allagamenti e smottamenti. Sotto accusa il disboscamento del Paese, dove rispetto al 1920 la copertura arborea è scesa al 18%. Sospesa intanto la navigazione dei traghetti tra Manila e la penisola di Bicol, dove migliaia di passeggeri sono rimasti bloccati; chiuse le scuole nella capitale e nelle province circostanti, maggiormente colpite. Ora si fronteggia il rischio delle epidemie a causa dei corpi rimasti insepolti; l'acqua e il fango che avevano ricoperto vaste porzioni di terreno si sono ritirati, ma a Luzon - la maggiore isola dell’arcipelago - migliaia di persone rimangono tagliate fuori dagli aiuti a causa del maltempo. Nei momenti di maggiore forza il tifone ha raggiunto i 185 km orari. Dopo la richiesta di assistenza da parte del governo filippino, Germania, Stati Uniti, Australia, Spagna e Giappone hanno deciso di inviare aiuti umanitari. Nanmadol ha ora lasciato le Filippine e punta con minor veenmenza su Taiwan, dove le autorità hanno comunque invitato la popolazione a osservare rigide norme di sicurezza. (S.C.)

 

 

OGGI IN KENYA I FUNERALI DEL MISSIONARIO IRLANDESE JOHN HANNON,

UCCISO LO SCORSO 25 NOVEMBRE

 

NAIROBI. = “È successo ancora una volta: è stato ucciso un altro innocente, un amante della pace e un servo di Dio”: così si è espresso oggi il presidente della Conferenza episcopale keniota, Cornelius Arap Korir, in merito all’uccisione di padre John Hannon, il cui corpo è stato ritrovato lo scorso 25 novembre nei locali della parrocchia di San Barnaba a Matasia (diocesi di Ngong). “è accaduto all’interno dell’area sacra della chiesa – continua mons. Korir – da parte di persone che lo conoscevano, alle quali padre Hannon aveva dato lavoro”. Padre John Francis Hannon, irlandese, della Società delle Missioni Africane (SMA), che si trova a una ventina di chilometri da Nairobi. Questo episodio “sembra più un sacrificio che un ‘normale’ omicidio”, commenta il presidente dei vescovi del Kenya, aggiungendo: “ci sono casi irrisolti di omicidio che ancora ci angosciano”, come padre John Anthony Kaiser, della Società Missionaria di San Giuseppe di Mill Hill, trovato morto nell’agosto 2000 nei pressi del lago Naivasha (Kenya) in circostanze ancora da chiarire; fratel Larry Timmons, ucciso a Nakuru o padre John Andeni, assassinato a Maralal; oppure il diplomatico dello Zambia nel quartiere di Korogocho, a Nairobi, recentemente ucciso. “Sta diventando sistematico che in Kenya le persone vengano uccise: che cosa sta accadendo alla sicurezza interna del Paese? C’è bisogno di un numero maggiore di poliziotti e meglio equipaggiati” afferma il presidente della Conferenza episcopale. Oggi, intanto, si svolgono i funerali di padre Hannon nella chiesa di San Barnaba a Matasia, proprio nel luogo dove è stato ucciso; la cerimonia è presieduta dal nunzio apostolico in Kenya, monsignor Giovanni Tonucci, alla presenza di molti vescovi del Paese africano. (S.C.)

 

 

I MINISTRI DELLA SANITÀ DI 50 PAESI TEATRO DI GUERRE SI INCONTRANO IN CAMPIDOGLIO CON I RAPPRESENTANTI DELLE MAGGIORI ISTITUZIONI INTERNAZIONALI: UN PIANO D’AZIONE INTERNAZIONALE PER CURARE LE “FERITE INVISIBILI” DEI TRAUMI POSTGUERRA

- A cura di Jean-Baptiste Sourou -

 

ROMA. = Il primo obiettivo è coniugare gli sforzi dei Governi e delle organizzazioni internazionali, ONG e Chiese nella cura dei traumi inevitabili alle popolazioni nelle zone di guerra. Chiamate “ferite invisibili”, colpiscono più di un miliardo di persone nel mondo. Sono però frequentemente trascurate nella fase di ricostruzione post-guerra: al termine dei conflitti, infatti, quando si prospetta un nuovo futuro, più facilmente si è portati a pensare per il Paese distrutto una nuova organizzazione politica e infrastrutture economiche, mentre i disturbi psico-traumatici, più nocivi, vengono dimenticati. Per gli organizzatori del Congresso, è importante non solo richiamare l’attenzione sulla tutela della salute mentale delle vittime, soprattutto donne e bambini, ma coordinare anche gli sforzi. Urge farlo perché, come ha detto mons. Luigi Moretti, vicegerente di Roma, “queste ferite invisibili rendono sempre più presente il passato della guerra e chiudono nelle popolazioni ogni speranza per un futuro prospero di riconciliazione e di sviluppo”. La Caritas della diocesi di Roma darà un esempio nella cura di questi traumi, con la prossima apertura di un centro internazionale specializzato in materia: lo ha affermato questa mattina don Guerino Di Tora, direttore della Caritas romana.

 

 

SCAGIONATO PER MANCANZA DI PROVE PADRE MATTEW OJARA.

L’ARCIVESCOVO DI GULU: LA SUA CARCERAZIONE, “UNA DISPOSIZIONE

NON CONFORME CON LA COSTITUZIONE UGANDESE”

 

KAMPALA. = È stato dichiarato innocente e scagionato per mancanza di prove: padre Matthew Ojara, il vicario episcopale di Kitgum, nell’nord dell’Uganda, era stato arrestato ai primi di novembre per presunte collusioni con i ribelli del sedicente Esercito di resistenza del signore (LRA), il gruppo armato che da 18 anni insanguina i distretti del nord Uganda. Fermato al termine di un'operazione congiunta di esercito e polizia, Padre Ojara era rimasto in carcere per tre giorni, ed in seguito ha ottenuto gli arresti domiciliari. “Ringrazio Dio per aver guidato lo Stato a vedere le falsità dirette a un sacerdote e a dichiararlo una persona innocente, come è sempre stato”, ha detto monsignor John Baptiste Odama, arcivescovo di Gulu - dove padre Ojara è stato detenuto - commentando così l’assoluzione per mancanza di prove di padre Ojara. Secondo l’arcivescovo di Gulu il periodo di custodia da parte della polizia “è stato contro le disposizioni dell’articolo 23 della Costituzione dell’Uganda”, che permette la detenzione di un sospettato fino alle 48 ore dal momento del suo arresto. Le autorità ugandesi, soprattutto quelle militari, contestavano a Padre Ojara presunti contatti coi ribelli dell’ LRA. Tra le accuse vi era anche una presunta telefonata con uno dei ribelli, in cui il sacerdote avrebbe sconsigliato all’LRA di avviare colloqui di pace con le autorità. Una circostanza smentita dalla scarcerazione del vicario episcopale, ma anche dalle recenti notizie dell’avvio di una trattativa tra emissari del governo e i ribelli. (S.C.)

 

 

CONCLUSA L’ASSEMBLEA PLENARIA DELLA CONFERENZA EPISCOPALE SVIZZERA

 

VIèGE. = Si è conclusa mercoledì a Viège la 266.ma assemblea plenaria della Conferenza episcopale svizzera (CES), iniziata il 29 novembre. In primo piano nei lavori sono state le iniziative per la celebrazione dell’Anno Eucaristia nella Confederazione. I vescovi hanno convenuto sul fatto che esso sarà, anche per i fedeli svizzeri, una grande opportunità per riscoprire la ricchezza e il significato profondo del mistero eucaristico e per vivere pienamente la domenica quale Giorno del Signore. Essi hanno altresì espresso l’auspicio che possa essere un’occasione per rilanciare le vocazioni nel Paese, rilevando la felice coincidenza dell’Anno Eucaristico con l’“Anno delle vocazioni sacerdotali” indetto dalla CES per il 2005. Durante la riunione è stato poi visionato il bilancio definitivo dell’Incontro nazionale dei giovani a Berna e della visita del Santo Padre, lo scorso 5 e 6 giugno. I presuli hanno deciso di coprire l’ammanco di 688mila franchi svizzeri con donazioni ed eventuali ulteriori collette. L’Assemblea ha inoltre nominato mons. Amédée Grab quale delegato per la firma, il prossimo 23 gennaio a St-Ursanne, della “Charta Oecumenica”, il documento sottoscritto nel 2001 a Strasburgo dalla Conferenza delle Chiese Europee e dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa con l’obiettivo di indicare le linee guida per il futuro del cammino verso l’unità delle Chiese cristiane nel Continente. Tra gli altri punti all’ordine del giorno sono stati, infine, diverse nomine e l’approvazione del piano di lavoro della Commissione per la pianificazione pastorale per il triennio 2005-2007. Nel corso della riunione i vescovi hanno inoltre ricevuto il nuovo Nunzio apostolico in Svizzera, mons. Francesco Canalini, succeduto in queste settimane a mons. Pier Giacomo De Nicolò, e il cardinale Georges-Marie Martin Cottier, teologo della Casa Pontificia, per festeggiare la sua elevazione alla porpora cardinalizia al Concistoro del 21 ottobre 2003.(L.Z.)

 

             

=======ooo========

 

 

24 ORE NEL MONDO

3 dicembre 2004

 

- A cura di Amedeo Lomonaco e Rita Anaclerio -

 

 

In Iraq un attentato e un attacco hanno riacceso la violenza a Baghdad provocando la morte di almeno 30 persone. Le due azioni sono state rivendicate da un gruppo estremista legato al giordano Al Zarqawi. Violenze anche a Mossul dove 6 iracheni sono morti in due distinti agguati condotti dalla guerriglia. Il Parlamento ucraino ha approvato, intanto, una risoluzione che chiede il ritiro delle truppe inviate da Kiev in Iraq. Sulla situazione del Paese arabo, dove stamani è arrivato il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer per incontrare i componenti della missione di addestramento dell’Alleanza Atlantica, il nostro servizio:

 

**********

Dopo alcuni giorni di relativa calma, il dramma della violenza ha nuovamente colpito il Paese arabo: Baghdad è stata teatro di una forte esplosione, avvenuta davanti ad una moschea sciita nell’area di Adhamiya. La deflagrazione ha provocato la morte di almeno 14 persone. Nel quartiere, a prevalenza sunnita e devastato negli ultimi tempi da una serie di attacchi della guerriglia, si teme ora che questo episodio di violenza possa acuire le tensioni. E sempre nella capitale, 16 agenti sono rimasti uccisi in seguito ad un agguato condotto da un gruppo di insorti contro un commissariato di polizia. Testimoni hanno raccontato che l’edificio è stato attaccato e circondato da cecchini appostati sui tetti delle case. Le due stragi sono state rivendicate con un comunicato pubblicato su internet da un gruppo del terrorista giordano Al Zarqawi. Il Paese è stato scosso, intanto, da un altro attacco: con l’approssimarsi delle elezioni, previste il prossimo 30 gennaio, si intensificano infatti gli agguati contro i centri elettorali: una bomba è stata lanciata stamani contro un ufficio di Bassora, nel sud dell’Iraq, senza provocare vittime. Si devono rimarcare infine due importanti operazioni antiterrorismo: tre iracheni sospettati di aver pianificato un attentato per uccidere il primo ministro Iyad Allawi, che attualmente si trova in visita a Berlino, sono stati arrestati dalla polizia tedesca. I servizi di sicurezza russi hanno annunciato, inoltre, “l’eliminazione” del “vicecapo di Al Qaeda nel Caucaso del nord”, il siriano Marvan ucciso in un raid lo scorso 25 novembre in Inguscezia.

**********

 

In Ucraina i giudici della Corte Suprema si sono riuniti in camera di consiglio dove sono chiamati a decidere se convalidare o invalidare il contestato risultato uscito dal ballottaggio presidenziale dello scorso 21 novembre. A Kiev si dà per scontato che l’esito della consultazione sarà dichiarato nullo. Dopo il verdetto, il parlamento ucraino – la Rada – incomincerà ad esaminare alcune proposte di riforma politica con l’obiettivo di porre il governo sotto il controllo diretto dei legislatori.

 

Il ministro degli Esteri italiano, Gianfranco Fini, ha ribadito in un intervento alla Camera “un sostanziale consenso” per l’eventuale adesione della Turchia alla UE alla data del primo gennaio del 2014. Il governo di Ankara ha fatto registrare risultati incoraggianti – ha detto Fini - ma la questione di Cipro continua a gravare come un’incognita anche sulle prospettive del  prossimo Consiglio europeo del 17 dicembre. Tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione si sono dichiarate favorevoli alle parole di Fini, ad eccezione della Lega.

 

Sono passati venti anni dal disastro ambientale avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984 nella cittadina indiana di Bhopal e causato dalla fuoriuscita di una miscela di gas letali dall’impianto chimico della società americana ‘Union Carbide’. La tragedia è stata provocata dalle scarse condizioni dell’impianto e anche dalla decisione presa dai suoi dirigenti di tenere spento il sistema di condizionamento con l’obiettivo di risparmiare 45 dollari al giorno. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:

 

**********

A mezzanotte e cinque del 3 dicembre 1984, una nube di gas fuoriuscita dalla fabbrica di pesticidi dell’americana Union Carbide, uccide sul colpo oltre 3.000 abitanti di una bidonville; altri 20 mila morirono negli anni che seguirono la tragedia, mezzo milione ne soffre oggi le conseguenze sulla loro pelle, negli occhi, nei polmoni e al loro apparato riproduttivo. Oggi, dopo 20 anni, la fabbrica della morte è ancora là. Nessuno ha bonificato il sito. Acqua e suolo sono contaminati ed è nata una seconda generazione di vittime di Bhopal. Come prova di buona volontà, un rappresentante del governo del Madia Pradesh, di cui Bhopal è il capoluogo, ha annunciato ieri di avviare le procedure per la bonifica del suolo che toccherebbe – secondo gli attivisti – alla Union Carbide. Della vertenza se ne sta occupando un tribunale americano, che dovrebbe pronunciarsi nei prossimi giorni. Ancora aperto è anche il capitolo giudiziario contro i responsabili della tragedia: Warren Anderson, ora 80.enne, all’epoca presidente della Union Carbide, è un latitante per la giustizia indiana. Una richiesta di estradizione è stata respinta dagli Stati Uniti nel luglio scorso.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

**********

 

L’esecutivo indiano sostiene la candidatura della Russia all’Organiz-zazione mondiale del commercio e il governo di Mosca approva l’assegnazione all’India di un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza dell’Onu. E’ quanto emerso a Nuova Delhi durante una conferenza stampa congiunta tra il primo ministro indiano Singh ed il presidente russo Putin.

 

L’amministrazione americana ha chiesto ancora una volta il rilascio immediato del premio Nobel per la Pace e leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, affinché possa partecipare liberamente al processo di riconciliazione e democratizzazione in Myanmar, la ex Birmania. Lo ha ribadito ieri a Washington il portavoce del presidente Bush, Scott McClellan, secondo il quale la scarcerazione deve avvenire “immediatamente e senza condizioni”.

 

Momento storico ieri per il Burundi. Ha preso il via, infatti, a Muranvya, alla presenza del presidente, Domitien Ndayizeye, la smobilitazione dei soldati e degli ex-ribelli burundesi. Il Paese africano cerca faticosamente di rialzarsi dopo oltre 11 anni di guerra civile, costati la vita a circa 300.000 persone.

 

 

 

=======ooo=======