RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 63 - Testo della
Trasmissione martedì 4 marzo 2003
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E
SOCIETA’:
Nelle
Filippine l’arcivescovo Oscar Cruz ha lanciato una campagna contro il gioco
d’azzardo.
Continuano i preparativi americani per l’attacco
all’Iraq; dopo il rifiuto turco, l’Albania concede l’uso delle sue basi alla
Nato.
Filippine: attentati dinamitardi nell’isola di
Mindanao; morti e feriti.
Alta tensione anche tra Stati Uniti e Corea del
Nord. Gli aerei di Pyongyang intercettano un velivolo spia americano.
4 marzo 2003
UNA NUOVA EVANGELIZZAZIONE PER FAR
FRONTE ALLE SFIDE DELLA MODERNITA’:
COSI’, GIOVANNI PAOLO II NEL DISCORSO AI VESCOVI DELLA SCOZIA,
RICEVUTI
STAMANI AL TERMINE DELLA VISITA AD LIMINA
- Servizio di Alessandro Gisotti -
Di fronte alla civiltà moderna, che tende ad “escludere
Dio”, è necessaria “una nuova evangelizzazione” che annunci “la civiltà
dell’amore”. E’ questa la riflessione offerta stamani da Giovanni Paolo II ai
vescovi della Scozia, ricevuti in Vaticano al termine della visita ad Limina.
Il Pontefice ha constatato come oggi non esista più una “società cristiana”,
che consideri il Vangelo “esplicito riferimento della vita e dei valori”. Di
qui, l’urgenza di un’evangelizzazione sorretta da quella speranza, che per i
cristiani risiede nella “proclamazione della verità liberatrice di Cristo”. Il
servizio di Alessandro Gisotti:
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La “santità è un dono che, a sua volta, diviene un
dovere”. Così, il Papa ha sottolineato come il concetto di santità “non debba
essere considerato qualcosa di straordinario”, giacché Dio chiama il suo popolo
a “vivere in modo santo in ogni circostanza della vita quotidiana”. In tale
contesto, ha affermato, i vescovi nella loro funzione di “pastori di anime” non
devono mai scoraggiarsi nello sforzo di “guidare l’intera comunità cristiana
lungo il sentiero della santità”. La formazione dei fedeli è, allora, uno dei
primi impegni pastorali. Non solo, l’impegno di sacerdoti, religiosi e i laici
nelle parrocchie e nelle scuole rappresenta “un contributo inestimabile per
raggiungere quella santità a cui tutti i fedeli sono chiamati”.
Il Pontefice si è poi soffermato sull’evangelizzazione
della cultura. “La comunicazione di valori – ha rilevato – è ciò che permette
alle culture di sopravvivere e fiorire”. I cristiani sono, perciò, chiamati a
“portare la verità immutabile di Dio in ogni cultura”. Rimuovere l’Assoluto dal
contesto culturale, ha avvertito il Papa, porta ad una “pericolosa
frammentazione della realtà e l’insorgere di crisi, poiché la cultura non è più
in grado di fornire alle giovani generazioni” la saggezza a cui aspira. Quando
“alla luce della verità non è permesso di splendere”, ha proseguito, “si
moltiplicano facilmente gli errori e le illusioni che, spesso, dominano le
decisioni politiche”. Un nuovo settarismo può emergere, sommando “ulteriori
elementi di divisione all’interno della società”. D’altro canto, nelle società
dove le religioni sono relegate alla sfera privata, è ancora più importante che
il “messaggio cristiano sia chiaramente compreso per ciò che è: la Buona
Novella della verità e dell’amore che rende le donne e gli uomini liberi”. I
cristiani, ha aggiunto, devono essere uniti in un “vero spirito di cooperazione
ecumenica”.
Assieme ai credenti di altre religioni, le comunità cattoliche
devono lavorare per “il progresso della società e la pacifica coesistenza dei
popoli e delle culture”. Il dialogo interreligioso diviene, infatti, un
“significativo veicolo al servizio della famiglia umana”. Uno degli obiettivi
fondamentali della nuova evangelizzazione, ha detto ancora, è l’attenzione che
va rivolta ai giovani, affinché rispondano all’umana aspirazione di una civiltà
dell’amore nel segno della “vera libertà e della pace autentica”. Specie in un
frangente in cui i giovani, ha affermato, sono “assediati dal relativismo
morale e dall’indifferentismo religioso”. La perdita del “significato
trascendente dell’esistenza umana”, ha affermato, “porta al fallimento nella
vita morale e sociale”. Di qui, l’esortazione di Giovanni Paolo II ai presuli,
affinché assolvano al proprio compito di mostrare, agli uomini di oggi, la
straordinarietà del Vangelo.
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L’OPERA SEMPRE PIU’ INTENSA DELLA SANTA SEDE,
PER
SCONGIURARE IL PERICOLO DI GUERRA:
CON
NOI, IL CARDINALE ACHILLE SILVESTRINI
- A cura
di Paolo Salvo -
Mentre
l’inviato del Papa, cardinale Pio Laghi, volava alla volta di Washington per
cercare di allontanare lo spettro della guerra, si è registrato ieri un altro
passo nell’ambito dell’intensa attività diplomatica della Santa Sede di fronte
alla crisi irachena. Il sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, mons.
Pietro Parolin, ha infatti ricevuto in Vaticano ieri mattina, come si è appreso
nel pomeriggio, il suo omologo Aleksej Meskov, sottosegretario del ministero
degli Esteri della Federazione Russa. Come ha spiegato il direttore della Sala
Stampa vaticana, Joaquìn Navarro Valls, il sottosegretario Meskov “ha voluto
informare la Santa Sede della posizione del governo russo sulla situazione
internazionale dell’ora presente”. Il portavoce vaticano ha aggiunto che “nel
corso del colloquio, si sono potute verificare delle convergenze con la
posizione della Santa Sede”.
Da Washington si apprende intanto che la signora
Condoleeza Rice, consigliere per la Sicurezza nazionale, ha incontrato ieri
vari esponenti cattolici statunitensi, tra cui quattro cardinali: Theodore
McCarrick di Washington, Edward Egan di New York, Anthony Bevilacqua di
Philadelphia e William Keeler di Baltimora. Secondo le fonti di stampa,
l’incontro sarebbe avvenuto in preparazione al colloquio che il cardinale Pio
Laghi conta di avere con il presidente George Bush domani, Mercoledì delle
Ceneri, giorno che il Papa ha voluto dedicare alla preghiera e al digiuno per
la pace. Sull’iniziativa di Giovanni Paolo II si moltiplicano le adesioni in
tutto il mondo, mentre ci si chiede d’altro canto se vi sia mai stata
un’attività diplomatica così intensa da parte di un Pontefice e se in
quest’opera di mediazione internazionale svolta dalla Santa Sede vi siano
elementi di novità. E’ quanto Fabio Colagrande ha chiesto al cardinale Achille
Silvestrini, che ha così riassunto la questione.
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R. – Se intensa vuol dire impegnata, allora il confronto
non va fatto con il numero di colloqui e di visite, ma con la fortezza del messaggio,
il vigore del messaggio. Per esempio, nell’agosto del ’39, come mostrano gli
Atti della Santa Sede e la Guerra, l’azione della Santa Sede – molto intensa –
culminò nel famoso messaggio radiofonico di Pio XII: “Nulla è perduto con la
pace, tutto è perduto con la guerra!”. Così pure la crisi di Cuba: risultò
esternamente solo un messaggio, ma i contatti con le due parti furono
intensissimi per due o tre giorni. Quindi, è più che altro l’intensità. Qual è
la novità storica? Io direi che c’è un elemento di novità in questa
sottolineatura, insistenza riguardo al principio sulla guerra. Non è
accettabile una guerra preventiva e anche la tesi di una possibile ‘guerra
giusta’ è dissolta dalla situazione odierna delle armi di distruzione di massa
che rendono impraticabile questa ipotesi. Naturalmente, bisogna dire anche
questo, ripeterlo. Ciò non significa che il Papa, la Santa Sede non considerino
la gravità e la serietà della situazione degli armamenti e dell’Iraq, che ci
sono: sono un elemento grave! Quello che si vuole è arrivare ad un disarmo
attraverso iniziative di diritto internazionale, che non siano la guerra.
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OGNI ATTENTATO ALLA VITA
DELL’UOMO E’ UN ATTO SACRILEGO
FORTE
CONDANNA DI OGNI FORMA DI VIOLENZA DA PARTE EBRAICA
E
CATTOLICA NEL COMUNICATO CONGIUNTO AL TERMINE DEL PRIMO INCONTRO
DELLA
COMMISSIONE MISTA TRA SANTA SEDE E GRAN RABBINATO DI ISRAELE.
AMPIA
CONVERGENZA ANCHE SUI TEMI DELLA FAMIGLIA
“Ogni attentato alla vita
dell’uomo è un atto sacrilego”. Forti e chiare sono, da parte ebraica e
cattolica, le condanne di ogni forma di violenza, e dei ‘modelli alternativi’
di unione di coppia e di famiglia. Santità della vita e valori della famiglia sono
stati infatti i due temi al centro del
primo incontro della commissione
mista per il dialogo cattolico-ebraico composto dalla Commissione della
Santa Sede per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo e del Gran Rabbinato
d’Israele. Ampia la convergenza su molti punti delle due tematiche. Si aprono
prospettive future di
collaborazione. E’ quanto informa un
comunicato congiunto sull’incontro di dialogo tenutosi a Grottaferrata dal 23
al 27 febbraio, svolto - si legge - in “un’atmosfera di amicizia e di reciproca
fiducia”. Capo della delegazione ebraica è il rabbino Shar Yishuv Cohen ed il capo
della delegazione cristiana è il cardinale Jorge Mejia. Un incontro
preparatorio si era svolto a Gerusalemme nel giugno scorso. Servizio di Carla Cotignoli:
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“Ogni attentato alla vita
dell’uomo è contrario alla volontà di Dio, è un atto sacrilego” e “deve essere
rifiutato” - afferma senza mezzi termini il comunicato congiunto
ebraico-cattolico. “Dichiararsi terrorista in nome di Dio, fare violenza nel
suo nome è una profanazione della religione” e “nessun leader religioso può
giustificarlo in nessuna parte del mondo”. “Non dovremmo ammettere alcuna uccisione:
Dio ci ordina: tu non ucciderai”.
Affermazioni che accomunano
ebrei e cattolici, perché radicate nella visione biblica dell’uomo “creato a
immagine del Dio vivente, a Sua somiglianza”. E’ quanto si legge ancora nel documento congiunto che aggiunge: “Dio è
il Santo e il Creatore della vita umana”, perciò “ogni vita umana è santa,
sacrosanta e inviolabile”. Non solo:
“la santità di Dio fonda l’imperativo essenziale del comportamento umano:
‘siate santi, perché io, il Signore Dio vostro, sono Santo’”.
Di qui il comune impegno di
collaborazione tra istituzioni culturali ed educative cattoliche e ebraiche:
per “promuovere insieme i diritti umani, la solidarietà, la libera coscienza”;
“contro la tendenza attuale di violenza e di morte” e “l’abuso fanatico o
violento della religione”.
Vengono
poi affrontati i valori della famiglia. “Non possiamo essere d’accordo con
‘modelli alternativi’ di unione di coppia e di famiglia” - afferma il documento.
Proprio perché “l’istituzione della famiglia - si legge - procede dalla volontà
dell’Onnipotente che ha creato l’essere umano a immagine di Dio, ‘maschio e
femmina li creò’”. Il documento congiunto ribadisce “il grande valore” del
“matrimonio nella prospettiva religiosa”, perché “Dio ha benedetto questa
unione e l’ha santificata”. “L’unità familiare - si afferma - è il fondamento
dell’intera società”. E qui il documento chiama in causa la rivoluzione
tecnologica e nei mezzi di comunicazione. Hanno prodotto senza dubbio
cambiamenti positivi nella società - si riconosce - ma non si ignora
l’”influsso negativo” sui comportamenti sociali: “adulti e giovani sono esposti
ad aspetti distorti e pervertiti” come “la violenza e la pornografia”. Anche
qui l’impegno comune è sul fronte educativo che tocca sia le famiglie che le
scuole con un’educazione ai valori familiari, sulla base delle ricche
tradizioni religiose.
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SU INIZIATIVA DEL DICASTERO VATICANO
PER I MIGRANTI,
DA
DOMANI A VENERDI’ PROSSIMO IN LIBANO UN INCONTRO
SULLA
PASTORALE DEL TURISMO NELLA TORMENTATA AREA MEDIORIENTALE:
CON
NOI L’ARCIVESCOVO AGOSTINO MARCHETTO
-
Servizio di Giovanni Peduto -
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Si
tratta di un incontro programmato già da tempo sulla Pastorale del Turismo nei
Paesi del Medio Oriente e dell’Africa Settentrionale, che si svolgerà in Libano,
a pochi chilometri da Beyrout, a Fatqa-Kesrouan. Il Pontificio Consiglio della
Pastorale per i Migranti e gli Itineranti lo ha organizzato in collaborazione
con l’Assemblea dei patriarchi e dei vescovi cattolici in Libano. I
partecipanti sono una sessantina delle seguenti Nazioni, con alcuni
osservatori: Algeria, Cipro, Egitto, Francia, Giordania, Grecia, Italia,
Libano, Libia, Marocco, Monaco, Siria, Terra Santa, Tunisia e Turchia. Un così
ampio ventaglio di Paesi rivela già un grande interesse e l’impegno generoso in
prospettiva, pur nelle attuali circostanze. Con noi l’arcivescovo Agostino
Marchetto, segretario del Dicastero:
D. – Quali obiettivi si pone
questa riunione?
R. – Innanzitutto saranno
messe a confronto le iniziative intraprese nei vari Paesi nell’ambito della
Pastorale del Turismo, così da arricchirci gli uni gli altri delle esperienze
altrui e comprendere su quale base è possibile collaborare per futuri progetti.
Si tratta poi, notiamolo, di Nazioni le cui caratteristiche culturali e sociali
sono simili. Anche la situazione della Chiesa non si differenzia molto da un
Paese all’altro, per essere tutti nella casa dell’Islam, diciamo così. Di
positivo c’è, dal nostro punto di vista, un movimento turistico in espansione
con grandi prospettive, come indicano le statistiche e i progetti che i Governi
presentano periodicamente. Pensiamo semplicemente, leggendo i giornali di
questi giorni, al Marocco (con un piano di 80 mila posti letto in più) e alla
stessa Libia (con 20 mila).
D. – Dato che in queste
Nazioni la Chiesa si trova in situazione di pronunciata minoranza, come possono
impegnarsi le Chiese locali?
R. – Il loro compito
fondamentale è, e sarà, soprattutto quello di praticare l’accoglienza, il
nucleo centrale della pastorale del turismo. La sua espressione più profonda è
poi quella eucaristica. Si dovrà dunque offrire l’opportunità ai turisti non
solo di ammirare le bellezze paesaggistiche ed artistiche, ma di rendersi conto
dell’esistenza di una Chiesa locale, così che possano avvertire il desiderio di
conoscerla e poi di partecipare eventualmente, sia pure in maniera episodica,
alla sua vita comunitaria e alle sue celebrazioni. Spero non sembri utopistico,
ma sarebbe molto auspicabile che il turismo divenisse un’occasione per una
“visita ecclesiale”, un’opportunità per “convivere” con la Chiesa del luogo,
un’esperienza di “cattolicità”. A sua volta, la comunità locale dovrà
comprendere quali benefici può trarre dal turismo per il suo permanere e la sua
crescita. Allo stesso tempo essa dovrà studiare come proteggersi dai danni che
il turismo può infliggere alla sua identità culturale, sociale e finanche
religiosa.
D. – C’è già qualcosa di
concreto in atto?
R. – Vi sono certo diverse
iniziative, la cui diffusione viene affidata ad opuscoli informativi e
dépliants. E’ per esempio offerta la celebrazione dell’Eucaristia laddove si
riscontra maggiore affluenza turistica, e ciò avviene nei diversi idiomi dei
visitatori. Non si trascura di salvaguardare e proteggere i luoghi dove è
ancora possibile trascorrere alcuni giorni dedicati alla riflessione o dove si
riesce ad avere un contatto più diretto con la popolazione locale. Un servizio
importante che le Chiese locali possono offrire è dare l’opportunità di entrare
in contatto diretto e più facile con i musulmani, in Paesi dove l’Islam è
altresì cultura e vita civile e sociale. Ciò è importante anche perché la convivenza
religiosa e culturale con l’islam è una delle maggiori sfide poste ora alle
società europee.
D. – Verrà forse affrontato il
tema dei pellegrinaggi in Terra Santa?
R. – Il tema dei pellegrinaggi
e della visita ai santuari sarà naturalmente trattato, e quindi si parlerà
anche della Terra Santa – avremo infatti con noi altresì il patriarca Sabbah -
come pure dialogheremo sui pellegrinaggi agli altri luoghi cristiani di Egitto,
Turchia, Giordania, ecc. Penso che sarà un momento importante, questo, per
riflettere sul significato dei pellegrinaggi per le Chiese locali, anche per la
loro sopravvivenza. In questa linea, il nostro Convegno vuole essere un segno
di speranza e di solidarietà, proprio quando nuvole nerissime, foriere di
tempesta bellica, incombono sull’Iraq e quindi sull’intero Medio Oriente.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
La prima pagina è scandita,
significativamente e suggestivamente, da quattro parole-chiave: Preghiera,
Rosario, Digiuno, Pace.
Mercoledì delle Ceneri
dell'Anno del Rosario: la giornata di implorazione indetta da Giovanni Paolo
II.
Si sottolinea quanto segue: le
"armi" di Giovanni Paolo II non si contano, ma si pesano.
Una riflessione di Giorgio
Rumi.
Allegato al quotidiano, il
tascabile, offerto a tutti i lettori, con il testo della meditazione del Papa
all'Angelus del 23 febbraio ed alcuni articoli di commento.
Nelle vaticane, nel
discorso ai vescovi della Scozia, il Papa ha sottolineato che la formazione del
gregge ad una santità pratica e gioiosa deve essere una priorità pastorale.
Il Messaggio del Santo Padre in
occasione della "Campagna di Fraternità" in Brasile.
Due pagine comprendenti i
Messaggi dei vescovi per la Quaresima e le iniziative, promosse nelle diocesi,
in occasione della giornata di digiuno e di preghiera per la pace.
Una pagina sul tema: Chiesa e
storia nell'opera del cardinale Walter Kasper.
Nelle pagine estere, Iraq:
cresce l'attesa alle Nazioni Unite per il rapporto di Blix sul disarmo.
In Medio Oriente le violenze
ostacolano i tentativi di dialogo.
Corea del Nord: Pyongyang avvia
i preparativi per rimettere in funzione l'impianto per plutonio a Yongbyon.
Onu: un articolo di Mauro
Milita sulla conclusione, a Ginevra, dei lavori preparatori del Vertice
mondiale di fine anno.
Nella pagina culturale, un
articolo di Antonio Braga dal titolo "Il controverso genio del pianista
dalle dita di acciaio": a 50 anni dalla morte, è ancora aperto il dibattito
per una corretta valutazione dell'arte compositiva di Prokofiev.
Nell'"Osservatore
libri", un approfondito contributo di Danilo Veneruso dal titolo "La
ricerca di una via d'uscita dalla tragedia della guerra": "Diario del
'43. La principessa del Piemonte e la caduta del fascismo" di Guido
Gonella.
Nelle pagine italiane, in primo
piano il tema del terrorismo. In rilievo la questione dell'immigrazione.
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TEMPO DI QUARESIMA: DOMANI
MERCOLEDI DELLE CENERI
UNITI NEL DIGIUNO E NELLA PREGHIERA PER CHIEDERE LA PACE.
L’INVITO DEL PAPA RACCOGLIE ADESIONI IN TUTTO IL MONDO
- A cura di Roberta Gisotti -
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“Pace per il mondo, per l’Iraq e la Terra Santa”: lo
chiederemo tutti insieme domani Mercoledì delle Ceneri, giorno che Giovanni
Paolo II ci ha chiesto come cattolici, in apertura della Quaresima, di dedicare
al digiuno e alla preghiera per scongiurare le crescenti minacce di guerra. “La
pace infatti - ha detto il Papa – è dono di Dio da invocare con umile e
insistente fiducia. Senza arrendersi dinanzi alle difficoltà”. Per questo
“occorre ricercare e percorrere – ci ha spronato il Santo Padre - ogni strada
possibile per evitare la guerra, che sempre porta con sé lutti e gravi
conseguenze per tutti”.
E alla vigilia di questo importante appuntamento si allarga il fronte
delle adesioni, non solo nel mondo cattolico e cristiano, ma anche nell’ambito
di altre religioni, tra cui quella musulmana, oltre che in ambienti laici,
politici, sindacali dell’associazionismo, delle istituzioni dello Stato,
perfino di personalità non credenti. Non certo un’occasione per mettersi in
mostra, o da sfruttare in chiave politica o ideologica quanto piuttosto – come
ha sottolineato Giovanni Paolo II – una pratica penitenziale: digiuno e
preghiera dunque a significare “un più profondo sforzo spirituale, la
conversione cioè del cuore con la ferma decisione di staccarsi dal male e dal
peccato”.
Ascoltiamo in proposito la testimonianza di un noto un
esponente del mondo della cultura, il prof. Massimo Cacciari, al microfono di
Fabio Colangrande del Programma “One-O-Five Live” della nostra Radio.
R. – E’ una visione molto convinta, molto ferma: il
digiuno, al di là dei suoi significati anche specificatamente religiosi, è un
appello a cambiare mente, a cambiare cuore, a vedere secondo una diversa
prospettiva le cose che ci accadono, a volerci intervenire più fattivamente. Ed
io penso davvero che se vogliamo costruire la pace, oggi, e non soltanto
mantenere la pace per noi, o quello che chiamiamo pace per noi, cioè per un
quinto, un sesto dell’umanità, è necessario davvero affrontare i problemi di
questo Pianeta secondo un’ottica completamente diversa. E questo penso che sia anche
il significato, alla fine, dell’impegno straordinario del Papa per la pace in
Iraq. Penso che il dramma che tutti viviamo e che il Papa esprime, sia questo:
questa guerra può mettere la pietra tombale ad ogni possibilità di intesa, di
accordo, di pace vera con altre civiltà, altri popoli; questa guerra può davvero
dare inizio al cosiddetto scontro di civiltà. Allora, questo chiaramente
impegna credenti e non-credenti, impegna davvero tutti gli uomini di buona
volontà.
D. – Quale le sembra che sia il dialogo che c’è tra questo
Papa e il mondo “dei potenti”?
R. – E’ già importantissimo, qualunque cosa avvenga, che
il Papa abbia parlato così e così chiaramente in questa occasione, perché
comunque da lì occorrerà ripartire, anche se la tragedia dovesse accadere. Da
lì bisognerà ripartire, proprio da quelle parole, per tentare di riallacciare
un rapporto, una relazione, un dialogo. E tuttavia, devo dirle che sono certo
che rimarrà inascoltato. Ciò non toglie niente al valore straordinario di
testimonianza di questa fatica, di questa croce che il Papa sta portando, io
ritengo, per tutti noi, credenti e non-credenti. E tuttavia, credo che oggi le
cose siano messe in modo tale per cui la guerra risulterà inevitabile, e però –
ripeto – si tratterà di ripartire, malgrado tutto, nonostante tutto, sperando
contro ogni speranza ... Il Papa oggi sta proprio sperando contro ogni
speranza!
D. – Questo intreccio, anche, ecumenico tra credenti di
diverse fedi, tra non-credenti e credenti: che cosa significa?
R. – Significa che ormai è evidente che dobbiamo costruire
e pensare un nuovo ordine mondiale. Occorre pensare una grande riforma delle
Nazioni Unite; è impossibile pensare ad un ordine mondiale monocratico come
ordine imperiale unico, perché pensarlo così significa pensare una guerra
infinita, non le guerre tradizionali, certo, ma questa situazione di
incertezza, di inquietudine, di angoscia che dall’11 settembre di due anni fa,
e anche prima, ci tormenta ... Quindi, questa consapevolezza sta crescendo, le
parole del Papa aiutano a crescere, i movimenti così articolati e non violenti
che caratterizzano questo periodo ne sono testimonianza; il formarsi di questa
opinione pubblica e la parola così autorevole del Papa fanno sperare che non
sia come dicevo prima la pietra tombale ad ogni dialogo e l’inizio di uno
scontro tra civiltà.
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“I DONI DELLO SPIRITO SANTO”. E’ QUESTO IL
TEMA DI RADIO QURESIMA,
LA
TRASMISSIONE DEL PROGRAMMA ORIZZONTI CRISTIANI DELLA NOSTRA EMITTENTE, IN ONDA
DA OGGI AL 13 APRILE
- Intervista
con Marco Cardinali -
Alle 24 di questa notte e con replica alle ore 7.20 di
domani mattina andrà in onda la I° conversazione dal titolo “I doni dello
Spirito Santo”. E’ la prima delle due parti che compongono Radio Quaresima, la
trasmissione offerta agli ascoltatori dal programma Orizzonti Cristiani. Per
saperne di più ascoltiamo Marco Cardinali, redattore di Orizzonti Cristiani, al
microfono di Amedeo Lomonaco.
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D. – … da qualche
tempo l’ impegno della RadioQuaresima si è raddoppiato …
R. – Direi che è come una superstrada, a doppia corsia. Si
è inaugurata nel 2000, per il Grande Giubileo, e doveva essere soltanto per
quell’ anno, si è dimostrata, invece, una innovazione molto apprezzata e
seguita da innumerevoli ascoltatori, e quindi con Franca Salerno, responsabile
di Orizzonti Cristiani, abbiamo deciso di mantenerla, anche se ha comportato un
notevole impegno redazionale.
D. – … allora, veniamo alla prima corsia:
R. – Affronta il tema del Testamento di Gesù, primo di una
trilogia che comprende la Passione e la Risurrezione, trilogia che ebbe un
successo veramente fuori dall’ ordinario, per questo si è pensato di riproporlo
quest’ anno da Rosario Tronnolone in una accuratissima riedizione…D’ altra
parte, è un tema sempre attuale, come scrisse padre Giovanni Giorgianni, di
venerata memoria, nella prefazione all’ omonimo libro, pubblicato dalla Rogate
nel 1985: Le pagine che chiamiamo “Il testamento di Gesù” hanno sfumature
proprie dell’ addio di un padre, di un padre che ci ama, colme più che mai di
tenerezza, di dolore, ma anche di fiducia e di gioia … La competenza degli
autori che con dottrina e spiritualità hanno commentato il testo sacro è una
garanzia perché questa quasi enciclopedia evangelica costituisca fonte di
riflessione e aiuto alla preghiera per ogni cristiano e per ogni uomo.”
D. – E per quanto riguarda l’ appuntamento della
mezzanotte e della replica alle 7.20 della mattina …
R. – E’
il secondo, anche questo di una
trilogia iniziata l’ anno scorso con “Le opere di Misericordia”, ed ha per tema
“I doni dello Spirito Santo”. Padre Vito Magno, che ha elaborato entrambi i
temi (sia questo dello Spirito Santo sia il Testamento di Gesù), osserva che
“per i cristiani è abbastanza insolito invocare lo Spirito Santo, anche se nella
Liturgia vi sono tante preghiere e Giovanni Paolo II lo ha fatto tema di un
intero anno di preparazione al Giubileo del 2000. Ecco, queste riflessioni, si
propongono come un contributo anche in questo campo, così che la nostra vita
sia veramente “una vita nello Spirito”. Le ottanta conversazioni (40 e 40) si
avvalgono della collaborazione di 30 esperti, sia religiosi che laici, delle
varie discipline.
D. – Hai detto una strada a doppia corsia. Vi è una
differenza tra l’ una e l’ altra?
R. – Non nel fine: che è quello di invitare gli
ascoltatori a fermarsi e a riflettere con noi sulla Parola che salva, ma nella
forma sì. Moltissimo. Il Testamento di Gesù, in onda alle 14.30/17.30/23.00,
dura circa 20minuti, si avvale della collaborazione di Attori professionisti ed
ha un taglio telogico-pastorale; ha come Sigla un Andante di Gaetano Donizetti.
“I doni dello Spirito Santo”, in onda alla mezzanotte e replica alle 7.20 della
mattina, dura soltanto 9 minuti è condotto da una sola voce, nello specifico è
quella di Franca Salerno, responsabile di Orizzonti Cristiani, ed ha un taglio
squisitamente formativo-spirituale. La Sigla è tratta dal CD delle Paoline
Edizioni Audiovisivi “Fonte della Luce”, è un canto composto dal Maestro
Giuseppe Liberto, dedicato proprio allo Spirito Santo. Queste 40 meditazioni
sul tema dello Spirito Santo, sono raccolte in un volume omonimo pubblicato
dall’ Editrice Rogate ed è gia presente in tutte le librerie cattoliche, quale
ulteriore strumento offerto a quanti vorranno intraprendere con noi questo
cammino quaresimale, che dedichiamo in particolare per impetrare la pace in
ogni parte del mondo. Ricordiamo che, quest’anno, gli ascoltatori possono
seguirci, oltre che sulle ordinarie frequenze anche sul Sito Internet www.radiovaticana.va. E come sempre restiamo
in attesa delle opinioni degli ascoltatori.
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4 marzo 2003
L’ATTUALITA’ DELLA “PACEM IN TERRIS” DI
GIOVANNI XXIII,
A
QUARANT’ANNI DALLA SUA PROMULGAZIONE, SOTTOLINEATA DAL PRESIDENTE
DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E
DELLA PACE,
ARCIVESCOVO
RENATO RAFFAELE MARTINO,
ALL’UNIVERSITA’
CATTOLICA DEL SACRO CUORE DI MILANO
- A
cura di Paolo Scappucci -
ROMA. = Nell’incombente
pericolo di una nuova guerra nel Golfo, di straordinaria attualità si rivela
l’insegnamento della Enciclica Pacem in Terris, promulgata da Giovanni
XXIII quarant’anni fa, in un momento storico non dissimile da quello attuale
quando l’umanità si trovava, anche allora, sull’orlo di una conflagrazione
spaventosa per la crisi dei missili a Cuba. Lo ha affermato stamani il
presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, arcivescovo
Renato Raffaele Martino, parlando su tale tema all’Università Cattolica del
Sacro Cuore di Milano. La promulgazione della Pacem in Terris – ha detto
mons. Martino – ebbe nel 1963 l’effetto di una liberazione da un incubo
minacciosamente incombente; la sua rivisitazione, in un frangente storico
cruciale come il nostro, può produrre un altrettanto benefico sussulto.
L’Enciclica di Giovanni XXIII, infatti, conserva intatto il suo valore
profetico e pedagogico, che le deriva fondamentalmente dalla capacità di
interpretare le esigenze profonde dello spirito umano e di fare appello alle
energie migliori dei popoli. Additando profeticamente in un clima di paura le
ragioni della speranza, l’Enciclica giovannea sottolineò con incomparabile chiarezza
che la pace non è mera assenza di guerra, non è semplice disarmo nucleare, ma
anzitutto costruzione di un nuovo ordine sociale sui quattro pilastri della
verità, della libertà, della giustizia e dell’amore. Essa non si consegue
regolando i rapporti umani con la violenza, ma riconoscendo e sviluppando
l’ordine morale, di cui si trovano tracce in ogni coscienza. Dopo aver esposto
alcune riflessioni su temi particolarmente attuali, come le condizioni del
nuovo umanesimo, la questione dell’autorità e della democrazia, il bene comune
universale e gli assetti internazionali, l’arcivescovo Martino ha concluso
affermando che la Pacem in Terris è un patrimonio dal quale si possono
trarre valide prospettive etico culturali per i problemi della convivenza,
anche in epoca di globalizzazione.
PRESENTATA OGGI ALLA CAMERA DEI COMUNI DI
LONDRA,
“CARITAS
– SOCIAL ACTION”,
LA
NUOVA AGENZIA PER GLI AIUTI ALLE PERSONE POVERE
DELLA
CHIESA CATTOLICA INGLESE E GALLESE
LONDRA.
= La Conferenza episcopale dei vescovi cattolici inglesi e gallesi presenta
oggi alla Camera dei comuni la nuova agenzia per gli aiuti alle persone povere,
“Caritas - social action”. L'iniziativa nasce da un progetto dell’arcivescovo
di Westminster, il cardinale Cormac Murphy-O'Connor. “In una società segnata
dalla divisione tra ricchi e poveri, privilegiati ed esclusi - ha spiegato il
porporato - Caritas-social action vuole rafforzare il Vangelo attualizzando il
comandamento dell'amore”. La direzione della nuova agenzia è stata affidata a
Sarah Lindsell. “Dopo una lunga consultazione con altri gruppi e organismi
cattolici dediti al volontariato sociale e alla giustizia - ha commentato la
direttrice - abbiamo ritenuto necessario avere una presenza a livello
nazionale. Lo sviluppo dell'agenzia sta nell'impegno di tutti. Il contributo di
ogni cattolico insieme a quello di organismi e movimenti rappresentano una
grande risorsa per lo sviluppo della società". Nel Regno Unito la Chiesa
cattolica impiega circa 2000 persone nella cura delle classi deboli, aiutate da
circa 35 mila volontari. (M.A.)
NELLE FILIPPINE L’ARCIVESCOVO OSCAR CRUZ HA
LANCIATO UNA CAMPAGNA
CONTRO
IL GIOCO D’AZZARDO. ALL’INIZIATIVA ADERISCONO ANCHE POLITICI,
RAPPRESENTANTI
DEI MEDIA E ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE
MANILA.
= Nelle Filippine è stata lanciata una campagna contro il jueteng, la
più nota lotteria popolare clandestina. La crociata contro il gioco d’azzardo è
stata promossa dall’arcivescovo della diocesi di Lingayen-Dagupan, mons. Oscar
Cruz. All’iniziativa hanno aderito anche politici, esponenti dei media ed
organizzazioni non governative. La crociata contro la cosiddetta “lotteria dei
poveri” si fonda su un “Catechismo delle scommesse” perché – come spiega lo
stesso presule – “il jueteng è da considerarsi immorale”. “In questo modo
– ha affermato il l’arcivescovo - il denaro guadagnato con fatica per il
sostentamento proprio e della famiglia viene inutilmente sprecato”. “Le
scommesse – ha aggiunto mons. Oscar Cruz - sono di piccola entità ma, essendo
ripetute, provocano alla fine la perdita di some elevate". Il jueteng
è giocato soprattutto dai poveri, che sperano così di uscire dalla miseria e
dalla precarietà. Una minima parte delle somme raccolte è destinata al
montepremi ed il resto è intascato dagli organizzatori, che a loro volta pagano
i funzionari governativi per il loro silenzio. È stato proprio questo giro di
scommesse clandestine ad incastrare l’ex presidente delle Filippine Joseph Estrada,
destituito il 20 gennaio 2001 a seguito di una protesta popolare. Accusato di
aver incassato “bustarelle” mensili affinché chiudesse un occhio sulla gestione
del jueteng, Estrada si è visto attaccare dall’opposizione attraverso
una procedura di impeachment. Due mesi dopo, a seguito di una protesta
popolare guidata dalla Chiesa filippina, ha lasciato l’incarico ed è stato sostituito
dall’attuale capo di Stato, Gloria Macapagal Arroyo. (A.L.)
TRA GUERRA E DIFFICOLTÀ ECONOMICHE
CRESCE IL CINEMA AFRICANO.
QUESTE
LE RIFLESSIONI DELLA 18.MA EDIZIONE DEL FESTIVAL PANAFRICANO DEL CINEMA
E DELLA
TELEVISIONE, CONCLUSOSI IN BURKINA FASO LA SCORSA SETTIMANA
OUGADOUGOU.
= Si è conclusa, durante lo scorso fine settimana a Ougadougou, in Burkina
Faso, la 18.ma edizione del Festival panafricano del cinema e della televisione
(Festpaco), la più importante rassegna di questo genere in Africa. La
manifestazione, iniziata il 22 febbraio, ha contribuito ad approfondire alcuni aspetti
del cinema africano che è riuscito a farsi apprezzare anche fuori dal continente,
nonostante ancora non sia pienamente autonomo. Infatti, senza le sovvenzioni
della Comunità Europea, della Francia e di varie organizzazioni pubbliche e
private dei due continenti, la settima arte, nel continente africano,
languirebbe quasi ovunque. I budget che i singoli Paesi mettono a disposizione
per la produzione di film sono esigui e l’ottanta per cento dei fondi per il
cinema africano arriva dall’estero. L’importanza di sostenere il cinema
africano era stata sottolineata nel 2001 dal segretario generale dell’Onu, Kofi
Annan, in un messaggio agli organizzatori del festival. "Informando oltre
che educando il vostro pubblico - aveva detto Annan - voi potete aiutarci a
mobilitare le risorse e le energie necessarie a raggiungere obiettivi vitali
per il futuro del continente. Mettendo le vostre cineprese al servizio della
gente, voi potete soffiare vita nella visione di un’Africa in movimento verso i
traguardi del millennio e verso tempi di pace e di benessere". Una
riflessione amara è stata dedicata alla guerra che per molti Paesi del continente
è una tragica realtà: in particolare, a Ougadougou, è stata avvertita l’assenza
di opere provenienti dalla vicina Costa d’Avorio, da ottobre sconvolta dalla
guerra civile. (M.A)
UNA
VITA SPESA TRA GLI INDIOS QUELLA DI PADRE ANTONIO BRESCIANI, MISSIONARIO SALESIANO,
MORTO A QUITO, IN ECUADOR NEL 1997, A SOLI 56
ANNI.
LO RICORDA UN VOLUME PRESENTATO IERI PRESSO LA
SEDE DELLA RADIO VATICANA
- A cura di Ignazio Ingrao -
ROMA. =
Si intitola “Nel nome del cielo”, il libro di Gian Mario Andrico che ripercorre l’esperienza di padre
Bresciani tra le comunità campesine ecuadoregne, dove l’80% della
popolazione vive con meno di due dollari al giorno. A padre Tone, così era
chiamato affettuosamente padre Antonio Bresciani, va il merito di un’iniziativa
di alto valore culturale per gli indios: la traduzione della Bibbia in lingua
“quetchua”, l’idioma locale. “La traduzione della Bibbia nella lingua degli
indios ci fa comprendere cosa occorre veramente perché la missione sia autentica”,
ha commentato il vescovo di Viterbo, mons. Lorenzo Chiarinelli intervenuto ieri
alla presentazione del volume. “Per dare una casa a Cristo in ogni cultura – ha
spiegato Chiarinelli - occorre che i missionari mettano casa in quella
cultura”, come ha fatto padre Tone. Ma la figura di questo missionario
salesiano è anche legata a numerose iniziative di solidarietà, come la
partecipazione e il sostegno all’Operazione Mato Grosso, per l’organizzazione
di campi e spedizioni di volontari tra gli indios. Alla testimonianza di padre
Bresciani si ispira infine un’iniziativa promossa dalle banche di credito
cooperativo italiane. Il progetto si chiama Codesarrollo e si propone di far
sviluppare una “microfinanza” a favore dei campesinos. Appoggiandosi su
centinaia di casse rurali locali si offrono microcrediti per piccole iniziative
imprenditoriali e cooperative. Dall’avvio del progetto, nel 2001, fino ad oggi
sono state oltre 60 mila le famiglie campesine che hanno beneficiato del
finanziamento.
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4 marzo 2003
- A cura di Giancarlo La Vella -
Il punto sulla crisi irachena.
Secondo fonti di Baghdad, un attacco anglo-americano a Bassora, nel sud
dell’Iraq, ha provocato ieri sei morti e quindici feriti. Pur non confermando
il bilancio, gli Stati Uniti hanno ammesso di aver intensificato i raid nella
zona interdetta al volo, ufficialmente per colpire armi che potrebbero essere
utilizzate contro i soldati americani. Ma, intanto, il disarmo iracheno sembra
proseguire, come ci riferisce Paolo Mastrolilli:
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Altri missili Al Samoud 2 sono stati distrutti dagli
iracheni che hanno promesso anche di presentare nel giro di una settimana un
nuovo rapporto sull’eliminazione di armi chimiche e biologiche, come il Gas VX
e l’antrace. Gli Al Samoud vengono eliminati per rispettare l’ordine venuto dal
capo degli ispettori Onu, Hans Blix, e il rapporto dovrebbe indicare, almeno in
parte, i luoghi e i metodi della distruzione di agenti chimici biologici, che
Baghdad sostiene di aver completato in passato. La Casa Bianca però resta ferma
sulla sua linea, chiedendo il disarmo completo e immediato e continua le
pressioni per ottenere il passaggio della nuova risoluzione Onu, che potrebbe
aprire la porta all’intervento militare. Il presidente francese Chirac ha ribadito
di essere contrario alla guerra, perché i risultati degli ultimi giorni
confermano l’efficacia delle ispezioni e la possibilità di risolvere la crisi
in maniera pacifica. Ma il Pentagono ha mosso un’altra portaerei verso il Golfo
Persico, mentre i caccia sono tornati a colpire sulla no fly zone nel
sud del Paese.
Da Washington, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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Continuano, dunque, i
preparativi americani al conflitto. Gli Stati Uniti hanno deciso di schierare
altri 60.000 soldati nel Golfo Persico. E’ quanto ha rivelato un funzionario
della Difesa americano alla Bbc on line. Il Pentagono ha comunicato ieri che il “no” del parlamento
turco alle truppe Usa di usare le proprie basi militari potrebbe far slittare
di almeno una settimana la data di un attacco militare contro l'Iraq. Alla
decisione di Ankara, inoltre, Washington ha risposto con il ritiro dell’aiuto
di sei milioni di dollari precedentemente accordato alla Turchia. Nella
questione è intervenuta la Grecia, che ha appoggiato la posizione turca,
affermando che la decisione di Ankara aumenta le possibilità di una soluzione
pacifica della crisi. E, a fronte del rifiuto turco, si registra invece la
posizione dell’Albania che ha messo a disposizione della Nato le sue basi aeree
e navali. “Il Parlamento autorizza il governo a mettere a disposizione
dell'Alleanza atlantica il suo spazio navale, aereo e terrestre in caso di
attacco contro l’Iraq - si legge nella risoluzione adottata ieri all'unanimità
dall'assemblea di Tirana – e a sostenere tutti gli sforzi contro il regime di
Saddam Hussein, che continua a rappresentare un pericolo potenziale per la pace
e la sicurezza”.
Torna la violenza nelle
Filippine. Alcune violente esplosioni si sono verificate oggi all'aeroporto
della città di Davao nel sud del Paese, provocando circa 20 morti e altrettanti
feriti, secondo quanto riferito da fonti militari locali. Ce ne parla Andrea
Sarubbi:
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Secondo le prime ricostruzioni,
degli attentati, il primo ordigno è esploso nella zona di attesa davanti agli
arrivi internazionali. Poco dopo la bomba all'aeroporto, ci sono state altre
due esplosioni, sempre a Davao, una delle quali in una stazione degli autobus.
L’Ambasciata statunitense a Manila ha reso noto che tra i feriti vi sono anche
4 cittadini americani. Lo scalo aeroportuale di Davao è il più importante
dell'isola di Mindanao: al momento dell'esplosione almeno 80 persone, si
trovavano nella sala di attesa degli arrivi. A Mindanao le forze governative da
diversi anni sono impegnate in combattimenti contro i separatisti islamici.
Proprio oggi l'esercito ha comunicato che 14 guerriglieri sono rimasti uccisi
in scontri con i militari negli ultimi giorni. Sempre oggi l'isola è stata
colpita da un black out, il secondo in una settimana, che si sospetta possa
essere stato provocato dai ribelli.
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Nella crisi israelo-palestinese
si registrano alcuni timidi segnali di ammorbidimento. Negli ultimi mesi
piccole comitive di israeliani hanno potuto tornare a visitare la Spianata
delle Moschee a Gerusalemme, luogo che era rimasto precluso loro fin dal settembre
2000, dopo la controversa “passeggiata” di Ariel Sharon, allora capo della
opposizione nazionalista al governo laburista di Ehud Barak. Da quel giorno -
ricordiamo - prese le prime mosse la nuova Intifada. Ma, intanto, cresce la
tensione dopo l’uccisione, da parte dei militari israeliani, di nove
palestinesi nella giornata di ieri: uno a Nablus e ben otto in due campi
profughi della striscia di Gaza. Ce ne parla Graziano Motta:
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All’operazione hanno preso parte una quarantina di carri armati
e reparti di fanteria, che hanno compiuto numerosi arresti, tra cui quello di
un esponente di primo piano del movimento fondamentalista Hamas, incontrando
tuttavia una forte resistenza, testimoniata da molti feriti. Per reazione
guerriglieri hanno lanciato dalla Striscia di Gaza razzi Qassam sulla cittadina
israeliana di Sderot. Forti tensioni pure a Nablus, capoluogo della Samaria,
ove soldati compiono perquisizioni e arresti. Queste cruenti operazioni
militari tendono, secondo il ministro palestinese Saeb Erekat, a far fallire la
riunione di sabato prossimo del Comitato esecutivo dell’Olp e del Consiglio
legislativo autonomo per l’approvazione del progetto di costituzione e la
nomina di un primo ministro. Israele ha assicurato che impedirà di raggiungere
Ramallah solo a quei deputati palestinesi sospettati di imprese militari
ostili.
Per la Radio Vaticana, Graziano Motta.
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La tensione sale tra Stati
Uniti e Corea del Nord. Ieri sul mar del Giappone si è rischiato il duello
aereo tra un velivolo spia americano e quattro Mig nordcoreani. Sono iniziate,
intanto, le esercitazioni congiunte tra americani e sudcoreani, che Pyongyang
ha definito pericolosi giochi di guerra in preparazione ad un’imminente invasione.
Il servizio di Chiaretta Zucconi:
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Un incidente annunciato, dal momento che già la scorsa
settimana l’agenzia di stampa nord coreana Kcna aveva denunciato le intrusioni
ripetutesi con frequenza quasi giornaliera da aerei spia americani sui cieli
della Nord Corea, a partire dal 21 febbraio scorso. E mentre Seul minimizza nel
tentativo di calmare le acque e non portare ad un punto di non ritorno una
crisi che va avanti ormai da ottobre, a Tokyo c’è grande agitazione da quando
Washington ha reso noto che la Corea del Nord avrebbe avviato i preparativi per
rimettere in funzione l’impianto di riprocessamento del combustibile spento del
suo reattore nucleare di Yongbyong, riattivato la settimana scorsa. L’impianto
consentirebbe di produrre in un anno plutonio sufficiente per costruire dalle
sei alle otto bombe atomiche. La soluzione diplomatica della crisi diventa
sempre più difficile e il governo giapponese risponderà con sanzioni economiche
alle provocazioni nordcoreane.
Per Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi.
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Nelle
trattative per riportare in Ulster il governo di riconciliazione tra unionisti
e repubblicani non si è ancora raggiunto un accordo finale. I primi ministri
britannico ed irlandese Tony Blair e Bertie Ahern, riuniti a colloquio a
Belfast, hanno sottoposto ai partecipanti all'accordo del Venerdì Santo del
1998 una bozza di dichiarazione congiunta sul futuro dell'Irlanda del nord. Il
documento è stato consegnato ai rappresentanti di unionisti e repubblicani,
nella prima giornata di colloqui voluti per far ripartire il processo di pace e
reinsediare governo e parlamento locali in tempo per le elezioni di maggio.
Primo interrogatorio a Firenze, nel carcere di
Sollicciano, per Desdemona Lioce, la brigatista rossa arrestata domenica scorsa
dopo la sparatoria sul treno Roma - Firenze nella quale ha perso la vita
l’agente della Polfer, Emanuele Petri. Alcune ore dopo il conflitto a fuoco è
morto anche il terrorista Mario Galesi. La Lioce si è avvalsa della facoltà di
non rispondere.
In Nigeria, più di 80 persone vengono date per disperse
tre giorni dopo il naufragio di un battello sul fiume Niger, nel nord del Paese.
L’imbarcazione, che trasportava centinaia di persone, è finita su una roccia ed
è affondata. Cinque i sopravvissuti, mentre le autorità stanno coordinando le
operazioni di recupero dei corpi senza vita.
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