RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 63 - Testo della Trasmissione martedì 4 marzo 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

I valori evangelici di fronte alle sfide della modernità, nel discorso di Giovanni Paolo II ai vescovi di Scozia in visita “ad Limina”.

 

Passi avanti della Commissione mista per il dialogo cattolico-ebraico, riunita a Grottaferrata su temi rilevanti come la santità della vita e i valori della famiglia.

 

L’opera sempre più intensa della Santa Sede, per scongiurare il pericolo di guerra: con noi, il cardinale Achille Silvestrini.

 

Un incontro in Libano, sulla pastorale del turismo nella tormentata area mediorientale: intervista con l’arcivescovo Agostino Marchetto.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Domani, Mercoledì delle Ceneri, credenti e non credenti uniti nel digiuno proposto dal Papa per invocare la pace: la testimonianza del filosofo Massimo Cacciari.

 

“I doni dello Spirito Santo”, tema di Radioquaresima, la trasmissione del nostro Programma Orizzonti Cristiani, in onda da oggi al 13 aprile: ce ne parla, Marco Cardinali.

 

CHIESA E SOCIETA’:

La straordinaria attualità dell’enciclica “Pacem in terris” di Giovanni XXIII, illustrata dall’arcivescovo Renato Martino all’Università Cattolica di Milano.

 

Presentata a Londra “Caritas-Social Action”, nuova agenzia di aiuto alle persone povere della Chiesa cattolica inglese e gallese.

 

Nelle Filippine l’arcivescovo Oscar Cruz ha lanciato una campagna contro il gioco d’azzardo.

 

Conclusasi in Burkina Faso la scorsa settimana la 18.ma edizione del Festival panafricano del cinema e della televisione.

 

Presentato ieri presso la sede della Radio Vaticana un volume dedicato al missionario salesiano padre Antonio Bresciani, morto a Quito, in Ecuador, nel 1997.

 

24 ORE NEL MONDO:

Continuano i preparativi americani per l’attacco all’Iraq; dopo il rifiuto turco, l’Albania concede l’uso delle sue basi alla Nato.

 

Filippine: attentati dinamitardi nell’isola di Mindanao; morti e feriti.

 

Alta tensione anche tra Stati Uniti e Corea del Nord. Gli aerei di Pyongyang intercettano un velivolo spia americano.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

4 marzo 2003

 

 

UNA NUOVA EVANGELIZZAZIONE PER FAR FRONTE ALLE SFIDE DELLA MODERNITA’:

COSI’, GIOVANNI PAOLO II NEL DISCORSO AI VESCOVI DELLA SCOZIA,

RICEVUTI STAMANI AL TERMINE DELLA VISITA AD LIMINA

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

Di fronte alla civiltà moderna, che tende ad “escludere Dio”, è necessaria “una nuova evangelizzazione” che annunci “la civiltà dell’amore”. E’ questa la riflessione offerta stamani da Giovanni Paolo II ai vescovi della Scozia, ricevuti in Vaticano al termine della visita ad Limina. Il Pontefice ha constatato come oggi non esista più una “società cristiana”, che consideri il Vangelo “esplicito riferimento della vita e dei valori”. Di qui, l’urgenza di un’evangelizzazione sorretta da quella speranza, che per i cristiani risiede nella “proclamazione della verità liberatrice di Cristo”. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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La “santità è un dono che, a sua volta, diviene un dovere”. Così, il Papa ha sottolineato come il concetto di santità “non debba essere considerato qualcosa di straordinario”, giacché Dio chiama il suo popolo a “vivere in modo santo in ogni circostanza della vita quotidiana”. In tale contesto, ha affermato, i vescovi nella loro funzione di “pastori di anime” non devono mai scoraggiarsi nello sforzo di “guidare l’intera comunità cristiana lungo il sentiero della santità”. La formazione dei fedeli è, allora, uno dei primi impegni pastorali. Non solo, l’impegno di sacerdoti, religiosi e i laici nelle parrocchie e nelle scuole rappresenta “un contributo inestimabile per raggiungere quella santità a cui tutti i fedeli sono chiamati”.

 

Il Pontefice si è poi soffermato sull’evangelizzazione della cultura. “La comunicazione di valori – ha rilevato – è ciò che permette alle culture di sopravvivere e fiorire”. I cristiani sono, perciò, chiamati a “portare la verità immutabile di Dio in ogni cultura”. Rimuovere l’Assoluto dal contesto culturale, ha avvertito il Papa, porta ad una “pericolosa frammentazione della realtà e l’insorgere di crisi, poiché la cultura non è più in grado di fornire alle giovani generazioni” la saggezza a cui aspira. Quando “alla luce della verità non è permesso di splendere”, ha proseguito, “si moltiplicano facilmente gli errori e le illusioni che, spesso, dominano le decisioni politiche”. Un nuovo settarismo può emergere, sommando “ulteriori elementi di divisione all’interno della società”. D’altro canto, nelle società dove le religioni sono relegate alla sfera privata, è ancora più importante che il “messaggio cristiano sia chiaramente compreso per ciò che è: la Buona Novella della verità e dell’amore che rende le donne e gli uomini liberi”. I cristiani, ha aggiunto, devono essere uniti in un “vero spirito di cooperazione ecumenica”.

 

Assieme ai credenti di altre religioni, le comunità cattoliche devono lavorare per “il progresso della società e la pacifica coesistenza dei popoli e delle culture”. Il dialogo interreligioso diviene, infatti, un “significativo veicolo al servizio della famiglia umana”. Uno degli obiettivi fondamentali della nuova evangelizzazione, ha detto ancora, è l’attenzione che va rivolta ai giovani, affinché rispondano all’umana aspirazione di una civiltà dell’amore nel segno della “vera libertà e della pace autentica”. Specie in un frangente in cui i giovani, ha affermato, sono “assediati dal relativismo morale e dall’indifferentismo religioso”. La perdita del “significato trascendente dell’esistenza umana”, ha affermato, “porta al fallimento nella vita morale e sociale”. Di qui, l’esortazione di Giovanni Paolo II ai presuli, affinché assolvano al proprio compito di mostrare, agli uomini di oggi, la straordinarietà del Vangelo.

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L’OPERA SEMPRE PIU’ INTENSA DELLA SANTA SEDE,

PER SCONGIURARE IL PERICOLO DI GUERRA:

CON NOI, IL CARDINALE ACHILLE SILVESTRINI

- A cura di Paolo Salvo -

 

Mentre l’inviato del Papa, cardinale Pio Laghi, volava alla volta di Washington per cercare di allontanare lo spettro della guerra, si è registrato ieri un altro passo nell’ambito dell’intensa attività diplomatica della Santa Sede di fronte alla crisi irachena. Il sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Pietro Parolin, ha infatti ricevuto in Vaticano ieri mattina, come si è appreso nel pomeriggio, il suo omologo Aleksej Meskov, sottosegretario del ministero degli Esteri della Federazione Russa. Come ha spiegato il direttore della Sala Stampa vaticana, Joaquìn Navarro Valls, il sottosegretario Meskov “ha voluto informare la Santa Sede della posizione del governo russo sulla situazione internazionale dell’ora presente”. Il portavoce vaticano ha aggiunto che “nel corso del colloquio, si sono potute verificare delle convergenze con la posizione della Santa Sede”.

 

Da Washington si apprende intanto che la signora Condoleeza Rice, consigliere per la Sicurezza nazionale, ha incontrato ieri vari esponenti cattolici statunitensi, tra cui quattro cardinali: Theodore McCarrick di Washington, Edward Egan di New York, Anthony Bevilacqua di Philadelphia e William Keeler di Baltimora. Secondo le fonti di stampa, l’incontro sarebbe avvenuto in preparazione al colloquio che il cardinale Pio Laghi conta di avere con il presidente George Bush domani, Mercoledì delle Ceneri, giorno che il Papa ha voluto dedicare alla preghiera e al digiuno per la pace. Sull’iniziativa di Giovanni Paolo II si moltiplicano le adesioni in tutto il mondo, mentre ci si chiede d’altro canto se vi sia mai stata un’attività diplomatica così intensa da parte di un Pontefice e se in quest’opera di mediazione internazionale svolta dalla Santa Sede vi siano elementi di novità. E’ quanto Fabio Colagrande ha chiesto al cardinale Achille Silvestrini, che ha così riassunto la questione.

 

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R. – Se intensa vuol dire impegnata, allora il confronto non va fatto con il numero di colloqui e di visite, ma con la fortezza del messaggio, il vigore del messaggio. Per esempio, nell’agosto del ’39, come mostrano gli Atti della Santa Sede e la Guerra, l’azione della Santa Sede – molto intensa – culminò nel famoso messaggio radiofonico di Pio XII: “Nulla è perduto con la pace, tutto è perduto con la guerra!”. Così pure la crisi di Cuba: risultò esternamente solo un messaggio, ma i contatti con le due parti furono intensissimi per due o tre giorni. Quindi, è più che altro l’intensità. Qual è la novità storica? Io direi che c’è un elemento di novità in questa sottolineatura, insistenza riguardo al principio sulla guerra. Non è accettabile una guerra preventiva e anche la tesi di una possibile ‘guerra giusta’ è dissolta dalla situazione odierna delle armi di distruzione di massa che rendono impraticabile questa ipotesi. Naturalmente, bisogna dire anche questo, ripeterlo. Ciò non significa che il Papa, la Santa Sede non considerino la gravità e la serietà della situazione degli armamenti e dell’Iraq, che ci sono: sono un elemento grave! Quello che si vuole è arrivare ad un disarmo attraverso iniziative di diritto internazionale, che non siano la guerra.

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OGNI ATTENTATO ALLA VITA DELL’UOMO E’ UN ATTO SACRILEGO

FORTE CONDANNA DI OGNI FORMA DI VIOLENZA DA PARTE EBRAICA

E CATTOLICA NEL COMUNICATO CONGIUNTO AL TERMINE DEL PRIMO INCONTRO

DELLA COMMISSIONE MISTA TRA SANTA SEDE E GRAN RABBINATO DI ISRAELE.

AMPIA CONVERGENZA ANCHE SUI TEMI DELLA FAMIGLIA

 

“Ogni attentato alla vita dell’uomo è un atto sacrilego”. Forti e chiare sono, da parte ebraica e cattolica, le condanne di ogni forma di violenza, e dei ‘modelli alternativi’ di unione di coppia e di famiglia. Santità della vita e valori della famiglia sono stati infatti i due temi al centro del  primo incontro della commissione  mista per il dialogo cattolico-ebraico composto dalla Commissione della Santa Sede per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo e del Gran Rabbinato d’Israele. Ampia la convergenza su molti punti delle due tematiche. Si aprono prospettive future  di collaborazione.  E’ quanto informa un comunicato congiunto sull’incontro di dialogo tenutosi a Grottaferrata dal 23 al 27 febbraio, svolto - si legge - in “un’atmosfera di amicizia e di reciproca fiducia”. Capo della delegazione ebraica è il rabbino Shar Yishuv Cohen ed il capo della delegazione cristiana è il cardinale Jorge Mejia. Un incontro preparatorio si era svolto a Gerusalemme nel giugno scorso.  Servizio di Carla Cotignoli:

 

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“Ogni attentato alla vita dell’uomo è contrario alla volontà di Dio, è un atto sacrilego” e “deve essere rifiutato” - afferma senza mezzi termini il comunicato congiunto ebraico-cattolico. “Dichiararsi terrorista in nome di Dio, fare violenza nel suo nome è una profanazione della religione” e “nessun leader religioso può giustificarlo in nessuna parte del mondo”. “Non dovremmo ammettere alcuna uccisione: Dio ci ordina: tu non ucciderai”.

Affermazioni che accomunano ebrei e cattolici, perché radicate nella visione biblica dell’uomo “creato a immagine del Dio vivente, a Sua somiglianza”. E’ quanto si legge ancora  nel documento congiunto che aggiunge: “Dio è il Santo e il Creatore della vita umana”, perciò “ogni vita umana è santa, sacrosanta e inviolabile”.  Non solo: “la santità di Dio fonda l’imperativo essenziale del comportamento umano: ‘siate santi, perché io, il Signore Dio vostro, sono Santo’”.

Di qui il comune impegno di collaborazione tra istituzioni culturali ed educative cattoliche e ebraiche: per “promuovere insieme i diritti umani, la solidarietà, la libera coscienza”; “contro la tendenza attuale di violenza e di morte” e “l’abuso fanatico o violento della religione”.

 

Vengono poi affrontati i valori della famiglia. “Non possiamo essere d’accordo con ‘modelli alternativi’ di unione di coppia e di famiglia” - afferma il documento. Proprio perché “l’istituzione della famiglia - si legge - procede dalla volontà dell’Onnipotente che ha creato l’essere umano a immagine di Dio, ‘maschio e femmina li creò’”. Il documento congiunto ribadisce “il grande valore” del “matrimonio nella prospettiva religiosa”, perché “Dio ha benedetto questa unione e l’ha santificata”. “L’unità familiare - si afferma - è il fondamento dell’intera società”. E qui il documento chiama in causa la rivoluzione tecnologica e nei mezzi di comunicazione. Hanno prodotto senza dubbio cambiamenti positivi nella società - si riconosce - ma non si ignora l’”influsso negativo” sui comportamenti sociali: “adulti e giovani sono esposti ad aspetti distorti e pervertiti” come “la violenza e la pornografia”. Anche qui l’impegno comune è sul fronte educativo che tocca sia le famiglie che le scuole con un’educazione ai valori familiari, sulla base delle ricche tradizioni religiose.

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SU INIZIATIVA DEL DICASTERO VATICANO PER I MIGRANTI,

DA DOMANI A VENERDI’ PROSSIMO IN LIBANO UN INCONTRO

SULLA PASTORALE DEL TURISMO NELLA TORMENTATA AREA MEDIORIENTALE:

CON NOI L’ARCIVESCOVO AGOSTINO MARCHETTO

- Servizio di Giovanni Peduto -

 

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Si tratta di un incontro programmato già da tempo sulla Pastorale del Turismo nei Paesi del Medio Oriente e dell’Africa Settentrionale, che si svolgerà in Libano, a pochi chilometri da Beyrout, a Fatqa-Kesrouan. Il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti lo ha organizzato in collaborazione con l’Assemblea dei patriarchi e dei vescovi cattolici in Libano. I partecipanti sono una sessantina delle seguenti Nazioni, con alcuni osservatori: Algeria, Cipro, Egitto, Francia, Giordania, Grecia, Italia, Libano, Libia, Marocco, Monaco, Siria, Terra Santa, Tunisia e Turchia. Un così ampio ventaglio di Paesi rivela già un grande interesse e l’impegno generoso in prospettiva, pur nelle attuali circostanze. Con noi l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Dicastero:

 

D. – Quali obiettivi si pone questa riunione?

 

R. – Innanzitutto saranno messe a confronto le iniziative intraprese nei vari Paesi nell’ambito della Pastorale del Turismo, così da arricchirci gli uni gli altri delle esperienze altrui e comprendere su quale base è possibile collaborare per futuri progetti. Si tratta poi, notiamolo, di Nazioni le cui caratteristiche culturali e sociali sono simili. Anche la situazione della Chiesa non si differenzia molto da un Paese all’altro, per essere tutti nella casa dell’Islam, diciamo così. Di positivo c’è, dal nostro punto di vista, un movimento turistico in espansione con grandi prospettive, come indicano le statistiche e i progetti che i Governi presentano periodicamente. Pensiamo semplicemente, leggendo i giornali di questi giorni, al Marocco (con un piano di 80 mila posti letto in più) e alla stessa Libia (con 20 mila).

 

D. – Dato che in queste Nazioni la Chiesa si trova in situazione di pronunciata minoranza, come possono impegnarsi le Chiese locali?

 

R. – Il loro compito fondamentale è, e sarà, soprattutto quello di praticare l’accoglienza, il nucleo centrale della pastorale del turismo. La sua espressione più profonda è poi quella eucaristica. Si dovrà dunque offrire l’opportunità ai turisti non solo di ammirare le bellezze paesaggistiche ed artistiche, ma di rendersi conto dell’esistenza di una Chiesa locale, così che possano avvertire il desiderio di conoscerla e poi di partecipare eventualmente, sia pure in maniera episodica, alla sua vita comunitaria e alle sue celebrazioni. Spero non sembri utopistico, ma sarebbe molto auspicabile che il turismo divenisse un’occasione per una “visita ecclesiale”, un’opportunità per “convivere” con la Chiesa del luogo, un’esperienza di “cattolicità”. A sua volta, la comunità locale dovrà comprendere quali benefici può trarre dal turismo per il suo permanere e la sua crescita. Allo stesso tempo essa dovrà studiare come proteggersi dai danni che il turismo può infliggere alla sua identità culturale, sociale e finanche religiosa.

 

D. – C’è già qualcosa di concreto in atto?

 

R. – Vi sono certo diverse iniziative, la cui diffusione viene affidata ad opuscoli informativi e dépliants. E’ per esempio offerta la celebrazione dell’Eucaristia laddove si riscontra maggiore affluenza turistica, e ciò avviene nei diversi idiomi dei visitatori. Non si trascura di salvaguardare e proteggere i luoghi dove è ancora possibile trascorrere alcuni giorni dedicati alla riflessione o dove si riesce ad avere un contatto più diretto con la popolazione locale. Un servizio importante che le Chiese locali possono offrire è dare l’opportunità di entrare in contatto diretto e più facile con i musulmani, in Paesi dove l’Islam è altresì cultura e vita civile e sociale. Ciò è importante anche perché la convivenza religiosa e culturale con l’islam è una delle maggiori sfide poste ora alle società europee.

 

D. – Verrà forse affrontato il tema dei pellegrinaggi in Terra Santa?

 

R. – Il tema dei pellegrinaggi e della visita ai santuari sarà naturalmente trattato, e quindi si parlerà anche della Terra Santa – avremo infatti con noi altresì il patriarca Sabbah - come pure dialogheremo sui pellegrinaggi agli altri luoghi cristiani di Egitto, Turchia, Giordania, ecc. Penso che sarà un momento importante, questo, per riflettere sul significato dei pellegrinaggi per le Chiese locali, anche per la loro sopravvivenza. In questa linea, il nostro Convegno vuole essere un segno di speranza e di solidarietà, proprio quando nuvole nerissime, foriere di tempesta bellica, incombono sull’Iraq e quindi sull’intero Medio Oriente.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

La prima pagina è scandita, significativamente e suggestivamente, da quattro parole-chiave: Preghiera, Rosario, Digiuno, Pace.

Mercoledì delle Ceneri dell'Anno del Rosario: la giornata di implorazione indetta da Giovanni Paolo II.

Si sottolinea quanto segue: le "armi" di Giovanni Paolo II non si contano, ma si pesano.

Una riflessione di Giorgio Rumi.

Allegato al quotidiano, il tascabile, offerto a tutti i lettori, con il testo della meditazione del Papa all'Angelus del 23 febbraio ed alcuni articoli di commento.

 

Nelle vaticane, nel discorso ai vescovi della Scozia, il Papa ha sottolineato che la formazione del gregge ad una santità pratica e gioiosa deve essere una priorità pastorale.

Il Messaggio del Santo Padre in occasione della "Campagna di Fraternità" in Brasile.

Due pagine comprendenti i Messaggi dei vescovi per la Quaresima e le iniziative, promosse nelle diocesi, in occasione della giornata di digiuno e di preghiera per la pace.

Una pagina sul tema: Chiesa e storia nell'opera del cardinale Walter Kasper.

 

Nelle pagine estere, Iraq: cresce l'attesa alle Nazioni Unite per il rapporto di Blix sul disarmo.

In Medio Oriente le violenze ostacolano i tentativi di dialogo.

Corea del Nord: Pyongyang avvia i preparativi per rimettere in funzione l'impianto per plutonio a Yongbyon.

Onu: un articolo di Mauro Milita sulla conclusione, a Ginevra, dei lavori preparatori del Vertice mondiale di fine anno.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Antonio Braga dal titolo "Il controverso genio del pianista dalle dita di acciaio": a 50 anni dalla morte, è ancora aperto il dibattito per una corretta valutazione dell'arte compositiva di Prokofiev.

Nell'"Osservatore libri", un approfondito contributo di Danilo Veneruso dal titolo "La ricerca di una via d'uscita dalla tragedia della guerra": "Diario del '43. La principessa del Piemonte e la caduta del fascismo" di Guido Gonella.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema del terrorismo. In rilievo la questione dell'immigrazione.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

4 marzo 2003

 

 

TEMPO DI QUARESIMA: DOMANI MERCOLEDI DELLE CENERI

UNITI NEL DIGIUNO E NELLA PREGHIERA PER CHIEDERE LA PACE.

L’INVITO DEL PAPA RACCOGLIE ADESIONI IN TUTTO IL MONDO

- A cura di Roberta Gisotti -

 

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“Pace per il mondo, per l’Iraq e la Terra Santa”: lo chiederemo tutti insieme domani Mercoledì delle Ceneri, giorno che Giovanni Paolo II ci ha chiesto come cattolici, in apertura della Quaresima, di dedicare al digiuno e alla preghiera per scongiurare le crescenti minacce di guerra. “La pace infatti - ha detto il Papa – è dono di Dio da invocare con umile e insistente fiducia. Senza arrendersi dinanzi alle difficoltà”. Per questo “occorre ricercare e percorrere – ci ha spronato il Santo Padre - ogni strada possibile per evitare la guerra, che sempre porta con sé lutti e gravi conseguenze per tutti”.

 

E alla vigilia di questo importante appuntamento si allarga il fronte delle adesioni, non solo nel mondo cattolico e cristiano, ma anche nell’ambito di altre religioni, tra cui quella musulmana, oltre che in ambienti laici, politici, sindacali dell’associazionismo, delle istituzioni dello Stato, perfino di personalità non credenti. Non certo un’occasione per mettersi in mostra, o da sfruttare in chiave politica o ideologica quanto piuttosto – come ha sottolineato Giovanni Paolo II – una pratica penitenziale: digiuno e preghiera dunque a significare “un più profondo sforzo spirituale, la conversione cioè del cuore con la ferma decisione di staccarsi dal male e dal peccato”.

 

Ascoltiamo in proposito la testimonianza di un noto un esponente del mondo della cultura, il prof. Massimo Cacciari, al microfono di Fabio Colangrande del Programma “One-O-Five Live” della nostra Radio.

 

R. – E’ una visione molto convinta, molto ferma: il digiuno, al di là dei suoi significati anche specificatamente religiosi, è un appello a cambiare mente, a cambiare cuore, a vedere secondo una diversa prospettiva le cose che ci accadono, a volerci intervenire più fattivamente. Ed io penso davvero che se vogliamo costruire la pace, oggi, e non soltanto mantenere la pace per noi, o quello che chiamiamo pace per noi, cioè per un quinto, un sesto dell’umanità, è necessario davvero affrontare i problemi di questo Pianeta secondo un’ottica completamente diversa. E questo penso che sia anche il significato, alla fine, dell’impegno straordinario del Papa per la pace in Iraq. Penso che il dramma che tutti viviamo e che il Papa esprime, sia questo: questa guerra può mettere la pietra tombale ad ogni possibilità di intesa, di accordo, di pace vera con altre civiltà, altri popoli; questa guerra può davvero dare inizio al cosiddetto scontro di civiltà. Allora, questo chiaramente impegna credenti e non-credenti, impegna davvero tutti gli uomini di buona volontà.

 

D. – Quale le sembra che sia il dialogo che c’è tra questo Papa e il mondo “dei potenti”?

 

R. – E’ già importantissimo, qualunque cosa avvenga, che il Papa abbia parlato così e così chiaramente in questa occasione, perché comunque da lì occorrerà ripartire, anche se la tragedia dovesse accadere. Da lì bisognerà ripartire, proprio da quelle parole, per tentare di riallacciare un rapporto, una relazione, un dialogo. E tuttavia, devo dirle che sono certo che rimarrà inascoltato. Ciò non toglie niente al valore straordinario di testimonianza di questa fatica, di questa croce che il Papa sta portando, io ritengo, per tutti noi, credenti e non-credenti. E tuttavia, credo che oggi le cose siano messe in modo tale per cui la guerra risulterà inevitabile, e però – ripeto – si tratterà di ripartire, malgrado tutto, nonostante tutto, sperando contro ogni speranza ... Il Papa oggi sta proprio sperando contro ogni speranza!

 

D. – Questo intreccio, anche, ecumenico tra credenti di diverse fedi, tra non-credenti e credenti: che cosa significa?

 

R. – Significa che ormai è evidente che dobbiamo costruire e pensare un nuovo ordine mondiale. Occorre pensare una grande riforma delle Nazioni Unite; è impossibile pensare ad un ordine mondiale monocratico come ordine imperiale unico, perché pensarlo così significa pensare una guerra infinita, non le guerre tradizionali, certo, ma questa situazione di incertezza, di inquietudine, di angoscia che dall’11 settembre di due anni fa, e anche prima, ci tormenta ... Quindi, questa consapevolezza sta crescendo, le parole del Papa aiutano a crescere, i movimenti così articolati e non violenti che caratterizzano questo periodo ne sono testimonianza; il formarsi di questa opinione pubblica e la parola così autorevole del Papa fanno sperare che non sia come dicevo prima la pietra tombale ad ogni dialogo e l’inizio di uno scontro tra civiltà.

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“I DONI DELLO SPIRITO SANTO”. E’ QUESTO IL TEMA DI RADIO QURESIMA,

LA TRASMISSIONE DEL PROGRAMMA ORIZZONTI CRISTIANI DELLA NOSTRA EMITTENTE, IN ONDA DA OGGI AL 13 APRILE

- Intervista con Marco Cardinali -

 

Alle 24 di questa notte e con replica alle ore 7.20 di domani mattina andrà in onda la I° conversazione dal titolo “I doni dello Spirito Santo”. E’ la prima delle due parti che compongono Radio Quaresima, la trasmissione offerta agli ascoltatori dal programma Orizzonti Cristiani. Per saperne di più ascoltiamo Marco Cardinali, redattore di Orizzonti Cristiani, al microfono di Amedeo Lomonaco.

 

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D. –  … da qualche tempo l’ impegno della RadioQuaresima si è raddoppiato …

 

R. – Direi che è come una superstrada, a doppia corsia. Si è inaugurata nel 2000, per il Grande Giubileo, e doveva essere soltanto per quell’ anno, si è dimostrata, invece, una innovazione molto apprezzata e seguita da innumerevoli ascoltatori, e quindi con Franca Salerno, responsabile di Orizzonti Cristiani, abbiamo deciso di mantenerla, anche se ha comportato un notevole impegno redazionale.

 

D. – … allora, veniamo alla prima corsia:

 

R. – Affronta il tema del Testamento di Gesù, primo di una trilogia che comprende la Passione e la Risurrezione, trilogia che ebbe un successo veramente fuori dall’ ordinario, per questo si è pensato di riproporlo quest’ anno da Rosario Tronnolone in una accuratissima riedizione…D’ altra parte, è un tema sempre attuale, come scrisse padre Giovanni Giorgianni, di venerata memoria, nella prefazione all’ omonimo libro, pubblicato dalla Rogate nel 1985: Le pagine che chiamiamo “Il testamento di Gesù” hanno sfumature proprie dell’ addio di un padre, di un padre che ci ama, colme più che mai di tenerezza, di dolore, ma anche di fiducia e di gioia … La competenza degli autori che con dottrina e spiritualità hanno commentato il testo sacro è una garanzia perché questa quasi enciclopedia evangelica costituisca fonte di riflessione e aiuto alla preghiera per ogni cristiano e per ogni uomo.”

 

D. – E per quanto riguarda l’ appuntamento della mezzanotte e della replica alle 7.20 della mattina …

 

R. – E’ il secondo,  anche questo di una trilogia iniziata l’ anno scorso con “Le opere di Misericordia”, ed ha per tema “I doni dello Spirito Santo”. Padre Vito Magno, che ha elaborato entrambi i temi (sia questo dello Spirito Santo sia il Testamento di Gesù), osserva che “per i cristiani è abbastanza insolito invocare lo Spirito Santo, anche se nella Liturgia vi sono tante preghiere e Giovanni Paolo II lo ha fatto tema di un intero anno di preparazione al Giubileo del 2000. Ecco, queste riflessioni, si propongono come un contributo anche in questo campo, così che la nostra vita sia veramente “una vita nello Spirito”. Le ottanta conversazioni (40 e 40) si avvalgono della collaborazione di 30 esperti, sia religiosi che laici, delle varie discipline.

 

D. – Hai detto una strada a doppia corsia. Vi è una differenza tra l’ una e l’ altra?

 

R. – Non nel fine: che è quello di invitare gli ascoltatori a fermarsi e a riflettere con noi sulla Parola che salva, ma nella forma sì. Moltissimo. Il Testamento di Gesù, in onda alle 14.30/17.30/23.00, dura circa 20minuti, si avvale della collaborazione di Attori professionisti ed ha un taglio telogico-pastorale; ha come Sigla un Andante di Gaetano Donizetti. “I doni dello Spirito Santo”, in onda alla mezzanotte e replica alle 7.20 della mattina, dura soltanto 9 minuti è condotto da una sola voce, nello specifico è quella di Franca Salerno, responsabile di Orizzonti Cristiani, ed ha un taglio squisitamente formativo-spirituale. La Sigla è tratta dal CD delle Paoline Edizioni Audiovisivi “Fonte della Luce”, è un canto composto dal Maestro Giuseppe Liberto, dedicato proprio allo Spirito Santo. Queste 40 meditazioni sul tema dello Spirito Santo, sono raccolte in un volume omonimo pubblicato dall’ Editrice Rogate ed è gia presente in tutte le librerie cattoliche, quale ulteriore strumento offerto a quanti vorranno intraprendere con noi questo cammino quaresimale, che dedichiamo in particolare per impetrare la pace in ogni parte del mondo. Ricordiamo che, quest’anno, gli ascoltatori possono seguirci, oltre che sulle ordinarie frequenze anche sul Sito Internet www.radiovaticana.va. E come sempre restiamo in attesa delle opinioni degli ascoltatori.

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CHIESA E SOCIETA’

4 marzo 2003

 

 

L’ATTUALITA’ DELLA “PACEM IN TERRIS” DI GIOVANNI XXIII,

A QUARANT’ANNI DALLA SUA PROMULGAZIONE, SOTTOLINEATA DAL PRESIDENTE

 DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE,

ARCIVESCOVO RENATO RAFFAELE MARTINO,

ALL’UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE DI MILANO

- A cura di Paolo Scappucci -

 

ROMA. = Nell’incombente pericolo di una nuova guerra nel Golfo, di straordinaria attualità si rivela l’insegnamento della Enciclica Pacem in Terris, promulgata da Giovanni XXIII quarant’anni fa, in un momento storico non dissimile da quello attuale quando l’umanità si trovava, anche allora, sull’orlo di una conflagrazione spaventosa per la crisi dei missili a Cuba. Lo ha affermato stamani il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, arcivescovo Renato Raffaele Martino, parlando su tale tema all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. La promulgazione della Pacem in Terris – ha detto mons. Martino – ebbe nel 1963 l’effetto di una liberazione da un incubo minacciosamente incombente; la sua rivisitazione, in un frangente storico cruciale come il nostro, può produrre un altrettanto benefico sussulto. L’Enciclica di Giovanni XXIII, infatti, conserva intatto il suo valore profetico e pedagogico, che le deriva fondamentalmente dalla capacità di interpretare le esigenze profonde dello spirito umano e di fare appello alle energie migliori dei popoli. Additando profeticamente in un clima di paura le ragioni della speranza, l’Enciclica giovannea sottolineò con incomparabile chiarezza che la pace non è mera assenza di guerra, non è semplice disarmo nucleare, ma anzitutto costruzione di un nuovo ordine sociale sui quattro pilastri della verità, della libertà, della giustizia e dell’amore. Essa non si consegue regolando i rapporti umani con la violenza, ma riconoscendo e sviluppando l’ordine morale, di cui si trovano tracce in ogni coscienza. Dopo aver esposto alcune riflessioni su temi particolarmente attuali, come le condizioni del nuovo umanesimo, la questione dell’autorità e della democrazia, il bene comune universale e gli assetti internazionali, l’arcivescovo Martino ha concluso affermando che la Pacem in Terris è un patrimonio dal quale si possono trarre valide prospettive etico culturali per i problemi della convivenza, anche in epoca di globalizzazione.

 

 

PRESENTATA OGGI ALLA CAMERA DEI COMUNI DI LONDRA,

“CARITAS – SOCIAL ACTION”,

LA NUOVA AGENZIA PER GLI AIUTI ALLE PERSONE POVERE

DELLA CHIESA CATTOLICA INGLESE E GALLESE

 

LONDRA. = La Conferenza episcopale dei vescovi cattolici inglesi e gallesi presenta oggi alla Camera dei comuni la nuova agenzia per gli aiuti alle persone povere, “Caritas - social action”. L'iniziativa nasce da un progetto dell’arcivescovo di Westminster, il cardinale Cormac Murphy-O'Connor. “In una società segnata dalla divisione tra ricchi e poveri, privilegiati ed esclusi - ha spiegato il porporato - Caritas-social action vuole rafforzare il Vangelo attualizzando il comandamento dell'amore”. La direzione della nuova agenzia è stata affidata a Sarah Lindsell. “Dopo una lunga consultazione con altri gruppi e organismi cattolici dediti al volontariato sociale e alla giustizia - ha commentato la direttrice - abbiamo ritenuto necessario avere una presenza a livello nazionale. Lo sviluppo dell'agenzia sta nell'impegno di tutti. Il contributo di ogni cattolico insieme a quello di organismi e movimenti rappresentano una grande risorsa per lo sviluppo della società". Nel Regno Unito la Chiesa cattolica impiega circa 2000 persone nella cura delle classi deboli, aiutate da circa 35 mila volontari. (M.A.)

 

 

NELLE FILIPPINE L’ARCIVESCOVO OSCAR CRUZ HA LANCIATO UNA CAMPAGNA

CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO. ALL’INIZIATIVA ADERISCONO ANCHE POLITICI,

RAPPRESENTANTI DEI MEDIA E ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE

 

MANILA. = Nelle Filippine è stata lanciata una campagna contro il jueteng, la più nota lotteria popolare clandestina. La crociata contro il gioco d’azzardo è stata promossa dall’arcivescovo della diocesi di Lingayen-Dagupan, mons. Oscar Cruz. All’iniziativa hanno aderito anche politici, esponenti dei media ed organizzazioni non governative. La crociata contro la cosiddetta “lotteria dei poveri” si fonda su un “Catechismo delle scommesse” perché – come spiega lo stesso presule – “il jueteng è da considerarsi immorale”. “In questo modo – ha affermato il l’arcivescovo - il denaro guadagnato con fatica per il sostentamento proprio e della famiglia viene inutilmente sprecato”. “Le scommesse – ha aggiunto mons. Oscar Cruz - sono di piccola entità ma, essendo ripetute, provocano alla fine la perdita di some elevate". Il jueteng è giocato soprattutto dai poveri, che sperano così di uscire dalla miseria e dalla precarietà. Una minima parte delle somme raccolte è destinata al montepremi ed il resto è intascato dagli organizzatori, che a loro volta pagano i funzionari governativi per il loro silenzio. È stato proprio questo giro di scommesse clandestine ad incastrare l’ex presidente delle Filippine Joseph Estrada, destituito il 20 gennaio 2001 a seguito di una protesta popolare. Accusato di aver incassato “bustarelle” mensili affinché chiudesse un occhio sulla gestione del jueteng, Estrada si è visto attaccare dall’opposizione attraverso una procedura di impeachment. Due mesi dopo, a seguito di una protesta popolare guidata dalla Chiesa filippina, ha lasciato l’incarico ed è stato sostituito dall’attuale capo di Stato, Gloria Macapagal Arroyo. (A.L.)

 

 

TRA GUERRA E DIFFICOLTÀ ECONOMICHE CRESCE IL CINEMA AFRICANO.

QUESTE LE RIFLESSIONI DELLA 18.MA EDIZIONE DEL FESTIVAL PANAFRICANO DEL CINEMA

E DELLA TELEVISIONE, CONCLUSOSI IN BURKINA FASO LA SCORSA SETTIMANA

 

OUGADOUGOU. = Si è conclusa, durante lo scorso fine settimana a Ougadougou, in Burkina Faso, la 18.ma edizione del Festival panafricano del cinema e della televisione (Festpaco), la più importante rassegna di questo genere in Africa. La manifestazione, iniziata il 22 febbraio, ha contribuito ad approfondire alcuni aspetti del cinema africano che è riuscito a farsi apprezzare anche fuori dal continente, nonostante ancora non sia pienamente autonomo. Infatti, senza le sovvenzioni della Comunità Europea, della Francia e di varie organizzazioni pubbliche e private dei due continenti, la settima arte, nel continente africano, languirebbe quasi ovunque. I budget che i singoli Paesi mettono a disposizione per la produzione di film sono esigui e l’ottanta per cento dei fondi per il cinema africano arriva dall’estero. L’importanza di sostenere il cinema africano era stata sottolineata nel 2001 dal segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, in un messaggio agli organizzatori del festival. "Informando oltre che educando il vostro pubblico - aveva detto Annan - voi potete aiutarci a mobilitare le risorse e le energie necessarie a raggiungere obiettivi vitali per il futuro del continente. Mettendo le vostre cineprese al servizio della gente, voi potete soffiare vita nella visione di un’Africa in movimento verso i traguardi del millennio e verso tempi di pace e di benessere". Una riflessione amara è stata dedicata alla guerra che per molti Paesi del continente è una tragica realtà: in particolare, a Ougadougou, è stata avvertita l’assenza di opere provenienti dalla vicina Costa d’Avorio, da ottobre sconvolta dalla guerra civile. (M.A)

 

 

UNA VITA SPESA TRA GLI INDIOS QUELLA DI PADRE ANTONIO BRESCIANI, MISSIONARIO SALESIANO,

MORTO A QUITO, IN ECUADOR NEL 1997, A SOLI 56 ANNI.

LO RICORDA UN VOLUME PRESENTATO IERI PRESSO LA SEDE DELLA RADIO VATICANA

- A cura di Ignazio Ingrao -

 

ROMA. = Si intitola “Nel nome del cielo”, il libro di Gian Mario Andrico  che ripercorre l’esperienza di padre Bresciani tra le comunità campesine ecuadoregne, dove l’80% della popolazione vive con meno di due dollari al giorno. A padre Tone, così era chiamato affettuosamente padre Antonio Bresciani, va il merito di un’iniziativa di alto valore culturale per gli indios: la traduzione della Bibbia in lingua “quetchua”, l’idioma locale. “La traduzione della Bibbia nella lingua degli indios ci fa comprendere cosa occorre veramente perché la missione sia autentica”, ha commentato il vescovo di Viterbo, mons. Lorenzo Chiarinelli intervenuto ieri alla presentazione del volume. “Per dare una casa a Cristo in ogni cultura – ha spiegato Chiarinelli - occorre che i missionari mettano casa in quella cultura”, come ha fatto padre Tone. Ma la figura di questo missionario salesiano è anche legata a numerose iniziative di solidarietà, come la partecipazione e il sostegno all’Operazione Mato Grosso, per l’organizzazione di campi e spedizioni di volontari tra gli indios. Alla testimonianza di padre Bresciani si ispira infine un’iniziativa promossa dalle banche di credito cooperativo italiane. Il progetto si chiama Codesarrollo e si propone di far sviluppare una “microfinanza” a favore dei campesinos. Appoggiandosi su centinaia di casse rurali locali si offrono microcrediti per piccole iniziative imprenditoriali e cooperative. Dall’avvio del progetto, nel 2001, fino ad oggi sono state oltre 60 mila le famiglie campesine che hanno beneficiato del finanziamento. 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

4 marzo 2003

 

 

- A cura di Giancarlo La Vella -

 

Il punto sulla crisi irachena. Secondo fonti di Baghdad, un attacco anglo-americano a Bassora, nel sud dell’Iraq, ha provocato ieri sei morti e quindici feriti. Pur non confermando il bilancio, gli Stati Uniti hanno ammesso di aver intensificato i raid nella zona interdetta al volo, ufficialmente per colpire armi che potrebbero essere utilizzate contro i soldati americani. Ma, intanto, il disarmo iracheno sembra proseguire, come ci riferisce Paolo Mastrolilli:

 

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Altri missili Al Samoud 2 sono stati distrutti dagli iracheni che hanno promesso anche di presentare nel giro di una settimana un nuovo rapporto sull’eliminazione di armi chimiche e biologiche, come il Gas VX e l’antrace. Gli Al Samoud vengono eliminati per rispettare l’ordine venuto dal capo degli ispettori Onu, Hans Blix, e il rapporto dovrebbe indicare, almeno in parte, i luoghi e i metodi della distruzione di agenti chimici biologici, che Baghdad sostiene di aver completato in passato. La Casa Bianca però resta ferma sulla sua linea, chiedendo il disarmo completo e immediato e continua le pressioni per ottenere il passaggio della nuova risoluzione Onu, che potrebbe aprire la porta all’intervento militare. Il presidente francese Chirac ha ribadito di essere contrario alla guerra, perché i risultati degli ultimi giorni confermano l’efficacia delle ispezioni e la possibilità di risolvere la crisi in maniera pacifica. Ma il Pentagono ha mosso un’altra portaerei verso il Golfo Persico, mentre i caccia sono tornati a colpire sulla no fly zone nel sud del Paese.

 

Da Washington, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Continuano, dunque, i preparativi americani al conflitto. Gli Stati Uniti hanno deciso di schierare altri 60.000 soldati nel Golfo Persico. E’ quanto ha rivelato un funzionario della Difesa americano alla Bbc on line. Il Pentagono ha comunicato ieri che il “no” del parlamento turco alle truppe Usa di usare le proprie basi militari potrebbe far slittare di almeno una settimana la data di un attacco militare contro l'Iraq. Alla decisione di Ankara, inoltre, Washington ha risposto con il ritiro dell’aiuto di sei milioni di dollari precedentemente accordato alla Turchia. Nella questione è intervenuta la Grecia, che ha appoggiato la posizione turca, affermando che la decisione di Ankara aumenta le possibilità di una soluzione pacifica della crisi. E, a fronte del rifiuto turco, si registra invece la posizione dell’Albania che ha messo a disposizione della Nato le sue basi aeree e navali. “Il Parlamento autorizza il governo a mettere a disposizione dell'Alleanza atlantica il suo spazio navale, aereo e terrestre in caso di attacco contro l’Iraq - si legge nella risoluzione adottata ieri all'unanimità dall'assemblea di Tirana – e a sostenere tutti gli sforzi contro il regime di Saddam Hussein, che continua a rappresentare un pericolo potenziale per la pace e la sicurezza”.

 

Torna la violenza nelle Filippine. Alcune violente esplosioni si sono verificate oggi all'aeroporto della città di Davao nel sud del Paese, provocando circa 20 morti e altrettanti feriti, secondo quanto riferito da fonti militari locali. Ce ne parla Andrea Sarubbi:

 

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Secondo le prime ricostruzioni, degli attentati, il primo ordigno è esploso nella zona di attesa davanti agli arrivi internazionali. Poco dopo la bomba all'aeroporto, ci sono state altre due esplosioni, sempre a Davao, una delle quali in una stazione degli autobus. L’Ambasciata statunitense a Manila ha reso noto che tra i feriti vi sono anche 4 cittadini americani. Lo scalo aeroportuale di Davao è il più importante dell'isola di Mindanao: al momento dell'esplosione almeno 80 persone, si trovavano nella sala di attesa degli arrivi. A Mindanao le forze governative da diversi anni sono impegnate in combattimenti contro i separatisti islamici. Proprio oggi l'esercito ha comunicato che 14 guerriglieri sono rimasti uccisi in scontri con i militari negli ultimi giorni. Sempre oggi l'isola è stata colpita da un black out, il secondo in una settimana, che si sospetta possa essere stato provocato dai ribelli.

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Nella crisi israelo-palestinese si registrano alcuni timidi segnali di ammorbidimento. Negli ultimi mesi piccole comitive di israeliani hanno potuto tornare a visitare la Spianata delle Moschee a Gerusalemme, luogo che era rimasto precluso loro fin dal settembre 2000, dopo la controversa “passeggiata” di Ariel Sharon, allora capo della opposizione nazionalista al governo laburista di Ehud Barak. Da quel giorno - ricordiamo - prese le prime mosse la nuova Intifada. Ma, intanto, cresce la tensione dopo l’uccisione, da parte dei militari israeliani, di nove palestinesi nella giornata di ieri: uno a Nablus e ben otto in due campi profughi della striscia di Gaza. Ce ne parla Graziano Motta:

 

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All’operazione hanno preso parte una quarantina di carri armati e reparti di fanteria, che hanno compiuto numerosi arresti, tra cui quello di un esponente di primo piano del movimento fondamentalista Hamas, incontrando tuttavia una forte resistenza, testimoniata da molti feriti. Per reazione guerriglieri hanno lanciato dalla Striscia di Gaza razzi Qassam sulla cittadina israeliana di Sderot. Forti tensioni pure a Nablus, capoluogo della Samaria, ove soldati compiono perquisizioni e arresti. Queste cruenti operazioni militari tendono, secondo il ministro palestinese Saeb Erekat, a far fallire la riunione di sabato prossimo del Comitato esecutivo dell’Olp e del Consiglio legislativo autonomo per l’approvazione del progetto di costituzione e la nomina di un primo ministro. Israele ha assicurato che impedirà di raggiungere Ramallah solo a quei deputati palestinesi sospettati di imprese militari ostili.

 

Per la Radio Vaticana, Graziano Motta.

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La tensione sale tra Stati Uniti e Corea del Nord. Ieri sul mar del Giappone si è rischiato il duello aereo tra un velivolo spia americano e quattro Mig nordcoreani. Sono iniziate, intanto, le esercitazioni congiunte tra americani e sudcoreani, che Pyongyang ha definito pericolosi giochi di guerra in preparazione ad un’imminente invasione. Il servizio di Chiaretta Zucconi:

 

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Un incidente annunciato, dal momento che già la scorsa settimana l’agenzia di stampa nord coreana Kcna aveva denunciato le intrusioni ripetutesi con frequenza quasi giornaliera da aerei spia americani sui cieli della Nord Corea, a partire dal 21 febbraio scorso. E mentre Seul minimizza nel tentativo di calmare le acque e non portare ad un punto di non ritorno una crisi che va avanti ormai da ottobre, a Tokyo c’è grande agitazione da quando Washington ha reso noto che la Corea del Nord avrebbe avviato i preparativi per rimettere in funzione l’impianto di riprocessamento del combustibile spento del suo reattore nucleare di Yongbyong, riattivato la settimana scorsa. L’impianto consentirebbe di produrre in un anno plutonio sufficiente per costruire dalle sei alle otto bombe atomiche. La soluzione diplomatica della crisi diventa sempre più difficile e il governo giapponese risponderà con sanzioni economiche alle provocazioni nordcoreane.

 

Per Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi.

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Nelle trattative per riportare in Ulster il governo di riconciliazione tra unionisti e repubblicani non si è ancora raggiunto un accordo finale. I primi ministri britannico ed irlandese Tony Blair e Bertie Ahern, riuniti a colloquio a Belfast, hanno sottoposto ai partecipanti all'accordo del Venerdì Santo del 1998 una bozza di dichiarazione congiunta sul futuro dell'Irlanda del nord. Il documento è stato consegnato ai rappresentanti di unionisti e repubblicani, nella prima giornata di colloqui voluti per far ripartire il processo di pace e reinsediare governo e parlamento locali in tempo per le elezioni di maggio.

 

Primo interrogatorio a Firenze, nel carcere di Sollicciano, per Desdemona Lioce, la brigatista rossa arrestata domenica scorsa dopo la sparatoria sul treno Roma - Firenze nella quale ha perso la vita l’agente della Polfer, Emanuele Petri. Alcune ore dopo il conflitto a fuoco è morto anche il terrorista Mario Galesi. La Lioce si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

 

In Nigeria, più di 80 persone vengono date per disperse tre giorni dopo il naufragio di un battello sul fiume Niger, nel nord del Paese. L’imbarcazione, che trasportava centinaia di persone, è finita su una roccia ed è affondata. Cinque i sopravvissuti, mentre le autorità stanno coordinando le operazioni di recupero dei corpi senza vita.             

 

 

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