RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 25 - Testo della Trasmissione di sabato 25 gennaio 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Siate in Cristo “luce del mondo” e “buona notizia” per il terzo millennio. E’ il messaggio del Papa, in collegamento televisivo con Manila, per il IV Incontro Mondiale delle Famiglie

 

 Giovanni Paolo II oggi pomeriggio nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, per la celebrazione dei Vespri a conclusione della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Domani, 50.ma Giornata Mondiale dei malati di lebbra: con noi, un apostolo dei lebbrosi in India, padre Carlo Torrioni

 

 Pubblicato in un volume il carteggio privato tra il giovane sacerdote Karol Wojtyla e il suo amico filosofo Stefan Swiezawski: ce ne parla il teologo polacco don Janusz Krolikowski

 

Guerra o diplomazia? Sull’ipotesi di attacco in Iraq, posizioni diverse nella Nato e in Europa: intervista con Federico Eichberg.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il presidente dei vescovi d’Europa, Amedée Grab, al vertice economico di Davos: più impegno per globalizzare le opportunità

 

Il centenario della morte di Leone XIII aperto dal cardinale Kasper a Perugia.

 

Accordo tra Nestlé e governo dell’Etiopia: la multinazionale alimentare rinuncia al risarcimento chiesto per l’espropriazione di una sua azienda, al Paese africano afflitto da una tremenda carestia

 

Simposio del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace sul tema: “La Convenzione europea e le radici cristiane dell’Europa, dall’est all’ovest”

 

Avviata a Firenze l’attività del nuovo organismo comunitario sulla condizione dei bambini in Europa.

 

24 ORE NEL MONDO:

A due giorni dall’audizione all’Onu degli ispettori sul disarmo iracheno, gli Stati Uniti avvertono i cittadini all'estero ad essere pronti ad evacuazioni improvvise

 

 Mentre nei Territori proseguono le violenze, l’Egitto tenta di convincere gli estremisti palestinesi ad abbandonare il terrorismo, Intanto Israele si prepara alle elezioni legislative

 

 Un impegno a non abbandonare le idee che ha portato avanti tutta una vita. Questo il senso dell’intervento del neo presidente brasiliano Lula da Silva davanti ai 100.000 del 3° Forum sociale mondiale di Porto Alegre.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

25 gennaio 2003

 

 

 

LE FAMIGLIE CRISTIANE , “BUONA NOVELLA PER IL TERZO MILLENNIO”.

DAL VATICANO, IN COLLEGAMENTO VIDEO CON MANILA,

IL PAPA HA RIVOLTO UN MESSAGGIO DI SALUTO AI 350 MILA PARTECIPANTI

AL QUARTO INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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Fedele alla propria vocazione, testimone della verità che la riguarda, unita nella preghiera: sono le tre caratteristiche che possono rendere le famiglie cristiane una “buona notizia per il terzo millennio”, “una pagina di Vangelo scritta per il nostro tempo”. Con queste parole, grazie ad uno speciale collegamento televisivo in diretta con le Filippine, Giovanni Paolo II si è rivolto questa mattina alla terminata platea del Luneta Park Manila, dove è in corso da tre giorni il quarto Incontro mondiale delle famiglie, con persone provenienti da 75 Paesi.

 

(musica)

 

Davanti a un maxischermo installato nella Sala Clementina, in Vaticano, il Papa ha dapprima seguito con attenzione lo svolgersi del programma - con musica, danze, testimonianze di padri, madri e figli di ogni parte del pianeta - quindi ha subito esclamato: “Carissime famiglie cristiane: annunciate con gioia al mondo intero il tesoro meraviglioso di cui, come chiese domestiche, siete portatrici!”. Il tesoro, ha detto, è la luce di Cristo, l’amore che scaturisce dal dono reciproco tra i coniugi, dalla loro accoglienza dei figli. Tre sono gli ambiti indicati dal Papa alle famiglie perché esse siano “buona notizia” per il millennio appena iniziato. Anzitutto vivere “con impegno” la vocazione al matrimonio. Un sacramento, ha osservato il Pontefice, “che vi rende capaci di amare”:

 

“STAND FIRM IN THE ONE CONVICTION ...

Rimanete sempre ancorati a questa certezza, la sola che può dare senso, forza e gioia alla vostra vita: l'amore di Cristo non si allontanerà mai da voi, non verrà mai meno la sua alleanza di pace con voi”.

 

“Nel vostro cammino non siete soli”, ha ripetuto ancora Giovanni Paolo II, pur riconoscendo le difficoltà quotidiane della vita domestica, che possono manifestarsi sotto forma di insidie, tensioni, sofferenza, stanchezza. Le famiglie cristiane - ed ecco il secondo ambito - possono e devono essere testimoni convinti e coerenti della “verità sulla famiglia”. Essa, ha soggiunto il Papa, “è patrimonio dell’umanità, è un bene grande e sommamente apprezzabile, necessario per la vita, lo sviluppo e il futuro dei popoli”:

 

“I URGE YOU, DEAR CHRISTIAN FAMILIES ...

Raccomando a voi, care famiglie cristiane, di testimoniare con la vita di ogni giorno che, pur tra tante difficoltà ed ostacoli, è possibile vivere in pienezza il matrimonio come esperienza colma di senso e come “buona notizia” per gli uomini e le donne del nostro tempo. Siate protagonisti nella Chiesa e nel mondo”.

 

Infine, il terzo ambito, quello della preghiera. Giovanni Paolo II ha definito la preghiera in famiglia “garanzia di unità, in uno stile di vita coerente con la volontà di Dio”. Il Rosario, ha ribadito il Pontefice, è preghiera “della e per la famiglia”, in particolare in questo anno dedicato a questa preghiera mariana. Nell’indicare la città spagnola di Valencia come sede del quinto Incontro mondiale delle famiglie, nel 2006, il Papa ha concluso lasciando alle famiglie una consegna:

 

“WITH GOD’S HELP, MAKE THE GOSPEL ...

Con l’aiuto di Dio, fate del Vangelo la regola fondamentale della vostra famiglia e della vostra famiglia una pagina di Vangelo scritta per il nostro tempo!”

 

(musica)

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Un grande applauso è esploso a Manila, al termine del messaggio di Giovanni Paolo II. Ed allora, per immergerci nel clima di entusiasmo e di festa dell’Incontro mondiale delle famiglie, cediamo la parola a padre Gianfranco Grieco, che si trova nella capitale filippina:

 

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Al Luneta Park di Manila, dove nel 1995 Giovanni Paolo II incontrava oltre 5 milioni di giovani per la Giornata mondiale della gioventù, si è concluso poco fa l’incontro di testimonianze e di festa dei 5 mila delegati giunti da 81 Paesi del mondo per il IV Incontro mondiale delle famiglie, promosso dal Pontificio Consiglio per la famiglia. Via satellite si è stabilito un incontro tra Giovanni Paolo II e le oltre 350 mila persone presenti qui al Luneta Park. Preghiere, canti, testimonianze, musiche e danze, liturgia della luce, accensione del cero pasquale, migliaia e migliaia di lampade accese nella notte di Manila, per testimoniare al mondo la missione della famiglia cristiana all’alba del terzo millennio.

 

Al Papa, hanno espresso i loro sentimenti di riconoscenza i cardinali Alfonso Lopez Trujillo, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia e legato Pontificio, l’arcivescovo di Manila, il cardinale James Sin. Lungo è stato l’applauso dell’Assemblea quando il Papa ha dato l’annuncio del V Incontro mondiale delle famiglie che si terrà a Valencia, in Spagna, nel 2006. Dall’Asia, quindi, all’Europa per rievangelizzare il mondo attraverso la famiglia e con la famiglia.

 

         Da Manila, per la Radio Vaticana, padre Gianfranco Grieco.

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IL PAPA OGGI POMERIGGIO NELLA BASILICA DI  SAN PAOLO FUORI LE MURA,

PER I VESPRI A CONCLUSIONE DELLA SETTIMANA DI PREGHIERA

 PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI

 

Come già annunciato, il Papa lascia oggi pomeriggio il Vaticano e si reca nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, per presiedere la celebrazione dei Vespri, a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

 

Il rito, che avrà inizio alle ore 18.00, consiste esattamente nei Secondi Vespri della Solennità della Conversione di San Paolo, che ricorre oggi, e sarà accompagnato dai canti in gregoriano del Coro della Cappella Sistina. Il Santo Padre pronuncerà l’omelia nel corso della celebrazione, alla quale sono invitati in particolare il clero e i fedeli della diocesi di Roma.

 

Ricordiamo inoltre che la Radio Vaticana trasmetterà la cronaca diretta del rito dalla Basilica di San Paolo, a partire dalle ore 18.00, per la zona di Roma, sulla modulazione di frequenza di 105 MHz e sull’onda media di 585 kHz, con il commento in italiano.

 

 

 

 

RINUNCE E NOMINE IN MESSICO E NIGER. AUSILIARE IN MYANMAR

 

Il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Monterrey, in Messico, presentata dal cardinale Adolfo Antonio Suàrez Rivera, per raggiunti limiti di età. Giovanni Paolo II ha quindi nominato arcivescovo metropolita di Monterrey il presule mons. Francisco Robles Ortega, finora vescovo di Toluca.

 

In Niger, il Pontefice ha accettato la rinuncia al governo pastorale  della diocesi di Niamey, presentata dal vescovo mons. Guy Romano, redentorista, in conformità alla norma canonica relativa a “infermità o altra grave causa”. Come nuovo vescovo di Niamey, il Santo Padre ha nominato il presule francese mons. Michel Christian Cartatéguy, della Società delle Missioni Africane, finora ausiliare della stessa diocesi.

 

In Myanmar, il Papa ha nominato ausiliare della diocesi di Pathein il sacerdote 49enne John Hsane Hgyi, rettore del Seminario maggiore nazionale birmano di Yangon, elevandolo alla dignità vescovile.

 

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Così apre il giornale: “Fate della vostra famiglia una pagina del Vangelo scritta per il nostro tempo!”. In collegamento con Manila, Giovanni Paolo II ha affidato ai partecipanti al IV Incontro mondiale delle Famiglie un’“entusiasmante consegna”. All'interno, il dettagliato resoconto dei diversi momenti del solenne avvenimento.

Preghiera “della” e “per la” famiglia è il titolo del pensiero dedicato all'Anno del Rosario.

Sempre in prima, la tragica notizia della morte di quattro bambini, trucidati in Uganda dai ribelli del “Lra”, che hanno sferrato un attacco ad una missione cattolica.

 

Nelle vaticane, una pagina dedicata alla Settimana di preghiera per l'Unità dei cristiani. In questo contesto, l'approfondito contributo del cardinale Saraiva Martins dal titolo “Ecumenismo, santità e missione”.

L'intervento dell'arcivescovo Julian Herranz alla sessione della Giornata accademica promossa dal Pontificio Consiglio per i Testi legislativi, a vent'anni dalla promulgazione del nuovo Codice di Diritto Canonico.

Una monografica, a cura di Alfredo Marranzini, sul tema:  “8 maggio 1960-1961: un ‘Anno del Rosario’ per l'85 anniversario dell'arrivo a Pompei dell'immagine della Vergine”.

 

Nelle pagine estere, Iraq: si rafforza nella comunità mondiale il no alla “guerra ad ogni costo”.

Medio Oriente: confronto al Cairo tra le fazioni palestinesi per cercare di frenare le violenze.

Venezuela: il “Gruppo dei Paesi amici” ha espresso totale sostegno al piano negoziale dell'ex presidente statunitense e Premio Nobel per la pace, Carter.

 

Nella pagina culturale, un'intervista di Gaetano Vallini al professor Numa Cellini sull'umanizzazione della medicina e sul rapporto medico-paziente. Il titolo all'intervista è: “Passare dall'altra parte della cartella clinica”.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema della giustizia.

Lutto cittadino a Torino per la morte di Giovanni Agnelli.

Fiat: con l'accomandita presieduta dal fratello Umberto, delineato il futuro della famiglia e del gruppo.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

25 gennaio 2003

 

 

 

DOMANI, DOMENICA 26 GENNAIO, E’ LA 50.MA GIORNATA MONDIALE DEI LEBBROSI:

UNA PIAGA ANCORA PERSISTENTE E CHE NON SI RIESCE A DEBELLARE.

CON NOI, UN APOSTOLO DEI LEBBROSI IN INDIA, PADRE CARLO TORRIANI

- Servizio di Giovanni Peduto -

 

 

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La lebbra esiste ancora. Più di un nuovo caso al minuto, dieci milioni di persone ancora segnate dal male: queste le cifre essenziali di una malattia che colpisce le fasce più povere dei Paesi a basso reddito. Esiste una cura efficace ma non si dispone di un vaccino. La lebbra non è vinta, come afferma il dottor Suniil Deepak nel suo messaggio in occasione di questa 50.ma Giornata mondiale dei malati di lebbra. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, nel 1991 i nuovi casi di lebbra diagnosticati nel mondo erano 609 mila; nel 2001, dieci anni dopo, la cifra è salita a 761 mila.

 

Con noi, il padre Carlo Torriani del Pime, che da 33 anni lavora a Bombay, in India:

 

D. – Padre, si può fare qualcosa per debellare definitivamente questo male?

 

R. – Ce lo eravamo proposto, tutte le organizzazioni internazionali, per l’anno Duemila ma, come lei stesso ha detto, non ci siamo riusciti. Riusciamo a curare i lebbrosi, riusciamo a prevenire l’infermità ma purtroppo, non avendo ancora il vaccino, non riusciamo ad interrompere la trasmissione.

 

D. – Lei lavora in India. Qual è la situazione in questo Paese?

 

R. – La situazione è ancora di emergenza, perché su quattro ammalati al mondo tre sono in India e quindi si pone il problema in maniera numerica molto alta.

 

D. – Padre, qual è la psicologia, il rapporto che intercorre tra il malato di lebbra e chi lo aiuta?

 

R. – Generalmente, noi ci mettiamo dalla parte dei benefattori, di coloro che aiutano e senz’altro i malati di lebbra ce ne sono riconoscenti. Ma da parte mia, come sociologo, mi sono sempre chiesto perché i malati di lebbra sono sempre stati rigettati, ed ho scoperto una risposta psicologica che per noi sono l’immagine della morte, e per me è stato, questo, un messaggio di liberazione, perché se non ci conciliamo con la morte mentre siamo in vita, non riusciamo neppure a vivere senza paura.

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PUBBLICATO IN UN LIBRO IL CARTEGGIO PRIVATO

TRA IL GIOVANE KAROL WOJTYLA

E L’AMICO FILOSOFO STEFAN SWIEZAWSKI

 

 

Sono lettere che documentano 50 anni di vita e di storia, da quando Karol Wojtyla era un giovane sacerdote, fino a dopo la sua elezione a Pontefice, quelle pubblicate di recente dalla casa editrice cattolica polacca Biblos. Il volume, 406 pagine dal titolo “Pełny Wymiar” – “Dimensione completa” –  contiene il carteggio privato tra il futuro Papa e il suo carissimo amico filosofo, Stefan Swiezawski, oggi 95.enne, ma anche la corrispondenza tra quest’ultimo e altri due sacerdoti. Uno di essi, Tadeusz Federowicz, ora scomparso, era stato a lungo guida spirituale del Papa. Ascoltiamo, al microfono di Adriana Masotti, il teologo polacco, don Janusz Krolikowski.

 

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R. – Questo libro, in un certo senso possiamo dire che è una testimonianza del dialogo. Un dialogo a tre livelli: con il mondo intorno, per capire il mondo e trovare in questo mondo la strada della fede, della Chiesa, della vita personale ... Si nota una profonda preoccupazione per la capacità del discernimento di ‘sentire’ con il mondo. La seconda dimensione è il dialogo con la Chiesa. L’oggetto di interesse di tutte le persone che scrivono, è proprio la Chiesa: come sentire la Chiesa e come aprire la strada verso la Chiesa nel mondo di oggi. Questo secondo aspetto è, per così dire, più importante soprattutto quando uno di questi autori – cioè Karol Wojtyla – diventa Pontefice. Poi, ci sono anche momenti personali: possiamo dire che in quelle lettere si riflette, in un certo senso, il dialogo che ognuno porta a compimento, soprattutto con se stesso. Quindi, abbiamo quello che è stato espresso nel titolo del libro: “La piena dimensione”, la piena dimensione del dialogo.

 

D. – In alcune lettere del prof. ... a Giovanni Paolo II troviamo alcune critiche nei riguardi della Chiesa polacca. Il professore scrive: “Più vado avanti negli anni, più amo la Chiesa ma anche più divengo anti-clericale”. E il Papa sembra condividere questo atteggiamento. Lei che ne dice?

 

R. – E’ un’affermazione un po’ forte, direi. Il Papa presenta la sua preoccupazione per la ricezione del Concilio Vaticano II in Polonia. Il Papa vede molto bene quello che è stato fatto, anche se nel dialogo con il professor Swiezawski accetta quei punti critici che gli presenta il professore, come mancanze della Chiesa in Polonia. Ad esempio, uno scarso coinvolgimento dei laici, o la Chiesa poco aperta al dialogo con i laici, la Chiesa che non sempre si preoccupa di mettere in atto la riforma liturgica: non è – forse – una critica, ma comunque una forte preoccupazione per la Chiesa nel momento attuale.

 

D. – C’è in questo volume qualche elemento inedito della vita e della persona del Papa?

 

R. – Punti poco conosciuti sono forse le relazioni personali, perché da quelle lettere riceviamo un’immagine del Papa come un uomo umanissimo: vediamo l’uomo che vive l’amicizia, che ricorda la famiglia, che gli sono cari ricordi riguardanti il passato ... questa forte condivisione della vita delle persone: come si sente la moglie del professore, i suoi figli, i suoi nipoti ... vediamo questo sentimento profondo di amicizia. Eventi straordinari non ne troviamo, forse tranne quello per cui prima dell’elezione di Karol Wojtyla a vescovo di Roma, il professor Swiezawski gli aveva comunicato la sua convinzione secondo cui sarebbe stato eletto Papa.

 

D. – Professor Krolikowski, cosa vuole mettere in evidenza ancora di questa raccolta di lettere private?

 

R. – Quello che – almeno per me – è molto importante in questo libro è proprio l’attenzione del Papa alla voce degli altri; si vede che lui ascolta profondamente quello che gli dicono gli altri. La discussione con il professor Swiezawski come si manifesta da queste lettere la troviamo ad esempio espressa nell’enciclica “Fides et Ratio”.

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GUERRA O DIPLOMAZIA?

SULL’ATTACCO ALL’IRAQ DIVERSE LE POSIZIONI

ALL’INTERNO DELLA NATO E DELL’EUROPA

- Intervista con Federico Eichberg -

 

 

Mentre gli Stati Uniti continuano i preparativi per l’attacco all’Iraq, nel resto della comunità internazionale ferve il dibattito sull’atteggiamento da avere nella crisi irachena. All’interno della Nato, la Gran Bretagna conferma il suo ruolo di tradizionale alleato di Washington, mentre Francia e Germania si affidano a nuovi tentativi diplomatici per evitare una nuova guerra nel Golfo. Altri Paesi, come Italia e Spagna, dichiarano il proprio appoggio all’intervento americano, ma sottoponendolo alla decisione preventiva dell’Onu e dei rispettivi parlamenti; posizioni, queste, che si riflettono nei rapporti all’interno dell’Unione Europea. Ma si può parlare effettivamente di spaccatura tra gli alleati occidentali? Giancarlo La Vella ne ha parlato con Federico Eichberg, ricercatore del Centro Militare di Studi Strategici:

 

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R. – Anche i Paesi che hanno dimostrato maggiore vicinanza alle posizioni statunitensi non si sono, comunque, finora espressi in maniera precisa sull’ipotesi di attacco senza una risoluzione delle Nazioni Unite. Questo rimane ancora oggi lo spartiacque vero tra favorevoli e contrari; nel senso che si attende la conclusione dell’itinerario e dei tempi previsti dalle Nazioni Unite. A quel punto, forse, si potrà parlare eventualmente di una spaccatura.

 

D. – Si può parlare di divisione anche all’interno dell’Europa?

 

R. – Il ruolo assunto da Francia e Germania è sicuramente un duro colpo alla voce unica europea; ma era già successo nel ’98, quando la Gran Bretagna decise di appoggiare il bombardamento all’Iraq, anche in quell’occasione senza ascoltare gli alleati europei. Sicuramente questo significa che da parte europea si cerca di rispondere ad una minaccia potenziale, non secondo la dottrina della guerra preventiva, ma secondo la dottrina tradizionale della proporzionalità alla minaccia e all’offesa. E’ difficile individuare il principio di proporzionalità nel momento in cui una minaccia è solo potenziale; il principio della proporzionalità si applica ad un’offesa concreta. Allora, affrontare una minaccia come quella irachena con i metodi della cosiddetta hard security statunitensi, contraddice questo principio della proporzionalità, mentre gli europei sono più propensi ad un ruolo di mediazione, attraverso il quale fronteggiare la minaccia irachena, non secondo il ricorso all’uso della guerra, ma secondo tutte le altre strategie di soft security che maggiormente si addicono a questa situazione.

 

D. – Un attacco all’Iraq, con le truppe anglo-americane impegnate sul terreno e il resto dei Paesi occidentali a guardare, che cosa significherebbe per il futuro dei rapporti, sia all’interno della Nato che della comunità internazionale?

 

R. – Bisogna immaginare l’attacco all’Iraq come un fotogramma nell’azione di Enduring Freedom che è iniziata in Afghanistan, è proseguita – a riflettori spenti – in altri Paesi: nelle Filippine, in Indonesia, in qualche misura nello Yemen, in Somalia attraverso azioni di corpi speciali; Enduring Freedom continuerà anche dopo l’Iraq, semmai ci sarà questa guerra, e, quindi, su quel banco di prova gli Stati Uniti chiameranno nuovamente gli alleati. In altri casi, sicuramente in maniera meno eclatante, ma comunque l’impegno su questi teatri riveste un’importanza – se vogliamo – quasi maggiore rispetto a quella del teatro iracheno. Per quanto riguarda l’Europa: sicuramente questo è un colpo che inciderà sui lavori della Convenzione – questo è evidente – e che potrà far riflettere sulla proposta fatta dal governo italiano di accorpare con la carica di presidente del Consiglio dell’Unione Europea anche la carica di rappresentante della politica estera. Sarebbe un passo deciso verso un’unica voce.

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CHIESA E SOCIETA’

25 gennaio 2003

 

 

MAGGIOR IMPEGNO PER FAVORIRE LA CRESCITA GLOBALE DELLE OPPORTUNITA’:

E’ L’ESORTAZIONE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DELLE CONFERENZE EPISCOPALI D’EUROPA, MONS. AMÉDÉE GRAB, CONTENUTA IN UN MESSAGGIO INDIRIZZATO

 AI PARTECIPANTI AL VERTICE ECONOMICO MONDIALE DI DAVOS

 

SAN GALLO.= Sempre più uomini e donne devono poter godere “in pienezza il dono della vita e tutto ciò che questo dono racchiude e dischiude”. Così, il vescovo Amédée Grab, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (Ccee) nel messaggio inviato alle personalità della politica e dell’economia riunite in questi giorni a Davos, in Svizzera, per il Vertice economico mondiale. Il presule sottolinea il ruolo di chi pubblicamente assume responsabilità politiche, economiche e scientifiche per “accrescere le opportunità a disposizione” di tutti gli esseri umani. D’altro canto, il presidente della Ccee esprime l’auspicio che “la ricerca del bene comune” superi quei rischi che a volte hanno dato luogo a “decisioni compromettenti” la dignità di milioni di vite umane. “Tali rischi – rileva – non debbono scoraggiare ma responsabilizzare”, giacché “la memoria di errori e di colpe non va rimossa ma assunta e convertita in impegno più umile e più intenso”. Esortando i leader riuniti a Davos a “continuare in modo coraggioso e con spirito critico il loro impegno”, mons. Grab volge così il pensiero alla drammatica situazione nel Vicino Oriente. E’ necessario, si legge nel messaggio, “un grande sforzo di responsabilità e di dialogo, di apertura e di ferma resistenza ai soprusi, perché si allarghi quanto più possibile l’area in cui vigono le condizioni giuridiche e sociali utili ad una convivenza civile tra le persone e tra le nazioni”. Nel riecheggiare le parole del Papa nel recente discorso al Corpo diplomatico, il presidente della Ccee chiede quindi alle società libere di ricercare “ogni possibile forma pacifica per la difesa ed il ristabilimento dei diritti e delle libertà”. (A.G.)

 

 

IN OCCASIONE DEL CENTANARIO DELLA MORTE DI PAPA LEONE XIII,

IL CARDINALE KASPER HA IERI UFFICIALMENTE APERTO A PERUGIA L’ANNO LEONINO

 

PERUGIA. = Si è aperto ieri ufficialmente nella suggestiva cornice della Sala dei Notari del palazzo comunale dei Priori di Perugia, l’anno delle celebrazioni culturali del centenario della morte di Leone XIII, il Papa dell’enciclica “Rerum novarum”. Nella città umbra il futuro Leone XIII, al secolo Gioacchino Pecci, nato il 2 marzo 1810 a Carpineto Romano, fu vescovo dal 1846 al 1878.  Diverse autorità civili e numerosi cittadini hanno gremito la storica sala per prendere parte all’incontro con il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consi-glio per la promozione dell’unità dei cristiani, che ha ricordato come il pontificato di Papa Leone XIII rappresenti l’alba dell’ecumenismo. (A.L.)

 

 

RAGGIUNTO L’ACCORDO TRA LA NESTLE’ E IL GOVERNO DELL’ETIOPIA:

LA MULTINAZIONALE ALIMENTARE RINUNCIA AL RISARCIMENTO

CHIESTO PER L’ESPROPRIAZIONE DI UNA SUA AZIENDA AVVENUTA NEL 1975.

SODDISFAZIONE DELL’ONG INGLESE, OXFAM, CHE HA PROMOSSO

LA CAMPAGNA INTERNAZIONALE IN FAVORE

DEL PAESE AFRICANO AFFLITTO DA UNA TREMENDA CARESTIA

 

ADDIS ABEBA.= Una vittoria significativa a favore dei più poveri. La multinazionale alimentare Nestlé aveva richiesto all’Etiopia, Paese allo stremo per la carestia, un risarcimento di 6 milioni di dollari per l’espropriazione nel 1975 di una azienda alimentare, l’Elidco, della holding svizzera. Quarantamila lettere di protesta - in seguito a una campagna internazionale promossa dalla Ong inglese Ox-fam - hanno convinto il colosso elvetico ad accontentarsi di 1 milione e mezzo di dollari (prima offerta di Addis Abeba per risolvere il contenzioso). Ieri, rappresentanti della Nestlé e del governo etiope, alla presenza di delegati della Oxfam, hanno sottoscritto un’intesa. I portavoce della multinazionale hanno tenuto a precisare che l’ammontare del risarcimento verrà reinvestito nel poverissimo Paese in programmi di lotta alla fame. Un gesto importante visto che solo tre mesi fa la Nestlé sembrava sorda alle vibranti proteste della società civile, sostenendo che il risarcimento fosse “una questione di principio” e che era nell’interesse dell’Etiopia assolvere al suo debito per non scoraggiare altri investitori stranieri. “E’ una grande vittoria che dimostra come neanche la Nestlé sia immune dalla pressione della pubblica opinione”, ha commentato Phil Bloomer dell’Ong inglese. D’altro canto, va rilevato che mai la grande multinazionale aveva ceduto a tali sollecitazioni, nonostante numerose campagne di boicottaggio in particolare per le aggressive politiche commerciali finalizzate alla diffusione del latte in polvere nei Paesi in via di sviluppo a scapito di un ben più benefico allattamento dal seno materno. L’Oxfam suggerisce alla multinazionale - che trae il 40 per cento dei suoi profitti dal caffè solubile - di fare il primo passo pagando ai produttori di caffè etiopi un prezzo più equo per i loro raccolti. Una delle cause della crisi economica in cui versano molti Paesi africani è infatti la svalutazione del caffè, il cui prezzo sul mercato internazionale è calato del 50 per cento in tre anni. (A.G.)

 

 

LA CONVENZIONE EUROPEA E LE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA

 DALL’EST ALL’OVEST”. E’ IL TEMA DI UN SIMPOSIO PROMOSSO

 DAL PONTIFICIO CONSIGLIO GIUSTIZIA E PACE. L’INCONTRO AVRA’ LUOGO LUNEDI’

PROSSIMO, ALL’ATENEO PONTIFICIO REGINA APOSTOLORUM

 

ROMA. = All'inizio del terzo millennio, il continente europeo pone degli interrogativi sulla sua condizione attuale, la sua storia e il suo futuro. Su questi temi si terrà lunedì prossimo a Roma il simposio “La convenzione Europea e le radici cristiane dell’Europa dall’Est all’Ovest” organizzato dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, dall’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e dalla Fondazione Guilé. Il Congresso, nella sede universitaria, sarà focalizzato sull’analisi delle radici storiche che hanno modellato l'Europa durante i secoli e il complesso dei valori religiosi cristiani che ne hanno determinato il tessuto culturale. In un mondo che cambia rapidamente ed in mezzo a situazioni complesse, l'Europa cerca la sua identità, il suo ruolo, i suoi rappresentanti. Con le nuove frontiere aperte verso Est, l’Europa finalmente inizierà a respirare con entrambi i polmoni del vecchio Continente. Si realizzerà così il sogno enunciato da Giovanni Paolo II nell’enciclica “Slavorum apostoli”, di vedere unita l’Europa di San Benedetto a quella dei Santi Cirillo e Metodio. Al simposio interverranno, tra gli altri, mons. Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace; il vicepresidente della Convenzione Ue, Giuliano Amato; i parlamentari Lamberto Dini e Antonio Tajani; il rappresentante del governo italiano alla Convenzione, Gianfranco Fini. Un altro incontro sui comuni valori cristiani dei popoli europei, intitolato “Costituzione e secolarizzazione”, si terrà mercoledì prossimo alle ore 16.30 presso la sala del refettorio della Camera dei deputati. Il seminario, organizzato dalla Biblioteca centrale del Cnr e dall’Istituto di ricerche sui problemi dello Stato e delle istituzioni, prende spunto dalla pubblicazione del volume del costituzionalista Pietro Giuseppe Grasso “Costituzione e secolarizzazione”, che nell’occasione verrà presentato al pubblico. (A.L.)

 

 

AVVIATA A FIRENZE L’ATTIVITA’ DEL NUOVO ORGANISMO

 COMUNITARIO SULLA CONDIZIONE DEI BAMBINI IN EUROPA

 

FIRENZE.= Una nuova iniziativa a livello europeo a favore dei minori. Si tratta dell'European network of national observatories on childhood, un nuovo organismo comunitario nato per coordinare il monitoraggio sulla condizione di bambini e  ragazzi. Tale organismo ha iniziato la sua attività presso l'Istituto degli Innocenti a Firenze. Tra i primi appuntamenti, un seminario sui minori stranieri non accompagnati, che si terrà in Italia, in autunno, durante il semestre di presidenza italiana dell'Unione europea. Verrà anche pianificata la creazione di un sito internet comune e la messa in rete delle conoscenze dei vari osservatori. All'incontro di presentazione del nuovo organismo hanno preso parte i rappresentanti di sette degli otto Stati membri dell'Unione che hanno aderito alla rete di coordinamento (Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Spagna), assente il Portogallo, assieme ai rappresentanti di  altri sette Stati europei che siedono per adesso in qualità di osservatori: Germania, Olanda, Regno Unito, Svezia, Finlandia, Austria e Grecia. (A.G.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

25 gennaio 2003

 

- A cura di Salvatore Sabatino -

 

 

E’ un clima di attesa quello che si respira negli Stati Uniti per l’audizione, lunedì prossimo all’Onu, dei capi degli ispettori sul disarmo iracheno, Blix ed El Baradei. Ma tutto sembra pronto per un nuovo attacco al regime di Saddam Hussein. Il servizio di Paolo Mastrolilli:

 

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Washington ha inviato un messaggio alle sua ambasciate avvertendo i cittadini all’estero di tenersi pronti per evacuazioni d’emergenza che potrebbero diventare necessarie in caso di guerra. La Casa Bianca ha confermato che considera l’Italia uno degli alleati disposti a sostenere l’intervento e ha rivelato che il presidente Bush, nel discorso sullo stato dell’Unione di martedì, parlerà delle prove del riarmo di Saddam. Il “Los Angeles Time” ha però scritto che Stati Uniti e Gran Bretagna stanno considerando di dare più tempo agli ispettori per convincere la comunità internazionale. Ieri, infatti, il premier tedesco Schroeder e il leader russo Putin hanno ribadito la  convergenza delle loro posizioni. Da Baghdad il figlio di Saddam, Udai, ha risposto alle accuse di Washington dicendo che “se gli americani attaccheranno pagheranno un prezzo inimmaginabile al confronto del quale l’11 settembre sembrerà un pic-nic”. Ma il capo dell’Agenzia Onu per l’energia atomica, El Baradei, ha cercato di raffreddare gli animi dicendo che finora gli iracheni meritano un buon voto per la collaborazione offerta agli ispettori, anche se ieri hanno detto che gli scienziati non vogliono farsi interrogare in privato.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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E cresce la tensione in tutta l’area mediorientale. Questa mattina in Kuwait colpi di fuoco sono stati sparati da sconosciuti contro un convoglio militare statunitense su una strada a sud della capitale. I proiettili non hanno per fortuna causato vittime.

 

Mentre Israele si prepara alle elezioni legislative di domani, l’Egitto sta tentando una difficile mediazione tra fazioni palestinesi moderate ed estremiste con lo scopo di convincere queste ultime ad abbandonare qualsiasi azione terroristica e riallacciare il dialogo con lo Stato ebraico. Intanto nei Territori è stata un’altra giornata di violenze con un bilancio di 5 palestinesi uccisi. E questa mattina l'esercito israeliano ha fatto saltare con la dinamite quattro piccoli ponti che collegavano a Gaza la cittadina di Beit Hanun, rimasta ora completamente isolata. In questo modo - ha spiegato un portavoce dell'esercito - , i miliziani intregralisti di Hamas non potranno raggiungere la zona di Beit Hanun, da dove lanciano spesso razzi contro centri abitati israeliani adiacenti alla Striscia di Gaza. Sugli scontri delle ultime ore ci riferisce Graziano Motta:

 

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Il più grave scontro a fuoco tra guerriglieri e soldati nella zona del Monte Ebal, che domina la città di Nablus, capoluogo della Samaria mentre l’operazione israeliana più importante vede tuttora impegnate nella striscia di Gaza reparti di fanteria, blindati e del genio con l’obiettivo di rastrellare una zona da dove nelle ultime ore i palestinesi hanno lanciato tre missili e due proiettili di mortaio sul territorio d’Israele presso la cittadina di Zerot. Sul piano politico continuano nei Territori le manifestazioni di sostegno a Saddam Hussein. Ieri le più affollate si sono svolte a Rafah e a Nablus. Intanto al Cairo prosegue, tra grandi difficoltà, il tentativo egiziano di convincere 12 organizzazioni politiche della rivolta palestinese a sospendere per un anno gli attentati suicidi contro Israele al fine di consentire una riattivazione del dialogo di pace. Come all’inizio della settimana, anche ieri le organizzazioni fondamentaliste hanno ribadito l’intenzione di continuare a combattere fino a costringere gli israeliani al ritiro totale  dai Territori. Analogo proposito è stato ribadito dallo sceicco Nashrallh, capo dei guerriglieri fondamentalisti libanesi.    

 

Da Gerusalemme per la Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Cresce la preoccupazione in tutto il mondo per possibili nuovi atti terroristici. Una cellula della rete di Bin Laden, pronta a sferrare attacchi chimici, è stata smantellata ieri in Catalogna. Lo ha annunciato il primo ministro spagnolo, Jose Maria Aznar, specificando che sono 16 gli uomini finiti in manette. Nelle stesse ore in Germania sono state controllate nel corso di un’operazione speciale più di 1.200 persone e circa 800 veicoli. Nello stato americano del Connecticut, invece, ha preso il via il piano di vaccinazione anti-vaiolo messo a punto dal governo statunitense per 500 mila lavoratori della sanità.

 

Un impegno a non abbandonare le idee che ha portato avanti tutta una vita e a ben considerare un governo definito “il più onesto della storia del Brasile”. Questo il senso dell’intervento del neo presidente brasiliano Lula da Silva davanti ai 100.000 del 3° Forum sociale mondiale di Porto Alegre. Parlando della sua odierna trasferta a Davòs, dove è in corso il World Economic Forum, Lula ha assicurato che il viaggio in Svizzera non costituisce una revisione dei propri convincimenti. Il servizio di Maurizio Salvi:

 

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Andrò in Svizzera – ha indicato – per dire che il mondo odierno è malato, che bisogna attuare un cambiamento radicale e soprattutto che di fronte a questo quadro non ci vuole una guerra, ma la comprensione tra la gente. Non avrò pace – ha concluso – fino a quando ci sarà gente al mondo che mangia 5 volte al giorno e altra nel Terzo Mondo che passa anche 5 giorni senza mangiare. Le molte migliaia di persone presenti lo hanno applaudito freneticamente ed anche l’ex presidente portoghese Mario Soares e il premio Nobel per la pace argentino, Adolfo Peres Esquivel, hanno chiesto alla comunità internazionale di aiutarlo. Solo il leader dei “senza terra” brasiliani, Joao Pedro Stedile, ha insistito sul fatto che a suo parere Lula perde tempo ad andare Davòs, dove rischia solo di dare una copertura morale ai ricchi del mondo, che non possono fare granché per modificare un modello che essi stessi hanno creato.

 

Da Porto Alegre, Maurizio Salvi, per la Radio Vaticana.

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E a Davòs cresce l’attesa anche per l’intervento del segretario di stato americano, Colin Powell, giunto questa mattina in Svizzera. Il capo della diplomazia di Washington pronuncerà il suo discorso domattina, discorso sicuramente incentrato sulla crisi irachena. Powell sempre nella mattinata di domani incontrerà il ministro degli Esteri svizzero Micheline Calmy Rey, decisamente contraria all'intervento contro il regime di Baghdad. 

 

''Tradurre in fatti le promesse'' dell'accordo di pace. Questo l’appello del presidente francese, Jacques Chirac, all’apertura oggi a Parigi del vertice sulla Costa d'Avorio, dopo l’intesa di riconciliazione firmata due notti fa dalle parti ivoriane a Marcoussis, non lontano dalla capitale francese. Il vertice dei capi di Stato africani, a cui partecipa anche il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, durerà due giorni e dovrà condurre alla ratifica dell'accordo.

 

La Corea del sud, che nei giorni scorsi aveva annunciato la partenza di due inviati per Pyongyang, con il compito di trattare con le autorità nord coreane, ha reagito alla notizia della convocazione di un vertice di emergenza dell'Aiea chiedendo all'Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica di attendere oltre la data del 3 febbraio per riunire il consiglio dei governatori. Nel frattempo nella delicata crisi è intervenuta anche Mosca. Il vice ministro degli Esteri russo, Lossioukov ha riferito ieri di ritenere “prematuro” portare il caso nord coreano all’attenzione del Consiglio di Sicurezza, favorendo invece “un dialogo bilaterale” fra Washington e Pyongyang, come chiesto da quest’ultima.

 

Nulla di fatto nella Repubblica Ceca per le elezioni presidenziali. Le due Camere del Parlamento non sono riuscite neanche ieri ad eleggere un successore per il Presidente della Repubblica, Vaclav Havel. Nessuno dei due candidati, Vaclav Klaus e Jaroslava Moserova, ha, infatti, ottenuto la necessaria maggioranza dei deputati e senatori riuniti in seduta comune a Praga. Entro i prossimi 14 giorni dovrà essere fissata la data  per una terza giornata di votazioni.

 

Il mondo della finanza e della politica italiana, e non solo, si è stretto attorno alla famiglia Agnelli, per la morte del presidente onorario della Fiat e senatore a vita, Giovanni Agnelli. L’avvocato è scomparso ieri dopo una lunga malattia: avrebbe compiuto 82 anni il prossimo 12 marzo. Domani i funerali nel Duomo di Torino.

 

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